"Neuroscienze Anemos"

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Apr-Giu 2013 | anno III - numero 9

A

Il tema del numero

della personalità (Pogorel’skij, Gogol’, Dostoevskij), come attributo della genialità (Polevoj, Odoevskij, Čechov), come tragedia della condizione umana (Garšin, Čechov). Ma come spieghiamo una tale ricchezza di folli e follie, se non con un interesse specifico degli scrittori russi verso tali tematiche e, pertanto, con un certo valore e un significato particolare conferito nel mondo russo alla follia?

alismo, interpretando la follia su un piano di chiara derivazione romantica (il genio folle), che è però inserito in un disegno narrativo intriso di sottile ambiguità e drammaticità, dove la follia possiede la valenza positiva di simbolo dell’immaginazione e del dinamismo della coscienza, ed è tuttavia al tempo stesso la causa dell’“anormalità” dell’individuo e della sua estraneazione dalla società. 3. La follia insegna Folli e follie. Abbiamo fin qui percorso la storia della follia nella letteratura russa dell’Ottocento, all’interno di una linea cronologica che va dal Romanticismo al Realismo, dall’astrattezza della raffigurazione delle malattie mentali all’esattezza delle descrizioni cliniche e all’interiorizzazione del disagio psichico. Delle alterazioni della coscienza abbiamo colto le numerose varianti o, non di rado, più varianti combinate, a seconda che si intendesse la follia come mania di grandezza estesa a livello cosmico nel desiderio di salvare il mondo e di sacrificarsi (Gogol’, Garšin, Čechov), come “follia sociale” dell’individuo imprigionato in un sistema iniquo (Gogol’, Dostoevskij), come sdoppiamento e scissione

La saggezza nella follia. In realtà, per gli autori russi che abbiamo esaminato, e per molti altri ancora, parlare di follia significa parlare degli ingranaggi della mente, del funzionamento dell’io e del suo rapporto con la società: significa cioè parlare delle grandi questioni di sempre o, in una parola, di “umanità”. La follia è quindi portatrice di verità (v. Nazirov 1980). Depositaria di una conoscenza che si colloca al di fuori e più in alto della ragione, la patologia psichica ha un proprio “insegnamento” da offrire, una “saggezza” superiore da dispensare. Potremmo addirittura dire che le anomalie dell’animo umano sono lo specchio della scrittura letteraria, delle sue ricerche tormentate e angosciose del senso della vita. Ma qual è, alla fin fine, l’insegnamento della follia? Seguire l’evolversi del tema della follia nella letteratura russa ci ha permesso di scoprire un tratto caratteriale dominante del popolo russo, così propenso agli eccessi e all’introspezione, ma ci ha anche fatto guardare in noi stessi. Abbiamo quindi cominciato ad interrogarci su tutto ciò che prima ci appariva ovvio e perfino banale, come la nostra stessa identità. I folli russi ci hanno ammonito a non dare nulla per scontato, nemmeno le classiche distinzioni fra bene e male, malattia e salute, e a porci quelle domande che non passano mai per la testa di una persona “normale”. E allora, chi è qui il pazzo? ■

Linda Torresin. Nata a Cittadella (PD) nel 1986. Risiede a Venezia, dove nel 2011 si è laureata con lode in “Lingue e letterature europee, americane e postcoloniali” presso l’Università Ca’ Foscari. Attualmente è dottoranda in Lingue, culture e società moderne presso la medesima università. I suoi interessi di ricerca abbracciano la letteratura russa del Novecento e, in particolare, la prosa simbolista. Ha partecipato con relazioni a numerosi convegni in Italia e all’estero ed è autrice di vari articoli e traduzioni. Collabora con “Retroguardia 2.0”, “Caffè Goya”, “La Frusta” e “Neuroscienze Anemos”. Nel tempo libero scrive poesie e racconti.

Anemos neuroscienze

Indicazioni bibliografiche Bočarov, S. G. 2005: Peterburgskoe bezumie, in Puškinskij sbornik, Moskva, Tri kvadrata. Čechov, A. 1996: Il monaco nero, trad. di B. Osimo, in A. Čechov, Racconti, Milano, Mondadori, vol. 2, pp. 847-882. Colucci, M. 1984: A. Čechov, Il monaco nero, in Poetica della follia, a c. di A. Carotenuto, in “Rivista di psicologia analitica”, n. 30, pp. 156-168. De Vidovich, S. 1984: F. M. Dostoevskij, Il sosia, in Poetica della follia, a c. di A. Carotenuto, in “Rivista di psicologia analitica”, n. 30, pp. 46-63. Dostoevskij, F. 2001: Il sosia, trad. di A. Polledro, Milano, Mondadori. Fedoseenko, N. G. 2001: Motiv bezumija v russkoj literature i dejstvitel’nosti 18301840-ch godov, in ID., Materialy k Slovarju sjužetov i motivov russkoj literatury. Interpretacija teksta: Sjužet i motiv, Novosibirsk, pp. 89-99. Ferrari Bravo, D. 1990: Per una tipologia del “personaggio folle”, in Letteratura e psicologia. L’introspezione come elemento narrativo nella letteratura russa dell’Ottocento, a c. di R. Platone, Napoli, IUO, pp. 87-102. Foucault, M. 1961: Folie et déraison. Histoire de la folie à l'âge classique, Paris, Plon. Garšin, V. 2011: Il fiore rosso, trad. di S. Polledro, Ischia, Imagaenaria, pp. 55-96. Garzonio, S. 1984: N. V. Gogol', Le memorie di un pazzo, in Poetica della follia, a c. di A. Carotenuto, in “Rivista di psicologia analitica”, n. 30, pp. 25-36. Gogol’, N. V. 2011: Il diario di un pazzo, in N. V. Gogol’, Racconti di Pietroburgo, trad. di E. Guercetti, Milano, BUR, pp. 385-437. Ioskevič, O. A. 2006: Stanovlenie narrativa bezumija v russkoj literature pervoj poloviny XIX veka, in “Vesnik GrDU imja Janki Kupaly”, Ser. 3: Filalogija. Pedagogika, n. 4, pp. 34-40. Ioskevič, O. A. 2009: Na puti k “bezumnomu” narrativu (bezumie v russkoj proze pervoj poloviny XIX v.), Grodno, GrGU im. Ja. Kupaly. Lichačëv, D. S. - Pančenko, A. M. - Ponyrko, N. V. 1984: Smech v drevnej Rusi, Leningrad, Nauka. Lo Gatto Maver, A. 1984: V. M. Garšin, Il fiore rosso, in Poetica della follia, a c. di A. Carotenuto, in “Rivista di psicologia analitica”, n. 30, pp. 73-82. Nazirov, R. G. 1980: Fabula o mudrosti bezumca v russkoj literature, in ID., Russkaja literatura 1870-1890 godov: sb. statej, Sverdlovsk, Ural’skij gosudarstvennyj universitet, pp. 94-107. Pogorel’skij, A. 1990: Il Sosia, ovvero le mie serate nella Piccola Russia, a c. di R. Mauro, Pordenone, Edizioni Studio Tesi. Pospíšil, I. 1995: Fenomén šílenství v ruské literatuře 19. a 20. století, Brno, Masarykova Univerzita v Brně. Urusov, A. 1990: Vse my vyšli iz “Doma sumasšedšich”. Bezumie kak metafora v russkoj romantičeskoj povesti, in Letteratura e psicologia. L’introspezione come elemento narrativo nella letteratura russa dell’Ottocento, a c. di R. Platone, Napoli, IUO, pp. 23-36.

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