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ISTITUTO COMPRESIVO STATALE IVREA 1

Autoproduzione Letteraria

Anno Scolastico 2015 - 2016



ISTITUTO COMPRESIVO STATALE IVREA 1

Autoproduzione Letteraria

Anno Scolastico 2015 - 2016



NOTE:



Sbarre. Mi coprono la vista. Una sequenza di cupe sbarre a sovrapporsi tra me e ciò che sta fuori dalla finestra. Concentrandomi riesco a vedere una lunga strada, circondata da lampioni che illuminano la tenebrosa notte. Chissà se questa strada sentirà dolore quando un’ auto la calpesterà. Di fianco ad un luminoso lampione, giace un vecchio secchio riflesso nello specchio d’ acqua per terra. Sembra proprio come adagiato su un morbido giaciglio fatto d’ erba mentre, rilassato, guarda le nuvole. Mi fa tornare in mente l’ estate, quando lo usiamo per rinfrescarci i piedi o bagnarci la faccia. Un cane, legato, abbaia e scodinzola, quasi come se gridasse aiuto disperatamente. Assomiglia ad un antifurto che, ad un singolo rumore, comincia ad urlare ed ululare. Un angolo della mia visuale è coperto da una gigantesca parte di polmone verde, tinta di colori vivaci e allegri sulle foglie. La corteccia che lo ricopre è il suo vestito per il freddo e il fascio d’ edera che porta sul fusto una morbida sciarpa. Mi piace osservare questo angolo d’ Ivrea dalla mia finestra. Giovanni Bogatto - classe 1B

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Dalla mia finestra, anche se situata in una piazza nel centro storico, riesce sempre a passare l’abbagliante luce del sole che illumina la mia disordinata camera. La vista è rilassante, soprattutto di notte: vedere il cielo illuminato dalla fioca luce della luna e dallo splendido scintillio delle stelle mi rassicura e mi fa sentire a casa. Abitando in centro, si potrebbe pensare a rumori insopportabili, ma non è così. Di tanto in tanto si sente qualche aereo sfrecciare nel cielo, ospitando passeggeri desiderosi di tornare dalle proprie famiglie, bambini che giocano allegri per le vie principali e, molto raramente, lamentele dei vicini. Per questo Ivrea è una città abbastanza silenziosa. Guardando fuori, si nota subito la ringhiera del mio balcone con pianticelle alte e imponenti, ma anche più piccole e graziose che spuntano da vasi in terracotta. Sul mio balcone ha trovato posto un cactus ricoperto di spine: chissà se questa pianta in passato non le usasse come armi da combattimento. Volgendo lo sguardo più a sinistra, si nota l’edera che a vista sembra innocua, ma a quanto pare è una pianta parassita che si attacca alla robusta corteccia degli alberi, rubandogli tutte le sostanze vitali. Fortunatamente, non avendo un vero e proprio albero, è una semplice pianta rampicante che curiosamente penzola dal balcone, come se volesse toccare il terreno. In un angolo, non molto in vista, si trova una pianta grassa da cui esplodono piccoli e delicati petali rosa. Queste macchioline si appoggiano accanto alla rosa e a volte mi chiedo se le stiano facendo la corte. La piazza è abbastanza vivace e, sul lato opposto rispetto a casa mia, vi sono altri edifici, sempre a funzione abitativa. Davanti ve n’è uno molto grazioso, di colore giallo pallido, e anche sui suoi balconi è uno sbocciare di verde e di fiori colorati. Sono felice di vivere in questa casa piena di storia in cui riesco ad immaginare le molte persone passate prima di me con lo stesso mio sguardo volto oltre la finestra. Chissà quale mondo videro, chissà se il balcone era fiorito, chissà se il loro amore per le piante e per questa casa fu grande quanto il mio. Cortesi Elettra - classe 1B 6


