Numero di febbraio 2016

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La notizia pungente! Numero verde; Speciale Gne; Febbraio 2016 Giornalino degli studenti del Liceo scientifico “Galeazzo Alessi” PG

Ho sentito alcuni cercare di negare l’evidenza dicendo che non sono scienziati e che non abbiamo abbastanza informazione per agire. Bene nemmeno io sono uno scienziato, ma, sapete, conosco un sacco di ottimi scienziati alla NASA, NOAA e nelle nostre maggiori università. I migliori scienziati del mondo ci stanno dicendo che le nostre attività stanno cambiando il clima e che se non agiamo con forza continueremo a vedere i mari che si alzano, maggiori ondate di calore, sempre più pericolose siccità ed inondazioni, e altre catastrofi di massa che potrebbero scatenare migrazioni, conflitto e fame in tutto il globo. (Barack Obama, gennaio 2015)

CAMBIAMENTI CLIMATICI: SIAMO ANCORA IN TEMPO PER IMPEDIRE LA CATASTROFE?

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l giorno d’oggi si sente sempre più parlare di fenomeni ambientali come l’“effetto serra” o il “buco dell’ozono”: purtroppo, nonostante questi eventi ci riguardino tutti da vicino, moltissime persone non sono informate in modo adeguato o non si rendono conto della loro pericolosità. Quando le radiazioni solari raggiungono l’ atmosfera, alcune rimbalzano indietro nello spazio, mentre altre vi passano attraverso e sono assorbite dal nostro pianeta, causando il riscaldamento della superficie terrestre. Il calore proveniente dalla Terra viene poi irradiato verso l’esterno ed assorbito dai gas presenti nell’atmosfera, noti come “gas serra”. Questo processo , chiamato appunto “ effetto serra”, impedisce al calore di dissiparsi, garantendo una temperatura media in superficie di circa +15°C invece di -19°C. ...continua a pagina 16

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COP 21, QUEST’ANNO È A PARIGI

l 30 novembre inizierà il congresso annuale sui cambiamenti climatici (COP21) a cui parteciperanno molti Stati industrializzati di tutto il mondo. Questa non è la prima conferenza di questo genere, ma è la prima a svolgersi a Parigi. Gli scorsi anni si è svolta in diverse parti del mondo da Brasile a Germania fino anche in Qatar. Nel ’92 si è svolto a Rio in Brasile il primo summit riguardante il clima. Qui sono stati trattati per la prima volta argomenti come il sistema dei modelli di produzione (per limitare la produzione di tossine come il piombo nel gasolio o rifiuti velenosi), il potenziale dell’energia rinnovabile e la crescente scarsità di acqua. Dopo questa conferenza si stipulò una Convenzione sul comportamento che gli Stati dovrebbero tenere. La prima COP si svolse a Berlino nel 1995, e manifestò il timore sull’adeguatezza ...continua a pagina 2


Dal 30 novembre all’11 dicembre 2015 si è tenuta a Parigi la conferenza delle nazioni unite sui cambiamenti climatici, la famosa COP21. I redattori de La Siringa si sono impegnati a seguirla giorno per giorno, scrivendo tutti gli articoli che trovate raccolti in questa sezione.

delle azioni degli stati ad adempiere agli obblighi della Convenzione. Tali obblighi furono espressi in una dichiarazione ministeriale delle Nazioni Unite (il “Mandato di Berlino”) che stabiliva una fase di analisi e ricerca della durata di due anni, alla fine dei quali si è svolta la COP3 a Kyoto. Il trattato prevede l'obbligo di operare una riduzione delle emissioni di elementi di inquinamento, nel periodo 2005-2014, in una misura non inferiore all'8,65% rispetto alle emissioni registrate nel 1985. I successivi tre congressi (svolti a Buenos Aires, Bonn e ad Aja) hanno avuto per lo più l’obiettivo di migliorare il protocollo di Kyoto. Alla COP7,

svolta nel 2001 a Marrakesh, sono state prese varie decisioni, ma le più importanti sono: regole operative per il commercio internazionale delle emissioni tra le parti del protocollo e per l’implementazione conCOP3 svoltasi a Kyoto nel 1997 giunta, un regime di conformità che delinei le conseguenze del manti ha aderito. Il prossimo concato rispetto degli obiettivi. gresso d’importanza internaIl congresso che ha avuto più zionale si svolgerà a Parigi dal valore, tra quelli che seguirono 30 novembre all’11 dicembre quello di Kyoto, è stata la con l’obiettivo di mantenere il COP18 svoltasi a Doha in Qa- riscaldamento globale sotto i tar; questa ha avuto come sco- 2°C. po il rinnovamento del protoFilippo Mencaroni 2F collo, ma solo il 20% degli Sta-

ROMA: IN MARCIA PER IL CLIMA

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COP21 : Un vero accordo per cambiare. Queste sono le parole riportate sul grande striscione contro il cambiamento del clima . Un accordo equo, ef-

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ficace e vincolante per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C. Secondo gli organizzatori sono stati circa 20 mila i partecipanti alla “Marcia per il clima” svoltasi a Roma e or-


ganizzata dalla Coalizione Italiana Clima, in occasione della Conferenza di Parigi. Palloncini, striscioni e un grande pallone che rappresentava il pianeta hanno guidato il corteo. Tutto il mondo ha marciato, da Berlino ad Aukland, da Madrid a Bogotà, per manifestare contro i cambiamenti climatici. Anche Roma ha raccolto l’appello: nel primo pomeriggio del 29 novembre, è partito da Campo dè Fiori un corteo che ha sfilato per le vie della capitale fino ad arrivare ai Fori Imperiali. Il tutto si è concluso con un concerto chiamato “Il concerto per il clima” che ha visto alternarsi molti artisti famosi.

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A capo della marcia, la presidente della Camera Laura Boldrini e l’ambasciatore di Francia Catherine Colonna. Tra i partecipanti anche Ermete Realacci, presidente della commissione ambiente della Camera, il leader di Sinistra Italiana e candidato a sindaco di Roma Stefano Fassina e il responsabile nazionale Ambiente di SEL Paolo Cento. La stessa mobilitazione si è svolta in contemporanea in

oltre 150 città del mondo, dove cittadini e associazioni hanno chiesto ai propri rappresentanti che l'accordo di Parigi COP21 sia ambizioso e che possa assicurare un futuro giusto e sostenibile per tutto il pianeta. Chiara Rinalduzzi 2F

VERSO LA COP 21

o scopo della COP21 è quello di diminuire i cambiamenti climatici e di migliorare la situazione ambientale dell’intero pianeta, per evitare dei danni irreversibili. Per fare ciò e per condurre al meglio il congresso di Parigi sono stati presi ed analizzati i dati sulle emissioni di gas serra e sono stati fatti vari grafici che indicano la quantità di tali sostanze che sono stati prodotti in media dalle varie nazioni europee. Questo istogramma indica la quantità di gas serra che ogni Stato della comunità europea ha prodotto nel 2012. Come è possibile notare, i principali produttori di CO2 sono la Germania, che ha prodotto quasi mille tonnellate di anidride carbonica; il Regno Unito, che ne ha prodotto poco più di seicento tonnellate; la Francia e l’Italia, che ne hanno prodot- dotte poco più di quattrocento, stanti stati non superano le te circa cinquecento. Seguono la Spagna, che ne emette qua- duecento tonnellate. poi Portogallo, che ne ha pro- si quattrocento tonnellate. I re- Il grafico a torta riporta invece

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le emissioni di gas a effetto serra del 2012 che sono risultate come conseguenza di altri processi. Il 57,90% dei gas derivano dalla sola produzione di energia, circa il 21,90% derivano dai mezzi di trasporto (macchine, treni, aerei, ecc), il 10% sono derivati dei processi agricoli e solo il 6,80 % da quelli industriali. Dai processi di smaltimento dei rifiuti derivano solo il 3% dei gas serra e solo lo 0,20% da solventi e da altri prodotti industriali. Grafici come questi sono molto importanti, grazie ad essi

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possiamo capire infatti quali sono i paesi che, rispetto agli altri, devono cercare di diminuire la quantità di gas a effetto serra per avere un migliore impatto ambientale. Inoltre, saranno questi tipi di grafici che stimoleranno le discussioni all’interno del congresso e grazie ai quali si cercherà di trovare un modo per diminuire i cambiamenti climatici o qualsiasi altro danno legato all’ambiente.

Leonardo Suvieri 2F

CONFERENZA DELLE PARTI

ra il 30 Novembre e l’11 Dicembre gli occhi di quasi tutto il mondo saranno puntati su Parigi dove si riuniranno tecnici e diplomatici di vari paesi per decidere le future sorti del nostro pianeta. Si aprirà infatti la ventunesima CONFERENZA DELLE PARTI COP 21 con l’obiettivo di stendere un accordo internazionale che prevede azioni concrete per ridurre l’emissione di gas climalteranti, causa del riscaldamento globale. Gli scienziati prevedono che nei prossimi cento anni la temperatura terrestre subirà un pericoloso aumento se si continuerà ad emettere derivati del carbonio in quantità pari a quelle attuali. Dovremmo quindi aspettarci cambiamenti climatici sempre più devastanti, un aumento delle catastrofi naturali, prima tra tutte l’innalzamento dei mari. Gli argomenti di cui si discuterà e i provvedimenti che si prenderanno in tale sede saranno quindi di estrema importanza per il nostro futuro. Di conseguenza, si chiederà a tutti Paesi aderenti uno sforzo per ottenere risultati concreti. La Francia e gli Stati membri dell’Unione europea già da

tempo si sono posti obiettivi ambiziosi, ma per vincere questa sfida tutte le istituzioni partecipanti devono far convergere i loro punti di vista e soprattutto i propri interessi. Soltanto una stretta collaborazione internazionale e la messa in atto di una serie di politiche per la riduzione delle emissioni di CO2 permetterà di raggiungere i risultati necessari. A tal riguardo ci sono paesi, come le Terre Scandinave, che mostrano più determinazione e sono già all’avanguardia nell’uso delle energie rinnovabili; al contrario i grandi produttori di petrolio, Iran ed Arabia Saudita, per ovvie ragioni sembrano i più disinteressati. Notizie piene di speranza provengono anche da Cina e Stati Uniti, i due Paesi che emettono più gas ad effetto serra al mondo, infatti hanno annunciato di aver raggiunto un accordo sull’emissione di CO2 in atmosfera. La crisi economica, la necessi-

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tà di sviluppo e la scarsa volontà di prendere impegni vincolanti da parte di alcune istituzioni, rende cospicuo il numero degli scettici. La consapevolezza che potremo essere l’ultima generazione che può “guarire” il nostro pianeta, ci rende particolarmente attenti all’esito di tale conferenza. Alessandro Leone 2F


