Febbraio 2015 | La Piazza Rimini

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Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698

ANNO 19 N.2 Euro 1,50

Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini

REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 E-mail: lapiazzarimini@libero.it

Foschi: “La politica è lo specchio della società” RIMINI - 2-3

IL PUNTO DI VISTA

Europa, il manifesto di Ventotene e Pericle di Alessandro Roveri* - Tra i commenti alle recenti elezioni greche, larghissimamente vinte da Alexis Tsipras alla testa di Syriza, spicca quello di Barbara Spinelli, pubblicato dal Fatto Quotidiano del 27 gennaio 2015. Barbara Spinelli, figlia di Altiero Spinelli, autore con Ernesto Rossi del Manifesto di Ventotene del 1941, ha scritto, parlando delle attuali autorità che guidano l’Unione europea, dello stupore di esse.

«Meglio sarebbe stato, per l’Unione europea, che tra i vincitori ci fosse solo l’estrema destra di Alba Dorata, e che Syriza avesse fatto un’altra campagna: annunciando l’uscita dall’Euro, dall’Unione. Non è così, per sfortuna di molti: sin dal 2012, Tsipras ha detto che in quest’Europa vuol restare, che la moneta unica non sarà rinnegata, ma che l’insieme della sua architettura deve mutare, politicizzarsi, “basarsi sulla dignità e sulla giustizia sociale”. La maggioranza di Syriza da Tsipras a eurodeputati Segue a pagina 12

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Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.° 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini”

Pd, dal silenzioso congresso esce Parmeggiani

Assofarm al sindaco: “Non vendete le farmacie”

RICCIONE - 17

CATTOLICA - 29

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FEBBRAIO 2015

Unione Valconca sì, ma senza sprechi MORCIANO - 47

‘Classe politica culturalmente povera’ Riflessione di Stefano Vitali, ex presidente della Provincia di Rimini. Interventi di Foschi, Moretti, Gardenghi, Ortalli, Tosi, Spinelli, Gambini, Pari...

I commenti dei politici su Mattarella insistono su “galantuomo”, “onesto”...

MADE IN ITALY I pulitchènt j'ha bsogn d'arfès la facia...

Il teologo Vito Mancuso con il direttore della biblioteca Gustavo Cecchini

Prestigiosi intellettuali raccontano prestigiosi pensatori

di Teresio Spadoni Stefano Vitali, quarantasette anni (li compirà a giugno), presidente delle Provincia di Rimini dal giugno 2009 fino all’abolizione dei Consigli provinciali nell’ottobre 2014, è stato un protagonista assoluto della politica del nostro territorio. L’espletamento del mandato lo ha posto di fronte a problemi importanti quali l’affair AePagine 2-3-4-5

Breve massima di saggezza Siamo rimasti senza il popolo

Alberto Asor Rosa

MISANO - LA CULTURA

- Sei prestigiosi intellettuali raccontano cinque mostri del pensiero occidentale: Mancuso divertirà con Marco Aurelio, Sini con Stoker, Curi con Sofocle, Fabbri con Barthes, Fusaro con Marcuse e chiude Sini con Nietsche. Con la regia del direttore della biblioteca Gustavo Cecchini, il sipario dell'ottava edizione di “Ritratti d'autore” si alza venerdì 6

Cecco - Pieter Bruegel il Vecchio - 2015

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MISANO ADRIATICO

VALCONCA

Convento, chiesa chiusa Le suorine: “Convento, il vescovo disse di no”

San Clemente Arriva il cogeneratore Cucina e comunità San Giovanni Psc, 200 osservazioni Coriano La storia in 123 cartoline Montefiore Belfiore, chiude dopo 17 anni Mondaino Segantini, custode delle zirudele Saludecio Il Pozzo del beato Amato

L'INTERVISTA

Bonaccini Primarie Pd, intervista ad uno dei candidati alla carica di governatore Pagina


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INCHIESTA

“La politica non mi manca. Anche perché da tempo sta scendendo...”

L'INCHIESTA segue dalla prima pagina

roporto, per il quale risulta essere indagato, e la battaglia contro l’evasione fiscale - male endemico del Paese, che vede il Riminese ai primi posti della classifica nazionale - con la costituzione di parte civile della Provincia di Rimini nell’inchiesta Varano. Chiusa la parentesi politica, ha ripreso il suo lavoro alla Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da Don Oreste Benzi. Cura, Vitali, le attività internazionali e i progetti all’estero nella onlus “Condivisione fra i popoli”. È in partenza? “Si, vado in Kenya e in Palestina, e poi faccio Bolivia e Argentina insieme; entro giugno, invece devo rifare Brasile, Cile, Russia, Albania, Romania... mi aspetta un bel tour de force. Il mio ufficio segue i progetti che non sono le case famiglia, quali: il nutrizionale, il sanitario, lo scolastico... In totale sono una novantina”. Quando avete iniziato con questi progetti alternativi alle case famiglia? “ N e l l ’ a g o s t o dell’ottantacinque in Zambia; il ventitré facciamo il trentennale”. A quante persone date un aiuto? “Ogni giorno per tramite della Comunità mangiano circa quarantaduemila persone. La parte legata ai progetti è sicuramente una buona metà”. Quarantamila persone al giorno che mangiano grazie alla Papa Giovanni? “Sì. In Bangladesh abbiamo una sorta di villaggio e solo lì vengono distribuiti ottocento/ novecento pasti al giorno”. La Papa Giovanni ha anche scuole in giro? “In alcuni casi le ha costruite, ma non le gestisce. A gestirle sempre persone del luogo”.

Giornale d'informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore srl Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364

Giornale in stampa il 9 febbraio

Vitali: “La classe politica è culturalmente povera” Strutture di lavoro, invece, dove le avete? “Dappertutto; quelle più consolidate sono in Zambia. Lì c’è un bellissimo progetto che parte dai ragazzi di strada; vanno a raccogliere i bambini, per la maggior parte sono strafatti di colla… vengono accolti nelle case e lì comincia il percorso: c’è chi ritorna a scuola, c’è chi fa formazione, chi lavora nei campi… e c’è chi lavora nelle gelaterie”. Va avanti il progetto delle gelaterie? Quante... “In Zambia, cinque; in giro per il mondo una quindicina. Le gelaterie si chiamano tutte Gigi Bontà in memoria di Luigi Tadei figlio scomparso di Vittorio, fondatore della Teddy Group (abbigliamento, 400 milioni di euro di fatturato) molto legato alla Papa Giovanni. Tutte le gelaterie sono, diciamo, gelato Fugar e sponsorizzazione Gigi Bontà”. La Fugar vi fornisce gli ingredienti? “La Fugar ci fornisce tutto... ingredienti, formazione, know how... perché per noi fare gelateria significa avere un laboratorio in ogni posto”. Ci sono altri riminesi che vi danno una mano oltre a Fugar e Tadei? “Sì, tanti... sì, di aziende ce ne sono, ma in realtà è sempre privilegiato il rapporto con la cosiddetta pensionata, perché, diceva don Oreste, la Provvidenza è vero che è la grande benefattrice, ma - e faceva l’esempio della pensionata che ti da solo dieci Euro, che per lei sono il massimo - alla fine, la sommatoria di quei dieci Euro fa si che ogni giorno riusciamo a dare da mangiare a quella gente lì”. Con la politica invece? Ha smesso definitivamente? “Quello che sto facendo ora mi appassiona... tantissimo... spero che si veda anche; sono...”. È abbronzato... “No questo è Canazei. Sono vent’anni che faccio il Natale a Canazei”. Sempre lì? “È l’unico posto che posso permettermi; in un albergo normale mi ci vorrebbe un leasing... sette persone...”. Ha cinque figli?

“Questa è anche la terra dei campanili, e chi mira alla divisione è bene faccia attenzione, perché qualcuno si ingrasserà sicuro, ma saranno pochissimi perché in questo momento non c’è trippa per tutti” “Si, cioè... ne ho quattro, ma abbiamo dei bambini in affidamento; a Natale quelli che hanno la possibilità vanno a casa loro... ma diciamo che la famiglia normalmente è di sette”. Insomma la politica non le manca. “No, cioè... sì... mi mancano le persone, mi manca il gruppo... la politica in generale no, anche perché da tempo la qualità sta scendendo; e quindi … preferisco confrontarmi con le situazioni, che magari sono anche più difficili, o più facili, ma in ogni caso catalogabili. Se non ci si può rapportare in maniera sincera, io faccio fatica; non riesco a essere falso, a fare le facce”. Non è un ipocrita “Non ho mai concorso per l’accaparramento del posto; sono sempre stato chiamato... non so se sia stato per fortuna, coincidenza, stima, capacità … quando per mantenere lo stipendio uno deve mettersi a brigare, a ‘competere’ con gente che non stima... pronta sempre a...”. Ma sa, in politica... il colpo basso... “Il colpo basso ci sta, non è questo, perché se a ‘fregarti’ è una persona di spessore, il fatto ti mette in discussione, ti fa cre-

scere: diversamente...”. Sul suo coinvolgimento nelle vicende dell’aeroporto, invece? “È una situazione che da tempo ho deciso di non commentare, per tanti motivi; uno è perché vorrei vivere la mia vita in maniera un po’ più tranquilla rispetto a quello che è stato fino a qualche tempo fa; secondo perché qualsiasi cosa io dica... da politico...; terzo c’è la Magistratura che sta lavorando”. Ma sull’aeroporto, secondo lei, c’è stata la sconfitta di una comunità intera? “Beh, sì; c’è stata una comunità che non ha saputo difendere quell’opportunità”. La Regione poteva, data l’importanza dell’aeroporto, lanciare un salvagente? “La Regione, ma non da ora, ha abdicato al suo ruolo politico. Bologna poteva pensare più in grande, far valere la posizione strategica che ha; quando in un’ora arrivo a Milano, in un’ora e mezzo a Roma e in quaranta minuti sono a Firenze, se faccio un collegamento vero tra aeroporto e alta velocità, collego l’Italia. A Rimini ci si arriverebbe in tre quarti d’ora”. Secondo lei questa crisi economica porterà la politica

a coordinare lo sviluppo dell’Italia? “No”. No? perché? “Perché la classe dirigente politica è culturalmente povera. In questo momento c’è bisogno di una politica forte che sappia costruire un progetto di sviluppo che non preveda compromessi. Uno che ha questa visione è il sindaco di Rimini Gnassi”. Cosa pensa delle Associazioni di categoria riminesi che non riescono più ad interagire con la politica con la necessaria responsabilità sociale? “È la politica che non è in grado di interagire con le categorie economiche; e men che meno con la parte più dinamica del territorio che comunque cerca, in ogni caso, di portare acqua al proprio mulino, e non al mulino comune. La politica dovrebbe dire quali sono le linee di sviluppo per i prossimi anni, ma non è in grado di farlo, perché per fare questo tipo di discussione le manca la capacità”. Non ci sono i presupposti? “Esatto. Non basta che la città capoluogo dica o faccia delle cose, perché in realtà l’economia non si svilupperà più su Rimini e Riccione; adesso all’economia per svilupparsi occorre una prospettiva più ampia, che deve prevedere la provincia. E dunque ci vuole la capacità di guardare oltre il proprio orticello. Questa è anche la terra dei campanili, e chi mira alla divisione è bene faccia attenzione, perché qualcuno si ingrasserà sicuro, ma saranno pochissimi perché in questo

Vitali “Cè bisogno di una politica forte che sappia costruire un progetto di sviluppo che non preveda compromessi. Uno che ha questa visione è il sindaco di Rimini Gnassi”

momento non c’è trippa per tutti”. E dunque? “E dunque per prendere decisioni di un certo spessore al tavolo ci vuole gente capace, in grado di competere alla pari. Se non ci si riconosce autorevolezza ognuno andrà avanti per la propria strada e continuerà ad esserci chi si limiterà a vivacchiare cercando di continuare a fare l’amministratore o chi, più prosaicamente, cercherà di portare a casa per se quanto più possibile: questa è la situazione. È un’opinione, la mia, del tutto personale”. E come se ne esce? “Non se ne esce... manca un punto di intesa”. Ok, ma bisogna costruirlo il punto di intesa; se tutti quelli che pensano che... “Non c’è punto di intesa... abbiamo spogliato dell’autorevolezza una gamba del tavolo. Fino a che non si torna a dare autorevolezza a quella gamba del tavolo...”. E come gliela si dà? “Bisogna cambiare la classe dirigente... completamente. Finché la preoccupazione dominante è quella di trovare un ‘posto di lavoro’ a chi l’ha perso dopo vent’anni che sta sulla cresta dell’onda, se l’unica preoccupazione è quella... vuol dire che è finita”. Già, ma... “Idem per le categorie economiche: me ne trovi una che dal punto di vista generazionale abbia prodotto un ricambio efficace”. Non c’è “Infatti il problema è di tutti; il fatto che il sistema alberghiero (o altro) funzioni oggi così, non comporta che debba fun-


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L'ex presidente della Provincia è tornato alla Papa Giovanni XXIII Si occcupa dei progetti internazionali. “Diamo da mangiare a 42mila persone al giorno” Stefano Vitali

zionare così anche domani. E se non si capisce questo, se non si mette intorno a un tavolo gente capace ma che sappia spogliarsi delle proprie certezze, è chiaro che, in un momento di crisi come questo, in cui se il modello ancora tiene è perché c’è un rapporto qualità/prezzo che ancora ci permette di essere concorrenziali, la cosa è destinata piano,

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piano a...”. Cioè che è finita? “Sì. Vede, io ho sempre detto che bisognava uscire dai campanili, che era ora di considerare la provincia un’unica entità e che la ‘droga’ di questo territorio è stata ed è la rendita derivante da quel ‘petrolio’ che abbiamo trovato sulla sabbia che ha un rapporto tra guadagno e

lavoro altissimo. La nostra classe dirigente, abituata a quel livello di rendita, le volte che gli è stato detto che quella ricchezza stava finendo e che era ora di investire, molto, assumendo il rischio impresa, ha fatto finta di non capire”. Ci si deve rassegnare, allora? “Se non vogliamo essere vittime di noi stessi, bisogna che la politica invece di essere asservita a quel tipo di pensiero deve: uno, farsi promotrice di un cambiamento profondo; due, capire che l’evasione fiscale non è una battaglia ideologica ma una bat-

taglia economica”. Non mi sembrano cose da poco, data questa deresponsabilizzazione galoppante. “Lo so, è per quello che prima ho detto che non se ne esce”. Perché quella contro l’evasione fiscale è una battaglia economica? “Anche i sassi ormai sanno che non ci sono più soldi da mettere. Inoltre, adesso che le banche non chiedono quante case hai, ma quanti soldi puoi dargli al mese per rientrare, e tu dichiari un reddito di ventimila Euro, con cosa ti finanzi? E se li hai ‘nascosti’ come li tiri fuori? Ecco che il problema è diventato strutturale. Se la politica non ha il coraggio di dire apertamente queste cose perché è ancora preoccupata del voto e le categorie economiche non si fanno promotrici di una riflessione profonda con gli associati, non se ne esce. E qui sta il discrimine tra reggere o non reggere. C’è bisogno che lo dica Stefano Vitali? Si, c’è bisogno “In un territorio come questo c’è bisogno di qualcuno che si metta intorno a un tavolo e cambi. Io sono stato isolato: dalle categorie economiche e dalla politica”.

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Dice cose scomode! “È per quello che per me in questo momento è meglio fare altro; in questo momento a me non è dato di vedere un luogo in cui questo tipo di riflessione possa diventare prospettiva”. Ok, e chi lo crea il tavolo? “Secondo me deve farlo l’ente che è appena stato eliminato, e ci vuole un gruppo di amministratori che... sappia comportarsi come il prefetto di Rimini. Senza di lui le cose sarebbero peggiori”. Cioè qualcuno che cominci a dire gente di buona volontà unitevi, e ricerchi il consenso. “E cosa facciamo, una lista civica?”. Non lo so... cosa facciamo, ce ne stiamo con le mani in mano aspettando che arrivi un treno? “Siamo in una fase in cui la politica non esiste più, perché a parte il Pd, che è l’unico partito rimasto, il resto sono invertebrati. Ci vuole qualcuno che riprenda in mano la bussola e dica che da ora in poi si investe sulle persone... Ecco, questo si che sarebbe avvincente! Un luogo in cui si fare sintesi, in cui si facesse... Un coordinamento “Sì, ma un coordinamento

che avesse il coraggio di dire cose... Purtroppo nel momento stesso in cui ti fanno fuori vuol dire che hai fallito”. Ah, nel momento stesso in cui ti fanno fuori è certo che hanno vinto gli altri. “Questo però non vuol dire che in futuro... ci possano essere delle prospettive... chissà!”. E si, perché questo è veramente di passaggio storico; soprattutto per noi che siamo i più deboli d’Europa dal punto di vista di comunità intesa come sentire comune. Abbiamo dei difetti strutturali, comportamentali, etici, da superare... del tipo “però loro rubano”. Ma tu che evadi le tasse non rubi? “Quello che mi fa più incavolare è che un qualsiasi economista, anche il più scarso, riuscirebbe a far capire a chi evade, che oggi se non smetti e non fai emergere quello che fino a ieri hai nascosto, pregiudichi il futuro ai tuoi figli; ai tuoi figli, non alla comunità, ma direttamente ai tuoi figli; è chiaro? Se le categorie economiche e la politica non capiscono che è arrivato il momento di cambiare, hai voglia te a dire le cose! Mi ricordo che mia mamma ogni volta, dopo che avevo fatto una cazzata, mi diceva ‘te l’avevo detto’. Beh, oggi non possiamo più aspettare i te l’avevo detto”.


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INCHIESTA Punti di vista diversi per raccontare il potere dei poteri

BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

“La politica è lo specchio della società civile” Mimma Spinelli, sindaco di Coriano

Davide Ortalli, Cna

Sergio Gambini, parlamentare Ds

Mirco Pari, Confesercenti

- ”Il livello culturale e qualitativo della classe politica si è abbassato” è il punto di vista dell'ex presidente della Provincia Stefano Vitali. Andiamo a vedere che cosa ne pensano altri riminesi che occupano ruoli di responsabilità. Armando Foschi Armando Foschi, senatore della Dc (corrente di sinistra) per 11 anni: “Credo che si possa concordare con il presidente Vitali, purtroppo è sotto gli occhi di tutti. C'è un deterioramento culturale e civico che riguarda tutta la comunità. Si vive una stagione sempre più difficile, iniziando dalla famiglia, scuola. Non vedo un impegno per risalire più in alto com'era un tempo. La nostra società vive una crisi morale e spirituale. Nonostante la buona volontà di molti, siamo condizionati dai modelli negativi che ci schiacciano. Dovremmo ritornare ad uno stile più sobrio, come dice anche il nuovo presidente della Repubblica Mattarella. I politici sono espressione della società. Se

INCHIESTA cambiassimo i politici di Roma con altri secondo qualcuno le cose migliorerebbero. Non sono di questo parere. Se una persona si comporta male a Rimini o a Morciano perché dovrebbe migliorare a Roma? Se lo metti più in alto, fa guai più grossi. Dal mio punto di vista, chi è indagato non si può presentare né in un consiglio di quartiere, né in Parlamento”. Mimma Spinelli Mimma Spinelli, sindaco di Coriano: “A costo di apparire presuntuosa dico che il merito e

la preparazione vadano al primo posto. Mentre in altri campi ti chiedono titoli e meriti la stessa cosa non vale in politica. La preparazione non è mai troppa e non conta. L'altro aspetto sono i toni sempre elevati e l'invidia di chi non è arrivato da nessuna parte”. Renata Tosi Renata Tosi, sindaco di Riccione: “Convengo con il presidente Vitali. Se parla della classe dirigente del Pd ha perfettamente ragione. Credo che questo abbassamento abbia determinato il distacco con i cittadini. Il lavoro che stiamo facendo a Riccione con i consiglieri comunali, con l'aprire il Comune ai cittadini è proprio di riavvicinare. Il valore è più condivisione ed è un lavoro arduo, ma abbiamo a Riccione sempre i consigli comunali affollati. La politica vera è occuparsi dei problemi della propria città. Dare i servizi ai propri concittadini è il lavoro più bello del mondo. Negli ultimi anni, un'intera classe dirigente è stata fuori dai pro-

Giuseppe Chicchi, ex sindaco di Rimini


INCHIESTA BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

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Foschi, Chicchi, Tosi, Spinelli, Ortalli, Moretti, Gardenghi, Pari, Gambini rispondono a Stefano Vitali Fabriziop Moretti, presidente della Camera di Commercio

Renata Tosi, sindaco di Riccione Armando Foschi, senatore per 11 anni

Mauro gardenghi, segretario della Confartigianato della provincia di Rimini

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blemi reali, con poca connettività tra cittadini e amministratori”. Fabrizio Moretti Fabrizio Moretti, presidente della Camera di Commercio della provincia di Rimini: “Secondo me c'è stato un forte abbassamento culturale del Paese, della politica, della classe dirigente negli ultimi 30 anni. Abbiamo perso i valori e si sono inaspriti i rapporti umani. Per uscirne ci vuole la collaborazione. I nostri problemi sono talmente complessi che non sono soltanto il frutto del nostro territorio, ma dell'Italia, del mondo

globale. Tutti abbiamo difficoltà ad affrontare il cambiamento. Se ci sono state delle colpe, e ci sono state, queste vanno suddivise equamente tra cittadini, imprenditori, politici, sindacato. Attribuire tutto a qualcuno mi sembra pericoloso. Avremmo bisogno di una forte coesione sociale che faccio fatica ad intravedere”. Davide Ortalli Davide Ortalli, direttore della Cna della provincia di Rimini: “Penso che nella gestione della cosa pubblica siano aumentate le complessità ed è sempre più difficile sapersi assumere le responsabilità. Credo che il livello qualitativo della classe politica sia sempre quello”. Giuseppe Chicchi “Non è colpa della politica

ma del sistema politico. I partiti non hanno più la capacità di elaborare. Mentre le istituzioni hanno una bassa propensione a vedere alto. Il nostro è un problema strutturale ingigantito dal fatto che è cresciuta la complessità sociale e economica. Andrebbero fatti investimenti sulla formazione dei quadri che fanno politica. Avevo tentato a Rimini con l'istituto Gramsci ma, senza soldi, non se n'è fatto più nulla. Viviamo un momento in cui siamo oppressi dal presente; con i media che si accaniscono e si fatica a pensare strategicamente, però ci sono sempre delle eccezioni”. Mauro Gardenghi Mauro Gardenghi, segretario della Confartigianato della provincia di Rimini: “Concordo con Vitali. Il livello si è abbassato nella capacità, nell'onestà, nella morale. Comanda la burocrazia e la mafia che si è infilata ovunque. La conseguenza è che soffrono la piccola e la media impresa, che rappresentano il 90 per cento del tessuto produttivo di questa nazione. Queste sono state le risorse più importanti per il Paese a livello occu-

pazionale, economico, come cultura del lavoro, come impegno. Come responsabilità. Il made in Italy è stato soprattutto artigianato raffinato; mentre la grande industria preferisce andare fuori dove spende meno. Abbiamo la disoccupazione giovanile che è diventata una piaga ed una tragedia. La classe politica purtroppo è il problema della politica. Quando il mercato è gestito dalle multinazionali, dagli oligopoli, dai monopoli, non c'è più la democrazia economica. E senza democrazia economica non c'è neppure la democrazia politica”. Mirco Pari Mirco Pari, segretario della Confesercenti della provincia di Rimini: “Non vorrei cadere nel nostalgico: la politica di un tempo meglio di quella di oggi. Contano i fatti. La politica ha condotto l'Italia in questa lunga crisi economica. Il richiamo al passato non sempre è sinonimo di qualità, non è un caso che sono nati certi movimenti. Certo la politica è mutata; ha perso la capacità si selezionare la classe dirigente ed abbiamo consegnato alla magistratura la sua selezione. Inoltre, i partiti hanno perso anche la funzione di discutere, sostituendola con uno sgomitare continuo. Va anche

rimarcato che rispetto alla prima Repubblica c'è più libertà di accesso alla politica che è diventata più impreparata”. Sergio Gambini Sergio Gambini, parlamentare Ds per due legislature: “Vitali ha ampiamente ragione. C'è un aspetto di psicologia sociale. Credo, purtroppo, che in questo ultimo decennio abbiamo perso il sentimento della vergogna. Ciascuno si sente autorizzato a dire quello che vuole, a discapito della competenza, dello studio, dell'approfondimento. Una volta, prima di un intervento c'era l'approfondimento. Allora non era facile farsi ascoltare. Devo dire che la qualità della rappresentanza locale e nazionale è di molto diminuita. Quando nel 1975 sono stato eletto per la prima volta in consiglio comunale a Rimini ero in compagnia di persone di spessore assoluto: Accreman (Pci), Gemmani (Dc), Dell'Omo (Pri), Tiboni (Psi). Era un confronto con personaggi di una certa statura. Pensando agli anni della mia formazione, i partiti da questo punto di vista una grande scuola: lo studio, la preparazione, la trasmissione dei valori. Il consenso si conquistava con il ragionamento ed il contatto diretto con i cittadini, E la stessa cosa avveniva nei movimenti e nelle associazioni”.



RIMINI Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 - Gli innumerevoli Ritratti di Sergio Mattarella, nuovo Presidente della Repubblica Italiana, pubblicati in questi giorni, hanno trascurato aspetti fondamentali della sua storia e personalità. Ciò è stato in buona parte dovuto alla naturale tendenza del giornalismo italiano ad essere critico nei confronti dei potenti, essendo sua manzoniana caratteristica quella di essere strutturalmente “vergin di servo encomio e di codardo oltraggio”. Ed anche alla richiesta, da parte del neopresidente, di assecondare la sua innata umiltà, smussando, o addirittura celando, alcuni fatti ed episodi che potevano apparire come eccessivamente encomiastici rispetto alla sua personalità. Noi, de La Piazza abbiamo deciso di rompere questo muro. Perché è giusto che il Paese tutto, tutto sappia di chi lo guida. Sergio Mattarella (Palermo, 23 luglio 1941), è stato eletto sabato 31 gennaio tredicesimo Capo dello Stato dell’Italia repubblicana, dodicesimo Presidente, undicesima personalità ad ascendere alla carica. Numeri che hanno un loro profondo significato, non sappiamo quale ma siamo certi che lo abbiano, ché tutto nella vita del Presidente Santo lo ha avuto. E tutta la sua Storia, anzi tutta la Storia in generale, e non solo del nostro Paese, ha avuto un senso, ammesso che sinora l’abbia avuto, solo per arrivare a questo esito. L’uomo mandato dalla Provvidenza, come ha avuto modo di dire agli intimi Papa Francesco, così riscattando una non felicissima definizione di un suo predecessore, annuncia una Nuova Era, per l’Italia, l’Europa, il Pianeta tutto. L’Era dell’Acquario, preconizzata da decenni dai Movimenti spiritualisti d’ogni genere e luogo, finalmente si apre. L’attenuarsi dei conflitti armati, immediatamente attuatosi all’annuncio del Lieto Evento avvenuto in questa in fondo ormai marginale angolo dello scenario globale, ne è stato il primo sintomo. Del resto, duemila anni fa, anche la Palestina non è che fosse il Centro del Mondo… Ma i Segni c’erano già da tempo. Bastava leggerli, e saperli riconoscere, nella straordinaria personalità dell’uomo che, senza nostro merito, ci è stato donato come Presidente. Di più: come Padre, Amico, Fratello, Consolatore… E negli Eventi, che ne hanno accompagnato l’esistenza. Giudice Costituzionale in carica, già Ministro di Difesa, Pubblica Istruzione e Rapporti con il Parlamento. Ed anche Vicepresidente del Consiglio dei Ministri nel Governo di Massimo D’Alema. Docente universitario di Diritto parlamentare. Nobilitato, nella Democrazia Cristiana, dall’appartenenza al gruppo di Amici di Aldo Moro. Fratello minore di Piersanti, presidente della Regione Sicilia ucciso nel 1980 dalla mafia. Figlio di Bernardo, politico democristiano più volte Ministro tra gli anni ’50 e ’60 dello scorso secolo, un po’ chiacchierato (Bernardo, non Sergio), ma ampiamente assolto. Del resto anche su Giuseppe, e le sue storie familiari, correvano strane voci. Il Nostro, invece, non è mai stato sfio-

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La vera storia del presidente della Repubblica

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Sergio Mattarella, santo subito? 6. Chi è, chi non è, chi si crede di essere

Sergio Mattarella

FOCUS

di Gabriele Paci rato dal benché minimo sospetto, e quand’anche qualcuno avesse osato, od osasse farlo, sarebbe certamente instrumentum Diaboli, né veruno oserebbe mai dargli corda. E’ stato anche inventore (Sergio, non Bernardo) del sistema elettorale definito, per l’appunto, Mattarellum. Tra i suoi primi atti, molto probabilmente, sarà proprio firmare la nuova Legge elettorale, che al confronto la sua era un capolavoro. E con qualche modifica lo poteva diventare in assoluto. Settantatré anni, vedovo dal marzo 2012 di Marisa Chiazzese, da cui ha avuto tre figli. Bernardo, Francesco e Laura. Una persona perbene, un asceta, una sicurezza… Praticamente un Santo, per l’appunto. E se Piersanti era il nome del fratello martire, ben presto Piersanto è stato il soprannome di Sergio, per la sua personalità ed i prodigi, di più, diciamolo pure senza falsi pudori, i veri e propri miracoli che lo accompagnavano, e lo accompagnano. Ora il Presidente Santo che soccorre gli umili, umilia i superbi, consola gli afflitti, sostiene gli orfani e le vedove, risanerà finalmente l’Italia, ridonandoci benessere spirituale e materiale, e riportandoci al doveroso ruolo di faro tra le Nazioni. Quanto a fare del nostro un Paese civile e normale, dove vigono le regole della democrazia, beh, quello è troppo pure per lui… Nella sua casa di Palermo, a ripa di mare, Sergio, ci permettiamo umilmente di chiamarlo così, senza per questo diminuire la nostra venerazione, ama immergersi

nell’acqua. A volte, senza accorgersene, e non sapendo nuotare, invece che camminarci dentro gli capita involontariamente di camminarci sopra. Così capita che si spinga troppo al largo, e viene avvertito da qualche barca di pescatori ormai neanche più stupiti di vederlo camminare sulle acque. Approfitta, così, del felice errore per trarre in salvo qualche decina di migranti naufragati nelle acque siciliane, specie nei dintorni di Lampedusa. A Roma vive nella celletta monastica attigua al suo studio della Consulta, così vividamente descritta in tanti e tanti articoli di tanti bravi cronisti. Ma quello che nessuno ha voluto raccontare è la collezione di cilici che ne adornano le pareti. E d i contenitori di legumi secchi, su cui il neo Presidente era solito passare le notti, nudo ed inginocchiato nel gelo, per espiare i nostri peccati. “Sarà la prima e più importante cosa che ora porterò con me al Quirinale, ora che occorre pregare ed espiare per tutti gli italiani” ha detto agli intimi. Aggiungendo: “Ed anche per quel lazzarone di ……… ……….”. Ma qui caliamo un velo di doveroso riserbo, un po’ per rispetto, un po’ perché l’elenco che ha fatto è stato così lungo (all’incirca una

quarantina di milioni di persone) che non basterebbe tutto lo spazio a disposizione. E dieci, e cento volte tanto, ché il Presidente Santo tutto sa e vede, con gli occhi dell’anima, e quindi anche quel ragioniere che… Beh, ci siamo capiti, si metta in riga prima che debba intervenire Lui personalmente. Quanto al pranzo, si accontenta di una mela ed un crostino (ma piccolo), passeggiando per le vie della zona, specie nel modesto parco attiguo al Quirinale. E, incontrando un indigente, è solito estrarre il coltellino che da buon siciliano porta sempre con sé per donargliene metà. Poi, come San Martino con il proprio mantello, incrociato un altro derelitto, dona anche la seconda parte. A volte, colpito dai morsi della fame, ripassando richiede le bucce per cibarsene, e quando viene respinto, talvolta a male parole, ed anche con gesti violenti, è solito dire al suo Assistente, Francesco Leone, che lo accompagna in questo peregrinare, “Vedi, Frà Leone, questa è perfetta letizia”. Dona la mela, metaforicamente il mantello, agli indigenti, ma è mattarello, ancor più martello, con gli arroganti. Che hanno di già iniziato a tremare. E tramare. Ma nulla spaventa l’uomo d’acciaio. La

scomparsa delle cabine telefoniche ha invece purtroppo interrotto una modalità della sua attività di soccorso. Svelando infatti il costumino rosso e blu che portava sotto la sua armatura di flanella grigia, era solito prendere il volo, con la popolazione che gridava ammirata ”E’ un uccello? E’ un aereo? No, è SuperMattarella”. Fu lui ad impedire che l’attentato del’11 Settembre 2001 assumesse dimensioni ben più vaste. Purtroppo, trattenuto in quella quattordicesima legislatura della Camera dei Deputati italiana, da poco inaugurata, in una seduta della Commissione Affari Costituzionali, non riuscì ad evitare il crollo delle Torri Gemelle, ma arrivato mentre stava collassando la seconda, riuscì a reggere abbastanza a lungo una traversa di ferro perché molte centinaia di persone, e numerosi Vigili del Fuoco, riuscissero comunque ad uscirsene. Coperto dal turbinio della polvere riuscì a passare inosservato per tornare alle amate pandette, ma solo dopo aver avere concesso anche una parola di conforto ai disperati di quella babele multietnica. Mattarella, infatti, parla e scrive correntemente settantadue lingue vive, quattordici morte e trentadue dialetti, tra cui il pesarese, ma non gli piace. E’ campione di Free climbing, Short track e Football americano, del quale ha vinto tre volte il Super Bowl, avendone peraltro potuto disputare solo tre edizioni, sennò… Nominato ogni volta Miglior giocatore dell’incontro. Sotto la maschera de La Belva Italiana ha dominato sette stagioni del Wrestling. Particolarmente portato al motociclismo, è ospite assiduo del Ranch di Valentino Rossi a Tavullia. Il campione della Yamaha aveva già affermato negli scorsi mesi “Se riuscirò a raggiungere nel 2015 il mio decimo Mondiale, sarà grazie alle nuove pieghe che mi ha insegnato quello scatenato di Mattarella”. “Anche se” ha aggiun-

ALLEGRO MA NON TROPPO - L'’avevamo chiaramente scritto, per chi fosse stato in grado di leggere. Il Presidente riminese, da noi preconizzato nello scorso numero de La Piazza, è Sergio Mattarella. Il cugino, Nullo Matterella, figlio di Alfio Mattarella, non a caso nome comune sia in Sicilia che in Romagna, salì nei primi anni del ‘900 a Bagnacavallo. Poi spostatosi a Serbadone di Sotto, dove gestiva una rivendita d’olio e lupini, che i giovani Piersanti e Sergio erano soliti frequentare nelle settimane a cavallo tra luglio ed agosto, quando la famiglia si trasferiva in Valconca. Sergio era nel cuore di tutte le ragazze e si-

Eletto il “presidente riminese” gnore, autoctone e non. Con i suoi modi eleganti, lo sguardo limpido e la parlata fluente faceva gran stragi di cuori femminili. Ma solo platonicamente, naturalmente, ché altro era impedito dai profondi valori cristiani, e dalla conservazione della purezza (“Non ha mai commesso un atto impuro. O almeno non l’ha mai confessato”, dice Don Silvano Lenti, novantasettenne ma vigorosissimo sacerdote, già Parroco di Montefiore, di cui

Serbadone è frazione, e confessore dei due virgulti di casa Mattarella. “E neanche il padre, se è per questo…”). Episodi di eroismo furono compiuti già da allora da Sergio, soprannominato Sergio il buono (anche se da queste parti non sempre è un complimento). Alla sua epopea si ispirò l’emiliano Cesare Zavattini per il suo Totò il buono, alla radice del film Miracolo a Milano, poi realizza-

to con Vittorio De Sica. I Bagnini di salvataggio si prendevano, quando lui era presente, finalmente qualche giorno di ferie, tanto a badare alla incolumità dei bagnanti ci pensava lui. Super Sergio, come pure veniva chiamato. Fu così che salvò almeno dodici incauti nuotatori, quattordici delfini, tre balene e due otarie. E spense fuochi, infranse rupi, scavalcò montagne, entrò nel novero dei semidei nostrani, assieme a Federico Fellini, Zanza, Raffaella Carrà ed il Passator Cortese. Benvenuto, Presidente riminese. g. p.

to, “certe volte si ha paura vedendogli fare cose che sembrano andare oltre le leggi della fisica”. Valentino, guarda, non è che sembrano. Ci vanno proprio. Pablo Picasso, nei suoi ultimi anni, agli inizi dei ’70 dello scorso secolo, volle conoscere l’allora trentenne Mattarella, per il suo straordinario contributo alla reinvenzione delle forme. Venne accompagnato da Salvador Dalì: i due superarono in quell’occasione, in nome di una ragione superiore, gli antichi screzi. Del resto non è l’unica arte in cui eccelle. Nell’accettare la nomina a Senatore a vita conferitagli da Giorgio Napolitano, il Maestro Claudio Abbado, sommo Direttore d’Orchestra, ebbe a dire: “Lo faccio per essere più vicino a Mattarella, e quindi alla vera essenza della musica”, rammaricandosi che la sua elezione a Giudice Costituzionale l’avesse sottratto alle Aule parlamentari, impedendo una più assidua frequentazione. Anche il sacerdote argentino Jorge Mario Bergoglio, nell’accettare un nuovo incarico a Roma, ebbe ad esprimere la felicità di avere maggiori occasioni di frequentazioni con Mattarella: “La sua attenzione ai poveri ed alle periferie fisiche ed esistenziali è da sempre la vera fonte della mia opera. E, comunque, peccato non abbia accettato, era ben più adatto lui di me per questo lavoro…”. Lo stesso Abu Bakr al-Baghdadi, con il suo Stato Islamico, si riconosce debitore a Mattarella. E per questo ha eccezionalmente, e segretamente, accettato di liberare decine di prigionieri. Ci si ispira a lui per i megatrends economici di Dubai, così come il ruolo propulsivo alle riforme economiche e sociali in corso in quel Paese gli è riconosciuto dal Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, e del Primo Ministro, Li Keqiang. Per tornare al noi. Aveva tratto in salvo, sempre in incognito, mezza dozzina di potenziali vittime della Strage alla Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980. Poi aveva evitato la morte del piccolo Alfredino Rampi a Vermicino, nel 1981, calandosi da un tunnel parallelo ignoto (il fanciullo, assunto lo pseudonimo di Stefano Fassina è oggi deputato del partito Democratico. Dichiara e dimostra qualche anno in più, perché non è che fosse comunque stata una passeggiata di salute). A livello più globale ha elaborato le prime cure per l’Aids, lasciandone però il merito a Robert Charles Gallo, statunitense, ed al francese Luc Montagnier. Anche per rafforzare i rapporti all’interno della Nato. E’ stato, come rammentavamo, Ministro della Difesa dal Dicembre 1999 al Giugno 2001. Purtroppo poco prima dei tragici dirottamenti aerei del settembre sugli Stati Uniti. Ma lo stesso Osama Bin Laden ha avuto a dire: “Avessi compreso che avrei dato un dolore a Mattarella non l’avrei fatto”. Di Mohamed Atta non possiamo più sapere. Molto altro ancora c’è da raccontare su Sergio Mattarella. E racconteremo. Del resto abbiamo sette anni davanti. Almeno.



