Il Confronto - agosto 2011

Page 1

btAism cpoeF H bscb etA H i cpoe “

ANNO 38 N° 4 - LUGLIO/AGOSTO 2011

MENSILE GRATUITO DISTRIBUITO A NAPOLI E PROCIDA

Crisi del Paese: CHE LO STATO COLPISCA ANCHE LA CASTA - ELIO NOTARBARTOLO p.2 Emergenza rifiuti in campania: TERZO AUMENTO TARSU IN UN ANNO - FRANCO ORTOLANI p.3

Napoli respira... l’ottimismo De Magistris

Disposizioni antimobbing nella scuola Aumento del numero di condotte vessatorie a carico di

docenti. GILDA UNAMS: spropositato il potere attribuito ai dirigenti scolastici dal decreto Brunetta

p.9

Medicina:

IN CAMPANIA SI POTENZIANO LE PROCEDURE CHIRURGICHE MININVASIVE

p.12

PROCIDA COME MONTMARTRE

p.13

GIOVANNI BLOCK E IL SUO NUOVO DISCO

LETTURE SUL LETTINO

I LIBRI DEL CONFRONTO

In arrivo su iTunes e in tutti i negozi di dischi ”Un posto ideale”, il primo album del cantautore napoletano

p.16

p.22

Un percorso di cultura, storia e paesaggi unici dall’antico borgo di Terra Murata fino al mare.


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

PUNTI DISTRIBUZIONE A NAPOLI:

Edicola porto di Napoli Molo Beverello Libreria Treves Piazza del Plebiscito 11 Guida Merliani via G. Merliani 128

Caffè dell’Epoca Via Costantinopoli, 81 Libreria Evaluna p.zza V. Bellini, 72 Libreria Ubik via B. Croce, 28

Direttore responsabile Iki Notarbartolo Direttore editoriale Elio Notarbartolo

Hanno collaborato: Mario Battiglia, Enzo Colimoro, Pino Cotarelli, Silvana D’Andrea, Federica Formisano, Fabrizio Lubrano Lavadera, Francesco Lubrano, Luca Maiorano, Chiara Marcari, Gilda Notarbartolo, Paolo Olivieri, Franco Ortolani, Gennaro Pasquariello, Enzo Peluso, Gessica Pepe, Guglielmo Taliercio, Mimma Visone, Maurizio Vitiello, Sergio Zazzera Periodico autofinanziato a distribuzione gratuita confronto@hotmail.it elio.notarbartolo@live.it

Registrazione n° 2427 Trib. di Napoli del 27/09/1973 Casa Editrice Ge.DAT. s.r.l. Via Boezio, 33 Napoli Attività di natura non commerciale ai sensi del DPR 26/10/1972 n° 633 e successive

2

CHE LO STATO COLPISCA ANCHE LA CASTA In uno Stato in crisi gli sprechi della politica diventano intollerabili

C’era una volta un piccolo

partito di massa che ora non c’è più. Coltivava ideali forti e generosi, vivacizzava la critica politica, dava linfa al confronto culturale e metteva in prima linea i problemi dell’Economia e del Lavoro. “Se vogliamo veramente realizzare una cosa – diceva Ugo La Malfa – dobbiamo individuare i mezzi per farla e saperli cogliere”. Quel partito, anticipatore della questione morale poi posta da Berlinguer a tutti gli Italiani, non è riuscito più a tener unite forze intellettuali e politiche di prim’ordine ed oggi è un gruppo senza la guida di NESSUNO, che ospita sbandati di ogni estrazione. Ad un certo punto, ha anche pensato di sciogliersi in Forza Italia, ma poi ha lasciato perdere. L’hanno chiamato a costruire la “terza gamba della maggioranza” organizzando uno sversatorio di immondizia parlamentare. Nemmeno in questo è riuscito. Noi diciamo “meno male”. Lo diciamo perché gli ideali originari, la tradizione di essere “l’altro polo della Sinistra”, li coltiviamo con lo stesso entusiasmo di una volta e siamo felici che il nuovo Sindaco di Napoli si chiami De Magistris, che non ha alle spalle né la catastrofica classe dirigente bassoliniana né l’ombra triste dei trastolieri della camorra. Anzi, ci sembra che, con De Magistris, i Napoletani abbiano voluto far incombere sulla camorra l’ombra del potere di

quello Stato che non vuole accettare compromessi né con la malavita organizzata né con i colletti bianchi organizzati. Sarà pure un’utopia, ma questa utopia vogliamo contribuire a coltivarla. Nel mentre, ci rendiamo conto che il Paese tutto è in crisi e che incombe la necessità di una riforma tributaria. Riteniamo sia il caso di ripetere anche qui quanto da tre anni andiamo dicendo dove possiamo. Prima di tutto, bisogna chiedere alla casta che, nascosta a destra e nascosta a sinistra, ci taglieggia abusando del potere che gestisce,di abdicare a più di una cosa. 1. Dopo aver preteso di allungare l’età pensionabile alle donne e a tutti, bisogna eliminare il vitalizio dei Parlamentari che prendono €/mese 3.000 a partire dal giorno dopo che hanno lasciato lo scranno parlamentare. Sono 2200 i Parlamentari che stanno godendo di questo sfacciato beneficio 2200 x 3000 = 6.600.000 €/ mese. Quanti precari si stabilizzerebbero con questi soldi? 2. Tutti i Parlamentari percepiscono 4000 €/mese quale indennità per i portaborse, anche se – com’è il caso per la maggioranza del parlamentari – non assumono portaborse. Li intascano e basta, questi soldi che sono nient’altro che una regalia. Bisogna eliminare questo beneficio che offende tutti. €/mese 4000 x 1000 parlamentari = €/mese 4.000.000 Quanti precari si stabilizzereb-

bero con questa cifra? 3. Nulla si sa più del taglio del numero delle auto blu. Secondo noi, ne potrebbero bastare una cinquantina. 4. Perché sono sempre in aumento i cosiddetti voli di Stato che costano molto, molti di più, dei voli di linea? 5. Dal ’94 ad oggi i rimborsi ai partiti sono aumentati

del 1100%. L’aumento di stipendio dei dipendenti pubblici nello stesso periodo è stato del 40%. La casta ci ha derubato del 1100 – 40 = 1060% del cosiddetto rimborso spese per le elezioni. Che i rimborsi elettorali tornino ad essere rimborsi elettorali e non veri e propri finanziamenti se è vero – come è vero, perché lo ha detto la Corte dei Conti – che i partiti prendono 379 volte più delle spese sostenute. Di questo una volta sapeva occuparsi l’antico partito dei Repubblicani.

Elio Notarbartolo


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

EMERGENZA RIFIUTI: IL GOVERNO CAUSA L’AUMENTO DELLA TARSU IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PROMETTE CHE NON SI PAGHERA’

N

i cumuli di rifiuti in via Gesù e Maria di Napoli

foto di Gilda Kiwua

LA VOCE DEL SINDACO DI NAPOLI “Per la prima volta abbiamo invertito un trend, adesso si parla, si scrive e si fanno ordinanze che puntano al riutilizzo, al recupero, al porta a porta e tutti vogliono contribuire”- ha dichiarato il sindaco di Napoli Luigi de Magistris - “i cittadini stanno dimostrando sensibilità. Non voglio l’elemosina della Lega, si accorgeranno di che capacità di forza ha la mia città’’. Il sindaco fa un pronostico ambizioso: ‘’Napoli arriverà al 70% di raccolta 3 differenziata entro la fine dell’anno”.

el comizio di chiusura della campagna elettorale a Napoli il Presidente del Consiglio promise “Finché ci sarà anche un solo mucchio di rifiuti in strada, a Napoli non si pagherà la Tarsu (tassa per lo smaltimento dei rifiuti urbani)”, sottintendendo se avesse vinto il suo candidato. Tale affermazione sollevò grande approvazione da parte dei presenti al comizio. Cerchiamo di capire come mai dopo 17 anni di costose cure governative bipartisan a Napoli ci sia ancora una situazione emergenziale pre disastro ambientale e sanitario. L’attuale governo con il DL 90/2008 convertito in legge con modificazioni nel luglio 2008, ha emanato misure straordinarie per fronteggiare e risolvere l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania. Erano previste 10 nuove discariche e 3 nuovi inceneritori. Dopo due anni e mezzo lo stesso governo con il DL 196 del novembre 2010 e la legge n. 1 del gennaio 2011 ha annullato la realizzazione di quattro discariche, che erano improponibili. Nel frattempo il Governo aveva dichiarata chiusa (solo amministrativamente) l’emergenza rifiuti in Campania imponendo che si chiamasse stato di criticità. Con la legge n.1/2011 il Governo certifica che le discariche realizzate avevano fornito due-tre anni di autosufficienza alla Campania e che, nonostante i poteri dittatoriali forniti al sottosegretario Bertolaso, non si sa per quale motivo, non è stato in grado di garantire la costruzione di tre inceneritori imposti con urgenza già dal DL 90/08. In conclusione, di straordinario le misure emanate con il citato DL avevano solo la possibilità

SODANO: AD AGOSTO RACCOLTA STRAORDINARIA

Contro il ‘’turismo del sacchetto’’ ad agosto il Comune di Napoli avviera’ una raccolta straordinaria della cinta esterna delle periferie. E’ quanto fa sapere il vicesindaco di Napoli Tommaso Sodano, assessore all’Ambiente, ‘’perche’ c’e’ il turismo del sacchetto: dai Comuni limitrofi si arriva ai quartieri periferici e si sversa’’.

di spendere disinvoltamente i denari pubblici realizzando impianti blindati nei quali smaltire rifiuti di vario tipo e in condizioni di sicurezza che ledevano l’articolo 32 della Costituzione Italiana e lo Statuto della Regione Campania mettendo a rischio la salute dei cittadini e le risorse ambientali, produttive e naturali. Il Governo si è ben guardato dall’aprire un’inchiesta su come mai con il DL 90/08, che ha garantito poteri dittatoriali e blindature armate, sia stata imposta la costruzione di discariche in siti non idonei e su come mai gli inceneritori non siano nemmeno stati iniziati, prendendo in giro i cittadini fornendo loro false garanzie per la


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

chiusura dell’emergenza. Con disinvoltura nel novembre 2010 con il DL 196 e nel gennaio 2011con la legge n. 1 il Governo ha rilanciato la costruzione di tre inceneritori (quelli non realizzati) e un gassificatore ed ha affidato poteri speciali al governatore della Campania per l’apertura di nuove discariche. Alla provincia di Napoli ha affidato la gestione degli impianti nei quali devono essere smaltiti i rifiuti urbani. Riconoscendo che le situazioni emergenziali sarebbero comunque esplose, mancando impianti di smaltimento non realizzati dalla gestione governativa di Bertolaso, la legge n. 1/2011 ha previsto la possibilità di smaltire i rifiuti al di fuori della Provincia di Napoli a patto che le spese aggiuntive ricadano esclusivamente sui cittadini campani. Riepilogando: la gestione governativa dell’emergenza rifiuti ha dichiarato chiusa l’emergenza pur lasciando la Campania con una autonomia di smaltimento di pochi mesi (conseguenza di quattro discariche annullate e di tre inceneritori non costruiti da Bertolaso) ed ha praticamente imposto l’aumento della TARSU in quanto la società provinciale SAPNA non riesce a garantire lo smaltimento dei rifiuti negli im-

