Lungarno n. 39 - marzo 2016

Page 1

Aprile 2016

39

EZIO BOSSO LUCCA FILM

FESTIVAL

MIDDLE EAST NOW

L A JETÉE

LEVANTE L’A G E N D A D I

APRILE


20 aprile / 1 maggio Teatro della Pergola PIERFRANCESCO FAVINO

3 / 8 maggio Teatro della Pergola SEBASTIANO LO MONACO

LA CONTRORA

tratto da Le tre sorelle di Anton Čechov adattamento e regia Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli

IL MIO NOME È NESSUNO L’Ulisse di Valerio Massimo Manfredi regia Alessio Pizzech

4 / 5 aprile Saloncino | Teatro della Pergola

TITANIC - THE END

ideazione e regia Antonio Neiwiller in una visione di Salvatore Cantalupo

6 / 9 aprile Saloncino | Teatro della Pergola

13 aprile Saloncino | Teatro della Pergola ANDREA RENZI

DOLORE SOTTO CHIAVE / PERICOLOSAMENTE

FUOCHI A MARE PER VLADIMIR MAJAKOVSKIJ

di Eduardo De Filippo regia Francesco Saponaro

di Andrea Renzi

14 aprile Saloncino | Teatro della Pergola FEDERICO ODLING ANDREA RENZI

13 / 14 aprile Saloncino | Teatro della Pergola LICIA MAGLIETTA

MANCA SOLO LA DOMENICA

CAPRONI! Invenzione a due voci

tratto da Pazza è la luna di Silvana Grasso scene e regia Licia Maglietta

testi Giorgio Caproni regia Andrea Renzi

www.teatrodellatoscana.it 27 / 30 aprile Teatro Studio

1 / 10 aprile Teatro Era PRIMA NAZIONALE

LE NOSTRE DONNE

LEAR

liberamente ispirato a William Shakespeare di Stefano Geraci, Roberto Bacci regia Roberto Bacci

di Eric Assous con Edoardo Siravo, Manuele Morgese, Emanuele Salce regia Livio Galassi

TEATRO DELLA PERGOLA

fino al 3 aprile Teatro Niccolini

I GIOCATORI

Foto Filippo Milani

di Pau Mirò traduzione e regia Enrico Ianniello

19 / 24 aprile Teatro Niccolini FABRIZIO GIFUNI

LO STRANIERO, UN’INTERVISTA IMPOSSIBILE reading tratto da L’Étranger di Albert Camus ideazione e regia Roberta Lena

Via della Pergola, 12/32 - Firenze 055.0763333 pubblico@teatrodellapergola.com www.teatrodellapergola.com

TEATRO ERA

Parco Jerzy Grotowski Via Indipendenza - Pontedera (PI) 0587.55720 / 57034 teatroera@teatrodellatoscana.it www.centroperlaricercateatrale.it

TEATRO STUDIO

VIa Donizetti, 58 - Scandicci (FI) 055.0763333 pubblico@teatrodellapergola.com www.teatrodellatoscana.it

TEATRO NICCOLINI

VIa Ricasoli, 3 - Firenze 055.0763333 pubblico@teatrodellapergola.com www.teatrodellatoscana.it


EDITORIALE di matilde sereni Esiste una parola, un verbo per la precisione, che indica il fare qualcosa con tutto te stesso: con passione, creatività e amore. In greco si dice semplicemente MERAKI. L’ho scoperta per caso, sfogliando un libro suggerito su queste pagine qualche mese fa e credo che incarni nella maniera più totale quello che tutti noi proviamo lavorando ogni mese per Lungarno. MERAKI è scegliere la copertina, MERAKI è selezionare gli articoli in riunione, MERAKI è impaginare fino a quando l’ultima foto non è allineata al dettaglio, MERAKI è crescere insieme. In realtà nel libro c’è un’altra parola bellissima, PISAN ZAPRA che indica il tempo necessario per mangiare una banana. Non riesco a trovare un’attinenza con Lungarno ma mi fa molto ridere e la volevo condividere con voi. Come al solito mentre mi perdo in elucubrazioni da due soldi, non mi accorgo che arriva la primavera. I giardini fiorentini iniziano a fiorire e con loro le prime forme di colore, dal celeste di una scuola sul visual storytelling, la prima in europa, al verde dei campionati di ultimate – per gli amici frisbee, da giocare rigorosamente senza arbitro – fino ai concerti-arcobaleno di Ezio Bosso. Mentre vi scrivo, il mondo accusa una certa fatica a vivere la propria storia con dignità. Sono ore difficili, ma come ho già avuto modo di scrivere più volte “l’ultima linea di resistenza, è fare bene le cose”. Quindi andiamo avanti e proviamoci, nonostante tutto. “Se ci metti tutto te stesso, il risultato sarà eccezionale”, dice il libro. Se sia vero o no, non sta a me dirlo, ma un’idea me la sono fatta. Buona lettura.

IN COPERTINA IT BLOWS

SOMMARIO

4 5 6 5 8 10 11 12 14 16 20

di Enrico Pierpaoli

C’è chi ama accucciarsi sotto le coperte in un giorno di pioggia e chi torna bambino per due fiocchi di neve. Personalmente adoro il vento tiepido di inizio primavera. Quello che sembra innocuo, ma può spezzare rami e sollevare cani di piccola taglia. Tutto mi sembra più semplice, basta aprire la vela e farsi trasportare…

Enrico Pierpaoli, marchigiano d’origine, vive e lavora a Bologna come illustratore e fumettista freelance. Formatosi alla Scuola Comics di Jesi e all’ISIA di Urbino, ha collaborato come colorista alla serie a fumetti DK (spin-off di Diabolik). Amante del 2d vecchio stile e della Geek-Art, si lascia influenzare dalle correnti visive più disparate, dal Popeye di Segar ad Adventure Time.

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Firenze n. 5892 del 21/09/2012 N. 39 - Anno IV - APRILE 2016 - Rivista Mensile - www.lungarnofirenze.it Editore: A ssociazione Culturale Lungarno - Via dell’Orto, 20 - 50124 Firenze - P.I. 06286260481 Direttore Responsabile: Marco Mannucci • Direttore Editoriale: Matilde Sereni Vicedirettore: Gabriele Ametrano • Responsabile di redazione: Riccardo Morandi Social Media Manager: Bianca Ingino, Valentina Messina Editor: Cristina Verrienti • Amministrazione: Arianna Giullori Stampa: Grafiche Martinelli - Firenze • Distribuzione: Ecopony Express - Firenze Hanno collaborato: Alessandra Pistillo, Caterina Liverani, Cristina Romeo, Eleonora Ceccarelli, Marta Staulo, Martina Milani, Alice Cozzi, Valentina Messina, Michelle Davis, Giulia Focardi, Silvia Amerighi, Maria Carmela Saracino, Mattia Marasco, Tommaso Chimenti, Riccardo Morandi, The NightFly, Pratosfera, Leandro Ferretti, Nanni, Tommaso Ciuffoletti, Faolo Pox, Gabriele Ametrano, Aldo Giannotti, Gianluca Danti, Enrico Pierpaoli. Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dei proprietari. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, né per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati. Con il contributo di

Scopri dove trovare Lungarno su www.lungarnofirenze.it

21 22 23 24 25 27 28 29 30

EZIO BOSSO E LE SUE 12 STANZE di giulia focardi

AROMANTIQUE di eleonora ceccarelli

L’ARTE DEL VISUAL STORITELLING di michelle davis

ULTIMATE di sara vergari

LEVANTE di valentina messina

L’ANELANTE SIPARIO D’APRILE di tommaso chimenti

L’IMMORTALITÀ VESTE LE DONNE di alessandra pistillo

GRANDI AUTORI E SGUARDI di caterina liverani

TORTA DI CAROTE di marta staulo

L’AGENDA DI APRILE

18 APRILE DA NON PERDERE • I NCERTEZZE PRATESI di pratosfera • LUDICOMIX di silvia amerighi

•M ARE, MARE, MARE di maria carmela saracino • NOI VI CI MANDIAMO a cura di riccardo morandi • NOI CI ANDIAMO news dall’ente CRFi • I PANINARI... di leandro ferretti

•S ONO STATO BRAVO? di martina milani

•N ON CHIAMATELE SCARPE DA GINNASTICA di alice cozzi •A PRILE BAMBINO di cristina romeo

•P ERCHÉ NOI SIAMO NOI... di nanni the pug • SPA-GHE-TTI di tommaso ciuffoletti

•L A GRANDE TRUFFA... di riccardo morandi • LO SPEDALE di mattia marasco • PAGINE di gabriele ametrano •L A PRIMAVERA DI BEN di the nightfly

•S TEFANO TAMBORRINO di giulia focardi • SUONI di gianluca danti • STELLE di faolo pox


4

musica

EZIO BOSSO E LE SUE 12 STANZE di giulia focardi

I

l primo incontro con Ezio Bosso non si dimentica. È un essere insolito, di quelli che restano nella mente e nell’anima anche dopo essersi congedati, capaci di un’empatia magica, rara. Era l’agosto del 2014, a cavallo di un’estate non così calda, giornata di vento e di buoni pensieri. La nave che unisce Livorno a Golfo Aranci era carica di persone, turisti più o meno consapevoli che, di lì a poco, avrebbero assistito alla classica apertura simbolica del festival Time in Jazz di Paolo Fresu. Ore di navigazione davanti, ore di rivoli in cielo e in mare, ore di ponti immaginari, di spiagge sognate, ore infinite e quasi immobili. Per chi scrive sono state ore epifaniche. Ezio Bosso ed Erri De Luca s’incontrano per la prima volta sul velluto blu di quella nave; un incontro inedito, per loro e per noi, incuriositi, pronti allo stupore e a cercare con lo sguardo qualcosa di familiare in questi due personaggi eterei, una ruga, un sorriso, uno sguardo un po’ spaesato. Il dialogo improvvisato tra voce e pianoforte funziona alla prima, producendo un mix letale di emozioni profondissime, una dimensione irripetibile di intimità, vicinanza e forte commozione. Da allora, in tanti hanno cominciato lentamente a scoprire chi fosse Ezio Bosso, la sua malattia neurodegenerativa, il suono della sua musica, la sua poetica. Della serie “non è mai troppo tardi”,

perché di cose, il musicista e compositore torinese, ne aveva già fatte moltissime: per citarne alcune, la composizione di colonne sonore per film importanti (come “Rosso come il cielo”, “Io non ho paura”, “Quo Vadis, Baby?” e “Il ragazzo invisibile”), la vittoria d’importanti premi internazionali e di riconoscimenti italiani, l’invenzione del “Zusammenmusizieren: far musica insieme”, la collaborazione con la London Symphony Orchestra, che ha anche diretto. Ha avuto anche il tempo di imparare nuovamente a vivere la musica, a saperla leggere, ascoltare, capire e suonare, ripartendo da zero, dopo un’operazione al cervello subita nel 2011, rovesciando la tabula rasa che gli era piombata addosso. E qui sta la grandezza di Bosso: condividere, parlare, insegnare la propria esperienza, la propria vita, la propria saggezza, e contaminare, contagiare con la propria energia e quella spontaneità che neanche le sue parole affaticate sanno trattenere. “La musica è la nostra vera terapia”, lo diceva il Maestro Abbado, lo ha ripetuto Bosso stesso durante l’ospitata all’ultimo Festival di Sanremo, il 10 febbraio scorso (che ha spaccato in due fazioni, tra incazzati/indignati e adoranti, la platea virtuale). E forse ci voleva questo bagno di pop(olarità), il picco di share, la sua simpatia (anche dopo il tweet sarcastico di Spinoza, al quale ha saputo rispondere a tono), la fatica sfacciata con cui ha raccontato la genesi del suo primo disco solista ufficiale, “The 12th Room”

- le dodici stanze che ci caratterizzano, che ci formano, che ci rendono unici e liberi - per renderlo più vicino, più noto, più “nostro”. Da quel momento, tutte le prevendite dei suoi concerti futuri sono andati subito sold out, compresi i due fiorentini, che lo vedranno impegnato il 19 aprile al Puccini e il 20 aprile al Verdi. Verrebbe spontaneo chiedersi se gli appassionati dell’ultima ora sono mossi, incuriositi dall’uomo o attratti dalla sua musica. Non approfondiremo qui la questione, preferiamo raccontarvi l’artista e la sua sensibilità, il suo viaggio e le sue composizioni: “I brani, come sempre nelle mie scelte, rappresentano un piccolo percorso meta-narrativo. Quelli di repertorio rivelano anche da dove provengo, dove si trovano le radici della musica che scrivo. Rivelano i due musicisti che convivono in me: il compositore e l’interprete. Soprattutto sono storie di stanze. Alcuni brani mi hanno aiutato a tornare a suonare, a uscire dalla stanza”. Preferiamo fermarci ad ascoltare, perché come dice il Maestro stesso “ascoltare è la cosa più importante che esista”. E se inizierà i suoi concerti con “Following a bird”, voleremo tutti dietro al suo sguardo, al suo suono, alla sua anima. Per ritornare mutati o semplicemente più grati.


