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In Veneto il piano anti aggressioni high-tech da 4 milioni

di Padova

Vola il turismo in Veneto, superati i 73 milioni di presenze, Caner: “siamo la destinazione di riferimento”

DISPERAZIONE ABITATIVA:

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Il conto alla rovescia

Le elezioni regionali si avvicinano, ma non troppo. Se fino a poco fa sembrava ormai assodato che si sarebbe votato il prossimo autunno, a sparigliare le carte, con un colpo a sorpresa di fronte allo stesso Zaia, ci ha pensato il ministro dell’Interno che ha rotto il tabù delle elezioni nella primavera 2026. Al di là del vivace dibattito che ne è scaturito resta un dato di fatto, il conto alla rovescia, più o meno lungo, è iniziato.

Anche se i partiti e le coalizioni non appaino, almeno al momento, particolarmente lanciati nello sprint finale, nonostante manchino pochi mesi e di mezzo ci sia anche l’estate, periodo storicamente molto complicato per fare campagna elettorale.

Il centrodestra è alle prese con il braccio di ferro tra Lega e Fratelli d’Italia.

Quando scriviamo queste righe non conosciamo ancora l’esito del pronunciamento della Consulta sulla possibilità per i Presidenti, in questo caso Luca Zaia in Veneto e Vincenzo De Luca in Campania, di essere eletti per un ulteriore mandato, ma i pronostici, in questo senso, non consentono loro di sperarci troppo.

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Il nostro approfondimento: a Padova trovare un alloggio a prezzi sostenibili è una sfida impossibile, eppure ben il 14 per cento delle abitazioni è sfitto o vuoto, l’Ater: “Servono più soldi per le manutenzioni”

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Sostenibilità, il Veneto fa scuola, Confindustria Veneto Est: “Le imprese green crescono più del doppio”

IL TURISMO IN CITTA’ VOLA: 1,8 MILIONI DI PRESENZE, BOOM DI STRANIERI

L’assessore Colasio: “Raccogliamo i frutti degli investimenti nelle strutture museali che rilanciano Padova città d’arte

Il ministro dell’Interno ribadisce l’autonomia delle Regioni nella scelta della data, Zaia: “Cosi possiamo anche risparmiare”

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Diritto alla casa, questione sociale

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Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

elle ore in cui “la Piazza” era ormai pronta per andare in stampa, con l’approfondimento “Dentro la notizia” dedicato all’emergenza abitativa, a Roma si apriva la prima conferenza internazionale sulla casa “All we need is HOME”. Un titolo azzeccato, grazie ai Beatles ovviamente per l’ispirazione, che va subito al cuore del problema: la casa è un diritto, o almeno dovrebbe esserlo, perché senza casa viene meno anche la tenuta sociale, insieme alla dignità delle persone

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Nuovo Ospedale, prima pietra nel 2026

Un traguardo ambizioso per la sanità padovana: il nuovo ospedale di Padova Est, con i suoi 212 mila metri quadri, 963 posti letto e una torre dedicata alla ricerca, si appresta a diventare una realtà. L’obiettivo è chiaro: approvare il progetto definitivo entro l’estate e posare la prima pietra nel 2026. Il progetto, in fase di ultime revisioni, punta a coniugare efficienza sanitaria e qualità della vita per il personale. L’Azienda Ospedale Università ha previsto spazi dedicati al welfare aziendale, tra cui palestra, aree di socializzazione e asilo nido. Pur senza modifiche esterne, il progetto ha subito una variazione significativa: grazie all’innalzamento degli argini del Piovego, è stata eliminata la collina artificiale prevista per proteggere l’area dalle alluvioni. Questa scelta ha permesso di ridurre i costi e di razionalizzare gli spazi, migliorando le aree di carico-scarico, lavanderia e cucine. Le nuove tavole progettuali delineano ogni settore del complesso: degenze, sale operatorie, torre della ricerca e parcheggio. Le simulazioni in corso verificano la disposizione di macchinari e percorsi interni, con l’obiettivo di massimizzare efficienza e multidisciplinarità.

“Stiamo lavorando per finalizzare il progetto entro aprile, così da tenere la Conferenza dei servizi a giugno”, aggiunge Dal Ben. Il nuovo ospedale dovrà essere sostenibile a livello ambientale, energetico e di trasporto, con un’integrazione efficiente delle infrastrutture cittadine, tra cui il tram. L’opera richiede un investimento di circa 820 milioni di euro, che si aggiungono ai 260 milioni già stanziati dalla Regione. Un impegno finanziario importante per un polo sanitario all’avanguardia, destinato a rivoluzionare la sanità del futuro.

Entro l’estate il via libera al progetto definitivo

Padova Est

Diritto alla casa, questione sociale

La conferenza di Roma, alla quale hanno partecipato anche alcuni amministratori delle città venete, è stata l’occasione per fare il punto con rappresentanti di città ed istituzioni europee sulle politiche abitative in Italia e in Europa e su alcuni temi urgenti come l’edilizia residenziale pubblica, le agenzie sociali per l’abitare, la carenza di affitti e l’energia verde e il consumo di suolo. L’intento è scambiare buone pratiche, cercare soluzioni, proporre politiche sulla casa. Nella speranza che qualcosa si muova anche a livello nazionale perché “è ora di mettere il diritto alla casa, la protezione delle famiglie vulnerabili e la transizione energetica in cima all’agenda”. L’incontro internazionale ha cercato di fornire uno strumento utile agli amministratori pubblici, locali e nazionali, che quotidianamente devono confrontarsi con il fenomeno della precarietà abitativa, per interpretare la realtà e selezionare le esperienze positive già esistenti. In questi anni, hanno sottolineato gli esperti, cambiamenti radicali si sono manifestati nella società, nella famiglia e nella condizione economica della popolazione. La domanda di alloggi a prezzi accessibili supera di gran lunga l’offerta, creando una situazione di crisi che colpisce persone di tutte le età e famiglie di tutte le dimensioni, in particolare nei contesti cittadini dove più grave è il deficit di patrimonio pubblico. È uno scenario purtroppo in crescita, aggravato dall’ampliamento delle diseguaglianze economiche e sociali e dall’impoverimento della classe media. Tante persone si vedono negato un diritto, quello all’abitare, che è un diritto essenziale per il pieno riconoscimento della dignità di ogni persona e, in seconda battuta, dei suoi diritti di cittadinanza. L’obiettivo si è ampliato rispetto al passato: occorre rispondere anche all’esigenza di nuove residenze ad affitti calmierati, rivolte a quelle fasce intermedie che non riescono a soddisfare il proprio bisogno sul mercato per ragioni economiche e per assenza di un’offerta adeguata, e che però non rientrano nei requisiti per l’assegnazione di alloggi popolari. Questa categoria comprende una varietà di tipologie come giovani coppie a basso reddito, famiglie monogenitoriali, anziani, studenti, lavoratori fuori sede, immigrati. La conferenza ha approfondito le esperienze delle Agenzie sociali per l’Abitare, uno strumento pubblico già presente a Torino, Milano, Napoli, Firenze e Modena, per calmierare il mercato degli affitti residenziali. Lo scopo è reperire alloggi nel mercato privato tramite accordi con i proprietari, in modo da arrivare ad affitti a canone concordato. Una soluzione ancora poco praticata nelle nostre città.

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I numeri. Sono soprattutto gli stranieri a trainare questa crescita esponenziale

Turismo inarrestabile a Padova, nel 2024 sfiorata quota 1,8 milioni di presenze

Nel 2024 le quotazioni più alte in centro e zona Pedrocchi, ma anche a Nazareth. Il tram spinge le valutazioni degli immobili. Gli affitti registrano un aumento generalizzato, cresce il divario tra nuovo e usato. Per chi acquista restano difficili le condizioni di accesso al credito. Mamprin (Fiaip Padova): “Valutazioni complesse per gli immobili che hanno usufruito del bonus 110%”

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adova si conferma una meta turistica in forte ascesa, registrando nel 2024 numeri da capogiro. Secondo i dati ufficiali, la città ha raggiunto un picco storico di 1.764.999 presenze, un traguardo che segna un incremento del 7,1% rispetto all’anno precedente.

A trainare questa crescita esponenziale sono soprattutto i turisti stranieri, con un aumento del 10,1% rispetto al 4,7% dei visitatori italiani. Nel dettaglio, le presenze italiane si attestano a 949.403, mentre quelle straniere raggiungono quota 815.596.

Anche il numero degli arrivi registra una tendenza positiva, con un totale di 826.435, in aumento del 6,9% rispetto al 2023. Anche in questo caso, il contributo maggiore arriva dai turisti stranieri, con 384.840 arrivi (+9,4%).

Analizzando i dati mensili sugli arrivi e le presenze turistiche, emergono tendenze interessanti legate alle condizioni meteo. Nei primi tre mesi dell’anno, Padova ha registrato un’impennata negli arrivi di visitatori stranieri: +24,6% a gennaio, +40,5% a febbraio e +34,1% a marzo.

Il turismo italiano, invece, si concentra soprattutto tra apri-

le e maggio, con un incremento rispettivamente del 10,2% e del 16,6%. Tuttavia, agosto si conferma il mese più critico, con un netto calo di presenze, segno che la città non è ancora percepita come una meta estiva. Un cambiamento potrebbe arrivare con i progetti in corso per valorizzare la navigabilità della Padova delle acque e mantenere viva l’offerta turistica anche nei mesi più caldi.

Nel complesso, il trend degli arrivi – considerando sia italiani che stranieri – si conferma in crescita nel primo trimestre, così come nei mesi di maggio e giugno. A trainare il turismo contribuisce il successo delle visite ai musei civici Eremitani, a Palazzo della Ragione e alle numerose mostre di alto livello che ogni anno arricchiscono l’offerta culturale della città.

Questi numeri confermano il crescente appeal di Padova come destinazione turistica. L’obiettivo ambizioso è ora quello di superare il traguardo dei due milioni di presenze nei prossimi quattro anni.

“ Il sistema Padova, la nostra Padova Urbs Picta, città d’arte si è venuta sempre più a caratterizzare con una meta di desti-

nazione di rango europeo ed è legata a due fattori - commenta l’assessore alla cultura Andrea Colasio - Il potenziamento delle infrastrutture museali che continuano a produrre risultati e le grandi campagne di comunicazione nazionale che indubbiamente fanno di Padova nel novero delle città d’arte italiane, la prima piccola media città, che ha deciso di investire in modo sistematico sulla comunicazione istituzionale”

Se si considera anche il turismo delle Terme, si comprende come collegare Padova città d’arte con i Comuni termali può essere il segreto del successo dell’intero territorio. Abano, per esempio, supera la città del Santo come totale di presenza (sopra 1, 8 milioni), ma anche Montegrotto fa

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bene con i suoi 708 mila turisti. Sommando tutto e strizzando l’occhio anche ai Colli Euganei, è facile comprendere come bisognerebbe ragionare insieme sull’offerta: “L’obiettivo sarà conseguibile solo all’interno di una grande strategia politica di valorizzazione culturale e di marketing turistico dall’altra” conclude Colasio “e va portata a termine la costruzione del sistema museale cittadino, potenziando anche realtà minori, ma che minori poi non sono. Così come si dovrà contare nella politica di investimento e di marketing e di promozione, che hanno visto investire 800 mila euro all’anno con spot e promozione sulle principali reti nazionali».

Per raggiungere questo traguardo, sarà fondamentale una

strategia politica mirata, che punti sulla valorizzazione del patrimonio culturale e su un marketing turistico efficace. Tra le priorità, spicca il completamento del sistema museale cittadino, con un’attenzione particolare al potenziamento di realtà culturali meno conosciute. Sarà inoltre cruciale investire in promozione e marketing, sfruttando le principali reti nazionali per raggiungere un pubblico sempre più ampio.

Padova si appresta a vivere una nuova stagione d’oro dal punto di vista turistico. Con una strategia mirata e investimenti adeguati, la città ha tutte le carte in regola per diventare una delle mete più ambite del panorama nazionale e internazionale.

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Il mercato immobiliare. Vendita in aumento, quotazioni stabili e attenzione per la classe energetica

Affitti agli studenti, prezzi alle stelle Corsa senza sosta per il mattone, +6,1%

Nel 2024 le quotazioni più alte in centro e zona Pedrocchi, ma anche a Nazareth. Il tram spinge le valutazioni degli immobili. Gli affitti registrano un aumento generalizzato, cresce il divario tra nuovo e usato. Per chi acquista restano difficili le condizioni di accesso al credito. Mamprin (Fiaip Padova): “Valutazioni complesse per gli immobili che hanno usufruito del bonus 110%”

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el corso del 2024, il mercato immobiliare di Padova e Provincia ha registrato una significativa crescita nel numero di compravendite. Nei primi nove mesi dell’anno, si è osservato un aumento del 6,1% rispetto allo stesso periodo del 2023, confermando una tendenza positiva che ha coinvolto sia il capoluogo che le aree limitrofe.

