Onstage dicembre 2013

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dicembre 2013 gennaio 2014

MICHAEL BUBLÈ Torna in Italia (a gennaio) il cantante canadese. Visto che parla sempre di amori e passioni, ci siamo chiesti quali siano le sue

ONSTAGE AWARDS

Dopo il successo del 2012, ecco gli Oscar della musica live. Premiamo insieme il meglio di quanto abbiamo visto nel corso dell’anno

ONSTAGE RADIO

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LEVANTE SATURNINO ALESSANDRA AMOROSO LEONARDO PIERACCIONI

Una raccolta e un nuovo tour mondiale. Laura Pausini chiude il 2013 riprendendosi lo scettro che si è conquistata con la sua voce e la sua grande grinta. Ma non dimentichiamoci del contributo dei suoi amici speciali.

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GLOSSARIO MUSICALE DEL 2013 A come Arctic Monkeys. Per me AM è il miglior disco del 2013, e non credo di essere il solo a pensarla così. Si vedano i pieni voti di NME e il sold out al Forum di Assago del 13 novembre. B come Bowie. L’eleganza con cui il David è tornato a regalarci la sua immensa classe è qualcosa che trascende la musica. Arte allo stato puro, gioia per la pancia e il cervello. C come Concerti. Tanti, tantissimi. Sempre di più. Il 2013 certifica il gigantesco neverending tour in cui sono coinvolti (quasi) tutti gli artisti. Mi chiedo cosa ne pensi Bob Dylan. D come Decreto Cultura. Le Camere hanno approvato norme, lanciate da una petizione, che sburocratizzano la produzione di concerti in locali con capienza inferiore a 200 persone. Bene. E come Eddie Vedder. È la voce rock che in assoluto mi emoziona di più. Sarà che sono cresciuto con i Pearl Jam, ma ritrovare Eddie nel 2013 con la stessa intensità è rassicurante. F come Festival. La debolezza dell’Italia si manifesta sistematicamente quando politica, imprenditori e cittadini devono fare sistema. Ecco perché da noi i festival funzionano poco. G come Glastonbury. L’esempio virtuoso a cui guardare. A ottobre, Glasto ha venduto tutti i biglietti per il 2014 in 1 ora e mezza, senza annunciare il cast. E l’edizione 2013 è stata strepitosa. H come Home Festival. L’eccezione che conferma la regola. A Treviso stanno facendo un gran lavoro. Non ci sono stato, ma mi dicono grandi cose. Il festival è anche gratuito. Complimenti. I come Internet. Continua a crescere a ritmi vertiginosi il peso della Rete nei media e nella musica. Per questo alla fine dell’anno avremo pubblicato, sul sito di Onstage, circa 2.000 articoli. L come Lavoro. La musica è un settore che dà lavoro a un sacco di gente. Per gli artisti stessi è un lavoro. Come tutti i prodotti, se vuoi musica devi pagare. Sento il bisogno di ribadirlo. M come Muse. Un amico appassionato ed esperto di musica, una volta mi chiese preoccupato: «Fra 20 anni chi andremo a vedere dal vivo?». Se non mollano prima, sicuramente i Muse. N come No. Mi davano dell’incompetente quando sostenevo che il disco dei Duft Punk fosse mediocre. Avete più sentito parlare di loro quando è calato l’hype di Get Lucky? No. O come Onstage. Con questo sono 67 numeri del magazine, mentre il sito cresce, così come i nostri profili social. E lanciamo gli Onstage Awards 2013. Lasciatemelo dire: è un’impresa. P come Pink Floyd. Con il ritorno in Italia di Roger Waters, ho “riscoperto” una delle più grandi band della storia. Non conoscere la musica dei Pink Floyd dovrebbe essere illegale. Q come Qualità. La qualità delle nuove proposte sta crescendo: c’è una tale sovraesposizione che viene fuori solo chi è veramente bravo. La discografia può estinguersi, il talento no. R come Rumore. Anche nel 2013, i concerti a San Siro hanno dovuto rispettare un limite di decibel. Tranne quando il Comune ha concesso deroghe. Inaccettabile. La musica non è rumore. S come Streaming. L’avvento dello streaming musicale (debutto in Italia per Spotify, Deezer c’era già) affosserà la pirateria: se non possiedi i file, come puoi duplicarli illegalmente? T come Thom Yorke. Sbaglia a criticare Spotify. Gli artisti guadagnano poco perché i numeri sono ancora piccoli. Aumenteranno. Si lamenti con le etichette, che impongono royalty basse. U come U2. È il disco-mancato del 2013, annunciato da dichiarazioni poi cadute nel vuoto. È pronto, ma non esce perchè gli irlandesi si sono separati dal manager: business comes first. V come Vasco. Sono contento che stia bene e che sia tornato a casa (sul palco). Piaccia o no, è un patrimonio musicale dell’Italia e non basterà qualche canzone sbagliata a cambiare le cose. Z come Zero. Non me ne voglia Renato, ma non mi riferisco a lui. Da gennaio, noi ripartiamo con la voglia e la grinta di quando siamo partiti. Di quando, cioè, eravamo (meno di) zero.

Daniele Salomone @DanieleSalomone

onstage dic−gen 07


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INDICE

Onstage AWARDS

DICEMBRE 2013 GENNAIO 2014

2013

N°67

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ONSTAGE AWARDS

Ci siamo. Dal 4 dicembre potete votare il meglio di quanto visto sui palchi nel 2013. Vi spieghiamo tutto.

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LAURA PAUSINI

La Regina italiana del pop, fresca fresca di greatest hits, torna sul palco e ci concede una lunga chiacchierata.

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MICHAEL BUBLè

42

Lui parla sempre di amore e di passioni. E così ci è venuta la curiosità di scoprire le sue. Davvero interessante...

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ALESSANDRA AMOROSO

Due concertoni anteprima del tour vero e proprio, che parte a marzo. Sandrina ci mostra tutta la sua grinta.

46

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LEVANTE

Con Le Feste di Alfonso, la cantautrice siciliana è pronta per conquistare tutti anche dal vivo. Parola sua.

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Style

Arriva il Natale e non dobbiamo farci trovare impreparati. Né dal freddo, né dalla corsa ai regali. Suggerimenti per voi.

B

I

WAITING

A

CHRIST

A

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V

B

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V A

FOR MAS

I

08 onstage dic−gen

A

B

I

WAITING FOR CHRISTMAS

V



Face to face

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↘ SATURNINO

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KURT COBAIN

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IMANY

What’s New

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Cosa c’è di nuovo e interessante, ogni mese, ve lo diciamo noi. Album, film e games in uscita, puntualmente recensiti.

LEONARDO PIERACCIONI

È NATA LA DIGITAL RADIO DI ONSTAGE! Jukebox

Apriamo il magazine con uno sguardo attento e interessato su musica, libri, cinema, cultura, tendenze.

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I CANI

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MARIO BIONDI

La prima digital radio che trasmette solo musica live, 24 ore su 24. Onstage Radio è disponibile sul sito e sulla pagina Facebook di Onstage, oppure come app gratuita da scaricare su tablet e smartphone. Anche a dicembre e gennaio, programmazione speciale dedicata ai grandi artisti in tour. Tutte le info a pagina 72.

musica

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cinema

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games

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ONSTAGE RADIO

Coming Soon

Il calendario concerti dei prossimi mesi e un focus sull’artista più importante tra quelli di cui ci occuperemo a febbraio.

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20 CONCERTO DI NATALE

www.facebook.com/onstageweb

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DEPECHE MODE

@ONSTAGEmagazine

Foto in copertina di Wayne Maser. Hair And Make-Up Marco Terzulli Using Chanel By Ganeshastyle.it. Abiti di Giorgio Armani, cappello Borsalino, gemelli Swarovski, anello Reminescence.

↘ Onstageweb.com

2013

10 onstage dic−gen

Classifiche è bello A dicembre le classifiche sono un must per qualunque media. Non possiamo esimerci nemmeno noi. Così, mentre sul sito degli Onstage Awards voi stabilite il meglio di quanto visto sui palchi nel 2013, noi cercheremo

di tirare le somme riepilogando quello che è accaduto negli ultimi dodici mesi. Una cosa è certa: tra grandi momenti e situazioni dimenticabili, quello che volge al termine è stato comunque un anno ricco di eventi musicali.


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personalizzare

p un’icona p The Lab Tour è l’evento itinerante che sta girando l’Italia per festeggiare, negli store Timberland un anniversario importante: i quarant’anni dello Yellow Boot. È dal 1973 che l’azienda americana lo mette ai piedi di uomini e donne, che lo indossano nel tempo libero o per lavorare, sfidando le intemperie senza rinunciare alla comodità e allo stile. Da allora l’iconico stivale giallo si è rinnovato nel design rimanendo fedele a valori come la qualità e l’artigianalità, che si uniscono a estetica e affidabilità. Per dar voce ancora alla passione per questo must have, Timberland regala a tutti i fan dello Yellow Boot la possibilità di personalizzare il proprio paio: da inizio novembre infatti, nei flagship store di Palermo, Roma e Bologna in tanti hanno dato sfogo alla propria fantasia presso le work station allestite appositamente, assistiti dai writer live che hanno fisicamente dato vita alle loro creazioni. Il gran finale del Lab Tour, che è partito lo scorso luglio da Berlino e ha girato tutta l’Europa, si terrà nel negozio di Milano, in Corso Matteotti 7, il 12 dicembre.


OSPITI

DICEMBRE 2013 GENNAIO 2014

WAYNE MASER

GIANMARCO CHIEREGATO

MARCO CREMASCOLI

È un fotografo di culto vecchio stampo, che non ha mai amato i riflettori. Con il suo personalissimo uso del bianco e nero ha ritratto tutti i personaggi più celebri degli ultimi 30 anni compresa la nostra Laura Pausini.

Il fotografo romano sostiene di voler far dimenticare ai soggetti che ritrae, per cinque minuti, «tutto il male del mondo». Chissà se c’è riuscito con Alessandra Amoroso quando ha realizzato queste foto.

Definirlo solo un fotografo sarebbe riduttivo, poiché è anche uno snowboarder, uno skater, un ciclista, un dj… e chissà che altro! Su queste pagine potete trovare le foto che ha scattato a Levante.

Charlie Rapino

Andrea Bariselli

Stefano Verderi

Virginia Varinelli

Emigrando in Inghilterra ha trovato l’America (ma pure in Italia partecipando ad Amici come coach). Produttore dance e pop, da due anni butta benzina sul fuoco per noi dalla sua roccaforte: Londra.

Ideatore di RicetteRock.com, musicista, produttore, manager, editore. Ci racconta le sue innumerevoli esperienze con artisti e band a cui dedica succulenti piatti pensati ad rock. Altro che MasterChef!

“The Wizard” è il chitarrista de Le Vibrazioni. Diplomato al Musicians Institute di Los Angeles, ha fondato la Basset Sound nel 2010 per produrre nuovi artisti. Ci parla di affascinanti suggestioni retrò.

Fashion blogger tra le più attive del world wide web, Didi ha cominciato a scrivere di moda nel 2011, quando ha fondato il blog The Ugly Truth Of V (.com). Da quest’anno, cura la nostra sezione Style.

74 anni fa

Registrazione al Tribunale di Milano n° 362 del 01/06/2007

Direttore editoriale Daniele Salomone d.salomone@onstageweb.com

Hanno collaborato Guido Amari, Ludovico Baggi, Blueglue, Antonio Bracco, Francesco Chini, Luca Garrò, Stefano Gilardino, Massimo Longoni, Gianni Olfeni, Marco Rigamonti, Marta Stone.

Ufficio commerciale Eileen Casieri e.casieri@onstageweb.com Marianna Maino m.maino@onstageweb.com Mattia Sbriziolo m.sbriziolo@onstageweb.com

Art director Giulia Vidali g.vidali@onstageweb.com

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Distribuzione e logistica Laura Cassetti l.cassetti@onstageweb.com

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Concessionaria per la pubblicità Areaconcerti srl via Carlo De Angeli 3 20141 Milano Tel. 02.533558

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Filiale di Roma Paola Marullo p.marullo@onstageweb.com

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Pubblicità Triveneto Everest ADV Viale Delle Industrie 13, Limena (PD) tommaso.perandin@everlastadv.it Pubblicità Toscana e Umbria Sara Moretti s.moretti@onstageweb.com Stampa Rotolito Lombarda Via Sondrio, 3 20096 Pioltello (MI) Onstage Magazine è edito da Areaconcerti srl via Carlo De Angeli 3 20141 Milano Tel. 02.533558 info@areaconcerti.it



33 anni fa

ci lasciava John Lennon. Era l'8 dicembre 1980 quando un suo stesso fan, Mark David Chapman, lo uccideva a colpi di pistola a New York. Fondatore dei Beatles e straordinario solista, Lennon è un’icona del Novecento. Con la sua musica e il suo attivismo, ha influenzato generazioni di artisti. Ancora oggi Imagine, scritta nel 1971, è una delle canzoni più conosciute al mondo.

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ŠJohn Lennon (Self portrait) owned by Yoko Ono.

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METRO-GOLDWYN-MAYER PICTURES E SCREEN GEMS PRESENTANO UNA PRODUZIONE MISHER FILMS UNCOSTUMI FILM DI KIMBERLY PEIRCE “LO SGUARDO DI SATANA-CARRIE” (CARRIE) SUPERVISIONE CHLOË GRACE MORETZ JUDY GREER PORTIA DOUBLEDAY E JULIANNE MOORE DI LUIS SEQUEIRA ALLE MUSICHE RANDALL POSTER MUSICHE MONTAGGIO SCENOGRAFIE DIRETTORE DELLA EXECUTIVE DI MARCO BELTRAMI DI LEE PERCY, A.C.E. NANCY RICHARDSON, A.C.E. DI CAROL SPIER FOTOGRAFIA STEVE YEDLIN PRODUCER J. MILES DALE TRATTO DAL SCENEGGIATURA PRODOTTO REGIA ROMANZO DI STEPHEN KING DI ROBERTO AGUIRRE-SACASA DA KEVIN MISHER DI KIMBERLY PEIRCE


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JUKEBOX

LA NORMALITA

E GLAMOUR I Cani hanno pubblicato il secondo disco, Glamour, e si apprestano a far ascoltare i nuovi brani anche dal vivo. Niccolò Contessa ci spiega tutto, sorprendendoci. di Francesco Chini

M

agari non ci sarà da scomodare il Lucio Dalla che in Disperato erotico stomp salmodiava che “l’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale”, ma di certo intervistare Niccolò Contessa all’indomani di Glamour è recuperare cose che il battage mediatico del “sorprendente” esordio dei Cani aveva posto - eufemismo - fastidiosamente in secondo piano. Cose come intervistare un autore di canzoni e parlare di quelle. Di cantautori, perfino («L’aggettivo per il mio rapporto odierno col cantautorato è “pacificato”: finora ero stato un po’ in conflitto con lo stereotipo melodrammatico che di solito gli si associa. Anzi, volevo fare un po’ il contrario. Oggi mi rendo conto che quel mondo può avere molte sfumature»). Di scrittura. Del loro rapporto con la vita che ti porta a scriverle. Di musica, e di colleghi da cui imparare. Insomma, cose “normali”. Non che Niccolò si sia fatto più di tanto condizionare («Non penso mai a come sarebbe stata la mia carriera senza un esordio come quello che ho avuto. Mi sono sempre limitato a prendere spunto dalle storie che potevo osservare e a raccontarle. Punto»), ma il modo, pur non drastico, in cui Glamour («È un termine un po’ rétro, ma mi piace l’antitesi che crea col clima e l’aspetto di queste canzoni») sostituisce l’osservatorio reale del suo predecessore con quel largo uso della prima persona ha un suo peso. Osserva Niccolò: «Per me dividere le opinioni