profumi

di eleonora ceccarelli

«L

’olfatto è il senso più sottovalutato in assoluto, ci stiamo dimenticando della sua importanza». Così si presenta Maria Letizia Longo, architetto dalla molta esperienza che si è trovata un giorno a voler intraprendere un’altra strada, facendosi guidare dai suoi sensi e seguendo la sua creatività. Per motivi di salute Maria Letizia si è avvicinata agli oli essenziali: un incontro che ha cambiato totalmente il suo modo di vivere. Così anni dopo ha preso questa decisione, ed è nata la prima Profumeria Botanica nel centro di Firenze, immersa in un giardino meraviglioso, dove vengono creati profumi aromaterapici per ambienti. Attraversando questo giardino entriamo nel laboratorio di Aromantique, un laboratorio che ha sapore di magia, con scatoline, boccette, flaconi, contagocce e uno splendido tavolo con sopra un percorso aromaterapico da provare all’istante. Con le indicazioni giuste e la guida esperta del nostro architetto è possibile apprezzare ed avere delle belle soddisfazioni. Ogni passaggio viene da lei descritto con incanto e precisione. «Ogni sostanza restituisce l’energia di cui è composta. Non utilizzo fissatori chimici per non inquinare il potere delle piante, che agiscono sugli aspetti sottili degli stati d’animo e sul benessere personale». La profumeria botanica viene quindi utilizzata negli ambienti per riportare equilibrio e benessere. L’olfatto è l’unico dei cinque sensi che non subisce alcuna mediazione

dal cervello e di conseguenza è impossibile opporsi. La reazione fisiologica risulta automatica: le ciglia olfattive sono terminazioni nervose che non lasciano dubbi, comunicano direttamente con noi senza attraversare la ragione. Per questo l’obiettivo è fare una ricerca di oli essenziali corretti per ognuno, in modo da attivare una risposta positiva e ottenere una sensazione di benessere emotivo che si riflette sulla nostra felicità e buonumore. L’ambizione di Maria Letizia è elevata: creare un profumo della felicità ed un profumo ad personam per ognuno di noi. Spesso vengono svolti anche dei workshop su questo tema per creare il proprio profumo aromaterapico. «La profumeria botanica è l’arte di comporre profumi utilizzando solo estratti di pianta, lavorando con materie prime vive e completamente naturali, e si occupa da sempre di restituire all’uomo l’energetica della pianta selezionando materie prime di alta qualità». Potremmo dire che indossare ed odorare un profumo botanico è come decidere di avere vicino un alleato invisibile. Foglie, radici, frutti, fiori: ogni parte della pianta ha una sua caratteristica che partendo dall’olfatto arriva al nostro cervello per creare sensazioni di benessere, relax, energia, positività, concentrazione, a seconda del tipo di essenza. Adesso dichiara di non essere più la stessa persona, ammette che dopo avere allenato il suo naso attraverso “l’olfazione” riesce a percepire tutto al meglio e a prendere decisioni più consa-

5

pevoli attraverso questo senso. Il fascino dell’olfatto sta anche nella sua memoria storica. Infatti noi non dimentichiamo gli odori che abbiamo incontrato nella nostra vita. Non accade mai di perdere memoria olfattiva. Ed ogni olio essenziale ha delle proprietà terapeutiche specifiche, e possono essere create delle sinergie straordinarie ed ottenere degli ottimi risultati per sentirsi meglio magari ponendo al centro del proprio profumo un ricordo piacevole del passato. Chiunque può provare questa esperienza e recarsi in questo spazio unico su appuntamento, oppure il giovedì pomeriggio ad ingresso libero. Scoprire un profumo personalizzato, partecipare ad un’esperienza olfattiva, trovare l’aroma corretto per un ambiente, parlare di profumeria botanica o altro. Uscire rigenerati da questa stanza in una tremenda giornata di pioggia e tornare a casa con un’energia nuova e con tante domande su questo senso che alla fine risulterà sconosciuto. Ricordiamoci che l’aria è vita. Senza non saremo qui, e niente è più importante.

http://www.aromantique.it


6

storie

L’ARTE DEL VISUAL STORITELLING di michelle davis

D

ietro ogni immagine si cela una storia, dietro ogni storia pulsa una visione. Nel terzo millennio, la grande narrazione del presente si muove online e a velocità supersoniche, sferrando colpi di adorabili gattini, arguti hashtag e contenuti virali. In questo mondo sempre più votato alla sfera visiva, come possiamo far sentire la nostra voce, raccontare la nostra realtà? Ogni epoca dà vita a nuove professioni e se qualche anno fa si sogghignava alla menzione del fantomatico Social Media Manager, oggi si parla di Visual Storyteller, una professione che, armata degli strumenti del giornalismo, della fotografia, del videomaking e del social, affronta una missione ben chiara: raccontare con le immagini. Non si dice forse che valgano mille parole? Ne abbiamo parlato con Roberto Malfagia, direttore didattico e docente presso La Jetée, la prima scuola di Visual Storytelling in Italia che, guarda caso, nasce proprio a Firenze e tiene i corsi nell’area ZAP, prima Casa della Creatività. “Vediamo La Jetée come una bottega, formiamo persone con un’ottica diretta di inserimento nel mondo lavorativo. Cerchiamo di unire formazione e produzione, poiché viviamo in un’epoca in cui lavoro e studio viaggiano su binari paralleli. Un luogo comune da sfatare è che le storie siano frutto di un momento di creatività estemporanea: i veri

narratori sono anche grandi progettisti. Narrare richiede una pre-produzione, una produzione e una post-produzione, soprattutto se ci troviamo all’interno di processi industriali. In quest’epoca non ci possiamo confinare in spazi predefiniti di pubblicazione: si parla di crossmedialità”. Sarà che siamo ancora bambini dentro, ma le storie sono sempre fonte di grande fascino. Lo sanno bene i responsabili marketing delle aziende, che tessono trame infinite intorno ai loro prodotti, inventando personaggi e proponendoci ogni giorno nuovi stimoli. All’interno di questo grande racconto, qual è il ruolo dei Visual Storyteller? “Se prima avevamo letteratura, scrittura, giornalismo, cinema ora sono arrivati i nuovi media che offrono una gamma di nuove possibilità espressive tutte da scoprire. Soprattutto, dobbiamo imparare a leggere le immagini. Stiamo surfando sulla rivoluzione digitale e vogliamo creare una figura professionale con competenze transversali. Abbiamo ufficialmente inserito la figura del Visual Storyteller nell’albo della Toscana con l’intenzione di confermare l’importanza dei visual studies, finora sottovalutati in Italia”. Quando si parla di utenti, quanto è labile il confine tra passivo e attivo? Quando è che il racconto dà vita anche a spazi di coinvolgimento e riflessione? “Il Visual Storytelling prende spunto da molti ambiti, creativi e sociali. La fotografia di massa è un

fenomeno dal potenziale enorme ed è sfruttato non solo da strategie di marketing ma anche dal mondo dell’arte. Quando nel 2011 la Montblanc lanciò il nuovo cronografo, ideò la campagna online ‘The Beauty of a Second’, in cui invitava il pubblico ad esprimere il proprio concetto di bellezza. Questo è solo uno dei tanti esempi di user generated content, in cui è l’audience a creare un gruppo autoriale capace di rivoluzionare i sistemi tradizionali. Questo è un processo tipico delle comunicazioni del terzo millennio, pensiamo ad esempio ad Amalia Ulman, che su Instagram ha creato un opera d’arte performativa ora esposto al Tate Modern. Facebook stesso è un diario visivo in cui ognuno si descrive con il proprio stile, la propria visione. La Jetée esplora tutto questo, il potere narrativo dell’immagine”. E perché questo nome curioso? “La Jetée è un film del 1963 di Chris Marker, considerato un cortometraggio di rottura, una sequenza fatta di fotografie, filmati e audio che evoca un intenso viaggio emotivo. Gilliam lo omaggiò con ‘L’Esercito delle dodici scimmie’. Inoltre La Jetée in francese significa ‘molo’ e ci piace pensare alla nostra scuola come ad un punto di attracco ma anche di partenza, luogo di scoperta ed esplorazione”. Comunicatori, ormeggiate le ancore e spalancate gli occhi: che il viaggio abbia inizio!

http://www.lajetee.it


play

7

ULTIMATE: L’ECCELLENZA DEL FAIR PLAY di sara vergari

N

on tutti sanno cos’è Ultimate, ma tutti hanno giocato almeno una volta con un frisbee. Ecco, questo è lo sport del frisbee. Nato alla fine degli anni Sessanta in America, si tratta di un gioco di squadra a sette giocatori che, passandosi il disco, devono segnare nell’area di meta avversaria. Il campo rettangolare ha dimensioni di 100mX37m e vince chi arriva prima a 19 con almeno due punti di scarto. Non ci si può muovere mentre si è in possesso del disco e si ha 10 secondi per effettuare il passaggio mentre l’altra squadra cercherà di ostacolarlo senza però alcun contatto fisico. Ultimate ha un campionato nazionale in Italia,

così come in molti altri paesi, e a Firenze non manca certo una squadra competitiva. “La squadra è nata a Prato nel 2000 ma ora ci alleniamo a Firenze, al Campo sportivo Niccolò Galli in Via dei Vespucci” inizia a raccontarci Max Vitali, attualmente il giocatore più anziano, capitano e presidente per diversi anni. Oltre alla così detta squadra competitiva ne esiste una non competitiva che per ora si allena indoor, ma con la bella stagione si unirà agli altri outdoor. Nel gioco di Ultimate l’arbitro è assente e, pensando alle sue regole e allo svolgimento, può sembrare quasi impossibile. “Ogni giocatore è arbitro e ha diritto di chiamare un fallo. Se due giocatori non riescono a mettersi d’accordo il disco torna a chi lo aveva in precedenza”. Questo è il

vero spirito del fair play. Questo è lo spirito di Ultimate e soprattutto dei ragazzi in campo durante ogni partita. È fondamentale iniziare ogni competizione con l’obbiettivo di non commettere irregolarità o di riconoscerla sportivamente nel caso in cui succeda. Negli ultimi anni il gioco del Frisbee si sta facendo conoscere sempre di più tra le persone e sempre di più si avvicina il riconoscimento completo tra gli sport ufficiali. “Il nostro sport si sta muovendo progressivamente. Partecipa già ai World Game ed è aperta la strada per le Olimpiadi. Ciò che viene maggiormente apprezzato è proprio lo spirito del fair play dovuto all’assenza dell’arbitro ma anche la possibilità di mettere in campo una squadra mista di uomini e donne”. Proprio la squadra di Firenze ha inoltre organizzato nel 2014 i campionati mondiali a Lecco, dove la nostra nazionale under 20 si è classificata quarta, a un passo dal podio. “Ricordo con piacere e con orgoglio la stagione 2009 quando siamo diventati campioni nazionali”, ci dice Max con modestia ma gli si legge nel volto la soddisfazione sua e di una squadra che da più di quindici anni si allena intensamente per raggiungere livelli sempre più alti. È possibile seguire i ragazzi di Firenze, così come le altre squadre italiane, sul sito ufficiale della federazione flying disco.

http://www.fifd.it


8

personaggi

LEVANTE

UN FILTRO DI MUSICA PRIMAVERILE di valentina messina

L

a mia parola del mese di aprile è “filtrare” vale a dire riuscire a trattenere solo il meglio, il buono, l’essenziale. Così come si filtrano le emozioni, le amicizie, le situazioni, così si dovrebbero filtrare anche le parole e la buona musica. Claudia Lagona, classe 1987, in arte Levante, che viaggia, scrive, ama, ma soprattutto canta alla velocità del vento. Reduce – anzi ancora completamente immersa – in un tour che le sta dando molta soddisfazione e pienoni a ogni data la gente, si chiede chi fosse quella ragazza che batte il cinque alla vita rimanendo comunque se stessa, prima di diventare un’icona pop italiana. Levante prima di Levante era diversa, di certo, necessariamente. Sicuramente il mio modo intimidito e quasi “svogliato” di sedere su una sedia e cantare le mie canzoni davanti a trenta, quaranta persone... non c’è più. All’inizio non avevo molta voglia di farmi avanti e non perché credevo di non meritarlo o perché non mi sentivo pronta, ma semplicemente perché la mia musica era nata dentro ad una stanza e forse non mi interessava poi così tanto che qualcuno applaudisse o storcesse il naso. Era una

necessità e basta quella di fare musica e non mi andava di associarla a molto altro. Con il tempo il desiderio di comunicare si è fatto sempre più forte e grande, fino a diventare gigante e così eccomi, sempre un po’ intimidita dall’idea che qualcuno abbia voglia di ascoltarmi ma totalmente investita dal desiderio di mangiare il palco. È terapeutico! Rimango affascinata dal suo spirito geneticamente ereditato di viaggiatrice che, effettivamente, non può prescindere dalla vita di un musicista. Una vita costellata dagli sposta-

menti: una siciliana trapiantata in Piemonte da piccola e adesso - con la sua carovana gipsy che ha toccato già più di trenta tappe e città diverse - le chiedo se si immaginerebbe una vita diversa invece di questa. Potrei morire in una dimensione diversa da questa. Davvero potrei raggiungere il punto più buio e profondo della tristezza e poi morire. Non so se la vita mi regalerà per sempre la possibilità di vivere di questo, ma se così non fosse mi inventerò qualcosa per non stare ferma mai!