4

pianti ereditati nella Provincia di Napoli (come imposto dalla legge n.1/11 con la provincializzazione del ciclo dei rifiuti) e ne deve esportare una parte con aggravio di costi scaricati sui cittadini. I comuni devono provvedere alla raccolta dei rifiuti urbani e trasportarli negli impianti di smaltimento gestiti dalla società provinciale SAPNA. Siccome questi impianti non riescono a smaltire, per vari problemi tecnici, tutti i rifiuti conferiti, questi ultimi non possono essere raccolti dalle strade accumulandosi e creando condizioni pre disastro ambientale e sanitario. Sembra proprio che i cittadini che hanno applaudito il Presidente del Consiglio, quando ha dichiarato che non si pagherà la Tarsu finchè i rifiuti rimarranno nelle strade, non abbiano presente quali siano le reali condizioni che causano i disagi attuali e chi siano i responsabili. Si ricorda quanto segue: TARSU= tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (DL n. 507/1993) che i cittadini pagano ai comuni affinchè provvedano a raccogliere l’immondizia e la portino agli impianti di smaltimento. SAPNA= Sistema Ambiente Provincia di Napoli S.p.A., Società a socio unico soggetta al coordinamento e al controllo

dell’Amministrazione Provinciale di Napoli che gestisce gli impianti, ereditati dalla gestione del Sottosegretario Bertolaso, che deve smaltire i rifiuti che vengono raccolti e trasportati dai vari comuni come prescritto dalla recente legge n. 1/2011. Ha già smaltito fuori provincia migliaia di tonnellate di rifiuti con un aggravio delle spese che ha già causato l’aumento della TARSU. Governatore della Campania: ha avuto dal DL 196/2010 poteri speciali per avviare, tra l’altro, la costruzione di nuove discariche, tre inceneritori e un gassificatore. Finora, nonostante siano passati più di sei mesi dalla gravissima situazione pre disastro sanitario e ambientale, non è iniziata la costruzione di alcuna nuova discarica e di nessuno degli impianti previsti. In questo quadro si può valutare la “credibilità” di quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio che prima causa l’emergenza rifiuti e l’aumento della TARSU e poi promette che a Napoli non si pagherà la tassa per lo smaltimento dei rifiuti urbani. Coloro che hanno applaudito, sapendo come stanno veramente le cose, hanno apprezzato la battuta pulcinellesca del Premier o sono veramente “diversamente svi-

luppati”? Certo è che i napoletani, finora, hanno fatto di tutto per apparire imbecilli! Franco Ortolani Ordinario di Geologia, Università Federico II di Napoli

PER LE TUE SEGNALAZIONI SCRIVI A:

confronto@hotmail.it elio.notarbartolo@live.it

Residence e case vacanze per tutta l’isola


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

DOPO LE ELEZIONI PUO’ CAMBIARE QUALCOSA

L

eggete i dati dell’ISTAT che è l’Agenzia Ufficiale che elabora ufficialmente i rilievi statistici della realtà sociale: pensioni, disuguaglianza record, dirigenti al top, precari in miseria, identica situazione per i dipendenti pubblici di fascia medio bassa. Questa è la situazione degli Italiani sotto la pioggia dell’ottimismo professata cinicamente dal Governo e dalla casta di chi sta bene formata da uomini della Destra e della Sinistra. Senza che nessuno possa smentire, così viene esplicitata la dimensione deficitaria e raggelante del rapporto retributivo tra due categorie sociali: il rapporto retributivo va da 1 a 40 tanto da preservare gli uni da qualsiasi difficoltà del vivere e gli altri, in numero decisamente maggiore, proiettati ai limiti dell’indigenza. Tutto ciò con l’elemento aggravante che i primi, essendo in larga parte selezionati (Enti locali, Aziende sanitarie, istituti scolastici, etc.) dalla così detta politica di palazzo, si trovano in “un’area protetta”, danno l’idea di “fannulloni dorati” e rappresentano, il più delle volte, un ostacolo al buon andamento delle attività istituzionali. Basta osservare ciò che quotidianamente avviene intorno a noi, ciascuno sul proprio territorio, per prendere atto di questa nuda e cruda realtà. Siamo in uno stato d’ingiustizia, di prevaricazione, di cinismo, di degrado, di illegalità e di ine-

5

guaglianza sociale che coinvolge tutto intero il nostro Paese, dalle grandi città alle piccole comunità. Da questo buio labirinto, come per incanto, e per chi non si era accorto che la speranza viveva ancora qua e là, il mese di maggio ha trasmesso un grande profumo di primavera che si è sparso da Milano a Napoli, da Cagliari a Trieste a Novara e un po’ dovunque per rimettere in cammino una cultura che reintroduce la solidarietà, il bene comune, la giustizia sociale, un’idea diversa da quella dei “signori e sotto” che tante controfrottole ci avevano imposto. Emerge la richiesta di superamento della scissione tra politica e popolo: la gente non vuole essere più protagonista esclusivamente di mere contese elettorali di potere ma vuole riappropriarsi di un ruolo attivo di partecipazione alla stesura delle linee guida per riportare una nuova classe dirigente ad approfondire, discutere, e deliberare dei destini e degli orizzonti futuri della nostra collettività. Su questo slancio virtuale dello straordinario evento delle elezioni appena concluse si devono sviluppare due cose: mettere in campo un modello generale di futuro e dare risposte concrete contro le peggiori indecenze della politica. Pertanto per cercare di diluire il divario tra i problemi del Paese e l’agenda politica è fondamentale mettere in campo

grandi temi come il futuro dei giovani e un modo diverso di essere cittadini, visto che c’è una diseducazione civica che va avanti dagli anni ’80. Che tutta la Sinistra di Napoli e Provincia (compreso quella di Procida), esaurito in questa fase lo sciagurato cupio dissolvi (desiderio di dissolversi) che la ha pervaso, possa riprendere, con risorse umane totalmente nuove, il ruolo fondamentale di forza di progresso e di alternativa sociale e politica che in altre ampie parti del territorio nazionale è già in avanzata costruzione.

Per le tua pubblicità sulle pagine de “Il Confronto” contatta: confronto@hotmail.it elio.notarbartolo@live.it 3332142924

Michele Romano

L’ARTE DELLA CERAMICA


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

BRUNETTA E STRACQUADANIO: L’IRRESPONSABILITA’ AL POTERE

Fino al 2008 il precariato non

esisteva, o meglio esisteva, stava crescendo ma lo si percepiva ancora poco. Il discorso lavorativo era fatto in questo modo: lavoravi, prendevi uno stipendio, se la cosa non ti andava bene ti licenziavi, potevi fare i tuoi errori ma eri sempre certo che qualcosa da fare l’avresti trovato. Ricordo che la frase “in zuccherificio ed in fabbrica cercano sempre” era all’ordine del giorno, come era all’ordine del giorno farsi su le maniche, cercare un lavoro ed infine trovarlo. Oggi le cose sono profondamente cambiate in quanto il lavoro non si trova più e, se si trova, è certamente sottopagato e certamente precario: la tranquillità sociale non esiste più e la politica risponde spesso con alzate di spalle e con fughe imbarazzanti di fronte alle proprie responsabilità. E’ il caso di Brunetta, il tanto idolatrato Brunetta che pare essere in grossa crisi di nervosismo: nel corso della cerimonia del premio all’innovazione, invece di rispondere ad una rappresentate dei precari italiani, le ha girato le spalle, ed ha detto “siete l’Italia peg-

6

giore“. Per dovere di cronaca dico anche che Brunetta ha mandato un video di “scuse” al Corriere dicendo che non ce l’aveva con i precari ma con chi lo insultava. Nel contempo l’onorevole Stracquadanio dice pubblicamente le seguenti testuali parole “la sinistra vince sul Web perché il suo popolo non fa un cazzo” riflettendo l’immagine di un fine e raffinato politico che elabora una attenta analisi sull’antropologia dell’internauta. Quando ci si chiede come mai Internet tende veramente ad essere di sinistra, credo che questi due imbarazzanti eventi diano una risposta, oltre che svelare un inquietante e serpeggiante nervosismo che si muove tra le fila del governo. Il popolo della Rete è di sinistra (se lo è) per una semplicissima questione, ovvero è informato di più. Chi non usa la rete non saprà mai che Stracquadanio ha delirato in questo modo e considererà l’onorevole una persona pacata ed intelligente. Allo stesso modo, chi non legge Il Corriere della Sera online è difficile venga a sapere di quanto Brunetta sia stato meschino dai TG o dai media tradizionali, quindi penserà che Brunetta stesso è un paladino del lavoro ed un difensore del PIL, visto che è esattamente il messaggio che passa dalle TV irregimentate. Basti pensare che è difficile che un Bruno Vespa parli di fatti simili quando non ha nemmeno parlato dei referendum da poco persi (per lui). In conclusione: io sono sicuro che la rete sia un posto partecipativo, ma sono anche sicuto che sia un posto fatto di

Per la tua pubblicità sulle pagine de “Il confronto” contattaci a: confronto@hotmail.it elio.notarbartolo@live.it 3332142924

di persone mediamente più informate (e quindi partecipative) di quelle che la Rete non la frequentano quindi, per aggirare il brillante ragionamento di Stracquadanio, non è vero che la gente del Web non faccia un cazzo, ma è vero che si informa come chi sta solo davanti alla TV non riesce a fare. Francesco Lubrano

SAPETE CHE... Ci sono più cellulari che abitanti e sono 20 milioni gli utenti su Facebook: tra italiani e tecnologia è amore. Un italiano su due naviga sul web e circa uno su tre ‘ama’ o per lo meno frequenta i social network. Dal sondaggio, realizzato sulla fan page di Facebook di Lewis PR, emerge che un quarto degli intervistati vanta una grande passione e conoscenza di tutto ciò che è il mondo tecnologico.

Dog e Cat di Russo Luca

Animali domestici, articoli ed alimenti - vendita

Viale Privato Albini Albino 7-9 (trav. Via Cilea) Napoli (NA) -Tel. 081 5600359


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

ACQUA, ESULTA IL COMITATO REFERENDARIO PROCIDANO: “ADESSO IL CONSIGLIO COMUNALE DICHIARI L’ACQUA UN BENE DI NON RILEVANZA ECONOMICA”

Diceva Mandela che un vin-

citore è solo un sognatore che non si è arreso. E questa è la vittoria di tutti coloro che si sono battuti senza mai arrendersi per questo impegno. Una vittoria che nasce dal basso, dalla strada, attraverso canali non convenzionali come la rete dei blog, i siti web e i social network. L’ha costruita la gente comune, ed è per questo che è una vittoria importante, alla quale ne dovranno necessariamente seguire altre. Soprattutto se la politica continua a non mettersi dalla parte dei cittadini. Allora saranno i cittadini stessi a indicare la strada da seguire per il bene comune. Procida ha dato il suo importante contributo all’esito del referendum con 4713 cittadini (su 8675 aventi diritto)

che hanno esercitato il diritto di voto, consentendo di raggiungere il quorum nazionale con un proprio 54,33%. Forte è stata la presenza delle donne, madri di vita come l’acqua (57,57% contro il 51,05% di uomini), mentre segnaliamo la sezione n. 11 della Chiaiolella che ha toccato quota 60,34%. I SI’ sono stati schiaccianti. Proprio i due quesiti sull’acqua hanno trainato il successo dell’intera consultazione referendaria, con percentuali vicine al 100% ( il primo con il 98,01% e il secondo con il 98,16%); ottimi anche i risultati degli altri due referendum, quello sul nucleare al 96,88% e quello sul legittimo impedimento al 96,94%. “Questa vittoria – per il comitato Acqua Bene Comune Procida – è l’espressione di una rivoluzione culturale e non

partitica, non verticistica; un’esperienza che ci induce a non smettere di lottare né di credere in un mondo altro, ben lontano dai personalismi e dagli squallidi interessi economici che affliggono anche il nostro piccolo e speculato territorio”. “Un territorio che – continua il Comitato – adesso chiede a gran voce una svolta, proprio a partire dall’acqua: il Comitato Acqua Bene Comune Procida chiede al Sindaco e al Consiglio comunale di convocare una seduta monotematica sull’acqua in cui dichiarare l’acqua un bene comune di non rilevanza economica; nonché chiede di aderire al Coordinamento Nazionale “Enti Locali per l’Acqua Bene Comune e la Gestione Pubblica del Servizio Idrico”

Francesco Lubrano

L’APPLAUSO NAPOLETANO: C’è oro a Napoli

Fa piacere che siano in parec-

chi tra i dipendenti pubblici a sapere che è obbligatorio lasciare pensieri e problemi privati fuori all’Ufficio ed essere cortesi, disponibili e produttivi per i cittadini che vengono a porre problemi connessi con l’insufficienza, per esempio, dell’Amministrazione Comunale. Tra questi annoveriamo senz’altro il sig. Attilio Gelosi, in servizio all’Ufficio Rapporti con il Pubblico di piazza Municipio che, con cordialità, ti spiega le procedure da seguire, ti dà le informazioni del caso,

7

ti aiuta a riempire i modelli prestampati, spesso scritti in perfetto dialetto burocratico, e se, dopo 20 giorni, ti ripresenti perché la domanda di avere la documentazione di una pratica pendente in una Municipalità non è arrivata ancora, ti indirizza al Difensore Civico, precedendoti con una telefonata. E’ il comportamento deontologico che ci aspetteremmo quali cittadini di una nobile ex capitale, ma che sappiamo difficilmente ci toccherà, visto come sono stati gestite clientelarmente dai partiti le assun-

