Lungarno n. 112 - dicembre 2022

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Dicembre 2022 - N. 112

FACOLTÀ DI CREARE

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Editore: Tabloid Soc. Coop. • Firenze N. ROC 32478

Stampa: Tipografia Baroni e Gori srl • Prato

Direttore Responsabile: Jacopo Aiazzi Caporedattore: Riccardo Morandi

Editor: Arianna Giullori

Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Matilde Sereni, Michele Baldini, Pietro Mini, Emanuele Nesti, Daniele Pasquini, Asia Neri, Alessia Cersosimo, Salvatore Cherchi, Lafabbricadibraccia, Elisa Lupi, Leonardo Cianfanelli, Niccolò Protti, Irene Tempestini, Caterina Liverani, Giulia Focardi, Tommaso Chimenti, Francesca Corpaci, Raffaella Galamini, Comari Sull'Uscio, Marta Staulo, Andrea Bertelli, Simone Lisi, Paolo Metaldi e Sara La Spina.

Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell’editore e degli autori. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, né per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati.

L’Editoriale La serenata Comunicare gli Uffizi

La traduttrice dell’arte contemporanea Le rose e i bombardamenti di Kharkiv Regali particolari per affrontare la crisi Firenze Estate 21

Please take care of each other Quel concerto segreto con Sofar Sounds Rimanersi fedeli è importante Spazi a margine Voci del cambiamento Polaroid L’Agenda di dicembre Dicembre da non perdere Luoghi ameni e dove trovarli Sipario Brevi cronache librarie Il cinema delle donne Up & Down Città in musica Minimondo Frastuoni Amorazzi Nuove aperture Lo Zigozago Palati fini Spirito Liquido Caro zodiaco

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Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Firenze n. 5892 del 21/09/2012 N. 112 - Anno XI - Dicembre 2022 Rivista Mensile ISSN 2612-2294
TRAMVIA OVUNQUE FIRENZE www. renzetramvia.it

EDITORIALE

Un mese in parole (e tutte sbagliate)

Non possiamo che aprire questo giornale con la notizia, ormai letta ovunque: la scoperta di 24 statue di bronzo, ex voto raffiguranti arti di ogni genere e monete in offerta, nascoste per 2300 anni tra le acque calde del complesso termale di San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena. Il ritrovamento, oltre a raccontarci l'utilizzo di quel luogo a scopo religioso e medico nei tempi antichi, ci rivela anche della convivenza tra etruschi e romani. Una scommessa vinta in particolare dall'amministrazione comunale, che ha creduto e investito molto in questi scavi. «Saranno esposti in un palazzo del Cinquecento e attireranno milioni di turisti», ha subito dichiarato entusiasta la sindaca del piccolo comune. Come se oltre al turismo ormai non ci fosse altro. Alla fine dei conti, tutte le informazioni che deriveranno da questo ritrovamento saranno utili testi per didascalie e pannelli con cui accompagnare il visitatore. Probabilmente, solo una scelta tanto banale, quanto infelice di parole. L'appena trascorso mese di novembre è stato però incredibilmente ricco di parole sbagliate: dall'ormai consueta narrazione allarmata sulle invasioni barbariche di capannoni abbandonati e campi incolti al ritmo di musica techno, al “carico residuale” e agli “sbarchi selettivi” per descrivere alcuni disperati in cerca di accoglienza. Un’altra storia sono gli operai della GKN che, stanchi di non essere ascoltati, hanno occupato per trenta ore e una notte il salone dei Dugento a Palazzo Vecchio: le parole giuste, per loro, sembrano non arrivare mai sotto forma di risposta.

IN COPERTINA

Are u feel me now? di Sara La Spina

Ciao a todos, il mio nome è Sara La Spina, classe ’93, sono nata alle pendici dell'Etna – che è un po' come dire: vengo dalla Luna, il paesaggio visto da lassù è pressappoco identico – sono un illustratore e animatore sempre workinprogress. Ho studiato illustrazione e fumetto presso l’accademia di belle arti di Bologna, e poi mi son spostata a Firenze, dove attualmente vivo e lavoro. Per il resto parlo troppo e vivo con le cuffie costantemente attaccate alle orecchie e, se ti capitasse di vedermi in quel di Firenze, sappi che il mio non rispondere al saluto non è maleducazione, è che proprio non sento, vogliate scusarmi.

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COMUNICARE GLI UFFIZI INTERVISTA A TOMMASO GALLIGANI

Un anno di esposizione e visibilità, il 2022, per il Museo degli Uffizi. Un anno – certo – anche di polemiche, tra influencer (per così dire) molesti e cambi al vertice dei Beni Culturali che lamentano chiusure improvvise o troppi ingressi gratis. Ma è forse tutta qui la strategia promozionale di uno dei poli culturali e museali più importanti al mondo? Spoiler: no, niente affatto. Piccola nota personale. È strano come lo stesso giorno dell'intervista che segue, una giovane amica, studentessa di Scienze della Comunicazione a Siena e laureanda in semiotica, mi stesse proprio dicendo che l'argomento della sua tesi magistrale sarà il profilo Tik Tok del Museo degli Uffizi. “Il primo museo su Tik Tok” mi rivela l'intervistato. Ed è altrettanto strano che ciò che sembra così lontano dall'immagine che tradizionalmente abbiamo di un museo, è spesso anche l'elemento che più lo contraddistingue presso quelle che – quasi sempre erroneamente e grossolanamente – definiamo le giovani generazioni. Già, perché nel biennio 2020/2021 l'incremento di visi-

te Under25 è stato del 27% e oggi (anche grazie al bonus Cultura) questo pubblico rappresenta 1/3 del totale. Chiusa parentesi: veniamo al punto. Refrattario agli anglismi e alle generalizzazioni, Tommaso Galligani è il responsabile della comunicazione del Museo degli Uffizi

Come si arriva a ricoprire questo importante ruolo?

“Sono un giornalista che lavorava all'ANSA e che – oltre alla cronaca – si è sempre occupato di cultura e beni culturali. Non appena si è presentata l'occasione però, sono stato ben lieto di accettare l'incarico. È grazie al forte slancio sul fronte comunicativo che il Direttore (Eike Schmidt, ndr) ha dato se oggi gli Uffizi sono cresciuti molto sotto tutti i profili”

In cosa consiste il tuo ruolo?

“Principalmente racconto la quotidianità del museo, ai media, al pubblico, perché non c'è solo la collezione, anzi!”.

E perché, qual è il valore aggiunto?

“Vogliamo abbattere una specie di luogo comune che associa all'istituzione museale qualcosa di immutabile, vetusto e polveroso, questo è un museone non musone”. Molte infatti sono le attività parallele alla tradi-

zionale visita: conferenze, mostre temporanee, attività di ricerca, didattica (la sezione più antica d'Italia) e molto altro: “Lo scorso anno abbiamo raccontato l'insediamento di una colonia di api selvagge all'interno del Giardino di Boboli, che come saprai fa anch'esso parte del Polo Museale Molto importante, parlando di ricerca e recupero, è stato scoprire che l'opera di Artemisia Gentileschi 'Santa Caterina d'Alessandria' nascondeva sotto la superficie altre versioni precedenti, che, per esempio, la copia di Londra non possiede. Anche durante la pandemia e la chiusura non ci siamo fermati: abbiamo avviato 39 visite virtuali, accessibili dal nostro sito, che sono state molto apprezzate Ma non è solo questo, il museo ha sperimentato sempre nuovi modi di comunicare se stesso, vuole proiettare un'immagine di sé che sia anche l'immagine della città in cui è inserito, di cui è uno dei principali simboli nel mondo”

Per chiudere quali sono le parole chiave con cui possiamo definire la strategia comunicativa degli Uffizi? ("ma non chiamiamole hashtag per favore!”)

“Te ne dirò tre: Uffizi vivi, pop e casa di tutti".

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LA TRADUTTRICE DELL’ARTE CONTEMPORANEA INTERVISTA A GIULIA SPISSU

Superare la paura dell’arte contemporanea spiegandola con chiarezza e semplicità. Questo l’obiettivo di Giulia Spissu, autrice del libro The art translator: l’arte contemporanea e il suo eclettico mondo edito da Edifir con il supporto della Fondazione CR Firenze. Divulgatrice di arte sulla pagina Instagram The art translator e social media manager del Museo del Novecento, Giulia Spissu racconta nel suo libro la storia dell’arte contemporanea, coi suoi movimenti e artisti, e lo fa attraverso brevi e semplici pillole, partendo dalle avanguardie storiche fino alla Crypto Art dei giorni nostri.

Qual è stato il percorso che ti ha portata a scrivere questo libro? “Dopo essermi laureata nel 2019 in arti visive a Bologna, ho iniziato a collaborare con alcune realtà locali. Durante il lockdown però tutto è sfumato, e il mondo dell’arte faceva molta fatica. Così nel 2021 ho deciso di aprire la pagina Instagram dove ho cominciato a far vedere spazi culturali che non sono nei circuiti tradizionali e a in-

tervistare artisti per fare in modo che tutti avessero accesso a un mondo che, di solito, è solo per gli addetti ai lavori, mostrando i loro studi, come lavorano e come spiegano la propria arte”.

Come mai secondo te esiste questa diffidenza nei confronti dell’arte contemporanea? Pensi che sia possibile renderla accessibile a tutti?

“Credo di sì, ma deve esserci volontà da parte di tutti di essere aperti al dialogo, perché essendo astratta e non figurativa, le persone hanno più difficoltà a comprenderla a uno sguardo immediato. Inoltre in Italia la paura è più radicata per colpa del peso della storia e della cultura del nostro Paese, e nelle scuole l’arte contemporanea viene appena accennata o non viene proprio studiata. Il mio obiettivo è divulgarla e far capire che può essere alla portata di tutti, basta superare il primo impatto e studiarla”.

Come sei riuscita a gestire l’eclettico mondo dell’arte contemporanea e a incasellare gli artisti nel libro?

“Spesso le persone trovano complicato comprendere cos’è l’arte contemporanea, e in realtà nemmeno gli accademici concordano sulla sua storicizzazione: quello che viene considerato contemporaneo da noi in Italia è moderno per altre nazioni. Dunque non

è stato facile selezionare i vari artisti, così ho scelto di inserire nei capitoli coloro che ritenevo principali e di citare tutti gli altri nelle note”.

Che rapporto ha la città di Firenze con l’arte contemporanea?

“Il rapporto è un po’ complicato, perché i fiorentini sono molto attaccati alla propria cultura, e lo si vede con le polemiche che nascono per esempio quando vengono messe le installazioni di arte pubblica in piazza della Signoria. Però negli ultimi tempi la città sta facendo un grande sforzo per aprire i propri orizzonti, con la nascita di molti spazi e collettivi dedicati all’arte contemporanea. Proprio questo sarà il tema del mio prossimo libro, per dimostrare che questo mondo a Firenze è più vivo che mai”.

Uno di questi spazi è proprio il Museo Novecento. Qual è il tuo ruolo all’interno del museo?