9 Ne è passato di tempo dall’estate 2013 quando c’era ancora Alfonso a farle cantare “che vita di merda” - pur sempre mantenendo un certo aplomb. Musicalmente parlando dal primo al secondo album Levante è cresciuta sia professionalmente che interiormente. Ed è cresciuto anche il numero dei suoi fan. Sono cambiate molte cose da che “Alfonso” (singolo d’esordio) mi ha dato la possibilità di arrivare a così tante persone. In soli due anni siamo riusciti (e parlo al plurale perché è stato uno splendido lavoro di squadra) a raggiungere dei risultati bellissimi. Il salto è stato gigantesco e lo abbiamo fatto con le sole forze della mia musica e la professionalità delle persone che lavorano con me, senza il grande aiuto della televisione. I fan sono aumentati ma non è cambiata la qualità del rapporto che ho con loro, sempre pronta a rispondere, a leggere i commenti, sempre pronta a farmi abbracciare dopo i concerti e scambiare delle chiacchiere. Il nuovo album “Abbi cura di te” è un disco intimista che sembra più una raccolta di ricordi, emozioni, esperienze personali. Dodici tracce che scorrono troppo in fretta, a creare una sorta di fotografie musicali. ABCDT è un disco consapevole, meno arrabbiato rispetto a “Manuale Distruzione”, una sorta di

quello di un equilibrio interiore “nonostante tutto” per poi arrivare a quello con gli altri, i rapporti, le amicizie i ricordi... E anche il disamore, come accade in “Pose Plastiche”. Sabato 16 Aprile Levante si esibirà sul palco del Viper Theatre, tra magliette glitter e giri armonici alla chitarra. Sentiamo delle good vibration a riguardo. E anche lei. Firenze, come ho detto più volte, è un quadro dell’Italia che vorrei vedere ovunque, nonostante sia splendida la diversità, quel tipo di bellezza, sia a livello paesaggistico sia a livello umano, è il paese che vorrei. Ad ogni modo sarei una pazza a non esserne innamorata, follemente innamorata!

percorso felice. Intimista sì, riflessivo, ho fatto i conti con dei cambiamenti molto grandi e anche con l’arrivo di una “felicità delirante” che mi ha fatto scrivere molte canzoni mentre altre sono semplici fotografie di eventi specifici. È un disco pieno d’amore, c’è anche un “cuore salvo” in copertina a sottolinearlo. Tutto parte dall’amore per se stessi però,

Che siate fan del tè o delle tisanine delle 23.00 saprete come gustarvi al cento per cento, traccia dopo traccia, questo disco che altro non è che un infuso concentrato al sapore di dolcezza e coraggio, con accordi ballabili – e questa cantante che ci invita a prenderci (più spesso) cura di noi.

foto: Riccardo La Valle, Giandomenico Ricci, Simarth


10

sipario

di tommaso chimenti

L

’inverno non c’è stato e questo è pacifico. Marzo è stato ventoso e anche questo poteva essere prevedibile. L’aprile che debutta con il solito pesce (poveretto, lasciamolo nuotare in pace nell’Arno inquinato e, dicono fonti attendibili, anche colmo di residui di cocaina, forse per questo i siluri vengono su rigogliosi e di dimensioni spropositate), l’aprile delle allergie, l’aprile del dolce dormire, l’aprile dell’exploit della primavera in fiore, teatralmente parlando si apre come corolle, si dipanano leziosi e avvolgenti i petali sinuosi e carnivori, dai gambi erti alla ricerca del sole. Un bell’aprile fiorentino tra Puccini, Calenzano, Rifredi, Pergola (“La controra”, dal 15 al 24, con Pierfrancesco Favino, direttore della Scuola per attori del Teatro della Toscana), e Pontedera (con “Lear” di Roberto Bacci, dall’1 al 3). Ritorna “Anelante” di Antonio Rezza, con l’immancabile Flavia Mastrella nella costruzione degli apparati e componentistica scenica, al Teatro Puccini (1 e 2) con altre due date toscane dopo quelle del Metastasio pratese. Il Puccini ha sempre amato la lucida follia di Rezza, la sua fisicità, il suo essere grande performer e attore e la sua immensa capacità di far catalizzare l’attenzione sui suoi movimenti, le sue aperture cerebrali, le sue deviazioni e divagazioni che danno contorno e senso intimo e sociale alla sua

drammaturgia. Chi ancora pensa che Rezza (in questa prova supportato da vari giovani attori con buone doti) sia soltanto provocatorio, che utilizzi il nudo per far colpo o creare scandalo, non ha ben compreso la portata della sua diga che ogni sera erompe e s’infrange sulla platea, scardinandola, forse soltanto per il tempo dello spettacolo, accedendo a quelle crepe di pensiero che la cronaca, l’attualità, la politica, la televisione e i social network s’impegnano ad ingolfare come colesterolo nelle vene. Ecco, Rezza me lo vedo con stetoscopio ad auscultare cuore e polmoni, dare botte di vita, immettere energie e respiro e ossigeno nuovo e fresco nei nostri cervelli buonisti, impauriti, impregnati, saturi, satolli. Ci piace la nuova drammaturgia, ci piacciono i giovani che sperimentano, i trentenni capaci, con la penna attiva a sondare angoli di società, pezzi di mondo, fotografie dell’oggi. Gherardo Vitali Rosati è l’identikit giusto. Giornalista e critico teatrale (non depone a suo favore, gherardovitalirosati.it), si è messo prima a scrivere testi (“Fumo blu” e “Medici Dynasty”) come il frontman di Rai Tre Alberto Severi, adesso si è lanciato nella regia con questo “Glory Hole” (al Manzoni di Calenzano dal 6 al 10). Gli manca la sfera attoriale che però lasciamo a Renato Palazzi. La traduzione ci dice già tutto. Con una trasposizione da macellaio potremmo arrivare al “buco della gloria”, il foro che porta la felicità, apre le porte del Paradiso, regala gioia ed

entusiasmo. Roba da sexy shop, peep, locali osé, massaggi particolari. Ricade nella sfera del porno, qui trattata con la sensibilità di Ilaria Mavilla e le capacità di Roberto Andrioli. Ne parlò, in versione manuale e non orale (come prevede la glory hole originale), anche la pellicola “Irina Palm”. Qui si dovrebbe dare più spazio alle motivazioni, al prima, al background che hanno portato e condotto l’uomo, il protagonista, lì in questo angolo, in questo buco a cercare soddisfazione e comprensione, forse ascolto e vicinanza. Il Teatro di Rifredi da qualche stagione appoggia ed ama, sostiene ed è un suo immancabile tassello, Alessandro Riccio. Sentimenti ricambiati con performance che portano gente, sorrisi e qualche interrogativo da portarsi a casa. Dal 12 al 17 la nuova creatura è “Roba da duri”. Preparatevi, stavolta il trasformismo dell’attore e regista fiorentino lo porterà a tatuaggi e piercing d’ogni forma e grandezza. Un ragazzo immerso nella crescita, fatta di bosco e paure e piccole grandi imprese da superare, che si confronta con il mondo dove gli orchi e i lupi abbondano e le apparenze la maggior parte della volta ingannano. Chi è oggi il cattivo? Quello con la faccia da duro o quello con il doppiopetto e la cravatta? “Il nemico è la paura”, diceva Gandhi.


costumi

di alessandra pistillo

È

il dettaglio a dare valore all’abito. Forme e colori, gioco e seduzione, simbolismo e materialità. Questo e molto altro si cela dietro ogni capo d’abbigliamento, sintesi perfetta tra abilità artigiana e creatività. Lo sapevano bene le donne del Novecento che oggi vengono celebrate dalla Galleria del Costume di Palazzo Pitti. Con capi dal XVIII secolo ad oggi, per un patrimonio di circa 7000 pezzi, la Galleria ospita la mostra “Donne protagoniste del Novecento”: abiti e costumi che raccontano tutta la loro personalità. Nel nostra visita troviamo Rosa Genoni, la prima a incoraggiare il Made in Italy attraverso l’arte italiana del Rinascimento. I suoi capi furono presentati all’Esposizione Internazionale di Milano nel 1906: “Manto da corte” da un acquerello di Pisanello e l’abito da ballo ispirato alla “Primavera” del Botticelli. Ricami, strascichi regali: ci vuol poco per esserne conquistati. C’è Donna Franca Florio, personaggio di grande fascino ed eleganza, protagonista dell’alta società d’inizio Novecento. Il suo ricchissimo guardaroba fu ulteriormente ampliato nel 1902, quando ebbe il privilegio di essere nominata dama di corte della regina Elena di Savoia. Ammiriamo a bocca aperta il sontuoso mantello di corte del 1925 e l’abito da cerimonia. Si prosegue poi con Anna Piaggi, giornalista di moda che collaborò con Condè Nast, figura iconica dallo stile eccentrico, provocatorio ed estremamente colto e nota per aver inventato il Vintage ancor prima che ne fosse coniato il termine. Seguono Maria Cumani Quasimodo, attrice, moglie e musa ispiratrice di Salvatore Quasimodo, che indossava abiti di scena perfetti al punto da farla confondere tra

palco e vita reale, ed Antonella Cannavò Florio, pianista, che sposò il console della Thailandia Emilio Florio, la cui abitazione fu un perno della vita modana negli anni ‘50 e ‘60 e nei suoi abiti, tutto lo spirito romantico e la fantasia di Emilio Schuberth, couturier dell’alta società e delle dive del cinema. Eleonora Duse, non poteva essere assente: personaggio mitico della storia del teatro, famosa per la ricercata sobrietà del suo modo di vestire, contraddistinto da una semplicità nobile e altera. Il tour continua poi tra gli abiti da sposa dagli Trenta agli anni Settanta, così pudici e raffinati,

11

che hanno reso molte donne protagoniste per un giorno carico di attese e significati. Interessantissimo, infine, il tributo a Susan Nevelson (morta lo scorso anno), l’eclettica designer di Ken Scott dal 1962 al 1991. Oltre ai suoi coloratissimi vestiti, presenti anche alcune foto che la ritraggono in tutta la sua impressionante sensualità senza tempo. Abiti che non sono cimeli ma simboli vivi e vibranti dell’anima di queste donne, che sembra respirare ancora là sotto quella stoffa. È stata la loro arte a trasformarle in icone ed ora è giusto che si godano l’immortalità.

IL POLIMODA:

UNA FORMAZIONE APERTA di erika gherardotti

Il Polimoda è nato a Firenze nel 1986 dalla collaborazione dei Comuni di Firenze e Prato e da alcune associazioni imprenditoriali. Due sono le sedi: una a Villa Favard a Firenze e l’altra a Scandicci, in cui ospita i laboratori. E non a caso sono inserite in questo territorio, ricco di arte, di cultura e di aziende di moda. Il Polimoda è collegato a doppio filo con importanti realtà imprenditoriali: partecipa a Pitti Immagine e collabora con le imprese del settore e grandi brand, nei quali i suoi studenti iniziano un percorso di collaborazione. In un mondo come quello attuale, in cui tutto sembra sia stato shakerato e accelerato, è importante per la Moda rimanere al passo con il tempo. Anzi, deve spesso anticiparlo. E’ necessario quindi fornire allo studente una formazione aggior-

nata, informatizzata e non polarizzata, che abbia un occhio attento all’attività lavorativa che andrà a svolgere. Non solo, siamo sempre più cittadini di un mondo globale, per cui diventa fondamentale inserire l’alunno in un contesto interculturale. Visitando le sedi del Polimoda si ha subito la sensazione di essere in un Campus internazionale: le lezioni si svolgono prevalentemente in lingua inglese e gli iscritti provengono da ben 70 diversi Paesi, con il 70% degli allievi di nazionalità straniera. Questo è senza dubbio un valore aggiunto per chi vuole intraprendere una carriera nel mondo della Moda perché per “fare moda” bisogna spesso viaggiare, comunicare, lasciarsi ispirare da culture diverse e formarsi in una realtà aperta. Come il Polimoda.


12

pellicole

di caterina liverani

A

prile è il mese di transizione per eccellenza. Dalle giornate ancora incerte di marzo ci traghetta verso una primavera più matura, e mentre nelle sale cinematografiche i film della stagione delle premiazioni internazionali cedono il passo ad una nuova tornata di promettenti pellicole, in Toscana stanno per sbarcare, insieme ai due festival che chiudono il consueto spazio dedicato alla cinematografia orientale, due veri e propri monumenti del cinema americano contemporaneo.

George Romero, nato nel Bronx 76 anni fa, che nel 1968 ha dato una fondamentale svolta al cinema di genere horror con il cult senza tempo La notte dei morti viventi, è uno degli ospiti del Lucca Film Festival, l’evento che si svolgerà dal 3 al 10 aprile tra Lucca e Viareggio (www.luccafilmfestival.it) Romero riceverà l’8 aprile un premio alla carriera e lascerà le sue impronte nella nuova “Walk of Fame” di Lucca Comics & Games. Nei giorni seguenti avranno luogo una masterclass e una visita del regista alla mostra a lui dedicata, allestita nel Palazzo Ducale di Lucca (dal 26 marzo all’1 maggio) con locandine, fotobuste e manifesti originali italiani dei suoi film. Tra gli altri ospiti della manifestazione lucchese, che da un decennio porta in Toscana alcune tra le personalità più importanti della cinematografia mondiale, un’altra pietra miliare del cinema americano: William Friedkin,

uno dei registi contemporanei più discussi e celebrati che, nell’arco di una carriera quarantennale, ha realizzato film come L’Esorcista, Cruising fino al più recente Killer Joe. Oltre alle proiezioni, al premio alla carriera e ad un’imperdibile masterclass, la presenza di Friedkin sarà occasione per la realizzazione di un documentario sul suo rapporto con Giacomo Puccini, di cui ha spesso curato la regia delle opere. Non mancherà l’omaggio a due eccellenze del cinema italiano come Marco Bellocchio che, oltre a ricevere un riconoscimento alla carriera, condurrà una giornata di studi su cinema e opera al “Gran Teatro Giacomo Puccini” di Torre del Lago e il premio Oscar Paolo Sorrentino protagonista di un incontro venerdì 8 aprile. La Pittura Dietro l’Obiettivo è il titolo dell’esposizione di dodici dipinti realizzati in età giovanile da Bellocchio insieme a 100 opere su carta, nate durante la realizzazione dei suoi film. Tornando su territorio fiorentino, la città si prepara a dare il benvenuto a uno degli eventi più attesi e che meglio sanno raccontare la nostra contemporaneità. Il Middle East Now (5-10 aprile) giunto alla sua settima edizione è il secondo appuntamento della Primavera Orientale e avrà come tema centrale “Live & Love Middle East”, ovvero raccontare il Medio Oriente dal punto di vista di chi lo vive e lo ama. Quaranta pellicole tra lungometraggi, documentari, film d’animazione e cortometraggi

da Iran, Iraq, Kurdistan, Libano, Israele, Libia, Palestina, Egitto, Giordania, Emirati Arabi, Yemen, Afghanistan, Siria, Bahrein, Algeria e Marocco per un incontro a tutto tondo con la vita e la società mediorientali. Nel programma spicca come di consueto la grande attenzione all’universo femminile con i documentari Speed Sisters e A Made for Each, il film Go Home con protagonista la bellissima Golshifteh Farahani, l’ultimo film della regista libanese Danielle Arbid Parisienne e l’omaggio al cinema della regista turca Yesim Ustaoglu. Middle East Now non è solo cinema, ma anche arte, cibo e incontri segnalati, insieme a orari e luoghi di tutte le proiezioni, sul sito www.middleastnow.it. Chiude questo mese densissimo di appuntamenti il Dragon Film Festival, terzo e ultimo evento della Primavera di Cinema Orientale con il meglio del cinema contemporaneo proveniente da Cina Continentale e Hong Kong; dal 18 al 21 aprile la manifestazione si svolgerà al Cinema Odeon per poi coinvolgere anche Prato dal 22 al 24 tra il Museo del Tessuto e la Biblioteca Lazzerini. Ospite di questa terza edizione l’attore Simon Yam, interprete di molte pellicole di Johnnie To; tra le proiezioni più attese Underground Fragance presentato all’ultimo Festival di Venezia e i documentari Doris & Dong e Jia Zhangke, A Guy from Fenyang su uno dei registi cinesi emergenti più apprezzato nei festival internazionali.


