laPiazzadellaBassaPadovana_Aprile25

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In Veneto il piano anti aggressioni high-tech da 4 milioni

della Bassapadovana

Vola il turismo in Veneto, superati i 73 milioni di presenze, Caner: “siamo la destinazione di riferimento”

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Il conto alla rovescia

Le elezioni regionali si avvicinano, ma non troppo. Se fino a poco fa sembrava ormai assodato che si sarebbe votato il prossimo autunno, a sparigliare le carte, con un colpo a sorpresa di fronte allo stesso Zaia, ci ha pensato il ministro dell’Interno che ha rotto il tabù delle elezioni nella primavera 2026. Al di là del vivace dibattito che ne è scaturito resta un dato di fatto, il conto alla rovescia, più o meno lungo, è iniziato.

Anche se i partiti e le coalizioni non appaino, almeno al momento, particolarmente lanciati nello sprint finale, nonostante manchino pochi mesi e di mezzo ci sia anche l’estate, periodo storicamente molto complicato per fare campagna elettorale.

Il centrodestra è alle prese con il braccio di ferro tra Lega e Fratelli d’Italia.

Quando scriviamo queste righe non conosciamo ancora l’esito del pronunciamento della Consulta sulla possibilità per i Presidenti, in questo caso Luca Zaia in Veneto e Vincenzo De Luca in Campania, di essere eletti per un ulteriore mandato, ma i pronostici, in questo senso, non consentono loro di sperarci troppo.

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DISPERAZIONE ABITATIVA: PREZZI ALLE STELLE

A Monselice sempre più numerosi gli sfratti, mancano risorse per la morosità elevata, a Este il 20% delle abitazioni è sfitto, al via la rivoluzione edilizia per rinnovare gli edifici

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Sostenibilità, il Veneto fa scuola, Confindustria Veneto Est: “Le imprese green crescono più del doppio”

DA CAVA A OASI, ECCO LA TRASFORMAZIONE DEL MONTE IN CENTRO DIDATTICO

L’intervento eviterà la possibile riconversione a discarica, dando vita a spazi per scuole, università e associazioni impegnate nella sostenibilità

Il ministro dell’Interno ribadisce l’autonomia delle Regioni nella scelta della data, Zaia: “Cosi possiamo anche risparmiare”

NDiritto alla casa, questione sociale

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

elle ore in cui “la Piazza” era ormai pronta per andare in stampa, con l’approfondimento “Dentro la notizia” dedicato all’emergenza abitativa, a Roma si apriva la prima conferenza internazionale sulla casa “All we need is HOME”. Un titolo azzeccato, grazie ai Beatles ovviamente per l’ispirazione, che va subito al cuore del problema: la casa è un diritto, o almeno dovrebbe esserlo, perché senza casa viene meno anche la tenuta sociale, insieme alla dignità delle persone

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Chiusura del servizio di cassa all’ex ospedale

di Via Marconi

Abreve verrà chiuso il servizio di cassa con operatore del servizio Cup nell’ex ospedale di via Marconi. “Il direttore Paolo Fortuna ha ribadito che non cesserà il servizio di prenotazione. Il servizio di cassa, però, verrà tolto a breve per una scelta legata al rapporto costi-utilizzo” spiega la sindaca Giorgia Bedin.

La chiusura del servizio di pagamento in contanti o con carte, si legge nella missiva, determinato da un’attenta analisi dei flussi di cassa “che ha evidenziato una media di 15 operazioni al giorno, tali da non giustificare i costi aziendali”. Gli utenti potranno comunque pagare le prestazioni nelle casse automatiche sul sito dell’Usl o attraverso PagoPA. Il direttore ha inoltre evidenziato che sono in corso verifiche e azioni di efficientamento dell’attività degli sportelli Cup, con possibili miglioramenti nei giorni e negli orari di apertura. La comunicazione della sindaca ha suscitato il disappunto dei consiglieri del centrosinistra, che già a novembre avevano lanciato l’allarme sulla possibile chiusura degli sportelli. “Nonostante le smentite iniziali, trova conferma la volontà dell’Usl di riorganizzare i Cup - spiega Francesco Miazzi, che si era fatto portavoce delle preoccupazioni degli operatori dell’ex ospedale -. senza alcun preavviso, sono già stati chiusi al sabato mattina gli sportelli di Montagnana e Conselve e ora, dopo la chiusura della cassa di Este a dicembre, si chiude anche il servizio a Monselice”.

La preoccupazione resta alta dato che nell’ultimo bando di gara non erano contemplati gli sportelli Cup attivi negli ex ospedali di Este e Monselice: “Stiamo assistendo a un costante ridimensionamento dei servizi pubblici: basti ricordare la chiusura dei centri prelievi della casa di riposo e dell’ex ospedale, mentre nel frattempo sono sorte nuove strutture private” conclude Miazzi. Giada Zandonà

Chiusura dei pagamenti allo sportello

Diritto alla casa, questione sociale

La conferenza di Roma, alla quale hanno partecipato anche alcuni amministratori delle città venete, è stata l’occasione per fare il punto con rappresentanti di città ed istituzioni europee sulle politiche abitative in Italia e in Europa e su alcuni temi urgenti come l’edilizia residenziale pubblica, le agenzie sociali per l’abitare, la carenza di affitti e l’energia verde e il consumo di suolo. L’intento è scambiare buone pratiche, cercare soluzioni, proporre politiche sulla casa. Nella speranza che qualcosa si muova anche a livello nazionale perché “è ora di mettere il diritto alla casa, la protezione delle famiglie vulnerabili e la transizione energetica in cima all’agenda”. L’incontro internazionale ha cercato di fornire uno strumento utile agli amministratori pubblici, locali e nazionali, che quotidianamente devono confrontarsi con il fenomeno della precarietà abitativa, per interpretare la realtà e selezionare le esperienze positive già esistenti. In questi anni, hanno sottolineato gli esperti, cambiamenti radicali si sono manifestati nella società, nella famiglia e nella condizione economica della popolazione. La domanda di alloggi a prezzi accessibili supera di gran lunga l’offerta, creando una situazione di crisi che colpisce persone di tutte le età e famiglie di tutte le dimensioni, in particolare nei contesti cittadini dove più grave è il deficit di patrimonio pubblico. È uno scenario purtroppo in crescita, aggravato dall’ampliamento delle diseguaglianze economiche e sociali e dall’impoverimento della classe media. Tante persone si vedono negato un diritto, quello all’abitare, che è un diritto essenziale per il pieno riconoscimento della dignità di ogni persona e, in seconda battuta, dei suoi diritti di cittadinanza. L’obiettivo si è ampliato rispetto al passato: occorre rispondere anche all’esigenza di nuove residenze ad affitti calmierati, rivolte a quelle fasce intermedie che non riescono a soddisfare il proprio bisogno sul mercato per ragioni economiche e per assenza di un’offerta adeguata, e che però non rientrano nei requisiti per l’assegnazione di alloggi popolari. Questa categoria comprende una varietà di tipologie come giovani coppie a basso reddito, famiglie monogenitoriali, anziani, studenti, lavoratori fuori sede, immigrati. La conferenza ha approfondito le esperienze delle Agenzie sociali per l’Abitare, uno strumento pubblico già presente a Torino, Milano, Napoli, Firenze e Modena, per calmierare il mercato degli affitti residenziali. Lo scopo è reperire alloggi nel mercato privato tramite accordi con i proprietari, in modo da arrivare ad affitti a canone concordato. Una soluzione ancora poco praticata nelle nostre città.

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Il sito. L’intervento mira a preservare la biodiversità e promuovere la formazione dei giovani

Due oasi naturalistiche sul Monte Ricco per progetti di educazione ambientale

Dopo il rischio di diventare una discarica, le ex cave del colle ospiteranno laboratori, campi scout e attività educative per tutta la comunità

Due oasi naturalistiche in arrivo sul Monte Ricco per scongiurare il rischio che potessero ospitare una discarica come è accaduto per cava Solana. Attraverso l’intervento di Angelo Mandato, socio privato di Sesa e proprietario dell’Eremo di Santa Domenica, l’ex cava Mardegan Rizzi e la cava Sociale Rizzi entreranno a far parte di un più ampio progetto di educazione ambientale che da due anni interessa il colle. L’ex cava Mardegan Rizzi, situata in via Monte Vignalesco, sopra la frazione del Carmine, ha cessato l’attività estrattiva alla fine degli anni ’70. Da allora, il sito è passato di mano a diversi proprietari, finendo di recente sotto i riflettori per una possibile riconversione a discarica di terre di scavo, come già avvenuto per cava Solana.

Un’ipotesi che aveva destato forte preoccupazione tra i cittadini e lo stesso Mandato, che ha scelto di intervenire per salvaguardare l’area e destinarla a finalità educative. Si tratta di uno spazio di 17 ettari in cui la natura ha progressivamente ricoperto le tracce dell’attività industriale. Dopo interventi di manutenzione e messa in sicurezza, l’area potrà accogliere laboratori, campi scout e attività con animali, favorendo esperienze a stretto contatto con l’ambiente.

“Sono 20 anni che mi prendo cura della cava - racconta il cu-

stode Alessandro Quaglio -. Dalla sua chiusura, la vegetazione ha ripreso il suo spazio, trasformandola in un giardino botanico da proteggere. Io e gli altri residenti temevamo per il suo futuro e per questo ho apprezzato la scelta del nuovo proprietario di preservare questo angolo di natura e dedicarlo alla didattica” conclude Quaglio.

Cava Sociale Rizzi si estende invece per 23 ettari lungo il fianco della strada asfaltata che porta sulla sommità del colle. Oltre a conservare curiosi manufatti legati all’escavazione, ospita un’importante risorgiva da cui sgorga l’acqua proveniente dai monti Lessini. Gli interventi di riqualificazione saranno impegnativi, ma nel giro di un anno l’area verrà trasformata per ospitare un parcheggio, spazi dedicati alla didattica e, in prospettiva, un museo a cielo aperto di archeologia industriale.

“Vogliamo che il Monte Ricco continui a essere un punto di riferimento per l’educazione ambientale - spiega Mandato -. La nostra proposta di acquisto è stata scelta proprio per il suo valore sociale. L’obiettivo è rendere il colle il fulcro di attività naturalistiche e iniziative dedicate alla collettività”. Questi nuovi spazi arricchiranno ulteriormente le attività che si svolgono da molti anni nell’Eremo: “Accogliamo università, scout, scuole, parroc-

chie e visitatori - spiega Carlo Bovo, coordinatore delle iniziative -. Negli ultimi due anni abbiamo ospitato studenti, ricercatori e privati impegnati in studi ambientali e progetti di ricerca. L’inserimento delle cave nel nostro percorso di valorizzazione offrirà nuove opportunità di accoglienza, lavoro e approfondimento” aggiunge Bovo.

Zandonà

Premiate le eccellenze imprenditoriali cittadine

Un riconoscimento al lavoro, alla dedizione e alla passione di imprenditori e lavoratori che contribuiscono allo sviluppo economico e sociale della città: sette aziende premiate con un diploma. “Siamo orgogliosi di aver organizzato anche quest’anno questa prestigiosa iniziativa, ormai divenuta una tradizione grazie all’impegno dell’assessore Stefano Peraro, che già nella precedente amministrazione ha svolto un ruolo determinante nel sostegno alle attività produttive - ha spiegato la sindaca Giorgia Bedin -. È con grande piacere che conferiamo questo tributo alle eccellenze imprenditoriali del nostro territorio”.