Dalla mia finestra posso osservare quella che io chiamerei dipendenza: gli uccelli che si adagiano sui fili della luce e, ogni giorno, inseguono la tintarella per le loro belle piume. Non solo, c’è anche la chiesetta dei Tre Re, che è talmente sportiva che ha battuto il record di salto in alto della sua classe, ma purtroppo non è più riuscita a tornare giù dalla collina, così occupa l’ angolo più alto della visuale. Di sicuro però, la cosa che mi sorprende di più nel guardare fuori da questa finestra, è la stalla dei vicini, perché penso a tutto il lavoro svolto ogni giorno per i bellissimi frisoni che vi abitano. Le uniche cose che stonano nel paesaggio sono il balcone e la strada: il primo, con tutte quelle barrette di metallo marrone, mi fa sentire in carcere, anche se io sono innocente, mentre la seconda, con tutto quell’ asfalto, sembra proprio fuori posto. Quello che c’è da questo lato non posso raccontarvelo, vi basti sapere che potreste spaventarvi! Marchegiano Cecilia - classe 1B

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Mentre faccio colazione, il mio sguardo viene catturato dalla bellezza del paesaggio che circonda maestosamente la mia casa. Ho la fortuna di essere proprio davanti alla mia finestra preferita: si vede molto bene il bosco, come se fosse una mano tutta verde e colorata che ci avvolge in un tenero e profumato abbraccio. I giganti verdi coprono la nostra visuale con le loro chiome immense e così fanno penetrare pochissima luce, custodendo tutti i nostri ricordi. Quando però i raggi del sole raggiungono le loro foglie, esse si illuminano come tanti piccoli occhi che si aprono sorridenti. Il mio albero preferito è quello che ho piantato quando avevo cinque anni, insieme a mio papà, e che ho visto crescere con me. I suoi rami sono possenti, come braccia muscolose, a tal punto da reggere il peso dell’ altalena, su cui ci dondolavamo da piccole ma che non è più utilizzata, eppure nessuno di noi ha il coraggio di toglierla, appartiene a questo paesaggio! In passato ci siamo divertite molto a spingerci, talvolta tanto forte da procurarci i rimproveri della mamma, mentre in estate l’altalena fungeva da tavolino per bicchieri, posate e piatti che appoggiavamo lì quando facevamo i pic-nic con gli amici. Quest’albero tende leggermente verso sinistra, non perché sia vecchio o stia per morire, bensì a causa di una grandinata. Io interpreto così la sua strana, ma allo stesso tempo affascinante inclinazione verso l’erba fresca: si inchina davanti alla bellezza di margherite e tulipani profumati, cresciuti proprio accanto alle sue radici. Sul giardino si affaccia la casa dei nostri gentilissimi vicini, che risulta poco visibile per la fitta vegetazione. Insomma tutte le piante contribuiscono a tutelare quest’ atmosfera di quiete e serenità. Tale è il mio paesaggio, che può sembrare un po’ noioso e monotono, ma a me invece regala ogni giorno spettacoli nuovi e suggestivi. Rigoni Rossana - classe 1B

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Questa è la mia finestra, quella che guardo tutte le mattine quando mi sveglio e non riesco a riprendere sonno. Mi alzo, tiro la tenda e mi metto ad osservare. La tapparella è rotta , ferma ai due terzi superiori della finestra: non va più né su, né giù. Subito sotto alle asticelle ecco la casa di “Cucco”. E’ una casa semplice, mi ricorda un disegno fatto dal mio fratellino Joele. Sotto due collinette ed in primo piano due enormi ciliegi spogli. In basso ecco il mio giardino diviso in due parti, una di pietra con in mezzo un’ aiuola, l’ altra di erba. Mi sembra ancora di vedere mio fratello Ernesto piccolo che spunta curioso dal cespuglio che ricorda una macchia che ogni stagione si veste in modo diverso. Se mi sporgo, posso vedere una casetta di legno costruita poco tempo fa da tutti noi per avere un laboratorio ed un museo dei tesori raccolti nelle nostre escursioni nel bosco. In fondo la recinzione sembra intrappolare le zolle di erba sparse qua e là, come la rete di un pescatore. L’ angolo del balcone della cucina mi ricorda la spada tagliente scagliata da un samurai che trafigge la natura. Martino Salomone - classe 1B