Nel comparto residenziale, nelle aree caratterizzate da un patrimonio immobiliare più datato, si è verificato un leggero calo delle quotazioni. Tuttavia, gli immobili vecchi continuano a essere appetibili per alcune categorie di acquirenti, in particolare laddove si possono sfruttare i bonus fiscali per ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche.

A Padova città, il primo semestre del 2024 ha visto un totale di 1.707 transazioni immobiliari, con un incremento del 6,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo dato è supportato da una crescita costante nei primi due trimestri dell’anno, con un +7,8% nel primo trimestre e un +5,3% nel secondo.

Il presidente Fiaip Padova Barbara Mamprin evidenzia alcuni aspetti chiave del mercato immo-

biliare. Il primo riguarda l’attenzione crescente degli acquirenti verso la classe energetica degli immobili. Il secondo riguarda l’ampliamento della differenza di prezzo tra il nuovo e l’usato, con le abitazioni di nuova costruzione fortemente influenzate dall’aumento dei costi dei materiali. Infine, il terzo aspetto riguarda l’impatto del taglio dei tassi di interesse da parte della BCE, avviato nel 2024, che ha favorito la ripresa del mercato, dopo che nel 2023 l’aumento dei tassi aveva contribuito a una riduzione delle compravendite.

Analizzando i valori immobiliari nelle diverse zone della città, nel centro storico le abitazioni in ottime condizioni registrano prezzi medi compresi tra 2.900 e 3.000 euro al metro quadro. In zona Pedrocchi, i valori salgono a circa 3.600-4.000 euro al metro quadro, mentre nella prestigiosa area di Prato della Valle le quotazioni si attestano tra i 3.100 e i 3.400 euro al metro quadro. Questi dati evidenziano un lieve aumento rispetto ai valori del 2023, confermando la stabilità e l’attrattività del mercato immobiliare padovano.

L’interesse per la classe energetica degli edifici è in crescita: sem-

tezza economica generale stanno facendo lievitare i prezzi degli immobili di nuova realizzazione, che però risultano molto richiesti grazie alle tecnologie avanzate e alle

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ziale sta registrando rincari significativi, con le locazioni per studenti che restano particolarmente elevate.

“Nonostante le difficili condizio-

ni di accesso al credito, il mercato immobiliare di Padova ha mostrato segnali positivi nel 2024. - conclude Barbara Mamprin, presidente Fiaip Padova - Le previsioni per

cato, sostenuta da fattori come la crescita economica e l’attrattività per studenti e professionisti. Le

Il settore continua a beneficiare di una domanda sostenuta, trainata da condizioni economiche più resse per gli immobili in posizioni strategiche. La crescita dei prezzi

za positiva delle transazioni indica per gli agenti immobiliari un aumento della fiducia da parte degli acquirenti e degli investitori.

A caccia di alloggi: sfida impossibile, eppure il 14% rimagono ancora vuoti

APadova, la ricerca di un alloggio è diventata una vera e propria sfida. Nonostante la città conti 115.941 abitazioni, ben 16.550 risultano vuote, un dato allarmante che rappresenta il 14,3% del patrimonio immobiliare. Questa situazione crea una forte disparità tra chi cerca casa e l’offerta disponibile, specialmente per gli affitti, mettendo in difficoltà soprattutto studenti e giovani lavoratori. Tuttavia, è fondamentale distinguere tra il mercato privato e gli alloggi popolari gestiti dal Comune e dall’Ater. Ogni anno, l’amministrazione comunale assegna nuove abitazioni attraverso una graduatoria, rivolta a persone e nuclei familiari in condizioni di fragilità economica, inclusi i senza dimora. In dieci anni, i senza dimora a Padova sono passati da 55 a 248, mettendo a dura prova la graduatoria per gli alloggi popolari. Nonostante le difficoltà, nel 2023, su 71 assegnazioni, 26 hanno trovato una sistemazione, pari al 36,6% del totale. Per queste famiglie, sono stati attivati interventi di supporto e accompagnamento abitativo specifici. Il Comune ha inoltre stanziato diversi sostegni economici per chi non ha una dimora stabile. Nel 2023, ben 323 famiglie hanno beneficiato di 392 contributi destinati al sostegno all’abitare. Le risorse sono state impiegate per coprire morosità relative a canoni di locazione, spese condominiali e utenze domestiche, con l’obiettivo di prevenire

situazioni di emergenza abitativa e scongiurare gli sfratti.

A testimonianza dell’attenzione rivolta alle fasce più vulnerabili della popolazione, l’Assessorato ai Servizi Sociali ha stanziato 30mila euro per interventi di particolare rilevanza pubblica, finalizzati al contrasto della povertà estrema. Da quattro mesi la gestione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica - dei 1658 appartamenti - è passata nuovamente sotto la responsabilità diretta dell’amministrazione comunale. Il Comune ha affidato il compito ad Aps Holding della manutenzione degli immobili comunali e dei relativi servizi.

Un’operazione che garantirebbe un risparmio nella gestione, di disporre in maniera strutturale nuove risorse economiche da destinare al continuo miglioramento del patrimonio e al potenziamento dell’edilizia residenziale pubblica in città. Un’emergenza abitativa che sta colpendo anche le fasce più vulnerabili della popolazione.

Tra queste, gli studenti universitari che si trovano in una situazione critica a causa della grave carenza di residenze universitarie pubbliche, della scarsa disponibilità di alloggi nel mercato privato e del continuo aumento dei canoni di locazione.

Ma Padova potrebbe presto vedere un allentamento della pressione sul mercato degli affitti grazie all’apertura di nuove soluzioni abitative per gli studenti. Secon-

do quanto riferito dagli operatori privati coinvolti nei progetti, già dal prossimo anno accademico saranno disponibili nuove strutture, contribuendo ad ampliare un’offerta che oggi risulta gravemente insufficiente rispetto alla domanda. Emergenza abitativa che colpisce la città, con studenti, lavoratori e giovani coppie in forte competizione per un numero limitato di alloggi. L’obiettivo è riportare sul mercato abitativo spazi inutilizzati, favorendo interventi di rigenerazione urbana per la creazione di residenze studentesche moderne e accessibili. Le condizioni poste restano chiare: le nuove strutture dovranno nascere dal recupero di immobili o aree dismesse e garantire una quota di posti letto riservata alle graduatorie ESU, assicurando così un accesso equo agli alloggi per la popolazione studentesca.

Sara Busato

Per gli studenti mancano ancora posti a prezzi accessibili

C’è anche un’emergenza sociale: in dieci anni, i senza dimora a Padova sono passati da 55 a 248, mettendo a dura prova la graduatoria per gli alloggi popolari. Nonostante le difficoltà, nel 2023, su 71 assegnazioni, 26 hanno trovato una sistemazione, pari al 36,6% del totale. 323 famiglie hanno beneficiato di 392 contributi destinati al sostegno all’abitare

Sono note in città le condizioni di difficoltà del mercato immobiliare per rispondere alla crescente domanda di alloggi in affitto anche da parte degli studenti universitari. Nel giro di pochi anni, il numero di posti letto negli studentati privati a Padova raggiungerà quota 4.141, con strutture di fascia medio-alta e rette che possono arrivare fino a 1.000 euro al mese. A questi si aggiungono 1.654 posti già disponibili nei collegi universitari cattolici, che offrono una rete capillare sul territorio. Tuttavia, il fabbisogno ideale per gli studenti fuori sede è

stimato in 8.500 posti, pari al 20% del totale degli iscritti, evidenziando una persistente carenza di soluzioni abitative accessibili. Nei giorni scorsi l’assessore all’edilizia privata Bressa ha visitato il cantiere di via Belzoni che prevede la messa a disposizione di 474 posti letto grazie a una struttura completamente riqualificata di ben 13.914mq e che ha previsto la cessione del Parco Città dei Bambini di via Sant’Eufemia al Comune, anche prevedendo un vicolo di collegamento dell’area verde con via Belzoni. In via Turazza, il nuovo edificio ospiterà 235 stu-

denti in un edificio all’avanguardia dal punto di vista energetico grazie all’utilizzo delle nuove tecniche di costruzione in legno. Entrano nel vivo i lavori di riqualificazione di una parte del collegio dei Padri Comboniani destinato a diventare il primo nuovo studentato pubblico della città. La struttura sarà oggetto di una maxi-ristrutturazione da oltre 5,2 milioni di euro. Centonove posti letto distribuiti su oltre 2.400 metri quadrati: è questo il progetto dell’Esu, che punta a inaugurare il nuovo studentato per l’inizio del prossimo anno accademico.

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Edilizia popolare. Il presidente dell’Ater di Padova Tiberio Businaro sugli interventi in città

“Investiamo milioni ma non basta servono nuovi alloggi e più risorse”

L ’Ater di Padova gestisce 7.400 alloggi in tutta la provincia e a Padova sta investendo alcuni milioni di euro in ristrutturazioni e manutenzioni. “Nel quartiere di Via Cabrini, - spiega il presidente Tiberio Businaro - il progetto Pinqua (Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare), sostenuto dal Pnrrr, ha avviato una serie di interventi di manutenzione straordinaria e efficientamento energetico su 64 alloggi. Sono dieci le palazzine situate tra le vie Palestro, Toselli, Magenta e Varese, interessate da una significativa ristrutturazione che coinvolge ben 63 alloggi grazie ad un finanziamento statale per oltre 5,8 milioni di euro su un investimento complessivo di 8 milioni 850 mila euro, prevede il miglioramento sismico e una profonda riqualificazione edilizia e ambientale. In via Callegari stiamo demolendo l’ex Casetta Berta per ricavare due alloggi per le categorie protette con 420 mila euro. Non solo, a Pontevigodarzere stiamo ristrutturando altri 16 alloggi per un milione di euro apportando migliorie agli impianti e agli interni, per una maggiore efficienza energetica. Inoltre stiamo sistemando altri 44 alloggi per un ulteriore milione di euro. Tra la città e la provincia stiamo eseguendo la manutenzione straordinaria in 70 alloggi sfitti”.

Presidente, perché le liste di assegnazione non scorrono?

Le graduatorie sono molto affollate e le case disponibili sono sicuramente inferiori rispetto alle richieste. Per quanto riguarda l’assegnazione è l’algoritmo regionale a stabilire chi ne ha diritto. Se ci fosse una maggiore disponibilità potremo assegnare un posto anche a chi ha l’Isee più alto e quindi paga un canone maggiore. Questo porterebbe più risorse alle Ater che potrebbero così avere più disponibilità per le manutenzioni. Servirebbe un piano casa nazionale, ma sono decenni che non si fa.

Perché si aspettano mesi prima dell’assegnazione?

li. Non è certo nostra volontà lasciare gli alloggi sfitti.

Invece ci sono centinaia di appartamenti vuoti in attesa di ristruttu-

razione, che fare?

Tra Padova e provincia gli alloggi sfitti sono circa 800, per sistemarli tutti ci vorrebbero intorno ai 50

milioni di euro. Una parte sono già finanziati e sono in corso le manutenzioni, ma nessuna Ater riesce ad avere la capacità finanziaria per ri-

In media per l’assegnazione di un alloggi ci vogliono 6-7 mesi, i tempi sono stabiliti dalla normativa. Dal momento in cui si fa il bando c’è un’istruttoria con i tempi per le osservazioni, gli eventuali ricorsi fino ad arrivare alla graduatoria finale. Noi non vediamo l’ora di assegnare gli alloggi, qualora fossero disponibi-

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Servizi Cgil vi aiuta a risolvere i vostri problemi

(Padova Centro, Sacra Famiglia, Mandria) via Riello, 4 | 35122 Padova spi.padova1@cgilpadova.it

Lega Padova Quartiere 4 (Santa Croce, Bassanello, Voltabarozzo) via Guizza, 101 | 35125 Padova spi.padova4@cgilpadova.it

(Arcella, San Carlo) via Callegari 14/A | 35133 Padova spi.sancarlo@cgilpadova.it

Lega Padova Quartiere 6 (Chiesanuova, Brusegana, Sacro Cuore) via Edison, 5 | 35136 Padova spi.padova6@cgilpadova.it

(Forcellini, Ponte di Brenta, Mortise) via Prosdocimi, 10 | 35128 Padova spi.padova3@cgilpadova.it

Lega Cadoneghe via G. Franco, 2 | 35010 Cadoneghe (PD) spi.cadoneghe@cgilpadova.it

attare tutti gli alloggi, la sostenibilità non c’è, per questo servirebbe una iniezione di denaro pubblico. Laddove c’è la possibilità di avere dei contributi pubblici noi ci aggrappiamo subito e partiamo con gli interventi.

Riguardo alle manutenzioni e ai problemi segnalati cosa state facendo?

