Lungarno n. 38 - marzo 2016

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Marzo 2016

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DA KANDINSKIJ

A POLLOCK

SCOTT MATTHEW

FLORENCE KOREA FILM FEST

TA S T E L’A G E N D A D I

MARZO


26 febbraio / 6 marzo Teatro della Pergola FILIPPO TIMI MARINA ROCCO

8 / 13 marzo Teatro della Pergola ROCCO PAPALEO GIOVANNI ESPOSITO

UNA CASA DI BAMBOLA di Hernik Ibsen regia Andrée Ruth Shammah

BUENA ONDA

di Valter Lupo, Valerio Vestoso Rocco Papaleo, Giovanni Esposito regia Valter Lupo

15 / 24 marzo Teatro della Pergola ANNA MARCHESINI

CIRINO E MARILDA NON SI PUÒ FARE di Anna Marchesini

5 / 6 marzo Teatro Era SILVIA CALDERONI

MDLSX

drammaturgia Daniela Nicolò e Silvia Calderoni suoni Enrico Casagrande

www.teatrodellatoscana.it 1 / 6 marzo Teatro Studio FEDERICA DI MARTINO DANIELE PECCI

7 marzo Teatro Era ALESSIO BONI MARCELLO PRAYER

MEDEA

di Euripide regia Gabriele Lavia

I DUELLANTI

di Joseph Conrad regia Alessio Boni e Roberto Aldorasi

18 / 19 marzo Teatro Studio LAURA PIAZZA

GHERTRUDA, LA MADRE DI A.

16 marzo COMPAGNIA ORSINI

di Davide Rondoni regia Filippo Renda

IL PREZZO (THE PRICE) di Arthur Miller regia Massimo Popolizio

TEATRO DELLA PERGOLA

Via della Pergola, 12/32 - Firenze 055.0763333 pubblico@teatrodellapergola.com www.teatrodellapergola.com

21 marzo Teatro Era TONI SERVILLO

TONI SERVILLO LEGGE NAPOLI

TEATRO ERA

regia Toni Servillo

8 / 13 marzo Teatro Niccolini GLAUCO MAURI ROBERTO STURNO

QUATTRO BUFFE STORIE da Pirandello a Čechov regia Glauco Mauri

Parco Jerzy Grotowski Via Indipendenza - Pontedera (PI) 0587.55720 / 57034 teatroera@teatrodellatoscana.it www.centroperlaricercateatrale.it

TEATRO STUDIO

VIa Donizetti, 58 - Scandicci (FI) 055.0763333 pubblico@teatrodellapergola.com www.teatrodellatoscana.it

TEATRO NICCOLINI

VIa Ricasoli, 3 - Firenze 055.0763333 pubblico@teatrodellapergola.com www.teatrodellatoscana.it


EDITORIALE di matilde sereni Qualche tempo fa sono stata a Venezia. Quella Venezia, Patrimonio dell’Umanità Unesco. Tra una bocca spalancata e uno sguardo strabiliato, tra un Ponte alle Tette e un cicchetto al profumo di mare, ho fatto capolino al Peggy Guggenheim. Non tutti sanno che ho un debole per Magritte, qualcuno sì. Capirete quindi che ritrovarmi faccia a faccia con L’impero delle Luci mi ha portato facilmente ad esternare quello che i critici definiscono “Sindrome di Stendhal”. Caso vuole che la Sindrome di Stendhal sia anche denominata “Sindrome di Firenze”, doppio caso se pensate che proprio a marzo Palazzo Strozzi inaugura oltre 100 capolavori dell’arte europea e americana tra gli anni venti e gli anni sessanta del Novecento nel segno delle figure dei collezionisti americani Peggy e Solomon Guggenheim. Forse non troverò Magritte, ma è comunque un buon modo per salutare la primavera alle porte. Però, siccome sappiamo tutti che con l’arte non si mangia, ecco che arrivano in soccorso Taste e Fuori di Taste, le rassegne gastronomiche d’élite per eccellenza, dove potrete sbizzarrirvi tra prelibatezze di ogni tipo mettendovi una mano sul cuore e l’altra nel portafoglio. Se un po’ avete imparato a conoscerci, sapete meglio di me che Lungarno non si occupa solo di mainstream, quindi mettetevi comodi e iniziate a sfogliare ché Firenze offre tantissime cose per cui sentirsi mancare al primo sguardo. Buona lettura.

IN COPERTINA

SOMMARIO

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RISVEGLI di Sara Sun

L’arrivo della Primavera, attesa, accompagnata dai suoi risvegli della natura.

Sara Sun (nome d’arte di Sara Boddi) ha studiato grafica pubblicitaria presso la Scuola Internazionale di Comics a Firenze, dopo varie esperienze in diverse agenzie di comunicazione adesso fa parte del collettivo Obliviù e di “Miccce” (miccce.com) un team di creativi freelance. www.miccce.com

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Firenze n. 5892 del 21/09/2012 N. 38 - Anno IV - MARZO 2016 - Rivista Mensile - www.lungarnofirenze.it Editore: A ssociazione Culturale Lungarno - Via dell’Orto, 20 - 50124 Firenze - P.I. 06286260481 Direttore Responsabile: Marco Mannucci • Direttore Editoriale: Matilde Sereni Responsabili di redazione: Gabriele Ametrano, Riccardo Morandi Social Media Manager: Bianca Ingino, Valentina Messina Editor: Cristina Verrienti • Amministrazione: Arianna Giullori Stampa: Grafiche Martinelli - Firenze • Distribuzione: Ecopony Express - Firenze Hanno collaborato: Alessandra Pistillo, Caterina Liverani, Cristina Romeo, Eleonora Ceccarelli, Alba Parrini, Marta Staulo, Martina Milani, Alice Cozzi, Michelle Davis, Giulia Focardi, Silvia Amerighi, Maria Carmela Saracino, Mattia Marasco, Tommaso Chimenti, Riccardo Morandi, The NightFly, Pratosfera, Leandro Ferretti, Nanni, Tommaso Ciuffoletti, Faolo Pox, Gabriele Ametrano, Aldo Giannotti, Gianluca Danti, Sara Boddi. Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dei proprietari. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, né per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati. Scopri dove trovare Lungarno su www.lungarnofirenze.it

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DA KANDINSKIJ A POLLOCK di alessandra pistillo

LE RAGAZZE PICCHIANO DURO di michelle davis

CHIAPAS di alba parrini

CO-STANZA di eleonora ceccarelli

SCOTT MATTHEW di michelle davis

FLORENCE KOREA FILM FEST di caterina liverani

TORTINO DI CARCIOFI di marta staulo

TASTE N°11 di marta staulo

NEI PICCOLI LA FORZA di tommaso chimenti

L’AGENDA DI MARZO

18 MARZO DA NON PERDERE

•T RA SACRO E PROFANO di pratosfera • A EMPOLI C’È di silvia amerighi • HOLLYWOOD SULL’ARNO di maria carmela saracino • NOI VI CI MANDIAMO a cura di riccardo morandi • NOI CI ANDIAMO news dall’ente CRFi • PIAZZA DELLA SIGNORIA di mattia marasco • LA FESTA DE L’UNITÀ di leandro ferretti • • • •

A TRAMA DEL TEMPO di martina milani L MARZO BAMBINO di cristina romeo OSTE, PORTACE DA BEVE! di nanni the pug UNA FIORENTINA A NEW TORK di alice cozzi

•M ARZIANO di tommaso ciuffoletti • MINORANZE RUMOROSE • PAGINE

di riccardo morandi

di gabriele ametrano

•F UGA DA FERMO di the nightfly • PER IL MONDO A SUON DI HAMMOND di giulia focardi • SUONI

di gianluca danti

• STELLE

di faolo pox


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arte

LA GRANDE ARTE DEI GUGGENHEIM di alessandra pistillo

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rande attesa a Firenze. Dal 19 marzo al 24 luglio 2016 Palazzo Strozzi apre le sue porte alla grande arte dei Guggenheim; oltre cento capolavori dell’arte europea e americana tra gli anni Venti e gli anni Sessanta del Novecento. Nomi da capogiro. Basta leggerli, per ammassarsi all’ingresso della mostra. A Palazzo Strozzi è il turno dei più grandi maestri dell’arte moderna. Non solo Kandinskij e Pollock, ma anche Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray, Alberto Burri, Emilio Vedova, Mark Rothko, Roy Lichtenstein e Lucio Fontana. L’arte moderna a volte può sembrare strana, molti “non la capiscono”. Spesso ironica, sembra divertirsi a lasciare in sospensione l’osservatore, che a volte affronta la contemplazione con un senso di smarrimento. D’altra parte gli occhi dell’arte moderna sono soggettivi e quelli del pubblico sono affamati non solo di emozione, ma anche di spiegazioni, di dialogo. Se è una chiave d’interpretazione quello che state cercando, sappiate che gli occhi con cui vi raccontiamo questa mostra sono tra i più esperti in circolazione: quelli di Luca Massimo Barbero, il curatore, che questo percorso ama definirlo un viaggio. Ma non aspettatevi di essere presi per mano; il viaggio lo compirete in perfetta libertà, e sarà in questa dimensione che potrete comprendere il senso del vostro vagare. Il percorso espositivo intende ricostruire rapporti e relazioni tra le due sponde dell’Oceano, nel segno delle figure dei collezionisti americani Peggy e Solomon Guggenheim. La mostra na-

sce dalla collaborazione tra la Fondazione Palazzo Strozzi e la Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York e permette un eccezionale confronto tra opere fondamentali dell’arte moderna. “Ho costruito la mostra appositamente per lo spazio di Palazzo Strozzi – racconta il curatore – sala per sala, si compie un racconto, non solo cronologico, delle grandi avanguardie del Ventesimo secolo. La mostra è anche una celebrazione del ritorno a Firenze della collezione Guggenheim dal 1949, anno in cui Firenze invitò Peggy Guggenheim, appena giunta in Italia, a presentare la sua collezione alla Strozzina. Firenze si conferma così un osservatorio attento di quelle che un tempo erano le avanguardie e che adesso vengono celebrate come arte moderna. Coloro che all’epoca furono presentati come artisti contemporanei, oggi sono i grandi maestri del Ventesimo secolo”. La prima sala offre subito un forte impatto con le opere originarie delle due collezioni (sia Solomon che Peggy iniziano a collezionare dal 1937). Da un lato quella di Solomon, più legato alle avanguardie dell’astrazione dei primi anni del secolo. Di fronte, in una sorta di confronto inedito, quella di Peggy, anche lei legata alla pittura astratta, ma tipizzata dalle altre avanguardie, dalla metafisica al surrealismo di De Chirico, Ernst, Klee o Giacometti. Al centro della sala, l’ospite d’onore, il grande Curva dominante di Kandinskij: due metri di olio su tela, considerato il capolavoro del momento parigino del 1936. Un’opera sintomatica del dialogo di questa mostra, perché è un dipinto che Peggy compra e che poi rivende negli anni newyorkesi, e che in seguito entra a far parte della collezione dello zio.

Il dialogo tra le collezioni di Venezia e quelle di New York prosegue nella seconda stanza, mentre la terza spalanca le porte al grande Pollock. “Un’occasione unica di ammirare un’antologia dell’artista, dalle sue opere del 1942, influenzate da Picasso - il bellissimo “La donna luna” ne è un esempio - fino a quelle del 1951”. Il racconto straordinario dell’espressionismo astratto e dell’informale in Europa, le due correnti del Dopoguerra, si sussegue nelle sale a ritmo incessante fino a giungere nella Sala 8, dove incontriamo i capolavori di Mark Rothko. “Peggy è una delle prime a esporre le sue opere e qui ritroviamo, tra gli altri, “Marrone e arancio”, dal museo di New York”. Nella Sala 9, infine, vi aspetta l’arte degli anni Sessanta, il gran finale che chiude il percorso con uno straordinario Lichtenstein, aprendo la strada al pop e all’arte contemporanea. Il viaggio finisce. Lascerete la mostra riflettendo su quanto il Secondo dopoguerra di cui noi siamo figli si sia radicato in questo dialogo serrato tra Europa e America, di cui le collezioni Guggenheim, traghettate da una sponda all’altra dell’Oceano, sono la rappresentazione. Uno spaccato sintetico e ricco che fa pensare alla bellezza della cultura nel suo evolversi e farsi influenzare. Un dialogo tra continenti, tra culture, tra collezioni di zio e nipote, che imprime vitalità. Le opere sono ironiche, ricche, aperte. In esse si entra pienamente, conoscendole una per una e sperimentando le proprie interpretazioni. Perché il dialogo più grande, alla fine, è quello che ognuno di noi avrà con ognuna di loro. in alto: “Curva dominante”, di Vasilij Kandinskij, 1936


game

di michelle davis

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i mazzi di mimose c’è chi preferisce le mazzate, l’adrenalina, il gioco di squadra. Immagina uno sport che mette insieme l’abilità del pattinaggio, la potenza del rugby e la strategia degli scacchi. Uno sport di contatto in cui vieni battezzata con un nuovo nome, il tuo alter ego su otto ruote. Questo è il Roller Derby. Si gioca cinque contro cinque: a turno ogni pattinatrice deve segnare compiendo un giro della pista, superando il blocco delle avversarie. Le partite si chiamano bout, durano un’ora e sono divise in una serie di intensi scontri da due minuti ciascuno, i cosiddetti jam. Tutti i lunedì e giovedì sera, l’A.S.D. Firenze Oltrarno Pattinaggio dell’Isolotto risuona degli allenamenti della squadra fiorentina, le Bone Choppers. Armate di paradenti, ginocchiere, casco, polsiere e derby-name, Irene “I-renegade”, Natalia “Chupacabra” e Debora “Debbilicious” sfrecciano in formazione sulla pista ellittica, calzando solidi quad skates. Sara “Poison PopCorn” Grassini ci racconta la loro storia: «In realtà le Bone Choppers sono nate da una scommessa. Diego “Mr Bonobo” degl’Innocenti, ora presidente dell’associazione, fu il primo a proporre l’idea e mi sembrò talmente assurda che gli promisi che se avesse trovato altre giocatrici avrei accettato di formare una squadra. Questo era due anni fa ed ora eccoci qua». Il Roller Derby nasce ufficialmente in USA nel 1935. Inizialmente strutturato come una sempli-

