Pausa Caffè | Numero 12 | Novembre 2018

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PAUSA CAFFÈ

Numero 12, Novembre 2018


PAUSA CAFFÈ - Numero 12, novembre 2018

L’inizio della Amori scolastici storia pp.6-7 p5 Galeotto fu lo Neve e pagliacci sci pp. 10-11 pp. 8-9 Sogno di sogni p.p 13-14

Maschere del passato p.p 15-16

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Pizza e criminalitá p.p 17-18

Il cammino della speranza pp. 23-24

Amici miei pp.20-22 Opinioni sulla settimana della lingua italiana pp. 26-27

Le vostre parole p.12 e p19

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Perché accontentarsi di una storia quando possiamo averne tre, cinque...cento? Scrivere è costruire ponti, creare reti...e allora perché non creare una rete di storie? Da qui nasce la nostra idea di creare diversi racconti a partire da un inizio in comune tratto dal romanzo “-Io e te-” di Niccolo Ammaniti (autore che alcuni di voi hanno già letto). I diversi quaderni sono passati di mano, da un gruppo all’altro, e ad ogni passaggio la storia è cresciuta, si è trasformata in modi imprevedibili, ha cambiato aspetto. I diversi passaggi sono indicati da tre trattini ---. Per ogni variante abbiamo proposto un titolo...speriamo siano di vostro gradimento. Grazie per l’impegno e l’entusiasmo con i quali avete partecipato! Buona lettura

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Inizio della storia.... Il riscaldamento della macchina mi toglieva l’aria e i biscotti si erano fermati in fondo alla gola. Mi sono tolto la cintura di sicurezza. –Lasciami qua. Mi ha guardato come se non avesse capito. –Come qua? -Sì. Qua. Il semaforo è diventato verde. -Ti fermi, per favore. Ho alzato la voce. –Fermati, per favore. Mia madre ha accostato, ha spento la macchina. Lei mi ha spinto indietro. –Per favore, cosa? -Fammi andare da solo. Non posso arrivare là con la mamma. Mi prenderanno in giro. Con il braccio intorno agli sci, la sacca degli scarponi nella mano e lo zaino sulle spalle ho visto mia madre che faceva inversione. L’ho salutata e ho aspettato fino a quando la Bmw è scomparsa sul ponte. Durante il tragitto in tram mi sentivo un idiota. Con gli sci e gli scarponi, schiacciato tra impiegati in giacca e cravatta, mamme e ragazzini che andavano a scuola. Mi sono caricato gli sci sulle spalle e sono sceso dal tram.

come continuerà? Pausa Caffè - Rivista della Dante Alighieri di Ramos Mejía e Ituzaingó

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Amori scolastici Ho camminato per duecento metri all’incontro dei miei amici come credevano i miei. Lo zaino mi pesava tanto, gli sci e gli scarponi li avrei lasciati sulla strada, ormai per me sciare era la scusa per trovarmi con il mio amore clandestino. Da una settimana, il telefonino era pieno di messaggi in codice e solo noi due ne sapevamo il significato. La presenza asfissiante di mamma e papà aveva reso impossibile rispondergli con chiarezza, per quello avevo il dubbio che ci potessimo trovare. Sono arrivato all’angolo, ho guardato a destra e ho visto lo stesso sorriso che tre mesi fa mi aveva fatto innamorare. Carlo ed io ci siamo abbracciati. --Sentivo che volevo rimanere tra le sue braccia per sempre, attaccato all’amore della mia vita. Per quello avevamo pianificato questo viaggio al sud insieme, dove avremmo potuto lasciare indietro lo sguardo pieno di pregiudizi delle nostre famiglie. Abbiamo goduto tutta la settimana di questa piccola vacanza. Ma non sempre tutto finisce bene: l’ultima mattina, lui mi ha dato la peggiore notizia che potessi immaginare. --Mentre facevamo colazione lui mi sembrava strano e i suoi occhi erano tristi. Era nervoso, parlava poco e si mangiava le unghie. Gli ho domandato: -Carlo, c’è qualcosa che non va? Carlo ha sospirato, ha lasciato il cucchiaio sulla tavola e mi ha guardato negli occhi. -Io non so come dirtelo, Alessio. -Parla, Carlo, parla!- i suoi occhi erano pieni di lacrime. Ha cercato nelle sue tasche, ha preso il suo cellulare e mi ha mostrato un messaggio: “Sono incinta”. ---