Noi siamo sul pezzo e facciamo quasi tremila interventi di manutenzione all’anno. Ovviamente abbiamo un budget che è confinato nel nostro bilancio, ogni anno incassiamo circa 11 milioni di euro di canoni quindi riusciamo ad impegnarne tra i due e mezzo e tre per le manutenzioni. E qui torniamo al problema delle risorse che scarseggiano. A complicare il quadro c’è inoltre la richiesta di alcuni Comuni, fra i quali Padova, di incassare gli arretrati dell’Imu perché secondo la loro interpretazione anche l’Ater dovrebbe pagare e ci sono dei contenziosi. Abbiamo fatto ricorso e sembra che il legislatore ci dia ragione. Alcuni Comuni infatti hanno già azzerato l’Imu a nostro carico.

Intanto Padova ha affidato la gestione di 1.700 alloggi ad Aps Holding.

Era anomalo che il Comune di Padova da 25 anni si facesse gestire i suoi alloggi, noi abbiamo fatto la nostra parte. Nessuno ha mai detto che l’amministrazione comunale ha cambiato perché non era soddisfatta della gestione ma perché ritiene di risparmiare. Noi grazie alla nostra gestione siamo riusciti a fare il superbonus su 500 alloggi e 25 milioni di euro grazie ad una gara di paternariato. Senza gestione Ater non sarebbe stato possibile farlo. Adesso il Comune si ritrova con immobili qualificati.

Perché l’Ater vende una parte dei suoi alloggi?

E’ naturale e fisiologico che ci sia un piano vendite, lo stabilisce la norma regionale fissando le caratteristiche per la vendita di alloggi che non sono più adatti per la ristrutturazione. Vendiamo solo quello che è approvato nel piano regionale. Non stiamo parlando di una vendita massiva e in ogni caso se in un anno vendiamo 30 alloggi ne costruiamo 40 di nuovi e questo aiuta anche a gestire il patrimonio.

Ascolta
Nicola Stievano
Tiberio Businaro Il cantiere di via Cabrini

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Le esperienze raccontate da Patrizia Tolot

housing della cooperativa Vite Vere Down Dadi rappresenta un modello innovativo di shøi è un esempio di come la cultura possa

continua a dar voce a progetti e

tà un luogo più inclusivo, vivace e ricco di opportunità per tutti, grazie a Fondazione Cariparo. La rubrica proseguirà con nuovi racconti e nuove storie di chi, con il proprio impegno, contribuisce a costruire un futuro migliore per il territorio di Padova e Rovigo.

noi” e costruire percorsi di autonomia graduali, con il supporto di psicologi e operatori formati. Tolot sottolinea l’importanza dell’integrazione abitativa: “Non possiamo pensare di isolare queste persone. Devono vivere in un contesto sociale, in quartieri che favoriscano le relazioni”. Il progetto, che prevede tre anni di accompagnamento, ha già coinvolto numerose famiglie e punta a rispondere alla crescente domanda di so-

Bolpagni

La Fondazione Cariparo investe da anni nella promozione della cultura, sostenendo grandi mostre a Rovigo, in particolare a Palazzo Roverella. L’ultima iniziativa in ordine di tempo, curata da Paolo Bolpagni, è la prima mostra italiana dedicata a Vilhelm Hammershøi, il più grande pittore danese della sua

do come il linguaggio visivo dell’artista danese sia ancora attuale”, spiega Bolpagni. Le mostre di Palazzo Roverella hanno raggiunto in passato numeri importanti, come gli 88mila visitatori per Kandinskij e i 73mila per Renoir. L’obiettivo è che anche Hammershøi possa attrarre un pubblico vasto, grazie alla coerenza della proposta culturale della Fondazione Cariparo, che punta a coniugare qualità e valorizzazione del territorio.

Tram. I cantieri per le nuove linee avanzano, con disagi inevitabili ma limitati e qualche attesa imprevista

Cantieri multipli e viabilità modificata Padova guarda alla mobilità del futuro

Ilavori per le nuove linee del tram avanzano, e la città si trova ad affrontare le conseguenze sulla viabilità. Padova si trasforma: i cantieri stanno ridisegnando la mobilità urbana. I cittadini, ormai avvezzi ai cantieri, si destreggiano tra le novità, con disagi limitati e una buona capacità di adattamento. L’apertura del cantiere in via Tommaseo non ha causato particolari problemi, mentre qualche rallentamento si è verificato nei pressi della Fiera, dove gli automobilisti hanno dovuto seguire le deviazioni. Difficoltà anche per gli studenti, con la fermata dell’autobus spostata e qualche attesa imprevista. Un nuovo cantiere si è aggiunto ai quattro già attivi lungo l’asse di via Venezia e via Tommaseo, portando a cinque i cantieri contemporanei. Nel tratto antistante la Fiera, la corsia in direzione stazione è stata chiusa. Per consentire la realizzazione delle piattaforme della terza linea del tram (Sir2), sono iniziati i lavori nel tratto compreso tra via Rismondo e via

Goldoni. Il cantiere, che durerà fino all’estate, prevede la posa dei basamenti per le rotaie. Per procedere è stato necessario restringere la carreggiata, istituendo un senso unico in direzione Stanga. Chi proviene dalla rotonda “a fagiolo” e deve dirigersi verso la stazione, sarà obbligato a svoltare a destra in via del Pescarotto, proseguendo poi in via Murialdo, via Rismondo, via Goldoni e via della Pace. Anche le linee del trasporto pubblico hanno subito modifiche di percorso, con l’istituzione di fermate provvisorie in via Murialdo e in via della Pace. Anche in via Giustiniani, davanti all’ospedale, i lavori sono entrati nel vivo dopo i rilievi topografici e l’installazione delle recinzioni. L’intervento, suddiviso in otto fasi, mira a concludersi entro l’estate per liberare un’area cruciale per i mezzi di soccorso. L’obiettivo è finire entro l’estate e liberare il prima possibile l’area, considerata molto delicata per il passaggio dei mezzi di soccorso.

La prima fase, della durata di un

mese, interessa il tratto tra la rotonda di via San Massimo e l’attraversamento pedonale dell’ospedale.

La semicarreggiata lato Pediatria è chiusa al traffico, la pista ciclabile è interrotta e la rotonda all’incrocio con le vie Giustiniani, Falloppio, Ospedale civile e San Massimo è temporaneamente smontata. La circolazione è comunque garantita, con obbligo di svolta a destra per chi proviene

da via San Massimo e via Ospedale civile. Le otto fasi dovrebbero concludersi a settembre, ma le imprese, in accordo con Aps e l’amministrazione, valutano la possibilità di lavorare anche di notte per accelerare i tempi e ridurre i disagi. Spostandoci in direzione del percorso del Sir2, è stata avviata la preparazione del cantiere per la nuova passerella ciclopedonale a Chiesanuova, in corrispondenza del cavalcavia di via Vicenza, prevista da progetto. Per realizzarlo però è previsto il trasloco di circa 50 alberi. Spostamenti iniziati ieri per gli arbusti di media grandezza, pronti ad essere accolti in prossimità del cavalcavia di Brusegana, dove è da poco stato realizzato il nuovo bacino di laminazione. Una volta realizzata la ciclopedonale, nelle aree rimanenti verranno messe a dimora piante nuove per ripristinare nel tempo quella parte di verde.

Delegazione in Francia per monitorare la costruzione negli stabilimenti Alstom

Una delegazione del Comune di Padova ha visitato gli stabilimenti di Alstom France in Alsazia, dove sono in produzione i nuovi tram destinati al sistema Smart. La visita, richiesta dai consiglieri comunali Ubaldo Lonardi, Nereo Tiso, Chiara Gallani ed Elena Cappellini, insieme all’assessore alla mobilità Andrea Ragona, al RUP del sistema Smart Diego Galiazzo e a Laurent Marquis di APS Holding, ha permesso di monitorare da vicino l’avanzamento dei lavori. La delegazione ha visitato diverse sedi: Hangenbieten: dove vengono stoccati i pezzi per l’assemblaggio e si trovano gli uffici di Alstom. Poi Reischoffen: cuore della catena di montaggio. Momenheim, il deposito delle parti più

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grandi, come i moduli passeggeri. E infine l’Atelier di Monsieur Guillet: dove avviene la saldatura delle carrozze. L’approvvigionamento dei circa 3.900 pezzi necessari per ogni tram procede parallelamente alla produzione, garantendo un flusso costante. A Reischoffen, il primo tram a 4 vagoni è in fase avanzata di assemblaggio, mentre il secondo è entrato in catena di montaggio. Un momento simbolico è stata la firma del primo mezzo da parte di tutti i presenti. La visita si è conclusa sulla pista di Duppingheim, dove i tram vengono testati. Attualmente, sono in corso le prove degli ultimi due mezzi a tre casse destinati al Sir 3, che arriveranno a Padova nelle prossime settimane.

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L’iniziativa. In campo Forza Italia con Elisa Venturini, capogruppo in Consiglio regionale

Camminata in zona stazione per la sicurezza “Non lasciamo la città in ostaggio dei vandali”

“Quando i commercianti sono costretti a rimuovere spazi dedicati ai clienti, come accaduto alla pizzeria Da Pino, la situazione della sicurezza nei nostri centri urbani evidenzia problematiche che non possono più essere ignorate.” A parlare è Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale che ha partecipato a una camminata nella zona della stazione di Padova, insieme agli esponenti locali del partito, per verificare di persona l’efficacia delle misure di sicurezza recentemente rafforzate grazie all’intervento del Governo.

Durante il sopralluogo, Venturini ha sottolineato i primi segnali positivi: “Abbiamo riscontrato un netto miglioramento: la sicurezza si costruisce con atti concreti, non con parole di facciata o, peggio ancora, ignorando il problema. Solo con interventi reali possiamo garantire un territorio più sicuro per tutti. Rivolgiamo sempre il nostro grazie al Prefetto, al Questore e alle forze dell’ordine”.

Ma l’esponente forzista ha voluto anche richiamare l’attenzione su episodi che, come nel caso del locale Da Pino, evidenziano quanto la strada da fare sia ancora lunga: “La decisione di privarsi di un

plateatico, che rappresenta non solo uno spazio per i clienti ma anche un valore aggiunto per l’offerta commerciale, è sintomatica di un clima di insicurezza. Non possiamo accettare che le scelte di gestione di un’attività vengano dettate dalla paura di atti vandalici o dall’arroganza di pochi bulli”.

Venturini ha poi rilanciato l’appello alle istituzioni e alle forze dell’ordine, chiedendo una presenza costante e una collaborazione più stretta per prevenire il degrado e ridare ai cittadini la fiducia nei luoghi che vivono ogni giorno. “È fondamentale che le istituzioni, in collaborazio-

ne con le forze dell’ordine, intervengano per garantire un contesto sereno e sicuro, sia per i cittadini che per i commercianti. La sicurezza è un diritto di tutti, e un centro urbano vivibile è una risorsa preziosa per le comunità”.

In conclusione, Venturini ribadisce l’impegno di Forza Italia: “Non dobbiamo lasciare che le nostre città siano ostaggio di episodi di vandalismo e bullismo. Serve un impegno condiviso per restituire ai centri storici la vivibilità e la sicurezza che meritano. Noi continueremo a sollecitare interventi mirati e duraturi, perché la qualità della vita passa anche da qui”. (d.b.)

Degrado urbano, polizia locale in prima linea contro l’abbandono dei rifiuti

E’ guerra ai “rifiuti selvaggi”: la Polizia locale è sulle tracce degli individui (più di uno e con più azioni) che hanno abbandonato una quantità di rifiuti ingombranti lungo via Sant’Orsola vecchia: pneumatici, televisori, quattro sacchi di materiali vari, lavandini in ceramica, un sedile di auto e vecchi mobili. Gli autori dei conferimenti hanno lasciato tracce che potrebbero portare alla loro individuazione.

Un’altra importante operazione di indagine e di pulizia è stata condotta dalla Polizia locale in via San Crispino, dove sono stati trovati rifiuti ingombranti, speciali e apparecchi elettronici, un gazebo, reti, un forno, un frigorifero e ben 15 sacchi neri pieni di rifiuti eterogenei. In questo caso grazie alla collaborazione del personale qualificato dell’APS, gli agenti della Polizia Locale sono riusciti a risalire ai responsabili, contestando le relative sanzioni.

“Queste operazioni, rappresentano un chiaro messaggio sull’importanza della tutela ambientale”, ha dichiarato l’assessore alla sicurezza Diego Bonavina, annunciando che verranno messe sotto sorveglianza le aree a maggior rischio. (d.b.)

