Poelela magazine n5

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ANNO III N째 005/2013 13 novembre 2013

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MOZAMBICO Spiagge incontaminate, terra di boa gente


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INDICE

O CASAMENTO DE OZEIA

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pag. 5

RESOCONTO DI UNA SETTIMANA pag. 19

di Nunzio De Nigris.

di Stefano Bauducco.

Domenica 29 settembre 2013 al Lagoa Poelela distretto di Nhautse, Inharrime, nella provincia di Inhambane, si è celebrato l’evento dell’anno, Ozeia 73 anni, capo villaggio del distretto, ha sposato Lucy di anni 40 o giù di lì.

Il breve racconto che segue è la cronaca di una settimana nella Missione di Metoro. La Missione è situata a Metoro, nel Nord del Mozambico provincia di Cabo Delgado. Tra i progetti che Sole sostiene in loco c’è l’Asilo Girassol.

QUIRIMBAS, TRA TERRA E OCEANO pag. 24

L’OSTALGIE ALLA MOZAMBICANA pag. 27

di Francesca Guazzo.

di Kurz.

Pochi sanno che il nome “Isole di Querimba”, compare per la prima volta nel 1609, nelle lettere e negli scritti dei commercianti portoghesi e fino al 2003 solo 7 isole erano abitate permanentemente.

La parola Ostalgie nasce abbastanza presto dopo la "Svolta", ovvero dopo la caduta del Muro di Berlino, quando nel 1993 è stata eletta come "Wort des Jahres" (Parola dell'anno). Essa fu forgiata dal cabarettista di Dresda, Uwe Steimler,

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INDICE

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IL MATRIMONIO DI MADALA MOZAMBICO il paese “DALLE pag. LUNGHE DISTANZE” pag. 37 Maputo, Beira, Chimoio, Gorongosa, Ilha de Moçambique... poi ancora Vialankulo, Bazaruto, Tofo, Lagoa Poelela... torno in Mozambico, per la seconda volta, dopo due anni da nord a sud e da sud a nord , l’ho quasi visto tutto.

di Antonella Silvestri.

LA PERLA DELL’OCEANO INDIANO

pag. 44

Una duna di sabbia bianca, imponente, sorge dal mare. N i e n t ’ a l t ro a l l ’ o r i z z o n t e . Questa è la prima visione di Bazaruto, l’isola più grande dell’Archipelago di Bazaruto,

Numero 5 Anno III novembre 2013 Direttore Nunzio De Nigris Capo Redattore Laura Giampaolo Hanno partecipato a questo numero Stefano Bauducco, Nunzio De Nigris, Laura Giampaolo, Mira Gianturco, Francesca Guazzo, Isacco Rama, Sabrina Rocco, Amerigo Mavale, Antonella Silvestri Fotografie di Stefano Bauducco, Nunzio De Nigris, Mira Gianturco, Francesca Guazzo, Isacco

di Sabrina Rocco.

L’ARTE DEL BATIK

POELELA MAGAZINE

pag. 46

Nasce come arte pittorica a Java e in Indonesia, il termine deriva dalle parole indonesiane amba (scrivere) e titik (punto, goccia) il cui significato è: “ciò che si disegna”; l'azione dell'artista per realizzarlo è detta membatik.

Rama, Sabrina Rocco, Antonella Silvestri, Christian Schalamann In copertina

di Amerigo Mavale.

RUBRICHE

EDITORIALE

pag. 4

WILDLIFE AROUND THE LAKE

pag. 33

CAMMINANDO INSIEME

pag. 38

LE RICETTE DI ARMINDA

pag. 50

PORTFOLIO di Isacco Rama

pag. 51

Pescatori sulla praia de Tofo, Nunzio De Nigris,

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editoriale

di Nunzio De Nigris

Il quinto numero di Poelela Magazine esce in veste rinnovata. Oltre al restyling grafico abbiamo pensato di dare più spazio alle immagini che bene raccontano un Mozambico un po’ più intimo di quello percepito dai turisti. Fa inoltre il suo esordio in questo numero una nuova rubrica: “Wildlife around the lake” in cui si descrive la flora e la fauna che popola l’area

dei laghi tra Inharrime e la praia di Zàvora sull’Oceano Indiano; Ritornano le ormai classiche e collaudate rubriche “Camminando insieme”, “Le ricette di Arminda” e “Portfolio”. Ci auguriamo che il nuovo look sia di vostro gradimento. Buona lettura!


O CASAMENTO DE OZEIA di Nunzio De Nigris


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Lucy & Ozeia in compagnia del nipote Ozeia pequenho, assistente dello sposo. Foto di Nunzio De Nigris



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O casamento de Ozeia - Il matrimonio di Ozeia

Ozeia 73 anni e la sua sposa Lucy poco più di 40. Foto di Nunzio De Nigris

Domenica 29 settembre 2013 al Lagoa Poelela distretto di Nhautse, Inharrime, nella provincia di Inhambane, si è celebrato l’evento dell’anno, Ozeia 73 anni, capo villaggio del distretto, ha sposato Lucy di anni 40 o giù di lì. Il matrimonio è prima di tutto una grande festa che tende a sancire unioni che molto spesso hanno lunghe convivenze alle spalle ed un certo numero di figli (nella fattispecie Ozeia ne vanta al suo attivo ben 15). Il rituale dura tre giorni, la festa ha inizio il venerdì sera con la cena nel villaggio della futura sposa, per l’occasione la famiglia di Lucy ha ucciso una vacca. I festeggiamenti si protraggono fino a notte fonda con la musica sparata al massimo tra danze, chiacchiere e risa.


