Lungarno n. 33 - ottobre 2015

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Ottobre 2015

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50 GIORNI DI CINEMA / TRA VAN GOGH, CHAGALL E FONTANA / L’AGENDA DI OTTOBRE


22 / 23 ottobre VIRGILIO SIENI

25 ottobre

LE SACRE

EMANUEL GAT

da Igor Stravinskij regia Virgilio Sieni

PLAGE ROMANTIQUE coreografie, luci e musiche Emanuel Gat

ore 21.00

ore 15.45

27 / 29 ottobre

28 ottobre / 12 novembre

VIRGILIO SIENI

GABRIELE LAVIA

ANGELUS NOVUS regia e coreografia Virgilio Sieni ore 19.00

VITA DI GALILEO di Bertolt Brecht regia Gabriele Lavia ore 20.45, domenica 15.45

Biglietteria Via della Pergola 24 Tel. 055.0763333 biglietteria@teatrodellapergola.com lun. > sab. 9.30 - 18.30, dom. riposo www.teatrodellapergola.com


SOMMARIO arte

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BELLEZZA DIVINA di alessandra pistillo oriental food

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IN THE MOOD FOR ASIA di marta staulo pellicole

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NOVE ANNI, NOVE FESTIVAL: 50 GIORNI di caterina liverani locali

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THE DOOR IS REOPENED di riccardo morandi a quel paese

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ISLANDA ON THE ROAD di alba parrini sipario

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OTTOBRE IN SCENA di tommaso chimenti domande

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LITER OF LIGHT di eleonora ceccarelli

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L’AGENDA DI OTTOBRE boxini

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OTTOBRE DA NON PERDERE farfalle

nodi da sciogliere

di the nightfly

di martina milani

20 L’AUTUNNO E L’AMORE LA MAGIA DEI FUNGHI prêt-à-porter

21 LA SERRA DELLE MERAVIGLIE di alice cozzi casa jazz

just kids

di giulia focardi

di davide morena

22 VIOLINI JAZZ

TUTTI A RACCOLTA!

in città tutto bene

23 ALZA I TACCHI

EDITORIALE di matilde sereni Qualche giorno fa mi sono trovata nel bel mezzo di uno spettacolo di arte contemporanea. “Scegli un oggetto e dagli un nome, un’emozione. Prendi una mazza di ferro e frantumalo facendo attenzione a scegliere la canzone adatta.” Naturalmente ho scelto “Killing in the name Of” dei Rage Against the Machine e spaccavo pure a ritmo. Finito lo sketch, ho ripreso i miei cocci e li ho messi sul tavolo all’ingresso. A monito. Avessi dell’oro fuso probabilmente applicherei l’ormai supersocial tecnica del kintsugi (fosse solo per beccarmi centinaia di like); ma o mi metto a fondere tutti gli ori delle comunioni passate o la vedo dura, e forse non è neanche lì che dobbiamo arrivare. Divagazioni. Come ho trovato lo spettacolo per cui milioni di amiche con pene d’amore mi hanno invidiata? Grazie a Lungarno. “Ed è stato facilissimo”, la stessa cosa che ho risposto a Fulvio Paloscia, quando durante l’ultimo incontro di FirenzeRiVista ci ha chiesto come facessimo noi, padroni della Voce Gratuita, a scovare così tante realtà under o overground dato che, a quanto pare, per loro padroni della Carta Stampata, non è così banale . Lungarno, come gli altri, è una continua fucina di idee, un contenitore di StartUp, una spalla su cui piangere, un amico, un tentativo, una spinta. All’inizio pensavo fosse un caso, il nuovo strumento in città da subissare di storie inascoltate. Invece è la norma. Per fortuna. Ottobre è mese di vendemmia e Firenze è un albero che straborda di nuovo. Riaprono i locali e i teatri, inaugurano nuovi spazi, si vociferano grandi collaborazioni.

di nanni the pug i provinciali

fermo immagine

di pratosfera

di mattia marasco

24 CONTEMPORANEA

PORTA SAN NICCOLÒ

caro cuore non buttarti giù

palestra robur

di carol & giuki

di leandro ferretti

25 DANCE ME...

IL CINEMA ARLECCHINO

niente panico

la sciabolata

di tommaso ciuffoletti

di la sciabolata

26 OTTOBRE ROSSO 27

Lungarno è qui, pronto a raccogliere i frutti maturi e le foglie secche, i cocci rotti e quelli riparati, per costruire un altro anno di sola, unica, grande bellezza. Buona lettura.

SIAMO CHI SIAMO

STELLE

di faolo pox

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Firenze n. 5892 del 21/09/2012 N. 33 - Anno IV - OTTOBRE 2015 - Rivista Mensile - www.lungarnofirenze.it Editore: A ssociazione Culturale Lungarno Via dell’Orto, 20 - 50124 Firenze - P.I. 06286260481

29 PAROLE

di gabriele ametrano

Direttore Responsabile: Marco Mannucci Direttore Editoriale: Matilde Sereni Responsabili di redazione: Gabriele Ametrano, Riccardo Morandi

30 SUONI

Social Media Manager: Bianca Ingino, Valentina Messina

di gianluca danti

Editor: Cristina Verrienti • Amministrazione: Arianna Giullori Stampa: Grafiche Martinelli - Firenze Distribuzione: Ecopony Express - Firenze

in copertina: “AUTORITRATTO CON GLI OCCHIALI DI LUCIA” di Ugo “Nooz” Torresi

La sua ricerca naviga tra l’imperfezione e l’essenziale, accoglie il transitorio e critica la società in cui centrale e predominante è l’epica delle merci e delle loro passioni. Nel 2014 fugge dalla vita del designer da ufficio per trasferirsi all’interno di un forte ottocentesco occupato dove si dedica notte e giorno alla serigrafia artigianale. Abbandona Roma e si trasferisce nelle Marche in un paese abbandonato. Costruisce da solo tutta la sua attrezzatura e inventa le serigrafie con colori completamente naturali ed ecosostenibili. www. nooz.it

Hanno collaborato: Alessandra Pistillo, Marta Staulo, Tommaso Chimenti, Riccardo Morandi, Caterina Liverani, Eleonora Ceccarelli, Alba Parrini, The NightFly, Martina Milani, Alice Cozzi, Giulia Focardi, Davide Morena, Pratosfera, Mattia Marasco, Carol & Giuki, Leandro Ferretti, Tommaso Ciuffoletti, La Sciabolata, Nanni, Faolo Pox, Gabriele Ametrano, Aldo Giannotti, Gianluca Danti, Gabriele Sobremesa, Ugo “Nooz” Torresi. Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dei proprietari. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, né per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati. Scopri dove trovare Lungarno su www.lungarnofirenze.it

Si ringrazia la famiglia Fattori per sostenere e credere in Lungarno.


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ARTE

di alessandra pistillo

BELLEZZA DIVINA

TRA VAN GOGH, CHAGALL E FONTANA

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sistono due tempi: quello in cui stiamo scrivendo e quello in cui voi leggerete. Noi siamo a metà settembre, voi già nel mese di ottobre. Noi siamo a Palazzo Strozzi, voi dove vi pare, ma fino al 24 gennaio 2016 avrete tempo di andare a vedere quello che noi abbiamo visitato in anteprima, la mostra Bellezza divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana. Una riflessione sul rapporto tra arte moderna e sentimento del sacro a cavallo tra Ottocento e Novecento. Oltre novanta opere di artisti italiani e internazionali, robetta del tipo: Crocifissione bianca di Marc Chagall, proveniente dall’Art Institute di Chicago, la Pietà di Vincent Van Gogh, dai Musei Vaticani, l’Angelus di Jean-François Millet, dal Musée d’Orsay di Parigi. Quadri che ti sprofondano in un’assorta contemplazione non appena varcata la soglia della mostra. Il nostro cicerone è Carlo Sisi, curatore di questo appuntamento, tra i massimi esperti di arte italiana e straniera dell’Ottocento oltre che Presidente del Museo Marino Marini di Firenze. Ci regala una prospettiva unica e noi la regaliamo a voi. La mostra si articola in sette sezioni. Ognuna propone un tema di riflessione su vari aspetti del sacro: dalla figura di Maria, alla passione e crocifissione di Gesù, a quello della preghiera. Per ogni tema sono state scelte opere diversissime tra loro per stile, tendenza e provenienza. Il motivo di tanta varietà? Si scopre un passo dopo l’altro. La chiave per interpretare la mostra, infatti, sta nella posizione delle opere nello spazio espositivo. Il confronto tra le opere è spontaneo, impulsivo, a tratti scioccante. Salta subito all’occhio come ogni artista esprima il suo rapporto

con il sacro, interpretandone le sfumature in modo del tutto intimo e soggettivo. Così il sacro, da sempre oggetto dell’arte su commissione, diventa un affare privato, un’espressione del rapporto dell’artista con se stesso e con il contesto storico sociale in cui vive. L’atmosfera cambia del tutto da una sala all’altra. Bocca spalancata nella prima sezione, Dal Salon all’altare, che catapulta nella pittura dell’Ottocento, mettendo a fuoco il confronto tra Francia e Italia per la grande pittura accademica, con I Maccabei di Antonio Ciseri e la Flagellazione di Cristo di William Bouguereau. Raccoglimento, invece, nella seconda sezione, Rosa Mystica, dedicata alla Vergine, soggetto molto amato dai simbolisti di fine Ottocento. Opere come il capolavoro di Libero Andreotti, Madonna con bambino, che guarda al grande maestro della tradizione Donatello, sono accostate a opere come Madonna di Edward Munch, dove «la Madonna diventa quasi un’inquietante vampira dall’espressione che oscilla tra l’estasi erotica e l’agonia», commenta Carlo Sisi. Le parti centrali della mostra rappresentano la narrazione evangelica da prospettive che si rifanno all’arte medievale, come quella di Arturo Martini nel suo Figliol Prodigo; e da altre che affermano la volontà di rinnovamento dei linguaggi, come quella di Fillia con la sua Sacra Famiglia futurista. «Strano vedere Gesù, Giuseppe e Maria dipinti come se fossero inseriti in una specie di astronave, no?» Dramma puro, invece, quello espresso da Graham Sutherland nel suo Studio per la Crocifissione, che dipinge guardando a Picasso, a Bacon e alle foto scattate dagli alleati durante la liberazione nei campi nazisti. Opere come questa e come Via Crucis di Lucio

Fontana, con i suoi tagli che incidono la materia, ci sussurrano che l’arte sta imboccando con sempre maggior decisione il suo percorso verso l’astrattismo crudo, toccante e liberatorio. È qui che scopriamo quanto il contrasto tra le opere forse sia solo apparenza. Il confronto che creano disarmonia e antagonismo svela alla fine «un’armonia perfetta e una corretta lettura storica del periodo di riferimento». La mostra si chiude con l’ultima grande contrapposizione tra il tono controverso della sezione La Chiesa, con le sue maestose rappresentazioni di cardinali e pontefici, e il tono sommesso – suggerisce Sisi – della sezione La Preghiera. È con la rappresentazione della preghiera «in tutte le sue tonalità: innocenti, drammatiche, intense» ci spiega Sisi, che siamo pronti a lasciare la mostra, in silenzio. Ancora immersi nella bellezza delle opere d’arte che abbiamo contemplato, percepito e adorato. Come fossero divinità.

INFORMAZIONI:

Esposizione organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi in collaborazione con l’Arcidiocesi di Firenze. A cura di Lucia Mannini, Anna Mazzanti, Ludovica Sebregondi, Carlo Sisi. ORARIO MOSTRA:

Tutti i giorni inclusi i festivi: 10.00-20.00 Giovedì: 10.00-23.00 Info 055 2645155 info@palazzostrozzi.org


ORIENTAL FOOD

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IN THE MOOD FOR ASIA

uest’estate uno tsunami si è abbattuto in riva d’Arno, lasciando ai fiorentini alghe nori e una schiuma di latte di cocco. Non si parla di Prato e non si parla di orde di cinesi. Si parla di un’onda di mezza estate che ha svelato antri dove le papille gustative si aprono a orizzonti esotici, orientate verso l’estremo est. Sono tre le nuove aperture asiatiche in termini di food in città, che spaziano da Taiwan alla Thailandia, passando per il Giappone, dove poter rimembrare l’estate a Bali ora che il massimo dell’esotico è l’involtino primavera al banco frigo dell’Esselunga.

gli stessi barattoli colorati che troviamo sui tavoli del locale a contenere bacchette e tovaglioli. A fare compagnia ai curry, tutti serviti con basmati pilaf, una scelta di ravioli e di involtini, nonché l’immancabile pad thai, piatto nazional popolare di tagliatelle di riso saltate con arachidi, lime, gamberi e lemon grass. Il locale, verdissimo e molto piccolo, non accetta prenotazioni e cerca di soddisfare l’altissima affluenza con servizio take away e con un dehor dove plaid in pile verde, in aggiunta alla cordialità dei proprietari, riescono a rimpiazzare le temperature esotiche.