RIMINI -VALMARECCHIA Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

Febbraio 2015

Oltre 150 persone si sono sottoposte al test per entrare nel registro dei donatori internazionali

9 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

Midollo osseo, una comunità generosa - Una comunità dal cuore generoso. Sono state 159 le persone che lo scorso 24 gennaio, si sono presentate all’Ospedale di Rimini per sottoporsi al test ed essere poi iscritte al registro internazionale dei donatori di midollo osseo a seguito dell’appello lanciato per una signora residente in provincia di Rimini, di neanche quarant’anni, che a seguito di una grave patologia è in attesa di un trapianto di midollo osseo. L’iniziativa era stata organizzata, come si ricordeà, da Admo (Associazione donatori midollo osseo e cellule staminali periferiche) e Unità Operativa “Centro Trasfusionale” dell’Ospedale “Infermi” di Rimini (diretta dalla dottoressa Simonetta Nucci).

L'appello lanciato per una signora riminese che è in attesa di un trapianto. Iniziativa dell'Admo (Associazione donatori midollo osseo)

Rimini, l'ospedale

COMUNITA' L'Admo esprime i propri ringraziamenti per la preziosa collaborazione (così come a tutti coloro che sono intervenuti dimostrando grande sensibilità). I campioni sono stati inviati al “Laboratorio di Immunogenetica” di Bologna per verificare se vi sia compatibilità con la paziente.

Al di là del caso specifico, comunque, la sensibilità dimostrata dalla cittadinanza aiuterà ad ampliare il Registro Nazionale Italiano Donatori di Midollo Osseo, cui afferisce il

Centro Donatori Unico della Romagna (con sede a Ravenna) che organizza la promozione e raccolta territoriale assieme ad Admo Emilia Romagna.

Si ricorda che chi voglia diventare donatore deve avere età compresa tra i 18 e i 35 anni. Va ben precisato che, sottoponendosi al test, si verrà iscritti al registro internazio-

nale dei donatori di midollo osseo e cellule staminali periferiche. La donazione non è dunque condizionabile al trapianto su uno specifico paziente, ma d’altra parte maggiore è il numero delle persone iscritte nel registro, maggiore è la possibilità di individuare un donatore per la signora riminese. Va infatti precisato che la compatibilità di donazione ricorre in una proporzione di 1 su 100.00. Va inoltre precisato che sebbene iscritti al registro, in caso di compatibilità con un paziente si può anche ritirare il proprio consenso al trapianto. Fare in test dunque non implica alcun impegno diretto.

TRADIZIONI

L'uomo edera. Cerreto (Saludecio), antico carnevale

Carnivèl Carnivèl L’ùtmi dé d’carnivèl i burdèll ad campagna i dmandèva me’ nòn la divisa dla guèra e ma la nòna la sùtena lònga antiga sa’ tre pèra ad calzétt. In zìr per la strèda daventi al pòrti j’ urlèva” l’ è arvàta la mascherina qualcosa bsògna dei ma’ la purèina”. Che’ caminè stòrt la fàza masèda i vècc i feva bòca da rìd i rigaleva al nu?i, una mela, un òv quand l’andeva gràsa, i deva t’un pèz ad chèrta cinq, sì fiuchétt. Fnìd e zir tra càl quàtri chési cla ròba la s mitiva sla tèvla dla cusèina e un gni si fasiva chès che’ si’ strémli dla galavèrna ad fibrèr u s aviva la gòzla me’ nes… Lidiana Fabbri, febbraio 2015



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Nato a Santarcangelo di Romagna. Nazionalità Sammarinese. Opera in Valmarecchia

Blanco ‘senza confini’ - Il suo studio si colloca alla giusta distanza tra il luogo che gli ha dato i natali (Santarcangelo di Romagna) e lo stato cui deve la nazionalità (San Marino). In un grande capannone arioso e aperto come un hangar a Ponte Verucchio, in val Marecchia, Leonardo Blanco lavora ormai da oltre una decina d’anni, dal momento in cui, interrompendo l’attività di educatore svolta subito dopo il diploma, decide di assecondare l’indole creativa e la voglia di dipingere. La sua è una formazione da autodidatta, ma – va detto- con qualche privilegio. L ’ i n f a n z i a santarcangiolese gli permette di condividere l’amicizia e gli insegnamenti di Federico Moroni, l’indimenticato maestro della Scuola del Bornaccino, pittore, incisore e soprattutto figura capace col proprio carisma di coagulare attorno a sé allievi e artisti. A Leonardo piace disegnare e fare pittura. Seguono gli studi tecnici. Poi, solo dal 2000 la svolta, lontana da focolai di figurazione appresi da Moroni. Leonardo Blanco, classe 1968, è oggi uno degli artisti

Leonardo Blanco, classe 1968, è oggi uno degli artisti più apprezzati e monitorati presenti nel territorio romagnolo, numerose mostre al suo attivo, in Italia e all’estero, vincitore di numerosi concorsi per la realizzazione e la progettazione di sculture/elementi urbani in territorio sammarinese

Leonardo Blanco (Foto di Eugenia Shabaeva)

SGUARDI D'ARTISTA di Annamaria Bernucci più apprezzati e monitorati presenti nel territorio romagnolo, numerose mostre al suo attivo, in Italia e all’estero, vincitore di numerosi concorsi per la realizzazione e la progettazione di sculture/elementi urbani in territorio sammarinese, tra cui va senz’altro menzionata l’opera pubblica permanente, un grande doppio semi-anello in acciaio dal titolo Diversi / Uguali (rotatoria di Borgo Maggiore). Ha partecipato tra l’altro alla 2^ Biennale d’Arte di Pechino nel 2005 e a Open

10 (Esposizione internazionale di Sculture e Installazioni) a Venezia. L’azione di un’artista, in ogni epoca, unisce tutte le attività umane frutto di ingegno e di abilità manuale e tecnica rivolta alla materia. L’arte, così, è sempre stata un’interfaccia

tra pensiero e téchne, impulso che oscilla tra l’indicibilità del gesto creativo e l’abilità tecnica, o meglio tecnologica. Blanco modula con energia e sensibilità questa consuetudine, questa prassi, elaborando una propria cifra, capace di richiami forti.

Si avvicina allo stato puro della pittura gestuale, e attraverso la forma apparente delle cose percepite calibra l’azione pittorica su infinite sfumature e sfaccettature con raffinata sensibilità percettiva, insiste sulle mutazioni e i rovesciamenti improvvisi della realtà sensibile che crescono e maturano tramite la pellicola leggera degli strati di colore rappresi o distesi sulla superficie dei suoi supporti. Lo fa con scioltezza gestuale, senza infingimenti. I segni lasciati sulle sue spesse tavole, spesso tamburati, sui fogli di alluminio, su pellicole o materiale di reimpiego (stampe digitali, carte)posseggono la forza d’urto e la leggerezza di una grafia che, divenuta matura, si lascia andare al proprio lessico, e come in un alfabeto autonomo, si esprime in variabili di caratteri, liberi o strutturati, sfrangiati o rigidi, casuali o circoscritti. Di recente Blanco è stato

protagonista della personale Without, a Cesenatico, Casa Moretti (2014) mostra che si accompagnava al ciclo di indagini speculative e conferenze intitolato Io non ho nulla da dire, grado zero, afasie, silenzi nella poesia del Novecento; precedentemente si segnala la sua monografica Open End tenutasi negli storici spazi del Monte di Pietà di Santarcangelo di Romagna nel 2009 con testo critico di Luigi Meneghelli. A proposito dei suoi lavori presentati nella mostra Limes (S.Marino Ambasciata d’Italia, 2012) Blanco ebbe a dire a proposito della sua pittura: ”..Nella creazione dei miei quadri corrispondono campiture di colore che possono parlare del caos e del disordine e che io accosto a immagini più organizzate dove si può intuire una sorta di ordine. In ogni quadro c’è dunque una contrapposizione di campi diametralmente opposti e divisi. Questa è la linea di confine”.


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l'OPINIONE

Tsipras ha scelto come programma elettorale il manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli. Onorerà gli impegni

Inizia in prima pagina

come Dimitrios Papadimoulis o Manolis Glezos - ha scelto come propria bandiera il Manifesto federalista di Ventotene. Dicono che Syriza sfascerà l’Unione, non pagando i debiti e demolendo le finanze europee. Non è vero. Tsipras dice che Atene onorerà i debiti, purché una grossa porzione, dilatata dall’austerità, sia ristrutturata». E aggiunge, la Spinelli, che il marxista Yanis Varoufakis, l’economista greco candidato di Syriza in queste elezioni, docente dal 2013 in Texas, e nuovo ministro delle Finanze nel governo Tsipras, propone di fare come si fece nel 1953, quando furono condonati alla Germania i suoi debiti di guerra: 16 miliardi di marchi, anche con il contributo della Grecia, dell’Italia e della Spagna. Ma noi vorremmo andare oltre al giudizio della Spinelli, che condividia-

Europa, manifesto di Ventotene e l'ateniese Pericle Vuole un'Europa solidale. Pericle: «Quanto al nome, essa è chiamata democrazia, poiché è amministrata non già per il bene di poche persone, bensì di una cerchia più vasta: di fronte alle leggi, tutti, nelle private controversie, godono di uguale trattamento”

Il professor Alessandro Roveri

IL PUNTO DI VISTA

mo. Vorremmo andare cioè alle origini del nome democrazia, di cui tutti, oggi, andiamo debitori alla grande civiltà ateniese, e ricordare il discorso agli Ateniesi rivolto dal grande Pericle: «Quanto al nome, essa è chiamata democrazia, poiché è amministrata non già per il bene di poche persone, bensì di

una cerchia più vasta: di fronte alle leggi, tutti, nelle private controversie, godono di uguale trattamento. E secondo la considerazione di cui uno gode, poiché in qualche campo si distingue, non tanto per il suo partito, quanto per il suo merito, viene preferito nelle carche pubbliche. Né, d’altra parte, la povertà, se uno è in grado

di fare qualche cosa di utile alla città, gli è di impedimento per l’essenza sua posizione sociale». Di Pericle le storie narrano di quanto egli fece a favore dei cittadini poveri, a somiglianza di quanto, negli ultimi anni, Syriza ha fatto in favore delle centinaia di migliaia di cittadini greci rimasti, a causa della disoccupazione e della decurtazione dei loro redditi, senza assistenza sanitaria, culturale e sociale. In tale modo Syriza ha gettato le basi della sua grandiosa vittoria elettorale, vendicatrice della corruzione ed evasione fiscale gestita dai governi precedenti e tollerata da

molti governi europei. Ma non finisce qui. C’è un altro paese, in Europa, la Spagna, nel quale un grandioso moto popolare, quello degli indignados, ha saputo organizzarsi, dare vita al movimento Podemos, portare in Europa l’8% dei consensi (1,2 milioni di voti) e minacciare di diventare il primo partito spagnolo. Lo guida un giovane, Pablo Iglesias, che alcuni mesi fa è corso ad Atene per stringere un’alleanza con Tsipras: il programma di Podemos è assai simile a quello di Syriza, e Iglesias e Tsipras hanno detto ai giovani di Syriza: «I veri patrioti vogliono poter vedere tutti i bambini, indipendentemente dal paese d’origine, andare a scuola puliti, ben vestiti, con le scarpe ai piedi e la

pancia piena. Amare la propria patria vuol dire difendere la pensione dei propri nonni e garantire che, in caso di malattia, si prendano cura di loro i migliori ospedali pubblici». Dio solo sa quanto bisogno ci sia in Italia, dove la corruzione e l’evasione fiscale dilagano, occupando tutti i partiti tradizionali, di forze paragonabili a Tsipras e ai Podemos spagnoli. Speriamo che quanto prima, anche da noi, le forze del progresso sociale, basate sulla lotta per l’onestà, sorgano e si uniscano in una grande alleanza rinnovatrice. P.S. Quanto prima ci occuperemo del dimenticato quarantaseienne cattolichino Giuseppe Paganelli, laureato in Lettere a Bologna, amico a Ventotene di Altiero Spinelli, che così lo ha descritto: «Era alto, magro, con un gran naso adunco, occhi maliziosi, riso facile ed una chioma rossa diradantesi in tutte le direzioni, come se fosse carica di elettricità». *Libero docente all'Università di Roma


RIMINI

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Il progetto del grande sacerdote per dare una famiglia ai bambini emarginati. Non il massimo STORIE

1889. San Marino minaccia il principato di Monaco

Don Benzi e l'affido Don Benzi, il cippo davanti alla chiesa della Grotta Rossa

FOCUS - Un articolo sul prestigioso quotidiano americano New York Times racconta di una guerra minacciata da San Marino contro il principato di Monaco. San Marino si vanta da sempre della sua vocazione pacifista e neutrale, ma quando si tratta di salvaguardare l'onore di un Reggente (uno dei due capi di Stato che hanno mandato semestrale, una delle istituzioni democratiche più antiche d'Europa), può ricorrere a reazioni estreme, come minacciare una guerra. In questo caso una guerra unilaterale contro il Principato di Monaco. La notizia fece il giro del mondo e ne parlò addirittura il prestigioso New York Times, in un articolo datato 31 agosto 1889, "The threatened war": "La guerra minacciata". Si racconta di quando un Reggente della Repubblica tentò la fortuna al casinò monegasco. La fortuna purtroppo non fu dalla sua, e dopo che si fu bruciato il salario del semestre, diede in escandescenze, tanto che venne fermato ed identificato dalla locale polizia e allontanato con infamia. Il quotidiano americano spiega quindi che la Repubblica di San Marino mal digerì quel trattamento, fino a chiedere pubbliche scuse, pena l'invasione militare. Il New York Times si sbizzarrisce quindi in una serie di ironiche considerazioni: prima di tutto

di Gian Franco Traina

Batoni, San Marino risolleva la Repubblica giocava a sfavore di questa "Guerra minacciata" la distanza tra i due Stati e il fatto che le truppe sammarinesi avrebbero dovuto attraversare l'Italia, rischiando di venire fermate ed arrestate dalle milizie italiche. L'articolo continua poi con alcuni suggerimenti, come far fronteggiare in territorio neutro, tipo in Svizzera, i contendenti, facendo oltretutto la felicità di locande e ritrovi elvetici. La storia ci insegna che la diatriba sia stata in qualche modo risolta senza spargimenti di sangue e di come San Marino abbia approfittato dell'idea di Monaco di istituire un casinò sul proprio territorio, con notevoli introiti e indubbie fortune. Sembra proprio vero che spesso dagli errori (in questo caso una sostanziosa perdita di denaro) si possono trarre le proprie fortune. Lorenzo Silvagni

- Le leggi italiane sull’affido dei bambini nati in famiglie disadattate sono un caravanserraglio di frasi e regole che spesso sono anche difficili da interpretare. Molti minori nel mondo hanno bisogno di urgente aiuto e soprattutto conforto e potrebbero avere l’opportunità di una vita dignitosa ma gli interessi che circolano intorno a questa problematica sono talmente alti che non permettono loro di cambiare vita e nessuno, purtroppo, si preoccupa di risolvere la questione. Allora accade che questi bambini si trovano di fronte a degli ostacoli impedimento che gli impediscono di vivere in maniera normale. La legislazione attualmente in vigore è un profluvio di parole scritte che nei fatti non risolvono assolutamente l’articolata problematica. Don Oreste Benzi, sacerdote che è stato di grande intelletto e forte della passione per il bene del prossimo, nel 1968 ha fondato l’Associazione Papa Giovanni XXIII a Rimini che in breve tempo ha iniziato ad operare nel mondo dell’emarginazione in tutta Italia ed in tutto il mondo. Don Benzi amava i bambini tutti ma in modo particolare quelli

emarginati ha cercato di donare loro una vita più umana ha inserito nella struttura di accoglienza creata a Rimini anche l’affido facendo nascere la prima casa famiglia nel 1973 a Coriano. Lui pensava e voleva che i bambini emarginati residenti in quella casa famiglia potevano essere affidati a famiglie che ne avrebbero fatto richiesta. “Dare una famiglia a chi non ce l’ha” era il motto di Don Benzi. Ma l’affido, pur nella semplicità che l’Associazione richiede, ha molteplici difficoltà. Per la sicurezza dei minori dati in affido, necessita giustamen-

te la messa in moto di una serie di assicurazioni e tutele per i bambini, come analizzare le famiglie che desiderano accoglierli, studiarne le capacità che possono avere nei rapporti con i minori, capire se hanno difficoltà o capacità a mantenere un rapporto sano e coerente con la famiglia originaria del bambino e tanti altri balzelli ma tutto ciò ha scaturito con il tempo che si è creata una ulteriore intollerante e caotica burocrazia. In vari modi e vari gradi le famiglie che richiedono l’affido devono essere in grado anche di insegnare ai bambini affidati le istituzioni che sono coinvolte in questo ruolo. Don Benzi nella sua vita ha lottato molto affinché le lungaggini fossero cassate. In qual cosa è riuscito perché il suo scopo era che il minore dato in affido doveva essere al centro della famiglia che lo riceveva e questa doveva aiutarlo a diventare grande ed a capire anche se, una volta adulto e maggiorenne, il suo volere era quello di tornare alla famiglia di origine o meno. Per capire bene la problematica bisogna però tener presente che l’affido può essere di varia natura. E’ consensuale quando la famiglia di origine ha bisogno di aiuto e si rivolge agli assistenti sociali per aiutare i propri figli, oppure è giu-

“Chiara di Dio”, invito alla solidarietà Ingresso gratuito per i volontari riminesi nel musical sulla santa di Assisi - È fissato per il 15 marzo alle 17, al teatro L. Amici del Lago di Montecolombo, lo spettacolo “Chiara di Dio” a ingresso gratuito per tutti i volontari riminesi nell’ambito dei progetti “Giovani in scena” e Rimininsieme. Quest’ultima è una manifestazione dedicata al volontariato locale quale riconoscimento e sostegno a tutti gli operatori e alle realtà riminesi per l’impegno e lo sforzo prezioso e costante svolto mediante un lavoro quotidiano a favore dei più deboli e nell’affrontare le difficoltà di tanti. Dopo aver assistito gratuitamente agli spettacoli “Patto di luce” a novembre e

a “Notte di Natale 1223” a dicembre, il 15 marzo gli aderenti alle associazioni di volontariato del riminese potranno assistere a “Chiara di Dio” musical di grande successo. Infatti, “Chiara di Dio” vanta 10 anni di rappresentazioni, 7 anni in pianta stabile al teatro Metastasio di Assisi, oltre 400mila spettatori, riproposto in versione amatoriale da oltre 100 compagnie amatoriali in tutta Italia e all’estero: questi i numeri del successo del musical dedicato alla santa di Assisi, scritto e diretto da Carlo Tedeschi che dopo 6 anni torna finalmente al teatro Leo Amici del Lago di Montecolombo (Rimini) con rappresentazioni il 1, 8, 15, 22 febbraio e 1, 8, 15,

Momento dello spettacolo

22 marzo. Il musical completamente dedicato alla figura e alla vita di Santa Chiara accanto a San Francesco, che avvalendosi delle Fonti Francescane storiche, “fa emergere – spiega lo stesso regista e autore, Carlo Tedeschi - l’umanità e l’attualità di questi due giovani, Chiara e Francesco, un esempio per i ragazzi di oggi nonostante siano trascorsi otto secoli. Un modello di come usci-

re dagli schemi, con la forza e passione della gioventù senza compromettere la propria integrità. Esempio naturalmente da rapportare ed attualizzare ai mutati scenari dell’oggi”. La trama. Un vecchio spiega l’esigenza di raccontare la vita di Santa Chiara, utilizzando le parole di Papa Giovanni Paolo II, dice che “è veramente difficile disgiungere questi due nomi, Francesco e Chiara”. Li definisce “fenomeni”, “leggende”. Lo spettacolo inizia con Chiara morente, intorno a lei le consorelle piangenti. Chiara sfinita, chiede “una cerasa”, una ciliegia. Lei abituata ai digiuni, domanda, con una umanità straordinaria, qualcosa per sé. Agnese invia di corsa una sorella nel chiostro ma siamo in agosto e non è stagione di ciliegie e, nei pochi minuti che se-

Covignano parano questa richiesta di Chiara dal ritorno della consorella (che arriverà miracolosamente con la ciliegia tra le dita), scorrono il primo ed il secondo tempo, con gli avvenimenti più toccanti della sua vita: l’incontro con Francesco, la fuga da casa, il taglio dei capelli per la sua consacrazione, lo spettacolare confronto con i saraceni. Prenotazioni e info: 0541 986133 info@teatroleoamici.it -

volontarimini@volontarimini.it

diziario quando la famiglia di origine non è proprio in grado di mantenere, educare e crescere il minore allora in questo ultimo caso interviene il giudice dei minori. Bisogna tener presente anche che nel caso dell’affido consensuale, l’interruzione del rapporto può essere voluto dalla famiglia naturale che richiede, tramite gli assistenti sociali, il reintegro del bambino. Nel caso giudiziario invece l’affido può essere interrotto per validi motivi solo dall’intervento del giudice del tribunale dei minori. Don Benzi diceva che l’affido non era il massimo per i minori ma era una “panacea” all’adozione in quanto era un aiuto a superare le grandi e gravi difficoltà burocratiche ed economiche che esistono nell’adozione vera e propria. Don Benzi conosceva a fondo gli animi delle coppie che non potevano avere figli in maniera naturale, conosceva a fondo anche il desiderio di avere accanto a se un minore da amare, da tutelare, da aiutare e di farlo diventare adulto con la consapevolezza delle proprie capacità e quindi ha cercato con tutte le sue capacità di aiutare questi minori emarginati. Per questo, ma anche per molto altro, si è prodigato in tutta la sua esistenza fino a spingerlo a creare la Casa Famiglia che è stata appunto inserita nell’Associazione Papa Giovanni XXIII, associazione che oggi, dopo molte vicissitudini contrastanti, è riconosciuta anche dalla Chiesa Cattolica.

Casa delle Associazioni e Volontarimini a Covignano - Casa delle Associazioni e Centro di Servizio per il Volontariato Volontarimini sono attive dopo il “sofferto” trasloco a Covignano. Sofferto non tanto per il trasloco in se stesso ma per i problemi indipendenti dalla volontà del Csv riminese che hanno riguardato la linea telefonica, il collegamento a internet e alla posta elettronica. Nella foto si vede l’ingresso della nuova sede della Casa delle Associazioni “G. Bracconi” e di Volontarimini posto al 4° piano dell’ex seminario: è sulla sinistra guardando la struttura dall’ingresso dalla strada e ci si arriva superando il primo posteggio seguendo una larga curva. Nell’altra immagine foto panoramica di una parte del lungo corridoio in cui si trovano le sedi delle associazioni e gli uffici del Centro di servizio. In autobus si può arrivare dalla stazione di Rimini grazie al n. 15 che ferma proprio davanti all'ex seminario.



ECONOMIA

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A Rimini (uscita autostrada) show room di 600 metri quadrati con la prima azienda provinciale del settore - I vetri camera che riscaldano solo all'interno utilizzando l'energia solare. La luce che si può gestire a proprio piacimento. Le inferriate a prova di ladro a scomparsa. Gli impianti che si possono attivare e disattivare con un I-phon e un I-pod. La casa del futuro che c'è già la si può andare ad vedere presso lo show room Isolcasa, sulla superstrada per San Marino, a pochi metri dal casello dell'autostrada di Rimini Sud. E' uno spazio espositivo di 600 metri quadrati, all'interno del quale è stata ricostruita una casa ad elevato risparmio energetico gestita dalla domotica. Insomma, l'abitazione del futuro che c'è già. Racconta Giorgio Marchesi, architetto italo-belga, dal 2011 in Isolcasa: “Di domotica, di casa intelligente se ne parla da anni ma in modo superficiale. La nostra è l'unica della Romagna con il concetto totale di domotica, che è un connubio tra la sapienza artigianale a chilometro zero e l'intelligenza artificiale. E' una casa che racconta come saranno le abitazioni future. Entro il 2025, le abitazioni, devono essere a consumo energetico zero. L'architetto che viene da noi può avere a sua disposizione non solo i prodotti ma anche

Isolcasa, una casa a chilometro zero e smart Costruita un'abitazione domotica. Porte e finestre in pvc e legno a chilometro zero. I vetri che riscaldano la casa e che si telecontrolla con un Iphon o I-pad

Lo show room Isolcasa a Rimini

ECCELLENZE

l'assistenza tecnica che lo segue passo, passo: dalla progettazione fino all'installazione. Lo possiamo assistere, con tecnici di alto profilo, per la progettazione della Casa Clima e la Posa Clima”. Isolcasa è una delle eccellenze della provincia di Rimini. La sede produttiva è a San Giovanni in Marignano. Nasce come azienda che produce porte e finestre in pvc. La ricerca e la bontà del prodotto è la filosofia con la quale affronta il

mercato. Il suo slogan è Made in Italy '50-'60. Cioè il periodo d'oro della progettazione in Italia. Il periodo in cui da tutto il mondo si veniva a studiare al Politecnico di Milano e poi si trovavano gli artigiani in grado di saper realizzare le idee dei

progettisti. “Se non seguiamo quegli anni - continua l'architetto Marchesi, suoi progetti sono stati selezionati per il Compasso d'oro, il Nobel dei designer - come nazione siamo finiti. Dobbiamo tornare a fare ricerca, a produrre idee su basi cul-

turali solide. Solo così potremo affrontare il mercato interno e quello estero. Non esistono altre scorciatoie. Le porte e le finestre Isolcasa sono e fanno cultura”. Lo show room Isolcasa, oltre alla domotica, presenta porte, finestre, inferriate a chi-

lometri zero e soluzioni green. Vogliono essere belle, ben fatte e rispettose dell'ambiente. Non si trovano solo chiusure in pvc ma anche in legno. Sono state coinvolte aziende della Romagna e del Pesarese, il territorio naturale del marchio di San Giovanni. “La nostra filosofia - rimarca Quinto Biondi, fondatore e titolare - è fare lavorare gli artigiani del nostro territorio. Prima di tutto è creare valore per la nostra comunità. Intendiamo esportare il nostro territorio come cultura, come sapienza artigianale, come storia”.


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RICCIONE

Associazione nata lo scorso 16 gennaio. Terra, tradizione, tipicità per fare economia

ALLEGRO MA NON TROPPO

Spigolature

degli Scrondi

POLISPORTIVA - PD - CACCIA - TOSI... Caccia - Leggiamo: "Svizzera e Germania, caccia ai turisti". Caccia? Non sono mica dei cinghiali o dei fagiani... Polispartitica - Leggiamo: "Polisportiva, boom di tessere politiche". I prossimi incontri i militanti li faranno in vasca... Finale 2-0 - Leggiamo: "Polisportiva, rieletto Giuseppe Solfrini". Dopo il successo della Tosi, l commento dei più informati è questo: centrodestra-Pd 2-0... Piazza piena - Leggiamo: "Don Giorgio riempie la piazza per la benedizione degli animali". Di animali o di persone?... Nuovo segretario Pd - Leggiamo: "Marco Parmeggiani, segretario Pd eletto con 44 voti su Maurizio Pruccoli che si ferma a 25". Avanza il seminuovo o l'usato sicuro?... Linea unica - Leggiamo: "Parmeggiani: ‘Unisco il Pd. Ci si confronta, ma la linea è solo una". C'era un politico famoso che diceva: "Ci si confronta, poi la linea è una sola. La mia!"... Capelli - Leggiamo: "Studente sospeso dallo Ial per i capelli rasta". Sembra di ritornare alle assurdità degli anni '60 contro i "capelloni"... Già letto - Leggiamo: "Palacongressi: il Pd attacca sulla gestione". Anche questa l'abbiamo già letta anni fa, ma a parti invertite... Craxi - Leggiamo: "Stefania Craxi a Riccione per presentare il libro sul padre". Le colpe dei padri non ricadano sui figli. Giusto, ma quelle due sentenze definitive di candanna per corruzione e finanziamento illecito al Partito Socialista Italiano?...

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“Testa cla spa”, lo spirito della Romagna come cultura Promossa da Angelo Giannini, titolare di “Luvirie”. Una sala multimediale da 60 posti con oggetti della civiltà contadina AMARCORD - “Testa cla spa”. E' il nome della neonata associazione culturale riccionese. Battezzata lo scorso 16 gennaio, l'ha promossa Angelo Giannini, titolare di “Luvirie”, leccornie di Romagna. Un'azienda che produce prodotti della tradizione: fichi caramellati, savor, sapa, marmellate, biscotti. Nello spaccio di Riccione (in via Enzo Ferrari) vende anche la stampa ruggine, ceramiche della tradizione e vini di Romagna. Coordina l'associazione Roberto Casadei, esperto di co-

Angelo Giannini e Roberto Casadei

municazione, ma soprattutto una profonda passione per la cultura della Romagna. Racconta Roberto: “L'iniziativa non nasce per caso; dietro c'è un pensiero forte non disperdere le nostre tradizioni. Il nostro passato. Giannini aveva a disposizione uno spazio cobn il quale non sapeva che farne. L'idea è maturata piano, piano, sulla spinta della sua idea della Romagna e del suo lavoro. Ha attrezzato una sala multimediale da 60 posti a sedere, impreziosita da oggetti della civiltà contadina, come il giogo ad esempio. E la sala, gratuita-

mente, vuole essere il punto di ritrovo per chiunque ne faccia richiesta: dalla presentazione di un libro, da una serata di burraco, per una conferenza, fino per le esigenze di un'azienda che ha la necessità di presentare un prodotto, incontrare i clienti. Lo può fare in un'atmosfera che sa raccontare belle storie”. “Naturalmente - continua Casadei, da un annetto aiuta la fidanzata frutticoltore a Ferrara - vogliamo diffondere anche altre culture, oltre la nostra. Il luogo ospita, in modo permanente, anche opere di artisti

romagnoli. Gli abbiamo dato questo nome perché in Romagna si dice spesso ed è ancora utilizzato dai giovani come intercalare. Se la prima parte dell'espressione rappresenta le radici, quell'spa invece sono finestre sul mondo. Insomma, ti resta in testa e ti lascia aperta qualsiasi cosa”. “Attraverso l'associazione - dice Angelo Giannini - vogliamo promuovere la nostra cultura ma anche la nostra economia. C'è un rapporto strettissimo tra fare cultura e fare economia. Attraverso le eccellenze eno-gastronomiche del nostro territorio che sappiamo fare solo noi possiamo creare ricchezza. E cultura”. Presidente: Angelo Casadei; vice-presidente: Roberto Berardi; segretario: Roberto Casadei.

CULTURA

Frammenti di storia di Riccione - Archeologia del loco ove sorse l’antica Arcione, ipotesi sull’origine del nome, ricordo e contributi del Maestro Luigi Ghirotti, Castello degli Agolanti, pirateria e torri costiere, naufragi di mercantili e pescherecci in Adriatico, cartografia e toponomastica, fermata del treno ed impegno di don Carlo Tonini e di altri “pionieri” della nascita del turismo riccionese, moti e battaglie per l’autonomia comunale, spettacoli teatrali, lirici e musicali, vicende del 1° e del 2° conflitto mondiale, attività artistica “riccionese” del pittore Camillo Innocenti, eventi sportivi, quali la maratona di nuoto e le “mitiche” corse di motociclismo... Sono soltanto alcuni temi trattati nel libro, “Riccione, la mia città”. Sono anelli di storia di Riccione scritti e pubblicati negli anni dallo studioso Fosco Rocchetta, raccolti in un volume riescono a dare un robusto senso alla storia di Riccione. In massima parte sono fonti di prima mano: reperite nella polvere degli archivi da Rocchetta, un attento e scoppiettante scout della cultura. Rocchetta va da anni illustrando aspetti diversi della Romagna, ed in particolare della città in cui è

Fosco Rocchetta Copertina deli libro

nato ed ha vissuto. E dove ha svolto la sua attività lavorativa in ambito culturale. Già direttore della Biblioteca comunale, tra i fondatori del Museo del Territorio “Luigi Ghirotti”, continua ad effettuare ricerche su Riccione ed il suo territorio, a partire dall’antichità sino ai nostri giorni.

Il volume costituisce un insieme composito di articoli e saggi, apparsi sui periodici, tra cui La Piè (Rivista d’Illustrazione Romagnola fondata nel 1920 da Aldo Spallicci), Navis (Rivista dell’Istituto Italiano di Archeologia ed Etnologia Navale di Venezia), la Voce di Romagna, la Piazza, Famija Arciunesa, E’ Rumagnol, ed altre pubblicazioni. Il volume (quasi 200 pagine e moltissime istantanee) viene presentato il 28 febbraio, alle 17, al Palazzo del Turismo di Riccione, grazie al patrocinio del Comune di Riccione - Istituzione Riccione per la Cultura Assessorato al Turismo. Introduce Alessandro Formilli, saranno presenti il sindaco Renata Tosi, l’Assessore al Turismo Claudio Montanari e il presidente dell’Istituzione Riccione per la Cultura Giovanni Bezzi Il volume è stato possibile grazie alla sensibilità della Banca Popolare Valconca, del Fotolab Moderna, dell'Ottica Bacchini, dello Studio Professionale Dott. Nerio Casadei, e de Lo Specchio di Narciso.


RICCIONE

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Un vivace confronto con poca eco nella città Al voto i due terzi degli aventi diritto - Il piatto è servito: solo il tempo dirà se la pietanza che lo riempie sarà in grado di soddisfare la fame di rinnovamento e di serietà di cui c’è tanto bisogno. Per intanto, continuando con la metafora, Marco Parmeggiani, eletto con il 61,74 % dei votanti, è colui a cui è stata affidata la cucina di quel ristorante che, pur con i tanti problemi che lo caratterizzano, resta uno dei migliori, se non l’unico, ancora a disposizione. Solo che, salato, insipido, cotto, molto cotto, al dente... riuscire a colmare le esigenze di ognuno degli avventori è cosa quasi impossibile; anche perché i tormentoni che da tempo rimbalzano sui media, che spingono alla personalizzazione, a rifuggire l’omologazione, stanno producendo modifiche comportamentali talvolta ossessive. Si pensi per esempio al bar al mattino, quando si ordina il caffè: corto, lungo, macchiato, macchiato caldo, macchiato freddo, con poco latte, macchiato con schiuma... Ma tant’è. Nel Partito Democratico riccionese si era partiti indicendo un congresso che avrebbe dovuto coinvolgere il numero più elevato possibile di iscritti e stimolare il dibattito in città per fare chiarezza sulla gestione politica e sulle responsabilità della sconfitta. Il primo obiettivo è stato raggiunto (ha partecipato al voto il 75,86 % degli aventi diritto). Il secondo, invece, è fallito o quasi; il congresso è passato così, silenzioso, come un aliante mosso da un vento incerto... Si, a qualcuno è capitato di assistere talvolta a delle acrobazie, ma poco emozionanti e sicuramente non attraenti. Lunga vita al nuovo Segretario, dunque; il compito che ha davanti è alquanto arduo, perché, chi come me ha assistito a tutt’e quattro i congressi di circolo, avendo avuto modo di osservarne lo svolgimento, ne è uscito alquanto impressionato. Si perché, dati i presupposti, era lecito pensare che il congresso fosse il luogo più indicato per un confronto politico serio e che la cosiddetta base indicasse con paletti certi la via al futuro segretario. Si è assistito, invece, alle esposizioni programmatiche dei due candidati (l’altro, il non eletto, era Maurizio Pruccoli; il terzo Simone Gobbi ha deciso di ritirarsi un secondo prima del via adducendo un “preferisco fare un passo indietro ora per farne due, tutti insieme, domani”) seguite dal nulla; nei quattro congressi, a cui hanno partecipato tra iscritti e simpatizzanti circa trecento persone, ci

Pd, dal congresso silenzioso esce Parmeggiani su Pruccoli S

Pd, tessere FOCUS

350

di Teresio Spadoni sono stati sette interventi in tutto; sì, solo sette un nulla! Inoltre, quando per ritrosia, non curanza, scherno, ci si trova - per esempio - in difficoltà ad eleggere le presidenze delle assemblee, considerate da tutti semplici formalità liquidabili con frasi banali del tipo “ma cosa sarà mai, faremo lo stesso; non servono a niente, l’importante è andare avanti; dobbiamo fare presto perché se no la gente si stanca e va via”, si sfregia la democrazia. Quello che non viene capito, infatti, è che quel presidente, eletto in modo così dozzina-

Nel 2014 il Pd ha chiuso il tesseramento con 350 iscritti. Nel 2013, anno di primarie, furono il doppio. Cinque anni fa i tesserati dei Ds erano oltre mille.