Il sabato c’è la presentazione ufficiale delle famiglie degli sposi. Al cerimoniale segue la consegna dei regali di nozze ed il pranzo. La domenica la festa si sposta per terminare nel villaggio dello sposo, qui sono stati sacrificati un capretto e qualche gallina per il banchetto nuziale. La mattinata passa coi preparativi del pranzo, le donne cucinano il riso, i polli e la verdura, gli uomini hanno macellato il capretto con cui le donne preparano il carril de cabrito (spezzatino di capretto con patate), i bambini si rincorrono allegramente rotolandosi nella terra.

Gli sposi ballano mentre accolgono e salutano gli ospiti. Verso mezzogiorno comincia la cerimonia. L’ e v e n t o s o m i g l i a m o l t o a d u n a rappresentazione teatrale in cui personaggi e scene si susseguono in un copione ben preciso. I personaggi che recitano in questo spettacolo sono i seguenti: Attori protagonisti La sposa Lucy Lo sposo Ozeia (Madala)


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O Diretor do Casamento Dama, ovvero il bravo presentatore, colui che coordina e annuncia tutte le fasi del matrimonio Il Pastore messaggero di Dio Attori protagonisti muti L’assistente dello sposo Ozeia pequenho L’assistente della sposa Gracia Ad essi spetta il ruolo di assistere gli sposi durante il matrimonio ma anche nei giorni precedenti. Hanno curato le acconciature e la vestizione degli sposi e si occupano di soddisfare qualsiasi loro richiesta, compresa quella di essere accompagnati al bagno! La Madrina Slumira

Cantanti e ballerini I bambini e i ragazzi, coadiuvati da Dama, introducono con danze e canzoni ogni nuova scena del matrimonio Comparse L’intera famiglia di Ozeia, figli, nuore, generi, nipoti, nipoti bis e tris partecipano al matrimonio. Le donne in particolare sono parte attiva della coreografia, sono meravigliose mentre cantano e ballano avvolte nelle loro capulanas colorate. Ogni gruppo ha la propria quale segno distintivo di relazione parentale con lo sposo: figlie, nuore o nipoti.


Gli uomini seduti in cerchio attorno al tavolo, all’ombra di un enorme mango, assistono all’intera cerimonia. Spettatori noi, Laura e Nunzio Atto I - Entrino gli sposi Dama e il Pastore si consultano, tutto è pronto per cominciare. Sotto la chioma della grande manghera (l’albero del mango) è stato sistemato il tavolo, due per l’esattezza, uniti ma differenti in dimensione e altezza, abbelliti con una tovaglia improvvisata che ricorda piuttosto lo Ozeia & Lucy presentano striscione pubblicitario di una corsa automobilistica. Più o meno al centro del tavolo è posto il bolo do casamento (torta nuziale) la torta nuziale. rigorosamente coperto per preservarlo dalle voraci formiche. Dietro il Foto di Nunzio De Nigris tavolo quattro sedie di plastica azzurra più una quinta vicino al tronco dell’albero, dove prenderà posto il Pastore.


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Tutte le donne della famiglia si siedono sulle stuoie in attesa della cerimonia. Foto di Nunzio De Nigris

Entrano in scena i bambini, uno di loro da il tempo con un fischietto mentre gli altri battono le mani, si fermano davanti alla casa degli sposi in attesa che questi escano mentre cantano così: “Ozeia, veni fuori e mostraci la tua sposa” In terra davanti all’uscio sono state stese alcune stuoie per segnare il cammino fino al tavolo. La sposa e lo sposo insieme escono di casa accompagnati dagli assistenti, a passi piccolissimi, in una delicata marcetta, raggiungono il tavolo “imbandito” sotto il mango e prendono posto sulle sedie. Davanti agli sposi anche le donne hanno preso posto sulle stuoie e sulle capulanas distese in terra per assistere alla cerimonia. Dama presenta gli sposi a tutti i presenti; due anziane donne della famiglia cantano la canzone del mango (ndr consigliata principalmente a Ozeia, visti i trascorsi):


“la moglie non è come il mango che cogli dall’albero, lo assaggi e se non ti piace lo butti via e ne prendi un altro. La moglie che hai scelto la tieni con te per sempre.” A seguire, il sermone del Pastore, breve e a braccio, poi la lettura di un passo della bibbia. Il primo atto termina con il canto del Pastore e Dama, che rientrato in scena solennizza l’unione. Atto II - Il taglio della torta E’ il momento clou della festa, la torta viene scoperta, i bambini e le donne iniziano a cantare per incitare al taglio della torta. E come ogni matrimonio che si rispetti, gli sposi

impugnano il coltello e tagliano la torta insieme alla Madrina ed al Pastore. I primi due bocconi sono ovviamente a beneficio degli sposi che romanticamente si imboccano a vicenda, dopodiché tocca imboccare madrina e pastore. Poi il coro delle comparse inizia a cantare “non mangiare sozinho... dividilo con noi... non mangiare da solo... dividilo con noi...” Così i novelli sposi, riempito un piatto con i pezzi della torta, passano tra i presenti per distribuirli a tutti, la sposa servirà le donne e lo sposo servirà gli uomini, la litania continua fino a che tutti non avranno assaggiano la torta.