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Elisa Venturini con i referenti padovani di Forza Italia

Obbiettivo

L’intervista. Il presidente della Consulta 3B Forcellini - Terranegra - Camin - Granze

Fabio Casetto: “Un territorio vasto, cerchiamo di dare voce ai cittadini”

L a Consulta 3B comprende i territori di Forcellini - Terranegra - Camin - Granze: una zona molto vasta e con caratteristiche molto diverse. Fabio Casetto è presidente della Consulta, ed è soddisfatto di come sta lavorando l’organismo che dà voce ai quartieri. “Abbiamo costituito un coordinamento con rappresentanti della maggioranza e della minoranza che dedica tempo ed energie, al di là del colore politico, e si impegna per il territorio”, racconta Casetto.

Quali sono i temi che vi vedono particolarmente impegnati?

“Siamo in attesa che l’assessore ai lavori pubblici venga a spiegarci le soluzioni per l’area della Scuola inglese; abbiamo valutato la soluzione parcheggio, sostenuta da parte dei residenti, ma ci sono troppi problemi, la strada, le case. Poi è sempre attuale il monitoraggio sull’inceneritore di San Lazzaro. Durante un incontro, a cui era presente anche il sindaco Giordani, un esperto ci ha presentato il progetto per la realizzazione di un’unica linea che brucerà più materiale delle due attuali con la riduzione delle emissioni, abbiamo chiesto di

verificare l’impatto sulla viabilità per l’aumento dei trasporti. A Camin abbiamo la questione dell’ampliamento dell’ Alì. Camin era un bellissimo quartiere di Padova che dagli anni ’60 si è trovato ad essere una zona satellite della città, con una vasta area industriale. La Consulta ha dedicato una serata ad ospitare tutti coloro che sono contrari al progetto di ampliamento, un incontro che è stato molto utile anche per l’amministrazione, per recepire eventuali modifiche”.

C’è una nuova iniziativa per la sicurezza nei quartieri.

“Per fortuna non abbiamo grandi problemi di sicurezza; abbiamo avuto episodi di baby gang che

hanno vandalizzato aree pubbliche e cassonetti, ma è stato un caso isolato, come anche capita la banda di ladri di appartamento che batte un’intera zona. Avremo un referente presso la Polizia locale che potrà darci assistenza in caso di richieste che dovessero provenire dai cittadini”.

L’impatto del tram a Forcellini?

“Abbiamo organizzato una serata sul tema: i cittadini si rendono conto che i lavori sono temporanei e necessari, c’è qualche problema sollevato da alcune famiglie in via Sografi, ma l’amministrazione ha promesso che verranno trovate delle soluzioni”.

Sono in corso gli interventi per l’ampliamento del Parco Iris, diventerà il più grande della città.

“Sì questo ci sta dando grande soddisfazione. A breve indiremo con l’assessore un percorso partecipato per la sistemazione della messa in mora di nuovi alberi. Nell’area Margherita tra Forcellini e Terranegra abbiamo piantumato 250 alberi con bambini delle scuole, una festa molto bella per un altro futuro parco”.

Diego Buonocore

Buche in strada e marciapiedi sconnessi: al via il piano da 7 milioni

Sui principali temi sono stati organizzati degli incontri pubblici, dall’inceneritore San Lazzaro all’ampliamento Alì a Camin. “Sul fronte sicurezza potremo contare su un referente alla polizia locale”

Buche nelle strade e marciapiedi divelti, una situazione che i padovani conoscono bene, con segnalazioni che arrivano da tutte le Consulte cittadine. Con l’arrivo della primavera il Comune di Padova intende mettere mano alla situazione, forte anche di ingenti finanziamenti che arrivano da assestamenti di bilancio e da fondi propri, per un totale di circa 7milioni di euro. In particolare sono stati stanziati 460mila euro per la manutenzione della viabilità nei quartieri 1 Centro storico, 3 Est Brenta - Venezia, Forcellini - Camin e 5 Sud-Ovest Armistizio - Savonarola. Per quanto riguarda il rifacimento dei marciapiedi e l’eliminazione di barriere architettoniche i lavori hanno già preso il via in via Vecellio e in via Viotti, complessivamente sono stati stanziati 400mila euro, ed altri 500mila euro riguardano lavori che inizieranno nel mese di Aprile. Con uguale somma (460mila euro) sono stati finanziati lavori nei quartieri 2 Nord Arcella -

S. Carlo - Pontevigodarzere, 4 SudEst S.Croce - S.Osvaldo, Bassanello - Voltabarozzo e 6 Ovest Valsugana - Brentella. Al via anche i lavori nelle grandi strade di collegamento: 700mila euro per rimettere a posto le tangenziali ed altrettanti per la zona industriale grazie a risorse stanziate con assestamento votato a fine 2024, mentre il bilancio 2025 ha messo in campo 1milione e 200mila euro per tangenziali e zona industriale, 700mila euro per i quartieri e 120mila euro per interventi di eliminazione delle barriere architettoniche.

“Nonostante le difficoltà legate alle restrizioni di bilancio dovute anche e ai tagli imposti dal Governo, siamo riusciti quest’anno a destinare una cifra significativa agli interventi di manutenzione”, ha dichiarato il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Andrea Micalizzi. “Intendiamo focalizzarci ancora di più sulle manutenzioni, prestando attenzione a tutti gli aspetti legati al decoro e alla sicu-

rezza delle nostre strade, che sono fondamentali per l’aspetto della nostra città, per la sicurezza delle strade e per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Ogni segnalazione da parte dei cittadini, delle Consulte, e ogni sopralluogo sono attentamente valutati e inseriti nel piano di intervento. Il fabbisogno che abbiamo stimato supera i 17 milioni di euro. È una cifra enorme di cui evidentemente non disponiamo. Per questo motivo, è fondamentale continuare con gli investimenti che abbiamo avviato, sperando di non subire ulteriori tagli”. (d.b.)

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Fabio Casetto, presidente della Consulta 3B

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tando con un linguaggio semplice e divertente il valore del cibo fresco, locale e di stagione. Durante la visita, i bambini hanno l’occasione di esplorare il mercato in piena attività, osservando da vicino il lavoro dei grossisti, il movimento delle merci e la grande varietà di prodotti ortofrutticoli disponibili.

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alla salute.

Questo progetto è sostenuto con grande convinzione da tutto il Consi glio di Amministrazione del MAAP, sia nella componente pubblica che in quella privata dei grossisti, a dimo strazione di quanto il tema dell’edu cazione alimentare sia sentito come

Il servizio. Siglato un accordo tra Ateneo e Comune di Vicenza

In arrivo a Vicenza un punto di ascolto contro le discriminazioni dell’Università

A partire da maggio offrirà supporto gratuito a chiunque subisca discriminazioni, molestie, abusi o violenza di genere e contro le comunità Lgbtqia+. Con la spinta di Udu Padova, l’Università di Padova ha già avviato un servizio simile nella sede di Padova, attivo dal luglio 2024, che ha accolto 29 persone

L’Università di Padova e il Comune di Vicenza hanno siglato un accordo per l’apertura di uno Sportello antiviolenza nella sede vicentina dell’ateneo, un punto di ascolto dedicato a tutta la comunità accademica.

Attivo da maggio, lo sportello offrirà supporto gratuito a chiunque subisca discriminazioni, molestie, abusi o violenza di genere e contro le comunità Lgbtqia+. L’iniziativa si inserisce nel progetto Università Responsabile – UniRe, operando in sinergia con le figure di tutela dell’ateneo, come il consigliere di fiducia, e con la rete territoriale di supporto.

Con la spinta di Udu Padova, rappresentanti della comunità studentesca universitaria, l’Università di Padova ha già avviato un servizio simile nella sede di Padova, attivo dal luglio 2024, che ha accolto 29 persone, in maggioranza studentesse segnalanti relazioni disfunzionali o situazioni di controllo e prevaricazione.

“Continueremo a lavorare per implementare questi servizi e migliorarli affinché vengano affiancati da corsi di formazione ed educazione” dichiara Marco Nimis, rappresentante studentesco nel Senato Accademico dell’Ateneo ”Il cambiamento necessario deve necessariamente partire dai luoghi di istruzione: dalle scuole e dalle università”

ssa Gaya Spolverato, delegata alle Politiche per le pari opportunità dell’Università di Padova - L’apertura a Vicenza dimostra l’impegno dell’ateneo nel supportare tutta la comunità accademica, ovunque essa si trovi, rafforzando il senso di appartenenza e di equità.»

«Abbiamo aderito con convinzione a questa iniziativa. I tragici eventi di cronaca ci ricordano che anche ambienti acculturati come l’università non sono immuni alla violenza di genere. Questo presidio sarà un punto di riferimento fondamentale per chiunque abbia

bisogno di aiuto.» Così Matteo Tosetto, assessore alle Politiche sociali del Comune di Vicenza Il nuovo sportello si troverà presso l’Ex Gil, in contra’ della Piarda n.9, attuale sede del Dipartimento di Tecnica e gestione dei Sistemi industriali.

Enrico Caccin

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Luisa Fiorot premiata a Pechino per la ricerca matematica

La prof.ssa Luisa Fiorot, docente di Geometria all’Università di Padova, è stata insignita del Frontiers of Science Award 2025 per la sua ricerca in matematica. Il premio, assegnato dall’International Congress for Basic Science, riconosce studi di altissimo livello nelle aree di matematica, fisica teorica e informatica. Fiorot è stata premiata per il lavoro Relative Regular Riemann-Hilbert

A Vicenza, lo sportello sarà un’estensione del Centro Antiviolenza di via Vaccari 11, ampliando così la rete territoriale del CEAV, che già opera nei Comuni di Arzignano e Pojana Maggiore. L’obiettivo è non solo offrire un sostegno immediato, ma anche aumentare la consapevolezza e l’accesso ai servizi antiviolenza.

«Questo sportello rappresenta un grande passo avanti nel garantire a studentesse e studenti un punto di riferimento sicuro all’interno dell’università - spiega la Prof.

Correspondence II, condotto con Teresa Monteiro Fernandes (Università di Lisbona) e Claude Sabbah (CNRS). Lo studio approfondisce il Problema di Riemann-Hilbert, formulato nel 1900 dal matematico David Hilbert e risolto in parte nel 1984 da Masaki Kashiwara. La ricerca premiata amplia questa corrispondenza al caso relativo, permettendo di trattare equazioni differenziali alle derivate parziali dipendenti da parametri. «Il libro della natura è scritto con il linguaggio della matematica» –ricorda Fiorot citando Galileo – «e questo nuovo dizionario aiuta a comprenderlo meglio». L’Università di Padova celebra così un nuovo traguardo nella ricerca internazionale, consolidando il suo ruolo di eccellenza accademica. Luisa Fiorot è professoressa associata di Geometria al dipartimento di Matematica “Tullio Levi-Civita” dell’Università di Padova. Autrice di diversi articoli su riviste internazionali, ha tenuto ed organizzato diverse conferenze internazionali. Si occupa di D-moduli, t-strutture, categorie quasi-abeliane e ricerca MatematicoMusicale. (e.c.)

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Il servizio. Siglato un accordo tra Ateneo e Comune di Vicenza

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Terzo settore. All’associazione Valentina Penello un nuovo mezzo di trasporto

A Padova quasi un migliaio le associazioni in prima linea per aiutare chi ne ha bisogno

L

’Associazione Valentina Penello Onlus, ha a disposizione un nuovo mezzo di trasporto adeguato per il trasporto di persone fragili e con difficoltà di deambulazione. Il Citroen Berlingo con 4 posti a sedere più lo spazio per carrozzina e pedana di accesso, contribuirà a migliorare uno dei servizi che l’Associazione offre alle persone fragili, dal domicilio ai centri di cura e viceversa. Il nuovo mezzo, del valore di 50mila euro, è il frutto di una campagna di raccolta fondi durata un anno, alla quale hanno contribuito molte persone generose e sensibili, tra le quali gli stessi familiari delle persone assistite. L’associazione, si occupa di servizi di assistenza domiciliare in cure palliative per persone con malattie oncologiche e neurodegenerative e per i loro familiari.

Gli Enti del Terzo Settore padovani sono interpreti quotidiani nell’assistenza, supporto e servizi per i cittadini utenti dedicati all’ambito sociale e sanitario, in uno spirito di collaborazione e sinergia con gli Enti Pubblici.

A Padova sono 919 le associazioni iscritte al Registro Associazioni del Comune di Padova e si occupano degli ambiti più diversi, dal sociale al sanitario, dalla cultura allo sport, dall’educazione all’ambiente, 46 le associazioni che collaborano con l’Azienda U.L.S.S. 6 Euganea di Padova in ambito sanitario e sociosanitario, 100 le associazioni che collaborano con l’Azienda Ospedaliera di Padova in ambito sanitario e socio-sanitario, 94 le associazioni iscritte all’Albo associazioni della Provincia di Padova.

La base associativa del Centro Servizi Padova a Rovigo solidali è costituita da 363 soci sul totale di 1.455 Organizzazioni di Volontariato e Associazioni di Promozione Sociali esistenti nel territorio.