Il risultato della vittoria referendaria -conclude il Comitato – è di tutti, non ha padroni né padrini, perché è una vittoria orizzontale. La vittoria è di quelle donne e di quegli uomini meravigliosi del Comitato campano per l’acqua, dei comitati territoriali di tutta la regione e anche di Procida, che – attraverso i volontari che si sono impegnati senza lesinare energie ed entusiasmo, in questi mesi a partire dalla raccolta firme della scorsa primavera (che vide 1300 procidani firmatari), fino alla campagna referendaria condotta con i volantinaggi, il passaparola e gli incontri pubblici (Pietro Greco sul nucleare ed Alex Zanotelli sull’acqua pubblica) - ha saputo dare il suo prezioso contributo al risultato.

zioni al Comune, per cui tanti dipendenti si sentono protetti da un proprio e personale nume tutelare. E invece abbiamo ricevuto proprio l’accoglienza che spetta ai cittadini con una carica di gentilezza in più. Per questo la Redazione rivolge un sentito applauso al sig. Attilio Gelosi dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Napoli, sperando che tutti i dipendenti comunali a contatto con il pubblico si comportino nello stesso suo modo. RED


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

CON SUPER MARIO SI SORRIDE ANCHE IN MEZZO AL TRAFFICO DI NAPOLI

Mario Laino, l’agente di polizia municipale che con impegno e serietà gestisce uno dei punti nevralgici del traffico partenopeo, conquista i cittadini napoletani

Fare risoluto e sguardo sorri-

dente. Non lo si vede mai perso in chiacchiere con qualche collega o voltato da un’altra parte che non sia quella della strada. Un agente di Polizia Municipale talmente apprezzato dagli automobilisti partenopei, da essere soprannominato Super Mario. A ragion veduta, aggiungerei, dato che, paletta alla mano e fischietto pronto, non si smentisce mai. Stiamo parlando del Maresciallo Mario Laino solitamente in servizio in piazza Mazzini, punto nodale del traffico che dal quartiere Vomero e dal corso Vittorio Emanuele va verso il Museo. Dopo l’ennesima segnalazione di apprezzamento, abbiamo deciso di incontrarlo.

Maresciallo, alcuni cittadini vomeresi ci hanno più volte segnalato l’efficacia del suo servizio. Grazie al suo operato e quello della sua squadra, infatti, il traffico veicolare lungo il “terribile” incrocio di piazza Mazzini fluisce più rapidamente, si accorciano le code e i serpenti di auto lungo via Girolamo Santacroce. Secondo lei, si può migliorare ulteriormente la viabilità della zona? Il problema principale riguarda il corretto funzionamento dei semafori. In piazza Mazzini il semaforo funziona dalle 7 alle 10. Dopo è ad intermittenza ed è praticamente obbligatorio il nostro intervento. Se si convogliasse il traffico, proveniente dal Corso e diretto verso il Museo, attorno alla statua di Imbriani che stanno restaurando, per farlo confluire più a valle di dove sfocia oggi, si migliorerebbe lo scorrimento lungo il Corso? Non è possibile, non c’è lo spazio nemmeno per una rotatoria. Il flusso di traffico che scende dal Vomero

8

è un fiume in piena e non c’è spazio per fare una rotonda.

Che suggerimenti può dare agli automobilisti provenienti dal quartiere collinare per favorire ulteriormente lo scorrimento del traffico? Rispettare la corsia preferenziale. Ci sono le doppie strisce continue ma i motorini non ne tengono conto e invadono l’altra corsia. In questo modo bloccano i mezzi pubblici che salgono e di conseguenza il flusso di traffico. Quali consigli darebbe ai responsabili dell’Ufficio Traffico per migliorare generalmente il servizio in città? Curare la sosta, è essenziale. Specialmente il primo e secondo tratto di Salvator Rosa.

La questione “buche” nel manto stradale è un altro tormento degli automobilisti napoletani. Come funziona il sistema di segnalazione alle Autorità? Si avvisa la sezione di appartenenza e questa informa la Protezione Civile. Noi vigili

urbani piantoniamo il tratto dissestato fino all’ intervento effettivo della Protezione Civile che poi transenna la buca. Successivamente la ditta risolve il problema riparando il danno. A Palazzo San Giacomo c’è un nuovo Sindaco. Che cosa gli suggerirebbe di fare, anche in rapporto agli altri tipi di servizi che sono affidati ai Vigili Urbani? Qualcosa di positivo si inizia a vedere: oggi abbiamo i rivelatori di agenti chimici che portiamo addosso per 5 giorni consecutivi e che successivamente vengono portati al Policlinico per essere analizzati e per calcolare le percentuali di benzene e ossido di azoto presenti nell’aria, in particolare nei punti nodali del traffico cittadino. Quel che però manca è una divisa. Suggerisco di dotare il corpo di Polizia Municipale di una uniforme. Ad accrescere il nervosismo degli automobilisti napo

letani purtroppo in questo periodo sono le montagne di immondizia che ostruiscono la carreggiata. Secondo lei, Napoli uscirà dalla crisi rifiuti? A questa domanda non potrò mai rispondere io. Lo spero. Con queste temperature anco-

ra più elevate diventa tutto più pericoloso e difficile. In questo momento in via Gesù e Maria, nei pressi di questa zona, c’è una nostra auto di servizio che sta deviando il traffico a causa dei cumuli di rifiuti che bloccano tutto. E’ un mestiere che svolge con passione e competenza ammirevoli da ben 20 anni, c’è un consiglio che si sente di dare ad automobilisti e ai suoi colleghi? Ai cittadini di essere più educati. Con garbo si ottiene tutto, noi siamo sempre disponibili a collaborare e risolvere i problemi. Ai giovani colleghi dico che qualsiasi cosa fatta con impegno e dedizione risulta meno gravosa. Gilda Kiwua Notarbartolo

LA CURIOSITA’ Trova 1000 euro e li consegna ai vigili urbani. E’ accaduto ad Agropoli. Un 30enne di Omignano Scalo, Adriano Valluzzi, era nei pressi della stazione ferroviaria, quando ha visto un portafogli, pieno di banconote, finito sul selciato. Senza esitazione ha chiamato un vigile urbano e il portafogli e’ cosi’ tornato al proprietario.


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

MOBBING E NUOVO PROCEDIMENTO DISCIPLINARE NELLA SCUOLA

La

reiterazione di condotte vessatorie a carico dei lavoratori della scuola e il suo corollario in termini sia di costi sociali per malattie e risarcimenti da parte dell’Amministrazione scolastica, sia per la ridotta produttività sia, ancora, per la perdita di esperienze e competenze, costituisce una vera emergenza sociale sempre più spesso oggetto di denuncia da parte della Fed. Gilda-Unams, da sempre impegnata nella valorizzazione della professione docente. Assumono il profilo di condotta mobbizzante quegli atti o comportamenti reiterati di persecuzione psicologica, di angherie e soprusi meditati, di accuse gratuite e insulti verbali per sbeffeggiare, vilipendere e oltraggiare, posti in essere dal dirigente scolastico ai danni del docente allo scopo di emarginarlo ed isolarlo dai colleghi. Le più recenti sentenze di condanna per condotte mobbizzanti nella scuola hanno riconosciuto una particolare responsabilità contrattuale del dirigente scolastico in concorso con il Ministero dell’Istruzione tanto più che l’art. 2087 C.C. prevede espressamente che l’imprenditore sia tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa “le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”. Insomma, il potere direttivo o addirittura quello disciplinare devono essere esercitati nel rispetto dei diritti della personalità. Anche la violazione delle prescrizioni imposte dalla normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro contenuta nel Dlgs 81/2008 - che introduce un elemento importante per la

9

salute e la sicurezza dei lavoratori collegato allo stress da lavoro correlato in virtù del quale anche i dirigenti scolastici hanno dovuto adeguare entro il 31/12/2010 il documento di valutazione rischi- costituisce condotta illegittima e, dunque, sanzionabile da parte del giudice del lavoro. La prova del mobbing non è per niente facile occorrendo, secondo pacifica dottrina e giurisprudenza dominante, una durevole serie di comportamenti vessatori e persecutori tali da arrecare, in un rapporto di causalità diretta, una situazione di sofferenza nel dipendente. La Cassazione ha indicato gli altri elementi costitutivi della condotta di

mobbing: l’evento lesivo della salute del lavoratore e la volontà persecutoria del datore. Quanto al danno, esso si concretizza in una lesione ingiusta di un diritto della personalità del lavoratore, procurato in violazione dell’obbligo di comportarsi secondo buona fede e correttezza in ambito extracontrattuale, ai sensi degli artt. 2043 e 2059 c.c. E’ sia danno biologico, sia danno “esisten-

alla professionalità e le sofferenze patite dal lavoratore per aver lavorato in un ambiente ostile e pregiudizievole. Nel nostro Paese, secondo il recente monitoraggio effettuato dall’Ispesl, sono circa un milione e mezzo i lavoratori italiani vittime del mobbing su 21 milioni di occupati. Le donne sono quelle maggiormente colpite (il 52%). In questo senso l’introduzione delle norme sul nuovo sistema di sanzioni disciplinari a carico dei docenti contenute nel Decreto legislativo n. 150 del 27 ottobre 2009 (cd. decreto Brunetta) e l’attribuzione al dirigente scolastico di uno spropositato potere disciplinare fino al licenziamento, non bilanciato da adeguati organi di controllo, ha determinato un aumento esponenziale di condotte vessatorie a carico di docenti che hanno denunciato alla Federazione GILDA-UNAMS l’avvio di procedimenti disciplinari strumentalmente usati con intenti intimidatori e persecutori, pur in assenza di alcun illecito amministrativo. Il caso della docente sospesa dall’insegnamento per aver realizzato una barchetta di carta con un foglio contenente un ordine di servizio già eseguito o quello dell’avvio di un procedimento disciplinare “seriale” a carico di ben sette docenti rei di aver esposto il proprio orario di servizio a scuola – segnalati dalla Fed. GILDAUNAMS alla Commissione regionale sul mobbing prevista dal vigente CCNL scuola - dimostra la necessità di introdurre meccanismi di bilanciamento che limitino i poteri eccessivi assegnati ai dirigenti e salvaguardino i diritti dei lavoratori. Il nuovo sistema sanzionatorio attribuisce ai dirigenti il potere di contestazione dell’addebito ed irrogazione della sanzione, in palese viola-

zione dei principi costituzionali di imparzialità e terzietà, e non tiene conto del contesto normativo di riferimento del comparto scuola, caratterizzato dai principi, anch’essi di rango costituzionale, dell’autonomia scolastica e della libertà di insegnamento. E’ legittima la preoccupazione che i provvedimento disciplinari e le sanzioni possano strumentalmente essere usati come azioni di mobbing nell’esercizio di un potere di controllo e disciplinare smisurato e privo di un forte contrappeso. Infatti la reiterazione di procedimenti disciplinari, benché infondati, a carico di un docente può creare i “legittimi” presupposti per un conseguente licenziamento da parte dei dirigenti a cui sono attribuiti compiti di vigilanza sul rispetto delle regole, senza che l’ordinamento preveda alcun potere di controllo sul loro operato. Il tentativo di introduzione nella scuola di un’organizzazione di tipo “verticistico”, pseudo-aziendalista, con con l’accentramento dei poteri decisionali e di indirizzo, che spesso scavalcano gli stessi Organi Collegiali e riducono, concretamente, il ruolo dei sindacati nella tutela dei lavoratori tutti della scuola rappresenta una pericolosa deriva autocratica e dirigista che getta pericolose ombre sull’esercizio della democrazia e della libertà nella scuola. Inoltre la riduzione degli ambiti di contrattazione con il sindacato, non può che favorire un’escalation delle condotte mobbizzanti atteso che i luoghi ove maggiormente si manifesta il fenomeno del mobbing sono aziende dotate di piena autonomia organizzativa ed economica con gestione diretta delle risorse e programmi di incentivazioni “discrezionali” da elargire ai dipendenti.