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Atto III - I doni di nozze La cerimonia prosegue con canti e danze improvvisati dai gruppi dei bambini e dei ragazzi che a turno sfilano davanti agli sposi. Ad ogni esibizione un solista si stacca dal gruppo per omaggiare gli sposi con un assolo personale, si tratta dei piÚ grandi o di quelli meno timidi. Segue una lunga processione di persone divise in gruppi, per l’offerta dei doni. Ogni gruppo si annuncia con una canzone e ciascuno consegna il proprio regalo nelle mani della sposa, un piatto, un bicchiere, una capulana, una camicia o del denaro 5, 10, 20, 100 meticais. Dalla sposa, alle mani dello

sposo, fino a Dama e al suo assistente che segnano su di un quaderno tutti i doni ricevuti. Al termine, o Diretor do Casamento annuncia ciò che è stato raccolto, ringrazia tutti e scioglie la seduta sotto il grande mango. Atto ultimo - Il pranzo di nozze Attorno al tavolo sotto il grande mango sono rimasti soltanto gli sposi, tutti gli altri si sono dileguati diretti alla zona attrezzata per il banchetto, dietro la grande casa di Madala. Ozei e Lucy sorridenti ci invitano a mangiare al loro tavolo come ringraziamento per aver partecipato al casamento e per aver condiviso la torta nuziale. Onorati seppur con un certo


Il taglio della torta è il punto focale della cerimonia, spetta agli sposi il primo boccone. Foto di Nunzio De Nigris

imbarazzo, accettiamo l’invito; Gracia, l’assistente della sposa, in quanto mulher, comincia a servire le pietanze: riso alla mozambicana, pollo e patate fritte, verdure bollite, carril de cabrito e carril de galinha. Seduto a mangiare con noi, in quanto homen c’è anche Ozei pequenho, l’assistente dello sposo. Quando tutti a tavola hanno finito di mangiare, ci alziamo e ringraziamo gli sposi per l’onore concessoci. Torniamo a casa e ci mettiamo subito a riordinare le foto, nessun commento sulla giornata. Ringrazio Colete, la nostra empregada, per avermi aiutato a comprendere meglio ciò che abbiamo vissuto ieri, per avermi spiegato nei dettagli le fasi del matrimonio, i ruoli dei personaggi e il significato delle canzoni, senza il suo aiuto non avrei potuto raccontare e condividere questa esperienza.


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Una settimana a Metoro di Stefano Bauducco

Il breve racconto che segue è la cronaca di una settimana nella Missione di Metoro nel Nord del Mozambico, nella provincia di Cabo Delgado. Tra i progetti che Sole sostiene in loco c’è quello dell’Asilo Girassol. La scuola materna è il primo tassello per la formazione umana e scolare dei Piccoli di Metoro. Girassol viene sostenuto attraverso aiuti a distanza, con un modesto contributo Sole insieme alle Missionarie Figlie di Gesù garantiscono a cento bambini, pasti, giocattoli e soprattutto il diritto ad avere un futuro nel proprio paese.

Foto di Stefano Bauducco

Questa settimana l’abbiamo dedicata a ridipingere i muri dell’asilo. Grazie ai colori ora sembra nuovo! I bambini sono contenti delle aule, il bello è contagioso. A lavorare insieme a noi c’erano Raimundo e Domingos, gli educatori dell’asilo, Momade e i ragazzi del progetto Cajù (borse di studio) Pinto e Pedro. E’ stata un’esperienza per noi interessante e formativa. Momade è riuscito ad andare a Maputo grazie alla borsa


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lavoro. E’ cresciuto, oltre ad essere diventato un buon falegname è pratico di pittura, qui è lui il capo cantiere. Anche Pinto e Pedro hanno dato prova di grande impegno. La staccionata in bambù la sta realizzando Mario, il papà di Pinto che è anche il guardiano notturno. Poiché il cancello è cadente a causa delle termiti abbiamo pensato di farne costruire uno nuovo in ferro da Brito. In tutti questi lavori sono stati coinvolte persone locali di Metoro. I ragazzi del Progetto Caju con il compenso ricevuto potranno comprarsi scarpe e pantaloni. Giovedì scorso sono andato a Pemba con l’autobus a prendere Ricardo all’aeroporto, siamo tornati a Metoro in auto. Ricardo è un amico mio e di Mavale (ndr il direttore dell’Associazione Muteko, Bairro do Aeroporto, Maputo) che gratuitamente si è reso disponibile a realizzare il video sull’asilo Girassol. Appena arrivati a Metoro abbiamo fatto un giro dei progetti in corso di realizzazione, abbiamo incontrato Arlindo il papà di Athija, la protagonista del video. Sceglierla ed avere il benestare dal papà non è stato facile. Suor Miriam ha parlato molto chiaramente ad Arlindo, quello che si andava a fare non era per soldi personali ma serviva a Sole per far conoscere il progetto. La sera prima dell’arrivo di Ricardo siamo andati alla palhota (capanna) di Arlindo. E’ stato bello, abbiamo conosciuto la sua famiglia, Arlindo ci ha raccontato dei problemi legati alla mancanza di acqua. E’ da febbraio che non piove e durante la stagione umida la quantità d’acqua caduta quest’anno è stata scarsa. La mandioca, la base per l’alimentazione in questi mesi secchi è piccola, anche i fagioli non sono cresciuti… Qui si mangia in base ai capricci del tempo e il cibo non è sempre garantito! La famiglia è stata gentile e accogliente come qui sanno fare. Arlindo prima di andare via ci ha regalato 6 uova…. Che dire!!! Siamo tornati giovedì sera con Ricardo per presentarlo e spiegare bene il lavoro che insieme volevamo fare. Venerdì all’alba siamo andati a casa di Arlindo. Era l’alba ma la famiglia era già attiva. I ragazzini pulivano lo spiazzo di terra antistante la casa, la mamma lavava l’unica pentola della sera precedente e