“Mi occupo di tutta la comunicazione digitale, gestisco i social, il sito web e la newsletter. La nostra volontà è didattica, per spiegare i dietro le quinte e le storie che stanno dietro alle mostre e agli artisti. Il Museo Novecento fa molti progetti interessanti, e organizza numerosi eventi, coinvolgendo artisti internazionali e collaborando con altre realtà di Firenze per creare un dialogo tra antico e contemporaneo”.

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LE ROSE E I BOMBARDAMENTI DI KHARKIV

Si tiene fino al 30 dicembre alla Cartavetra Art Gallery la mostra “Le Due Rose” dell’artista ucraino Pavlo Makov, a cura di Domenico De Chirico. Makov, nato in Russia, vive a Kharkiv, a pochi chilometri dal confine russo, e nella sua terra possedeva e curava un giardino di rose. Ogni inverno il campo veniva coperto per proteggerlo dal freddo, per poi scoprirlo l’estate. Questa semplice forma di quotidianità fu brutalmente interrotta dalle bombe di Putin, e le opere dell’artista si fanno testimoni di questo evento. Nella dialettica di Pavlo Makov le rose assumono il ruolo di metafore della Vita, accompagnate dalle raffigurazioni delle esplosioni, falci della Morte. Le sue opere esposte vogliono essere un invito alla riflessione sul ruolo dell’arte nell’attualità, oltre ai nostri doveri da cittadini, sì protetti dalla (fallace) sicurezza occidentale, ma comunque immersi nel presente. Il dolore provocato dalla guerra, che non tocca solamente il popolo cosacco, si riverbera nei quadri attraverso la rappresentazione del cono come metafora di esplosione. La punta, come un coltello, squarcia edifici riprodotti serialmente su uno sfondo policromato, in una corrente artistica parzialmente affine all’Espressionismo. Importante leitmotiv dell’esposizione sono dei punti neri, spiegati dall’artista stesso come: “l’astrazione delle ferite lasciate dalle bombe nei campi, che hanno generato un

pois di sogni infranti”. Alla domanda sulla vita di ora a Kharkiv egli afferma: “La città si sta riprendendo, anche se tutto è stato raso al suolo e saccheggiato. Sento spesso parlare, blandamente, di pace, ma la pace per chi? Putin non si è limitato al Donbass, ha scelto di bombardare tutta l’Ucraina; per lui e per molti russi semplicemente non esistiamo, non abbiamo un’identità. La mia arte è un piccolo fronte di difesa della cultura ucraina”. Le opere sono poche ma cariche di valore e di significato; il severo biancore delle pareti e la solitudine contemplativa di ognuna di esse ne permette una fruizione completa da parte dello spettatore. La Galleria Cartavetra non è un asettico contenitore d’arte congelata e diretta al turista di turno, ma presuppone un pubblico cosciente e attivo. Lodevole è la possibilità di assistere ad alcuni progetti dello staff, che portano la mente all’antiche officine fiorentine. Tale associazione è avvalorata dal fatto che molti dei quadri sono stati realizzati da Makov all’interno della galleria stessa, come racconta: “Io sono un pittore, come tale mi esprimo Quello che vedrete sono le mie emozioni, trasportate a Firenze. Le rose sono il mio ricordo della vita, i coni argentei le bombe che ci hanno portato via tutto. Mi propongono di venire qua in Italia, andare in Danimarca, in Germania ma senza Ucraina non c’è niente per me, a 73 anni ho perso il senso della vita”. La Cartavetra Art Gallery è aperta dal mercoledì al sabato dalle 15:30 alle 19:00, in via Maggio 64/R.

Le illusioni di Escher al Museo degli Innocenti

Punto di riferimento per l’illusionismo contemporaneo, arriva al Museo degli Innocenti di Firenze la mostra dedicata a Maurits Escher, aperta fino al 26 marzo 2023. Un’antologica con circa 200 opere, tra le quali Mano con sfera riflettente  (1935), Vincolo d’unione (1956) e la serie degli Emblemata. Dopo la visita della mostra, consigliata è la visita alla collezione permanente del Museo, con opere di grandi artisti rinascimentali quali Domenico Ghirlandaio, i Della Robbia e Sandro Botticelli. E.N.

gratuitamente sul canale YouTube di B.east Gallery, è possibile prenderne visione

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REGALI PARTICOLARI PER AFFRONTARE LA CRISI

La Redazione

Matita Sprout

Se vogliamo salvare l’ambiente con un piccolo gesto, c’è Sprout, la matita che, una volta usata, non si butta, ma si può piantare! Acquistabile su www.sprout. com, a prezzi variabili, la matita contiene semini di pomodoro ciliegino, basilico, timo, girasoli o margherite e farà nascere una piantina.

Bombola del gas

Un grande classico del pranzo di Natale? Passare in rassegna gli eventi catastrofici dell’anno. Nel 2022, il podio se lo giocano emergenza climatica, guerra, inflazione. E dunque, tra bollette alle stelle e un freddo inverno alle porte (si spera), perché non regalare un’utilissima bombola del gas da 10kg? Il prezzo è 25-30 euro per circa 15 giorni di autonomia, niente male!

Lifestraw

Lifestraw (49,50€), una cannuccia che ti permette di bere l’acqua dell’Arno (sul serio). Ovviamente, tutti ci auguriamo che questa crisi sia solo economica, politica, sociale e non anche apocalittica. Ma nel caso l’elettricità sparisse e il nostro depuratore dell’Anconella dovesse bloccarsi, inzuppate in Arno e succhiate: 99,99% di virus e batteri filtrati.

Libri usati

È più ecologico un e-reader o un libro di carta? La risposta è “dipende”, in primis dal numero di libri che leggiamo ogni anno. Ma il libro più circolare è senz’altro quello usato: se non cercate rarità o prime edizioni, l’usato costa meno, permette di trovare titoli scomparsi anzitempo dagli

scaffali delle librerie, e salva tanto la carta quanto le storie. Tra librerie storiche, bancarelle, mercatini e Libraccio, la scelta non manca.

Card del Fiorentino

I fiorentini sono campanilisti e orgogliosi della propria città amano la bellezza ma non vanno nei musei, lamentandosi dell’overtourism. Ecco, la Card del Fiorentino è dedicata a tutti i residenti nella Città Metropolitana di Firenze. Costa 10 euro, permette di entrare in tutti i Musei Civici (e non solo), anche con visite guidate.

Buono riparazioni Invece di regalare oggetti nuovi o cose superflue perché non regalare alla nostra persona l’opportunità di migliorare quello che già ha? Scegliete la sartoria più vicina al/alla vostr* amic* e acquistate un buono riparazioni, per fare l’orlo a quei pantaloni che sono da anni fermi nell’armadio a prendere polvere, o quel cappotto con la fodera strappata che non mette più da anni, anche se lo amava tanto.

Pannello fotovoltaico da balcone Con una spesa dai 300 euro in su, Enel fornisce il kit per l'installazione di un piccolo pannello fotovoltaico indicato per appartamenti cittadini. Le troppe richieste però hanno costretto l'azienda a non prendere in carico nuove spedizioni: sennò che crisi sarebbe?

Matrioska pacificatrice

Avete un conoscente a cui dovete fare un regalo di Natale ma non sapete cosa ne pensa del conflitto tra Russia e Ucraina? Potreste regalargli una matrioska pacificatrice! Prendete la classica bambolina russa che contiene all'interno le sue copie ridotte e nascondete nell'ultima di queste un

pysanky, uovo pasquale decorato tipico di Kiev. Due souvenir per poche polemiche.

Pentola a pressione

Regalatevi una pentola a pressione, avrete qualcuno che sbuffa più di voi. La pentola a pressione sarà la vostra best friend che con la metà del tempo - e del gas - vi aiuterà a cucinare in quelle sere che restate in ufficio fino alle otto sperando di pagare le bollette con palate di straordinari.

Abbonamento Tinder Gold

Nel 2022 Tinder ha compiuto 10 anni e il contatto fisico e il coinvolgimento emotivo hanno ceduto il passo alla fredda virtualità. Quale miglior regalo natalizio per single (e non) che vogliano boostare le proprie conquiste (con o senza “Human Touch”) di un abbonamento Gold? Solo 5 euro al mese.

Tachimetro per auto digitale

Strumento essenziale per la mobilità fiorentina, il prodotto in questione - in vendita nello store online con la A maiuscola del web - riesce a far evitare multe, in quanto non caldeggia velocità approssimative come quelli di serie. Lui ci salva e rende il tessuto urbano fiorentino veramente sicuro, perché sappiamo bene quanti pericoli siano in agguato nel circolare a 51 km/h. 60 euro e passa la paura.

Carnet di biglietti del cinema

Della crisi delle sale cinematografiche abbiamo parlato spesso su queste pagine. Cosa c’è di meglio quindi di un carnet di ingressi nella sala più vicina all’abitazione del destinatario del regalo? Molti cinema propongono delle soluzioni di fidelizzazione interessanti e inoltre è un ottimo incentivo a uscire di casa senza fare troppo tardi.

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FIRENZE ESTATE 21 LA TRAGICOMMEDIA DI BALDINI

Ècosa nota che agli scrittori, a un certo punto della carriera, scatta la voglia (il bisogno? l’ambizione?) di scrivere un “Grande Romanzo Familiare”. Minimo minimo quattrocento pagine, con esiti non sempre felicissimi. Sorprende però che con il tema della famiglia si sia cimentato un esordiente – Michele Baldini, classe ’81, toscano di San Miniato, operatore culturale, musicista e già apprezzato redattore di Lungarno – che ha appena pubblicato Firenze Estate 21 con l’editore indie Scatole Parlanti. Andando dritto al sodo, a Baldini sono bastate un centinaio di pagine per dipingere le vicende di un’ordinaria e scombinata famiglia fiorentina. Quello di Baldini è un romanzo corale e breve, che arriva in punta di piedi e si muove in punta di penna. Colpisce – e a mio avviso è il principale pregio del libro – il tono di

voce: il registro combina alla perfezione il tragicomico toscano con le nevrosi contemporanee, e le scene e i dialoghi sembrano usciti da un film di Monicelli o da una commedia di Alessandro Benvenuti, ma con uno spirito aggiornato, innestato sulla fragilità psicologica ed emotiva di personaggi iper-contemporanei. Vediamola, questa famiglia allargata: Marco, disilluso, che si avvia verso l’alcolismo, elabora i traumi generazionali del G8 di Genova e fa i conti con l’insoddisfazione lavorativa ed esistenziale; è accompagnato da Vittoria, che tenta di mettere toppe alle proprie nevrosi; la sorella Lucia, costantemente al limite, sospesa tra la necessità di ordine e un delirio di cui non sa fare a meno; Luciano, nel commercio dei salumi, che pare un angelo paziente e concreto, ma chissà la verità; la piccola Matilde, già drogata di tv e di pretese; i coniugi Marta e Giorgio, indecisi tra la resa e l’apprensione, tra l’affetto per

le figlie e la voglia di isolarsi in un orto. Poi va detto che Baldini dà il meglio di sé con le comparse, con le macchiette che fanno capolino tra le pagine, come l’Innocenti, che al circolo sclera per un intervento alla prostata (“che si pòle rovinare un òmo a questa maniera?”), o il Fresco e Cianino, che bivaccano sconnessi in una piazza Santo Spirito presidiata dalle forze dell’ordine, delirando di politiche cittadine e sagre paesane. Incontri che scandiscono l’asincronia dei fatti narrati – 5 giorni estivi a Firenze e nei dintorni –una struttura che costringe all’analisi e invoglia alla rilettura, a farsi trascinare avanti indietro. È un bel vagare: come canta Thom Yorke, citato nelle prime pagine, perché dovrei rimanere qui? Diventerei pazzo, se non seguissi dove mi guidi.