Marco Parmeggiani, neo segretario del Pd di Riccione Maurizio Pruccoli, suo competitore

le sarà per quattro anni il Presidente dell’Assemblea degli Iscritti di quel circolo. Quel presidente così “trovato”, come assolverà i compiti che la carica comporta? Come al solito finirà che il Segretario del circolo continuerà ad assumere su di sé anche il governo dell’Assemblea; che non va bene, perché tra i suoi compiti l’Assemblea, ha anche quello di vigilare sull’operato del Segretario e del suo direttivo. Paiono tutte questioni di lana caprina, pignolerie, ma hanno invece un effetto importante sulla vita democratica del partito; e di rimando sulla società intera, perché, essendo materia di cultura politica, travalicano i confini del partito. Nel Partito Democratico i

circoli costituiscono le unità organizzative di base attraverso le quali iscritti e simpatizzanti partecipano alla vita del partito: “la cellula” di antica memoria. E se la cellula, che è il primo elemento completo della vita, risulta essere viziata, è poi l’intero corpo che finisce per svilupparsi malamente. Capisco che tutto questo nell’epoca del cosiddetto tempo reale possa rappresentare roba obsoleta, ma la sua alternativa democratica è la democrazia diretta; che non mi pare stia ottenendo apprezzabili risultati nel M5S. Alle recenti amministrative il PD a Riccione ha ottenuto oltre il quarantadue per cento di voti, e io penso che per rispetto a quegli elettori non sia tollerabile generare situazioni in cui tutto viene svolto come se fosse un gioco, a un tanto al chilo. Anche se, è bene ricordarlo, l’impegno del militante è sempre gratuito (la sua “paga” è l’affermazione dell’ideale in cui crede), quando decide di assumere un compito è necessario che lo svolga con serietà: se no, niente “paga”. Si prenda esempio dai bambini: loro quando giocano sono sempre seri! Chi invece pensa che “a pensar male si fa peccato, ma a volte ci si prende” di Andreottiana memoria, autolegittimandosi ad alimentare contese il più delle volte banali, è bene rifletta sul fatto che dietro il bailamme generale finisce per celarsi l’interesse particolare; quello di chi riduce la politica ad una mera occupazione di posti in qualche consiglio di amministrazione e/o di cariche politiche ben remunerate. Con buona pace per le battaglie di rinnovamento che dice di voler condurre.

UOMINI

Gli otto della segreteria - La segreteria guidata da Marcio Parmeggiani è formata da otto uomini: Marco Parmeggiani (responsabile Turismo), Maria Cesari (Lavoro e sviluppo economico), Maria Iole Pelliccioni Maria (Scuola e cultura), Sabrina Vescovi (Bilancio e rapporti con il territorio), Lucio Berardi (Sanità e welfare), Filippo Forti (Comunicazione e risorse), Stefano Piccioni (Organizzazione, circoli e forum), Andrea Urbinati (Ambiente e territorio).


18 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

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RICCIONE

Cinque incontri dal titolo: “La memoria minacciata. Storie di archeologia dalle zone di guerra”. Al Museo della Pesa

Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

L'uomo che distrugge la propria memoria - “La memoria minacciata. Storie di archeologia dalle zone di guerra” è il ciclo di conferenze, organizzate dal Museo del Territorio e dall’Istituzione Riccione per la Cultura, con il patrocinio del FAI, dell’Università di Bologna e di Unindustria Giovani Rimini rivolto alla scoperta di esperienze archeologiche in zone di guerra. Sono tante nel mondo le aree di notevole interesse scientifico e turistico minacciate da eserciti in guerra: si pensi all’Iraq oppure alla Siria dove, oltre alle devastazioni conseguenti agli scontri armati, si sta alimentando un mercato dei reperti archeologici, finalizzato alla compera delle armi, che non ha risparmiato nemmeno i siti più conosciuti come Palmira. Hanno provocato indignazione in tutto il mondo la devastazione del Museo Del Cairo e la distruzione delle statue dei Buda ad opera dei Talebani in Afganistan, ed è noto a tutti che gli eserciti vincitori hanno sempre danneggiato e depredato il patrimonio storico ed artistico delle popolazioni vinte. Gli archeologi si trovano sempre più spesso a operare in simili difficili contesti per cer-

Ospiti: Nicolò Marchetti, Alberto Angela, Enrico Cirelli, Giuseppe Lepore, Enrico Giorgi

Da sinistra: Giovanni Bezzi (presidente Istituzione Cultura Riccione), Daniela Grossi (direttore del Museo del Territorio), Andrea Tirincanti (responsabile scientifico del progetto)

CULTURA di Teresio Spadoni care di salvare l’eredità storica, e quindi la memoria, di questi luoghi. Ma c’è una guerra (quasi) silenziosa che viene combattuta ogni giorno anche nel nostro Paese: è quella contro il degrado e l’incuria che minacciano la sopravvivenza di beni unici. È in quest’ottica si inserisce la presentazione (13 febbraio) del libro “I tre giorni di Pompei” di Alberto Angela; parte dei proventi, infatti, saranno destinati al restauro dell’affresco dell’Adone ferito sito nell’ambiente del viridarium (giardino) dell’omonima casa. La rassegna parte il 6 febbraio con Nicolò Marchetti, studioso del Vicino Oriente Antico, direttore degli scavi nel sito turco di Karkemish al confine con l’area siriana control-

lata dall’Isis. Il 13 febbraio sarà nostro ospite Alberto Angela che, oltre alla presentazione del già citato libro, in una speciale lezione dedicata agli studenti delle scuole elementari, farà rivivere gli ultimi giorni di Pompei prima dell’eruzione del Vesuvio. Il 20 febbraio sarà la volta di Enrico Cirelli, vincitore del premio Ottone d’Assia; delle sue innumerevoli esperienze di scavo in Nord Africa, Medio e Vicino Oriente, Cirelli esaminerà la sua personale attività di ricerca in Libia a Leptis Magna con riferimento alla storia

delle missioni archeologiche italiane durante le imprese coloniali in Africa. Si proseguirà il 27 febbraio con Giuseppe Lepore e la storia delle spedizioni archeologiche in Albania; un rapporto complesso, di natura economica e politica, in cui l’archeologia ha sempre giocato un ruolo articolato. Enrico Giorgi concluderà, il 6 marzo, la rassegna; esperto di topografia antica, Giorgi affronterà il tema delle trasformazioni causate al paesaggio dai conflitti nelle regioni che si affacciano sulla sponda orientale dell’Adriatico.

Calendario - Venerdì 6 febbraio, Museo del Territorio – ore 21 “Catastrofe! Il saccheggio del patrimonio archeologico del Vicino Oriente durante le crisi politiche degli ultimi quarant’anni” con Nicolò Marchetti (Università di Bologna) - Venerdì 13 febbraio, Palazzo del Turismo – ore 21 presentazione del libro “I tre giorni di Pompei” di Alberto Angela - Venerdì 20 febbraio, Museo del Territorio – ore 21, “Tripoli bel suol d’amore. Le imprese coloniali italiane in Libia nell’epica del ritorno” con Enrico Cirelli (Università di Bologna) - Venerdì 27 febbraio, Museo del Territorio – ore 21, “Le missioni archeologiche italiane in Albania” con Giuseppe Lepore (Università di Bologna) - Venerdì 6 marzo, Museo del Territorio – ore 21, “Archeologia, Guerra e Pace: uno sguardo adriatico” con Enrico Giorgi (Università di Bologna).

COSTUME

Fiera, pochi treni per il Sigep

- Non c'era posto neppure per uno spillo in piedi sul treno che partiva il mattino alle 9,43 verso la Fiera di Rimini in occasione del Sigep, la più importante fiera del gelato nel mondo tenutasi a Rimini lo scorso gennaio. C'è stato anche un violento litigio tra passeggeri; tra un uomo ed una donna, per la cronaca. Data l'importanza dell'evento, le tre corse del mattino erano insufficienti rispetto alla dobordante domanda. Il pomeriggio, per far ritorno in albergo, dalla stazione di Rimini Fiera non c'erano che altre tre corse. Anche queste super assiepate ed insufficienti. Il buon senso, ed un sano servizio, vorrebbero che il prossimo anno ci fossero più treni. A chi gestisce la cosa pubblica si chiede di provvedere. Sappiamo che non è facile, ma una società ben organizzata deve provvedere. Solo così si cresce e si spinge l'economia. Tranquilli non sono i riminesi a boicottare Riccione.


RICCIONE

Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni Scantinati - Seminterrati - Cisterne Piscine - Giunti elastici - Umidità murali CATTOLICA (RN) Via Mozart 13 Tel. 0541 - 833295 - cell. 333.4814188

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1944. Settantesimo dell'estate di guerra. Diario di Rodolfo Francesconi

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Dal primo bombardamento: 100 morti alla liberazione di Rimini Rodolfo Francesconi

Azioni belliche avvenute sulla fascia costiera Adriatica da Cattolica a Rimini durante la guerra 1939-1945

- Rodolfo Francesconi è nato nel 1928. Ingegnere chimico, per tutta la vita è stato dirigente d'azienda. Nel 1943, la famiglia da Riccione sfolla a Misano, dove i nonni erano i custodi della colonia Piacenza. Ragazzo sveglio e curioso, Rodolfo tenne il suo speciale quadernino di guerra. Dopo ogni bombardamento, inforcava la bicicletta e andava a vedere le conseguenze. Dallo socrso giugno, ogni mese, staimo pubblicando le sue speciali “memorie”. Iniziano nel novembre del 1944 col primo bombardamento di Rimini e terminano nel settembre del 1944. Poi ne faremo l'appendice nella ristampa del suo libro, “Quello che butta il mare”, sempre memorie dell'estate 1944. Buona lettura. La chiesa di San Lorenzo bombardata e la ricostruzione

LA STORIA - 2 -

di Rodolfo Francesconi OGGI 26 AGOSTO E’ INCOMINCIATA LA BATTAGLIA PER IL F. FOGLIA.FOGLIA. Giorno e notte ininterrottamente stormi di bombardieri e caccia bombardavano le fortificazioni della prima difesa della “linea gotica” a Gradara, Mondaino, Saludecio, Montecchio e Monte Gridolfo; le artiglierie inglesi e tedesche hanno iniziato il fuoco, le prime contro difese e truppe in ritirata; le altre contro carri armati e truppe in avanzata. Dalle notizie avute dai vari scaglioni di migliaia di operai dell’O.T. tutti l’intero sistema difensivo tedesco che va da Pesaro a oltre Monte Gridolfo è stato scompaginato, e in gran parte distrutto dai tremendi bombardamenti e cannoneggiamenti che sono continuati senza interruzione anche nella notte del 26 e in tutto il ventisette. OGGI 28 AGOSTO 1944 L’attività dei caccia inglesi si è spostata più verso le retrovie. Nel giorno e nella notte del 28 e 29 bombardieri e caccia in picchiata colpivano e mitragliavano: fortificazioni, carri armati, truppe e automezzi nei dintorni di Gradara, Cattolica, Morciano, S. Giovanni in Marignano, Misano Adriatico, Scacciano e Riccione. Si lamentano parecchie vittime tra la popolazione civile. OGGI 30 AGOSTO 1944 Intensificata attività dell’aviazione nemica che bombardava e mitragliava: postazioni di artiglieria contraerea, automezzi e fortificazioni tedesche fra Cattolica e Gabicce e Catto-

lica e Riccione. Stamani alle ore 7.00 le batterie tedesche da 105/mm. appostate a S. Andrea in Besanigo a nord-ovest di Misano Adriatico aprivano il fuoco contro le batterie inglesi a soli 14 Km. di distanza. Gradara, Montecchio, Saludecio e Mondaino, violentemente martellati dalle artiglierie nemiche. OGGI 31 AGOSTO 1944 Per la prima volta durante la guerra le artiglierie inglesi hanno incominciato dalle ore 22.00 del 30 fino a tarda ora del 31 a battere coi grossi calibri la strada che da Riccione porta a Morciano. I punti più colpiti sono: Morciano, un bivio stradale fra Misano Monte e Mare a soli 3 Km. dalla costa e le batterie tedesche in Besanigo. Scarsa l’attività delle batterie tedesche. Dalle prime ore dall’alba fino a tarda sera è continuata senza posa l’opera dei caccia e bombardieri avversari, automezzi, strade, batterie, truppe sono stati gli obbiettivi degli aerei che interrompevano le loro azioni verso il tramonto. Dalle ultime notizie pare che le truppe inglesi dopo aver varcato il F. Foglia in parecchi punti abbiano occupato Tavoleto e Mondaino rispettivamente a quota 426 e 400. OGGI 1 SETTEMBRE 1944 Dalle prime ore dell’alba fino al tramonto aerei alleati bombardavano e mitragliavano batterie pesanti, batterie contraeree, strade e truppe tedesche a S. Giovanni in Marigna-

no, Scacciano, Morciano, Cattolica e Misano Adriatico. Potente la reazione contraerea tedesca che abbatteva un caccia nei dintorni di Morciano. Dalle ore 14.00 fino a tarda sera senza interruzione batterie inglesi tenevano sotto il fuoco concentrato dei loro cannoni batterie e strade fra Gradara, Serbadone e Riccione. Durante tutta la giornata cannoni tedeschi martellavano le truppe anglo canadesi avanzati e verso sera si ritiravano più a nord. Verso le

ore 15.30 cinque navi da guerra apperse a 10 Km al largo di Cattolica aprivano il fuoco contro truppe e automezzi tedeschi. OGGI 2 SETTEMBRE 1944 Dall’alba fino al tramonto per 48 ore consecutive batterie inglesi piazzate su Gradara conquistata il giorno prima e carri armati giunti verso la mattinata a 3 Km. da Cattolica e in San Giovanni in Marignano aprivano il fuoco contro nodi stradali e automezzi e carri carri armati

tedeschi in ritirata fra Misano Mare e Riccione. Tutte le strade principali e secondarie ove vi era anche un minimo passaggio di truppe erano controllate dai cannoni inglesi. Per tutta la giornata stormi di aerei da caccia, in picchiata e bombardieri si susseguivano ininterrottamente bombardando e mitragliando bivi crocevia e strade nei pressi di Morciano, Misano Mare e Monte e Riccione. Nel pomeriggio cinque navi da guerra inglesi cannoneggiavano strada Flaminia e altri nodi stradali. I

TEDESCHI SONO IN RITIRATA SU TUTTO IL FRONTE. Verso le ore 17.00 del pomeriggio carri armati inglesi erano giunti al T. Conca. Per tutto il pomeriggio continuavano i bombardamenti dal cielo, dal mare, da terra da parte dei “tanks” e dalle artiglierie contro le truppe tedesche in ritirata. Verso le ore 23.00 i soldati germanici del comando di oresidio di Misano Mare assommanti a uno squadrone di cavalleria dopo aver funzionato da truppa di copertura si ritaravano su Riccione. OGGI 3 SETTEMBRE 1944 Alle ore 7.00 le truppe canadesi dell’ottava armata sono entrate in Misano Mare e subito sferravano l’attacco contro le fortificazioni tedesche di Misano Monte e di Villa Ceccarini, una piccola collinetta sopra Riccione. L’attacco condotto da carri armati, dalle artiglierie, dalle navi e dagli apparecchi non conseguiva nessun risultato. Nel pomeriggio “tanks” appoggiati dalle artiglierie di grosso calibro attaccavano i “bunkers” tedeschi a difesa di Riccione. Dopo due ore di cannoneggiamenti le pattuglie canadesi entravano nei fortini evacuati dai tedeschi. OGGI 4 SETTEMBRE 1944 Per tutta la giornata carri armati e truppe canadesi coadiuvati dai caccia, dai bombardieri, dalle navi e dalle artiglierie continuavano l’attacco contro le poche valorose truppe germaniche asserragliate nella Villa Ceccarini quali durante la notte eseguivano puntate offensive con alcuni mezzi corazzati fino verso la strada. Stormi di caccia e bombardieri attaccavano continuamente postazioni di artiglieria, truppe e fortificazioni germaniche in Riccione, Scacciano, Villa Ceccarini, Rimini, e Covignano. Un aereo inglese colpito dalla contraerea tedesca precipitava su Riccione. Durante un combattimento aereo due caccia inglesi facevano precipitare due caccia tedeschi nei dintorni di Riccione e di Misano Monte. (continua)


Aziende informano

- Si chiama Mse Luce. Ha sede a Morciano di Romagna; dietro c'è Silvano Menghi, da più di trent'anni nel settore dell'impiantistica e dell'illuminazione. Racconta: “Con la tecnologia a led siamo già nel futuro: che è risparmio energetico e bellezza. Il risparmio è notevole, quantificabile tra il 50 ed il 70 per cento rispetto all'illuminazione tradizionale. Inoltre, si abbatte la manutenzione drasticamente. Le lampade a led hanno una durata tra le 50 e le 70mila ore. Tradotto in durata, significa tra i 12 ed i 15 anni. La tradizionale invece ha la durata di un paio di anni. Si avrebbe un ulteriore risparmio con un dispositivo tedesco, Voslo, ad onde convogliate”. Mse Luce nasce in collaborazione con

Mse Luce, tecnologia led Risparmio energetico tra il 50 ed il 70 per cento rispetto all'illuminazione tradizionale. E' sufficiente sostituire la lampada. Quelle di Mse Luce: funzionali e belle

“Eurolight”, azienda di Pesaro leader nel settore. Come Menghi, anche Eurolight ha alle spalle esperienze e competenze trentennali. E' presente in decine di nazioni. Eurolight significa Renato Fontana ed il figlio Paolo; un'eccellenza di serietà ed affidabilità. Catalogo Il catalogo Mse presenta una ventina di lampioni che coniugano bontà tecnologica col meglio del design italiano. Argomenta Silvano Menghi: “Crediamo che i lampioni siano un oggetto di arredo fondamentale per cambiare il volto delle città, delle strade, dei capannoni industriali. Per certi versi sono la prosecuzione della bellezza degli alberi. Metti l'albe-

ro giusto nei viali e nei parchi e ne trasformi l'anima. Ecco, possiamo dire che nella progettazione dei nostri corpi illuminanti abbiamo cercato di metterci l'anima della bellezza. Come diceva lo scrittore russo Dostoevskij: sarà la bellezza a cambiare il mondo. Noi intendiamo cambiare il volto dei nostri centri urbani, degli uffici, degli stabilimenti con oggetti che racchiudono la funzionalità ed il design”. Silvano Menghi, titolare di Mse Luce. Da più di trent'anni si occupa di illuminazione e di impiantistica elettrica

Fotovoltaico Oltre ad un'ampia

gamma di lampioni per piazze, strade, stabilimenti, uffici, stazioni di servizio, Mse Luce propone un lampione fotovoltaico “magico”. Non necessita di linee elettriche, non devi fare scavi, non devi stendere fili, semplicemente si auto-alimenta col sole. Il risparmio è assoluto. E' stato installato con successo anche in Arabia Saudita. Menghi: “La forza di Mse Luce sono le persone. Sono le intelligenze al servizio della comunità. Ai miei collaboratori il primo grazie”.


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Febbraio 2015

CONDOMINI Esperti rispondono

Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

Domanda Come si calcolano i millesimi di proprietà in un condominio senza ascensore? Risposta I criteri per stabilire i millesimi di proprietà sono determinati dall’art. 68 Disposizioni per l’Attuazione del Codice Civile che così recita : “Per gli effetti indicati dagli art.1123, 1124, 1126, e 1136 del codice, il regolamento di condominio (art. 1138 c.c.) deve precisare il valore proporzionale di ciascun piano o di ciascuna porzione di piano spettante in proprietà esclusiva ai singoli condomini. I valori dei piani o delle porzioni di piano, ragguagliati a quello dell’intero edificio, devono essere espressi in millesimi in apposita tabella allegata al regolamento di condominio.” Nell’accertamento dei va-

Condominio - Edilizia Successioni - Agevolazioni prima casa Come si calcolano i millesimi. L'iter è complesso, ci si può divertire a percorrerlo FOCUS lori medesimi non si tiene conto del canone locatizio, dei miglioramenti o dello stato di manutenzione di ciascun piano o di ciascuna porzione di piano. La redazione della tabella millesimale è un’operazione tecnica complessa in quanto il professionista incaricato deve tenere nella dovuta considerazione molti fattori. Il calcolo viene fatto moltiplicando la superficie reale del-

l’appartamento con dei coefficienti che modificano i metri quadrati in funzione dell’effettivo utilizzo dell’appartamento. In genere i coefficienti variano da 0,20 a 1,20 e sono scelti dal tecnico incaricato in base alla sua esperienza professionale. I coefficienti utilizzati generalmente sono: – Coefficiente di destinazione: da un valore maggiore a camere e studio e minor valore ai locali di servizio e alle superficie accessorie come balconi e terrazzi; – Coefficiente di piano : è in rapporto con l’altezza dell’intero stabile e a quella alla quale è ubicata la porzione immobiliare; – Coefficiente di orientamento: viene premiata l’esposizione tra Sud-Est e SudOvest; – Coefficiente di pro-

spetto: si riferisce alla caratteristica relativa ai particolari maggiori o minori benefici che ne derivano dall’affaccio su cortile, su distacco, su strada molto trafficata, su strada silenziosa; – Coefficiente di luminosità: considera la quantità di luce che entra nei vari vani in relazione alla loro superficie. La misura della luminosità dipende sia dall’altezza del piano, sia dall’orietamento, sia dal rapporto tra superficie illuminante (apertura finestre) e quella illuminata (ampiezza del rispettivo vano); E’ opportuno che il tecnico che redigerà la tabella millesimale alleghi una dettagliata relazione illustrante in modo chiaro la procedura eseguita. Da quando succintamente sopra esposto, è evidente quindi che appartamenti posti sullo stesso piano ed aventi la stessa

AL SERVIZIO DEI LETTORI

Condominio - Certificazione energetica Successioni - Consulenza tecnica-legale Esperti rispondono - Avete problemi con i diritti e i doveri nella gestione del vostro condominio? Oppure semplicemente delle curiosità. La Piazza, gratuitamente, apre una rubrica sulle colonne del giornale; potete rivolgervi ai geometri Vincenzo Pupolizio, esperto di amministrazione condominiale e immobiliare, esperto di problemi tecnico-legali, già consulente del Tribunale di Rimini e a Marco Secchi. Siete pregati di inviare le vostre domande, brevi e chiare, ai seguenti numeri e indirizzi: 348-3621675. E-mail: lapiazzarimini@libero.it geom.pupolizio@libero.it secchi.marco92@gmail.com

superficie, non avranno mai uguali millesimi. Consiglio a Lei e ai suoi colleghi condomini di incaricare un professionista di Vostra fiducia con esperienza nella redazione delle tabelle

millesimali. Sono a disposizione per eventuali e/o ulteriori chiarimenti. Marco Secchi, geometra


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MISANO

Scomparso lo scorso 30 gennaio. Fu sindacalista, albergatore, assessore a Misano ALLEGRO MA NON TROPPO

Parole da e ‘Fnil’ (Il vecchio nome di Misano Mare)

dei lavoratori per i diritti, a quei tempi tutti da conquistare. In Politica, più volte Assessore del Comune di Misano a cavallo degli anni '60/'70, lasciò importanti e fertili tracce di buona amministrazione, ancor oggi riconoscibili. Infine, ma non per ultimo, la dedizione e la grande umanità nel sociale e verso le

Otello Bertuccini

problematiche della Famiglia. Nato da una famiglia di contadini, entrò giovanissimo nel mondo del lavoro dipendente, per essere più tardi un piccolo

imprenditore, diventando uno dei simboli di quelle micro imprese turistiche famigliari che tanta parte ebbero nello sviluppo economico della comunità Misanese, e non solo. Queste esperienze furono determinanti per la sua formazione umana e culturale. Buono, determinato, onesto e competente, ma soprattutto, sempre fino in fondo, dalla parte dei più deboli. Una lodevole eredità. Grazie Otello! Bruno Fabbri

Container per l'Africa, 60 quintali di umanità La partenza

COMUNITA' - Dalla parrocchia di Misano con la benedizione di Don Marzio è partito, lo scorso 2 febbraio, ore 9, un container di aiuti umanitari con destinazione Sichili, Zambia, la missione dove don Marzio ha passato otto anni. Da Rimini a Pesaro la solidarietà ha coinvolto moltissime persone ed è grande la soddisfazione espressa dagli organizzatori, Giuliano e Fabrizio, per i 60 quintali di materiale raccolto, di cui 9 quintali di materiale didattico, 4 di sportivo,13 di abbigliamento,12 di alimentari donati da Conad. Saranno sicuramente soddisfatte la suore che dirigono l’ospedaledi Sichili per quello che ci è stato donato dall’AUSL di Rimini: un ecografo,

un defibrillatore, 13 letti, due poltrone per analisi e tre quintali tra biancheria e coperte. Con due macchine da maglieria e quattro macchine da cucire. Anche il laboratorio tessile di padre John, a Livingstone, sarà ampliato e a Sichili, dopo la scuola, i ragazzi potranno organizzare un torneo di calcio grazie alle divise e i palloni donati dall’amico Nello Valentini e la sera potranno vedere la TV, o

navigare in internet con i quattro computer e le 40 televisioni. Quando il container dopo un viaggio di 66 giorni, arriverà a Livingstone, Giuliano e don Marzio andranno a consegnare i macchinari all’ospedale di Sichili e il materiale didattico e parte del vestiario nelle scuole dei villaggi tra Sichili e Nawinda; a 50 km immersi nella foresta dove le abitazioni sono capanne di legno e fango e solo alcuni dei villaggi

hanno il pozzo. Giuliano: “Dopo ogni missione portiamo sempre le prove fotografiche a tutte le persone che donano delle cose ed è per questo che anche questa volta abbiamo fatto un super lavoro e c’è stata una grande partecipazione. Vorremmo ringraziare la signora Alberini e il signor Tosi e il signor Lombardini per il materiale scolastico, il Living sport, Dadi sport e il signor Valentini per il materiale sportivo, il Conad per i generi alimentari, Carlo per le macchine da maglieria, Fabio e Maurizio per i computer, William per le TV , le sei scuole di Riccione e Miramare per il materiale didattico e vestiario. Oltre ai parrocchiani di don Marzio che ogni giorno si presentavano con borse e cartoni pieni di vestiti e scarpe.

Bpv, cambio di direttori lombo (dove nel 1996, a 36 anni viene nominato direttore). Dal luglio del 2011 è a Misano. Originario di Mondaino, Romani abita a San Clemente. Sposato, due figlie già grandi, in

Andrea Romani

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Ciao Otello, persona perbene - Alla bella età di 88 anni, Otello Bertuccini ci ha lasciato lo scorso 30 gennaio, consegnando a noi tutti, un bell'esempio di vita vissuta, intensamente, e moralmente degna di essere menzionata. Fortemente impegnato nel mondo del Lavoro, fu per lungo tempo responsabile della Cgil. Costantemente al fianco

Comitati - Da anni i comitati, volontariamente e precisiamo gratuitamente, organizzano eventi per tutti i nostri turisti che trascorrono le loro vacanze e perché no, per i nostri concittadini che vivono a Misano e dintorni.Tutte le attività contribuiscono (?) in proporzione alle loro possibilità economiche (albergatori, commercianti, artigiani, bagnini, affittacamere ecc.) per finanziare queste indispensabili serate di puro divertimento. Tutti ? Beh! Quasi! Tassa soggiorno - Come volevasi dimostrare anche la tassa di soggiorno è arrivata puntualmente.“altrochè Trenitalia a Misano”. Questo ulteriore balzello viene a pesare sulle precarie sorti delle attività, che dovranno gestirla e i turisti dovranno pagarla. L’imposta rientra a pieno titolo nel lungo elenco delle pastoie/boiate burocratiche. Ste atenti che la corda, a forza ad tri... L’assessore - Basta con le proroghe agli alberghi, sentenzia perentorio! Le attività, che non sono in regola con le norme, vanno chiuse. Guerda che per ciudlie un gnè minga bsogn dla spinta! Democrazia - Vi sembra normale che il candidato, il tuo rappresentante, venga scelto da componenti della parte antagonista? La sofferenza, di chi sbatte l’uscio deluso perché tradito da un voto inquinato va rispettata e non può essere liquidata con un “me ne frego o ce ne faremo una ragione”. Na durmida d’una nota per pansè, l’ an faria mel ma nissun. Eh! Tutto bene? - La redditività viene spesso calcolata in base ai Mq. Un esempio? Molte imposte, per una struttura commerciale, artigianale, residenziale o turistica che sia, sono spesso improponibili e questo nonostante le evidenti difficoltà economiche. Un capanon cius e pega, un negozie sfet e pega, e cosi via. Altrochè studi di settore. Ceneri Pci - Come anche i sassi sanno, dalle ceneri del P.C.I. nacque quella auspicata creatura chiamata oggi P.D. Ci sono Democristiani, Socialisti, ecc. e poi anche gli ex Comunisti. La naturale evoluzione della specie verso la democrazia, nella fattispecie, vale però solo per i primi. Per gli ultimi gli esami non sono ancora finiti. La cenere è leggera, per cui , basta un nulla a disperderla nel vento. An vria sbaiè, ma la “ conventio ad excludendum” ch’è vo dì... tacito accordo ad escludere, la n’è per gnint da esclud. Lauteri -Il nostro comandante dei vigili è andato in pensione. 40 anni al servizio dei Misanesi. Auguri Giorgio! Porca l’oca cum a sem dvent grand.

CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334

- Avvicendamento alla direzione della filiale misanese della Banca Popolare Valconca di Misano Adriatico. Andrea Romani lascia dopo 4 anni; al suo posto il cattolichino Luca Tombari, in arrivo dalla filiale di Rimini Euterpe. Romani va a guidare la sede di Cattolica Centro; il suo collega Fiorenzo Sanchi invece rien-

tra con altro incarico in direzione, a Morciano. Racconta Romani: “Ne approfitto per ringraziare i miei collaboratori e soprattutto i tanti clienti che frequentano il nostro sportello. A loro va il mio grazie”. E' entrato in Bpv giovanissimo, nell'81. Primo incarico in direzione; poi le filiali di San Lorenzo, Taverna di Monteco-

primavera sarà tre volte nonno (parto gemellare). Due le passioni: il calcio e la musica. Per anni ha allenato il Taverna di Nanni Fantini, il presidente più longevo d'Italia, forse.


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- “Buon giorno. Sto cercando la madre superiore. Telefono da Rimini; sono un giornalista”. “Sono io” [suor Martina?, ndr]. La chiamo per la situazione del convento di San Girolamo. E' la breve conversazione tra la madre superiore dell'ordine delle suore del Divino Amore, proprietarie per usucapione del convento di San Girolamo di Misano Adriatico, uno dei complessi più affascinanti del Riminese. Il convento è da un decennio al centro della vita sociale misanese. Ceduto una decina di anni fa al riccionese Luciano Bartolucci; ad oggi è stato firmato il solo compromesso e non l'atto definitivo, il rogito. E' vero che voi avete le chiavi della chiesa e che è impossibile officiare la messa? “E' vero. Le chiavi le abbiamo noi perché la casa è ancora nostra. Aspettiamo la sentenza del tribunale. Se Bartolucci paga avrà la casa. Ha tempo fino a maggio. Altrimenti tutto ritornerà di nostra proprietà. In questo siamo d'accordo con il vescovo, con il parroco, con il sindaco”. I misanesi non possono andare in chiesa dato che è chiusa... “Ci sono voci discordi; i

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Colloquio con la madre superiore delle suore del Divino Amore

‘Abbiamo offerto il convento al vescovo che disse no’ Camere

“Opere d'arte e suppellettili sono al sicuro. Entro maggio la chiesa ritornerà al culto dei fedeli”

Da sinistra: Giannini e Gaia

100 - Il convento è un complesso di circa 4mila metri quadrati. La parte antica in mattoni ha 100 camere, 50 in un'ala e 50 nell'altra. La chiesa è di circa 600 metri quadrati. E' stato venduto nel settembre del 2013. Ad oggi non è stato fatto il rogito.

IL PUNTO

misanesi hanno ragione ad avere tutto questo interesse. Ora però non è il momento; noi stiamo aspettando”. Mi scusi, un conto è il convento ed un conto è la chiesa... “No. Lì è un tutt'uno. Bisogna avere pazienza. in questo momento non possiamo fare altrimenti”. E' vero che avete portato via le opere d'arte e gli arredi?

Convento di San Girolamo, l'interno

“I quadri e tutto ciò che è importante sono al sicuro”. “Dove li avete portati? “Non glielo dico. Ripeto sono al sicuro”. Madre non era il caso di lasciare il complesso al vescovo o ai misanesi?

“Il vescovo [Mariano De Nicolò, ndr] non l'ha voluto. Ha declinato. Diceva che non poteva”. Era un dono o bisognava pagarlo? “E' stata fatta un'offerta”. Questo è stato il breve ed

intenso dialogo avvenuto tra la madre superiore dell'ordine e chi scrive. Ad altre domande ha preferito non rispondere. Alle cosiddette seconde domande, quelle che chiedevano chiarimenti e precisaazioni ha preferito glissare

Open games, l'autodromo si riempie di sport

Foto di gruppo con le varie discipline al Misano World Circuit

STRETTAMENTE PERSONALE

- Podismo, campionato italiano a squadre di handbike, mountain bike, Nordic walking, corsa-camminata, in pista. Nei paddok: mini-basket, pallavolo, calcio e sorprese. L'appuntamento è il 22 febbraio per gli Open Games all'autodromo Santamonica.

Nella zona paddock sarà allestito un grande villaggio (ristoro da leccarsi i baffi) con espositori e esibizioni per grandi e piccini. Ingresso libero aperto a tutti, una giornata all’insegna dello sport, del divertimento e delle famiglie. “Uno scenario unico ed adre-

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nalinico”. Così gli organizzatori, Autodromo, Comune e le società sportive, hanno definito una giornata dal grande fascino. Unica perché si corre sulla pista dell'autodromo intitolato a Marco Simoncelli. Podismo. La gara competitiva, quella sui 10mila, è valevole per il 18.o campionato individuale Uisp provinciale. Si parte alle 10,30. Per i curiosi c'è anche un percorso non competitivo di 4,2 chilometri. Si parte alle 8,40. Due ristori lungo il percorso ed uno mega all'arrivo nei box. Ai vincitori, maschile e femminile della competitiva, un fine settimana per due persone in Val di Fassa, nell'albero “Villa Romagna”. Secondo premio: biglietto per la MotoGp. Terzo, biglietto per il mondiale Superbike. Ai partecipanti della gara non competitiva una bottiglia di vino della Fattoria del Piccione ed un kit di prodotti “Mg Kvis”. Insomma, una festa che rappresenta anche lo specchio della capacità di saper organizzare e di saper far star bene. Firmato: Misano.

Caro Stefano, è ora di costruire - Il chiarimento tra il presidente della Confesercenti Antonio Gaia e il sindaco Stefano Giannini, un faccia a faccia stile Romagna profonda, quello ruspante di una volta, si dice, è avvenuto lo scorso 30 gennaio alle 18, nella palazzina dei vigili dove ha sede l'assessorato al Turismo. Al pepato chiarimento c'era anche l'assessore Alvio Semprini. Il sindaco, a sentire i presenti, un po' si è scusato e un po' si è difeso. Anche con quel sorriso, che svela le sue “colpe”. I fatti. Lo scorso 28 gennaio, Giannini in un'intervista sul quotidiano “Corriere di Rimini”, rispondendo alle critiche delle categorie economiche, afferma che Gaia ha poco da parlare sulla crisi del commercio e che appartiene a quella razza di esercenti primo a chiudere e ultimo ad aprire. La risposta non tarda e arriva con il fatidico appuntamento col sindaco. Per la piccola storia misanese, Gaia è tra gli imprenditori più attenti. Ha investito molto, e con sobria eleganza, nei due negozi di abbigliamento di Misano Mare. Addirittura si avvale di vetriniste per renderli più accattivanti. Ha tenuto aperto lo scorso Natale. Caro Stefano, chi scrive ha sempre avuto stima della tua testa. Passare del tempo con te non è mai banale. Anzi. Si fanno ragionamenti da riflessione che va e l'altra che viene; e con educato rispetto. Come si conviene, insomma. Lo scriba pensa che uno con la tua mente, seppur con un caratteraccio da antipatico primo della classe (come rimarcano amici e familiari), che troppo spesso deborda, dovrebbe unire una comunità e non farla a brandelli. Dovrebbe riunire tutti attorno ad un tavolo; prima tirare fuori le debolezze e poi i punti di forza. Infine, fare, e bene, qualcosa. L'economia si fa e non si chiosa. Oggi, non basta neppure fare bene per essere “vincenti”. I problemi del commercio, del turismo, delle imprese sono complessi e non si accontentano di soluzioni-slogan. Lo slogan è per antonomasia vuoto. E' ora di costruire: con competenza e umiltà. Buona strada.