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

E’ facile intuire che in questo contesto si manifestino più facilmente comportamenti vessatori di “degenerato umanesimo” che assurgono a “politiche gestionali delle risorse umane”. La piena realizzazione di un ambiente di lavoro ispirato alla serenità e alla correttezza dei comportamenti, a fronte del moltiplicarsi di situazioni di vessazione e di prevaricazione che coinvolgono i docenti, deve realizzarsi attraverso azioni preventive di contrasto al mobbing fondate sulla formazione specifica sul tema, sulla emissione di codici di comportamento e sulla azione di monitoraggio svolta dalla Commissione regionale sul mobbing (ora sostituita per effetto del collegato lavoro del 10 ottobre scorso dal “Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni” con compiti consultivi, propositivi e di verifica. a cura della Fed. GILDA UNAMS

Per le tue segnalazioni scrivi a confronto@hotmail.it elio.notarbartolo@live.it

SPIAGGE E DINTORNI

L’anno scorso, di questi tem-

pi, era tutto un fervore d’iniziative. Il sindaco Capezzuto in persona scendeva sugli arenili sollecitando i cittadini a collaborare. Accade quest’ anno che tutto sembra essere tornato al degrado e all’ inciviltà, a partitre dalla spiaggia della Lingua, l’unica, sino ad oggi, a conservare lo status di spiaggia libera, fu pulita e resa di nuovo fruibile per il popolo che da sempre la frequenta. Per gli intenditori questo è il tratto di mare balneabile più limpido dell’isola. Noi stessi, trascinati dall’entusiasmo del neo sindaco, lodammo l’iniziativa e ne prendemmo atto. Oggi, a poco più di un anno, tutto è fermo con la spiaggia di tutti ridotta, consentite l’espressione, un vero e proprio schifo come testimoniano le nostre foto. Anche fare un bagno, quindi, diventa sempre di più una questione per ricchi (sembrano lontani i tempi in cui tutto era libero e gratis) dove bisogna pagare anche l’aria che si respira (qualcuno ci starà già pensando mentre abbiamo fermato almeno per ora i padroni dell’oro blu).

Anche le stessa spiaggia di Ciraccio è in simili condizioni (vedi foto) e così la spiaggia della Chiaia ancora più degradata. In stato di incuria troviamo anche la spiaggia delle “Grotte” sempre a Marina Grande Il degrado dei nostri arenili prosegue nell’incuria e nell’inciviltà di molti. I turisti che visitano la nostra isola ci dicono sempre “Bellissima isola, anche più di Ischia e Capri, ma sporca. Quando si recano sulle nostre spiagge ci dicono: “Siamo stati colpiti dal fatto che lo stabilimento pulisce solo il suo litorale sabbioso con la spiaggia libera sporca ed invasa da detriti e non solo (bicchieri, bottiglie di plastica, siringhe usate, buste, ombrelloni rotti). Ai pochi volontari il compito di pulire la spiaggia sotto l’incuria degli altri bagnanti” In conclusione: “ un’isola così bella ma così tanto trascurata non può essere pubblicizzata tanto se non offre un minimo di qualità (partendo proprio dalla pulizia delle spiagge).” Siamo in attesa che il comune esplichi le pratiche per

l’assegnazione ad un’associazione del servizio di pulizia

10

delle spiagge che arriva forse un pò tardi visto che la stagione estiva è già cominciata. Il finanziamento è 6000 euro a carico del casse comunali e 6000 euro in quota ASCOM. Si poteva fare di più facendo in modo che gli stabilimenti balneari che ottengono la concessione, oltre a mantenere pulito il “loro lido”, debbano farlo anche per la spiaggia libera affianco, che ci siano cestini per rifiuti e per cicche di sigaretta dappertutto, Avvisi di non deposito rifiuti e infine controlli sulle spiagge e multe salatissime. Come dire basta poco che ce vò ...anche copiare da chi è più virtuoso non ci saranno maestri a bocciarti. Francesco Lubrano


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

RICORDANDO VITTORIO ARRIGONI

E’ quasi completamente scomparsa dall’attenzione dell’opinione pubblica una figura molto legata agli ideali di solidarietà umana che i giovani Italiani stanno portando all’attenzione degli adulti, da tempo rinchiusi in sé stessi, dichiaratamente privi di speranze e senza nemmeno il coraggio di controbattere alla tracotanza dei poteri forti. I mass media hanno cancellato troppo presto dai loro giornali e dalle loro televisioni la memoria di Vittorio Arrigoni, attivista della collaborazione civile tra i popoli, scrittore e giornalista, ucciso a Gaza il 15 aprile 2011. Sicuramente una figura scomoda per il potere, aveva iniziato il proprio impegno nel settore della cooperazione umanitaria quando aveva 20 anni con l’organizzazione non governativa IBO. Era andato in Croazia, Russia, Ucraina, Estonia e Polonia: non era dunque un “comunista”, come Berlusconi ama etichettare chi non la pensa come lui per isolarlo, spaventando la fin troppo ingenua opinione dei “ben pensanti”. Andava in quei territori per aiutare l’umanità in sofferenza e non si preoccupava che questo suo lavoro potesse suonare come critica ai passati regimi comunisti. L’azione di Vittorio Arrigoni si sviluppa nella collaborazione, in quei Paesi, all’opera della ristrutturazione dei sanatori e degli ospedali, degli alloggi per disabili o senza tetto, proprio in linea con le indicazioni del pensiero cattolico in particolare, e della collaborazione tra uomini in generale. Si impegna poi in Africa con una cooperativa che si batte contro il disboscamento delle foreste del Kilimangiaro e poi per la creazione di centri sanitari nelle zone cittadine. E’ un missionario laico, insomma, che si fa carico anche

11

dei problemi ambientali. Nel 2002 si trova a Gerusalemme Est e nel 2003 diventa membro dell’Ong. International Solidarity Moviment, e si interessa della causa palestinese per cui prende posizioni radicali denunciando la politica autoritaria e teocratica di Hamas nell’amministrazione della striscia di Gaza a quella di Al Fatah in Cisgiordania. Nella sua visione del mondo e dei rapporti interumani non può non condannare il comportamento dello Stato di Israele per l’amoralità e l’indifferenza alla vita umana che esso pratica nei riguardi della popolazione della Striscia di Gaza. Per questo, Arrigoni viene inserito nella lista nera delle persone sgradite ad Israele e anche perché avrebbe potuto testimoniare contro Israele per crimini di guerra alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja. Viene minacciato, ferito, trasportato e abbandonato in territorio giordano. Nell’agosto 2006 viene chiamato a partecipare come Osservatore internazionale alle prime elezioni libere nella Repubblica Democratica del Congo accompagnando il sottosegretario del Ministro degli Esteri italiano Patrizia Sarnelli. Non è, dunque, una figura trascurabile se il Governo Prodi, comunque amico di Israele, lo chiama per una missione ufficiale. Nel settembre 2007 parte in missione umanitaria in Libano collaborando all’ampliamento della clinica del campo per rifugiati di Beddawi. Nel 2008 torna nella striscia di Gaza diffondendo informazioni sulle condizioni degli abitanti di Gaza. E’ ferito e incarcerato dall’esercito israeliano per aver difeso 15 pescatori palestinesi che cercavano di pescare nelle

proprie acque territoriali, a meno di 20 miglia dalla costa. In questo mentre egli mantiene, da giornalista, contatti con tutto il mondo dell’informazione in Occidente. Vittorio Arrigoni si è servito sempre della comunicazione via Internet gestendo più canali di informazione su YouTube e alcuni blog tra cui anche uno personale di critica e poesia. Perciò è molto conosciuto nel mondo giovanile dell’Occidente europeo. Come reporter collaborava con Radio 2 (trasmissione Caterpillar) con il quotidiano “Il Manifesto” e numerose testate italiane, americane e, più in generale, internazionali. Durante l’operazione “Piombo fuso” contro Gaza, il suo blog Guerrilla Radio è l’unica fonte di informazione internazionale da Gaza, visto che gli Israeliani impediscono l’accesso alla striscia ai giornalisti di ogni nazionalità. Lui si trova là e continua la sua opera di informazione. E’ un giornalista, è un testimone e non può sopportare che sia calpestata la dimensione umana. Nel mentre, coltiva relazioni culturali con l’Italia, sostiene Saviano ma poi lo critica per le sue affermazioni pro Israele non adeguatamente documentate. Riceve parecchie minacce di morte e il 4 aprile 2011 viene rapito a Gaza. Viene trovato il suo cadavere: era stato strangolato il 14 aprile. La responsabilità viene attribuita al gruppo Salafita, maomettani ultra….. Lascia scritto che il suo cadavere nel tornare in Italia, non debba passare per il territorio di Israele, dichiaratosi suo nemico e diventato suo nemico. Non ci intratteniamo su questo aspetto. Ci interessa più la dimensione

morale, il coraggio di questo giovane morto a soli 36 anni per difendere ideali che, se appartenessero a tutti, eviterebbero tanto male, tanta povertà e tanta disperazione. Noi sappiamo bene che Israele rappresenta politicamente l’avamposto dell’Occidente come, nel Medioevo, gli Stati latini di Oriente rappresentavano l’avamposto della Cristianità nel mondo maomettano. Occidente significa, a tutto tondo, civiltà occidentale, quella che proprio in questi giorni ha reagito contro gli attacchi feroci e indiscriminati contro la popolazione civile della Libia da parte di Gheddafi. La documentazione che Arrigoni ha trasferito in Occidente – anche a rischio della vita – ci mostra invece tanta sofferenza della popolazione civile di Gaza sotto i bombardamenti israeliani. In questo modo, non si interpretano lo spirito e i valori dell’Occidente. Israele è un Paese amico, sicuramente. Non vorremmo però che un Paese amico ci imponesse la cecità, la discriminazione e l’indifferenza. In questi giorni è venuto in Italia Nethaniau, il capo del governo israeliano e ha avuto colloqui con Berlusconi. Non ci piacerebbe che i trattati che hanno sottoscritto comprendessero il silenziamento sui valori della civiltà occidentale. Anche per questo riproponiamo alla memoria di tutti, specialmente giovani, la figura di Vittorio Arrigoni, ucciso per difendere i suoi e i nostri ideali di umanità. Elio Notarbartolo


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

PROCEDURE CHIRURGICHE MININVASIVE. EVOLUZIONE INDISPENSABILE E VANTAGGIOSA PER IL PAZIENTE All’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore (SA) un corso per l’apprendimento delle metodiche innovative, diretto dal Prof. Roberto Sanseverino

Formazione

professionale e potenziamento di procedure terapeutiche innovative al centro del “Corso di Chirurgia Urologica Mininvasiva”, organizzato da Emanuela Di Napoli Pignatelli di EP Congressi, e tenutosi presso l’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. A dirigere il Corso indirizzato ai giovani specialisti urologi, la competenza del Prof. Roberto Sanseverino, direttore del reparto di Urologia, punto di riferimento per le procedure chirurgiche mininvasive. Si tratta di metodiche moderne, efficaci e più vantaggiose per il paziente. La sessione di studi, di due giorni, ha approfondito materie come la Chirurgia Prostatica (dei tumori della prostata), e la Chirurgia Renale. Attenzione è stata dedicata quindi alla metodica chirurgica mininvasiva che consente di eseguire gli stessi interventi

chirurgici, che una volta si eseguivano con grandi incisioni e grandi tagli, effettuando solo piccoli fori. “Questo ovviamente per il degente è un vantaggio – ci ha spiegato il prof. Sanseverino - perchè il recupero post operatorio è più rapido, meno doloroso, e ci sono meno rischi di infezioni. Una serie di benefici dunque, che si traducono in una migliore qualità di vita per il paziente”. Questa prassi viene utilizzata ancora con un po’ di difficoltà, come mai? Prima di tutto perché l’apprendimento non è tanto facile e quindi non tutti intraprendono il percorso di formazione necessario per impadronirsi di queste tecniche. Inoltre il presupposto fondamentale è di disporre di apparecchiature tecnologicamente avanzate che consentano di eseguire questo tipo di interventi. Sono strumentazioni costose, nel panorama generale di dissesto

finanziario spesso le amministrazioni non le acquistano, e piuttosto che intervenire su altri sprechi, tagliano su questo tipo di spese. E’ vero che nel sud Italia, più del nord, queste procedure sono poco adottate? Si, soprattutto da noi questo tipo di chirurgia non è molto diffusa, o almeno non lo è come dovrebbe essere. È più frequente nel nord Italia per motivi prevalentemente di carattere economico. E’ anche vero, però, che qui ci sono molti specialisti che si dedicano a questi metodi. Quindi l’uso di tali pratiche sta crescendo? Si, è un trend in ascesa. Lo sviluppo della medicina e della chirurgia verso queste procedure meno invasive e tecnologicamente più sofisticate è inevitabile. Cosa spera per il futuro in questo settore? La cosa da augurarsi è che an-

che coloro che hanno la re

che coloro che hanno responsabilità di gestire le varie aziende sanitarie capiscano che questo tipo di investimenti non sono sprechi ma spese finalizzate ad un miglioramento delle cure. Siccome lo scopo della Sanità è quello di cercare di offrire ai pazienti i migliori trattamenti possibili, penso che sia un’ evoluzione indispensabile. Iki Notarbartolo

BREVI

DROGA: NUOVO APPARECCHIO LO RILEVA DALLA PUNTA DELLE DITA (ansa) D’ora in poi non serviraà più il palloncino, ma bastera’ la punta di un dito per scoprire se una persona, magari alla guida, abbia assunto droghe. E questo grazie ad un apparecchio portatile realizzato da un’azienda creata dall’universita’ dell’East Anglia di Norwich, e che potra’ essere usato dalla polizia. L’apparecchio e’ capace di rilevare i prodotti di decomposizione delle droghe secreti tramite il sudore dei pori della punta delle dita. La stessa tecnica e’ gia’ stata usata per rilevare la nicotina, ma ora funziona con diverse droghe, come cocaina, metadone e cannabis.