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Un venticello fresco, probabilmente portato dalla pioggia, mi scorre sul viso, appena apro la finestra. I suoi infissi sono bianchi, puliti, lisci e danno l’impressione di essere robusti. Davanti a me ci sono tanti alberi che ondeggiano per il vento e si sente il cinguettio degli uccellini che svolazzano da una parte all’altra. Sento le macchine che scorrono veloci, ma non riesco a vederle perché dovrei sporgermi troppo dal davanzale. Guardando verso l’alto si può osservare una vecchia casa, circondata da grandi piante e situata sopra a una piccola collina dove sono stati costruiti nel passato tanti terrazzamenti ancora visibili, ma non più coltivati. Ora la pioggia aumenta e sono costretta a chiudere la finestra, il freddo si sta facendo sentire. Il cielo è scuro, ci sono le nuvole grigie e il paesaggio trasmette tristezza. Non è il momento migliore. Se c’è il sole, il cielo in alto, ai lati, sullo sfondo, mi circonda con i suoi colori intensi e mi dà allegria. Balbi Marta - classe 1D

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Contorno rettangolare marroncino chiaro: è lo scheletro della mia finestra. Mi salta subito all’occhio il piccolo parcheggio e davanti i giardinetti , affiancato da due alti palazzi. Ancora qualche passo più avanti con gli occhi e trovo il magnifico giardino grande, ben curato; non vedo fiori, forse coperti dalle chiome dei begli alberi, e appartenente al condominio di fronte al mio. Tra casa mia e quel punto ci sono i garage in fila, tutti grigi dipinti da poco, ma con le parti inferiori arrugginite e davanti ad un giallo condominio a sinistra a circa 2 metri sotto il suo livello, ma dall’alto li posso osservare bene. Nelle belle giornate apro la finestra: vedo il cielo terso, sento il cinguettio degli uccelli e il ronzio di fastidiose api. Le narici sono solleticate dall’odore delle torte preparate dalla vecchietta che vive nel condominio arancione, quello di destra. Nelle noiose giornate di pioggia vedo solo macchine che passano; con il loro “ splash” mi riportano alla realtà e mi fanno allontanare i pensieri di quei momenti, quando da piccola correvo felice dietro ai condomini ormai vecchi oppure quando, per gioco, mi nascondevo tra le auto del piccolo parcheggio. Balan Alexandra - classe 1D

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Il castello d’ Ivrea è il mio panorama quotidiano: ogni volta che lo guardo immagino di essere un cavaliere del medioevo che, dopo aver combattuto una battaglia, ritorna alla propria nobile dimora. Il bianco della mia finestra abbastanza grande contrasta con il rosso delle mura e delle torri, tutte in mattoni. In alcuni punti le merlature sono rovinate o cadute. Ne è passato di tempo dal 1300! Quanti fatti sono successi, perfino incendi e scoppi senza nessun assalto nemico. E’ il luogo amato dalle rondini di tutta Ivrea perché le feritoie, i buchi, i pennacoli sono davvero ospitali! Per non parlare di quando volano nel cielo azzurro a stormi, verso sera alla ricerca delle zanzare, un cibo prelibato. Ritorno alla realtà: i rumori delle auto che parcheggiano nello spazio antistante all’edificio, un prato non curato e delle case con il tetto cadente. Più avanti si scorge una parte dell’ospedale, un edificio anni sessanta, che purtroppo rovina questo bel paesaggio e per fortuna è in parte nascosto da un paio di alberi; in questo periodo sono pieni di uccelli che nidificano tra i rami fioriti e riempiono l’aria di un cinguettio molto piacevole. Suonano al campanello, io vado ad aprire la porta lasciando questo incantevole paesaggio ancora in parte da scoprire. Oddicini Andrea - classe 1D

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Mi incanto a vedere gli alberi verdi che spuntano tra le case lontane da me. La mia finestra ha gli infissi in legno verniciato di bianco, è stretta e alta con la maniglia in metallo lucente. La prima cosa che si vede affacciandosi è il condominio di fronte grigio e bianco, con numerose finestre che alla sera sembrano occhi illuminati e dei balconcini larghi e corti fioriti. A fianco si trovano alcuni garage bianchi e due piccoli giardinetti dove sostano anziani e cagnolini. Poco distanti ci sono due case:una rossa con le tegole rosse carminio, quel rosso ti salta subito all’occhio! L’altro è color crema col tetto piatto e grigio. Tra gli edifici più lontani spuntano alberi di alto fusto danno all’ambiente un’aria tranquilla; altre case a perdita d’occhio, ma se alzo lo sguardo lo sfondo è fantastico: cielo azzurro con nuvole bianche di panna montata. Una grande gru spacca il limpido cielo, come un drago minaccioso. Caiafa Monica - classe 1D