MISANO Via Romagna, 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO (Rn) Continua dalla prima pagina

marzo. Sono letture e commenti ad alta voce, sei imperdibili appuntamenti dove protagonisti saranno i personaggi, le storie, gli intrecci, le parole, le frasi, le emozioni. Mancuso Apre le danze, venerdì 6 marzo, il teologo Vito Mancuso che rilegge “i Pensieri” di Marco Aurelio. Il capolavoro dell’imperatore-filosofo sono riflessioni morali, rivolte a sé medesimo, miranti a rendere l’animo imperturbabile e tranquillo, rinchiuso in una sorta di cittadella interiore, al riparo dagli agenti esterni (gli eventi del fato) e interni (le passioni), che sono sempre causa di sofferenza e turbamento se non vengono disciplinati dalla ragione egemonica, che deve ridurli al rango di indifferenti. Solo così è possibile raggiungere la tranquillità interiore nell’accettazione del destino, unica salvezza a portata di mano con le sole forze della ragione. Principe Il venerdì successivo, 13 marzo, è di scena Quirino Principe con “Dracula” di Bram Stoker. Fin dal suo primo apparire Dracula ha fornito l’archetipo alle numerose storie di vampiri che si sono succedute nella letteratura e nel cinema. Dracula spaventa e allo stesso tempo attrae perché rappresenta il desiderio ipnotico del potere assoluto, la minaccia e la promessa di una vita libera dalla morte, dalla norma, dalla morale. Alla

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Apre Mancuso. A seguire: Principe, Curi, Fabbri, Fusaro, Sini. Si inizia il 6 marzo

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Prestigiosi intellettuali raccontano prestigiosi pensatori Da Marco Aurelio a Nietzsche, passando per Sofocle e Barthes... Serate per capire come vivere bene insieme per una società meno triste

Teatro Astra pieno per le conferenze misanesi

LA CULTURA

giustizia Dracula preferisce la vendetta, al dovere il piacere, all’amore la lussuria. Se si dovessero appagare i suoi desideri insaziabili, l’intero sistema sociale andrebbe in frantumi, ma Dracula ricorda che si può, che si deve, essere qualcosa di diverso dallo schiavo, dalla pecora mandata al macello insieme alle altre, tutte lì, in fila, con le facce pallide. La sua, di faccia, è rabbiosa, superba, terrificante, ma è quella in cui è più facile, infinitamente più facile, specchiarsi. Curi

Venerdì 20 marzo salirà sul palco dell’Astra il filosofo Umberto Curi con “Edipo re” di Sofocle. Tragedia del potere, perché cronaca della destituzione d’un capo, tragedia della politica, perché analisi del conflitto tra poteri, l’Edipo re è un’opera teatrale che recide definitivamente i suoi legami con tutte le illusioni della tradizione (il mito, il rito) per farsi “opera di denuncia”: sono i sussurri e le grida di una comunità che divora sé stessa, sotto un cielo senza dèi, su una terra maledetta. Fabbri

Sarà il semiologo riminese Paolo Fabbri a introdurre, venerdì 27 marzo, “Frammenti dio un discorso amoroso” di Roland Barthes. Un vocabolario che comincia con un “abbraccio” e prosegue con “cuore”, “dedica”, “incontro”, “notte”, e “piangere” in cui Barthes interviene con il suo sottile ingegno di linguista a collezionare tutti questi discorsi spuri in un unico soliloquio. Per il grande pensatore francese l’amore è un discorso sconvolgente ed egli lo ripercorre attraverso un glossario dove recupera i momenti della

“sentimentalità”, opposta alla “sessualità”, traendoli dalla letteratura occidentale, da Platone a Goethe, dai mistici a Stendhal. Si realizza così un repertorio suffragato da calzanti riferimenti letterari e da obbligati riferimenti psicanalitici sul lessico in uso nell’iniziazione amorosa. Fusaro Il giovane filosofo Diego Fusaro, venerdì 3 Aprile, si concentrerà su “Eros e civiltà”, uno dei libri piú noti di Herbert Marcuse. E’ qui che il filosofo francofortese, sviluppa le premesse della filosofia sociale di Freud, secondo cui civiltà e felicità sono incompatibili per un motivo profondo: il progresso è fondato sulla repressione degli istinti, cioè vive della rinuncia alla felicità, della sottomissione di Eros. Partendo dalle premesse freudiane, e tenendo conto dell’esperienza marxista, Marcuse si chiede se non sia lecito prospettare all’uomo la possibilità di una società non repressiva, nella quale all’ingannevole benessere del consumo faccia seguito la

felicità dell’Eros ritrovato. Sini Chiude, venerdì 10 Aprile Carlo Sini con “Umano troppo umano” di Friedrich Nietzsche. Quando Wagner cominciò a leggere “Umano, troppo umano” si infuriò. Dopo un certo numero di pagine abbandonò il libro “per non cancellare la bella impressione suggerita dalla Nascita della tragedia”, disse. In effetti con quel libro Nietzsche osservò che lui e Wagner avevano metaforicamente incrociato le spade. Nel contempo altri amici di Nietzsche dissero di non riconoscervi più l’autore da loro amato: che cosa era successo? Come era possibile mutare così profondamente natura? Per esempio passare, con un salto all’indietro, dal romanticismo all’illuminismo? Ancora oggi restiamo stupiti dalla grande novità e rivoluzione innescata da quel libro: niente in Nietzsche fu più come prima, ma lo stesso possiamo forse dire della filosofia europea. Che cosa ancora ci provoca e ci chiama in questa denuncia nicciana dei limiti di ogni umanesimo e di ogni filosofia che pretenda incentrarsi sulle superstizioni del presente e di conformarvi la verità? In realtà, dopo 150 anni ogni tentativo di risposta è ancora attuale, se non in attesa nel nostro futuro. Tutti gli incontri si terranno presso il Cinema - Teatro Astra con inizio alle ore 21. Ingresso libero sino esaurimento posti. Info. 0541-618484 www.misano.org

Migani, 60 anni di storie 1955. Corrado e Settimia (Maria) Migani

- Corrado e Settimia (perché questo è il vero nome di Maria) si sposarono il 27 Gennaio 1955 nella chiesa di Riccione Paese, alle ore 6,30 del mattino. Arrivarono in chiesa ed era ancora chiusa, il prete non si era svegliato, quindi veloce veloce scese e celebrò il matrimonio. Dopo la cerimonia, rinfresco con torta e colazione; una quindicina di persone tra parenti e parenti: data la “riservatezza” e le poche finanze gli amici non furono invitati. Alle ore 7,40 treno da Riccione per il viaggio di nozze con destinazione Trieste, a casa di Augusto lo zio dello sposo. Poi arrivò il bello, tornarono e cominciarono a lavorare nel bar ristorante pensione di Francesco, babbo di Corrado, con tutta la famiglia Migani, vale a dire Corrado, 4 fratelli maschi Bruno, Romano, Giuseppe e Dino recentemente

FOCUS scomparso e 2 sorelle femmine Rosa e Rina oltre a cognate, cognati... Insomma un “reggimento” di persone lavoratrici, sgobbone, operose e dinamiche, per costruire un futuro per loro stessi e per i loro figli! Corrado e Maria ebbero tre figli e come si “sperava” una volta, avrebbero voluto il pri-

mogenito maschio, ma il cielo li volle “premiare” o “punire” facendo nascere una bella femminuccia e, mamma Maria appena vide la bimba pensò subito: “Oh mammamiaaaa adesso mi tocca fare il maschio!!!”. Ma dato che i giovani coniugi avevano pensato per il neonato a tutti nomi maschili, papà Corrado si trovò in difficoltà quando si recò all’ufficio anagrafe per iscrivere la neonata, e alla domanda, “come vuole chiamare sua figlia?”, lui non sapeva cosa rispondere, c’era una bimbetta insieme alla mamma a pochi passi da lui, Corrado chiese alla bimba come si chiamasse e lei rispose Ivana, e Corrado all’impiegato: “Allora chiami Ivana anche mia figlia!” Poi a distanza di 4 anni arrivò il maschio, Francesco, come il nonno, diventato poi William perché chiamato così da alcuni ospiti inglesi della pensione

Foto di gruppo con famiglia

Migani. Tre anni dopo, come dice Maria, “benvenuto non ti aspettavo”, con grande sorpresa arrivò il terzogenito Simone. Il tempo passava e i figli crescevano, nelle ristrettezze è vero, con sacrifici ma comunque in un ambiente sano e con amore. Maria e Corrado, ottimi genitori, hanno insegnato ai loro figli ciò che nella vita è importante. La loro vita è così andata avanti a forza di lavoro e sacri-

fici, ma con tanta passione e tanti debiti riuscirono a costruire un albergo della cui gestione si occupò Maria, mentre Corrado, da bravo commerciante che era, avviò altre attività cercando di portare a casa un po’ più di soldi per pagare i debiti e per “sbarcare meglio il lunario”. Dopo anni duri, le cose andarono meglio e per Corrado e Maria arrivarono finalmente soddisfazioni, sicurezze e tranquillità economica. Insomma,

raggiunsero il traguardo che si erano imposti, un traguardo che oggi permette loro di vivere serenamente. E dopo 60 anni di vita matrimoniale, condividendo sofferenze, fatica, arrabbiature, tristezze, dolori, finalmente oggi il traguardo e la gioia, nonostante tutto, di essere ancora insieme. Sessant'anni di storie da raccontare, di amore, di litigi certo ma anche di sorrisi e di felicità: un’unione preziosa!


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Gli itinerari della buona tavola

La semplicità come eleganza, terra, tradizione, tipicità. Veniva fatta in casa

Stampa ruggine, non può mancare sulla tavola romagnola - Su una tavola romagnola non può mancare la tovaglia con la stampa ruggine: la semplicità come eleganza. Fatte in casa sul telaio della dote, le pezze di lino e canapa assunsero un’importanza nella vita domestica della casa colonica: vennero utilizzate per la stampa a ruggine nella confezione di tovaglie disegnate, seguendo un’antica tradizione nella preparazione delle coperte dei buoi sulle quali venivano stampate quadrettature geometriche con i simboli dei santi protettori. Popolare per la semplicità della tecnica, la xilografia, e il colore ruggine, gli elementi richiamano a quelli di

Tovaglie con stampa ruggine

una cucina povera e rurale: il legno di pero per gli stampi, la farina e l’aceto per il colore. La pratica artigianale ha origini assai antiche; si sa solo che quest’arte si è diffusa in tutta Europa fin dal VI seco-

lo dopo Cristo. La presenza di stamperie nella Roma pontificia, fa pensare che le romagnole e le marchigiane siano gli esempi di una diffusione periferica di un’arte esercitata nella capita-

le sino alla fine del XVIII secolo. Scomparsa nei grossi centri, per la concorrenza di altre manifatture e per motivi culturali, la tecnica della stampa ruggine è sopravissuta in Romagna.


MISANO BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

Febbraio 2015

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Compagnia teatrale di coetanei nata una ventina di anni fa. Il talento di Roberto Semprini & C.

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Giovne Amarcord: amicizia, sorriso, beneficenza - Roberto Semprini quando aveva 4-5 anni veniva portato dai genitori alle commedie dialettali messe sulle tavole da un manipolo di amici di Misano Monte, a Misano Monte. Ricorda: “Mi divertivo molto e mi sono rimaste impresse. Poi sono stato folgorato dalle trame e dalle rappresentazioni del riccionese Giuseppe lo Magro”. Questo fuoco naturale rimasto sotto la cenere della vita, ha iniziato ad ardere attorno ai 20 anni. Roberto Semprini & amici, per caso e con non meno divertimento, decidono di cimentarsi con il teatro dialettale. Scrivono la prima commedia, “Chi le fa le aspetti” e la mettono in scena. Si divertono e riescono a far sorridere. Da allora hanno costruito venti storie. In totale hanno raccolto quasi più di 94mila euro. Con le rappresentazione di quest'anno sperano si svalicare la soglia dei

Il ricavato va alla missione in Tanzania di don Claudio Comanducci, loro parroco quando erano adolescenti. Mandati giù 100mila euro GENIUS LOCI 100mila. La cifra è stata devoluta alla missione di don Claudio Comanducci in Tanzania. Claudio, giovane parroco a Misano Mare, ha accompagnato Semprini & C. nell'adolescenza e nell'ingresso nella cosiddetta età della ragione. Ottimi risultati. Scrive Semprini: “Come e dove nasce questa nuova commedia?

Di preciso non lo so, ma posso dire che come tutti gli anni nasce per caso, quando meno te lo aspetti, da una battuta, da un pensiero, da un sogno che ti senti di raccontare... Di solito ci troviamo davanti ad un tavolino di un bar, con un foglio bianco su cui scrivere le idee, gli spunti e il foglio bianco piano, piano si riempie.. Eravamo allora ad un certo punto, abbiamo iniziato a raccontarci dei curiosi episodi capitati a persone come noi: ‘Tu se quel cus d’ha fatt, l’è andè a fé la squerta ma chesa... ecc... intrecci amorosi, storie divertenti, che solamente a raccontarle fanno ridere...’. Allora ci siam detti: ‘Perché non ricavare una commedia da questi episodi di cronaca locale, quella divertente, quella buona s’intende; perché la cronaca nera, noi la lasciamo alla Barbara D’Urso, che lei si che si diverte...

I Giovne Amarcord E abbiamo immaginato, una tipica famiglia romagnola, alle prese con nuove mode, nuove abitudini, strani amori e ...nuovi modi di vivere la quotidianità. Perché non raccontiamo quella storia di... che fa ridere ... a mo allora mettiamo anche la storia dell’idraulico... a questo punto direi di raccontare quella del ragioniere... e vest cai sem mittema

anche quella del bagnino, ...tent ormai ai sem, avem fat trenta ..a farem anche trentun.... ... .e così è nata questa commedia. A questo punto mi posso anche presentare, io sono Saturnio, Saturnio Lunedei detto Ciacabdoch, e sono il capo famiglia, cioè e saria e mi ba, ma ultimamente la su testa lan gira più come prima....e quindi a fac me e

capo, dop la mi mogi, s’intende”. Rappresentazioni I Giovne Amarcord hanno in cartellone altre due rappresentazioni. Il 7 febbraio, ore 21,15, al teatro Malatesta di Montefiore. Il 21 febbraio, ore 21, al cinemateatro Astra di Misano Adriatico. La compagnia aveva portato in scena la commedia in altre cinque serate. Di grande successo.


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CATTOLICA

Ideato e costruito da Paolo Masi. Il 30 gennaio un Teatro della Regina, da grande occasione. L'attivo ruolo della BCCG

GENIUS LOCI

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La storia di Cattolica in un dvd di due ore Contributo del prestigioso storico cattolichino Alessandro Roveri. Quelle emozionanti fotografie come titolo di coda LA CULTURA

Amarcord

- Gli anni Sessanta sono il boom economico: si tirano su alberghi ovunque a Cattolica e nelle altre cittadine del Riminese. Siamo nel 1965, sul cantiere dell'Hotel Caravelle. A sinistra: Mario Cecchini (tra i più grandi imprenditori edili di Cattolica della seconda metà del secolo scorso), babbo del sindaco Piero, insieme al geometra Pierluigi Morosini. Portano la sua firma moltissimi alberghi di Cattolica e non solo. CORRERE - CORRERE

SanBarTrial, 12 ore in paradiso - Danilo Biagiotti è il Forerst Gump cattolichino. Nel senso che gli piace correre. Correre, ovunque. E ammirare paesaggi e osservare popoli. Organizza anche tre Trial nelle nostre zone. La prima in cartellone è domenica 14 febbraio. Si tratta della 12 ore (anche meno per chi non se la sente) del SanBarTrial; ovvero parco del San Bartolo, uno dei luoghi più belli del mondo. Danilo ne sarà la guida. Per maggiori informazioni: traildelsanbartolo.blogspot.it. Danilo Biagiotti

- I comandanti Luigi Paolucci (Bigion) e Colombo Gaudenzi (Topolino) hanno compiuto cento anni. Il presidente della Banca di Credito Cooperativo Fausto Caldari li ha premiati lo scorso 30 maggio, al Teatro della Regina, in occasione della presentazione del dvd “Mare Hadriaticum ad Catholicam”. Due ore che raccontano la storia di Cattolica dalle origini fino ad oggi. Appena dopo la breve commovente cerimonia sono partite le avvolgenti note dell'Inno di Mameli. Tutto il teatro, in silenzio, si è alzato in piedi. Sul palco ad introdurre la serata: Paolo Masi (il curatore del lavoro), Francesco Pagnini (il giornalista che ha intervistato marinai, uomini e Alessandro Roveri, il prestigioso professore universitario di Storia contemporanea che abita a Roma). A coordinare le quasi tre ore Andrea De Crescentini (responsabile della comunicazione e del marketing della BCCG). Racconta Paolo Masi: “Prima di tutto vorrei ringraziare la Banca di Gradara, Badioli Immobiliare e Ifi per aver creduto al mio progetto. Devo dire che l'architetto Caldari con i suoi consigli mi ha aiutato a miglio-

Sul palco, da sinistra: Fausto Caldari, Paolo Masi, Andrea De Crescentini e Francesco Pagnini Il presidente della BCCG premia i due centenari comandanti di barche: Luigi Paolucci (Bigion) e Colombo Gaudenzi (Topolino), a destra

rare il video. Le due ore sono un documento suddiviso in cinque parti che va a raccontare Cattolica dalle origini ad oggi. Il primo, “L’aurora di una città”; riguarda la Cattolica dell’era neolitica. Il secondo, “Ad Catholicam”, la città di epoca romana e prosegue sino all’anno 1861, anno dell'Unità d'Italia. Il terzo, “Il mistero di Concha o Chrustumium città profondata”, che svela, con retroscena ed un filmato inedito degli anni 70’, vicende sconosciute, legate all'antica leggenda.

Il quarto, “La Regina”, inizia dal 1862 e termina con la Cattolica moderna. Infine l’ultimo episodio, il quinto, a cui è stato dato il titolo “Ricordo ancor in fondo al cuor il lacrimar per te…” che ripercorre con le testimonianze di cattolichini noti, e meno conosciuti, ma che comunque hanno contribuito a rendere “coraggiosa e nobile” la storia di Cattolica. E con i personaggi della Cattolica di oggi si è sfumato la serata. Sullo schermo volti di uomini e donne, ognuno nel proprio campo, come simbolo della città laboriosa. “Quelle persone - riflette

Masi - rappresentano una cultura di vita, di umanità e bontà. Sono queste persone che tirano avanti con dignità l'umanità, prima ancora dei grandi governanti, od dei capitani dell'industria”. “La Banca di Credito Cooperativo di Gradara - afferma l'architetto Caldari - è felice di regalare alla nostra comunità un dvd sulla storia. Vuole dimostrare ancora una volta, con la forza dei fatti, il radicamento al territorio e la nostra disponibilità a stimolare lo sviluppo e la crescita sociale. Fare banca significa anche partecipare a pieno titolo alla valorizzazione dello spirito dei luoghi”. Il dvd è disponibile presso tutte le filiali della Banca di Credito Cooperativo di Gradara.


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Farmacie comunali: lettera al sindaco Il sindaco legge i giornali? Legge le lettere? Cosa legge?...

An ha bsnogn da lèg, isé al créd da savén sempre più ad tut ch'ièlt...

di Cecco

Egr. Sig. Sindaco, apprendo con viva preoccupazione dagli Organi di Stampa la notizia della possibile dismissione della gestione delle Farmacie Comunali di Cattolica con le pesanti conseguenze che tali atti potrebbero determinare sul futuro dei dipendenti aziendali. Del dibattito di questi giorni che coinvolge diverse Amministrazioni Comunali in tutta Italia riguardo la dismissione delle proprie Farmacie Comunali, ciò che deve preoccupare non è la dimensione numerica di tale fenomeno, quanto i contenuti del dibattito che accompagnano tali tentativi. È infatti noto che la maggior parte delle aste di vendita vadano deserte, a meno che gli Enti proprietari non optino per una marcata svendita di un patrimonio costruito negli anni con ingenti investimenti di risorse pubbliche. A.S.SO.FARM. comprende appieno le difficoltà degli Amministratori Locali, quotidianamente stretti tra drammatici e crescenti bisogni di welfare essenziale e una progressiva riduzione delle risorse a loro disposizione. Il fatto che oggi l’idea di vendere le Farmacie Comunali sia dettata da esigenze di cassa, e non da posizioni ideologiche, è dimostrata dal fatto che tale volontà interessa giunte comunali di ogni colore politico. Esigenze di cassa che, lo ripetiamo da anni, raramente vengono soddisfatte dalla vendita delle Farmacie Comunali. Oggi il valore di mercato di una Farmacia è ai minimi storici e in larga parte determinato dalla loro bassissima redditività. Questo è sicuramente noto alla maggior parte dei Sindaci, Giunte e Consigli Comunali, che ogni anno ascoltano le relazioni di bilancio degli Amministratori delle aziende farmaceutiche dei loro Comuni. Non siamo però sicuri che chi ha una qualche responsabilità nella proprietà delle Farmacie comunali conosca nel dettaglio le ragioni del crollo della redditività di uno strumento che fino a pochi anni fa occupava un ruolo

d’onore nei bilanci comunali. Gli ultimi governi succedutisi alla guida del Paese hanno spesso usato le Farmacie, pubbliche e private, come vero e proprio salvadanaio utile a ripianare i disavanzi causati da una spesa ospedaliera fuori controllo: riduzioni insostenibili dei margini per farmaci convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale, provvedimenti restrittivi riguardanti la dispensazione di farmaci innovativi, tentativi malriusciti di coprire il calo di trasferimenti agli Enti Locali con la vendita forzosa delle Farmacie Comunali. Questo breve approfondimento dimostra che oggi le Farmacie Comunali non “rendono” più come in passato non per il venir meno di un loro ruolo sanitario locale, né per errori di gestione da parte di chi le amministra, ma per via di scelte profondamente discutibili da parte dello Stato. Scelte che peraltro hanno ricevuto contestazioni formali da più parti. Di recente l’Avvocatura Generale della Corte di Giustizia UE ha consigliato il mantenimento dell’esclusività della distribuzione dei farmaci con ricetta alle Farmacie, ribadendo così un ruolo specifico per le farmacie nel più ampio Servizio Sanitario Nazionale. E ancora più recentemente la Corte di Conti delle Marche ha escluso l’obbligo di dismissione delle Farmacie Comunali, in quanto non rientranti nei servizi pubblici locali contenibili dal mercato ma come soggetti che garantiscono un più universale diritto alla salute dei cittadini. Quindi, mentre da più parti arrivano segnali di considerazio-

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di Cecco

Storia di Cattolica - Leggiamo: “Paolo Masi presenta il filmato ‘Origine e storia di Cattolica’”. Un racconto dal Neolitico ai giorni nostri. L'è cume dì: da Piero Cecchini a Cecchini Piero. So che!... Pugni al vigile urbano - Leggiamo: “Anziano prende a pugni in faccia un vigile urbano in Municipio”. Burdèl, an'è che adès ai vlì ciapè gust na?!?... Comicità - Leggiamo: “Verso il voto - Montanari detta la linea: ‘Nel Pd non tollereremo divisioni e sotterfugi”. Ma ad che partid al zcur? U j'è da sblighés dal rid. Caz!...

SERVIZI PUBBLICI

Egr. Dr. Piero Cecchini Sindaco del Comune di Cattolica. Oggetto: Lettera al Sindaco sulla dismissione delle Farmacie Comunali di Cattolica.

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La scrive il presidente di A.S.SO.FARM. Venanzio Gizzi

Dopo l'articolo del mese scorso dove veniva contestata la scelta di vendere una farmacia comunale (quella di via Del Prete), al coro di proteste e critiche dobbiamo aggiungere la lettera del presidente dell'associazione nazionale delle farmacie pubbliche e sociali. Una lettera molto argomentata con un messaggio forte e chiaro: “non vendetele!”

Prot. n. 8064/af Roma, 19 dicembre 2014

Febbraio 2015

Cimitero - Leggiamo: “Chiusa una parte del cimitero: cade a pezzi”. Roba che qualche mort us facia anche mèl... Fogne - Leggiamo: “Leo Cibelli: nuovo impianto fognario per 100 famiglie della zona Nord”. Alé, adès t'è voja caghè...

ne per la farmacia, in seno a molti comuni sembra resistere un atteggiamento miope. Se però i tanti tentativi di vendita delle farmacie comunali non hanno avuto esiti o hanno prodotto entrate sensibilmente più basse delle aspettative, ciò deve spingere a cambiare prospettiva. Oggi si deve credere nelle Farmacie Comunali. Gli spazi per un rilancio ci sono. Primo fra tutti quanto contenuto nel famoso Cresci Italia, provvedimento certo non generoso nei confronti delle farmacie pubbliche, ma che offre la possibilità di nuove aperture in alcuni spazi geografici di grande interesse, come stazioni ferroviarie, aeroporti, porti, aree di soste autostradali, centri commerciali. Si tratta di occasioni che certo debbono essere studiate con grande attenzione, ma che in larga parte sono coerenti con i trend di mutamento della vita urbana dei cittadini. In secondo luogo, il grande processo in atto di riforma della farmacia italiana, che la trasformerà sempre più in luogo di dispensazione di servizi sanitari integrati con ospedali, medici di base e specialisti, offre grandi potenzialità di ripresa economica per le farmacie. Rinunciare a nuove aperture strategiche, o peggio ancora ven-

FOCUS

Viabilità, referendum cittadino - Referendum sulla viabilità: si firma fino al 7 marzo. Dove: Comune, Biblioteca, Palazzo del Turismo. Orario d'ufficio. Portare un documento d'identità. Servono almeno 1.600 firme affinché il referendum possa svolgersi, che potrebbe tenersi tra aprile-giugno 2015. Il quesito riguarda il mantenimento o meno del senso unico in via Del Prete e sul Lungomare.

dere oggi agli attuali prezzi di mercato, significa precludersi interessanti opportunità economiche future e privare i propri concittadini di un servizio che rimane tra i più apprezzati nel panorama della sanità italiana. Un servizio, una presenza cittadina, che certo ha generato importanti entrate per le casse comunali, ma che è molto di più. Nel corso della loro storia, le Farmacie Comunali si sono insediate in aree geografiche poco appetibili dal punto di vista commerciale. Ma proprio per questo hanno adempiuto appieno al loro ruolo di presidio sanitario di prossimità verso tutta la cittadinanza. Il loro sostegno economico non è mai mancato ad innumerevoli iniziative di solidarietà nate nei territori in cui operano. Le singole aziende farmaceutiche comunali, e la loro rete nazionale rappresentata da A.S.SO.FARM., realizzano ogni anno importanti campagne sanitarie di prevenzione e informazione, sperimentano nuovi progetti sanitari, innovano come pochi altri soggetti del nostro Paese. È anche per tutte queste ragioni che è sbagliato vendere le Farmacie Comunali. Non solo perché ci sono buone possibilità che in futuro i loro bilanci tornino a generare entrate per i Comuni, ma anche perché già oggi assolvono a importanti compiti sociali e sanitari nelle vostre comunità locali. Distinti saluti. Venanzio Gizzi Presidente A.S.SO.FARM. A.S.SO.FARM.: associata a Cispel – Confederazione Italiana Servizi Pubblici Economici Locali - Associata a Federsalute – Membro dell’Unione Europea Farmacie Sociali. 00184 Roma – Via Nazionale, 172 – Tel. 06.4872117 – 06.48913549 – Fax 06.48976639 E - m a i l : assofarm@assofarm.it

Manifesti - Leggiamo: “#FattiNonParole”. E' il manifesto del nuovo spettacolo comico (in versione educata) dell'assessore Palmiro Cangini (alias Paolo Cevoli). Os-cia!... Religioni - Leggiamo: “Cristiani e musulmani, un incontro per vincere le paure”. Primo incontro: “Allah è grande!” “Solo Cristo è la verità!”. A cmincèn bén... Viabilità - Leggiamo: “Viabilità, si va allo scontro del referendum”. Altro segnale di grande consenso per il sindaco Cecchini. Dambat!... Ospedale - Leggiamo: “Dibattito sul futuro dell'ospedale”. Burdèl u j'è da stè in campèna! Quji chi conta i buta trop fum culurèd ti'oc... Stai sereno - Leggiamo: “‘Non riusciamo ad arrivare a fine mese’. Duecento famiglie hanno chiesto un aiuto economico”. L'assessore Galvani rassicura: “E' fondamentale che chi vive una condizione di disagio economico non venga lasciato solo dalle istituzioni”. Al pèr Renzi quand al dis “stai sereno”... Le congiure nel Pd - Leggiamo: “Il ‘vecchio Pd’ sta congiurando per sfilare la segreteria a Montanari”. Sé perché l'è Che Guevara... lasèna pérd per carità!... Telecamere - Leggiamo: “Arrivano le super telecamere in centro per riconoscere in faccia i malviventi”. L'è sempre queglie che al Cumun al duvéva mèt tre an fa?... Il mattone - Leggiamo: “Il Pd studia il P.O.C., incontro per decidere il futuro della città”. Quand u si zcur dal madòn al partid al trova union e partecipaziòn. Addà venì Madòn... Si balla - Leggiamo: “Alessandro Belluzzi: ‘Sarà un'estate da ballare in tutte le piazza’”. Se al fèsa al séndaca al faria dal Cumun una discoteca. Mèi ad chi vcion ringrinzid d'adès... Alloggi popolari - Leggiamo: “Alloggi popolari, 129 famiglie senza risposta”. Chi la duvria dè j'ha già al cul tal calduc e la pènza pina... Lo stadione - Leggiamo: “Il presidente del Cattolica calcio Mariani: nuovo stadio da 3mila posti. I lavori al via nel 2016”. Due domande: 1) a sin in Serie A? - 2) Chi pèga?... Svista mare - Leggiamo: “Piscine, benessere e piste da ballo: parte il maxi cantiere che rivoluzionerà l'arenile di Cattolica”. Già prima us vidìva poch, ades per veda al mèr uj vrà al binocule. Pora nun!...



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CENTRO SOCIALE GIOVANNINI - VICI - via Umbria, 23 Anno 1911, famiglia Della Biancia (Cattolica) In piedi da sinistra: Luigi Della Biancia (il padre), Maria Della Biancia, Pia Ercoles (la mamma), con il piccolo Giuseppe Della Biancia, Guglielmo Della Biancia. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)

Il programma di febbraio

- Sabato 7 ore 20,30: Ballo di carnevale con Luciano e Oscar. Contributo 7 euro. - Giovedì 12 ore 15: Giovedì grasso di carnevale con il gruppo Gli Sconvolti - Partecipazione del poeta contadino Nunzin. Offerta libera. - Martedì 17 ore 20,30: Ballo con Michele e Angela. Contributo 7 euro. - Domenica 22 ore 12,30: Pranzo del maiale. Contributo 17 euro. - Sabato 28: Gara di briscola. Informazioni e prenotazioni Centro sociale: 347-9752583 339-4995417 ARTE DOLCIARIA

Sigep 2015: il team giapponese si è avvalso della collaborazione della Pasticceria Staccoli

Vince la Ferrari, ma è giapponese e di zucchero

Il team giapponese guidato dal maestro pasticciere Yoshiaki Nagamune ha vinto al Sigep 2015. Scultura in Zucchero 1° PREMIO Concorso internazionale: The Star of Sugar - Tema: Ferrari, uomo, macchina, mito. La scultura è in esposizione presso Staccoli cioccolateria di Cattolica. L'esecuzione dell'opera è avvenuta nel laboratorio di Staccoli fornendo ampio supporto. Insomma, c'è un pezzo d'Italia in quel premio. Da sinistra: Davide e Paolo Staccoli con due esponenti del team giapponese. Al centro la scultura vincente.

TEATRO DELLA REGINA

Programma di febbraio - 10: “Arancia meccanica”, di Antony Burgess. Regia di Gabriele Russo (prosa). - 15 ore 16,30: “L'elisir d'amore”, musica di Gaetano Donizetti. Direttore Massimo Sabbatini. Regia di Roberto Ripesi (opera lirica). 17 SALONE SNAPORAZ: “L'italiano”, di Raffaello Baldini (rassegna ‘Nessun dorma’). - 19: “L'ispettore generale”, di Nikolaj V. Gogol. Regia di Damiano Michieletto (prosa). - 24: “Sinfonia d'autunno”, di Ingmar Bergman. Regia di Gabriele Lavia (prosa). 28 SALONE SNAPORAZ: “Chi capesc è matt” (dialet-

tale). - 1 marzo: “Dervish” (danza). - 3 marzo SALONE SNAPORAZ: “Vite senza fine - storie operaie del Novecento” (rassegna ‘Nessun dorma’). - 7 marzo: “Assassinio sul Nilo”, di Agatha Christie. Regia di Stefano Messina (prosa). Spettacolo unico, ore 21,15 - Informazioni: tel. 0541-966778.

Teatro della Regina il 27 febbraio, ore 20,30. Prevendita biglietti nelle tabaccherie

Ecco ‘I vitelloni’ di Cagnet

Viviana Toniolo

Teatro Stabile dell'Umbria

TEATRO DIALETTALE - Il 27 febbraio al Teatro della Regina di Cattolica, andrà in scena “I vitelloni” secondo Cagnet. Commedia in dialetto romagnolo, ma anche con qualche accenno di lingue del Nord Europa. Magari parlate in maniera maccheronica; non dimentichiamo che negli anni '50 e '60 il più istruito aveva la quinta elementare. Il ricavato sarà devoluto al fondo del Micro credito gestito dal Comune e dalla Caritas.

Mario Del Bianco, in arte Cagnet

Regia di Mario Del Bianco (in arte Cagnet), l'aiuto regista è Vincenza Mastria. Presenta Nunzio Livi. Il cast de-

gli attori: Rita De Falco, Nadia Bozza, Flavia Grosso, Walter Migani, Emanuela Ottaviani, Andrea Romani, Giuseppe Zampieri, Davide Lombardelli, Monica Valente. La prevendita dei biglietti presso le tabaccheria di Cattolica e circondario. Il biglietto da dieci euro sarà associato ad una bottiglia di vino della Tenuta del Monsignore.


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CATTOLICA

Lunedì 9 marzo al Teatro della Regina, ore 21. Il coraggio delle donne - Don Luigi Ciotti e il coraggio delle donne a Cattolica. <<Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarsi>>.Le parole di Rita Atria, testimone di giustizia siciliana che legò il suo tragico destino a quello del giudice Borsellino, risuonano come un monito per tutti. E’ un richiamo al nostro essere cittadini, alla responsabilità che ognuno di noi ha nel contrasto, nella lotta, nella morte della mafia. E lo stesso concetto lo stringe nel cuore e nelle mani Don Luigi Ciotti, come se le parole d’improvviso diventassero grani di un rosario: “Legalità non sono, quindi, solo i magistrati e le forze di polizia, a cui dobbiamo riconoscenza e rispetto. Legalità dobbiamo essere tutti noi. Legalità è responsabilità, anzi corresponsabilità”. La citazione di Rita Atria per ricordarci che la mafia, e l’antimafia, non è solo “una questione da uomini”. Donne e Mafia. Donne e legalità. Questo il senso della prossima iniziativa dell’Associazione Rimbalzi Fuori Cam-

Don Luigi Ciotti a Cattolica Organizza l'associazione Rimbalzi fuori campo. Sul palco il moderatore del dibattito Pierpaolo Romani, Coordinatore Nazionale di Avviso Pubblico, Don Luigi Ciotti, Presidente di Libera, il “nostro” magistrato Piergiorgio Morosini e Simonetta Saliera, Presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Don Luigi Ciotti

LOTTA ALLE MAFIE di Gaia Trunfio po con il Patrocinio del Comune di Cattolica e dell’Associazione Libera – Nomi e Numeri Contro Le Mafie. “Il coraggio delle donne Mafie, antimafia, impegno politico” prenderà vita lunedì 9 marzo ore 21,00 presso il Teatro della Regina di Cattolica. Sul palco saliranno il moderatore del dibattito Pierpaolo Romani, Coordinatore Nazio-

nale di Avviso Pubblico, Don Luigi Ciotti, Presidente di Libera, il “nostro” magistrato Piergiorgio Morosini e Simonetta Saliera, Presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna. “Il nostro intento è sensibilizzare l’opinione pubblica in merito ai problemi crescenti della società e dei nostri territori” dichiara Terenzio Bernardi, Presidente dell’As-

sociazione Rimbalzi Fuori Campo. “Non possiamo essere indifferenti rispetto all’evidente penetrazione delle mafie a casa nostra, l’operazione Aemilia, di pochi giorni fa, che ha portato a centinaia di arresti ci deve far riflettere e far attivare” “Siamo sicuri che Don Ciotti, con il suo carisma, la sua capacità di toccare con mano i problemi e le persone sia una testimonianza vera e

concreta di legalità” gli fa eco Angelo Furiassi, direttore dell’associazione. “La sua forza magnetica, che abbiamo ascoltato in occasione del precedente evento organizzato sul territorio, ci parlerà di impegno, condivisione e responsabilità e siamo felici di poter portare sul nostro territorio la sua voce e la sua presenza”. “Abbiamo voluto organizzare una serata per la cittadinanza e soprattutto per i giovani, perché è a loro che ci rivolgiamo, quali motori di cambiamento e speranza del futuro” continua il presidente Bernardi. “C’è bisogno di un lavoro continuo, preciso e appassionato, che riconduca all’importanza del merito, che ci fa raggiungere mete diverse partendo dalle stesse opportunità, che ci abitui alla bellezza della trasparenza, che ci riporti al dovere che ognuno ha di contribuire alla vita pubblica, tramutandolo nel piacere della partecipazione. Abbiamo bisogno di muoverci in una pro-

spettiva più ampia, che tenga conto della realizzazione del singolo e attraverso di lui di tutta la comunità”. “Crediamo in fortemente in queste iniziative”, conclude Furiassi, “ed è per questo che ci investiamo tanto tempo e tanta energia. Quest’anno abbiamo deciso di partire dalle donne che resistono, dalle donne che non si piegano, che lottano e sono esempi anche solo nel loro agire quotidiano nella correttezza e nelle regole. Non è un caso che l’evento sia stato organizzato nei giorni che celebrano la forza ”dell’altra metà del cielo” e del suo lavoro, ed è per questo che siamo felici di avere tra gli ospiti anche Simonetta Saliera. Attraverso di lei, e grazie agli altri ospiti, parleremo di tante donne che fanno e hanno fatto la differenza nel contrasto alla mafie”. Non abbiamo dubbi che il punto di vista femminile o sul femminile possa offrire diversi spunti di riflessione ed esempi di impegno, perché nella grammatica dell’impegno, a differenza della Mafia, la Legalità è femminile plurale.