Quel concerto segreto con Sofar Sounds

Concerti segreti in spazi unici in tutto il mondo. Il sito di Sofar Sounds mi accoglie così. Sono curiosa, inserisco il mio indirizzo e-mail, scelgo Prato e m’iscrivo al concerto del 13 novembre alle 17:30. Non so altro, né dove si svolgerà, né chi suonerà. Via mail mi comunicano: “I tuoi dati sono ora nel nostro sistema e ti faremo sapere presto se sei stato invitato a questo spettacolo. Riceviamo centinaia di richieste per ogni evento, quindi non possiamo garantirti di essere sempre selezionato”. Nessun biglietto da comprare, bisogna solo entrare in lista! Il giorno prima dell’evento, scrivono: “Indirizzo svelato! Via Don Giovanni Minzoni 24, Prato - Birrificio La Foresta”. Arrivo nella zona industriale di Prato e mi fermo davanti a un capannone. L’ingresso è gratuito e, controllata la lista, mettono un timbro con il logo di Sofar sulla mano. Il posto, insolito e ricercato, si trasforma in un salotto, con la luce soffusa e gli strumenti per suonare posizionati davanti ai contenitori in cui fermenta la birra. Tutto intorno, tappeti, cuscini e lucine. Siamo circa 40 persone, sedute a terra o sulle panche, a circolo intorno agli artisti che si esibiscono a rotazione: Gintsugi, Moonly, con Francesco D’Aloia e Tommaso Testa e, infine, Kasta e Marco Balducci. L’atmosfera è intima e rilassata, sorrido e mi lascio trasportare dalla musica. Ho fatto bene a rischiare, perché l’insolito può regalarci emozioni inaspettate

PLEASE TAKE CARE OF EACH OTHER

di Asia Neri

foto di Ima De Franceschi

Un corpo rosa e scalpitante che balla, si esprime, si supporta. Pink Sound Systers è un collettivo nato per creare spazi dedicati alla musica e alle arti performative e visuali, promuovendo una cultura della festa inclusiva, scenografica, protetta. Inclusiva per accogliere anime e corpi che non rispondono ai paradigmi eteronormativi e di conformità. Scenografica per portare esperienze diverse nei locali e incoraggiare la libertà espressiva. Protetta perché i dancefloor riuniscono un sistema eterogeneo di soggettività, ognuna con il proprio modo di relazionarsi che non sempre coincide con quello dell’altra. Proprio su quest’ultima istanza, il collettivo ha avviato una conversazione interna suggerita dalle esperienze personali e dalla comune volontà di prendersi cura di tutte le persone che partecipano alla festa. Nel settembre 2022, le Pink partoriscono un progetto di affissione di manifesti dai messaggi sensibilizzanti da introdurre durante le proprie serate e in quelle dei locali dove vengono invitate. Una pratica catturata nei club berlinesi e trasferita sulla scena musicale fiorentina per invitare a rispettare la sensibilità di ogni individuo, per ricordare che anche l’ambiente della festa può risultare challenging, per promuovere luoghi più sicuri dove ogni persona possa muoversi senza paura. Please take care of each other. No è no. Non fartelo ripetere questo è consenso. Curami, curati, curaci. Sii te spesso Sono alcuni dei claim utilizzati

per comunicare quanto la qualità dell’energia di una serata sia interdipendente dalle azioni del singolo individuo che, nel scegliere di far parte di qualcosa, aderisce a un altro tacito accordo: la responsabilità di ciò che accade è sempre condivisa. L’interazione senza consenso con un altro corpo, una molestia fisica o verbale, un momento di disagio causato da un problema interno, l’abuso di una sostanza, un attacco di panico; a chiunque capita di trovarsi in una condizione di fragilità e di desiderare empatia, supporto o comprensione da parte delle persone vicine, che siano amiche o sconosciute. Anche per questo motivo, le PSSY hanno introdotto delle figure ‘addette alla cura’, vestite con dei gilet rosa fluo che siano facilmente riconoscibili durante la festa come punto di riferimento in caso di bisogno. L’intenzione di proteggere l’energia del dancefloor e di coloro che vi partecipano non è però equipollente alla garanzia di una “sicurezza” personale: non possiamo decidere o agire per le altre persone, ma possiamo porci in una condizione di ascolto, manifestando la nostra solidarietà. Uno dei primi locali fiorentini ad accogliere l’iniziativa è stato il Combo Social Club che ha scelto di acquistare i manifesti come affissione permanente all’interno del locale. L’identità visiva di questo progetto e dello stesso collettivo è marcatamente rosa, un colore “affibbiato al genere femminile nel XX secolo come etichetta limitante di cui ci vogliamo riappropriare”, riportano nel manifesto. Le PSSY sono famiglia e casa, libertà fluida e sorellanza. Sono tenerezza “armata di arti brillanti con le quali cambieremo se non il mondo, almeno uno spicchio”.

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RIMANERSI FEDELI È IMPORTANTE INTERVISTA A BERNARDO ZANNONI

Con cinque premi letterari vinti (Bagutta, Campiello, Fiesole, Salerno, Severino Cesari) e centinaia tra recensioni e interviste, possiamo dire che I miei stupidi intenti (Sellerio, 2021), di Bernardo Zannoni, sia uno degli esordi più discussi dell’anno. Così, in occasione della sua premiazione a Fiesole, siamo andati a scambiare due parole con l’autore. Originario di Sarzana, classe 1995, Zannoni ha un passato da cantautore e un presente da compositore di musica elettronica e DJ, oltre che di scrittore e sceneggiatore. È un autore eclettico.

“Faccio quello che mi sento” ci dice. “Ciò che porto al pubblico piace in primo luogo a me. Rimango fedele a me stesso. Rimanersi fedeli è importante”. Il suo romanzo è un’anomalia nell’attuale letteratura italiana. Non è auto-fiction e non racconta la vita di provincia o la precarietà sentimentale e lavorativa. “Da grandissimo fan di Wes Anderson”, ci racconta, “e adorando film come “Fantastic Mr Fox” o “Le avventure acquatiche di Steve Zissou”, volevo creare una storia che fosse davvero immaginifica, in cui avessi la totale libertà di inventare

ciò che volevo”

Il libro infatti mette in scena la vita di una faina in un bosco, trasformando quel microcosmo animale nella metafora della natura umana. “Ho scelto il bosco perché mi dava carta bianca per raccontare ciò che volevo. E ho scelto la faina perché è un’animale a cui non si è interessato nessuno. Non è protagonista di poemi o favole, e non ha attributi tipici, come la volpe, che appena la nomini sai subito che te la fa in barba” Ma leggendo il libro non ci si imbatte nel tono leggero e scanzonato di un film di Anderson. Semmai in una fiaba dai risvolti riflessivi e cupi. La natura descritta da Zannoni non è accogliente, è più che altro indifferente. “La natura segue le sue leggi, è un movimento in sincronia con l’universo. Siamo noi, coscienti, con la nostra morale, a esserci posti in contrapposizione. Uccidere per noi è sbagliato. È terribile dal nostro punto di vista, ma non da quello della natura”. La vita di Archy infatti, la faina protagonista, è un continuo rimbalzo tra istinto e ragione, stomaco e cervello, tra la necessità di sopravvivere in un ambiente ostile e competitivo, e la presa di coscienza di sé come essere unico e destinato all’oblio. In questo senso, la storia sembra rappresentare la post adolescenza, quel periodo in cui non si è più ragazzi ma ancora non si è uomini, e si prende

coscienza del mondo con uno sguardo meno istintivo e più ragionato, si colgono le contraddizioni e si affrontano difficoltà e paure, anche con la creatività. Usando la scrittura come spazio di gioco ed evasione, Zannoni è arrivato a ragionare sulle potenzialità della sua penna: “quando la gente ha iniziato a darmi i feedback, mi sono chiesto perché il libro piaceva, e riflettendoci, penso che le paure di Archy sono le mie paure, ma sono anche le paure che hanno tutti. I suoi dilemmi sono quelli che ci accompagnano da sempre, ma a cui scienza e religione non danno risposte soddisfacenti. Per questo il finale non è un semplice “e alla fine muore”, ma prova a mostrare cosa succede quando si inizia a ragionare in un ambiente abituato ad andare avanti solo con l’istinto. Perché la natura non ti permette di rallentare”. Prima di lasciare Zannoni al pubblico di Fiesole, gli chiediamo quali sono i suoi riferimenti letterari: “se devo scegliere dico Ágota Kristóf e Victor Hugo, ma anche Borges”. E gli chiediamo anche di consigliare un libro, un disco e un film per i lettori di Lungarno: “come film “American Pop”, di Ralph Bakshi. Come disco “Another one”, non l’ufficiale, le demos, di Mac DeMarco. Come libro “Saggio su Pan” di James Hillman, o “Avere tutto” di Marco Missiroli”.

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SPAZI A MARGINE

“Vicolo dei Barbi, un tempo di proprietà della famiglia Barbi, che dà il nome a questa via, diventò pubblica nel 1848. Rimasto nel degrado fino agli anni '80, il vicolo è rifiorito grazie all’impegno dei residenti che con cura si sono adoperati per la sua riqualificazione”.

Susanna vive da sempre al civico 2 del vicolo dei Barbi. L’ha visto nei suoi anni peggiori e lo vede ora, rifiorito di fiori e bellezza. Ricorda come negli anni della gioventù il vicolo fosse un luogo triste e angusto in cui avrebbe preferito non abitare. Oggi, invece, con orgoglio, mostra fuori dal suo piccolo portone color legno le azalee, che insieme a quelle dei suoi vicini, contribuiscono a rendere il vicolo un luogo magico in cui vivere e passeggiare.