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Dopo una buona colazione, apro la finestra per vedere se nel cielo c’è l’allegro sole o l’angosciante pioggia. L’infisso è alto e stretto, di un color marrone scuro che ricorda il bosco, nel centro un grande vetro satinato, che mi permette di allargare lo sguardo. Alla mia destra, poco più in basso si nota subito l’ingombrante tetto della casa della mia vicina: alcune tegole sono ormai rovinate dalle intemperie e ne mettono in evidenza l’età. Spostando lo sguardo verso sinistra, s’innalza l’alto campanile grigiastro del Borghetto, che non tarda mai di suonare ad ogni ora. Sullo sfondo s’innalzano i numerosi edifici: non si smetterebbe mai di osservarli perché ogni giorno gli oggetti che sono sui balconi cambiano di posizione; adoro il fatto che si possano osservare le persone che camminano come piccole formiche sulla strada che passa davanti. Spalancati i vetri, c’è un fresco venticello che, insieme alla visuale, mi tiene compagnia. La sera, quando mi affaccio per il tempo in cui sono in puro ozio, spesso mi capita di incantarmi, pensando a ciò che mi è successo durante la giornata e cercando di trattenere in me le scene più serene. Nathalie Li Pira - classe 1D

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Alzo la persiana, fuori Údalla mia finestra vedo una forte pioggia, un cielo grigiastro che oscura il panorama. Questo clima piovoso non mi piace affatto, mi rattrista sempre di piÚ. Quando, dopo dieci minuti, la pioggia si blocca e le nuvole si alzano verso un altrove, lasciano spazio a deboli raggi di sole che illuminano le gocce che brillano sul davanzale. Inizio a concentrarmi sui suoni che mi circondano e sento i delicati e allegri cinguettii degli uccelli che mi danno gioia, sento i passanti e le loro voci a volte acute, a volte come un bisbiglio. In fondo vedo alte montagne, mi circondano come una culla, con le cime ancora innevate. CON QUESTO FREDDO! Purtroppo in primo piano si alza la casa dei vicini come un lungo balcone decorato di fiori multicolore e Laura, ogni tanto, si affaccia a stendere i panni. Mi giunge gradito il suo saluto. Andrea Malacrinò - classe 1D

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Non è spettacolare la vista che si apre ai miei occhi, ma sono fortunato ad avere una casa con una finestra da cui ammirare animali e bambini che giocano a calcio e a pallavolo, o con il monopattino. A casa non ci sono odori strani. La mia finestra è color crema, come anche il manico. È fissata bene e non fa entrare l’aria, infatti fa sempre caldo in camera. Ogni volta che guardo fuori dalla finestra vedo un gigantesco palazzo; quando lo guardo mi commuovo sempre, perché vedo bambini che giocano insieme ai loro papà, o con altri amici, a calcio o col boomerang. A me sarebbe piaciuto avere mio padre e giocare con lui e lui con me. Nel mio palazzo, sfortunatamente, non abitano bambini; ogni volta che faccio i compiti, la finestra mi distrae sempre perché la mia vicina ha spesso la TV accesa e così io la guardo. Una cosa che fa arrabbiare me e mia mamma sono i piccioni che fanno brutti scherzi, mentre l’elemento più bello sono le montagne. Mi trasmettono pace e felicità. Quando le guardo mi sento rilassato e un tutt’uno con il mondo. Horotan Mario - classe 1E