è sempre una buona cosa, ma alcuni commen- nda): quindi siamo diventati amici e nessuno ti sul mio modo di scrivere mi sono sembrati poteva essere più adatto di loro per il finale inesatti». Per esempio? «Beh, non mi sento della mia Corso Trieste. Degli Offlaga Disco ironico quando scrivo, se non sporadicamen- Pax e di Enrico Fontanelli che cura con me te. Se dici il contrario devi motivare. Oppure: la produzione del disco sono invece a tutti gli mi dai del citazionista? Se intendi il nominare effetti da sempre un fan: essere accostato a loro cose della vita reale - ed è vero, mi diverte farlo è per me davvero lusinghiero»). - va specificato, o passa l’idea che uso chissà Insomma, chi si aspettava un antihipster spocquante parole altrui, e non lo faccio quasi mai, chioso e arrogante è servito: dietro il tono onea parte in Storia di un impiegato». Insomma, sto e quasi austero, Niccolò non nasconde amparlare dei Cani è parlare ancora troppo di altro rispetto alla loro «Prima ero stato in conflitto con lo stereotipo melodrammatico del cantautore. musica. Eppure l’evoluzione di Oggi mi rendo conto che quel mondo può questi anni non è di quelle che avere molte sfumature» passano inosservate: oltre alla crescita fisiologica della scrittura, la provano anche modelli di confronto sopraggiunti nel frattempo («Fino a poco tempo fa non conoscevo benissimo i Baustelle, per esempio: e da quando li conosco penso che vorrei saper condensare gli elementi delle mie canzoni in una forma altrettanto efficace. Oppure, mi ha sorpreso molto un rapper come Tyler The Creator») o già noti («I Gazebo Penguins appartengono alla mia leva e dopo un po’ di sana invidia per il loro sound ho pensato “se non puoi batterli unisciti a loro» (ride,

mirazioni e voglia di imparare. E una non così ovvia fiducia nella comunicazione attraverso la canzone («Semplicemente, se non ne avessi non potrei permettermi di scrivere»). Insomma, andarlo a scoprire («I live? Anzitutto basta sacchetto in testa, non ha più senso. Vai con lo scoop: finalmente mi vedrete in faccia. E poi saremo più rilassati che in passato, e quindi ci si divertirà molto di più») sarà, come si diceva prima, un ritorno alla normalità. Una normalità molto glamour. onstage dic−gen 17


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JUKEBOX

LONDON CALLING Di Charlie Rapino

IL MIO NATALE

Mario Biondi lancia il suo disco natalizio, con alcuni classici e due inediti, e parte per il tour. Un buon modo per avere un «Natale veramente bello». Di Simona Voglino Levy - foto di Guido Harari

«I

o sono come il grinch: odio il Natale». Scherza Mario Biondi all’inizio della piacevole chiacchierata con cui mi presenta il suo progetto invernale: Mario Christmas, un disco tutto natalizio, uscito il 25 novembre per Sony Music. A quasi un anno dalla pubblicazione di Sun, uscito in tutto il mondo e già disco d’oro in Italia, Mario torna a trovarci così: con tante celebri canzoni natalizie reinterpretate dal calore dell’inconfondibile timbro vocale dell’artista, due inediti emozionanti, My Christmas Baby (The Sweetest Thing) e Dreaming Land, più un grande duetto, After The Love Is Gone, realizzato insieme agli Earth Wind and Fire. Sono i regali che ha deciso di farci trovare sotto l’albero quest’anno. Oltre al tour iniziato a novembre, che lo porterà nei teatri più belli della nostra penisola. «Sono stato molto contento di fare questo disco, mi sono divertito: la cover di Chris Rea, Driving Home For Christmas è venuta molto bene perché emana una grande energia. Adoro i due inediti, visto che sono farina del mio sacco e mi sono innamorato fin da subito di God Rest Ye Merry, Gentlemen». Nessun brano italiano. Anche se nell’ultimo album, Sun, aveva fatto sperare con

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La voglia, la pazzia, l’idea, non si è ripetuto: «Tengo molto alla mia italianità e di brani così in realtà ne ho scritti moltissimi e man mano credo che li potrei aggiungere al mio repertorio. Ma al momento non sono in quest’ottica. Per ora sto cercando di valorizzare un progetto italiano, seppur con taglio internazionale, che può avere un bacino più ampio rispetto ad una musica prettamente nostrana». Quindi nemmeno stavolta avremo il piacere di vederlo gareggiare sul palco dell’Ariston, assicura. Un desiderio per questo Natale? «Vorrei che tutti i bambini del mondo stessero bene, perché «Spero che questo sia il mio Natale perché ne ho bisogno. Ne ho passati tanti mediocri, ora ne voglio uno veramente bello». sono gli esseri più belli dell’universo (lui ne ha sei, ndr). E poi spero che questo sia il mio Natale perché ne ho bisogno. Ne ho passati tanti discreti e mediocri, ora ne voglio uno veramente bello. E quest’anno lo avrò».

VIVA LA ITALO DISCO!

A

h le sorprese che il Blaupunkt Vintage ti rifila sul Mercedes SL! Radio One che suona il gruppo ubercool del momento, al numero uno con una cover di un pezzo dance pop di cui i vecchi Rapino Brothers Marco & Charlie - miss you Marco - si resero responsabili della produzione nel lontano 1994: Rhythm Of The Night di Corona. Non male, considerando il fatto che la stessa Radio One si rifiutava di suonare quella roba ai tempi, per questioni di “credibilità”. Il vecchio Steve Allen, noto hitmaker e Direttore creativo in Warner si presentò una mattina nel vecchio studio di Rapino in ginocchio, implorandoci di fare un remix: «Boys, la label pensa che è un “piece of shit” e se non ci mettete mano voi non lo toccano». Mise la cassetta e io e il mio partner esclamammo all’unisono “hanno ragione, it’s a piece of shit, ma anche un fottuto NUMBER ONE! We love it!”. Tre mesi dopo ci ritrovammo al numero uno in Uk e al numero 4 negli Stati Uniti. È un po’ la storia della discografia italiana. In Italia, all’inizio degli anni Novanta, mentre tutte le major erano impegnate a rifilarci il solito ciarpame pseudo-cantautorale, tanti produttori sfigatissimi producevano musica popstatic, semplice ma efficacissima, in studi che sembravano porcili. Più ci si rifiutava di arruolarsi nelle legioni tricolori e più si aveva successo all’estero. Peccato che l’industria musicale italiota continuava a non accorgersi di nulla. Viceversa, mentre i giovani italiani si sorbivano quelle chitarracce acustiche, i boys inglesi andavano fuori per la italo-dance. Non a caso oggi hanno band come Bastille, Hurts, etc. Il fico nasce sempre dal divertimento più easy! I Bastille al numero uno con Rhythm Of The Night mi costringono a una riflessione: è pur sempre meglio fare un bel disco di musica di merda che un disco di merda. I dischi di merda… Roba da repubblica, roba da democrazia.



JUKEBOX

IMMANCABILE CONCERTONE SABATO 7 DICEMBRE Torna NELLA CAPITALE il Concerto di Natale, CHE VERRà TRASMESSO in tv e radio la sera delLA VIGILIA

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ono tanti gli impegni delle settimane che precedono il Natale: tra cene e aperitivi per scambiarsi gli auguri, recite scolastiche, ricerca e confezionamento dei regali e summit casalinghi per decidere menù e data della reunion famigliare, è un’impresa trovare un attimo per sé o per godersi l’aspetto magico di questa festività. C’è però un evento che mette d’accordo tutti in casa e riporta gli animi alla serenità, anche perché non ci si deve sforzare di trovargli un posto in agenda, è lui che viene da noi, anche se ce ne stiamo pacifici in poltrona: è il tradizionale Concerto di Natale, giunto alla XXI edizione, che si terrà all’Auditorium Conciliazione di Roma il 7 dicembre e come di consueto sarà trasmesso in differita la notte della vigilia in radio e televisione. Quest’anno alcuni dei più rappresentativi ar-

LE SAI TUTTE? È uscito il Dizionario del Pop-Rock 2014, con le recensioni di 33.000 dischi e le bio di 2.200 artisti. foto di Roberto Panucci

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urante le vacanze di Natale, per spezzare il ritmo tra una mangiata e l’altra, è facile darsi a giochi in scatola & co. In caso di quiz a domande, per prepararvi sull’argomento Musica e stracciare finalmente la cara zia che le sa tutte, vi suggeriamo di chiedere a Babbo Natale il Dizionario del Pop-Rock 2014 (prefazione di Carlo Verdone) che recensisce più di 33.000 dischi di 2.200 artisti, di cui dà una breve biografia. Per la prima volta gli autori Enzo Gentile e Alberto Tonti hanno voluto sbilanciarsi e metterne uno in copertina, Jovanotti. “E’ un personaggio colorato, vitale, ricco di spunti anche per chi non si immedesima del tutto nel suo linguaggio. Un piccolo, ma sentito riconoscimento a chi ha riempito gli stadi e attraversato le giornate di molti, con i suoi ritornelli e il suo bombardamento intelligente di parole e musica”. Unico problema: se lo trovate sotto l’albero avrete poco tempo per leggerlo

20 onstage dic−gen

tutto. Però, potete tenere a portata di tablet la versione digitale, da sbirciare di soppiatto con nonchalance. E uscirvene alla fine con un soddisfatto “Le so tutte!” (Zanichelli, € 34). F.V.

tisti del panorama musicale - da Elisa a Alex Britti, da Giovanni Allevi a Luca Barbarossa - saranno affiancati anche da giovani leve come Clementino e Bianca Atzei, oltre che da alcuni colleghi di calibro internazionale - Patti Smith, Dolores O’Riordan, Asaf Avidan, Anggun e Caro Emerald, tra gli altri. Tutti insieme ci regaleranno duetti inediti che renderanno ancor più speciale il momento. Per chi abita nella Capitale o ha voglia di un weekend in trasferta i biglietti sono in vendita su TicketOne e su concertodinatale.it. F.V.

HOT LIST I 10 brani più ascoltati in redazione durante la lavorazione di questo numero Dave Matthews Band Bartender (Busted Stuff, 2002) Radiohead No Surprises (The Bends, 1995) The Smiths Rusholme Ruffians (Meat Is Murder, 1985) Bruce Springsteen Badlands (Darkness On The Edge Of Town, 1978) Gil Scott-Heron

The Revolution Will Not Be Televised

(The Revolution Will Not Be Televised, 1970)

Nick Cave & The Bad Seeds Higgs Boson Blues (Push The Sky Away, 2013)

Bobby Blue Bland

Ain’t No Love In The Heart Of The City

(Dreamer, 1974)

Eminem Rap God (The Marshall Mathers LP 2, 2013) Placebo Running Up That Hill (Sleeping With Ghosts, 2003) Nirvana Where Did You Sleep Last Night (MTV Unplugged in New York, 1994)


PRIMA DI NEVERMIND È uscito lo scorso 14 novembre Kurt Cobain - Quando ero un alieno, fumetto che ricostruisce la vita del leader dei Nirvana prima del grande successo. Ce ne parla l’autore. di Tommaso Cazzorla

S

iamo nel 2013. Vuole dire che dal ra della madre, gli occhiali e il giornale del 1993 è passato un ventennio. Vuol padre, l’idea per il titolo di Smells Like Teen dire che siamo entrati in un periodo Spirit o la prima volta che Cobain incondi ricorrenze dedicate ai Nirvana - proprio tra Novoselic. Persino il poster dei Black 20 anni fa erano all’apice della loro para- Flag che aveva in camera». Con una così bola - che terminerà l’8 aprile con il ven- maniacale attenzione ai particolari, chi se tesimo anniversario della morte di Kurt l’è vista brutta è stato il disegnatore Toni Cobain. E proprio al frontman del gruppo Bruno (Lo psicotico domato, Non mi uccise la di Seattle è dedicato Kurt Cobain - Quando morte): «Gli ho rotto le palle - confessa Daero un alieno, fumetto di 96 pagine scritto nilo - l’ho riempito di riferimenti, “i pick da Danilo Deninotti e disegnato da Toni Bruno, dedicato alla «Kurt Cobain non è solo quello del vita di Kurt pre-Nevermind. La fucile in bocca, è soprattutto il scelta del periodo non è casuale: fondatore dei Nirvana» «Tutto quello che è stato fatto ne ripercorre gli ultimi giorni o la vita come icona dopo il botto» spiega Deninotti. «È bello invece vedere up sulla Fender li voglio così”, “i vestiti dei la formazione del ragazzino di provincia Melvins devono essere questi”». La storia è che cerca di far sbocciare le sue passioni. prettamente Cobain-centrica ma intorno Questa parte ha un lieto fine, non quello a lui compaiono componenti di Melvins, tragico che mette tutto in secondo piano. Mudhoney e Sonic Youth, che per primi Kurt non è solo quello del fucile in bocca, segnalarono la band alla Geffen, oltre ovè soprattutto il fondatore dei Nirvana. Ab- viamente a Krist Novoselic e Dave Grohl. biamo voluto realizzare un fumetto che ci Chissà se hanno intenzione di mostrare il lavoro ai diretti interessati: «Con Twitter piacesse, da appassionati». Uno dei grandi pregi del lavoro è la cura sarebbe facile, ma da parte mia c’è un po’ di affettuosamente filologica per i dettagli pudore, non voglio fare brutte figure. Sicunella trama, nei dialoghi e nelle immagini. ramente se i Melvins tornano in Italia glielo «Tutto è documentato: la casa, la pettinatu- porto al concerto!».

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RETROMANIE di Stefano Verderi

VOGLIO POTER SCEGLIERE

E

ntro il 31 dicembre tutte le sale cinematografiche d’Italia dovranno passare al digitale, perchè i film non verranno più distribuiti su pellicola. Addio vecchi proiettori e molto probabilmente addio a tante piccole sale di provincia che non riusciranno ad adeguarsi (per i costi elevati) al digitale. E’ successo così anche con la musica, prima il passaggio al CD, nuovo supporto digitale che pian piano sostituì del tutto la distribuzione della musica su supporto analogico (vinile e cassetta); poi il passaggio al Download. Così sono spariti i piccoli negozi di dischi. Così è crollato il mercato della musica. Ci si evolve, ci si modernizza, si tagliano i costi, però forse sparisce anche un pò di quella poesia che è racchiusa nei vecchi formati con cui si guardavano prima i film, tanto ben descritta in Nuovo Cinema Paradiso, o con cui si ascoltavano prima le canzoni. Perchè c’è dell’arte anche in come si “producono” film e musica, che a sua volta sono forme d’arte. Arte nell’arte. Ma oggi più che mai si pensa al business nell’arte. Non discuto le scelte di mercato di potenti multinazionali del cinema, MA io voglio poter scegliere. Voglio salvaguardare la mia libertà di scelta. Così come posso scegliere di comprare delle scarpe fatte a mano da un artigiano veneto piuttosto che la scarpa da ginnastica di qualche mega brand (che sfrutta la mano d’opera di chi sa quale paese del terzo mondo!), così come posso scegliere se mangiare in una catena di ristoranti internazionali, oppure andare nella trattoria a gestione familiare nell’entroterra toscano, se comprare un mobiletto fatto dal falegname bergamasco o andare nel grande magazzino dell’arredamento svedese. Così come ho scelto di registrare su nastro invece che su computer il disco dei Margaret che sto producendo. Imporre un solo formato di produzione, è limitante, sbagliato e va contro lo stesso concetto di cultura. L’arte, la letteratura, il cinema e anche la musica sono sempre stati un orgoglio nazionale, cerchiamo di essere patriottici almeno in questo.

onstage dic−gen 21


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JUKEBOX

RICETTE ROCK di Andrea Bariselli

URLARE NON SERVE La francese Imany, che abbiamo conosciuto in questi mesi grazie al singolo You Will Never Know, arriva in Italia con il suo carico di eleganza e sensibilità.