CULTURA

- Una madre con i fiori nei capelli che con la danza dell'amore abbraccia la sua bambina; che a sua volta la cinge con il volto adagiato tra il petto e la testa. E' il quadro dell'austriaco Gustav Klimt. Campeggia sulla copertina di Stefania Crinella. “Mentre tu dormivi” è il libro che raccoglie le sue poesie che vanno a raccontare “gli anni più lieti e nello stesso tempo più impe-

La copertina del libro di Stefania Crinella

raffinato giornalista siciliano Igor Man che la poesia è l'ultimo scalino prima di Dio... Il volumetto (5 Euro) lo si trova presso le cartolerie Binda (Via XXIV Maggio, 9) e Carla & Franca (Piazza

‘Mentre tu dormivi’: canti della gioia gnativi della mia vita fino ad oggi e mi piace definirli‘canti della gioia’. Esse vengono dopo le poesie del dolore, che ho pubblicato nelle due raccolte precedenti”. “Racconto - continua l'autrice - la gioia dell'aver trovato la persona con cui condividere la vita intera e poi la felicità immensa ed anche la straziante dell'arrivo dei figli, con tutto il buio che ho poi dovuto attraversare. Ma la

certezza della positività del reale e di un Destino buono vuole dominare questi versi e trasmettere luce. Spero di esserci riuscita”. Stefania Crinella c'è riuscita con un racconto asciutto, avvolgente non meno che elegante. Le sue sono immagini che ti fanno pensare a quelle aurore che sono vampate con tutti gli arancioni del mondo. Con cui squarciare i cieli della vita. Se è vero come scriveva il

Mercato, 11). E' una passeggiata nel giardino dei sentimenti, tutti i sentimenti, che inizia nel 1997 (“Folgorazione”) e termina nel 2011 (“Memoria di te”). Una poesia. “Notturno“ La luna puro volto pietoso nella sera di madre curva sulla culla del mondo. Stupore ancora capace di nuovo


CATTOLICA

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Numerose le famiglie schedate nei comuni della provincia

Leggi razziali nel Riminese - Alla fine degli anni ’30 anche nel territorio riminese, come in tutta Italia, trovarono applicazione le leggi razziali volute dal governo fascista, già introdotte da anni nella Germania nazista. Questo atto fu il frutto di un percorso politico e militare iniziato nel 1935, voluto dal governo Mussolini per allinearsi al percorso ideologico nazista e dimostrare la forza della comune alleanza, utile anche a sostenere la politica imperiale di invasione dei territori africani popolati da “razze inferiori”. Le leggi furono precedute dal famigerato “Manifesto degli scienziati razzisti”, pubblicato sul “Giornale d’Italia” il 14 luglio 1938, in cui si dichiarava che esiste una pura “razza ariana” di cui gli italiani fanno parte, proclamando che gli ebrei non fanno parte della razza ariana. Il primo atto legislativo di una lunga serie fu il Regio decreto Legge n. 1728 del 17/11/1938, Provvedimenti per la difesa per la razza italiana, a seguito del quale fu istituito presso il Ministero dell’Interno la Direzione generale per la demografia e la razza (Demorazza) che per oltre 7 anni rappresenterà un incubo per le migliaia di israeliti italiani e stranieri domiciliati nelle nostre città. In ottemperanza alle nuove leggi nel 1938 fu avviato anche nella provincia di Forlì (a cui apparteneva il territorio riminese) il censimento dei cittadini ebrei residenti, peraltro ormai completamente assimilati nel tessuto sociale - visto che nella zona non esistevano più ghetti o comunità ebraiche strutturate sin dal 17.mo secolo - sia dal punto di vista religioso (presenza di battezzati in famiglia) che sociale (matrimoni misti) che politico (alcuni ebrei erano iscritti al fascio). In verità la individuazione della qualifica di “ebreo” non era sempre scontata, basata com’era su alcuni criteri pseudoscientifici (si arrivò da parte dello Stato ad indicare una metodologia da utilizzare per l’attribuzione di frazioni percentuali di ebraismo suddivise in quarti), giungendo ad attribuirla anche a persone del tutto ignare di possederla. Al termine del censimento furono identificati complessivamente 46.656 ebrei sul territorio nazionale, circa l’uno per mille percentuale della popolazione italiana dell’epoca, di cui 98 residenti stabili nella provincia di Forlì. ”Novantotto ebrei sono troppi, perché, oltre a tutto, sarebbe già troppo uno solo”, commentò Il Popolo di Romagna nell’edizione del 15 ottobre 1938. Ad essi furono aggiunte decine di persone e famiglie ebraiche, temporaneamente presenti a Rimini, Riccione e Cattolica come turisti o proprietari di “seconde case”. A Rimini furono schedate 14 famiglie stabili e 32 temporanee,

Certificato d’onore di “Giusto tra le Nazioni” rilasciato a Guido Morganti nel 2007, in lingua inglese ed ebraica

1944-2014 LA RESISTENZA RACCONTA

di Maurizio Castelvetro* a Riccione 4 stabili e 21 temporanee; a Cattolica fu identificato un unico “israelita” stabile, Carlo Widger, e 7 temporanei. Carlo Widger, ebreo, nato in Ungheria il 14/2/1899, sposato con l’“ariana” Sestina Antonioli, era il gestore dell’Hotel Ritz, una delle strutture alberghiere più importanti di Cattolica (situato in prima linea in via G. Carducci all’altezza di via Bologna), di cui era co-proprietario assieme ad un altro “ariano”. Deciso a tutelare i propri interessi, egli riuscì a rinviare la prevista espulsione dall’Italia per quasi un anno cercando invano di fare valere il suo matrimonio con una italiana “ariana”: nel settembre del 1939 sarà condotto fuori del Regno, a Postumia. Nel suo caso il provvedimento di espulsione andò oltre quanto previsto dalle stesse leggi razziali sulle famiglie miste; le autorità locali da parte loro, nel timore di vedere la stagione estiva compromessa qualora il prestigioso albergo non fosse stato riaperto, gli mostrarono ben scarsa solidarietà. Il caso fu certamente problematico se è vero che nel dicembre 1943 il Comune di Cattolica non era ancora riuscito a sequestrare la proprietà immobiliare del Widger, scorporandola da quella del socio. Via via i provvedimenti si susseguirono diventando sempre più stringenti e repressivi, intimando l’espulsione degli ebrei stranieri, il divieto di matrimonio tra italiani con gli ebrei o altri appartenenti a razza “non ariana”, l’espulsione dalle scuole fasciste ovvero la non ammissione di tutti gli insegnanti, personale e studenti di “razza ebraica”, la cancellazione degli iscritti ebraici dagli Albi professionali, e così via, rendendo progressivamente quasi impossibile la vita ai cittadini di origine ebraica, ad esclusione parziale di coloro che potessero vantare particolari benemerenze di guerra o fasciste (“discriminati”) o fossero capaci di barcamenarsi attraverso cavilli burocratici, interpretazioni normative e certificazioni fasulle. Tutto diventò più tragico dopo l’8 settembre 1943, con l’uscita del Regno d’Italia dall’alleanza con la Germania nazista: a seguito dell’occupazione militare tedesca e la nascita del governo-fantoccio della R.S.I. i provvedimenti antiebraici diventarono punitivi e radicali, con il sequestro dei beni mobili ed immobili, costringendo migliaia di famiglie ebraiche alla fuga verso

luoghi (città o nazioni) ritenuti sicuri. Il censimento, aggiornato alla fine del 1943, si era ormai trasformato in una vera e propria schedatura, consegnata al Prefetto ed al Comando militare germanico, dettagliata e finalizzata alla deportazione ed allo sterminio. Alla fine del 1943 risultavano nuovamente censiti nella provincia di Forlì tutti gli ebrei, facenti parte di 23 famiglie residenti a Rimini (44 persone inclusi i nuclei familiari) e 7 famiglie residenti a Riccione (circa 20 persone inclusi i nuclei familiari); a Cattolica risultavano 2 famiglie residenti, i cui componenti - tutti ebraici - erano stati fermati per essere successivamente condotti in campo di concentramento: Ubaldo Coen con la moglie Giuseppina Livi e la figlia Marcella; Eugenia Morpurgo (Malpurgo) con la figlia Leony (Icony) Altarass e la nipote Bruna Semprini. Dai documenti della Questura di

Forlì emerge anche il caso di 3 persone catturate a Cattolica alla fine del 1943 per essere inviate nei campi di concentramento (tra cui fu tristemente noto quello di Fossoli nel modenese): i giovani Bruna e Carlo Sevini con la madre Leony e la nonna Eugenia. Il maresciallo dei carabinieri, con cui erano in contatto, preavvisò la giovane che si stava predisponendo la cattura di tutti gli ebrei presenti nella zona; bloccate a causa della anziana donna inferma, quando stavano per attuare un trasferimento a Pesaro le tre donne vennero arrestate (Carlo riuscì casualmente a sfuggire) e imprigionate nella Rocca Malatestiana a Rimini assieme ai 3 membri della famiglia cattolichina Coen. Il caso volle l'edificio fosse colpito nel corso di uno dei devastanti bombardamenti aerei di Rimini condotti dalle forze alleate, scardinando il portone e consentendo ai prigionieri di fuggire e nascondersi - almeno nel caso dei Savini -

presso le sedi conventuali di Miramare e Santarcangelo di Romagna della Congregazione delle Sorelle dell'Immacolata fino alla fine della guerra. Nella provincia forlivese, durante la guerra, appaiono tuttavia numerosi casi noti di sostegno dati dalla popolazione agli ebrei residenti o di passaggio, per solidarietà umana o a pagamento, tanto più meritori in quanto, oltre all’odio ed alle menzogna scatenata contro di essi, esistevano anche delle taglie sugli ebrei latitanti. A Cattolica Wilma Galluzzi, figlia del partigiano Ezio, segnala che clandestinamente la marineria locale in numerosi casi fornì mezzi di trasbordo per fuggire via mare verso sud, oltre la linea del fronte. Uno di questi fu il trasbordo con la barca del partigiano Guerrino Bianchini [v. La Piazza, ottobre 2013], in cui vennero imbarcati oltre a J. T. Ferguson, un ufficiale inglese in fuga, anche i due ebrei Tullio Perlmutter e Ruggero Cagnazzo: all'arrivo a Termoli quest'ultimo e l'ufficiale britannico vennero contattati e poi reclutati dal MI9 britannico come agenti segreti e reinviati indietro, in Romagna, per organizzare la fuga di tre generali inglesi [v. La Piazza, dicembre 2013]. Nella vicina Gabicce - noto il comportamento del segretario comunale Loris Sgarbi e del sindaco Romeo Zoppi che fornirono documenti con cognomi falsificati a varie famiglie ebree in fuga: tra di esse - oggi ben noto il caso delle famiglie di Enzo Finzi (rinominata Franzi) e Giuseppe Rimini (rinominata Ruini), provenienti da Ferrara e Mantova. Bloccati durante la loro fuga verso il sud a Gabicce, rischiarono di essere scoperti ma grazie ai documenti forniti loro ed al diretto intervento di Guido Morganti, un sarto di Cattolica che li riconobbe ma che, considerando una delle famiglie benefattrici della sua, provvedette ad organizzare il trasferimento verso luoghi sicuri nell'interno, ove essi trovarono ospitalità: a Morciano presso Suor Fernanda Barbieri, Superiora delle Maestre Pie dell'Addolorata, e a Mondaino preso il convento delle Clarisse, tenuto dalla badessa Madre Teresa Lombardi. Morganti non racconterà ad alcuno della sua famiglia questo gesto che avrebbe potuto costargli la vita e solo alcuni decenni dopo la sua morte, grazie alla testimonianza delle famiglie salvate, il fatto verrà reso pubblico e gli verrà consegnato alla memoria il riconoscimento israeliano di “Giusto tra le Nazioni”,

attribuito a tutti coloro che disinteressatamente aiutarono il popolo ebraico a salvarsi durante la 2.a guerra mondiale. Sempre a Gabicce Diva Della Santina, interprete presso il locale Comando tedesco, sottrasse e riprodusse il timbro nazista necessario alla produzione dei documenti falsi utili ai fuggiaschi ebrei. Estremamente significativo, nel riminese, è l'episodio di salvataggio che vide a Bellaria come protagonisti Ezio Giorgetti, proprietario dell'albergo Savoia, e il maresciallo dei carabinieri Osman Carugno, grazie ai quali fu protetto e messo in salvo un gruppo di ben 39 ebrei, con la collaborazione del segretario del Comune di San Mauro Pascoli, l'avvocato Giovanetti, e il sostegno della Curia di Rimini nelle persone del Vescovo Scozzoli e del suo segretario, monsignor Pasolini. Per il loro comportamento Giorgetti e Carugno furono anch'essi stati insigniti del titolo di “Giusto tra le Nazioni”. Nella vicina Viserba avvennero analoghi episodi di sostegno e salvataggio ad opera del medico condotto, il dottor Eustachio Nanni, e di un dipendente dell’anagrafe del Comune di Rimini, Mario Gentilini. A Rimini sono segnalati i casi dei Ferrari, protetti dalle famiglie Zavoli e Giannini, e di Lidia Gottardi, nascosta dalla famiglia Lazzari Agli. A Verucchio la famiglia Foschi ospitò per alcuni mesi la famiglia ebraica di T.A. La stessa Repubblica di San Marino, su pressione italiana e tedesca, promulgò delle leggi “in difesa della razza” solo alla fine del 1942 (quattro anni dopo quelle italiane), ma rimanendo fedele alla sua lunga tradizione di ospitalità, offrì rifugio a numerose famiglie ebree, anche dopo l’entrata in vigore delle leggi razziali. Le leggi antiebraiche trovarono dunque sin troppi zelanti esecutori ma, in Romagna come in tutta l’Italia, anche tanti cittadini che, armati solo del coraggio che gli veniva dal superiore rispetto per la propria coscienza di essere umano, ad esse seppero opporsi e che oggi giustamente onoriamo. Per chi desiderasse approfondire consiglio di leggere per un inquadramento generale il libro di Patrizia Dogliani (a cura di), Romagna tra fascismo e antifascismo 1919-1945. Il Forlivese -Cesenate e il Riminese, Clueb, Bologna, 2006, edito in occasione del 60.mo anniversario della Liberazione - da cui in questo articolo si è largamente attinto - e per la vicenda riguardante Guido Morganti il libro autobiografico di uno dei protagonisti, Cesare Rimini, Una carta in più, Mondadori, Milano, 1997. *Presidente ANPI Cattolica-Valconca



CATTOLICA

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Al confine tra Cattolica e San Giovanni. Terra di contadini

Le storie umane di via Luciona Lì vi era la zona dei possidenti, che erano: gli Zangheri (Suclen), i Cerri (Cer),i Galli (Bazot) dalla parte di Cattolica, mentre dalla parte di S. Giovanni vi erano i Bernabè (Garguret). Alla fine di via Luciona prima del ponte dell’autostrada c’era una grossa famiglia di mezzadri e i Del Prete (Mascarac); uno di questi, Amato (Maden), e la moglie Stella...

I

Dopo ottant’anni uno dei balilla Savio Bianchini alla porta del granaio dei Malatesta. Il vecchio faro del porto canale al centro della rotonda. Quello che rimane della “madre” casa Zangheri.

CATTOLICA AMARCORD di Savio Bianchini - Eravamo nell’anno 1935: quella vecchia strada molto importante che da Cattolica portava in San Giovanni si chiamava via Saludecese; oggi è quasi scomparsa, per 200 metri circa ancora esiste e porta sempre questo nome. Ad un certo punto dopo il cimitero faceva angolo con via Luciona che divideva i due comuni, S.Giovanni e Cattolica. Lì vi era la zona dei possidenti, che erano: gli Zangheri (Suclen), i Cerri (Cer),i Galli (Bazot) dalla parte di Cattolica, mentre dalla parte di S. Giovanni vi erano i Bernabè (Garguret). Alla fine di via Luciona prima del ponte dell’autostrada c’era una grossa famiglia di mezzadri e i Del Prete (Mascarac); uno di questi, Amato (Maden), e la moglie Stella lasciarono quel podere e andarono a vivere al mulino del Ventena dove si sostennero per qualche anno grazie ad una mucca da latte e al lavoro di lui come apprendista macellaio. Poi acquistarono un lotto di terra in via Dei Lillà e costruirono in un primo tempo un appartamento ed in seguito aprirono una macelleria che oggi è gestita dal figlio Mauro e dalla moglie Giusi. Tanti i Del Prete usciti da quella via che poi si avvicinarono a casa mia; li ricordo tutti: Primo, Secondo, la Main, Serafino più volte con Maden e Batec... Adesso torno in via Luciona per parlare degli Zangheri, detti Suclen, che erano tre fratelli. Uno di loro, Luigi (Gigin) l’ho conosciuto appena, faceva un altro mestiere non si era dedicato all’agricoltura, mentre suo figlio Giuseppe lo conoscevo bene. Ma ad un altro fratello, di nome Tonino, ero molto legato. Spesso lo seguivo durante le sue battute di caccia alle allodole e più volte l’ho aiutato a cercare quelle ferite. Un giorno di quel lontano anno, partendo da via Saludecese, nel giro di qualche ora della nostra battuta di caccia, io e Tonino siamo arrivati nella zona dell’ospedale Cervesi e già “i pezzi” abbattuti erano sopra i 40. Ci siamo fermati davanti alla casa di Giuseppe Vanni che di Tonino aveva sposato la sorella Teresa; siamo entrati sotto quel tetto perché lei aveva dato alla luce il secondo figlio. Sempre insieme siamo saliti in camera da letto e Tonino per quell’occasione aveva deciso di regalare loro tutta la cacciagione! Quindi in quel giorno allegro e bello siamo tornati a casa senza un uccello! Però avevamo visto quel bambino che oggi

è mio amico e fu chiamato Rino. Voglio parlarvi anche di Agostino, l’altro fratello, che conoscevo molto bene; quando lo incontravo si fermava a chiacchierare per parecchio tempo e non si muoveva, fermo immobile come una colonna, però il discorso era sempre quello: bisognava parlar solo “della donna”. Tutti questi benestanti nei pomeriggi dei giorni di festa si davano appuntamento da Caldari (Calder) dove oggi abita “Ciaroni”; il podere era di Luigi Clementoni (Gigin Palota); giocavano a bocce intorno a quei pagliai ma non potevano giocare a lungo perché nelle loro stalle avevano le bestie che a una certa ora dovevano essere “governate”, cioè accudite. Intorno a loro c’erano tanti curiosi, uno di quelli ero io, bambino di soli 10 anni. Ricordo quella domenica che avevo il gesso a un piede e mi annoiavo a stare a

casa da solo; allora la mia mamma mi aveva messo su un carretto tirato a mano da lei, poi mi aveva scaricato sotto il fico di Caldari. Tutti risero perché lì c’era un altro zoppo, Galli Pasquale (Bazot). Quel gesso a stivale che avevo tenuto per un mese mi aveva fatto perdere la scuola, però mi ritrovai in casa, non so come fosse capitato, quel famoso libro, la “Divina Commedia”; imparai più cose in quel mese che in cinque anni di scuola elementare. Dante su di me ha lasciato un segno, tanto che ancora oggi ricordo alcuni passi a memoria e mi piace recitarli. Ora ritorno al verde di quei cipressi che mi era particolarmente familiare, dato che il mio bisnonno Carlo prima e poi mio zio Cesare (Cison) avevano lavorato come custodi del cimitero... E torno ai possidenti che erano molto legati alla loro terra forse perché

ARTE

Riapre lo studio Gennari In via Cattaneo 9. Qui tutto è rimasto come prima. Dipinti, disegni, sculture, libri... vive la presenza di Augusto - L'artista Augusto Gennari è scomparso il 19-62013. Dopo il ricordo affettuoso verso una persona di grande sensibilità, la famiglia ha cercato di dare il giusto spessore e valore alla sua ampia produzione artistica. Sono seguite diverse mostre e iniziative che hanno messo al centro il ruolo importante di Gennari nel panorama artistico locale e nazionale. La sua “Dimorarte” in località Saludecio raccoglie diverse opere e, su richiesta, è visitabile tutto l'anno. Augusto aveva già aperto una quindicina di anni fa uno spazio a Cattolica in via Cattaneo. Era il suo studio, ma la sua idea era di farne una piccola galleria d'arte. Un luogo d'incontro per parlare d'arte, confrontarsi con altri artisti e amanti dell'arte: un luogo di idee. Qui in pratica tutto è rimasto come lo aveva lasciato lui.

non avevano un padrone. Torno con la memoria indietro fino a quel giorno quando una decina di bambini stavano camminando sulla sponda del torrente dove più volte ci fermavamo a dissetarci; 3-4 di noi avevano già finito le elementari e negli ultimi anni di scuola avevamo portato da casa un cucchiaio e un limone per riuscire a bere con minor fatica l’olio di fegato di merluzzo offerto dal Duce. Quei balilla, figli di braccianti, carrettieri e contadini erano in piena forma per poter ovviamente andare a lavorare, poiché continuare a studiare per noi era solo un sogno. Eravamo molto vivaci, tanto che Gigin Palota chiamava noi bambini “quei rapaci”. Un pallone non c’era, così tante volte con un elastico facevamo dei lacci che servivano a tener fermi carta e stracci; altre volte cercavamo i nidi ed eravamo molto attenti a cercar qualcosa da mettere sotto ai denti. Allora più si rispettava il contadino, mentre si cercava qualcosa dai possidenti. Questo fatto vero, incomincia nei pressi del cimitero, quando, seguendo con attenzione, vidi la famiglia Zangheri che lavorava lontano dalla sua abitazione. Giorni prima avevo notato l’anguria ed

il melone dove era stato piantato. Ora bisognava agire in fretta, basta col guardare, qualcuno da un momento all’altro, potrebbe a casa tornare. Così una parte della nostra comitiva, quella piccola marmaglia, l’abbiamo messa di guardia ma nascosta dalla paglia, mentre quattro di noi, tagliando corto, insieme siamo entrati dentro l’orto; preso di mira quelle due angurie grosse, qualcuno disse: <Dovrebbero bastare, ma chissà se saran rosse?>. Con quelle due angurie appena abbracciate, ci rendiamo conto che non si poteva correre, così più volte son passate dalle braccia di uno a quelle di un altro per circa 200 metri e, dopo tanti ostacoli superati, finalmente siamo arrivati dove oggi c’è quel tubo che porta acqua che viene da Ridracoli. Adesso è festa, siamo seduti in cerchio, in centro il bottino, circondati da canne, erbacce e acacia, ma abbiamo ancora un problema su quella sponda del Ventena... perché da quel bosco fitto spuntò un uomo, proprio quello che non ce la faceva a stare zitto. Lo sapevamo tutti, nella nostra compagnia, che si divertiva tanto a fare la spia. Poi uno di noi disse :< è mio zio, sono parente, se va a

COMUNITA'

101, auguri nonna Terzina Terzina Colonna, vedova Piccioni

Augusto Gennari Quadri, sculture e disegni appesi alle pareti e disseminati qua e là; tanti bozzetti e opere incompiute; decine di libri e cataloghi; i colori, le terre, pennelli, macchie di colore sovrapposte sul tavolo... le sue impronte, non solo quelle della sua espressione artistica, ma proprio quelle delle sue dita creatrici. Odori d'arte... La galleria Gennari è aperta tutti i giovedì dalle 16 alle 18. Una occasione unica per tuffarsi nello studio di un artista. Informazioni: 3398015953

- Terzina Colonna, vedova Piccioni, ha compiuto 101 anni lo scorso 30 gennaio.. E' stata calorosamente festeggiata dai figli Umberto e Silvano, la nuora Teresa, i nipoti Cristina, Cristian e Saul, dalla

pronipote Maria. Terzina, ancora lucida, attiva e curiosa, segue i lavori di casa, guarda la televisione e si diletta con le parole incrociate. Si lamenta solo del fatto che vorrebbe fare ancora tante cose... Auguri!

fare la spia, è proprio un deficiente!>. E così fu ospitato, si fermò con noi a mangiare: tutti convinti, non dovrebbe parlare. Ora spacchiamo la prima: è dolce, di un rosso perfetto, ma non è bastata. La seconda buona, ma sbiadita. Adesso che siamo sazi, della seconda ne è rimasta più della metà. Tutti d’accordo decidemmo di darla a quella persona indesiderata che aprì Il suo sacco dicendo: <Ho tanti animali! Porto via anche le bucce!>. Tutti a casa quei balilla, giganti della storia. Ma una decina di giorni dopo, sotto il portico di casa mia, vedo Tonino, con in spalla quel grosso fucile a tre colpi, che tornava dalla caccia. Lo raggiunsi in strada, come altre volte avevo fatto e gli chiesi: <Come è andata la caccia?> (cus te ‘mazè?), ma guardandolo in faccia, mi accorsi che qualcosa non andava e mi rispose: <o ‘mazè du angur>. Savio, e fiol ad Pusccion, guasi guasi el tuliva mei sui deva un sciafon, e po’ ‘cla matena u ‘ma fat la rumanzena, u ma det: <Te si e fiol d’un contaden, t’avev da de l’esempie, inveci da guidì e brenc t l’ort ad suclen!>. Ma me, daventi lò, da sol, u me nu cla forza da dmandei :< tiè trat ad ferme o ad vol?>. Quella spia aveva parlato tanto e infine gli aveva detto: <è stato Savio a tirar quel branco!>. Una quindicina di giorni dopo ero alla stornara su quel campo che la mia mamma aveva coltivato, chiamato “la battaina” perché lì c’era stata una scaramuccia tra le forze Pontificie e Garibaldi. Ho visto arrivare Tonino, sempre con quel fucile, voleva allontanarmi, ma decisi di restare. Lui mi guardò, mi sorrise e le cose tornarono come prima. Oggi, quando rientro da “San Giovanni”, mi fermo alla rotonda, son passati tanti anni; su quella bretella passano tante auto, ci sono tanti rumori, dove i Zangheri piantavano i meloni, oggi ci sono i pullman della ditta “Salvadori” che guardo con piacere, perché anni fa, con loro, lavorò Giuseppe, mio figlio che imparò il mestiere. In mezzo alla rotonda è stato messo un faro, per ricordare i marinai e onorare il loro duro lavoro e la loro memoria, ma la mia mente dice che questo luogo appartiene anche a tutti gli amici di cui qui vi ho parlato, e magari, se volete essere buoni, pensate passando qua anche quei piccoli mascalzoni, che hanno amato e goduto della nostra terra e dei suoi frutti e per questo vi ringrazio, grazie a tutti.


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Febbraio 2015

CATTOLICA

Vincenzo Sparagna è il “guru” della satira italiana. Tra i fondatori della mitica rivista “Il Male”, “Frigidaire” e altre

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La satira tra passato e presente “La satira, narrazione rovesciata e paradossale della realtà che ha come sua essenza la derisione del fanatismo, dell’ipocrisia e del potere, è la manifestazione più estrema del libero pensiero. Accettare di non toccare certi temi a causa delle minacce di morte dell’integralismo islamico significa piegarsi a una subalternità devastante in ogni campo del sapere e dell’arte” L'INTERVENTO di Vincenzo Sparagna* - La strage dei nostri amici di Charlie Hebdo a Parigi ha scaraventato al centro dell’attenzione mediatica il problema della legittimità e dei limiti della satira nel mondo contemporaneo. Una questione affrontata per anni con poco coraggio dopo le proteste dei musulmani contro le vignette pubblicate il 30 settembre 2005 dal quotidiano danese Jyllands Posten. Disegni satirici, in uno dei quali Maometto veniva raffigurato profeticamente con una bomba al posto del turbante, che erano una risposta polemica al rifiuto di molti artisti di illustrare un libro per bambini sulla vita di Maometto

per paura di rappresaglie. Le stesse vignette vennero riprese da Charlie Hebdo e da allora la redazione di Charlie, anche dopo essere stata colpita direttamente nel 2011 da un attacco incendiario che devastò la loro sede, decise di insistere nella sua critica satirica alle aberrazioni civili e umane derivanti dall’interpretazione letterale del Corano. Fu una scelta giusta o un atto di pericoloso avventurismo? A questa domanda la satira fasulla, da salotto televisivo, che negli ultimi anni ha invaso la scena italiana (e non solo) ha sempre risposto criticando Charlie per la sua temerarietà, salvo a far

Vincenzo Sparagna (a sinistra) con Gabriele Paci a Cattolica per il 30° di Radio Talpa Sopra la copertina dell'ultimo numero della rivista in edicola propria ipocritamente dopo il massacro la frase Je suis Charlie. La critica non si limitava a suggerire prudenza, accettava implicitamente la logica delle minacce, per la quale ci sono argomenti che non vanno neppure sfiorati per non offendere i fedeli musulmani. E qui incontriamo il primo paradosso di questa storia. Perché a invocare prudenza verso l’Islam e il suo profeta erano gli

stessi satiri che si sono spesso scatenati nella derisione di Cristo, dei santi, dei papi, della chiesa cattolica, dei protestanti, dei testimoni di Geova e compagnia pregando. Questi suggeritori di moderazione a senso unico, spavaldi quando non si rischia nulla, timidi di fronte alle minacce, hanno di fatto isolato i disegnatori di Charlie, lasciando solo a loro (e a pochissimi altri come noi de Il

Nuovo Male) il peso della battaglia per la libertà della satira e del pensiero tout court. Perché la satira, narrazione rovesciata e paradossale della realtà che ha come sua essenza la derisione del fanatismo, dell’ipocrisia e del potere, è la manifestazione più estrema del libero pensiero. Accettare di non toccare certi temi a causa delle minacce di morte dell’integralismo islamico signi-

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fica piegarsi a una subalternità devastante in ogni campo del sapere e dell’arte. Non dimentichiamo che i terroristi islamici hanno assassinato anche il regista olandese Teo Van Gogh per un semplice documentario sulla condizione della donna nell’Islam e che lo scrittore Salman Rushdie vive da anni in semiclandestinità a causa della fatwa scagliata contro di lui dagli ayatollah iraniani per il suo romanzo “Versetti satanici”. Del resto cosa vuol dire non offendere Maometto o l’Islam? Chi stabilisce dove comincia l’offesa e finisce il libero giudizio? Pensare che deciderlo sia compito dei cosiddetti credenti, per i quali ogni rappresentazione del profeta è intollerabile, significa subire la loro visione di un’umanità divisa in due, da una parte i fedeli all’Islam (nelle sue due facce sunnita e sciita), dall’altra la maggioranza degli esseri umani, tutti infedeli da convertire o distruggere. Questa visione dualistica è la negazione radicale dei diritti umani, tra i quali vi è la libertà di credere al Dio che si vuole o a nessun Dio. La satira in questa lotta postmoderna e globale contro il fanatismo si trova schiacciata tra le censure di tutti i poteri laici, che la vorrebbero morbida e divertente, ovvero ridotta a innocuo umorismo di contorno, e le minacce di morte degli islamisti. Aggiungo che la distinzione corrente e consolatoria tra moderati ed estremisti è molto meno netta di quanto certi commentatori facciano finta di credere. Questo perché da molti anni domina tra i sunniti la dottrina wahhabita dei regnanti sauditi che, azzerando secoli di interpretazioni delle scuole coraniche, predica l’applicazione letterale del Corano, un testo di quattordici secoli fa, zeppo di leggi barbare come la famigerata sharia. Del resto sia nella versione sunnita che sciita l’Islam è l’unica religione teocratica al mondo, cioè non riconosce la distinzione tra potere politico e religioso. Certo non tutti i musulmani, più o meno osservanti, sono dei terroristi, anzi la maggior parte vive una vita pacifica e tranquilla, ma tutti i terroristi islamici uccidono o muoiono senza esitazioni nel nome di Allah. In conclusione direi che rinunciare a satireggiare le mostruose aberrazioni dell’integralismo islamista non è un atto di saggia prudenza, ma il peggiore degli avventurismi possibili, che mette in pericolo non solo la satira, ma la stessa possibilità di difenderci dal fanatismo omicida. Negli anni ‘30 la vigliaccheria favorì la crescita del nazismo, oggi rischia di moltiplicare l’arroganza e l’avidità di sangue del neonazismo jihadista. *Direttore di Frigidaire e de Il Nuovo Male


CATTOLICA

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Aperitivo Letterario7: Davide Bacchilega e Ettore Tombesi BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO San Giovanni - Via dei Castagni 47 - Tel. 0541. 956654 Rimini - Via Marecchiese 2/A - Tel. 0541.791969

- Gli ultimi due appuntamenti della rassegna “Aperitivo Letterario 7” dedicata al tema della Romagna Felix, la Romagna operosa e feconda, presentata dall’Assessora Anna Sanchi, disinvolta presentatrice oltre che affabile e spigliata interlocutrice degli autori ospiti del Centro Culturale Polivalente, hanno avuto come protagonisti Davide Bacchilega e Ettore Tombesi. Sabato 22 novembre DAVIDE BACCHILEGA, nativo di Lugo e attivo a Bologna in un’agenzia di comunicazione come copywriter e direttore creativo, nel libro I romagnoli ammazzano al mercoledì descrive diverse tematiche di vita introdotte dai suoi cinque personaggi, tutti di anni trentanove. Trentanove: uno meno di quaranta, un’età simbolica, un po’ di mezzo, vicina all’età dell’autore (nato nel 1977). Un’età in cui ancora accadono o ci si possono ancora attendere cambiamenti ed avventure. I cinque personaggi alter ego dell’autore fanno quello che lui - e noi - non possiamo fare, sperimentano quel lato della vita che i freni inibitori ci impediscono di esplorare. Il fil rouge che li accomuna è nella trama del romanzo, nell’ordito sono intessuti la propensione alla truffa, il poker e il giorno mercoledì... Il romanzo è ambientato tra Rimini e Milano Marittima, dove “ci sono più soldi e donne più ricche”, dove si snodano storie leggere e pesanti, pro-

Un pizzico di noir e il bagnino che...

di Patrizia Mascarucci

cerca del cielo sereno. Bacchilega non perde l’occasione offerta dalla scrittura per riflettere sull’esistenza, sulle scelte di vita, sui conflitti, per cogliere la potenza della parola e approfittare della sua intrinseca capacità di creare nuovi mondi. Per l’acquisto del libro: http://www.ibs.it/code/ 9788895744292/bacchilegadavide/romagnoli-ammazzano-mercoledig.html Sabato 29 novembre il riminese ETTORE TOMBESI, nella vita marinaio di salvataggio, ha presentato la raccolta di racconti brevi dal titolo Adriaticamente. Insieme all’amico Loris Falconi - filosofo, counselor, ipnologo e ipnotista - ha accompagnato l’affezionato pubblico di “Aperitivo letterario” nella ricostruzione di episodi realmente accaduti durante il suo lavoro estivo. La vita e le avventure di spiaggia sono note e si ripetono in tutta la Riviera ma sotto

l’esperta guida di Loris e attraverso la generosa narrazione di Ettore il pubblico ha potuto scoprire un punto di vista particolare, quello di una persona cui è affidata la sicurezza della vita dei bagnanti. Il bagnino scruta il mare e segue le persone con sguardo vigile, guarda con occhio esperto le ragazze ma non si distrae... In riva al mare e sull’acqua nascono pensieri e storie che danno senzazioni di leggerezza e di malinconia, ogni fatto quotidiano diventa occasione di racconto, e sorge spontanea la sintesi filosofica di quanto accade di semplice, all’apparenza scontato, ma pieno di spunti di riflessione e di insegnamento. Ettore è spontaneo e divertente, una persona che ha fatto dei ricordi un modo per valutare i comportamenti umani con ironia, cogliendone gli aspetti comici e quelli fastidiosi ma sempre con umanità e indulgenza. La sua scrittura, fresca e

Gruppo composto da tre ragazzi di Cattolica e Gabicce. Testi propri e in italiano. In arrivo il secondo album

Figura4, rock duro e testi impegnati La band Figura4 nella formazione attuale. Da sinistra: Alex Masini (batteria), Stefano Perilli (voce), Simone Andruccioli (basso)

MUSICA - I Figura4 nascono nel Febbraio del 2011 dall’ idea comune di Luca Virga e Simone Andruccioli. Poco dopo incontrano, tramite conoscenze in comune, Stefano Perilli, cantante e compositore fino ad allora solista. “Crossover” è la parola che da subito accomuna i primi scambi di opinione e approfittando di un brano, già in cantiere, di Stefano, inizia subito una collaborazione per la creazione del primo lavoro del gruppo intitolato “Non sono nato a Marzi”, una sorta di prova del Nove per testare le potenzialità del progetto. Questo primo “Inedito” spinge oltre alle aspettative gli entusiasmi dei 3 componenti ormai decisi a continuare su questa strada. La formazione si completa con l’arrivo di Alex

Masini, con cui Simone aveva già collaborato in precedenza in altre band. Da subito i Figura4 iniziano a comporre musica inedita e poco dopo rilasciano il primo EP autoprodotto “Una Brutta Piega”, inciso in cantina, di 5

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Le copertine dei libri di Davide Bacchilega e Ettore Tombesi

CULTURA

prio come accade nelle località rivierasche, luoghi di vacanze e di vita vera. Davide Bacchilega, dallo stile dinamico ed incalzante incardinato nei meccanismi narrativi del noir di cui l’appassiona la suspence e i colpi di scena, dopo aver fatto illudere i suoi protagonisti di potersi sbizzarrire all’insaputa dell’autore, li riafferra e li riconduce all’obbedienza con un pizzico di sadismo divertito. Bacchilega è un disciplinato metodico scrittore e attinge ad un fatto di cronaca solo per la storia di Ruben, per il resto si affida alla sua vena creativa controllata dalla propensione per la matematica. I suoi personaggi rappresentano le contraddizioni della vita, sono divertenti e disadattati, non si può non solidarizzare con loro. Come si fa a non indulgere con coloro che, in cerca di fortuna e di se stessi, svicolano tra le maglie di una società civile organizzata sul rendimento? Quei cinque sanno bene che per loro è meglio vivere rincorrendo avventure piuttosto che calarsi in una realtà in cui il merito non conta, conta la legge del più forte e del successo. Tutti fattori dal colore grigio, inibitori di sogni da cui rifuggono in

BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO

brani che propongono nel primo Live che risale al 14/05/ 2011. Da allora la band ha ottenuto svariati consensi nei live e vanta 1 EP, 1 album intitolato “Il Paese delle Scimmie”, registrato e pubblicato nel 2012, un

videoclip ufficiale “Monkey Paradise”, la partecipazione a diverse compilation e la vittoria di alcuni contest per gruppi emergenti. Nel 2014 i quattro iniziano le registrazioni del loro secondo disco “Figura4”. Finite le registrazioni, Luca abbandona il gruppo, partecipando comunque attivamente ai lavori di realizzazione dell’album. A questo punto i Figura4, intenti a proseguire nel progetto, cercano soluzioni in grado di mantenere la formazione attuale di tre componenti, creando un sound innovativo ed essenziale. L’uscita del secondo album è prevista per febbraio/marzo 2015.

divertente, restituisce un’immagine dell’essere umano colto durante le vacanze nel momento più sereno dell’anno, durante il quale dovrebbe esternare il meglio di sé ed invece spesso si lascia andare mostrando il lato peggiore, talvolta ridicolo ma sempre degno di accettazione e comprensione. Racconta di Danielone, un bagnino che trovò una mucca in mezzo al mare; dei bambini che affollavano il suo ombrellone e avevano bisogno di di parlare e di essere ascoltati; della giovane tedeschina che si presentò ad un appuntamento galante tutta vestita di rosa, con fiocco sull’abito e tra i capelli e con i calzini col pompon, della cui anacronistica ingenuità lui volle liberarsi dileguandosi velocemente alla prima occasione. Racconta del vento che scandisce le giornate in mare; dell’abitudine a contare le onde, con ventun onde al minuto non si esce in mare; del

caldo e del freddo che indurisce i muscoli e rende dolorosa la remata. Loda l’unicità dell’accoglienza romagnola, il punto forte di tutti gli operatori turistici e dei marinai di salvataggio, veri esperti metereologi che non hanno bisogno di strumenti e rilevazioni per prevedere il tempo, bastandogli i cinque sensi. Del suo lavoro rimpiange l’inebriante senzazione di rientrare col moscone con l’onda alle spalle che sospinge lo scafo come fosse un surf: il mare mosso dà la tremarella e sfida il marinaio a domarla. Ettore ha frequentato la Scuola di scrittura creativa “Rablè” di Paolo Vachino e questa esperienza l’ha aiutato ad esprimere compiutamente quel qualcosa che «avverti, che vivi, che non sapresti descrivere nemmeno a parole»... e di cui non può più fare a meno: da allora non ha più smesso di scrivere. Per l’acquisto del libro: http://www.ibs.it/libri/ t o m b e s i + e t t o r e / libri+di+tombesi+ettore.html

Il Premio Nazionale Cattolica di poesia dialettale 1950-'55. Giuria composta da De Filippo, Quasimodo, Russo, Sereni, Trevisani, Caretti...