Determinazione, passione, spirito imprenditoriale, capacità di fare squadra e continuità generazionale: sono questi i valori su cui si fonda il riconoscimento consegnato agli imprenditori. “Questi elementi, combinati insieme, creano una sorta di magia, non certo con una bacchetta magica,

ma con sacrificio, dedizione e la volontà costante di migliorare la propria attività” ha aggiunto Bedin, sottolineando come l’impegno delle aziende premiate non sia solo un valore individuale, ma un beneficio per l’intera comunità.

L’assessore Peraro ha ribadito l’importanza di supportare le attività locali, consapevole che la loro crescita si traduce in benessere collettivo: “Questa cerimonia è un’occasione per celebrare il successo imprenditoriale e il legame

profondo tra le aziende e Monselice, un rapporto che si rafforza anno dopo anno grazie alla passione e all’impegno di tutti”. I diplomi sono stati consegnati a imprese di diversi settori: Tuttodiesel srl e Vanzetto Veicoli Industriali per l’artigianato e l’industria, Azienda Agricola Tognin per l’agricoltura, Profumeria Rimondo e Bonfante Servizi Funebri srl per il commercio, Edicola San Marco di Segato Michela e Bar Stazione Ferroviaria di Piccolo Franco per gli esercizi pubblici. (g.z.)

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Case popolari chiuse per mancanza di fondi: mentre 100 famiglie aspettano

AMonselice sono sempre più numerosi gli inquilini che perdono la casa perché non riescono a pagare l’affitto. Un fenomeno in crescita che ha delle importanti implicazioni sociali e richiede interventi da parte delle istituzioni.

“Nel corso degli ultimi anni - racconta Rossella Molon, assessore al sociale del Comune di Monselicei servizi sociali stanno registrando nel nostro territorio un considerevole aumento dei nuclei familiari in situazione di emergenza abitativa, a causa di numerose persone e famiglie che sono oggetto di procedure di sfratto”. Anche per far fronte a questa criticità il Comune intende investire sul patrimonio immobiliare pubblico e cercare di destinare quanti più alloggi possibili a chi ne ha diritto.

“Alla fine del 2024 - continua l’assessore - è stato aperto il bando di concorso per l’accesso all’Edilizia Residenziale Pubblica. Sono pervenute oltre 100 domande, la cui graduatoria è in fase di elaborazione da parte di Ater e verrà pubblicata nei prossimi mesi sui canali istituzionali dei due enti.

Attualmente nel territorio co-

munale sono presenti più di 300 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, tra cui 180 alloggi di proprietà del Comune di Monselice ed alloggi di proprietà dell’Ater di Padova”.

Monselice, insieme a Piove di Sacco, è il comune con numero più elevati di alloggi di edilizia residenziale pubblica e il problema maggiore è quello di riuscire a garantire le manutenzioni e le ristrutturazioni, in modo da avere un numero adeguato di appartamenti da assengare.

“Abbiamo circa un 10% di alloggi di proprietà comunale destinati all’edilizia popolare che sono sfitti - osserva Molon - perché richiedono interventi di manutenzione straordinaria, ma a causa della elevata morosità mancano risorse per eseguire i lavori di sistemazione. Stiamo procedendo con un piano di vendita degli alloggi per le persone che hanno manifestato l’interesse ad acquistare, allo scopo di recuperare nuove entrate per procedere alla ristrutturazione di quelli più datati”, conclude l’assessore.

Per quanto riguarda i tempi di

Affitti in aumento all’ombra della Rocca. Nel giro di un anno a Monselice il valore medio dei canoni è cresciuto del 3,6%. Questo perché gli affitti sono molto richiesti ma c’è poca disponibilità sul mercato, quindi il prezzo aumenta. Per un bilocale in centro, guardando ai recenti dati Tecnocasa, si spendono almeno 500 euro al mese, mentre per un trilocale si parte da 600 euro, con un leggero ribasso in periferia.

Quanto alle vendite, un appartamento nuovo richiede in media un investimento di duemila euro al metro quadrato.

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attesa per l’assegnazione ci vogliono mediamente dai 6 ai 7 mesi. “I tempi sono stabiliti dalla normativa regionale - ricorda Tiberio Businaro, presidente dell’Ater di Padova -. Dal momento in cui si fa il bando c’è un’istruttoria con i tempi per le osservazioni, gli eventuali ricorsi fino ad arrivare alla graduatoria finale. E’ un percorso articolato che viene gestito dai Comuni, noi possiamo seguirli e non vediamo l’ora di assegnare

gli alloggi, qualora fossero disponibili. Non è certo nostra volontà lasciare gli alloggi sfitti”. Per gli appartamenti vuoti in attesa di ristrutturazione Businaro aggiunge: “Nessuna Ater riesce ad avere la capacità finanziaria per riattare tutti gli alloggi, la sostenibilità non c’è, per questo servirebbe una iniezione di denaro pubblico. Laddove c’è la possibilità di avere dei contributi pubblici noi ci aggrappiamo subito e partiamo con gli interventi. Incrementando il numero degli alloggi disponibili si riuscirebbe invece a scorrere la graduatoria e ad assegnare un posto anche a chi ha l’Isee più alto e quindi paga un canone maggiore. Questo porterebbe più risorse alle Ater che potrebbero così avere più disponibilità per le manutenzioni. Servirebbe un piano casa nazionale, ma sono decenni che non si fa”.

Nicola Stievano

Monselice fa i conti con il caro affitti, un alloggio nuovo costa 2000 euro al metro

Un impegno economico che non sempre i potenziali acquirenti sono in grado di affrontare.

Proprio per agevolare la fascia media di chi non è “troppo povero” per accedere all’edilizia residenziale pubblica o alle graduatorie Ater ma non riesce a sobbarcarsi una spesa troppo elevata viene in soccorso il social housing, che si sta diffondendo un po’ su tutto il territorio anche se non è ancora così esteso perché richiede risorse e strumenti adeguati.

Anche il settore edilizio chiede di essere sostenuto e il senatore Antonio De Poli ritiene necessario trovare un nuo-

vo schema normativo, che introduca misure incisive per l’edilizia. “E’ necessario individuare strumenti normativi e finanziari adeguati, prevedendo anche sgravi fiscali e agevolazioni per incentivare gli investimenti nel recupero delle aree da riqualificare. Siamo al lavoro per la revisione del Testo unico sull’edilizia e per una legge, incardinata in Commissione VIII in Senato, sulla rigenerazione urbana. Ritengo prioritario intervenire con un Piano Casa che favorisca l’accesso all’abitazione per i ceti medi e dia nuova linfa al comparto edilizio”.

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Gli alloggi Ater nella frazione San Bortolo, l’assessore al sociale di Monselice Rossella Molon

Emergenza abitativa. In corso la demolizione di vecchi edifici e la ricostruzione con i fondi del Pnrr

Este, il 20% delle case desolatamente vuote, rivoluzione edilizia per avere nuovi alloggi

E’ nella bassa padovana che si concentra il maggior numero di alloggi vuoti e sfitti. Mentre chi è alla ricerca di una casa fa i conti con un mercato asfittico e sempre più esoso, c’è un patrimonio immobiliare che resta inaccessibile, per tutta una serie di motivi. Si va dalle abitazioni che avrebbero bisogno di una radicale opera di riqualificazione, se non addirittura di essere demolite per far posto a nuovi edifici, ai proprietari che non se la sentono di mettere sul mercato i propri beni. Se la media italiana di alloggi vuoti è del 27,2%, è nella bassa padovana secondo i dati degli agenti immobiliari Fimaa di Ascom Confcommercio, che si trovano i valori più elevati, a partite dal Montagnanese. Segue Este, con il 20% di abitazioni chiuse mentre a Monselice si scende al 17,5%. Di fronte a questi numeri qualcosa si muove e proprio da Este parte una vera e propria “rivoluzione edilizia” che punta a mettere a disposizione, entro i prossimo anno, alcune decine di alloggi di edilizia residenziale pubblica.

“Tra opere di ristrutturazione e riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare e altre ancora in corso l’investimento complessivo supera i 30 milioni di euro”, spiega Tiberio Businaro, presidente dell’Ater di Padova. “E’

Matteo Pajola. Fra gli interventi principali spiccano giusto in questi giorni i progetti del Pinqua, il Programma innovativo per la qualità dell’abitare, finanziati con il Pnrr. Ecco allora la demolizione delle vecchie scuole di Schiavonia per costruire 10 alloggi di edilizia pubblica, costo 2,6 milioni di euro, a cui si aggiungono altri 2,1 milioni per l’intervento gemello di demolizione dell’ex scuola a Prà per far spazio a 8 appartamenti. Importante anche la riqualificazione energetica di 30 alloggi sfitti per 1,3 milioni di euro, a cui si aggiungono gli interventi per quasi 2.4 milioni su altri 12 condomini. Continuano poi i progetti di ristrutturazione degli edifici storici in centro, come palazzo Contarini che diventerà centro museale per 4 milioni di euro, il palasport di via Zanchi trasformato in piazza e te-

polifunzionale con 2,8 milioni.

“A Este abbiamo un patrimonio pubblico molto importante, - aggiunge il sindaco - e queste operazioni unite al superbonus nel 2023 permetteranno una riqualificazione anche dal punto di vista estetico e una complessiva rivalutazione. Il tema casa è fra i più complessi e difficili, sicuramente l’investimento messo in campo è significativo e porterà i suoi frutti. Le opere avranno una ricaduta sul sul sociale, dove ci sono situazioni non di facile gestione. Non abbiamo comunque casi fuori controllo anche se c’è sempre qualche aspetto che va gestito con interventi mirati. Credo che in città non si sia mai visto un investimento di questa portata, in collaborazione con Ater e la Regione, ora siamo concentrati nel rispettare i tempi”.

Nicola Stievano

La banca: “Il mercato immobiliare si è polarizzato, ormai i mutui non coprono più il 100% del valore”

Entrano nel vivo i progetti messi a punto dal Comune e dall’Ater per recuperare e riqualificare una parte importante del patrimonio immobiliare, l’investimento supera i 30 milioni di euro. Il sindaco: “Iniziativa di portata storica”

Negli ultimi anni, spiega Andrea Binello, direttore generale della Bcc Banca Annia, “il mercato si è polarizzato concentrandosi verso gli estremi e cioè da un lato verso immobili di ampia metratura e di pregio e dall’altro verso immobili di prezzo contenuto da sistemare con una spesa limitata per destinarli a residenza per categorie economiche con minori possibilità o all’affitto”. A questo si aggiunge la dinamica dei mutui, ora in ripresa dopo il calo di anno fa. “Tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 il trend di crescita della domanda di mutui per l’acquisto delle abi-

tazioni è proseguito, complice il continuo ed intenso calo dei tassi (ormai 1,5 punti in meno pari ad un calo del 40% rispetto all’inizio del 2024), e la domanda si sta orientando maggiormente verso il tasso variabile ora più conveniente, anche se sempre esposto al rischio di un rialzo futuro dei tassi”. Quanto alle imprese di costruzione, il settore nella bassa padovana fatica a riprendersi. “Il settore edilizio è importante per il territorio - aggiunge Binello - e permette di creare posti di lavoro e fatturato diretto, indiretto e nella catena delle forniture di

prodotti e servizi. Rispetto al passato, quando le imprese di costruzione chiedevano finanziamenti prossimi al 100% dell’intervento, investendo pochi denari propri, negli ultimi anni, anche grazie a nuove regole imposte dalla vigilanza in ambito bancario ed a una maggiore consapevolezza e solidità delle imprese di costruzioni locali, la quota di capitale investita direttamente dalle imprese è aumentata e quindi alle banche richiedono un finanziamento pari al 50% al massimo dell’acquisto del terreno e tra un 60% e un 70% del costo di costruzione”.

