"Neuroscienze Anemos"

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Anemos neuroscienze

Figura 7.1 Sopra immagini della vita politica di Rita Levi Montalcini. Nell'immagine a fianco l’EBRI (European Brain Research Institute), un centro internazionale dedicato allo studio del cervello fondato dalla scienziata.

visualizzazione delle strutture nervose, di gnomica e di proteomica. È sulla base della scoperta del Nerve Growth Factor (NGF), fattore scoperto da Rita Levi Montalcini per la quale le è stato assegnato il Premio Nobel, che la ricerca del suo Istituto ha avuto un grande sviluppo. È a questa ricerca che ora guardano con grande interesse i Paesi emergenti, e in particolare la Cina.

L'impegno nella ricerca. Il suo impegno per la ricerca, un impegno totale nella sua vita, nasce da due convinzioni profonde: “Deve essere considerato come obbligo morale di tutti gli individui, sia come esseri umani e ancor più in qualità di scienziati ed educatori, il compito di affrontare le problematiche che affliggono l’intero genere umano usando al massimo grado le capacità raziocinanti in loro possesso, anche quando questo dovesse significare lottare contro interessi prestabiliti dalle sfere di influenza vincolate a quelle del potere. Alle facoltà cognitive spetta il compito di avvalersi delle conoscenze per un’indagine sempre più approfondita del mondo circostante e quello di esercitare un controllo sul comportamento emotivo per arginare i pericoli in continuo crescendo. Il legame tra scienza e valori etici deve essere consolidato, soprattutto se gli scopi della scienza sono perseguiti nella difesa della vita dell’individuo come scritto nel giuramento di Ippocrate. La specie umana non soltanto è responsabile, a differenza di tutte le altre specie viventi, di se stessa e per se stessa, ma possiede la facoltà di controllare e dirigere le proprie azioni”.

La passione per la vita e per l’umanità, il rigore intellettuale alimentato dalla scienza, la forza morale della sua coscienza laica, la sua generosità nello spendersi per la vita civile, per la democrazia e per la Repubblica si influenzarono profondamente. Difficile distinguerli, nell’armonia rivelata dalla chiarezza del pensiero, dalla semplicità del linguaggio, dallo stile dei gesti e del portamento.

Senatrice a vita. Era scritto, nel suo destino, che gli ultimi anni della sua vita coincidessero, in maniera ancora più profonda, con il destino dell’Italia. Quando il Presidente Ciampi le comunicò nel 2001 di averla nominata Senatrice a vita, tutti pensarono ai suoi altissimi meriti in campo scientifico, come prevede la Costituzione (art. 59), ma nessuno poteva immaginare che Rita Levi Montalcini non solo avrebbe adempiuto alla sua funzione pubblica “con disciplina e onore” (art. 54), ma avrebbe dato testimonianza di coraggio e determinazione nell’Aula del Senato della Repubblica in momenti difficili e, a volte, drammatici sostenendo il Governo del suo Paese che amava. Io sono stata testimone della sua presenza nell’Aula del Senato, seduta accanto a lei. Il 14 novembre 2007, nel corso di una di queste drammatiche sedute, rivolse a me questa domanda: “Cosa possiamo fare per aiutare il Governo?”. E alla risposta ricevuta “resistere”, così replicò: “No, combattere”. E aggiunse: “È impressionante lo spreco di tempo e di risorse”. E quando non le risparmiavano ingiurie, diceva: “Sono come l’acqua sulle penne dell’anitra”, scivolano via. Quando compì 99 anni,

come tutti i giorni si recò al suo laboratorio di ricerca, dove brindò con i suoi giovani ricercatori, ricevette messaggi di auguri da parte di personalità di tutto il mondo, e poi andò a Palazzo Chigi invitata dal Presidente Prodi, che era agli ultimi giorni del suo Governo, dove festeggiammo con un brindisi: ad una grande donna, ad una grande italiana, ad una grande scienziata, ad una grande combattente per la libertà. Ci ha insegnato a fare della nostra vita un dono agli altri. Senza risparmio e con gioia. Ha continuato a cercare per tutta la vita scegliendo il campo privilegiato per la semina: i giovani e le donne, la scienza e il bene dell’umanità. Quando se ne andò, e venne portata a Palazzo Madama per l’estremo saluto, una grandissima folla era ad attenderla, e ad applaudirla, sulla strada. E così al Cimitero Monumentale di Torino, due giorni dopo. Molte persone, molti giovani vollero essere accanto a lei che era, e resterà per sempre, un grande punto di riferimento morale, un simbolo dell’Italia migliore.■

Albertina Soliani. Laureata in Pedagogia, è stata insegnante e direttrice didattica. Formata nell'ambito dell'Azione Cattolica, è stata iscritta alla Democrazia Cristiana ed è diventata segretaria provinciale del Partito Popolare Italiano. Coordinatrice regionale per l'Emilia Romagna dei Democratici, è stata tra i fondatori del settore scuola, di cui ne è la Responsabile nazionale. Senatrice nella XIV legislatura, è stata rieletta nella XV legislatura. Nella XVI legislatura è stata componente della XIII Commissione (territorio, ambiente e beni ambientali) e della XIV Commissione (politiche dell'Unione europea).

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