ce gara di skaters, fu in seguito rivisitato dall’arguto imprenditore Leo Seltzer, che aggiunse un pizzico di violenza per aumentarne l’appeal. Poco poteva prevedere che nel tempo, la sua piccola marchetta sarebbe diventata un potente strumento di emancipazione femminile. Dopo un periodo di relativa calma, il revival si è scatenato nel 2001: un terremoto estrogenico senza precedenti con epicentro Austin, Texas. Da lì si è propagato un vero e proprio movimento globale, anche grazie a video musicali ispirati alla sua sfrontata natura coreografica (“How rude she was” dei Tower of London o “Winner” dei Pet Shop Boys) e a film come Whip It (2009), debutto alla regia di Drew Barrymore. «In Toscana oltre a noi ci sono le Octopussy di Massa, alle quali siamo molto legate. In Italia questo sport è ancora di nicchia ma in continua evoluzione . Quello che mi piace del Roller Derby è il concetto di sorellanza: sul track devi essere un tutt’uno con le tue compagne, l’azione del singolo non è sufficiente». Lo spirito di questo sport affonda le radici nel DIY e in una rete estesa di iniziative autogestite, sia sul territorio nazionale che internazionale. Adesivi, loghi, divise, tatuaggi, eventi e birre autoprodotte: il tutto si rifà ad un’ammiccante estetica pin-up iniettata di irriverenza poppunk femminista. «Nel Roller Derby c’è un’accettazione totale, non c’è giudizio. Qui va bene tutto, non esiste uno stereotipo di donna. Come concetto e mentalità è aperto a tutte le sottoculture, da cui alla fine è nato.

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Abbraccia la figura femminile in tutte le sue forme e in tutte le sue declinazioni». Le Bone Choppers conducono anche No Pack, una trasmissione su OrmeRadio in cui mettono in risalto questo sport semisconosciuto. «In Italia il problema non sono solo i numeri, ma anche la mentalità. A primo impatto può intimorire ma pur essendo un’attività estremamente fisica rimane sempre e comunque circondata da un’aureola di protezione. Ti dà molta sicurezza, tira fuori il tuo io più battagliero». La nostra nazionale ha esordito nel 2014 a Dallas, in occasione del Campionato Mondiale Roller Derby, classificandosi ventitreesima su trenta team. Per partecipare ai bout ufficiali, ogni squadra deve disporre di 14 skater abilitate e l’unico team italiano ad aver raggiunto questo traguardo finora sono le Harpies di Milano. Firenze è ancora piccola e sogna di affilarsi le ossa sui grandi track internazionali. Se hai sempre sognato un nome da guerriera e l’interno coscia scattante, questo 8 marzo considera di arruolarti nelle Bone Choppers. Le mimose te le regaleranno lo stesso.


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a quel paese

PROGETTO TATAWELO

UN VIAGGIO NEL MESSICO PIÙ FEDELE A SÉ STESSO di alba parrini

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San Juan Chamula è un mercoledì qualunque e tra il caldo torrido e il sole abbagliante, sembra un normale tardo pomeriggio. Ma la tribù maya dei Tzotzil sta occupando la chiesa coloniale della piazza principale per un rituale propiziatorio a base di uova, polli vivi e posh, una bevanda alcolica a base di canna da zucchero. I pochi turisti che raggiungono questo altopiano a circa dieci minuti da San Cristóbal de las Casas (capitale morale dello stato messicano) osservano senza fiatare e alla fine del rito pagano ne approfittano per farsi leggere il futuro dalle sciamane. Il Chiapas è tutto questo: colonialismo mischiato a magia e tradizioni indigene, turismo ancora – fortunatamente – non sfruttato al 100%, colori e profumi esplosivi della vegetazione dirompente. Se decidete di visitare il Chiapas, la tappa sicuramente immancabile sono le cascate di Agua Azul. Il percorso nella Sierra de Chiapas vi porterà a oltrepassare canyon mozzafiato (uno tra tutti quello di Sumidero, che è possibile raggiungere anche in barca), per arrivare poi all’altopiano delle cascate dell’Acqua Azzurra, traduzione letteraria del toponimo spagnolo. Dopo il trekking la cascata vi inviterà a tuffarvi tra le sue acque limpide, i suoi gorgoglii turchesi e la schiuma bianca. Andare in Chiapas significa anche fare un salto indietro nel passato dell’epoca imperialista; nel sedicesimo secolo l’area fu colonizzata nella sua interezza. Imperdibile una sosta al mercato della già citata San Cristóbal, situato tra i coloratis-

simi palazzi colonialisti, dove consumare una colazione a base di pane dolce, mango, papaya e succosi frutti tropicali. La capitale culturale del Chiapas fu una delle più importanti città del Nordamerica spagnolo e le sue architetture ne mostrano tutt’ora la sua magnificenza. San Cristobal è oggi un vero e proprio melting pot etnico, e il ministero del turismo l’ha classificata come “Pueblo Magico” – letteralmente paese magico – un riconoscimento concesso soltanto alle località dove la popolazione mantiene un particolare e tradizionale stile di vita, tipicamente messicano. Non stupitevi quindi se vi troverete spesso da soli a passeggiare per le strade, qui la siesta è addirittura riconosciuta dal Ministero! Ma la magia del Chiapas non è soltanto nella sua capitale di respiro coloniale, bensì anche nel passato più remoto, quello dell’epoca Maya. Il sito storico di Palenque è sicuramente molto meno conosciuto e frequentato dei nomi blasonati dello Yucatan, ma vale la pena raggiungere la zona archeologica anche soltanto perché è completamente immersa nella giungla più fitta, parzialmente sepolta nella fitta vegetazione. Molti dei geroglifici risultano ancora non interpretabili, per questo motivo si rumoreggia che sia uno dei siti più esoterici del Messico. Il passato più recente ha visto questo territorio come base per la rivolta zapatista, che portò al riconoscimento di alcuni diritti fondamentali per le popolazioni indigene. Orgoglio e fedeltà alle proprie radici, esoterismo, sapori tropicali e colori da cartolina… scommettiamo che a questo punto del viaggio anche voi sarete già stati conquistati!

di silvia amerighi

“A riempire una stanza basta una caffettiera sul fuoco”, afferma lo scrittore Erri De Luca. E quando sai che il caffè è solidale la stanza è ancora più accogliente. Il progetto Tatawelo (avo in lingua tzeltal) è nato nel 2003 dalla sinergia tra diverse organizzazioni dell’economia solidale italiana per sostenere le comunità indigene zapatiste del Chiapas, in Messico, attraverso la commercializzazione del caffè. Se mentre sorseggiamo il nostro caffè immaginiamo il percorso che il chicco ha fatto per arrivare fino a noi, vediamo la famiglia di Anselmo che alle sette del mattino, dopo una colazione a base di fagioli e tortillas, si mette in cammino verso le piantagioni, che si trovano a più di mille metri di altitudine, in una zona impervia percorribile solo a piedi. Le attività della raccolta e della lavorazione del caffè (lavaggio, spolpatura, essiccazione, ammasso) rappresentano la quotidianità per intere famiglie da novembre fino a maggio. Il caffè, bene coloniale per eccellenza e tra i prodotti più scambiati in borsa, è il simbolo di un’economia basata su meccanismi di sfruttamento e di speculazione finanziaria. L’Associazione Tatawelo, nata nel 2005 per seguire il progetto e nel tempo ha iniziato a controllare direttamente l’intera filiera del caffè, dall’importazione alla distribuzione nei canali dell’economia solidale in Italia, con l’obiettivo di garantire una filiera etica dal produttore al consumatore. Per contattare chi si occupa del progetto Tatawelo nell’area fiorentina: magazzino@villaggiodeipopoli.org www.tatawelo.it



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domande

CO-STANZA di eleonora ceccarelli

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o-stanza nasce grazie a Maria, Anna e Michela. Tre professioniste che per molto tempo hanno lavorato a stretto contatto con famiglie e bambini fino ad individuare una necessità: creare un luogo dove la famiglia può trovare un suo spazio a 360°. Da qui è nata l’Associazione Co-Co’, per sostenere i concetti di identità, radici, cultura, diversità e integrazione, offrendo uno spazio di scambio e di condivisione tra adulti e bambini, promuovendo iniziative culturali e di sostegno alla genitorialità. All’interno di questa struttura molto accogliente in Via Ponte alle mosse 32r, non troviamo solo spazi di lavoro condivisi, ma anche stanze private da poter affittare per svolgere la propria professione, uno spazio bimbi seguito da educatrici, una cucina, un giardino, un area relax e allattamento, ed una stanza polivalente. C’è anche una piccola biblioteca dedicata prevalentemente a tematiche di carattere sociale a cui chiunque può accedere e contribuire donando libri. Lanciato come una realtà di coworking e servizi per mamme e papà, Co-stanza, vuole in realtà dimostrare che un nuovo modo di lavorare è possibile e che avere una famiglia può diventare una risorsa e non un limite. Un’auspicabile inversione di rotta nella direzione presa dal mondo del lavoro ormai da tempo, da un modello maschile per tempi e modalità di azione, a spazi

sempre più aperti a quello femminile e familiare. Sarebbe utile raccontare il rapporto tra famiglia, lavoro e cambiamento sociale e di come oggi sia di fondamentale importanza uno spazio come questo. Non si tratta in alcun modo di disquisire sulla famiglia in sé, ma solo di accettare come le persone e le esperienze dei vari nuclei familiari siano in continua evoluzione. L’associazione Co-Co’ è pronta ad ascoltare questi cambiamenti ed è determinata nella sua missione. La donna e la famiglia di oggi hanno doveri ed esigenze nuove rispetto al passato. La rete sociale è differente e questo cambiamento va accolto e sostenuto. Lo dimostra il successo di Co-stanza, spazio inaugurato il 19 dicembre, arrivato a colmare queste lacune e già pieno di richieste. Uno spazio molto prezioso e unico nel suo genere, un luogo d’incontro e un laboratorio di innovazione sociale sul tema del lavoro. Tutto chiaro? Un genitore pu ò affittare la sua postazione di lavoro e lasciare il proprio figlio nella stanza vicino con delle educatrici. Nel frattempo accresce la sua rete di relazioni e possibilità lavorative creando una community dove condividere idee e progetti. Alzi la mano quale donna dopo la maternità non si è sentita cadere in pieno nello stereotipo del “ormai sei una mamma, avrai meno tempo” oppure “la tua testa è presa da altro, adesso hai altre priorità”. Tutto inutilmente faticoso e profondamente ingiusto. Queste tre donne hanno capito l’importanza di non lasciare sola la famiglia e la donna offrendo uno spazio dove lavo-

rare e offrire moltissimi servizi unici, come per esempio La Torre di Babele. In collaborazione con Ai.Bi. Amici dei bambini, si predispone un percorso di facilitazione all’inserimento scolastico, culturale e linguistico personalizzato per tutti quei bambini che da una cultura diversa si trovano improvvisamente a vivere in Italia. Oppure uno sportello gratuito di ascolto e orientamento affiancato da specialisti, dove poter trovare consulenza psicologica e pedagogica, mediazione familiare, percorsi di orientamento sociale e professionale. Lo sportello di Co-stanza vuole essere un punto di riferimento per chiunque cerchi sostegno alla genitorialità, a partire dalla gravidanza, al post-partum, fino a prendersi cura della propria famiglia in situazioni complesse da gestire, come crisi di coppia e separazioni. In fondo solo il confronto con altre famiglie può essere un nuovo punto di partenza e non sentirsi solo ne è parte integrante. Uno spazio che offre l’accoglienza di una casa e la funzionalità di un ufficio. Benvenuta Co-stanza!


note

di michelle davis

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na risata così non me l’aspettavo da lui. Piena, voluttuosamente intrisa di dolcezza ed ironia. Dall’altra parte dello schermo, Scott Matthew si prepara a rispondere alle domande con una casualità disarmante e un sorriso che, nascosto dietro l’icona di skype, vibra nell’etere. A quattro mesi dall’uscita del suo quinto album This here Defeat, il cantautore australiano si prepara a partire in tour, stavolta in direzione Italia. “Amo l’Italia, l’Europa è stata incredibilmente generosa con me e ne sono estremamente grato. Amo prendere una pausa dai ritmi frenetici di New York, visitare il buon vecchio continente. Sono appassionato di storia e penso che Roma sia la mia città preferita in assoluto. Purtroppo non ho ancora avuto modo di visitare Firenze per bene. Venendo da un paese giovane come l’Australia trovo davvero affascinanti le vostre atmosfere antiche”. Scott è un viaggiatore irrequieto, ma al punto giusto. Nato nel Queensland e militante in svariate formazioni punk-rock, nel 1997 sfugge dall’atmosfera claustrofobica di Sydney per spostarsi a New York dove insieme a Spencer Cobrin, ex batterista di Morrissey, fonda la band pop alternativa Elva Snow. Il suo spiccato senso teatrale e la sua voce che ricorda lievemente il tono di Bowie lo portano sulla strada delle colonne sonore. Compone per anime come Cowboy Bebop e Ghost

in Shell ma il successo arriva nel 2006 con la colonna sonora di Shortbus, film pluripremiato diretto da John Cameron Mitchell, che lo lancia nel firmamento folk. “Ho sempre avuto un buon feeling con il cinema ma recentemente ho anche scritto una canzone, pensa, per un libro! L’autore è francese, quindi probabilmente e purtroppo non uscirà in inglese, ma nella trama uno dei personaggi compone una canzone insieme a me e quindi ho concepito il pezzo immaginandomi di essere in compagnia di questo personaggio fittizio...è stato molto interessante come processo!”. Dopo 3 album originali, nel 2013 Scott pubblica Unlearned, una splendida raccolta di cover. Da Love Will Tear us Apart dei Joy Division a I want to dance with somebody di Whitney Houston, la tracklist è un mosaico di hit colorate con i toni più struggenti e cerulei del suo cantautorato solitario. “Quelle canzoni le sentivo già molto vicine: la mia missione era trovare parte di me in quelle canzoni. Dovevo scovare la mia voce, renderle mie. Mi sono divertito tantissimo, mi piacerebbe farlo di nuovo! Forse in futuro…”. A questo punto una domanda è d’obbligo e gli chiedo se si avventurerebbe mai nel vasto repertorio della canzone italiana. Ed ecco di nuovo la risata, un boato di umiltà che riscalda dalla testa ai piedi: “Faccio schifo nelle lingue! Non ce la faccio proprio, mi mette troppo in imbarazzo anche solo provarci. Parlo solo l’australiano!”. Nonostante questo blocco, Mr Matthew ha voluto registrare il suo ultimo album proprio