VOCI DEL CAMBIAMENTO

La rigenerazione culturale dell'Ex Gasometro grazie a Q-Attivi

Partecipazione e rigenerazione culturale dal basso, questo è stato Q-Attivi. Il progetto, curato dall'Associazione CulturaRepublic e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, è ormai al termine e ha concentrato le azioni nell'area dell'Ex Gasometro in via dell'Anconella. Protagoniste sono state le realtà composite che qui operano: dal Bistrot Santa Rosa al Centro Anziani “Età libera”, dalla Ludoteca “La Mongolfiera” agli Angeli del Bello, dalle associazioni culturali alle cooperative sociali. CulturaRepublic è nata nel 2018 e ha come missione il supporto nell'elaborazione e nella gestione strategica, nella comunicazione e promozione, nella consulenza giuridica di enti di vario tipo. In pratica un booster per le associazioni in quei settori chiave in cui spesso mancano di competenza e personale. Q-Attivi rappresenta il successo della sperimentazione di un processo partecipativo che si vuole replicare anche altrove (la “Q” sta infatti per “Quartieri) e che attraverso incontri di

coprogettazione nel corso di due anni, ha catalizzato e armonizzato una rete. Elena Janniello, responsabile, sottolinea che è stato un “deus ex machina” per tutti quei soggetti che a livello embrionale avevano già tra loro un minimo comun denominatore, ma a cui mancavano strumenti e visione d'insieme per realizzare qualcosa di condiviso e importante. “Inizialmente ci siamo rivolti al presidente del Q4 Mirko Dormentoni, il quale ci ha aiutato nel conoscere meglio il contesto”. Il principale output del progetto sarà la costituzione di un'associazione temporanea di imprese (ATI) nel Parco del Gasometro, che porterà avanti in maniera permanente il percorso creato con Q-Attivi e che fin qui ha permesso di organizzare laboratori, talk, attività di pittura murale e letture all'aperto, insomma elementi fondamentali della rigenerazione culturale di un quartiere “Sottolineo l'intervento determinante della nostra coordinatrice, Luisa Zito, senza la quale sarebbe stato difficile portare a termine un progetto così ambizioso”.

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l'Agenda di dicembre

GIOVEDÌ 1

3 CATHARSIS (fino al 14/01)

Eduardo Secci Gallery (FI) ing. gratuito

3 ORT STAGIONE CONCERTISTICA 22/23

Teatro Garibaldi Figline (FI) ing. da 8€

3 CANOVA SVELATO

Teatro Puccini (FI) ing. 20€

3 MONJOUR

Teatro Studio di Scandicci (FI) ing. da 5€

3 TRK GLITCH CLUB #5

Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. 5€

VENERDÌ 2

3 LE SIMMETRIE DEI DESIDERI

Murate Art District (FI) ing. gratuito

3 SONGS AND SPELLS | EMILIANO MAGGI

Museo Novecento Firenze (FI) ing. da 5€

3 MUSICA SPAZIALE

Chiesa del Corpus Domini (FI) ing. gratuito

3 DANIELA MOROZZI E TOMASO MONTANARI

Teatro Puccini (FI) ing. 20€

3 I VERSI DELL’ORNITORINCO: SEHNSUCHT

Libreria l’Ornitorinco (FI) ing. gratuito

3 H/EARTHBEAT FESTIVAL: FANFARA STATION

BUH Circolo culturale urbano (FI) ing. 11,50€+dp

3 SPARACCHIA FEST

CPA Firenze Sud (FI) ing. gratuito

3 PRESENTAZIONE LIBRO DI PABLITO EL DRITO

Artiglieria (FI) ing. gratuito con tessera

3 LA MIA S'IGNORA

Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP

3 INAUGURAZIONE MOSTRA CARLO BIMBI (fino all’08/01) • Galleria C2 (FI) ing. gratuito

SABATO 3

3 TELL NO LIES

Associazione Vie Nuove (FI) ing. gratuito under25/ ing.da 13€

3 TI RACCONTO DON GIOVANNI Palazzo Wanny (FI) ing. gratuito su prenotazione

3 BIBLIOVERDEARTEPASSI

Biblioteca Villa Bardini (FI) ing. gratuito su prenotazione

3 GRUNGE NIGHT: LAST DOGS + FRANCES FARMER

GLUE Alternative Concept Space (FI) ing. gratuito con tessera

3 TANTI AUGURI. RAFFAELLA CARRÀ ICONA DELLA PUBBLICITÀ (fino al 24/12)

Informacittà – L'arte di comunicare (FI) ing. gratuito

3 IL GUSTO TOSCANO (fino al 04/12)

Conventino Caffè Letterario (FI) ing. gratuito

DOMENICA 4

3 LA DOMENICA BESTIALE

Ostello Tasso (FI) ing. con tessera

3 PIMP MY VINTAGE

The Social Hub (FI) ing. gratuito

3 PRESENTAZIONE DI BESTIARIO FAMILIARE Libreria l’Ornitorinco (FI) ing. gratuito

3 MIDNIGHT YOUTH Teatro Studio di Scandicci (FI) ing. da 5€

LUNEDÌ 5

3 GINNASTICA IPOPRESSIVA (tutti i lunedì) GADA Playhouse (FI) ing. NP

3 MERCATINO DI NATALE (fino al 18/12) Piazza Santa Croce (FI) ing. gratuito

3 CORSO DI DANZA AFRICANA Instabile Culture in Movimento (FI) ing. 20€

3 WORLD CUP QATAR 2022 La Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. gratuito

MARTEDÌ 6

3 OGNI PICCOLA COSA Leica Store Firenze (FI) ing. gratuito

3 ROBERTO MERCADINI Teatro Puccini (FI) ing. da 20€

3 LABORATORIO TEATRALE (tutti i martedì) GADA Playhouse (FI) ing. NP

3 DANZA CONTEMPORANEA (tutti i martedì) GADA Playhouse (FI) ing. 10€ con tessera

MERCOLEDÌ 7

3 ANDREA MIRÒ Teatro Puccini (FI) ing. 20€

3 DANIELE SILVESTRI Teatro Verdi (FI) ing. da 28,75€+dp

3 ALESSANDRA AMOROSO Nelson Mandela Forum (FI) ing. da 39,00€+dp

3 NOBODY'S PERFECT! W/ MARCO FARAONE Tenax (FI) ing. 20€+dp

3 ARTOUR - MERCATINO DI NATALE (fino all’11/12) Piazza Strozzi (FI) ing. gratuito

3 LA ISLA BONITA

La Limonaia di Villa Strozzi (FI) ind. da 15€+dp

GIOVEDÌ 8

3 MANUEL AGNELLI

Viper Theatre (FI) ing. 11,50€+dp

3 CHRIS BAY

Fitzpatrick's Florence (FI) ing. NP

3 BRYAN ADAMS Nelson Mandela Forum (FI) ing. da 49,45€+dp

3 ALESSANDRO CATTELAN

Teatro Verdi (FI) ing. da 57,50€+dp

VENERDÌ 9

3 INNESCO | CORPI SCOMODI (fino all’11/12)

Ex Leopoldine (FI) ing. gratuito

3 LUCIA FESTIVAL (fino all’11/12) Cango (FI) ing. da 5€

3 NICHI VENDOLA

Teatro Puccini (FI) ing. 20€

3 CLAVER GOLD Viper Theatre (FI) ing. 17€+dp

3 FRATELLI RAUDO POWER DUO LIVE Plaz Florence (FI) ing. gratuito

3 EMANUELE COGGIOLA

Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP

3 LA CITTÀ DEI LETTORI PRESENTA

MICHELE BALDINI

Accademia Bartolomeo Cristofori (FI) ing. gratuito

SABATO 10

3 ENRICO MORELLO 4TET

Ass. Vie Nuove (FI) ing. gratuito under25/ ing.da 13€

3 NIVES Teatro Puccini (FI) ing. 15€

3 CRAZY MAMA

GLUE Alternative Concept Space (FI) ing. gratuito con tessera

3 WONDERFUL MARKET

The Social Hub (FI) ing. gratuito

3 MIKHAIL PLETNEV

Teatro della Pergola (FI) ing. da 16,50€+dp

DOMENICA 11

3 CREATIVE FACTORY Piazza dei Ciompi (FI) ing. gratuito

LUNEDÌ 12

3 TRUFFAUT 90

Cinema La Compagnia (FI) ing. da 5€

3 CORSO DI DANZA AFRICANA Instabile Culture in Movimento (FI) ing. 20€

MARTEDÌ 13

3 INSIDE BANKSY (fino al 26/02) Santo Stefano al Ponte (FI) ing. da 8€

3 COMEDY SHOW - EDOARDO CONFUORTO NOF (FI) ing. gratuito

3 WORLD CUP QATAR 2022 - SEMIFINALE La Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. gratuito

MERCOLEDÌ 14

3 STEFANO MASSINI: L’’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI (fino al 18/12)

Teatro della Pergola (FI) ing. da 12€

3 JAM SESSION JAZZ

Jazz club (FI) ing. gratuito con tessera

3 DRUM CIRCLE

Instabile Culture in Movimento (FI) ing. da 5€

GIOVEDÌ 15

3 CONCERTO DI NATALE

Cattedrale di Pisa (PI) ing. gratuito con biglietto

3 SERATA UNIVERSITARIA

Ostello Bello Firenze (FI) ing. gratuito

3 LIVE MUSIC - TRIBUTE BAND NOF (FI) ing. gratuito

3 TROPICAL ANIMALS Club21 (FI) ing. da 15€

VENERDÌ 16

3 ALULA (IRIONDO/IDRA)

Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP

3 GIORGIO POI

Viper Theatre (FI) ing. 17,25€+dp

3 I VERSI DELL'ORNITORINCO: TEKKEN POETRY

Libreria l’Ornitorinco (FI) ing. gratuito

3 CERTI DI RESISTERE

Teatro Puccini (FI) ing. 15€

3 CRISTINA KRISTAL RIZZO (replica 17/12) Cango (FI) ing. da 5€

3 MEGANOIDI LIVE + DJ SET

Combo Social Club (FI) ing. NP

SABATO 17

3 6TH ANNIVERSARY

Street Levels Gallery (FI) ing. gratuito con tessera

3 WORKSHOP CON CECILIA GALLIA (fino al 18/12) Spazio Arti e Gestalt (FI) ing. gratuito

3 FRANCESCO DE CARLO

Teatro Puccini (FI) ing. 20€

3 SERENA ALTAVILLA (+ OPENING: TBD)

GLUE Alternative Concept Space (FI) ing. gratuito con tessera

3 STEVE ISSERLIS & CONNIE SHIH

Teatro della Pergola (FI) ing. da 16,50€+dp

3 BIAGIO ANTONACCI

Nelson Mandela Forum (FI) ing. da 35€+dp

DOMENICA

18

3 SLAP - YOUR LOCAL MARKET

Combo Social Club (FI) ing. NP

3 ALBERTO MORETTI

Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (PO) ing. da 3€

LUNEDÌ 19

3 ALEX BRITTI

Teatro Puccini (FI) ing. da 25€+dp

3 TRUFFAUT 90

Cinema La Compagnia (FI) ing. da 5€

3 CORSO DI DANZA AFRICANA Instabile Culture in Movimento (FI) ing. 20€

MARTEDÌ 20

3

PRESENTAZIONE LIBRO DI VANNI SANTONI Artiglieria (FI) ing. gratuito con tessera

3 COMEDY SHOW - OPEN MIC NOF (FI) ing. gratuito

3

MERCATINO DI NATALE (fino al 23/12) Piazza San Francesco (PO) ing. gratuito

3 CLAUDIO BAGLIONI

Teatro della Pergola (FI) ing. da 49€+dp

MERCOLEDÌ 21

3 JAM SESSION JAZZ

Jazz club (FI) ing. gratuito con tessera

3 DRUM CIRCLE

Instabile Culture in Movimento (FI) ing. da 5€ con prenotazione 3 LIVE MUSIC - TRIBUTE BAND NOF (FI) ing. gratuito