Inchiesta della Piazza sul Calendario del Popolo CULTURA - “Il Calendario del Popolo” è una delle riviste più longeve e prestigiose d'Italia. Il sottotilo “Rivista di cultura fondata nel 1945” lo certifica. Ci hanno scritto il fior fiore degli intellettuali e personaggi della cultura. Da tempo non manca mai la firma di Luciano Canfora... solo per citarne una. Il numero 765 è di dicembre (un numero doppio) e con piacevole sorpresa riporta ben tre pagine (corredate di fotografie) dell'inchiesta che la Piazza pubblicò (a firma di Enzo Cecchini) nei mesi di gennaio e febbraio 2002 sul famoso “Premio Nazionale Cattolica di poesia dialettale”. Titolo dell'inchiesta: “Quando a Cattolica De Filippo, Quasimodo...”. Un grande onore. Riportiamo l'incipit dell'articolo. “Dal 1950 al 1955 il Calendario del Popolo promosse una delle manifestazioni culturali più prestigiose d'Italia: il Premio Nazionale Cattolica di poesia dialettale. E' nostra intenzione, con il contributo della città di Cattolica, raccogliere tutte le

La copertina de “Il Calendario del Popolo”

testimonianze e i documenti che hanno contrassegnato la vicenda del Premio, per organizzare al meglio il recupero della memoria. Riproponiamo due articoli, usciti a gennaio e febbraio 2002 sulle pagine del Giornale di Cattolica del mensile la Piazza, che raccontano l'importanza dell'iniziativa e forniscono numerose indicazioni sugli autori, i componenti della giuria, i promotori e le vicende politiche che contraddistinsero questa importante manifestazione culturale”.



Riflessioni bibliche “Non possiamo non definirci cristiani”, Benedetto Croce

IMPEGNO CIVILE

vuoto quantistico, vuol dire che non è nato dal nulla. Perché qualcosa che può fluttuare non è il nulla, il non essere. E dunque questo non fa che spostare più indietro la questione: se Dio non è imprescindibile per spiegare il Big Bang, ne abbiamo però bisogno per spiegare queste potenzialità del vuoto quantistico. Conviene tuttavia analizzare ciò che questo ragionamento comporta. Introdurre Dio per spiegare quello che incontriamo alla frontiera ultima della conoscenza, al confine di ciò che non comprendiamo, porta con sé il rischio che il progresso della scienza, sempre positivo e auspicabile, ci porti a capire di più e meglio l’universo sottraendo pertanto sempre più terreno a Dio. Seguendo questo ragionamento, è facile rendersi conto che, se abbiamo ancora bisogno di Dio per qualcosa, tra poco, quando la scienza ne saprà di più, non ne avremo più bisogno affatto. (...).

Riflessioni bibliche “Il cristianesimo ha tradito Gesù?”, Giorgio Jossa

Il fisico Stephen Hawking

di Guglielmo Rodriguez Izquiendo (gesuita e fisico)

Un altro astrofisico ha precisato che, se il Big Bang risulta essere la conseguenza di fluttuazioni del vuoto quantistico, vuol dire che non è nato dal nulla. Perché qualcosa che può fluttuare non è il nulla

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“Non c'è nessun Dio, sono ateo”. Le reazioni dei credenti al famoso fisico inglese

LA RIFLESSIONE

- Lo scorso 21 settembre il quotidiano El Mundo ha pubblicato alcune dichiarazioni di Stephen Hawking con il titolo: «Non c’è nessun Dio, sono ateo». Quello che dice Hawking, eminente autorità della fisica, esercita sempre un forte impatto sulla comunità scientifica e sul pubblico in generale. Non si tratta di dichiarazioni nuove: in precedenti lavori Hawking aveva già sostenuto che Dio non sarebbe necessario per spiegare il Big Bang. E ora ribadisce la sua convinzione che la scienza arriverà a conoscere tutto ciò che è intellegibile. È partendo da qui che Hawking, come molti altri, si dichiara ateo. Tra i credenti si sono registrate varie reazioni a queste dichiarazioni. A cominciare da quella di un altro astrofisico, il quale ha precisato che, se il Big Bang risulta essere la conseguenza di fluttuazioni del

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molto: altri argomentano e distinguono più e meglio di lui. Egli stesso, del resto, esprime ciò più modestamente sotto forma di opinione. Si tratta, certo, di opinioni di qualcuno che è un’autorità della Fisica, qualcuno che dice quello che crede di vedere a partire dal confine a cui giunge la Fisica,

una volta me l’hanno sentito dire: il Big Bang non è la creazione del mondo. Il Big Bang è una spiegazione, a partire dal Modello Standard della Cosmologia attuale, di come ha avuto inizio l’universo. Altre possibili spiegazioni di qualcosa di anteriore al Big Bang che la Fisica possa elaborare saranno anch’esse nien-

Parlare di Dio dopo Hawking Una seconda reazione, spontanea in molti credenti, è pensare che tutto questo universo in cui viviamo debba venire da una mente creatrice e ordinatrice. Una mente che avrebbe disposto le leggi della Fisica, facendo in modo che il mondo sia così com’è. Una terza reazione è quella di chi pensa che la Fisica

- Sabato 17 gennaio 2015 a Milano, organizzato dalla Regione Lombardia, si è svolto un convegno dal titolo: “ Difendere la famiglia per difendere la comunità”. Il titolo mi interessava, sono andato, e ora vorrei esporre cosa si è detto e come si sono svolti i fatti, tenuto conto che sull’avvenimento c’èstatauna grandedisinformazione. Dopo una breve presentazione del coordinatore Luigi Amicone, ha preso la parola l’assessore regionale Cappellini, la quale ha esordito dicendo: “Sono qui per mandare un segnale forte in difesa della famiglia, della famiglia di sempre, di quella, come dice la nostra Costituzione, fondata sul matrimonio. In difesa del diritto di un figlio/a di avere una madre e un padre e non un genitore 1 e un genitore 2 oppure un genitore A e un genitore B. Di dire che non siamo d’accordo sul D.D.L. Scalfarotto perché va contro questi principi.” C’è da temere qualcosa di fronte a persone che portano avanti queste idee? Non mi sembra. Alcuni giornali invece, in particolare Repubblica, avevano condotto, nei giorniprecedenti, unaazionedenigratoria del convegno definendolo convegno “omofobo”. Fuori del teatro, infatti, si erano riunite diverse centinaia di persone a manifestare, controllate dalla polizia in assetto antisommossa. C’era la sensazione di essere assediati, come ha sottolineato il coordinatore Amicone:“Per parlare di famiglia la polizia ci ha consigliato di farlo in un luogo chiuso per problemi di sicurezza quasi fossimo dei partigiani contro il totalitarismo.” E allora vale la pena continuare a fare la cronaca, da dentro, di uno che c’era e che perciò ha ascoltato e visto quello che è stato detto e fatto.. Il prof. Introvigne, primo relatore, ha sottolineato che la famiglia è

debba occuparsi solo di ciò che le è proprio, di ciò che sa, e che non le competa parlare di Dio. Quando Hawking parla di Fisica lo fa con più informazioni e più elementi di giudizio degli altri, ma, quando parla di Dio, le sue opinioni non appartengono alla Fisica. In questo ambito, si occupa di qualcosa di cui non conosce

ma affacciandosi a una finestra che è già al di fuori del dominio della scienza. Tuttavia è una persona prestigiosa e la sua opinione ha un peso differente. UN AMORE CHE COMUNICA SE STESSO Queste tre reazioni aiutano a comprendere qualcosa che ha lasciato perplessi coloro che

t’altro che una descrizione di come è iniziato il nostro universo. Tutto questo è molto importante saperlo, ma quando noi credenti parliamo di un Dio creatore del cielo e della Terra parliamo di qualcosa di distinto: diciamo che tutto ciò che vediamo e che siamo viene da una mente che vede tutto questo - così diceva

Assedio alla famiglia Papa Francesco

di Gianfranco Vanzini il motore della storia e che in Italia sta sostenendo le sorti della economia. A fronte di un debito pubblico esagerato, il tutto regge perché c’è un risparmio privato che ancora tiene. E il risparmio privato è quello delle famiglie. Uno dei nemici della famiglia italiana è, invece, l’ingiustizia di un fisco che la penalizza in tutti i modi. E, come se non bastasse, una legislazione che tende a privilegiare altri tipi di unionepiuttostochelafamiglia“vera”, quella composta da un uomo e una donna sposati. Un esempio per tutti: il bonus bebè. Abbassando il livello di reddito a 25.000 euro si sono favoriti i ceti più deboli, e va bene. Va anche detto però, che non si sono favoriti, né la famiglia nè i figli. Infatti una madre convivente (quindi non sola, ma con un partner che magari anche lui lavora e percepisce uno stipendio) risulta monoreddito,quindirientranei25.000 euro di reddito per cui beneficia del bonus. Due coniugi sposati che lavorano, anche con due stipendi bassi, superano i 25.000 euro di reddito complessivo e quindi non hanno diritto ad alcun bonus, pur avendo un figlio. Siccome sono sposati: penaliz-

ziamoli. E’ giusto? No!. Sempre Introvigne, citando papa Francesco, ha detto:“Non giudico le persone, ma le leggi o le proposte di legge, sì”. Riferendosi sempre al DDL Scalfarotto. Altro punto sottolineato da tutti: maschi e femmine sono diversi. A tre mesi dal concepimento iniziano le prime differenze biologiche. Già appena nati, i maschi e le femmine hanno reazioni diverse. Conoscere le differenze tra i sessi aiuta a capirsi, aiuta a valutare positivamente la complementarietà fra maschi e femmine, aiuta a vivere meglio. Mario Adinolfi – ex deputato PD e fondatore del quotidiano “LA CROCE” - ha raccontato la cronaca della nascita di Zac, figlio di Elton John e del suo compagno. Dalle interviste dello stesso cantante emerge che: e’ stato comprato un ovulo, questo ovulo è stato fecondato dal seme ottenuto mescolando quello di Elton John e del suo compagno Questo ovulo così fecondato è stato poi impiantato in un utero in affitto. Subito dopo la nascita il bimbo è stato portato via dal seno materno e consegnato ai due “genitori”. Per due anni ha pianto un pianto inconsolabile – dice lo stesso cantante –. Sempre Elton John, tempo fa ha detto ai giornali: “Quando Zac capirà di essere senza una madre, gli si spezzerà il

cuore”. Nonostante ciò ha comprato due bambini. (Notizie Provita n.21 -2014). E Adinolfi conclude: “Noi siamo contro queste fabbriche di bambini con centinaia di donne trasformate in incubatrici viventi”. Questo in sintesi è quello che è stato detto a Milano. Concludo con un aneddoto. Mario Adinolfi ad un certo punto del suo intervento ha detto: “Siamo qui per difendere la famiglia come è sempre stata, come l’abbiamo sempre conosciuta e per difendere il diritto dei figli ad avere un padre e una madre”. Di fronte agli applausi da stadio del pubblico presente, ha fatto cenno a tutti di smettere, aggiungendo: “Scusate ma perché applaudite? State applaudendo una ovvietà, che cosa ho detto di rivoluzionario o di nuovo? Al punto da dovere essere difesi dalle forze dell’ordine presenti fuori? Assolutamente niente. Siamo qui per cercare di non uccidere il buon senso. Per riaffermare cose normali, cose che oserei dire banali” Ha pienamente ragione. I figli non sono SEMPRE NATI dall’unione di un uomo e una donna, i nostri genitori, i nostri nonni, i nonni dei nostri nonni, ecc. Queste cose sono sotto gli occhi di tutti!!! Sarà ora di svegliarsi!! O siamo tutti affascinati e offuscati da teorie assurde e pericolose? Non occorre scomodare l’essere cristiani, o cattolici, o ricercare qualsiasi altro aggettivo, basta il normale buon senso e un uso corretto della ragione. Accantoniamo le ideologie strane e vivremo tutti molto meglio.

sant’Agostino: «Le cose esistono perché Dio le vede» - e soprattutto diciamo che tutto viene da un amore che comunica se stesso. E questo non potrà mai scoprirlo né smentirlo la Fisica. Dire che al principio ci sono la mente e l’amore, c’è la persona, è la via per rispondere alle domande di senso, di quale sia la causa e di quale sia lo scopo. Per noi queste domande non sono deliri, bensì voci che vengono dall’umano, da ciò che siamo, dalla nostra identità e dalla nostra interiorità. Hawking suppone che giungeremo a comprendere tutto ciò che è intellegibile; noi supponiamo qualcosa di diverso: che la nostra dinamica verso l’essere e verso l’amore non è un’illusione, ma risponde alla verità che soggiace alla natura.

Oggi crediamo che è da Dio che viene questa ricchezza con cui la materia, seguendo le leggi della natura, dispiega un'enorme forza creatrice e innovatrice. Non abbiamo risposte per tutte le domande Tutto questo esige uno sguardo attento alla scienza. Quanti di noi credono in un Dio dal cui amore proveniamo sono consapevoli del fatto che ciò che esiste in questo mondo è frutto del caso e della necessità. È questo che ci trasmette oggi la scienza ed è questo che ci offre una visione del mondo diversa da quella più ingenua del passato. Oggi crediamo che è da Dio che viene questa ricchezza con cui la materia, seguendo le leggi della natura, dispiega un’enorme forza creatrice e innovatrice. Non abbiamo risposte per tutte le domande, né pretendiamo che Dio sia la risposta qualora non se ne abbia un’altra. Crediamo, questo sì, che l’amore e l’intelligenza che erano al principio accompagnano tutto il processo, giungono fino a noi, continueranno ad essere realtà dopo che il Sole avrà esaurito la sua fonte di energia. Quanti la pensano diversamente sono anch’essi per noi un punto di riferimento: ci fanno riflettere, ci spingono a comprendere e a esaminare le loro ragioni, ci insegnano a pensare e a curare il nostro linguaggio. Anche in loro incontriamo piste che possono aiutarci nella nostra ricerca della verità.

*Adista n.46/2014



Aziende informano Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511

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Alla fiera di Pesaro il 21 e 22 marzo. Esposizione gratuita e ingresso libero. Ospite: Paolo Cevoli

Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511

Banca di Gradara economia, con “InsiemeSì” per crescere - Sull’onda dell’entusiastico consenso e del successo ottenuti nella scorsa edizione, torna anche quest’anno InsiemeSì Expo di Primavera interamente dedicato alla promozione dell’imprenditoria locale. L’appuntamento coinciderà, canonicamente, con la fine dell’inverno e il ritorno della bella stagione foriera di ottimismo, slancio, desiderio di ripartire, rifioritura delle energie creative. E ci sarà inoltre una novità. Quest’anno la manifestazione avrà luogo nel Padiglione A della Fiera di Pesaro, un unico grande spazio in cui sarà possibile raccogliere le molteplici attività dell’evento con maggiore agibilità e confort per il grande pubblico. Pronti dunque a decollare con la nuova avventura espositiva strategicamente concepita per il rilancio economico del territorio e l’esaltazione dello spirito

ECONOMIA

In questa seconda edizione saranno circa 250 gli stand messi gratuitamente a disposizione dei Soci. Nelle filiali le modalità di adesione d’impresa. In questa seconda edizione saranno circa 250 gli stand messi gratuitamente a disposizione dei Soci, dei Clienti della banca, e di tutte le aziende interessate a promuovere i propri prodotti o la propria attività. Un’occasione unica e privilegiata per entrare in contatto con una moltitudine di visitatori attenti e interessati. Ogni imprenditore avrà l’opportunità di stabilire confronti e intese immediate con gli altri espositori, in

RICCIONE

un sentimento generale di festa, propizia agli affari e alla visione di un futuro migliore. Sarebbe un vero peccato restare esclusi dall’iniziativa e pertanto è consigliabile prenotarsi per tempo. La manifestazione si svolgerà nel week-end di sabato 21 e domenica 22 marzo, e sarà allietata da mostre, programmi di intrattenimento, appuntamenti culturali e di spettacolo aperti alle famiglie, ai conoscenti, ai visitatori, alla stampa di settore. Una vera e propria kermesse irrinunciabile per qualsiasi operatore economico che abbia a cuore il proprio sviluppo sul territorio. Saremo davvero onorati di potervi incontrare di nuovo numerosissimi e vi invitiamo ad aderire al più presto, poiché gli spazi saranno assegnati col criterio di priorità per il Socio ed in riferimento alla ricezione dell’adesione. RIMINI

SOCI - CULTURA

BCC, apparecchiature tecnologiche alla Polizia stradale

BCC, donato video proiettore al Volta-Fellini – La Banca di Credito Cooperativio di Gradara ha donato, lo scorso 26 gennaio, al Liceo “Volta-Fellini” di Riccione un video-proiettore ad alta definizione. Alla cerimonia, tenutasi nell'Aula Magna, alla presenza di circa 500 ragazzi, erano presenti il Dirigente Scolastico, professoressa Donatella Zoffoli ed il presidente della BCC di Gradara, Fausto Caldari. “Un gesto importante e di valore - sottolinea il Dirigente Zoffoli –. Questa donazione si

ritiene fondamentale, non solo per la didattica della scuola, ma importante anche per la collettività, poiché questo luogo è assai conosciuto e sfruttato dai riccionesi”. “Siamo davvero felici – commenta il presidente della BCC Caldari - di poter sostenere questa iniziativa. A noi stanno a cuore i giovani, la cultura e l’istruzione, delle pietre miliari della nostra società. Sostenere il territorio in tutte le sue peculiarità è il modus operandi della nostra banca”.

Forlì, mostra Boldini

Rimini, la cerimonia di consegna

- Lo scorso mese, presso la Caserma della Polizia Stradale di Rimini, la Banca di Credito Cooperativo di Gradara ha donato al Ministero dell’Interno, diverse apparecchiature tecnologiche: 2 monitor ad alta risoluzione, telefoni e cartucce per stampanti e fax, utili per lo svolgimento delle attività di polizia, soprattutto in tempi di spending review. Alla cerimonia di consegna, tenutasi in caserma, presso la centrale operativa, erano presenti tutti gli agenti, oltre al Vice Questore Dott. Angelo Frugieri e al presidente della BCC di Gradara architetto Fausto Caldari. “La nostra banca – afferma il presidente della BCC Caldari – è molto attenta alle dinamiche e peculiarità del territorio in cui opera. La salute ed in questo caso la sicurezza delle persone che lo vivono è uno degli aspetti che ci stanno più a cuore, assieme al mondo giovanile!”.

Torino e Langhe

Gite d'istruzione a Forlì, Alba e Torino per la Sacra Sindone - Due bellissime gite d'istruzione per i soci della BCC di Gradara nell'ambito del progetto “Conosci il territorio”. Con la prima si visita a Forlì l'accattivante mostra dal titolo “Boldini. Lo spettacolo della modernità”. L'appuntamento è per sabato 7 marzo. Partenza con pullman GT dal Piazzale Aldo Moro di Gabicce Mare - ore 15,30. Visita guida alla Mostra – ore 18 e 18,20. Rientro a Gabicce previsto per le ore 20,30 circa. Non meno interessante,

come sempre nelle corde dell'istituto di credito, l'uscita di due giorni, il 5 e 6 giugno in Piemonte. Due le tappe forti: Alba-Langhe e Torino. Andare nelle Langhe significa tuffarsi in cultura ed eno-gastronomia di livello assoluto. Dai piemontesi c'è da imparare. Invece, a Torino si va soprattutto per visitare e raccogliersi davanti alla Sacra Sindone. Le adesioni devono essere effettuate entro il 27 febbraio presso le venti filiali della BCCG.


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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA

GABICCE - COMUNITA' Gabicce Mare con i filari Perché non ritrovare anche qui quel senso di comunità che nei centri da sempre è il cuore sano dei suoi abitanti? Ecco quindi che durante l’anno sono state organizzate passeggiate per il paese alla riscoperta di luoghi e storie dimenticate, che noi siamo andati a riscoprire dalla viva voce dei protagonisti. Un patrimonio orale che via via stiamo cercando di recuperare e

San Giuseppe, fuochi in spiaggia - L’associazione “Il Fortino” di Gabicce Mare compie un anno e lo festeggia alla grande organizzando di nuovo “I fuochi di marzo” sulla spiaggia: serata che lo scorso anno ha richiamato centinaia di persone animate dalla voglia di rivivere questa antica tradizione. Tra terra e mare, i fuochi di San Giuseppe sono stati per molto tempo un appuntamento conviviale per molte generazioni in quanto benvenuto all’arrivo della Primavera e preludio a quel senso di vacanze estive che tutti noi da bambini abbiamo sempre atteso con emozione. E proprio lo scorso anno, “Il Fortino” ha battezzato l’attività riportando la sera del 18 marzo il grande fuoco al mare, per dare valore e contenuto all’interesse dell’associazione che è quello di riprendere le origini e le tradizioni di un territorio che nel tempo ha subito molte e diverse trasformazioni. Acquisendo storie ma dimenticandone altre!

che ricompone le fasi di sviluppo di Gabicce anche attraverso i divertenti e spensierati anni sessanta e settanta, raccontati da chi li ha vissuti nei locali alla moda di allora: Mississippi , Eden Rock e Marechiaro. Grazie anche all’associazione delle Vele Storiche che ci ha accompagnato in queste passeggiate (il 20 dicembre sotto il gelo invernale!!!) raccontandoci di come sono riusciti a recuperare due barche che diversamente, senza il loro meticoloso lavoro, sarebbero andate verso la distruzione. Abbiamo in cantiere diversi ed ambiziosi progetti che hanno bisogno del lavoro di tutti i soci e non solo: così per dare voce alla convivialità che anima il nostro lavoro, come nelle migliori tradizioni, abbiamo pensato di organizzare una cena al Mazzini per la serata del 18 febbraio. Racconti, una buona pizza e idee per il futuro del nostro paese. Siete tutti invitati a partecipare

Molti non escono più dopo le 18. Gestione affidata dal sindaco Curti ad Hera per 20 anni

La buia illuminazione sta cambiando le abitudini dei gabiccesi? Per potenziare la luminosità l'azienda privata a capitali pubblici chiede centinaia di migliaia di euro FOCUS - Dio disse, che sia luce. E luce fu. E’ necessario un miracolo per riportare la luce a Gabicce? La questione è già stata affrontata da questo giornale nel numero precedente, Il Comitato Vallugola Terra Nostra la ripropone, i gabiccesi la discutono sui social forum, nei bar, per strada. Il problema dell’inadeguatezza dell’illuminazione del paese costituisce una priorità per Gabicce. Questo lo sapeva bene l’Amministrazione Curti, principale responsabile del danno, che ha do-

Buio gabiccese

vuto affrontare un’assemblea infuocata dalle lamentele dei cittadini. Presente a quella assemblea era anche colui che sarebbe diventato l’attuale Sindaco, Domenico Pascuzzi, e che ha espressamente ammesso la necessità di effettuare miglioramenti in alcune zone; d’altro canto, alla luce del risultato ottenuto con i nuovi lampioni, chi si potrebbe azzardare a contraddire la vitale necessità di miglioramento soprattutto nel centro del paese. Finora non siamo riusciti a vedere alcun cambiamento su que-

sto fronte. L’unico cambiamento, questo sì molto evidente, è il cambiamento delle abitudini dei gabiccesi: molti di coloro che erano soliti alla passeggiata e ad una boccata d’aria dopo la giornata di lavoro non si vedono più per strada, aspettano che la luce arrivi con la primavera. L’ondata di furti in paese, di cui si legge e si sente quotidianamente specialmente sulla pagina di Facebook “Chiacchiere fra Gabiccesi”, forse non trova nel buio la sua principale causa, sicuramente però la mancanza di una

illuminazione pubblica efficace favorisce l’azione dei ladri, così come favorisce gli atti di teppismo ed il malcostume sociale ed ambientale. Il buio isola. Se l’isolamento può essere in qualche caso condizione auspicabile per il singolo che necessita di capire, meditare, elaborare, il buio delle strade fa sembrare la nostra Gabicce deserta, abbandonata, disabitata e triste: una Berlino Est ai tempi della Guerra Fredda, come spesso sentiamo dire dai nostri vicini. Il Comitato Vallugola Terra Nostra non chiede un miracolo a questa Amministrazione, chiede però con forza che metta mano al problema, che faccia pressione per rinegoziare il malaugurato contratto con Hera, in caso anche denunciare la società per il servizio scadente ed inadeguato. L’Amministrazione può stare certa che avrà tutta la cittadinanza dalla sua parte. Un ultimo pensiero per Hera, società erogatrice del servizio di illuminazione di Gabicce Mare: “Restituiteci la nostra luce”.

Aziende informano

Pollice verde: “Il nostro lavoro è poesia” - “Non possiamo rovinare la poesia del nostro lavoro con utensili a scoppio. Per questo ragione ogni nostro attrezzo è a batteria ricaricabile. Non c'è il rumore e salvaguardiamo anche l'ambiente”. Lo racconta il gradarese Paolo che insieme al bolognese Giovanni (arrivato a Gabicce Mare per matrimonio) è uno dei due soci del “Pollice verde”, leader a Rimini sud nell'arte del giardinaggio. Per i due giovani prima ancora che una professione è una passione. Prima a Gradara, ora con sede a Gabicce Mare, hanno una specializzazione altissima che continuano a far crescere. Ad esempio, non si perdono una fiera di settore, o un corso di aggiornamento. Hanno un armamentario tecnologico all'avanguardia. Che, oltre a

farli a lavorare nel silenzio, dà loro sicurezza e la possibilità di intervenire dal prato fino alle potature di piante monumentali, passando per la progettazione di giardini, o la sistemazione di una semplice aiuola, biglietto da visita di numerose un'azienda. Come clienti hanno alcune delle più belle realtà produttive della nostra zona. Qualche nome: Tcm, Omag, Banca di Credito Cooperativo di Gradara, il Fondo, Ceam Ascensori. Sono loro a prendersi cura, gratuitamente, dei due ulivi centenari che danno un tocco di magia al palazzo comunale di Cattolica. “Per noi i clienti - raccontano Giovanni e Paolo - sono come dei familiari, degli amici Cerchiamo prima di ogni cosa di tenere in salute i giardini e poi di esaltarne la bellezza con le essenze ed i colori giusti

I giardini del Pollice verde

collocati negli spazi che ne esaltano le caratteristiche in armonia con il paesaggio circostante. Un bel giardino è tale se si apre sugli orizzonti. Insomma, un gioco di luce che faccia anche ammirare che cosa c'è oltre, come la famosa siepe di Giacomo Leopardi”. Un'altra forza del Pollice verde è la ricchezza e la qualità dell'attrezzatura. Utilizzano, per esempio, un braccio-cestello che arriva fino a 20 metri di altezza. Fanno anche corsi per tree climbing (scalare le piante, dice la traduzione letterale, tecniche di potature in sicurezza in altezza). Si occupano anche di disinfestazione e derattizzazione e di piccoli lavoretti di muratura, come recinzioni. Tra le ultime soddisfazioni il montaggio di un percorso-vita in uno dei parchi privati più belli d'Italia. Forse il loro lavoro più prestigioso, se così si può dire, è il prendersi cura di un giardino pensile medievale in una delle dimore più prestigiose della provincia di Pesaro.


GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA

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Del San Bartolo e del Foglia. firmatari i sindaci Ricci (Comune di Pesaro), Amarcord Gabicce di Dorigo Vanzolini Foronchi (Gradara), Pascuzzi (Gabicce Mare), Vichi (Mombaroccio) - Il 27 gennaio è nata l’“Unione dei Comuni del San Bartolo e del Foglia”, firmatari i Sindaci Matteo Ricci per il Comune di Pesaro, Franca Foronchi per Gradara, Domenico Pascuzzi per Gabicce Mare, Angelo Vichi per Mombaroccio. Tre gli organi dell’Unione: Consiglio, Giunta e Presidente. L’Assemblea avrà 22 Consiglieri compreso il Presidente: 10 per Pesaro, 5 per Gabicce, 4 per Gradara, 3 per Mombaroccio. La Giunta sarà composta dai 4 sindaci, uno di loro sarà eletto Presidente ogni 2 anni e mezzo. Il gruppo di minoranza “Il Futuro per Gradara” afferma: «L’influenza dei comuni unificati è proporzionale al numero degli abitanti (Pesaro 95 mila, Gradara 5 mila) pertanto ci troveremo ad essere un’Amministrazione insediata in un contesto che però dovrà fare la parte della minoranza nel momento in cui vorrà proporre o fare

Parte l'Unione dei Comuni. Polemiche Franca Foronchi, sindaco di Gradara

La paura che Pesaro possa fagocitare i Comuni piccoli

Domenico Pascuzzi, sindaco di Gabicce Mare

IL PUNTO

di Patrizia Mascarucci qualche intervento sul Comune di Gradara. L’uscita dall’Unione sarà possibile solo dopo due anni dal recesso accollandosi crediti e debiti quindi non avremo scampo». Il Movimento 5 Stelle ha pubblicato sui social una lettera indirizzata ai 4 Sindaci in cui critica il metodo messo in

Amarcord Gabicce

atto: la totale mancanza di trasparenza e democrazia e in particolar modo si riferiscono ai 4 seggi (su 22 totali) assegnati alle opposizioni nel Consiglio dell’Unione, a loro dire una mancanza totale di

di Dorigo Vanzolini

rappresentatività elettorale. Inoltre lamentano la mancanza di uno studio di fattibilità e una difficoltà ad uscire in caso di recesso di uno dei comuni coinvolti. A loro vedere un referendum consultivo avrebbe aperto le porte a un più ampio dibattito popolare. [Il testo completo è su https://www.facebook.com/ movimento5stellegradara] Alcuni cittadini criticano la frettolosità nella costituzione dell’Unione (avvenuta in sei mesi), tanto più che in occasione delle elezioni nella Regione Marche si delineano importanti cambiamenti amministrativi. Temono che Pesaro finisca per condizionare le aspettative dei Comuni più piccoli e che si

contribuisca, di fatto, a scelte non condivisibili. C’è chi avrebbe preferito l’Unione con San Giovanni, chi con Cattolica, chi con Tavullia o solo con il Comune di Gabicce Mare più affine per territorio e per offerta turistica. Il 2 febbraio il Consiglio Comunale approverà l’Atto costitutivo e lo Statuto dell’Unione. In molti si aspettavano un’altro incontro con la cittadinanza. La Sindaca Franca Foronchi, certa di aver scelto insieme al gruppo di maggioranza - il meglio per Gradara, afferma su FB: «Abbiamo fatto 2 incontri pubblici a novembre, uno a Gradara e uno a Gabicce Mare, uno a Mombaroccio a gennaio, abbiamo pubblicizzato su FB e con affissioni. La partecipazione è stata limitata, abbiamo informato i cittadini sul giornalino “Gradara Informa” che arriva a tutte le famiglie. Il

Comune di Gradara con una popolazione inferiore ai 5000 abitanti è costretto dalla legge Delrio ad associare 10 servizi entro il 31/12/2015, l’Unione ci permette di mantenere i nostri uffici, i nostri dipendenti, i nostri amministratori e di ottimizzare i servizi, che tra l’altro già condividiamo con Pesaro. Polizia municipale, statistica, Suap, e informatica sono i Servizi associati. Il risparmio economico avverrà nel tempo, certo l’organizzazione potrà già essere migliorata, una cosa è certa avremmo contributi dallo Stato e saremo fuori dal patto di stabilità per i servizi gestiti in Unione. Non fare nulla ed aspettare può creare meno problemi ma io penso che chi amministra debba prendere delle decisioni nell’interesse della sua comunità. Ora che le Province sono destinate a scomparire, essere insieme a Pesaro e ad altri comuni significherà per noi avere un ruolo forte anche nella ricerca di contributi regionali ed europei. Con l’Unione ogni Comune mantiene il proprio bilancio, con debiti e crediti, si mettono insieme solo i servizi portati nell’Unione e dall’Unione si può assolutamente recedere».

Storia e segreti di una tazza di tè Dalla nobiltà al popolo, ma...

Anno 1914, famiglia Palazzi, Gabicce Mare In alto da sinistra: Nazzarena Filippini, Pietro Palazzi, Teresa Palazzi. In basso da sinistra: Giuseppe Palazzi, Gina Palazzi, Sebastiano Palazzi. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)

- Abbiamo lasciato, la volta scorsa, l’infanta del Portogallo Caterina di Braganza, moglie del Re Carlo II, mentre si accinge a sorseggiare nelle sue stanze reali, il proprio tè pomeridiano. Si è già parlato di come il tè, in questo periodo, sia una merce molto costosa, quindi accessibile alla sola aristocrazia e alta borghesia ma già famosissima tant’è che, lentamente, si diffuse anche nei quartieri più popolari dove ben presto le vecchie “coffee houses” furono sostituite dalle “tea rooms” dove ci si incontrava per degustare tè e mangiare scones e pancake e tra una tazza e l’altra,si chiacchierava di affari e si criticava il governo. Ecco, questo al re non andò proprio giù e, per timore di rivolte e sedizioni, emanò un decreto con cui ordinò la chiusura delle case da tè. Le proteste furono così accese che l’ordinanza dovette essere annullata. Si tentò allora la via della discriminazione e Lord Forbes, Pari di Scozia e membro del Parlamento, propose una legge che limitava

L'arte del tè

l’uso del tè alle sole classi “elevate”, perché “il piacere tratto da questa bevanda può sfavorevolmente influire sui lavoratori”. L’opposizione dei conservatori “alla bevanda che apriva l’intelletto” fu terribile e mentre Thomas Garraway, proprietario di una delle prime e più famose tea rooms di Londra, in un suo pamphlet, “Mercurius Politicus”, scriveva: “Il tè è la cosa più sana, e mantiene una saluta perfetta sino alla tarda età; è eccezionale per la vista, rimuove ogni inceppo alla respirazione, rafforza lo stomaco, vince i sogni maligni e migliora la memoria rendendo il corpo agile e gagliardo”, c’era chi affermava che questa bevanda “è perniciosa per la salute, maligna per la nostra industria, fa sfiorire il colore delle guance delle fanciulle e diminuisce gli uomini di statura”. Tanto fu detto e tanto fu fatto per impedire la diffusione dell’uso del tè, ma a nulla servì, se è vero che già nella prima metà del’700

anche l’operaio più umile della Scozia aveva sostituito la sua “ale”(birra) del mattino con una tazza di tè, con gran giovamento per la sua salute. Un’ultima curiosità di sapore storico ci porta in America dove il 16 dicembre del 1773 scoppia la Guerra d’Indipendenza e forse non tutti sanno che la scintilla per questo conflitto fu proprio……il tè. L’Inghilterra, dopo la Guerra dei Sette Anni, aveva le proprie finanze in esaurimento, così cercò di rifarsi tassando enormemente le colonie americane soprattutto sul tè, bevanda che aveva incontrato il favore dei coloni puritani che la esaltavano contrapponendola agli alcolici “diabolici”. La mattina di martedì 16 dicembre 1773, alcuni coloni travestiti da pellerossa assalirono una nave inglese gettando in mare tutto il prezioso carico di tè; il Boston Tea Party, così fu chiamato l’episodio che diede il via alla rivolta che portò alla Dichiarazione d’Indipendenza e alla nascita degli Stati Uniti d’America. La prossima volta incontre-

remo Sir Lipton, Twinings e Fortum & Mason. Mulazzani Marina (Drogheria Marina, Gabiccce Mare)


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SAN GIOVANNI

Monumento in armonia con l'ambiente. Di proprietà della famiglia Spina MUSICA E TEATRO

Biancaneve in scena Teatro Massari

scenico: Paola Saso Leone. Regia, scene costumi: Teatro dei 5 Quattrini (Silvia Giorgi e Virginia Spadoni). Maestro al pianoforte: Danilo Comitini. Direttore musicale: Mattia Guerra.

- Il clou del cartellone del teatro Massari in febbraio è il 14 , ore 21,15, va in scena la prima ripresa moderna dell’opera Biancaneve dello stesso Augusto Massari, al quale è stato intitolato il teatro. Gli interpreti: Biancaneve: Martina Seylova (soprano); Regina / Strega: Angelo Bonazzoli (contraltista); Principe: Roberto Jachini Virgili (tenore); Rual servitore: Daniele Girometti (baritono); Indovino: Marco Simonelli (basso); Coro di nani: sezione femminile e voci bianche della Scuola di Musica Santa Lucia. Direzione di palco-

Cartellone Sabato 14 ore 21,15 Opera Lirica. Opera prima BIANCANEVE di Augusto Massari, a cura di Incontramusica, Regia Teatro dei Cinquequattrini Domenica 22 ore 16,30 Cinema. SAVING MR. BANKS, film d’animazione prodotto da Walt Disney, in collaborazione con Toby Dammit-Cattolica Sabato 8 / domenica 9 marzo, ore 21,15 - Giornata Internazionale della Donna spettacolo finale del Laboratorio permanente “PANE E ROSE”. Regia Teatro dei Cinquequattrini

Chiesa cadente, iniziati i lavori Da anni è in un triste stato di abbandono FOCUS - Cantierata. La chiesa della Madonna del Monte è sotto ristrutturazione. Il soffitto squarciato che faceva ammirare il cielo è stato incappucciato con un telo per proteggerlo dalle intemperie. “Restauro e consolidamento della chiesa di Madonna del Monte”, reca il titolo del cartello obbligatorio per una serie di notizie confortanti. Che lo scorso 28 novembre sono iniziati i lavori. Che dovrebbero terminare entro il 28 giugno di quest'anno. Costo: 69mila euro. La concessione risale allo scorso 31 lu-

Ecco come si presenta l'edificio

glio. L'architetto si chiama Pugliese; mentre la proprietà è la nobile e blasonata famiglia Spina. Collocata in una posizione dalla vista mozzafiato, all'oriz-

zonte il mare e buona parte della Valconca, collegata da una scalinata al cimitero sottostante, la chiesa è di sobria bellezza. La parte più preziosa è un porticato ad “L” di

mattoni a vista con archi a botte. Da anni, peccato, è in abbandono. Su sollecitazione della pubblica amministrazione, i rami della famiglia si sta accollando l'onere. Bravi.