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in Europa, a Lisbona. “Ho preso questa decisione per svariati motivi: un po’ per convenienza ma soprattutto perché ne sentivo la necessità. Eravamo in tour in Portogallo, avevo la band al completo e una settimana libera a disposizione, quindi era perfetto. Avvertivo il bisogno di registrare in un ambiente nuovo, avere un approccio più fresco, ed ha funzionato. Sono molto orgoglioso dell’album nuovo, si percepisce una maggior apertura anche grazie a questa scelta”. E perché non provare a vivere in Europa? “C’è una parte di me che ha paura di ricominciare da capo. Se avessi un sacco di soldi non ci penserei due volte, mi comprerei una casa nella campagna italiana e mi stabilirei lì per sempre. Ma devo dire che New York è diventata la mia casa, ho tanti amici qui e ci sono anche dei grandissimi musicisti, come Clint Michigan e Holly Miranda”. Sì, ma se arrivasse un mecenate Medici-style e ti finanziasse il trasferimento? “Sarebbe un sogno!”. Bene, svuotate le tasche amici, e se non potete comprargli una villa nel chianti, almeno venite al suo concerto allo Spazio Alfieri il 10 Marzo.

foto di Michael Mann


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pellicole

di caterina liverani

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e c’è una cinematografia ancora in grado di realizzare ottimi film di genere, raccontare storie sempre nuove e potenti che scuotano davvero lo spettatore, di affrontare poderose ricostruzioni storiche portando a galla vicende dimenticate per riflettere sulla contemporaneità e, ultimo ma non meno importante, di incentivare l’ottimo lavoro di autori sempre più giovani e incredibilmente preparati, quella cinematografia è senza dubbio quella coreana. Firenze si prepara a celebrare, per il 14esimo anno, il meglio del cinema coreano contemporaneo con l’edizione 2016 del Florence Korea Film Fest che si terrà al cinema Odeon dall’11 al 17 marzo. Si apre con The Shameles un noir diretto da Oh Seung Uk e interpretato da Jeon Do-yeon, una delle attrici più affascinanti ed enigmatiche che è stata già celebrata dal Korea nel 2013, per poi proseguire con le tre sezioni del Festival (Orizzonti Coreani, Indipendent Korea e l’annuale retrospettiva) con un focus dedicato alla musica e l’appuntamento con la ormai consueta notte horror. Amore, famiglia, lavoro ed eros sono gli ingredienti principali della sezione Orizzonti che propone le ultime opere dei registi più affermati e che quest’anno, come non mai, è decisamente declinata al femminile. Storie di donne che lottano per affermarsi in una società ostile, per proteggere la propria famiglia o per dare un senso alla propria vita. Tra le pellicole da non perdere vi segnaliamo Madonna della regista Shin Su-

won, Office di Hong Won chan e naturalmente Right Now, Wrong Then, ultima opera di Hong Sang soo vincitrice del Pardo d’Oro all’ultimo Festival di Locarno. E il filo rosa corre anche lungo tutta la sezione Indipendent, dedicata al cinema coreano più fresco e giovane che presenterà una selezione di pellicole le quali, oltre all’universo femminile, esploreranno anche diversi temi sociali che caratterizzano l’attualità in Corea del Sud, come il lavoro, la disabilità e l’emigrazione dalla Corea del Nord. Ryoo Seung-wan, autore classe ’73 formatosi sotto il nume tutelare del grande Park Chan-wook (Old Boy, Lady Vendetta) e con una eterna devozione al genere action di tradizione hongkonghese, è il protagonista e l’ospite della retrospettiva di quest’anno che celebrerà con 9 pellicole la sua carriera in continua ascesa. Non è solo il successo planetario di Gangnam Style a definire la cultura musicale pop in Corea, ne sono prova i film che compongono la sezione k-music e che raccontano, con toni comici e commuoventi, storie di duro lavoro, sacrificio e affermazione. E anche quest’anno il festival renderà omaggio a uno dei generi cinematografici nel quale la Corea del Sud si è distinta negli ultimi quindici anni con la Horror Night. Ecco cosa ci ha raccontato Riccardo Gelli, direttore artistico del Florence Korea Film Fest da 14 anni.

lano agli spettatori davvero qualcosa di nuovo che esula dalle comuni proposte commerciali. Qualcosa di bello e di diverso da vedersi in una splendida sala.

Quale è il segreto della fedeltà che il pubblico fiorentino vi dimostra ogni anno? Senz’altro la qualità dei film proposti che rega-

Il Florence Korea Film Fest vi aspetta all’Odeon dall’11 al 17 marzo.

Quest’anno donne e famiglia sembrano essere i fili conduttori del programma, che ruolo hanno questi due universi nella Corea del Sud contemporanea? La famiglia ha un ruolo fondamentale, le nuove generazioni sono in rapida e costante evoluzione che li conduce inevitabilmente verso una sempre maggiore occidentalizzazione, ma certi valori rimangono comunque saldi. Le donne stanno prendendo sempre più campo specialmente in ambiti professionali importanti, superando anche l’Italia e imponendosi in una società come quella coreana improntata ancora a un certo maschilismo. Un esempio efficace viene dalla massiccia presenza di donne che lavorano nell’industria cinematografica: nel campo della produzione, della distribuzione e della regia. Un appuntamento da non perdere secondo il direttore? Agganciandomi a quanto appena detto assolutamente Steel Flower, un sorprendente film di un giovanissimo regista alla sua seconda opera che racconta la storia di una donna che lotta contro delle grosse difficoltà.


11 L’ESPERTO CONSIGLIA “KOREAN MOVIE EDITION”

TWO SISTERS

IN ANOTHER COUNTRY

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u-Mi poco più che adolescente ritorna a casa dopo un ricovero in un istituto psichiatrico; ad attenderla ci sono l’amata sorellina Su-Yeon, il padre e l’algida matrigna. L’ambiente domestico nella grande e antica casa sul lago è tutt’altro che accogliente e la serenità di Su-Mi è ostacolata dai continui litigi con la matrigna, dall’assenza del padre e da quelle misteriose presenze che si celano dentro gli armadi… Un horror di forte impatto che si struttura su un impianto classico per poi svilupparsi, grazie alla regia innovativa di Ji-woon Kim, in un susseguirsi di sguardi e attese che sembrano non finire mai. Tratto da un popolare romanzo coreano Two Sisters, uscito nelle sale italiane nell’agosto del 2004, ha avuto nel 2009 uno scialbo remake americano intitolato The uninvited. Moon Geun-young che nel film è Su-Yeon, la dolce e fragile sorella minore della protagonista, è una delle interpreti di The Throne in programma quest’anno al Florence Korean Film Fest.

na ragazza per distrarsi dai gravi problemi economici che gravano sulla sua famiglia prende carta e penna e butta giù 3 storie, tutte incentrate su una donna francese che si trova di passaggio in un località balneare coreana. Anne, la sua protagonista, è una volta una affermata regista, un’altra una signora sposata in cerca di svago e nella terza una neo-divorziata. Hong Sang-soo, uno dei registi coreani più apprezzati in Europa, presentò a Cannes nel 2012 questo racconto che celebra il suo inconfondibile stile delicato, sentimentale e introspettivo con una protagonista d’eccezione: Isabelle Huppert, musa del cinema francese, che si cimenta nell’interpretazione di tre diverse donne alle prese con turbolenze emotive in un paese straniero, riuscendo ad essere forte e determinata ma anche fragile e spaventata, mettendo a segno una performance di grande classe. L’ultimo film di Hong Sang-soo Right Now, Wrong Then, vincitore del Pardo d’Oro all’ultimo Festival di Locarno, sarà presentato nella sezione Orizzonti del Florence Korea Film Fest.

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palati fini

TORTINO DI CARCIOFI Lei di sicuro non rischia di essere un ortaggio, perché perfino un carciofo ha un cuore. Il Favoloso Mondo di Amélie ( Jean-Pierre Jeunet , 2000) di marta staulo

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i presento una ricetta decisamente primaverile e, si sa, la primavera è la stagione degli amori e, in amore, prima di essere accecati è vivamente consigliato vederci bene dall’inizio. Non me ne abbiate a male voi nati a marzo ma questo è per me il mese dei carciofi ed io, che ne conosco un paio, questa ricetta la dedico a loro: duri, spinosi, barbuti ed irascibili. Ragazze, apro quindi la campagna Alla larga dal Carciofo, ortaggio - e tipologia di uomo - da cui noi donne (ops, anche voi uomini) dovremmo fuggire lasciando le sgommate per strada per tempo e dolore necessari a renderli pronti all’uso. Perché il carciofo, oltre ad indicare un uomo chiuso e lento che tu donna, credi sempre stia lì lì per sbocciare ed invece - bona ugo - si ammoscia, piuttosto marcisce, ma non fiorisce mai, è un ortaggio che bensì dovrebbe far bene al fegato e depurarti, scongelarti la bile rinsecchita dall’inverno e prepararti alla primavera. Certo non se te lo bevi sotto forma di Cynar, magari per dimenticare. Pertanto occorre riconoscerli alla prima e mettersi da subito l’anima in pace perché il povero carciofo alla fine è solo un’infiorescenza che tu donna hai scambiato per un fiore. Per le più avventurose, si inizia dal tagliargli la testa, spogliarlo degli strati esterni più duri fino ad arrivare al cuore tenero per poi spaccarlo in spicchi sottili e tirargli la barba, così vedi se capisce.

Ma dopo tutta questa trafila, che te ne fai dei carciofi? Quelli figuràti, hanno già la sfortuna di essere tali. E di quelli veri? Ci fai il tortino. Che poi, tu che sognavi l’impero dei carboidrati, sappi che una torta salata alla fine non è (fregature su fregature) che una omelette mistificatrice cotta sul fornello o in forno (occhio al manico in plastica) e che non deve essere assolutamente girata, tanto per mettere da subito al bando i Risvoltatori di Frittate. Il carciofo - questo ingrato - è dall’incazzatura facile e gli diventa nero il cuore che nemmeno fai in tempo a capire il motivo: basta affogarlo subito, in acqua e succo di limone, e non dargli nemmeno un minuto per reagire. Una volta zittito questo cuore di tenebra, scolato e asciugato, ci sono finalmente i presupposti per credere che sia pronto a piegarsi nelle vostre mani e ad esser passato a spicchi nella farina leggermente salata. Imbiancati per bene, possono ora essere fritti in olio caldo, finché non diventano croccanti. È possibile adesso sbattere le uova con sale e pepe e versarle in padella, agitandola per far scivolare l’uovo sotto i carciofi fritti. Ora che il vostro carciofo si è arreso, potrete ridurre la vostra fiamma e coprire il tegame, fino a cottura desiderata. Da consumarsi solo ed esclusivamente con esseri il cui spirito è incapace di oscurarsi, perché se son carciofi, s’è capito, non fioriranno.