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All’improvviso la sveglia è suonata, mentre si apriva la porta della mia stanza: era mia mamma che mi portava la colazione. -Buongiorno, Alessio! Che faccia che hai!! Cosa ti è successo? -Ho avuto un sogno strano, un incubo!!! -Poveretto! Sbrigati che si fa tardi per arrivare a scuola!! Mentre andiamo in macchina mi racconti. -No, mamma, non c’è bisogno che mi porti a scuola. Mi passerà a prendere la mamma di Carlo. --Alessio arrivò a scuola e quando suonò lacampanella, si rese conto che c’era una nuova compagna nella classe. La ragazza gli sembrava famigliare. Era alta, aveva i capelli rossi, gli occhi verdi e le lentiggini. In quel momento sentì una connessione con lei e le si avvicinò per presentarsi. La ragazza stava parlando con l’insegnante che nel vederlo gli chiese di aiutarla nei primi giorni di scuola. Mentre camminavano insieme, Carla domandò chi fosse il ragazzo che era andato con lui a scuola. Alessio rispose che si chiamava Carlo e a sua volta lui le chiese il motivo della domanda. Lei confessò di sentirsi attratta da Carlo e volle che glielo presentasse. Con tutto questo, è diventato geloso e ha cercato di non dimostrarlo.

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“Galeotto fu lo sci Era l’ora di punta e la strada era affollata. Stefano decise di andare direttamente al centro sportivo chiamato “Il paradiso dello sci”, perché gli piace molto sciare. Era arrivato in anticipo, prese un succo di frutta alla pera prima di andare a lezione. Pochi minuti dopo è arrivato il suo caro amico Marco, un’ottima opportunità per poter scaricare tutta la sua rabbia. Stefano non aveva voluto parlare con sua madre perché temeva che lei non potesse capire la situazione. Marco sicuramente lo avrebbe ascoltato. --- Che cosa ti è successo Stefano, perché sei arrabbiato? - Mia madre non vuole lasciarmi solo; lei pensa che io sia un bambino piccolo, ma ho 35 anni!! In quel momento suona il cellulare. --- Ciao Stefano, sei arrivato bene? - Adesso non posso parlare, ti chiamo dopo! Marco domanda al suo amico: - Ma perché hai riattaccato a tua mamma? Perché non le spieghi quello che non ti piace del suo comportamento? - Anche tu sei dalla sua parte? Lasciami in pace! Vado a sciare da solo!! È arrivata la sera e Marco non sapeva ancora niente del suo amico. Quindi decide di andare al rifugio dove chiede di Stefano e gli dicono che l’hanno portato all’ospedale. --Quando Marco si rende conto dell’incidente del suo amico chiama la madre per dirle che ha tanta paura per Stefano e le chiede di accompagnarlo con la macchina in ospedale per vedere l’amico. In realtà Marco non voleva chiamarla ma non aveva la macchina e non c’erano alternative. --Dopo due settimane Stefano lascia l’ospedale, ma non torna dalla madre, va a casa di Marco. Lui gli offre di stare lì tutto il tempo che vuole. La convivenza è molto piacevole per tutti e due. Durante questo periodo la mamma di Stefano chiamava con insistenza e siccome non aveva nessuna risposta ha cominciato a lasciare dei messaggi. Messaggio 1: Stefano, come stai? Messaggio 2: Ciao Stefano, sono la tua mamma, rispondimi! Messaggio 3: Ho bisogno di ascolatre la tua voce Pausa Caffè - Rivista della Dante Alighieri di Ramos Mejía e Ituzaingó

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Messaggio 4: Ti prego Messaggio 5: Tu piangerai quando io non ci sarò più Messaggio 6: Stefano, vaff… --Dopo dieci messaggi, Stefano le risponde: Mamma sto bene, ma ti prego di lasciarmi un po‘ in pace perché sto attraversando un momento di solitudine. Ti chiamerò quando sarà il momento. Un anno dopo dalla terapia, Stefano ha potuto riconoscere che la sua mamma non voleva disturbarlo e la chiama per riconciliarsi. La invita a sciare insieme e a pranzare. Durante il pranzo hanno parlato molto e alla fine sono arrivati alla conclusione che nonostante i momenti di litigio, lei resterà con lui per tutta la vita. Comincia la lezione di sci e Stefano si sorprende quando vede che sua mamma diventa rossa quando saluta il professore, e pensa: “sarà un colpo di fulmine?” Dopo una giornata di sci, Stefano vede la BMW allontanarsi con dentro sua madre e il professore. --Dopo aver visto quella scena si è arrabbiato tantissimo. Doveva far qualcosa per impedire quell’assurda storia d’amore. Doveva ideare un piano preciso per eliminare il suo rivale perché lui è l’unico amore della sua mamma… La sera dopo la montagna era innevata e tutte le comunicazioni erano interrotte. Nel rifugio c’erano poche persone e Stefano ha fatto di tutto per incontrare il professore da solo. Finalmente erano uno di fronte all’altro. Lui teneva forte il bastone dello sci con la mano che sudava e tremava mentre pensava al suo piano diabolico. In quel momento il professore capisce l’intenzione di Stefano e gli prende forte la mano. -Fermati Stefano!! Tu non hai capito niente… io… sono…” All’improvviso arriva la madre e gli grida: “Basta Stefano, lui è tuo padre!”