IC CHE THAI – FUSION STREET FOOD

VIA DE’ BARBADORI 23 DOMENICA-GIOVEDÌ 10.00 - 19.30 VENERDÌ-SABATO 10.00 - 21.00 LUNEDÌ CHIUSO

LUNGARNO BENVENUTO CELLINI 25 C MARTEDÌ-DOMENICA 19.00 - 00.00

C’è un lampadario sopra il bancone del piccolissimo Ic Che Thai locale di street food thailandese (nome del locale dal gioco di parole geniale) che porta alla mente le capanne tipiche delle isole del Pacifico. Ma siamo lontani dall’oceano, benché a due passi dalla spiaggetta. La lavagna del menu, tra scelte fisse e proposte del giorno, propone piatti che si esauriscono già a metà serata, indice questo di un’attenta selezione della freschezza dei prodotti utilizzati. Il curry, che regna sovrano, non è una pianta e nemmeno una sineddoche, come in molti credono. I coloni inglesi, con il dono della sintesi che si confà solo alla cultura anglosassone, crearono la parola “curry” storpiando il termine che alle loro orecchie suonava come “cary”, vocabolo con cui le popolazioni indigene indicavano le loro zuppe speziate. Pertanto il mondo occidentale indica con curry un composto di numerose spezie (cannella, cardamomo, chiodi di garofano, zenzero, curcuma ecc…) che, in proporzione variabile, vanno a sposare diversamente i piatti da cui il nome. Per comodità, in commercio lo acquistiamo in pasta dentro barattoli dai colori differenti a indicarne intensità e aromi variabili,

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di marta staulo

SAN TEA HOUSE

Non ci lasciamo ingannare dai peperoncini sui tavoli di questa sala da tè, ben lontana da qualsiasi cosa ci sia di piccante. A pochi passi da Ponte Vecchio, in una posizione di tangenza e di fuga, la leggerezza è l’unica dimensione a farla da sovrana. Un’aria da retrobottega in cui rivivere un accenno manga, una stanza dove magicamente, oltre a ingozzarsi di nascosto dai clienti, si ricevono lezioni di vita dallo Shogun, qualcuno si trasforma, o avvengono cose che danno una svolta improbabile alla trama. Questa atmosfera defilata è intrinseca nella delicatezza delle ragazze che gestiscono il locale, che a stento parlano italiano e che sembrano accoglierti in casa loro, tra infusi di boccioli di rose e dolci mangiati con estrema lentezza. I menu, in cinese e inglese, riportano una selezione di tè neri e verdi oltre che infusi, con un’appendice di aggiunte possibili con cui arricchire l’ordine. Ed è tra le aggiunte a fine menu che compare la parolina magica “boba”, palline di sciroppo di frutta che ti esplodono in bocca, come un caviale XL che dà texture e pois colorati al tè servito in bottiglie di vetro. Questo il motivo per cui risulta essere

una tappa obbligata per gli amanti del Bubble Tea, specialità taiwanese che unisce al tè perle di tapioca nera, succhi di frutta o latte. Alla richiesta di qualcosa con cui accompagnare il tè, con faccia spaventata la ragazza al banco sottolinea che i loro dolci di fagioli azuki sono lontani dai nostri sapori, quasi un tesoro che vuole tenere per sé. SATORI VIA ANTONIO PACINOTTI, 5 LUNEDÌ-DOMENICA 12.00-14.30, 18.30-00.30

Facile cogliere ispirazione dal nome di questo locale, che nella religione buddista sta a indicare il rendersi conto, la rivelazione. Un rivelarsi di spazi scandito da una successione di stanze in un canale di immersione prospettica nel mondo della cucina fusion. Uno svilupparsi di ambienti essenziali che si svelano dietro porte provenienti dalle vecchie carceri delle Murate, in cui trova spazio anche un’alcova per fumatori simile a un giardino zen. È una ristrutturazione ben riuscita quella del locale che ospitava fino a poco tempo fa una pizzeria, di cui si mantiene un’insegna sul soffitto e che, sventrata di strati di intonaco, accoglie adesso arredi orientali e di modernariato, in un mix dove l’ispirazione sembra provenire da In The Mood For Love, pietra miliare della cinematografia orientale. Al piano di sotto troviamo la cantina, oltre ai bagni e a una sala che è possibile affittare per eventi privati. Il menu giapponese di sushi, sashimi, gunkan e tempura ideate da Hu Kehui, chef di Sushinami in via Palmieri, si arricchisce di piatti cinesi e thai. La formula resta quella che sembra esser divenuta cara alle nuove aperture giapponesi in città: all you can eat a prezzo fisso, compresa la possibilità dell’aperitivo. A far la differenza il bar che, in un bagliore di specchi, accoglie gli ospiti all’ingresso.


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PELLICOLE

di caterina liverani

NOVE ANNI, NOVE FESTIVAL: 50 GIORNI

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ove festival internazionali, 150 film in programma, workshop, mostre e tanti incontri. La 50 Giorni di cinema internazionale a Firenze è arrivata alla sua nona edizione pronta a svelarsi ai suoi affezionati spettatori fiorentini a partire dal prossimo 29 ottobre fino al 13 dicembre, come sempre ospitata dal Cinema Odeon. Si parte con la VII edizione di France Odeon (29 ottobre-1 novembre) che proporrà il meglio della cinematografia francese con pellicole come L’Ombre des femmes di Philippe Garrel presentato all’ultimo festival di Cannes. In Immagini e Suoni del Mondo Festival del Film Etnomusicale (2-4 novembre) nella sua costante ricerca sulle sonorità etniche, tra gli altri, il documentario Midsummer Night’s Tango, sul viaggio di tre musicisti argentini per scoprire se il tango sia davvero nato in Finlandia. Una prestigiosa apertura inaugurerà il Festival Internazionale di Cinema e Donne (5-10 novembre): direttamente dall’ultimo Festival di Cannes, Mustang della regista turca Deniz Gamze Ergüven; non mancheranno focus sulle grandi maestre del cinema mondiale insieme a riconoscimenti e a uno sguardo sul cinema contemporaneo al femminile. Tutti i colori dell’arcobaleno, musica, spettacolo, ma anche voglia di riflettere sono gli ingredienti del Florence Queer Festival che oltre ai premi, al concorso Videoqueer e agli eventi collaterali

presenterà interessanti anteprime tra cui Seed money: the Chuck Holmes Story, documentario sui leggendari Falcon Studios. L’arte contemporanea, in tutte le sue forme incontra il cinema per l’ottava volta con Lo Schermo dell’Arte Film Festival (18-22 novembre), impegnato quest’anno nel ricordare l’opera del videoartista tedesco recentemente scomparso Harun Farocki con l’anteprima del suo ultimo lavoro Parallel I-IV all’interno del ricco programma di film e documentari d’arte, proseguendo inoltre con iniziative speciali come VISIO European Programme on Artists’ Moving Images rivolto ad artisti under 35 e Feature Expanded, dedicato ad artisti che desiderano realizzare il loro primo lungometraggio. Il Cinema Ritrovato (23-26 novembre) sbarca da quest’anno alla 50 Giorni, presentando una selezione di film direttamente dall’omonimo festival in collaborazione con la Cineteca di Bologna, accompagnandoci fino all’inizio di una delle manifestazioni più longeve e prestigiose: il Festival dei Popoli (27 novembre-4 dicembre). Alla 56esima edizione del Festival Internazionale del Film Documentario, oltre al Concorso Internazionale Panorama dedicato alle produzioni italiane e Doc at Work il mercato per la coproduzione internazionale del documentario, saranno ospitati approfondimenti su due autori: il polacco Wojciech Staron e la peruviana Mary Jimenez.

Trasformare Firenze in una little India: questo l’obbiettivo della campagna di crowdfunding lanciata da River to River Florence Indian Film Festival (5-10 dicembre) su www.indiegogo.com il 7 settembre che durerà fino al 23 ottobre con tante sorprese. Accanto ai documentari, ai film in concorso e alle incursioni nell’universo bollywoodiano, il festival di cinema indiano proporrà, nel suo 15esimo anno, la nuova sezione Indian Video Art in collaborazione con la Biennale d’Arte di Kochi-Muziris, con opere dei più importanti video artisti indiani. In chiusura due importanti appuntamenti: il cinema finlandese di Una finestra sul Nord (1113 dicembre) con la nuova commedia di Dome Karukoski The Grump, e il Premio N.I.C.E. Città di Firenze che il 14 dicembre presenterà il film vincitore della sua 25esima edizione. Aspettando la 50 Giorni, all’Odeon non si ferma il grande cinema in original sound: Everest che fra molte polemiche ha aperto il Festival di Venezia, The Program sullo scandalo di Lance Armstrong e The Martian, ultima pellicola diretta da Ridley Scott, sono solo alcuni dei film in cartellone. Tra gli eventi speciali, oltre a I martedì al cinema con Palazzo Strozzi a ingresso gratuito, i documentari musicali Paco De Lucia La Busqueda e Janis l’intenso ritratto su Janis Joplin realizzato dal premio Oscar Amy Berg.


L’ESPERTO CONSIGLIA

EX MACHINA

C

aleb, giovane programmatore di una compagnia leader nella ricerca informatica fondata dall’enigmatico Nathan Bateman, viene convocato dal boss nella sua sperduta dimora per un programma di ricerca top secret. Dovrà eseguire il test di Turing su Ava, un robot dalle sembianze femminili creato da Nathan, per verificarne l’effettiva intelligenza artificiale. Per Caleb sarà presto chiaro che il suo capo, che ha scelto di vivere nella più totale reclusione con la sola compagnia di una domestica orientale, gli nasconde molti segreti. Ex Machina, esordio alla regia dello scrittore inglese Alex Garland, già sceneggiatore di Non Lascarmi e 28 giorni dopo, ha folgorato gli spettatori delle sale cinematografiche estive imponendosi come un piccolo instant cult di fantascienza. Ambizioso, avveniristico e imprevedibile, Ex Machina scommette su una sceneggiatura scritta dallo stesso Garland e una regia minimali, ma dal forte impatto e sulle tre ottime interpretazioni di una misurata Alicia Vikander nel ruolo di Ava, del sempre efficace Domhnall Gleeson (Frank) e di Oscar Isaak (A proposito di Davis) inquietante scienziato folle 2.0.

IL CLASSICONE

UN TRANQUILLO WEEKEND DI PAURA (1972)

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uattro amici decidono di passare un rilassante fine settimana lontano dalla vita stressante della città per una gita in canoa lungo il fiume Cahulawassee. Arrivati nel paese più vicino rimangono sorpresi e scioccati dalla natura aspra e dalla brutalità della gente del posto, rozza, scortese e affetta da evidenti malformazioni dovute a tare genetiche. L’attraversare il fiume diverrà una crudele iniziazione per i quattro uomini che si troveranno faccia a faccia con le loro peggiori paure. Sono pochi i film che sfidano così audacemente lo spettatore a rimanere incollato a delle immagini tanto disturbanti e a rispecchiarvisi suo malgrado. Quando nel 1972 Deliverance, titolo originale del film, uscì nelle sale stupì per la crudeltà delle tematiche, come lo stupro omosessuale allora poco frequente nel cinema americano mainstream, ma contribuì a consolidare la carriera dei protagonisti Burt Reynolds e Jon Voight oltre che a consacrare John Boorman autore di culto a cui si ispirarono in seguito numerosi altri registi, fra tutti Brian De Palma.


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LOCALI

di riccardo morandi

THE DOOR IS REOPENED

O

ttobre andiamo, è tempo di riaprire. Perdonateci l’imbarazzante storpiatura di dannunziana memoria, ma il caldo ancora troppo forte per un settembre che sembra quello di Salvador de Bahia e la noia delle introduzioni didascaliche rendono obbligata questa scelta singolare. La natura si addormenta nei colori caldi di questo mese, le prime partite in TV da vedere in casa, pay tv permettendo, i primi ombrelli persi o messi umidi in borsa, gli zerbini di casa che come per magia tornano a essere oggetti utili anziché strani pezzetti di gomma pelosa a guarnire i nostri portoni di ingresso. E riaprirono i locali, ricominciarono le cosiddette serate e i cosiddetti concertini (il diminutivo è insito con accezione simpatica, indipendentemente dalle band, ci mancherebbe). Chi parte per primo? L’Auditorium Flog la prende lunga come da tradizione e dedica tutto il mese alla mitica programmazione della rassegna Musica dei popoli, attività storica a Firenze quasi quanto lo Scoppio del Carro. Divisa in tre fasi, la manifestazione vive il suo periodo forte proprio in questo ottobre, proponendo la sezione Donne dell’altro mondo, che nonostante suoni come un concorso di selezione a Miss Italia, presenta esibizioni di artiste di spessore come Carmen Souza e Cristina Pato. Il pubblico affezionato non rimarrà quindi a bocca asciutta, vista la lodevole attività interculturale a suggello del 70esimo compleanno della fondazione F.L.O.G.