INGREDIENTI Carciofi, 1 uovo per carciofo, farina 00, sale, pepe, olio EVO


sipario

di marta staulo

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Immagina di essere Pinocchio e di venir preso per la mano da Lucignolo. Non mi riferisco alle volte che facevi forca a scuola e finivi per nasconderti nella sala giochi affianco dove ti beccava il prof di turno in pausa caffè, ma di immaginare di essere traghettato nella declinazione adulta e gastrofiga del Paese dei Balocchi. Un paese della Cuccagna reale è lo scenario che si aprirà agli occhi dei visitatori di PITTI TASTE 11, il salone-evento dedicato alle eccellenze del gusto, dell’Italian lifestyle e del design della tavola, in Stazione Leopolda dal 12 al 14 Marzo. Varcate le porte di questo scrigno industriale, come una scatola arrugginita dove non ti aspettavi che qualcuno ci avesse mai potuto nascondere dei biscotti, che per esasperazione del contrasto ne esalta la meraviglia, ecco aprirsi il terzo cerchio dei golosi. Nato dalla collaborazione di Pitti Immagine con il Gastronauta Davide Paolini, si conferma il punto di riferimento nazionale per più di 300 aziende gastronomiche di nicchia e specializzate. A fare da ciliegina sulla torta il

Taste Shop, per non lasciare le papille in Stazione ed acquistare i prodotti in esposizione. L’architetto Alessandro Moradei, curatore degli spazi della fiera, ci racconta di essersi ispirato alle feste di paese: luci crepuscolari andranno ad alternarsi ad installazioni di verde, per culminare in una sorta di albero della cuccagna moderno. Il percorso sarà frastagliato da allestimenti dall’allure spontaneo, quasi nati a sorpresa tra stand e mostre a riprendere gli affacci delle case di campagna, in cui le piante officinali sono messe a dimora nei contenitori più diversi (latte, vasche, scolapasta, portauova o vecchi arredi), ai fini di estremizzare l’estetica campestre. Conferma di quanto questa fiera sia cresciuta nel tempo è l’inclusione nel percorso dello Spazio Alcatraz nonché del nuova location dell’ Opera di Firenze, che diventerà palcoscenico per i Tastering, salotti dove si orchestrano dibattiti attorno ai temi foodie e che quest’anno ospiterà il ristorante ed il Pitti Club. Ma l’incontenibile golosità di Taste straborda anche da questi nuovi spazi e dall’8 al 16 Marzo con FuoridiTaste inonda la città in circa 150 eventi gastrocentrici. Noi di Lungarno per l’occasione abbiamo ide-

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ato quello che si rivelerà l’happening più caldo in calendario. 79rosso, progetto che accoglie esposizioni e residenze artistiche nel cuore dell’Oltrarno ospita Peperita, realtà toscana specializzata nella coltivazione di peperoncino. Nella cornice della residenza dello street artist fiorentino Mr G, sarà presentato il Kit da Chef 2016, composto da sei polveri di peperoncino con sei relative ricette abbinate. Gli ospiti, oltre a degustare le speciali creazioni hot di Peperita, potranno provare uno speciale panino gourmet sulle vibrazioni del peperoncino Habanero Red Savina, creato per l’evento da Panino Tondo, il tutto accompagnato dalle birre del pluripremiato birrificio pisano Gilda dei Nani Birrai (venerdì 11 marzo ore 19 -21). Lasciate quindi la mano di Lucignolo ed immergetevi in un weekend di puro godimento nella giusta equazione tra eleganza e pop, cibo ed eventi, ingordi e pronti ad uscirne con le dita sporche di gorgonzola e cioccolato. Ingresso: Operatori del settore: 12-13 Marzo ore 9.30 14.30, 15€ Pubblico: 12-13 Marzo ore 14.30 - 19.30, 14 Marzo ore 9.30 -16.30, 20€


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personaggi

di tommaso chimenti

U

n mese dedicato alla parola, ad importanti temi, ad alte riflessioni. Il teatro raccoglie le migliori istanze dalla società e le fa proprie, diventa caleidoscopio e binocolo senza che questo diventi comizio smaccatamente politico. Ci piace il teatro che presenta e propone senza lanciare verità, senza linciare gli oppositori. Il teatro come terra di visioni e possibilità, di cambiamento delle opinioni, di ascolto, di mutamento delle idee. A seguire uno slalom nei piccoli spazi dell’hinterland dove si ha la forza e la voglia di cambiare le cose, con un lavoro impercettibile che non porta i suoi frutti nell’immediato ma nel tempo, con costanza e tenacia. Abbiamo tracciato otto punti all’interno del mese della Primavera, anche se l’inverno non c’è stato, il mese della giornata mondiale della Poesia (il 21), o della Donna (l’8), o dell’Acqua (il 22). Che l’otto verticale, se lo stendi sul lettino dello psicanalista, si protende all’infinito. La maternità è argomento scottante: c’è dentro la grande madre che tutto genera, ma anche la condizione femminile, la parità dei sessi o la discriminazione, quella surrogata che tanto fa dibattere Parlamento e piazze in questi mesi caldi nostrani. Il Maternity Blues (al Teatro Manzoni di Calenzano, 4, 5 e 6) è una danza macabra dove ballano quattro donne accusate dello stesso reato del quale si macchiò Medea: infanticidio. Quattro diverse posizioni, argomentate da Elena Arvigo, che contraddicono l’assioma della madre che debba voler bene “per forza” alla propria prole. Ancora di figli e padri,

sebbene stavolta putativi, ci racconta Paolo Rossi nel suo L’importante è non cadere da cavallo (il 6 al Teatro delle Arti di Lastra a Signa), dove per l’animale al galoppo s’intende “il cavallo di battaglia”, il pezzo migliore. Rossi zigzagando tra Dario Fo e Gaber, Jannacci e Moliere fino a Shakespeare, ci (di)mostra come siano importanti i maestri ma anche il distanziarsene, come sia fondamentale il mestiere ma occorra anche il cuore. Sulla scena come nella vita. Capaci di produrre grande riflessione sono in questi ultimi anni Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, il loro non-teatro, il loro stare non tanto sulla scena, non tanto nella rappresentazione ma nella realtà e nella verità di un fare teatro che ritorna ad essere, scevro di mascheramenti e personaggi, parola, scambio, interconnessioni, dialogo, filosofia. Come per gli altri loro lavori, Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni o Rewind, questo Reality (il 10 al Cantiere Florida) ci porta in uno spazio parallelo e tangente alla realtà: i due performer sono partiti dai diari di vita quotidiana di cinquant’anni, anche scialba e squallida, di una signora polacca che ha raccolto e scritto e riportato fedelmente le piccole cose che le accadevano. Le nostre insignificanti vite sono un romanzo da narrare ai posteri? Emma Dante è sempre un evento da presenziare e il Teatro di Rifredi è un buon approdo per le drammaturgie dell’autrice e regista palermitana. Stavolta è Acquasanta (10, 11 e 12), primo capitolo della Trilogia degli Occhiali. Protagonista il mare, più metafisico e metaforico che quello fatto di onde, di scogli e correnti. Il mare, ce lo insegna Melville e Moby Dick, è dentro di noi e non fuori. Con la crisi economica si è acuito il

fenomeno del gioco d’azzardo sempre più legalizzato. Slot machine (il 17 al Cantiere Florida) è un viaggio, un’indagine come ultimamente ci ha abituato il gruppo delle Albe ravennati, da Pantani a Aung San Suu Kyi, dentro la deriva dell’uomo moderno. Credere agli aruspici, ai presagi, al fato o alla fortuna, o ai segni divini o demoniaci, ha da sempre accompagnato l’uomo. Il gioco, la scommessa, il puntare sull’irrazionale è un avvicinarsi agli Dei, alle nuvole, all’ignoto. Fino a rovinarsi l’esistenza nei debiti. Libertà di parola, di stampa, d’espressione e diritti umani negati sono alla base del lavoro di Stefano Massini e di Anna Politkovskaja. Sullo sfondo la Russia neoliberista, Putin e la Cecenia, della quale non si sente più parlare e dove è in atto un vero e proprio genocidio. Elena Arvigo, dopo Maternity Blues, interpreta Donna non rieducabile (18, 19 al Manzoni di Calenzano), appellativo che fu affibbiato alla giornalista russa uccisa dai servizi segreti sovietici. La reporter non si sarebbe piegata al silenzio e dunque andava “silenziata”. Chiudono il mese, entrambi il 31, i Momenti di trascurabile (in)felicità di Francesco Piccolo (Teatro Puccini), con lo stesso romanziere e sceneggiatore che ci porta dentro i suoi pamphlet a colpi di battute sferzanti, parabole esistenziali, attacchi ai buonisti, storie di vita quotidiana tra l’ironia e l’isteria, mentre, altrettanto denso è Gianni (Cantiere Florida) con una potente Caroline Baglioni che si traveste e si trasfigura nello zio, il cui nome dà il titolo alla pièce. Ne incarna la sfortunata fine, il disagio e la sua emarginazione con veemente trasporto, con l’inquietudine che solca ogni artista, ogni persona sensibile.



l’agenda di

MARZO MARTEDÌ 1

MERCOLEDÌ 2

VVENTUROSO VIAGGIO A OLIMPIA (2-6/03) A Teatro di Rifredi (FI) ing. 16/14 € AMAURY CAMBUZAT Circolo Il Progresso (FI) ing. 5 € con tessera SANTA CROCE IN ROSA Circolo Vie Nuove (FI) ing. libero GIOVEDÌ 3

ANIELE RUSTIONI D Teatro Verdi (FI) ing. 16/14 € DRE LOVE+NIK GONNELLA Rex Café (FI) ing. libero ROCCO E I SUOI FRATELLI Cinema Odeon (FI) ing. NP RICKY GIANCO Teatro Puccini (FI) ing. 20 € URGE Cinema Stensen (FI) Ing. NP LE QUATTRO VOCI DI EVA Teatro di Cestello (FI) ing. 15/13 € CALCUTTA Auditorium Flog (FI) ing. 7 € VENERDÌ 4

I L SOGNO DI UN’ITALIA (4-5/03) Teatro Puccini (FI) 22/18 € MATERNITY BLUES (4-6/03) Teatro Manzoni (Calenzano) ing. 13/10 € FEMINA RIDENS Circolo Il Progresso (FI) ing. libero con tessera BILAL Sala Vanni (FI) ing. 20 € ARTE DONNA (4-28/03) Galleria 360 (FI) ing. libero ZUMPA E BALLA Viper Theatre (FI) Ing. 8 € DINO BUZZATI-BERICK TRAVEN (4-5/03) Teatro della Pergola (FI) ing. 5 € CABARET (4-6/03) Teatro Verdi (FI) ing. 19/31 € QUESTA SERA COSE TURCHE (4-6/03) Teatro di Cestello (FI) ing. 15/13 € NECESSARIAMENTE Auditorium Flog (FI) ing. NP SABATO 5

L A CRISI DELL’EURO Auditorium Stensen (FI) ing. libero LA FORTUNA SI DIVERTA (5-6/03) Teatro Politeama (PO) ing. 20/16 € DANNY BRONZINI Combo Social Club (FI) ing. libero MARCO PARENTE+LUCA DI MAIO Glue (FI) ing. libero con tessera TUTTO IL MIO FOLLE AMORE Circolo Il Progresso (FI) ing. 5 € con tessera CALIBRO 35 The Cage Theatre (LI) ing. 12 €

P ASTIS & IRENE GRANDI (10-11/03) Sala Vanni (FI) ing. 15/10 € NEGRITA Obihall (FI) ing. 30/35 € SCOTT MATTHEW Spazio Alfieri (FI) ing. 25/20 € IL PRINCIPE DRAGO (10-11/03) Teatro della Pergola (FI) ing. 12/10 € CAMPIONATI ITALIANI DI PATTINAGGIO (10-13/03) Mandela Forum (FI) ing. 20 € IMPROVVISAZIONE TEATRALE Auditorium Flog (FI) ing. 12 €

F IRENZE, TRESPIANO E VICEVERSA (5-6/03) Teatro Reims (FI) ing. 15/12 € MILANO ‘64 (5/03-10/04) Pinacoteca Civica (Follonica) ing. libero CARLO ATTI QUARTETTO Pinocchio Jazz (FI) ing. 10 € ANY OTHER house concert Piazzale Donatello (FI) ing. up to you FRANCO D’ANDREA TRIO Teatro della Limonaia (Sesto F.no) ing. 14 € DUBIOZA KOLECTIV Auditorium Flog (FI) ing. 10 € BUIO Viper Theatre (FI) Ing. NP

VENERDÌ 11

DOMENICA 6

F UNK SHUI PROJECT Combo Social Club (FI) ing. 5 € AWAKE - THE LIFE OF YOGANANDA Cinema Odeon (FI) ing. NP GIOVANNI GUIDI E DANIELE DI BONAVENTURA Teatro della Limonaia (FI) ing. 14 € ORT DUO Teatro Verdi (FI) ing. 5 € L’AMORE CON ERODE (6-7/03) Teatro Le Laudi (FI) Ing. 18/16 € LUNEDÌ 7

T HE BASTARD SONS OF DIONISO Combo Social Club (FI) ing. 5 € UN PICCIONE SEDUTO SUL RAMO RIFLETTE SULL’ESISTENZA Spazio Alfieri (FI) ing. 6/5 € IL CORNO D’AFRICA Circolo Vie Nuove (FI) ing. libero

SABATO 12

MARTEDÌ 8

F ORME E COLORI (8-22/03) 79Rosso (FI) ing. libero I MONOLOGHI DELLA VAGINA Teatro Puccini (FI) 13/10 € TOGLIMI LE MANI DI DOSSO Circolo Affratellamento (FI) ing. libero MERCANTI DEL DUBBIO Cinema Odeon (FI) ing. NP LUCA CARBONI Obihall (FI) ing. 14/36 € BUENA ONDA (8-13/03) Teatro della Pergola (FI) ing. 32/16 € MERCOLEDÌ 9

F IGLI, MARITI, AMANTI (IL MASCHIO SUPERFLUO) Teatrodante Carlo Monni (Campi Bisenzio) ing. 22,50/12,50 € GIOVEDÌ 10

CQUASANTA (10-12/03) A Teatro di Rifredi (FI) ing. 16/14 € LA SCENA ALZA UNA ZAMPA Combo Social Club (FI) ing. libero MAGGIE THE SOUL SISTA Rex Café (FI) ing. libero