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Neve e pagliacci Dopo essere sceso dal tram, immediatamente mi sono reso conto di aver sbagliato la fermata. Ho voluto riprendere il tram, ma era troppo tardi! Il tram aveva già lasciato la stazione. Ho pensato – Che stupido Vittorio! Sempre con la testa tra le nuvole; Vado a Cortina D’Ampezzo tre volte all’anno e ho sbagliato la fermata! Cominciavo a domandarmi come sarei arrivato lì. – Come mi piacerebbe vedere la macchin di mia mamma un’altra volta... --Dopo pochi minuti ho visto una macchina che si fermava vicino a me. Un uomo abbassa il finestrino e mi saluta. L’ho riconosciuto... - Dove vai? - Vado alla lezione di sci, ma mi sono perso. Non ricordo come arrivare. - Non ti preoccupare, ti porto io. Durante il viaggio mi rendo conto che la macchina prende un’altra strada. - Ti sei sbagliato! --- Non ti preoccupare, facciamo questo percorso che è più bello. Ma, come mai hai deciso di andare con il tram? - Non volevo che mi vedessero arrivare con mia mamma. Mi aspettavano i miei amici e a nessuno di loro lo porta la mamma. - Ah già, è vero. Io alla tua età facevo lo stesso. Non c’era molto traffico, cos’ ho pensato che alla fine non sarei arrivato in ritardo. All’improvviso ci siamo trovati davanti una macchina che bloccava la strada e con sorpresa sono scesi due pagliacci con in mano due mitragliatrici. Sembrava tutto molto strano... una macchina rotta dalla quale usciva del fumo, due pagliacci con le mitragliatrici. Nervosi. Gridando. Volevano la nostra macchina. Non c’è stata altra opzione. Inoltre si vedeva una donna vestita da sposa, come se fosse una principessa. Voleva scappare dal bagagliaio; in una delle sue mani portava un mazzo di gigli tutto insanguinato, e con l’altra si alzava il vestito tutto ricamato di farfalle.

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Avevamo paura della loro pazzia. Matteo aveva ancora le mani sul volante della macchina ed era bianco come una lavastoviglie. Io non sapevo come reagire... Se solo fossi andato con mia mamma! I pagliacci continuavano a giocare. Siamo stati obbligati a scendere dalla macchina, quando loro all’improvviso hanno preso la sposa e l’hanno portata all’interno della nostra macchina. Credevo che ci avrebbero ucciso e che sarebbe stata la fine della mia assuefazione per lo sci. --Quando i pagliacci sono andati via, Matteo mi ha detto – Dobbiamo salvare la donna - Ma come? - Tranquillo, io sono poliziotto! In quel momento tira fuori l’arma e spara due volte alle ruote. La macchina si è fermata ed è cominciata la sparatoria tra Matteo e i pagliacci. Allora io sono andato a salvare la donna e siamo andati verso il bosco. In quel momento nel buio appare un lupo. --Proprio in quel momento si sente una voce – Crepi il lupo! Nel cielo si vedeva la luce dei fuochi d’artificio. Il lupo non era un vero lupo, era uno scherzo preparato per il gruppo di sci che festeggiava. - Che si festeggia? Mi risponde un pagliaccio con il sorriso sotto il naso tondo e rosso – È l’inizio della stagione di sci - Che sollievo, mi ero spaventato. Giro la testa e vedo gli sciatori scendendo dalla pista con le torce in mano. - Uno spettacolo meraviglioso – Ho ripreso fiato. --Sono andato a prendere un bicchiere di vino caldo con cannella al bar mentre guardavo la tv. In quel momento il telegiornale dava la notizia che una sposa era stata sequestrata sull’altare e che di lei si era trovato soltanto un bouquet insanguinato sulla neve. Ho subito svelato tutto quello che era successo. Matteo in realtà era il sequestratore che ha approfittato di quella situazione per nacondere la sua colpa. Mancava solo andare ad arrestarlo. Pausa Caffè - Rivista della Dante Alighieri di Ramos Mejía e Ituzaingó

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. . . e l o r a p e r t s o v e L