Atija si stava lavando il viso. Ricardo ha fatto delle belle riprese mentre la piccola si reca all’ asilo. Poi la normale attività della mattinata e la bella festa finale, con cui i bambini ringraziavano Sole per l’aiuto concreto. Sabato abbiamo continuato le riprese. Sono arrivati 300 giovani della Diocesi per l’ incontro di due giorni a Metoro. E’ stato incredibile vedere con quanta allegria arrivavano nei cassoni dei camion dopo un viaggio di 400 km. Domani andremo a Pemba per accompagnare Ricardo all’aeroporto. Martedì partiremo col machebombo (autobus) per Nampula, 350 km. Ci fermeremo a dormire dalle suore e mercoledì all’alba partiremo in treno per Cuamba per poi arrivare a Mepanhira venerdì. Qui incontreremo i bambini dell’orfanotrofio. Quest’estate ci sarà anche l’impresario per terminare i lavori della struttura. La forza e la consapevolezza che stiamo riuscendo a fare qualcosa di concreto mi è venuta da Ricardo. Questa sera davanti ad una birra, nella baraca “in” di Metoro mi ha chiesto: “cosa ne sarebbe stato dell’asilo e del centro giovanile senza l’aiuto di Sole?” beh …mi sono commosso.

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Quirimbas, tra terra e Oceano di Francesca Guazzo Pochi sanno che il nome “Isole di Querimba”, compare per la prima volta nel 1609, nelle lettere e negli scritti dei commercianti portoghesi e fino al 2003 solo 7 isole erano abitate permanentemente. L’arcipelago comprende ben 32 isole e si sviluppa su 400 km di costa, tra la Baia di Pemba a nord del Mozambico ed il confine con la Tanzania: un santuario incontaminato, con foreste di mangrovie, ricche barriere coralline e acque popolate da tartarughe verdi, balene, dugonghi e delfini. Nel 2002 le 11 isole meridionali sono diventate Parque Nacional das Quirimbas su proposta del WWF. Le principali Foto di Francesca Guazzo isole dell’arcipelago sono Rolas e Matemo (le più settentrionali), Ibo,


Sencar, Mefunvo, Quisiva, Quirimba e Quilálea (che fu la prima isola protetta dal WWF). Non solo isole, però. La vegetazione terrestre, anch'essa protetta, è un mosaico di foresta di costa e di fiume, mangrovie, bamboo, foreste di acacia e di miombo miste a palme e vegetazione secca in cui trovano rifugio diverse specie di mammiferi, rettili, anfibi e uccelli. La regione ospita specie importanti ed endemiche tra cui almeno 9 specie di uccelli, 12 mammiferi, 27 rettili e 5 anfibi. Non mancano elefanti, ippopotami, leoni, leopardi, licaoni, iene, antilopi e numerose specie di uccelli; tra le specie marine ci sono dugonghi, 5 specie di tartarughe marine, una varietà di

specie in via di estinzione tra cui la Chariona tritonis, la Tridacna squamosa e la megattera Megaptera novaeangliae. Fino all’indipendenza del Mozambico le isole avevano come base economica principale la pesca e l’allevamento di sussistenza; ora, con i progetti di conservazione ed i lodge di lusso, il turismo è entrato a far parte dell’economia di questo arcipelago. L’industria turistica mira, o dovrebbe mirare, a coniugare le potenzialità di svago e preservare la diversità ecologica e culturale. Utopia o realtà?



L’Ostalgie alla mozambicana di Kurz La parola Ostalgie nasce abbastanza presto dopo la "Svolta", ovvero dopo la caduta del Muro di Berlino, quando nel 1993 è stata eletta come "Wort des Jahres" (Parola dell'anno). Essa fu forgiata dal cabarettista di Dresda, Uwe Steimler, il quale si è assicurato il marchio di questa parola il 25 Novembre 1992. Il grande dizionario Duden definisce il vocabolo come segue : "Ostalgie, la; [geb. aus Ost[Deutschland] (Germania dell'Est) e Nostalgie]: Nostalgia di Un mercoledì qualunque determinate forme di vita nella ex RdT. a Maputo. La nostalgia dei tempi della DDR, il fenomeno che fino a qualche tempo fa ha coinvolto parte della società tedesco-orientale che aveva vissuto Foto di Nunzio De Nigris (e lottato contro) il regime comunista di Ulbricht e Honecker, non è una


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particolarità solo tedesca. Fra i perdenti della transizione, coloro che nel cambio di sistema economico, politico e sociale, non sono riusciti a migliorare o mantenere le proprie posizioni sociali, ci sono anche i cosiddetti lavoratori stranieri, provenienti dai Paesi fratelli, che nella Germania del socialismo reale avevano trovato a loro modo l’America. Tra loro, oltre 16 mila lavoratori del Mozambico, giunti a Berlino Est nel 1979, grazie ad uno speciale accordo tra la Repubblica Democratica Tedesca e il Mozambico. Caduto il regime, chiuse molte fabbriche per assenza di mercato, questi lavoratori hanno perduto il lavoro e, con esso, la possibilità di preservare il permesso di soggiorno nella Bundesrepublik riunificata. Hanno dovuto far le valige e tornare nelle proprie terre d’origine. Se vi capita di passeggiare per la 24 de julho a Maputo intorno a mezzo giorno, ci si imbatte in un gruppo di persone che sfilano e rumoreggiano ogni mercoledì da oltre vent’anni da quell’evento accaduto a migliaia di chilometri dal Mozambico, che ha cambiato le loro vite. «Oggi li chiamano Madgermanes», «tedeschi matti e furiosi, un appellativo affibbiatogli da parenti e amici al momento del rientro in patria per descriver ne il temperamento focoso e la battaglia intrapresa contro il governo mozambicano». Ex vetrai, ottici, muratori, operai nelle fabbriche tessili e nelle miniere, i Madgermanes hanno mantenuto in Mozambico usi e abitudini presi negli anni trascorsi in Germania: sono rimasti in contatto fra di loro, sono ben organizzati, hanno costituito una serie di associazioni