F UORI DI TASTE : 79ROSSO, ROSSO PEPERITA 79rosso (FI) ing. libero SAVERIO RAIMONDO LIVE Teatro Puccini (FI) 18 € BLUEMOTION Combo Social Club (FI) ing. libero FLORENCE KOREA FILM FESTIVAL (11-17/03) Cinema Odeon (FI) ing. NP GIORGIA DEL MESE Circolo Il Progresso (FI) ing.libero con tessera LA NUOVA LEGGE ANTIMAFIA Circolo Vie Nuove (FI) ing. libero MICHELE BRAVI Viper Theatre (FI) ing. 11 € MOSHPIT NIGHT CPA (FI) ing. NP LE SORELLE MATERASSI (11-26/03) Teatro di Cestello (FI) ing. 15/13 € SBANEBIO Auditorium Flog (FI) ing. 5 € IRRIFICIO SAN QUIRICO B Rex Café (FI) ing. libero L’ECONOMIA ITALIANA Auditorium Stensen (FI) ing. libero L’OPERINA DELLA LUCE Teatro Verdi (FI) ing. 8/5 € PUZZLE Teatro Puccini (FI) 22/18 € TINTURIA Combo Social Club (FI) ing. libero SORGE Glue (FI) ing. libero con tessera MUSICA DA TAVOLO PER PUPAZZI Circolo Il Progresso (FI) ing. 6 € con tessera FRANCESCO DIODATI Pinocchio Jazz (FI) ing. 10 € TWIST & SHOUT Viper Theatre (FI) Ing. 8 € L’OPERINA DELLA LUCE Teatro Verdi (FI) ing. 8/5 € BENVENUTI IN CASA GORI (12-20/03) Teatro Le Laudi (FI) Ing. 18/16 € THE JON SPENCER BLUES EXPLOSION Auditorium Flog (FI) ing. 15/13 €

Domenica 13 marzo, ore 10.00 / 11.00 / 12.00


MUSICA/TEATRO/ARTE/CINEMA/EVENTI DOMENICA 13

L E NOZZE DELLA PRINCIPESSA LUCREZIA Palazzo Vecchio (FI) ing. 14/12 € I CAMERISTI DELL’ORT Relais S. Croce (FI) ing. 5 € EMERGENZA FESTIVAL Viper Theatre (FI) ing. NP IN SUA MOVENZA È FERMO Teatro della Pergola (FI) ing. 15/12 € FIERA DI OLTRARNO Piazza Santo Spirito (FI) ing. libero FIORENTINA - VERONA Stadio Artemio Franchi - Firenze LUNEDÌ 14

T AXI TEHERAN Spazio Alfieri (FI) ing. 6/5 € LA LIBIA Circolo Vie Nuove (FI) ing. libero AEROS Teatro Verdi (FI) ing. 19/31 € MARTEDÌ 15

USICA MAGICA M Spazio Alfieri (FI) ing. 15 € HEFFRON DRIVE Obihall (FI) ing. 27,50/150 € CIRINO E MARILDA NON SI PUÒ FARE (15-24/03) Teatro della Pergola (FI) ing. 32/16 € MERCOLEDÌ 16 GIOVEDÌ 17

GOODTIMES Combo Social Club (FI) ing. libero TOM+BIGA Rex Café (FI) ing. libero PRATO SEX (17-20/03) Spazio Fiera MDA (Calenzano) ing. 20/10 € FRANCESCO DE GREGORI Obihall (FI) ing. 25/55 € I RACCONTI DEL TERRORE (17-19/03) Teatro della Pergola (FI) ing. 7/5 € VENERDÌ 18

VELODIMAYA Teatro Puccini (FI) 20/16 € PRELUDE Giardino dell’Orticoltura (FI) ing. NP DONNA NON RIEDUCABILE (18-19/03) Teatro Manzoni (Calenzano) ing. 13/10 € BABBUTZI ORKESTAR Combo Social Club (FI) ing. 5 € CARMINE TORCHIA Circolo Il Progresso (FI) ing. libero con tessera BILL KOULIGAS Sala Vanni (FI) ing. 15/10 € MYSS KETA Crisco (FI) ing. 13 € FRANK Glue (FI) ing. libero con tessera

EMITAIZ G Viper Theatre (FI) ing. 17 € GREASE (18-20/03) Teatro Verdi (FI) ing. 25/37 € AMULETO Cinema Teatro Moderno (Lastra a Signa) ing. 15/13 € CONGO NATTY Auditorium Flog (FI) ing. 12/10 € SABATO 19

L A SOLIDARIETÀ NEMICA DELLA CRESCITA? Auditorium Stensen (FI) ing. libero STASERA SONO IN VENA Teatro Puccini (FI) 18 € FABRIZIO FRIGO AND THE FREEZER Combo Social Club (FI) ing. libero SUD SUD SUD Circolo Il Progresso (FI) ing. libero con tessera LUIGI TESSAROLLO HAMMOND TRIO Pinocchio Jazz (FI) ing. 10 € IED OPEN DAY Via Bufalini (FI) ing. libero CROWDARTS Impact Hub (FI) ing. libero CECCO E CIPO Auditorium Flog (FI) ing. 10 € DA KANDISNKSY A POLLOCK (19/03-24/07) Palazzo Strozzi (FI) ing. 12 € 21a MOSTRA CITTÀ FIRENZE (19-20/03) Obihall (FI) ing. NP WE LOVE 2000 Viper Theatre (FI) Ing. 10 € ALPESH CHAHUAN-ALISA WEILERSTEIN Teatro dell’Opera (FI) ing. 10/30 € DOMENICA 20

ITINERARNO Piazza Tasso (FI) tessera Lungarno + 5€ IL MEDICO E LA GRANDUCHESSA Palazzo Vecchio (FI) ing. 14/12 € EMILIO VEDOVA Museo Novecento (FI) ing. libero LA BOHEME Teatro Politeama (PO) ing. 18/22 € STADIO Obihall (FI) ing. 28/43 € FIERUCOLA DI SAN GIUSEPPE DEI LEGNAIOLI Piazza Santo Spirito (FI) ing. libero LUNEDÌ 21

MERCOLEDÌ 23

L A FANTASIA Teatro di Rifredi (FI) ing. 16/14 € MIQUEL GONZALEZ Ente Cassa di Risparmio (FI) ing. 5 € RENOIR - OLTRAGGIO E SEDUZIONE Cinema Odeon (FI) ing. NP VITTORIO SGARBI - CARAVAGGIO Obihall (FI) ing. 20/30 € GIOVEDÌ 24

C ESARE BASILE Circolo Il Progresso (FI) ing. 8 € con tessera MILLELEMMI+CANTE Rex Café (FI) ing. libero I GRANDI TOSCANI Circolo Vie Nuove (FI) ing. libero FRANCESCA MICHIELIN Viper Theatre (FI) ing. 15 € HUGO INCONTRA HUGO Teatro Verdi (FI) ing. 17/32 € VENERDÌ 25

P ABLO GONZALEZ Teatro Verdi (FI) ing. 16/14 € GULP! Combo Social Club (FI) ing. 5 € JANIS Glue (FI) ing. libero con tessera SABATO 26

IANA WINTER D Combo Social Club (FI) ing. libero 24MILA BACI Viper Theatre (FI) Ing. 8 € I MATTI DELLE GIUNCAIE+FINAZ Auditorium Flog (FI) ing. 8 € DOMENICA 27

E URO TUNZ Combo Social Club (FI) ing. 5 € COCOON FLORENCE Obihall (FI) ing. NP CIOMPI MENSILE ANTIQUARIATO Piazza Ghiberti (FI) ing. libero LUNEDÌ 28

F ESTIVAL DI MONOLOGHI TEATRALI FINALISSIMA Teatro del Romito (FI) ing. NP MARTEDÌ 29

T UTTO PUÒ ACCADERE A BRODWAY Spazio Alfieri (FI) ing. 6/5 € MICHELE PERTUSI Teatro della Pergola (FI) ing. 51,50/16,50 € I TANTI PERCHÉ DELL’INSTABILITÀ DEL SAHEL Circolo Vie Nuove (FI) ing. libero

AMORPHIS Viper Theatre (FI) ing. 25/20 €

MARTEDÌ 22

OMENTI DI TRASCURABILE (IN)FELICITÀ M Teatro Puccini (FI) 15/10 € DJ TOM B. Rex Café (FI) ing. libero

IRGINIA RAFFAELE V Obihall (FI) ing. 20/34 €

MERCOLEDÌ 30

GALATEO Teatro di Cestello (FI) ing. 15/13 € GIOVEDÌ 31


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MARZO da non perdere GIOVEDÌ 3

RICKY GIANCO Teatro Puccini (FI) ing. 20 euro

MARTEDÌ 8

I MONOLOGHI DELLA VAGINA Teatro Puccini (FI) 13/10 euro

MARTEDÎ 22

VIRGINIA RAFFAELE Obihall (FI) ing. 20/34 euro MERCOLEDÌ 23

Riccardo Sanna, vero nome di Ricky Gianco, iniziò come chitarrista per “Pepe, Pietruccio & Lallo”, i tre che poi si accorsero di avere un nome di merda e optarono per i Dik Dik e qui poi entriamo nella storia. Sempre su internet trovo che Ricky Gianco è definito il Pete Seeger del rock italiano. In effetti, se il secondo vanta successi come “If I had a hammer”, “We shall Overcome”, “Turn! Turn! Turn!” (si, quella di Forrest Gump) e “Where Have all the flowers gone”, il talento nostrano risponde con la shakerante “Italian twist”, mette le mani in “Pugni Chiusi” ma soprattutto è l’autore, il compositore e l’interprete del capolavoro assoluto “Cavallina Rock”, colonna sonora della pluritrasmessa pellicola “Liquirizia” dove, già nel 1979, Ricky Gianco ci avvertiva che Siamo tutti nella merda, siamo tutti nella merda, siamo tutti nella merda… LUNEDÌ 7

THE BASTARD SONS OF DIONISO Combo Social Club (FI) ing. 5 euro

Mio nonno non passava 8 marzo che non si presentasse a casa da mia nonna con un mazzo di mimosa gialla e un biglietto dove, con un italiano a metà tra la grammatica di Gennaro Gattuso e il lessico di Sandro Pertini, riepilogava le doti femminili della moglie. Salvo poi criticare le notizie al TG1 relative agli scioperi e alle manifestazioni dell’8 marzo dove c’erano cartelli con la parola “Utero”. Non ne abbiamo mai parlato ma secondo me mio nonno aveva un idea strana dell’anatomia femminile. Non che non la conoscesse, non sarei qui. Ma il pudore derivante dall’educazione fascista non gli permetteva di considerarlo un argomento. Uno degli ultimi ricordi che ho di lui è quando gli raccontai che lavoravo con un’attrice e lui, sul giornale, lesse che era stata una delle interpreti del fortunato “I Monologhi della Vagina”. E mi disse stranito ma curioso “Ma come funziona questo spettacolo? Sono vestite o… insomma… si vede?” Eh nonno, si vede, si vede. E si ascolta, si rilfette e si ride. DA SABATO 19

DA KANDISNKSY A POLLOCK Palazzo Strozzi (FI) ing. 12 euro

Sono passati già 7 anni da quel “Contessa” con il quale i figli bastardi di Dioniso accesero la platea di X Factor. Poi sono arrivati i Mengoni, i Lorenzo Fragoli, le Chiara e soprattutto Matteo Becucci, vincitore dell’edizione dove vennero scoperti i nostri 3 protagonisti, ma soprattutto grande imitatore di Mick Hucknall, Ron e Bruno Lauzi al “Tale e quale show” ma questa è un’altra storia. Mi piace scuriosare nelle bio di questi artisti da talent dietro i quali, sono certo, si nascondono vere passioni e grandissime ore di prove e studio. Mi piace capire a cosa aspirano e da dove prendono ispirazione. Loro, ad esempio, partono bassi: Beatles, Led Zeppelin e Crosby Still Nash & Young. Poi arrivano al talent, poi vincono il titolo di “migliore band esordiente” al Meeting delle Etichette Indipendenti, poi i tour estivi, poi progetti sociali, poi 500 concerti e la virata dell’ultimo e profetico album unplugged “Sulla cresta dell’ombra”. Sento un bisogno fortissimo di rileggere “Strategie di marketing e ciclo di vita del prodotto”

Ho incontrato al circolo Aurora una critica d’arte locale per hobby, una di quelle che faceva progetti curatoriali per diletto, che seguiva le mostre per passione, che andava agli opening su invito, insomma, una che stava con un artista, per capirci. E le ho chiesto “Vorrei fare un boxino sulla mostra che va da Kandinsky a Pollock”. Lei ha posato il suo Moscow Mule e mi ha freddato con un “Dall’ordine al disordine”. Quindi qualsiasi altra cosa su questa mostra mi sembrerebbe superflua e pretestuosa. Allora viro sul tema sociopolitico del fatto che questa mostra apre la stagione delle grandi mostre a Firenze, stagione che si sovrappone all’estate più lunga della storia dell’emisfero (pare che il Sindaco quest’anno allarghi l’estate dal Venerdì Santo a Santo Stefano, per non scontentare l’area cattodem). Magari il prossimo anno ci mettono pure una super stagione dei concerti rock internazionali e il gioco è fatto.

VITTORIO SGARBI CARAVAGGIO Obihall (FI) ing. 20/30 euro

All’Obihall è in arrivo una due-giorni strepitosa per la comicità made in italy. Si comincia il 22 con la spumeggiante Virginia Raffaele, reduce dalle performance sul palco del Teatro Ariston e ormai eletta a idolo nazionalpopolare della nuova Rai targata Renzi. Bella, brava, intelligente, educata e molto simpatica. La ricordo a Very Victoria quando ruppe l’incantesimo delle grandi comiche che sembrano gnocche ma in realtà hanno sempre un grande ed evidente difetto. Ma lei sembra non averne. Italica. Si prosegue il 23 con uno dei più grandi, degli assoluti, degli imbattibili mattatori del secondo dopoguerra. Vittorio Sgarbi, effervescente come la gazzosa e amaro come l’acqua tonica, preparato e indomabile, la sua carriera comica l’ha portato nei Ministeri, nei Consigli Comunali, al Governo, in televisione e adesso anche a teatro. La dimostrazione che per Beppe Grillo ce n’è ancora tanta di strada. P.S. Dedicato all’ufficio stampa dello spettacolo che di sicuro leggerà questo boxino: saremmo molto fieri se ci mandaste un “Capre” personalizzato a noi di Lungarno, ce lo meritiamo, fresco e diretto da colui che per far colpo su una donna ha fatto aprire un museo, altro che bunga bunga e Barbara D’Urso. MERCOLEDÌ 23

MOMENTI DI TRASCURABILE (IN)FELICITÀ Teatro Puccini (FI) 15/10 euro

Due libricini piacevoli e anche intimi, seminati di spunti di scontata novità (e beccatevi la figura retorica) che realizzi solo quando leggi. Un po’ come vorrebbe fare (e a volte ci riesce pure) Fabio Volo. Solo che Piccolo lo fa con grande maestria, parla al pubblico, sa dove mettere le pause e dove rendere il discorso più tortuoso. Per poi terminare con una stoccata, una rovesciata, un colpo di biliardo, oppure lasciare tutto all’immaginazione dopo aver servito un invitante cross. Si chiude il mese con l’occasione di andare a sentire le storie dalla voce di chi le ha scritte, non importa se immaginate o vissute. Senza dubbio rese molto bene.