GIOVEDÌ 22

3 THE ZEN CIRCUS - NATALE ZEN Tuscany Hall (FI) ing. 23€+dp 3 MYSTERIES Murate Art District (FI) ing. offerta libera 3 CONCERTO DI NATALE Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (FI) ing. da 25€ 3 TROPICAL ANIMALS Club21 (FI) ing. da 15€

VENERDÌ 23 3 HANDLOGIC

BUH Circolo Culturale Urbano (FI) ing. NP 3 MARCO DI MAGGIO

GLUE Alternative Concept Space (FI) ing. gratuito con tessera 3 PHOMEA Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP 3 1 HOUR - OGNI ORA UNA FESTA DIVERSA Combo Social Club (FI) ing. NP

LUNEDÌ 26

3 PEPPA PIG - LA GITA IN SPIAGGIA

Tuscany Hall (FI) ing. da 17€+d

3 CANTO DI NATALE (fino al 28/12)

Teatro Puccini (FI) ing. 10€

MARTEDÌ 27

3 TRUFFAUT 90

Cinema La Compagnia (FI) ing. da 5€

3 UOMO E GALANTUOMO (fino al 05/01)

Teatro della Pergola (FI) ing. da 12€ 3 GIUSEPPE VERDI - DON CARLO (fino all’08/12) Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (FI) ing. da 15€

MERCOLEDÌ 28

3 IL MAGO SILVAN Tuscany Hall (FI) ing. da 23€

3

LIVE MUSIC - TRIBUTE BAND NOF (FI) ing. gratuito

GIOVEDÌ 29

3 SERATA UNIVERSITARIA Ostello Bello Firenze (FI) ing. gratuito 3

LIVE MUSIC - TRIBUTE BAND NOF (FI) ing. gratuito 3 KARAOKE YellowSquare (FI) ing. gratuito

VENERDÌ 30

3

LE RAGAZZE DI SAN FREDIANO (fino al 31/12)

Teatro Puccini (FI) ing. 15€+dp 3 PHOMEA

Circolo Arci Il Progresso (FI) ing. NP 3 GEMBOY LIVE + DJSET Combo Social Club (FI) ing. NP

SABATO 31

CAPODANNO 2022/2023

Viper Theatre (FI) ing. NP 3 CAPODANNO 2022/2023 Club21 (FI) in. da 35€ 3

CAPODANNO 2022/2023 Tenax (FI) ing. NP 3

COMBO NEW YEAR’S EVENT Combo Social Club (FI) ing. NP 3

CONCERTO DI NATALE

Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (FI) ing. da 40€ 3

CAPODANNO CON SPETTACOLO

3

PRESENTAZIONE DI “ATTRAVERSO IL CANCELLO E RITORNO. LE AVVENTURE DI ANNINA” Libreria l’Ornitorinco (FI) ing. gratuito

3 QUATUOR AROD

Teatro della Pergola (FI) ing. da 16,50€+dp

3 WORLD CUP QATAR 2022 - FINALE La Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. gratuito

SABATO 24 3

ORT CONCERTO DI NATALE Teatro Verdi (FI) ing. 19€+dp

DOMENICA 25 3

VACANZE DI NATALE ANNI 90

Combo Social Club (FI) ing. NP

Le Murate Caffè Letterario (FI) ing. 80€ 3

7 SPOSE PER 7 FRATELLI Teatro Verdi (FI) ing. da 37€+dp

3
MUSICA \ TEATRO \ CINEMA \ ARTE \ EVENTI

Lucia Festival 9,10,11 dicembre 2022

DICEMBRE DA NON PERDERE

LUCIA FESTIVAL

DAL 9 ALL' 11 DICEMBRE • CANGO

La quarta edizione di LUCIA, il Festival promosso da Radio Papesse per celebrare l'arte di raccontare senza immagini, torna a Firenze dal 9 all'11 dicembre a CANGO Cantieri Culturali Goldonetta (Firenze). LUCIA presenta narrazioni audio provenienti da tutto il mondo e lo fa grazie alla produzione curata di video di sottotitolazione - in italiano e inglese - per agevolarne l’accessibilità linguistica. Oltre alle sessioni di ascolto, anche un seminario sul podcasting per l’infanzia e un calendario di performance live, riscaldamenti sensoriali, incontri con autori e audio maker. Anche quest’anno i lavori audio di Lucia Festival saranno disponibili per l’ascolto online, durante e dopo il festival, sul portale DigiToscana MediaLibraryOnline per gli utenti di tutte le reti bibliotecarie della Toscana.

RAFFAELLA CARRÀ ICONA DELLA PUBBLICITÀ

DAL 3 AL 23 DICEMBRE

• INFORMACITTÀ

Dopo il successo di pubblico della mostra Superstar. L'arte celebra la regina delle bambole, collettiva che omaggiava la bambola della Mattel, lo spazio di Informacittà – L'arte di comunicare propone un ulteriore tributo a un'altra icona dell'immaginario pop: Raffaella Carrà. Il percorso espositivo si focalizza sul rapporto tra la straordinaria carriera di Raffella Carrà e i tanti marchi della pubblicità, che se la contendevano in quanto testimonial richiestissima e accreditata. Dal 3 al 23 dicembre la mostra Tanti Auguri. Raffaella Carrà icona della pubblicità presenta una collezione unica e inedita di immagini pubblicitarie d'epoca che raccontano l'evoluzione dell'artista e i cambiamenti dei costumi e dei consumi della società. La più amata dagli italiani e non solo.

BRYAN ADAMS

8 DICEMBRE • NELSON MANDELA FORUM

Il songwriter canadese Bryan Adams arriva al Nelson Mandela Forum di Firenze con i brani del nuovo album “So Happy It Hurts”, uscito a marzo 2022, che andranno ad aggiungersi alle tante hits con cui Bryan Adams ha occupato le classifiche di tutto il mondo negli ultimi 40 anni. Da “Heaven” a “Summer of 69”, da “Please Forgive Me” e “Run To You”, la carriera di Bryan è costellata da brani che sono nei cuori anche del pubblico Italiano. Il tour partirà da Roma per poi proseguire a Firenze, dove Adams torna dopo 28 anni, e chiudersi in Veneto, a Conegliano per tre serate di puro rock. Bryan Adams è uno dei musicisti live più entusiasmanti del mondo, le sue performance energiche, la sua naturale presenza scenica e la sua voce incredibile sono garanzia di emozione e divertimento.

ALESSANDRO CATTELAN

8 DICEMBRE • TEATRO VERDI

“Salutava sempre” è il titolo dello show live con il quale Alessandro Cattelan debutta a teatro. Un’occasione davvero speciale, si direbbe unica, nella quale il pubblico è invitato a partecipare al funerale di Alessandro Cattelan e da qui partire per raccontare dall’aldilà le follie, le ipocrisie e le piccole manie che contraddistinguono le nostre vite ordinarie ne “l’aldiquà”. Canzoni, stand-up, momenti di show, battute e interazione con il pubblico in questa festa per chiedersi insieme “cosa succede dopo?” e anche “cosa fare prima?”. Un one man show, prodotto da Live Nation, dove il protagonista ci racconta con il suo inconfondibile tono ironico e dissacrante, il suo sguardo su un mondo di cui ormai non fa più parte e dove, con la morte, si è guadagnato il privilegio della totale sincerità.

GIORGIO POI

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DICEMBRE • VIPER THEATRE

Dopo il successo dell’album Gommapiuma acclamato dalla critica musicale e dopo l’uscita del suo ultimo singolo Ossesso, dopo le strepitose date sold out al Teatro Dal Verme di Milano e all’Auditorium di Roma e dopo un lungo e felice tour estivo, Giorgio Poi torna a Firenze con il suo show emozionante e potente, finalmente dal vivo nella dimensione che più gli s'addice, a stretto contatto con il suo pubblico. Giorgio Poi è nato a Novara ma cresciuto a Roma. Dopo i viaggi a Londra, Berlino e negli States arriva nel 2017 “Fa Niente” uscito per Bomba Dischi/Universal e accolto con grande favore dalla stampa e dalla critica. Cantautore e musicista d’eccezione con alle spalle un’incessante attività dal vivo e proficue collaborazioni con artisti nella scena italiana e internazionale.

SERENA ALTAVILLA

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DICEMBRE • GLUE ALTERNATIVE CONCEPT SPACE

Serena Altavilla è senza dubbio una delle voci più affascinanti del panorama italiano. Dal 2005 a oggi si è fatta conoscere come frontwoman dei Blue Willa, già Baby Blue, prodotti da Carla Bozulich, e successivamente dei Solki. Con entrambe le formazioni ha pubblicato vari dischi e ha macinato tantissime date live, sia in Italia che all’estero. Nel suo background coesistono il punk, la tradizione popolare e le musiche d’avanguardia. Il suo eclettismo l’ha portata a collaborare nel corso degli anni, in studio e dal vivo, con Calibro 35, Mariposa, La Band del Brasiliano e Tundra Orbit, tra gli altri. Nel 2021 inizia il suo percorso da solista con l'album “Morsa”, acclamato da pubblico e critica. Dal vivo si fa accompagnare dal vibrafono e dalle percussioni di Matteo Lenzi

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daStoriemuseo

Museo Nazionale del Bargello

Il Museo del Bargello si vuole raccontare Visite guidate tematiche: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì h 10 e h 12; sabato alle h 15 e alle h 17 Focus di approfondimento: sabato e 3° domenica del mese, h 11 e h 12

Museo delle Cappelle Medicee L’arte e il potere Visite guidate tematiche: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato h 11, h 12, h 16, h 17 Focus di approfondimento: sabato h 10:30, h 11:30, h 15:30, h 16:30 e domenica h 10:30 e h 11:30

Museo di Palazzo Davanzati

Alla riscoperta del Museo di Palazzo Davanzati Visite guidate tematiche: martedì, mercoledì e giovedì h 10:15 e h 12:15; venerdì, sabato e domenica h 15:15 e h 17:15 Focus di approfondimento: martedì, mercoledì e giovedì h 9:15 e h 11:15; venerdì, sabato e domenica h 14:15 e h 16:15

Museo di Orsanmichele

Orsanmichele. Storia e capolavori della chiesa e del museo Visite guidate tematiche: martedì e sabato h 11:40 e h 15:20 Focus di approfondimento: martedì e sabato alle h 12:50 e h 16:35

Museo di Casa Martelli Benvenuti a Casa Martelli Visite guidate tematiche: sabato h 9, h 10, h 11 e h 12

Non occorre la prenotazione. Gruppi di max 15 persone in ciascun museo ad esclusione di Casa Martelli, dove i gruppi saranno di max 10 persone

LUOGHI AMENI E DOVE TROVARLI

Di cancelli e ville, a Pozzolatico

Mi rendo conto solo adesso di avere un debole per i cancelli: adoro quelli slanciati, con le guglie che sembrano aspettare una pioggia di polli dal cielo; per non parlare poi di quelli moderni con lastroni di metallo interi, senza feritoie, alla moda dei castelli medievali; e poi quelli vecchi e putridi che puzzano di legno sciupato, intriso d’acqua acida che nel tempo ha reso tutto marcio e stanco. Ma su tutti, senza nulla togliere a questi appena menzionati, i miei preferiti sono quelli che non hanno niente da proteggere, quelli che non dividono qualcosa da qualcos’altro, quelli che semplicemente stanno in mezzo a un prato, magari retti da colonne al limitare, ma che non proseguono con nessuna recinzione, niente di niente, solo suolo libero e zone calpestabili. Hanno una certa aria di refuso, come di errore di valutazione, di qualcosa che rimane per sbaglio, o che forse per volontà viene lasciato a memoria storica, come per dire che qui c’è stato qualcosa e ora non c’è più.