Staccato di pochissimo, ma con mire e pubblico forse diverso, ma complementare, arriva con ottime ambizioni stagionali il Glue, l’alternative concept space di Firenze, che da cinque anni propone un variopinto mix di attività culturali. Partiamo con la musica, la prima risorsa di questo spazio situato nel quartiere di Campo di Marte. Dopo la serata d’esordio settembrina che celebrava il quinto compleanno del Glue stesso, il 10 ottobre avremo la possibilità di assistere al concerto di Mauro Ermanno Giovanardi. L’ex componente dei La Crus, passato anche da Sanremo pochi anni fa con un ottimo risultato sia della critica che del pubblico, presenterà il suo nuovo lavoro Il mio stile in una serata che si preannuncia imperdibile per gli amanti del cantautorato italiano. Da segnalare anche la serata di Halloween, dove lo staff capitanato da Simone Giuliani ha fatto veramente una scelta alternativa, proponendo il live cupo e di stampo noir dei Bachi da Pietra, il duo Dorella/Succi che sarà impegnato proprio nel tour di presentazione del nuovo disco Necroide. Ma non ci sono solamente concerti e dj set a cura dei protagonisti della scena alternativa fiorentina in questo spazio: il Glue proporrà, come ogni anno, un corso di teatro il martedì sera e diverse rassegne cinematografiche il venerdì, alternando iniziative che vedranno la partecipazione di illustratori o fotografi, perfettamente nello spirito di questo spazio. Iniziative quindi davvero interessanti quelle di questo locale, che durante i fine settimana inver-

nali si contende, da qualche anno, la nightlife con il Tender, che riapre i battenti proprio questo mese. Per varcare la soglia del locale di via Alamanni dovremo aspettare il 17 ottobre, quando la serata inaugurale vedrà in scena i toscani Bad Love Experience, una delle migliori band del nostro territorio. I quattro ragazzi livornesi, esperti sia nei live che nella scrittura tanto da lavorare a colonne sonore di film importanti come La prima cosa bella di Virzì, presenteranno il loro ultimo disco Believe Nothing davanti a un pubblico di affezionati che hanno sempre risposto bene ai loro coinvolgenti live. Nella programmazione stagionale del Tender non mancheranno, come da tradizione, le serate tematiche come la Hang On Night, dove si esibiranno dj e band provenienti da tutta Italia il cui denominatore comune è lo stile Mod e 60’s, e la British Invasion, dedicata prettamente alle sonorità anglosassoni. Senza contare che sempre in questo spazio, il 25 ottobre inizieranno le serate del celeberrimo contest di musica rock alternativa, il Rock Contest, a cura di Controradio. Insomma, di cose da fare nelle prossime serate ce ne sono, che siate ggiovani o vogliate frequentare un club della nostra città. C’è da fare a Firenze, statene certi.

in alto: Mauro Ermanno Giovanardi - foto: Silvia Rotelli




A QUEL PAESE

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di alba parrini

ISLANDA ON THE ROAD TRA GHIACCI, VULCANI E PRATERIE DI MUSCHIO

“C

i sono molti universi e molti mondi, paralleli l’uno all’altro. Tanti mondi, ma a collegarli tutti è la Polvere. La Polvere era qui prima delle streghe dell’Aria, dei gyziani dell’Acqua e degli orsi del Ghiaccio.” Comincia così il viaggio fantastico di Lyra in La bussola d’oro di Philip Pullman. È grazie alla polvere che unisce i mondi paralleli che si può viaggiare, ma per raggiungerla bisogna affrontare un cammino pericoloso attraverso lande di ghiaccio e vulcani in eruzione. Quella polvere, che come per magia si manifesta soltanto durante gli equinozi d’autunno e di primavera, che crea nel cielo stellato del nord fasci di luce straordinaria verde, viola e rossa, altro non è che l’aurora boreale. Alle 2.30 di notte, ai margini di un piccolo fiordo nella penisola dello Snaefelssnes nell’Islanda occidentale l’ho vista anch’io la polvere, o per meglio dire le “luci del nord” come chiamano l’aurora boreale da queste parti. E in effetti per assistere allo spettacolo ho dovuto fare un bel viaggio avventuroso, faticoso e davvero divertente. Se avete intenzione di visitare l’Islanda, consiglio di scegliere periodi fuori stagione, perché l’isola non è affatto attrezzata per il turismo di massa. Le strutture di accoglienza sono pochis-

sime, tutte molto spartane e care. Ma organizzare un viaggio low cost per avere un assaggio di una terra dalla natura selvaggia e indomita è possibile. L’Islanda è uno dei pochi paesi europei dove la delinquenza non esiste, gli insediamenti urbani sono quasi assenti e girare in autostop è molto comune. Le Icelandic Farm Holidays, con la cosiddetta sleeping bag accommodation, sono fattorie vere e proprie che mettono a disposizione delle camere dove dormire con il proprio sacco a pelo. Nonostante il bagno condiviso, gli standard di pulizia, sia dei proprietari che degli altri turisti, sono molto alti. Quello che si percepisce fin dall’inizio del viaggio è che puoi fare mille programmi, ma in Islanda è la natura a decidere per te. Fatta eccezione per la Ring Road, la statale che corre lungo il perimetro della nazione, quasi tutte le altre strade non sono asfaltate e richiedono un mezzo a quattro ruote motrici, oltre che a una certa dose di esperienza e di sangue freddo. Tuttavia la buona notizia è che percorrendo la Ring Road tornerete a casa con un bagaglio bello pieno di esperienze entusiasmanti: cascate imponenti, geyser pronti a esplodere in cielo senza preavviso, bagnando le macchine fotografiche e i cellulari, spiagge nere con rocce esagonali di basalto, crateri vulcanici che ospitano laghi di acqua blu, distese infinite di rocce laviche rivestite da muschi morbidissimi, piscine geotermali dalle

acque turchesi. E poi due lagune ghiacciate che sorgono ai margini del terzo ghiacciaio più grande del mondo, dove galleggiano placidi iceberg dalle sfumature cobalto, piccoli fiordi del nord con le loro casette in lamiera colorata. E ancora specie animali che avete visto solo nei libri di biologia o nei documentari come le pulcinelle di mare e le foche che nuotano placide tra i ghiacci, oppure i giganti gentili, le balene. Per avvistare i cetacei Akureyri, nell’estremo nord dell’isola, è la tappa più consigliata. Da qui investendo una buona somma è possibile raggiungere il fiordo di Husavik, da cui partono dei motoscafi velocissimi che volano a pelo d’acqua chiamati speed boat, o in alternativa accontentarsi di una barca di legno ormeggiata nella baia della cittadina. Prima di scegliere è però utile consultare i forum on line sull’avvistamento delle balene. Akureyri, con i suoi 18.000 abitanti è una delle metropoli del paese e un ottimo punto di partenza per visitare il nord. Il Backpackers Hostel, oltre a essere estremamente carino per i suoi arredi con materiali di riciclo, tra cui spiccano alcune poltrone degli autobus, è l’unico locale aperto fino a tardi in tutta l’Islanda del nord dove poter bere una birra o gustare un piatto di plokkari (stufato di merluzzo). foto: Andrea Morelli



SIPARIO

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di tommaso chimenti

OTTOBRE IN SCENA

S

i scaldano i motori. Si accendono le luci verdi, spara alto il rombo. Aprite quei sipari che abbiamo bisogno di bellezza, di applaudire di gioia, stupore o soltanto di liberazione, di meraviglia come di allerta. Abbiamo necessità vitale di continui stimoli, pungoli, aghi pungenti nella carne viva, nella ferita del quotidiano per fuggirne, per aggirarlo, per capirlo, assorbirlo, contrastarlo, combatterlo, non uscirne vincitori forse, ma almeno non sconfitti prima del gong. Si parte subito forte, senza riscaldamento, ma tanto ci siamo allenati tutta l’estate con festival e rassegne sparse in giro. Un trittico ci apre le porte, ci spinge dentro e chiude a chiave dietro di noi, tra claustrofobia e fortuna di assistervi, tra delizia e tremori. Nei primi giorni del mese del melograno, da schiccare con calma e voracità da preliminari, Le Cognate (fino al 4, Teatro Puccini), Cuore di tenebra (fino al 4, Funaro di Pistoia), e Made in China (fino al 4, Pontedera). Un trittico niente male per godere, immergersi, riflettere. Le cognate, all’interno del festival Intercity (ventottesima edizione, quest’anno il simbolo è un gomitolo con una ics formata dai ferri da calza) del Teatro della Limonaia, è un revival per ricordare Barbara Nativi, sua la regia, un must del teatro diretto da Dimitri Milopulos, un’occasione per un grande testo che parla di famiglia, di società, del come vediamo e veniamo visti, dei piccoli gruppi metafora dei grandi agglomerati, di

come siamo gretti e piccoli, viscidi e tenerissimi, fragili e despoti, sgraziati e scoordinati nelle nostre reazioni psicofisiche, di come pensiamo che il mondo giri attorno a noi, di come crediamo che gli altri siano al mondo per metterci i bastoni tra le ruote. A pensar male a volte ci si azzecca. Con Cuore di tenebra, echi conradiani, e con le regie e i posizionamenti di Enrique Vargas, maestro colombiano che ha trovato una casa produttiva al Funaro pistoiese, non è mai soltanto la semplice visione di uno spettacolo ma è, fuori da ogni retorica e abuso di perifrasi, una vera esperienza da portarsi dietro e dentro, che trasforma, cambia, ci muta. In solitaria o in piccoli gruppi, il Teatro de Los Sentidos (a Pistoia hanno portato Fermentación come Oracoli) riesce a toccare corde profonde, titillare coscienze e inconscio, basta lasciarsi andare, farsi cullare facendo così esplodere tutti e cinque (forse sei) i sensi che la natura ci ha dato. Eccoci di fronte a un attore del quale, se avete già avuto modo di incrociarlo sulla vostra strada, siete già innamorati o, al limite, vi innamorerete vedendolo stare sul palco. Come un pesce nell’oceano si muove, scatta, è, sta. Simone Perinelli, entrato nella macchina produttiva di Pontedera Teatro, che si è fusa nel Teatro Nazionale con il Teatro della Pergola, è l’attore generoso che vorremmo vedere ogni sera, che dà senso allo stare su un palcoscenico, che dà senso allo stare sotto ad ascoltarlo. Non di solo mestiere stiamo par-

lando; qui trattiamo di valore, talento innato e interiore e di voglia di restituirlo ogni sera senza parsimonia. Il suo nuovo testo è Made in China (fino al 4, Teatro Era), con Claudia Marsicano altra potenza scenica, drammaturgia che tocca la riproduzione e la riproducibilità partendo dagli autoritratti di Van Gogh. No selfie, please. Ma ottobre è una fucina, un vulcano in eruzione, un giacimento di pietre preziose che ci restituisce altri grandi big; il pasoliniano Ma di Antonio Latella (29, 30, Cantiere Florida), il Brecht affrontato da Gabriele Lavia (dal 28 ottobre fino al 12 novembre) di Vita di Galileo, la Raffaello Sanzio con Schwanengesang D744 (30 e 31, Teatro Metastasio), Edoardo Erba che s’insinua nelle pieghe della strage norvegese di Utoya (dall’8 al 25, Teatro Magnolfi di Prato), mentre Massimo Sgorbani dopo la trilogia sulle donne hitleriane stavolta dilania quel Dopo Salò, dai riflussi e gemiti pasoliniani, che sarà tramutato in una nuova trilogia, il cui primo step Arcitaliani (dal 30 ottobre al 7 novembre) sarà visibile al Teatro delle Arti di Lastra a Signa. “Ottobre e gli alberi sono denudati di tutto ciò che indossano, cosa m’importa”, canta l’idealista ed esperto di economia globale Bono Vox nella sua October. Il Re è nudo. Viva il Re.

in alto: Simone Perinelli in “Made in China”