sparse in tutto il Paese, parlano un buon tedesco e ricordano volentieri storie ambientate a Dresda o a Karl-Marx-Stadt, l’odierna Chemnitz. Quel tempo è rimasto impresso come l’età d’oro della loro vita. Dopo la caduta del Muro di Berlino, a oltre vent’anni da quell’evento accaduto a migliaia di chilometri dal Mozambico, le loro vite sono radicalmente cambiate. Rientrati in patria, si sono dovuti organizzare per sostenere con più forza i loro diritti: la prima battaglia è stata quella di ottenere il pagamento del lavoro svolto nella Ddr. «I contratti stipulati fra i governi», prevedevano che una quota del salario, variabile dal 20 fino all’80% dell’intera somma, venisse corrisposta non direttamente al singolo lavoratore ma al governo mozambicano, con l’accordo che questi avrebbe poi corrisposto la cifra trattenuta una volta completato il periodo all’estero. Una sorta di deposito di risparmio, un bel gruzzolo mantenuto in cassaforte, da poter utilizzare una volta ritornati a casa assieme all’esperienza lavorativa maturata in Germania. Le cose sono andate diversamente. Toccato il suolo mozambicano, i Madgermanes si sono visti per prima cosa confiscare i passaporti. Del denaro spettante neppure l’ombra. Si tratta di una cifra complessiva attorno ai 100 milioni di dollari, sparita nei meandri delle casse del governo di Maputo e che sarà difficile riuscire a ottenere. I documenti che regolavano i rapporti di lavoro sono andati perduti, risulta anche giuridi c a m e n t e complesso determinare le quote spettanti a ogni singolo lavoratore.


La beffa non è arrivata dal nuovo sistema capitalistico, ma dal socialistissimo governo del Mozambico. Nel quartier generale dei Madgermanes, la base central di Maputo, gli ex emigrati organizzano da anni la resistenza contro il governo, discutono animatamente le modalità di protesta, indicono manifestazioni, scrivono petizioni. Finora inutilmente. Negli anni, alla rabbia si è sovrapposta la rassegnazione. Oltre alla truffa dei soldi, i “tedeschi furiosi” non sono riusciti a trovare uno spazio nella società mozambicana e neppure a far valere

l’esperienza maturata nell’industriale Germania dell’Est. La maggior parte di loro è senza lavoro. Coloro che riescono a trovare un’occupazione, spesso sottopagata, devono nascondere il loro passato tedesco. Le proteste contro il governo non hanno giovato: nel Paese sono considerati fra i più fieri oppositori al regime, un pessimo lasciapassare per gli imprenditori». Arrabbiati e furiosi.


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wildlife around the lake Con questo numero inauguriamo una nuova rubrica, Wildlife around the Lake. Prendendo spunto dalla ricchissima fauna e flora presente nei dintorni del lago Poelela, proveremo a conoscere meglio le singole specie presenti in questa area naturale ancora intatta.

La famiglia dei Nectariniidae Le Nettarine, sono piccoli, insettivori e mangiano il nettare come fa intendere il nome italiano. Hanno il becco ricurvo adatto per infilarlo nei fiori. I maschi hanno il dorso iridescente e ciuffi giallo rosso o arancione sul petto, mostrati durante l’eccitazione. Il piumaggio in eta immatura è simile a quello normale i maschi immaturi assomigliano alle femmine con la gola scura. Il volo è rapido e irregolare. I maschi passano la maggior parte del tempo inseguendo le femmine o altri maschi. spesso si riuniscono in gruppo quando gli alberi sono in fiore. Anthreptes Collaris (Vieillot, 1819) Nettarina dal Collare Collared Sunbird Classe: Ordine: Famiglia:

Aves Passeriformes Nectariniidae

Genere: Specie:

Hedydipna H. collaris

La Nettarina dal Collare è infatti prevalentemente insettivora. Il suo volo grazie alle ali corte è veloce e diretto. La maggior parte delle specie di Nettarine, può prendere il nettare in Hovering (sbattendo le ali sospese nell’aria) come fa il Colibrì, ma di solito si appoggia sui rami per alimentarsi la maggior parte del tempo. La nettarina dal collare è molto comune in gran parte dell’Africa Sub-Sahariana. Depone due o tre uova in un nido sospeso in un albero. Si tratta di un uccello stagionale migrante nel suo campo. Sono uccelli molto piccoli, lunghi solo 9-10 cm. Hanno il becco sottile e ricurvo


wild life around the lake POELELAMAGAZINE 13 novembre 2013

a punta di pennello a punta lingua tubolare, entrambi adattati per mangiare il nettare. Il maschio adulto ha la parte posteriore della testa e del collo verde lucido con un ventre giallo e la banda stretta al seno viola. La femmina è più opaca verde sopra e interamente gialla sotto. Questa specie si trova nelle foreste vicino all'acqua. Bibiliografia Birds of Souther Africa di Kenneth Newman ed. Sappi http://www.iucnredlist.org/details/full/106008245/0 Il preziosissimo contributo di Stefano Pesarelli, nell’aiuto per l’individuazione.