Padova non è solo il cuore pulsante dell’economia veneta, ma anche la realtà provinciale con maggior numero di persone impegnate nel no profit e nei servizi alla persona. Una vera e propria mission da sempre nel cuore di tutti i padovani che, a migliaia, donano ogni giorno il proprio tempo in tante iniziative le-

gate a tanti progetti che hanno tutti un unico obiettivo: aiutare gli altri.

Ecco l’importanza del ruolo svolto dal Centro Servizio Volontariato, che opera incessantemente per creare dei momenti di incontro tra le Associazioni, le persone che vi operano e la gente, nell’intento di far conoscere le attività svolte e raccogliere nuovi volontari.

“Sono passati 15 anni dalla scomparsa di Valentina Penello, giovane mamma, a causa di un tumore maligno, ma che ha lasciato in eredità la sua grande forza e generosità dimostrata in tutta la sua breve vita. L’Associazione, che porta il suo nome –ha detto Alberto Borin – ha cercato in questi anni di portare assistenza, sostegno, presenza attiva a persone gravemente ammalate e alle loro famiglie. Il lavoro svolto è la più grande testimonianza dell’importanza e della necessità di strutture come queste per affrontare momenti difficili della vita. Grazie all’associazione molte famiglie riescono ad accompagnare la persona a vivere con dignità e nel modo meno traumatico e doloroso possibile un percorso

difficile, garantendo la presenza e il sostegno psicologico e sociale anche ai familiari. La Provincia di Padova ha scelto di sostenere il lavoro dell’associazione Valentina Penello onlus patrocinando le sue iniziative, rivolte in particolare ai malati oncologici e alle loro famiglie”.

In questi anni – ha concluso Al-

berto Borin - ci siamo resi conto che manca, purtroppo, informazione, formazione, cultura e sensibilità sui temi del fine vita, delle cure palliative e del dolore. Per questo l’Associazione cerca anche di creare occasioni per sensibilizzare la cittadinanza su questi temi”.

Vincenzo Gottardo

Scatta l’operazione “Zanzare zero” con Provincia e Istituto Zooprofilattico delle Venezie

Oltre ad essere insetti fastidiosi le zanzare possono trasmettere malattie pericolose per la salute umana, in particolare nelle categorie di persone più deboli, come le arbovirosi. Tra queste particolare attenzione è rivolta alla West Nile Disease o Febbre del Nilo occidentale, trasmessa da zanzare del genere Culex e le infezioni da virus Chiukungunya, Dengue e Zika, trasmesse invece da zanzare invasive del genere Aedes.

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e la Provincia di Padova lanciano una campagna di prevenzione e comunicazione congiunta, per promuovere l’adozione di comportamenti adeguati fra la popolazione e ridurre il ri-

schio di infezioni trasmesse dalle zanzare all’uomo. La campagna è rivolta ai cittadini residenti in alcuni comuni della Provincia di Padova, in particolare alle categorie di persone più a rischio come anziani e soggetti immunocompromessi.

I dati epidemiologici degli ultimi anni indicano la provincia di Padova come un’area ad alto rischio di trasmissione del virus West Nile, con numerosi casi registrati nelle zanzare, negli animali e nell’uomo. In particolare, le persone anziane costituiscono un target sensibile per infezione da febbre West Nile, che nella forma neuroinvasiva può avere conseguenze anche molto gravi per la salute umana.

IZSVe e Provincia di Padova ritengono strategico collabo-

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rare per rafforzare le azioni di comunicazione sul territorio, attraverso incontri pubblici destinati soprattutto alle persone anziane, al fine di aumentare la consapevolezza sui rischi e promuovere comportamenti protettivi. Le attività consistono nell’organizzazione di un ciclo di 5-6 incontri, da svolgere tra maggio e giugno in alcuni Comuni della Provincia di Padova, in spazi pubblici dedicati messi a disposizione dalle municipalità, ad ingresso libero e aperti alla cittadinanza. Gli incontri saranno tenuti da esperti dell’IZSVe – Laboratorio di entomologia sanitaria e patogeni trasmessi da vettori, con l’eventuale coinvolgimento di personale sanitario dell’Ulss 6 Euganea. (v. g.)

Victor Jimenez: “Il rispetto è la chiave per ottenere fondamentali traguardi”

E’ un uomo che ha fatto del rugby la sua vita, un viaggio che lo ha portato dall’Argentina all’Italia, passando dalla carriera da giocatore a quella da allenatore.

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ictor Jimenez è l’allenatore del Petrarca Rugby. Un uomo grande e grosso, che lascia trasparire da ogni poro una enorme passione per la palla ovale. Negli anni ‘80, spinto da alcuni amici, inizia a giocare all’età di 14 anni. Cresciuto in Argentina, dove ha praticato judo, calcio e canottaggio, incontra il rugby e intraprende il percorso che segnerà la sua vita: “La mia doppia cittadinanza, legata alle origini dei nonni, mi ha portato poi a trasferirmi in Italia, all’età di 28 anni. Era un periodo in cui molti argentini stavano vivendo la stessa esperienza”. Il tutto partì con l’approdo a Viadana: “Era una squadra molto forte, con ragazzi bravi e motivati. È stato un periodo bellissimo, che mi ha permesso anche di vincere il campionato”.

Nel corso della sua carriera da giocatore, Jimenez aveva già nella mente un futuro da allenatore. “Ho fatto tutti i corsi, mi piaceva l’idea di provare questa posizione. È un ruolo che comporta molte responsabilità, ma che regala grandi sfide”, racconta il tecnico del Petrarca. Alla Lazio si è presentata

l’occasione della vita: “Ho vissuto una transizione da giocatore ad allenatore, per un periodo occupavo entrambi i ruoli. Nel 2010 ho iniziato a tutti gli effetti”. Dopodiché una parentesi in Nazionale come secondo, dove ha avuto la possibilità di lavorare con giocatori di altissimo livello e di vivere esperienze indimenticabili, come i Mondiali e il Sei Nazioni. Oggi il tecnico si gode la panchina del Petrarca, portando con sé la sua visione: “Voglio un rugby di intensità e dinamismo. Sono cresciuto in uno sport tradizionale, ma con il tempo mi sono evoluto, incontrando allenatori che mi hanno insegnato tantissimo”- spiega il

coach-, come gruppo ci siamo ridimensionati a livello numerico rispetto ad altri anni, ma la squadra è competitiva. Abbiamo tutti gli strumenti per lottare su più fronti. I ragazzi lavorano duramente, si mettono in discussione ogni giorno e questo è fondamentale per ottenere successi. La mia parola chiave? Il rispetto. È una componente che non può mancare se si vogliono avere grandi risultati”. Guardando al futuro, Jimenez non nasconde il suo sogno: “Mi piacerebbe allenare nel rugby anglosassone. È un ambiente che mi ha sempre incuriosito. Hanno identità, serietà e passione. Sono unici. Nella vita mai dire mai”. Victor Jimenez è un uomo che ha fatto del rugby la sua vita, un viaggio che lo ha portato dall’Argentina all’Italia, passando dalla carriera da giocatore a quella da allenatore. Ora, alla guida del Petrarca Rugby, vuole vincere, regalando ai neri il secondo Scudetto consecutivo. Prima di tutto, però, valori e ideali chiari: rispetto tra le persone e spogliatoio compatto: con questa ricetta il Petrarca vuole, nuovamente, scrivere la storia.

Stefano Parpajola

Il Padova e la crisi di primavera: sarà il rush finale a eternare o meno questa squadra

Il Padova, dopo un inizio di stagione quasi perfetto, ha vissuto una flessione che ha trasformato gli uomini di Andreolettida alieni ad umani. Ci sono volute, infatti, ben 25 partite per vedere la prima sconfitta in campionato dei biancoscudati: lo scenario fu quello del Gavagnin di Verona. Da quel momento la squadra ha rallentato il ritmo, soprattutto nelle spedizioni lontane dall’Euganeo, dove sono arrivate tre cadute nel mese di marzo. Il calcio in stile Conte di Andreoletti, fatto di un’incessante intensità, ha avuto un calo fisiologico.

Una delle cause del rallentamento della marcia patavina sta nella lunga assenza per infortunio di Belli, che insieme a Perrotta e Delli Carri aveva composto la Bbc biancoscudata, un trio difensivo impe-

netrabile. Faedo, Pirrello e Granata, quando chiamati in causa, non hanno sfigurato, ma la compattezza di quella che era diventata una certezza è andata persa. Un dato rende l’idea di tale fragilità: il Padova fino a gennaio aveva subito solamente 11 gol, rimanendo per lungo tempo la miglior retroguardia d’Italia. Tra febbraio e marzo le reti incassate sono state 10, quasi quante quelle concesse nei primi 7 mesi della stagione. Anche a centrocampo è emersa qualche difficoltà. Il reparto era ben rappresentato da Fusi e Crisetig, un duo perfettamente complementare. Il primo ringhiava e correva in ogni zona del campo e il secondo dirigeva il gioco con una saggia regia. Nell’ultimo periodo Fusi, per un appannamento fisico, è stato preferito a Varas e questa

certezza si è incrinata. Infine, davanti, il caso di Liguori che strappa il rigore a Bortolussi e poi lo sbaglia nella trasferta di Novara ha fatto storcere non poco il naso ad Andreoletti. In ogni caso quello visto in questa annata è stato un grande Padova: saranno poi i risultati a dire se verrà eternato o meno. (s.p.)

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Rugby.Dall’Argentina all’Italia: il coach del Petrarca Padova racconta la sua storia

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Victor Jimenez: “Il rispetto è la chiave per ottenere fondamentali traguardi”

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La mostra. Fino all’8 giugno l’esposizione presenta un inedito vaso funerario

Opera di Canova ritrovata e mai vista, da ammirare al Museo Diocesano

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n’opera di Canova ritrovata, per la precisione un vaso funerario in marmo realizzato per la contessa Luise von Callenberg, è la protagonista della mostra «Il Canova mai visto. Opere del Seminario vescovile e della Chiesa degli Eremitani», a cura di Andrea Nante, Elena Catra e Vittorio Pajusco, ospitata fino al prossimo 8 giugno nel Museo Diocesano.

La mostra, originariamente programmata per l’autunno 2024, è stata poi inaugurata solo lo scorso 8 marzo per motivi tecnici e organizzativi, ma tale ritardo ha permesso di portare alla luce nuove scoperte, frutto delle ricerche degli ultimi mesi, che hanno reso la mostra ancora più interessante e ricca di dettagli rilevanti. La mostra arriva inoltre nel 25° anniversario del Museo diocesano ospitato al Palazzo Vescovile, inaugurato ufficialmente nel 2000.

La mostra è l’occasione per ammirare un’opera di Canova

praticamente inedita: il vaso funerario della contessa Luise von Callenberg, infatti, realizzato dal maestro di Possagno fra il 1803 e il 1807, era stato dato per perso in seguito ai bombardamenti che colpirono Padova nel marzo del 1944 e che intaccarono gravemente anche il complesso degli Eremitani dove sorgeva il monumento funebre in questione, collocato per la precisione nel giardino esterno della chiesa, vicino a un cipresso che tuttora campeggia in quell’area. Ritrovato negli ambienti della parrocchia in seguito a una ricerca sull’inventario dei beni culturali ecclesiastici, il vaso funerario faceva parte di un monumento progettato dagli architetti Domenico Fadiga e Giannanonio Selva che comprendeva anche un cippo recante un componimento di Goethe, una stele con l’epigrafe scritta dall’abate Stefano Antonio Morcelli e sette candelabre. La mostra al Museo Diocesano per-

mette di ammirare l’opera di Canova e altre componenti originarie all’interno di una ricostruzione del monumento funerario.

Un’occasione imperdibile per vedere coi propri occhi un’opera di Canova mai esposta prima d’ora, la mostra offre anche l’opportunità di scoprire alcune testimonianze sull’artista e sul suo legame non solo on la città di Padova ma anche con l’aristocrazia europea e con artisti e intellettuali dell’epoca. I visitatori potranno inoltre fare la conoscenza della nobildonna tedesca cui è dedicato il vaso di marmo, Luise von Callenberg, e dei suoi rapporti con intellettuali e nobili europei, primi fra tutti Johann Wolfgang von Goethe e il senatore e principe Abbondio Rezzonico. Fu proprio nell’abitazione di quest’ultimo, a Bassano del Grappa, che la contessa morì nel 1803.

Completano la mostra i ritratti di alcune delle persoanalità collegate

alla realizzazione del monumento, vedute di Padova che rivelano come si presentasse il monumento prima dei bombardamenti e una serie di documenti e oggetti (tra cui una preziosa collezione di

La Galleria Civica Cavour celebra la fotografia di Walter Rosenblum

C’è tempo fino al 4 maggio per visitare la mostra Walter Rosenblum - Master of Photography, ospitata presso la Galleria Civica Cavour.