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Sogno di Sogni Ricky: Mi chiamo Ricky, ho 14 anni. Vivo a Milano con i miei in una villa. Mia mamma si chiama Roxana ed è molto pesante perchè mi dice tutto quello che devo fare, come devo vestirmi e con chi devo andare, perciò non abbiamo un bel rapporto. Invece con mio papá non è cosi. Siccome non ci vediamo spesso perchè lavora troppo, mi dà tutto quello che mi piace e non mi domanda niente. Non rompe mai.... Grazie a Dio non ho fratelli perchè la mia vita non è facile. --Mentre pensavo a tutte quelle cose che fanno che la mia vita sia cosi complicata, cado per terra nello stesso momento che vedo la mia ragazza, Olivia, che se avvicina a me con un sorriso bellissimo e dimentico tutto... --Invito a Olivia a mangiare una pizza nel bar di fronte alla piazza del Duomo di Milano; è una bella giornata di sole, prendiamo un tavolo fuori dal bar. Arriva il cameriere e ci domanda che cosa prenderemo. Io rispondo: -una pizza con prosciuto e mozzarella e da bere un’aranciata e una limonata. Mentre aspettiamo facciamo una selfie e parlamo della nostra vita. Dopo aver mangiato prendiamo un gelato, Olivia di cioccolato e vaniglia e io di fragola e mousse di limone. --Nel pomeriggio andiamo a fare una passeggiata e ci troviamo con due amici della scuola e decidiamo di visitare il Duomo tutti insieme. --Una volta dentro il Duomo, ci dividiamo per trovare un oggetto: il contenitore della elemosina. Claudio, il mio amico, lo trova subito trova e ci chiama. Io uso gli sci come scala per salire e poter aprire il contenitore con tutto il denaro della raccolta della settimana dentro. Quando raggiungo la scattola uno degli sci si rompe e cado facendo un frastuono che allarma i parroci che stanno girando per la basilica e subito chiamano i carabinieri. Riusciamo a fuggire però Olivia perde la carta d’identità...Siamo usciti correndo verso la stazione centrale e abbiamo preso il primo treno a casa. Siamo molto spaventati per quello che ci è successo. ---

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Olivia: - quella notte ho sognato che la polizia ci cercava con i cani. Fortunatamente, è stato solo un sogno. L’ho capito quando mi sono svegliata con il canto degli uccelli e mia mamma mi ha portato il caffè e mi ha salutata, mi ha detto che era una bellissima domenica e che hanno chiamato della basilica perchè hanno trovato la mia carta d’identità. --Mi alzo e faccio colazione, mentre penso: – dove sarà Ricky? Non ricordo niente. Lo chiamo e non risponde. Vado al Duomo per trovare il parroco ma in questo momento lui sta facendo la messa. Lo devo aspettare. Quando finisce mi avvicino, lo saluto. Lui mi domanda se sono Olivia, io rispondo di si e gli domando sulla carta d’identità. Mi risponde che l’ha trovata dentro la borsa della elemosina. Io non ci posso credere. Rispondo che non è possibile, ma, forse ieri quando ho messo i soldi è anche caduta la carta d’ identità. In questo momento squilla il celulare. Rispondo e Ricky mi saluta domandandomi cosa succede. Rispondo che sono nel Duomo con il parroco e se mi può dire che è successo ieri. Lui mi domanda se non lo ricordo... --Mamma di Olivia: - Olivia, Olivia! Non sono Ricky! Sono tua mamma!!! Stai bene? Dove sei? Olivia: - Sto bene mamma, non ti preoccupare! Dopo ti chiamo! Olivia guarda intorno, vede i suoi amici che si stanno svegliando e pensa: - Cosa è successo? Che strano!!! Siamo sotto un albero accanto alla chiesa, vestiti con la tuta da sci. Veramente è un mistero! Claudio: - Ricky! Olivia! State bene? Che cosa è successo? Olivia: - Mi sono svegliata con una telefonata di mia mamma, ma non capisco niente. Ricky: - Ho sognato un furto alla chiesa Olivia: - Anch’io!!! Claudio: - Anche io! Penso che abbiamo avuto lo stesso sogno. Olivia: Il profumo dei fiori di questo albero è magico!!! Ricky: - Questa strana storia mi dato voglia di mangiare! Andiamo!