SAN GIOVANNI

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Opportuinità per le famiglie e gli imprenditori. Morelli: “In vigore entro un anno” - Opportunità per le famiglie. Possibilità per gli imprenditori. E stop al consumo del territorio. Queste sono le due linee fondamentali del nuovo Psc (Piano strutturale comunale, il caro vecchio Piano regolatore generale). “Se il nostro obiettivo - dice il sindaco Daniele Morelli con il Psc è quello di preservare la bellezza del territorio, con il Rue (Regolamento urbano ed edilizio) cercheremo di soddisfare le esigenze dei marignanesi, sia delle famiglie, sia degli imprenditori. Ad esempio, con questo Piano andiamo a togliere superfici nelle nuove aree di espansione e le spostiamo nel consolidato per andare incontro i bisogni, rimarco bisogni, dei cittadini. A chi necessita della famosa stanza in più”. “San Giovanni continua il sindaco - ha tre nuove aree di espansione: Pianventena, vicino allo stadio e a Montalbano in via Crocetta. A Montalbano non togliamo niente, però in cambio, e in parte, si farà una rotonda sulla Statale”. Il nuovo Psc va a cambiare le aree destinate alla costruzione dei capannoni. Morelli: “Andiamo ad assottigliare la zona artigianale

Psc, 200 osservazioni Giudizio entro febbraio Possibilità per le famiglie. Cambio di destinazione d'uso per i capannoni sfitti. Più bed & breakfast

soltanto in questo modo i capannoni vuoti abbiamo una nuova vita. Abbiamo già numerose richieste. E ci sarà anche la possibilità di spezzettarli. Stiamo cercando di andare incontro al particolare momento”.

C'è tutta la partita delle zone agricole, dove in tanti chiedono di ampliare le abitazioni per accogliere i figli. Da parte nostra è un dovere ed un impegno dare le risposte alle famiglie. Visto l'impianto da golf, il centro ippico, il percorso naturali-

Pacassoni, basket e famiglie ca o demotivata, ne uscivo invece sorridente, sentendomi meglio. Le persone che ho incontrato mi hanno accolta e fatta sentire attesa, riconosciuta, e parte integrante di qualcosa di bello: un gruppo, appunto. Sono onorata di aver conosciuto tali amici: i ragazzi diversamente abili, gli istruttori, i volontari. I ragazzi, a mio avviso, in questo contesto danno il meglio di sé, mostrando un grado di autonomia e capacità di relazione che non sem-

pre presentano altrove: il clima di rispetto reciproco favorisce la loro autostima personale e l’armonia del gruppo. Qui si smussano le rigidità di ciascuno e si minimizzano gli ostacoli, si respirano ironia e solidarietà. Chi è più abile nel gioco ha imparato naturalmente ad aspettare chi fa più fatica, e a tollerare i limiti altrui: i ragazzi si aiutano spontaneamente senza che ciò sia imposto da alcuna autorità. Vorrei affermare, senz’alcuna retorica, che i ra-

stico sul Conca, ci sarà la possibilità di creare altri bed & breakfast”. I tempi tecnici per avere operativo il nuovo Psc sono di circa un anno e mezzo. Entro febbraio ci saranno le controdeduzioni alle oltre 200 osservazioni dei marignanesi. Poi, la Provincia avrà un paio di mesi per arrivare all'intesa. Poi ci vorrà un altro anno per l'approvazione del Rue”. “Tutti - chiude la sua riflessione Morelli - siamo chiamati a lavorare per il bene comune. In paese c'è chi semina paura e fallimenti; invece il domani si costruisce collaborando. A me fa molto piacere quando la gente mi chiama ‘Dani’ e non ‘sindaco’. La politica si con serietà e familiarità e non con le carte bollate. La mia porta è aperta ad ogni marignanese”.

- Una famiglia marignanese da almeno un decennio chiede di poter ampliare la propria casa colonica in campagna per accogliere la nuova famiglia del figlio che da anni è in affitto. Finora, il vecchio Prg (Piano regolatore generale) lo vietava. La famiglia ha tutto in regola, compreso le distanze. Insomma, tirare su altri 100 metri in una zona già con i servizi (acqua, luce, telefono, gas) non va ad urtare i diritti di alcuno. Ogni persona ha un diritto naturale per la soddisfazione dei bisogni primari a costi decenti come l'abitazione, il cibo, lo studio e la sanità. Invece, il cosiddetto diritto positivo, quello delle cattive leggi, glielo toglie. La casa colonica romagnola si ampliava sulle necessità. Cresceva la famiglia, si ampliava l'abitazione, che riusciva ad accogliere fino ad una trentina di persone. Qualcuno obietterà che tale principio oggi è anacronistico. Vero, è difficile, ma equo e giusto. La buona politica deve cercare di percorrere la strada dell'equità. Bisogna tornare all'etica della responsabilità per uscire dalla crisi economica.

FOCUS

VOLONTARIATO - “Sono due anni che frequento il gruppo del basket con i ragazzi dell’Associazione di Volontariato “Davide Pacassom” di San Giovanni, presso la palestra della Scuola Media “S. Filomena”. Ho deciso di scriverne perché si è trattato per me di un’esperienza davvero “ossigenante”. Vi ho partecipato come educatrice, per lavoro dunque, ma ho vissuto quest’ora settimanale come momento ricaricante, nonostante arrivasse al termine di una giornata di lavoro lunga e spesso faticosa. Se arrivavo all’appuntamento stan-

Casa colonica lo spirito

Il sindaco Daniele Morelli (secondo da sinistra) con la sua giunta

FOCUS

di 17 ettari. L'espansione passerà da 50 ad una trentina di ettari. Questo non precluderà però, se il mercato lo richiederà, un futuro ripensamento. Data la situazione economica è da miope mettere sul mercato altre aree. Inoltre, chi userà fonti rinnovabili, avrà dei benefici di cubatura. L'altro elemento forte legato alla zona industriale è la possibilità che si possa fare il cambio di destinazione d'uso. Crediamo che

LA RIFLESSIONE

gazzi qui costituiscono un reale modello di relazione: se nella quotidianità tutti riuscissimo a comportarci reciprocamente come ho visto fare loro, vivremmo in una società veramente umana”. Milena Pazzaglini

Il sindaco Morelli, 600 euro netti al mese

Ecco il bilancio 2014 dell'associazione marignanese. Entrate: 19.947 euro Uscite: 16.680 euro (pallacanestro per disabili, sostegno famiglie in difficoltà). Saldo: 3.266 euro

- Tra i 600 e i 700 euro netti. Questo è l'emolumento di Daniele Morelli, sindaco di San Giovanni. Pubblichiamo sopra il cedolino di gennaio per chiarire da una parte (troppe le voci sulla “paga” ), dall'altra informare i marignanesi.



MORCIANO Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

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Fayaz interviene sull'Unione Valconca che dovrebbe tagliare il traguardo entro il 2019

FOCUS

Consulte, 100 morcianesi coinvolti dal governo Battazza Claudio Battazza, sindaco di Morciano

- Un centinaio di morcianesi “consiglieri” del governo Battazza? Sono state formate le consulte comunali. Sei suddivise per attività: commercio e attività produttive, sport, cultura, giovani, sociale e volontariato e urbanistica In ognuna sono stati designati un componente della maggioranza e uno della minoranza consigliare. Ad eccezione della consulta “giovani”, aperta a tutti i facenti richiesta e senza limitazioni di numero, in tutte le restanti sono stati designati i rappresentanti indicati dalle varie associazioni, oltre ai rappresentanti degli ordini professionali per quella relativa all’urbanistica. Infine, cinque cittadini per ogni consulta come previsto da regolamento, con tutte le richieste pervenute che sono state soddisfatte. In totale sono quasi 100 le persone coinvolte. Le Consulte avranno il compito di valutare le proposte avanzate dall’amministrazione comunale ed esprimere il proprio parere, così come potranno proporre nuove iniziative, avanzare suggerimenti, o proposte per migliorare le attività messe in campo e rendere più efficace l’azione amministrativa.

Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

Unione comuni sì, purché democratica Morciano, il Mercurio in piazza del Popolo

L'INTERVENTO - Come morcianese, sono contrario alla Fusione del mio Comune, perché per i Comuni con più di 5.000 abitanti non è obbligatoria. I Comuni italiani hanno una storia millenaria e sono un patrimonio di autonomia e indipendenza dell’umanità e vanno difesi ad oltranza. L’identità e l’autonomia comunale non sono merce da svendere. Ritengo che il risparmio nell’erogare i servizi sia un’altra balla colossale, per la semplice ragione che i nostri Comuni non possono mandare a casa l’eventuale personale in esubero. Per gli scadenti i servizi rispetto a quelli di quando erano gestiti dal Comune, ora delegati all’Unione Valconca, sono stati pagati 150.056,87 euro nel 2012. Morciano, pur avendo delegato alcuni servizi essenziali come Polizia Municipale, Sportello unico per le attività economiche, la difesa del paesaggio, dell’ambiente, il turismo e altri dieci servizi, anziché diminuire le spese per il personale comunale le ha aumentate di 42.969 euro in tre anni. Dai 904.024 euro per i 21 dipendenti nel 2010, ai 946.993 euro per i 23 dipendenti nel 2012 (Fonte: Bilancio definitivo 2012 e Bilancio di previsione 2013 del Comune). Costi cari, che con continuo aumento della pressione fiscale, il Comune scarica sui magri redditi dei cittadini.

Un'eventuale fusione dei Comuni di Morciano, Gemmano, San Clemente e Montefiore Conca, innanzitutto servirà ai funzionari comunali per diventare dirigenti e di conseguenza raddoppiare e triplicare le loro paghe. Avranno un notevole aumento di paga anche il sindaco e gli assessori che, inoltre, aumenteranno di numero. Non è da escludere che qualcuno che ha fatto per due mandati il sindaco nel vecchio Comune (ad esempio Claudio Battazza), grazie alla fusione, a dispetto del divieto legislativo, riesca a fare altri mandati da sindaco. Il progetto di unione cavalcato dal Pd in primis e dal partito repubblicano poi, è solo quello di farne un uso perverso, capace di creare a

un ente che esautorerà i territori e consegni le decisioni in mano alla solita oligarchia. Insomma un grande comune si tradurrebbe oggi con le norme vigenti solo in una grande mangiatoia per i partiti, un limone da spremere fino alla buccia, un territorio vasto da lottizzare dove l’amministrazione pubblica sarebbe sempre più impersonale e lontana dalle esigenze dei cittadini. Questo è l’obiettivo di un’oligarchia politica che senza i principi di democrazia partecipata attraverso i referendum facili e poco costosi, che pur essendo previsti per la norma di legge negli Statuti comunali e dell’Unione Valconca, sono stati sistematicamente negati ai cittadini. Come? Semplice, non facendo il regolamento attuativo da anni, o quando come il Comune di Morciano per l’energico intervento dei Comitati Cittadini è stato costretto dal Difensore civico Regionale a farne uno, ha approvato un non regolamento, rendendo quasi impossibile il ricorso degli elettori al referendum. Con la fusione, l’oligarchia prenderebbe ancor più facilmente le decisioni sopra le teste delle cittadinanze. Le recenti leggi regionali (L.R. n. 21/21/12/2012 e L.R. n. 23/23/ 12/2011) e la legge Del Rio che

favoriscono e in alcuni casi obbligano i Comuni con meno di 5.000 abitanti ad unire i servizi. Questa dovrebbe diventare un’occasione e uno stimolo per dare vita all’unione tra i Comuni. Naturalmente un’unione concreta e accettata da tutti, sarebbe fattibile solo dopo aver sentito il parere dei cittadini tramite i Referendum comunali, non di certo per gli accordi personali tra sindaci. Faccio appello alle tre donne, le sindachesse Vallì Cipriani, Domenica Spinelli e Renata Tosi rispettivamente di Montefiore, Coriano e Riccione. Per la prima volta nella storia hanno ricoperto la carica pur essendo di destra; avrebbero l'opportunità di dare una lezione storica ai cosi detti “Democratici”. Potrebbero lasciare qualche segno positivo del loro periodo di comando, approvando dei regolamenti attuativi pratici e magari con Quorum Zero e la sufficienza del 5% di firme dei partecipanti all’ultima tornata elettorale per i referendum comunali. Solo con questo strumento legale la partecipazione dei cittadini alla gestione del proprio Comune sarà fattibile, altrimenti restiamo alla mercé dei politici di turno ed è vero il sempre più diffuso credo popolare che “quando sono seduti su quelle poltrone, tutti sono eguali”.

Hossein Fayaz, coordinatore del “Comitato per la difesa dei diritti del cittadino”


48 Via Cà Bacchino 2 San Clemente

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MORCIANO

Incisore, presenta le xilografie di Anahita RezvaniRad. Corsi di incisoria a Montefiore Conca

Umberto Giovannini, Le lacrime evaporano un morcianese a Londra VIS POLEMICA

- I minuti scorrono, le ore passano, il tempo vola… come un orologio che non smette mai di muoversi… Nel silenzio... il suo piccolo rumore... tic , tac, tic, tac, tutta una vita che passa... Tutta una emozione da vivere... Un silenzio racchiude mille parole... Parole di dolore, parole di felicità, parole di conforto, parole di addio... Tutto cambia velocemente... ma in fondo tutto rimane tale... Certe cose non si possono dimenticare... Certe parole non si possono cancellare da un silenzio... Ho letto una frase che diceva: “Nessuno fa caso all’acqua che evapora dopo la pioggiaa... poco importa se in quell’acqua ci sono le lacrime spese per amore o per dolore... niente si perde davvero... ogni secondo che passa... ogni luna che sorge... non fanno altro che dirci: Vivi! Ovunque tu sia! Guarda in alto verso il sole... chiudi gli occhi... e non smettere mai di sognare! La vita è troppo breve per non essere felici! Quanti di noi vorremmo essere felici... a volte lo siamo e non ce ne accorgiamo... non lo siamo... e vorremmo esserlo... Essere felici... desiderando ciò che vogliamo... Essere felici... con le piccole cose... Essere felici... grazie ad un piccolo sorriso! Essere felici... sapendo di esserlo davvero! Sentire il proprio cuore battere... Sentire i brividi leggeri che attraversano il corpo... se solo la felicità non fosse solo di passaggio! “Le cose belle vanno via subito... così... senza una spiegazione... la ricerca della fe-

licità è la perdita di una parte di noi...“. Noi che speriamo sempre in quello che non c’è... Noi che ingenuamente sorridiamo alla realtà... Sorridere per apparire forti... sicuri! Ma dentro con tanta voglia di gridare... evadere! Combattere, vincere, raggiungere uno scopo... Sono ostacoli che giorno dopo giorno rincorriamo... Cadiamo, ci rialziamo... fino ad illuderci di farcela! A volte è meglio rimanere aggrappati ad un sogno... Sognare... è assaporare solo per un attimo la vera felicità... E così... il tempo che verrà sarà più facile... Quante sensazioni... quanta confusione! Un giorno un tale mi disse: Ama, sogna, sorridi, piangi... ma ama!!! Ama tutto quello che hai intorno... Le cose belle non puoi vederle... puoi solo sentirle... Sentiti travolto dal vento... ti sta parlando! Ti indica la via... seguila! Io risposi a quel tale: la vita è una ruota che gira... tutto cambia così velocemente... ci sentiamo così diversi... ma dentro... siamo noi... sempre noi... La vera via da seguire è il cuore... Sentirlo... Fermare il respiro affannoso... Fermare forse... la paura... Come faccio ad amare quello che mi circonda.. se non ho ancora imparato ad amare me stesso? Quel tale... mi sorrise... e silenziosamente andò via... Fu da quel giorno che cominciai a capire l’essenza delle piccole cose... dei piccoli gesti... “ Tutto c’è... e niente muore!”. Cuccumeo

In Valconca arrivano ragazzi da tutto il mondo

Umberto Giovannini

ARTE

- Umberto Giovannini: un morcianese a Londra. Lunedì 23 febbraio viene presentato “Javani” con Anahita RezvaniRad, Umberto Giovannini e Luigi Castiglioni alla Royal Academy of Arts The Academicians’ Room, dalle 18,30 alle 20,30. Umberto Giovannini presentano il libro con 28 xilografie originali di Anahita Rezvani-Rad. Le opere policrome sono basate sui dipinti ad olio di Anahita Rezvani-Rad, ispirati al “Movimento Verde Iraniano” del 2009 e alla vita dei giovani iraniani in generale. Le incisioni sono una col-

laborazione tra Anahita Rezvani-Rad e Umberto Giovannini. Il lavoro, iniziato a Londra nel 2009 nello studio dello scultore Bill Woodrow, è stato completato a Montefiore Conca nell’autunno 2014.

Stampato all’Opificio della Rosa di Montefiore Conca e rilegato allo studio di Luigi Castiglioni a Rimini, è un’edizione di 25 copie. Per questa occasione verrà proiettato il video Struggle di

Shabnam Ranjbar. Il 24 febbraio, presso lo studio in cui gli artisti hanno iniziato il progetto, sarà inaugurata la mostra dei dipinti di Anahita Rezvani-Rad, da cui sono tratte le xilografie di Javani. Tra i fondatori Umberto Giovannini, l'Opificio della Rosa tiene corsi di incisione a Montefiore Conca; arrivano ragazzi da tutto il mondo. Giovannini è un'artista che spazio in più campi. Fa l'incisore, dipinge, suona l'organetto in un gruppo che propone musiche della tradizione, fa l'attore. Più di venti anni fa, per San Gregorio, con il supporto dell'amministrazione comunale diede alle stampe, “Morciano California”, un libro ardito che faceva un parallelismo tra la capitale della Valconca e lo stato americano.


MORCIANO

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Vera Biondi patròn del Gs Valconca-Ottica Biondi racconta la società che sponsorizza da decenni LO SPORT

- “Vedere quei colori partire da Morciano per me è motivo non di una grande ma di una grandissima emozione. L'ultima come fosse la prima volta”. Con queste parole Vera Biondi, patron del Gs Valconca-Ottica Biondi, ha chiuso il suo saluto lo scorso 16 gennaio, in occasione dell'annuale cena sociale del gruppo sportivo che veste il suo logo dai primi anni Settanta. Inizia il babbo Luigi, cuore grande, sorriso ampio ed un largo ottimismo verso la vita. Dopo la sua scomparsa, la Vera, come la chiamano affettuosamente non solo a Morciano, ha sempre rinnovato il suo impegno con l'istituzione delle due ruote della Valconca. Presieduto da Ugo Gaia, alla cena del Gruppo hanno partecipato anche i massimi dirigenti ciclistici. Per la prima volta è intervenuto il presidente nazionale dell'Acsi, Giovanni Lucchi (responsabile nazionale Acsi cicloturismo), Aviero Casalboni (responsabile nazionale Acsi attività di fondo). Al suo fianco Valeriano Pesaresi (presidente provinciale Acsi), Stefano Dradi (vice-sindaco nonché tesserato Ottica Bion-

“Vedere quei colori partire mi emoziona sempre”

di) e Matteo Gobbi (delegato allo Sport per il Comune di Morciano) “Nel 2014 del Gs Valconca Ottica-Biondi - racconta il presidente Ugo Gaia - abbiamo raggiunto tutti i nostri obiettivi. Siamo arrivati secondi nel campio-

nato provinciale cicloturisti e quinti nell'italiano. L'anno prossimo cercheremo di scalare la classifica. Siamo ritornati in America con Mario Fraternali, che ha compiuto in ogni caso un'impresa”. Due le grandi novità del Gs

Gaiano (Santa Maria del pianoMontescudo), la salita del canile (Faetano), la salita di Albereto, la salita di Marazzano. Si chiude con il mito: la Pedrosa (Montefiore Conca). Come sempre: cena con sala piena. Due le ragioni: la familiarità con cui si partecipa alla vita del gruppo e la bontà del cibo. Ai

La sala piena. Quelli della cucina Vera Biondi e Ugo Gaia

Valconca-Ottica Biondi. La prima, nuove divise sociali. I colori richiamano quelli del Comune di Morciano: il bianco, l'azzurro. Il tocco con le vecchie è dato dal blu. La seconda novità. Per la gara sociale dell'8 giugno, oltre al percorso classico, ce n'è uno alternativo di un fascino assoluto. Si vanno a scalare i sei muri della Valconca: quello della Fontana (Osteria Nuova-Montecolombo), via

fornelli, così da sempre, c'è Nicola Simoncini. Oltre a vestire da decenni la casacca del gruppo, il misanese è tra i più blasonati cuochi della provincia di Rimini. Il menù della serata: affettati della tradizione, un risotto al radicchio trevigiano da raccontare agli amici, un arrosto tenerissimo con patate al forno e pomodori al gratè da far invidiare sempre agli amici. Per chiudere una torta da “pollo arrosto inquadrato”, come si dice con quel tocco di disincantata classe in Toscana...



MORCIANO

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Wu Ming, Nicola Lagioia, Giorgio Fontana, Michela Murgia. Dall'8 febbraio al 1 marzo

Grandi scrittori a Morciano Foro Boario ALLEGRO MA NON TROPPO

Sant'Amato - Per onorare la figura di Sant'Amato, all'ingresso di Morciano, da San Clemente, vicino alla fontana dei ciclisti, in una nicchia è stata collocata una statua che reca il santo saludecese che fece un miracolo anche a Morciano, dove si trova il Pozzo del beato Amato.

Operai al lavoro mentre sistemava la nicchia per accogliere la statua di Sant'Amato

GENIUS LOCI - Wu Ming, Nicola Lagioia, Giorgio Fontana, Michela Murgia. Quattro prestigiosi appuntamenti con i libri nel febbraio morcianese. Alla seconda edizione, la rassegna si intitola “Itinerari letterari”. Il sipario si alza l'8 febbraio con Wu Ming. Presentano l'ultimo libro: “L'armata dei sonnambuli”. che è un collettivo di scrittori provenienti dalla sezione bolognese del Luther Blissett Project (1994-1999), divenuto celebre con il romanzo “Q”. Il gruppo Wu Ming è autore di numerosi romanzi, tradotti e pubblicati in molti paesi, e nel 2008 descrisse parte della propria produzione come appartenente a un corpus di opere che propose di chiamare, provvisoriamente, New Italian Epic. Il collettivo Wu Ming fa parte di una fondazione informale, la Wu Ming Foundation, che comprende anche altri progetti, come la punkrock band Wu Ming Contingent, il blog Giap e l'officina di narrazioni

Wu Ming Lab. Nell’appuntamento di Morciano ci si soffermerà in particolar modo sull’ultima opera “L’armata dei sonnambuli”. Nicola Lagioia è in scena domenica 15 febbraio. Con minimum fax ha pubblicato Lo scrittore ha incamerato il Premio ViareggioRèpaci, il Vittorini, il Premio Volponi. Il Premio Campiello 2014, Giorgio Fontana, è l'ospite del 22 febbraio. Il suo ultimo romanzo chiude il dittico su magistratura e giustizia iniziato con “Per legge superiore”, è “Morte di un uomo feli-

- “Valconca. Storia e ambiente”. E' il titolo di quattro condferenze orfganizzzate dall'associazioner culturale “Castrum Conke” e l'Asd Spartani. Si tengono nella sala conferenza della pasticceria garden di morciano, con inizio alle 18. 12 febbraio. Erika Valli: “Vita quotidiana delle comunità dell'età del bronzo del nostro territorio”. 19 febbraio. Enrico Cirelli

Valconca in conferenza Mario Garattoni

e Andrea Tirincanti: “Archeologia in Valconca: lo scavo della Piana di San Pietro”. Chiude il ciclo Mario Garattoni con “La storia della Flaminia Fano-Rimini con le sue connessioni è da riscrivere”. Il sipario si era aperto il 29 gennaio con Loris Bagli: “Gli

antichi mari della Valconca”. “Fornaci e fornaciai della Valle del Conca” era il tema affrontato da Maria Luisa Stoppioni il 5 febbraio. Mario Garattoni, per i pochi che non lo conoscessero, ha una caterva di passioni: la musica, il giardinaggio, la politica (dal Pri alla Lega nord). Non meno importante i suoi approfondimenti di storia locale. Ha anche pubblicato alcuni libri.

ANGOLO DEL DIALETTO

Perché Murcien l'è un gran paes Murcien l'è un gran paes che t'iultme temp l'ha pers un po ad pès Da quand un gnè più la Ghigi che per num l'era cume Palazzo Ghigi l'economia dla valeda la a subì una brusca frineda via Roma nummara cent per e mument l'è inesistent at che post tent rinumed l'avria da nas un gran supermarched e su nom e sarà una garanzia per la qualità dla mercanzia

Morciano di Romagna Via Roma 73 - Tel. 0541 - 988137

ce”. Il libro vincitore del Premio Campiello 2014 e del Premio Loria 2014 è in corso di traduzione in Francia, Germania e Olanda. Fontana ha pubblicato articoli e saggi su diverse testate, fra cui "Il manifesto", "Lo Straniero", Opendemocracy.net. Collabora con "IL", "TuttoLibri", l'inserto "La Lettura" del Corriere della Sera. Il ciclo si chiude il 1 marzo con Michela Murgia. Nel suo primo libro (“Il mondo deve sapere”), dapprima concepito e praticato come un blog, l’autrice sarda ha descritto satiricamente la realtà degli opera-

tori di telemarketing all'interno del call center di un'importante multinazionale, descrivendo lo sfruttamento economico e la manipolazione psicologica a cui sono sottoposti questi lavoratori precari. Il libro ha ispirato la sceneggiatura del film “Tutta la vita davanti” di Paolo Virzì, con Isabella Ragonese, Sabrina Ferilli, Elio Germano, Valerio Mastandrea e Massimo Ghini. Nel 2009 pubblica per Einaudi il romanzo “Accabadora”, una storia che intreccia nella Sardegna degli anni '50 i temi dell'eutanasia e dell'adozione, col quale ha vinto nel 2010 il Campiello. Nel 2011 pubblica, per Einaudi, “Ave Mary. E la chiesa inventò la donna”; un saggio di successo sul quale ci si soffermerà nel dialogo con l’autrice Gli incontri sono a cura dell’assessorato alla Cultura del Comune di Morciano, con la collaborazione di Emiliano Visconti. Le quattro conferenze si tengono alla sala del Lavatoio, con inizio alle 16.

CULTURA

Murcièn - “Murcièn. Centro commerciale naturale”. A leggerlo quale fantasia si crea nel mistero della mente? Viene voglia di arrivare a Morciano per fare shopping o passa assolutamente inosservato? Lo slogan ed il marchio (il brand, si direbbe per essere à la page) è stato creato dai ragazzi del liceo artistico Fellini. Dovrebbero, logo e slogan, essere adottati da Morciano e dai suoi commercianti per affascinare i potenziali clienti. Il dialettale “Murcièn” nel villaggio globale diventa un fattore di provincialismo e non il proprio borgo come una tessera per raccontare il mondo. “Centro commerciale naturale” è uno slogan asettico che nulla ti accende. Ha colori squarcianti che ti entrano dentro il vecchio e caro slogan dimenticato, “Morciano città Mercato”. C'è uno solo che continua a stampigliarlo sulle buste, la “Mofa”. Dall'altro verso del sacchetto c'è il Mercurio. Come dice qualcuno, qualche volta per andare avanti bisogna tornare indietro. Come i valori e il lavoro come etica.

Filippo Ghigi, fu lui a volere gli incontri

Sgonda me i l'avria da ciamè Centre commerciel Mercurie che saria per Murcen un gran bel augurie perché e cummerc tal su men la sempre funzionè molt ben

Mercurio un è minga un dio da poch ad furtunie un a port un broch Mercurio l'è una figura positiva cla prutegg anche la genta lavativa E su bronz sora la funtena e ten e caduceo tla su mena cume per di: burdell ste ben attent che a fallì e basta un mument Ad sti temp la frenesia l'è una vera malattia ma se nun ach cuntantem ad che poch ca guadagnem prima o dop l'arnas e bel paes ad Murcen Ades av svel un gran segret Murcen e pussied un stemp e una matrice cla ereditè dl'egizia Araba Fenice


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S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE

Cogenerare e informare San Clemente

“Che cosa sta nascendo lì?” si chiedono i cittadini di Sant'Andrea SAN CLEMENTE - La domanda i cittadini di Sant’Andrea se la sono fatta in tanti: che cosa sta nascendo li, in prossimità del centro abitato e praticamente di fianco al tanto osannato centro sportivo? Che cosa sarà quella strana struttura che non è casa né officina, né scuola, né palestra? L'ormai cronica difficoltà di comunicazione delle recenti amministrazioni, atteggiamento che invero le colpisce di qualsiasi colore siano e a tutte le latitudini, non sembra ancora superata e anche in questo caso non fa eccezioni. Siccome però un cogeneratore a gas non è un marciapiede e resta argomento su cui le favole metropolitane possono proliferare e crescere, abbiamo provato a capire che cosa si stia costruendo in quel brandello di terra. La risposta è un cogeneratore a gas metano! Nulla di infernale quindi, anzi: se vogliamo invertire il trend dell’inquinamento ambienta-

le dovremo tutti imparare ad apprezzare sistemi e strutture che vadano in questa giusta direzione. E inoltre diciamolo subito: un cogeneratore, se correttamente posizionato e seriamente condotto, può garantire vantaggi economici ed ambientali notevoli a tutto territorio e alla popolazione del luogo. La cogenerazione, descritta in soldoni, non è altro che un processo combinato di produzione di energia elettrica e calore che consente di ottimizzare lo sfruttamento dell’energia prodotta da una combustione aumentandone il rendimen-

to da un comune 40% a quasi il 90%. Generalmente infatti, solo il 40% dell’energia che si libera dalla combustione dei generatori viene trasformata in elettricità. La restante parte, ben il 60%, si traduce in calore, ma questa energia termica viene dispersa nell’ambiente senza produrre alcun beneficio. Il processo di cogenerazione ha proprio lo scopo di recuperare la maggior parte di quest’energia termica indotta dalla combustione, utilizzandola per produrre sia elettricità che calore. In questo modo la potenzialità dell’impianto viene sfruttata con picchi di rendimento che vanno oltre il 90%.

Risultano quindi evidenti sia i vantaggi economici che quelli ambientali. Inoltre il metano è attualmente l’idrocarburo ecocompatibile per eccellenza, capace di una combustione efficace a scapito di una bassissima emissione di anidride carbonica. Sarà quindi il migliore possibile l’idrocarburo che andrà ad alimentare il motore della nascente struttura. Avrà la potenza di 1 Mw elettrico e 1 Mw termico. L’area scelta, che nel tempo ha subito qualche spostamento, è il frutto di un accordo di programma stipulato con la Provincia di Rimini e, come ci dice il geometra Andrea Pula, responsabile dei lavori pubblici per il Comune di San Clemente, mentre illustra la nuova realizzazione: “Non vedo incompatibilità con gli

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edifici esistenti. Inoltre, la vicinanza con il centro sportivo permette di ottimizzare il trasporto del calore.” La gestione della nuova struttura è stata assegnata tramite bando pubblico ad una azienda veronese, privata che si è dovuta impegnare, anche con fidejussione, alla totale realizzazione e gestione per 20 anni. L’energia prodotta è destinata ad utenze private mentre al comune di San Clemente “…vengono garantiti 400.000 euro di energia e calore gratuiti in 20 anni a 20 mila euro all’anno…”. La speranza dunque è che in questi vent’anni il pezzo del gas metano non aumenti perché la conseguenza sarebbe che calerebbero le quantità di energia a disposizione del comune. C’è poi da considerare che la cogenerazione a metano è, oggi, vantaggiosa per l’investitore anche in considerazione di incentivi eco-

nomici della Comunità Europea che ne favoriscono la costruzione. Che accadrà quando questi finiranno? Dall’ufficio tecnico ci garantiscono che non c’è alcuna possibilità di cambiare combustibile ma se l’azienda dovesse trovarsi in difficoltà e volesse farlo (cosa già accaduta altrove) come saranno garantiti gli abitanti della zona rispetto a tipo di combustibile e traffico locale? La fretta con cui questa struttura, la cui realizzazione era stata accantonata, è stata riproposta resta ai più incomprensibile ed aumenta in tanti le perplessità. Ma i dubbi e le incertezze che nascono dalla mancata informazione possono essere spazzati via agevolmente: c’è sempre tempo per spiegare la correttezza di una scelta e dissipare le nebbie di una comunicazione paludata. Claudio Casadei

Otto marzo, grande lirica a Montefiore - Grande lirica a Montefiore Conca per l'8 marzo, ore 17, festa della donna. Sulle tavole del teatro Malatesta due cantanti di prestigio assoluto: il soprano giapponese Tomoe Suzuki e il tenore riccionese Gian Luca

- Una avventura che continua serenamente quella dell’ASD Junior San Clemente. La squadra del piccolo comune iscritta per la stagione 2014/2015 al campionato di prima categoria girone H dove si confronta con discreti risultati con squadre di tutta la RoGli

Il soprano giapponese Tomoe Suzuki e il tenore riccionese Gian Luca Pasolini

Pasolini. Interpretano famosi brani da musica da camera. La signora Suzuki arriva direttamente da Tokio. Si è laureata in Canto Lirico presso l’Università Showa in Giappone e poi presso il Conservatorio Rossini di Pesaro. Ha frequentato masterclass con artisti di chiara fama fra cui Lucia Valentini Terrani. Vincitrice di numerose borse di studio a livello internazionale e di concorsi tra cui il concorso “Vissi d’arte” per il ruolo di Violetta Valery nella Traviata di Giuseppe Verdi. Svolgendo la sua attività artistica a livello internazionale anche con i ruoli di Musetta in Boheme di Puccini Adina in Elisir d’amore di Donizetti ed Amina in Sonnambula di Bellini. Si è inoltre specializzata in musica vocale da camera. Attualmente è docente associato presso la stessa Università Showa di Kawasaki in Giappone dove ha conseguito la sua prima laurea. Piero Corradino Giovannini Si diploma in pianoforte, presso il Conservatorio di

Cesena (sezione staccata di Bologna) e in Direzione d’orchestra presso l’Accademia Musicale Pescarese. Successivamente si dedica agli studi di Armonia Principale, Corno, Lettura della Partitura, Contrappunto e Fuga. Ha collaborato con varie fondazioni, conservatori e teatri (Accademia Musicale Chigiana, Teatro alla Scala, Teatro dell’Opera di Roma, Maggio Musicale Fiorentino, Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma) accanto ai più illustri direttori quali Muti, Pretre, Mehta, Abbado, Giulini, Chung, Gergiev, Pappano, Ashkenazy, Tate, Rostropovic ed altri ancora. Ha diretto più volte concerti con il Coro Filarmonico del Teatro alla Scala di Milano e vari ensemble strumentali. Ha partecipato in qualità di pianista a prime mondiali di opere di Berio, Clementi, Vacchi, Morricone, Corghi ecc.. Attualmente è docente presso il Concervatorio Bruno Maderna di Cesena. Gian Luca Pasolini Gian Luca Pasolini si laurea

nel 2002 presso il Conservatorio di Pesaro con Robleto Merolla, si perfeziona all’Accademia di Busseto con Alain Billard e all’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino con Bernadette Manca di Nissa e consegue nel 2007 il master in canto lirico presso il Conservatorio di Firenze. Debutta nel 2006 con Carmina Burana al Maggio Musicale Fiorentino con diretta radiofonica Rai3, scelto personalmente dal maestro Zubin Mehta per festeggiare il suo 70.mo compleanno e nel 2007 è già protagonista alla Scala di Milano in un’opera moderna di Fabio Vacchi “Teneke”, con la direzione di Roberto Abbado e la regia di Ermanno Olmi. Da allora ha avuto modo di calcare i palcoscenici di alcuni fra i maggiori teatri del mondo, collaborando con registi e direttori come Daniele e Roberto Abbado, Daniel Barenboim, Arnoud Bernard, Semyn Bychkov, Cristina Comencini, Myung Whun Chung, Paul Curran, Richard Jones, Jannis Kokkos, Einuntas Necrosius, Ermanno Olmi, Kazushi Ono, Donato Renzetti, Emilio Sagi, Dmitri Tcherniakov, Lothar Zagrosek, Michail Zaniecki, Alberto Zedda e tantissimi altri, Tra le incisioni reperibili in commercio “Requiem” di G. Verdi “Anna Bolena” di G. Donizetti, “Ero e Leando” di G. Bottesini, e “Igrok” (Giocatore) di S.I.