La mostra, che si inserisce nel progetto “30 Mignon” pensato per celebrare i 30 anni dello storico gruppo fotografico padovano che dal linguaggio di Rosenblum è stato ispirato, si propone come l’esposizione più ampia mai realizzata in Europa sul fotografo statunitense, nato nel 1919 e in grado di catturare, con i suoi scatti, alcuni dei momenti e delle emozioni più significativi del secolo scorso.

Non si tratta della prima mostra che Padova dedica a Rosenblum, già protagonista di una storica esposizione nel 1999: a distanza di oltre 25 anni l’arte del fotografo torna in città con una collezione di oltre 110 fotografie vintage, alcune mai esposte prima, video e documenti dell’epoca, a fornire un quadro completo del suo percorso artistico.

Visitando la mostra si avrà così modo di appurare come gli scatti di Rosenblum siano stati in grado di cogliere alcuni momenti epocali della nostra storia: dalla vita degli immigrati a New York alla Seconda Guerra mondiale, fino

ai rifugiati spagnoli in Francia e ad Haiti. Gli scatti di Rosenblum non sono però “solo” delle testimonianza di importanti momenti storici, ma sono anche opere in grado di riflettere una profonda sensibilità umanista. Ciò che traspare dagli scatti sono infatti le persone, nella loro dignità e resilienza. Una particolarità dello stile e della personalità del fotografo americano che, pur avendo prodotto delle immagini ben radicate nel suo tempo, non smette di trasmettere emozioni forti e universali alle persone che ammirano le sue foto oggi, a molti decenni di distanza. (f.t.)

3.600 monete dell’antica Roma) del mons. Giovanni Battista Sarotri Canova, fratello di Antonio e suo erede, alunno del Seminario vescovile di Padova. Francesca Tessarollo

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Il conto alla rovescia

Se Zaia non sarà della partita, come appare molto probabile, gli scenari nella nostra regione muteranno in modo estremamente significativo perché il buon Luca in questi quindici anni, oltre ad essere alla guida di una delle più importanti regioni italiane, si è, nella sostanza e ancora di più nel percepito, immedesimato con il suo territorio e viceversa.

In buona sostanza il volto, il modo di pensare e quello di sentirsi parte del Veneto in questi anni è stato Luca Zaia come ha dimostrato la percentuale record con la quale

è stato rieletto nel 2020: un 77% che indica come al di là dell’orientamento politico e persino del giudizio amministrativi i Veneti, in modo trasversale, si sono riconosciuti nel Presidente.

Questo cambio epocale ovviamente si incrocia con l’incremento esponenziale del consenso politico di Fratelli d’Italia che, non a caso, chiede per uno dei suoi la presidenza del Veneto. E qui volano gli stracci: per la Lega il Veneto rappresenta la linea del Piave che non può essere valicata e ancora meno sfondata a forza. Le armi sono affilate e le prossime settimane ci diranno chi la spunterà. Sul versante opposto il centrosinistra dallo scorso luglio

ha definito il perimetro della propria coalizione, anche questo caso una bella novità visto che nelle tornate precedenti il campo non era poi così largo – questa volta va, per semplificare, da Italia Viva al Movimento 5Stelle – e soprattutto non era stato definito con così tanto anticipo. Basterà per essere maggiormente competitivi rispetto allo striminzito 15,7% incassato cinque anni fa da Arturo Lorenzoni? Difficile dirlo. Molto dipenderà dal candidato Presidente che saranno in grado di mettere in campo e che, ancora, non si vede all’orizzonte proprio come accade nel centrodestra anche se per ragioni diametralmente opposte.

Il caso. Zaia coglie subito la palla al balzo e sottolinea anche il risparmio economico

Elezioni a primavera 2026, arriva l’assist di Piantedosi: “Le Regioni hanno autonomia”

Elezioni regionali, si riaffaccia l’ipotesi di elezioni nella primavera 2026, anziché alla scadenza autunnale di quest’anno come ormai sembrava ormai assodato. A sparigliare le carte è stato nientemeno che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, da Venezia, con Zaia a fianco. “Le Regioni hanno

tiva regionale preveda una “finestra” per le elezioni in primavera. “Adesso è necessario verificare se questa norma regionale sia in linea con la legislazione nazionale”, ha aggiunto Piantedosi, specificando che, nel caso di divergenze, sarà la normativa nazionale a prevalere. In ogni caso, la possibilità di tenere

piena autonomia sulla data delle elezioni”, ha dichiarato il ministro confermando che la normativa regionale può stabilire il periodo del voto, anche se è necessario un allineamento con la legislazione nazionale. Ma na anche sottolineato che tutte le Regioni godono di piena autonomia nella determinazione della data delle proprie elezioni. E infatti lo stesso Zaia aveva recentemente messo in evidenza come la norma-

elezioni primaverili rimane un’opzione valida, purché vi sia un allineamento tra le disposizioni regionali e quelle nazionali.

Dal canto suo Zaia ha ribadito che sarebbe preferibile svolgere le prossime elezioni regionali nella primavera del 2026 anziché in autunno. Secondo il governatore veneto la scelta della primavera comporterebbe un notevole risparmio economico, considerato le elezioni

per gli altri enti locali, come il Comune di Venezia, sono già in calendario per maggio 2026.

“La primavera sarebbe la soluzione migliore, visto che consentirebbe di risparmiare molti milioni di euro”, ha sottolineato il presidente del Veneto, evidenziando la differenza tra la legge regionale del Veneto, che prevede una sola convo-

cazione elettorale primaverile, e la prassi consolidata che indica l’autunno come termine naturale per il voto, coincidente con la scadenza quinquennale.

Zaia ha aggiunto che l’amministrazione sta attualmente compiendo le verifiche giuridiche necessarie per chiarire quale sia la normativa prevalente e determinare la data

definitiva delle elezioni. “Fino a tre mesi prima, possiamo ancora decidere. Se la convocazione sarà autunnale, il termine ultimo per il voto è tra il 25 e il 23 novembre”, ha concluso il presidente. Considerazioni che ora potrebbero fare breccia e rafforzare il “partito” che vuole andare al voto non prima del 2026.

Il caso. Il Pd insorge, Camani: “Basta giocare con la democrazia”
Sulla data del voto è già battaglia politica, Martella attacca: “Il Veneto non è vostro”

“Le elezioni regionali si tengono ogni cinque anni. Punto. Non lo dice il PD, lo dice la legge”, afferma il senatore Andrea Martella. Il segretario regionale del Partito Democratico critica duramente Piantedosi e Zaia, accusandoli di voler piegare le regole per posticipare il voto. “È clamoroso che si voglia riaprire una discussione che dovrebbe essere chiusa da tempo. E subito Zaia coglie la palla al balzo per rilanciare l’idea di uno slittamento delle elezioni al prossimo anno, con il solito ‘approfondimento giuridico’ utile solo a guadagnare altri mesi di potere”.

Il riferimento è alla proposta, già avanzata in passato, di posticipare il voto oltre la scadenza naturale della legislatura, sulla base di un’interpretazione normativa controversa. Una strategia che per il Partito Democratico avrebbe il solo scopo di

prolungare artificialmente il mandato della giunta uscente.

Martella respinge con forza anche il richiamo alla consuetudine del voto in primavera. “Nel 2020 si votò in autunno solo per l’emergenza Covid, un fatto eccezionale. Oggi non c’è alcuna emergenza, né sanitaria né giuridica, che giustifichi uno slittamento. Solo l’ostinazione di una classe dirigente che, dopo trent’anni di governo ininterrotto, non vuole lasciare il potere. Ma prorogare artificialmente una legislatura di sette-otto mesi, senza alcuna base normativa, è uno schiaffo alla democrazia”.

Il senatore dem sottolinea come la vera priorità dovrebbe essere un cambio di guida per affrontare i problemi concreti della Regione. “Zaia pensa solo a restare in carica qualche mese in più, mentre il Veneto affronta emergenze gravi: la crisi della

sanità pubblica, il caro vita, la fuga dei giovani, i dazi che minacciano le imprese, l’emergenza abitativa. Serve un nuovo governo regionale, con una visione nuova, energie nuove e una classe dirigente all’altezza delle sfide del presente. Il Veneto non è una proprietà privata”.

Per Vanessa Camani, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, “sarebbe illegittimo se Zaia, sulla base di una presunta autonomia decisionale, e senza alcuna buona ragione, non dovesse sciogliere il Consiglio regionale nei tempi previsti dalla legge. Basta giocare con la democrazia”.

“Qui si gioca con i diritti dei cittadini”, aggiunge il consigliere regionale Arturo Lorenzoni: “Il centrodestra spinge per un rinvio delle consultazioni per provare a sistemare i conflitti interni, sempre più evidenti”.

Il governatore Luca Zaia e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi

Il Veneto supera i 73 milioni di presenze

“I l 2024 segna un altro anno di crescita, consolidando il primato della nostra regione nel panorama turistico italiano con un incremento del 3,3 per cento negli arrivi e del 2,2 per cento nelle presenze, che superano i 73 milioni. Di fatto, siamo la destinazione di riferimento per i viaggiatori internazionali, con un aumento significativo della quota straniera. Ma siamo anche una regione che cresce e innova per offrire un’esperienza capace di soddisfare sia il mercato consolidato sia la domanda di viaggiatori più sensibili al mondo legato alla sostenibilità”.

Così l’assessore al Turismo della Regione del Veneto, Federico Caner, ha presentato i numeri della statistica regionale, legati al comparto turistico dello scorso anno, che certificano la piena ripresa e il superamento dell’attrattività pre-pandemica, con numeri superiori a quelli del 2019 in tutte le principali tipologie di destinazione.

Le diverse aree turistiche del Veneto registrano un aumento di arrivi, con numeri in

Venturini: “Un tavolo regionale per la sicurezza degli operatori sanitari”

“È una buona notizia l’organizzazione del Tavolo regionale permanente per la prevenzione e la protezione dagli atti di violenza a danno degli operatori sanitari, un passo fondamentale per garantire maggiore sicurezza ai professionisti della sanità.” – così Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, annuncia la decisione della Regione Veneto di istituire questo organismo, che sarà composto da rappresentanti delle aziende sanitarie, delle associazioni di categoria e delle istituzioni regionali, con il compito di monitorare il fenomeno delle aggressioni e proporre soluzioni concrete. Tra le sue funzioni principali vi è anche la redazione del Piano regionale per la prevenzione degli atti di violenza.

Il Piano definirà interventi concreti per ridurre i rischi nelle strutture sanitarie, mi-

gliorare la gestione degli episodi di violenza, rafforzare la formazione del personale e promuovere una cultura di prevenzione e accoglienza nei contesti ospedalieri.

Venturini ha inoltre evidenziato l’importanza di intervenire sulle criticità nei Pronto Soccorso, proponendo l’introduzione di procedure specifiche per la gestione di pazienti in stato di alterazione, spesso coinvolti in episodi di violenza. “Serve un sistema strutturato di valutazione delle condizioni psichiche dei pazienti, al pari della classificazione delle emergenze cliniche, per proteggere sia gli operatori che i cittadini” – sottolinea Venturini.

Con questa iniziativa, la Regione Veneto conferma il proprio impegno nella tutela degli operatori sanitari, mettendo in atto misure concrete per affrontare un problema sempre più urgente.

crescita per mare, città d’arte, lago e montagna. L’interesse internazionale è in continua espansione, con un incremento del 5,9 per cento negli arrivi di turisti stranieri e del 4 per cento nelle loro presenze. Al contrario, il turismo italiano segna un lieve calo (-1,5 per cento negli arrivi, -1,8 per cento nelle presenze).

Le località termali registrano un lieve rallentamento, con una diminuzione degli arrivi complessivi dello 0,1 per cento, dovuta a una flessione della domanda italiana (-1,1 per cento), non completamente compensata dall’aumento della clientela straniera (+2,9 per cento).

Tra i mercati esteri, la Germania si conferma il principale bacino turistico per il Veneto, con un incremento del 2,3 per cento negli arrivi e del 2 per cento nelle presenze, raggiungendo numeri mai così elevati. In ripresa anche il turismo cinese, che sebbene sia ancora al di sotto dei livelli pre-pandemici, continua a registrare segnali positivi

“L’impegno della Regione continua a esse-

re orientato alla valorizzazione del territorio e alla promozione di un turismo sostenibile e di qualità, grazie anche al grande lavoro degli operatori del settore – prosegue Caner -. Le strutture alberghiere si confermano stabili, mentre il settore extralberghiero registra un incremento del 3,8 per cento delle presenze grazie anche all’importante lavoro di coordinamento che ci ha permesso di tracciare e regolarizzare le strutture già presenti”.