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AL VIA IL PROGETTO COP21

50 leader mondiali si sono riuniti a Parigi per la conferenza sul clima delle Nazioni Unite. L'impegno più urgente è sicuramente quello di stipulare un accordo sui limiti del riscaldamento climatico. Oggi, a Parigi ha preso il via la Cop21,una conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Alla vigilia della manifestazioni non sono potuti mancare scontri tra polizia e manifestanti che hanno portato al fermo di circa 208 persone. "La posta in gioco è troppo importante per potersi accontentare di un accordo al ribasso" così ha replicato il ministro degli Esteri francesi nonché presidente della conferenza, Laurent Fabius. Durante l'avvio della conferenza il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha espressamente chiesto di osservare un minuto di silenzio per le vittime degli ultimi attentati di Parigi. La parola poi è passata nelle mani del presidente francese Francois Hollande che ha definito la Cop21 come un'immensa speranza, una sfida che non dobbiamo

perdere. Quello che è in gioco in questa conferenza è la pace perché a breve rischiamo una guerra globale per l'accesso all'acqua; il pianeta non ha mai affrontato Il presidente francese Hollande una prova così difficile e non è pronta a farlo paese é stato tra i primi a riora. durre i consumi energetici Ban Ki-moon riferendosi ai dell'economia e le emissioni di capi di stato presenti oggi ha gas a effetto serra negli ultimi dichiarato:" il futuro del mondo anni, tanto da frenare addiritè nelle vostre mani, non sono tura un anno di riscaldamento consentite indecisioni. Voi climatico." avete il potere di assicurare il Per finire il nostro presidente benessere di questa ma sodel consiglio Matteo Renzi ha prattutto della prossima gene- dichiarato:" dobbiamo uscire razione". dalla retorica che l'Italia non fa Barack Obama, presidente abbastanza. Il nostro paese degli USA ha aggiunto: ha ridotto le emissioni del 23% "Bisogna agire ora, mettendo dal 1990 e le nostre aziende da parte gli interessi di breve sono in prima fila, da Enel a termine." ENI. L'Italia ha molto da dire e Angela Merkel ha annunciato da fare in questo settore." che la Germania entro il 2020 Ha aggiunto poi Renzi:" Il raddoppierà i suoi finanziamondo di oggi e di domani menti pubblici per le energie guarda a Parigi. L'Italia non si rinnovabili. tira di certo indietro." Vladimir Putin nel suo discor- Camilla Pauselli 2F so ha sottolineato "il nostro

LA COP21 IN UNA PARIGI ‘BLINDATA’

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uest'anno la Conference Of The Parties avrà luogo in una città 'blindata'. I 150 leader mondiali si riuniscono per quella che sarà l'ultima possibilità per salvare il clima e tutto ciò che è collegato ad esso. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha chiesto un minuto di silenzio per tutte le vittime degli attentati, poi si è rivolto ai capi dello stato dicendo che la possibilità di garantire il benessere di questa e della prossima generazione è nelle loro mani.

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Il presidente della repubblica francese Francois Hollande ha definito la COP21 come ‘la speranza che non abbiamo il diritto di deludere’. Questa conferenza dovrà portare ad un accordo di pace poiché il riscaldamento climatico porterà una maggiore possibilità di conflitti e il rischio di guerra per la mancanza d’acqua. Ma mentre all’interno si parla di pace, all’esterno l’aria che si respira non è pacifica. Il giorno prima dell’apertura della conferenza sono stati effettuati 208 fermi in seguito a scontri tra polizia e manifestanti. I ‘Black Bloc’ hanno attaccato le

forze dell’ordine durante una manifestazione pacifica a favore del clima, lanciando gli oggetti lasciati in omaggio alle vittime degli attentati, tra cui le scarpe lasciate in Place de la Republique. Il corteo era stato vietato per motivi di sicurezza ma i cittadini hanno deciso di sfilare comunque e si sono fermati davanti al teatro Bataclan interrompendo il corteo e prendendosi per mano. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, appena atterrato a Parigi, ha sostato fuori dal teatro insieme a Hollande e al sindaco di Parigi Anne Hidalgo ed ha lasciato una rosa bianca

in memoria delle vittime. Le manifestazioni non sono avvenute solo a Parigi ma in tutto il mondo: in Asia si combatte contro il nucleare, a Londra sono scesi in piazza a manifestare anche l’attrice Emma Thompson e Peter Gabriel, cantante di fama internazionale, ma una delle manifestazioni più numerose è stata quella di Berlino. Ma Martin Kaiser, direttore delle politiche internazionali sul clima di Greenpeace, sostiene che c’è solo il 50% di possibilità che questa conferenza ottenga un buon risultato. Alessia Peccini 2F

COP21 UN INVESTIMENTO PER IL FUTURO

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ulusuk la porta di accesso alla Groenlandia, stupendi ghiacciai un tempo circondavano l’isola; oramai ne rimane solo uno a causa del riscaldamento globale. Ormai da anni si parla di innalzamento delle temperature ma ancora poco si è fatto per questo: una conferenza di 190 nazioni istituita già nel 1995, per parlare, con riunioni annuali, del clima e trovare soluzioni per tutelare gli equilibri. Da questi incontri sono scaturiti diversi importanti protocolli sul clima come quello di Kyoto. Quest’ anno la COP si terrà a Parigi, con importanti variazioni rispetto a quelle che si sono svolte negli altri anni: infatti, questa volta sono gli stessi stati e non l’unfccc (United Nations framework convention on climate change) a proporre i dati con cui vogliono ridurre le loro emissioni . Per ridurre le emissioni di gas serra molti

paesi hanno già fatto importanti passi avanti e promesse ma alcune grandi nazioni emergenti come la Cina e l’ India ancora non hanno dichiarato di voler cambiare le loro emissioni di gas, malgrado siano proprio loro tra i maggiori emettitori degli stessi. Una delle maggiori sfide di questa COP sarà quella di trovare un accordo comune per evitare l’ innalzamento del cli-

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ma di 2° centigradi che porterebbe all’ innalzamento del livello degli oceani, quindi all’ inabissamento di città costruite sul mare come Venezia e anche la maggior parte dell’Olanda; che ha il suo territorio appunto sul livello del mare attuale. Per evitare ciò già molti paesi soprattutto occidentali hanno preso misure di sicurezza; l’Europa si è incaricata ad esempio di ridurre le sue emis-


sioni del 40% entro il 2030 rispetto ai dati registrati nel 1990,l’America invece vuole ridurre le sue emissioni del 26 -28% entro il 2025 rispetto ai

livelli del 2005 e il Messico invece vuole ridurre le sue emissioni del 22% entro il 2030 essendo un paese emergente.

Quindi per evitare la fine dell’ umanità non ci rimane che sperare nella COP 21 e nei suoi cambiamenti. Giulio Ranalli 2F

LA CONFERENZA DELLE PARTI

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al 29 Novembre 2015 fino all’ 11 Dicembre 2015 si è svolta a Parigi la conferenza delle parti (COP 21); la COP è l’organismo di governo della convenzione, cioè lo strumento attraverso il quale i vari paesi prendono delle decisioni. Il primo di tali incontri si tenne a Berlino del 1995 ed annualmente si sono susseguiti fino ad arrivare a quello di Parigi. Lo scopo della conferenza mondiale sul clima è quello di trovare un accordo per tenere a freno il riscaldamento globale del pianeta e le conseguenze che da esso derivano. Alla conferenza nella giornata inaugurale hanno partecipato 80 capi di Stato e di Governo. Purtroppo gli avvenimenti terroristici di Parigi che hanno preceduto tale conferenza, hanno fatto sì che l’organizzazione di tale avvenimento abbia dovuto subire delle modifiche per evitare che eventuali

cortei o manifestazioni in piazza potessero essere oggetto di nuovi attentati terroristici. Ma l’argomento di vitale importanza per la salute del nostro pianeta non poteva essere soffocato dal terrorismo. Tutti i capi di stato sono stati d’accordo sul non rinviare tale appuntamento ma di affrontarlo comunque e con la serietà che merita tale questione. Si è detto, da parte di alcuni scienziati, che alla fine del secolo ci sarà un aumento della temperatura da 2 a 4 gradi con delle irreversibili conseguenze sulla vita degli animali, sugli ecosistemi e sugli esseri umani. La COP 21 dovrebbe essere lo strumento che serve a trovare un accordo internazionale in grado di fermare la crescita delle emissioni di CO2, causa principale dell’innalzamento delle temperature e di garantire aiuti a quei paesi che sono stati colpiti dai cambiamenti

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climatici. A tutti i paesi partecipanti è stata chiesta una INDC, cioè un impegno con l’indicazione di come quel paese intende operare per raggiungere l’obbiettivo della convenzione quadro a partire dal 2020. Si sono susseguiti giorni di intenso lavoro, tutti volti al raggiungimento di un obiettivo comune a tutti i paesi del globo: ridurre le emissioni di CO2. Si crede che con le parole del Papa si possa riassumere il significato di questa conferenza. “Il clima è un bene comune oggi gravemente minacciato: lo indicano fenomeni come i cambiamenti climatici, il riscaldamento globale e l’aumento degli eventi metereologici estremi. Un tema di cui l’importanza e l’urgenza non posso essere esagerate”. Federica Giannoni 2F


COP21, INIZIA IL PROGETTO PER SALVARE “IL FUTURO DEL PIANETA”.

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ella blindata capitale francese prende il via oggi, lunedì 30 novembre 2015, la Ventunesima Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite (COP21). Parigi, protagonista degli attentati terroristici dei giorni passati, ospita i centocinquanta leader mondiali riuniti per concludere, per la prima volta in oltre 20 anni, un accordo universale sul clima, accettato da tutte le nazioni. L’esito finale della COP21 è indispensabile per affrontare le due più grandi sfide di questo secolo: gestire i rischi legati ai cambiamenti climatici e sconfiggere la povertà. "L'obiettivo della Conferenza di oggi è la pace, visto che corriamo il rischio di nuove guerre per l'accesso all'acqua",con queste parole il

presidente francese François Hollande ha dato via al primo giorno di conferenza. Il primo progetto proposto è stato quello di Barack Obama: la Mission Innovation, un'iniziativa con cui 20 Paesi,tra cui anche l’Italia, e una ventina di grandi imprenditori guidati da Bill Gates raddoppieranno i loro investimenti nella ricerca e nello sviluppo per contrastare i cambiamenti climatici nei prossimi cinque anni. Tuttavia i riflettori di questa prima giornata sono puntati sul presidente francese Francois Hollande e il primo ministro indiano Narendra Modi che hanno lanciato un progetto internazionale volto a rendere l’energia solare accessibile a tutti. I punti principali dell’iniziativa sono cinque: promuovere

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le tecnologie solari e gli investimenti nel settore per migliorare la produzione di reddito nei paesi poveri e la situazione ambientale globale, formulare progetti e programmi per promuovere applicazioni solari, sviluppare meccanismi finanziari per ridurre il costo del capitale, costruire un portale on line dove condividere le conoscenze, facilitare lo sviluppo delle capacità per la promozione e l’assorbimento di tecnologie solari tra i paesi. La COP21 è un’occasione importante per salvare la vita al nostro pianeta , i progetti non mancano e l’11 dicembre, giorno della fine della conferenza è lontano, ce la possiamo fare. Luca Buono 2F


Ecco le bufale de La Siringa! Quest’anno i nostri redattori si sono divertiti a sfruttare la loro vena creativa per inventarsi delle false notizie. Buona lettura.