LASAGNE DI SPINACI ALLA IRON MAIDEN

di Francesca Vuotto - foto di Barron Claiborne

T

he Shape Of A Broken Heart, la forma di un cuore spezzato. E’ questo il titolo del disco d’esordio di Imany, al secolo Nadia Mladjao, ed è al cuore che parla con la sua musica. Questa ragazza che qualche anno fa ha lasciato la sua casa di Parigi per andare a fare la modella a New York e se ne è tornata con l’idea di fare la cantante, è giovane, ma con la sua voce arriva fin dentro alle pieghe dell’animo. Lo indaga e lo scruta, lo capisce, e poi lo racconta, nelle canzoni. E le riesce ugualmente bene, che si tratti di qualcosa che è successo a lei o a chi le sta vicino. «Sono molto sensibile e mi viene facile entrare in sintonia con le storie della gente. Non è sempre un vantaggio, perché è faticoso gestire le proprie emozioni e quelle altrui, se si vivono con tanta empatia sulla propria pelle». I suoi testi parlano di sentimenti e soprattutto di relazioni tra le persone, ma sempre con grande compostezza. Anche quando pronuncia un disperato “can you help me?” ha quella quasi imperturbabile pacatezza tipica di chi ha dalla sua tanta esperienza o saggezza. «Spesso si pensa di dover urlare più forte per farsi capire, ma non è necessario, bisogna aprirsi, all’ascolto

e alla ricezione del messaggio, perché ci sia un vero scambio». Lei lo fa benissimo ed è anche per questo che sta avendo successo: due anni fa ha cominciato a esibirsi nei club parigini, la sua capacità di arrivare alle persone ha colpito tanti e da allora, per passaparola, il suo seguito è cresciuto sempre più. Avrebbe potuto imbroccare la strada più semplice del pop o dell’ R’n’B, ma non le è mai interessata. «il mio percorso è stato un po’ old style. Per questo poggia su basi forse più sicure, ma è stato anche più difficile: ci sono stati giorni in cui non sapevo davvero come arrivare a fine mese». «Spesso si pensa di dover urlare più forte per farsi capire, ma non è necessario. Bisogna aprirsi, all’ascolto e alla ricezione del messaggio, perché ci sia un vero scambio»

Nell’ultimo biennio ha girato mezza Europa e la scorsa estate si è fatta conoscere anche in Italia con il singolo You Will Never Know. E ora si prepara a farci ascoltare le sue storie dal vivo, negli otto concerti che terrà a dicembre nel nostro Paese.

P

rima di scrivere la ricetta delle Lasagne di spinaci, voglio raccontarvi un aneddoto. Anno Domini 2000. Gli Iron Maiden lanciano una sfida a calcio ed io la raccolgo. Metto insieme 15 veri rocker e insieme formiamo la Metal United. Lo stadio è il Brianteo di Monza, l’occasione il Gods of Metal.
 Tra i convocati ci sono nomi illustri del panorama rock/ metal italiano: GL Perotti e Tommy Massara degli Extrema, Mario Riso, Gianluca Battaglion e Giovanni Frigo dei Movida/Rezophonic, Trevor dei Sadist, Max Brigante, Gianluca Galliani dei Settevite, Max Di Riu, Nasty e molti altri ancora. Nel primo tempo la partita è bella, equilibrata e infatti finisce in pareggio: 1-1.
 Ma alla fine del primo tempo, mentre nello spogliatoio degli Iron Maiden l’allenatore Nicko McBrain tira le orecchie alla sua squadra, in quello della Metal United, birra e “sigarette” la fanno da padrone… 
Risultato? Nel secondo tempo gli inglesi si scatenano e la partita finisce 7 a 1 nonostante i miracoli del portiere della United, che para ben due rigori a Steve Harris. 
La sera stessa, Steve Harris prima del concerto vede arrivare il portiere e lo abbraccia dicendogli “You bastard! You saved all my penalty kicks!”
. Beh, quel portiere ero io e nonostante i 7 goal subiti la mia bella e doppia soddisfazione me l’ero levata… Cosa dedicare a questa band di veri metallari se non qualcosa che contiene ferro?
 Ecco allora la ricetta delle lasagne di spinaci!

Ingredienti: 12 sfoglie di lasagne
380 gr. di Spinaci
400 gr. di Pomodori pelati
Besciamella q.b.
 2 Carote
 2 Cipolle
Parmigiano grattugiato
1 spicchio d’Aglio
Origano q.b.
Olio extravergine d’oliva
Pepe Sale Per la preparazione: www.ricetterock.com

22 onstage dic−gen



FACE TO FACE

SATURNINO Il bassista marchigiano esordisce come conduttore televisivo con Guerrieri - Storie di chi non si arrende, in onda su La7. Per una volta con lui non si parla (solo) di musica di Stefano Gilardino foto di Settimo Benedusi

P

rima di parlare della tua nuova avventura, facciamo un piccolo passo indietro fino al tour estivo negli stadi con Jovanotti. Che effetto ti fa ripensarci? È molto strano, ammetto di aver avuto un crollo emotivo pazzesco, ma credo sia piuttosto naturale. Abbiamo fatto tredici concerti fuori dal mondo, in una dimensione parallela a quella reale, dove tutto è gigante. È molto inconsueto per una band italiana fare una cosa

del genere: se sei i Depeche Mode, per dire, sei abituato a muoverti in quel tipo di contesto, lo fai con naturalezza, ma per noi era davvero bizzarro e quindi l’abbiamo vissuto come una cosa speciale e irripetibile. Il difficile ora sarà tornare a suonare in location più piccole. Non è un vero problema, io amo suonare, sia nei locali piccoli che negli stadi, ma è indubbio che quel tipo di esperienza rappresenti la soddisfazione più grande, lo scalino più alto. Ti dico la verità: dopo la data di Torino, ero così felice del concerto e di tutto il tour che ho pensato seriamente di smettere. Tra me e me dicevo: «Può anche finire qui, in questo momento». È durato poco, qualche ora soltanto, però è stato un pensiero che mi ha attraversato il cervello. Poi mi sono venuti in mente tutti quegli artisti che hanno una carriera longeva e che riescono a restare al top per molti anni e quindi mi sono focalizzato su altro. Si dice sempre che bisogna essere in grado di capire quando è ora di lasciare il party. Ecco, spero di riuscire a farlo anche io. Veniamo a Guerrieri, il programma che stai presentando. Come sei finito a

fare televisione? La risposta è veramente semplice: come spesso succede in questi casi, qualcuno mi ha coinvolto e mi ha chiamato pensando che fossi la persona giusta. Per fortuna, aggiungo io, visto che mai mi sarebbe venuto in mente di propormi per un programma del genere. Ammetto che mi piacerebbe anche solo una particina in un film di azione, sono un grande appassionato di cinema, ma non ho mai pensato di fare televisione. In realtà, più che un presentatore classi«Alla fine del tour con Lorenzo ero così felice che ho pensato di smettere. Mi dicevo “può anche finire qui, in questo momento”»

co, sono un narratore. La cosa buffa è che, per farlo, ho sostenuto un provino, proprio come dovrebbe fare un esordiente e, anche grazie al fatto che spesso mi è capitato di suonare in tv, di stare davanti a una telecamera, mi sono sentito subito a mio agio. Dopo qualche settimana mi hanno richiamato per dirmi che il provino era andato bene e quindi sono partito con questa nuova avventura. Vuoi spiegarci in breve di cosa si tratta? Per sintetizzare il tutto con una frase, potremmo dire che Guerrieri si propone di raccontare l’Italia e gli Italiani, almeno una piccola parte, attraverso storie fuori dal comune di gente che non si arrende e non cede davanti alle difficoltà. Si va da cose più “leggere” come Amir, un rapper romano di origini egiziane e della sua voglia di farcela a dispetto dei pregiudizi razziali nei suoi confronti, a Laura Rampini, che è la prima paracadutista paraplegica al mondo, una donna con una forza mentale incredibile, la stessa che usa per aiutare e assistere altre persone nella sua situazione. Capisci che, da uomini e donne di questo tipo, c’è da imparare una grande lezione di vita: non sempre partire svantaggiati è un handicap, se si possiede la volontà di perseguire i propri sogni. Qual è il prossimo sogno di Saturnino? Continuare a fare musica, come sempre. Sto lavorando su commissione a un progetto top secret e le prime cose che ho fatto sentire sono piaciute molto. Incrocio le dita!


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FACE TO FACE

LEONARDO PIERACCIONI

Il comico toscano dirige e interpreta il suo 11° film. E per la prima volta inserisce una canzone da lui scritta e cantata per la figlia di 3 anni di Antonio Bracco

U

n fantastico via vai, dal 12 dicembre in sala, è la storia di un uomo cacciato di casa dalla moglie che trova una stanza in un appartamento condiviso da studenti universitari. Da dove arriva lo spunto di questa storia? Arriva dai tanti incontri che ho fatto nelle università a chiacchierare di cinema. Ventenni che partecipavano ridendo alla “lezione”, un grande feeling. Poi, finito l’incontro, io sarei anche andato volentieri a cena con loro per continuare a divertirmi e loro invece mi davano tutti rigorosamente del “lei” perché coetaneo dei loro genitori.

Che idea ti sei fatto del mondo studentesco di oggi? Gli studenti di oggi sono gli studenti di ieri, conta l’età non il periodo storico. Intorno ai vent’anni qualsiasi cosa tu faccia hai un entusiasmo scellerato che piano piano prende coscienza della situazione e magari si stempera non dico in pessimismo ma perde un po’ di slancio, di energia. Il mio personaggio andando a vivere con questi quattro studenti ritrova appunto questa bella incoscienza, questo pensare che la vita deve andare bene… se non lo pensi a 20 anni, quando lo pensi? Tu sei stato uno studente da prima fila o da ultimo banco? Ero addirittura dietro l’ultimo banco, dove si appendevano i cappotti. A volte ci appoggiavo anche la testa e ci dormivo su quei cappotti. Il migliore, sotto questo punto di vista, era il loden perché il piumino diventava freddo una volta appeso. Ti senti cambiato da quando nel 2010 sei diventato padre di Martina? Dopo la nascita della mia figliola mi arrabbio molto meno. Non che lo facessi di frequente prima a dire la verità, ma Martina ha spostato tutte le priorità e le gioie. Ora è un fatto di prospettive, tutte intorno ai 90 centimetri che è la sua altezza.

Forse non tutti sanno che sei anche un cantautore... Mi diverto come un pazzo a scrivere canzoni. Alcune sono anche apprezzate su YouTube, altre le canto da solo in camera con la chitarra a voce bassa per non farmi sentire da nessuno. In Un fantastico via vai per la prima volta ne ho messa una, nei titoli di coda, s’intitola La risata di mia figlia. L’ho scritta in dieci minuti ed è una piccola lista di quello che rappresenta quell’eccezionale esplosione di gioia che è sentire la risata di una figlia. La musica invece l’ha scritta Beppe Dati che di esperienza nel settore ne ha tanta. «Mi diverto come un pazzo a scrivere canzoni. Alcune sono anche apprezzate su YouTube, altre le canto da solo in camera a voce bassa per non farmi sentire» Quanto è importante la musica per te, non solo in un film? Ascolto al 99% musica italiana e, più o meno, gli stessi autori da trentacinque anni. Quando passano in tv certi pischelli americani e davanti a loro hanno uno stadio con 40mila fan urlanti io spessissimo mi chiedo “ma chi è questo? È famoso?”. Anche il mio babbo me lo chiedeva quando guardavo i Duran Duran o gli Spandau Ballet alla televisione. E io a vent’anni pensavo “ma com’è vecchio! Come fa a non conoscerli?”. Ho sentito dire che hai cantato in coppia con Carlo Conti, è vero? Con Carlo Conti ci restava solo di aver venduto frutta e verdura nei mercati e poi le avremmo fatte davvero tutte. Nel 1986 circa abbiamo fatto un album intitolato Animali di città, lo vendeva alla fine dei nostri spettacoli di piazza il nostro amico Massimo Romano. Lo avevamo ingaggiato perché è alto 1.92. Alzava il braccio con l’album in mano e tutti lo vedevano... ma nessuno lo comprava. Sei sempre un fan di Francesco Guccini? Io sto a Guccini come Fede sta a Berlusconi, e ho detto tutto. Non passa una settimana che io non me lo riascolti o non vada a vedere qualcosa di suo su internet. I cantautori importanti hanno sostituito i poeti di una volta.



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Onstage AWARDS 2013 GLI OSCAR DELLA MUSICA LIVE Dopo aver raccolto 50.000 voti e il gradimento di tutti artisti e pubblico - con le edizioni 2011 e 2012, tornano gli Onstage Awards. Che quest’anno, però, si concentrano sulla dimensione live, quella a noi più cara. Nelle prossime pagine trovate una guida per orientarvi (non vi preoccupate, è molto facile) e votare il meglio di quanto avete visto sui palchi nel 2013.

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come funziona

R

ispetto agli altri premi del settore musicale, gli Onstage Awards hanno un regolamento particolare. Perchè i premi vengono assegnati con un sistema “misto” che mette insieme i voti del pubblico e le preferenze della giuria. È molto più semplice di quanto possiate immaginare. Partiamo dall’inizio. Ci sono cinque categorie e dieci nomination per ogni categoria. Ogni persona può votare una sola volta per categoria - sul sito awards.onstageweb.com - e il suo voto vale 1. Le preferenze di ogni componente della giuria, invece, valgono il 5% dei voti complessivi di ogni categoria. Esempio: se il “Migliore Tour” riceve 1.000 voti, la preferenza di ognuno dei 5 giurati vale 50 (in caso si renda necessaria un’approssimazione, sarà sempre per eccesso). Questo perchè vogliamo evitare che i premi si trasformino in una gara a chi ha più fan in Rete. Si può votare dalle 12.00 di mercoledì 4 dicembre fino alle 24.00 di venerdì 24 gennaio 2014, mentre i vincitori saranno annunciati martedì 28 gennaio. L’andamento delle votazioni del pubblico è consultabile giorno per

giorno su questo stesso sito, ma per i risultati finali bisogna attendere il conteggio dei voti della giuria. Le nomination sono state curate dalla redazione di Onstage. Fino all’ultimo abbiamo pensato e ripensato a tutto quello che abbiamo visto quest’anno. Noi della redazione, con i nostri collaboratori e fotografi, abbiamo seguito oltre 250 concerti nel corso del 2013 e dunque abbiamo una visione piuttosto ampia della stagione live. Chiaramente le nostre scelte attireranno qualche critica, ma fa parte del gioco. Quel che è certo è che abbiamo cercato di rappresentare al meglio possibile l’universo pop, nel senso di popular. Qualcuno lo chiamerebbe mainstream. Un’ ultima cosa: abbiamo considerato concerti e tour fino al 31 novembre 2013. La giuria assegnerà anche il “Premio Speciale Onstage” ad un artista che si è particolarmente contraddistinto per la sua attività live nel 2013. Si tratta di un riconoscimento assegnato per meriti artistici, a prescindere dai numeri e dal gradimento del pubblico. Non vi resta che scoprire le categorie nelle pagine seguenti e poi votare!

awards.onstageweb.com

MY LIVE PLAYLIST

In collaborazione con

Se doveste fare una playlist con solo brani live, quali ci mettereste? Non solo potete rispondere alla domanda in modo concreto, ma sarete anche premiati se i brani inseriti ci piaceranno. Fate la vostra playlist di 10 canzoni RIGOROSAMENTE LIVE - su Deezer e inserite l’URL della playlist direttamente nello spazio apposito nel sito degli

Onstage Awards. La vostra selezione comparirà nella

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pagina e tutti potranno vederla, ascoltarla (soprattutto) e votarla. Perchè votarla? Perché ogni due settimane, a partire dal 4 dicembre, premieremo quella più apprezzata: l’autore vincerà un abbonamento Premium+ di 3 mesi a Deezer. Non solo, la playlist vincente sarà pubblicata nella homepage di Deezer e consigliata ai tantissimi utenti del sito di streaming musicale. Che aspettate?


STRAORDINARIO 2013. Chiunque abbiate intenzione di votare agli Onstage Awards, la stagione ci ha regalato grandi soddisfazioni quanto a concerti. Abbiamo assistito a spettacoli bellissimi, come quelli che vedete negli scatti qui sopra e sotto (Roger Waters allo Stadio Olimpico di Roma, foto di Roberto Panucci, e i Muse all’Olimpico di Torino, foto di Francesco Prandoni).