Foto di Nunzio De Nigris



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Mozambico il paese “dalle lunghe distanze” di Antonella Silvestri

Maputo, Beira, Chimoio, Gorongosa, Ilha de Moçambique... poi ancora Vialankulo, Bazaruto, Tofo, Lagoa Poelela... torno in Mozambico, per la seconda volta, dopo due anni da nord a sud e da sud a nord , l’ho quasi visto tutto. Paese che ha il sapore africano ma il profumo lasciato dal colonialismo europeo del passato, mi affascina per il suo stare nel mondo immutato, come una cartolina scattata cent’anni fa. Penso alla Ilha, perla immobile, isola che in pochi chilometri quadrati racchiude la storia, la civiltà e la cultura di un popolo, fate pochi passi e vi troverete in angoli dai colori sorprendenti, brulicanti di bambini che saltano tra i vicoli sabbiosi. Maputo, Chimoio, Beira... le città del Mozambico corrono rapide dietro al progresso, mentre le zone rurali ancora sono lente e legate alla terra. Poi ci sono le bellezze naturali, il parco del Gorongosa, che ancora risente dei saccheggi della guerra ma con caparbia sta ripopolandosi, l’arcipelago di Bazaruto, Tofo con le balene che escono a salutare, i monti Chimanimani con le incisioni rupestri, la Laguna Poelela con i suoi laghi salmastri, paradiso naturale, silenziosa e ancora poco conosciuta. E poi ci sono le persone, forse tra le meno sorridenti del continente, il ricordo della recente guerra si legge attraverso la loro timidezza, un conflitto spietato, dove si è combattuto fratelli contro fratelli, ma sempre gente di gran cuore e grande disponibilità, che in pochi minuti riesce a imbandire una tavola deliziosa per viaggiatori di passaggio. Il Mozambico è un gran paese, è il paese “DALLE LUNGHE DISTANZE” dalle infinite strade, ma questo è solo l’inizio del racconto.

LA ILHA A. Silvestri Decadenza Lama ingiuriata Crepi il muro Curvi le vene Polvere del tempo Fatta fragile sciami Nel vento Con voce perpetua in preghiera.


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camminando insieme TESTIMONIANZE DAI PROGETTI DI SVILUPPO E COOPERAZIONE TRA ITALIA E MOZAMBICO Questa rubrica, Ideata da Maddalena Parolin e Isacco Rama, è dedicata alla presentazione delle iniziative di cooperazione tra Italia e Mozambico e alle relazioni solidali tra i due paesi. Sono decine le organizzazioni che operano coinvolgendo volontari e professionisti in progetti di sviluppo dal nord al sud del Mozambico, progetti diversi per ambito, dimensioni, caratteristiche, ma tutti accomunati dal desiderio di impegnarsi in un paese giovane ed ancora fragile in tutte le componenti dell'indice di sviluppo umano.

Il programma BRAVO in Mozambico di Mira Gianturco

Foto di Mira Gianturco

Il governo del Mozambico ha voluto rispondere al problema della non registrazione allo stato civile attivando nel 2005 una serie di azioni volte ad incrementare la percentuale di minori iscritti. In questo contesto, si inserisce la collaborazione della


camminando insieme

Comunità di Sant'Egidio con il governo del Mozambico. Il programma BRAVO! della Comunità di Sant'Egidio si è offerto di collaborare con il governo per favorire la registrazione delle nascite, in particolare dei minori. Il Governo e la Comunità di Sant'Egidio hanno stabilito che le attività sul campo del programma BRAVO! siano condotte in una prima fase nella provincia di Nampula, che con i suoi 4,2 milioni di abitanti è la seconda provincia più popolosa del paese. Il programma Bravo! ha iniziato il suo lavoro in due Distretti della provincia di Nampula: Moma e Mecuburi. Distretto di Mecuburi: 150.000 abitanti (secondo i dati dell’ultimo censimento 2007); due uffici per il registro civile presenti sul territorio (a Mecuburi sede e nel posto amministrativo di Namina). La distanza che la

popolazione del posto amministrativo di Muite (il più distante) deve percorre per giungere all’ufficio del registro di Mecuburi sede è di circa 100 Km. Distretto di Moma: 350.000 abitanti (secondo i dati dell’ultimo censimento 2007); due uffici per il registro civile presenti sul territorio (a Moma sede e nel posto amministrativo di Chalaua). In questo distretto le distanze sono enormi perché il suo territorio è molto vasto. Si stima che la distanza maggiore da alcune località fino alla Conservatoria di Moma sia di 120 Km. Nell’ambito del programma BRAVO! sono state istituite equipes itineranti di registrazione (brigadas moveis) che effettuano la registrazione gratuita della popolazione, con particolare focus sulla registrazione dei bambini. Sono state avviate campagne di sensibilizzazione della popolazione sull’importanza della registrazione delle


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nascite, con un particolare accento sulla registrazione entro i termini previsti dalla legge (120 giorni). Una compagnia teatrale ha messo in scena una piece che spiega l’importanza della registrazione delle nascite e le procedure per effettuarla. Sono state scelte per la rappresentazione le aree rurali dove più basso è il tasso di registrazione. Alla rappresentazione teatrale partecipano anche i rappresentanti di BRAVO! e gli ufficiali di stato civile, che al termine dello spettacolo partecipano al dibattito pubblico e danno ulteriori spiegazioni alle persone. In tutti i villaggi dove viene fatta la sensibilizzazione vengono inviate le equipes di registrazione, per permettere ad ogni persona di avere documenti di identità.