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La demolizione delle ex scuole di Schiavonia

Approvata l’Installazione delle antenne sulla Torre e subito scatta la protesta

Icittadini dicono “no” a un sistema di antenne nella Torre Civica, ma la giunta di Giorgia Bedin ha dato il via libera all’intervento che oscurerà parzialmente la vista panoramica su piazza Mazzini.

A fine marzo oltre 170 persone si sono date appuntamento nel cuore di Monselice per mettere in scena, con striscioni e cartelli, un colorato flashmob promosso dal consigliere di minoranza Francesco Miazzi, caposaldo nella Bassa delle manifestazioni e portavoce del Comitato Lasciateci Respirare, a cui hanno partecipato tutte le forze politiche di opposizione, con la presenza di Giannino Scanferla, Niccolò Ruffin per il PD, Luca Callegaro per Forza Italia e i rappresentanti di Fratelli d’Italia.

Un grande striscione con la scritta “No antenna, sì principio di precauzione” e numerosi cartelli con la stessa dicitura sono stati tenuti nelle mani dei presenti per realizzare una fotografia da inviare alla Soprintendenza, l’organo che dovrà decidere se la Torre medievale sia il luogo adatto a questo tipo di intervento. In parallelo è partita una raccolta firme da parte di Scanferla, da inviare all’ente. La proposta avanzata dall’operatore Wind Tre di installare e gestire per nove anni una stazione radio base, comprensiva di struttura per le antenne e apparecchiature per la diffusione del segnale radio-telefonico, su 10 metri quadrati situati nel simbolo storico della città, era stata trattata a tarda notte durante il consiglio comunale di metà marzo.

parlanti, e vengono occultati da pannelli, quindi non visibili”.

L’assessore evidenzia infine i vantaggi per il centro storico: “Questa soluzione migliorerà la copertura del segnale, facilitando l’utilizzo dei pagamenti con Pos nei negozi, visto che molti commercianti lamentano difficoltà di connessione. L’alternativa sarebbe stata l’installazione di un’antenna di 30 metri su una proprietà privata”. I negozianti di piazza Mazzini e delle altre vie del centro, interpellati sulla questione, hanno però spiegato di non avere

particolari problematiche per l’utilizzo del Pos. Ora la questione passa alla Soprintendenza, che avrà 60 giorni di tempo, così come

il Parco Colli e Arpav, per autorizzare o meno la posa della stazione radio base sulla Torre Civica.

Giada Zandonà

L’assessore Stefano Peraro ha spiegato che per la posa del sistema la ditta corrisponderà al Comune un canone annuo di 800 euro, a cui si aggiunge un ulteriore canone di 7.200 euro all’anno per nove anni, previsto dal contratto di servizio per l’accesso al bene. Peraro ha provato anche a dissipare i timori legati ai presunti rischi per la salute: “Sui social si leggono commenti su campi elettromagnetici e altro, ma qui non si parla di un’antenna con il classico palo: si tratta di celle, identiche a quelle presenti in tutti i campanili delle città storiche. Sono amplificatori, simili a quelli degli alto-

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La Cavana trionfa al “Premio biennale di architettura Antonio Quistelli - Flora Borrelli” La Cavana vince il “Premio biennale di architettura Antonio Quistelli - Flora Borrelli”. Dopo aver ottenuto nel 2023 il riconoscimento per le migliori opere di architettura nella categoria “Interventi di nuova costruzione” per il Veneto, è arrivato un nuovo attestato per l’opera adagiata sul canale Bisatto, progettata dall’architetto Mirco Simonato. La premiazione si è tenuta a metà marzo nel Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria, con l’obiettivo di promuovere azioni concrete per valorizzare progetti di architettura contemporanea, i professionisti e gli studi che hanno saputo raccogliere le sfide attraverso un approccio etico e innovativo alla professione. “Sin dal nostro primo mandato - sottolinea la sindaca Giorgia Bedin -, abbiamo messo tra le priorità quella di recuperare e valorizzare monumenti, spazi pubblici e altri simboli della nostra storia”.

La prima cittadina spiega che l’opera La Cavana si inserisce perfettamente in questo percorso: “Grazie alla riqualificazione di Campo della Fiera e dell’area Argine Destro, abbiamo restituito alla città uno spazio ampio e significativo, pronto per essere vissuto e condiviso. Ribadisco che questo riconoscimento è un’ulteriore testimonianza dell’eccellenza e della maestria degli architetti e progettisti coinvolti nella realizzazione di questa straordinaria opera”. Per la sindaca, infatti, il manufatto è un esempio straordinario di innovazione, creatività e impegno nella promozione dell’architettura di alta qualità nel Comune, come evidenziato nella motivazione del premio. “Desidero rivolgere le mie congratulazioni al progettista, sottolineando come la qualità e la visione del progetto abbiano portato ancora una volta a un importante riconoscimento” conclude la prima cittadina. Un premio che, secondo l’amministrazione, dimostra ancora una volta la validità delle scelte urbanistiche intraprese in questi anni. (g.z.)

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Territorio. Le autorità si preparano a monitorare per tutelare il Parco

Impatto ambientale della cementeria: la Regione avvia uno studio

L a Regione Veneto darà l‘incarico ad Arpav di condurre uno studio approfondito per aggiornare i dati sull’impatto ambientale della cementeria, mentre il Ministero dell’ambiente ha manifestato la volontà di affiancare il tavolo di lavoro con un supporto legislativo ed economico.

Questi i primi punti cruciali emersi dal secondo incontro istituzionale dedicato all’attivazione dell’articolo 19 del Piano ambientale, il documento che stabilisce, tra le sue linee guida, l’incompatibilità di alcune attività ad alto impatto ambientale con le finalità del Parco. Un confronto importante, soprattutto alla luce del riconoscimento Mab Unesco, che ha rafforzato l’impegno dell’ente a discutere il futuro della cementeria. All’incontro hanno preso parte i rappresentanti del Parco, i sindaci dei Comuni coinvolti, il Ministero, la Provincia di Padova e la Regione Veneto. Un contributo significativo è arrivato infatti da Luca Marchesi, direttore dell’area tutela e sicurezza del territorio, che ha chiesto al Ministero un supporto al quadro normativo. La compatta volontà del territorio di seguire la strada dell’applicazione del Piano ambientale ha portato quindi il Ministero a richiedere un documento di approfondimento all’ente.

Da qui la necessità anche di aggiornare l’impatto ambientale che fino ad oggi la cementeria ha avuto nel territorio sulla matrice ambientali attraverso un aggiornamento degli studi che verrà richiesto ad Arpav a cui si aggiungeranno gli altri studi indipendenti prodotti sinora. Per la sindaca di Monselice Giorgia Bedin il secondo tavolo ha prodotto dei grandi passi in avanti in poco più di un mese: “Un incontro che è stato molto produttivo e se questi saranno i ritmi e l’andamento delle progressive attività che verranno fatte da questo tavolo stiamo andando

avanti con il piede giusto per tutelare il nostro territorio. Un percorso di condivisione di principi, che mettono in luce, come è scritto nell’articolo 19, che questo impianto è incompatibile con un Parco tutelato e ora patrimonio Unesco” conclude la prima cittadina. I prossimi passi saranno due incontri tra il Parco e Provincia e tra quest’ultima e il Comune di Monselice, prima di arrivare alla convocazione del terzo tavolo di lavoro a cui parteciperanno anche le categorie economiche coinvolte nel percorso Mab Unesco.

Giada Zandonà

Scuola primaria Vittorio Cini, maggioranza e opposizione uniscono le forze per evitare la chiusura

Un impegno concreto per scongiurare la chiusura della scuola primaria Vittorio Cini di Costa Calcinara: maggioranza e opposizione votano assieme una mozione per far partire la classe prima. Da anni si paventa lo spettro della chiusura di una delle scuole storiche della cittadina che, a causa del calo demografico, anno dopo anno fatica ad attivare la classe prima. Sono infatti solo 10 al momento gli iscritti, un numero che non raggiunge quello minimo e per questo l’amministrazione si è impegnata, attraverso un documento votato all’unanimità, ad attivarsi in un percorso concreto con l’ufficio scolastico provinciale per attivare ugualmente la partenza della prima. “Mi sono interfacciata con il provveditore scolastico - ha spiegato nel consiglio comunale di venerdì la prima cittadina - e ci ha assicurato la massima collaborazione per trovare una soluzione, anche in deroga. Faremo tutto il possibile per tenere aperta la scuola, come abbiamo fatto per gli altri plessi. Negli altri Comuni le scuole chiudono, ma siamo riusciti a evitare che questo accada anche a Monselice e continueremo su questa strada anche per la Vittorio Cini”. (g.z.)

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Inclusione. Case accessibili per persone con disabilità, favorendo l’indipendenza abitativa

Al via la creazione di alloggi per l’autonomia

In via Argine Restara, è iniziata la costruzione di una struttura moderna e accessibile che offrirà a dodici persone con disabilità un percorso di vita indipendente e supporto nell’inserimento lavorativo

Dodici persone con disabilità verranno ospitate in due nuovi alloggi in un percorso di autonomia abitativa e lavorativa per abbattere le barriere fisiche e creare indipendenza. È iniziata la demolizione di un vecchio stabile in via Argine Restara per fare spazio a una struttura moderna e accessibile. I nuovi alloggi, suddivisi in due unità abitative su piano terra e primo piano, accoglieranno complessivamente dodici persone della Bassa padovana con disabilità, offrendo loro un contesto di vita indipendente e un percorso di inserimento nel mondo del lavoro.

Un’iniziativa che non si limita a garantire un tetto, ma che punta a costruire un futuro più inclusivo. Il progetto infatti rientra nella Missione 5 “Inclusione e coesione” del Pnrr ed è seguito dall’amministrazione di Este come capofila dell’ambito territoriale sociale Ven17.

“L’obiettivo è creare un ambiente sicuro e attrezzato per permettere a queste persone di vivere in autonomia, supportate da operatori qualificati - spiega il sindaco Matteo Pajola -. La struttura sarà a disposizione di tutti i comuni della Bassa Padovana, offrendo una risposta concreta alle esigenze abitative e di inclusione lavorativa”.