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È mattina, ancora assonnata mi dirigo verso la finestra di camera mia per aprirla e far entrare un po’ di luce. L’infisso è in legno verniciato di bianco. Tocco la maniglia d’ottone. È ancora gelata perché questa notte ha fatto molto freddo. La prima cosa che vedo è l’enorme fabbrica bianca che rovina il paesaggio fatto di alberi e prati verdi. Da lontano sento il rombo di una moto che a un tratto si ferma. Si sentono delle voci: una è del benzinaio, l’altra del proprietario della moto. Guardando il fosso, vedo anche vicino ai cartelli stradali una lepre che salta da una parte all’altra. Di lato una strada sterrata porta nei campi. Intanto sento degli uccelli cinguettare e il mio cane che abbaia ad un’automobile che si è fermata dal benzinaio. Prima di una distesa di alberi c’è un catasta di rami e foglie secche. Mentre guardo questo splendido paesaggio sono felice perché mi piace molto osservare la natura. Però non è la mattina il momento più bello della giornata: sono la sera e il tramonto perché il sole con la sua luce rossastra nasconde un po’ la fabbrica. Poco più in là della catasta di rami e foglie ce n’è un’altra di legna che serve per fare il fuoco nel camino durante l’inverno; per questo è coperta da un telo blu impermeabile, per non farla marcire. Da fuori arriva una ventata di aria gelida che mi fa venire la pelle d’oca. Sento qualcosa muoversi tra gli alberi. È uno scoiattolo che cerca delle noci o delle ghiande da mangiare. Chiudo la finestra e toccando la maniglia di ottone mi accorgo che si è scaldata un po’ e non è più fredda come quando l’avevo aperta. Portonaro Ludovica - classe 1E

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La mia finestra ha un infisso di color marrone scuro. La vista attraverso il vetro non è ampia e neanche troppo interessante, perché di fronte si erge un grande condominio che mi limita la visuale. Però a me piace così com’è, anche perché in quell’edificio vive un ragazzo più grande di me. Si chiama Gianni. Frequentavamo la stessa scuola elementare, io ero uno dei pochi bambini che giocava sempre con lui anche se non capivo ancora perché fosse diverso, ma il mio istinto mi diceva di stargli accanto e di tenergli compagnia. Questo edificio è di color giallo limone e ha il tetto rosso. Di fronte a esso ci sono due alberi e una siepe piena di fiori che hanno un profumo intenso e un certo aroma difficile da descrivere per me, ma non per le api e le mosche che svolazzano qua e là. Di fronte alla siepe ci sono due orti, uno dei quali è coltivato con legumi e cereali. Da lì si avverte un odore pungente per il concime e un leggero aroma di verdura. Io, quando guardo questo terreno coltivato, penso alla fatica e alla forza di volontà che ci hanno messo i contadini. Ma alla fine ne è valsa la pena, perché hanno ottenuto un bel raccolto. L’altra parte, invece, è incolta, ma per fortuna è riuscito a crescere un alberello. Una rete delimita il mio territorio con quello degli altri. Così è la mia finestra e mi piace così com’è. Rusu Victor - classe 1E

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Guardo al di là della mia finestra e vedo la natura e le case. In questo periodo dell’anno la primavera dà il meglio di sé; gli uccellini cantano e volano nel cielo, i bambini giocano alla scuola materna e al parco giochi. Più in là scorgo molte case, le montagne e, lontano lontano, vedo il cosiddetto “Ciucarun”, un campanile antico di origine romanica che sorge tra il verde delle colline sopra Bollengo. È fantastico tutto ciò. Non smetterei mai di guardare, questa vista mi affascina e mi fa venire in mente molti ricordi. I miei genitori che al mattino mi accompagnavano all’asilo dove passavo intere giornate a disegnare, giocare e imparare. E poi le recite, le feste di fine anno. Bei ricordi ormai passati. L’altalena bianco panna è compagna di tanti momenti. Mi fa pensare a volare e alla libertà. Ricordo quando mamma e papà portavano me e mio fratello per trascorrere lì qualche ora al sole con gli altri bambini. La staccionata con il lampione illumina le serate al parco, quando d’estate, fino a tarda notte, si sentono i rumori ei palleggi dei ragazzi e dei bambini che giocano a basket nel campetto. Infine un dehor con sotto un tavolo mi ricorda le feste di compleanno al parco e anche quelle di fine scuola, quando noi bambini, insegnanti e genitori festeggiavamo, dopo la recita, il concludersi dell’anno scolastico. Tanti colori vivaci e accesi, tanta natura: alberi in fiore e il colore intenso e brillante dei fiordalisi. Sale Giulia - classe 1E