13 L’ESPERTO CONSIGLIA “MAESTRI DEL BRIVIDO EDITION”

L’ESORCISTA (1973)

LA METÀ OSCURA (1993)

E

S

se il film che tutti abbiamo visto almeno una volta, ricevendone uno shock di solito difficile da dimenticare, in realtà con l’horror non avesse poi molto a che fare? Se la terribile storia della possessione demoniaca della piccola Regan, messa magistralmente in scena da William Friedkin, partendo dal romanzo di William Peter Blatty, non avesse una sola e scontata lettura? Tra tutte le sue molteplici interpretazioni L’Esorcista è infatti anche un film interamente costruito sui rapporti fra genitori e figli: quello tra la bella attrice Chris (Ellen Bustryn) e la figlia adolescente Regan (Linda Blair) e quello tra lo psichiatra e sacerdote gesuita Damien Karras ( Jason Miller) e la madre in fin di vita. Relazioni complesse che rappresentano due fasi diverse della vita: quella in cui è il genitore a prendersi cura di un figlio in difficoltà e quello in cui i ruoli sono invertiti ed è il figlio ad accudire una madre anziana. Altro dato interessante è che in entrambi i nuclei familiari raccontati nel film manca una figura paterna. In conclusione non è tutto horror quello che fa rabbrividire.

ono strane e terribili le cose che capitano al piccolo Thad Beaumont quando viene colto all’improvviso dai suoi debilitanti mal di testa. Venticinque anni e un’operazione al cervello dopo, Thad è un padre di famiglia, stimato docente e autore di romanzi polizieschi di serie B ad alto tasso di violenza sotto lo pseudonimo di George Stark. Quando, con la speranza di sfondare come scrittore firmando un libro finalmente col suo vero nome, è costretto a “uccidere” la sua seconda identità letteraria, quegli strani rumori che riecheggiavano nella sua testa quando era bambino ritornano a farsi sentire. La metà oscura è un intrigante horror\thriller, tratto da un grande successo di Stephen King, perfettamente figlio del suo tempo (l’inizio degli anni 90) nell’ambientazione e nell’atmosfera. George Romero dirige un affascinante e versatile Timothy Hutton impegnato ad evocare una convincente interpretazione in chiave moderna del Dottor Jekill e Mr Hyde.


14

palati fini

LA TORTA DI CAROTE Era inevitabile: l’odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori contrastati. L’amore ai tempi del colera (Gabriel Garcia Márquez) di marta staulo

S

e invece dei pesci di aprile voleste prendere un cavallo pazzo, vi basteranno forse un bastone ed una carota, o anche solo una torta che sa di carote e un po’ di mandorle. Toglietevi anche dalla testa le Camille, quelle cupoline alcoliche giusto un livello sotto la Fiesta, che stanno alle carote quanto me al matrimonio, ma che quando il nutrirsi in modo consapevole non apparteneva a questo mondo e le nostre mamme non conoscevano l’esistenza del glutine e del saccarosio, per un primitivo tentativo di green-washing, a soli 8 anni mangiarne una riusciva a farci sentire fighissime e a dieta, nonostante grondassero di olio di palma. E dimenticate anche i coniglietti bianchi che già vi saltellano nella mente, questa è una torta di carote cignala, granulosa e persistente, con il burro e tanto mascarpone, e dal profumo che vi resta sulle dita tutto il giorno. Conosco persone che detestano la cannella. Io detesto il prezzemolo perché non mi porta con la testa da nessuna parte, mentre la cannella ha un potere evocativo incontrollabile. Sarà perché ha più profumo che gusto e quindi attiva il ricordo più di ogni altro alimento. Sarà perché è culturalmente trasversale: è indiana ma allo stesso tempo araba ed ottomana, quindi inevitabilmente scandinava e mitteleuropea. E tutto ciò basta per premere play ad un susseguirsi di immagini calde: il riso al latte di mia nonna, i confetti cannellini (nei quali Giacomo Leopardi si dice abbia trovato la morte, uno che di ricordi ne sapeva qualcosa) chiamati così per la forma simile agli omonimi legumi, le zeppole cotte sulla stufa a legna nella

teglia di coccio forata, le merende a piantare alberi in Islanda, i forni crucchi del mio Erasmus ma anche solo il bar dove spendi le ultime monete che ti restano in tasca all’Ikea. Ripensandoci però, forse è la torta giusta con cui trovar marito, perché solo un uomo capace di apprezzare una torta fatta di ortaggi, spezie termogeniche e frutta secca, credo meriterebbe la mia mano. Un test che vale quasi più che dormirci insieme per vedere se russa. D’altronde ricordo che quando mia zia portò a casa il suo primo fidanzato, io gelosa marcia nel sapere che avrebbe voluto bene più a lui che a me, in risposta alla domanda se approvassi o meno la sua scelta d’amore, lo definii uno “scarotato”, dove la S privativa, che in effetti indicava davvero l’essere “estraniato dal suo contesto a fini analitici”, andava per me a significare la sua poca affinità con le carote. Quindi, se come me volete mettere alla prova il vostro prescelto per testarne brio e sregolatezza, iniziate ad accendere il forno a 180° e ad imburrare e foderare la teglia. Vi consiglio di grattugiare le carote e di non frullarle perché, più che con una Camilla, vi troverete con un omogeneizzato Plasmon, e non mi sembrano maturi i tempi. A questo punto potete dividere gli ingredienti in due categorie, umidi e secchi, ed unirli in due ciotole diverse, ed in seguito amalgamarli pian piano. Fine dei giochi e quasi un’ora di cottura. Dopo che la vostra torta si sarà raffreddata, potrete dividerla in tre strati e farcirla e rivestirla di mascarpone dolce al profumo di vaniglia. Tagliatene ora una fetta e chiedetegli di chiudere gli occhi. Se lui riuscisse nell’impresa di riconoscere tutte le spezie, allora è vero amore.

INGREDIENTI per l’impasto - 4 uova, 60ml olio d’arachidi, 120g burro fuso, 280g farina 00, 300g zucchero di canna, 380g carote grattugiate, 50g mandorle tritate, 1 pizzico di sale, 2 cucchiaini di essenza di vaniglia, 1 bustina di lievito, 1 cucchiaio di cannella, 1 pizzico di chiodi di garofano, 1 pizzico di noce moscata. per la crema - 500g mascarpone, 250g formaggio spalmabile, 125g zucchero a velo, essenza di vaniglia. http://perchehosemprefame.tumblr.com



l’agenda di

APRILE VENERDÌ 1 ANELANTE (1-2/04) Teatro Puccini (FI) ing. 16-20 € WONDER WOMAN (1-2-3/04) Teatro di Rifredi (FI) ing 16/14 € GALLINA VECCHIA (1-3/04) Teatro di Cestello (FI) ing. 15/13 € GESÙ DI NAZARETH (1-2/04) Teatro Lumière (FI) ing. NP R ABARBARI Circolo Il Progresso (FI) ing. libero BOA VIAGEM TRIO Caffè 19.26 (FI) ing. NP BOBO RONDELLI (1-2/04) Sala Vanni (FI) ing. 18 € NECESSARIAMENTE Auditorium Flog (FI) ing. 10 € SALMO Viper Theatre (FI) ing. 18 € SE NON VIENI A VEDERE QUESTO FILM AMMAZZIAMO IL CANE Glue (FI) ing. libero con tessera TRUTH - IL PREZZO DELLA VERITÀ (1-4/04) Cinema Odeon (FI) ing. NP SABINA GUZZANTI Teatro Obihall (FI) ing. 20/30 € KLIMHOUSE TOSCANA (1-3/04) Stazione Leopolda (FI) ing. NP LE MILLE E UNA NOTTE (1-14/04) Spazio Alfieri (FI) ing.. 7 € SABATO 2 CASA NOVA, VITA NOVA Teatrodante Carlo Monni (Campi Bisenzio) ing. 15/12 € AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA (2-3/04) Teatro Verdi (FI) ing. 19/31 € KEVIN MUCAJ + MARCO MAGGI Caffè 19.26 (FI) ing. NP HELL SPET + NO FUNNY STUFF Combo Social Club (FI) ing. 5 € NICOLA GENOVESE Circolo Il Progresso (FI) ing. libero TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI Auditorium Flog (FI) ing. 15/12 € RITMOS DO BRASIL Glue (FI) ing. libero con tessera IL TEATRO DEGLI ORRORI Capanno Blackout (PO) ing. 10 € con tessera BERNARD JOUBERT (2/04 - 3/06) Galleria Il Ponte (FI) ing. libero AB-BRACCIATA COLLETTIVA (2-3/04) Hidron (Campi Bisenzio) ing. 10 € R ASSEGNA DI DANZA PGS Teatro Obihall (FI) ing. NP DOMENICA 3 IL NUOVO VESTITO DELL’IMPERATORE Teatrodante Carlo Monni (Campi Bisenzio) ing. 8 € HOLI WAVE Combo Social Club (FI) ing. 5 € IL PIFFERAIO MAGICO Teatro Puccini (FI) ing. 8 € IL LIBRO DELLA VITA Nuovo Auditorium (Scandicci) ing. libero MAURIZIO BATTISTA Teatro Obihall (FI) ing. 22/33 € COMPANATICA Circolo La Pace (Compiobbi) ing. 15 € con tessera

LUNEDÌ 4 L ESSJAZZ QUARTET Caffè 19.26 (FI) ing. NP IL BAMBINO DI MÂCON CPA (FI) ing. libero LE PROIEZIONI / TEATRI MITI IN TOSCANA (4-14/04) Teatro della Pergola (FI) ing. libero TITANIC - THE END (4-5/04) Teatro della Pergola (FI) ing. 12/10 € FIERA DELLA SS ANNUNZIATA Piazza SS Annunziata (FI) ing. libero MARTEDÌ 5 MIDDLE EAST NOW (5-10/04) Varie Location (FI) ing. 6/5 € ROBERT TREVINO + DIMITRI MAKHTIN Teatro Verdi (FI) ing. 16/13 € MAELA CHIAPPINI (5-14-28/04) Caffè 19.26 (FI) ing. NP MERCOLEDÌ 6 L’OMBRA DEL CANNIBALE Teatrodante Carlo Monni (Campi Bisenzio) ing. 15/8 € GLORY HOLE (6-10/04) Teatro Manzoni (Calenzano) ing.13/10 € DOLORE SOTTO CHIAVE / PERICOLOSAMENTE (6-9/05) Teatro della Pergola (FI) ing. 12/10 € TEA FOUR THREE TRIO Caffè 19.26 (FI) ing. NP GIOVEDÌ 7 GIOCO DI SPECCHI (7-8-9/04) Teatro di Rifredi (FI) ing 16/14 € IL LIBRO DELLA VITA Nuovo Auditorium (Scandicci) ing. libero SHILPA RAY Combo Social Club (FI) ing. NP MATCH DI IMPROVVISAZIONE TEATRALE Auditorium Flog (FI) ing. 12 € TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE (7-10/04) Teatro Verdi (FI) ing. 25/37 € MILLELEMMI+MICHAEL BYRNE Rex Cafè (FI) ing. libero VENERDÌ 8 IL MONDO SOSPESO Teatro Puccini (FI) ing. 5 € AI WEIWEI: NEVER SORRY Glue (FI) ing. libero con tessera WOODSTOCK PARTY Combo Social Club (FI) ing. libero IRINA PALM Biblioteca civica (Calenzano) ing. libero POETA,MUSICISTA E VAGABONDE Circolo Il Progresso (FI) ing. libero AFRICA UNITE + EBM Auditorium Flog (FI) ing. 13/11 € RIO Viper Theatre (FI) ing. 12 € ALDO, GIOVANNI E GIACOMO (8-9/04) Nelson Mandela Forum (FI) ing. 27/60 € COSE CHE NON MI SONO CAPITATE ANCORA Teatrodante Carlo Monni (Campi Bisenzio) ing. 22,50/10,50 € CINEMA OUTSIDE THE BORDERS Glue (FI) ing. libero con tessera SABATO 9 NO PARTI Teatrodante Carlo Monni (Campi Bisenzio) ing. 15/12 €

F AUST’O Circolo Il Progresso (FI) ing. 8 € KLEVRA Combo Social Club (FI) ing. libero NICOLA RATTI + KASSEL JAEGER Sala Vanni (FI) ing. 15/10 € MARLENE KUNTZ Auditorium Flog (FI) ing. 15/13 € OFELIADORME + AMARCORD Glue (FI) ing. libero con tessera DOMENICA 10 I GRANDI ARTISTI DEL NOVECENTO ITALIANO LUCIO FONTANA Museo del Novecento (FI) ing. libero PINUCCIO CHIAMA FIRENZE! Teatro Puccini (FI) ing. 15 € QUARTO COLORE Ospedale di Careggi (FI) ing libero I RACCONTI MAGICI Ospedale Pediatrico Meyer ing. Libero FIERA DI OLTRARNO Piazza Santo Spirito (FI) ing. libero LUNEDÌ 11 I RACCONTI DEL CUSCINO CPA (FI) ing. libero LEZIONI DI ROCK, OMAGGIO A DAVID BOWIE Teatro Puccini (FI) ing. 20/15 € MARTEDÌ 12 ROBA DA DURI (12-17/04) Teatro di Rifredi (FI) ing 16/14 € AMLETO2016 (12/04 - luglio 2016) Castello di Elsinor (FI) ing. libero GIGI D’ALESSIO Teatro Obihall (FI) ing. 32/48 € HITCHCOCK - TRUFFAUT Cinema Odeon (FI) ing. 10 € L’UNIVERSALE Teatro Verdi (FI) ing. NP MERCOLEDÌ 13 I DUELLANTI Teatrodante Carlo Monni (Campi Bisenzio) ing. 22,50/10,50 € CAVEMAN - L’UOMO DELLE CAVERNE Teatro Puccini (FI) ing. 18-22 € FUOCHI A MARE PER VLADIMIR MAJAKOVSKIJ Teatro della Pergola (FI) ing. 12/10 € MANCA SOLO LA DOMENICA (13-14/04) Teatro della Pergola (FI) ing. 12/10 € VILLA TRIESTE Teatro Verdi (FI) ing. 7/17 € STEVE WYNN Circolo Il Progresso (FI) ing. 8 € GIOVEDÌ 14 BUDZILLUS Combo Social Club (FI) ing. libero D.VYZOR Rex Cafè (FI) ing. libero PUPO Teatro Obihall (FI) ing. 20/34 € TODO MODO Sala Vanni (FI) ing. 10 € CAPRONI! INVENZIONE A DUE VOCI Teatro della Pergola (FI) ing. 12/10 € W WE LIVE Nelson Mandela Forum (FI) ing. 34/74 €