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Maschere dal passato Quando scende dal tram cammina tra la gente e si sente leggero, pensa: “Oddio! Cosa ho fatto?! Mi sono dimenticato lo zaino sul tram! Mia mamma mi uccide! Adesso non posso sciare!” All’improvviso suona il cellulare nella sua tasca, lo prende e vede chi è… - Pronto? - Tutto a posto Matias? - Certo, mamma! Tutto bene! Sono sceso dal tram e ora mi vedrò con Paolo, Mauro e Nadia. - Fai attenzione alle tue cose, guarda che ci sono molti ladri in montagna! Chiamami per piacere! - Certo mamma! - lui ride tra sè e sèIntanto sul tram… Una persona molto strana, vestita tutta di nero, con occhiali, cappello, cappotto, ombrello e stivali, abbastanza robusto, prende lo zaino e trova l’indirizzo di Matias. Ride tra sè e sè. --Due giorni dopo il campanello interrompe la tranquillità della casa. La mamma di Matias interrompe quello che stava facendo, si avvicina alla porta e domanda: “Chi è?” Una strana voce risponde dicendo che su un tram aveva trovato uno zaino con dentro questo indirizzo. La mamma, impaurita, sentiva la voce strana, ma… --Il suo cuore le diceva che non c’era motivo di preoccuparsi. Aprì la porta e vide una persona che aveva conosciuto molto tempo prima. Era l’anno 1998, al carnevale di Venezia. Le maschere davano alle persone l’opportunità di diventare diverse per una notte. Lucrezia, tutta vestita di bianco, vide da lontano un ragazzo tutto vestito di nero: occhiali, cappello, cappotto e stivali neri. Si avvicinò e cominciò a parlare della festa. Parlarono tutta la notte come se si conoscessero da sempre. Matias era il frutto di quell’indimenticabile notte, ma il ragazzo non lo aveva mai saputo perchè Lucrezia se n’era andata il giorno seguente. “Ho trovato questa foto nello zaino”, disse lui fermo sulla porta. “Questa sei tu? E il bambino, chi è?” --Lei non risponde, scioccata. All’improvviso il marito di Lucrezia arriva da dietro, per vedere chi era alla porta. Molto sorpreso, vede in quell’uomo tutto vestito di nero, con occhiali, cappello, cappotto, ombrello e stivali neri...la faccia di Matias! Stupefatto, domanda: “Che succede qui?” --Pausa Caffè - Rivista della Dante Alighieri di Ramos Mejía e Ituzaingó

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Lucrezia non risponde. Il marito le domanda: “Dove lo hai conosciuto?” Il signore vestito di nero dice: “Scusate, ho portato lo zaino che ha questo indirizzo, l’ho trovato sul tram” Lucrezia nei suoi pensieri torna indietro di 18 anni, nel suo cuore sente la stessa emozione di quella notte di carnevale. Il marito dice: “Ah, la ringrazio signor…” - “Marco Carnevale, piacere!” - si stringono la mano E il marito: “Mi scusi, devo andare al lavoro. Grazie, arrivederci” Quando Lucrezia e Marco rimangono soli, lui le domanda se il ragazzino della foto è suo figlio. --Primo finale: Lucrezia risponde che veramente lei non lo sa perché quel carnevale di 18 anni prima era stata con molti uomini. Secondo lei, data la somiglianza dei tratti somatici, potrebbe essere figlio di Marco, ma per gli occhi, Matias potrebbe essere figlio di suo marito, e riguardo alla personalità.. potrebbe essere di un altro uomo. Per risolvere questo dubbio, Lucrezia propone di fare il test del DNA, senza che lo vengano a sapere il figlio ed il marito, e Marco accetta. Lucrezia, nella fretta, comincia a prendere tutto quello che incontra: maglietta, pettine, sapone, pantaloni, etc… Con tutto questo, arrivano al laboratorio per fare il test. Dopo un mese si incontrano al laboratorio per vedere il risultato: 20% cane 30% gatto 50% non si sa chi è il padre Consiglio del medico: si consiglia con urgenza di iniziare una terapia di gruppo! --Secondo finale: Lucrezia rimane sorpresa, per un minuto non sa se confessare la verità o meno. Allora ricorda quella sera in cui lo ha conosciuto, indimenticabile e perfetta, ogni giorno per diciotto anni ha continuato a pensare a lui, che era stato il suo vero amore. Marco insiste, e ripete la stessa domanda un’altra volta: “Il ragazzino della foto è mio figlio?” Dopo la sua insistenza, Lucrezia sente un freddo nella testa che le percorre tutto il corpo e perde i sensi per cinque minuti; in quel momento l’uomo la sostiene forte e la bacia. Quando lei apre gli occhi, si trova davanti alla porta mentre il campanello suona insistentemente. Lucrezia si rende conto che era tutto frutto della sua immaginazione. Apre se si trova davanti l’autista con lo zaino in mano e le domanda se quella era la casa di Matias Ponce. Pausa Caffè - Rivista della Dante Alighieri di Ramos Mejía e Ituzaingó