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La mia finestra ha un infisso rettangolare in alluminio che sembra quasi d’oro. La prima cosa che salta agli occhi è la chiesa della Madonna delle Vigne. Se ti concentri sul tetto, noti che alcune tegole sono un po’ annerite, ma la maggior parte è ancora rossiccia: questo contrasto mi piace molto, sebbene ormai non lo noti quasi più. Io non sono mai entrata in questa chiesa. A volte mi chiedo come sia fatta all’interno...sì, insomma, che affreschi ha dipinti sulle pareti? Com’è l’altare? Cosa c’era prima che la costruissero, altre abitazioni o solo un folto groviglio di rami e di rovi che poi sono stati tagliati? Il secondo elemento che risalta è il tetto della casa davanti. Si capisce che è vecchia dal fatto che il bordo del tetto è crepato e alcuni pezzi di intonaco si sono già staccati. La cosa che mi piace di più sono i piccoli comignoli che ricoprono buona parte del tetto dai quali, d’inverno, si vede uscire del fumo grigio. Vi sono anche alcuni lucernari, dai quali si può scrutare il cielo. A fianco della chiesa si trova un imponente condominio a cinque piani più tre piccole mansarde dotate ognuna di un tettuccio, in pratica un tetto su un altro tetto! Capita che quando mi affaccio alla finestra riesca a scorgere le tende che si muovono, le finestre che si aprono o si chiudono e diversi altri segni di movimento in casa. Ma di tutta la vista, ciò che più mi piace è lo sfondo: una lontana distesa di alberi con piccole casette ai loro piedi. Questo paesino è Scarmagno. Il momento della giornata in cui il panorama è più bello è al tramonto: le nuvole diventano di un rosa pallido, mentre il cielo si colora di un violetto appena accennato. Sembra lo scenario di un paese incantato. A finestra aperta posso udire il canto delle allodole e colombi che mi svegliano la mattina, e il gracchiare dei corvi, meno soave di quello di altri uccelli. Quando piove posso sentire l’odore dell’erba bagnata; in estate, invece, di quella tagliata. Adoro i profumi, i suoni e il panorama che ho a disposizione ogni giorno. Porcellini Alice - classe 1E

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La mia finestra è un punto di fuga quando faccio i compiti, l’unico contatto con la realtà, l’unica cosa che mi possa distrarre. Dietro alla mia finestra osservo tutto ciò che si muove: uccelli, gatti, bambini che corrono giocano e urlano, mamma mia se urlano! Casa mia è vicina alla mia scuola: si scorge l’edificio di fronte, così quando al mattino sono in ritardo, vedo tutti i ragazzi che corrono con tanta fretta. I rumori che si sentono sono per lo più dolci cinguettii, ma anche urla e grida di gioia dei bambini. Questo è quello che vedo dalla mia finestra. Ciochetto Camilla - classe 2B

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La finestra è un punto principale della mia giornata, la osservo spesso e per diversi motivi: oltre che per i rumori, odori e animali, la guardo per sfuggire dalla monotonia della giornata o per cercare l’ispirazione. Probabilmente a casa avremo tutti quattro o cinque finestre, che si possono moltiplicare fino a dieci, venti, cento se vivi in un castello o se sei ospite dalla regina d’Inghilterra. Ognuno però ha la sua finestra, quella che guarda sempre, quella da cui vede il mondo con i suoi occhi, in modo magari diverso da quello degli altri, in modo fantasioso e immaginario. Ci sono molti punti importanti in una casa: per una donna, il bagno con i trucchi; per un mangione, il frigo; per un bambino, la sala giochi; per un uomo, magari il suo studio, ma per un adolescente, sarà sempre quel rettangolo che all’apparenza può sembrare solo vetro che blocca l’aria e fa entrare la luce, mentre per un ragazzo come me è il punto di vista da cui si può iniziare a sognare, ci si può rilassare e soprattutto ci si può sentire se stessi. Ferrari Amir - classe 2B

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La mia finestra per molti può essere una semplice finestra ma per me è molto speciale. Credo che sia molto bello avere una finestra dove affacciarsi sempre; ecco io ne ho trovata una! Essa si trova nella cucina, luogo in cui faccio i compiti; molto spesso mi giro e guardo il paesaggio: c’è un cortiletto , degli alberi e dei cespuglietti che dividono i condomini. In estate, si trovano margherite e altri fiori e molti gatti che giocano. Il cortiletto è anche un luogo dove posso giocare con i miei amici e divertirmi. La mia finestra, dunque, è molto importante perché dietro a quei vetri, osservando l’orizzonte, riesco a dimenticare tutto, come se ci fossi solo io e il paesaggio e quando lo guardo mi sento felice e sicura. Se mi togliessero questa vista mi sentirei vuota. Sofia Fortina - classe 2B