I GATTI PERDONO IL PELO...

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n gruppo di ambientalisti ha lanciato il grido d'allarme :il riscaldamento globale impedisce ai nostri piccoli amici felini di cambiare il pelo. All'arrivo dell'inverno cinquantamila gatti in tutto il territorio nazionale, tra randagi e cuccioli potrebbero perdere la vita morendo per assideramento. Quando arriva l'autunno, ai gatti solitamente cresce un folto sottopelo che li tiene al caldo per tutta la stagione fredda. Ma come vi sarete accorti tutti, i nostri piccoli amici

stanno perdendo molto pelo , coprendo tappeti, coperte , poltrone di ciuffi senza che il pelo invernale faccia la sua comparsa. Questo fatto sta allarmando molti proprietari di gatti che vedono i propri animali diventare sempre più "nudi". Il professor Gambetti dell'Università veterinaria di Milano ha dichiarato che la temperatura ancora alta , ancora estiva , fa ritardare la muta del pelo, ma all'improvviso arrivo della stagione fredda i nostri amici felini potrebbero rischiare di morire. Quindi, vietato tenere fuori di casa i propri gatti ,specialmente di notte . Una luce di speranza e di aiuto in soccorso di tutti i randagi viene dal centro Happy cat , che presenta in tutte le piazze italiane "cuccia calda " : in cambio di un'offerta di cinque euro, fornirà alle associazioni animaliste di tutto il territorio nazionale scatole di polistirolo dove i gatti randagi passeranno un caldo inverno protetti e le cucciolate nasceranno al sicuro . Ab-

biamo intervistato la consulente di comportamento del gatto , Lucia Angelini, che ci ha spiegato che negli ultimi tempi molti proprietari di gatti vanno da lei, molto preoccupati perché i loro animali diventano all'improvviso assetati, pigri o nervosi. "È una delle molteplici conseguenze dei cambiamenti climatici" spiega. Se i vostri gatti dovessero presentare questi sintomi,portateli al centro veterinario più vicino in cui verranno fatti accertamenti sullo "stress climatico". In generale cercare di restare il più possibile con i propri gatti è la migliore cura contro la pigrizia e lo stress dei nostri amici felini. Kalliope

ATLANTIDE, DI NUOVO

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a perdita di monumenti di tutto il mondo è imminente; l’ umanità deve correre ai ripari. Le cause di tutto: il riscaldamento globale e lo scioglimento delle calotte polari. Secondo i dati della N.A.S.A e di molti altri studi scientifici, entro il 2050 il livello delle acque salirà così tanto che non solo tutte le coste ma addirittura mo-

numenti come le piramidi d’Egitto, il Taj Mahal e il teatro del opera di Sidney saranno sommersi. Il mito della famosa città sommersa Atlantide potrebbe diventare realtà. L’ Unesco corre-

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rà ai ripari rendendo patrimonio dell’umanità monumenti di serie B o addirittura repliche dei monumenti perduti. Una seconda soluzione potrebbe essere quella di creare delle vere e proprie attività turistiche sotto il livello del mare, proposta più utopica a

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derà le strutture degli edifici che diventeranno "case" per pesci. Dobbiamo quindi sperare di fermare lo scioglimento delle calotte polari per salvare i nostri monumenti che hanno l’acqua alla gola. Leonardo Suvieri, Mario Bucaneve 2F

RITORNO AL PALEOLITICO

llarme per le nuove generazioni, l'imminente cambiamento climatico ci porterà a perdere la nostra "intelligenza" (QI). Il fenomeno è stato riconosciuto come Sindrome dell'estate perenne. Lo sbalzo delle temperature potrà alterare l'area di Broca, collegata direttamente alla parola. La mancanza di ossigeno, rarefatto dal calore, porterà lentamente ad effetti collaterali che ci faranno tornare al modo di vivere paleolitico. Lo studio concepito a Visby, Svezia, dalla scienziata Karlsson Charlotte dell'associazione ASEL, ha riportato dati disastrosi; secondo gli studi tra circa 40 anni l'uomo perderà l'uso di tutto il vocabolario. Questo sia a causa della perdita della pronuncia di alcune vocali sia a causa della retrocessione intellettuale. Per questa sindrome molti studiosi si sono riuniti a Sydney il 6 ottobre, nell' "Aurora Palace" e hanno votato una-

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causa delle difficoltà a cui si andrebbe incontro nel mantenere integri i monumenti sotto il livello del mare. Si prevede infatti che il ritmo con cui i monumenti si deteriorerebbero sarebbe molto rapido tanto da rendere inutile qualsiasi restauro. La salinità delle acque corro-

a catastrofe di Pompei è pronta per ripetersi. L’antica città costruita dai Romani migliaia e migliaia di anni fa fu vittima, insieme ai suoi cittadini, dell’eruzione del vulcanica del Vesuvio, vulcano alla cui pendici era stata edificata. Ora, secondo studi dalla INGV, di Roma, e

nimemente per rendere la notizia pubblica alla metà di novembre su tutti i giornali e lanciare l'allerta mondiale. "Non si può vivere in un mondo in cui non siamo padroni delle nostre azioni " dice Alexander Emil Scottwood, il presidente dell'associazione ASEL, e senza la parola siamo destinati a perdere la nostra civiltà, la società come oggi la conosciamo. Le pro-

cedure di "salvataggio immediato Qi" saranno attive da gennaio 2016 e comprenderanno la riduzione delle temperature negli ambienti pubblici e privati. Il mondo diventerà una bella prigione ad aria condizionata. Basterà questo a salvarci? Giulia Bernasca, Alessia Peccini 2F

POMPEI: 2.0 IAMAC-CRN, di Napoli e con l’ausilio dei più importanti centri di studi di geologia e vulcanologia del mondo, sembrerebbe che tramite gli attuali cambiamenti climatici, entro trenta/quaranta anni, ci sarà un tale innalzamento delle temperature interne della terra che i sempre maggiori

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moti convettivi all’interno del pianeta porteranno a terremoti di livello non inferire all’ 8° e nella peggiore delle ipotesi a eruzioni vulcaniche sia da vulcani ora attivi sia da quelli inattivi. Come l’antica città romana, ora le attuali città del mondo sono, quindi, minacciate dalla forza incontrastabi-


le di madre natura che cerca di punirci per i gravi danni che con i nostri eccessi e il nostro comportamento le infliggono giorno dopo giorno. Leonardo Suvieri & Mario Bucaneve 2F

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LA PRODUZIONE ENERGETICA SOSTENIBILE

seguito della COP 21 di Parigi, e delle recenti statistiche che vedono l’Italia al primo posto in Europa per le morti causate dalle esalazioni delle sostanze rilasciate dalla combustione nei processi industriali, dovremmo forse rivedere le nostre politiche ambientali, soprattutto in materia energetica, ad esempio adottando o rivedendo le nostre posizioni rispetto all’energia nucleare alla luce dei recenti sviluppi tecnologici in materia. Con il referendum abrogativo del 2011 l’Italia ha rinunciato nuovamente all’utilizzo dell’energia nucleare. In prima analisi sarebbe opportuno riflettere sull'opportunità di delegare all’intera popolazione la facoltà di scegliere in materia energetica, in particolare a valle di un evento catastrofico (Tsunami in Giappone e conseguente incidente alla Centrale nucleare di Fukushima) che evidentemente non può che condizionare emotivamente una decisione pretta-

mente tecnica e strategica. Credo, purtroppo, che la paura che si ha del nucleare sia molto simile a quella che alcune persone hanno degli incidenti aerei;incidenti relativa-

mente grandi tendono a spaventarci molto, ma, comparati ai reali danni che altri mezzi di trasporto producono ogni giorno, sono statisticamente marginali. Ritengo che, come democrazia rappresentativa e parlamentare, certi temi vadano trattati prima in commissioni scientificamente qualificate

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ed autorevoli, poi in Parlamento. Ciò premesso, cercherò di trattare pro e contro di questa forma di energia senza dilungarmi ulteriormente sulla questione politica . Senza spiegare il funzionamento in modo specifico possiamo dire che i reattori nucleari trasformano piccole quantità di materia in una grande quantità di energia, ottenuta scindendo, nella maggior parte dei reattori, atomi di uranio. Il nucleare secondo uno studio della NASA del 2013 ha salvato un gran numero di vite. Infatti, rispetto ad altre forme di energia, a parità di MW prodotti, è la forma di produzione di energia meno pericolosa e che provoca una mortalità inferiore tra gli addetti e tra la popolazione; l’estrazione del carbone e la sua combustione provocano, ad esempio, un ben più alto numero di morti tra coloro che si occupano della sua lavorazione. Molti potrebbero obbiettare che le armi nucleari, la cui


realizzazione necessita di un reattore, provochino un numero incredibile di morti; si stima infatti che con le bombe di Hiroshima e Nagasaki siano morte circa 210000 persone, ma ormai la guerra e il modo in cui si svolge sono cambiati. Le guerre si svolgono sempre più spesso all’interno dei confini dei singoli stati, assumendo il carattere di guerra civile o terroristica; potrebbe sembrare cinico, ma, radere al suolo con un ordigno simile un territorio va contro ogni tipo di interesse economico derivante dallo sfruttamento di un paese, o territorio conquistato, oltre che contro i diritti umani e contro il trattato di non proliferazione delle armi nucleari, infrangendo questo trattato le ripercussioni da parte delle organizzazioni internazionali sarebbero gravissime, e questo mi sembra un deterrente sufficiente ad impedire l’utilizzo di armi simili; riterrei quindi questa motivazione ormai infondata . La produzione di energia tramite nucleare riduce le emissione di CO2 nell’atmosfera, si stima, infatti, che dal 1976 l'utilizzo del nucleare abbia