MUSICA/TEATRO/ARTE/CINEMA/EVENTI VENERDÌ 15 AETANO ESPINOSA G Teatro Verdi (FI) ing. 10 € THE MIXTAPERS Combo Social Club (FI) ing. 5 € ERA FACILE PERDERSI E LIVORNESI! Teatro Puccini (FI) ing. 5 € L A SPOSA CADAVERE (15 -17/04) Teatrodante Carlo Monni (Campi Bisenzio) ing. NP SPIRITUAL GUARDS (15/04-02/10) Piazza della Signoria + Palazzo Vecchio (FI) ing. N LIVIA FERRI + SOFIA NOVELLI Circolo Il Progresso (FI) ing. libero ALBERTO CAMERINI + NED Auditorium Flog (FI) ing. 7/5 € CESAR MARTIGNON MAMBOKIDS LITE QUARTET Caffè 19.26 (FI) ing. NP FIRENZE & DANZA (15-17/04) Teatro Obihall (FI) ing. NP FLORENCE BIKE FESTIVAL (15-17/04) Parco delle Cascine (FI) ing. NP SABATO 16 IL FUTURO DELL’ECONOMIA MONDIALE Auditorium Stensen (FI) ing. libero I MINISTRI Auditorium Flog (FI) ing. 15/13 € SBANEBIO Combo Social Club (FI) ing. libero ROSE IS A ROSE IS A ROSE IS A ROSE Teatro Manzoni (Calenzano) ing.13/10 € IL SECONDO APPARTAMENTO Cafè 19.26 (FI) ing. NP CIRCO SOCIALE (16-17/04) Impact HUB Firenze ing. libero L’ALLEGRIA DEGLI ANGOLI E ALTRE STORIE Teatro Puccini (FI) ing. 10-15 € FACCIAMO MUSICA DA TRE SOLDI Circolo Il Progresso (FI) ing. libero WILLIAM BASINSKI Sala Vanni (FI) ing. NP STANZE SEGRETE (16-17/04) Cango (FI) ing. 9/10 € CARMEN Teatro Verdi (FI) ing. 28/69 € LEVANTE Viper Theatre (FI) ing. 15 € MUSICA RIBELLE Teatro della Pergola (FI) ing. libero su prenotazione FORTEZZA ANTIQUARIA (16-17/04) Piazza Vittorio Veneto (FI) ing. libero DOMENICA 17 SUZANNE ‘SILVER Antico Spedale del Bigallo (Bagno a Ripoli) ing. libero ORCHESTRA DI BAMBINI SUZUKI Ospedale di Careggi (FI) ing libero EVOLUSHOW 2.0 (17-18/04) Teatro Verdi (FI) ing. 26/63 € IL LIBRO DELLA VITA Nuovo Auditorium (Scandicci) ing. Libero FIERUCOLINA DELLA CASA Piazza Santo Spirito (FI) ing. libero FIORENTINA - SASSUOLO Stadio Artemio Franchi - Firenze LUNEDÌ 18 DRAGON FILM FESTIVAL (18-24/04) Varie Location (FI+PO) ing. NP

I L CUOCO, IL LADRO, LA MOGLIE E L’AMANTE CPA (FI) ing. libero MARTEDÌ 19 EZIO BOSSO Teatro Puccini (FI) ing. 25/18 € DANIELE SILVESTRI Teatro Verdi (FI) ing. NP LO STRANIERO, UN’INTERVISTA IMPOSSIBILE (19-24/04) Teatro Niccolini (FI) ing. NP MERCOLEDÌ 20 ENRICO RUGGERI Teatro Puccini (FI) ing. 30/24 € EZIO BOSSO Teatro Verdi (FI) ing. NP IPERMOBILITÀ Il Palmerino (FI) ing. libero L A CONTRORA (20/04 - 1/05) Teatro della Pergola (FI) ing. 16/32 € GIOVEDÌ 21 IL SOLDATO Teatro Puccini (FI) ing. 18 € BANPAY CREW Combo Social Club (FI) ing. libero TOCO DI CUNTO QUARTET Cafè 19.26 (FI) ing. NP MATCH DI IMPROVVISAZIONE TEATRALE Auditorium Flog (FI) ing. 15 € ARCHEO RECORDINGS SOUNDSYSTEM+CANTE Rex Cafè (FI) ing. libero FIRENZE GELATO FESTIVAL (21-24/04) Piazzale Michelangelo (FI) ing. NP FIRENZE TANGO FESTIVAL (21-25/04) Tango Club (FI) ing. NP VENERDÌ 22 THE JAIL Teatro dell’Affratellamento (FI) ing. 15 € STORIE DI ORDINATA FOLLIA (22-24/04) Teatro di Cestello (FI) ing. 15/13 € RENANERA Combo Social Club (FI) ing. libero ANDREA GROSSI Circolo Il Progresso (FI) ing. libero TAMA TAMANDUA’ QUARTET Cafè 19.26 (FI) ing. NP 99 POSSE Auditorium Flog (FI) ing. 13 € FULL MOON PARTY Capanno Blackout (PO) ing. NP TRICARICO Cycle (Calenzano) ing. 10 € con tessera L A GRANDE BOX Nelson Mandela Forum (FI) ing. 22/82 € SABATO 23 BOTTECCHIA ‘23 Teatrodante Carlo Monni (Campi Bisenzio) ing. 15/8 € LEI DISSE SÌ + RIOMEZZANINO (TBC) Glue (FI) ing. libero con tessera GATTI MEZZI + FORRÒ MIOR Auditorium Flog (FI) ing. 10/8 € MACISTE CONTRO TUTTI Combo Social Club (FI) ing. libero EVIOLINS DUO Cafè 19.26 (FI) ing. NP AMLETO Cinema Odeon (FI) ing. 10 €

OSTRA MERCATO INTERNAZIONALE M DELL’ARTIGIANATO (23/04 - 1/05) Fortezza Da Basso (FI) ing. 6 € DOMENICA 24 ZUBIN MEHTA Nuovo Teatro dell’Opera (FI) ing. 250/20 € VIA DEL CAMPO Combo Social Club (FI) ing. libero FIORENTINA - JUVENTUS Stadio Artemio Franchi - Firenze LUNEDÌ 25 ARTISTI UNITI PER L’ANCONELLA Combo Social Club (FI) ing. libero MARTEDÌ 26 MERCOLEDÌ 27 L A SPOSA CADAVERE (27-28/04) Teatro Puccini (FI) ing. NP STEVEN WILSON Teatro Obihall (FI) ing. 40 € LE NOSTRE DONNE (27-30/04) Teatro Studio (Scandicci) ing. NP GIOVEDÌ 28 IOLANTA Nuovo Teatro dell’Opera (FI) ing. 120/10 € VENERDÌ O IL LIMBO DEL PACIFICO Teatro Puccini (FI) ing. 5 € NIK GONNELLA + HERTZ COLLISION Rex Cafè (FI) ing. libero LUNGARNO ON AIR su NOVARADIO 101.5 - ore 20.00 VENERDÌ 29 BRAD LUBMAN Nuovo Teatro dell’Opera (FI) 30/10€ I CANI Auditorium Flog (FI) ing. 13 € GULP Combo Social Club (FI) ing. 5 € FRATELLI TARZANELLI Circolo Il Progresso (FI) ing. libero PATISSERIE DE LA MUSIQUE Cafè 19.26 (FI) ing. NP BEATRICE DILLON Sala Vanni (FI) ing. 15/10 € GIANNA NANNINI (29/04 - 2/05) Teatro Verdi (FI) ing. NP CLASSICA FOR DUMMIES (29-30/04) Teatro di Cestello (FI) ing. 15/13 € ITALY DANCE TROPHY (29/04 - 1/05) Nelson Mandela Forum (FI) ing. 11 € SABATO 30 LE GRAND CABARET DELUXE Teatrodante Carlo Monni (Campi Bisenzio) ing. 15/12 € PATTI DEROSA Cafè 19.26 (FI) ing. NP JAM SESSION Circolo Il Progresso (FI) ing. libero LIZZARD Viper Theatre (FI) ing. 10 € BACK TO ‘99 Capanno Blackout (PO) ing. NP NOTTE BIANCA Varie Location (FI) ing. libero


18

APRILE da non perdere VENERDÌ 8

VENERDÌ 15

MARTEDÌ 19

ALDO, GIOVANNI E GIACOMO Nelson Mandela Forum (FI) ing. 27/60 €

ALBERTO CAMERINI + NED Auditorium Flog (FI) ing. 7/5 €

EZIO BOSSO Teatro Puccini (FI) ing. 25/18 €

D’accordo, al Festival di Sanremo sono stati di una tristezza incredibile. Vero, spesso nei film riprendono battute che hanno già detto a teatro e a teatro riprendono battute che funzionavano nei film. Si, non sono più quelli di Mai Dire Gol. Però non va neanche bene segarli del tutto senza il beneficio del dubbio visto che parliamo di signori capaci di creare personaggi come i Sardi, Gervasoni, Rezzonico o tormentoni come Tafazzi o Rolando. In 3° ITIS nel 97 - o nel 98 - mi ricordo tale Manenti che, imitando Tafazzi con una bottiglia di Fanta piena, si procurò una lezione a un testicolo e finì all’ospedale. Rientrò a scuola una settimana dopo e, non ancora soddisfatto, salì sulla cattedra per dimostrare all’incredula professoressa di italiano che aveva una palla blu. Sarò per sempre riconoscente.

Prima di riconoscerlo nei dj set sfigati di svuota pista alla festa dell’Unità, per me Alberto Camerini era quel personaggio strano sulla copertina dell’album che mia sorella d’estate alternava a Claudio Baglioni nel mangiacassette sotto la pergola dei miei nonni. Il mio primo contatto musicale avvenne con “Maccheroni Elettronici”, era la mia preferita e avevo voglia di farmi la cresta viola e imparare ad impennare il CIAO di quella stronza di mia cugina. Poi venne il momento in cui lo vidi da vivo. Era fine estate, un caldo torrido, forse il 2003. Un po’ grassottello, un filo rovinato, accompagnato da due personaggi stranissimi e pieni di ossessioni. Lui volteggiava un basso bianco come se fosse una scimitarra e chiuse il concerto con un laconico “Non funziona un cazzo”. Poi scattò la rissa.

Vorrei più trasmissioni con Ezio Bosso ma meno trasmissioni a caccia di audience con Ezio Bosso. A volte è difficile cogliere le reali motivazioni dietro le scelte televisive; se c’era reale empatia, se c’era ricerca di ascolti a man basse, se c’era necessità di lanciare un messaggio. Non voglio essere polemico, anzi, è un punto serio il mio. Forse sarà che i contenitori di musica in tv sono così sparuti… Fatto sta che mi ha emozionato, che ha emozionato in tanti, anche mia nonna che credo sia una delle poche persone che il giorno dopo non l’ha condiviso su facebook. L’idea di leggiadria sprigionata da quel corpo ingabbiato, l’armonia di un movimento reso macchinoso da una malattia ma comunque soave, slegato. L’ho visto come se, a un tratto, avesse preso il volo con il suo sorriso scomposto e il suo ciuffo indomabile come un Upupa, volteggiare sulle teste parruccate delle prime file e sfuggire ai riflettori delle prime serata.

LUNEDÌ 11

LEZIONI DI ROCK, OMAGGIO A DAVID BOWIE Teatro Puccini (FI) ing. 20/15 €

Forse non sono ancora pronto per un’esperienza del genere. Il vuoto lasciato da Bowie è immenso e il lutto ancora presente. E non credo di esagerare. Sento amici che ancora adesso ne parlano come se avessero perso un parente, uno zio di quelli diversi dal resto della famiglia. Allo stesso tempo è stata una morte spettacolare e spettacolarizzata che fatico a mettere insieme ai sentimenti travolgenti e intimi che mi evocano certe canzoni alle quali sono profondamente legato. Come Five Years, in assoluto il pezzo che non mi ha mai stufato, che conosco in ogni piega, respiro, vibrazione. Si, lo so, sono un po’ triste e forse trasmetto anche molta malinconia. Ma non so fare diversamente. Mi manca, ci manca e sono sicuro che non passerà.

SABATO 16

WILLIAM BASINSKI Sala Vanni (FI) ing. NP

La mia fonte me l’ha spacciato come “amico di David Bowie”. Come al solito, muore uno famoso e tutti erano suoi amici. Tanto mica si può testimoniare, o chiedere conferma… no? Mica tutti possono fare come Brian Eno che c’ha fatto dischi 40 anni fa e c’ha pure le mail degli ultimi mesi? Comunque dedico questo spazio a questo artista che ha il nome a metà tra un antivirus con l’abbonamento scaduto e uno delle brigate rosse che organizza il nascondiglio in campagna. Al di là dei gradi di separazione, il lavoro di Basinski è particolare ed energetico, generato da tecnologie inusuali che portano un livello di espressione naturale ed elementare. Soundscape ricchi di loop a sottolineare la natura temporale della vita e il mistero del tempo. Anche per questo mese la supercazzola è servita.

LUNEDÌ 25

FESTA DELLA LIBERAZIONE

Lo avrai camerata Kesserling il monumento che pretendi da noi italiani ma con che pietra si costruirà a deciderlo tocca a noi non con i sassi affumicati dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio non con la terra dei cimiteri dove i nostri compagni giovinetti riposano in serenità non con la neve inviolata delle montagne che per due inverni ti sfidarono non con la primavera di queste valli che ti vide fuggire ma soltanto con il silenzio dei torturati più duro d’ogni macigno soltanto con la roccia di questo patto giurato fra uomini liberi che volontari si adunarono per dignità non per odio decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo su queste strade se vorrai tornare ai nostri posti ci ritroverai morti e vivi con lo stesso impegno popolo serrato intorno al monumento che si chiama ora e sempre Resistenza. Piero Calamandrei


Dal 31 marzo

Le miLLe e una notte 1 Dal 7 aprile

11 aprile 2016

Le miLLe e una notte 2

Gramsci 44 Antonio Gramsci, intellettuale e parlamentare comunista, venne confinato dal regime ad Ustica: il docufilm “Gramsci 44” racconta l’uomo e il suo rapporto con l’isola, l’emarginazione condivisa, il riscatto collettivo e l’opera di alfabetizzazione, anche attraverso la voce di chi quei giorni li ha vissuti.