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DOMANDE

di eleonora ceccarelli

LITER OF LIGHT

L’

obiettivo della ONG Liter of Light è portare la luce nei paesi in via di sviluppo. Ma vi assicuro che pensarla così è molto riduttivo. Lorenzo Giorgi, giovane pratese, direttore esecutivo della sezione italiana del gruppo e coordinatore europeo, mi ha raccontato il come, il cosa e il perché di questa organizzazione. Tra scrivanie invase da cavi elettrici, batterie e fogli sono state concepite le idee che hanno portato alla vittoria dello Zayed Future Energy Prize, il più grande riconoscimento mondiale per progetti sulla sostenibilità e le energie rinnovabili. Insomma, parliamo di roba seria. L’idea di questa ONG si è sviluppata a partire dalle bottle bulbs, bottiglie di plastica trasparente riempite di acqua e candeggina, utilizzate per la prima volta dal meccanico brasiliano Alfredo Moser come sistema di illuminazione delle periferie più buie e degradate della sua città. Il meccanismo è banale, la bottiglia utilizza la rifrazione dell’acqua emanando un’illuminazione efficace fino al tramonto del sole. Lo sviluppo di questa invenzione e la sua crescita è il progetto Liter of Light. Sono state create così delle vere e proprie lampade artigianali ecosostenibili, dotate di un piccolo circuito con pile al litio ricaricabili, un pannello solare di medie dimensioni, una bottiglia di plastica e dei

led. Durante il giorno ciascuna bottiglia immagazzina energia solare e la trasforma in energia luminosa, che con un crepuscolare interno si attiva allo svanire della luce naturale. Dal 2011 Liter of Light ha portato all’installazione di 450 mila sistemi di illuminazione ecosostenibile in ventisette paesi del mondo. Ma ciò che rende Lorenzo più orgoglioso è il social business che tutto questo comporta. Infatti, il progetto prevede la formazione, in loco, di persone capaci di riprodurre in autonomia questo circuito, in modo del tutto artigianale, grazie all’impiego di elementi reperibili in ogni parte del mondo. Questo favorisce quindi la nascita di micro imprese per la costruzione, la manutenzione e la vendita delle lampade in bottiglia. Solitamente i luoghi di intervento sono aree di conflitto, crisi o post crisi. Paesi privi di collegamenti alla rete elettrica, e periferie di grandi metropoli. «Il potere della tecnologia open source e la condivisione delle nostre conoscenze per creare social business sono le basi della nostra ONG», così Lorenzo mi ricorda quanto in verità portare la luce in paesi sottosviluppati non sia affatto un progetto innovativo se solo venisse fatto in modo controllato e indotto dalla logica della globalizzazione. Invece quello che differenzia questa organizzazione è proprio la volontà di in-

tegrarsi nei territori senza rompere gli equilibri già esistenti, nonché diffondere in modo mirato questa innovazione con modelli di intervento sostenibili, sia dal punto di vista ambientale che sociale. Ecco perché il loro modello è stato definito di sviluppo integrato a lungo termine. Ma oltre alle cifre basta pensare a cosa significhi la luce, alla sua importanza per capire che Liter of Light non si occupa solo di illuminazione ad uso privato, ma anche ad uso pubblico: nelle ore buie della giornata si può continuare a studiare, giocare e vivere la socialità, ma anche un calo sensibile nel tasso di criminalità è stato registrato, grazie al loro intervento. Un’altra parte importante riguarda la formazione e i workshop. Lorenzo ci spiega come negli ultimi anni abbiano incontrato più di 50.000 giovani e organizzato oltre 1000 workshop con lo scopo di sensibilizzare i ragazzi sui temi della sostenibilità e dell’innovazione tecnologica. Il prossimo 7 novembre sarà Firenze a ospitare cento sindaci in occasione del workshop Unity in Diversity che spiegherà a ognuno di loro come realizzare una lampada che verrà poi utilizzata e geolocalizzata. Da Prato si diffonde in tutto il pianeta una nuova energia, un’energia bella e pulita che riempie noi toscani d’orgoglio.



OTTOBRE GIOVEDÌ 1 RITORNO ALLA VITA (01/10-07/10) Spazio Alfieri (FI) ing. 7 euro VENERDÌ 2 DA ROSAI A BURRI Villa Bardaini (FI) ing. NP FREDDIE MAGUIRE E LORENZO NARDI BAND Plaz (FI) ing. libero BOBO RONDELLI Auditorium Flog (FI) ing. 16 euro STREEAT FOODTRUCK FESTIVAL (02/10-04/10) Piazzale delle Cascine (FI) ing. libero MAX PEZZALI Mandela Forum (FI) ing. 36/48 euro EVENOIRE Cycle (Calenzano) ing. NP BIG OPENING PARTY Combo Social Club (FI) ing. NP JAN FABRE (02/10-18/12) Galleria il Ponte (FI) ing. libero SABATO 3 CARMEN SOUZA Auditorium Flog (FI) ing. 13 euro CRIPPLE BASTARDS Cycle (Calenzano) ing. 10 euro con tessera QUANDO I CILIEGI ERANO IN ROSA 1 Teatro Reims (FI) ing. NP A TUTTA SCIENZA Museo Galileo (FI) ing. NP FIERA DI SCANDICCI (03/10-11/10) Varie Locations (Scandicci) ing. libero DOMENICA 4 SENZA STATO Libreria Black Spring (FI) ing. libero LUNEDÌ 5

MARTEDÌ 6 JOE SATRIANI Obihall (FI) ing. 34/59 euro VIAGGIO A TOKYO Auditorium Stensen (FI) ing. 8 euro MERCOLEDÌ 7

GIOVEDÌ 8 INTERNET FESTIVAL (8/10-11/10) Varie Location (PI) ing. libero JANIS LITTLE GIRL BLUE (08/10-11/10) Cinema Odeon (FI) ing. 8 euro L A VITA È FACILE AD OCCHI CHIUSI Auditorium Stensen (FI) ing. 8 euro SANDRO CABRINI (08/10-08/11) Museo Marcello Tommasi (FI) ing. NP VENERDÌ 9 A FREE MAMA Combo Social Club (FI) ing. libero POPS! Plaz (FI) ing. libero KINGSMAN Glue (FI) ing. libero con tessera FLORENCE TATTOO CONVENTION (09/10-11/10) Fortezza da Basso (FI) ing. NP SABATO 10 THE SOFT MOON Exenzia Club (PO) ing. 10 euro NICE TO BEAT YOU Plaz (FI) ing. libero YILIAN CANIZARES Auditorium Flog (FI) ing. 13 euro A COME ADOLPHE (10/10-11/10) Teatro Lumière (FI) ing. 15 euro MAURO ERMANNO GIOVANARDI Glue (FI) ing. libero con tessera DALL’ACQUA NASCE L’ANIMA (10/10-24/10) Ottovolarte (FI) ing. NP CACCIA AL TESORO Varie Locations (FI) ing. 6 euro DOMENICA 11

LUNEDÌ 12 EROS RAMAZZOTTI Mandela Forum (FI) ing. 51/63 euro MARTEDÌ 13 DRE LOVE & THE BAND Combo Social Club (FI) ing. libero

MERCOLEDÌ 14 JE DANSE ET JE VOUS EN DONNE A BOUFFER (14/10-15/10) Cango (FI) ing. 10/8 euro AMAZZONIA A FIRENZE (14/10-15/10) Varie Locations (FI) ing. libero ANDRZEJ CHOROSINSKI Auditorium Ente Cassa (FI) ing. 5 euro GIOVEDÌ 15 CASA NOVA VITA NOVA (15/10-01/11) Teatro di Rifredi (FI) ing. 14/12 euro LORENZO FRAGOLA Obihall (FI) ing. 20 euro VENERDÌ 16 CONTESSA AND THE SQUIRES Plaz (FI) ing. libero BRIGA Obihall (FI) ing. 17 euro KEN VANDERMARK+MADE TO BREAK Sala Vanni (FI) ing. 10 euro DE TACOS Y CARMIN Teatro del Cestello (FI) ing. 15 euro FORZA MAGGIORE Glue (FI) ing. libero con tessera MONTELUPO INTERNATIONAL INDEPENDENT FILM FESTIVAL (16/10-18/10) Cinema Mignon (Montelupo) ing. NP SABATO 17 DANIELE RUSTIONI+DAVID GIRINGAS Teatro Verdi (FI) ing. 16/14 euro AU TEMPS OU LES ARABES DANSAIENT… (17/10-18/10) Cango (FI) ing. 10/8 euro L A MUSICA DISEGNATA DAL PROF BAD. TRIP Libreria Black Spring (FI) ing. libero MOLLY AND TIM Plaz (FI) ing. libero CRISTINA PATO Auditorium Flog (FI) ing. 13 euro BAD LOVE EXPERIENCE Tender Club (FI) ing. NP PUNKREAS Cycle (Calenzano) ing. NP QUANDO I CILIEGI ERANO IN ROSA 2 Teatro Reims (FI) ing. NP BIENNALE INTERNAZIONALE D’ARTE CONTEMPORANEA Fortezza da Basso (FI) ing. NP


MUSICA TEATRO ARTE CINEMA EVENTI PERCHÉ A FIRENZE NON C’È MAI NIENTE DA FARE... DOMENICA 18 THE DEATH CAFE’ Lost & Found (FI) ing. libero DAVE MATTHEWS BAND Mandela Forum (FI) ing. 46/69 euro ANTIQUA MOSTA MERCATO DELL’ANTIQUARIATO Piazza dell’Unione Europa (Montelupo F.no) ing. libero LUNEDÌ 19 MARIA… DULCISSIMA MARIA Cenacolo di Andrea del Sarto (FI) ing. 10/5 euro MARTEDÌ 20 BIANCANEVE (20/10-25/10) Teatro Puccini (FI) ing. 15 euro WHEN THE WORLD ANSWERED Cinema Odeon (FI) ing. 8 euro MERCOLEDÌ 21 HEY+SUB. V Cango (FI) ing. 10/8 euro ROMEO E GIULIETTA (21/10-25/10) Teatro Verdi (FI) ing. 25/74 euro GIOVEDÌ 22 LE SACRE (22/10-23/10) Teatro della Pergola (FI) ing. 20/16 euro ILLUSIONISMI FIORENTINI Spazio Alfieri (FI) ing. 10 euro VERDENA Auditorium Flog (FI) ing. 14 euro DEVIL SOLD HIS SOUL Cycle (Calenzano) ing. NP SHOPPING & FOOD SHOW (22/10-25/10) Stazione Leopolda (FI) ing. libero VENERDÌ 23 ME LASSERA’ TU MO’ Cenacolo di Andrea del Sarto (FI) ing. 10/5 euro ONDE ROCK Plaz (FI) ing. libero KEITH TIPPETT Sala Vanni (FI) ing. 10 euro HO FATTO L’UOVO Teatro del Cestello (FI) ing. 15 euro EVA CONTRO EVA (23/10-25/10) Teatro Lumière (FI) ing. 15 euro UNA NUOVA AMICA Glue (FI) ing. libero con tessera

SABATO 24 VORREI TANTO NON ANDARE AL MIO FUNERALE Teatrodante Carlo Monni (FI) ing. 12,50/22,50 GLI ORTOLANI Plaz (FI) ing. libero CARMINHO Auditorium Flog (FI) ing. 13 euro ROMEO E GIULIETTA (24/10-01/11) Teatro delle Laudi (FI) ing. 18 euro ZEUS! Glue (FI) ing. libero con tessera ARADI VOLODOS Teatro della Pergola (FI) ing. 14/25 euro DOMENICA 25 SUONI RIFLESSI (25/10-22/11) Sala Vanni (FI) ing. 12/8 euro PLAGE ROMANTIQUE Teatro della Pergola (FI) ing. 15/12 euro ANIMALI SENZA FAVOLA Cango (FI) ing. 10/8 euro ELDTRITCH Cycle (Calenzano) ing. NP CIOMPI MENSILE ANTIQUARIATO Piazza dei Ciompi (FI) ing. libero ROCK CONTEST Tender Club (FI) ing. gratuito. LUNEDÌ 26 ESPLO!ARTIGIANATO (26/10-01/11) Centro* Sesto (Sesto F.no) ing. libero THE INTERN (26/10-04/11) Spazio Alfieri (FI) ing. 7 euro MARY POPPINS Teatro Reims (FI) ing. NP MARTEDÌ 27

MERCOLEDÌ 28 PROMETEO: IL DONO Cango (FI) ing. 10/8 euro MALIKA AYANE Teatro Verdi (FI) ing. 20/46 euro FILE+LA PRIMA COSA BELLA Spazio Alfieri (FI) ing. libero VITA DI GALILEO (28/10-12/11) Teatro della Pergola (FI) ing. 16/32 euro STUDIO SULLO STILE DI BACH Museo del 900 (FI) ing. NP

APRITI CIELO Teatro Puccini (FI) ing. 20/25 euro TUTTO SPOSI (28/10-01/11) Fortezza da Basso (FI) ing. NP GIOVEDÌ 29 THE MUSICAL BOX Obihall (FI) ing. 34/46 euro MA Teatro Cantiere Florida (FI) ing. NP FLORENCE CREATIVITY.IT (29/1001/11) Fortezza da Basso (FI) ing. NP VENERDÌ 30 CONSIDERING/ACCUMULATIONS (30/10-31/10) Cango (FI) ing. 10/8 euro PAR GRACE ET PRIVILEGE DU ROY Cenacolo di Andrea del Sarto (FI) ing. 10/5 euro DALL’INFERNO AL PARADISO Teatro Verdi (FI) ing. 19/31 euro RISE’N’SHINE Plaz (FI) ing. libero LURA Auditorium Flog (FI) ing. 16 euro NEK Obihall (FI) ing. 28/46 euro SESSO E BUGIE (30/10-01/11) Teatro del Cestello (FI) ing. 15 euro STARRED UP Glue (FI) ing. libero con tessera MOSTRA NAZIONALE CINESE (30/10-17/11) Palazzo Medici Riccardi (FI) ing. 7/4 euro SABATO 31 HIS MAJESTY’S LUTES Cenacolo di Andrea del Sarto (FI) ing. 10/5 euro OGNI ALBERO È UN POETA Libreria Black Spring (FI) ing. libero THE GREASY BEARDS Plaz (FI) ing. libero JOSH T PEARSON Spazio Alfieri (FI) ing. 17,25 SLICK STEVE AND THE GANGSTERS Auditorium Flog (FI) ing. NP PENSIERI E CANZONI Teatro Cantiere Florida (FI) ing. NP BACHI DA PIETRA Glue (FI) ing. libero con tessera FESTIVAL DELL’ENERGIA E DEL DESIGN (31/10-01/11) Stazione Leopolda (FI) ing. libero