L’investimento complessivo ammonta a 680mila euro, finanziati con fondi Pnrr, Gse e risorse del Comune. A questi si aggiungeranno ulteriori 315mila euro per arredi, dispositivi domotici e strumenti che garantiranno l’accessibilità totale degli spazi. Ma il cuore del progetto va oltre la costruzione degli alloggi: l’iniziativa prevede un percorso strutturato per accompagnare i futuri inquilini verso una maggiore autonomia: “Non si tratta solo di eliminare

barriere architettoniche, ma di favorire l’integrazione sociale e lavorativa. Credo che questo sia l’elemento più significativo dell’iniziativa, volta a eliminare non solo barriere fisiche, ma anche culturali - sottolinea la vicesindaca e assessora al sociale Simonetta Spigolon -. Abbiamo molto a cuore la realizzazione di questo percorso di attenzione e sostegno nei confronti delle persone con disabilità, che saranno inserite non solo in un contesto abitativo sicuro e accessibile, ma che saranno anche protagoniste di un progetto di più ampio respiro portato avanti con la collaborazione della Fondazione Irea Morini Pedrina che supporterà gli ospiti nel percorso di indipendenza, fornendo assistenza e strumenti per una gestione autonoma della quotidianità” conclude Spigolon. Giada Zandonà

”Donna con il Cappello”, la nuova associazione rivive la Belle Époque

Una nuova associazione è arrivata a Este: è nata “Donna con il cappello”. Si tratta di un gruppo di persone attive nel territorio che dal 2020 mette in scena, a settembre, una rievocazione storica che riporta la cittadina nella Belle Époque, attirando centinaia di visitatori e partecipanti in costumi dall’800 al ‘900. La nascita è stata celebrata nella sede della Regione, dove la presidente Maria Luisa Rosina, assieme al vicepresidente Lino Splendore, alla segretaria Valeria Trigolo e all’assessora Erika Bertazzo, ha presentato le finalità del gruppo. Si tratta infatti della volontà di incentivare l’identità locale di Este con proposte di carattere storico, socio-culturali, turistiche e folcloristiche. L’evento predominante sarà “Donna con il cappello”, giunto alla sesta edizione e in programma il 21 settembre, ma accanto si sono sviluppate negli anni numerose iniziative.

Nel 2021 è stato realizzato un documentario legato alla storia di persone e personaggi di Este a cavallo tra Ottocento e Novecento, mentre nel 2022 sono state portate avanti interviste, ricerche, video e convegni dedicati alla scuola all’aperto di Este, che ha dato vita anche a una mostra nel Museo dell’Educazione dell’Università di Padova. L’iniziativa aveva portato i partecipanti a recarsi in piazza San Marco con gli storici banchi di scuola usati all’epoca. Maria Luisa Rosina promette per quest’anno e per i successivi di mettere in scena importanti novità legate alla storia locale e alle tradizioni, che porteranno la cittadina murata a essere un fulcro di cultura ottocentesca per il Veneto. (g.z.)

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Sono iniziati da qualche settimana e procedono spediti i lavori di ampliamento dell’Asilo Nido Comunale Arcobalena di via Salvo D’Acquisto. L’intervento prevede la realizzazione di un nuovo spazio, comprensivo di nuove aule e servizi igienici, che consentirà di accogliere 30 bambini in più rispetto alla capacità attuale. Il valore complessivo dell’opera ammonta a oltre 1,1 milione di euro, di cui 720.000 euro provenienti da fondi PNRR e i restanti da fondi propri dell’Ente.

«Questo progetto rappresenta un investimento concreto nel futuro della nostra Città», dichiara

il Sindaco Matteo Pajola. «Dopo l’inaugurazione della nuova Sala polifunzionale adiacente all’Asilo Nido Comunale, realizzate con un investimento di 300.000 euro, proseguiamo nel potenziamento dell’offerta formativa del Nido Arcobalena. Il nostro obiettivo è garantire ai bambini spazi adeguati per crescere, apprendere e socializzare in un ambiente stimolante e sicuro».

Il progetto prevede che ogni sezione disponga di propri servizi igienici, inclusi quelli per gli educatori, tutti progettati nel rispetto delle normative in materia di accessibilità. Saranno inol-

verranno complessivamente installati quindi oltre 100 punti di ripresa e videosorveglianza: probabilmente l’investiI fondi necessari per la realizzazione dell’intero progetto “Sicurezza e Videosorveglianza”, che complessivamente ha un valore di circa 370.000 euro, derivano in parte direttamente dal Comune di Este (per circa 60.000 euro) e dagli altri Enti convenzionati, in parte da due diversi contributi ottenuti in questi mesi su progetti proposti dalla Polizia Locale di Este, rispettivamente dal Ministero degli Interni per Soddisfatto il Consigliere Comunale con delega alla Sicu«I risultati arrivati grazie ai due nanziamenti sono il frutto di un lavoro di squadra tra Enti che testimonia ancora una volta che il tema della sicurezza deve essere inteso in un’ottica più ampia, che Un buon sistema di videosorveglianza è sicuramente un deterrente, ma è la presenza costante di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale che rappresenta il vero valore aggiunto e la garanzia del contenimento dei fenomeni di micro-criminalità nel nostro territorio. Un sentito ringraziamento a tutte le Forze dell’Ordine per il loro lavoro, pun-

tre realizzati locali dormitorio e spazi complementari per attività laboratoriali. Le aule sono state concepite come ambienti in continuo dialogo tra interno ed esterno, con ampie vetrate affacciate sull’area verde circostante. «La nostra visione è quella di creare spazi educativi che permettano ai più piccoli di crescere in ambienti su misura, fornendo alle famiglie un servizio sempre migliore, che permetta di conciliare al meglio i tempi di vita e di lavoro», sottolinea il Vicesindaco e Assessore al Settore Sociale Simonetta Spigolon. «Ogni ambiente sarà modulato con arredamenti speci ci per

creare spazi distinti e a misura di bambino, pensati per stimolare l’apprendimento attraverso l’esperienza multisensoriale. Il Nido Arcobalena è un luogo in cui ogni piccolo può sviluppare le proprie potenzialità in un contesto ricco di stimoli positivi».

Particolare attenzione è stata dedicata anche alla sostenibilità ambientale: la nuova struttura sarà ad altissima prestazione energetica, con una copertura signi cativa del fabbisogno energetico garantita da fonti rinnovabili, diventando così un edi cio all’avanguardia anche dal punto di vista della sostenibilità.

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Ambiente. L’assessore Andreose annuncia un importante intervento di riqualificazione con nuove

Un parco fiorito per la primavera Rinnovato il verde di Via Isidoro Alessi

La piccola area verde che si affaccia sul parcheggio di via Isidoro Alessi si rinnova: in arrivo nuove piantumazioni. Dopo il doloroso taglio di alcune specie a causa di malattie e di ammaloramenti, nei prossimi mesi è prevista la piantumazione di nuovi alberi, in un progetto più ampio che vedrà anche altre piantumazioni in città. Si tratta di una delle iniziative messe in campo dalla nuova assessora all’Ambiente Beatrice Andreose, che da alcuni mesi è subentrata a Loris Ramazzina, che per problemi personali ha ceduto il posto alla collega con cui condivide da anni numerose iniziative rivolte alla tutela e valorizzazione della natura e dell’ambiente. Nell’area verde in questione da molti anni sono presenti pioppi, olmi e aceri negundi, che hanno raggiunto nel giro di pochi anni uno sviluppo considerevole e incorniciano bene l’area. In tempi più recenti, invece, sono stati aggiunti alberi autoctoni come l’acero campestre e la quercia. Una vegetazione tipica della Bassa Padovana, che offre una bellezza e un fascino di tipo “rurale”, familiare a molte persone che continuano ad apprezzare la crescita botanica del luogo.

Malattie, cambiamenti climatici e nuove patologie, però, hanno danneggiato alcuni degli alberi presenti. Per questioni di sicurezza e di manutenzione sono stati tagliati, una decisione che, secondo l’amministrazione, è stata dolorosa ma necessaria. A fronte di questo, però, l’assessora vuole procedere a proseguire lo sviluppo verde dell’area e per farlo ha in programma un intervento di nuove piantumazioni:

“Ho la ferma intenzione di far reimpiantare, nel breve termine, vicino agli alberi rimasti, alcune piante dotate di caratteristiche decorative e floreali più marcate - spiega Andreose -. Nello specifico, la componente a fiore sarà rappresentata dai petali bianchi e rosa di una magnolia stellata, che decoreranno il parco nella stagione primaverile. A questa si aggiunge la fioritura gialla di una pianta di Koelreuteria paniculata e, infine, si potranno ammirare le colorazioni autunnali nelle tonalità rosse di Liquidambar styraciflua e Nyssa sylvatica”.

Tra gli interventi è prevista anche la posa di una o più panchine all’interno dell’area: “Vogliamo consentire a chi ha bisogno di stare in mezzo al verde di potersi rilassare in comodità o sem-

plicemente di trovare un luogo accogliente in cui poter parlare e stare in compagnia - continua Andreose -. Infine, per rendere più suggestivo il parco, verranno messi a dimora alcuni arbusti che completeranno la composizione vegetale sotto la chioma delle piante più alte. Per questo scopo verranno piantati alcuni esemplari di ibisco, calicanto, filadelfo e viburno” conclude Andreose. Con questo intervento, l’amministrazione comunale intende non solo rispondere alla necessità di sostituire gli alberi abbattuti, ma anche rafforzare l’identità verde della città, creando spazi che possano essere vissuti e apprezzati dalla cittadinanza in ogni periodo dell’anno.

Giada Zandonà

2 milioni di euro per la riqualificazione di cinque alloggi disabili anziani

L’area verde di via Isidoro Alessi si rinnova con nuove piantumazioni dopo l’abbattimento di alberi malati. Il progetto, promosso dall’assessora Andreose, prevede magnolie, koelreuterie, liquidambar e panchine.

A sostegno degli anziani non autosufficienti arrivano due milioni di euro per la riqualificazione di cinque alloggi destinati a ospitare 12 persone e per garantire attività di supporto domiciliare. L’intervento del valore di un milione di euro, prevede la ristrutturazione e l’adeguamento di tre appartamenti in via Udine e di altri due in via Campagnolo, per un totale di 12 posti dedicati a persone non autosufficienti, assistite da operatori qualificati. La particolarità del progetto consiste nella realizzazione di alloggi accessibili, con ascensore, oggetti di domotica, di porte più ampie per agevolare il passaggio con carrellini o sedie a rotelle, oltre a una serie di dotazioni specifiche pensate appositamente per le esigenze e le necessità di chi ha difficoltà motorie.

Un ulteriore milione e mezzo di euro sarà invece destinato al sostegno di 88 anziani residenti nel comprensorio, attraverso servizi di assistenza domiciliare. I fondi saranno impiegati per migliorare

la qualità della vita di chi rimarrà nella propria abitazione, fornendo assistenza, supporto e attrezzature adeguate per affrontare con maggiore serenità le difficoltà della terza età. “Sulla tematica degli anziani non autosufficienti e della disabilità, la città di Este resta un punto di riferimento per il territorio, garantendo ancora una volta un approccio sistematico a problematiche molto importanti - spiegano il sindaco Matteo Pajola e l’assessora ai servizi sociali Simonetta Spigolon -. Il sostegno agli anziani si traduce in molte iniziative, dal supporto abitativo all’assistenza domiciliare. Offrire loro spazi adeguati e sostegno a casa significa garantire una migliore qualità della vita, un segnale civico molto importante” concludono il sindaco e l’assessora. (g.z.)