“Quello che emerge è un Veneto che non è solo mare e città d’arte, ma una regione capace di offrire esperienze autentiche in ogni stagione. La crescita delle Colline del Prosecco e dei Colli Euganei dimostra che i turisti cercano sempre più un contatto diretto con la natura, la cultura e le eccellenze enogastronomiche locali – conclude l’assessore -. Questi risultati sono il frutto di una strategia regionale che mette al centro la valorizzazione del territorio e la promozione di un turismo sostenibile e di qualità, capace di generare valore per cittadini e imprese”. (r.r.)

Eventi sportivi, contributi per associazioni e società

Ammontano a 300 mila euro i contributi per l’organizzazione e realizzazione di eventi sportivi previsti dal piano annuale per lo sport 2025 messo a punto dalla regione per sostenere la pratica sportiva in Veneto. Il bando è aperto alle associazioni e società sportive venete regolarmente iscritte al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche del Dipartimento nazionale per lo sport. Ogni società o associazione sportiva può presentare una sola domanda per un unico evento da realizzare nel 2025, il contributo coprirà fino al 70 per cento delle spese ritenute ammissibili.

“Siamo in linea con la precedente programmazione regionale in ambito sportivo, - spiega l’assessore regionale allo sport Cristiano Corazzari - un lavoro che sta dando i suoi frutti in termini di sostegno

al movimento sportivo e di attrattività per i grandi eventi dello sport, primo tra tutti l’appuntamento con i Giochi di Milano-Cortina 2026. La convinzione è che lo sport sia uno strumento privilegiato per trasmettere uno stile di vita sano oltre a validi principi educativi capaci di formare i buoni cittadini del domani. Quest’anno lo stanziamento complessivo regionale per il mondo sportivo è di 17,5 milioni di euro, di cui 930 mila per la pratica sportiva e la parte rimanente verrà spesa per l’impiantistica sportiva”.

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L’evento.

Confindustria Veneto Est ha proposto 59 incontri, patto con i sindaci

Sostenibilità, il Veneto fa ancora scuola: le imprese green crescono più del doppio

I

n un’epoca di cambiamenti climatici e incertezze economiche, la sostenibilità non è più un optional, ma una necessità. E il Veneto, con le sue 470 società benefit, si conferma un modello virtuoso. I dati presentati da Confindustria Veneto Est alla settimana della sostenibilità sono inequivocabili: nel triennio 2021-2023, queste aziende hanno registrato un aumento medio del fatturato del 26%, contro il 15,4% delle imprese tradizionali.

Il Move Hotel di Mogliano Veneto ha ospitato 59 incontri dedicati alle sfide e alle opportunità della transizione sostenibile per imprese, territori e comunità. L’evento ha messo al centro tematiche cruciali come ambiente, governance, sociale ed energia, con l’obiettivo di tracciare strategie concrete per un futuro più sostenibile. Giunto alla sua quarta edizione, è stato un’importante occasione di riflessione e confronto sulle sfide globali legate a clima, tecnologia ed energia,

coinvolgendo istituzioni, aziende e cittadini in un ampio dibattito sui temi ambientali e sociali.

“La sostenibilità è una leva di crescita”, ha ricordato Paola Carron, presidente di Confindustria Veneto Est. “Un’opportunità per innovare, essere più efficienti e resilienti”. Parole che trovano conferma nei numeri: le Società Benefit non solo crescono di più, ma sono anche più produttive, redistribuiscono più valore ai dipendenti e sono più propense all’innovazione e all’internazionalizzazione.

Tuttavia, il percorso verso una transizione sostenibile è ancora in salita, soprattutto per le piccole e medie imprese, spina dorsale dell’economia locale. Il nostro è un approccio pragmatico alla sostenibilità quale opportunità di innovazione, efficienza e resilienza. Una forza trasformativa che se anche nel breve può comportare costi o investimenti aggiuntivi per le imprese, ha la capacità di ridisegnare modelli di business e set-

tori produttivi per creare il valore di domani. Va approcciata senza ideologismi ma con uno sguardo saggio di lungo termine. La sfida è coniugare competitività e sostenibilità, nei modi e tempi giusti, con semplificazione normativa, adeguati stimoli agli investimenti, alleanze di filiera”.

“Servono semplificazioni normative, incentivi fiscali e maggiori facilitazioni al credito”, ha sottolineato Carlo Cici, Partner, Head of Sustainability The European House - Ambrosetti. “Dobbiamo trovare un equilibrio tra regolamentazioni e incentivi, per evitare che il costo della transizione ricada sui soggetti più vulnerabili. Solo in Europa rischiano di passare dagli attuali 50 miliardi a più di un trilione l’anno a fine secolo. Siamo oltre il km 22 della maratona per la transizione e abbiamo già ottenuto risultati significativi, ma ora ci attendono nuove sfide e il contesto odierno sempre più richiede alle aziende lucidità, visione e chiarezza

di idee per stabilire non tanto la direzione da prendere, quanto la velocità e l’approccio da dare alla transizione”.

La transizione verso un’economia sostenibile è irreversibile”, ha ribadito Lara Ponti, Vice Presidente di Confindustria per la Transizione Ambientale e gli Obiettivi ESG. “Dobbiamo costruire un futuro solido, equo e duraturo per le generazioni future”.

E’ stato è stato tracciato anche il percorso per la realizzazione della “Città Sostenibile”, con la firma del Patto per la qualità dell’aria e il miglioramento de-

gli ecosistemi urbani. I sindaci di Milano, Giuseppe Sala, Torino, Stefano Lo Russo e Treviso, Mario Conte, hanno discusso delle azioni comuni e delle sfide urgenti per migliorare l’ambiente urbano e contrastare l’inquinamento, in linea con l’appello del Patto dei Sindaci per una Pianura Padana che respiri.

I quattro Comuni capoluogo, Padova, Treviso, Venezia e Rovigo, hanno presentato le loro iniziative di sostenibilità, con interventi di esponenti istituzionali locali, come gli assessori all’ambiente dei vari Comuni.

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La grande arte

L’esposizione. A XNL Piacenza, centro per le arti contemporanee, fino al 29 giugno

Giovanni Fattori, il genio dei Macchiaioli protagonista del naturalismo europeo

Organizzata in occasione del bicentenario della nascita, la mostra presenta 170 opere, di cui 100 dipinti e 70 tra disegni e incisioni

APiacenza un’esposizione di richiamo internazionale celebra il bicentenario della nascita di Giovanni Fattori, uno dei protagonisti del grande naturalismo europeo della seconda metà dell’Ottocento. A lui XNL

Piacenza, centro per le arti contemporanee della Fondazione di Piacenza e Vigevano, dedica, dal 29 marzo al 29 giugno 2025, la mostra “Giovanni Fattori 18251908. Il genio dei Macchiaioli” a cura di Fernando Mazzocca, Elisabetta Matteucci e Giorgio Marini, realizzata in collaborazione con la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi.

Giovanni Fattori (Livorno 1825 – Firenze 1908), protagonista indiscusso del movimento dei Macchiaioli, è stato uno degli artisti più significativi del panorama figurativo europeo dell’Ottocento che ha saputo dominare tutti

i generi pittorici. Dalle prime ricerche sulla macchia, agli intensi ritratti, dai paesaggi en plein air ai soggetti di vita rurale e alle scene che esaltano la Maremma, simbolo di quel mondo contadino che Fattori amava e che contrapponeva alla disorientante modernità urbana. Su questi campeggia la straordinaria interpretazione dei soggetti militari, indagati sia nelle manifestazioni più solenni ed epiche delle grandi campagne delle Guerre d’Indipendenza, sia nei momenti più intimi della vita di guarnigione. Di fronte al crollo di tutte le aspirazioni e gli ideali riposti nell’Unità, la sua produzione, mai scontata e sempre distante da una retorica celebrativa, è stata accompagnata da una personale riflessione etica, al punto da rappresentare una delle testimonianze più autentiche e coerenti del nostro Risorgimento.

La mostra – organizzata in occasione del bicentenario della nascita e della prossima uscita del catalogo ragionato, a cura di Giuliano Matteucci – con 170 opere (di cui 100 dipinti e 70 tra disegni e incisioni) si propone di rinnovare la memoria di Fattori offrendo una nuova interpretazione della sua figura e della sua opera, concentrandosi sulle peculiarità e l’unicità dell’artista e dell’uomo in rapporto al panorama dell’arte italiana del XIX secolo.

Una particolare attenzione viene dedicata alla produzione grafica dell’artista, composta da acqueforti di straordinaria bellezza, che rivelano la sua capacità di rinnovare il linguaggio attraverso una tecnica nuova, complementare alla pittura.

L’arte di Fattori ha lasciato un’impronta indelebile anche sulla cultura del XX secolo, come documentano saggi critici e opere di artisti contemporanei come Ugo Ojetti, Emilio Cecchi e Giorgio de Chirico. Le sue opere

hanno ispirato anche importanti registi italiani tra cui Luchino Visconti, che ha utilizzato le atmosfere fattoriane nei suoi film sul Risorgimento, come Senso (1954) e Il Gattopardo (1963).

“L’esposizione - afferma Roberto Reggi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevanotrova la sua sede naturale in XNL Piacenza, uno spazio che in poco tempo ha saputo integrarsi nel sistema della cultura a Piacenza, svolgendo fin da subito una funzione di crocevia fra i diversi linguaggi artistici della contemporaneità, le epoche e le istituzioni culturali. La mostra è un progetto di respiro nazionale frutto del lavoro di squadra fra istituzioni che, ancora una volta, insieme, promuovono la valorizzazione turistica e culturale del territorio, guardando a un pubblico ampio, oltre i confini di Piacenza. Una esposizione importante, che presenta una ricchissima selezione di capolavori e che, è il nostro augurio, sorprenderà i visitatori”.

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Giovanni Fattori, La strada bianca, circa 1887, olio su tela, 95 × 73 cm, collezione privata, © Istituto Matteucci, Viareggio

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Reati tributari, tra false dichiarazioni, fatture inesistenti e imposte non pagate

Il decreto legislativo 10 marzo 2000 n.74, dal significativo titolo “Nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto”, si occupa di tutti i principali reati tributari. Su tale provvedimento vi sono stati vari interventi successivi, ad esempio sulle soglie di punibilità, sulle attenuanti, sulla prescrizione: anche per ragioni di spazio, ci occupiamo solo delle norme attualmente in vigore, relative a reati conseguenti a dichiarazioni dei redditi (od omissioni) rinviando al prossimo articolo la trattazione degli altri reati.

Seguiamo l’esposizione del succitato decreto legislativo: ARTICOLO 2-“dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”. Il reato si realizza quando si presenta una dichiarazione utilizzando documentazione falsa, non basta la mera detenzione. La pena é da quattro ad otto anni. Se l’ammontare degli elementi fittizi é inferiore a euro centomila la pena è da un anno e sei mesi a sei anni. ARTICOLO 3: “Dichiarazione fraudolenta mediante altri raggiri”. Tale reato sussiste quando si ricorre a documentazione fraudolenta diversa da quella di cui all’articolo 2, per tentare di sottrarsi in tutto o in parte al pagamento delle imposte. La pena é da tre a otto anni, debbono però sussistere congiuntamente i seguenti presupposti: a) l’imposta evasa é superiore, con riferimento a taluna delle singole imposte , a 30.000 euro;

b) l’ammontare complessivo degli elementi attivi sottratti alla tassazione deve essere superiore al 5% indicato nella dichiarazione o, comunque, deve essere superiore a 1.500.000 euro ovvero l’ammontare complessivo degli elementi attivi deve essere superiore al 5% dell’importo dell’imposta medesima o comunque a 30.000 euro.

ARTICOLO 4) “Fuori dei casi previsti dagli articoli 2 e 3 é punito con la reclusione da due a quattro anni e sei mesi chiunque, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, indica in una delle dichiarazioni annuali relative a dette imposte elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo od elementi passivi inesistenti, quando congiuntamente: 1) l’imposta evasa é superiore con riferimento a taluna delle singole imposte a euro centomila ; 2) l’ammontare complessivo degli elementi attivi sottratti all’imposizione, anche mediante indicazione di elementi passivi inesistenti, é superiore al dieci per cento dell’ammontare complessivo degli elementi attivi indicati in dichiarazione o, comunque, é superiore a euro due milioni”.

ARTICOLO 5) Omessa dichiarazione. 1 ) “E’ punito con la reclusione da due a cinque anni chiunque al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, non presenta, essendovi obbligato, una delle dichiarazioni relative a dette imposte, quando l’imposta

evasa é superiore, con riferimento a taluna delle singole imposte ad euro cinquantamila. 1) bis . E’ punito con la reclusione da due a cinque anni chiunque non presenta, essendovi obbligato, la dichiarazione di sostituto d’imposta, quando l’ammontare delle ritenute non versate é superiore e euro cinquantamila. Ai fini della disposizione prevista dai commi 1 e 1bis non si considera omessa la dichiarazione presentata entro novanta giorni dalla scadenza del termine o non sottoscritta o non redatta su uno stampato conforme al modello prescritto”.