OTTOBRE

da non perdere

da GIOVEDÌ 8 a DOMENICA 11 INTERNET FESTIVAL Varie Location (PI)

Ritorna puntuale come le castagne l’Internet Festival, nella città che sta attraversando un’incredibile riscossa grazie al premio per la migliore gelateria d’Italia (quella sul Lungarno, quella che non ha il gusto nocciola bensì crema di gianduia IGT del basso Piemonte raccolta per sfregamento e non ha stracciatella, ma vellutata di panna vanigliata DOCG ABI e CAB con scivolata di cioccolato senza piombo in polvere mistica) e soprattutto grazie all’arrivo di Rino Gattuso sulla panchina della squadra di calcio cittadina. Torna l’Internet Festival si diceva, che ha schivato i colpi dei mal pensanti e ha saputo essere un evento utile, interessante e dal quale esci e sai un bel po’ di cose in più. Sbagliato non andare. SABATO 10 MAURO ERMANNO GIOVANARDI Glue (FI)

Quando appresi della morte di Pino Mango il mio pensiero andò dritto a lui, a quello dei La Crus. Perché quando ero più giovane e facevo la miscela del PX, fu lì che uscì il singolo dei La Crus. Vidi quel tipetto su MTV e pensai che fosse il figlio di Mango. Collegamenti che si fissano nel cervello e non vanno più via. La simpatia che mi ispirava la vicinanza a Pino Mango iniziò a sfumare quando un’altra suggestione si insinuò nei miei pensieri. Il fatto che il suo nome suonasse simile a Mauro German Camoranesi, gobbo al quale non riconosco nessun merito se non quello di sosia di Poggi Pollini. E quando si arriva al Liga non c’è boxino che possa tenere, bisogna chiudere qua. MARTEDÌ 13

DRE LOVE & THE BAND Combo Social Club (FI)

Proseguiamo il nostro viaggio dentro la musica ottobrina passando a un artista che per tutto settembre ha deliziato il centro (l’Oltrarno soprattutto) con delle ottime performance e che ci piace sapere che farà date anche quando dovremo chiuderci in cardigan e giacche e scordarci Piazza della Passera e le infradito. Dre Love and The Band, roba easy, fatta bene, senza cantautorati con il male d’amore e d’asfalto. Che per carità a noi piacciono anche loro, però ci pensa già l’autunno, insomma, si fa sempre in tempo a diventare beige.

SABATO 17 PUNKREAS Cycle (Calenzano)

Quando ero all’università trascorsi un’intera notte a pensare quale gruppo con la lettera K poter fondare. Scrissi un pezzo con un amico, si intitolava Fame chimica e recitava più o meno così: «voglio andare in clinica, clinica a curar la fame chimica». Hit che non vide mai la luce e nemmeno uno studio di registrazione dato che finiva sempre a cartine lunghe e filtrini. Però fu un bel periodo quello dei Punkreas e dello Ska, dei Matrioska e anche dopo quando arrivarono i Meganoidi e simili, i primi anni del MTV Day che non era ancora diventato un covo di tamarri come adesso, ma era più una ribalta per band filosinistroidi che aspettavano Cohiba e saltavano sui Negrita pomiciando alle note di Carmen Consoli. Poi ricordo quel brano: «Tre mesi di condizionale, non sono niente male...». DOMENICA 18 DAVE MATTHEWS BAND Mandela Forum (FI)

La prima volta che ascoltai Ants Marching non credevo che sarebbe potuta diventare la sigla di una serie tv tipo Friends o la perfetta colonna sonora di un film alla Ben Stiller oppure il sottofondo di un servizio tv sui motori negli Stati Uniti. No, pensavo solo ad abbracciare la mia Area Pro 2, tenerla stretta a me nella speranza che mi arrivasse l’ispirazione, la voglia e il sound direttamente nei polpastrelli. Mi piaceva la DMB, aria da bravi ragazzi con la passione della birra e la voglia di pick up (intendo la macchina) con barbecue nel cassone e pallone da football nel sedile davanti. Tirerò fuori il mio cappello dei Golden State Warriors con la firma di Tim Hardaway e andrò in fila al Mandela. VENERDÌ 30 NEK Obihall (FI)

Sì, sì, adesso anche le mie nipotine cantano Se telefonando e dicono che Nek è figo. Per me è un po’ il Legrottaglie della musica italiana. Se si pensa che Legrottaglie è stato in nazionale e per un po’ di tempo considerato il nuovo Nesta o simili. Ma non è solo per il ruolo di “cavaliere della luce” che ha da qualche anno, è una sorta di affinità diretta... Mi ricordo quando avevo sedici anni e puntavo una ragazza che si chiamava Chiara che studiava ragioneria. Una domenica pomeriggio la vidi fuori dalla sala giochi, ero deciso, avrei fatto la prima mossa. E penso ancora che l’avrei fatta se non si fosse alzata, avesse inserito 500 lire nel jukebox e avesse messo In te proprio di Nek. Da lì la rottura tra me e lo Sting modenese non si è più sanata, neanche quando ha scritto l’inno del Sassuolo.

NELLA RETE VENEZIA 72 Anche quest’anno Lungarno è approdato in Laguna per la 72esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia per scoprire quali saranno i film più belli e più premiati delle prossime stagioni. Nella sezione Cinema del nostro sito troverete molte recensioni e curiosità di quello che le sale cittadine vi proporranno nei prossimi mesi direttamente da Venezia.

LIBRI IN COMUNE Comincia il nostro viaggio nelle Biblioteche Comunali di Firenze. Libri in comune è tour che vedrà protagonisti gli spazi della cultura e dei libri. Luoghi preziosi in cui il sapere viene conservato e amato per ognuno di noi. Abbiamo iniziato dall’Oltrarno con la Biblioteca Comunale Pietro Thouar.



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FARFALLE

di the nightfly

L’AUTUNNO E L’AMORE

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ono tornato nello studio uno di Controradio dopo due mesi di pausa e quaranta giorni di otite acuta virale con labirintite annessa. Il dottore mi ha impedito fisicamente di rimettermi a cavalcioni sulla moto, ma non mi ha vietato di tornare a suonare dischi in radio. Magari con il volume un po’ tappato in cuffia, ma va be’, l’importante è essere di nuovo qui, con la luce giusta e la musica giustissima, almeno per me, che mi sono costruito la playlist del ritorno con il solito amore e la solita fretta (le due cose di rado corripondono, ma a volte capita). La prima trasmissione dell’anno numero ventisette di farfalle coincide con il 14 settembre e con una notte umida e afosa che sembra di stare a radio Havana libera. Ok, peso. Ma non è poi così male, se penso a quando uscirò alle una di notte con meno cinque gradi e con il vento che mi sferza mentre vado in bicicletta. Comunque il problema vero è un altro: ormai ho nella testa e nel cuore l’autunno, cioè quella stagione che associo in automatico alla musica. Forse perché la ricollego al sentimento. Anzi, io l’amore su

NODI DA SCIOGLIERE

questa stagione lo appiccico sopra come fosse un adesivo. Sarà per la luce speciale che si rifrange sui muri delle case, sarà per le mille cose che ricominciano, sarà perché escono bei dischi (anche brutti, come sempre) e sarà perché ho sempre nuove idee in mente. Fatto sta, che cerco una canzone per viaggiare in bici con una colonna sonora che funzioni per darmi l’energia giusta per vivere la mia città. La trovo. Si chiama Nearly Forget My Broken Heart, e la strappo dal nuovo lavoro di Chris Cornell, che mette da parte i muscoli elettrici degli Audioslave per tornare a situazioni vicine al suo sentire più acustico. E così, finalmente, rientro nel mood dei miei lunedì notte, vagando nei ricordi dei Novanta e di novità eccellenti, come il nuovo di Keith Richards e quello di Richard Hawley (voce fatta proprio per la notte). Quando arriva After the Gold Rush di Neil Young chiudo gli occhi, sento il sudore sulla pelle e capisco ancora una volta la fortuna che ho. È ora di andare. Buonanotte, fantastiche farfalle.

di martina milani

LA MAGIA DEI FUNGHI (NON ALLUCINOGENI)

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ara, esco a fare la spesa così ti compro un po’ di rifiuti!» Se fossimo onesti dovremmo dire così. Perché lo sappiamo che per ogni prodotto portato a casa c’è il suo contenitore da smaltire, che un chilo di mele ha la sua bella dose di plastica da buttare (e da riciclare, si spera) e che quando cuciniamo produciamo anche noi degli scarti. Ma allora, tolta la tara, cosa rimane? Sembra un problema da quarta elementare eppure non riusciamo a risolverlo, almeno non a livello di sistema. Per fortuna c’è qualcuno che si è ingegnato per trovare una soluzione. Antonio, una laurea in agraria e una grande passione per la strategia Rifiuti Zero (quella di Paul Connet) inizia qualche anno fa a sperimentare la coltura di funghi da fondi di caffè. Vincenzo, architetto campano che progetta serre, sta cercando di fare lo stesso alcuni chilometri più a sud. Si incontrano nel 2013 e a marzo 2014 fondano Funghi Espresso. La loro è una fattoria senza terra che a Capannori, in provincia di Lucca, coltiva funghi (della specie Pleurotus) senza utilizzare suolo, ma impiegando il fondo di caffè come substrato di crescita. Antonio e Vincenzo, due volte a settimana, salgono sulla bicicletta e raggiungono venticinque bar convenzionati della zona per recuperare gli scarti del caffè. Poi mescolano questo terric-

cio speciale con il fungo che, in stanze a temperatura controllata, spunta e cresce come fosse nel bosco. Il cerchio si chiude: quello che prima era un rifiuto è tornato a essere una risorsa. Fino a oggi Funghi Espresso ha recuperato dodici tonnellate di fondi di caffè e rivenduto 700kg di funghi freschi a ristoranti, GAS e mercati con-

tadini. Se siete curiosi di vedere come funziona il procedimento (e assaggiare il risultato), potete acquistare online il kit per l’autoproduzione (una scatola con dentro tutto il necessario). Antonio e Vincenzo ne hanno portato uno a Impact Hub Firenze e una mattina abbiamo visto nascere i funghi sulla scrivania.

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PRÊT-À-PORTER

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di alice cozzi

LA SERRA DELLE MERAVIGLIE

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n via Salvestrina 1, una piccola strada che incrocia la più conosciuta via San Gallo, si trova un delizioso laboratorio dove si creano oggetti di design, pezzi unici e originalissimi. Nascosto dietro a una porta ricoperta da murales, la Serra, questo il nome dello spazio multifunzionale, è la casa di due menti creative, Karl e Margherita, textile designer con esperienza internazionale che hanno deciso di stabilire nella culla del Rinascimento la loro produzione. La Serra prende il suo nome dalla serra di Palazzo Pandolfini, dove è situata, ed è davvero molto più di un atelier. Si tratta infatti di uno spazio coworking, una location che si può affittare per feste chic ed esclusive e ultimo, ma non meno importante, il laboratorio in cui Margherita e Karl creano insieme tessuti artigianali senza tempo. «Abbiamo deciso di stabilirci quaggiù perché per noi rappresenta una metafora» spiega Karl. «La serra è il luogo dove piante e fiori crescono forti e liberi, proprio come le nostre idee.» Aggiunge poi Margherita: «Siamo più attratti dal design che dalla moda – sebbene entrambi abbiamo lavorato anche per quell’industria – perché non deve per forza seguire i trend ogni stagione. Quindi siamo più liberi di sperimenta-

re. Il design inoltre ha un aspetto sociale perché è condivisibile. Una tovaglia ad esempio, come quelle della nostra collezione, è un oggetto che chiunque si sieda intorno alla tavola riesce a sentire suo». Specializzati in tecniche artigianali per la realizzazione di tessuti, i due fondatori usano metodi e materiali che non fanno male all’ambiente perpetuando l’antica tradizione della serigrafia,

della pittura a mano e della stampa. I loro oggetti spaziano da tovaglie e grembiuli, a cuscini, shoppers, bavagli per bambini e molto altro ancora. I due hanno di recente festeggiato il lancio della loro linea da Bergdorf Goodman, il celebre magazzino di lusso di New York City e noi ci congratuliamo con loro. foto: Olivia Magris

www.paninidimare.it

PANINI DI MARE SEAFOOD SANDWICHES sea food SANDWICHES

FIRENZE

VIA DE’ GUICCIARDINI 44-R


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CASA JAZZ

di giulia focardi

FIRENZE BASE DEL VIOLINO JAZZ ITALIANO

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l rapporto tra il jazz e il violino è una sinusoide dalle curve ampie. Nasce nei primi decenni del secolo scorso, grazie a musicisti come Joe Venuti, Eddie South, Stuff Smith, Stephane Grappelli, affondando le radici nel ragtime, nello swing, fino ai confini del bop e, in seguito, del free con Leroy Jenkins. Una popolarità che va scemando con il passare degli anni e che dovrà attendere l’arrivo di un innovatore come Jean-Luc Ponty per riacquistare vigore e guadagnare indipendenza. Oggi il violino jazz in Italia ha, per eccellenza, lo sguardo sornione e l’ironia sottile di Emanuele Parrini, pisano di nascita, orbetellano di crescita e fiorentino d’adozione, che ha raccolto l’eredità stratificata di questo strumento scelto di cuore, per creare uno stile ricercato e riconoscibile. Un viaggio cominciato più di trent’anni fa grazie al violino del nonno custodito nell’armadio e che continua tuttora, in profondità, a ritmi cadenzati – è uno che odia

