Abitare il Limite

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Francesco Cacciatore

Abitare il limite Dodici case di Aires Mateus & Associados presentazione di Manuel Aires Mateus

LetteraVentidue


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“Al di là dei valori plastici, più o meno bidimensionali, che tradizionalmente si associano alla facciata, questa frangia si può assumere come una entità spaziale all’interno della quale si riconoscono e si esplorano, contemporaneamente, le possibilità di abitare a una scala differente” Manuel A. Mateus



francesco cacciatore

Abitare il limite Dodici case di Aires Mateus & Associados



Casa ad Alenquer Vista dello spazio interstiziale esterno Interni della casa verso il giardino e vista della casa dal giardino (pagine successive)




Casa ad Alvalade “Ad Alvalade le profonde pareti sono corridoi che trasformano la casa in un ‘labirinto’, alterando prossimità e distanze”

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La casa e il labirinto Il lotto a disposizione sembra avere una misura infinita, un terreno dolcemente ondulato e punteggiato da querce da sughero. Il progetto scaturisce dall’individuazione di un punto nello sterminato territorio, una figura base, un quadrato. L’ampio programma, concepito per la tipica famiglia “allargata” contemporanea, obbliga alla concentrazione di prossimità e distanze al tempo stesso. Gli spazi si organizzano in due gruppi distinti: quelli ausiliari - ripostigli, bagni e corridoi - e quelli principali - saloni, cucina, camere da letto e patii esterni, questi ultimi trattati come vere e proprie stanze della casa a cielo aperto. Anche la copertura è pensata come uno spazio fruibile e può essere intesa come un immenso solarium raggiungibile direttamente dai patii e dotato di zone ribassate e zone rialzate che assecondano l’andamento della copertura di ognuno degli ambienti sottostanti. Gli spazi principali, o anche spazi serviti, per dirlo alla maniera di Kahn, sono pensati ognuno con forma e proporzioni differenti e differente, per ognuno, è anche il sistema di copertura. Gli spazi principali coperti, poi, sono dotati ognuno di luce dall’alto. Gli spazi ausiliari, o spazi serventi, sono concepiti come uno spesso muro abitato e, nonostante questa soluzione rischi di dar vita ad una serie di luoghi angusti e monotoni, al muoversi attraverso la casa, prospettive simili variano invece notevolmente grazie alle proporzioni dello spazio, alla materia e alla luce. Anche qui si realizza la possibilità concreta di lavorare con lo spessore attraverso lo stesso espediente utilizzato da Louis Kahn durante il secolo scorso. L’idea di massa e spessore apparente viene trasmessa grazie allo sdoppiamento del muro in due pareti continue parallele, distanziate di quel tanto che basta ad avere uno spazio percorribile al loro interno. Una maniera, questa, di costruire lo spessore con sistemi economici e compatibili con le tecnologie attuali.

localizzazione: Alvalade, Alentejo, Portogallo progetto: Manuel Aires Mateus, Francisco Aires Mateus collaboratori: R. Reis Dias, J. P. Silva, M. V. Diaz Saraiva, C. Leitão fotografie: D. Malhão superficie: 685 mq anno: 1999/2000 12


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Casa a Melídes “A Melídes si disegna la profondità attraverso ‘patii orizzontali’, costruendo pareti ad una scala minore che mettono in relazione le stanze con il paesaggio”

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Le stanze, il paesaggio e il “patio orizzontale” Il programma prevedeva la costruzione di una cisterna e di quattro case. La cisterna diventa una piattaforma quadrata intonacata a calce, in cui viene inserita una piscina e sarà successivamente installata una doccia. Le case sono pensate con piante regolari, quadrate, e saranno ubicate una vicina all’altra, secondo un posizionamento stabilito dai proprietari. Questa prima unità costruita, assieme alla cisterna ed alla piscina, possiede, perciò, anch’essa una pianta quadrata. Sui limiti dell’edificio, accostati alla facciata a levante e a ponente, si dispongono gli spazi secondari, di altezza più bassa, ottenuta grazie ad un leggero innalzamento del pavimento e ad un abbassamento del soffitto. Questi spazi sono raggruppati all’interno di due intercapedini di ampiezza variabile, luoghi interstiziali ricavati per sottrazione dalla enorme massa accumulatasi su questi due margini. Sui lati opposti della casa, e quindi sull’asse nord-sud, due logge coperte garantiscono l’accesso allo spazio principale e accompagnano la luce all’interno della profondità del corpo di fabbrica. Il salone, in particolare, occupa la parte centrale della casa e viene diviso in due zone distinte per mezzo di un patio che le illumina indirettamente, proiettando una intensa luce bianca sulla parete cieca laterale. Gli ambienti vengono sempre disegnati, quindi, in funzione della luce, delle vedute esterne e del programma dato. Gli spazi minori della casa, in particolare, sono intesi come limiti compatti e sagomano lo spazio interno trasformandolo in un volume assolutamente puro nella sua manifestazione verso l’esterno. I due lati a ponente e a levante, infatti, sono completamente ciechi, mentre sui lati opposti si aprono solo le grandi prese di luce indiretta delle logge, anche queste oscurabili grazie a pannelli scorrevoli. Tutti gli ambienti della casa sono perciò illuminati indirettamente attraverso il dispositivo del patio, visto che le due logge laterali possono essere anch’esse assimilate ad una sorta di patio funzionante nel verso orizzontale piuttosto che in verticale. Questo progetto segna un cambio di tendenza nell’opera di Aires Mateus, poiché sintetizza le esperienze precedenti e prepara a tutti gli sviluppi successivi. localizzazione: Alentejo, Portogallo progetto: Manuel Aires Mateus, Francisco Aires Mateus collaboratori: M. R. Pinto, P. Marques fotografie: D. Malhão superficie: 200 mq anno: 2000 20