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Pizza e criminalità Ho cominciato ad andare sulla strada vicino alla casa dei miei amici. Il giorno era molto freddo e mi faceva tremare. Quando ha cominciato a piovere, ho visto i miei amici che mi stavano aspettando all’ angolo. -Ciao Diego, come vai? Che giornata brutta. Vieni a bere un caffe? -Si, per favore. Andiamo al bar subito tutti insieme. Loro sono entrati e una bionda cameriera dietro il bancone domanda: Che cosa desiderano? Diego e Pablo- Vogliamo un caffe con cornetto ciascuno. Mentre stavano mangiando, chiedono il giornale per sapere che film c’é nel cinema. Nel giornale ci sono due film d azione e due film gialli. Pablo- Io preferisco vedere un film d azione Diego- Anch io Pablo- Quale ti piace, Fast and Furious 8 o Taken? Diego- Vediamo Fast and Furious 8. Comincia alle sei e mezza Pablo- Benissimo! E dopo Andiamo a mangiare la cena. --Nel caffe conoscono due ragazze e invece di andare al cinema decidono di andare a sciare in montagna la mattina dopo. Le due ragazze, Carla e Donatella, hanno i capelli lisci e biondi, gli occhi azzurri e sono molto simpatiche e bellissime. Decidono di andare a ballare di notte e dopo, Carla e Donatella, li invitano a casa di Carla ad ascoltare musica e a bere birra. Dopo un po di tempo, Diego e Pablo scoprono che in realtà Carla e Donatella sono ... --strane, il loro atteggiamento è sospettoso. Parlano in segreto, sempre guardando nei dintorni attenzione. Non sono persone affidabili. Loro domandano tante cose sulla nostra vita ma... noi non sappiamo niente di loro. Hanno percepito una tensione tra di noi Cominciano i silenzi. Diego chiama sua madre perchè ha paura, sa che le ragazze hanno un atteggiamento strano. Dopo mezzora, arriva la mamma a casa di Carla e chiede alle ragazze cosa succede. Carla e Donatella confessano che vogliono mangiare una pizza da sole. La mamma vede che suo figlio è dispiaciuto e invita tutti e quattro ad andare alla “Dove, Come e Quando”, la pizzeria più buona del mondo ! --Pausa Caffè - Rivista della Dante Alighieri di Ramos Mejía e Ituzaingó

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Fuori c’è una bufera e nevica tantissimo. Saliamo tutti sulla Bmw e vedo che la mamma è un po’ nervosa. Facciamo un chilometro e siamo dovuti tornare indietro, per la neve. Abbiamo fame ! Pablo dice che conosce un piccolo posto dove poter mangiare qualcosa che non è troppo lontano da lì. Quindi la mamma di Diego ha messo l’indirizzo sul tom tom, ma misteriosamente il gps non trova il percorso da fare. Siccome Pablo conosce bene la strada, si offre lui di guidarli e portarli a destinazione. Nello stesso momento in cui la signora scendeva dalla macchina, arriva di colpo una fantasmagorica auto di colore nero. Sono scesi quattro uomini con il viso mascherato e la sequestrano senza che Pablo potesse fare niente --Dopo questa brutta situazione, Pablo grida molte parolacce, prende il cellulare e chiama la polizia. Dopo quindici minuti arrivano i carabinieri e Pablo racconta tutto quello che è successo. Il commissario vede che Carla ha il tatuaggio di una farfalla sul collo e ha riconosciuto che l’altra ragazza è la famosa “ Donatella Polpetta”. Entrambe appartengono ad un’ organizzazione che ha organizzato molti sequestri. I carabinieri hanno ammanettato le due ragazze e hanno informato la Centrale di Polizia per ritrovare la macchina con la madre di Diego. In questo momento, Pablo ascolta sua madre chiamandolo, si sveglia e pensa “ Che sogno strano”.

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Le vost re par ole...

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Amici miei Erano le vacanze invernali. Camminavo per la strada, l’aria era fredda ma il sole brillava in cielo. Pensavo a Donatella… Quindici giorni fa avevamo organizzato questo viaggio con Marco e il nostro gruppo d’amici dell’università. Volevamo andare a sciare tutti insieme. Sono sempre stato innamorato di Donatella ma non avevo il coraggio di dirglielo. Ero nervoso, ma avevo deciso di non perdere questa opportunità. All’improvviso è suonato il telefono. Era mia madre domandando se ero già arrivato, se portavo tutto, e per dirmi per la decima volta di chiamarla quando sarei arrivato in albergo. Credo che il mio problema con le donne fosse mia madre … --Nello stesso momento che risuonava il telefonino, Donatella camminava verso l’albergo. Quando l’ho vista il mio cuore è cominciato a battere forte e mi sono innervosito. Lei era una ragazza bellissima, intelligente, guardata e ammirata da tutti. Decisi in quel momento di non rispondere al telefono e di lasciare la vergogna di lato per parlare con lei. - Ciao Donatella (dissi balbettando) - Ciao Guglielmo ! Come stai ? (mi disse sorridendo) Immediatamente ricominciò a suonare il telefono ma io sapendo che non avrei avuto una seconda possibilità non avevo alcuna intenzione di rispondere. Quindi rifiutai la chiamata e dissi: - Donatella ti piacerebbe … Ma di nuovo il telefono ricominciò a suonare bloccando la conversazione sul nascere. Subitamente si avvicinò Marco, il mio amico, dicendo: - Guglielmo ti sta suonando il telefono. Rispondi ! Fu così che risposi a mia madre e alle sue interminabili domande e proprio in quel momento Marco disse: “ Donatella vuoi venire a sciare con me ? ” Senza dubbio il mio problema con le donne è mia madre … --Pausa Caffè - Rivista della Dante Alighieri di Ramos Mejía e Ituzaingó