Per tutti questi reati é prevista una causa di non punibilità qualora i debiti tributari siano integralmente estinti a seguito di ravvedimento operoso o della presentazione della dichiarazione omessa entro il termine di presentazione dell’imposta relativa al periodo successivo solo però se non vi sia stata da parte dell’autorità competente anche un solo inizio di attività ispettiva. Diversamente tale eventuale integrale pagamento comporta la riduzione della pena fino alla metà. I reati in questione si considerano consumati alla data di presentazione della dichiarazione relativa alle imposte o, in caso di omissione alla scadenza del termine prorogato. Oltre alle interruzioni delle prescrizioni d’ordine generale, ne é aggiunta una specifica e cioè la notifica dal verbale di constatazione o d’accertamento.

L’avvocato Luigi Migliorini, del Foro di Rovigo, firma la nostra rubrica di approfondimento di temi che ruotano attorno alla giustizia, al diritto e all’applicazione delle leggi. L’avvocato Migliorni è pubblicista e scrittore, ha pubblicato quattro libri.

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Sanità: 4 milioni per fermare le aggressioni, il piano high-tech

La Regione Veneto lancia un piano innovativo contro le aggressioni ai medici e infermieri, con un investimento da 4 milioni di euro e l’introduzione di tecnologie avanzate per garantire maggiore sicurezza nei reparti.

Il governatore Luca Zaia ha presentato la strategia “antiviolenza”, che prevede l’uso di braccialetti con allarme per il personale e microcamere sperimentate nell’Ulss 4 Veneto Orientale, in grado di registrare immagini e audio in tempo reale.

“La situazione è grave – ha dichiarato Zaia –. Nel 2024 si sono verificati 2.595 episodi di violenza in Veneto, un numero in crescita. Non possiamo tollerare che chi lavora per salvare vite sia esposto a questi rischi. Servono strumenti efficaci per individuare e punire i responsabili”.

Il piano non si limita all’acquisto dei dispositivi, ma punta a inte-

grarli con l’intelligenza artificiale per analizzare comportamenti e prevenire episodi di violenza prima che accadano.

L’Assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, ha evidenziato l’urgenza di interventi concreti: “La paura di aggressioni è tra i principali motivi di dimissioni nella sanità pubblica. Dal 2022 abbiamo formato 5.000 operatori, ma ora servono misure immediate”.

Secondo i dati regionali, il problema è diffuso in tutta Italia: ogni anno si registrano oltre 25.000 aggressioni, ma nel 69% dei casi non viene sporta denuncia.

Con questa iniziativa, il Veneto si conferma tra le Regioni più avanzate nella tutela del personale sanitario, adottando soluzioni tecnologiche per rendere gli ospedali più sicuri.

Paola Bigon

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Aumentano i centri per i disturbi alimentari: un passo avanti nella salute pubblica

Secondo l’Istituto Superiore della Sanità il numero dei centri dedicati ai disturbi alimentari è salito a 214, un incremento notevole rispetto ai 180 registrati nell’ottobre 2024. Questo aumento non è solo una questione di numeri, ma rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro un problema che colpisce sempre più persone, soprattutto giovani.

Un aspetto particolarmente rilevante di questa crescita è l’attenzione rivolta ai pazienti più giovani. Un centro su cinque è attrezzato per fornire assistenza anche ai minori di sei anni, un dato che sottolinea l’importanza di intervenire precocemente. Inoltre, il 51% dei centri è in grado di accogliere ragazzi e ragazze tra i 7 e i 12 anni. Questa capacità di adattamento alle esigenze dei più piccoli è cruciale, poiché i disturbi alimentari possono manifestarsi già in tenera età, con conseguenze che si protraggono nel tempo se non affrontate adeguatamente.

L’espansione della rete di centri per i disturbi alimentari in Italia non è uniforme, ma presenta delle peculiarità territoriali. Al Nord si contano 79 centri, mentre il Centro Italia ne ospita 34. Al Sud e nelle isole, invece, sono presenti 51 strutture. Questa distribuzione riflette in parte le differenze socio-economiche e culturali tra le diverse aree del Paese, ma anche la crescente consapevolezza della necessità di affrontare i disturbi alimentari in modo capillare e accessibile.

In Veneto nel biennio 2022-2023 sono state registrate 1.350 prime visite, 3.000 pazienti seguiti, 1.000 ricoveri e 350 accessi al Pronto Soccorso, numeri rilevanti. E il Veneto è ben strutturato su questo fronte, con due Centri di Riferimento regionali (le Azienda Ospedaliere di Padova e Verona) tre provinciali (le Ullss 2 Marca Trevigiana, 4 Veneto Orientale e 8 Berica) e ambulatori specifici in tutte le Ullss. Sono 14 attualmente le strutture venete specializzate secondo l’Istituto Superiore di Sanità. La crescita dei centri per i disturbi alimentari è anche un riflesso di una maggiore consapevolezza sociale. Sempre più persone riconoscono l’importanza di affrontare questi problemi con serietà e competenza, ma è essenziale promuovere campagne di sensibilizzazione e prevenzione che coinvolgano scuole, famiglie e comunità, per creare un ambiente che favorisca il benessere psicofisico e riduca lo stigma associato ai disturbi alimentari.

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La UOSD Chirurgia d’Urgenza di Padova gestisce interventi urgenti 24/7, trattando emergenze addominali e politraumi. Con 1200 ricoveri annuali, l’équipe multidisciplinare offre trattamenti tempestivi e formazione avanzata per studenti e specialisti.

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Gli interventi urgenti, ovvero non programmati, rappresentano il 20% dell’attività chirurgica dell’Azienda e richiedono un impegno straordinario. Le patologie trattate spaziano da emergenze addominali a problematiche del tratto gastrointestinale.

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L’approccio più efficace per la gestione specialistica di questi casi è la creazione di un’équipe dedicata con una sala operatoria operativa 24 ore su 24. Padova è stata tra le prime realtà sanitarie italiane a istituire un reparto specializzato di chirurgia d’urgenza.

La UOSD Chirurgia d’Urgenza, diretta dal dott. Gianfranco Da Dalt, gestisce interventi emergenti in collaborazio-

ne con la UOC Accettazione e Pronto Soccorso, le Chirurgie Specialistiche e la UOC Anestesia e Rianimazione. Ogni anno si registrano circa 1200 ricoveri e 800 interventi chirurgici urgenti. Nel 2024, sono stati trattati 101 politraumi e realizzate 61 procedure di radiologia interventistica. Il 30% degli interventi si svolge in orario notturno, mentre il 52% avviene con chirurgia tradizionale e il 48% in laparoscopia.

La Chirurgia d’Urgenza si distingue per la gestione multidisciplinare del paziente politraumatizzato e per il trattamento tempestivo di emergenze oncologiche addominali e patologie acute benigne, tra cui diverticoliti complicate,

Nuovo Ospedale Pediatrico: al via l’allestimento

È in fase di definizione il cronoprogramma per la consegna e l’installazione di arredi e attrezzature sanitarie nel Nuovo Ospedale Pediatrico dell’Azienda. Il piano prevede di iniziare con l’allestimento delle degenze sui sette piani, seguito dalle altre forniture, coinvolgendo diversi operatori specializzati.

Data la complessità della viabilità interna, le consegne avverranno in orario notturno, sotto il coordinamento del Pronto Intervento 2525, per garantire efficienza e sicurezza.

Un passo fondamentale verso un ospedale all’avanguardia, progettato per accogliere i piccoli pazienti in un ambiente moderno e funzionale, assicurando loro le migliori cure.

R.S.

appendiciti, colecistiti acute, ernie incarcerate, occlusioni intestinali ed emorragie gastrointestinali.

Oltre all’attività operativa, l’équipe della UOSD segue i pazienti stabilizzati che necessitano successivamente di interventi chirurgici elettivi. Inoltre, il reparto è sede formativa per la Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale e per gli studenti del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova.

Un modello di eccellenza che coniuga prontezza operativa, innovazione e alta formazione.

Anna Bergantin

Innovazione. Un intervento pionieristico rivoluziona il trattamento dell’endocardite in pazienti non operabili

Primo intervento mondiale per l’endocardite infettiva

Innovazione in cardiochirurgia: primo intervento al mondo per l’endocardite infettiva in pazienti non operabili. Un progresso straordinario nel campo della cardiochirurgia si è realizzato con il primo intervento globale di rimozione di una vegetazione endocarditica dall’aorta ascendente su un cuore battente, senza l’utilizzo di circolazione extracorporea e attraverso un’incisione di soli 4 cm. La procedura è stata eseguita in una sala ibrida, segnando un’importante svolta nel trattamento di una condizione complessa. L’équipe medica dell’Unità Operativa Complessa di Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedale Università Padova , sotto la guida del professor Gino Gerosa, ha condotto questo intervento innovativo su un paziente di 81 anni, già sottoposto a sostituzione valvolare aortica nel 2018. Il paziente presentava diversi fattori di rischio cardiovascolare, tra cui ipertensione, diabete mellito di tipo 2, fibrillazione atriale e una pregressa arteriopatia trattata chirurgicamente. A causa del precedente intervento a torace aperto, il tradizionale approccio cardiochirurgico comportava un altissimo rischio di sanguinamento e gravi complicazioni neurologiche legate a emorragie cerebrali. L’innovativa tecnica microinvasiva ha invece consentito un accesso ridotto, mantenendo il cuore in attività e utilizzando un supporto emodinamico in “ECMO like configuration” con un basso dosaggio di eparina. Il decorso post-operatorio del paziente è stato positivo: è stato estubato il giorno seguente all’intervento e ha trascorso cinque giorni in terapia intensiva, ottenendo un completo recupero neurologico. Attualmente, sta seguendo un programma di riabilitazione che ne favorisce il pieno ritorno alla salute.

Padova: nasce il progetto ALT, arresto cardiaco limitato nel tempo

A Padova prende il via il progetto ALT (Arresto cardiaco Limitato nel Tempo), un’innovativa iniziativa che amplia le possibilità di trattamento dell’arresto cardiaco, grazie alla collaborazione tra SUEM 118, Cardiochirurgia e Servizio Perfusionisti dell’Azienda Ospedaliera. Il cuore del progetto è l’impiego in emergenza dell’ECMO, una macchina cuorepolmone miniaturizzata che permette di supportare la funzione cardiaca e polmonare, garantendo una perfusione adeguata anche nei momenti critici. Nell’iniziativa viene utilizzato il CARL, il più avanzato sistema ECMO attualmente disponibile. Questo strumento permette di mantenere ossigenati gli organi vitali, riducendo il rischio di danni cerebrali e aumentando la possibilità di ripresa del paziente. L’utilizzo del CARL direttamente in ambulanza rappresenta una prima assoluta in Italia e potrebbe rivoluzionare l’approccio ai casi di arresto cardiaco. Ogni anno, solo nella città di Padova, si verificano circa 200 arresti car-

diaci, mentre in tutta la provincia il numero sale a 700. Grazie all’introduzione di questa tecnologia, sarà possibile intervenire su circa 70 pazienti all’anno, selezionati tra coloro che si trovano in arresto cardiaco da non più di 30 minuti e con un’età compresa tra i 15 e i 70 anni. Il protocollo prevede l’intervento di due ambulanze: la prima arriva sul posto per effettuare la diagnosi e avviare il massaggiatore cardiaco meccanico, garantendo le manovre rianimatorie iniziali. La seconda ambulanza, dotata di ECMO, arriva subito dopo e i medici procedono con l’impianto direttamente sul posto. Questa procedura richiede circa 15 minuti, al termine dei quali il cuore del paziente viene completamente supportato dalla macchina. Questo nuovo approccio si inserisce all’interno del programma ECMO già attivo presso la Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera, con l’obiettivo di migliorare i tempi di intervento, aumentare le probabilità di sopravvivenza e preservare la qualità della vita dei pazienti. La sperimentazione durerà tre mesi e coinvolgerà le équipe del prof. Gino Gerosa, direttore della Cardiochirurgia, del dott. Andrea Paoli, direttore SUEM 118, e del dott. Fabio Zanella, coordinatore del Servizio Perfusionisti. Se i risultati saranno positivi, il servizio diventerà operativo in modo definitivo a partire dall’estate, offrendo così un’importante innovazione nella gestione dell’arresto cardiaco sul territorio.

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la modifica delle abitudini alimentari con l’eventuale invio a una collega nutrizionista, l’incremento dell’attività fisica quotidiana, l’avvio di un’attività motoria adattata o esercizio funzionale sotto la guida di un fisioterapista per il miglioramento della funzionalità cardio-respiratoria, il miglioramento della qualità/quantità e corretta igiene

ARCELLA Autorizzato e accreditato dalla Regione Veneto, convenzionato S.S.N. - Dir. San. dott. E. Trevisi

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