A Pozzolatico, però, dei miei cancelli prediletti non c’era traccia. Parliamoci chiaro: non è mai facile subire una cocente delusione, avere aspettative troppo alte rischia di rigettarsi addosso come un neonato che ha mangiato troppi vasetti Mellin. C’eravamo imbarcati in un viaggio verso un luogo ameno dal valore di circa nove milioni e rotti di euro. Le giravamo intorno, a questa fantomatica villa, senza vederla ma con desiderio, alla mercè delle zanzare settembrine. Cercavamo un accesso praticabile: era lì, tra ciottoli, imprecazioni e sconforto. Ma nulla. Ci trovammo di fronte a un cancello insormontabile – saranno stati sei metri e mezzo di altezza – che nemmeno io con i miei proverbiali quadricipiti sarei mai riuscito a superare, nemmeno con l’utilizzo di un’asta olimpica.

Fu una disfatta, una resa incondizionata. Ci guardammo e riprendemmo zitti zitti la via di casa, facendo la conta dei pinzi sulle mani e sui malleoli scoperti.

di Niccolò Protti • foto di Irene Tempestini
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Brevi Cronache Librarie

Quando mi invitarono a una partouze, presi il cellulare per capire cosa fosse e intanto risposi meccanicamente: «certo, con piacere». Non ho mai saputo di chi era l'appartamento: terrazza coperta affacciata su piazza Santa Croce, lettini e sdraio ovunque, un buon gusto così discreto. Evidentemente non del mio amico, sposato, tre figli, che mi aveva presentato e che veniva con la moglie da anni.

«Tutta gente in gamba» aveva detto: avvocati, medici, un paio di scrittori locali, pochi imprenditori - mi chiesi se perché non avvezzi alla condivisione che una partouze comporta – insomma, tutta gente interessante.

La prima sera mi chiesero di prepare la mia pasta alle vongole che sparì in un attimo. «Vuoi delle pasticche dopo il caffè?» offrì una dentista appassionata d'arte, dopo avermi spiegato la storia dietro a quella stella di David nascosta in bella vista sulla facciata ottocentesca della Chiesa che sembrava così vicina dalla terrazza.

«No, grazie» risposi. Sorrise con tutto l'affetto del mondo e mi sfiorò appena un avambraccio, nuda dalla vita in giù. Nel salone almeno una decina di persone si stringevano e baciavano, passando da un gruppo all'altro. Mi chiamarono in tre o quattro, tutti così felici che fossi lì con loro.

«Era soprattutto perché sapevi cucinare» mi confessò anni dopo la dentista con la quale ormai convivo insieme agli altri due che chiamo amore.

A DICEMBRE INCURIOSISCE IL MONOLOGO DI NICHI VENDOLA

Ed è arrivato anche l'ultimo mese dell'anno, quello che dovrebbe portare a una rinascita, quello dove ci auguriamo che tutto cambi ma poi alla fine sappiamo benissimo come andrà. Tutto proseguirà, nella buona e nella cattiva sorte, come l'anno precedente e cornetti e scaramanzie, baci sotto al vischio e abbracci (perché tutti siamo più buoni, è bene sottolinearlo) serviranno a ben poco. Appunto per questo possiamo continuare nelle buone abitudini come quella di andare a teatro e potremo scegliere, per esempio, di andare ad assistere a “La colonia”, al Teatro della Pergola fino 3 dicembre, diretto da Beppe Navello e tratto da Marivaux, “uno spettacolo sulla rivolta delle donne che ci permette di ascoltare le parole di un classico a proposito della questione femminile”.

gli errori dei loro padri e dei loro nonni.

La fine dell’amore. Amare e scopare nel XXI secolo Fandango Libri, 2022 – 20€

È una commedia, con canzoni e cabaret, di grande respiro e apertura su un argomento ancora dibattuto, senza dare risposte ma lasciando aperti tanti punti interrogativi soprattutto per le nuove generazioni per non commettere

Attesissimo il monologo di Nichi Vendola, al Teatro Puccini il 9 dicembre, “Quanto resta della notte”, un viaggio diviso in otto capitoli accompagnato da immagini e musiche. Si parlerà del nazionalismo e del sovranismo, di guerra, razzismo e maschilismo, di Sarajevo e di Hebron. E poi inevitabilmente di Covid e del femminicidio, del G8 di Genova e di Carlo Giuliani. E ancora di Ingrao, di memoria e di morte. E infine di amore e del figlio. Un bello zibaldone, un gran pot-pourri. Che possa essere di buon augurio “I Promessi Sposi”, al Teatro di Rifredi dal 15 al 17 dicembre, per la regia di Angelo Savelli e Ciro Masella e una ciurma di giovani attori. Nelle pieghe del romanzo per eccellenza sono state scovate una commedia dell'arte degli ultimi, della povera gente, e una commedia filosofica dove la Provvidenza allunga la sua mano sui potenti quanto sui miserabili. Su tutto questo sarà spruzzata una buona dose d'ironia, la stessa che il Manzoni ha sparso ed elargito in tutte le sue pagine.

Tamara Tenenbaum
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IL CINEMA PUNK: MARGINI

The Lazarus Effect

In questo horror, un po’ soporifero, del 2015 sono presenti i due attori di cui più si è parlato nell’ultima parte dell’anno: Olivia Wilde, novella regista al centro delle polemiche per la burrascosa anteprima veneziana del suo “Don’t worry darling” e Evan Peters, attore feticcio di Ryan Murphy, consacrato nel 2022 dalla sua interpretazione di Jeffry Dahmer, qui ridotto al ben poco interessante ruolo di studente scapestrato. Nell’universo dell’horror sono trascorse epoche geologiche nel frattempo ed è fortunatamente sempre meno frequente imbattersi in storielle così innocue.

L’ORIZZONTE DI GLORIA

Un film che racconta la frustrazione, l’entusiasmo e la malinconia di 3 amici che si mettono in testa di organizzare un grande concerto punk con una band americana in una Grosseto che si trascina pigramente dall’estate all’autunno. La vita in provincia, lo scontro generazionale e il racconto di un passato ancora molto prossimo si intrecciano nel film di debutto di Niccolò Falsetti, ideato insieme a Francesco Turbanti, regalandoci una pellicola che rende con grande precisione la fotografia di una generazione divenuta adulta in un momento di passaggio.

Niccolò, quanto è punk Grosseto? “Poco in realtà. Come qualsiasi piccola città fa a cazzotti con la cultura punk che è metropolitana\urbana e che, con tutte le sue derivazioni, per la sua natura di controcultura si distanzia dalle ideologie predominanti e dall’autoritarismo. Capita quindi che i giovani, specie nei piccoli centri, si sentano maggiormente rappresentati da questo universo”.

Dahmer

Una serie che non è solo l’avvincente ricostruzione di un agghiacciante, tragicamente vero, fatto di cronaca, ma che si pone come esempio di una nuova narrazione seriale. “DAHMER” si prende il suo tempo per trascinare lo spettatore nella storia. Strategica l’importanza dei personaggi secondari che servono a far sviare temporaneamente l’attenzione dal protagonista che rimane orribilmente presente sullo sfondo di tutti gli snodi narrativi. Nel ruolo principale Evan Peters che ha fatto di una perfetta ambiguità la sua cifra.

A cosa è dovuta la scelta di ambientare la storia alla fine dell’estate del 2008? “Quel periodo era uno dei nostri “margini” all’interno del quale il film doveva rientrare. Questi primi 20 anni del 2000 sono molto confusi, mentre le decadi del '900 erano più scandite. Quando si parla di anni '50, per esempio, sai che c’è stata un’epoca ben precisa, cosa che non si può dire del primo decennio di questo nuovo secolo. Continuiamo a chiamarli “gli anni 2000” e sono già passati due decenni che hanno portato grosse trasformazioni come il G8 di Genova, il crollo delle Torri Gemelle e la Pandemia. Il 2008 poi ha visto lo scatenarsi di una drammatica crisi economica. La mia generazione è diventata maggiorenne negli anni di questa crisi e trentenne con la pandemia.

Con questo non voglio dire che fatti importanti non si fossero verificati anche in precedenza, ma per la prima volta ci sono venuti addosso e hanno cambiato inesorabilmente le nostre vite. Nel film ci tenevo a sottolineare che nel momento in cui i protagonisti si rivolgono al Comune per chiedere uno spazio dove organizzare il concerto non gli viene detto di no perché “c’è la crisi”, come succederebbe adesso, perché i fondi in quel momento probabilmente c’erano ma si preferiva destinarli appunto a una rievocazione storica dell’assedio di Ludovico il Bavaro. È un emblema della mentalità di quel tipo di realtà: quando anche era possibile aiutare un progetto diverso veniva compiuta un’altra scelta. Un altro aspetto a cui abbiamo posto attenzione è l’oggettistica: telefoni e computer adesso in disuso perché, proprio in quel periodo, è avvenuta l’affermazione dell’età digitale. L’esplosione di Facebook, i primi iPhone, la creazione di Youtube sono tutti avvenimenti che hanno portato a un cambiamento nelle relazioni interpersonali. Tante persone già si tenevano in contatto virtualmente con MySpace, ma per incontrarti dovevi uscire di casa e fare cose insieme agli altri, proprio come i protagonisti di Margini che hanno una band e stanno insieme sentendosi meno soli. Oggi benché iperconnessi siamo più disgregati”.

Come è stato l’incontro professionale con i Manetti Bros. che hanno prodotto il film?

“È stata una svolta. Io sono stato regista di seconda unità per la trilogia di Diabolik e avevo anche collaborato a dei videoclip e alla serie L’Ispettore Colliandro. Io e Francesco li definiamo i nostri fratelli maggiori, ci hanno fatto capire che quelli che per noi erano problemi insormontabili sono tutti aspetti del processo creativo”.

A cosa stai lavorando adesso?

“Ora sto girando a Napoli con i The Jackal e siamo già al lavoro per un nuovo film sempre in collaborazione con i Manetti”.

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DALL’HARLEM GOSPEL CHOIR A MANUEL AGNELLI

Anche dicembre conferma un grande programma musicale per Firenze e dintorni.