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permesso di non riversare nell’atmosfera circa 64 miliardi di tonnellate di CO2e si stima, anche, che nei prossimi 50 anni permetta di non rilasciare circa 82 miliardi di tonnellate. Il problema dello smaltimento delle scorie nucleari, da sempre ulteriore motivo di resistenza rispetto alla adozione di tale tecnologia, non sembra oggi più così grave rispetto alle tonnellate di gas serra riversati nell'atmosfera, ritenuti principali responsabili del fenomeno del surriscaldamento globale. Attualmente paesi come la Finlandia stanno lavorando alla costruzione di enormi depositi permanenti per le scorie nucleari. In ultimo dobbiamo considerare anche il progresso tecnologico, che ha portato ad un notevole miglioramento degli standard di sicurezza delle centrali. Dovremmo guardare con meno paura a questo tipo di produzione energetica anche alla luce delle nuove tecnologie, come ad esempio il Rubbiatron il reattore nucleare progettato dal Nobel Carlo Rubbia che utilizza torio invece dell'uranio come combusti-

bile fissile. Il torio presente in natura in quantità maggiori rispetto all'uranio produce quantità di energia molto superiori a parità di massa e scorie nucleari con tempi di decadimento decisamente più brevi (centinaia di anni invece che migliaia) . In base a queste considerazioni e a seguito della forte accelerazione che i cambiamenti climatici sembrano presentare il buon senso suggerirebbe una riconsiderazione complessiva delle strategie di approvvigionamento energetico. Le decisioni che saranno prese avranno impatto sulla vita delle generazioni future. Le decisioni che prenderemo dovranno tener conto di una scala globale, e non più di una scala solo nazionale; l'impatto sul clima e sull'ambiente dei metodi di produzione energetica travalicano infatti i confini nazionali. Il rimpianto per certe scelte prese sull'onda delle emozioni e non in modo scientificamente e tecnologicamente calcolato non sarà mai sufficiente ad assicurare un futuro prospero all'umanità . Nicolò Frescura 4A

L’USO DEL CARBONE NEL MONDO

lla COP 21 tenutasi a Parigi dal 29 Novembre 2015 all’ 11 Dicembre 2015 è emerso che uno dei problemi più rilevanti è l’uso nel mondo delle centrali a carbone. Il carbone è il combustibile fossile più inquinante e pericoloso che ci sia; è il peggior nemico per il clima perché è la causa del 44% dell’emissione dei gas serra mondiali, è il più pericoloso per la salute provocando malattie cardiache, respiratorie, cancro, ictus, ecc. Lo studio fatto dal “POTSDAM ISTITUT” asserisce che le

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centrali di carbone già esistenti producono un trend di emissioni che nel 2030 sarà del 150% superiore a quello che dovrebbe mantenere la temperatura al disotto dell’innalzamento di massimo 2 gradi della temperatura per evitare gravi danni al pianeta. I maggiori detentori di centrali a carbone dovrebbero fare un passo indietro, la Cina, una di queste, è costretta ad una forte autocritica ponendosi degli obbiettivi concreti sulla diminuzione dell’uso delle centrali a

carbone e sviluppo delle fonti rinnovabili. Già nel 2014 le emissioni globali di C02 nel settore energetico non riscontravano aumenti, mentre nel 2015 i valori sono andati a decrescere. Le energie rinnovabili hanno fornito il 59% della capacità di energia elettrica di picco richiesta nel 2014 in tutta la Cina. Il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, durante lo svolgimento delle conferenze della COP 21, ha lanciato un

monito ai delegati dei 195 paesi: “La catastrofe climatica incombe: il mondo si aspetta da voi più di mezze misure. Le decisioni che prenderete a Parigi avranno ripercussioni per i secoli a venire. Il mondo intero ha gli occhi puntati su di voi, 7 milioni di persone vogliono sapere che voi leader politici avete a cuore i loro interessi e quelli dei loro figli”. Non possiamo più permetterci di perdere tempo, bisogna agire in maniera concreta! Federica Giannoni 2F

NUCLEARE UN’ARMA A DOPPIO TAGLIO

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a sempre oggetto di tanti dibattiti, l'energia nucleare è uno dei tanti temi trattati dalla Cop21. L'utopia di un futuro basato solo su energie rinnovabili sembra la soluzione migliore alle problematiche del clima, ma è anche la più distante e difficile in quanto richiede elevati costi. Perché non affidarsi allora alla più realizzabile e meno costosa energia nucleare? Molti paesi ultimamente trattano questo argomento con interesse, specialmente l'America e i paesi più industrializzati; nemmeno l'Italia resiste al “fascino” di una soluzione apparentemente semplice. Dopo il disastro di Chernobyl, nel

1987, l'idea del nucleare fu prontamente abbandonata, e nel 2011 venne nuovamente negata con un referendum. Oggi viene nuovamente riproposta la produzione di energia nucleare sul territorio italiano, ma è davvero possibile, dopo quasi 30 anni di inattività su questo campo, riprendere questa delicata questione e in continua evoluzione? In Italia si hanno solo progettazioni su carta di reattori di nuova generazione in grado di produrre meno scorie e soprattutto meno reattive. Essi potrebbero essere ipoteticamente pronti per il 2030, ma fino ad allora a cosa ci affideremmo? In questi 15 anni potremmo usare dei reattori, i quali sono

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una via di mezzo tra terza e quarta generazione. Essi sono molto costosi e producono poche scorie ma molto più radioattive. Quindi l'idea che sembra ipoteticamente più semplice, in realtà si dimostra molto più difficile da realizzare. Allora perché non provare la strada delle energie rinnovabili? Il dibattito è tutt'ora aperto, con molte voci in merito, sia per chi è a favore, sia per chi è contro. Io penso che sia meglio spendere inizialmente un po' di più e puntare sulle rinnovabili per garantire grandi guadagni in futuro sia per noi che per l'ambiente. Camilla Pottini 2F


OBIETTIVO 2050

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e energie rinnovabili, pur giovani, si stanno affermando rapidamente e promettono ulteriori, positivi sviluppi.” Con questo proposito gli stati europei si impegnano a ridurre le emissioni inquinanti entro il 2050. Ma perché compiere un’impresa così difficile? Gli ultimi anni hanno registrato una temperatura media annuale di 0,5 gradi centigradi in più rispetto al precedente millennio, una piccola differenza a livelli matematici ma una grandissima, enorme, differenza per il nostro pianeta. L’Unione Europea ha cercato di stabilire tre lezioni chiave

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ogni anno e ci sta portando ad un disastro climatico che si pronuncia imminente, per evitarlo le emissioni di gas serra vanno eliminate del 40% entro il 2020 e poi del 95% entro il 2050, se ciò riuscirà il riscaldamento globale per impegnarsi il più possibile rimarrà sotto i 2°C. Si tratta di nel diminuire queste emissio- uno sforzo che richiede noteni, queste lezioni sono: voli investimenti, ma si tratta -attuare il risparmio energetico anche di uno sforzo che perper eliminare totalmente il car- metterebbe di risparmiare 4mibone dal nostro sistema ener- la miliardi di euro ogni anno. getico Abbiamo solo 35 anni per rag-sfruttare l’opportunità dell’uti- giungere quest’obbiettivo ed è lizzo di fonti rinnovabili necessario raggiungerlo se -aumentare e migliorare le vogliamo continuare a vivere strutture per poterle sfruttare in un pianeta così incredibilL’attuale modo di produrre mente perfetto. energia costa miliardi di euro Maria Chiara Lucarelli 2F

RISPARMIARE ENERGIA

l risparmio energetico è una scelta di vita per tutti coloro che amano l'ambiente in cui vivono. Ognuno di noi può decidere responsabilmente di non sprecare energia e inquinare di meno, ma soprattutto di impiegarla al meglio. Importanti centri di ricerca, illustri università, luminari della scienza, hanno previsto che entro la prima metà di questo secolo raddoppierà il fabbisogno energetico, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Fino ad oggi, lo sviluppo socio-

economico è stato correlato allo sfruttamento incondizionato del pianeta, con un impatto ambientale a dir poco disastroso. Anche in Cina dove la produttività viene posta sopra ogni altra cosa e le polveri sottili mettono in pericolo la vita di milioni di persone, si afferma

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che l’inquinamento non è più un effetto accettabile della crescita economica. La sfida che tutti dovremmo accogliere è soddisfare la domanda rispettando l'ambiente e sostenere la cultura del risparmio energetico, investendo sui giovani che da sempre hanno a cuore la progettazione di un mondo più vivibile. Risparmiare energia non riguarda solo i grossi consumatori, come per esempio l'industria, ma è una responsabilità di tutti, dove ognuno è chiama-


to a contribuire personalmente. Si può iniziare seguendo piccoli accorgimenti quotidiani. Quando è possibile si deve preferire l'utilizzo di trasporti pubblici, biciclette, o una sana passeggiata. Abbassare di un grado il termostato di casa e indossare abiti pesanti. Per risparmiare energia è importante usare lampadine a basso consumo e spegnere luci ed elettrodomestici quando non si usano, evitando quindi lo stand-by; infine staccare il carica batterie quando si è finito di ricaricare un dispositivo. Usare il microonde per scaldare il cibo al posto del fornello e

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riutilizzare le buste della spesa per altri usi. Preferire batterie ricaricabili a quelle a perdere. Per chi ha la tariffa bioraria, attivare gli elettrodomestici nelle ore notturne (tra le 19 e le 7 di mattina), nel week-end o festivi. Preferire i cibi di stagione a chilometro zero, disincentivando colture forzate e lunghi trasporti. Eseguire una corretta raccolta differenziata che permetta di riutilizzare i materiali che hanno più vite. Per quanto riguarda le abitazioni, ogni costruzione o ristrutturazione non può ignorare il risparmio energetico: muri, infissi, coibentazioni, esposizione e sfruttamento del so-

le, insieme a materiali naturali, contribuiscono a realizzare una casa senza sprechi. L'energia dei giovani, invece, è l'unica cosa a cui non bisogna porre freni. L'umanità vive delle risorse della terra, ma sta pagando le conseguenze di un irrispettoso sfruttamento. Tutto quello che ci concede il nostro pianeta è un dono da non sprecare. La terra sopravviverà ad ogni ferita inflitta dall'uomo, muterà e troverà nuovi equilibri in nome della vita, ma ci sarà ancora l'uomo che sta compromettendo le generazioni future? Adele Ercolanelli 2F