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La critica. Gallana solleva preoccupazioni su salute, traffico e impatto sul commercio locale

Opposizione al McDonald’s in città Dura la posizione della minoranza

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etta opposizione alla costruzione del fast food McDonald’s nell’area ex Ferro lungo la strada regionale 10. La consigliera di opposizione Roberta Gallana esprime la sua ferma contrarietà al progetto nella zona residenziale: “L’iniziativa presenta diverse criticità che impattano negativamente sulla salute dei cittadini, sull’assetto urbanistico e ambientale del nostro Comune e, non da ultimo, sull’educazione alimentare delle nuove generazioni”. Per la consigliera, in questo modo non si promuove uno sviluppo commerciale sostenibile e non si privilegiano attività con prodotti locali e di qualità. “Inoltre, togliendo gli studenti e i visitatori dal centro storico, si mettono ancora più in crisi i bar e i negozi di quartiere - continua Gallana -. La posizione prevista per il fast food è prospiciente a una zona residenziale e a un’arteria stradale, la Sr10, già congestionata”. Gallana sottolinea come l’intervento genererà un aumento significativo del traffico veicolare, con conseguenti problemi di congestione, inquinamento acustico e at-

mosferico: “Aumenteranno i disagi per i residenti in termini di quiete pubblica e sicurezza. Attendiamo la risposta dell’accesso agli atti che abbiamo richiesto per visionare la convenzione fra il Comune e Real Energy srl, il progetto esecutivo del fabbricato commerciale e delle opere di urbanizzazione, le autorizzazioni edilizie e ambientali rilasciate per la realizzazione del cantiere, nonché le indagini ambientali relative alle operazioni di bonifica del terreno e del nuovo materiale riportato - continua Gallana -. Sarà importante per noi visionare anche la documentazione relativa alla conformità delle nuove strade al Codice della strada e le valutazioni di impatto ambientale e sanitario relative alla cabina di trasformazione elettrica”. Il gruppo di opposizione annuncia di interpellare anche la Soprintendenza: “Con grande dispiacere assistiamo alla costruzione di un immobile nel cono visuale del patronato Redentore. Era il 1898 quando Don Angelo Pelà offrì in uso un terreno di proprietà. Sorse così il Patronato Redentore: nella chie-

sa, l’ampio portico e la casa rustica subito iniziarono i corsi di doposcuola, entrò in funzione una piccola biblioteca, una banda musicale, una società sportiva e una scuola di canto - continua la consigliera -. Qui i ragazzi potevano frequentare “buone compagnie” e il patronato coordinava una “comunità educante”. Oggi, invece, il Sindaco con tanto fervore si compiace per la costruzione di un fast food a cui moltissimi altri paesi vicini hanno risposto con un netto “no grazie”. Riteniamo che il nostro Comune debba promuovere un modello di sviluppo sostenibile e rispettoso dei cittadini e delle giovani generazioni, prestando particolare attenzione alle problematiche ambientali e della salute pubblica” conclude Gallana.

Giada Zandonà

Due anni di iniziative della Commissione Pari Opportunità

Due anni di piena operatività per la Commissione Pari Opportunità. Il presidente Alberto Di Chiara fa il punto sulle iniziative realizzate e sulle novità per il futuro. “Siamo partiti con iniziative di divulgazione e sensibilizzazione non solo sulla parità di genere e sulla violenza sulle donne, ma anche sull’omotransfobia e sull’autismo. Siamo una commissione plurale che si occupa di temi trasversali, non solo della tematica uomo-donna, ma anche di diritti civili, immigrazione e disabilità” prosegue Di Chiara. “Le panchine nel Giardino dei Diritti vogliono sottolineare proprio questo: le persone devono sentirsi accolte dalla comunità, a partire dai luoghi della nostra città. C’è un radicamento con il territorio e infatti collaboriamo con diverse realtà locali, non solo associative, ma anche con le scuole e le comunità straniere”. Dalle iniziative già realizzate a quelle in programma per il nuovo anno, le attività si concentreranno sull’approfondimento delle politiche di genere e sul tema della discriminazione delle persone transessuali: “Abbiamo voluto inserire nel programma proposte per persone in transizione, come l’adozione di un regolamento per disciplinare le carriere alias, attraverso un dialogo con i sindacati e le associazioni datoriali, da applicare poi a tutte le aziende del territorio” continua il presidente. “C’è anche una proposta di riorganizzazione dei seggi elettorali, con file non più suddivise esclusivamente in base ai due generi, ma con un’unica fila per le persone in transizione”. Tra le novità più importanti, l’intenzione di portare avanti l’iter per la realizzazione di una sala di commiato laico. “Abbiamo avviato un dialogo con l’amministrazione per creare un luogo dedicato a chi non si riconosce in una religione. Inoltre, sono previste iniziative di sensibilizzazione sugli animali e sull’uso e consumo della carne”. (g.z.)

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Un tuffo nella storia. Il restauro di un edificio che ha attraversato secoli di trasformazioni

Il Convento di Santa Maria degli Angeli: un viaggio tra storia, arte e rinnovamento

Il convento di Este, originariamente chiesa medievale, fu trasformato nei secoli in caserma, scuola e sede militare. Recentemente restaurato, ospita attività scolastiche e culturali.

I

l convento sorge nel luogo dove si trovava l’antica chiesa dedicata a Santa Maria degli Angeli, ricordata in un documento del 1299 mentre è del 1238 l’attestazione in Este di una comunità di frati minori. La Chiesa di San Francesco venne costruita su finanziamento dei Marchesi d’Este che la indicarono nel loro testamento quale Mausoleo di famiglia. La struttura ecclesiastica presenta una pianta a croce latina a navata unica conclusa da tre absidi; nella prima metà del XV secolo la chiesa venne rinnovata e nel 1464 vi trovò la sua collocazione il monumento sepolcrale di Taddeo e Bertoldo d’Este, ultimi esponenti del ramo cadetto della casata.

L’edificio religioso venne in parte distrutto da un incendio nel 1685 ma subito restaurato e tra il 1737 e il 1740 venne rimodernata la facciata. Nel frattempo, a partire dal 1636 era stata avviata la costruzione del monastero che avrebbe ospitato la comunità monastica fino alla soppressione napoleonica del 1806.

Nel 1745, Antonio Angelieri nel suo “Saggio Storico intorno alle condizioni di Este” scrive “Segue il Convento dei PP. Minori Conventuali su l’gusto del Palladio ed è in una situazione, di cui non c’è in tutto quel luogo la più amena, e deliziosa. Corre opinione, che la Serafica Religione non abbia più bella fabbrica in tutta Italia”.

Tra il 1850 e il 1854 il complesso venne adattato a caserma dove venne a insediarsi una commissione militare ispettiva creata per reprimere il fenomeno del brigantaggio, tanto che parte dei suoi ambienti venne convertita in prigione.

convertita in sede di difesa militare. Il chiostro del collegio palesa in modo significativo l’impronta classico-palladiana dello Scamozzi; gli ordini sovrapposti caratterizzano l’impostazione del quadriportico: il dorico, (il più robusto) nelle semicolonne del registro inferiore mentre lo ionico (più snello ed elegante) in quelle del registro superiore.

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Nel 1872 il Comune di Este, lo trasformò nel primo polo scolastico della città; due anni più tardi effettivamente trovò sede il Collegio Convitto comunale, le scuole elementari, tecniche e ginnasiali e il Giardino d’infanzia.

Nel settembre del 1943, con l’occupazione tedesca della città, la costruzione venne nuovamente

Visivamente il chiostro è delimitato da un semplice paramento murario in mattoni rossi lasciati a vista che contribuiscono a sottolineare l’austerità dell’insieme senza però appesantirlo. Questa rigorosità è resa possibile anche dalle ampie arcate a tutto sesto con archivolto a fascia in pietra bianca sul quale si alternano mascheroni e scudi; gli scudi contengono il simbolo dell’Ordine Francescano, ovvero due braccia incrociate sotto la croce. A sinistra il braccio di San Francesco, con il saio e la mano segnata dalle stimmate mentre quello di destra, nudo, è invece il braccio di Gesù, con la mano forata dai chiodi della croce.

I mascheroni sono degli elementi decorativi bizzarri molto utilizzati fin dall’antichità sia sulle facciate degli edifici religiosi che civili; avevano una funzione simbolica: contrastare e allontanare gli spiriti maligni. Dal punto di vista della forma appartengono a due periodi storico-artistici diversi: quelli più espressivi, al limite tra il mondo umano e il mondo animale, caratterizzati da un ghigno grottesco, si riconducono al tardo seicento, invece i mascheroni più formali e privi di accentuazione espressiva appartengono al primo settecento. Il registro superiore della facciata è ritmato dall’alternarsi di spazi pieni e vuoti in cui le finestre timpanate e le balaustre fanno da contraltare alla linearità del paramento murario, privo di decorazioni rivestito da semplice intonaco monocromo. La zona sommitale dell’edificio presenta un doppio cornicione a fascia con dentellatura terminale. Sui lati porticati si aprono i tre accessi all’edificio che conducono al piano mezzanino, al piano nobile e alla torretta del sottotetto. Concludendo, l’importante intervento di restauro realizzato in questi ultimi anni, ha permesso il recupero del monumentale immobile, utilizzato principalmente come sede scolastica ma anche come un luogo funzionale ad attività extra scolastiche e a manifestazioni culturali. Dell’area che in passato fu adibita a verde pubblico non è rimasto più niente poiché questa è stata convertita ad area parcheggi.

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Andrea Tobaldo

Il

personaggio. L’interprete esplora la sua carriera tra passione, ricerca e la creazione di un monumentale

Roberto Loreggian, l’archeologo della musica antica

O

rganista e clavicembalista d’eccezione, Roberto Loreggian è tra gli interpreti più raffinati di musica antica in Italia. A guidarlo è una minuziosa ricerca filologica, che l’ha portato dalla sua Monselice a caccia di manoscritti perduti nelle più grandi biblioteche d’Europa. Un vero e proprio archeologo alla ricerca dei tesori musicali del passato, spinto dal profondo desiderio di riportare in vita le sonorità che un tempo animavano le corti rinascimentali.

Il suo percorso inizia con quello che Mozart definiva il “re degli strumenti”: “Nasco come organista” racconta Loreggian “e chi suona l’organo sa che è impossibile restare illesi davanti a questo strumento, che ti coinvolge in maniera totale. Così mi sono avvicinato al repertorio bachiano, ma ben presto ho capito che in Italia, per mancanza di mezzi e cultura, sarebbe stato difficile vivere da organista. Allora ho deciso di approfondire la musica antica con il clavicembalo, che se l’organo è il re, il clavicembalo è il principe”. Da quel momento

è iniziato il suo viaggio alla ricerca di una sonorità che restituisse nella maniera più autentica possibile quella originale: “La musica è l’arte del suono, se si parte da un suono corretto allora è possibile lavorare sull’interpretazione”. Una profonda dedizione, nata dall’idea che la musica antica non può essere considerata un sottofondo, ma “esige un ascolto attento e una grande partecipazione intellettuale. Nella frenesia del mondo odierno, in cui vigono l’immediatezza e l’iperconnessione, è qualcosa di assai raro”.

Eppure, girando il mondo con la sua musica, Loreggian ha osservato delle profonde differenze nei diversi pubblici: “In Giappone ho sempre avvertito una venerazione assoluta per l’Italia: qualsiasi cosa tu faccia viene accolta con un rispetto incredibile. Ma il pubblico migliore è quello russo, dove l’amore per la musica si respira anche nei paesi più piccoli”.