Foto di Mira Gianturco

Il programma BRAVO! ha lo scopo di contribuire alla strutturazione di un sistema di registrazione delle nascite che sia duraturo e continuo. Per questo, a fianco delle campagne di registrazione e di informazione della popolazione, ha messo in atto una serie di azioni per superare lo stato di emergenza e garantire ai cittadini di poter usufruire di un sistema efficiente. Per questo, sono stati individuati i siti per la costruzione di centri stabili di registrazione che il programma Bravo! sosterrà. La prossimità degli uffici di registrazione è l’elemento fondamentale che permetterà la


camminando insieme

registrazione delle nascite immediatamente dopo il parto. Inoltre, nel luglio 2012 e nel luglio 2013 si sono tenuti due Corsi di formazione e di aggiornamento tecnicogiuridico degli ufficiali e agenti di stato civile (che hanno coinvolto circa 250 persone) per favorire il buon funzionamento degli uffici per le registrazioni, per la tenuta degli archivi e per la produzione delle statistiche sulla popolazione. Il programma Bravo! sta sostenendo il Governo del Mozambico nel processo di modernizzazione del sistema stato civile attraverso l’introduzione delle nuove tecnologie e l’utilizzo degli strumenti informatici per l’archiviazione e lo sfruttamento dei dati a livello centrale.

SOSTIENI BRAVO! Segreteria del programma BRAVO! Tel +39 06 89922524

Scrivi a BRAVO!


POELELAMAGAZINE 13 novembre 2013 Two Miles Reef Foto di Chistian Schlamann



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La perla dell’Oceano Indiano di Sabrina Rocco

Una duna di sabbia bianca, imponente, sorge dal mare. Nient’altro all’orizzonte. Questa è la prima visione di Bazaruto, l’isola più grande dell’Arcipelago di Bazaruto, quando si arriva nelle sue vicinanze. A poco a poco appaiono un paio di barchette da pesca locali, i dhows, con i pescatori di Bazaruto indaffarati con le reti, alcune secche, le sfumature blu del mare incominciano a moltiplicarsi. Nicolas Hulot, un giornalista francese appassionato di ambiente e di viaggi estremi, l’ha nominata “la perla dell’Oceano Indiano” e Bazaruto è proprio questo. Una gemma ancora incontaminata dal turismo e dalla promozione edilizia, un tesoro che racchiude un ecosistema particolarmente ricco, sospeso lì, in mezzo al mare.

Foto di Sabrina Rocco


Sbarcati sulla lingua di sabbia di Ponta Dondo, accolti da pochi pescatori e da un’aquiletta (amante del cibo che i turisti si portano appresso), la scalata della duna si impone. Una camminatina di 15 minuti basta per arrivare fino in cima a godersi un panorama spettacolare. Da un lato la duna scenda dolcemente verso il mare, dall’altro un appicco verso l’interno dell’isola. A 70 metri sopra il livello del mare, 360° di natura: sfumature di blu e azzurri, lingue di mare che si inoltrano tra secche di sabbia bianchissima, altre dune, foresta e lagune verso l’interno. Da li in cima si intravvede anche la barriera corallina di Two Mile Reef. Una lunga barriera di 5km, molto larga, dove si incontrano il 75% delle specie dell’Oceano Indiano. La parte esterna, profonda 20 metri, è un paradiso per sub: coralli in ottimo stato, 3 specie di

tartarughe (embricata, verde, carreta carreta) molto amichevoli, cernioni poco timidi, diverse specie di squali (chitarra, grigio, pinna bianca, pinna nera, nutrice, ecc.) e di razze (mobula, aquila, shovelnose stingray, giant marble ray e ogni tanto mante) e tutte le specie di pesci di barriera che un sub può sognarsi. La parte interna invece, protetta dalla barriera, è un acquario dalle acque limpidissime. Con 7 metri massimo di profondità è un luogo ideale per fare snorkelling. La visita di Bazaruto e Two Mile Reef si può organizzare attraverso uno dei centri sub di Vilanculos con escursioni in giornata oppure, budget permettendo, pernottando in uno dei lussuosissimi lodge di Bazrauto o Benguerra. Un pezzo di paradiso da non mancare in ogni caso, durante un viaggio in Mozambico.


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L’arte del Batik di Amerigo Mavale trad. dal portoghese di Laura Giampaolo

Nasce come arte pittorica a Java e in Indonesia, il termine deriva dalle parole indonesiane amba (scrivere) e titik (punto, goccia) il cui significato è: “ciò che si disegna”; l'azione dell'artista per realizzarlo è detta membatik. L’arte del batik arriva in Mozambico negli anni '70 grazie ad un insegnante di scuola di arti visive, qui viene rielaborata e riadattata. Gli artisti infatti traggono ispirazione dalla tradizione del loro Paese rappresentando sulle tele scene di vita quotidiana. Le donne sono la principale fonte di ispirazione così come la fauna e i paesaggi africani.