CUORE D’ESTATE, 10 REGOLE PERCHE’ NON INFRANGA I LIMITI - Alimentazione, idratazione e niente sforzi 1. evitare eccessi alimentari ed alcolici, soprattutto la sera 2. mangiare molta frutta ed incrementate l’introduzione di elettroliti (in particolare potassio) 3. favorire una alimentazione a base di pesce azzurro 4. non cambiare continuamente tipo di alimentazione 5. bere molto, soprattutto succhi di frutta 6. non fare sforzi sotto il sole evitando le ore piu’ calde. 7. evitare viaggi lunghi e stressanti (lo stress è aritmogeno) 8. evitare il bagno in acqua fredda 9. evitare le alte quote in montagna oltre i 2000 metri 10. evitare le arrabbiature e le forti emozioni

PAOLO SCATIGNA

ARREDAMENTI D’INTERNI ALLESTIMENTI NAUTICI 335.1456038 paoloscatigna@virgilio.it

12


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

PROCIDA COME MONTMARTRE

Se si facesse girerebbe il mondo con questo titolo: Procida come Monmartre. Partiamo da Terra Murata. Ricca di mistero, carica di storia, eppure trascurata perché, alla potenzialità di uno dei borghi più belli del mondo non c’è adeguta risposta. Per chi amministra un’isola valorizzare la risorsa mare è un imperativo categorico. Rilanciare, investire e promuovere tutto ciò che è “lontano” dal mare è intuito, lungimiranza. Unire le due cose è genialità. Quasi quanto scoprire l’acqua calda. E come unire il mare con ciò che lo sovrasta? Con un servizio di navette? No. Con una teleferica magari alimentata con pannelli solari non inquinanti? O magari creando un eliporto, se possibile, che in un’isola non guasta mai? Si, no, bello ma costoso… insomma, dietro l’angolo, quando l’incendio del dibattito divampa –con la deriva classica del “tutti possono parlare di tutto” (a Napoli si dice zimpere e caprett’ una bulletta), si rischia di non fare nulla. È quasi una scienza esatta! E se invece per una volta si provasse a ragionare come farebbe un ingegnere, ad applicare la soluzione più semplice nel modo più veloce e con il minor impiego possibile di denaro, la lampadina si accenderebbe e tra il disappunto ge-

13

nerale per non averci pensato prima, e la sorpresa di trovarsi di fronte alla famosa acqua calda, ecco la parola chiave che diventa concetto e poi opera d’ingegno. Talmente semplice ma così possente da cambiare tutto. Una strada che colleghi, unendola in un abbraccio culturale, paesaggistico, tra passato e futuro, Terra Murata con Punta Lingua. Scendendo dal primo arco del borgo più antico dell’isola, seguire, invece del percorso tradizionale, quello nascosto tra il primo piazzale e il castello, dove, se ci si ferma un attimo, ci si rende conto di quante ere hanno stratificato l’isola. Una targa, con venti righe, una volta valorizzato il luogo nel modo più semplice, consentendone la passeggiata in piena libertà, permetterebbe al viandante, portatore sano di esperienze e cultura, di stupirsi di fronte a secoli e secoli di storia. Passeggia, passeggia e ti trovi, possibilmente senza inciampare in rifiuti e sterpaglie, di fronte al maestoso portone di quello che una volta fu un castello, poi il carcere e che oggi, da oltre vent’anni, è niente. Un breve tratto di strada, lungo la “Spianata”, che ti offre alla vista il panorama mozzafiato della Corricella, e ti infili sulla destra, dove pochi scalini t’introducono al “Vascello”. Prendi le viuzze che dal Vascello col-

legano, unendoli, i misteri di un’isola misteriosa e nomade. Passeggiando tutti come gatti randagi prigionieri solo della loro libertà fatta di assenza di tempo. Quella che ti permette la cura dell’anima. Scendi fino al passaggio strettissimo, monumento all’autodifesa dei procidani, via di salvezza e speranza quando, saraceni senza scrupoli e senza rispetto, violentavano la sacralità di questo luoghi accanendosi contro le donne, i bambini e gli uomini dell’isola. Pochi secondi di claustrofobia ed ecco, sulla destra, la stradina di punta Lingua. Una scala lunghissima e stretta conduce fino alla spiaggia sottostante e al mare. Una barriera inutile, disarmonica, che se diventasse stradina non determinerebbe una cesura netta tra la Procida di sopra e la Procida di sotto. Immaginatela questa passeggiata. Fatela. E, scollegati dal

circostante comincerete a sognare ad occhi aperti e, come in una dissolvenza, vi autotrasporterete nel futuro del mondo che era. Che potrebbe essere, che sarà. Ed eccola la Montmartre procidana: artisti di tutte le nazioni, quadri e ritratti di tutti i generi, mimi, artisti di strada, poeti e scrittori, aspiranti e maledetti, talentuosi ma ignorati, o immeritatamente noti, seduti negli spazietti antistanti i baretti dei procidani che, per

amore dell’isola, offrono i loro luoghi a quanti, con educazione e rispetto, sapranno goderne. E chissà che questa nuova Procida non riesca a scalfire, ammorbidendola, la genetica chiusura di chi l’isola la vive talvolta soffrendola. E chissà che i più fortunati, in queste viuzze, non incontrino una donna minuta dalla forza irruente come il mare, che questi luoghi li ha amati mettendoseli dentro, elaborandone odori, colori e sentimenti, da consegnare al mondo. La più bella Graziella: Elsa Morante. Con amore e per amore, per intelligenza e con intelligenza, per lungimiranza e con lungimiranza, questa stradina fatela! La risorsa finanziaria è disponibile: fondi europei e fondi per la riqualificazione dei centri storici. Enzo Colimoro


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

scista Giovanni Amendola. Nato a Episcopio, frazione di Sarno, il 19 gennaio 1848, Amendola aveva manifestato fin dall’infanzia il proprio interesse per la scultura, così che, appena dodicenne, fu mandato dai genitori a bottega dallo scultore potentino Antonio Busciolano. Due anni dopo, però, s’iscrisse al Reale Istituto di Belle Arti di Napoli, dove ebbe per maestri Tommaso Solari e Tito Angelini, sotto la cui guida cominciò a realizzare allegorie di temi storici, che, pur nel rispetto della tradizione accademica, rivelano la propensione per la ricerca d’uno stile più innova-

tivo, tendente nella direzione del verismo, verso la quale fu indirizzato dal terzo dei suoi maestri, Stanislao Lista. Nel 1866, con un bassorilievo raffigurante “Cristo che risuscita Lazzaro”, partecipò a un concorso a Roma, dove eseguì molti ritratti particolarmente raffinati, conobbe lo scultore Pietro Tenerani ed ebbe contatti anche con le correnti culturali moderne, che incisero notevolmente sulla sua formazione. La sua attività subì una sospensione, a causa d’una grave malattia, che lo costrinse a ritornare a Sarno; superata, però, tale infermità, egli riprese l’attività artistica, eseguendo per il teatro Verdi di Salerno il suo capolavoro, vale a dire, il “Pergolesi morente”. Il suo romanticismo trova ulteriore espressione in altre opere, come il “Pierrot”, esposto a Vienna nel 1873 e ora al Museo di Capodimonte, mentre una maggiore adesione al verismo è espressa da bozzetti, come il “Maniscalco” del Museo di San Martino (1874), che manifestano in qualche modo l’influenza dell’arte di Achille D’Orsi. D’ispirazione byroniana, viceversa, è il gruppo “Caino e la sua donna”, in gesso patinato a bronzo, di dimensioni maggiori del vero, che fu esposto nel 1877, tra accese polemiche, a Napoli, dove tuttora è presente, nella Galleria dell’Accademia di Belle Arti. L’“Allegoria dell’Autunno”, con la quale partecipò all’Esposizione di Parigi del 1878 (ora a Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), lo proiettò verso una dimensione euro-

pea, connotata anche da un soggiorno in Inghilterra, durato fino al 1884, che gli procurò l’amicizia del pittore preraffaellita anglo-olandese Laurens Alma Tadema, della cui sorella, Laura Theresa, realizzò il ritratto, che si colloca accanto ai tanti altri di signore inglesi, ch’egli modellò con delicatezza ed eleganza. Al ritorno in Italia, Amendola si dedicò alla realizzazione di monumenti, come quello in bronzo di Mariano Abignente (1886, collocata nel 1893), eseguito per la città di Sarno, e quello in marmo di Gioacchino Murat, scolpito per la facciata del Palazzo Reale di Napoli, mentre del 1883 è il bozzetto delle Cariatidi in bronzo del Mausoleo Schilizzi a Posillipo (ora Ara votiva dei Caduti in guerra), fuse postume dalla fonderia Chiurazzi, quarant’anni dopo. Giovanni Battista Amendola morì a Napoli, il 17 dicembre 1887; per tornare al suo “graffito” di San Giovanni a Carbonara, vale la pena di sottolineare come un gesto solitamente deprecabile sia stato utile, viceversa, una volta tanto, ad attestare ch’egli non tralasciò nel proprio percorso artistico lo studio delle sculture del sepolcro del gran siniscalco napoletano.

McAvera intitolata ‘’Le donne di Picasso’’, per la regia di Terry D’Alfonso. Protagoniste, Milena Vukotic e la giovane Margot Sikabonyi che vestira’ il ruolo di Marie Therese Walter, la piu’ grande passione erotica dell’artista. La rappresentazione si avvale della registrazione vocale di Giorgio Albertazzi come Picasso.

LE CARE BANDIERE BLU IN CAMPANIA Anche per quest’anno la FEE (Foundation for Environmental Education) ha assegnato la famosa ‘’Bandiera Blu’’, a certificazione della qualita’ delle acque e dei litorali italiani, premiando ben 12 localita’ campane. Ma quanto costera’ ai turisti? Il portale immobi-

liare ‘’Casa.it’’, rivela che all’attribuzione della ‘’bandiera blu’’ ha fatto seguito anche un notevole incremento nei costi d’affitto. Agropoli fa registrare un +9% raggiungendo un prezzo medio settimanale di 600 Euro. Per Positano, con una crescita del 6% rispetto allo scorso anno, sono richiesti in media ben 1.100 euro.

Eccellenze napoletane GIOVANNI BATTISTA AMENDOLA

Nessuno

vorrà seriamente pensare che il costume di lasciare la propria firma graffita sui muri anche dei monumenti sia una consuetudine dei giorni nostri: non devo ricordare quelle che tuttora si leggono sui muri del Lupanare di Pompei, mentre devo segnalarne una, che figura incisa su una parete della cappella Caracciolo del Sole, nella quattrocentesca chiesa napoletana di San Giovanni a Carbonara, a memoria del fatto che ivi «G.B. Amendola studiò / 16 Agosto 1881». Ebbene, l’autore di quel graffito è lo scultore Giovanni Battista Amendola, zio del celebre politico antifa-

Sergio Zazzera

BREVI

FESTIVAL A CAPRI Al via sull’isola azzurra la quinta edizione dell’International Arts Festival. La kermesse, che si svolgera’ nelle sale della Certosa di San Giacomo, dal 27 agosto al 3 settembre, si aprira’ con una rappresentazione teatrale in anteprima mondiale, scritta appositamente per Capri, che porta la firma di Brian

14


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

MUSICISTI COME CALCIATORI.