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Ciò che vedo dalla mia finestra è il maestoso Castello d’Ivrea, circondato dalle sue mura di cinta ricche di rami e foglie che cambiano colore ad ogni stagione; le mie preferite sono quella autunnale per le sue mille sfumature di rosso e di marrone e quella primaverile durante la quale le rondini vi svolazzano attorno e trovano un rifugio sicuro in cui costruire il proprio nido. L’elemento che preferisco del Castello sono le sue tre torri che ne disegnano un contorno unico e ricordano la storia della nostra amata Eporedia. Questo è quello che vedo ogni volta che pranzo in compagnia della mia famiglia e mi fa sentire bene perché per me significa “essere a casa”. Matilde Preve - classe 2B

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La prima cosa che vedo quando guardo fuori dalla finestra del soggiorno è la palma, una bella palma alta che mi fa pensare al mare al sole e all’estate. Dietro di essa c’è un immenso manto verde dal quale sbucano i tetti delle case; una di queste case è un po’ trascurata, l’intonaco del muro ha i segni degli anni e sulle pareti si possono vedere delle crepe e degli scorci di mattoni rossi. Non mancano i suoni che arrivano dall’esterno: alcuni sono piacevoli, come il canticchiare degli uccelli, altri un po’ meno, come il rumore delle macchine e il loro saltellio sul dosso artificiale che sta proprio sotto la finestra. Alessio Quarta - classe 2B

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Guardando dalla finestra di camera mia, a volte, mentre faccio i compiti, mi incanto a sentire il canto degli uccelli e, ogni tanto, vedo anche degli scoiattoli che arrivano dal bosco in cerca di cibo. A fianco alla mia finestra ho messo anche una casetta per gli uccellini e spesso noto che vengono a mangiare, dai pettirossi in inverno alle rondini in estate. Ma non è solo natura quello che si osserva dalla mia finestra, c’è anche la palazzina dei vicini, dalla quale, spesso si sentono arrivare le urla di una vecchietta del terzo piano contro suo figlio che abita ancora con lei, oppure le imprecazioni di uno sfegatato tifoso della Juve, talmente tanto da chiamare il gatto come la squadra. Quando il Napoli gioca contro la Juve, ma io non posso vedere la partita, capisco chi ha segnato in base alle sue urla. In quei momenti non posso fare altro che scoppiare a ridere. Molte volte, quando sono alla scrivania accanto alla finestra, mentre studio o uso il computer, vengono dei bambini a spiarmi dal giardino, lanciandomi delle pietruzze, fare boccacce e scappare via e cose del genere. In primissimo piano però, dalla mia finestra vedo il mio giardino con due alberi, un cespuglio, una panchina, dei fiori e delle sculture. I fiori sono stupendi, stanno sbocciando proprio in questo periodo. Ogni tanto sento già le prime api che vengono a succhiarne il nettare. Tra i fiori ci sono anche le sculture di mio papà, che quando sono pensieroso, guardo, cercando di capire cosa esprimono. Un po’ più lontano c’è una collinetta sulla quale a volte vedo delle lepri che scorrazzano e a quel punto penso: “Sono proprio fortunato, abito a cinque minuti dal centro e intanto dalla finestra posso osservare tutte le bellezze della natura”. D’Angelo Paride - classe 2C

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Ecco la finestra dalla quale mi piace osservare quel piccolo mondo che per me è meraviglioso; di quella vista mi piace osservare i caprioli che saltano sulla collina, le foglie che si muovono scosse dal vento e che a me sembrano le onde del mare. Così mi vengono in mente i ricordi dell’ estate passata e lontana... Gli uccellini che volano sfuggiti fortunosamente agli artigli dei miei gatti e si posano sul mio balcone a cinguettare, sembra proprio che mi parlino. La sera , quando il sole tramonta, c’è uno spettacolo di colori e suoni che rende questo paesaggio irreale e magico. Ma non è fantasia: è la realtà. Ogni volta che mi sento sola mi siedo di fronte al vetro e guardo fuori e mi vedo da piccola mentre giocavo con il mio cane. Così mi ritorna il sorriso, anche se, a volte, mi sento come in trappola perchè non posso andare a stendermi in quell’ immenso verde. Tutto quello che sento non sono rumori e voci, ma per me melodie, melodie che non smetterei mai di ascoltare e che la sera mi fanno da ninna nanna, come se fossi ancora una bambina. De Carli Giulia - classe 2C