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categorie e

nomination MIGLIORE ARTISTA Bon Jovi Bruce Springsteen Cesare Cremonini Depeche Mode Jovanotti Muse Negramaro Negrita Robbie Williams Vasco Rossi

MIGLIORE TOUR Eros Ramazzotti Noi World Tour Jovanotti Backup Tour Litfiba Trilogia Tour 1983-1989 Marco Mengoni L’essenziale Tour Max Pezzali Max 20 Live Tour Modà Gioia Tour Negramaro Una storia semplice Tour Negrita Teatri Tour 2013 Vasco Rossi Live Kom 013 Zucchero La Sesion Cubana World Tour 32 onstage dic−gen


MIGLIORE CONCERTO INDOOR Arctic Monkeys Milano, 13 novembre 2013 Beyoncè Milano, 18 maggio 2013 Green Day Bologna, 6 giugno 2013 Mumford&Sons Firenze, 15 marzo 2013 Nickelback Milano, 29 ottobre 2013 Nine Inch Nails Milano, 28 agosto 2013 Peter Gabriel Milano, 7 ottobre 2013 Placebo Bologna, 23 novembre 2013 Queens of the stone age Milano, 3 novembre 2013 Sigur Rós Milano, 19 febbraio 2013

MIGLIORE CONCERTO OUTDOOR Battiato + Antony Verona, 2 settembre 2013 Bon Jovi Milano, 29 giugno 2013 Bruce Springsteen Milano, 3 giugno 2013 Cesare Cremonini Verona, 22 luglio 2013 Depeche Mode Milano, 18 luglio 2013 Ligabue Verona, 16 settembre 2013 Muse Roma, 6 luglio 2013 Paul McCartney Verona, 25 giugno 2013 Robbie Williams Milano, 31 luglio 2013 Roger Waters Roma, 28 luglio 2013

MIGLIORE PALCO Bon Jovi Because We Can - The Tour Jovanotti Backup Tour Kiss Monster Tour 2013 Muse Summer Stadium Tour Negramaro Una storia semplice Tour Robbie Williams Take The Crown Tour Roger Waters The Wall Tour Sigur Rós Tour 2013 Vasco Rossi Live Kom 013 Zucchero La Sesion Cubana World Tour onstage dic−gen 33


GIURIA Voi direte, “a che serve una giuria se votano migliaia di persone”? Eccome se serve. Intanto, assegna il Premio Speciale Onstage a un artista che si è distinto per la sua attività live nel 2013. E poi, come scritto nel regolamento, ogni voto espresso dai giurati pesa il 5% dei voti totali. Cioè, per ogni 1.000 voti, la preferenza di ogni componente della giuria vale 50. Immaginate questo “peso” su numeri più ampi e capirete perchè la giuria è così importante. E proprio per questo abbiamo scelto persone estramente competenti, come potete vedere. E, sempre per questo, vogliamo che uno dei giurati sia scelto tra i nostri lettori, e quindi tra il pubblico dei concerti - di seguito vi spieghiamo come fare.

ANDREA SPINELLI Giornalista, scrittore e critico musicale. Ha lavorato per molte testate, tra cui Quotidiano Nazionale, Avvenire, Il Mattino, Il Messaggero, Eco di Bergamo, Gazzetta di Parma, La Sicilia, Il Piccolo, Gazzetta del Mezzogiorno, Messaggero Veneto, Corriere dell’Umbria, Panorama, Tutto, Oggi. Autore di saggi e di reportage, ha recensito oltre duemila (!!) concerti.

BOOSTA Boosta, al secolo Davide Di Leo, è un compositore, autore, scrittore, produttore, DJ e musicista fondatore dei Subsonica. La band piemontese nasce nel 1996 e pubblica nel corso degli anni successivi sei album in studio e tre dischi dal vivo, imponendosi come nome di primo piano sulla scena nazionale alternative ed elettrorock. E’ apprezzato DJ di fama internazionale nonché conduttore radiofonico e televisivo.

DANIELE SALOMONE Milanese di nascita, classe ’79. Un paio d’anni dopo aver cominciato a scrivere, vede nascere Onstage Magazine - siamo nella primavera del 2007 - di cui diventa Direttore nel gennaio successivo. Ha curato una mostra per la Triennale di Milano (Woodstock - The After Party, giugno-settembre 2009) e le edizioni 2011 e 2012 del libro fotografico Onstage Livebook.

FEDERICO RUSSO Fiorentino classe 1980, Federico è dal 2007 una delle voci, e dei volti, della grande famiglia di Radio Deejay. Quest’anno conduce Via Massena con Vic e Marisa Passera, ma il suo esordio in radio risale al 2001 su Radio Sieve. Si adopera anche con la penna (o meglio con la tastiera): ha scritto un libro nel 2011, Ci si mette una vita, e, dulcis in fundo, ha collaborato pure per Onstage!

WE WANT YOU! Ebbene sì, il quinto giurato degli Onstage Awards 2013 puoi essere tu. Come? È semplice. Vogliamo sapere cosa hai fatto di davvero straordinario, folle, irripetibile per andare ad un concerto. Hai due possibilità: puoi scriverlo su Twitter con l’hashtag #mylive, oppure mandarci una mail all’indirizzo redazione@onstageweb.com (ma anche in questo caso non avete molti caratteri a disposizione: 140 comprensivi di hashtag #mylive). Il tutto entro giovedì 19 dicembre. Il giorno dopo comunicheremo il vincitore. Che, oltre a diventare giurato degli Onstage Awards, vincerà anche dei premi che sveleremo strada facendo.

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Laura PAUSINI

WITH A LITTLE HELP from MY

friends Con la pubblicazione di 20 - The Greatest Hits si chiude idealmente un cerchio, quello che ha portato Laura Pausini dalla periferia dell’Impero al centro del mondo, grazie a canzoni dall’irresistibile appeal popolare. E, anche, a un manipolo di amici che hanno diviso il proprio talento con quello della cantante faentina. di Stefano Gilardino foto di Wayne Maser


Hair and make-up Marco Terzulli using Chanel by ganeshastyle.it Abiti di Giorgio Armani Orecchino Bicocchi


U

n’intervista con Laura Pausini non è una cosa da poco, se contate che la più famosa artista italiana è anche una delle donne più occupate del mondo, roba da far invidia a Madonna, Miley Cyrus e Michelle Obama. Difficile quindi intercettarla anche solo per pochi minuti e, così, a causa dei suoi continui spostamenti e impegni, ci siamo accordati per un corposo colloquio via mail. L’occasione ghiotta è doppia: un greatest hits che raccoglie inediti, successi e pezzi che, magari, erano sfuggiti all’attenzione generale, e il tour mondiale che parte a dicembre proprio dall’Italia, prima di spostarsi - nel 2014 - nel resto del globo. Laura, come sempre, non ha lasciato nulla al caso, dimostrando come l’attenta pianificazione sia una delle armi segrete per la dominazione mondiale. Se non ci credete, basta dare un’occhiata, anche veloce e distratta, ai numeri impressionanti della cantante romagnola, capace di monopolizzare non solo il mercato italiano, ma pure quello decisamente più corposo dell’America Latina, dove è considerata una delle regine indiscusse della musica pop. Una macchina da successi inarrestabile, lontana anni luce da quell’idea d’Italia che vuole le nostre stelle da esportazione attente solo ai cachet pagati dagli oligarchi russi per reunion posticce. Qui siamo ai livelli delle stelle della musica mondiale, con decine di milioni di dischi venduti e Grammy in bella mostra nel salotto di casa. Ecco perchè scambiare qualche mail con la Pausini sia un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Oltre alle domande istituzionali, m’interessava parlare con lei di un tema ben preciso, quello dei duetti. Una consuetudine allo scambio che accompagna la carriera di Laura, capace di adattare la propria voce e la propria presenza a quella di altri big della musica, più o meno lontani da un mondo fatto a sua immagine e somiglianza. Come spesso accade, anche nel tuo personale Greatest Hits ci sono degli inediti, tre per la precisione. Due di questi sono cofirmati da Virginio Simonelli, star di Amici e solista di buon successo. Parlami di questa collaborazione. Io ascolto tutte le canzoni che mi arrivano, a partire da quelle di amici di amici, fino a quelle di persone che non conosco e che mandano i pezzi al mio ufficio, alla mia casa discografica, ai miei produttori. Virginio, come molti altri, mi ha spedito quattro canzoni e, alla fine, ne ho scelte due perché in quelle m’identifico pienamente. Quando l’ho incontrato a casa mia a Roma, abbiamo prima parlato di noi, per conoscerci, e poi gli ho detto di come mi sentivo cantandole, chiedendogli, seduti al tavolo da pranzo, di rivedere alcune frasi che non mi convincevano.

«Amo cantare con chiunque possa insegnarmi qualcosa. I miei migliori duetti, grazie ai quali ho scoperto qualcosa di nuovo a livello artistico, li ho realizzati con chi è musicalmente opposto a me»

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Hair and make-up Marco Terzulli using Chanel by ganeshastyle.it Abiti di Giorgio Armani_Cappello Borsalino_Gemelli Swarovski Anello Reminescence


Il primo singolo, scritto con lui, ospita Kylie Minogue, grandissimo esempio di popstar mondiale, ma anche simbolo di “female empowerment”. So che vi siete incontrate per inciderla. Amo cantare con chiunque possa insegnarmi qualcosa. Normalmente i miei migliori duetti, grazie ai quali ho scoperto qualcosa di nuovo a livello artistico, li ho realizzati con chi è musicalmente opposto a me. È stato bello capire cosa ci potesse unire nella diversità. Nel caso di Kylie, l’ho voluta fortemente al mio fianco e mi ha dimostrato la sua dolcezza e la sua purezza, concetti che riflettono il significato della canzone: mostriamoci per come siamo, limpidi su tutto, senza paura. Se non te, altro inedito, racconta la storia d’amore dei tuoi genitori, che hai convolto anche nel videoclip. È stato difficile parlare di una cosa così intima e personale? È stato facilissimo e molto emozionante. Da sempre non riesco a scrivere di altro argomento che non sia la mia vita e, per fortuna, ho anche persone di grande talento che mi aiutano: in questo caso Niccolò Agliardi mi ha aiutata a migliorare il pezzo con la sua poesia, tirando fuori il significato più importante di questa canzone. Veniamo dunque ai duetti: intanto m’incuriosisce la loro genesi. Come funziona, nel tuo caso? Fai una lista di chi ti piacerebbe ospitare oppure un brano in particolare ti fa venire in mente una voce e un artista ben precisi? Prima di tutto faccio una lista dei brani: seleziono quelli che mi suggeriscono qualcosa di nuovo e scrivo appunti su una loro possibile evoluzione. A volte sono idee di arrangiamento, in altri casi si tratta di nomi di cantanti, le cui voci vorrei incrociassero la mia. Quest’anno è andata cosi. Tutti quelli che ho invitato hanno accettato, l’unica che mi ha chiesto di rimandare è stata Celine Dion, spiegandomi che il suo nuovo album d’inediti sarebbe uscito nel mio stesso periodo. Rimane un sogno, con lei avrei voluto interpretare It’s Not Goodbye, versione inglese di In assenza di te. Speriamo davvero di recuperare in futuro. So che uno dei tuoi duetti preferiti è quello con Marc Anthony. Quella canzone è rinata raccontando ciò che ho ascoltato e dove ho vissuto per moltissimo del mio tempo in questi ultimi 20 anni. Non sono una cantante di salsa, ma amo tantissimo la cultura e la musica

latine, scorrono nelle mie vene e riempiono le mie orecchie. Collaborare con lui, anche a livello di arrangiamento, è un regalo enorme. Marc è il re della salsa: quest’anno ha pubblicato un disco che è stato giudicato come il successo dell’anno in lingua spagnola negli Stati Uniti. Sono felicissima per lui!

«Parto dai brani che mi suggeriscono qualcosa di nuovo e scrivo appunti su una loro possibile evoluzione. A volte sono idee di arrangiamento, in altri casi si tratta di nomi di cantanti, le cui voci vorrei incrociassero la mia» Si potrebbe fare quasi lo stesso discorso per il duetto con Alejandro Sanz, no? Hai ragione, anche questo è uno dei più belli di tutta la mia carriera! Alejandro è un cantautore molto stimato in Spagna, ma anche in Nord e Sudamerica, ha un talento unico nel comporre, eppure ha accettato di cantare una mia canzone storica: un onore, anche in questo caso. Credo si senta che gli è piaciuto riproporre questo brano con me e, quando ho la percezione che gli artisti con cui duetto lo facciano con amore, mi viene la pelle d’oca… Oltre alla tua anima latina, come la chiamerebbe Battisti, spesso soddisfi il bisogno di provare cose un po’ differenti. I pezzi con Michael Bublè o quello con James Blunt, per esempio, come sono nati e come li senti? Quando Michael mi ha chiamata, sono volata subito in California, non vedevo l’ora di cantare con lui! Il suo carisma e la sua personale e unica interpretazione dei classici dello swing sono davvero invidiabili. Ho amato questo duetto e lo ascolto spesso, perché stare al suo fianco mi ha fatta sentire orgogliosa di come sono riuscita a trovare nuove sonorità nella mia voce senza studiarle prima. James Blunt invece l’ho cercato io: canterei tutte le canzoni che scrive, sono una sua

Around the World Parte dall’Italia il tour mondiale di Laura Pausini. Si comincia da Roma (l’8, 9, 11 e 13 dicembre al PalaLottomatica) per poi spostarsi a Milano (Mediolanum Forum di Assago, 16, 18, 19, 21 e 22 dicembre con lo speciale Family Christmas Show alle ore 17.00). Nel 2014 la cantante sarà impegnata a partire da febbraio; prima in Europa, con date previste a Parigi, Bruxelles, Ginevra, Zurigo e Madrid, quindi anche in America Latina, dove sarà in concerto a San Paolo, Buenos Aires, Viña del Mar, Santiago del Cile e Città del Messico, e Stati Uniti. A marzo infine altri tre show in Nord America, a Miami, New York (al Madison Square Garden, tempio della musica) e Toronto. The Greatest Hits World Tour 2013/14 è la settima tournée mondiale per Laura: la prima si svolse nel 1997, quando la cantante di Faenza s’impegnò in 54 concerti per presentare Le cose che vivi. Gli altri tour si sono svolti nel 1999 (26 show complessivi successivi alla pubblicazione di La mia risposta), nel 2001/02 (50 spettacoli dopo l’uscita del Best Of - E ritorno da te), nel 2005 (58 eventi per promuovere Resta in ascolto), nel 2009 (ben 87 live per supportare l’album Primavera in anticipo) e nel 2011/12, con 75 apparizioni per il disco Inedito. J.C.