ENERGIE ALTERNATIVE:OGNI COSA PUÒ ACCENDERE UNA LAMPADINA

a rivoluzione industriale è stato uno degli avvenimenti innovatori più importanti nel corso della storia dell'uomo, grazie al quale l'umanità intera è potuta crescere dal punto di vista economico, sociale e politico. Alla base di questo sviluppo ci fu l'utilizzo di fonti d'energia inanimate, come i combustibili fossili, i quali però liberano sostanze dannose che si disperdono nell'atmosfera, aumentando in modo drastico l'inquinamento. Solamente negli ultimi decenni studiosi e scienziati si sono attivati per trovare fonti di energie alternative che non danneggino l'ambiente; le più famose sono quelle naturali: lo sfruttamento dei raggi del sole o della forza del vento e dell'acqua. Queste energie rin-

sfruttare i numerosi batteri presenti nelle urine per ottenere energia fruibile in futuro. In Svezia l'alcool confiscato è stato convertito in biogas per alimentare i mezzi pubblici; persino dai fondi di caffè si possono ricavare ingenti somme di energia, in quanto lo scarto della bevanda contiene biodiesel. L'ultima trovata è novabili si stanno diffondendo quella di una discoteca olansempre più, anche nelle nazio- dese, la quale ha deciso di auni più industrializzate come toalimentarsi grazie all'energia USA e Cina; ad oggi circa il cinetica che viene prodotta du10% dell'energia utilizzata dal rante i balli. mondo viene fornita da queste È evidente che queste risorse risorse fruibili in natura. energetiche sono solo suffiCiononostante c'è chi si è cienti a soddisfare le esigenze spinto oltre, cercando di trarre di piccole realtà, e non del energia anche dalle cose più mondo intero, dove l'alternaticomuni. va più valida rimane ancora Un esempio calzante è quello l’energia ottenuta dalle risorse delle biomasse, ovvero l'utiliz- rinnovabili. zo delle feci degli animali per Lorenzo Moscioni 4H attivare macchinari agricoli; inoltre si è pensato anche di

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CAMBIAMENTI CLIMATICI: SIAMO ANCORA IN TEMPO PER IMPEDIRE LA CATASTROFE? ...CONTINUA DA PAG.1

Senza la sua azione, infatti, molte specie animali non sopravvivrebbero e la vita per noi sarebbe molto più dura. Sfortunatamente le attività umane alterano la sua attività liberando nell’aria grandi quantità di gas - in particolare l’anidride carbonica - che si accumulano nell’atmosfera ed assorbono quantità di calore superiori al dovuto, causando l’innalzamento della temperatura globale. Queste sostanze, inoltre, distruggono l’ozono presente nella stratosfera terrestre creando il cosiddetto “buco dell’ozono” e permettendo alle radiazioni ultraviolette provenienti dal Sole – che prima erano quasi completamente schermate dal gas- di arrivare sulla superficie terrestre, riscaldandola ulteriormente. Secondo alcuni studi dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) il tasso di riscaldamento, pari a 0,1°C per decennio negli ultimi 100 anni, è arrivato a 0,16°C per decennio negli ultimi 50 anni. Tra il 2090 ed il 2099 la temperatura globale salirà di 4 gradi, rispetto al periodo 1980- 1999 in cui è salita di 1,8°. Ma quali sono le conseguenze del riscaldamento terrestre?

Molti credono che questo fenomeno provochi cambiamenti solo ed esclusivamente a livello ambientale, senza danneggiare l’economia o la popolazione. In realtà non è affatto così: secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità ogni anno si perdono 5 milioni di anni di vita a causa del riscaldamento globale e la mortalità umana cresce del 3% per ogni grado di aumento: temperature elevate favoriscono la diffusione di microrganismi attraverso insetti o acque contaminate, diffondendo così malattie molto velocemente. Ma ci saranno conseguenze ben più gravi sulla società : secondo Helmut Mayer, professore di meteorologia e climatologia dell’Università di Friburgo, Le città dell’Europa centrale non sono costruite per affrontare situazioni di estrema calura. Una misura efficace è certamente la schermatura della

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radiazione solare diretta attraverso la creazione d’ombra, un risultato facilmente ottenibile disseminando la città di latifoglie a chioma ampia. Ma il nostro margine di manovra a livello di pianificazione è limitato, poiché le metropoli sono urbanizzate e non dispongono di sufficienti spazi verdi .Inoltre, i cambiamenti climatici comporteranno un inasprimento dei conflitti tra gli uomini: un peggioramento delle condizioni meteorologiche si ripercuoterà inevitabilmente sulla disponibilità di acqua ed alimenti sul mercato, e questa penuria genererà scontri. È importante osservare con attenzione gli sviluppi nell’atmosfera e studiare nuove misure per diminuire gli effetti negativi dei cambiamenti climatici: per bloccarli del tutto, ormai, è troppo tardi. Sara Pieretti 2F


S.O.S MIGRAZIONE:LE PIANTE TROPICALI ALLA RICERCA DEL FRESCO!

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li uomini e altri animali emigrano a causa del riscaldamento globale ma non sono i soli: infatti, anche le piante tropicali si arrampicano in cima alle montagne in cerca di un po' di aria fresca. Le piante che ricoprono la cima della più alta montagna dell'Ecuador negli ultimi due secoli si sono spostate verso l'alto di circa 500 metri in cerca di un clima più fresco. Tutto ciò è stato affermato da uno studio di una università della Danimarca, la "Aarhus University", una delle poche che valuta gli effetti dei cambiamenti climatici sulle piante tropicali in un luogo in cui si concentra una vasta biodiversità. Ma come possiamo capire se le piante tropicali subiscono gli effetti del riscaldamento globale allo stesso livello di quelle

piante che invece crescono nei climi temperati? Basta ricollegarsi al 2012 quando i ricercatori hanno ripercorso il cammino di Alexander Von Humboldt , un naturalista e botanico tedesco, sul vulcano Chimborazo. Von Humboldt nel 1802 compilò una mappa nella quale si vedeva che la quota massima della distribuzione delle piante in Sud e Centro America era 4.600 metri. A distanza di più di 210 anni, così hanno osservato i ricercatori, possiamo trovare tracce di piante anche a 5.185 metri, oltre 500 metri più in altezza. Alla base del fenomeno di

Vulcano Chimborazo

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"migrazione" ci sarebbero le temperature in costante aumento ma anche il restringimento dei ghiacciai sulla cima dell'imponente vulcano. Anche le attività agricole sulle pendici hanno provocato azioni non positive per il terreno, introducendo piante che erano un tempo presenti solo in pianura. Questa migrazione così straordinaria, questa scalata verso l'alto in cerca di luoghi più freschi potrebbe avere effetti negativi per le stesse piante, poiché alcune potrebbero abituarsi a vivere in alta quota mentre altre specie rare e autoctone potrebbero non sopravvivere ad un luogo con diverse caratteristiche ambientali in continuo cambiamento. Silvia Tonzani 3D


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GHIACCIO BOLLENTE: PINGUINI NEL DESERTO? 015: anno decisivo per le scelte riguardo i problemi che affliggono il nostro pianeta, specialmente per il riscaldamento globale. Questo ormai da un decennio colpisce la biosfera a cui appartengono tutti i ghiacciai e le calotte del mondo, la criosfera. Per agire sulla popolazione gli scienziati Barnosky e Hadly hanno deciso di pubblicare sul giornale “nature” un articolo di allerta: “end game: tipping point for planet earth?”. Abbiamo davvero raggiunto il punto di svolta? Ormai si conta che sugli ecosistemi anche di piccola scala vi siano alterazioni che vanno dal 50% al 90%. Concentrandoci sui poli, dove si è verificato il maggiore cambiamento, possiamo notare che negli ultimi anni la temperatura antartica è aumentata di 3°C e l’87% dei ghiacciai si sono ritirati. La perdita eccessiva di massa da queste calotte comporterà nel tempo un innalzamento delle acque del mare irreversibile: considerando una crescita di 8-16 mm l’anno fra

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un millennio il livello sarà 7 m più alto di quello attuale. Quali sarebbero le conseguenze di questa catastrofe? A lungo termine ci sarà una vera e propria modifica dei confini e si considera che già nel 2050 ci sarà un cambiamento del 70% delle coste, di conseguenza la popolazione si sposterà in aree continentali quindi ci sarà un afflusso di emigranti. Senza contare le 21 000 specie di animali, abbandonati a questi cambiamenti quindi costretti all’estinzione. E’ veramente questo il futuro che vogliamo lasciare ai nostri figli? Da anni associazioni come il WWF o “Greenpeace” cercano di pub-

blicizzare metodi di consumo meno inquinanti, mezzi di trasporto con meno emissioni di CO2 e energie rinnovabili: ovviamente tra le nazioni ci sono state diverse reazioni; alcuni stati interessati a salvaguardare il pianeta si sono subito impegnati a modificare le emissioni del proprio paese, ma ci sono nazioni che sono troppo interessate all’economia e al controllo delle multinazionali per preoccuparsi del pianeta che stiamo’’ distruggendo, e saranno questi la causa della disfatta della Terra. Alessandra Di Mevo 2F

IL PROTOCOLLO DI KYOTO

l protocollo di Kyoto riuscirà a migliorare le nostre condizioni climatiche, oppure sarà un ennesimo buco nell'acqua? Questo protocollo è nato nel 1997 durante la Cop3 per contrastare il riscaldamento climatico. Entrò in vigore solo 8 anni dopo grazie alla ratifica della Russia. Il protocollo di Kyoto ha come scopo quello di contrastare il

cambiamento climatico, forse il più terribile degli ultimi 50 anni. I suoi obbiettivi sono quelli di limitare e monitorare le emissioni di gas ad effetto serra dei paesi che avevano sottoscritto questo trattato, tra i tanti gas nocivi si

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ricorda -CO2 (anidride carbonica) prodotta dall'uso di combustibili fossili e da moltissime operazioni industriali -CH4 (metano) prodotto da discariche e da allevamenti zootecnici. -N2O prodotto nel settore

chimico e agricolo. Tra le nazioni anche l'Italia si impegnò a ridurre le emissioni di gas almeno del 6,5%. A distanza di quasi 15 anni però la riduzione di gas equivale solo al 4,6%,un buon risultato, ma ancora non soddisfacente.