JUST KIDS

la produttività musicale forsennata – in maniera militante. Basti dire, infatti, che il suo primo disco è 1974 Io So – Damn If I Know, nel quale la poetica della New Thing sposa il messaggio degli Scritti Corsari di Pier Paolo Pasolini, e che i musicisti che più hanno segnato il suo percorso sono Tony Scott, Anthony Braxton, Amiri Baraka, Dimitri Grechi Espinoza, Tiziano Tononi. Un fil rouge che parla di libertà, impegno (sociale e musicale), improvvisazione non improvvisata, vibrazioni e che scuote e lega un mondo perduto in cui è necessario scavare, scoprire e rinnovarsi. Nel concetto di musica per Parrini il jazz è una scelta istintiva, cornice e tela, colore e immaginazione. I suoi lavori successivi – Viaggio al centro del violino Vol. 1 e 2 – sono il perfetto centro di gravità di questa sua personale dimensione, scarna e articolata al tempo stesso, ispirata, espressiva, senza virtuosismi forzati. Un po’ come lo stesso Parrini, un po’ come le sue storie a corde, imprevedibili, gentili, ostinate.

in alto: Emanuele Parrini foto: Gianni Grossi

di davide morena

BAMBINI, È AUTUNNO: TUTTI A RACCOLTA!

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ttobre è tutto un forse. Ancora di più per i genitori perché la scuola è entrata nel vivo e anche i virus sono tornati a pieno regime. Programmare il fine settimana può essere tempo sprecato, considerato che l’influenza di solito arriva il venerdì pomeriggio. Se il tempo è clemente, però, ottobre può essere un periodo speciale per organizzare qualche gita in famiglia, soprattutto escursioni legate ai prodotti della terra. E allora via, calosce ai piedi e tutti a scarpinare nel fango! Settembre e la prima settimana di ottobre è tempo di vendemmia. Numerose aziende agricole e fattorie organizzano giornate in campagna con raccolta e pigiatura dell’uva, visita alla fattoria, pranzo e altre attività rurali. Vi segnaliamo la Fattoria di Castiglionchio, a Rignano sull’Arno (www.castiglionchio.it), che include nel pacchetto anche il giro in trattore, un vero must per i bambini. Tornerete a casa stanchi, certo, ma felici. Nello stesso periodo ha inizio anche la raccolta delle olive, e come per il primo frutto più importante della nostra terra, fattorie e agriturismi offrono pacchetti per trascorrere giornate all’aria aperta a spaccarsi la schiena e a mangiar bene. Accanto a olio e vino, non dimenticate di pianificare una passeggiata per boschi e marronete a caccia di castagne. Vicino a Firenze già a Monte Morello si può fare un buon bottino, purché si arrivi in tempo. Ma se volete fare le cose come si deve, bisogna andare un po’ più in là, percorrere la strada del Marrone del Mugello e arrivare fino a Marradi, patria dell’omonimo premiato marrone. Tutte le domeniche di ottobre saranno animate dalla 52esima edizione della Sagra delle castagne. Se però non vi piace scarpinare, allora la data da segnare sul calendario è domenica 11. Infatti alle 8.50 da Rifredi e alle 9.00 da Campo di Marte, potrete salire sul treno a vapore

organizzato per l’occasione, che vi porterà a Marradi in un paio d’ore di viaggio. Un vero tuffo nel passato! (www.pro-marradi.it) Finito con le castagne, si passa alla zucca: ancora scarpinate e sagre? Macché, armatevi di coltello e scolpite perché il 31 ottobre è Halloween, ve ne eravate dimenticati? www.firenzekids.it


IN CITTÀ TUTTO TRANQUILLO

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di nanni the pug

ALZA I TACCHI

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usto ed eleganza: voi bipedi non c’avete mai capito niente! Tutto sta nella semplicità. Dai miei venti centimetri vedo orizzonti tristi, a volte osceni. Voi che vi credete razza evoluta avete il vizio di mettere scarpe di ogni genere, abbinate ai pantaloni, decise secondo luogo, ora ed età. Volete mettere un paio di Hogan a confronto con polpastrelli tonici e ruvidi come i miei? Poveri illusi! Io da qui sotto vi riconosco, capisco disagi e tendenze. Tra due vetri in Sant’Ambrogio, due cicche in San Frediano e qualche cartone in Santo Spirito io vedo le vostre scarpe e vi compatisco. Ci sono gli esibizionisti, quelli che non mettono i calzini e fanno un risvoltino ai pantaloni per far vedere senza pudore la caviglia nuda; i disagiati, che hanno deciso di aumentare l’altezza della suola, e le dirimpettaie, che amerebbero starsene a casa o al massimo sul pianerottolo a far due chiacchiere con le vicine ed escono con delle scarpe basse basse chiamate ballerine. Poi ci sono quelle che camminano sul-

GALLERY WORKSHOPS

Siamo illustratori, pittori, incisori. Lavoriamo con la monotipia, la stampa, il disegno,la carta. Usiamo inchiostri, colori calcografici, carte di tutti i tipi, stoffa, fili, vecchi libri…

courses MEETINGS READING EVENTS ART engraving

Ci piace mettere in mostra quello che è ruvido, che si trova tra le pieghe, che si percepisce dietro una macchia di colore, o un segno sulla lastra prima di essere stampata. Ci piace sporcarci le mani e sentire l’odore dei colori.

DRAWING

Cartavetra è il nostro spazio, e il posto di chiunque voglia condividerlo con noi. Un luogo per le arti.

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Via Maggio 64r Firenze www.cartavetra.com info@cartavetra.com Luogo per le arti

le punte e mettono tacchi alti quanto me: a fine serata le vedo massaggiare le caviglie gonfie. Ma i bipedi più tristi sono quelli che vogliono per forza farsi notare con scarpe esagerate, troppo colorate o fintamente originali. A volte non sanno neanche camminarci e buttano i piedi un po’ a destra e un po’ a sinistra. Scarpe “demmerda” che sicuramente sono costate almeno un anno di crocchette, prese solo perché stavano in vetrina in via Tornabuoni. I bipedi che le portano

hanno sempre pose plastiche, girano e rigirano, le alzano per farle vedere, per mostrare la suola (con cui hanno appena pestato un chewingum). Stanno male questi bipedi, chissà che infanzia difficile devono aver avuto: magari indossavano scarpe ortopediche, qualcuno d’estate anche le espadrillas. Devono aver sofferto e oggi sfogano tutto in quel paio di scarpe. E la loro vita non è cambiata: sempre “demmerda” rimarrà senza avere i polpastrelli.

Corsi in partenza dal 1 ottobre

acquerello ceramica per bambini ceramica per adulti disegno illustrazione base illustrazione avanzato incisione pittura rilegatura laboratori d’arte per bambini

martedì h 18 -21 mercoledì h 17-18,30 martedì h 9 -12 lunedì h 9 -12 lunedì h 18 -21 mercoledì h 10 -13 giovedì h 18 -21 giovedì h 9-12 venerdì 9-12 dal lunedì al venerdi h 17-18

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I PROVINCIALI

di pratosfera

PRATO CONTEMPORANEA

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opo un settembre senza precedenti per numero e frequenza di eventi, a Prato salutiamo ottobre decisi a non abbandonarci al lento decadimento autunnale. Nel frattempo, anche da queste parti l’eco delle vacanze va spegnendosi veloce, le giornate si accorciano come a Firenze, i politici hanno ripreso a promettere e i giorni sono tornati a scorrere un po’ storti come sempre. Ma con un però, anzi due. Il primo si chiama Synchronicity ed è il nome della nuova mostra del museo civico di Palazzo Pretorio. Detto così non fa tanta impressione come dovrebbe. Sincronicità è invece un progetto alquanto interessante perché alla collezione permanente del Pretorio mescola trentasei opere dei più famosi artisti contemporanei (ci sono anche Warhol, Duchamp, Abramović), con un gioco di rimandi, citazioni e coincidenze che hanno lo scopo di attualizzare le opere della collezione per metterle a confronto con il contemporaneo. Insomma, se avete fame di qualcosa di diverso, fino al 10 gennaio Prato è ancora il luogo dove venire in gita. Per combattere la monotonia dei primi giorni d’autunno ritorna come ogni anno Contemporanea, il festival delle arti

sceniche che da quindici anni porta dalle nostre parti il meglio delle performance internazionali. Quest’anno il programma è più ricco del solito e se avrete voglia potrete assistere fino al 6 ottobre a spettacoli sparpagliati in una decina di luoghi diversi. Dai canonici teatri cittadini (Metastasio, Fabbricone, Magnolfi), alla biblioteca Lazzerini e al Centro per l’arte contemporanea Pecci fino a piazza delle Carceri e al Bastione delle Forche.

FERMO IMMAGINE

di mattia marasco

PORTA SAN NICCOLÒ

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e per vedere la torre nella sua interezza si comincia a salire le Rampe del Poggi alle sue spalle, dopo pochi metri si incontrano i primi smarriti forestieri in cerca di indicazioni per “Piàzzala Michelongola”, mentre studenti americani sfrecciano in su e giù per il jogging serale. Ci si volta ed eccola lì Porta San Niccolò... dal 1324, riaperta al pubblico da poco, ma solo stagionalmente, vittima anni fa della creatività dell’artista Klet che lavora a pochi metri da lì nel suo laboratorio, e resa più signorile dai merli ottocenteschi fin troppo perfetti, affatto originali. Ferma e solida difesa dell’Arno a est, Porta San Niccolò è stata a lungo solo una delle tante porte rimaste orfane delle mura dopo il Risanamento. Gli spazi circostanti tuttavia offrivano passeggiate e luoghi di ristoro piacevoli per le balie intente ad accudire i figlie delle famiglie fiorentine. Oggi quella piacevolezza è ancora a servizio dei cittadini e si declina nei molti ristoranti e locali che ravvivano le vie storiche del quartiere o che costellano il lungarno nei mesi estivi. www.lamiafirenze.mattiamarasco.it

Alcuni nomi: Martin Zimmermann, Benno Steinegger, Kinkaleri, Cuocolo/Bosetti, Tino Sehgal e molti altri. Appuntamento imperdibile per i bambini Piantala! - vita avventurosa delle piante da giardino, la nuova produzione del TPO. Mentre se siete appassionati di musica jazz Contemporanea offre un tributo al genio di Ornette Coleman il 3 ottobre al Fabbricone.


CARO CUORE NON BUTTARTI GIÙ

di carol & giuki

scrivi a carocuorenonbuttartigiu@gmail.com

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DANCE ME TO THE END OF LOVE

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er colpa della frenesia di tutti i giorni non ci soffermiamo più sulle date. E così, da un giorno all’altro, ci ritroviamo a dover tirare fuori dall’armadio la copertina da tenere in fondo al letto perché ottobre è già arrivato e la notte fa freschino. Settembre è volato, facendo passare in sordina anniversari importanti, come la fine dell’estate, quella di un amore importante, il compleanno di Leonard Cohen, quello di Dance Me to the End of Love, sì. Conducimi dove finisce l’amore. E quando la fine è vicina, che si fa? Caro cuore come faccio a non buttarmi giù se sento di non essere più felice con il mio lui dopo soli tre anni? Senza alcuna causa scatenante, sono annoiata, a tratti infastidita dalla sua presenza. Ne abbiamo parlato, ma secondo lui è tutto frutto della mia testa. Ma la famosa crisi non dovrebbe arrivare al settimo anno? Cara, abbiamo pochi elementi per aiutarti. Avrai sicuramente già provato a dare una scossa alla relazione dalla routine, quindi saremo rapide: se

la noia subentra senza alcun motivo apparente, sii egoista, fa’ ciò che più ti fa star bene. E se nel farlo lui non ci rientra come parte attiva, insegui la tua felicità da sola. Hanno scritto trattati interi e milioni di aforismi sul fatto che per essere felici in due bisogna prima stare bene soli, sul fatto che la nostra felicità non può dipendere dagli altri.

Certo, potresti andarle un po’ più incontro, ma se non è tua intenzione cambiare, rischi di darle solo dei contentini. E l’amore è ben altro. Come diceva Troisi: «Lasciala tu prima che lei lascia a te e ti fa soffrire». Poi passa.