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grandissima fan. Gli ho mandato la mia Primavera in anticipo e per un bel po’ di tempo non ho ricevuto risposta. Poi un giorno, d’improvviso, abbiamo ricevuto la sua chiamata: «Registro dopodomani, posso cantare qualche frase anche in italiano?». James è una persona speciale, è molto simpatico, ma nello stesso tempo profondo. Averlo al mio fianco è stato un vero regalo. Non voglio fare l’elenco del telefono, ma all’appello mancano ancora, tra gli altri, Miguel Bosè, Ray Charles, Andrea Bocelli e Ennio Morricone. Mica male direi. Vero? Lo credo anche io! Miguel è il mio Papito, come il titolo del suo disco in cui canto Te Amarè. Volevo farne un altro, in verità, ma è stato proprio lui a spiegarmi il significato di quel brano e a insistere che lo interpretassi io. Per quanto riguarda gli altri, posso raccontarti che la moglie di Ray Charles mi fece chiamare dal nostro comune amico produttore Phil Ramone, per chiedermi di registrare con lui. Pensavo avesse sbagliato numero… Io e Andrea, invece, abbiamo iniziato nello stesso modo, con lo stesso principio. Volevamo fare i musicisti, i cantanti, non diventare delle celebrità. Abbiamo fatto entrambi molti anni di piano bar e questo ci aiuterà sempre a ricordare che, anche se il nostro sogno è diventato più grande di ogni aspettativa, noi siamo partiti da lì e lì rimarremo, con la testa e il cuore: per la musica, che è la cosa più importante, e non per la fama. Di Morricone, cosa vuoi che dica? È un genio assoluto, lo amo e non riuscirò mai a ringraziarlo abbastanza. È la prima volta che lavora su un pezzo pop non scritto o arrangiato in precedenza da lui stesso. Un regalo enorme, anche perché è talmente bello come strumentale che andrebbe tolta la mia voce. Ti è mai successo che qualcuno/a non accettasse una tua proposta di collaborazione? Sì molte volte, come altrettante ho dovuto farlo io. Ad esempio quest'anno ho ricevuto richieste da molti artisti, come Luca Carboni, Fiorella Mannoia e Max Pezzali, ma non potevo accettare altre

collaborazioni oltre ai duetti che avevo appena registrato. Questo non significa che non voglio collaborare con loro, anzi, spero ci possa essere un’altra occasione, perché sono tutti artisti che rispetto molto. Infine, per quanto riguarda gli ospiti speciali, c’è tua figlia Paola, la quale potrà dire di aver partecipato a un disco in tenerissima età, esattamente come la Laura Pausini che, a due anni, canta Ramaya in apertura di disco. Dice semplicemente “mamma”, ma è la parola che più di tutte volevo sentirmi dire. La registrazione di Ramaya di Afric Simone, infine, era

«È uno dei tour più belli della mia carriera, che punta tutto sull’eleganza e la qualità, ma non mancherà qualche effetto speciale. Noi italiani possiamo e sappiamo fare degli spettacoli di altissimo livello» il mio modo di far sapere a tutti il caratterino di Laura Pausini in tenerissima età. Non è cambiato poi molto, direi… Chiudiamo sul tour. Immagino che il concerto sarà un vero e proprio greatest hits in linea con il disco. Per come la vedo io è uno dei tour più belli della mia carriera. C’è tantissima musica, con 25 musicisti sul palco: ho puntato tutto sull’eleganza e la qualità ma non ci faremo mancare qualche effetto speciale. Noi italiani possiamo e sappiamo fare degli spettacoli di altissimo livello, dimostrando che l'eleganza vince sempre. Io ce la metterò tutta, canterò solo i miei più grandi successi, per 2 ore e mezza. Sarà molto impegnativo dal punto di vista vocale, ma per questo ancora più entusiasmante. l

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LOVES Il crooner italo-canadese torna in Italia a gennaio sulla scia del suo ultimo album To Be Loved. Un disco che ruota intorno all’amore, tema che Buble affronta spesso e volentieri. Anche perché non è certo immune alle passioni. Travolgenti, tenere o proibite, ecco quali sono le sue. di Massimo Longoni


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orna in Italia Michael Bublè. Due date al Forum di Assago, il 27 e 28 gennaio, sold out da tempo. Un tour intitolato To Be Loved, come l’ultimo album, etichetta perfetta per il cantante italo-canadese che ha fatto del romanticismo un marchio di fabbrica. Milioni di persone hanno sognato e si sono innamorate al suono delle sue canzoni, cullate dalla voce calda, perfetta come colonna sonora di un appuntamento galante. Ma se per lui l’amore è un ingrediente così importante, quali sono i suoi, di amori? Quali le passioni di una vita? Le più importanti sono sette.

FRANK SINATRA

Impossibile non partire da lui: il crooner per eccellenza, che per Bublè rappresenta un modello e un punto di riferimento. Se Michael è riuscito a diventare celebre rispolverando un genere e un modo di cantare che, almeno da noi, sembravano passati di moda, è stato anche grazie alle reinterpretazioni di standard classici portati al successo da The Voice: Fly Me To The Moon, Come Fly With Me, I Got You Under My Skin. Un confronto che per qualcuno è impossibile, ma che, affrontato con coraggio, gli ha portato fortuna. Ancora oggi: anche nell’ultimo album ha infatti attinto dal repertorio di Frank, con due classici come You Make Me Feel So Young e Come Dance With Me.

Quest’ultima ha raccontato che Bublè aveva incontri regolari con lei proprio mentre era insieme alla Blunt e che le avrebbe anche chiesto di partecipare a incontri a tre. Senza contare il fatto che avrebbe passato il tempo a decantare la bellezza e perfezione dei propri attributi genitali. A questo si aggiungono le foto uscite negli scorsi mesi di un Michael giovanissimo, ai tempi del college, impegnato con alcuni amici in un party dai toni decisamente hard. Peccati di gioventù, oggi ha messo la testa a posto. O no?

NOAH Come partner potrebbe anche essere considerato incostante e inaffidabile. Ma quando c'è di mezzo il figlio è tutta un'altra cosa. Per Noah, nato il 27 agosto, il crooner rubacuori si è trasformato in un formidabile interprete di ninna nanne («Canto per lui giorno e notte, appena lo faccio smette di piangere»), e sempre per lui si è mostrato ai fan non impomatato e fasciato da un vestito classico ma rubizzo e stravolto dalla gioia, con indosso una cuffia da sala parto subito dopo la nascita. Peccato che il ruolo della popstar a volte cozzi con quello di padre affettuoso e presente. E così, soprattutto in questo periodo di tour, Michael si trova a dover dare la buonanotte a suo figlio via Web. «La nuova tecnologia è una meraviglia. Skype, Facetime e altre cose simili ci permettono di essere sempre connessi. Riuscire almeno a guardarlo prima di andare a letto mi fa sentire in qualche modo vicino a lui».

DUETTI Mettersi a confronto con un altro artista per Michael è molto stimolante. Non è un caso che nei suoi album non manchino mai i duetti. Realizzati con cantanti a lui affini oppure con altri provenienti da mondi musicali lontani. L’ultimo in ordine di tempo? Il brano After All cantato in coppia con un rocker di razza come Bryan Adams. Sempre in tempi recenti Michael si è misurato anche con Robbie Williams, nell'album Swings Both Ways della popstar inglese. Nel passato ha chiamato accanto a sé la regina del doo-wop Sharon Jones e la stella country Shania Twain. Senza trascurare fenomeni del pop contemporaneo come Nelly Furtado o i Boyz To Men. Ha trovato modo anche di duettare con Laura Pausini, in You’ll Never Find Another Love Like Mine, durante un concerto dal vivo immortalato nell’album Caught In The Act.

LUISANA La donna della sua vita. Micheal e la splendida modella argentina si sono conosciuti nel 2009 e hanno ufficializzato il rapporto alla fine di quell’anno. Per lei ha scritto la canzone Haven’t Met You Yet, primo singolo dall’album Crazy Love, un inno dedicato “al sogno di chiunque di trovare una relazione stabile e un amore”. Un vero colpo di fulmine, che due anni più tardi li ha portati alle nozze. Anzi... alle triple nozze: prima un rito civile, poi una cerimonia religiosa a Buenos Aires in una fattoria con lago e giardini infiniti, infine nuova replica a Vancouver 15 giorni più tardi, per accontentare gli amici del cantante. Un amore grande, anche se Michael ha onestamente ammesso le difficoltà del matrimonio: «Non è esattamente come me l’ero immaginato. Tutti mi avevano detto sarebbe stato un grande cambiamento ma è stato... veramente surreale».

SESSO Ok, Luisiana è oggi la luce dei suoi occhi e la madre di suo figlio... Ma c’è stato un momento in cui Michael amava saltare da un letto all’altro con molto divertimento suo e delle sue fiamme. Chiedere referenze alle ex, come l’attrice Emily Blunt e la modella Tiffany Bromley. 44 onstage dic−gen

«Il matrimonio non è esattamente come me l’ero immaginato. Tutti mi avevano detto sarebbe stato un grande cambiamento ma è stato... veramente surreale»

MARIJUANA Bravo ragazzo, dalla faccia pulita e dai comportamenti irreprensibili. Questa è l’immagine che è stata data di Bublè soprattutto nei primi anni. In realtà lui si è sempre sentito a disagio in questo santino e, appena possibile, ha fatto di tutto per mostrare al mondo il suo volto più rock. Come quando ha dichiarato a People di non aver mai scritto una canzone senza prima aver fumato un po' di marijuana. «Sono cresciuto a Vancouver, dove puoi trovare la migliore erba del mondo. Puoi comprarla tranquillamente per strada e così ho fatto. Non ho mai visto nulla di male nel rilassarsi con una canna. Quando lavori in studio può essere molto utile».

HOCKEY Se il colore della passione è il rosso, Michael perde la testa per il blu, il verde e l’argento. Ovvero i colori dei Vancouver Canucks, la squadra di hockey su ghiaccio della quale è tifoso sin da quando era bambino. Per un canadese l’hockey è l’equivalente del calcio per un italiano e Bublè è molto più che un appassionato. Le prove? Nel 2008 ha comprato una parte di quote dei Vancouver Giants, una società giovanile. E, soprattutto, ovunque canti pretende, messo nero su bianco nel contratto di ingaggio, che gli venga regalato un disco da hockey con il logo della squadra locale. l


«Sono cresciuto a Vancouver, dove puoi trovare la migliore erba del mondo. Non ho mai visto nulla di male nel rilassarsi con una canna. Quando lavori in studio può essere molto utile»

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alessandra amoroso


IO CI SONO

Con i numeri dei suoi album ha smentito chi credeva non sarebbe durata più di qualche mese e il ritorno dal vivo, con le anteprime di Milano e Roma e poi il tour primaverile, è l’ulteriore conferma di questa tesi. Alessandra Amoroso è la dimostrazione vivente di come anche chi esce da un talent possa costruirsi una carriera di tutto rispetto. Chiacchierandone con lei abbiamo ritrovato la stessa semplicità di sempre, ma anche una grande consapevolezza. di Jacopo Casati foto di Gianmarco Chieregato

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ono passati quattro anni dalla vittoria ad Amici che la proiettò agli onori delle cronache. A fine 2009 Alessandra si ritrovava con un EP (Stupida) triplo platino, un album di inediti (Senza nuvole) che aveva passato quattro settimane primo in classifica, ospitate in televisione da Gianni Morandi su Rai Uno e un tour in partenza. Un impatto spaventoso quello della Amoroso nel music biz: successo immediato e la vita - di quella che è comunque rimasta una bella, esuberante e allegra ragazza della provincia di Lecce - che viene ribaltata come un calzino.
Ricordo chiaramente le sue prime conferenze, quando impacciata, imbarazzata e con l’evidente voglia di essere altrove, metteva insieme quattro parole a risposta, senza tuttavia riuscire a nascondere una simpatia travolgente. Quattro anni dopo Sandrina è cresciuta, ed è indiscutibilmente una delle migliori tra le nuove leve della musica leggera nazionale, con una milionata (quasi) di copie vendute tra singoli e album, cifra mostruosa nell’ormai celebre contrazione del mercato discografico. La ritrovo telefonicamente, immersa nelle prove per le due anteprime

(il 3 dicembre al Mediolanum Forum di Assago (Milano), e il al PalaLottomatica di Roma) di un tour più esteso che si svolgerà nella primavera del prossimo anno nei più importanti palazzetti italiani. Alessandra è quella di sempre, molto più consapevole delle sue capacità e del suo posto nel mondo. «Ma veramente questo lo dici tu, io in questo momento sto facendo le coccole al mio cane e vivo senza pensare a ciò che sta fuori dalla porta. In questo senso la mia testa è peggiorata rispetto agli anni scorsi (risate, ndr)!». Dai non scherzare, starai provando come una matta per le due date di Milano e Roma… Sì questo sì, mi sono venute le placche in gola tanto mi sto impegnando, mi hanno prescritto antibiotici e un po’ di riposo! Stiamo lavorando durissimo io e la mia band su nuovi arrangiamenti per preparare al meglio i prossimi concerti, spero che questa sia un’altra occasione importante di crescita per me e per loro. Sono fortunata ad avere dei musicisti simili che suonano insieme a me, mi hanno sempre aiutato e onstage dic−gen 47


BENEDETTA PRIMAVERA. Dopo le anteprime di dicembre, Alessandra sarà in tour dal 28 marzo al 19 aprile 2014. Il suo spettacolo passerà da Conegliano (TV), Padova, Milano, Torino, Bologna, Genova, Firenze, Roma, Bari, Acireale (CT) e Napoli.

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mi sono stati vicini.
 Stai sicuramente preparando qualcosa di speciale per le anteprime, vero? Magari un bel palco avveniristico e in linea con le produzioni moderne?
 Non posso dirti nulla, puoi solo immaginarlo, ma sono molto contenta di quel che stiamo preparando. A me piace sempre sorprendere e regalare emozioni al mio pubblico, anche dal punto di vista visivo oltre che musicale. Sarai leggermente in ansia vero?
 Chi io? Ma va, non sono mai in ansia io… Altroché! Sono terrorizzata all’idea di tornare al Forum e al PalaLottomatica!
 Ma finiscila, hai già fatto il pienone due anni fa…
 Ma infatti ero terrorizzata anche allora, ogni volta che facciamo i sopralluoghi mi dico sempre “qui non verrà nessuno e quest’impianto rimarrà vuoto”. Penso che questa mia preoccupazione perenne tuttavia sia anche un bene, nel senso che mi sprona a insistere e a lavorare per dare sempre il massimo e fare meglio ogni volta. Però devi essere sincera, ormai sei una stella della musica italiana, i dati di vendita lo dicono, le affluenze ai tuoi concerti idem, anche l’ultimo album Amore puro sta andando benissimo in classifica. Hai anche fatto una copertina da diva! Eccheccavolo per una volta che mi hanno truccato e vestito da strafiga, un po’ di autostima! (risate, ndr). Battute a parte, fino a qui sono stata molto fortunata, mi è sempre andato tutto bene. Sono felicissima di avere così tanta gente che mi apprezza e a cui arriva il mio messaggio. Nell’ultimo disco ho messo davvero tutta me stessa, è stato un lavoro 48 onstage dic−gen

lunghissimo che ha pagato e che mi ha fatto crescere parecchio da un punto di vista professionale. Sto cercando di mostrare ai miei fan che sono maturata, che ho affrontato sfide importanti da un punto di vista vocale e che mi sto mettendo alla prova con sonorità e stili differenti dal mio classico melodico.

«Diventare un personaggio pubblico è bello,

ma devi rapidamente imparare a convivere con le critiche, anche con quelle gratuite, che arrivano spesso con il preciso obiettivo di denigrarti»

Che però alla fine è il tuo marchio di fabbrica, quello che il tuo pubblico ama. Questo è vero, ma io non sono solo quella persona fragile ed emotiva che si emoziona con poco, sono anche una molto positiva, che si alza la mattina con la voglia di spaccare il mondo e affrontare con grinta ogni problema che mi si presenta davanti. Mi piace usare l’inglese per cantare, adoro il soul e poco a poco spero di riuscire a mostrare sempre di più al mio pubblico anche queste mie altre caratteristiche. A proposito, hai già pensato alla scaletta che proporrai?
 Bella domanda. Io non so come diavolo facciano Jovanotti, Tiziano Ferro o Giorgia a scegliere una ventina di pezzi per le loro setlist. Han-

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no fatto un sacco di album, io ne ho fatti solo quattro e proporrei tutte le mie canzoni ogni sera! Davvero è difficilissimo, hanno tutte un valore immenso per me. Ci stiamo ancora lavorando e spero di riuscire ad accontentare tutti quelli che verranno a vedermi, anche se non sarà facile.
 Hai nominato Jovanotti, è vero che il suo è stato il primo concerto a cui hai partecipato?
 Sì, era il 2005 mi pare, provai un’emozione immensa a vederlo e sentirlo, ha canzoni che vanno davvero a scavarti nel cuore, specialmente i lenti, che collego a tanti momenti importanti della mia vita. Ti dico anche che quando ebbi l’occasione di incontrarlo per la prima volta, rimasi inebetita davanti a lui, non riuscivo a spiaccicare una parola e mi misi a piangere come un’idiota! Fortunatamente la volta dopo ho rimediato… Anche lui, che era partito con brani come La mia moto, ha dovuto affrontare e superare diversi pregiudizi prima di essere accettato come autore di livello. Un po’ come chi viene da un talent show, no? A parte che La mia moto a me piace eccome (a chi lo dici, ndr), penso sia normale che chiunque intraprenda una carriera come cantante, trovando col tempo il favore del pubblico, prima o poi debba misurarsi con i pregiudizi. Diventare un personaggio pubblico è bellissimo per carità, ma devi rapidamente imparare a convivere con le critiche, anche con quelle gratuite, che arrivano spesso con il preciso obiettivo di denigrarti. Inizialmente le prendevo di petto e ci stavo male, col tempo ho capito che non ne valeva la pena e che dovevo fregarmene. Viva i talent show quindi?