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Casa a MelĂ­des Vista dal patio verso la campagna circostante Vista esterna della piscina e della casa (pagina successiva)




Casa nella Serra de Mira de Aire “Nella casa di Mira de Aire si cerca una densitĂ degli spazi principali disegnati grazie alla costruzione di muri abitati che si incrociano ai due livelliâ€?

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Costruire muri abitati Il progetto nasce a partire da una particolare ed originale lettura del sito, un rilievo che guarda verso un secondo promontorio. Qui le pietre affiorano dal suolo e costituiscono anche la materia per la costruzione dei piccoli muri che dividono le proprietà e disegnano il paesaggio circostante. Estesi spazi aperti, quindi, ed improvvise concentrazioni di materia definiscono il peculiare carattere del luogo. Potenziando questa combinazione, il progetto scaturisce dal disegno di una sorta di topografia artificiale che organizza e regola la casa. Ancora il quadrato individua un preciso punto all’interno dell’immenso e smisurato territorio. Sembra di sentire le parole di Louis Kahn, “a prescindere da quale che sia il problema, io parto sempre da un quadrato”. A partire da questa geometria semplice si stabilisce, ancora una volta, un raffinato equilibrio tra due categorie di spazi. Quelli privati sono zone confinate, scavate all’interno di spessi muri di cemento a faccia vista, simili per testura e colore alla materia esistente, da cui paiono estratti. Le funzioni sociali e pubbliche della casa scaturiscono direttamente dallo spazio risultante, i cui limiti sono quindi costituiti da una serie di strati monolitici che si innalzano l’uno di fronte all’altro. E’ interessante notare come in questo caso venga ribaltato il tradizionale rapporto tra gli spazi fondamentali e quelli ausiliari, tanto che gli ambienti principali della casa risultano concepiti come una sorta di gigantesco e pervasivo spazio servente che percorre, al suo interno, la forma geometrica di base. Qui, il tema del muro continuo perimetrale, introdotto con la casa precedente costruita sul litorale alentejano, si parzializza in tante unità distinte che ritmicamente organizzano e scandiscono lo spazio. In questo interno grosse forme ciclopiche contengono una serie di ambienti di appoggio allo spazio principale.

localizzazione: Mira de Aire, Fátima, Portogallo progetto: Manuel Aires Mateus collaboratori: B. Moura Anes fotografie: D. Malhão, B. Moura Anes superficie: 1000 mq anno: 2001 30


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Casa ad Alcácer do Sal “Ad Alcácer do Sal la casa assume una condizione archetipica, non tanto nel suo aspetto, quanto negli spazi intorno ai quali è costruita”

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La casa e l’archetipo In un territorio apparentemente infinito punteggiato da pini, la collocazione della casa segnala un punto preciso. La costruzione di questa porzione di spazio stabilisce e disegna un limite tra l’interno e l’esterno. Questa frontiera si definisce ricorrendo a spazi intermedi le cui forme evocano archetipi riconoscibili dell’architettura popolare. Però, al contrario di quello che avviene di solito, i volumi così definiti in negativo chiudono uno spazio esterno che risulta rivolto verso l’interno. Come pezzi modellati sulle facce invertite di uno stampo, esterno ed interno mantengono tra loro una relazione diretta attraverso le pareti porticate. Questi spazi di transizione si inscrivono nella pianta quadrata della casa, ritagliando il volume costruito. Tutte le facciate esterne sono intonacate di bianco. I bordi della copertura sono marcati da un freddo coronamento in pietra di volta in volta interrotto, in corrispondenza delle logge ritagliate all’interno del volume chiuso, da linee perpendicolari che attirano il calore dei raggi del sole all’interno di queste cavità. Il programma si organizza in uno spazio aperto e continuo rispetto al quale i differenti usi vengono individuati per le piccole zone ausiliarie di servizio ricavate all’interno delle pareti perimetrali più esterne, ispessite e scavate. Il modo stesso in cui queste zone interstiziali che costruiscono il limite dell’edificio vengono rappresentate evidenzia la precisa volontà di interderli come volumi pieni dai quali lo spazio contenuto si ricava per sottrazione di materia, prima accumulata e poi diradata.

localizzazione: Alcácer do Sal, Portogallo progetto: Manuel Aires Mateus, Francisco Aires Mateus collaboratori: M. Rebelo Pinto fotografie: D. Malhão, F. Aires Mateus superficie: 685 mq anno: 2003 38


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ISBN 978-88-6242-011-2

20,00 euro


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