Se non riusciremo a limitare ulteriormente le emissioni di questi dannosissimi gas il nostro clima, le nostre vite ne saranno irrimediabilmente influenzate. É questo che desideriamo per il nostro futuro? Camilla Pottini 2F

UNA PIOGGIA DI BUGIE, MANIPOLAZIONE CLIMATICA I cambiamenti climatici rappresentano un fenomeno attuale: le temperature sono in rialzo continuo, i ghiacciai si sciolgono e il livello del mare si alza. Si prevede che questi cambiamenti porteranno il pianeta ad una situazione critica in cui alluvioni e siccità saranno sempre più frequenti. E' molto probabile che la causa maggiore di questi avvenimenti sia il riscaldamento globale dovuto alla grande quantità di gas a effetto serra rilasciato dalle varie attività umane a partire dal XX secolo. La temperatura globale è aumentata di 0,8 °C negli ultimi 150 anni e continua a salire, gli esperti prevedono che nel giro di altri 50 anni la temperatura salirà fino a raggiungere 1,8 °C, il che causerebbe uno sconvolgimento completo dell'ecosistema mondiale. Questo è tuttavia solo uno dei problemi da risolvere, secondo alcuni gruppi ambientalisti, fin dal 1944 negli Stati Uniti d'America è in atto una ricerca sulla manipolazione ambientale a scopo bellico che causa anch'esso un fortissimo inquinamento aereo. Infatti nel 1946 lo scienziato Vincent J. Schaefer insieme al

suo compagno Irving Langmuir provano a rilasciare un kilogrammo di ghiaccio secco tritato finemente all'interno di una nube e notano la trasformazione delle goccioline sottoraffreddate in fiocchi di neve. Dal 1947 in poi gli Americani hanno tentato di manipolare le precipitazioni di pioggia, neve,

grandine e persino uragani e nuvole con il "Progetto Cirrus". Lo Stato Sovietico non è rimasto fermo a guardare e durante gli anni '50 c'è una corsa segreta fra le due supernazioni per il dominio climatico. Tra il 1967 e il 1972 gli Stati Uniti decidono di inseminare cristalli di ioduro d'argento nelle nubi Vietnamite con più di 2000 missioni aeree. L'esperimento si rivela molto efficace in quanto l'insemina-

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zione anticipa e prolunga i monsoni che quindi distruggono strade ponti e raccolti del paese nemico, rallentando l'avanzata dei guerrieri Vietcong. Nel luglio del '72 però il New York Times pubblica un articolo nella quale si denuncia l'esperimento americano sulle nubi del Vietnam e della Cambogia. Successivamente l'ONU vieta qualsiasi tipo di progetto bellico legato al clima con la convenzione ENMOD (Enviromnental Modification) firmata da Stati Uniti, Unione Sovietica e molti altri paesi. Nonostante ciò gli Americani continuano a sperimentare segretamente armi climatiche fino al 1996 quando viene chiusa ufficialmente la base militare dove avvenivano gli esperimenti. In realtà l'Air Force statunitense proprio in quell'anno lancia il programma di sperimentazioni chiamato: " Il clima come forza moltiplicatrice: possedere il clima entro il 2025" che ha l'obbiettivo di manipolare i fenomeni atmosferici per favorire l'aviazione americana. Cominciano perciò a essere rilasciate delle vere e proprie scie chimiche da parte delle


aviazioni di vari paesi (fonte: http:// Www.nogeoingegneria.com/ timeline/storia-del-controlloclimatico/il-controllo-delclima/). Nel frattempo comincia a diffondersi la notizia del riscaldamento globale, forte campanello di allarme per tutti gli stati mondiali che cominciano a riunirsi in vari convegni tra il 1992 e il 2015 per cercare di trovare una soluzione. Eppure, anche se paesi come

Stati Uniti e Russia insieme ai paesi Europei negli ultimi anni hanno cominciato a darsi da fare per diminuire l'inquinamento da gas a effetto serra e da scie chimiche, altri come Cina, India o Brasile si rifiutano di fare lo stesso in quanto ritengono che questo sia il loro momento per lo sviluppo economico. Pochissime persone hanno proposto delle soluzioni valide a questo grosso problema, una fra queste è il premio No-

bel per la chimica Paul Crutzen che propone di simulare le caratteristiche di un'eruzione vulcanica iniettando solfati nella stratosfera al fine di creare uno strato di nubi che rifletterebbero i raggi solari raffreddando quindi la Terra. L'uomo può solo sperare nel proprio intelletto per poter ripristinare lo stato normale del nostro pianeta, che va rispettato come se fosse una persona che ci ospita a casa sua. Abel Bahmani 4A

IL RITORNO DEI GIGANTI PREISTORICI

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l Mollivirus sibericum si è risvegliato. Per 30.000 anni la sua dimora è stata il permafrost siberiano. Nel terreno ghiacciato il virus, grande mezzo micron, viveva ibernato senza provocare danni agli esseri viventi. Ora, con il riscaldamento globale e il conseguente scioglimento del permafrost artico, l'intera zona si sta riscaldando a una media circa due volte superiore a quella del resto del pianeta, liberando il microorganismo dai ghiacci. È stato riportato in “vita” da un gruppo di ricercatori francesi e si è ripreso come se nulla fosse. Prima della completa riattivazione gli scienziati hanno verificato con accuratezza che

non potesse costituire un pericolo per animali e persone del nostro tempo. Questa scoperta è di rilevante importanza perché altri virus giganti di età preistorica potrebbero risvegliarsi e riscrivere l'albero della vita.

Molti di questi virus potrebbero essere presenti nelle aree in cui si effettuano ricerche minerarie e petrolifere perciò bisogna agire con prudenza per evitare la loro diffusione. Sonia Forlimbergi 3D

500 MILIONI DI BAMBINI IN PERICOLO

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e conseguenze di ciò che verrà stabilito nella conferenza di Parigi, la COP21, deciderà anche sulla vita di circa 500 milioni di bambini. L’UNICEF rilascia dei dati sconcertanti, 530 milioni di minori abitano in aree ad alta incidenza di inondazioni e 160 milioni in zone invece completamente secche, i principali continenti in questione sono

Africa e Asia. Questi bambini sono in continuo pericolo, poiché l’innalzamento delle temperature potrebbe peggiorare la situazione che già oggigiorno è drammatica. Nei paesi più poveri, infatti, le situazioni climatiche avverse si fanno più sentire. Le inondazioni in alcune zone, la siccità in altre complicano notevolmente la vita di bambini che rischiano la vita

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tutti i giorni a causa della povertà e del clima. Molti bambini vivono con 3 dollari al giorno in paesi dove malattie fatali sono molto diffuse, e non sarà possibile arginare le catastrofi provocate dai possibili cambiamenti climatici se non si adottano subito riforme serie e risparmio energetico. Questi bambini, come le generazioni che devono ancora venire, non


sono colpevoli di questi cambiamenti climatici, non sono colpevoli delle scelte sbagliate avvenute in passato, ma sono quelli che pagheranno più di tutti le conseguenze. È importante puntare alla sensibilizzazione delle persone anche da questo punto di vista. I nostri posteri dovranno ripagare tutti i danni che noi commettiamo, quindi è importante ponderare le nostre scelte e evitare di peggiorare la vita di qualcuno che dovremo accogliere degnamente. Margherita Esposito 2F

STIAMO ANDANDO ALLA DERIVA MA... LA TERRA E' ANCORA VIVA? Il liceo Alessi e il Maris College de L’Aja stanno svolgendo un progetto di ricerca e scambio culturale sui cambiamenti climatici: l’allarme comune nei due paesi, Italia e Olanda, riguarda le coste, minacciate dall’innalzamento del livello del mare.

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l cambiamento climatico, argomento della COP21 di quest’anno, è un pericolo che viene spesso sottovalutato. Ma in che modo questo fenomeno influisce sulle nostre vite? Molti posti rischiano di scomparire oppure di essere mutati per sempre e tra essi ci sono anche molte “destinazioni da sogno”. L’innalzamento delle temperature porterà alla scomparsa di molte località come l’arcipelago delle Maldive, che conta più di mille isolette bellissime e atolli spettacolari. Esso è destinato ad essere risucchiato dalle acque dell’oceano Pacifico, che si stanno progressivamente innalzando a causa dello scioglimento dei ghiacciai. Un’altra città che rischia di essere parzialmente sommersa dalle acque, questa volta da quelle dell’oceano atlantico, è Miami, insieme a molte città dell'East Coast americana. Ad Amsterdam basta che il livello delle acque si innalzi di un paio di metri e potremmo dover dire

addio a questa pittoresca città dei Paesi Bassi. Anche il Mar Morto, caratterizzato da una salinità di 10 volte superiore a quella marina, negli ultimi anni si è abbassato di più di venti metri a causa della forte evaporazione dovuta alle alte temperature che non è compensata dall’acqua che il fiume Giordano immette nel ma-

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re. Buona parte della barriera corallina del Belize, seconda solo alla grande barriera corallina australiana, è stata compromessa dal riscaldamento globale sommato all’ inquinamento dell’uomo. La desertificazione, invece, pare seppellirà la magnifica Timbuktu, nel Mali. Il deserto del Sahara è infatti destinato ad avanzare e


molte città corrono il rischio di essere letteralmente ingoiate dalla sabbia. Il nostro paese non è esonerato dalle conseguenza del riscaldamento globale infatti anche Venezia e le Alpi sono in pericolo. La prima, che combatte da sempre con l’acqua alta, anche se già esiste un piano di interventi per salvare questa bellissima città italiana, corre il rischio di venire completamente sommersa. Molte ricerche affermano che entro il 2100 scomparirà più della metà dei ghiacciai e il paesaggio alpino muterà mente. Riusciremo a salvare completamente e irrimediabil- questi incredibili paesaggi?

Elisa Massettini 2F

RISCHIO PER LA FLORA, RISCHIO PER TUTTI

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a poco si sono conclusi i trattati sulla Cop 21, ed il prospetto è veramente preoccupante. L'innalzamento delle temperature in tutto il globo sta causando stravolgimenti a catena degli ecosistema mondiali. Infatti tutti questi mutamenti ambientali e i rischi di estinzione di molte specie a noi care non sono solo questioni del mondo animale, ma, di tutti noi poiché tutto nasce alle base delle piramidi alimentari e da ciò che spesso non consideriamo come potenzialmente a rischio. Solo in Europa secondo l'Unione internazionale per la conservazione della natura circa il 21% delle piante vascolari (piante da fiore, conifere...) è minacciata da un concreto rischio di estinzione. Questo si sapeva già nel 2007 e ad oggi con notevoli incrementi delle immissioni di inqui-

nanti nell'atmosfera che hanno portato ad un intenso cambiamento climatico si stima un impressionante inserimento di molte altre specie vegetali nelle liste rosse degli ambientalisti e degli enti di ricerca, portando così la percentuale a circa 69% delle piante studiate. Ormai dopo anni di velato silenzio si sta aprendo il dibattito su questioni del tipo "temperatura in aumento" e "punto di non ritorno": risuonano purtroppo come profezie potenzialmente catastrofiche a cui noi non dovremmo dare l'opportunità di realizzarsi. Penso che ancora molto si potrebbe fare per cercare di ri-

mediare ai nostri errori prima che le loro conseguenze segnino il nostro futuro. La fauna, la flora e la terra stessa, stanno sempre con più rapidità soccombendo sotto la pressione del nostro piede, ma noi spesso non prestiamo nemmeno molta attenzione, come se fosse una minuscola formichina. Herr Ricci A. 4H

DIFENDENDO LA NATURA, L’UOMO DIFENDE L’UOMO

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’uomo ha con l’ambiente naturale un rapporto difficile, infatti è artefice cosciente dell’inquinamento e del degrado ambientale.