Ho un lavoro che mi impegna molto durante la settimana e spesso mi porta a essere fuori il weekend. Poi c’è lo sport, valvola di sfogo dallo stress, e infine la mia fidanzata troppo gelosa e opprimente, sempre alla ricerca di più attenzioni. Io la amo, ma lei sapeva sin da subito che la mia vita era questa. Finirà? Lei sapeva. Non c’è niente da aggiungere. Si è innamorata di te sapendo dei tuoi ritmi.

PALESTRA ROBUR

di leandro ferretti

lezioni di ginnastica culturale per fiorentini

IL CINEMA ARLECCHINO

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he siano esistiti proibiti paradisi del sesso è persino difficile crederlo, oggi che qualsiasi parte anatomica è a disposizione ovunque. Niente più avvicinamenti furtivi alle edicole con la litania dunque mi dà la Nazione, l’Unità, Le Ore, la Gazzetta dello sport… e niente più riti di iniziazione nell’atrio dei cinema porno, asfaltati prima da VHS e DVD, poi dal web. Così quel ramo vicino al fiume Arno che a un certo punto del suo fluire ospitò un palazzo rammentato per essere stato l’abitazione di Napoleone Giuseppe Carlo Paolo Bonaparte soprannominato Plon-Plon, negli anni di Firenze Capitale, accolse nel nuovo immobile, costruito sulle rovine del precedente, raso al suolo dalle mine naziste, un cinema. Era il 1959 e per oltre tre lustri aveva ospitato famiglie e bambini. Poi diede una verniciata alle sue luci che divennero rosse nel periodo in cui il cinema hard prendeva quota (è il caso di dirlo), come ci ricorda la mitica scena iniziale di Berlinguer ti voglio bene. Era un ambiente di pregio, impreziosito dalle decorazioni di artisti toscani di valore assoluto come Vincio Berti e Silvio Loffredo. A due passi da dove i Litfiba strimpellavano in prova si agitavano Karin Schubert in Morbosamente vostra, Paola Senatore in Non stop sempre buio in sala e Marina Lotar in Orgasmo esotico, per tacere delle performance di Gabriel Pontello, il maestro di Rocco Siffredi. Poi cambiarono i tempi e le abitudini, e il sipario su quei torbidi, fascinosi momenti venne chiuso. In omaggio al fatto che l’immobile si affaccia su via Stracciatella vi è stato aperto un supermercato.


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NIENTE PANICO

di tommaso ciuffoletti

OTTOBRE ROSSO

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on sono giorni facili nemmeno per te. Guardati. È ottobre, quindi sei vestito in modo inappropriato al clima. Sei troppo leggerino perché non hai ancora fatto il cambio dell’armadio. O non vuoi rinunciare a quella magliettina carina dell’estate che continui a mettere anche con la tramontana. Oppure sei vestito troppo pesante perché vuoi inaugurare il giubbottino nuovo o il maglioncino figo pagato a prezzo pieno. Sudi o tremi. Tremi o sudi. O tutte e due le cose insieme. Magari ti ammalerai. La vita a ottobre si trasforma. L’uva diventerà vino, le olive olio, i funghi sugo, il sonno letargo, gli alberi scheletri, gli stronzi rimarranno stronzi, la droga diverrà droga, il Senato museo, la Boschi diventerà padre costituente, lei che vorrebbe tanto essere mamma. Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie gialle giù, il cielo grigio su, cerco un po’ di blu, ti sogno California. In fondo una speranza: perché se tutto cambia, anche noi possiamo cambiare. Lo diceva il quarto Rocky al pubblico sovietico dopo aver sconfitto Ivan Drago. Icone della guerra fredda fondamentali per la nostra formazione politica. Come il Maverick/Tom Cruise di Top Gun che

LA SCIABOLATA

fa un gesto d’amicizia al Mig28 russo, o i libici con il furgoncino che sparano a Doc in Ritorno al futuro. Ma in tutto questo c’era un film molto più complesso: Karate Kid, il primo ovvio, un piccolo gioiello della cinematografia di tutti i tempi. È facile ricordare il maestro Miyagi del “dai la cera, togli la cera”, uno dei modi più geniali per spiegare lo zen a un occidentale dai tempi di Eugen Herrigel. Meno per la scena in cui Miyagi beve whisky, ubriaco, davanti alla foto in bianco e nero della moglie. Daniel San arriva e lo trova che canta. È un canto di dolore alla moglie, morta insieme al figlio per delle complicazioni dovute al parto, mentre Myiagi combatteva per l’esercito americano durante la Seconda guerra mondiale. Ora, si tenga presente che durante

quella guerra l’esercito americano sganciò due bombe atomiche su due città del Giappone. Così, en passant. Ma questo lo sanno tutti. Meno sono quelli che conoscono la storia dei campi d’internamento per cittadini giapponesi sul suolo americano durante gli anni del conflitto. La moglie di Myiagi era proprio in uno di quei campi. E lì morì. E Myiagi canta il suo dolore chiedendosi se quel paese che lui stava servendo come soldato, avesse davvero fatto di tutto per salvare sua moglie e suo figlio. «Ahhh terra di libertà» dice Miyagi alzando il suo ultimo brindisi. Karate Kid fu un film rivoluzionario davvero. Non so perché io vi abbia raccontato questa triste storia. Forse è colpa di ottobre. Rosso.

di la sciabolata

SIAMO CHI SIAMO “Siamo chi siamo, siamo arrivati qui come eravamo” – Luciano Ligabue.

A

rriva l’autunno, la stagione che tutto acquieta. Gli animi, persi nei gironi di Champions League e le ore, passate da legali ad illegali, come quelle del maestro Canello nel Secondo Tragico Fantozzi. In rete gli esponenti pentastellati hanno provato a denunciare la cosa, ma è andata male. Capre gli italiani, capre. In pochi ci vedono lungo. Ci ha visto lungo Platini che ha smesso di giocare a 32 anni perfetto prototipo di “merdina francese”, come l’autore del mio libro di lingua delle medie intitolato Mais, avez-vous le mot? ossia “Ma voi, sapete parlare?”. Come se un corso di riabilitazione motoria si chiamasse “Sai correre il mezzofondo?”. Ci ha visto lungo Jimmy Hendrix quando si esibì a Woodstock davanti a 200.000 persone. “Sono tutti lessi, facciamo un po’ di versi a caso e rimarremo nelle storia” pare abbia suggerito alla band: sapeva chi era e cosa stava facendo. Come Ray Manzarek, tastierista dei Doors, quando a Venus Beach pensò che forse, per una band rock di successo, ci sarebbe voluto un bel ragazzo ma scemo a cantare. Trovò uno scrittore scarsino e mezzo drogato che, complice una paio di foto,

sarebbe diventato un’icona. L’opposto degli Stadio, il cui cantante Gaetano Curreri fu relegato in fondo perché bruttino. Il punto è l’esposizione. Manzarek l’ha data a Morrison, e lui se l’è data da solo senza i social network, che ai tempi non esistevano. Esistevano sicuramente i personaggi da bar, quelli che sognavano a occhi aperti e se la raccontavano, si chiamavano cazzari. Ebbene sì, esistono ancora, su Facebook. Ci troviamo a leggere post e riflessioni invase di citazioni di nonne, zie, cugini e nipotini che imbastiscono le questioni più disparate, da Berlinguer agli acquisti della Fiorentina. Il millantare diventa arte, con i salumieri dei millantatori che distillano massime alla Flaiano in simpatico fiorentino. Leggiamo profili carichi di rapine sventate, di ex politici che, come i calciatori che giocano in serie B per onorare la maglia, lanciano invettive sul mondo che li ha scaricati, di scrittori che lottano proclamandosi migliori di Ilaria Alpi, attori che spazzano le strade fra un selfie e l’altro. Le leggiamo, a volte senza capacità critica cliccando con il magico pollicione, a volte fermandoci e realizzando

che no, non può essere vero, non è vero. Cari signori dell’invenzione sociale, lo sappiamo che i vostri aneddoti sono veri come i capelli di Antonio Conte. Chi clicca “mi piace” lo fa con lo stesso automatismo con cui le signore di cinquant’anni, che vanno al lavoro sui viali di circonvallazione alle 8.00 di mattina, suonano il clacson. Ray Manzarek sapeva che Morrison era un bischero. Magari anche Jim lo sapeva. Non vi chiedo di essere sinceri, altrimenti il mondo diverrebbe come il regno del più grande amministratore di condominio a capo di una capitale, Ignazio Marino. La vita non è una rock band e il Bar Mario, come dice Luciano Ligabue, è ovunque. Scendete e ordinate una birra media, fa più simpatia.


STELLE

di faolo pox - disegni di aldo giannotti

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La lingua non ha ossi ma li fa rompere. Così mi diceva sempre mia mamma quando esageravo nella risposta e, precipitoso, sparavo sentenze al fulmicotone. Dovresti essere più riflessivo e guardare meglio alla realtà delle cose. Sarà un ottobre ricco di spunti, non bruciarteli con l’impulsività. BIBITA DEL MESE: Sprite

Saturno se ne va, non ti occuperà più il salotto come un ospite ingombrante. In questo modo avrai tutto il tempo di rilassarti sul divano senza pensare a come vestirti o come presentarti. Hai già tutti gli elementi per stare bene e sarà un autunno pieno di caldarroste e pappardelle ai funghi. BIBITA DEL MESE: Spuma bionda

Come una febbre del sabato sera, Mercurio addosso a te salirà vertiginoso lungo la colonnina del divertimento e sarà un ottobre pieno di incontri e divertimenti. Non solo gonfie vele in avanti, ma anche qualche velo cancellato dal passato che riuscirai a scollare via come uno strato di polvere sul cappotto. BIBITA DEL MESE: Schweppes

Le altalene sono un segno della primavera, ma ti ci sollazzerai anche in autunno vivendo di grandissime rincorse e pericolosi andirivieni. Poco male cancro, si sa che dopo ogni serata alcolica c’è un mal di testa al risveglio. L’importante è continuare sulla strada della positività e digerire bene le lingue felpate della domenica. BIBITA DEL MESE: Pepsi

Il mese del ripiglione. Si perché non c’avevo proprio visto bene a settembre... o meglio, non avevo previsto alcuni inciampi astrali che ti hanno azzoppato qualche progetto che, fiero e sprezzante del pericolo, portavi avanti. A ottobre gira le pagine, guarda le figure, non soffermarti e ritrova un po’ di frivolezza. BIBITA DEL MESE: Red Bull

La cosa inizia a farsi seria cara mia vergine. Si tratta di tirare fuori le palle, ma non per far vedere al mondo che ce le hai quadrate o tonde, no. Per te vecchio mio, solo per te. Perché sarebbe interessante che ti esercitassi a contare su di te, a scegliere in base a quello che tu vuoi e anche a darti meriti e colpe. Il tempo stringe. BIBITA DEL MESE: Lemon Soda

Ed eccoci arrivati quasi al tuo compleanno e il quadro è più ricco di quanto tu sia in grado di vederlo. Non capisco perché fare dieta proprio di fronte al lauto banchetto che questo 2015 ti sta offrendo. Sempre a pensare che una cosa sia o vada peggio della realtà. Zucchero bilancia, addolcisciti in modo naturale e basta con l’aspartame emozionale. BIBITA DEL MESE: Coca Cola Light

Vedi che non parlo a caso? Dopo il mese della statica e ordinaria organizzazione, arriva quello in cui si iniziano a vedere i primi frutti, come quando, depresso da tre settimane di palestra, sali sulla bilancia ormai con poche speranze e ti scopri 2kg di meno. Funziona, funziona sempre e quando funziona devi concederti qualche sfizio. BIBITA DEL MESE: Cedrata Tassoni

Il freddo inizia a bussare e a te proprio non va giù l’idea di non essere più sulla spiaggia in bermuda e infradito oppure sul lungomare con il vestitino e i capelli ancora sporchi di salsedine. Però così funziona e fare la pace con i cicli è il modo migliore di iniziarne di nuovi e più gratificanti. È quello più opportuno per non restare vittima di quelli inevitabili. BIBITA DEL MESE: Dr. Pepper

Io non ti nascondo la verità: sarà un mese un po’ rognoso. Niente di grave, solo qualche spillo, qualche puntina qua e là, qualche fastidio, qualche scivolone, qualche sorpresa un po’ sgradevole come quando vorresti la spremuta di arancia invece ti danno il succo (concentrato). Mantieni la calma e non trovare i colpevoli a caso. BIBITA DEL MESE: Fanta

Fine settembre avverso, aspetti e ti senti abbandonato su qualche fronte, hai tante cose positive, ma la loro somma sembra non aiutarti più di tanto. Ecco, a ottobre tutto si concretizzerà e posso sbilanciarmi nel dire che non sarai fortunato, ma te lo sarai proprio meritato perché il sudore puzza ma serve, eccome se serve. BIBITA DEL MESE: Chinotto Lurisia

Quest’anno abbiamo imparato ad andare d’accordo ed è bello avere un amico in più che fa l’astrologo. Magari questo potrà indorare la pillola di un ottobre un po’ mogio, dove ti sentirai solo e anche un po’ fuori dall’acqua. Ti vorrei aiutare però sappiamo entrambi che sei nel momento “tanto nessuno può capire quello che sento io”. Ecco, potrebbe essere verissimo, allora non aspettartelo. Siamo ancora amici? BIBITA DEL MESE: Gazzosa