E nella nostra società? “Purtroppo quella antica viene considerata troppo spesso musica per

vecchi, riservata ad un pubblico di nicchia. Eppure un tempo era il genere di consumo. Pensiamo a Federico di Prussia che suonava con Quantz e Carl Philipp Emanuel Bach, le star dell’epoca!”.

Un destino che curiosamente non riguarda le altre arti di quel tempo: “Girolamo Frescobaldi per me è il Caravaggio della musica. Eppure, mentre tutti riconoscono il valore artistico del pittore, la musica di Frescobaldi viene ancora troppo spesso sottovalutata e considerata facile. Forse la differenza è che un quadro lo guardi e lo comprendi subito, mentre la musica ha bisogno dell’interprete. Ed è un vero peccato, perché il repertorio del ‘600 ha moltissimo da offrire”.

Invece, sulla figura di Frescobaldi, Loreggian ha costruito il sogno di una vita: “Ho registrato l’integrale di tutti i suoi lavori, un monumentale progetto discografico iniziato nel 2009 e concluso nel 2021, che raccoglie anche le opere manoscritte. La soddisfazione più grande di tutta la mia carriera”. Un lavoro am-

La Pro Loco prende in mano la gestione del Museo Sanpaolo

La gestione del Museo Sanpaolo è stata assegnata per i prossimi tre anni alla Pro Loco di Monselice. Il sito attualmente ospita reperti che narrano la storia di Monselice, dalla preistoria ai giorni nostri, arricchiti da elementi multisensoriali, e sorge inoltre su un’area di scavi archeologici accessibile al pubblico.

All’ultimo piano dispone anche di un’ampia sala utilizzabile per mostre e

convegni. “Non volevamo lasciare il museo senza una guida e per questo ci siamo messi in gioco - spiega la presidente Maria Grazia Canazza -. All’interno del nostro gruppo abbiamo creato una squadra di giovani e di persone con competenze specifiche in ambito museale per gestire al meglio il sito. Tra i nostri obiettivi c’è anche quello di riuscire ad aprire le porte al pubblico durante la settimana e non solo

piamente riconosciuto, che nel 2009 ha ricevuto anche il “Premio Nazionale del Disco Classico”.

Far riscoprire la ricchezza della musica antica rimane una sfida, ma per Loreggian continua a es-

nei weekend” conclude Canazza. L’assessore alla cultura Andrea Parolo è soddisfatto dell’assegnazione: “Siamo particolarmente contenti che la gestione del Sanpaolo sia stata affidata a un’associazione del terzo settore locale e siamo certi che saprà mettere in campo le migliori risorse per promuovere e gestire il complesso sia sotto l’aspetto culturale che turistico”. (g. z.)

sere fonte inesauribile di bellezza: “È un mondo vastissimo, che non si smette mai di scoprire. E il clavicembalo non ha bisogno di elettricità: posso suonarlo anche durante un blackout!”.

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Giulia Turato

Il conto alla rovescia

Se Zaia non sarà della partita, come appare molto probabile, gli scenari nella nostra regione muteranno in modo estremamente significativo perché il buon Luca in questi quindici anni, oltre ad essere alla guida di una delle più importanti regioni italiane, si è, nella sostanza e ancora di più nel percepito, immedesimato con il suo territorio e viceversa.

In buona sostanza il volto, il modo di pensare e quello di sentirsi parte del Veneto in questi anni è stato Luca Zaia come ha dimostrato la percentuale record con la quale

è stato rieletto nel 2020: un 77% che indica come al di là dell’orientamento politico e persino del giudizio amministrativi i Veneti, in modo trasversale, si sono riconosciuti nel Presidente.

Questo cambio epocale ovviamente si incrocia con l’incremento esponenziale del consenso politico di Fratelli d’Italia che, non a caso, chiede per uno dei suoi la presidenza del Veneto. E qui volano gli stracci: per la Lega il Veneto rappresenta la linea del Piave che non può essere valicata e ancora meno sfondata a forza. Le armi sono affilate e le prossime settimane ci diranno chi la spunterà. Sul versante opposto il centrosinistra dallo scorso luglio

ha definito il perimetro della propria coalizione, anche questo caso una bella novità visto che nelle tornate precedenti il campo non era poi così largo – questa volta va, per semplificare, da Italia Viva al Movimento 5Stelle – e soprattutto non era stato definito con così tanto anticipo. Basterà per essere maggiormente competitivi rispetto allo striminzito 15,7% incassato cinque anni fa da Arturo Lorenzoni? Difficile dirlo. Molto dipenderà dal candidato Presidente che saranno in grado di mettere in campo e che, ancora, non si vede all’orizzonte proprio come accade nel centrodestra anche se per ragioni diametralmente opposte.

Il caso. Zaia coglie subito la palla al balzo e sottolinea anche il risparmio economico

Elezioni a primavera 2026, arriva l’assist di Piantedosi: “Le Regioni hanno autonomia”

Elezioni regionali, si riaffaccia l’ipotesi di elezioni nella primavera 2026, anziché alla scadenza autunnale di quest’anno come ormai sembrava ormai assodato. A sparigliare le carte è stato nientemeno che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, da Venezia, con Zaia a fianco. “Le Regioni hanno

tiva regionale preveda una “finestra” per le elezioni in primavera. “Adesso è necessario verificare se questa norma regionale sia in linea con la legislazione nazionale”, ha aggiunto Piantedosi, specificando che, nel caso di divergenze, sarà la normativa nazionale a prevalere. In ogni caso, la possibilità di tenere

piena autonomia sulla data delle elezioni”, ha dichiarato il ministro confermando che la normativa regionale può stabilire il periodo del voto, anche se è necessario un allineamento con la legislazione nazionale. Ma na anche sottolineato che tutte le Regioni godono di piena autonomia nella determinazione della data delle proprie elezioni. E infatti lo stesso Zaia aveva recentemente messo in evidenza come la norma-

elezioni primaverili rimane un’opzione valida, purché vi sia un allineamento tra le disposizioni regionali e quelle nazionali.

Dal canto suo Zaia ha ribadito che sarebbe preferibile svolgere le prossime elezioni regionali nella primavera del 2026 anziché in autunno. Secondo il governatore veneto la scelta della primavera comporterebbe un notevole risparmio economico, considerato le elezioni

per gli altri enti locali, come il Comune di Venezia, sono già in calendario per maggio 2026.

“La primavera sarebbe la soluzione migliore, visto che consentirebbe di risparmiare molti milioni di euro”, ha sottolineato il presidente del Veneto, evidenziando la differenza tra la legge regionale del Veneto, che prevede una sola convo-

cazione elettorale primaverile, e la prassi consolidata che indica l’autunno come termine naturale per il voto, coincidente con la scadenza quinquennale.

Zaia ha aggiunto che l’amministrazione sta attualmente compiendo le verifiche giuridiche necessarie per chiarire quale sia la normativa prevalente e determinare la data

definitiva delle elezioni. “Fino a tre mesi prima, possiamo ancora decidere. Se la convocazione sarà autunnale, il termine ultimo per il voto è tra il 25 e il 23 novembre”, ha concluso il presidente. Considerazioni che ora potrebbero fare breccia e rafforzare il “partito” che vuole andare al voto non prima del 2026.

Il caso. Il Pd insorge, Camani: “Basta giocare con la democrazia”
Sulla data del voto è già battaglia politica, Martella attacca: “Il Veneto non è vostro”

“Le elezioni regionali si tengono ogni cinque anni. Punto. Non lo dice il PD, lo dice la legge”, afferma il senatore Andrea Martella. Il segretario regionale del Partito Democratico critica duramente Piantedosi e Zaia, accusandoli di voler piegare le regole per posticipare il voto. “È clamoroso che si voglia riaprire una discussione che dovrebbe essere chiusa da tempo. E subito Zaia coglie la palla al balzo per rilanciare l’idea di uno slittamento delle elezioni al prossimo anno, con il solito ‘approfondimento giuridico’ utile solo a guadagnare altri mesi di potere”.

Il riferimento è alla proposta, già avanzata in passato, di posticipare il voto oltre la scadenza naturale della legislatura, sulla base di un’interpretazione normativa controversa. Una strategia che per il Partito Democratico avrebbe il solo scopo di

prolungare artificialmente il mandato della giunta uscente.

Martella respinge con forza anche il richiamo alla consuetudine del voto in primavera. “Nel 2020 si votò in autunno solo per l’emergenza Covid, un fatto eccezionale. Oggi non c’è alcuna emergenza, né sanitaria né giuridica, che giustifichi uno slittamento. Solo l’ostinazione di una classe dirigente che, dopo trent’anni di governo ininterrotto, non vuole lasciare il potere. Ma prorogare artificialmente una legislatura di sette-otto mesi, senza alcuna base normativa, è uno schiaffo alla democrazia”.

Il senatore dem sottolinea come la vera priorità dovrebbe essere un cambio di guida per affrontare i problemi concreti della Regione. “Zaia pensa solo a restare in carica qualche mese in più, mentre il Veneto affronta emergenze gravi: la crisi della

sanità pubblica, il caro vita, la fuga dei giovani, i dazi che minacciano le imprese, l’emergenza abitativa. Serve un nuovo governo regionale, con una visione nuova, energie nuove e una classe dirigente all’altezza delle sfide del presente. Il Veneto non è una proprietà privata”.

Per Vanessa Camani, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, “sarebbe illegittimo se Zaia, sulla base di una presunta autonomia decisionale, e senza alcuna buona ragione, non dovesse sciogliere il Consiglio regionale nei tempi previsti dalla legge. Basta giocare con la democrazia”.

“Qui si gioca con i diritti dei cittadini”, aggiunge il consigliere regionale Arturo Lorenzoni: “Il centrodestra spinge per un rinvio delle consultazioni per provare a sistemare i conflitti interni, sempre più evidenti”.

Il governatore Luca Zaia e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi

Il Veneto supera i 73 milioni di presenze

“I l 2024 segna un altro anno di crescita, consolidando il primato della nostra regione nel panorama turistico italiano con un incremento del 3,3 per cento negli arrivi e del 2,2 per cento nelle presenze, che superano i 73 milioni. Di fatto, siamo la destinazione di riferimento per i viaggiatori internazionali, con un aumento significativo della quota straniera. Ma siamo anche una regione che cresce e innova per offrire un’esperienza capace di soddisfare sia il mercato consolidato sia la domanda di viaggiatori più sensibili al mondo legato alla sostenibilità”.

Così l’assessore al Turismo della Regione del Veneto, Federico Caner, ha presentato i numeri della statistica regionale, legati al comparto turistico dello scorso anno, che certificano la piena ripresa e il superamento dell’attrattività pre-pandemica, con numeri superiori a quelli del 2019 in tutte le principali tipologie di destinazione.

Le diverse aree turistiche del Veneto registrano un aumento di arrivi, con numeri in

Venturini: “Un tavolo regionale per la sicurezza degli operatori sanitari”

“È una buona notizia l’organizzazione del Tavolo regionale permanente per la prevenzione e la protezione dagli atti di violenza a danno degli operatori sanitari, un passo fondamentale per garantire maggiore sicurezza ai professionisti della sanità.” – così Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, annuncia la decisione della Regione Veneto di istituire questo organismo, che sarà composto da rappresentanti delle aziende sanitarie, delle associazioni di categoria e delle istituzioni regionali, con il compito di monitorare il fenomeno delle aggressioni e proporre soluzioni concrete. Tra le sue funzioni principali vi è anche la redazione del Piano regionale per la prevenzione degli atti di violenza.