Iniziamo dall’ultimo concerto in rassegna per “HeartBeat, battiti del cuore e della terra”, festival diretto da Enrico Romero e dedicato alle musiche del mondo, che ha visto 16 concerti, laboratori e incontri: il 2 dicembre a Buh! Circolo Culturale Urbano (ore 21:30) sarà in scena Fanfara Station, un progetto originale che nasce dall’incontro di musicisti italiani e magrebini e che fonde la forza di un’orchestra di fiati, l’elettronica e i ritmi e i canti del Maghreb, celebrando l’epopea delle culture musicali della diaspora africana e dei flussi che da sempre uniscono il medio oriente al Maghreb, all’Europa e alle Americhe. Procede invece a pieno ritmo l’attività del neonato centro di produzione musicale, Toscana Produzione Musica, la

nuova realtà toscana con doppia sede tra Firenze e Cascina e la direzione artistica di Maurizio Busia e Francesco Mariotti: il 4 dicembre al Parc è previsto il debutto del nuovo progetto firmato da Monica Demuru e Cristiano Calcagnile, dedicato a Pasolini, “Solo una cosa ho avuto nel mondo”, una produzione originale che vede la sua creazione nell’anno del centenario del poeta. Sempre al Parc, sempre per TPM, proseguirà anche a metà dicembre la rassegna Mixitè (date ancora in fase di definizione) con grandi nomi del jazz italiano come: Paolo Angeli, Luca Aquino, Ada Montellanico, Daniele Roccato e molti altri.

Grandi concerti in calendario anche al Teatro Verdi, tra cui segnaliamo il 5 dicembre sarà in scena (un atteso ritorno) Massimo Ranieri con la sua tournée “Tutti i sogni ancora in volo”; il 6 dicembre, invece, Marco Masini celebra

i suoi oltre 30 anni di carriera con “T’innamorerai di noi” tour; il 7 dicembre sarà invece la volta di Daniele Silvestri con i suoi concerti in giro per i più importanti teatri italiani. Aggiungiamo infine l’Harlem Gospel Choir (9 dicembre) con lo speciale tributo a Nina Simone e la doppia data (21 e 22 dicembre) per Elisa e la sua “An intimate night”. Chiudiamo il nostro programma mensile segnalando Simona Molinari e Alex Britti in concerto al Teatro Puccini, rispettivamente il 13 dicembre e il 19 dicembre, e la sempre ottima programmazione del Viper, nella quale sottolineiamo: Manuel Agnelli (8 dic) e il rapper Claver Gold (9 dic).

CITTÀ IN MUSICA
minimondo testo e collage fotografico di Susanna Stigler La manutenzione della felicità. (Michela Murgia) 43°46'36.9"N 11°13'27.0"E
di Giulia Focardi • foto di Roberto Cifarelli
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FRASTUONI

Cresciuta nella scena punk di Melbourne per poi traslocare a Castelmaine, ridente città nata grazie alla corsa all'oro, l'australiana Carla dal Forno torna ad autoprodursi con il terzo album “Come Around”, nove tracce notturne dalle tinte horror che continuano la costante mutazione artistica del suo personalissimo folk. La voce di Carla affascina e stordisce portandoti dentro al suo mondo e alle sue difficoltà, come quella dell'insonnia che ha caratterizzato le sue notti dopo la nascita della figlia durante il lockdown. Un album che privilegia un nuovo tipo di immediatezza, senza sacrificare il fascino enigmatico e le sfumature che hanno contraddistinto i precedenti lavori, un viaggio a piedi sotto la luna che riporta a casa Carla dal Forno per riallacciare i rapporti con le persone e i luoghi.

OISEAUX-TEMPÊTE

WHAT ON EARTH (QUE DIABLE) (SUB ROSA/NAHAL RECORDINGS)

Partoriti dal magma creativo di sperimentazione e attitudine cazzuta che unisce quei progetti-meraviglia chiamati Suuns, The Ex, Mondkopf, Godspeed You! Black Emperor e Jerusalem in My Heart, gli Oiseaux-Tempête tornano con il nuovo album e confermano quanto di buono avevano fatto presagire i brani che lo avevano anticipato. Sull'onda di leggendarie e devastanti esibizioni live, la band francese continua il suo viaggio oscuro attraverso paesaggi post-apocalittici, a volte fluttuando, a volte correndo, a volte strisciando nel fango sotto una pioggia incessante di bagliori noise e voci ammalianti. “What On Earth (Que Diable)” è un lavoro magico che richiede tempo e dedizione, capace di offrire infinite immagini e dettagli da scoprire per chi ai giorni nostri ha ancora il coraggio di stupirsi.

PHOENIX ALPHA ZULU (GLASSNOTE)

Nato in tempi recenti un po' per caso da uno splendido concerto milanese, il nostro amore per i francesi Phoenix e il loro stile unico non si è più fermato. Omaggio sin dalla copertina all'arte immortale, “Alpha Zulu” è il primo lavoro di inediti dopo la morte del produttore e membro aggiunto Philippe Zdar e l'unico che la band ha prodotto interamente da sola al momento. Registrato dentro al Musée des Arts Décoratifs (Louvre) di Parigi, questo album è un costante passaggio da uno stato d'animo all'altro nel corso delle sue dieci tracce, continue contraddizioni e anomalie che lo rendono molto divertente e confermano la capacità dei Phoenix di riuscire a evolversi e resistere nella propria carriera ormai più che ventennale, una band attiva e fiorente che ancora sembra non aver superato il suo apice.

FRASTUONI SU SPOTIFY

La playlist di Frastuoni è su Spotify. Aggiornata settimanalmente, contiene una selezione dei migliori brani sia italiani che internazionali, in linea con i gusti della rubrica. Scansiona il QR code per accedere direttamente e segui la pagina Facebook di Lungarno per rimanere aggiornato. Per reclami, segnalazioni e pacche sulle spalle, scrivi a frastuoni@lungarnofirenze.it

CARLA
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AMORAZZI

~ QUASI UNA POSTA DEL CUORE ~ a cura di Francesca Corpaci • illustrazione di Costanza Ciattini

Ragazzo fortunato

A me piace una ragazza ma non so come dirlo alla mia ragazza perché questa ragazza è la migliore amica della mia ragazza. La migliore amica della mia ragazza mi ha confidato che gli piaccio e io non le ho risposto, sono stato muto. La migliore amica della mia ragazza è molto bella.

Amico del sole, ci abbiamo messo due anni ma alla fine eccoci qui. Magari quello che sto per scrivere è troppo sentimentale e farei meglio ad attenermi al pauroso livello di professionalità che ogni redattorə di Lungarno si impegna a mantenere dall’attimo in cui firma con una Montblanc di platino piena del suo stesso sangue il contratto – ci tengo sempre a sottolinearlo – multimilionario con cui sarà in grado di farsi una piscina grossa come uno stadio ma che al tempo stesso lo legherà alla rivista in modi che neanche riesce a immaginare. Ma sai che ti dico? Chi se ne frega degli sgherri armati di mazze che verranno sguinzagliati dal Direttore Maximo non appena riceverà questo pezzo; basta col terrore di ritrovarsi con una sospensione di stipendio e non avere abbastanza cash per acquistare quella casuccia in stile modernista con accesso mare privato all’Argentario che ho intravisto l’altro giorno su Idealista; basta con l’assurda lista dei criteri di formattazione degli articoli: una specie di Bibbia scritta in carattere microscopico su cui ciascuno di noi collaboratorə è costretto a pregare cinque volte al giorno rivoltə verso la sede; basta col regime di asfissiante ansia da performance – sebbene, va detto, addolcito da un opulento cesto di Natale confezionato a tema per ciascunə, il mio di solito composto da una fantasia di veri cuori estratti dalle più diverse specie faunistiche in modo da creare una sorta di delicatissimo centrotavola – in cui io e ə mieə colleghə siamo costretti a vivere. Basta con l’angoscia, basta con i limiti alla libertà espressiva in nome dell’immane potere d’acquisto che ci viene garantito a fronte della totale e cieca obbedienza. Basta, e sai perché? Perché beibi, questa è l’ultima puntata di Amorazzi. Ebbene sì tesoro,

sapevo che un giorno sarebbe successo, dunque quando la rubrica è partita e ho ricevuto il tuo messaggio – il primo in assoluto – me lo sono tenuto da parte, sognando il momento in cui avrei spezzato le catene del potere e il cerchio si sarebbe chiuso. Non fraintendermi, sono stati anche anni bellissimi: con i party di redazione per cui venivano recapitati dalla Russia container interi di caviale del Volga, gentile dono dell’amministrazione locale; e quell’istante, puntuale ogni mese, in cui una cifra per te probabilmente inconcepibile si adagiava sul mio conto off-shore. Ma doveva finire e alla fine è successo; anzi, succede adesso. E non ti dirò, amico caro, se è perché ho scelto di passare il resto della mia permanenza terrena in stato di meditazione sulla cima a un’altura appuntita o perché – nonostante fosse quasi impossibile – mi sia stata fatta da qualcuno che non nominerò un’offerta nell’ordine dei moltissimi zeri che abbia reso decisamente più affrontabile la cessione di ogni briciola di moralità residua. Ti basti sapere che Amorazzi finisce qui, che è stato un viaggio pazzissimo e che grazie ai proventi della rubrica da vecchia potrò rifarmi l’intera dentatura in diamante. Per quanto riguarda la tua questione, essendo passati due anni immagino che in qualche modo l’avrai sfangata in autonomia, dunque potrei anche risparmiarmi la fatica di una vera risposta. Ma dato che a sensazione mi sembri un po’ quel misto cojone-codardo che va tanto di questi tempi ci sta anche che tu non abbia fatto un bel niente e sia rimasto lì a candire, quindi ecco qui: molla quella povera crista e mettiti con l’amica. Vi lascerete sicuro in tempo record, ma almeno la tua ex si sarà liberata in un colpo di un fidanzato moscio e di un’amica di merda

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LO ZIGOZAGO storie e tradizioni

Comari

Giovanni Galliani, “il dannato” di Marciola

Era il marzo 1821, quando Giovanni Galliani venne arrestato perchè aderente alla Carboneria. Scomunicato e costretto ad abbandonare l’attività di avvocatura, fu confinato per tre lunghi anni nella casa di famiglia vicino a San Vincenzo a Torri, sulle colline di Scandicci. Tutti, in paese, erano a conoscenza dei suoi ideali (e d’altra parte lui stesso non dovette farne gran segreto se tutt’oggi, sulla porta d’ingresso della sua dimora in via Marciola 9, troneggia uno stemma d’inequivocabile origine massonica), ma l’arresto, e soprattutto la scomunica, gli valsero l’indelebile fama di dannato Neanche la morte riuscì a lavare la sua reputazione, tutt’altro. Sembra, infatti, che dopo aver sentito delle urla provenire dalla sua bara, alcuni paesani decisero di spostarla lontano dal cimitero e “sigillare” magicamente l’anima del carbonaro con quattro paletti di legno, uno per ogni angolo della tomba. Questa soluzione, in un primo momento, sembrò efficace. Un giorno, però, un trattore urtò uno dei legni ormai muffiti e nascosti dall’erba alta, rompendolo e spezzando l’esorcismo. Lo spirito di Galliani, nuovamente libero di mostrare il suo dissenso per il trattamento ricevuto in vita, tornò allora ad aggirarsi per le strade di Marciola. L’ultimo dei tanti chiari avvistamenti risale al secolo scorso, quando un contadino vide materializzarsi nel campo una figura abbigliata con vestiti ottocenteschi che non smetteva di fissarlo. Le manifestazioni plateali del fantasma sembrano adesso essersi interrotte. Quella che fu la sua casa, è oggi un’azienda agricola che al protagonista di questa sovrannaturale storia popolare ha anche dedicato una bottiglia di vino. Tuttavia, chi abita quotidianamente l’edificio, racconta con strana serenità di luci a sensore che si accendono improvvisamente, senza che qualcuno sia passato loro davanti. Che “il dannato”, stanco di girovagare, si sia semplicemente rintanato tra le mura domestiche?