In “Tutta l’orchestra minuto per minuto” la passione per la musica e i paradossi della nostra società

LIBRI

L’ARENELLA E LA GUERRA DELLA SPERANZA Un “romanzetto” di Maria Rosaria Pugliese

Antonio Del Gaudio “Tutta l’orchestra minuto per minuto” Boopen Editore € 10,00

Maria Rosaria Pugliese “Pazienti smarriti” Robin Edizioni Euro 15,00

Ha molti aspetti interessanti questo libretto che Ma-

Folle! Certo potrebbe sem-

brare una follia credere in un mondo in cui i musicisti sono più famosi e ricchi dei calciatori. Tutto questo è il risultato della mente di Antonio Del Gaudio, musicista diplomato in Conservatorio e cantautore per passione. Ed è proprio la passione il leitmotiv del libro “Tutta l’Orchestra minuto per minuto” che la BoopenLed ha pubblicato di recente e che strizza l’occhio alla famosa trasmissione radiofonica della Rai. Il sentirsi considerati sempre come “Cicale” perditempo ha generato un moto d’orgoglio in Del Gaudio, fino a spingerlo a scrivere una storia in cui due personaggi, Riccardo Lancelloti violinista dell’Orchestra di Napoli e Saverio Guglia calciatore professionista ai matrimoni, vivono vite diametralmente opposte a quelle dei giorni nostri. Musicisti che hanno tutto dalla vita denaro, celebrità e fama mentre i calciatori sono relegati al ruolo di intrattenitori ai ricevimenti. Genitori che accompagnano i figli allo stadio per assistere agli incontri tra orchestre nel campionato italiano di categoria e che quest’anno vedrà l’Orchestra di Napoli, grazie all’arrivo del fuori classe Donamara, detto il Flauto de Dios perché proveniente dall’Argentina, potrà vincere il suo primo scudetto.

15

Nel libro si susseguono storie ed episodi tra il divertente e il fantastico ma contraddistinte da tanta passione, la stessa che continua a far pulsare il cuore dei musicisti che si battono per ottenere rispetto per il loro ruolo, per la loro formazione professionale e che viene mortificata dalla numerosa ignoranza della gente. Così accade nel racconto che Saverio Giuglia, il calciatore, si meraviglia perchè ai matrimoni gli invitati gli chiedono come mai i calciatori non usano le mani per prendere la palla oppure se la palla nel calcio sia simile a quella del basket, così accade nel mondo reale che le persone non distinguano un contrabbasso da un violino o una tromba da un sassofono. Ecco, nonostante la passione, esistono barriere difficili da abbattere e mistificazioni che rasentano il ridicolo. Si può pensare ad un mondo meno ignorante, un mondo in cui la cultura sia sinonimo di conoscenza e non di elite presuntuosa? Antonio Del Gaudio fa la sua parte così come tanti bravi e appassionati musicisti.

Gennaro Pasquariello

ria Rosaria Pugliese ha pubblicato per i tipi di Robin Editore: il ricordo dell’Arenella anni ‘50 le ragioni della toponomastica intorno a piazza Medaglie d’oro il ricordo dei momenti infantili a sostegno della vita da adulti la metamorfosi delle speranze al fluire degli eventi della vita. E gli eventi della vita, meglio, della malattia di un congiunto sono la spina dorsale del libro, cadenzano i ricordi dell’infanzia, condizionano le speranze degli individui e danno la sintesi di tutta una miriade di accadimenti che sono in definitiva il significato della vita. Luoghi, sentimenti e sensazioni, emozioni e stati d’animo apparentemente di nessun momento, ti ricompaiono nella memoria e ti costruiscono la coscienza individuale, ti danno la ragione degli affetti, ti saldano tante piccole particelle a formare l’unione educativa, l’unità familiare, la stampella e “l’esercito della salvezza” che accorre compatto, costruttivo e positivo in soccorso del componente familiare in difficoltà. La malattia, però, è più forte di scienza tecnica, fede e speranza anche se spesso rimane in secondo piano, passa attraverso le pagine della narrazione a costruire lo stroma, la struttura del racconto per poi diventare “parenchima” ragione del racconto, alzarne la drammaticità, dominare la speranza, domarla e riportare il tutto alla rassegnazione, all’accettazione della sconfitta del sentimento, alla fine della storia comune e al rifugio del ricordo. E’ un ottima raccontatrice Maria Rosaria Pugliese e i suoi sapienti “stop and go” nel procedere del libro, supera e vincono quello che potrebbe essere un handicap! Cioè il finale fin troppo scontato e conosciuto della storia a partire dalla pagina 1. eNNe


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

BATTI IL MURO. QUANDO I LIBRI SALVANO LA VITA

DA LEGGERE NEL SOLE DELL’ESTATE

Giacomo Retaggio, “Intrighi e calunnie in sagrestia” Adm Editoriale euro 16,00

Antonio Ferrara “Batti il muro. Quando i libri salvano la vita” Rizzoli euro10.90

Toccare

il tema del dolore per uno scrittore, credo sia fra le avventure più difficili! Quanti, da bambini, hanno avuto paura, quanti sono stati segnati da traumi che li hanno accompagnati per tutta la vita! Caterina, la protagonista di “Batti il muro”, è appena una bambina, quando la madre comincia a chiuderla in un armadio. Sì, in un armadio, al buio, per punirla per chissà quale colpa. E’ malata la mamma di Caterina e, ogni tanto, entra ed esce dall’Ospedale: così veniva chiamato da suo padre, il manicomio, che la bambina costeggiava tutte le mattine, e da cui, tutte le mattine, provenivano quelle voci disperate, quelle urla che le intimavano: “Batti il muro!”. In quell’armadio, Caterina, sulle prime, ha paura. Poi, con un libro ed una torcia elettrica, rende quel luogo “la sua casetta di legno”. Sono i libri ad aprirle la strada, a tracciare il percorso verso la libertà: non era stato un caso se un giorno il suo cammino l’aveva portata verso la biblioteca, non era un caso che biblioteca e manicomio fossero vicini. “ La follia è la parente povera della poesia”, così Caterina ricordava di aver letto, un giorno. Sono i libri che le daranno gli strumenti necessari ad agire con la propria testa a capire le proprie emozioni e superare il dolore, interrompendo il percorso che era toccato a sua madre, e, prima ancora, alla madre di sua madre.

16

Caterina, divenuta libraia, parlerà dei libri letti, di quello che ci aveva trovato, dell’amore, della paura e del coraggio, cioè “la paura di aver paura”, imparando, così, a vedere nel buio e sentire il silenzio. E’ nel suo lavoro di libraia che trova la sua strada, il suo regno, usando parole buone per curare, per guarire. Diventa una donna che non ha paura della solitudine, perché, prima di imparare le voci e i rumori ha conosciuto il silenzio. I libri hanno avuto il loro ruolo, insieme a quel “batti il muro” , quella frase che tanto le faceva paura e di cui aveva compreso il senso: il desiderio di quei matti di essere visti, riconosciuti, non invisibili. Scava nel profondo, Antonio Ferrara con “Batti il muro”. Un libro che commuove, narrando con toni delicati una storia vera, una storia drammatica. Leggendone le pagine, si attraverserà il dolore, si proveranno le emozioni di Caterina, il suo senso di impotenza, ma anche il superamento della sua sofferenza che lei avrà riconosciuto, dominato e, poi, raccontato. “La gente non sa quanto siano importanti i libri per uno che sta nascosto”. E’ con questa citazione, tratta dal Diario di Anna Frank, che si apre il libro. Niente di più vero! Mimma Visone

Conferenza di presentazione - 6 agosto, Martiri, Procida - ore 21,00.

Tjuna Notarbartolo, “Sublime passione” Pizzo Nero – Rusconi Libri Editore euro 11,90

“L’isola nomade” a cura di Tjuna Notarbartolo Adm Editoriale euro 15,00

piazza dei


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

I DAMIANI E L’UOMO CRESCIUTO TRA LE SIEPI

E’

da ritenere impossibile, come una goccia d’acqua, possa emergere, da un mare di luccicanti lamiere, e dal travolgente caos di una città. A pochi passi da Napoli, c’è un oasi: appare come un paesaggio lunare, con il suo travolgente silenzio e lo splendore di tanti colori, tutti naturali di acque, di fiori e di prati. E questa magia, vive non solo nel regno dell’alba. Le tenaglie distruttive, che deturpano la spontaneità della natura, sono evanescenti. E lo splendore di luci, il tramestio di voci sono solo un modesto dettaglio, che non offende il tuo desiderio di privacy. L’acqua sotterranea immersa in lingue di lava rovente, fatta affluire e miscelata con acqua fresca sversata poi in vasche, è motivo e ragione di attrazione di molti napoletani e stranieri.

17

Circolo Averno: ora è così denominato, ma conosciuto nel lontano 1950 era il “Damiani”. Era solo una casupola, con un tetto di paglia, con pochi tavolini di legno rosso su un pavimento di terra smossa. Luogo di ritrovo di fidanzati, di gruppi di ragazzi. Si Ballava con il classico juke box, si assaporava in grossi bicchieroni di vetro, le granite dei limoni che arricchivano la nostra terra selvaggia. Chi ricorda quel luogo è sempre accompagnato dal nostalgico pensiero, di anni verdi trascorsi, di serate magiche, di amori sognati e vissuti. Ci sono foto, che tappezzano ora i muri delle pareti del nuovo complesso… Sono tutti ragazzi, gruppi di amici, ..riuniti nelle poche feste, organizzate, i veglioni di un tempo e … il tempo passa velocemente. Ma tra questi ritratti, anche di dipendenti noti la sua assenza, l’assenza del primigenio dei

Damiani. No, non si tratta di uno dei “padroni”. Un carattere schivo alle feste, riservato, attento osservatore, vigile del suo lavoro, calmo e pacato e quelle poche parole sono dette con saggezza. Un personaggio, almeno ritenuto tale da tutti ma sconosciuto a molti. Colui che ha reso quel luogo ameno ricco di alberi, di agrumeti, di fiori, e che forse ha piantato ma ora conosce bene tutte quelle piante. Passa inosservato e, solo quando può essere utile, allora si ricordano di lui e lo chiamano con il suo nome. Giovanni. Bagnino durante l’estate, ma polifunzionale dipendente del complesso. Basta guardarlo, e chi sa comprende, che le pieghe rugose delle sue braccia, il suo viso scuro, cotto di sole, sono le testimonianze di tanti anni passati e sacrificati

per quella terra. Era il figlio del colono, cresciuto tra le siepi, inerpicate, estese fino al Monte Nuovo. La sua agilità lo ha mantenuto identico fino a pochi anni fa. Se lo cercavate d’inverno non avreste mai immaginato di vederlo arrampicato, su un albero a potare, o a raccogliere i suoi limoni, o curvo a zappare, o a raccogliere quei suoi meravigliosi fiori coltivati dalle sue cure amorevoli. E’ ora, piccolo, segato dai suoi anni, giustificato nei suoi movimenti lenti, a volte traballante nell’insicurezza delle sue gambe. A volte, sonnecchia sulla sua sedia, smosso solo da qualche rumore improvviso.. Par che sogna, forse quell’infanzia, quella gioventù passata in fretta, dedito solo a lei, il suo amore, la sua donna, la sua vita: la sua terra…quella terra!… Silvana D’Andrea


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

NEL MONDO DELLE NOTIZIE...UNA VISITA AL TG1

V

i racconto (seppur brevemente) una visita di poche ma intense ore a Saxa Rubra, nella sede del tg della prima rete della tv pubblica nazionale. Un viaggio nel mondo del giornalismo nella tv generalista, a volte criticato, a volte limitato dal contesto e dai tempi televisivi che non permettono approfondimenti e delucidazioni maggiori di quelle che vengono offerte ogni giorno, ma indubbiamente un tipo di giornalismo che per molti rappresenta la prima o addirittura l’unica fonte di informazione. Sono le 3 e 30 di un bel pomeriggio romano, un Venerdì come gli altri all’apparenza, ma che poche ore più tardi sarà ricordato come un giorno unico, un 15 Aprile da segnare sul calendario e da scrivere nel libro delle esperienze di vita. Siamo all’entrata io ed un mio amico e collega dell’università, davanti a noi una porta trasparente, oltre la quale si possono scorgere tre tornelli sorvegliati da due guardie. Stiamo aspettando Mario Scelba, zio del mio amico e giornalista del tg1, redazione cronaca. Ci procura i pass, utili per entrare nel suo mondo e si spera tra qualche anno anche quello di due giovani come noi, che in quel momento sembriamo bambini in attesa di aprire il nostro regalo di Natale. Passiamo ognuno al di là del suo tornello e ci rechiamo verso l’ascensore. Il piano è il secondo. Si apre la