Il Piano definirà interventi concreti per ridurre i rischi nelle strutture sanitarie, mi-

gliorare la gestione degli episodi di violenza, rafforzare la formazione del personale e promuovere una cultura di prevenzione e accoglienza nei contesti ospedalieri.

Venturini ha inoltre evidenziato l’importanza di intervenire sulle criticità nei Pronto Soccorso, proponendo l’introduzione di procedure specifiche per la gestione di pazienti in stato di alterazione, spesso coinvolti in episodi di violenza. “Serve un sistema strutturato di valutazione delle condizioni psichiche dei pazienti, al pari della classificazione delle emergenze cliniche, per proteggere sia gli operatori che i cittadini” – sottolinea Venturini.

Con questa iniziativa, la Regione Veneto conferma il proprio impegno nella tutela degli operatori sanitari, mettendo in atto misure concrete per affrontare un problema sempre più urgente.

crescita per mare, città d’arte, lago e montagna. L’interesse internazionale è in continua espansione, con un incremento del 5,9 per cento negli arrivi di turisti stranieri e del 4 per cento nelle loro presenze. Al contrario, il turismo italiano segna un lieve calo (-1,5 per cento negli arrivi, -1,8 per cento nelle presenze).

Le località termali registrano un lieve rallentamento, con una diminuzione degli arrivi complessivi dello 0,1 per cento, dovuta a una flessione della domanda italiana (-1,1 per cento), non completamente compensata dall’aumento della clientela straniera (+2,9 per cento).

Tra i mercati esteri, la Germania si conferma il principale bacino turistico per il Veneto, con un incremento del 2,3 per cento negli arrivi e del 2 per cento nelle presenze, raggiungendo numeri mai così elevati. In ripresa anche il turismo cinese, che sebbene sia ancora al di sotto dei livelli pre-pandemici, continua a registrare segnali positivi

“L’impegno della Regione continua a esse-

re orientato alla valorizzazione del territorio e alla promozione di un turismo sostenibile e di qualità, grazie anche al grande lavoro degli operatori del settore – prosegue Caner -. Le strutture alberghiere si confermano stabili, mentre il settore extralberghiero registra un incremento del 3,8 per cento delle presenze grazie anche all’importante lavoro di coordinamento che ci ha permesso di tracciare e regolarizzare le strutture già presenti”.

“Quello che emerge è un Veneto che non è solo mare e città d’arte, ma una regione capace di offrire esperienze autentiche in ogni stagione. La crescita delle Colline del Prosecco e dei Colli Euganei dimostra che i turisti cercano sempre più un contatto diretto con la natura, la cultura e le eccellenze enogastronomiche locali – conclude l’assessore -. Questi risultati sono il frutto di una strategia regionale che mette al centro la valorizzazione del territorio e la promozione di un turismo sostenibile e di qualità, capace di generare valore per cittadini e imprese”. (r.r.)

Eventi sportivi, contributi per associazioni e società

Ammontano a 300 mila euro i contributi per l’organizzazione e realizzazione di eventi sportivi previsti dal piano annuale per lo sport 2025 messo a punto dalla regione per sostenere la pratica sportiva in Veneto. Il bando è aperto alle associazioni e società sportive venete regolarmente iscritte al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche del Dipartimento nazionale per lo sport. Ogni società o associazione sportiva può presentare una sola domanda per un unico evento da realizzare nel 2025, il contributo coprirà fino al 70 per cento delle spese ritenute ammissibili.

“Siamo in linea con la precedente programmazione regionale in ambito sportivo, - spiega l’assessore regionale allo sport Cristiano Corazzari - un lavoro che sta dando i suoi frutti in termini di sostegno

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al movimento sportivo e di attrattività per i grandi eventi dello sport, primo tra tutti l’appuntamento con i Giochi di Milano-Cortina 2026. La convinzione è che lo sport sia uno strumento privilegiato per trasmettere uno stile di vita sano oltre a validi principi educativi capaci di formare i buoni cittadini del domani. Quest’anno lo stanziamento complessivo regionale per il mondo sportivo è di 17,5 milioni di euro, di cui 930 mila per la pratica sportiva e la parte rimanente verrà spesa per l’impiantistica sportiva”.

L’evento.

Confindustria Veneto Est ha proposto 59 incontri, patto con i sindaci

Sostenibilità, il Veneto fa ancora scuola: le imprese green crescono più del doppio

I

n un’epoca di cambiamenti climatici e incertezze economiche, la sostenibilità non è più un optional, ma una necessità. E il Veneto, con le sue 470 società benefit, si conferma un modello virtuoso. I dati presentati da Confindustria Veneto Est alla settimana della sostenibilità sono inequivocabili: nel triennio 2021-2023, queste aziende hanno registrato un aumento medio del fatturato del 26%, contro il 15,4% delle imprese tradizionali.

Il Move Hotel di Mogliano Veneto ha ospitato 59 incontri dedicati alle sfide e alle opportunità della transizione sostenibile per imprese, territori e comunità. L’evento ha messo al centro tematiche cruciali come ambiente, governance, sociale ed energia, con l’obiettivo di tracciare strategie concrete per un futuro più sostenibile. Giunto alla sua quarta edizione, è stato un’importante occasione di riflessione e confronto sulle sfide globali legate a clima, tecnologia ed energia,

coinvolgendo istituzioni, aziende e cittadini in un ampio dibattito sui temi ambientali e sociali.

“La sostenibilità è una leva di crescita”, ha ricordato Paola Carron, presidente di Confindustria Veneto Est. “Un’opportunità per innovare, essere più efficienti e resilienti”. Parole che trovano conferma nei numeri: le Società Benefit non solo crescono di più, ma sono anche più produttive, redistribuiscono più valore ai dipendenti e sono più propense all’innovazione e all’internazionalizzazione.

Tuttavia, il percorso verso una transizione sostenibile è ancora in salita, soprattutto per le piccole e medie imprese, spina dorsale dell’economia locale. Il nostro è un approccio pragmatico alla sostenibilità quale opportunità di innovazione, efficienza e resilienza. Una forza trasformativa che se anche nel breve può comportare costi o investimenti aggiuntivi per le imprese, ha la capacità di ridisegnare modelli di business e set-

tori produttivi per creare il valore di domani. Va approcciata senza ideologismi ma con uno sguardo saggio di lungo termine. La sfida è coniugare competitività e sostenibilità, nei modi e tempi giusti, con semplificazione normativa, adeguati stimoli agli investimenti, alleanze di filiera”.

“Servono semplificazioni normative, incentivi fiscali e maggiori facilitazioni al credito”, ha sottolineato Carlo Cici, Partner, Head of Sustainability The European House - Ambrosetti. “Dobbiamo trovare un equilibrio tra regolamentazioni e incentivi, per evitare che il costo della transizione ricada sui soggetti più vulnerabili. Solo in Europa rischiano di passare dagli attuali 50 miliardi a più di un trilione l’anno a fine secolo. Siamo oltre il km 22 della maratona per la transizione e abbiamo già ottenuto risultati significativi, ma ora ci attendono nuove sfide e il contesto odierno sempre più richiede alle aziende lucidità, visione e chiarezza

di idee per stabilire non tanto la direzione da prendere, quanto la velocità e l’approccio da dare alla transizione”.

La transizione verso un’economia sostenibile è irreversibile”, ha ribadito Lara Ponti, Vice Presidente di Confindustria per la Transizione Ambientale e gli Obiettivi ESG. “Dobbiamo costruire un futuro solido, equo e duraturo per le generazioni future”.

E’ stato è stato tracciato anche il percorso per la realizzazione della “Città Sostenibile”, con la firma del Patto per la qualità dell’aria e il miglioramento de-

gli ecosistemi urbani. I sindaci di Milano, Giuseppe Sala, Torino, Stefano Lo Russo e Treviso, Mario Conte, hanno discusso delle azioni comuni e delle sfide urgenti per migliorare l’ambiente urbano e contrastare l’inquinamento, in linea con l’appello del Patto dei Sindaci per una Pianura Padana che respiri.

I quattro Comuni capoluogo, Padova, Treviso, Venezia e Rovigo, hanno presentato le loro iniziative di sostenibilità, con interventi di esponenti istituzionali locali, come gli assessori all’ambiente dei vari Comuni.

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Reati tributari, tra false dichiarazioni, fatture inesistenti e imposte non pagate

Il decreto legislativo 10 marzo 2000 n.74, dal significativo titolo “Nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto”, si occupa di tutti i principali reati tributari. Su tale provvedimento vi sono stati vari interventi successivi, ad esempio sulle soglie di punibilità, sulle attenuanti, sulla prescrizione: anche per ragioni di spazio, ci occupiamo solo delle norme attualmente in vigore, relative a reati conseguenti a dichiarazioni dei redditi (od omissioni) rinviando al prossimo articolo la trattazione degli altri reati.

Seguiamo l’esposizione del succitato decreto legislativo: ARTICOLO 2-“dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”. Il reato si realizza quando si presenta una dichiarazione utilizzando documentazione falsa, non basta la mera detenzione. La pena é da quattro ad otto anni. Se l’ammontare degli elementi fittizi é inferiore a euro centomila la pena è da un anno e sei mesi a sei anni. ARTICOLO 3: “Dichiarazione fraudolenta mediante altri raggiri”. Tale reato sussiste quando si ricorre a documentazione fraudolenta diversa da quella di cui all’articolo 2, per tentare di sottrarsi in tutto o in parte al pagamento delle imposte. La pena é da tre a otto anni, debbono però sussistere congiuntamente i seguenti presupposti: a) l’imposta evasa é superiore, con riferimento a taluna delle singole imposte , a 30.000 euro;

b) l’ammontare complessivo degli elementi attivi sottratti alla tassazione deve essere superiore al 5% indicato nella dichiarazione o, comunque, deve essere superiore a 1.500.000 euro ovvero l’ammontare complessivo degli elementi attivi deve essere superiore al 5% dell’importo dell’imposta medesima o comunque a 30.000 euro.

ARTICOLO 4) “Fuori dei casi previsti dagli articoli 2 e 3 é punito con la reclusione da due a quattro anni e sei mesi chiunque, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, indica in una delle dichiarazioni annuali relative a dette imposte elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo od elementi passivi inesistenti, quando congiuntamente: 1) l’imposta evasa é superiore con riferimento a taluna delle singole imposte a euro centomila ; 2) l’ammontare complessivo degli elementi attivi sottratti all’imposizione, anche mediante indicazione di elementi passivi inesistenti, é superiore al dieci per cento dell’ammontare complessivo degli elementi attivi indicati in dichiarazione o, comunque, é superiore a euro due milioni”.

ARTICOLO 5) Omessa dichiarazione. 1 ) “E’ punito con la reclusione da due a cinque anni chiunque al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, non presenta, essendovi obbligato, una delle dichiarazioni relative a dette imposte, quando l’imposta

evasa é superiore, con riferimento a taluna delle singole imposte ad euro cinquantamila. 1) bis . E’ punito con la reclusione da due a cinque anni chiunque non presenta, essendovi obbligato, la dichiarazione di sostituto d’imposta, quando l’ammontare delle ritenute non versate é superiore e euro cinquantamila. Ai fini della disposizione prevista dai commi 1 e 1bis non si considera omessa la dichiarazione presentata entro novanta giorni dalla scadenza del termine o non sottoscritta o non redatta su uno stampato conforme al modello prescritto”.