Condizionato da numerose esigenze, non solo mette a rischio la propria salute ma sempre più spesso mette a rischio la biodiversità.

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L’inquinamento dell’acqua e dell’aria, l’urbanizzazione, l’industrializzazione e tanti altri interventi dell’uomo, a volte indiscriminati, stanno portando


a disastri ambientali e alla scomparsa di un numero sempre crescente di specie animali e vegetali. Un ultimo caso si è verificato il 5 novembre 2015 in Brasile, a Minas Gerais, dove due dighe della Samarco, una delle più grandi compagnie minerarie al mondo, sono collassate riversando nel Rio Doce fanghi nocivi. E’ crollata una delle pareti durante i lavori di ampliamento della vasca. Le dighe avevano il ruolo di contenere tutti i metalli di scarto delle estrazioni minerarie e quindi un’acqua fortemente contaminata con metalli pesanti e sostanze altamente tossiche. Le conseguenze del disastro sono state incalcolabili, la vicina cittadina di Bento Rodrigues è stata investita dalla marea arancione, provocando

la perdita di vite umane e danni materiali. La maggior parte della popolazione della zona è composta da pescatori e agricoltori, l’inquinamento del fiume sta già distruggendo l’equilibrio naturale del luogo provocando enormi danni alla sua biodiversità. Questi fanghi, inoltre, sono finiti nelle rive dell’Oceano Atlantico, dove ci sono aree di riserva naturale protette, in quanto è una zona di nidificazione delle tartarughe marine, specie in via di estinzione. L’azione dell’uomo decreta l’estinzione di molte specie, quindi una delle sfide più impegnative che il genere uma-

no dovrà vincere sarà quella di preservare la varietà delle specie animali e vegetali presenti sulla Terra. Un impoverimento della biodiversità può mettere a rischio la nostra stessa esistenza, quindi gli interventi di conservazione dell’ambiente naturale in tutte le sue componenti sono di importanza fondamentale. Alessandro Leone 2F

MA DOV’È FINITA LA NEVE???

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olomiti … nell’immaginario collettivo sono sempre piene di neve che le ricopre da Dicembre a Marzo quando la coltre bianca lascia il posto ai germogli e all’erba verde. Ma quest’anno …gli sciatori sono rimasti delusi: infatti a causa dell’inverno troppo caldo, la neve non è caduta e si sono dovuti accontentare di sciare sulla neve sparata dai cannoni. Da Novembre a Gennaio la provincia di Bolzano offriva prati verdi e temperature primaverili. Mentre la neve fa danni nel resto d’Italia, nell’ imponente area sciistica del sistema montuoso AdamelloBrenta una lieve nevicata ha imbiancato il paesaggio solo a Gennaio inoltrato. L’elemento più preoccupante e anomalo al momento è rappresentato dalle escursioni termiche, improvvise, che nel giro di tre

Scorcio delle piste a Folgarida, meta dello stage alpino delle terze di quest’anno del liceo Alessi. giorni possono passare da temperature di 25°C sotto lo zero a temperature prossime ai 10°C sopra. I “capricci” del clima e le impennate delle temperature non solo mettono in crisi il settore turistico, ma costituiscono una minaccia per la sicurezza, aumentando il rischio di slavine e frane.

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Inoltre danneggiano gli equilibri dell’ecosistema alpino, un patrimonio del nostro Paese. Intanto, anche i ghiacciai inesorabilmente scompaiono: speriamo che una prossima nevicata nasconda lo scempio, almeno per qualche settimana. Kalliope


VIRUS ZIKA, PERICOLOSA MINACCIA BIOLOGICA

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l mondo trema di fronte al nuovo virus che si sta diffondendo a macchia d’olio in tutto il mondo. Si chiama Zika, è un RNA virus, appartiene alla stessa famiglia degli agenti della dengue e della febbre gialla. Viene dalla zona centrale dell’America Latina e si trasmette attraverso la puntura delle zanzare oppure in casi più rari per via sessuale. I sintomi , non particolarmente gravi, sono febbre, eruzioni cutanee, dolori a muscoli e articolazioni e mal di testa. Questi sintomi si manifestano dopo un breve periodo di incubazione, dai 3 ai 12 giorni; non tutti coloro che sono stati contagiati, tuttavia, hanno palesato queste condizioni. Inoltre si ritiene che sia collegato alla microcefalia, una malattia neu-

rologica congenita. L’allarme è alto in ogni continente perché il virus ha raggiunto un numero elevato di paesi , tra cui anche l’Italia. Una suora, tornata da poco nel nostro paese dalla Colombia, in stato febbrile, è stata trasferita all’ospedale Spallazzani di Roma. Altri casi si sono verificati in altri paesi europei tra cui Spagna, Danimarca, Gran Bretagna e Portogallo. Tuttavia la situazione più grave è quella del Sudamerica, infatti nel solo Brasile si contano più di quattromila malati. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stimato che presto raggiungerà gli Stati Uniti, facendo preoccupare il presidente Obama che ha esortato gli studiosi a velocizzare la ricerca.

Anche Putin è intervenuto in merito alla questione affermando che il virus Zika è una minaccia per la Russia e per tutto il pianeta. Questo virus si è diffuso così facilmente in Europa e nell’America del Nord in seguito ai cambiamenti ambientali, che hanno trasformato le temperature miti tipiche dell’occidente in un clima sempre più tropicale. Lorenzo Moscioni 4H

IL 2015, L’ENNESIMO ANNO PIÙ CALDO DI SEMPRE

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l 2015 è stato ancora una volta tra gli anni più caldi di sempre, il termometro infatti ha segnato un aumento della temperatura media globale di circa 1°C rispetto alla media delle temperature del secolo scorso (15°C). Molti addetti ai lavori hanno attribuito la colpa ad El Niño, un fenomeno meteorologico che si verifica circa ogni 5 anni, esso porta ad un innalzamento generale delle temperature. El Niño è solo una concausa, ci sono anche moltissimi altri fattori che hanno portato per l’ennesima volta a questo triste risultato che ci deve solo far preoccupare. Ho intervistato il professore Luigi Bignami, laureato in scienze della terra, attualmente giornalista di Focus e redattore scientifico per i telegiornali delle reti Mediaset, sperando di ottenere delle risposte a

molte domande che in una situazione così, tutti noi dovremmo porci. D:Come mai il 2015 è stato ancora una volta l’anno più caldo di sempre? R:Nel 2015 abbiamo assistito ad un forte aumento della temperatura terrestre, il mese di Ottobre è stato il più caldo di sempre. Negli ultimi 18 anni però la temperatura sta crescendo più lentamente rispetto al passato e questo è comunque un segnale positivo, ciononostante il 2015 per la compresenza di due fenomeni quali l’effetto serra ed El Niño è uno degli anni più caldi da 150 anni a questa parte. D:Prima del 2015 anche il 2014 era stato tra gli anni più caldi di sempre, il fatto che sia solo l’anno precedente ci deve allarmare? R:Su questa questione c’è un forte dibattito tra gli scienziati,

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la maggior parte degli scienziati sostiene che il 2014 è stato l’anno più caldo in assoluto, tuttavia bisogna considerare che le medie delle temperature sono molto complesse e si decide tutto nei decimi o addirittura nei centesimi. L’ente che si occupa di fare le medie ovvero il NOAA, per questo motivo ha detto che il 2014 ha il 60% di probabilità di essere l’anno più caldo di sempre. Se fosse così è chiaro che dalla Rivoluzione Industriale ci troveremmo in una situazione di crescita continua delle temperature, che però negli ultimi 18 anni è stata molto debole rispetto a quanto si era ipotizzato. D:Prima abbiamo citato El Niño, in che cosa consiste questo fenomeno? R:El Niño è un fenomeno naturale che c’è sempre stato, abbiamo infatti delle testimo-


nianze degli Incas e dei Maya. Fondamentalmente questo fenomeno porta alla creazione di una corrente molto calda che va a coprire tutta quella parte che sta a cavallo dell’equatore nell’Oceano Pacifico. Guardando le foto fatte dai satelliti possiamo notare che la parte del Pacifico più coinvolta è quella vicino all’Australia. El Niño in questa zona causa una forte siccità, che a sua volta porta a grandi incendi con un inquinamento fortissimo. Dall’altra parte del Pacifico in America Meridionale piove tantissimo perché si crea una forte evaporazione. Il problema di questo fenomeno è che non si ripete regolarmente, generalmente si ripete ogni 3/5 anni ma non è prevedibile, tuttavia si è constatato che inizia il suo corso ad Ottobre per arrivare al suo picco a Dicembre. D:Cosa dobbiamo aspettarci nel 2016? R:Nel mese di Gennaio abbiamo assistito alla fase conclusiva di El Niño che ha portato comunque ad una temperatura più alta rispetto alla media, per molti addetti ai lavori la situazione sarà analoga per tutto il corso dell’anno; per altri invece l’aumento dell’umidità nell’atmosfera causata da El Niño potrebbe scontrarsi con le correnti fredde provenienti dal Polo Nord e potrebbe portare ad un aumento della temperatura più leggero rispetto all’anno precedente. D:Possiamo attribuire il risultato del 2015 ad El Niño ma se a fine 2016 avessimo per l’ennesima volta questo risultato, di chi sarebbe la colpa? R:Se il 2016 dovesse essere ancora una volta un anno da record, è chiaro che dovremmo dire di essere in un periodo di forte aumento della temperatura terrestre. Definire la

causa è forse la cosa più complessa, per molti la responsabilità principale è dell’uomo che rilasciando anidride carbonica nell’atmosfera fa aumentare la temperatura. Anche se va detto che dalla rivoluzione industriale la concentrazione di CO2 nell’aria è sempre aumentata mentre la temperatura no, quindi non si è del tutto sicuri che la presenza di anidride carbonica porti ad un aumento globale della temperatura. D:Quali sono le conseguenze più drastiche di questo aumento della temperatura globale? R:La cosa più evidente è lo scioglimento dei ghiacciai, in particolare in Polo Nord la temperatura è aumentata di circa 3-4°C rispetto alle medie e quindi moltissimi ghiacciai negli anni si sono sciolti. La situazione è diversa in Antartide, dove i ghiacciai stanno aumentando a causa di vortici di correnti nell’atmosfera che lo isolano. Abbiamo anche altre conseguenze meno evidenti ma non per questo non importanti, ad esempio l’aumento delle temperature causa un aumento dell’energia nell’atmosfera, quindi quando abbiamo delle precipitazioni, queste sono davvero violente. Un’altra conseguenza evidente è il cambiamento dell’ecosistema da parte di molti animali, che è particolarmente tangi-