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Marco e io siamo amici da dieci anni, dai tempi del liceo. Lui era eccezionale in tutto, ed era sempre un passo davanti a me. Per esempio nel calcio, nel nuoto e perfino nello sci. Era anche molto fortunato in amore … Oltre a mia madre, il mio problema in quel momento era Marco, ma proprio in quel momento il destino che sembrava scontato, prese una piega del tutto imprevista. Donatella infatti disse: “Guglielmo, vuoi venire a sciare con noi ?” e il mio cuore iniziò a battere fortissimo. Ma proprio in quel momento il telefono suonò un’altra volta … --Non sapevo cosa fare. Mia madre insisteva e io rifiutando la chiamata pensavo che si sarebbe arrabbiata. Finalmente trovai il coraggio di accettare l’invito di Donatella, ma proprio in quel momento sono caduto a terra per colpa di Marco che senza alcun motivo mi calpestò un piede. La mia caviglia sembrava rotta, era gonfia e non riuscivo a muoverla. Non potevo andare a sciare. Donatella mi aiutò a rialzarmi e mi accompagnò al pronto soccorso in ambulanza facendomi compagnia. Di nuovo il telefono suonò. Era mia madre, stavolta ero nei guai … --Il telefono continuava a squillare. Ma a quel punto non mi importava. Mi chiedevo invece cosa fosse successo, perché il mio migliore amico fosse diventato così geloso da rompermi una caviglia. Volevo piangere, ma non potevo. Donatella era affianco a me e riusciva ad avvertire il mio profondo dolore. Dopo avermi fatto una radiografia, il dottore si avvicinò e mi disse che ero fortunato, e che mi ero “soltanto” slogato la caviglia e dovevo rimanere in riposo assoluto almeno una settimana. Io ero felicissimo, sapevo che Donatella sarebbe stata accanto a me. Oddio, un sogno che si avvera ? Volevo stringerla tra le mani e baciarla! Il telefono squillò, ma stavolta era Marco… --Marco sarebbe arrivato presto in ospedale. Ero arrabbiato, sapevo che quel calcio non era stato un semplice scherzo. Donatella che era fino in quel momento stata affianco a me di punto in bianco, si è allontanata. Era il momento per chiarire i conti con Marco. Lui entrò nella stanza, e io lo guardai, e dissi: “Perché ? Perché mi hai fatto male ? Sei innamorato di Donatella ?!

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All’improvviso suonò il telefono, ma era quello di Marco. Lui rispose e mi pose il telefono, dicendo che era mia madre che voleva parlare con me. -“Pronto mamma ?” -“Perché non hai risposto al telefono ?” (domandò mia madre gridando e piangendo). - Sono molto preoccupata per te ! mi ha telefonato una ragazza e mi ha detto che sei in ospedale. Vengo a prenderti subito ! -Tranquilla mamma, non ti preoccupare sto bene. E’ stato solo un piccolo incidente. Non venire, tra poche ore mi dimettono. - Guglielmo, sei sicuro che non vuoi tornare a casa ?

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Il cammino della speranza Ho cominciato a camminare, il carico era molto pesante e quindici minuti dopo ero stanco morto. Mi sono fermato senza sapere cosa fare. Subito un’idea mi è venuta in mente –“E se mia mamma mi avesse seguito? Non posso permettermelo, questa è stata la mia decisione. E se riprendo il tram? No, è meglio riposare qualche minuto e dopo continuo a camminare, cosi faccio il riscaldamento per essere in forma quando arriverò lassù. Dopo aver camminato per una strada, all’improvviso, sono caduto dentro una buca. Mi sono storto il piede, non ho potuto camminare più. Ho aspettato un’ ora e quando già era notte, una macchina si è fermata e ho sentito paura. --Quella macchina era noleggiata dalla mamma e chiamava Filippo ad alta voce. Il bambino ha cominciato ad urlare però nessuno lo sentiva. Visto che non c’era segnale, ho acceso la luce del cellulare. In quel momento un prete stava passeggiando molto meditativo perché’ ha avuto un problema nella messa. Al vedere la luce, ha pensato che era un messaggio di Dio per lui ed ha cominciato a pregare inginocchiato vicino al buco per ringraziare Dio per aver parlato con lui... Il ragazzo, un po’ sorpreso, pensa – Cosa dice questo prete? E’ matto? Si è bevuto tutto il vino della messa”? – Scusi, non preghi più per favore! Sono qui nel buco! Mi può aiutare? Sono caduto! Il prete si alza, spaventato e con paura, si avvicina al posto da dove si ascoltava la voce. --- Tu chi sei? Stai bene?- Si, si grazie, ma non posso uscire solo da qui.- Allora, devo chiamare i pompieri?- No, no, la prego! Chiami i miei amici, per favore.- Ma perché? Beh, allora ti aiuto io! Mi dia la mano per favore! Stringimi foooooorrrtt... PUM Don Mario, il prete, cade nel buco. - Ehi? Stai bene?- Ohhh la mia testa!Don Mario, un po’ confuso, guarda Filippo e gli domanda: - E tu chi sei?