«Non sopporto chi mi fa i complimenti in privato e poi in pubblico mi critica per mantenere una certa immagine. Sono tristi, non hanno nemmeno le palle di dire quello che pensano»

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Assolutamente, io ringrazierò sempre Maria De Filippi perché col suo talent ha permesso, e permette, a un sacco di gente di credere davvero nei propri sogni. E’ importante mantenere i piedi per terra e pensare che le cose possano pure andare male ovviamente, altrimenti rischi di andare fuori di testa. Per me la musica ci sarebbe stata comunque, a prescindere dalla vittoria ad Amici: canto da sempre, amo farlo ed è una parte fondamentale della mia vita. In quell’occasione ho avuto la fortuna di potermi esprimere in un programma televisivo e davanti a milioni di persone che mi guardavano, mi è andata bene ma mi sono impegnata moltissimo per farcela e per arrivare fino in fondo. Gestire tutto quello che arriva dopo, la popolarità e gli impegni che si accumulano, non è facile. Da fuori può sembrare una passeggiata, ma non lo è affatto.
 Molti secondo te giudicano quindi a priori parlando di qualcosa che non conoscono? Purtroppo sì. Io non sopporto ad esempio alcuni tuoi colleghi, ma pure i miei, che ti fanno i complimenti in privato e poi in pubblico ti criticano e ti attaccano per mantenere un’immagine che in realtà non è la loro. Mi fanno tristezza, perché non hanno nemmeno le palle di dire quello che pensano davvero di te e di quello che fai. Io sono sempre stata anche troppo schietta e sincera, quindi vado avanti per la mia strada, serena. Ok, adesso puoi ricominciare a preoccuparti per il Forum che sarà inevitabilmente vuoto il 3 dicembre. Mannaggia a te che me lo hai ricordato! l


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QUANTE FESTE, ALFONSO! Il primo tour di Levante ha un nome originale che prende spunto dal singolo che l’ha lanciata. Le feste di Alfonso sono cominciate a Torino a fine novembre e andranno avanti fino al 21 dicembre con il live di Ferrara. Tutte le date su onstageweb.com/concertilevante.


Levante

FATEMI LARGO! Passata l’estate, che ha visto il suo primo singolo Alfonso diventare un tormentone (involontario), Levante ha il difficile compito di scrollarsi di dosso l’etichetta di fenomeno passeggero, dimostrando il suo valore al pubblico. Anche spiazzandolo, perché la sua musica è tutto tranne che frivola e leggera come molti hanno pensato ascoltando il brano d’esordio. Come? Con un tour e un disco. E Sanremo… di Luca Garrò - foto di Marco Cremascoli e Alessandro Treves

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artiamo con il tema caldo degli ultimi giorni: Sanremo. Recentemente hai dichiarato di vederlo ancora come una vetrina importante, soprattutto per chi, come te, non arriva dalla tv. Nessun timore? No, perché sono assolutamente convinta che Sanremo abbia ancora molto senso per la musica italiana, soprattutto per i giovani che, come dicevi, non hanno altri canali per imporsi al grande pubblico. Se parliamo dei talent show, la prima cosa a saltare all’occhio è che questi ragazzi in pratica passano tre mesi a casa tua. Per una come me, invece, ormai restano solo vetrine come quella del Festival. Sul livello generale delle canzoni non è compito mio pronunciarmi, io posso prendermi responsabilità solo per quanto riguarda la mia musica (ride, ndr). In ogni caso, a fine ottobre abbiamo passato una settimana di full immersion per registrare il pezzo che abbiamo proposto, ora non resta che aspettare la risposta della giuria. Che poi il problema è che dai talent show possono pure uscire dei talenti, ma negli ultimi anni ci si è convinti che possano uscire solo da lì... Ma infatti non mi permetto assolutamente di giudicare chi vi partecipa, perché alla fine io sono proprio come loro, abbiamo esattamente lo stesso sogno. Se penso a una voce come quella di Mengoni mi vengono i brividi e magari senza X Factor, che per altro è quello che apprezzo

maggiormente, non sarebbe mai emerso. Il problema è che quando stringi la mano a un vincitore di X Factor, la stringi a una major e quando la stringi a una major la stringi a 30 persone: mi riesce difficile pensare che dietro a quel progetto ci sia il volere dell’artista. Per questo pubblicherò Manuale Distruzione con un’indipendente: ho scelto Inri perché sono interessati solo al lato musicale della questione e la pensano come me su tutte le altre sfaccettature di questa avventura. Be’ diciamo che in questo senso anche tu, forse tuo malgrado, hai già beneficiato in qualche modo della macchina mediatica che ha definito Alfonso tormentone estivo e, di fatto, ha contribuito a farlo diventare tale. Guarda, non sto a spiegarti i brividi del momento in cui ho letto che il Corriere della Sera ne parlava in quei termini! La cosa mi ha stupito non poco, proprio perché niente di questa operazione, né tanto meno quella canzone in particolare, era stata pensata in qualche modo a tavolino. Inizialmente la cosa mi ha infastidito un po’, ma ho capito in fretta che si trattava semplicemente di un’accezione giornalistica, che serve al cronista per inquadrare meglio la cosa di cui si sta parlando. Ecco, se volevi sapere se l’avessi presa come un’offesa, ti dico di no. E poi sarei ipocrita a dirlo, visto che è stata una spinta notevole per la mia musica, che mi ha permesso di poter suonare subito dal vivo davanti a platee importanti. onstage dic−gen 53


© Alessandro Treves

In effetti credo tu sia una delle poche artiste in circolazione a potersi permettere un tour da headliner senza aver ancora pubblicato un disco. Onestamente, hai già superato la paura di rimanere “quella di Alfonso”? Penso che quel rischio sia definitivamente scongiurato, o meglio ho superato la paura di poter rimanere vincolata ad una canzone e ad una stagione. Ti confesso però che, inizialmente, la paura di essere vista

« Sanremo ha molto senso per la musica italiana, soprattutto per i giovani che hanno pochi spazi, talent show a parte. Per una come me restano solo vetrine come il Festival»

come una nuova Valeria Rossi o qualcosa di simile mi è passata per la mente più volte, preoccupandomi. Io arrivo da un percorso particolare, dove ho detto no a chi mi voleva far diventare una pop star proprio per potermi occupare di ogni aspetto della mia musica, quindi l’idea di diventarlo mio malgrado mi terrorizzava e suonava come una beffa tremenda! Ma quando sai che dietro c’è un progetto diverso, lasci passare il momento sapendo che la cosa verrà fuori in ogni caso. Il fatto che tu abbia chiamato “Le Feste Di Alfonso” il tour che ti terrà occupata fino a dicembre dimostra che non hai più paura. 54 onstage dic−gen

Forse l’abbiamo voluto chiamare così anche per esorcizzare tutta la faccenda del tormentone. In realtà siamo molto eccitati all’idea della reazione della gente, perché si tratta di un’operazione forse inedita in ambito live nel nostro paese. Non credo che molti artisti siano andati in tour senza avere alle spalle almeno un disco, però visto che in realtà noi un disco ce l’abbiamo, ci siamo detti che poteva essere una cosa divertente da fare. Inoltre ci permetterà di testare i pezzi, per capire quali funzionano e quali no e allo stesso tempo per conoscere un po’ il pubblico. Proprio per queste particolarità abbiamo deciso di non chiamarlo tour, ma una sorta di festa itinerante, in cui il pubblico potrà interagire con noi come se si trovasse ad un party. Speriamo che nessuno durante la festa dica “che vita di merda!”. Me lo auguro vivamente (ride, ndr). Ma visto che ti ho appena detto che le date ci serviranno anche per capire il nostro pubblico, non potrei fare altro che accettarlo! Cercheremo di fare in modo che ciò non avvenga, grazie a sorprese continue, ospitate e alla nostra energia, aumentata dal fatto di essere tutti molto amici sul palco. Nel viaggio mi accompagnano i cantautori Bianco e Daniele Celona insieme a Federico Puttilli e Alessio Sanfilippo dei Nadar Solo, riuniti per dimostrare che “oltre Alfonso c’è di più” e ingannare insieme l’attesa dell’album d’esordio, che se partecipassi a Sanremo uscirebbe a febbraio, altrimenti a fine gennaio. Per l’occasione sarà realizzato un Ep a tiratura limitata: un piccolo ricordo di una serata diversa. Il nuovo singolo Memo, in rotazione da qualche settimana, conferma la tua innata vocazione alla malinconia. Tutto l’album ha subito l’influenza di questo stato d’animo?


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Mi hai scoperto. Diciamo che tutto il progetto nasce dalla malinconia e ne è completamente permeato. Sono una persona malinconica di natura e questo non può che riversarsi sulla mia musica, è inevita-

« Il tour si chiama Le Feste di Alfonso anche per esorcizzare la faccenda del tormentone. È un’operazione inedita nel nostro paese, visto che non ho ancora pubblicato il primo disco»

bile. Alla fine non ci vuole molto a capire che anche la stessa Alfonso abbia un testo profondamente malinconico e in cui chiunque può ritrovare se stesso. Se, in quel caso, la musica e quell’esclamazione sulla vita poteva sviare un po’ l’attenzione dal mood del testo, nel caso di Memo ci vuole molto meno a rendersene conto, così come in gran parte dell’album che verrà. Sono convinta che molte persone ci rimarranno male trovandosi di fronte a qualcosa di diverso da quello che attendevano. Quindi, in pratica, aspetti solo il momento in cui alcuni rimarranno delusi e ti abbandoneranno e altri, magari spinti dall’esibizione a Sanremo, si invaghiranno di te... Contraddittorio, ma

con un senso! In realtà non spero che qualcuno mi abbandoni, ci mancherebbe! Sanremo sarà anche nazional-popolare, ma non sono qui per dire cosa abbia dignità o cosa no. Sono solo convinta che in molti cambieranno idea su di me, magari apprezzandomi anche più di prima o dandomi una possibilità dopo avermi bollata come un fenomeno passeggero. È chiaro che preferisco che il pubblico capisca appieno la mia musica e non solo perché non ha altro da fare, ma sarei folle a fare delle distinzioni. Essere chiamata da Max Gazzè per aprire i suoi concerti è stata la prima conferma che in qualche modo il mio messaggio era passato e poteva superare la superficialità di un successo estivo, facendomi conoscere ad un pubblico già avvezzo a certe tematiche. Ora sta a me dimostrare di valere davvero qualcosa. E pensare che convivi con tutte queste pressioni senza che l’album sia ancora uscito. Ora di febbraio andrai fuori di testa! Non me lo dire, oltre a convivere con la malinconia da quando sono nata, mi porto sulle spalle il fatto di essere dei Gemelli, con ascendente Pesci, quindi dentro di me convivono un mucchio di persone in contrasto una con l’altra. Non puoi capire il livello di angoscia che mi porto dietro ogni giorno (ride, ndr). Chiudo con una considerazione un po’ sopra le righe. Cosa pensi se ti dico che Alfonso in qualche modo potrebbe essere una sorta di seguito indie di Tapparella di Elio e le Storie Tese? Che ne sono completamente lusingata!! l

« Sono convinta che in molti cambieranno idea su di me, magari apprezzandomi anche più di prima o dandomi una possibilità dopo avermi bollata come un fenomeno passeggero»

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SI AVVICINA IL NATALE E QUINDI IL tempo di indossare i capi più pesanti RIMASTI FINORA nell’armadio. ABBIAMO SELEZIONATO ABITI E ACCESSORI per ESSERE ANCORA PIù FASHION in uno dei momenti più bel-

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Il blog di Virginia Varinelli nasce nel settembre 2011, diventando subito un riferimento per gli appasionati di moda e gli addetti ai lavori. Quotidianamente il blog registra accessi da ogni luogo del mondo. Virginia è di Milano. Si è laureata in Economia nel 2009 e ha subito cominciato a lavorare. Da uno stage a Parigi presso Diane von Furstenberg è sbocciata la sua grande passione per la moda. Ha recentemente lanciato il suo brand Viridì, che in pochi mesi di vita ha già raccolto numerosi ammiratori. www.uglytruthofv.com

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li dell’anno. O PER TAGLIARE IL TRAGUARDO DELLA CORSA AI REGALI PIù CONTENTI E SODDISFATTI. ECCO QUALCHE SUGGERIMENTO PER VOI. A cura di Virginia Varinelli

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STYLE / ABBIGLIAMENTO

See by Chloè Stivaletto color nero di pelle con interno in montone e suola antiscivolo. Disponibili su Spartoo.it. 396 Euro

COLMAR Piumino monocolore con interno fantasia. Realizzato in collaborazione con Italia Independent. 395 Euro

River Island Pullover da uomo con fantasia tartan in lana misto cotone e scollo rotondo. 55 Euro

ASOS Cappellino lavorato a coste in maglia fine e leggera. Ideale per tenere al caldo i pensieri 9,59 Euro

Mcqueen GEMELLI Utili per aggiungere un tocco ribelle al vostro abbigliamento. Placcati in argento con occhi di cristallo. 140 Euro

Philip lim Borsa rossa con espansori zip e interno capiente e spazioso. Disponibile su www.netaporter.com . 610 Euro

H&M Abito in tessuto stampato broccato. Apertura sulla schiena con bottone nascosto dietro la nuca. 39,90 Euro

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DENTS Guanti in pelle traforata e cotone lavorato a maglia. Modello pratico ed elegante. 67 Euro

TIMBERLAND Scarponcini modello Hero in camoscio beige con inserti blu scuri e suola antiscivolo. 189 Euro


Church’s Sleepers ricamate con corone dorate e suole in cuoio. Comode e spiritose abbinate allo smoking. 265 Euro

HIPANEMA Modello ispirato a Jakie Ohh, qui in tonalità rossa. Disponibili in cinque varianti colore. 165 Euro

Saint laurent Dotate di un plateau nascosto e di una soletta imbottita per il massimo comfort. 475 Euro

Nasty Gall Pelliccia ecologica a pelo lungo con chiusure a vista. Il modello è impreziosito da inserti bicolore. 75 Euro

TOP SHOP Gonna a portafoglio assimmetrica con spacco frontale e motivi tartan nei toni del bianco e rosso. 44 Euro

l’oreal Ombretto color Infinity con pigmenti più forti per marcare ulteriormente lo sguardo. 9,90 Euro

LEVI’S Modello Slim Bootcut. Jeans a cinque tasche a vita alta color carta da zucchero. 100 Euro

LACOSTE Tricot girocollo in cotone bicolor con effetto jacquard. Disponibile in due varianti colore.130 Euro

OPI Smalto Opi Rosso laquer. Edizione rouge per Natale disponibile in cofanetto regalo. 15 Euro

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STYLE / PRODOTTI

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KAROTO - LUCKIES Per sbucciare le nostre tanto amate carote non servono più quegli strani attrezzi complicatissimi (avete presente?). Un temperino gigante ha preso il loro posto e non solo è pratico ma decisamente carino! 12 Euro

MR TROLL HOLDER - sooda-e La carta igienica è una di quelle cose che, forse per pudore, non viene spesso menzionata. A far cambiare la solfa ci ha pensato l’israeliano Eyal Sudai che addirittura l’ha resa protagonista del suo simpatico progetto. 23 Euro