20 I PROVINCIALI

TRA SACRO prato E PROFANO di pratosfera

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rato a marzo tra “il sacro e il profano”: da una parte la nuova mostra a Palazzo Pretorio e dall’altra una nuova kermesse dedicata al mondo dell’eros. “L’ombra degli Etruschi. Simboli di un popolo fra pianura e collina”: è questo il titolo della mostra che sarà inaugurata il prossimo 19 marzo (per poi concludersi il 30 giugno). Tra cippi, stele e bronzetti si costruisce un viaggio nel tempo che esplora gli orizzonti del sacro e dell’oltretomba della civiltà fiorita anticamente sul territorio a Nord del fiume

Arno, tra Firenze, Prato e Pistoia. Una mostra che svela nuovi aspetti finora sconosciuti del passato archeologico di Prato e della Toscana, tra pietre fiesolane, bronzi, coppe sacre (se avete letto pietra filosofale e pensato subito a cosa centrasse Harry Potter con gli etruschi, non siete i primi e sicuramente non sarete gli ultimi). A Prato questa mostra riporta l’attenzione sulla città dimenticata di Gonfienti, a due passi dall’Interporto, rinvenuta negli anni 80 a seguito della costruzione di quest’ultimo e mai - fino a oggi, ndr. - valorizzata. Un complesso archeologico che potrebbe riscrivere la storia dell’etruscologia, come fu detto già in passato da personaggi più illustri rispetto a noialtri. Ma a fianco del sacro ci deve stare sempre il profano. Ed ecco rispuntare all’Mda una kermesse che era stata messa nel dimenticatoio per ben tre anni, ma che in tanti pregavano rispuntasse fuori, diciamolo: il Pratosex. La provincia di Prato e di Firenze si ritrovano e si fondono a Calenzano, creando un vero e proprio progetto di area metropolitana, in una quattro giorni (dal 17 al 20 marzo) dedicata all’eros. Ospiti, performance, privé: prendiamola come una manifestazione folcloristica o poco più. Una manifestazione però degna di nota, visto che si svolge in uno spazio di oltre 2600 metri quadrati e rischia di diventare una delle più grandi d’Italia. Se andarne fieri o meno lo lasciamo decidere a voi.

HOLLYWOOD pisa SULL’ARNO di maria carmela saracino

Q

uando Sofia Loren, Marcello Mastroianni e Fred Astaire passeggiavano sui set e le spiagge del Lido, Tirrenia era il sogno tutto toscano di una Hollywood sull’Arno. Qui, non lontano dal mare, si intrecciavano il dramma della guerra, i film e le musiche di scena che, dal 27 marzo, saranno in mostra a Palazzo Blu (www.palazzoblu.org). Con materiali originali provenienti da collezioni pubbliche e private e dagli archivi del Museo Nazionale del Cinema di Torino, l’esposizione racconterà il mestiere del cinema e le sue trasformazioni, dai progetti di Giovanni Forzano a Good Morning Babilonia dei fratelli Taviani. Ben lontano dalla finzione del cinema, arriva al Cinema Arsenale Let us make guns shoot candies, il racconto fotografico di Veronica Croccia nell’accampamento Za’atari in Giordania, al confine con la Siria (tel. 050502640).

Il viaggio per immagini racconta soprattutto dei bambini, protagonisti inconsapevoli, sorridenti e sognanti della più grave crisi umanitaria del nostro tempo.

A EMPOLI empoli C’È

di silvia amerighi

C

hi ha mai detto che a Empoli non c’è niente da fare? Per cominciare si parla di Firenze. Alla Libreria Cuentame (venerdì 11 alle ore 21.15, Piazza Farinata degli Uberti 18) si parla di Nero Firenze con l’autore Fausto Meoli e il prof. Giordano Caramelli. Un “noir” dove le malefatte, il ritorno e una nuova consapevolezza si intrecciano per trovare la soluzione giusta. Sullo sfondo una Firenze misteriosa, un enigma da risolvere, svelando luoghi insolitamente poco noti nonostante la vicinanza con gli altri edifici di interesse storico e artistico. Al Teatro Excelsior invece va in scena Casa di bambola di Henrik Ibsen, con gli attori Valentina Sperlì e Roberto Valerio. Un’opera di grande e complessa modernità (martedì 15 alle 21). Musica al Giallomare Minimal Teatro . Per l’Empoli Jazz Winter, la cantante Barbara Casini si esibisce in Se tutto è musica (giovedi 24, ore 21.30). Casini collabora con grandi nomi del jazz italiani e stranieri (Enrico Rava, Stefano Bollani, Fabrizio Bosso, Phil Woods, Lee Konitz) e della scena popolare brasiliana (come Toninho Horta e Guinga).


21 SGUARDI

NOI VI CI MANDIAMO a cura di riccardo morandi

N

on di soli eventi musicali a Firenze si vive, specialmente quando strappiamo la pagina del mese più corto. E ricomincia la voglia di farsi qualche concerto fuori porta. Con pochi chilometri possiamo raggiungere Officina Giovani a Prato, dove il 4 marzo sono di scena gli storici Perturbazione. Il giorno dopo, pochi chilometri in più, troverete la nuova capitale della cultura Italiana. A Pistoia ci sarà La notte, promettente band rock fiorentina. Sempre il 5 al Sonar di Colle Val D’Elsa in scena quelli del

Teatro degli Orrori, poi ci possiamo riposare qualche giorno e ripartire la settimana successiva che offre già da mercoledì 9 il live di Marco Iacampo a Livorno. E questa data davvero vale molto, per lo spessore dell’artista italiano dalla carriera lunghissima e dalla fortunata capacità espressiva. Ma tenete in serbo le energie perché giovedì 10 marzo arrivano i giovanissimi Litfiba, insieme alla promessa Cile al Teatro Tenda di Arezzo. In tutto questo divincolarsi fra concerti non possiamo fare a meno di sottolineare la parte rosa del mese, ovvero la data dell’ottima Sara Loreni a Lucca. Ottima presenza, ottima voce,

ottimi suoni: una promessa che forse è già esplosa. Mentre sicuramente esplosi sono gli storici Puddle Of Mudd, live del mese fuori Firenze: bandiera del rock duro americano degli anni 90 saranno sul palco del Borderline di Pisa venerdì 18. Chiudiamo con due imperdibili concerti: gli Appaloosa, che con le loro metamorfosi sonore ed i loro groove sono oramai consacrati alla scena alternative italiana (Thermin Live Music di Massa il 19), e il maledetto Bobo Rondelli di scena a Cascina (venerdì 25). Fiorentini, si tratta solo di passare al distributore e fare benzina.

NOI CI ANDIAMO news dall’ente cassa di risparmio di firenze

L

a sinfonia che si espande, il leggerissimo soffio delle canne, la sensazione della maestosità che infonde. La magia dell’organo è inevitabile. Con i Mercoledì Musicali, promossi ed organizzati dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, potremo godere di tale incanto in una lunga e internazionale programmazione. Il

23 marzo, all’Auditorium dell’Ente (Via Folco Portinari), l’undicesima edizione dei Mercoledì Musicali prenderà il via ospitando l’organista spagnolo Miquel Gonzales che proporrà brani di Johann Sebastian Bach e Felix Mendelsshon-Bartholdy. La musica e gli ospiti saranno accolti da un eccezionale protagonista: il monumentale organo disegnato e realizzato da Clemente Terni nel 1975 per la sala dell’Auditorium.

La stagione 2016 si caratterizza anche dalla collaborazione con la Scuola di Musica di Fiesole, presente con i suoi giovani allievi in alcune serate a partire da mercoledì 15 giugno. I concerti dei Mercoledì Musicali avranno inizio alle ore 21. Il costo dell’ingresso è di 5 euro. Per maggiori informazioni sul calendario che vedrà appuntamenti fino al 14 dicembre potete contattare il numero 055 5384001


CORSO DI ANIMAZIONE 3D

Giacomo Guccinelli

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23 FERMO IMMAGINE

PIAZZA DELLA SIGNORIA di mattia marasco

E

http://www.lamiafirenze.mattiamarasco.it • mattia.marasco@gmail.com

leganza e potere, questo doveva raccontare Piazza della Signoria ed è quello che fa ancora oggi con la sua Loggia ricolma di genio e il suo Palazzo progettato come simbolo di cultura visionaria e politica sagace. Per fortuna è ancora presto quando scatto la foto, la Piazza è semideserta, riesco a percepirne a pieno la sua bellezza, è dominata dal silenzio in contrasto con i primi bandoni che si alzano, è attraversata solo da chi si sta dirigendo in bicicletta al posto di lavoro e da alcuni furgoni che scaricano la merce nelle strade adiacenti. Piazza della Signoria fu pensata per essere vissuta così, nel piacere e nella raffinatezza, non per essere invasa da orde di turisti in bermuda e bastoncini-selfie. Tuttavia ha dovuto adattarsi per continuare a raccontare la sua storia, così come anche la sua gemella Piazza del Duomo, dedicata non alla politica bensì alla vita spirituale, ha fatto altrettanto; come noi d’altronde anche i luoghi di una città si adattano ai cambiamenti per continuare il loro percorso e per preservare lo scopo per cui sono stati creati.

PALESTRA ROBUR - lezioni di ginnastica culturale per fiorentini

LA FESTA DE L’UNITÀ di leandro ferretti

C

ome si fa a Firenze a capire che le vacanze sono finite? Perché c’è la Festa dell’Unità. Non si chiama più così, oggi, ma ha una valenza simile. Si torna dal mare e ci si tuffa nel dedalo di banchini, tra sciarpe andine, balli latini e effluvi di cibarie. Principia il culturale, e si torna al solito tran tran. Negli ultimi anni è ospitata alle Cascine, dove si tennero anche le edizioni più rimarchevoli, tra i Settanta e gli Ottanta. Quelle con i concertoni, i comizioni, i dibattitoni. Quelle dove suonavano i CCCP. Poi un anno

tutti a Campi, in quella landa desolata dove le zanzare erano così grandi che avevano la targa, un territorio flagellato da calura, maltempo e scordature di strumenti musicali, che alle prime gocce d’acqua si trasformava nell’Amazzonia. Non a caso di lì a poco cessò di esistere il piccì e venne il pidiesse. La storia cambiò, ma non cambiò il fatto che, per capire che è finita l’estate, a Firenze si va alla Festa dell’Unità, che si chiama comunque così perché ci si capisce.

I S C R I V I T I A R C I

ARCIFIRENZE.IT


24 NODI DA SCIOGLIERE

MAMME A FIRENZE

LA TRAMA DEL TEMPO di martina milani

“L

’esperienza aggiunge ma anche insegna a togliere. Affina” scrive Gabriele Romagnoli nel suo ultimo libro. Io nel tempo ho imparato a evitare acquisti inutili, a scegliere il vestito che realisticamente avrò modo di mettere (e non solo che mi piace), a toccare il tessuto di una maglia prima di provarla e ad escluderla se la sento acrilica, scomoda e un po’ plastificata, sapendo che dopo averla indossata una volta non avrò voglia di rimetterla. Il valore delle cose sta nel loro prezzo o nella durata? Sono passati diversi anni da quando Benedetta e Chiara Barontini, appena ragazzine, andavano nel maglificio del padre per aiutarlo a confezionare e a imbustare i pullover. Oggi, dopo la chiusura dello stabilimento di famiglia, hanno deciso di ricominciare, solo loro due ma con un bagaglio grande che hanno chiamato ArchivioB e che ha trovato spazio ad Impact Hub Firenze. Con filo di cashmere intrecciano il sapere artigianale e la manualità del passato, sapendo che le regole del mercato di oggi impongono di essere

MARZO BAMBINO di cristina romeo

C

flessibili e reagire alla crisi, innovando. Se indosserete mai un cappotto di maglia ArchivioB, sappiate che farà parte di voi a lungo.. foto di Giuseppe Marano

PRÊT-À-PORTER

ari genitori, siete pronti a salutare l’Inverno (ed i tipici malanni di stagione) ed accogliere la Primavera con una bella ola? Diamo allora il benvenuto a Marzo con qualche dritta per il tempo libero! Domenica 6 al Museo Leonardo da Vinci, in via de’ Servi 66r, un attore interpreterà il genio del Rinascimento coinvolgendo adulti e bambini (dai 7 anni in su) in una visita al Museo, condita da aneddoti storici e curiosità. Prenotazione obbligatoria: 055282966. Palazzo Strozzi dal 19 marzo ospiterà la nuova mostra Da Kandinsky a Pollock. La grande arte dei Guggenheim, che potrete visitare noleggiando il Kit Famiglie dedicato, in attesa che prendano il via anche le visite ed i laboratori per i bambini (previsti da Aprile). Domenica 22 i Musei di Fiesole propongono un’attività gratuita inserita nel progetto Firenze Fiesole Musei. Appuntamento al Museo Civico Archeologico per una visita alle sale dedicate al periodo longobardo ed un laboratorio sulla tessitura nella Fiesole medievale. Per prenotazioni: 0555961293. http://www.mammeafirenze.it