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PAUSA CAFFÈ - Numero 12, novembre 2018

- Sono Filippo! - Sei caduto tre ore fa e ti sei fatto male alla testa! - E tu chi sei? - Sono Don Mario. Ma che cosa fa un bambino solo in un buco? - Avevo vergogna di mia mamma! - Quanti anni hai, Filippo? - Ho tredici anni. - Però non devi sentire vergogna! - Si, hai ragione. La prossima volta l’ascolterò. Adesso come usciamo da qua? Don Mario dice a Filippo - Sali sulle mie mani.Filippo prova ma cade. Cadendo vede un tunnel dentro al buco che non aveva visto prima. - Dove va questo tunnel? Don Mario, proviamo questo cammino! Il tunnel è scuro e sporco, ci sono topi e puzza. Filippo ricorda quando sua mamma le diceva di avere coraggio sempre. Allora Filippo si carica di energie e affronta il tunnel. Dopo due ore vedono una luce alla fine del tunnel. - Aiuto!! Aiutooo! Siamo qui! Un gruppo di operai arriva e salva Filippo e Don Mario. Già il sole è alto nel cielo.

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i n o i Opin a m i t t e s sulla a g n i l a l l e na d a n a i l Ita ivertente. Abd e te n a ss re te molto in no cominciato n a h L’ attività è stata e h c a ri o st finale della ho immagin o n io biamo scritto il te n a st ruppi e, nono buon a scrivere altri g biamo fatto un b a e m e si in i tt che tu nazione, credo a Tomasi) lavoro ( Romin

ante è stata celebra D a a an im tt se a rs La sco a italiana. Facciagu lin la el d a an im ta la sett le nostre parole n co i tt tu a tr a ri o mo una st aestro iciamo al nostro m d la i o p e te ri fe re p Matteo ez) ( Emanuel Rodrigu

La settimana del la lingua italiana mi è piaciuta, perchè abb iamo fatto una st oria con i miei compagni. Prima non era fa cile, ma fopo parlare tanto abbiamo finito la storia nel quaderno, per questo lo buono è che abbiamo parlato molto in gruppo ( Adriana Cordoba)

Penso che l’a ttivit perchè abbim à è stata interessante, ao scritto la fine della storia e per poter farlo a bbiamo dov parlare con uto molte comp agne. Chissà il tempo do veva essere meno, perch quasi tutto il è tempo della lezione si ha dedicato pe r questo ( Ev a Diaz Schw ab)

Io non sono ven uta nel nostro co rso la settimana scorsa, ma ho sentito dir e che la classe fu diver tente. Hanno scri tto la continuazione di un a storia e hanno giocato a pictionary. Hann o disegnato per in dovinare il nome di un film . Divertentissimo ! ( Alba R. Prieto)

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PAUSA CAFFÈ - Numero 12, novembre 2018 aè lla lingua italian e d a n a im tt se i Per me la ciuta l’attività d ia p è i m , a n o u stata molto b le favorite. Anro a p le n o c a ri o scrivere una sto lm è stata molt fi il re a in v o d in che l’attività di alla classe la to u n e v o n so n no hè divertente. Si io tristissimo, perc to a st i re sa , a n tor mia settima a italiano (Héc o g n e v io o d n a rido molto qu Alvarez)

Abbiamo creato un testo con le parole preferite e doviniamo con u inn disegno un film , quindi parliam di un progetto d o i fine de anno qu andi parliamo d settimana della li ella ngua italiana ( V iviana Frustillo) ria tra tutti. Tovavo o st a n u o tt ri sc o Abbiam riusciti a farlo. Era o am si a m , io iz in difficile all’ dovinare il Film. È in a to ca o gi o m ia una sfida. Abb Liliana Alvarez) ( . te n te er iv d o lt o stato m

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