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Nelle sere d’estate la mia finestra si riempie di colori come gli occhi che la guardano stupiti. Il sole sembra un tuorlo d’uovo che viene oscurato parzialmente da nuvole rosa; esse sembrano invece zucchero filato… con quel dolce sapore vorresti mangiarle con gli occhi! In lontananza si nota la Bella Dormiente, la mia montagna preferita: sembra proprio il profilo della principessa della Disney in attesa del suo principe. Il tetto mi pare messo lì apposta con il compito di evidenziare il bel volto di Ivrea, con le sue torri e i campanili che svettano dai tetti rossi, e che immobili sorvegliano la città. Ah, la mia finestra… Guglielmi Giulia - classe 2C

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Un agrifoglio. Ecco quello che vedo dalla mia finestra. La vista dalla finestra, seppur ristretta, sembra una porta sulla natura. Certo, c’è lo sfondo e tutti i particolari, ma l’agrifoglio attira il mio occhio come una calamita, eliminando tutto il resto. L’agrifoglio, di per sé, non è bello, poiché tozzo e basso, nei particolari, affascinante. Con le sue foglioline, belle, sottili e aggraziate, ma pronte a pungere gli sconosciuti, come un’amazzone. È soprattutto nella stagione di fioritura che raggiunge il suo massimo splendore, quando si formano dei piccoli boccioli rossi in tutto quel verde lucido, che quasi riflette il sole. La finestra è incantevole non per il luogo in cui si trova o per le forme, ma per quello che mostra o non mostra. Poi, per me, questa finestra è un elemento che mi riporta indietro, nel passato, come una macchina del tempo. Mi manda a cinque anni fa, a Natale. Ancora ora ricordo il calore, e lo provo mentre scrivo, di quel mattino con mia nonna. Stavamo chiacchierando quando, ad un tratto, lei mi ha indicato l’agrifoglio fuori dalla finestra. Io subito non ho notato, ma dopo un po’ ho visto un pettirosso, tremante di freddo, che si rifugiava sotto quell’alberello ricoperto da un sottile strato di neve, che lo velava rendendolo fantastico, quasi irreale. È una visione che non dimenticherò mai e che continuerà a scaldarmi il cuore ogni volta che la ricorderò. Da quel momento, ogni Natale, mi affaccio alla finestra, anzi, alla Finestra e spero di poter rivedere quel piccolo esserino volante per poterlo salutare. Casati Giovanni - classe 2C

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La “mia finestra del cuore” si affaccia sulla strada che si trova davanti a casa mia, quella stessa strada dove passavo sempre, quando ero piccolina. La cosa più bella della mia finestra è il cielo; mi è sempre piaciuto osservarlo, guardare come cambia colore durante i vari momenti della giornata e ammirare le nuvole che si spostano e cambiano forma. Mi ricordo quando, da bambina, mi affacciavo alla finestra a guardare il cielo e le nuvole che si rincorrevano l’un l’altra, prendevano vita e cambiavano forma in continuazione diventando prima aerei poi cagnolini, fiori o dinosauri. Quando passo davanti alla mia finestra, mi tornano in mente molti ricordi di quando ero piccolina, e mi accorgo di quanto io sia cambiata con il tempo: gli edifici che una volta mi sembravano grandi e imponenti, ora mi sembrano talmente banali che si confondono con gli altri. Da bambina stavo ore vicino alla finestra ad ascoltare la musica che proveniva dal bar che c’era davanti a casa mia, quella musica mi faceva sentire libera e felice: senza pensieri. Ora quel bar non c’è più, e con lui se n’è andata pure la sua lieve musica; ma, comunque, mi diverto ancora ad ascoltare il vociare delle persone che passano nella mia via, anche se spesso, sono interrotte dal rumore delle automobili che passano nella strada. La “mia finestra del cuore” mi evoca talmente tanti ricordi della mia infanzia che potrei chiamarla addirittura la “mia finestra dei ricordi”. Alice Pizzo - classe 2C

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ISTITUTO COMPRESIVO STATALE IVREA 1

Autoproduzione Letteraria

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Anno Scolastico 2015 - 2016



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