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Pasquale Nocerino www.pacodesigner.it

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PAROLE

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di gabriele ametrano

ERAVAMO COME VOI di Marco Rovelli Editori Laterza - pp. 258

La vita è mortale. E non importa cosa sei stato o per cosa hai combattuto, c’è il giorno in cui tutto finisce. ’A livella di Totò è sempre stato un monito. Oltre c’è il ricordo di chi continua a vivere. Parlare dei partigiani è ancora un dovere e in tanti ne hanno raccolto testimonianze e scritto pagine di critiche. Una realtà che ha portato colore al nero degli anni di dittatura, nel bene e nel male. Non c’è una realtà univoca per rappresentare quello che sono stati le donne e gli uomini che hanno opposto resistenza. Dei partigiani si è detto molto, ma continuiamo a vederli lontani e forse oggi più di prima. Il tempo sbiadisce e rende scontato ciò che è stato fatto per noi, quasi fosse dovuto, e degli artefici di questo nostro stato (anche con la S maiuscola) non si percepisce l’identità. Molti di loro non ci sono più: la vita immortale non è permessa da questa Natura. Erano eroi, sì, ma il motivo del perché lo sono diventati non ce l’hanno mai spiegato i libri. Trattarli da combattenti dediti alla causa avrebbe lasciato più emozioni nei cuori che affermare una realtà ben più semplice: loro erano come noi. Marco Rovelli c’ha provato con il suo ultimo libro edito per Laterza riuscendo a colmare un vuoto di cui sicuramente sentivamo la necessità. Eravamo come voi è il titolo e l’affermazione di quei ragazzi che diventarono i difensori della loro libertà, oggi nostra. Le voci s’intrecciano alla vita, le azioni alla quotidianità. Perché ti sei unito ai partigiani? Le risposte di Claudia Ruggerini, Luigi Fiori, Achille il partigiano nasone o Vanda (che è pure andata alla trasmissione di Fazio) non sono tinte di eroismo, ma eroi lo sono diventati senza saperlo. E quei valori che dopo la guerra hanno cercato di insegnare non sono nati nella scelta (alcuni di loro non sapevano neanche cosa stesse accadendo fuori dal paese), ma durante le giornate. Altri lo hanno fatto perché non avevano niente da fare sfidando la sorte, la vita e la morte. Erano come noi, attaccati alla loro quotidianità, eppure hanno imparato a sopravvivere per gli altri. Fischiava il vento su quelle colline, ma che il sole splendesse per tutti diventò la cosa più importante. Erano come noi, dicono. Ora c’è solo da domandarsi se noi saremo capaci di essere come loro.

IL FILO DEL RASOIO di Maugham W. Somerset Adelphi - pp. 408

Ci sono libri che silenziosamente consigliano altre letture. Il filo del rasoio di Maugham W. Somerset lo troverete citato nelle pagine dell’ultimo romanzo di Marco Missiroli (Atti osceni in luogo privato, Feltrinelli) ed è sicuramente un consiglio eccezionale. La storia di Larry raccontata dallo stesso Maugham è ambientata all’inizio negli Stati Uniti d’America appena dopo il primo conflitto mondiale, per poi passare a un’Europa nel pieno della sua esibizione mondana. Da un radioso avvenire nella finanza, Larry abbraccia una condizione esistenziale che ha dell’ascetico: abbandona le grandi ambizioni per scoprire Parigi, poi volerà in India, e ancora tornerà su i suoi passi. Una vita di cambiamenti e rinunce mentre la società che lo circonda si avvia al benessere. Per Larry la bella vita è conoscere, andare in fondo al proprio animo, non brindare con uomini di successo o partecipare a serate di gala. Una mosca bianca che spiazza amici e conoscenti, ma soprattutto la sua ex fidanzata Isabel e lo zio di questa, Elliot, esempio di viveur dell’epoca. Siamo davanti a una narrazione dal gusto fine ed esemplare di rara intelligenza.

IDENTITÀ LETTERARIE Nome: Igiaba

Cognome: Scego

Anni: 41

Altezza: 1,75

Peso (lordo, con i vestiti): L’ultima volta che mi sono

pesata ero tra 61 e 62 kg Città in cui risiedi: Roma Città in cui vorresti vivere: Roma Segno zodiacale: Pesci Tatuaggi: No

Orecchini e/o piercing: Orecchini

Ultimo libro pubblicato: Adua (Giunti Editore) Prima lettura nella vita: Piccole Donne

Un libro che hai cominciato ma non hai mai finito di leggere: Tamburo di Latta di Günter Grass… non

abbiamo mai ingranato. Ma ci riprovo ogni anno, non si sa mai. Ogni libro richiede il suo giusto tempo. Non è detto che arrivi, ma ci provo. Un film che non ti stancheresti mai di rivedere:

Colazione da Tiffany di Blake Edwards La vacanza più bella finora fatta: Rio de Janeiro La citazione che più ami: “A língua é minha pátria.

E eu não tenho pátria, tenho mátria. E quero frátria” (Caetano Veloso). ESERCIZI DI STILE / gabrieleametrano.com


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SUONI

di gianluca danti

TAMARYN CRANEKISS Mexican Summer «Cambia prima di essere costretto a farlo» diceva Jack Welch, celebre uomo d’affari americano, autore di quella che è considerata la bibbia del business, ma non preoccupatevi, non siamo qui per spiegarvi come avere successo nel mondo della finanza. Siamo qui per parlare del nuovo disco di Tamaryn. Perché la cantante neozelandese deve aver fatto sua questa massima durante la fase compositiva di Cranekiss. Infatti dopo The Waves e il bellissimo Tender New Signs forse per lei era arrivato il momento di cambiare e lasciarsi alle spalle la configurazione dreampop e le allusioni shoegaze. Perché se prima in Tamaryn si odoravano i Mazzy Star con le chitarre degli Slowdive, adesso lo scenario è molto più incline a un immaginario split New Order/Cocteau Twins. I sospetti erano già spuntati con la titletrack Cranekiss (preview uscita a giugno e che ha fatto da apripista al nuovo album) dallo sfondo synthpop e dove le melodie vocali si collocano prepotentemente in primo piano. Hands All Over Me è ancora più esplicitamente 80’s per i suoi imponenti reverb nella batteria elettronica e il ritornello brillante e sensuale (Let me take your kisses into the light, put your hands all over me!). Collection ha un ottimo nucleo strumentale stranamente poco sostenuto dalla bella voce di Tamaryn e finisce per risultare troppo piatto. Keep Calling e Softcore non aggiungono particolari novità nell’andamento della tracklist mentre in Fade Away Slow riemergono frammenti del mood etereo di Tender New Signs. Che dire, Cranekiss è semplicemente un disco di raffinato paraculismo, una sorta di omaggio al periodo d’oro del synthpop e, finito di ascoltarlo, un unico dubbio vi assalirà: ma che immensa stronzata ha detto Jack Welch?

BEIRUT NO NO NO 4AD Zach Condon, la mente dietro al progetto Beirut, negli ultimi anni non se l’è passata per niente bene. Nel 2013, dopo aver divorziato dalla moglie, entrò in una brutta crisi fisica e mentale e gli stimoli nel produrre nuova musica erano pressoché pari a zero fino a quando, con l’inizio di una nuova relazione, ha cominciato a intravedere una luce in fondo al tunnel: «Avere una presenza positiva al tuo fianco significa avere sia una guida sia una luce che splende su tutte le cose negative della vita» dichiarò in un’intervista. Questo il preambolo dietro a No No No, il nuovo album della band statunitense uscito dopo ben quattro di anni di silenzio. Gibraltar con la sua raffinatezza soul è il brano più riuscito, At Once potrebbe essere una piacevole introduzione verso un finale emozionale ed esplosivo, ma in realtà si intestardisce su un andamento monotono e poco intrigante; Perth si fa strada per il buongusto degli arrangiamenti e dei fiati, ma non regala quello slancio necessario. Il disco si accende a tratti (No No No, Pacheco) solo grazie alla straordinaria voce di Condon, il vero punto di forza della band statunitense e, se il precedente The Ripe Tide manteneva una solida base folk-pop, No No No è un album disordinato, progettato frettolosamente e che ha il difetto di eclissare le capacità orchestrali e compositive dimostrate in passato da Beirut. Un vero peccato.

MATILDE DAVOLI I’M CALLING YOU FROM MY DREAMS (700 CA) Loyal To Your Dreams Matilde Davoli è una songwriter, sound engineer e producer italiana che, dopo le esperienze con Studiodavoli e Girl With The Gun, lascia la piccola provincia del sud Italia e decide di cimentarsi in un progetto solista dal respiro internazionale pubblicando un esordio che brilla di dream pop psichedelico e alterna vere e proprie perle (Realize, Tell Me What You See, Dust) che hanno come elemento comune l’eleganza e una produzione minuziosa e accurata. Pubblicato anche grazie alle donazioni raccolte sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter, I’m Calling You From My Dreams è senza dubbio una delle migliori uscite dell’anno. HEALTH DEATH MAGIC Loma Vista Prodotto da The Haxan Cloak (già a lavoro con Vulnicura di Björk), Death Magic è il terzo album degli Health, di cui recentemente ne avevamo sentito parlare per la produzione della colonna sonora del videogioco Max Payne 3, curata interamente dalla band californiana. Death Magic fonde pop cupo (Gong Victim) con l’industrial più aggressivo (Life); la band di Los Angeles, se con i precedenti lavori si era mostrata capace di sperimentare nuove sonorità electropop, con questo lavoro (uscito via Loma Vista) non si distingue certo per originalità, ma nei suoi quaranta minuti scarsi riesce a mostrarsi apprezzabile e fluido. Meritano un’altra chance. ANY OTHER SILENTLY. QUIETLY. GOING AWAY Bello Records Any Other è il nuovo progetto di Adele Nigro, già apprezzata con il duo The Lovecats, scioltosi prematuramente non molto tempo fa. Silently. Quietly. Going Away è un disco davvero intimista che parla di crescita e di separazione. La giovanissima cantautrice, con l’aggiunta alla line up di Erica alla batteria e Marco al basso, si rimette in gioco con una nuovissima configurazione: suoni puliti e trasparenti che incrociano un indiefolk alla Courtney Barnett (Something) e l’alt rock contemporaneo paragonabile a band come Mourn o Speedy Ortiz (365 Days). Davvero una bella sorpresa

suoni@lungarnofirenze.it

AUTUMN TIPS di gabriele sobremesa LE USCITE DI OTTOBRE La nostalgia delle vacanze estive è ormai lontana e con l’autunno tornano le care e vecchie abitudini. In un periodo come questo, Natalie Mering aka Weyes Blood non si lascia scappare l’occasione e ci regala un nuovo EP, Cardamom Times (9 ottobre, via Mexican Summer), seguito di quel piccolo grande capolavoro che fu The Innocents uscito poco meno di un anno fa. La Mering, archiviate le influenze drone degli esordi, prosegue sulla via di un classicissimo folk con venature psych, mai banale, arricchito da quel suo particolarissimo mood quasi medievale. Torna anche Alela Diane con l’lp Cold Moon (16 ottobre, via Rusted Blue Records), scritto a metà con il chitarrista Ryan Francesconi. La cantautrice californiana ha dichiarato che il disco combinerà gli elementi dei due lavori precedenti: la semplicità del songwriting di About Farewell con l’arrangiamento di Wild Divine, unico album registrato insieme a una band. Se ne avete abbastanza di ballate folk, il nuovo, attesissimo lp degli Esmerine potrebbe essere una buona occasione per virare verso lidi di matrice chamber rock. Lost Voices (16 ottobre, via Constellation) è il risultato di una serie di sessioni dell’ensemble di Montréal e viene presentato come il più rock della loro discografia, ma non senza la contraddistinta eterogeneità della formula amalgamando svariati stili e dinamiche. La solita infinita lista di musicisti di talento, l’ennesima uscita di altissima qualità dell’etichetta canadese e un tocco cinematografico ai vostri pomeriggi autunnali.


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ORT GRAPHICS: Kidstudio.it

XXXV STAGIONE CONCERTISTICA

Daniele Rustioni direttore principale

Thomas Dausgaard

Tan Dun

Timothy Brock Gaetano D’Espinosa Francesca Dego Sara Eterno Asher Fisch David Geringas Pablo González Andrew Gourlay Benjamin Grosvenor Karen Kamensek Sergey Khachatryan Dmitri Makhtin Michele Marasco Chiara Morandi Marco Ortolani

Dietrich Paredes Maria Perrotta Beatrice Rana Donato Renzetti Emmanuel Rossfelder Edicson Ruiz Andrea Tacchi Robert Trevino Isabelle van Keulen Fabrizio Ventura

direttore onorario

direttore e compositore in residence

Orchestra Sinfonica del Teatro di Hannover Orchestra Sinfonica di Münster

www.orchestradellatoscana.it

direzione artistica Giorgio Battistelli



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