Dal 14 aprile

15 aprile 2016

Le miLLe e una notte 3

dustur

Le mille e una notte - Arabian Nights ha debuttato all’ultima Quinzaine des Réalisateurs, diventando un vero e proprio “caso” e iniziando da Cannes un percorso fortunato che l’ha portato nei principali festival di tutto il mondo.

È stato uno dei film più discussi e applauditi dalla critica dell’ultimo Torino Film Festival, dove ha vinto il Premio ‘Occhiali di Gandhi’ alla cinematografia nonviolenta.

Spazio alfieri cinema

Con il contributo di

In collaborazione con

Spazio Alfieri via dell’Ulivo 6 Firenze 055 53 20 840 www.spazioalfieri.it

Ridotto soci


20 I PROVINCIALI

INCERTEZZEprato PRATESI di pratosfera

A

Prato ci entusiasmiamo all’improvviso e altrettanto velocemente ricadiamo nello sconforto. Siamo così, c’è poco da fare. Succede perché siamo degli ottimisti veri e quando le cose non vanno come avevamo sperato non riusciamo a darci pace. Adesso, per esempio, ci godiamo la nuova mostra di Palazzo Pretorio sugli Etruschi: una mostra interessante per davvero, ma che in città apre uno squarcio di malessere chiamato Gonfienti, la città etrusca seppellita sotto l’interporto. Ecco, questa è la nostra marea di godimenti e sofferenze. In questo periodo poi non c’è quasi altro in città, se non quel ricco meccanismo di iniziative private o semi private che sempre di più anima la scena culturale locale. Una di queste è “Un Prato di Libri”, che ogni anno organizza in città decine e decine di iniziative per ragazzi. È il festival della lettura per ragazzi e il nostro invito è quello di partecipare con la prole ad almeno uno degli eventi in programma intorno al 9 e 10 aprile, i due giorni principali del festival. Nel frattempo, mentre da Firenze, Pistoia e Lucca ci piovono addosso nomi e stralci di cartelloni estivi di un certo spessore, a Prato registriamo l’assenza anche della più piccola indiscrezione sugli eventi in programma per l’estate e soprattutto per l’ormai noto “Settembre”. Insomma, non sappiamo nulla. E non sapere nulla, da una parte aumenta le

aspettative, dall’altra fa temere il peggio. Anche perché dopo l’ottima edizione del 2015 era stato annunciato un bando per la gestione triennale della manifestazione più importante della città. Un modo, venne spiegato, per permettere un’organizzazione migliore e soprattutto in prospettiva del cartellone. È molto probabile che quando leggerete queste righe il bando sarà già pubblicato e i lavori di organizzazione avviati, ma il discorso non cambia. Mentre noi stiamo qui ad inserire in calendario i grandi nomi in arrivo a Pistoia, Lucca e Firenze, attendiamo fiduciosi la nostra onda di godimenti. Vi terremo informati.

di silvia amerighi

A

MARE, MARE, MARE... pisa di maria carmela saracino

“M

are mare mare, quanta voglia di arrivare…”. Lo cantava da giovane ma anche ora, che sulla costa ci arriva con il suo Pop-up Tour. Il 7 aprile Luca Carboni sbarca al Teatri Verdi di Pisa e lo sappiamo tutti, “ha bi-

LUDICOMIX empoli

sogno d’affetto” e di tutto il nostro più sincero incitamento. Ma se di mare avete bisogno anche voi e magari siete accompagnati anche di un fido amico a quattro zampe, non perdetevi “La festa dei cani da salvataggio” a Marina di Pisa. Venerdì 8 è in programma la passeggiata a sei zampe in pineta mentre sabato 9 e domenica 10, in piazza Sardegna, stand con educatori e veterinari per qualche consiglio sulle buone maniere per crescere il vostro amico ed, a chiudere, tutti in passerella per una sfilata piena di dog model. Sabato 16, invece, non perdetevi Pisae Pisarum per visitare con guide specializzate la città partendo da Piazza dei Miracoli fino ad arrivare ai Bagni di Nerone. In due ore di percorso scoprirete le origini della città e alcuni dei suoi angoli più nascosti. Poi, se le temperature ce lo permettono, tutti in spiaggia a prendere la prima abbronzatura.

l via la 13a edizione di Ludicomix Bricks & Kids: nel weekend del 16 e 17 aprile Empoli diventa la capitale del gioco, del divertimento e del mondo fantasy. Si amplia l’offerta e il target a cui è rivolta la festa, grazie alla collaborazione del Comune di Empoli con le realtà Ludicomix, ItLUG e Italian LEGO User Group. Maggiore spazio ai padiglioni e agli eventi che la passata edizione ha visto con successo oltre 18mila visitatori. Quest’anno sarà possibile visitare la personale dedicata a Rita Petruccioli, giovane illustratrice romana che passa da auto-produzioni a grandi marchi con una naturalezza non comune. All’interno anche la terza edizione della Mostra/Concoso Illustratori a Km 0 curata dalle Vanvere. L’associazione Fumetti e Dintorni darà vita all’Area Vintage e Collezionismo in Piazza del Popolo: i visitatori potranno portare i loro oggetti da scambiare, vendere o soltanto farsi valutare dagli esperti collezionisti. Sarà poi possibile mangiare nei maid cafè, tipico fenomeno della cultura pop giapponese moderna: sono locali a tema in cui si possono gustare pietanze servite da cameriere che interpretano personaggi femminili dei manga. Grazie all’associazione culturale KISEKI, nasce il primo maid cafè itinerante della regione Toscana, includendo anche i butler, l’equivalente maschile della maid. http://www.ludicomix.it


21 SGUARDI

NOI VI CI MANDIAMO a cura di riccardo morandi

N

on di sola Firenze vive il fiorentino. Si parla di concerti e di eventi, ovviamente: tantissimi artisti in giro per la Toscana in questo mese, quello del disgelo pieno, della primavera e del pesce d’aprile. Un pesce d’aprile non è, per cominciare, il concerto che vi suggeriamo per primo, ovvero quello di Patty Pravo al Teatro Verdi di Montecatini proprio il primo aprile. Poco da dire sull’artista, la nostra Nico, orfana dell’Andy Warhol mai esistito in patria nostra. Il pubblico più giovane, forse impegnato nelle gite fuori porta, potrà comunque rifarsi subito dopo, con i nostranissimi Cecco e Cipo (Santa Croce sull’Arno, venerdì 2) o con l’ottima formazione di rock 70’s

che risponde al nome The Winstons (Officina Giovani, Prato, venerdì 8). Se volete fare un salto al mare vi ricordiamo l’ennesimo concerto di Calcutta, di scena al The Cage di Livorno (sabato 9); la città labronica vi dona in ogni caso l’opportunità di recuperare, qualora lo aveste perso, il live del padre di tutti i cantautori, sua simpatia Francesco De Gregori (sabato 16). Non vi piacciono gli artisti con dei nomi e dei cognomi normali? Pronti per voi, secondo la moda del momento, ci sono in questo mese Iosonouncane (Arezzo, sabato 15), Giungla (Siena, giovedì 21) e Iacampo (Prato, sabato 23). I restanti eventi da segnalare hanno come linea di demarcazione la questione generaziona-

le. Da un lato i cosiddetti anziani della musica che possono a sua volta dividersi fra il concerto dei freschissimi Modena City Ramblers (domenica 24) o quello dell’uomo dal belato più potente d’Europa, ovvero Antonello Venditti, (sabato 30) sempre in una Livorno che a questo giro sbanca davvero. In opposizione a questi eventi lasciamo la chiusura di questa rubrica al rock leggero e mai retorico del Teatro degli Orrori in concerto alla Festa di Liberazione (si, la fanno ancora anche se non c’è più il giornale) di Fornacette (lunedì 25) ed il mitico Appino, sabato 30 presso Empoli. Leggerezza, allegria e nessuna polemica: sono questi i caratteri che contraddistingueranno questi ultimi due live. Buona gita, signori.

NOI CI ANDIAMO news dall’ente cassa di risparmio di firenze

I

l sipario è una porta verso la magia del teatro. Che si stia seduti a guardare o che si calchi il palcoscenico, ogni momento è un’indimenticabile esperienza che innalza verso la gioia della creatività. Se parliamo poi di lirica le declinazioni di questa meraviglia si moltiplicano: la musica, il canto, l’armonia di un coro, la bacchetta ritmata del Direttore. Da questa consapevole magia nasce il progetto “All’Opera… le scuo-

le al Maggio”, che fa salire sul palco del Teatro dell’Opera di Firenze circa 900 ragazzi per mettere in scena “I Capricci della sorte”, ovvero il melodramma “L’Italiana in Algeri” di Gioacchino Rossini con un adattamento drammaturgico e musicale a cura di Giuseppe La Malfa e Manu Lalli. Questa è la decima edizione dell’iniziativa curata dall’Associazione Venti Lucenti, e fortemente voluta dall’Assessorato dell’Educazione del Comune di Firenze, la Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino e la Fondazione Ente

Cassa di Risparmio che lo sostiene in maniera sempre più significativa. Un appuntamento che permette ai giovani di scoprire attraverso laboratori di preparazione le opere liriche dei grandi compositori che hanno reso la lirica uno strumento di grande educazione culturale, avviandoli all’ascolto e la comprensione della musica. “I Capricci della sorte” sarà in scena dal 1 al 5 aprile. http://www.operadifirenze.it

PALESTRA ROBUR - lezioni di ginnastica culturale per fiorentini

I PANINARI IN PIAZZA DELLA REPUBBLICA di leandro ferretti

C

i sono degli angoli di città che diventano proverbiali come ritrovo di comitive o particolari gruppi, per motivi che non sempre sono esattamente ricostruibili, o hanno delle precise spiegazioni storiche. A Firenze quel lembo di piazza della Repubblica che diviene via dei Brunelleschi si è, da un certo punto nel tempo, trasformato nel ritrovo della gioventù “bene”, quella ricca e ben vestita. Forse la cosa ebbe inizio dalla presenza del Gambrinus con cine-

ma e biliardi, chissà. Sta di fatto che negli anni Ottanta quel territorio era la riserva di caccia dei paninari. Imperavano lì i risvolti di El Charro, gli sgargianti Moncler, i quadri dei Burlington, i Sì blu delle femmine e i costosi Laverda dei maschi. Se eri un vero alternativo da quel posto giravi al largo, e a comprare le corde da Ricordi ci arrivavi da dietro. Poi, come ben si sa, cambiano le mode. I ragazzi bene son sempre lì, e le minicar hanno preso il posto dei ciclomotori. O tempora, o motores.


22 NODI DA SCIOGLIERE

SONO STATO BRAVO? di martina milani

N

on ho mai imparato a fare la ruota, né la verticale, né i tuffi di testa. È un peccato perché quando sei ragazzina queste cose possono cambiare le tue giornate in spiaggia. Credo di aver più volte recuperato consenso con qualche match a racchettoni e un tuffo a bomba. Diciamo che puntavo sulla simpatia anziché sul gesto estetico, sognando un giorno di saper fare anche l’inverso. Tommaso Negri, una vita trascorsa a testa in giù sul palo cinese, tra acrobazie, capriole ed esercizi che sfidano la gravità, ne sa qualcosa di abilità e ribaltamento degli schemi. È il responsabile di AltroCirco e lavora per portare il circo sociale in Italia. Dimenticate i tendoni con gli animali e le scimmie col cappello. Il circo sociale è una metodologia che sfrutta le arti circensi per l’inclusione di chi è al margine. «Quando all’abilità si dà una forma artistica – spiega - tutti, anche le persone che definiamo “disabili”, diventano capaci e si scoprono bravi agli occhi degli altri. È una magia che annulla etichette e pregiudizi». AltroCirco sarà ad Impact Hub Firenze il 16 e il 17 aprile per presentare i suoi strumenti e metodi ad educatori, insegnanti e associazioni. Non mancheranno laboratori e spettacoli aperti a tutti (anche a quelli che, come me, non sanno fare la ruota).

PRÊT-À-PORTER

NON CHIAMATELE SCARPE DA GINNASTICA di alice cozzi

S

port e fashion sono l’accoppiata vincente per la Primavera/ Estate 2016. Il total look activewear è stato protagonista sia sulle passerelle che nello street style delle Fashion Week mondiali di questo inverno e le sneakers (o scarpe da ginnastica) sono ormai diventate dei veri e propri must have anche fuori dalla palestra. Sempre più tecniche, ma senza rinunciare a un tocco di femminilità, stagione dopo stagione, sorprendono tra nuove linee, colori sorprendenti, tecnologie e materiali hi-tech. Se il 2016 per Pantone è l’anno del rosa quarzo e celeste serenity, le sneakers non stanno certo a guardare, tingendosi di tutte le tonalità pastello, dal rosa al celeste appunto, dal giallo al verde latte-menta. Potete abbinarle a jeans e gonne di giorno, ma anche abiti un po’ più chic di sera. Non chiamatele scarpe da ginnastica, le sneakers sono molto di più.

foto: theliveitup.com


23 MAMME A FIRENZE

APRILE BAMBINO di cristina romeo

L

’evento del mese per bambini e famiglie è senza dubbio il Festival dei Bambini, giunto alla terza edizione, che si terrà a Firenze il 15, 16 e 17 aprile. Ogni anno per il Festival vengono organizzati tantissimi eventi speciali di cui molti gratuiti in tutta la città (musei, biblioteche, ma anche piazze e giardini). Da non perdere! Nello stesso weekend il centro storico di Empoli ospiterà Ludicomix Bricks & Kids dedicando due giorni al mondo immaginario dei fumetti, dei cosplay e dei mattoncini LEGO. (vedi anche l’articolo di Lungarno sugli eventi di Empoli - ndr.). L’ingresso ad alcune aree è a pagamento (gratis per i bambini fino a 8 anni). Vi segnalo infine una mostra che potrà senz’altro interessare i bambini (e non solo). Fino al 31 maggio il Museo della Specola, in via Romana a Firenze, ospita I predatori del microcosmo: sedici piccoli predatori tra ragni, insetti, rettili e anfibi in teche che riproducono il loro ambiente naturale. Sono in programma anche visite guidate e laboratori. http://www.mammeafirenze.it

IN CITTÀ TUTTO TRANQUILLO

PERCHÉ NOI SIAMO NOI... di nanni the pug

B

ipedi, voi lo sapete chi governa il mondo? Naturalmente noi, pelosi a quattro zampe che viaggiamo a venti centimetri da terra. E volete sapere perché? Provate a immaginarvi la scena vista da occhi extraterrestri. Passeggiamo insieme e ad un certo punto ci fermiamo. Solitamente io faccio una specie di balletto e poi curvando la schiena sulle zampe posteriori lascio i miei bisogni a terra. Fino a qui, tutto naturale. Sapete che cosa accade, poi? Voi bipedi, se ben educati, raccogliete la nostra cacca. Ecco, secondo il vostro modestissimo intelletto, chi pensiate che governi il mondo, visto da occhi stranieri? Detto questo, voglio avvisarvi “sudditi” bipedi: con la primavera e il bel tempo ho notato che amate stare nei prati, sdraiati o a piedi nudi sull’erba. Il mio gentile invito è quello di non ribellarvi alla vostra condizione e raccogliere sempre in ogni luogo le nostre bellissime feci. In alternativa, sappiate, ci saranno bipedi molto solerti che con divisa e blocchetto potranno farvi una multa che può andare da 80 a 500 euro. I sacchetti costano poco e voi, comunque vada, sarete sempre considerati la razza inferiore. Meglio almeno essere educati.