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bile nel Mediterraneo dove stanno venendo sempre più specie provenienti dai mari tropicali. D:Cosa possiamo fare nel nostro piccolo per combattere il surriscaldamento globale? R:Anche se non siamo certi che incida, dobbiamo cercare di ridurre le emissioni di CO2, limitando l’uso delle automobili, degli aerei ecc., purtroppo al giorno d’oggi abbiamo la situazione opposta, c’è un abuso anziché una limitazione, se tutti a livello globale ci impegnassimo maggiormente avremmo solo delle conseguenze positive. D:A fine 2015 c’è stata la COP21, secondo lei è stata una riunione produttiva oppure è stata solo una trovata mediatica? R: Guardando a quanto successo in passato sono molto scettico, nei precedenti incontri ad esempio si era detto che entro il 2020 la concentrazione di CO2 avrebbe dovuto subire una riduzione del 20%, ma questo non si è verificato. Molti paesi poi hanno già detto che non riusciranno ad attuare tutte le proposte, staremo a vedere, non voglio fare il profeta cattivo ma ho paura che quelle sentite alla COP21 siano solo delle belle parole che in uno scenario come questo non verranno attuate mai. Alessandro Cascianelli 4A


CAMBIAMENTI CLIMATICI: I LAGHI NE RISENTONO PIÙ DEGLI OCEANI

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a maggiore fornitura di acqua dolce potrebbe essere in pericolo. L'allarme è stato reso noto dalla NASA e dalla Science Foundation statunitense: i laghi sembrano patire il caldo più degli oceani. Gli esperti delle due organizzazioni hanno preso in esame le temperature registrate negli ultimi venticinque anni di oltre la metà delle riserve lacustri mondiali, 235 laghi, aiutandosi anche con i satelliti. Dai dati raccolti emerge come le acque si stiano scaldando di 0,34 gradi ogni dieci anni, arrivando addirittura a 0,72 gradi nei laghi ad

stro pianeta: nei climi nordici, in primavera i laghi perdono prima la copertura del ghiaccio, assorbendo quindi più raggi solari; ai tropici invece il pericolo riguarda la fauna, il riscaldamento è infatti meno intenso, ma pericoloso per i pesci. Le conseguenze del surriscaldamento saranno molteplici: le alghe che potrebbero sottrarre ossigeno alta altitudine (fonte: ANSA.it) all'acqua aumenteranno del Dati che mostrano chiaramen- 20%, mentre quelle tossiche te come i laghi si stiano surri- per i pesci cresceranno del scaldando ad un ritmo netta5%. mente più veloce di aria e ac- Conseguenze non trascurabili qua. e che forse stanno già avveIl fenomeno riguarda tutte le nendo. diverse aree climatiche del no- Chiara Brozzi 3F

LA NATURA INTERPRETATA DAGLI ARTISTI Cosa è l'uomo di fronte allo scatenarsi dei fenomeni atmosferici? Possiamo rispondere a questa domanda percorrendo molteplici vie: quella che imboccheremo noi è la via dell'Arte. Infatti, nel corso dei secoli, diversi scienziati hanno preso in considerazione i fenomeni naturali, ma solo gli artisti sono stati in grado di rappresentarli fedelmente interpretando le emozioni. Vogliamo approfondire l'argomento attraverso tre celebri esempi dai secoli passati. Il primo è nell'opera "La Tempesta", di Giorgione, del 150608, ora custodita nelle Gallerie dell'Accademia di Venezia. È interessante notare la particolare interpretazione del criti-

co e storico dell'arte Vittorio Sgarbi, che si è allontanato dalla ricerca di significati profondi ed esoterici concentrando l'attenzione sulla potenza della natura, soggetto principale del dipinto, e in particolare sul tuono nello sfondo, che illumina la silhouette della città con una tonalità tetra: non è altro che la conferma del ruolo di protagonista della natura che coglie un soldato, forse di ritorno da una battaglia, e una zingara, appartata lontano dai ricchi signori per allattare il figlio. Sgarbi sottolinea che, per la prima volta, siamo davanti a un dipinto dove viene celebrato in primis il paesaggio rispetto alle figure in primo piano (il sol-

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dato, la zingara e le rovine), che verranno quindi inglobati come elementi della natura stessa. Facciamo un salto in un'epoca più moderna rispetto alla pre-


cedente, e prendiamo in esame un grande artista Romantico: C.D. Friedrich. In una delle tante opere realizzate, quella che mi ha colpito di più e che rispetta la tematica proposta è sicuramente il "Viandante sul mare di nebbia", del 1818, custodita all'Hamburger Kunshtalle. È un opera dove il protagonista, appunto il Viandante, è alla ricerca dell'infinito rappresentato da una natura immensa e grandiosa, vista come un'estrema esperienza di spiritualità. Data la tematica trattata, il dipinto può esprimere l'atmosfera della natura nelle varie sfaccettature, come il paesaggio che assume contorni sfumati quasi fosse in movimento e le nuvole che sembrano onde del mare, stagliate dalle montagne che creano un senso di infinito e di smarrimento. Nell'ambito del Romanticismo, possiamo soffermarci anche su W. Turner, che ha realizzato "Bufera di neve: Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi", del 1812, che si trova alla Tate Gallery di Londra. Questo dipinto nasce da un'esperienza diretta del pittore, che si è trovato, nel 1810, nel

di tempesta e turbini di neve si stanno per schiantare nell'intera area rappresentata. Il sole, portatore di luce, è impotente dinnanzi a una natura così violenta da riuscire a determinare in pochi attimi il destino dell'uomo. In poche righe ho tentato nel portare una testimonianza della passione dell'Arte, collega delle Scienze, nella rappresentazione poetica dell'influenza naturale sulle vite degli uomini e del mondo tutto. È importante tenere ben prepieno di una violenta tempesta sente la partecipazione emotidi neve. È così che decise di va di questi grandi pittori nei rappresentarla in un fenomeni atmosferici, e, come bozzetto, che andrà poi a sempre, vi invitiamo a tenervi completare due anni dopo in- aggiornati sulle notizie riportaserendovi un particolare della te dalla nostra Rubrica di Arte marcia dell'esercito di Anniba- e Cultura a cura della profesle diretto verso l'Italia nella Se- soressa Silvana Belcastro. conda Guerra Punica. Giovanni Costantini 3F Osservando questa opera, notevole per un paesaggio davvero dettagliato, non possiamo che essere coinvolti nelle forti emozioni che prova l'esercito cartaginese mentre una frastagliata onda

IL MONDO DI ANNA DI JOSTEIN GAARDER

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n un piccolo villaggio norvegese, una ragazza di 16 anni appena compiuti diventa il tramite di un'operazione di salvataggio del

pianeta, tra sogni premonitori, chiaroveggenza ed ecologia. O così pare. Dopo 'Il mondo di Sofia', il mondo di Anna intraprende un viaggio tra sensibilizzazione ambientale e rispetto della natura, dove l'unica speranza che resta al nostro decadente mondo risiede nelle mani di una ragazzina ambiziosa ed intraprendente, che andrà incontro ai problemi principali che affliggono il nostro pianeta, accompagnata dal fidanzato Jonas. Attraverso uno stile semplice e un

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po' scontato, il romanzo scorre in modo fluido, toccando ogni punto dolente del nostro arrugginito ecosistema, facendo sorgere un po' in tutti noi quegli interrogativi, quegli scrupoli, che avremmo dovuto porci da tempo, facendo nascere in tutti noi la 'paura del riscaldamento globale'. I dialoghi con lo psichiatra Benjamin Antonsen spiegano in maniera indiretta di cosa aver paura, l'autore ci parla attraverso le parole dei protagonisti di quali siano i sintomi ed i rischi in cui


‘ incorre questo pianeta malato ed attraverso i sogni di Anna, che tali non sembrano, si può trovare il modo di porre un rimedio a tutto ciò. Il mondo, gli

animali, le piante, l'umanità intera, ha una nuova possibilità, una nuova occasione per redimersi; sta al lettore credere che ci sia riuscita o meno,

sta al lettore sperare ed impegnarsi a sua volta per un nuovo mondo, in vista di un futuro migliore. Daniele Santoro 4H

Rieccoci di nuovo qui. Un grazie speciale a tutti i redattori che da settembre mettono nero su bianco tutti i loro pensieri: Gabriele, Alessandro, Alessia, Giulia, Sara, Elisa, Nicolò, Margherita, Alessandro, Leonardo, Mario e Raffaele, Lorenzo, Daniele, Alessandro, Giuseppe, Chiara, Giovanni, Silvia, Abel, Nassim, Sidikat, Martina ,Matteo, Guido ed Edona e alle nostre caporedattrici Chiara e Benedetta. Grazie alle professoresse Lorella Marini, Rita Floridi e Silvana Belcastro che collaborano con La Siringa e in particolare alla professoressa Persichetti che con molta pazienza segue tutti i nostri passi. Sonia Forlimbergi 3D

In nome del progresso, l’uomo sta trasformando il mondo in un luogo fetido e velenoso (e questa è tutt’altro che un’immagine simbolica). Sta inquinando l’aria, l’acqua, il suolo, gli animali… e se stesso, al punto che è legittimo domandarsi se, fra un centinaio d’anni, sarà ancora possibile vivere sulla terra. (Erich Fromm)

L’uomo ha conosciuto per cinquecentomila anni la fame, il freddo, la violenza. Questa è la prima generazione umana che non conosce alimenti genuini e il mare pulito. (Francesco Burdin)

Non ereditiamo la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli. (Proverbio del popolo navajo) Le conseguenze dei cambiamenti climatici, che già si sentono in modo drammatico in molti Stati, soprattutto quelli insulari del Pacifico, ci ricordano la gravità dell’incuria e dell’inazione; il tempo per trovare soluzioni globali si sta esaurendo; possiamo trovare soluzioni adeguate soltanto se agiremo insieme e concordi. Esiste pertanto un chiaro, definitivo e improrogabile imperativo etico ad agire. (Papa Francesco, dicembre 2014)

Una delle grandi domande nel dibattito sul cambiamento climatico è: gli esseri umani sono più intelligenti delle rane in un vaso? Se si mette una rana in una pentola e lentamente si alza il calore, essa non salterà fuori. Si godrà invece il bel bagno caldo fino a quando non sarà cotta a morte. Noi esseri umani sembra che vogliamo fare più o meno la stessa cosa. (Jeff Goodell)

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