Lightree - SLIDE Per alcuni è un piacere, per altri addobbare l’albero di Natale rasenta la tortura. Lightree è un abete luminoso alto un metro che va semplicemente attaccato alla presa della corrente senza altri impicci! 157 Euro

SUSHI MEMO BLOCK Negli ultimi anni la cucina giapponese è entrata di diritto nella top five delle cucine più amate da noi Italiani. Alcuni dicono che è quasi diventata una droga... guardando questi post-it per l’ufficio non è difficile crederci... 14 Euro

ginkgo umbrella La stagione delle piogge è ormai iniziata e avere un ombrello è d’obbligo. Ginkgo strizza l’occhio all’ambiente: il modello è completamente realizzato in plastica riciclabile al 100%. Idea regalo intelligente! 15 Euro

VESTITO HAND-SIZE - MUJI Pacchi, pacchetti e pacchettini. Durante il periodo natalizio le nostre case dovrebbero allargarsi per riuscire a contenere tutti i regali che abbiamo comprato. Hand-size può darci una mano riducendo al minimo gli ingombri. 19,95 Euro

AUGMENTY - DOORMAD Quando invitiamo amici a casa dobbiamo fornire sempre indicazioni sull’indirizzo, il civico, il piano dell’abitazione e via dicendo. Metà del lavoro oggi lo fa Augmenty, lo zerbino che avvisa gli ospiti di esser giunti a destinazione. 23 Euro

SET 4 PALLE PANTONE - SELETTI Per il Natale 2013 Pantone propone queste deliziose palline colorate. Le colorazioni disponibili è inutile dire che sono davvero numerose. Se volete un albero con decorazioni all’ultimo grido queste fanno di sicuro al caso vostro! 29 Euro

6 cup coaster Dicembre e gennaio sono i mesi con in assoluto la più alta concentrazione di cene organizzate! Alleggerite l’atmosfera assegnando ad ogni ospite il sottobicchiere più adatto a lui. Ps: i baffi evitate di offrirli alle donne! 15,90 Euro


WORDLESS WRAP è risaputo che scrivere bigliettini di auguri sia quasi più impegnativo che occuparsi di comprare i regali. Fatevi furbi! Wordless Wrap è una carta da pacchi sulla quale potrete evidenziare le lettere che corrispondono al messaggio che volete comunicare. è disponibile in più versioni in base alla festività da onorare o agli annunci da proclamare... Geniale! Disponibile su www.wordlessdesign.com. Prezzo variabile da 15 Euro per 5 fogli a 40 euro per 40 fogli.

cake divider - klipy “Chi taglia la torta?”solitamente a questa domanda segue un fuggi fuggi generale. Ma da oggi anche noi umani saremo in grado di tagliare delle fette di dimensioni ragionevoli. Grazie a voi, ci sarà una porzione per tutti! 11 Euro

PICKMASTER - SLUM Dove vadano a finire i plettri quando ne abbiamo bisogno rimane un mistero. Ma oggi possiamo agire d’astuzia e produrceli all’occorrenza. è il caso di dire:“un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”... 25 Euro

DUNK MUG - MOCHA è tempo di feste e dunque anche di un po’ di sano ozio. Dunk Mug sarà vostra alleata perchè vi permetterà di sorseggiare un buon caffè portandovi dietro i biscotti che preferite. Disponibile con impugnatura per destri e per mancini. 18 Euro

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WHAT’S NEW

MIGLIORA AD OGNI

ASCOLTO

Il 26 novembre 2013 è uscito il nuovo album di Ligabue, Mondovisione. Si tratta del decimo lavoro in studio per l’artista emiliano: non è certo i migliore inciso fin qui, ma è sicuramente un bel disco di Lodovico Baggi - foto di Chico de Luigi

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eggi Mondovisione e non può non venirti in mente la canzone che lo ha lanciato. Ma quando parte la prima traccia Il muro del suono sembra non siano quasi passati 20 anni da quel Ligabue. Il suono è graffiato e grintoso, con un leggero debito al rock impegnato di stampo americano, e solo il pianoforte tanto in risalto denota una cura degli arrangiamenti molto più matura (la stessa che tornerà in due intermezzi musicali a metà album). Che succede a Luciano da Correggio? Dopo un giro nel pop, è tornato ai suoi sogni di rock‘n’roll? O la sua anima è ormai (con)divisa tra i due generi? Compromessa, direbbero forse i fan della prima ora. Più moderna, le torme di ragazzine che hanno imparato a conoscerlo negli ultimi anni. Ligabue non sfornava un disco di inediti da tre anni e l’attesa intorno a questo suo decimo lavoro in studio era davvero tanta. E così le aspettative. Che non sono affatto deluse. Il primo singolo Il sale della terra, pur non

MONDOVISIONE Warner Music

essendo uno dei pezzi più riusciti del cantante, aveva dato l’impressione di una svolta sia nella musica sia nei testi del rocker. Basta ascoltare il disco per capire che non è così. Chi sperava in un ritorno alle origini ha di che gioire (Nati per vivere e Con la scusa del rock‘n’roll). Chi ha sempre amato le sue ballate ha musica per le proprie orecchie (Per sempre e Siamo chi siamo). Insomma Luciano pare aver pensato un po’ a tutti. E non mancano neppure i pezzi in quell’inconfondibile stile Liga, tanto criticato dai detrattori, ma tanto invidiato da tutti quelli che non sanno imitarlo (Il volume delle tue bugie e La neve se ne frega). Non sarà il suo miglior lavoro, ma è un buon disco. E, cosa non scontata, migliora ad ogni ascolto. Molti prima di sentire Mondovisione avranno pensato, mal interpretando dichiarazioni dello stesso Ligabue, a un disco politico (nel senso di politicizzato). In realtà di politico questo disco ha ben poco (e per fortuna), ma certamente un accenno di rabbia e in-

dignazione che denota un’intenzione sociale. C’è spazio anche per due belle canzoni personali: La terra trema, amore mio, dedicata alla sua Emilia dopo il terremoto del 2012, e Ciò che rimane di noi, uno dei brani più struggenti dell’intero repertorio del cantante. Quasi ogni pezzo avrà spazio sul palco, molti funzioneranno a dovere negli stadi e alcuni guadagneranno anche respiro. Quanti sono all’altezza del migliore Liga? Questione di gusti forse, ma anche se il livello è buono, non sembra esserci un pezzo che spicchi sugli altri. Di certo è chiaro quale sia la sola canzone non proprio riuscita. Tu sei lei è l’unico inciampo di Mondovisione e sorprende anche che sia stata scelta come secondo singolo (un po’ troppo commerciale nel voler strizzare l’occhio alle adolescenti). Ma l’album nel complesso è ben strutturato, equilibrato e saluta tutti con un bell’arrivederci malinconico ma sorridente che sarà anche un’ottima chiusura di scaletta nei live (Sono sempre i sogni a dare forma al mondo). onstage dic−gen 65


MUSICA

l di là di elogi e critiche, oltre il gusto personale che può portare ad amarla o odiarla, c’è una verità inconfutabile: Lady Gaga sa come mettere tutti con le spalle al muro. Il lancio di un suo nuovo disco provoca sconquasso a priori, ma lei non si accontenta e opta per un titolo che definire ambizioso è riduttivo; ruba un concetto indissolubilmente legato al suo idolo Andy Warhol e lo ribalta, creando una parola che fino ad oggi mancava nello sconfinato dizionario di Google. Con la Germanotta va così. Tutto le è concesso, e lei lo sa bene: è in gran parte attraverso la provocazione che ha costruito il suo personaggio. Benché i continui paragoni con Madonna comincino a stancare, sono tutt’altro che fuori luogo - almeno osservando la bravura nel catalizzare l’attenzione di media e fan. Inoltre, sarebbe inopportuno contestare il suo talento: Lady Gaga è capace di scrivere e di cantare, punto. E il perfetto equilibrio sonoro e stilistico di ARTPOP avvalorano la convinzione che la parabola della

LADY GAGA

© Fabio Lovino

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ARTPOP

(Interscope)

popstar sia ancora in fase ascendente. Quasi superfluo indugiare sui brani che rientrano nella categoria EDM: meglio arrendersi subito di fronte alla potenza sonora di Zedd (che plasma le ottime Aura e G.U.Y.) e delle varie Venus e Swine. Destano maggior interesse il synth-pop meno veloce e rumoroso della title-track e di Do What U Want (insieme a R. Kelly), il vincente approccio taglia-e-cuci con inserti funky di Sexxx Dreams e l’avventura in terra hip-hop Jewels N’ Drugs. Ma è verso la fine che si rimane di sasso: Dope è una ballad talmente teatrale e intensa che viene voglia di maledire quei synth che invece di arricchire disturbano. Un arrangiamento piano, voce e archi avrebbe offerto la possibilità di gustarsi una sorprendente e quasi inedita Lady Gaga “strip-

di Marco Rigamonti

ped to the bone”. Aspettando una versione totalmente acustica, è giusto dedicarle quegli applausi che - parole sue - le servono per vivere: le promesse intrinsecamente legate alla scelta di un titolo come ARTPOP sono state mantenute.

Micro-reviews Ásgeir In The Silence (One Little Indian / Audioglobe)

Record di vendite in Islanda con il debutto, il giovane cantautore approda in Europa con testi tradotti in inglese (da John Grant). Pop-folk aggraziato dalla terra del #grandefreddo

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Zen Circus Canzoni contro la natura (La Tempesta Dischi)

Il power trio più incazzato della Toscana questa volta unisce il solito spirito polemico con l’attitudine punk e qualche chitarrina mexico. Sempre #contro tutti, anche la natura.

Boston Life, Love & Hope (Frontiers Records)

Torna dopo 11 anni Tom Scholz, per la gioia dei rocker dal cuore tenero che ne hanno seguito le gesta o per chi ama smielate melodie e languide ballad. #SpudoratamenteRetrò

Giuda Let’s Do It Again (Damaged Goods/Fungo Records) Prendete glam-pop-rock sanguigno, aggiungete passione per il calcio, live in tutt’Europa e voglia di divertirsi. Il risultato è perfetto per una serata al pub o da #cantareallostadio


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ì, iniziamo con il ribadire per l’ennesima volta come quella di Giorgia sia una delle voci più belle nel panorama nazionale. E di come la sappia usare in maniera pressoché perfetta. Ma aggiungiamo che il problema che si è riscontrato spesso nel corso degli otto album della cantante, semmai, è stato trovare autori - e di conseguenza, canzoni - all’altezza delle sue capacità vocali. Nei 14 brani di Senza paura, secondo album con il produttore Michele Canova, il divario salta subito agli occhi. Quando Giorgia si affida ai giusti collaboratori non c’è storia: la traccia di apertura Non mi ami e anche il primo singolo Quando una stella muore si distinguono ed esaltano la bravura della cantante, che a sua volta le fa vivere grazie alle grandi capacità interpretative. Ma le vette più alte si toccano con i duetti con gli ospiti stranieri: in I Will Pray con Alicia Keys (un’altra splendida voce non sempre premiata dalle giuste composizioni) viene fuori tutta l’intensità delle migliori ballad,

C JAKE BUGG Shangri-La (Virgin EMI/Universal)

di Stefano Gilardino

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mentre Did I Lose You, con la giovane promessa inglese Olly Murs, è una fresca canzone pop dal respiro internazionale, che dimostra quanto Giorgia sappia essere credibile anche quando canta in inglese. Nel mentre ci imbattiamo in Perfetto e La mia stanza che ripropongono, accentuandole, quelle sonorità dance-furbette spesso premiate dalle radio, ed è spaesante approdare subito dopo a Oggi vendo tutto, canzone toccante scritta da un autore gigante come Ivano Fossati. Giorgia riesce a darne un’interpretazione personale e anche qui i risultati si vedono (e si sentono). Un paio di ballad azzeccate come L’amore si impara e Vedrai com’è sarebbero sufficienti per chiudere il disco o quasi, anche perché purtroppo non tutti i cinque brani ulteriori sono all’altezza: suonano un po’ troppo come riempitivi. Peccato, perché probabilmente il disco avrebbe tratto giovamento da una tracklist ridotta e meno dispersiva.

hi, come me, aveva avuto la fortuna di assistere allo showcase di Jake Bugg a Milano lo scorso anno si ricorderà bene il talento acerbo del cantautore di Nottingham. Nemmeno il tempo di domandarsi che fine avesse fatto, ed ecco questo Shangri-La, registrato in California nello studio di Rick Rubin - il titolo è un accorato omaggio -, il quale si è occupato della produzione, riconoscendo in Jake le stimmate del campione di razza. E così, abbandonato il lato più acustico e intimista, il giovanissimo chitarrista ha raccolto attorno a sé un quartetto (vale la pena di segnalare la presenza del veterano Pete Thomas degli Attractions e di Matt Sweeney, ex chitarrista di Zwan e Cat Power) e ha regalato la giusta elettricità a una dozzina di brani, finendo per assomigliare a un ottimo incrocio tra Johnny Cash, Joe Strummer e… Jake Bugg. I confini entro cui viaggiano le canzoni sono quelli di un classico rock’n’roll (con puntate rockabilly

el suo veloce volo è contemporaneamente l’album più e meno live che si possa immaginare. Registrato durante il concerto di Franco Battiato e Antony Hegarty all’Arena di Verona, il disco risulta talmente compiuto da far sembrare il lavoro di post produzione eccessivo, con il rischio di perdere quel tanto di imperfezione che distingue appunto un disco dal vivo da un lavoro in studio. In realtà nella serata del 2 settembre 2013 le cose sono andate davvero come si sentono, se non per un aspetto non secondario: la scaletta. Delle 34 canzoni cantate ne restano solamente 16, peraltro con un ordine diverso. Una scelta che rende l’album di fatto un best of dei due artisti più che un live vero e proprio. Lieve pecca che può capire solo chi quel concerto l’ha vissuto. E però dell’originale l’album mantiene tre aspetti che lo rendono unico: bellezza, emozione e intensità. Basta chiudere gli occhi e lasciarsi cullare dalle voci di Antony e Battiato

GIORGIA Senza Paura (Sony Music)

di Tommaso Cazzorla

come nei due brani d’apertura There’s A beast And We All Feed It e Slumville Sunrise), che si apre al folk e ad atmosfere più meditate, senza perdere mai in intensità e pathos. E, a ben vedere, l’unico vero segreto di Shangri-La (quello che vorremmo scoprire in tutti i dischi…) è l’incredibile capacità di scrittura di Bugg, la misura con cui infila piccoli gioielli uno dietro l’altro. Forse è ancora presto per poter gridare al miracolo, ma è indubbio che per scrivere Messed Up Kids, A Song About Love, All Your Reasons, Kitchen Table, Storm Passes Away e tutte le altre canzoni di questo album ci voglia una capacità fuori dal comune, la stessa che ci permette di accomunarlo ad alcuni giganti del passato senza troppo timore di esagerare coi complimenti. Per ora, e in attesi di sviluppi futuri, ci accontentiamo di Shangri-La. Ed è un gran bell’accontentarsi, datemi retta…

per provare (o riprovare) sensazioni che pochissimi altri cantanti sono in grado di regalare. Tutta la purezza del live risplende nell’incredibile canto dell’artista inglese, che davvero sembra arrivare da un altro mondo. E da contraltare il padrone di casa perde il tradizionale controllo per farsi trascinare completamente dal cuore. Ognuno dei due supera se stesso e l’altro in ogni nota e l’alternanza di voci è magnifica. Il solo fil rouge a unire le canzoni dei due è il bell’accompagnamento della Filarmonica Arturo Toscanini. Le vere perle sono però i tre duetti You Are My Sister, Del suo veloce volo / Frankenstein e As Tears Go By, cover di rara bellezza dei Rolling Stones. È qui che le due voci si fanno una e creano sonorità magiche. Da sole valgono l’album, ma si può stare tranquilli perché tutto il disco merita più e più ascolti. Unico rammarico resta quello di non veder pubblicata anche una versione uncut dell’intero concerto.