24 NIENTE PANICO

SPA-GHE-TTI di tommaso ciuffoletti

D

ovete mangiare. Bere. Dovete essere buoni, puliti, giusti e mangiare, cazzo, mangiare. A chilometro zero. Che ogni volta maledico gli arabi, non per il fondamentalismo islamico, ma per aver inventato lo zero. Fondamento del fondamentalismo alimentare. A Firenze mangiare a chilometro zero significa andare a pescare i siluri nell’Arno, scuoiare gli scoiattolini delle Cascine o i cetrioli dei trans in battuta. La grande mangiazione, Pantagruele e Lucullo, Slow Food, vinaini, TripAdvisor, la droga, panini, paninetti, panini tipici, trippa, lardo di Colonnata, fagioli zolfini, peti, droga, trito d’erbe della Meloria, riduzione di sottaceti senza solfiti, riduzione di solfiti sottaceto, riduzione di ingrossamento della gotta, formaggio di fossa, odore di fessa, la droga, diventeremo i came-

rieri del mondo. Unica prospettiva di sviluppo. Sviluppo della nostra interiorità e delle nostre interiora. E quando saremo grassi abbastanza, gonfi di chilometri zero, verremo macellati, per consentire l’eterno ciclo della mangiazione. Firenze capitale del cibo. Firenze capitale del mangiare. Firenze autarchica e tu chi sei, infame kebabbaro, e tu che vuoi, alcolizzatore cingalese. I minimarket sono un cancro, disse Nardella, dobbiamo estirparli. Che cosa orribile. Cuciniamoli nello spaghetto allo scoglio. Perché noi siamo Firenze, ombelico del mondo. Ombelico ricolmo ed in fuori. Stile cartoni animati giapponesi di quando eravamo giovani. E teorici del gusto e filosofi dell’assaggio. Chef alchimisti, cuochi psicologi, paninari. Ridatemi i paninari. Che furono i primi, gli originali. Zero chilometri, zero solfiti. Paninaro ti amo.

LA SCIABOLATA

LA GRANDE TRUFFA DI FRANCO BATTIATO di riccardo morandi

P

ioveva il 28 Febbraio, c’era il Teatro Verdi imballato ed avevo il biglietto per il concerto di Franco. Battiato, lui. Musica, emozioni, bellissima atmosfera. Sulle note di Prospettiva Nevskij avevo le lacrime; poi, dopo pochi istanti, si è aperto in me il terzo occhio. La magia poetica di Battiato si è tramutata, con la velocità in cui Verdini è diventato una costola della maggioranza, in una splendida accozzaglia di parole senza senso, ad effetto, perfette. PARACULE. Il mio cervello è uscito dai misticismi inventati o dalle ambientazioni improbabili (“pieni gli alberghi a Tunisi …”), dalle invettive vuote (“mandiamoli in pensione i direttori artistici”), dai giochi di parole che saccheggiano il patrimonio musica-

le italiano (“Chi vi credete che noi siam… noi siam come le lucciole”) o dalle vuote citazioni di parole in improbabile inglese (“Shock in my town, Velvet Underground”). Una frase è echeggiata in me: questo signore che sta dicendo? È l’arte, mi rispondono. È il Maestro. È Franco. Provo ancora di più stima ed amore per questo autore, che con una paraculata degna delle argomentazioni migliori per un quesito referendario, ha aggirato tutti gli altri cantautori, si è incarnato in un mistico del nuovo millennio a base di the verde e carcadè. Il mito Battiato che cade per risorgere: ho percepito in lui il mestierare, l’alchimia dei suoi pezzi, musicalmente stupendi, ma composti nelle parole come con una ricetta quasi standard. Una frase stupenda, assonanze verbali geniali e riferimenti spazio temporali casuali:

25 aprile 1945-2016

w la Liberazione, w la Resistenza! arcifirenze.it

con la rima baciata, alcuni, sullo stile del grande Freak Antoni. Un the al caffè della Paix diventa improvvisamente un Fernet ad Hammamet. Amo ancora di più Franco. Perché fa emozionare vendendo fumo. Del resto gli inglesi hanno avuto la grande truffa del rock’n’roll, e noi la grande truffa del cantautore. Tutto quadra.


25 FERMO IMMAGINE

LO SPEDALE di mattia marasco

L

a piazza, dopo settimane di nuvole e pioggia, è invasa da uno dei primi soli caldi della stagione. Oggi c’è il mercato, una scolaresca elementare si è fermata sulle gradinate per il pranzo al sacco, i bimbi tengono stretti tra le mani i panini al latte avvolti nella stagnola mentre tre studenti di architettura si guardano attorno e commentano le volte a vela dei due loggiati. Dal IX secolo un lato di Piazza Santissima Annunziata è occupato dallo Spedale degli Innocenti, progettato inizialmente da Filippo Brunelleschi, su iniziativa e per merito dei finanziamenti di Francesco Datini, che desiderava fortemente la creazione di un luogo dedicato alla cura e all’assistenza di orfani e neonati abbandonati. Quello dell’Istituto era un compito complesso: offrire una soluzione ad un mal costume molto diffuso all’epoca, protrattosi nell’anonimato fino al 1875, quando la “ruota degli esposti”, una finestrella che permetteva di abbandonare un neonato nelle mani dello Spedale, fu definitivamente chiusa per lasciare spazio ai più “ethically correct” Uffici di Consegna.

http://www.lamiafirenze.mattiamarasco.it • mattia.marasco@gmail.com



27 di gabriele ametrano WOODY di Federico Baccomo edito da Giunti - pp. 94 - euro 14,50

Esiste una vignetta che potrebbe farvi capire tutto immediatamente. Lei passeggia con il suo cane in un parco. Una nuvoletta di pensieri esce dalla testa umana ed è piena di pensieri, cose strane, asterischi. Al suo fianco, il fido sta ugualmente pensando e nella sua testa ha solo il parco, la sua padrona e se stesso, ovvero ciò che sta vivendo. Beh, ecco, se avete visto quel disegno almeno una volta sarà rimasto impresso nella vostra memoria: loro, questi amici pelosi che ci accompagnano per un po’ nella nostra vita sono molto più semplici della nostra complessità. Il bene è bene, il male è male: un sistema binario che non permette sbagli o sfumature. In Woody, brevissimo romanzo di Federico Baccomo edito da Giunti, il mondo ci viene raccontato da un quadrupede di razza basenji che la padrona Laura ha chiamato come il titolo del libro (o sarebbe meglio dire che il titolo del libro ha preso in prestito il nome del cane). In quella che sembra una storia per adolescenti (il cane, le illustrazioni di Alessandro Sanna, un italiano semplice e ripetitivo - è il cane che narra!) ritroviamo uno dei drammi più frequenti della nostra generazione: la violenza sulle donne. Laura è una giovane ragazza che per puro caso incontra un tipo niente male. Cominciano a frequentarsi finché la gelosia porta l’uomo ad un tentato stupro. Sarà il fido compagno della donna a salvare l’aggredita ma sarà anche il capro espiatorio e l’ogge tto di vendetta del balordo. Woody verrà rinchiuso in una gabbia di un canile e destinato ad una brutta fine. Vista da qualche centimetro da terra, la vicenda è un’assurdità: Woody da dietro le sbarre non capisce perché un uomo che ha detto ti amo poi ha aggredito la donna amata. Se bene è bene, amare è incondizionato. Noi la capiamo, invece, quella pazzesca vicenda perché la nostra complessità a volte si fonde con la falsità, con la violenza, con le giustificazioni successive e il tentativo vano di scagionare le nostre azioni. Non c’è mai nulla che possa salvare la violenza, mai. E forse serve proprio una storia raccontata con semplicità a farci comprendere che ancora oggi, dopo lotte e cronache infami, c’è ancora troppo silenzio e troppa viltà davanti alle ignobili violenze nei confronti delle donne. Escluso il cane, tutti gli altri son cattivi? Forse non tutti ma sono ancora troppo pochi.

IDENTITÀ LETTERARIE

Nome: Alessandro Cognome: Raveggi Anni: 35

Altezza: 187 cm

Peso (lordo, con i vestiti): 87 kg Città in cui risiedi: Firenze Città in cui vorresti vivere: Firenze/Mexico DF/ New York Segno zodiacale: Gemelli Tatuaggi: Mi deciderò Orecchini e/o piercing: Nada Ultimo libro pubblicato: “Il grande regno dell’emergenza” (Liberaria ed., in uscita a maggio 2016)

CHI DI NOI di Mario Benedetti edito da Nottetempo - pp. 116 - euro 12

Questa è una dichiarazione d’amore, non una breve recensione. Io amo Mario Benedetti. Amo la sua scrittura semplice, curata in ogni vocabolo, capace di entrare nell’intimo di ogni sentimento e saperlo raccontare. Amo il suo sguardo sul mondo senza pregiudizi, il suo prendersi cura dei personaggi, il suo guardarli crescere e senza fretta metterli a disposizione del lettore. Amo la sua realtà narrativa, il suo contegno stilistico, la sua padronanza sentimentale. Ne sono innamorato a tal punto che ogni suo romanzo soffro a terminarlo ed ogni sua poesia cerco di impararla a memoria. Non è semplice spiegare cosa può fare la letteratura ad un animo, né dare motivo di una passione che nasce quando si ha in mano un volume, ma Mario Benedetti per me ha il fascino del primo bacio e quell’indimenticabile sensazione di assoluto. Fosse ancora in vita probabilmente sarei a bussare alla porta della sua casa, cercando di convincerlo a farmi entrare e farmi leggere ogni sua riga. Oggi invece devo accontentarmi di sentire la sua voce nei libri che in Italia vengono tradotti. Ultimo pubblicato è Chi di noi (Nottetempo), il suo romanzo d’esordio. Non mi esprimo, non avrebbe senso dopo ciò che avete letto. Posso solo dire grazie a questo scrittore, grazie di aver dedicato la vita alla letteratura e di avercela donata. Prima lettura nella vita: Cosciente, sicuramente “Robinson Crusoe” Un libro che hai cominciato ma non hai mai finito di leggere: Ce ne sono tanti, ma ultimamente “Conservatorio di Santa Teresa” di Bilenchi, che tutti mi consigliavano. Scritto bene, ma anche molto noioso quel Sergio. Un film che non ti stancheresti mai di rivedere: “Stalker” di Tarkovskij, ma in genere tutto Tarkovskij. Il luogo della vacanza più bella finora fatta: Credo una spiaggia del Messico, sebbene il mio luogo ideale sia da sempre Castiglioncello. La citazione che più ami: Tra le tante: “You may not be interested in absurdity but absurdity is interested in you” (Donald Barthelme)

ESERCIZI DI STILE / gabrieleametrano.com


28 FARFALLE

LA PRIMAVERA DI BEN di the nightfly

G

li ormoni devono ballare. C’è bisogno di ritmo: perché è primavera, perché ci piace alzare il volume, urlare una canzone fermi al semaforo, sfidare il polline e il sole, la strada e la notte, la paura con il sorriso e via così, verso nuove avventure. Benvenuta primavera, io nel frattempo apro il finestrone dello studio uno di Controradio e penso già all’estate che verrà. Altra roba la vita senza il maglione addosso e senza tutta quella roba che non sai mai dove mettere. Mi serve un

disco. Sì, ce l’ho. Anzi, celo: come quando scambiavo le figurine dei calciatori a ricreazione. Ben Harper con i suoi vecchi amici, i criminali innocenti. Ben è una certezza, anche se la voglia di suonare ogni tanto lo porta non si sa bene dove e con chi. Ma frugando tra i solchi di questo “Call it what it is” è facile farsi trascinare sulle onde di quella densa leggerezza che vive nell’amore per il blues di strada, quello imbevuto di folk e magari di reggae. Ben dal vivo vale sempre qualcosa in più di un suo disco. Ma intanto spalanchiamo le finestre e alziamo il volume: benvenuta primavera.