IN CITTÀ TUTTO TRANQUILLO

OSTE, PORTACE DA BEVE! di nanni the pug

se mi rendo sempre più UNA FIORENTINA Anche conto che voi bipedi ragionate alla rovescia (perché, anche A NEW YORK quando fa freddo, scoprite le cavigdi alice cozzi

L

a vera protagonista della Fashion Week di New York del mese scorso è Sofia Sizzi, stilista fiorentina doc che da anni vive nella grande mela. Ispirandosi al soprannome della madre, nel 2011 ha fondato Giulietta, il suo marchio di abbigliamento femminile, e in poco tempo lo ha trasformato in una storia di successo. Giulietta si è imposta su un mercato vasto e articolato come quello americano e ha conquistato tantissime celebrities tra cui Cate Blanchett, Michelle Williams, Cameron Diaz, Drew Barrymore e Liv Tyler. “Sono orgogliosa di essere fiorentina! Firenze è stata la capitale della moda italiana negli anni 50 - afferma Sofia - ma New York è la città dove vivo ormai da anni e mi aiuta a spingere la collezione sempre in avanti”. Dove si nasconde il successo del marchio oggi distribuito in tutto il mondo? Nello stile, “una donna che veste per sé stessa, con un animo un po’ vintage, a proprio agio con la sua femminilità”

lie ma vi coprite il collo?) ed io sto a dieta da un po’ e la cosa mi manda su tutte le furie, esiste una gioia che non ha pari. A Firenze non ci sono moltissime fontanelle. Ho fatto un giro: forse meglio nell’Oltrarno ma aldilà del fiume, acqua per tutti non è facile trovarla. Ed io ho sete, tanta sete dopo una bella camminata. Tempo fa hanno fatto i “fontanelli” ma io dell’acqua gassata cosa me ne faccio? Beh, ho notato con mia soddisfazione che alcuni di voi si sono resi conto del problema e hanno cominciato a mettere fuori del proprio negozio una ciotola con acqua fresca. Viva l’amicizia dico ogni volta che mi abbevero. Un po’ come voi vi fermate a bere un caffé, per noi la ciotola rappresenta la sosta al bancone del bar. Un po’ d’acqua può salvarci la vita, soprattutto per i tempi in cui la temperatura si alzerà. Siate buoni, date da bere agli assetati!


25 NIENTE PANICO

MARZIANO di tommaso ciuffoletti

M

arzo è il mese della guerra. Dedicato al dio Marte. Era quando, passati i freddi invernali, si poteva riprendere a combattere. Tonfi, mazzate, la droga, sciabolate, sbudellamenti. Un mese da sempre noto per la sua truculenza. Ma marzo è anche il mese della primavera. Quindi dell’amore. Fiori, fiorellini, api, pollini, giriamo felici per strada ricoperti di sperma, la droga, rondini, turisti, piccioni, uccellacci e uccellini. Marzo è il mese della guerra e dell’amore. La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi e l’amore è la continuazione della guerra con altri mezzi ancora. E a volte fai fatica a capire dove finisce la politica e inizia la guerra, dove finisce la guerra e inizia l’amore, dove finisce l’amore e inizia la politica.

E così via. In un circolo vizioso. Quando da piccolo sentivo usare quell’espressione, circolo vizioso, io m’immaginavo veramente un circolino ai cui tavoli stavan seduti solo vecchi viziosi, giocando a carte con lascivia, fumando marci, bevendo alcool da bocche sdentate, labbra grigie e sguardi di traverso. Un incrocio tra il saloon di un film western, il privè del Colle Bereto e una sessione del Consiglio Regionale. Roba da toglierti il sonno. Mi mancherà non vivere più in San Niccolò. Mi trasferirò lontano di almeno 200 metri in linea d’aria. E sarà tutto diverso. E in questi giorni in cui tutti i gay vogliono sposarsi, io abbandono Lapo, mio marito. E questo è il mio regalo per lui. Amor vincit omnia.

LA SCIABOLATA

MINORANZE RUMOROSE di riccardo morandi

T

ifo Fiorentina, per un senso di appartenenza. Come quando da piccolo pescavi nel cesto delle macchinine l’Alfa Romeo, e decidevi che era lei, la battezzata: poco ti importava che fosse la Ferrari il sinonimo della Nazionale, l’espressione massima dell’italica virtù di produrre auto. Ma sono sereno, pur sapendo che da viola non potrò mai competere con il Barcelona, perché nonostante si usi dire che “Firenze è la città più bella del mondo”, espressione odiosamente provinciale ma con cui mi trovo concorde, il calcio adesso è altra roba. Mi accontento, insomma. Perché quando si invecchia ci si trova confortevoli e si sorride delle lotte di gioventù.

E si sorride spesso anche delle polemiche che si aprono ogni settimana, ad ogni livello, e che puntualmente scompaiono alla luce di risultati, come quello della Fiorentina contro l’Inter: tutti pronti per contestare, poi il gol al 91esimo fa da paciere. Ma non per tutti. La minoranza rumorosa, quella che si nutre di contestazione è sempre pronta, ovunque. Campagna acquisti sbagliata nel calcio, Zalone che sbanca il botteghino, le statue coperte per il Presidente iraniano, il delfino morto per il selfie (disumano, vero), Sanremo che fa schifo ma tutti lo guardano per dire “ma quanto fa schifo”, le primarie a Milano vinte da Sala (pericoloso uomo del potere reazionario), Ignazio Marino oramai dimenticato

che farà Pasqua con un uovo sodo e una mezza minerale naturale. Contestare, indignarsi, urlare. Amo la minoranza rumorosa e contestatrice perché ne ho fatto parte. Come si ama, nel mio caso, la propria adolescenza, fatta di liti con il mondo intero, casuali e a volte effimere. Ma la maturità di essere come gli tutti (grazie Francesco Piccolo) mi da molto di più, mi rende felice, che ho quasi 40 anni, pago il canone Rai, tifo Fiorentina ed ho sempre il modellino di Alfa Romeo.



27 di gabriele ametrano PAZZESCO! di Luca Mastrantonio edito da Marsilio - pp. 236 - euro 17

Se un libro è un libro intelligente, va letto. E Pazzesco! di Luca Mastrantonio (Marsilio Editori) è uno di quelli. Nato come un “dizionario ragionato dell’italiano esagerato”, questo volume passa il confine dei significati e si inoltra nella condizione umana del linguaggio. Tutti utilizziamo parole italiane o straniere in maniera errata, poco ragionata, totalmente declinata allo stereotipo. Mastrantonio fornisce esempi che sbatacchieranno fortemente il nostro ego, devoto difensore del congiuntivo ma incapace di saper distinguere tra l’originario utilizzo delle parole e le deviazioni erronee. E di parole inconsapevolmente usate ne abbiano molte: da piuttosto che usato al posto di o/oppure (invece di stabilire la preferenza di Y piuttosto che di X), all’assolutamente usato senza un si o un no lasciando interpretazioni a caso, un po’ come fossimo politicanti. Diciamocelo: prima di parlare dovremmo implementare - altra parola che spesso viene usata con significato di aumentare e invece vuol dire completare, perfezionare - la conoscenza dei vocaboli. Pazzesco! ha lo stesso effetto di quando qualcuno, a tavola e magari davanti ad altre persone, ci dice “hai qualcosa fra i denti”: sebbene tutto sia naturale (stiamo mangiando e può accadere), l’effetto ci pungola e ci fa sprofondare. Siamo alla mercé del nostro linguaggio mai accertato, che da una parte ci fa entrare nella mischia ma dall’altra ci rende succubi di qualcosa che va ben oltre una parola. Già, perché l’autore fin dalla sua introduzione (forse la parte più crudele), mostra con lucidità quanto siamo prevaricati linguisticamente, e quindi socialmente. Dipendenti delle mode create, dipendenti dai like sui social, tendenti all’ omologazione: succubi della necessità di stupire a ogni costo pur di far colpo sulle considerazioni altrui. E così parliamo sempre più in maniera ambigua e inesatta partecipando alle apericene, sdoganando verità, seguendo scie kimike o cercando di affrancarci dalla condizione di bimbominkia sempre in agguato. La brutta sorpresa di questo libro è che ci accorgeremo di essere persone senza più significato proprio.

IDENTITÀ LETTERARIE

Nome: Emiliano

Cognome: Gucci

Anni: 40

Altezza: 180 cm

Peso (lordo, con i vestiti): Tra i settanta e i settantacinque, credo. Città in cui risiedi: Prato, quasi Firenze Città in cui vorresti vivere: Firenze, quasi Prato (e in quel caso risponderei alla rovescia) Segno zodiacale: Vergine Tatuaggi: zero Orecchini e/o piercing: nulla Ultimo libro pubblicato: Sui pedali tra i filari – da Prato al Chianti e ritorno (Laterza)

IL SENTIERO di Bogdan Wojdowski edito da Felici Editore - pp. 180 - euro 13.50

La tendenza a ricordare solo nei giorni stabiliti è un orrore peggiore di quello che abbiamo il dovere di ricordare. Se esiste un giorno della Memoria, questo dev’essere ogni giorno. “Il sentiero” è uno di quei libri potenti che capitano in mano per puro caso ma di cui non ci si libera facilmente. La storia di Alka è quella di migliaia di persone in fuga dalla follia umana. Quando il ghetto di Varsavia fu circondato, dato alle fiamme e ogni essere umano ebreo condannato a morte, la giovane Alka riuscì miracolosamente a fuggire. La storia che Bogdan Wojdowski racconta gli viene rivelata dalla stessa donna protagonista del romanzo e calca la personale esperienza dell’autore, anche lui ebreo e scampato alla morte nazista. Due vite e un simile destino. Tradotto da Marcin Wyrembelski, questo libro è una testimonianza fondamentale, di una fibra letteraria carica di vita e speranza nonostante le atrocità vissute. Wojdowski è uno dei più sorprendenti scrittori polacchi del secolo scorso ma in pochissimi ne hanno riconosciuto il valore in vita. Ricordare e leggere colma le mancanze e salva dalle crudeltà. Ogni giorno.

Prima lettura nella vita: Ricordo una precoce folgorazione per Lo spaccone di Walter Tevis: primo libro da adulti, e io ero ancora un bambino. Un libro che hai cominciato ma non hai mai finito di leggere: Eh, sono molti, la maggior parte dei libri li comincio e li abbandono prima di metà, poi alcuni (pochi) li riprendo dopo anni e magari entrano nella cerchia dei miei preferiti (pochissimi). Un film che non ti stancheresti mai di rivedere: Tutta colpa del Paradiso di Francesco Nuti. E lo so che non è neanche il suo migliore. Il luogo della vacanza più bella finora fatta: arcipelago di Capo Verde, forse. La citazione che più ami: «È degli uomini e di loro soltanto che bisogna aver paura, sempre”. Louis-Ferdinand Céline. ESERCIZI DI STILE / gabrieleametrano.com


28 FARFALLE

FUGA DA FERMO di the nightfly

M

ettiti le cuffie e inizia a viaggiare. Musica, ci vuole musica. Lo dico perché questa può essere una cura. O, perlomeno, è la mia. Forte, potente, utile ai neuroni e all’anima. Tanto più adesso, nella stagione dell’odio. Non amo drammatizzare, sia chiaro. Semmai osservare. E quello che vedo è livore e cattiveria. La politica, per esempio: propaganda di stomaco e di pancia. Offese, battute acide, scaricare la colpa sull’altro. Visione? Scarsa, più o meno come quando sale la nebbia in

Val Padana. Poi c’è tutto il resto, che prende esempio da quelli che dovrebbero darlo ma proprio non ce la fanno a uscire dal loro loop. Odio, meglio scappare. Per elevarsi, per tenere vivi i nostri sensi. Alzare il volume per iniziare a volare. E comunque, io ve lo dico, non manca molto alla primavera. Cerco un disco giusto e fatico un po’. Ma poi scopro che dopo sei anni sono tornati i Kula Shaker. E sembra di riascoltare i novanta. Psico brit pop con pennellate di India addosso. Bei ricordi e un salto oltre. Oltre l’odio, sul pianeta della vita e del sogno.

CASA JAZZ

PER IL MONDO A SUON DI HAMMOND di giulia focardi

P

ianista, organista, mago delle tastiere analogiche, fine conoscitore della Black Music e musicista a livello internazionale di jazz, blues, rock e pop. Originario di Martina Franca, cittadino del mondo, ma se gli chiedi cosa sia per lui “casa”, non ha dubbi: Firenze. “Vivo a Firenze ormai da oltre 25 anni e, nonostante i tanti viaggi che mi portano spesso all’estero anche per lunghi periodi o a Roma, attualmente, per metà settimana per l’insegnamento alla Saint Louis, alla fine torno sempre a casa, a Firenze”. Signori e signore, Michele Papadia. A Firenze deve la gavetta negli anni ’90, anni ricchi di musica ed esperienze in cui suonava tutte le sere tanto jazz e non solo, la conoscenza con Gabriella Ferri, il primo approccio con i gospel, studiati poi negli States, ma soprattutto la propensione alla contaminazione e a uno stile multiforme. Capacità che lo hanno portato a collaborare con musicisti dalla grande apertura musicale, come Gianluca Petrella, con cui a

febbraio ha dato vita al nuovo Gianluca Petrella Trio 70’s, insieme a Stefano Tamborrino alla batteria. Ma quella con il trombonista barese è prima di tutto una grande amicizia. “Proprio cosi, passato e futuro che s’incontrano quasi naturalmente direi, un sodalizio umano e musicale che si rinnova dopo anni ma con una maggiore maturità musicale, in cui cerchiamo di far confluire tutta la nostra esperienza nel mondo della Black Music e della musica improvvisata, sia di matrice afroamericana che europea”. Michele ha intrapreso una strada in cui crede e in cui intravede un futuro possibile, “la rinascita del jazz in Italia passa proprio dall’incontro con altri generi”, ma è in un carattere che unisce sapienza, sentimento e ottimismo, il suo vero punto di forza: “Stiamo attraversando un lungo periodo di crisi, tantissimo è stato detto, ma noto comunque un forte entusiasmo e voglia di ricerca. In Toscana ce n’è tanto, sia grazie a un bel fermento di giovani talentuosi, che all’attività dei soggetti promotori come Toscana Musiche, Music Pool o Musicus Concentus, Pinocchio Jazz e Sala del Rosso che offrono

sempre interessanti proposte, nonostante le varie difficoltà. Tutto merito della passione e dell’impegno degli addetti ai lavori”. Tutto merito della musica, l’amor che move il sole e l’altre stelle. in alto: Michele Papadia. Foto di Lorenzo Desiati

Urge grandezza, non mania di grandezza. Urge andare dentro le cose, andare oltre. Urge altro. Urge fantasia. ...e che Nessun Dogma... Urge far voto di vastità!