DAL VINTAGE DI HUMANA ALLA PIZZA TIRATISSIMA

Raffaella

Una grande novità per gli amanti dei capi vintage. In via delle Belle Donne 4/R, poco lontano da Santa Maria Novella, ha aperto Humana Vintage. Abbigliamento di marca per uomo e donna, borse, bigiotteria, cinture e scarpe dagli anni ’60 agli anni ’90. Pezzi unici di qualità a prezzi convenienti: il bello è che provengono dalla filiera etica e trasparente di Humana People to People Italia. L’organizzazione no profit leader nel settore della raccolta e avvio a recupero degli indumenti usati utilizza gli incassi per finanziare progetti di cooperazione internazionale e iniziative solidali in Italia. Così l’acquisto combina sostenibilità con solidarietà. Firenze sempre più tra le capitali della pizza in Italia. A Firenze arriva Tiratissima. Il locale di Laura Tosetti e Simone Arnetoli, conosciuti per le esperienze di Toscanino, Galateo Ricevimenti e Regina Bistecca, hanno deciso di puntare su un

format originale. Da Tiratissima in viale Amendola  14-22R a Firenze la pizza è extralunga. Tra carte da parati di design e arredi vintage arriva in tavola una pizza lunga fino a tre metri per 10 persone: viene servita su una lunga tavola di legno e va condivisa tra gli altri avventori. La pizza è molto leggera da digerire grazie a un impasto idratato al 75% e lasciato a lievitare oltre una giornata. L’impasto, spianato a mano, viene poi messo a cuocere su pietra. Da Tiratissima è lunga anche la pizza formato asporto: viene venduta in una scatola di 60 centimetri. In piazza Strozzi ha aperto lo showroom Minotti: uno spazio espositivo che sfrutta le caratteristiche classiche del palazzo per esaltare gli arredi e gli oggetti di design a firma Minotti. Nei vari ambienti sono proposti diversi tipi di living con i sistemi di seduta Connery e Roger firmati da Rodolfo Dordoni o con i pezzi dal sapore giappo-danese disegnati da Lars e Sendai di Inoda+Sveje. Spicca la master bedroom con Roger Bed, o la sala da pranzo con il tavolo Marvin, sempre a firma di Rodolfo Dordoni.

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4 4 6 5 4 5 2 4 4 5 4 3 3 3 4 5 5 4 2 4 popolamento 3 cinghiali di rinforzo per tutti Primo attacco, tutti i dadi ottengono +1 cittadini carica bestiale Cinque tribù di cinghiali si contendono I TERRITORI, scegli chi impersonare e coMbatti COME NON HAI MAI FATTO. GNAMO! CONQUISTA LA TOSCANA. Scoprilo su www.demoela.com

PALATI FINI

testo e illustrazione di Marta Staulo

Gli struffoli

Nelle cucine oltre quel limite che separa gli europei dai terroni, c'è quella fucina di olio in continua ebollizione e che ti si attacca ai vestiti e all'anima.

Friggiamo tutto, più che mai a Natale, e sul motto "fritt è bbon pur'a cart" (anche la carta è buona se è fritta) friggiamo anche i dolci. Perché se a Natale sai di ammorbidente e non di fritto vuol dire che sei una persona sola. Pulita sì, ma sola.

Struffolo (Campania) Pignolata (Basilicata) Cicerchiata (Abruzzo e Molise) Pignoccata (Sicilia), Purcidduzzi (Puglia), la Magna Grecia, che non conosce ancora l'uso della barbabietola/canna da zucchero, diffonde nelle sue colonie la stessa strategia per soddisfare le sue voglie glicemiche con quel che può: farina, uova, olio/strutto e miele. Sei dolce come un babà, sei bell come una sfogliatell sono i complimenti elargiti da una civiltà goduriosa che rapporta bontà e bellezza, ma nessuno mai ti comparerà a uno struffolo, che trova senso alla sua esistenza solo nell'unione compatta con i suoi simili. Infatti gli struffoli sono un dolce composto a forma di ciambella o di piramide, dove N piccolissime palline fritte sono rese solidali da un fluido viscoso di miele agrumato. Così solidali che, per tagliare una porzione per i commensali, ho visto, nelle notti di Natale, madri aggirarsi in cucina armate di martello e scalpello. Gente che si nascondeva sotto i tavoli per paura che per staccare uno struffolo, gli partisse nell'occhio anche il piatto di portata rotto in mille pezzi. Gli struffoli ci insegnano che, come una misera pallina fritta, né soffice, né croccante, né dolce, né salata, buttata in un crogiolo di miele e profumata di agrumi, solo insieme a tante altre inutili palline possiamo forse avere un senso

SPIRITO LIQUIDO

Have a White European Christmas

Anche quest’anno ci siamo, è arrivato da sé, non importa se c’è crisi, la guerra, i migranti, tralasciamo tutto all’anno nuovo. Si è infilato nelle case e per le strade, per cui del resto, se ne riparlerà a gennaio. Adesso tocca a pandori, panettoni, tortellini, cene aziendali, arrosti, bolliti, parenti, tavole imbandite. Che ci volete fare, è Natale.

Per smaltire le festività in scioltezza però, ci vuole un bel cocktail social popolare, ormai iconico. Molti se lo ricorderanno per il film “Il Grande Lebowsky”, per cui quale occasione migliore delle feste natalizie per passare un momento da veri Drughi? Preparate ciabatte e vestaglia, tirate fuori gli ingredienti e mettetevi comodi.

Per prepararlo vi servono 5cl di vodka, 2cl di liquore al caffè e della panna. Stiamo parlando del White R*****n ovviamente, ribattezzato White (Eastern, ma solo perchè siamo a Natale) European. Si monta direttamente nel bicchiere old fashioned, che avrete già colmato di ghiaccio per l’occasione. Versate la vodka e il liquore al caffè nel bicchiere e date una mescolata, una. Se preferite una dolcezza maggiore, potete utilizzare la kahlua. Montate la panna usando lo shaker e poi andate a versarla lentamente usando il dorso del cucchiaio per adagiarla bene ed evitare un effetto splash, mi raccomando non mescolate. Il bianco deve sempre stare sopra e il liquore al caffè sotto (avvisiamo la gentile clientela che il testo di questo articolo è stato approvato dal nuovo gabinetto di governo). Buona digestione a tutti!

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CARO ZODIACO

ARIETE (21 marzo-19 aprile)

Caro Ariete, ami le sfide, sei testardo, lo sai, lo sappiamo. E così tenti posizioni superiori alle tue possibilità. Perché? Semplice: è perché non ti sono chiari i tuoi limiti. Ma così facendo i risultati sono scarsi. Concentrati su shirshasana, la posizione sulla testa. Il resto (forse) verrà di conseguenza.

CANCRO (21 giugno-22 luglio)

Caro Cancro, il tuo segno è legato alla pace e alla freschezza della Luna, ma hai anche bisogno di una spalla sulla quale appoggiarti (e frignare un po’). La posizione su cui lavorare è ardha chandrasana, da praticare in ogni occasione, anche per raccogliere una cartaccia da terra.

BILANCIA (23 settembre-22 ottobre)

Cara Bilancia, sei sempre alla ricerca dell’equilibrio e della stabilità... e che ti metti in testa? Di farlo attraverso posizioni che ti diano certezze nello staccarti da terra. Sei veramente un bel tipo Bilancia, lasciatelo dire. La posizione su cui lavorare è cane a testa in giù, adho mukha svanasana

TORO (20 aprile-20 maggio)

Caro Toro, sei un segno di terra. E si vede. Eccome se si vede. Il tuo segno è in relazione alla stabilità e ai confini. Cerchi la sicurezza ma al contempo cerchi anche di rendere vitale la terra con il movimento. Quante cose vuoi, Toro? La pozione su cui lavorare è kurmasana, la tartaruga.

LEONE (23 luglio-23 agosto)

Caro Leone, per stare bene necessiti di movimento e azione. Di molto movimento e di molta azione. Forse troppa? Chissà. Il Maestro consiglia navasana, il movimento del vogatore. Speriamo che serva a qualcosa, quantomeno la sera andrai a dormire stanco morto.

GEMELLI

(21 maggio-20 giugno)

Caro Gemelli, il tuo segno è legato alla comunicazione e alla gola. Forse Gemelli hai qualche problemino nell’esprimerti? Raccontare chi sei e cosa vuoi? Il Maestro ti consiglia la posizione del cobra, bhujangasana. Non risolverà tutti i tuoi problemi, ma intanto è un punto di partenza.

VERGINE (24 agosto-22 settembre)

Cara Vergine, per te lo yoga può essere solo una ricerca di guarigione.

Come? Attraverso la perfezione, l’attenzione e la precisione fisica e mentale.

Per il tuo segno il Maestro non ha dubbi: lavora sulla posizione del guerriero, virabhadrasana, e fai il culo a quei pezzi di merda là fuori.

SAGITTARIO

(22 novembre-21 dicembre)

Caro Sagittario, per te il Maestro ha poche e semplici parole: scocca la freccia, raggiungi il tuo obiettivo. Sì, d’accordo, ma come? Potresti rispondere tu. Inizia lavorando su kamadeva asana. O in alternativa puoi sempre segnarti a un corso di tiro con l’arco.

SCORPIONE

(23 ottobre-21 novembre)

Caro Scorpione, ogni giorno cerchi il coraggio di sentire la tua energia vitale. Fai yoga in coppia, consiglia il Maestro, magari con il tuo partner. Esegui la posizione della pinza a terra paschimottanasana con il partner che ti accompagna da dietro. Suona un filo ambiguo? (E cosa non lo è, direste voi?)

CAPRICORNO (22 dicembre-19 gennaio)

Caro Capricorno, ultimamente in palestra ti abbiamo visto poco (ed è un peccato). Il Maestro consiglia: pratica costantemente, ripeti le posizioni, non ti stancare. E, non contento, il Maestro aggiunge: produci fuoco fino alla piena liberazione. La tua la posizione è bhekasana, il corvo.

ACQUARIO (20 gennaio-19 febbraio)

Caro Acquario, hai costante necessità di alimentare la tua energia interiore, per questo hai bisogno di uscire dagli schemi. In palestra rimani a lungo nella posizione della candela sarvangasana. Creerai nuovi equilibri e vibrazioni, o almeno vedrai le cose da un’altra prospettiva.

PESCI (20 febbraio-20 marzo)

Caro Pesci, ti è andata bene. Il tuo segno, dice il Maestro, è “la delicatezza supportata dal fuoco” Riconosci i tuoi opposti con leggerezza e determinazione. La tua posizione è parvati natja asana, la posizione della danza di Parvati (Pesci, onestamente non so se ti meriti tutto questo).

L’oroscopo che ti giudica, ma che alla fine ti vuole bene
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