CASA JAZZ

STEFANO TAMBORRINO: ELEGANZA E FURORE di giulia focardi

P

er capire chi sia Stefano Tamborrino basta fermarsi ad ascoltarlo un attimo: “Sono nato un anno prima che l’Italia vincesse i mondiali, quelli dell’82, a Firenze, per crescere poi nella periferia di uno di quei paesi limitrofi, che difficilmente trovano collocazione come zone di campagna e tanto meno come centri industrializzati, mentre la loro identità diventa negli anni quella di una strada di passaggio per tutti coloro che non decidono di piantarvi radici”. Elegante, consapevole, ironico. Ma Stefano è soprattutto uno dei veri talenti nel panorama jazz italiano: ha cominciato a suonare la batteria (una vera, comprata con qualche faticoso risparmio) a 19 anni, dopo aver passato i precedenti sette anni a sognare e simulare con bacchette, salvadanaio di latta, stecche di legno e poco più. Autodidatta, con un polso “difettoso” a seguito di un incidente (“porto ancora un supporto

metallico nel polso sinistro che a detta del chirurgo avrebbe compromesso per sempre il mio desiderio di suonare. Sì, questo è il momento Vietnam dell’intervista”) ha fatto il suo esordio professionale con un’orchestra di liscio e la palestra con l’heavy metal, ma è nel jazz che, adesso, esprime tutta la sua creatività. Oltre ai progetti con Gabriele Evangelista e Alessandro Galati, con Gianluca Petrella nel nuovo trio (con un disco in uscita ad aprile con Repubblica), con Giovanni Guidi, Alessandro Lanzoni, Simone Graziano, il trio Hobby Horse (pronto al nuovo atteso disco), per citarne alcuni, nel suo futuro c’è anche una fuga in solitaria: “Una raccolta di materiale al quale lavoro intimamente con una strumentazione elettronica analogica, che manipolo come un pittore, avendo una tavolozza di colori ai quali attingo per ritrarre una sonorità della mia mente, da solista”. Libero di essere, così come il jazz – a detta di Tamborrino stesso – “è la libertà di essere

creativi. Non si può soffocare la creatività di una persona, allo stesso modo in cui non credo si possa essere creativi in una sola cosa”. foto: Andrea Ruffi


29 di gianluca danti UNDERWORLD BARBARA, BARBARA, WE FACE A SHINING FUTURE Caroline Records

Gli Underworld provano a spiegarci il segreto della longevità, una virtù assai rara soprattutto quando si è dei mostri sacri della scena elettropop mondiale. In silenzio per sei anni, l’ultimo album “Barking” è infatti del 2010, Karl Hyde e Rick Smith nel frattempo hanno proseguito le loro rispettive carriere imboccando nuove strade: il primo pubblicando un disco solista e collaborando in due album di Brian Eno (Someday World, High Life); il secondo, scrivendo la colonna sonora per Trance del regista inglese Boyle (lo stesso di ‘Trainspotting’ a cui gli Underworld contribuirono con l’immensa Born Slippy) e dirigendo le musiche per la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Londra del 2012. “Stare lontani per molti anni, lavorare e vedere altre persone è un’esperienza rigenerante e che ti dà nuove energie.” sostiene Hyde in una recente intervista. Che sia questo il segreto che rende gli Underworld una band “immortale”? Barbara, Barbara, we face a shining future intanto, è il loro nono album in studio, lontano 27 anni dall’esordio di “Underneath the Radar” e composto da sette brani “crudi” e “spontanei” in cui l’imprinting underworldiano non trapassa. Rimangono i bassoni techno (I Exhale), le melodie house (If Rah) e gli stilemi rock (Motorhome). Così il duo, dal 2005 trio con l’aggiunta di Darren Price, riesce a proporre un prodotto che suona contemporaneo ma con un approccio all’incisione decisamente vintage: volutamente lontani dalle tecnologie dei software di produzione musicale, hanno deciso di registrare tutto su “moduli” utilizzando chitarre e vari effetti a pedali, assemblando poi il tutto in un laptop. Il risultato è un lavoro complessivamente gradevole, non eccelso, ma che getta le basi per un atteso ritorno degli Underworld alla dimensione live, quella dove hanno sempre saputo dare il meglio di sé.

WILD NOTHING LIFE OF PAUSE Captured Tracks

La carriera di un musicista, per certi versi, è simile a quella di un calciatore: una vita fatta di sacrifici per guadagnarsi un posto da titolare, la fiducia dei propri tifosi e, chissà, magari arrivare a vincere la Champions League. Jack Tatum non è un fuoriclasse delle merengues né tantomeno un centravanti d’aerea alla Nikola Kalinic, ma è il fondatore del progetto Wild Nothing e, se il precedente “Nocturne” lo aveva fatto sobbalzare con merito nei primi posti della classifica - quella di Pitchfork - “Life of Pause” cerca la definitiva consacrazione, azzardando una ricerca sonora “nuova” prendendo spunti synth-pop (“Lady Blue”) e dreamy (“Life of Pause”). Non servono molti ascolti per capire però che gli undici brani non spiccano certo per originalità e il senso di pesantezza si diffonde già da “Japanese Alice”, patetico episodio dal sapore brit all’intento psych-pop di “Alien”, anch’esso scarno di appeal; “To Know You” costeggia la via del neo-shoegaze quasi preannunciando una sterzata, soppressa però nell’immediato dalla successiva “Adore”, banalissima e sbiadita rievocazione eighties. Il giovane Tatum prova la giocata di fino in “A Woman’s Wisdom” tra jazz e r&b, anch’esso episodio prevedibile e fine a se stesso. Life of Pause in definitiva è un album dignitoso, ma abulico se lo si mette di fronte alle aspettative scaturite dal precedente “Nocturne”. Un’opera non riuscita, dove l’intento del protagonista era quello di cimentarsi con qualcosa di nuovo e che fosse in grado di distinguersi, in una scena indie americana mai come ora in grado di sfornare così tante produzioni di qualità. Life of Pause inaspettatamente non riesce a tenere il passo. No, nemmeno quello del ‘fantasista’ viola Tino Costa.

MADE IN FLORENCE

SNOWPOET SNOWPOET Two Rivers records

Il loro omonimo album di debutto esce per Two Rivers, una giovane etichetta a cui piace rilanciare, senza restrizioni, nuovi artisti dal jazz contemporaneo all’indie-folk. Loro sono gli Snowpoet, band di base a Londra. La voce di Lauren Kinsella è il punto di forza, un’artista da sempre interessata allo sviluppo della musica improvvisata, riuscendo a combinare un accento vocale sussurrante (a tratti affine a Julia Holter) con il sound raffinatissimo dei suoi musicisti tra piano, sax e un’elettronica impiegata in maniera limitata ma con perizia. Questa band britannica, ancora sconosciuta ai più, mira a cercare nuovi modi di comporre attraverso la melodia, l’armonia e il ritmo: il loro poliedrico debutto si fa apprezzare per la sua minuziosità nel congregare così tante “sfere” sonore tutte diverse tra di loro, prendendo come principali riferimenti Bjork, Tom Waits, Ólöf Arnalds. Brano consigliato: Eveternity. THE DOORMEN ABSTRACT [RA] autoprodotto

Abstract [ra] è il titolo scelto per terzo full length degli italiani The Doormen. Suonano tanto e su palchi prestigiosi (ad Agosto scorso hanno aperto il concerto di Paul Weller all’Umbria Rock Festival) e la loro città, Ravenna, vero gioiello per quanto riguarda l’underground, deve averli sicuramente stimolati nel loro percorso. Un indiepop compatto di stampo internazionale vuoi per il cantato in inglese vuoi per quei moti melodici brillanti e accattivanti di “Kill Me Right Now” e “It Could Be You” dove si notano riferimenti dalla psichedelia alla new wave contemporanea. Un lavoro che nell’insieme forse pecca di audacia, seguendo per tutto il suo cammino quasi sempre lo stesso percorso, fatto di tinte scure alternate con momenti più esplosivi di rock’n roll; ciò non preclude comunque l’ottima prospettiva futura per questa band romagnola.

BIRTHH BORN IN THE WOODS

(WWNBB COLLECTIVE) È bellissimo quando una realtà consolidata come WWNBB, label italiana dal sapore internazionale (negli ultimi anni ha sfornato perle assolute come Be Forest, Brothers In Law, Karibean…), decide di scommettere su una giovane e talentuosa ragazza fiorentina, artisticamente conosciuta con il moniker Birthh. Born in The Woods è il suo primo album, in cui il suono mostra una grande attenzione ai particolari e un gusto per le atmosfere downtempo e ambient, unendo la sensibilità di una scrittura cantautorale, dalle evidenti radici folk, alle ricercatezze degli arrangiamenti elettronici. Alice, questo il suo vero nome, debutterà dal vivo al SXSW “South by Southwest” 2016, uno di più grandi festival musicali degli Stati Uniti. Per vederla nelle nostre zone invece, ci sarà da aspettare ancora un po’ e noi fremiamo nell’attesa! Voi nel frattempo appuntatevi questo nome: Birthh. suoni@lungarnofirenze.it


30 di faolo pox - illustrazioni di aldo giannotti Arriva la sveglia Ariete. È il tuo mese, il miglior periodo dell’anno ricco d’amore, di soldi, di lavoro e pure di belle e sane e grosse incazzature. D’altra parte, se non sbaglio, è qualche mese che non ti incazzi seriamente come sai fare tu. La cosa bella è che ad aprile sarai capace di incendiarti per qualsiasi cosa. Quasi ti invidio. PROGRAMMA TV DEL MESE: Sgarbi Quotidiani

Gli astri suggeriscono che sarà il mese della “resa dei conti” ma ho una paura terribile a dirtelo perché so che potrei galvanizzarti e trasformarti in un pezzo d’acciaio difficilissimo da piegare. Ormai l’ho fatto. Quindi è giusto anche che ti dica che il lavoro sarà il campo di battaglia. Ma non portare lo scazzo a casa: sebbene non ti sembri, lì le cose andranno a gonfie vele. PROGRAMMA TV DEL MESE: Mi manda Lubrano

…e risboccia l’amore. Ma gli astri mettono tantissimi protagonisti in questo quadro, caro mio gemelli. Forse la tua natura un po’ “doppia” sta aprendo molti – troppi – fronti? Ecco, ad aprile è giusto che tu cominci una piccola selezione, una sorta di casting. Confronta, metti alla prova e scegli. Non è facile per te ma da qualche parte dovrai pur cominciare, no? PROGRAMMA TV DEL MESE: Il gioco delle coppie

Mi ha scritto una lettrice dicendomi che non parlo mai dell’amore del Cancro. E non ne parlerò neanche adesso perché le tre righe che mi restano ho bisogno di investirle nell’argomento “finanze”. Caro Cancro, c’è sempre tempo per l’amore, meno per colmare i debiti e non finire sul lastrico. E certe scelte potrebbero farti finire al verde, come la primavera. PROGRAMMA TV DEL MESE: Zio Tibia Picture Show

Stanchezza? Non è colpa del cambiamento di stagione, non raccontartela più.È che le scelte che credevi sbagliate si stanno rivelando per quelle che sono: sbagliate. Dovresti fidarti più delle prime sensazioni e pensare di più a te, a quello che vuoi e che sei. E soprattutto dedicarti alle cose frivole con maggiore consapevolezza. Spendi soldi per te, al risparmio penserai a settembre. PROGRAMMA TV DEL MESE: Nonsolomoda

Bisogna tenere duro almeno altri 30 giorni e pensare che alla fine c’è di peggio. La prospettiva deve essere sempre lanciata al “domani”. Non voglio gufare ma aprile segna rallentamenti e confusioni, tensioni e un pizzico di paure. Tu non te ne curare, vai sempre al giorno dopo, non incagliarti nelle ore pallose di questo aprile svogliato. PROGRAMMA TV DEL MESE: Almanacco del giorno dopo

Da che parte penderà il tuo mese di aprile? Dalla parte della tua onnipotenza verso il mondo che non ti merita o dalla parte dell’inguaribile pessimismo verso il mondo che non ti capisce? E sarai snob con gusto o pop con sticazzismo? E ti vestirai bene perché ti piace o perché speri che qualcuno noti il tuo cambio di stile? Quello che so è che il quadro sarà netto, senza pareggi. PROGRAMMA TV DEL MESE: Forum

Vorrei essere nato scorpione per sapere cosa si prova in periodi come questi. Più analizzo, più mi confronto con alcuni colleghi, più il prospetto è chiaro e definito. Passione, sesso, mutande che volano, numeri che si registrano, uozzappini che infiammano e fughe notturne che insospettiscono. Esci di casa e poi prova a smentirmi. PROGRAMMA TV DEL MESE: Colpo di fulmine

Vortici di pianeti che tracciano il ritorno dal passato di qualcosa o qualcuno con il quale non hai fatto bene i conti. Ma non in negativo, non un vecchio coinquilino che ti dice che è arrivata una bolletta della casa dell’università e nemmeno Equitalia. Forse un vecchio amore che vecchio non è, un parente che ti deve delle scuse o un ex datore di lavoro che non può fare a meno di te. PROGRAMMA TV DEL MESE: Carramba! Che sorpresa

Ti spingi un filo più in là del lecito ma senza strafare e senza essere volgare. Le tue azioni sono spinte, da seconda serata, ma senti che pagheranno e ti appagheranno. È il piacere dell’imbarazzo altrui che ti sta stuzzicando. Sorriso sornione e ammiccamenti vari. La vera fortuna di aprile è la tua leggerezza. Non c’è niente di male. PROGRAMMA TV DEL MESE: Colpo grosso

Ci sono dei momenti dove è opportuno affidarsi a una regia esterna e smetterla di voler dirigere se stessi e gli altri. E sarà aprile. Togliersi responsabilità, delegare, lasciare che gli altri ti dicano cosa e come fare. È utile perché, alla lunga, chi sa ben eseguire saprà anche ben decidere. Non sentirti un gregario. Segui la coreografia. PROGRAMMA TV DEL MESE: Non è la Rai

Sei una voce fuori dal coro ma non per antagonismo, bensì per vera e originale alternativa. Dici cose che gli altri hanno paura a dire, ma le dici bene, con ironia, sagacia, sei creativo, intelligente, calzante. Cosa ti manca? Un po’ di spazio e fiducia da parte degli altri. Magari non vedrai subito il risultato ma dammi retta che manca poco al primo obiettivo che ti sei fissato quest’anno. PROGRAMMA TV DEL MESE: Avanzi


DAL 14 APRILE AL CINEMA SPAZIO ALFIERI via dell’ulivo, 6 - firenze www.spazioalfieri.it

CINEMA STENSEN viale don minzoni, 25 - firenze www.stensen.org


Firenze Stazione Leopolda e altri spazi

5 maggio > 18 giugno 2016 info: 055 2638480 www.fabbricaeuropa.net


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.