18

porta e davanti si snoda tortuoso un corridoio stretto e rimpicciolito dagli armadietti adiacenti le pareti: contengono ogni tipo di materiale d’archivio. Scelba ci accompagna nel suo ufficio, dove conosciamo Gianni Marini, anch’egli volto noto della tv, e Valentina Di Virgilio, giornalista fino a due mesi fa precaria (ci racconta), alle prese con un servizio da lei curato riguardante le festività pasquali vissute dai detenuti nel carcere di Rebibbia. Valentina è simpatica, ed oltre a rispondere alle nostre continue domande, lei che è abituata a farle, ci mette sotto gli occhi i quotidiani del giorno, ma, mentre ci aggiorniamo sulla situazione politica italiana e guardiamo la foto scioccante del povero Vittorio Arrigoni, barbaramente ucciso, assistiamo ad un litigio telefonico tra il nostro Cicerone Scelba e Giacomo, il regista. La lite è violenta, i toni pure. Si parla di un servizio per l’edizione delle 17.00 non ancora ultimato, ma il tutto si risolve “pacificamente” con un vaffa e con la brusca chiusura della linea telefonica. Intanto a Marini, seduto davanti al suo pc a pochi metri da noi, giunge una notizia importante: “c’è stato un morto sul lavoro a Padova”. Ne parla con Scelba, e alla fine i due decidono che la notiziabilità di quest’evento è più debole rispetto ad altri avvenimenti di cronaca avvenuti nella mattinata come il grave incendio a Milano e la situazione di costante emergenza a Lampedusa. Così la notizia viene a malincuore scartata. Non c’è posto per un morto sul lavoro oggi. E’ questo il lavoro, a volte brutale, a cui è sottoposto il gatekeeper, il guardiano del cancello che alza o abbassa la sbarra della notiziabilità, a seconda dell’importanza dell’accaduto e delle preferenze del pubblico, per selezionare le notizie da trattare per portarle successi-

vamente nelle case degli italiani. Dopo la telefonata non proprio idilliaca, un rasserenato Scelba ci spiega un po’ le routine e i trucchi del mestiere, i ritmi frenetici e le anguste decisioni che il giornalista è obbligato a prendere quotidianamente sugli accaduti: nella selezione,nel trattamento e nell’esposizione dei fatti. Sono le 16.00 e c’è la riunione per decidere le notizie da inserire nella scaletta dell’edizione più importante e seguita del telegiornale, quella delle 20.00. Ci avviamo verso la sala che ospita il dibattito su cosa “mettere o non mettere”, e già troviamo seduti al loro posto il coordinatore Fabio Massimo Rocchi e tutti gli altri capi redattori: dall’economia alla politica, dalla società agli esteri. E poi ci siamo “noi” della cronaca. Arriva il direttore Minzolini e la discussione ha inizio.

Siamo seduti lontano dal tavolo ovale dei giornalisti ma ascoltiamo interessati. Ci sono tante notizie, solo alcune avranno l’onore di entrare nelle case degli italiani. La riunione va per le lunghe, e quando senza accorgercene si sono fatte quasi le 17.00, Scelba ci chiede se abbiamo voglia di andare ad assistere in diretta dallo studio televisivo al tg del pomeriggio. Naturalmente la nostra risposta è sì, e sulla strada che porta allo studio riusciamo a visitare di sfuggita anche la sala

montaggio per i servizi, quella audio, e la redazione internet che cura il sito. Arrivati nello studio, l’atmosfera si fa quasi teatrale, sembra tutto finto e mancano 2 minuti alla diretta. Il conduttore Marco Franzelli ci chiama. Ci chiede di avvicinarci per poterci mostrare tutti gli strumenti che ha a disposizione il mezzobusto dietro la scrivania: pedali per spostare la telecamera a proprio piacimento, un computer, un teller (auricolare) che lo collega alla regia, che così può comunicargli in tempo reale se ci sono o meno notizie dell’ultim’ora. Parte la diretta, Franzelli è disinvolto sia nel parlare che nel muoversi, sembra un robot, ma tra un servizio e l’altro, un po’ insicuro ed impaurito chiede a Scelba la precisa pronuncia del nome di un cantone svizzero, il cantone Vaud dove sono scomparse le due povere gemelline. L’edizione del tg delle 17.00 fila liscio come l’olio, e così dopo un saluto alla regia e al conduttore, le luci dello studio si spengono e noi siamo pronti a tornare alla realtà al di qua dello schermo, contenti dell’esperienza vissuta e delle cose apprese. Trucchi del mestiere, esempi di professionalità, e anche qualche triste esclusione di notizie è quel che ci rimane alla fine del nostro viaggio. Rimarranno pensieri e ricordi di una giornata splendida da giovani e fortunati studenti, pronti a tornare nel mondo reale, nel mondo dove nascono, vivono, a volte si impongono all’attenzione, a volte no, le notizie.

Fabrizio Lubrano Lavadera

Invia i tuoi comunicati stampa a: confronto@hotmail.it elio.notarbartolo@live.it


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

DIARIO DI UN INCIPIT Fotografia, giovani e pittura presso l’Archivio Fotografico Parisio di Napoli

S

punto di riflessione e di grande interesse si è rivelata la mostra curata da Toty Ruggieri (curatore fotografia) e Salvatore Passeggio (curatore pittura), “Diario di un incipit”, che ha visto in esposizione le opere di giovani artisti: Beatrice Capone, Vincenzo Criscuolo, Anna Langone, Loris Lombardo, Tommaso Meles, Chiara Pepe, Ilaria Picarone, Ilaria Sagaria, Anna Maria Saviano.

Ne abbiamo parlato con i curatori. “Lavorare con i giovani è un impresa ardua e difficile, soprattutto in una città come Napoli, dove c’è mancanza di spazi, di sponsor istituzionali e di fiducia, elemento principale per poter andare avanti e costruirsi un futuro – ha detto Salvatore Passeggio -. Per questo allestimento dopo mille peripezie, promesse andate un fumo, si è aperto uno spiraglio ed abbiamo ottenuto una location di tutto rispetto, l’Archivio Fotografico Parisio (in piazza del Plebiscito) dove abbiamo potuto esporre fino all’8 luglio. Giovani + fiducia = futuro: abbiamo dato loro le pagine di questo diario e sono stati pronti a scrivere con l’ inchiostro indelebile il loro incipit…” Entusiasmo trapela anche dalle parole di Toty Ruggieri. “Questi giovani usano la fotografia come mezzo narrativo per comunicare con un mondo che ha smesso da tempo di farci sognare, perché troppo frettoloso e cieco, e ci restituiscono le loro visioni, le loro aspettative e i loro dubbi. Possiamo leggere, attraverso le loro immagini, l’analisi della nostra società, mascherata, claustrofobica o lacerata.”

ARTISTI E ARTISTE PER IL DOPPIO TEMA: “GENESI E KABBALAH”

Un congruo numero di di-

pinti su “Genesi e Kabbalah” sono passati dalla “Saletta Rossa” della Libreria Guida alla Comunità Ebraica di Napoli, tra aprile e giugno 2011, e restano tuttora in mostra. “Genesi e Kabbalah” dopo una prima “location” nell’accogliente e mitica “Saletta Rossa” della “Libreria Guida”, accettata, dal 28 aprile 2011, da Mario Guida, patron della casa editrice partenopea, c’è stato un replay espositivo dal 24 maggio 2011 con l’inaugurazio-

19

ne nella sede della Comunità Ebraica di Napoli. Si tratta di una collettiva ancora in corso con quattrordici lavori, tra rame, olii, acrilici e tecniche miste e tecniche miste di artisti, di vario spessore e vari codici linguistici, tra cui tredici napoletani e un’italoisraeliana. Si è manifestata, così, una connessione spirituale e sentimentale con percorsi a confronto di varia e diversificata caratura. Mute indagini e filanti snodi spirituali, tessiture mentali

e tratti cromatici hanno risposto, in modo estremamente variegato, al tema comune della “GENESI E KABBALAH”. Stefano Wölfler Calvo ha voluto l’insieme degli artisti e delle artiste per rispondere nel tempo, all’esplorazione dei miti e degli archetipi, sfiorando finora appena qua e là il tema della Kabbalah. Stefano Wölfler Calvo ha aperto, nella sede della Comunità Ebraica di Napoli, l’evento. Sono poi seguiti gli interventi su “Genesi e Kabbalah” del Rav Shalom Bahnout, Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Napoli, di Suzana Glavaš, docente di lingua croata all’Università “L’Orientale” di Napoli, dell’architetto Franco Lista, tra gli altri, nonché una lettura di testi sul tema: un brano della Creazione del mondo di Trilussa in romanesco e la poesia Genesi di Else Lasker-Schüler, da parte di Luciano Tagliacozzo. Suzana Glavaš ha fatto conoscere al pubblico alcuni Messaggi cabalistici della scrittrice contemporanea croata Jasminka Domaš, nella sua traduzione italiana inedita. Alla chitarra elettrica con multi-effetto, ad intervallare gli interventi, si è esibito con distinta classe Alessandro de Santis. L’esilio del Sé e il senso dell’alterità del mondo, la coniugazione della percezione del Sé e dell’altrui sociale, l’alternarsi dell’oblio della memoria delle radici e della persistenza del flusso divino, le necessità dell’essere a sentirsi accolto e a reggere una vita etica sono

stati alcuni dei segmenti operativi su cui hanno agito gli artisti nei propri codici di riferimento. Le valenze toccate sono state definite, soltanto in parte, da valori di una scala di di estremi di qualità. Questa mostra è senz’altro un benefico e serafico incontro di religioni e di artisti e di artiste e resta, fondamentalmente, un‘aggregazione di immagini emblematiche e di iconicità di vari piani visivi e di diversi e alterni caratteri. Vedremmo un allargamento con identità di stimata e ritenuta qualificazione, anche una maggiore armonia di sintassi e l’affermazione di una maggiore e più catalogata sintesi. La mostra, che doveva restare fino al 31 maggio è stata prorogata a data da destinarsi, mette in rassegna opere d’arte di Giovanna D’Amodio, Guido Sacerdoti, MariaTeresa Sgueglia, Maria Pia Daidone, Maria Pia De Santis, Shazarahel (italo-israeliana), Beniamino Gaglione, Marco De Lerma, Ugo Stingo, Edoardo Panetta, Sebastiano Materazzo, Franco Lista, Franco Giraldi e Stefano Wölfler. Da ripetere con qualche altra teoria di nomi nuovi. Maurizio Vitiello


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

3° FESTIVAL DEL CORTOMETRAGGIO “I CORTI SUL LETTINO – CINEMA E PSICOANALISI”

CONTRO L’ABBANDONO DEI CANI IN AUTOSTRADA, PARTE L’OPERAZIONE “IO L’HO VISTO” Per le segnalazioni a disposizione un numero

Si svolgerà il 5 e 6 settembre 2011 dalle ore 21.00 alle 24.00, la Al via l’operazione “Io l’ho

terza edizione del Festival del Cortometraggio “I Corti sul Lettino - Cinema e Psicoanalisi”, a Napoli, diretto dallo psichiatra e critico cinematografico Ignazio Senatore ed organizzato da Pietro Pizzimento. Si rinnova un appuntamento che in breve tempo è diventato un evento nazionale tra i più ambiti per i filmaker italiani e stranieri. L’evento rientra nell’ambito della rassegna “accordi @ DISACCORDI” – XII Festival del Cinema all’Aperto, presso il Parco del Poggio a Napoli. Ad ingresso gratuito, nelle due precedenti edizioni, le giurie, presiedute dai registi Roberto Faenza e Giuseppe Piccioni, avevano selezionato e premiato il migliore cortometraggio, regista, sceneggiatore, attore protagonista, attrice protagonista, documentario e colonna sonora. Con questa nuova edizione saranno introdotte ben quattro novità: il premio del pubblico, che avrà la possibilità di votare il corto preferito, quello per il miglior corto d’animazione, il miglior corto straniero - con i sottotoli in italiano - e la migliore fotografia. Per regolamento ogni opera avrà una durata massima di 60 minuti. Info: MOVIES EVENT Tel./Fax 0815491838 E-mail: info@accordiedisaccordi.com

E...STATE CON LORO!!