S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

MONTEFIORE - Nonostante le 50mila bottiglie di vino stappate. Nonostante le eccellenze eno-gastronomiche. Nonostante la passione. Nonostante l'aver fatto promozione ai quattro venti. Nonostante tutto questo l'enoteca “Belfiore” di Montefiore lo scor-

Belfiore, chiude una delle istituzioni eno-gastronomiche della provincia

Giuliano Gnoli Il borgo di Montefiore

fuori provincia: Pesaro, Fano, Ravenna, Faenza. Giuliano Gnoli portava all'esterno il territorio e le sue eccellenze eno-gastronomiche; un classico le due-tre puntate l'anno a Faenza. Per un paio d'anni era stato anche a Londra a presentare i vini romagnoli insieme a Umberto Giovannini dell'Opificio della Rosa. Un

londinese venne a Montefiore per la luna di miele. “Ho chiuso - racconta Giuliano Gnoli che in questo momento si sta occupando di vini per una prestigiosa cantina pesarese - per la mancanza di prospettiva. La mia attività era diventata un problema per una parte del paese e non un valore. Per molti montefioresi non ci

TERRA - TRADIZIONE - TIPICITA'

Conoscersi con la cucina - Bellissima iniziativa del Centro Sociale Valconca. Ogni terzo giovedì del mese, alle ore 19, chi vuole, ma proprio tutti, può imparare a cucinare e, solo se è molto fortunato, può imparare a conoscere anche i suoi vicini di casa. Cinque splendide serate a tema in cui imparare qualche segreto della cucina di casa nostra trascorrendo una serata serena. Una serata in cui, potete sommetterci, i sorrisi saranno la colonna sonora di una esperienza diversa vissuta nella consapevolezza che, una volta usciti dalla porta del centro avrete un trascurabile nemico in più: la vostra bilancia! Quando leggerete queste righe la prima serata dedicata a “Le farine e la pasta all’uovo” se ne sarà andata sull’onda del successo di presenze mietuto. La seconda serata è alle porte: il 19 febbraio il tema sarà “Carnevale, il fritto fa male… ma…”, mica possia-

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Aperta dal riccionese Giuliano Gnoli 18 anni fa. “Questa amministrazione non ci ha aiutato”

Rappresenta il simbolo di una decadenza del paese? “Chiuso di fatto il teatro”. Deserto il bando per gestire la Rocca so 6 gennaio ha chiuso i battenti dopo 17 anni di belle storie. Venne aperta dal riccionese Giuliano Gnoli. Quella metà degli anni Novanta celebrava la rinascita di Montefiore e dei borghi della provincia di Rimini. Su impulso della Regione sono stati restaurati, con investimenti importanti, tutte le cittadine malatestiane. Montefiore ne era (e lo è) uno dei fiori all'occhiello. Sono saliti fino a Montefiore per le sue specialità Umberto Eco e Vittorio Sgarbi. Un archivio di 2000 clienti, la metà da

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sono motivi per venire a Montefiore. Non capivano come mai dei riccionesi erano arrivati fin quassù per aprire delle attività. Per altri montefioresi un fatto simile non sarebbe mai dovuto accadere. Chi ci è nato qui non ci vede le potenzialità. E forse non è un caso che la stragrande maggioranza degli esercizi sono tenuti da non montefioresi. Io la penso esattamente all'opposto. Montefiore ha un fascino straordinario che attira idee e risor-

se umane. Attira chi ha cultura, sensibilità ambientale ed enogastronomiche”. “La scommessa iniziata con il sindaco Claudio Battazza continua Gnoli - era di aprire Montefiore all'esterno per le sue straordinarie potenzialità. Se porti uno straniero e gli fai assaggiare formaggi e vini in quest'ambiente resta affascinato. Nel mio locale, una grotta del 1600, mi sentivo il custode. Servivo una bottiglia con un tocco di

formaggio insieme alla musica giusta. Addirittura due giapponesi hanno comprato casa alla ‘Pedrosa’ perché c'era Belfiore”. La musica era una delle forze dell'Enoteca Belfiore. Organizzava in media una quarantina di concerti l'anno. Ha portato a Montefiore musicisti del calibro di Bollani, Rava. Montefiore era stato inserito nel circuito jazz della Regione Emilia Romagna nel progetto “Cross Road”. “Purtroppo - prosegue Gnoli - quel periodo di crescita iniziato a metà anni '90 si è invertito. Il progetto Battazza, aprirsi, è stato accantonato. Negli ultimi tempi abbiamo perfino avuto dei problemi con l'occupazione del suolo pubblico. Negli ultimi anni hanno chiuso attività; di fatto è stato chiuso il teatro, la scorsa estate ha chiuso il pub. Con l'arrivo di Berselli il paese si è spaccato a metà; chi con Berselli da una parte; i contrari dall'altra. Quando la mèta è una sola”. Pentito dell'avventura nel paese della Rocca? “Assolutamente no. Ringrazio i montefioresi che hanno reso possibile tutto questo”. Il bando pubblico per la gestione della rocca è andato deserto.

SAN CLEMENTE - TEATRO

Teatro Villa, il cartellone Il teatro

- Ecco il cartellone del Teatro Villa di Sant'Andrea in Casale che ha nella compagnia di Città Teatro la direzione artistica. Domenica 8 febbraio , ore 17. Lucchettino Classic, con Luca Regina e Tito Fimiani.

Imparare a fare le tagliatelle

mo rinunciare a frappe, castagnole e frittelle di riso! Il fegato capirà e se no pazienza! Terza serata, 19 marzo, e qui il gioco si fa duro: “Ricette di confine…la mia regione!” Già, ma quale sarà la regione che andrà in scena? Quarta serata, 16 Aprile: lo strozzaprete al potere! “Le farine e la pasta… no all’uovo” che è roba da ricchi e gli italiani sanno sempre come arrangiarsi. Ultima serata nel segno della primavera. E' ormai il 25

maggio, “Uscita per raccolta delle erbe e serata di chiusura”! Di certo saranno cinque serate memorabili. Di certo quelli del centro hanno avuto una bella idea. Di certo in queste giornate i fortunati protagonisti potranno imparare qualcosa di cucina e fare nuove amicizie. E se chi trova un amico trova un tesoro…vuoi proprio rinunciare al tuo? Claudio Casadei

ne Città Teatro. 21 febbraio, ore 21. La C o m p a g n i a “JARMIDIED” presenta la commedia “La fira dè borg”. 28 febbraio, ore 21. La Compagnia “QUEI DAL FUNTANELE” presenta la commedia “Questa l’ è una chiesa… na un casein” Domenica 22 febbraio, ore 17. Il Mirabolante volo del Capitano Sparazzi con Fabio Magnani. Produzio-

Venerdì 13 marzo e venerdì 27 marzo, ore 21. GANG BAND contaminazioni musicali a km 0. Live session in collaborazione con K-Army. Domenica 10 maggio, ore 16. Teatro della Memoria con gli allievi dei laboratori del Teatro Villa e gli attori di Città Teatro. Sabato 23 maggio, ore 16.

PICNIC DEL LIBRILLO. Per famiglie di tutte le età. A cura di Alessia Canducci, con la complicità dei lettori volontari del progetto nazionale Nati per Leggere. Teatro Giustiniano Villa via Tavoleto, frazione Sant’Andrea in Casale, San Clemente. Per le prenotazioni: tel 329.8147271 (dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18). www.cittateatro.it. Il progetto è realizzato da Città Teatro con il contributo di Comune di San Clemente, Provincia di Rimini, Regione Emilia Romagna, e il sostegno di Banca di Rimini, Ristorante Bar Corrado, La Stanza ornamenti design luci.


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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO

Ha mandato a memoria le zirudele più famose di Pasqualon, Giustiniano Villa e della tradizione. Senza averle mai lette

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Segantini, dialogo tra contadino e padrone - Romolo Segantini, 84 anni, terzultimo di sei fratelli, abita a Montespino da sempre. “Grazie a Dio sono molto contento di come li porto”. Tre figli, ha sempre abitato a Montespino. Di mestiere agricoltore, recita a memoria le famose zirudele di Pasqualon, Giustiniano Villa e molte sconosciute, trasmesse oralmente dal babbo, dal nonno e dalle sorelle. Non le ha mai lette.

LA MEMORIA Romolo Segantini Terzo Maffei

PERSONE

Ecco il suo dialogo tra contadino e padrone. Servo suo sor padron ai so vnu a purtè i capon e un pò d’olie ma l’uliva st’an la è poca e pò cativa. Dimmi un po’ l’hai misurata, sì signore quanto è stata? La fa du sac e na casela. Solo? Sol qualca garnela i la messa si carbon chi burdel per fé clazion. Aaah ecco il male dove sta, ne mangiate una metà di qualunque riscossione poi partite col padrone, il rimanente che vi resta se poi negatemi ancor questa. Mo i lavora i là in campagna vo tun frut mo chi ne magna che i puraz da fé clazion ià n’po

pieda d’furmenton dura piò d’una gumera resta i lè da pu la sera, si to fig e na susina an sarà una gran arvina. Ma la parte tua devi mangiare, non del padrone mi fai scappare dio bono. Giusto le uova dove sono? Ei aglio port an so vnu senza, ma ne elt che invec d’utènta questie glie sol che quarenta. Perché solo la metà? Perché al galini lin li fa. Questa ancora è un bel pezzo. No signore è qua indred avrà tot quel che a d’ave, nienca nun sangue de boia an sin in ches a fé la sfoia, sa sti fred stal galinazi a gli ha fat al gres spavnazi gli ha stret da fat è cul a fem i gnoc a si fasul. Sì, sì, voi contadini fate car-

ne e tagliolini, queste feste pochi sciocchi altro che fagioli e gnocchi. Dievoldai le antica usenza chi dè ampin un po’ la penza e le la cmencia e le la fnesc la vita bona bona e pò sfalesc per è

prenz un po’ più terd du faszol cundid sé lerd e po’, cundid se lo e vedessa us met a rid. A gne dobbie che t’una scudela sia ches d’veda una stela, quant la è fnida la zurneda do fuiaszie d’insaleta sa n’po d’sel e dla gren sceda l’olie apena u si fa veda, si fa crosz icse per scusa che cundì da nun anusa per mutiv che egnè i quadrin ec la vita di cuntadin. Compatisco ciò che dici, pur noi siamo felici, siamo sempre contrastati, di continuo disturbati o con l’uno o con il tale per la firma o la cambiale o coi figli scapestrati che oggi sono indiavolati, o con la moglie che ambiziosa fa con altri la graziosa. Te lo dico ad alta voce tutti abbiamo la nostra croce. El disch ben ai dag rascion mo chi la d’legn e chi d’carton quel che l’infronta che ligera da purtela in fin la sera, a purtela a na paura en chiapa gnench l’indulidura ma che chi legn cla i tocca d’legn che sta ret giost per inzengn quant la fat tre, quatre pass se scapozza pu t’un sas lè custret a caschei sotta sa la schina tutta rotta, ella icse sta sinfunia o ca deg una busia.

Museo della Linea dei Goti Una serata per non dimenticare - Un pomeriggio per non dimenticare gli orrori della storia. L'hanno organizzato il Museo della Linea dei Goti e il Comune di Montegridolfo per onorare il Giorno della memoria. Quello storico è il 27 gennaio, quando le truppe russe entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz (Polonia). Trovano gli orrori e liberano gli uomini. Si è tenuto il sabato 31 gennaio al Castello presso la Grotta Azzurra, con inizio alle 16,30. Titolo della conferenza: “Hitler, la seduzione del male”. Ha portato il saluto il sindaco Lorenzo Grilli. “La psicopatologia del tiranno è nella sua firma” è stato il tema trattato da Terzo Maffei, il fondatore del Museo di Montegridolfo. Alessandro Agnoletti invece ha portato “Mein Kampf” (la mia battaglia), che sarebbe la bibbia del nazismo. Ha chiuso Daniele Diotallevi con “La strategia di Hitler per un nuovo ordine mondiale”.

‘Viaggio’: concerti, cineforum e incontri Saludecio, il teatro

- “Viaggio”. E' il titolo della rassegna culturale che parte il 13 febbraio e si chiude l'8 marzo. In cartellone: concerti, cineforume e incontri. E' una on the road sulle strade del mondo; il viaggio come impresa e scoperta. Si inizia il 13 febbraio, Teatro Comunale Verdi, ore 21. Morrigan's wake in Concerto. Con Davide Castiglia (violino, nickelharpa), Tiziana Ferretti (voce, bodhran), Francois Gobbi (basso elettrico), Maurizio Lumini (fisarmonica), Barbara Mortarini (flauto dolce contralto e soprano, tin e low whistles), Massimo Pirini (chitarra acustica, voce). Mercoledì 18 febbraio. Sala Polivalente Multimediale, ore 21. Cinefroum. “Nelle terre selvagge” di Sean Penn (USA 2007). Sabato 21 febbraio. Teatro Comunale Verdi, ore 21. Bevano Est in Concerto, con Stefano Delvecchio (organetto

Mercoledì 4 marzo. Sala Polivalente Multimediale, ore 21. Cineforum. “Una storia vera” di David Lynch (USA, Francia 1999). diatonico, voce), Davide Castiglia (violino), Giulio Cantore (chitarra), Giampiero Cignani (clarinetto, clarinetto basso) Domenica 22 febbraio. Biblioteca Comunale, ore 17. “La musica ti invita al viaggio”. Fabrizio D’Altilia esperto di musica, di filosofie e di psicologie comparate tra Oriente e Occidente. Mercoledì 25 febbraio. Sala Polivalente Multimediale, ore 21. Cinefroum. “Central do Brasil” di Walter Salles (Brasile 1998). Domenica 1 marzo. Biblioteca Comunale, ore 17. “Nostoi ritorni”. Paola Dei, Psicoterapeuta e Art a Terapeuta con la partecipazione di Roberto Iacomucci.

Venerdì 6 marzo. Teatro Comunale Verdi, ore 21. “Sulle orme del santo”, da Saludecio a Roma per la santificazione del Beato Amato con la partecipazione dei Pellegrini. Domenica 8 marzo. Biblioteca Comunale, ore 17. “Ritornare se stessi”, il viaggio eroico di guarigione e autorealizzazione Loretta Illuminati psicoterapeuta e Fabrizio d’Altilia counselor. L’evento è promosso dal Comune di Saludecio, assessorato alla Cultura, insieme all’Associazione Culturale L’Armonda. Per maggiori informazioni: Comune di Saludecio - Ufficio Cultura Tel. 0541.869721/869719. www.comunesaludecio.it www.visitaresaludecio.it


SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

- A Sant'Amato Ronconi di Saludecio, da sette secoli a questa parte, gli vengono attribuiti diversi miracoli. Al primo santo della Valconca sono attribuiti due miracoli che hanno a fare con il fiume Conca. Gli antichi scritti parlano del suo attaccamento all’Abbazia di San Gregorio di Morciano di Romagna. Quando ancora non era conosciuto, Amato si recava spesso a Morciano per pregare, o per andare al mercato. Si racconta che agli inizi del 1300 trovandosi a dover attraversare il fiume Conca in piena, stese il suo mantello sull’acqua e lo attraversò sotto gli occhi increduli di alcune persone che videro diventare il suo manto una zattera di stoffa, che lo portò sull’altra sponda perfettamente incolume ed asciutto. Il secondo miracolo avvenne sul greto del fiume Conca, vicino alla strada che costeggia tuttora il fiume, chiamata via Serrata. Durante una caldissima

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Due miracoli legati alle acque di Morciano. Una volta guadò il fiume in piena sul suo mantello. Il pozzo e l'acqua

Il pozzo del Beato Amato San Amato Ronconi

COMUNITA'

di Emilio Cavalli

giornata di sole un gruppo di contadini si stava lamentando della siccità, mentre stavano portando alcuni capi di bestiame ad abbeverare al fiume. Amato che si trovò a passare interrogò alcuni di loro e venne a sapere che la pozza naturale si era prosciugata. Amato disse: “In questo posto di acqua ce n’è sempre stata”. “E’ vero - rispose un contadino -. Ma quest’anno si è seccato tutto”. “Eppure sento che sotto i miei piedi scorre una grossa vena d’acqua”, disse il giovane Ronconi. - Domenica 21 dicembre, alle 17.30, al Teatro Verdi di Saludecio, in piazza Beato Amato, è stato proiettato il film-documentario “Il Santo Amato”, dedicato alla figura del primo Santo della Diocesi di Rimini, santificato da papa Francesco lo scorso 23 novembre. Realizzato da Icaro Communication col contributo della Banca Popolare Valconca e con il patrocinio del comune di Saludecio, ripercorre la vita e le opere del Beato saludecese. Ha lo scopo di comprenderne la figura, non solo religiosa, ma punto di riferimento storico, sociale e culturale per la comunità di Saludecio. Il video riporta la testimonianza di studiosi del Beato Ronconi, senza tralasciare quella diretta dei documenti. Amato Ronconi nasce a

Amato si spostò di qualche metro e individuò un punto dove l’erba era più verde e vigorosa. Forò il terreno con il suo bastone e mentre lo estraeva

un modestissimo zampillo d’acqua cominciò a fuoriuscire dal buco, riversandosi nella direzione dello stagno asciutto. Lì per lì i presenti pensa-

rono ad una casualità e non dettero molto peso a quel misero rigagnolo che scompariva sotto l’erba e che non era in grado di assetare i grossi buoi. E poi questo Amato Ronconi chi lo conosceva? A prima vista sembrava un tipo insignificante, tanto è vero che non lo ringraziarono nemmeno. I contadini si avviarono verso il fiume con il loro bestiame, pensando di fare molto prima invece che stare lì ad aspettare la lenta fuoriuscita dell’acqua. Al loro ritorno con stupore videro che la pozza stava traboccando, un contadino esclamò: “Ma quell’uomo chi era?”. “E sarà stè un sent!”, disse l’altro. “Oh Madona, o feda davvera!” (sarà stato un Santo! Oh Madonna, lo penso per davvero!).

Saludecesi a Roma per la santificazione del beato Amato

Saludecio da una famiglia benestante di agricoltori nel 1226, anno in cui ad Assisi moriva san Francesco. Rimasto presto orfano, trascorre la sua giovinezza con la famiglia del fratello Giacomo dal quale però

TREBBIO DI MONTEGRIDOLFO - Via Botteghino 61 - Tel. e Fax 0541/855134

viene malvisto per il suo distacco dai beni materiali. Si dedica all’accoglienza dei poveri e dei pellegrini costruendo un Hospitale nella casa da lui ereditata sul Monte Orciaro. Col passare del tempo cresce

in lui il desiderio di diventare lui stesso pellegrino: si mette in cammino per arrivare, come atto di fede, ai confine della Terra conosciuta, a ‘Finisterrae’. Muore nel 1292 donando tutti i suoi averi.

Il fatto suscitò grande scalpore tant’è vero che a distanza di pochi anni, i contadini scavarono un pozzo, che poco più di due secoli dopo tutti chiamarono: “E’ poz de Beat Amed”. Per tantissimi anni dissetò i passanti e gli abitanti di Morciano, poi arrivò inesorabilmente il progresso edilizio degli anni '60-'70 e il pozzo per cause ancor oggi sconosciute venne soppresso. Persone presenti nel momento della sua chiusura ricordano che per alcuni giorni gli operai addetti al lavoro non riuscivano in nessun modo a domare la fuoriuscita dell’acqua, che allagò la strada e la zona circostante. Fatidico è stato che nel punto esatto dove c'era il pozzo del beato Amato, oggi c'è una strada chiamata via “Po”. Che sia stato l'ultimo segno 700 anni dopo del futuro santo saludecese. Oppure una semplice coincidenza?


“Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi, è come se fermasse l'orologio per risparmiare tempo”

Ristrutturare - Costruire - Idee Gli artigiani della casa Frigorifero, motore a scoppio, nave frigo, velivolo pesante

Henry Ford

La di autore ignoto, vieneSiattribuita Piero della Francesca, La Città Città ideale ideale (particolare), (particolare) attribuita al Laurana. trova ad aUrbino, Palazzo Ducale Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Leon Batista Alberti... Si trova ad Urbino, Palazzo Ducale

Le scoperte che hanno fatto ‘crescere’ l'uomo 1875. Frigorifero l'ingegnere tedesco Carl von Linde (1842 - 1934) sviluppa il principio secondo cui un gas compresso e poi fatto espandere rapidamente sottrae calore all'ambiente (cioè genera freddo), per realizzare la prima macchina frigorifera efficace. Come fluido frigorigeno utilizza inizialmente l’etere metilico, ma a causa dei rischi di esplosione presentati da questa sostanza, lo sostituisce nel 1876 con l’ammoniaca, già proposta nel 1857 per questo scopo dal francese Ferdinand Carré. Nel 1931 la società Du Pont de Nemours realizzerà un gas-liquido ancora più efficace da questo punto di vista, un cloro-fluoro-carburo chiamato Freon. L’invenzione di Linde apre la strada ai processi di refrigerazione dei cibi, destinati a trasformare radicalmente il settore dell’alimentazione. Successivi sviluppi si avranno con l’invenzione dei surgelati nel 1915 e con l’invenzione dell’aria condizionata. 1876. Motore a scoppio Nasce il motore a scoppio moderno. Dopo il geniale e sfortunato tentativo di Barsanti e Matteucci, l’ingegnere tedesco Nikolaus Otto (1832-1891) realizza il primo motore a scoppio a quattro tempi (aspirazione, compressione, scoppio e scarico), base per tutti i successivi sviluppi in questo campo. Il principio del motore a quattro tempi era già stato brevettato il 16 gennaio 1861 dal francese Alphonse Beau de Rochas (1815-1891), ma questo prevedeva l’accen-

sione della miscela per compressione e non dall’esterno (uno sviluppo di questo principio sarà fatto più avanti da Diesel). Il motore di Otto, monocilindrico e a gas, è adibito a installazioni fisse e in poco tempo avrà un grande successo: ne saranno costruiti in pochi anni 35.000 esemplari, con potenze fino a 600 CV.

Saranno poi Daimler e Benz a sviluppare un motore leggero e potente, in grado di essere applicato sulle automobili. 1876. Nave frigorifera Salpa da Rouen la «Frigo que», un vecchio piroscafo in glese riconvertito nella nave frigorifera dall’inventore francese

Charles Tellier (li 1913), il quale sfrutta le esperienze di Carré e di Linde per realizzare il primo trasporto intercontinentale di alimti refrigerati. Obiettivo di Tellier è il trasporto di carne dall'America all’Europa, ancora oggi una delle rotte più fiorenti di questo traffico, ma la nave frigorifera è destinata a trasformare l’intero commercio dell’alimentazione su scala mondiale. 1877. Volo pesante L’ingegnere milanese Enrico Forlanini (1848-1930), fratello dello pneumologo Carlo, fa volare ad Alessandria un modellino di elicottero con motore a vapore, il primo velivolo più pesante dell’aria che si sia mai alzato dal suolo spinto da un motore a combustione. L’elicottero, dotato di due eliche controrotanti basate sui disegni della «vite aerea» di Leonardo da Vinci e del peso di quattro chili, si solleva con la sola forza del suo motore da 1,5 CV a 12,80 metri dal suolo, restando in aria per 20 secondi. Per vedere l’elicottero moderno bisognerà aspettare il 1930.


BANCAPOPOLARE VALCONCA AZIENDE INFORMANO La Banca Popolare Valconca ha presentato un prezioso volume lo scorso 20 gennaio al Teatro CorTe. Oltre 100 istantanee dalle collezioni Silvano Gaddi, Vincenzo Santolini e Maurizio Baldi

Da sinistra: Massimo Lazzarini (presidente della Bpv), Mimma Spinelli (sindaco di Coriano), Antonella Imolesi Pozzi (responsabile delle raccolte Piancastelli della biblioteca Saffi di Forlì), Paolo Zaghini (direttore della biblioteca di Coriano)

Il teatro pieno

COMUNITA'

- All'inizio è la semplice immagine con un saluto. Il tempo la fa diventare un documento senza fronzoli. Che agli uomini e alla storia sanno dire molteplici fatti. E' la forza dell'immagine. “Questo volume è un omaggio alla nostra gente così tosta”, lo definisce l'avvocato Massimo Lazzarini, presidente della Banca Popolare Valconca, nell'introduzione. “Saluti da Coriano. 100 anni di Cartoline” è il titolo del libro presentato lo scorso 20 gennaio al teatro CorTe di Coriano, in occasione di San Sebastiano, il patrono. In una raffinata sala gremita da grande occasione a portare il saluto ed a raccontare: Domenica Spinelli (sindaco di Coriano, Massimo Lazzarini

Da sinistra: il sindaco Piero Cecchini, l'assessore Anna Sanchi e il presidente della Banca Popolare Valconca Massimo Lazzarini

Saluti da Coriano. 100 anni di cartoline (presidente della Banca Popolare Valconca), Paolo Zaghini (direttore della biblioteca di Coriano) e Antonella Imolesi Pozzi (responsabile delle raccolte Piancastelli della biblioteca Saffi di Forlì).

Le preziose istantanee arrivano dai cassetti di tre corianesi privi del comprensibile “egoismo” del collezionista: Silvano Gaddi, Vincenzo Santolini e Maurizio Balzi. Il volume è suddiviso in otto sezioni: “Saluti da

Coriano, “Panorami”, “Corso Umberto oggi via Garibaldi”, “Il Municipio”, “Chiesa di Santa Maria Assunta”, “L'Istituto Agricolo Orfani di Guerra”, “Frazioni” e “Attività economiche”.

Nelle piacevoli due ore si sono sfogliate pagine dell'ultimo secolo della storia di Coriano, uno spaccato della storia di questa provincia, con gli orizzonti sull'Italia che da misero paese agricolo è arrivato sulla platea della ricchezza lasciando indietro l'anima. Si veda il caotico e brutto sviluppo urbanistico, ad esempio. Ad aprire il sipario è toccato a Luigi Sartoni, direttore generale dell'istituto di credito. Poi i quattro relatori. Spinelli: “Senza il supporto

economico della Banca Popolare Valconca non saremmo stati in grado di portare avanti un progetto come questo, che è un recupero della nostra identità Grazie a loro e un grazie ai tre collezionisti”. Massimo Lazzarini, presidente Bpv: “Nelle cartoline non ci sono persone ma cose, monumenti, strade. E tutte queste cose parlano delle persone. Come diceva Borges dietro ogni cosa ci sono gli esseri umani”. Paolo Zaghini: “Questo volume è il secondo omaggio della Bpv a Coriano. Nasce dalla voglia di far vedere un oggetto sparito. Oggi, non si fanno più cartoline; sono state sostituite da altri strumenti della comunicazione. Compaiono alla fine dell'800 e sembrano che siano morte...”. Antonella Imolesi Pozzi: “L'uso domestico delle cartoline è diventata la testimonianza di un luogo e di un tempo che non c'è più: le modificazioni urbanistiche, economiche e sociali. Allora non avevano la dignità di documenti, ora sì. Guardando queste cartoline, capiamo che dovremmo ricostruire l'anima dei luoghi”.

SOLIDARIETA' - Entrare in Burkina Faso questo gennaio, a due mesi dal colpo di stato e quasi altrettanti dal momento di più alta virulenza dell’ebola in due, tre Stati limitrofi, ha svuotato di uomini occidentali i pochi aerei che arrivano a Ouagadougu e intensificato alcune misure sanitarie e militari negli aereoporti. L’ingresso: prima una obbligata disinfettata alle mani da un apposito apparecchio, poi una carrellata su ogni persona tramite un termografo a infrarossi per rilevare la temperatura dei passeggeri appena sbarcati, quindi la compilazione di documenti sanitari e amministrativi abbastanza stringenti: “quali Stati hai visitato, conosci l’ebola... hai mai avuto questi sintomi di recente... e giù una sfilza di malanni.” E, passate poi le forche caudine di tutte le valige aperte, si entra in Burkina... dove

Burkina Faso, due pozzi per 1.600 persone

ad attenderti non c’è un taxi che sia uno, tanto si sa da due o tre mesi bianchi non ne giungono! Fortuna che suor Honorine, col suo Doblò Fiat blu, è stata di parola, nonostante sia l’una e mezza di notte, sta lentamente entrando nel parcheggio dell’aeroporto, per accompagnarmi alla foresteria della sua mis-

sione. Dopo due giorni sono a Bittongou, villaggio rurale a metà tra la capitale e il Togo a verificare e inaugurare un pozzo fermo da due anni di cui la Banca Popolare Valconca ha finanziato la rimessa in funzione che ora, prendendo acqua da 45 metri sotto terra la getta fuori fresca e purissima per almeno seicento persone che da

mesi aspettavano questo momento. Le donne accolgono l’ospite con danze ritmate dal battito delle mani e nenie con alte grida, poi il capo di un villaggio ringrazia e ringrazia e ringrazia l’amico italiano che si è ricordato di loro oltre ai bimbi che attingono subito all’acqua. Mi colpiscono le tantissime api mellifere assetate an-

ch’esse, che accorrono in gran numero sull’acqua appena sparsa per terra. Dopo alcuni giorni, fatti più di trecento chilometri verso nord, con due belle forature nonostante le grosse gomme del pick-up, giungo al villaggio di Louda Peulh, che come dice il nome indica una zona abitata dalla etnia Peulh, nomadi del deserto che, senza

fissa dimora migrano con le loro greggi e i loro commerci tra Burkina, Mali e Senegal senza alcun passaporto. Il pozzo che la nostra Banca Popolare ha donato “a nuovo” era fermo da due anni e mezzo e pescando acqua da 38 metri sotto terra, ridona una vita un po’ più sana ad oltre mille peulh, che si fermeranno ora un bel po’ di più, mi dice una guida, trovando acqua abbondante per le famiglie e gli animali da pascolo che curano. Dopo un abbondante tempo di ringraziamenti e saluti tra tutti - le strette di mano ormai non si contano più – le donne Peulh nei loro vestiti coloratissimi iniziano a danzare formando tre gruppi diversi e , con le mani battono ritmi sui bidoni verdi e gialli che tra poco saranno colmi di acqua fresca.

V. W.


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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO

MONTESCUDO TEATRO

Teatro, inizia la stagione del dialetto Montescudo, Teatro Rosaspina

- Ventidue anni di commedia dialettale. Un record. La commedia dialettale resta elemento trainante dei sabato sera al Rosaspina, offre anche quest’anno, un cartellone all’insegna del divertimento per gli appassionati del genere, con le migliori compagnie locali. E’ la più vecchia e importante rassegna dialettale della provincia di Rimini. Il teatro. “E’ datato genericamente dagli storici all’inizio del 1800, ma già alla fine del 1700, precisamente nel 1780, nelle lettere inviate dal cardinale legato al governatore di Montescudo, si parla di uno spazio utilizzato per le rappresentazioni teatrali. Ha la tipica struttura dei teatri all’italiana dell’epoca, con forma a ferro di cavallo, platea, un ordine di palchetti e il loggione.

Il cartellone 14 Febbraio, ore 21. Commedia dialettale. “La fira de borg”. La compagnia “J'armidied”. 21 Febbraio, ore 21. Commedia dialettale. “Parenti e serpenti” (i sold e i malann... ognun i sua). La compagnia di Casinina e Auditore “Quei chi n'ha bèn e ch'in lascia va bèn”. 28 Febbraio, ore 21. Commedia dialettale. “A gl'och ad Plucòn”. La compagnia “La Mulinela”. di Santarcangelo. 1 marzo, ore 18. “In fondo agli occhi” della compagnia Berardi-Casolari. 7 marzo, ore 21. Commedia dialettale. “Un còlp ad Fòlmin”. La compagnia “Quei dla Veggia”. 8 marzo, ore 18. Festa della Donna. Riccardo Guelfi: “La notte vola!!!”.

Tra i 13 ed i 16 anni. Cercheranno di divertirsi e diventare campioni

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Sic58, 8 ragazzi in cerca di gloria Tra loro il riminese Mattia Casadei. In sella anche una ragazza, Cecilia Masoni LO SPORT - Otto ragazzi porterenno sulle piste d'Europa “Sic58”. E' la squadra corse nel nome di Marco Simoncelli. Dietro c'è la competenza tecnica di Fausto Gresini e la passione di Paolo Simoncelli, il babbo del Sic. Il team al gran completo è stato presentato lo scorso 23 gennaio al PalaGeox di Padova nella serata del Buon Compleanno. Sul palco, Paolo Simoncelli insieme a Fausto Gresini e Paolo Beltramo hanno svelato i programmi 2015 della Sic 58 Squadra Corse. Otto i talenti che correranno con i colori del Sic tra CEV (l'eurpeo) e CIV (l'italiano). Nel CEV Moto3, da quest’anno

Gli otto centauri al PalaGeox, Padova (Foto Marzio Bondi)

‘Mondiale Junior FIM’, su KTM saliranno in sella Tony Arbolino (Campione CIV PreMoto3 125 in carica, al secondo anno con Sic 58 Squadra Corse) e Stefano Valtulini. Sarà inoltre presente nella Red Bull MotoGP Rookies Cup (monomarca che affianca nei principali round europei il Motomondiale) dal riminese Mattia Casadei. Mentre nel CIV Moto3 correranno Cecilia (‘Cecy’) Masoni, Yari Montella e Kevin

Sabatucci e nel CIV PreMoto3 125cc da Riccardo Rossi e Andrea Cavaliere. Cecilia ‘Cecy’ Masoni, giovane motociclista tricolore recente protagonista del docureality ambientato nel CIV ‘Motorhome – Piloti di Famiglia’ in onda su MTV, affronta la sua seconda stagione nel campionato italiano velocità classe Moto3. Trascorsi importanti nel Campionato Italiano MiniGP 80cc ‘Ruote Alte’ su RMU uffi-

ciale, dopo aver militato in diversi trofei nazionali ‘Cecy’ lo scorso anno è tornata attivamente alle corse nel CIV, portando all’esordio la nuova RMU M3, conquistando subito al debutto in gara un piazzamento in zona punti (14° al Mugello). L'anteprima, con tre moto, è avvenuta ai primi di gennaio presso la Torrefazione Pascucci a Montecerignone. Pascucci è uno degli sponsor del team Gresini-Simoncelli. Marzio Bondi

Teatro CorTe, si ricomincia con i Fratelli di Taglia

I Fratelli di Taglia

SPETTACOLI - La direzione artistica del teatro CorTe di Coriano è stata affidata alla compagnia Fratelli di Taglia, sfrattati dal Teatro del Mare di Riccione dall'amministrazione targata Renata Tosi. Presentano un ricco cartellone. Ecco i prossimi appuntamenti. Dedicato a San Valentino Sabato 14 febbraio – ore 21,30. Del Barrio Trio & Friends “Un Beso y una Flor” musica popular latino-americana en el dia de los enamorados. Dalle ore 20,30 degusta-

zione afrodisiaca by La Cantinetta della CorTe Teatro Comico. Sabato 21 febbraio – ore 21,15.Antonio Ornano “Scoiattoli”. CorTe Inn Jazz Club. Giovedì 26 febbraio – ore 22. H.O.T. TRIO feat GINGER BREW “Jazzing the Beatles”. Dalle ore 20,30 apericena Km Zero by La Cantinetta della CorTe Favole a CorTe. Domeni-

ca 1 marzo – ore 16,30. Compagnia Bella “Ali di farfalle” in collaborazione con Arcipelago Ragazzi. Prosa. Sabato 7 marzo – ore 21,15. Collettivo Beatrici “Le Beatrici” di Stefano Benni con Valentina Chico, Elisa Benedetta Marinoni, Valentina Virando, Gisella Szaniszlò, Beatrice Pedata. Favole a CorTe. Domenica 8 marzo – ore 16,30. Compagnia La Contrada “La Bella e la Bestia” in collaborazione con Arcipelago Ragazzi.


CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO

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L'opposizione di Mimma Spinelli chiede una commissione per indagare quelli che lei chiama i “ i tanti lati oscuri della vicenda corianese” - “Ma le ombre non è che siano un sintomo di cattiva digestione?” Se lo chiedono i consiglieri di minoranza di Coriano: Fabia Tordi, Cristiaan Paolucci e Alfredo Fabbro. “Il sindaco come sempre -

Comune Coriano, ombra e cattiva gestione

Ora siamo anche accusati di essere disinteressati alle vicende del nostro territorio, proprio noi che non facciamo altro che chiedere un metodo di lavoro diverso, quello appunto della partecipazione, della condivisione e della trasparenza, così per la questione dell’Ambito, delle Fusioni dei Comuni, dei Servizi Pubblici e dei Rifiuti…. LA POLITICA

continuano i tre - se la prende con noi e con il passato per ogni cosa che accade a Coriano come se lei in questi 3 anni non ci fosse mai stata. Vogliamo ricordarle che noi siamo stati i primi a chiedere una commissione d’indagine, come previsto dallo Statuto, proprio per riuscire a capire come li chiama lei, 'i tanti lati oscuri della vicenda corianese’ , ma è lei che non ha voluto dare corso a questa richiesta di trasparenza, forse per poter continuare ad accusare

l’opposizione di tutto il male che avviene a Coriano. Ora siamo anche accusati di essere disinteressati alle vicende del nostro territorio, proprio noi che non facciamo altro che chiedere un metodo di lavoro diverso, quello appunto della partecipazione, della condivisione e della trasparenza, così per la questione dell’ Ambito, delle Fusioni dei Comuni, dei Servizi Pubblici e dei Rifiuti…. Per quanto riguarda la questione della Guardia di Finan-

Il sindaco Mimma Spinelli e il consigliere di minoranza Fabia Tordi

za nel Comune di Coriano, noi facciamo semplicemente il nostro lavoro di consiglieri di minoranza, chiedendo il rispetto della trasparenza e della legalità, in quanto rappresentiamo tutta la comunità corianese, e non ci permettiamo di giudicare nessuno, questo lo lasciamo fare agli organismi di competenza; chiediamo che tutto venga chiarito alla luce

del sole”. “Ancora una volta - si soffermano i tre consiglieri ribadiamo al sindaco e alla sua giunta, che noi non avevamo nessuna pregiudiziale nei suoi confronti, ma che lo scontro è cominciato proprio a causa della sua volontà di andare avanti da sola senza il confronto sia con le minoranze, quando da subito ha voluto apporta-

re le modifiche restrittive al regolamento del Consiglio Comunale, sia con i suoi concittadini impedendo l’adozione del regolamento per l’istituzione delle consulte dei cittadini“. “Quanto alle vicende legate alle modalità gestionali del personale e della macchina comunale - chiudono Tordi, Paolucci e Fabbro - purtroppo

la cosa non è che non va bene a noi, ma è molto mal digerita dai corianesi e ci dispiace che il sindaco continui a non voler vedere che la sua personale battaglia di ribaltare il Comune, dopo 3 anni non ha portato i risultati auspicati, ma solo chiusure: come la chiusura degli uffici al pubblico, della casa anziani, del Canile, ecc.. Quanto a riportare Coriano all’interno dei tavoli e dei luoghi decisionali… noi siamo fermamente convinti che se invece di fare delle battaglie di parte (e poi continuare a sbandierarsi come una vera lista civica) avesse cercato di discutere insieme con i propri cittadini e con tutti i consiglieri per trovare un ampio sostegno, allora sì che si sarebbe sentita forte e avrebbe avuto maggior peso rappresentativo per Coriano, per portare a casa quei risultati che ancora attendiamo”.



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