Per tutti questi reati é prevista una causa di non punibilità qualora i debiti tributari siano integralmente estinti a seguito di ravvedimento operoso o della presentazione della dichiarazione omessa entro il termine di presentazione dell’imposta relativa al periodo successivo solo però se non vi sia stata da parte dell’autorità competente anche un solo inizio di attività ispettiva. Diversamente tale eventuale integrale pagamento comporta la riduzione della pena fino alla metà. I reati in questione si considerano consumati alla data di presentazione della dichiarazione relativa alle imposte o, in caso di omissione alla scadenza del termine prorogato. Oltre alle interruzioni delle prescrizioni d’ordine generale, ne é aggiunta una specifica e cioè la notifica dal verbale di constatazione o d’accertamento.

L’avvocato Luigi Migliorini, del Foro di Rovigo, firma la nostra rubrica di approfondimento di temi che ruotano attorno alla giustizia, al diritto e all’applicazione delle leggi. L’avvocato Migliorni è pubblicista e scrittore, ha pubblicato quattro libri.

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Le esperienze raccontate da Patrizia Tolot

housing della cooperativa Vite Vere Down Dadi rappresenta un modello innovativo di shøi è un esempio di come la cultura possa

continua a dar voce a progetti e

tà un luogo più inclusivo, vivace e ricco di opportunità per tutti, grazie a Fondazione Cariparo. La rubrica proseguirà con nuovi racconti e nuove storie di chi, con il proprio impegno, contribuisce a costruire un futuro migliore per il territorio di Padova e Rovigo.

noi” e costruire percorsi di autonomia graduali, con il supporto di psicologi e operatori formati. Tolot sottolinea l’importanza dell’integrazione abitativa: “Non possiamo pensare di isolare queste persone. Devono vivere in un contesto sociale, in quartieri che favoriscano le relazioni”. Il progetto, che prevede tre anni di accompagnamento, ha già coinvolto numerose famiglie e punta a rispondere alla crescente domanda di so-

Bolpagni

La Fondazione Cariparo investe da anni nella promozione della cultura, sostenendo grandi mostre a Rovigo, in particolare a Palazzo Roverella. L’ultima iniziativa in ordine di tempo, curata da Paolo Bolpagni, è la prima mostra italiana dedicata a Vilhelm Hammershøi, il più grande pittore danese della sua

do come il linguaggio visivo dell’artista danese sia ancora attuale”, spiega Bolpagni. Le mostre di Palazzo Roverella hanno raggiunto in passato numeri importanti, come gli 88mila visitatori per Kandinskij e i 73mila per Renoir. L’obiettivo è che anche Hammershøi possa attrarre un pubblico vasto, grazie alla coerenza della proposta culturale della Fondazione Cariparo, che punta a coniugare qualità e valorizzazione del territorio.

LSALUTE

Aumentano i centri per i disturbi alimentari: un passo avanti nella salute pubblica

Secondo l’Istituto Superiore della Sanità il numero dei centri dedicati ai disturbi alimentari è salito a 214, un incremento notevole rispetto ai 180 registrati nell’ottobre 2024. Questo aumento non è solo una questione di numeri, ma rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro un problema che colpisce sempre più persone, soprattutto giovani.

Un aspetto particolarmente rilevante di questa crescita è l’attenzione rivolta ai pazienti più giovani. Un centro su cinque è attrezzato per fornire assistenza anche ai minori di sei anni, un dato che sottolinea l’importanza di intervenire precocemente. Inoltre, il 51% dei centri è in grado di accogliere ragazzi e ragazze tra i 7 e i 12 anni. Questa capacità di adattamento alle esigenze dei più piccoli è cruciale, poiché i disturbi alimentari possono manifestarsi già in tenera età, con conseguenze che si protraggono nel tempo se non affrontate adeguatamente.

Sanità: 4 milioni per fermare le aggressioni, il piano high-tech del Veneto

a Regione Veneto lancia un piano innovativo contro le aggressioni ai medici e infermieri, con un investimento da 4 milioni di euro e l’introduzione di tecnologie avanzate per garantire maggiore sicurezza nei reparti.

Il governatore Luca Zaia ha presentato la strategia “antiviolenza”, che prevede l’uso di braccialetti con allarme per il personale e microcamere sperimentate nell’Ulss 4 Veneto Orientale, in grado di registrare immagini e audio in tempo reale.

“La situazione è grave – ha dichiarato Zaia –. Nel 2024 si sono verificati 2.595 episodi di violenza in Veneto, un numero in crescita. Non possiamo tollerare che chi lavora per salvare vite sia esposto a questi rischi. Servono strumenti efficaci per individuare e punire i responsabili”.

Il piano non si limita all’acquisto dei dispositivi, ma punta a integrarli con l’intel-

ligenza artificiale per analizzare comportamenti e prevenire episodi di violenza prima che accadano.

L’Assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, ha evidenziato l’urgenza di interventi concreti: “La paura di aggressioni è tra i principali motivi di dimissioni nella sanità pubblica. Dal 2022 abbiamo formato 5.000 operatori, ma ora servono misure immediate”.

Secondo i dati regionali, il problema è diffuso in tutta Italia: ogni anno si registrano oltre 25.000 aggressioni, ma nel 69% dei casi non viene sporta denuncia. Con questa iniziativa, il Veneto si conferma tra le Regioni più avanzate nella tutela del personale sanitario, adottando soluzioni tecnologiche per rendere gli ospedali più sicuri.

Bigon

L’espansione della rete di centri per i disturbi alimentari in Italia non è uniforme, ma presenta delle peculiarità territoriali. Al Nord si contano 79 centri, mentre il Centro Italia ne ospita 34. Al Sud e nelle isole, invece, sono presenti 51 strutture. Questa distribuzione riflette in parte le differenze socio-economiche e culturali tra le diverse aree del Paese, ma anche la crescente consapevolezza della necessità di affrontare i disturbi alimentari in modo capillare e accessibile.

In Veneto nel biennio 2022-2023 sono state registrate 1.350 prime visite, 3.000 pazienti seguiti, 1.000 ricoveri e 350 accessi al Pronto Soccorso, numeri rilevanti. E il Veneto è ben strutturato su questo fronte, con due Centri di Riferimento regionali (le Azienda Ospedaliere di Padova e Verona) tre provinciali (le Ullss 2 Marca Trevigiana, 4 Veneto Orientale e 8 Berica) e ambulatori specifici in tutte le Ullss. Sono 14 attualmente le strutture venete specializzate secondo l’Istituto Superiore di Sanità.

La crescita dei centri per i disturbi alimentari è anche un riflesso di una maggiore consapevolezza sociale. Sempre più persone riconoscono l’importanza di affrontare questi problemi con serietà e competenza, ma è essenziale promuovere campagne di sensibilizzazione e prevenzione che coinvolgano scuole, famiglie e comunità, per creare un ambiente che favorisca il benessere psicofisico e riduca lo stigma associato ai disturbi alimentari.

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Il riconoscimento. Conquistata la prima posizione nazionale insieme a Roma, Napoli, Bologna e Palermo

Gli Ospedali Riuniti Padova Sud tra i migliori centri della Scuola italiana di alta formazione in epatologia

Gli Ospedali Riuniti Padova Sud sono tra i migliori 5 centri della Scuola di alta formazione in Epatologia della FADOI. A marzo hanno ospitato sessioni pratiche, con focus su patologie epatiche e formazione avanzata.

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Gli Ospedali Riuniti Padova Sud rientrano nella “Top 5” della Scuola di alta formazione in Epatologia, selezionata dalla Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI). Oltre a Schiavonia, ne fanno parte Roma, Napoli, Bologna e Palermo. La Scuola, strutturata su due anni, ha raggiunto la metà del percorso: dopo la fase teorica, è iniziata la pratica, con un ruolo di primo piano per il presidio veneto.

A marzo gli Ospedali Riuniti Padova Sud hanno ospitato la sessione pratica, coinvolgendo otto dei 32 specialisti in Medicina Interna provenienti da tutta Italia, in stretta collaborazione con i presidi di Schiavonia e Piove di Sacco. Le esercitazioni sulle patologie epatiche si svolgono

nell’Unità di Epatologia guidata dal dr. Alessandro Vario, sotto la supervisione della dott.ssa Lucia Leone, direttrice della UOC Medicina. La regia dell’evento è affidata al dr. Giancarlo Parisi, direttore della UOC Medicina Interna, responsabile del Dipartimento di Area Medica dell’ospedale “Immacolata Concezione” di Piove di Sacco e coordinatore della Scuola italiana di alta formazione in Epatologia.

“I dati ISTAT a livello nazionale mostrano che ogni anno si registrano oltre 11.000 decessi per cirrosi o tumore epatico –spiega il dr. Parisi –. In Italia si contano più di 2,5 milioni di persone con infezione epatica da virus B e C, senza contare le epatopatie alcoliche, autoimmuni e metaboliche, queste ultime in forte aumento”.

“L’impatto delle patologie epatiche sull’assistenza ospedaliera è elevato, e il loro trattamento ricade spesso su Gastroenterologia, Malattie Infettive e soprattutto Medicina Interna, per la capacità di gestire pazienti complessi e la disponibilità di posti letto. Dai dati SDO emerge che il 46% delle dimissioni ospedaliere con diagnosi principale di cirrosi epatica avviene proprio dai reparti di Medicina Interna, dove sono collocati molti centri epatologici” continua il dr. Parisi. Alla luce di questi numeri, FADOI ha deciso di investire nella formazione avanzata dei propri specialisti, e la Scuola di alta formazione rappresenta un’opportunità qualificata per perfezionare le competenze in epatologia.

Padova: droni a idrogeno per il trasporto dei medicinali

Rivoluzione tecnologica per consegne rapide di medicinali e materiali biologici Un passo avanti nel trasporto sanitario grazie alla mobilità aerea avanzata. Il gruppo Save ha presentato oggi il progetto “Sandbox”, che prevede l’uso di droni a idrogeno per il trasferimento rapido di merci sanitarie. L’iniziativa, sviluppata in collaborazione con la Regione Veneto e Enac, punta a migliorare la logistica ospedaliera attraverso soluzioni innovative ed ecologiche. Il progetto nasce dall’accordo per la Advanced Air Mobility firmato da Enac, Regione Veneto e Gruppo Save nel maggio 2024, in occasione dell’evento Space Meetings Veneto. Coinvolge anche H2C, specializzata in infrastrutture energetiche, e Heron Air, che gestisce l’aeroporto di Padova. La città è stata scelta per la presenza di importanti centri medici internazionali, dove la rapidità delle consegne di farmaci e campioni biologici è cruciale. I droni a idrogeno offrono vantaggi ambientali e operativi: possono coprire fino a 100 chilometri, trasportando un carico massimo di 5 kg. Il rifornimento richiede solo due minuti, e il consumo di idrogeno verde è di appena 340 grammi per volo a pieno carico. Con una velocità massima di 55 km/h, rappresentano una svolta nella logistica sanitaria, garantendo consegne rapide e sostenibili. L’iniziativa si inserisce in un quadro più ampio di sviluppo della mobilità aerea avanzata, con l’obiettivo di rendere più efficienti e sostenibili i trasporti urbani e sanitari. (r. s.)

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