Franco Battiato e Antony & The Johnsons Del suo veloce volo (Universal Music)

di Lodovico Baggi onstage dic−gen 67


CINEMA

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n mondo di iperboliche fantasie è tra le vostre vie di fuga quando la vita reale diventa fastidiosa, stressante o scomoda? Lo è per Walter Mitty, un personaggio uscito dalla penna dello scrittore, giornalista e fumettista James Thurber nel 1945. Il racconto che lo vede protagonista fa parte di una raccolta di storie brevi (edita da Rizzoli) e divenne un film nel 1947 intitolato Sogni proibiti. Il protagonista all’epoca era quell’inesauribile fonte di comicità creativa che fu Danny Kaye, mentre oggi la nuova versione che porta lo stesso titolo originale - The Secret Life of Walter Mitty - è nelle mani di Ben Stiller. L’attore assume le sembianze del sognatore moderno, un ruolo perfettamente nelle sue corde. Il Walter Mitty al quale presta volto e mimica è un mezzo sfigato che fantastica ad occhi aperti compiendo improbabili atti eroici, lavora per la prestigiosa rivista Life come archivista di negativi fotografici e sta per vivere un’avventura molto al di sopra di ogni immaginazione. Questo rifacimento è passato di mano in mano in un arco di vent’anni senza mai concretizzarsi fino all’anno scorso. A metà degli anni’90 Jim Carrey era il candidato

a cura di Antonio Bracco

I sogni segreti di Walter Mitty ideale per interpretare Mitty con la regia di Ron Howard. Nei primi anni 2000 entrò in gioco Steven Spielberg, sempre con Carrey come protagonista, ma non se ne fece niente. Poi fu il turno di Sacha Baron Cohen eventualmente diretto da Gore Verbinski. Niente da fare. Finché Ben Stiller approdò al personaggio e al film, decidendo anche di dirigerlo. I sogni segreti di Walter Mitty mette sul piatto un paio di elementi che fanno presa immediata sugli spettatori: romanticismo e avventura, peraltro confezionati con

critica pubblico USA, 2013, 114 min. Il cast: Ben Stiller, Kristen Wiig, Sean Penn, Adam Scott, Kathryn Hahn, Shirley MacLaine Di Ben Stiller

strabilianti effetti speciali (le realtà alternative del protagonista) e panorami altamente suggestivi (i reali paesaggi islandesi).

Micro-reviews BLUE JASMINE di Woody Allen (USA, 2013) Con un matrimonio fallito alle spalle, una donna decide di cambiare vita trasferendosi da New York a San Francisco. Woody Allen torna alla #finezza di un tempo con una superba Cate Blanchett protagonista.

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COLPI DI FORTUNA

di Neri Parenti (ITALIA, 2013) Film a episodi su #fortuna e #sfiga. A Christian De Sica serve un interprete e trova Francesco Mandelli, Lillo eredita un fratello maniaco, Greg e Luca e Paolo lavorano in una crociera al porto di Napoli.

LO HOBBIT 2 di Peter Jackson (NZ, USA, 2013) Proseguono le avventure di Bilbo Baggins in viaggio con il Mago Gandalf e i tredici Nani verso l’epica battaglia per la #riconquista della Montagna Solitaria, dove il Drago Smaug li aspetta senza fretta. In 3D.

PIOVONO POLPETTE 2

di C. Cameron e K. Pearn (USA, 2013) Riconosciuto ora come un #grandeinventore, Flint si ritrova in mezzo ai guai. La macchina che trasforma l’acqua in cibo, è ancora operativa e sta creando dei cibo-animali ibridi, gli Animacibi. In 3D.


DIETRO I CANDELABRI di Steven Soderbergh, USA, 2013

critica pubblico

Pianista virtuoso e stravagante entertainer, Liberace è stato il primo vero performer famoso in tutto il mondo. Con il suo stile ha sedotto un pubblico sterminato per tutti i quarant’anni anni di carriera. Wladziu Valentino Liberace (questo il nome all’anagrafe del musicista nato in America da padre italiano e madre polacca) ha rappresentato in scena come nella vita privata tutto l’eccesso, il glamour e il kitsch che solo uno come lui poteva permettersi negli anni ’50 e ’60. La storia raccontata dal film parte dall’estate del 1977 quando Liberace incontra il giovane e affascinante Scott Thorson con il quale, nonostante la differenza di età e l’appartenenza a mondi decisamente lontani, inizia una lunga relazione amorosa. Prodotto dalla HBO per il proprio canale TV, Dietro i candelabri ha vinto 11 premi Emmy tra cui quello come miglior attore per Michael Douglas. Il Cast: Matt Damon, Michael Douglas, Rob Lowe, Dan Aykroyd, Debbie Reynolds, Scott Bakula

CAPITAN HARLOCK di Shinji Aramaki, Giappone, 2013

Capitan Harlock è l’unico uomo che si interpone fra la corrotta Coalizione Gaia e il tentativo di un completo dominio intergalattico da parte di quest’ultima. In cerca di vendetta contro coloro che hanno defraudato lui e l’umanità, il misterioso pirata dello spazio vaga nell’universo a bordo del suo incrociatore da battaglia, l’Arcadia, attaccando e saccheggiando con audacia le navi nemiche. Ezra, comandante della Flotta di Gaia, ordina al fratello minore Logan di infiltrarsi nell’Arcadia e uccidere Harlock. Ma Logan scopre presto che a volte le cose non sono come sembrano e che la nascita di una leggenda avviene sempre per un valido motivo. Presentato fuori concorso alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia. “Mitico, epico e visivamente senza precedenti” ha detto James Cameron di questo film. In 3D. Con le voci originali di: Shun Oguri, Haruma Miura, Kiyoshi Kobayashi, Yû Aoi

critica pubblico

FROZEN - IL REGNO DI GHIACCIO di Chris Buck, Jennifer Lee, ITALIA, 2013

critica pubblico

Quando una profezia intrappola un intero regno in un inverno senza fine, una temeraria sognatrice, insieme a un coraggioso uomo di montagna e alla sua renna, intraprende un viaggio epico alla ricerca della sorella Elsa, la Regina delle Nevi, per riuscire a porre fine al glaciale incantesimo. I due incontrano sul loro cammino creature fantastiche come i troll, un buffo pupazzo di neve di nome Olaf, montagne alte come l’Everest e magie dietro ogni angolo. Il loro compito è salvare il regno a tutti costi. I registi e gli animatori hanno intrapreso un viaggio in Norvegia per vedere con i propri occhi e riprodurre al meglio i paesaggi naturali innevati, i fiordi e l’architettura spigolosa delle chiese. Vagamente ispirato alla fiaba La regina delle nevi di Hans Christian Andersen. Il brano portante di Frozen intitolato Let It Go è cantato da Demi Lovato. In 3D. Con le voci di: Serena Autieri, Serena Rossi, Paolo de Santis, Enrico Brignano

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GAMES

a cura di Blueglue

Micro-reviews Resogun (PS4) Sony regala ai suoi utenti Play Station Plus uno sparatutto spettacolare e adrenalinico, che provoca assuefazione e mette alla prova ritmo e riflessi in un trionfo grafico e tecnico. #shootemup #stiledavendere

Super Mario 3D

Dead Rising 3 Come ti scuoio lo zombie

World (Wii U) A un anno esatto dal lancio della Wii-U ecco finalmente il nuovo splendido Mario, audace nella forma ma classico nell’anima: l’attesa è stata tanto lunga quanto giustificata. #larivincitadinintendo #mariowins

L’alba della next-gen è ancora dei morti viventi Produttore: Capcom Genere: Azione Disponibile per: Xbox One

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ebbene Nintendo abbia fatto la prima mossa un anno fa, il 22 novembre 2013 è una data significativa per l’ottava era videoludica: il nuovo dispositivo Microsoft invade il mercato europeo, anticipando Sony di una settimana. Le potenzialità delle due console verranno svelate con il tempo - quando gli sviluppatori riusciranno a sfruttare al meglio gli hardware grazie all’esperienza che accumuleranno sul campo - ma intanto ci sono già i primi titoli da analizzare, ed è lecito aspettarsi dei passi avanti tecnicamente. Ecco quindi che Xbox One decide di cominciare la lotta a colpi di esclusive con l’ottimo Forza Motorsport 5, il pompato Ryse e un titolo cautelativo come Dead Rising 3 - che può contare sul successo riscosso dai capitoli precedenti e sul tema zombie (un vero e proprio evergeen). Gli intenti di Capcom si rivelano chiari fin dalle prime schermate, che mostrano una Los Perdidos piuttosto dark: una decisione quantomeno opinabile se pensiamo che in quel di For-

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Legend Of Zelda: A Link Between Worlds (3DS)

tune City era proprio il contrasto morti viventi / tinte vivaci a incuriosire e stranire. Purtroppo questo particolare riflette una più generica “voglia di realismo” che appaga la vista, ma giova alla personalità del gioco; carattere che sembra mancare anche al protagonista Nick Ramos, che non regge il confronto con gli strabordanti Frank West e Chuck Greene. La trama è quello che è: il nostro eroe si troverà a fronteggiare un numero spropositato di zombie, salvando superstiti e confrontandosi con sciacalli, psicopatici e l’esercito (che di lì a breve raderà al suolo la cittadina per bonificare il territorio). Non si tratta quindi di una produzione priva di nei; ma ciò nonostante le ben rodate meccaniche di gioco, la discreta libertà di esplorazione e la grande fantasia in termini di creazione di armi di distruzione di massa garantiscono una pacchiana e goliardica festa di sangue che intrattiene a dovere. I capolavori arriveranno; per ora accontentiamoci di questo gustoso (ma non impeccabile) divertissement.

Mentre Mario lucida la Wii-U a dovere, Link si impossessa della scena sulla console portatile di Nintendo: potremmo suonare ripetitivi, ma non è colpa nostra se anche questo Zelda è imperdibile. #back2hyrule

Tearaway

(PS Vita) L’ennesima perla scaturita dall’estro di Media Molecule: impossibile non farsi rapire dai colori e dai suoni di un onirico mondo di carta che fa tornare bimbi in un batter d’occhio. #origamiepiattaforme


MAGGIO 2014 3 PADOVA Palafabris 4 MONTICHIARI (BS) PalaGeorge 6 RIMINI 105 Stadium 7 BOLOGNA Paladozza 10 MILANO Mediolanum Forum 13 TORINO Palaolimpico 14 ANCONA Palarossini 17 ROMA Palalottomatica 20 NAPOLI Palapartenope 22 FIRENZE Mandela Forum

IL NUOVO ALBUM DISPONIBILE ORA

BIGLIETTI DISPONIBILI ORA

18 MARZO MILANO

Mediolanum Forum

Il nuovo album MOON LANDING disponibile ora

info 02 53006501


HI-TECH

Benvenuta! ONSTAGE RADIO di Gianni Olfeni

HOT

! PRIMA E UNICA

Avete mai ascoltato una digital radio che trasmette solo musica live? Anticipiamo la vostra risposta: no! Onstage Radio è il primo progetto radiofonico digitale interamente costruito intorno alla musica live. Cliccando play accederete al nostro mondo: i concerti. La selezione musicale, curata da Daniele Tognacca (Radio Deejay, Virgin Radio e altre nel suo curriculum), vi farà rivivere le emozioni dei grandi live di artisti italiani e internazionali 24 ore su 24. 72 onstage dic−gen

COMPUTER

Il player di Onstage Radio sarà naturalmente posizionato all’interno del sito di Onstage. Ma non solo: lo troverete anche in un ampio numero di siti partner (l’elenco completo nella sezione Radio del nostro sito). Insomma, lo troverete in Rete e potrete accedervi da qualunque dispositivo, fisso o mobile. Se invece volete ascoltare la nostra digital radio senza entrare in Internet, potete addirittura scaricare il Desktop Player sul vostro pc. Sarà ancora più semplice e immediato.

MOBILE

Per facilitare l’accesso e migliorare l’ascolto in movimento, potrete scaricare l’app di Onstage Radio sui market place dei dispositivi Apple (App Store) e Android. L’interfaccia della nostra applicazione è semplice da fruire: ascoltare musica rigorosamente live, conoscere la programmazione e gli artisti proposti sarà semplicissimo. E se vorrete condividere l’ascolto con i vostri amici, basterà accedere alla radio con il profilo Facebook e sfruttare la funzione “Condividi”.


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STILL ON THE ROAD

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ave Gahan, Martin Gore e Andy Fletcher hanno attraversato insieme oltre tre decenni e a marzo di quest’anno hanno aggiunto il tredicesimo tassello alla loro carriera discografica pubblicando Delta Machine. Un album alla Depeche Mode, con quel sound inconfondibile che continua miracolosamente a sopravvivere a crisi personali e ad alti e bassi creativi. Il trio pioniere del pop elettronico sembra non accusare il passare degli anni e, anzi, si potrebbe quasi dire che i tempi magici di Violator e Songs Of Faith And Devotion stiano tornando in punta dei piedi, portandosi dietro un bastimento di energia insieme sacra e profana, come nel blues che pregna le canzoni di Delta Machine (il titolo dell’album è un chiaro riferimento al Mississipi, terra madre di questo genere ). Con i nuovi brani, i fan degli inglesi vedono la luce, o meglio le tenebre, quelle della psiche, richiamate da un’urgenza creativa sincera. Il lavoro è cadenzato e cupo con strumenti suonati ed elettronica che convivono in simbiosi.

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CALENDARIO CONCERTI

di Marta Stone

febbraio

Come da recente tradizione, tre pezzi dell’ultimo lavoro portano la firma di Dave Gahan, ormai lontanissimo dai problemi di depressione e droga di un tempo e sempre più mattatore sul palco. È lui che, da maggio 2013, sta guidando i Depeche nel tour mondiale che li ha già visti esibirsi in Asia, Europa e Nord America. È soprattutto merito suo se i concerti del Delta Machine Tour sono uno spettacolo a detta di molti impeccabile. Dave è apparso in gran forma anche qui in Italia, nelle due date di luglio, quando gli inglesi hanno riempito San Siro e l’Olimpico di Roma. Show altamente spettacolari, zero sbavature e una scaletta ben equilibrata tra classici e pezzi nuovi che trascina il pubblico in uno spettacolo di due ore. E proprio il successo della tranche estiva ha convinto Gore e soci a tornare on the road anche durante la stagione indoor. Fortunatamente, non si sono dimenticati dell’Italia neanche questa volta: li vedremo il 18 febbraio al Palaolimpico di Torino, il 20 al Mediolanum Forum di Milano e il 22 all’Unipol Arena di Bologna.

Anna Calvi 21/02 Torino 22/02 Bologna 24/02 Roma 25/02 Brescia Antonello Venditti 03/02 Bologna 05/02 Bergamo 11/02 Trieste 15/02 Cesena 24/02 Milano 28/02 Cremona Babyshambles 27/02 Milano 28/02 Roma Backstreet Boys 22/02 Milano Beady Eye 15/02 Milano 16/02 Roma Bombino 12/02 Trieste 13/02 Bologna 14/02 Siena 15/02 Torino Editors 28/02 Bologna Emis Killa 28/02 Firenze Jake La Furia 13/02 Milano John Mayall 24/02 Trento 26/02 Roma

74 onstage dic−gen

27/02 Torino Luca Carboni 03/02 Napoli 05/02 Roma 09/02 Padova 10/02 Milano 12/02 Torino 13/02 Cremona Max Pezzali 08/02 Modena 10/02 Trento 12/02 Trieste 16/02 Milano 18/02 Jesolo (VE) 20/02 Roma 22/02 Mantova Maximo Park 16/02 Milano One Republic 10/02 Trezzo (MI) 11/02 Padova Peter Hook 17/02 Segrate (MI) 18/02 Roma 19/02 Roncade (TV) Renato Zero 01/02 Brescia 04/02 Milano 07/02 Bologna 10/02 Firenze 15/02 Livorno Simple Minds 25/02 Milano The Wanted 26/02 Milano




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