Foto di Nunzio De Nigris

Simbologia il villaggio africano prende forma sulla tela attraverso gli elementi tipici: il sole, rappresentato direttamente o richiamato nelle forme tondeggianti quale il bene che



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benedice la vita, l’acqua come elemento di vita; le figure slanciate ad indicare la volontà di crescita e di miglioramento, gli eleganti intrecci di figura femminili a simboleggiare come i destini dei clan siano strettamente collegati. La donna è il tema centrale. Ella rappresenta la chiave dello sviluppo del villaggio. Sotto la pioggia o sotto il sole percorre tutti i giorni venti chilometri a piedi per prendere l’acqua o coltivare il suo piccolo orto, sempre con il bimbo più piccolo sulla schiena, avvolto nella capulana. Come si realizza un batik. I materiali necessari per realizzare il batik Tessuto di cotone, pennelli, matite a carboncino, candele, ciotole, vernici per tessuti e un ferro da stiro. La lavorazione Per prima cosa si esegue il disegno con la matita a carboncino sulla pezza di cotone della misura desiderata. Si scalda la cera fino a circa 60°C, si applica la cera sciolta sulle parti che non si vogliono colorare in modo che questa, penetrando tra le fibre del tessuto, lo impermeabilizzi impedendo al colore di aderirvi. Per questa operazione si


utilizza un attrezzo chiamato canting (tjanting), un piccolo serbatoio metallico dotato di una impugnatura di legno e di un beccuccio da dove fuoriesce la cera. E’ possibile usare anche pennelli, stampi in metallo (cap o tjap), bastoncini di legno, blocchetti muniti di aghi (complongan) o canting con più beccucci a secondo dell'effetto che si desidera ottenere. Ora il tessuto è pronto per essere colorato. Si immerge il tessuto nel giallo come primo colore dopodiché si lascia asciugare bene. Dopo l'essiccazione, si sparge la cera su tutta la parte che nel disegno dovrà rimanere gialla, così da isolare il colore. Si fa asciugare nuovamente e dopo si immerge il tessuto nell’arancione e si lascia asciugare bene. Si ripete questo procedimento con la cera e tutti i colori necessari a completare il batik. In ultimo, si stende la cera su tutto il disegno lasciando scoperta solo la zona che diventerà la cornice e si immerge nel nero. Una volta asciugato completamente si elimina la cera stropicciando il batik fra le mani, con il

ferro da stiro infine si eliminano i residui di cera. Avremo così il nostro batik in ordine pronto per essere incorniciato!

Muteko Artigianato, Turismo responsabile, Bar & Ristorante Azione Sociale

www.muteko.com


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le ricette di Arminda Questa rubrica propone le ricette mozambicane preparate da Arminda la cuoca del Sunset Restaurant, Lagoa Poelela Resort.

Caril de Camarão Crostacei

Questo piatto é tipico della provincia di Zambesia. I camarão (gamberi), sono sicuramente una delle prelibatezze offerte dalla cucina mozambicana. Il cocco è parte integrante della cucina, del paesaggio con le alte palme della provincia. È il piatto che compare sulle tavole quotidianamente, non poteva non essere tra le specialità di Arminda.

Ingredienti per 4 persone:

Preparazione: Preparazione del latte di cocco: grattugiate la noce di cocco dopo aver tolto la scorza scura legnosa e impastatela con un litro e mezzo di acqua tiepida aggiunta poco a poco. Strizzate la polpa di cocco e filtrate il liquido così ottenuto attraverso un setaccio.

Mettere una padella sul fuoco con l'olio e soffriggere la cipolla e l'aglio precedentemente tritato. Quando la cipolla è trasparente, aggiungere il curry, la curcuma e il peperoncino tritato e friggere bene, mescolando continuamente. Aggiungere i pomodori pelati a pezzetti e fate soffriggere un po’ in modo che il pomodoro si insaporisca, aggiungete ora il latte di cocco. Infine aggiungere i gamberi sgusciati e far cuocere a fuoco lento per 10 minuti. Servite con riso basmati bollito. Buon appetito!

800g di gamberi grandi sgusciati 2 cocchi 1500ml di acqua 1 cipolla grande 1 cucchiaino di aglio tritato 100 g di pomodori pelati 2 cucchiai di olio vegetale 2 cucchiaini di curry in polvere 1 cucchiaino di curcuma 1 peperoncino fresco (meglio se peri-peri) sale qb


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"Le foreste e la vita rurale" Immagini di Isacco Rama Questo viaggio virtuale si compone si tre parti principali, praticabile solo in 4x4 e nella stagione secca, preferibilmente accompagnati da una guida locale (Caia) - da Ndoro a Mangane circa il paesaggio è dominato da una piana alluvionale dove è più probabile trovare allevamenti e case sparse. - da NTopa a Randinho circa è la parte più interessante del percorso: si tratta di una zona forestale (la strada qui è bruttina) dove sono visibili alberi di grande qualità e foresta chiusa (mata fechada). Qui non è raro incrociare qualche spaventato animale che vive a cavallo tra la foresta e la vasta area esondabile tra Caia e NTopa. Inoltre, come per tutto il percorso, queste sono zone non generalmente battute da stranieri e pertanto molto 'autentiche'. Nel tratto tra NTopa e Randinho e poi Nhacuecha la strada scende e si va verso la piana alluvionale dello Zambesi. Qui si possono godere paesaggi in parte collinari, vivono molte famiglie e la 'vita rurale' delle persone è la cosa che più colpisce. - da Randinho a Nhacuecha si è nel pieno della bassa alluvionale dello Zambesi: sono visibili colture e capanne secondo il modello insediativo sparso.

Caia "le

foreste e la vita rurale"

© Isacco Rama


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Da Caia a N’Doro © Isacco Rama

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Pascoli di N’Doro © Isacco Rama


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Verso Mangane © Isacco Rama

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Verso N’Topa © Isacco Rama


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Queimadas N’Topa Š Isacco Rama


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Verso N’Sona © Isacco Rama

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Casa Buenza © Isacco Rama


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“Pilao” Randinho © Isacco Rama


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Sentieri Mepuze Š Isacco Rama

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Presso Randinho Š Isacco Rama


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