Alessandro Bergonzoni

URGE il film che vi farà saltar su dalla sedia

Cinema Stensen Firenze dal 3 marzo seguici su

#urgeilfilm


29 di gianluca danti BROTHERS IN LAW RAISE

We Were Never Being Boring

Qualcuno l’ha definita “capitale della new wave italiana” altri “l’eastcoast shoegaze nostrana”, voi chiamatela come meglio credete ma una cosa è certa: Pesaro negli ultimi anni è diventata la città più prolifica per le nuove proposte musicali. Avete qualche dubbio? Se vi diciamo Be Forest, General Decay, Young Wrists, Soviet Soviet, Death in Plains? Ecco, adesso vi abbiamo convinto sicuramente e parliamo del nuovo album di Brothers in Law, ennesima eccellenza pesarese, che ha pubblicato Raise per WWNBB Collective. Il loro primo album Hard Times for Dreamers virava verso lidi cupi e malinconici; Raise è un netto cambio di direzione, con una notevole evoluzione a livello sonoro e un’inclinazione indiepop, riuscendo a mantenere dosi voluminose di reverberi e delay ma con suoni complessivamente più limpidi. Lo scenario dreamy dell’iniziale “Oh, Sweet Song” introduce già la componente melodica di cui gode l’intero album; “All the Weight” per il suo andamento indiavolato è il brano più fedele ai primi Brothers in Law; “Middle of Nowhere” è invece l’emblema del nuovo corso sonoro del trio pesarese: ritmi galoppanti e cori che entrano facilmente in testa, tutto eseguito con grande gusto. È in continua metamorfosi la successiva “Through the Mirror”, dall’avvio pacato e intimo ad una coda strumentale fatta di chitarre vistose e trascinanti. L’ultima parte del disco lascia spazio a maggiori sperimentazioni, dalla strumentale “Compose” a “Tear Apart” dall’inaspettato sapore western, una vera chicca. Raise è un album di qualità, da ascoltare con cura per capirne la vera essenza e che non necessita di scomodi paragoni per essere raccontato ma vive di vita propria. Siamo sicuri che vi conquisterà sin dai primi ascolti.

DIIV IS THE IS ARE Captured Tracks

Inizialmente concepito come solo project di Zachary Cole Smith, già chitarrista dei Beach Fossils, DIIV è ben presto mutato in una vera e propria band con l’aggiunta di Andrew Bailey (chitarra), Devid Ruben Perez (basso) e Colby Hewitt (batteria). Oshin, l’esordio datato 2012, era una commistione di shoegaze, postpunk e dreampop retta da una vastità di chitarrone corpose a sovrastare una linea vocale sfuocata, a tratti quasi indecifrabile. Bello ma talmente ripetitivo da diventare snervante, dunque da assumere con moderatezza. Registrato durante un periodo di riabilitazione, Is The Is Are è un doppio album che abbraccia più stili e influenze, una precisa decisione del frontman di Brooklyn per compiere un percorso coerente e suddividere gli stili su due dischi diversi. Smith mette i testi a fuoco (“Out of Mind”) ponendo in primo piano sensazioni di rinascita e guarigione “… I’ll be fine when it’s time I’ll know what to do”. In “Under the Sun” si sente profumo di krautrock, “Bent (Roi’s Song)” percorre superfici shoegaze con un’insolita nitidezza nelle sonorità. Si passa dall’alt-pop di “Dopamine” per arrivare alla convincente “Blue Boredom”, dove la comparsa alla voce di Sky Ferreira rapisce l’ascoltatore riecheggiando la sottile Kim Gordon di “I Love You Golden Blue”. Lascia spazio all’introspezione la seconda parte del disco dove traspare tutta la sensibilità melodica e delle trame sonore sempre più ricche (“Take Your Time”, “Healthy Moon”) che si concludono con le tinte scure di “Waste of Breath”. Non vi sconvolgerà ma Is The Is Are tutto sommato è un disco gradevolissimo.

CLASSIQUE C’EST CHIC

LEAVE THE PLANET NOWHERE Kanine Records

Duo italo-britannico di stanza nell’East London, nati dall’incontro tra Iacopo Bertelli (M!R!M) e Nathalie Bruno (DRIFT). Innamorati dei Galaxie 500 (“Leave the Planet” è infatti un brano incluso in On Fire, album della band slowcore americana) propongono un mix dinamico di synth vintage, drum machine e chitarre che creano un’onda di allettante shoegaze moderno. Un lavoro di grande impatto, tra melodie trasognate (“Forever”), dreampop dalle pulsioni wave (“Sirius B”) in bilico tra Beach House e la prima Tamaryn. Dalle dilatate note di synth di “White Astra” si passa alla coldwave di “Seashore” e di “Desert Son”, dove si sente molta influenza degli italianissimi Be Forest. Da poco entrati nel roster della Kanine Records di Brooklyn, NYC, i Leave The Planet sono una bella novità che merita particolare attenzione. ELARA IN THE DEPTHS OF TIME, IN AN OCEAN MADE OF STAR Fluttery Records

Vengono da Cecina, ma escono per un’etichetta americana, la Fluttery Records, e il loro sound è prettamente nord europeo, incontrando le suggestioni artistiche dei Sigur Rós e il post rock etereo dei This Will Destroy You: sono gli Elara e In the Depths of Time, in an Ocean Made of Stars è il loro concept album sulla creazione dell’Universo, dal lento processo evolutivo iniziato nel 2014 con la sua scrittura, proseguito nell’estate del 2015 con le registrazioni al Propulsion Agency di Cecina e terminato con il mastering assegnata a Birgir Jón Birgisson del Sundlaugin Studio di Mosfellsbær, Islanda. Trenta minuti di ballate orchestrali, atmosfere incantate e d’impatto, impennate chitarristiche classicamente post-rock tra Mono ed Explosion in The Sky.

BROADCAST TENDER BUTTONS

(2005-WARP RECORDS) Formati sul finire del 1995 a Birmingham, i Broadcast sono i paladini dello psych-pop d’Oltremanica. Il loro electropop degli esordi fu prima paragonato ai Portishead ma negli anni successivi le loro melodie acide vennero accostate agli amici londinesi Stereolab. Ma quello che ha reso speciale il duo inglese è la capacità di non piegarsi ai facili confronti, dimostrandosi abili nel mescolare pop ipnotico con il folk, lo shoegaze e il post punk.Broadcast hanno pubblicato cinque album in studio sino alla tragica e prematura scomparsa della cantante Thris Keenan. Tender Buttons fu la consacrazione della band del West Midlands, capace di introdurre una nuova estetica, servendosi di pochi strumenti (synth analogici, basso, drum machine) ad accompagnare le melodie oscure e morbide padroneggiate dalla sensuale Keenan. Mai eccessivamente osannato dalla critica (le classifiche in UK lo snobbarono completamente) per noi è un must have, tant’è che la Warp Records lo scorso anno lo ha ristampato in vinile insieme a tutto il catalogo della band. suoni@lungarnofirenze.it


30 di faolo pox - illustrazioni di aldo giannotti Un mese come quei sabati mattina dove pensi di alzarti e fare un sacco di cose e poi in realtà ciondoli verso il tavolo per la colazione, ti sfondi di biscotti, spippoli al computer, sbirci i profili facebook degli ex, guardi i video idioti su youtube… e si fanno le 18 e ti rimane solo da pensare a dove passare la serata. Basta con questo mito che essere attivi è figo. Non fare un cazzo è figo. BISCOTTI PER LA COLAZIONE: Gocciole

Questo maledetto ritornello che a te si può dire tutto perché sei una persona comprensiva… All’inizio del mese prevedo che sarai un intenso produttore di vaffanculi che verranno recapitati a datori/datrici di lavoro disonesti, artigiani che proveranno a fare i furbetti e amici/amiche lamentose. Poi dopo tornerà tutto alla normalità ma con il grande vantaggio che ti temeranno tutti. BISCOTTI PER LA COLAZIONE: Digestive

Anche quando succederà che il biscotto, che ti stai portando lentamente alla bocca già zuppo di latte e caffè, inizierà a curvarsi per poi sgretolarsi in un carpiato nella tazza esplodendo in mille schizzi che faranno un Pollock sulla tua camicia pulita, anche in quella situazione tu sorriderai, invocherai collegamenti tra il regno animale e quello dei cieli, ma sorriderai. Benvenuta primavera. BISCOTTI PER LA COLAZIONE: Pan di Stelle

Dovresti riguardare Karate Kid e prendere meno sottogamba la grande metafora sulla mettere la cera che ha segnato noi trentaquarantenni che non crescono. Perché lo spirito di dedizione ti porterà lontano, con l’esercizio, il sudore e l’applicazione lentamente evolverai e ti trasformerai in un operaio ligio e certosino della tua felicità. O nel maestro Miyagi. BISCOTTI PER LA COLAZIONE: Macinel

Sei nel momento – ultimamente molto osannato sui social - del “mai una gioia”. E c’è poco da fare Leone. Come quando la mattina apri lo sportello della cucina, il caffè è quasi finito, la moka non si svita e la caldaia non parte. Però ti ricordi che tua madre ti aveva portato dei biscotti l’ultima volta e li avevi nascosti in dispensa certo che non sarebbero mai serviti. Parti sempre dalle buone notizie, ce le hai, magari nascoste in dispensa. BISCOTTI PER LA COLAZIONE: Oro Saiwa

Se marzo butta erba, aprile butta merda. Saggezza popolare nel mese preferito dai proverbi. Quindi dammi retta, non credere alle bellezze effimere che ti capiteranno nella prima parte del mese perché saranno cazzi amari per il futuro. Mentre non prendere di petto le difficoltà ma assecondale e prendilè così, non te le trascinerai oltre. Stay mediocre, stay paraculo. BISCOTTI PER LA COLAZIONE: Tarallucci

Hai detto qualche bugia a febbraio? Hai fatto bene. Marzo ti farà ancora meglio, ti sentirai come quelli che vanno in palestra da due giorni e già allo specchio vedono i tricipiti femorali e parlano di catalizzazione e proteine. Insomma, l’ottimismo si impadronirà di te, come ancora non lo sai e non lo so nemmeno io, ma c’è un mondo per scoprirlo. È fuori dal tuo divano. BISCOTTI PER LA COLAZIONE: Gran Turchese

Il tuo quadro è chiaro. A marzo si tromba. Si lo so, detta così è brutta. Ma è la verità. Se sei single funzioni, se sei in coppia funzionate, insomma un mese di passione e divertimento dove non riesci neanche una volta a essere un po’ merda, mai, nemmeno un briciolo, nemmeno una litigata nel traffico, nemmeno una provocazione. Che tu stia cambiando? No. BISCOTTI PER LA COLAZIONE: Abbracci

Mattine passate davanti all’armadio alla ricerca dell’abbigliamento giusto per andare a lavorare, ore di fronte al menu del sushi take away, minuti passati in tabaccheria alla ricerca del colore giusto per l’accendino, momenti di scazzo di coloro che saranno dietro di te al bancone in attesa che tu ti decida su cosa bere. Poi il risveglio e il domandone tipo: “perchè cazzo ho comprato l’accendino color merda?”. Benvenuto Marzo BISCOTTI PER LA COLAZIONE: Osvego

Dopo i tuoi successi del mese scorso, inizi a sentire il dovere sociale di rappresentare il punto di riferimento per gli altri, la spalla, l’elemento fisso e imprescindibile. Stai diventando un grande classico. Certo, non stufa mai. Però so già che in certe situazioni non sai starci e potresti tornare a breve a cercare ancora il fascino dell’esotico e del pericolo. Serve? BISCOTTI PER LA COLAZIONE: Novellini

Uno dei passatempi migliori della colazione è infilare i biscotti col buco con il dito e vedere quanti se ne riesce a tirare fuori dalla confezione senza romperli. Metafora perfetta per il tuo mese, acquario. Quante cose riuscirai a fare insieme senza romperle? Ma soprattutto, meglio una cosa intatta alla volta o provare sempre a sfidare se stessi? BISCOTTI PER LA COLAZIONE: Bucaneve

Sarà tutto inusuale in questo marzo altalenante. Quello che sembrava arenato si sbloccherà così come quello che filava liscio rallenterà e avrà bisogno di essere ben lubrificato. La cosa non ti scompone più di tanto, i tuoi obiettivi sembrano sempre chiari e inizi a godere di qualche successo e a concederti qualche vizio in più. Meritatissimo. BISCOTTI PER LA COLAZIONE: Loacker


SOUL KITCHEN un’anima diversa per ogni momento della giornata

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