20

visto”, per ‘salvare’ gli amici a quattro zampe abbandonati sulle autostrade, realizzata in collaborazione dall’Associazione italiana difesa animali ed ambiente (AIDAA), Prontofido e le radio del gruppo Finelco (Radio 105, Virgin e Radio Montecarlo). Per il quarto anno consecutivo, gli oltre 1.200 volontari dei team antiabbandono di ‘Io l’ho visto’ pattuglieranno le autostrade italiane con oltre 100 gruppi automuniti che interverranno in soccorso dei cani in difficoltà. L’operazione ronde, scattata il 24 luglio, durerà fino al 4 settembre: in questo periodo, sarà possibile segnalare i cani abbandonati o vaganti sulle autostrade inviando un sms al numero 3341051030, indicando il punto esatto dove si è avvistato in cane. Da quest’anno sarà inoltre possibile effettuare la segnalazione attraverso i telefoni e gli apparecchi palmari scaricando l’apposita applicazione. Una volta localizzati - informa l’ Aidaa - i cani saranno portati in uno dei canili convenzionati dove si provvederà alla lettura del

microchip ed al loro eventuale ricovero nella struttura. Ai gruppi operativi automuniti si aggiungono inoltre, da quest’anno, una trentina di staffette motocicliste che saranno operative ad agosto in concomitanza con il periodo di maggior afflusso sulle autostrade. E’ partito domenica 3 luglio anche il servizio di segnalazione antiabbandono di AIDAA per le strade statali e di città: sarà possibile segnalare l’avvistamento di un cane vagante sulle strade statali o in zone urbane telefonando o mandando un sms al numero 3478883546. “Anche quest’anno dobbiamo dire grazie a oltre un migliaio di volontari che rispondendo agli appelli di AIDAA ed a quelli trasmessi sulle radio, hanno accettato di far parte dei team delle ronde anti abbandono”, afferma Lorenzo Croce, presidente nazionale AIDAA. Solo lo scorso anno, sottolinea Croce, ”le segnalazioni pervenute di cani vaganti sulle autostrade furono 3.200 e gli interventi portati a termine con il recupero del cane furono complessivamente 926.”


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

QUANDO L’ALLIEVO SUPERA IL MAESTRO Il “Gran Varietà” non delude mai

Gabriele

Russo, figlio del grande regista, drammaturgo, poeta, musicista, attore, Tato, imponendo tempismo alle battute, rapide successioni alle scene e accostamenti intelligenti fra “vecchio” e “nuovo”, ha determinato il successo del suo spettacolo “Gran Varietà”, la cui “prima” è stata data al Teatro Bellini di Napoli il 27 aprile scorso. E’ il caso di dire che l’allievo ha superato il maestro, infatti Gabriele con questo spettacolo oltre a mostrare la bravura di attore multiforme, ha dimostrato che ha grandi potenzialità di autore e regista che può profondere nell’innovazione del teatro del futuro, proprio come ha fatto il padre. Il “Gran Varietà” è stato un genere in voga agli inizi degli anni ‘900, per poi essere relegato alla TV negli anni ’60; ha legato a se nomi come Maldacea, Petrolini, Totò, i Fratelli Maggio, Nino Taranto, Leopoldo Fregoli, Macario e molti altri e non sono mancati i tentativi di riportarlo alla scena teatrale , qualche volta anche con scarso successo. Gabriele Russo è riuscito nel suo intento grazie ad una compagnia ben affiatata e di gran qualità che ha dimostrato, nel cantare, recitare, ballare, mimare movimenti comici di gruppo, che sacrificarsi anche per gli altri e ricercare la qualità, puntualmente ripaga. Un’ottima Valentina Stella ha accantonato momentaneamente il proprio repertorio di successo e si è ben cimentata in un pezzo di Paolo Conte su di un ballo sensuale e molto originale; il simpatico Salvatore Misticone con il suo slang provinciale di difficile interpretazione (vedi partecipazione al film “Benvenuti al Sud”) mette in tilt tutti i suoi interlocutori; Adriano Falivene con un personaggio mezzo clown

21

e mezzo attore, cucito sulle sue qualità versatili, ha dato prova della sua bravura anche in attività circensi. Gli altri componenti della numerosa e ottima compagnia, non sono stati da meno compreso ovviamente lo stesso Gabriele, che si è ritagliato il ruolo di sarto effeminato che per tutto lo spettacolo, tenta di cucire un abito dalle misure improbabili ad un presentatore clown con compito di spiegare al pubblico cosa accade nello spettacolo man mano che va avanti. Non è mancato lo scrupoloso accompagnamento dell’orchestra dal vivo. Ai pezzi di Viviani si sono succedute canzoni di Paolo Conte, a canzoni di Brecht sketchs di Nino Taranto, a “Camon Pisà” il “Tic” di Giorgio Gaber; a sottolineare l’ottimo amalgama dell’eterogeneità dello spettacolo. Lo spettacolo ha prima incuriosito e poi catturato il pubblico, una rappresentazione attesa che non ha deluso; il pubblico che ha applaudito a più riprese sottolineando il suo gradimento. Soubrette, comici, cantanti, attori, quadretti comici, canzoni nuove e vecchie, pezzi da clown di strada, balletti luccicanti ed una simpatica conduzione di un improbabile presentatore clown dal sapore un po’ “Moulin Rouge” con sarto effeminato alle costole, hanno veramente rappresentato un pout pourri vincente. Uno spettacolo di livello nazionale che si offre anche ad eventuali ottimizzazioni per gli orientamenti al gradimento del pubblico più vario.

Pino Cotarelli

Uno spettacolo diGabriele Russo Con: Gabriele Russo, Valentina Stella, Salvatore Misticone, Adriano Falivene. 20 attori in scena, orchestra dal vivo Scene: Francesco Esposit Costumi: Concetta Nappi Disegno e luci: Salvatore Palladino Arrangiamenti musicali: Giuseppe e Luigi Fiscale Direzioni musicale: Gabriella De Carlo Coreografie: Eugenio Dura

GARANZIA TOTALE: E’ VERO

N

Quando lo slogan corrisponde a realtà

apoli - Sono andato a sostituire il copertone danneggiato con un altro di seconda mano. Il gommista più vicino era quello di via Niutta e con la ruota bucata sono entrato fin dentro la sua officina all’Arenella. Mi hanno montato un copertone in buone condizioni di conservazione, sebbene già usato. La mattina dopo ho trovato la stessa ruota a terra. Mi sono recato di nuovo in via Niutta 17 a protestare. Si sono messi a cercare l’inconveniente e mi hanno fatto rilevare una ammaccatura del cerchione, cosa che mi avevano fatto rilevare anche il giorno precedente. Mi hanno montato il ruotino di scorta e mi hanno detto di tornare dopo 2 ore. Quando sono tornato e mi hanno montato la ruota, visto il lavoro addizionale che era stato fatto, ho chiesto quant’era il mio debito. “Nulla, è stato nostro dovere rimettere a posto un lavoro imperfetto di questa officina” mi ha detto il proprietario declinando ogni somma aggiuntiva. E non vogliamo fare un Applauso a questo onestissimo commerciante napoletano? Mario Fiore La Redazione non solo applaude al commerciante Nappi, ma gli pubblica gratis il suo logo pubblicitario, qui sotto


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

IN USCITA IL DISCO D’ESORDIO DI GIOVANNI BLOCK

Il prossimo 27 settembre usci-

rà “Un posto ideale”, l’attesissimo disco di Giovanni Maria Block, in concerto (promosso da Artistika & Arazzatoja) il 2 agosto presso “Crescenzo” di Procida. Il posto ideale del giovane ma già conosciutissimo cantautore napoletano sappiamo qual è, la musica. Quella che fin da piccolo ha caratterizzato la vita del musicista 27enne, portandolo a suonare, studiare, vincere

prestigiosi premi (dal Tenco a Musicultura) fino alla laurea in composizione al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli. Intenso e lungo il lavoro che c’è dietro questo disco, interamente registrato all’interno di un mulino, in quel di Torino. Chi, curioso, volesse scoprire il making of di “Un posto ideale”, può farlo, attraverso un video che proprio in questi giorni è possibile visionare su youtube.

SPORT: COME CORRERE? COSA SUCCEDE NEL NOSTRO ORGANISMO QUANDO CORRIAMO?

Procida è sempre più un’isola

di sportivi. Capita sempre più spesso di vedere gente che corre per le strade, corrono tutti: giovani, meno giovani e casalinghe. Correre rinforza l’apparato cardiocircolatorio, migliora il funzionamento dell’apparato vascolare, fa sentire in forma perché elimina i grassi superflui. Il cervello produce endorfina che è una molecola che aumenta l’autostima. Ma come bisogna correre? Cosa succede nel nostro organismo quando corriamo? Bisogna fare una prima grande distinzione tra chi corre solo per stare in forma e chi invece si allena perché impegnato in competizioni. Indice d’allenamento è il battito cardiaco. Ricordiamo le formule: 220 – l’età x 50-70%. Ad ogni range inferiore, ad essere usati come combustibile saranno i lipidi (grassi), 22 mentre ad una frequenza

superiore al 70% saranno gli zuccheri ad essere utilizzati come fonte di energia. Detto questo è facile capire che chi corre solo “per perdere peso” deve farlo ad una frequenza di circa il 50-60% del range battito cardiaco. Uno stratagemma per perdere più grassi è quello di andare a correre da digiuni. La riserva di glicogeno muscolare ed epatico in condizioni di riposo dura circa 12 ore. A prima mattina, troveremo l’organismo privo di glicogeno e quindi costretto ad attingere direttamente dai grassi (lipidi). Il discorso è completamente diverso per chi è impegnato in competizioni e deve migliorare continuamente le proprie performances. Il nostro organismo usa come combustibile primario il glicogeno, che è il monosaccaride più diffuso. I cibi sono la principale fonte di questo zucchero. Il procedimento con cui

avviene la cessione delle molecole di glicogeno si chiama gli cosi. Avviene in 3 modi: 1. meccanismo anaerobico alattiolo; in assenza di ossigeno e senza produzione di acido lattico; 2. meccanismo anaerobico lattacido; in assenza di ossigeno e con produzione di acido lattico; 3. meccanismo aerobico; l’ossigeno è sufficiente e la combustione della molecola di glicogeno si conclude con la formazione di acqua e di anidride carbonica. Negli sforzi minimi e di breve durata (aerobico), la frammentazione del glicogeno avviene in presenza di ossigeno e quindi in modo ottimale. Questa si conclude con la pro-

duzione di energia muscolare, risintesi del glicogeno e con produzione di acqua ed anidride carbonica H2O + Co2 che vengono eliminati con la sudorazione e con la respirazione. Negli sforzi prolungati, quando subentra un debito di ossigeno, la combustione della molecola di glicogeno non avviene completamente. Mancando alla reazione chimica gli atomi di ossigeno, invece di H2O Co2 si forma CH3 CO COOH acido piruvico e quindi acido lattico. Tanto più è la quantità di lattato nei muscoli, tanto più si manifestano i noti effetti di stanchezze ed incapacità allo sforzo. Antonio Scotto di Merrazzo Allenatore FIPAV

I MUSCOLI: LESIONI MUSCOLARI, CLASSIFICAZIONE, COME VALUTARLE

I muscoli del corpo umano

sono di 3 tipi: liscio, cardiaco, striato. Noi tratteremo solo quest’ultimo che è più propriamente coivolto nel sistema motorio. Il muscolo striato è racchiuso in una lamina collettivale, formata da fibre collagene che si chiama epimisio. La parte interna è detta endomisio ( endo = interno; mysium = muscolo). La cellula muscolare appare costituita da piccole componenti dette miofibrille. Queste sono formate da elementi più piccoli disposti parallelamente, allineati tra loro e di due tipi: quelle sottili (actina); quelle più spesse (miosin). Quando il muscolo si contrae, i filamenti di actina scivolano tra quelli di miosina e di conseguenza si accorcia e si ispessisce. Con essa si accorciano e si ispessiscono i fasci muscolari che devono essere coinvolti dal movimento comandato al sistema motorio dal nostro cervello. Le lesioni muscolari da trauma indiretto sono suddivise in 3 gradi di gravità: lesione di 1° grado, lesione di 2° grado

(quando è coinvolto un numero di fibre muscolari 10\50% con sanguinamento intramuscolare) e lesioni di 3° grado (rottura totale o parziale di un muscolo). Se vogliamo una classificazione più semplice e chiara, le suddividiamo: - contrattura: dolore muscolare che insorge quasi sempre a distanza dall’attività sportiva (dopo qualche ora o il giorno dopo) mal localizzato dovuta ad uno stato di affaticamento del muscolo, in assenza di lesioni anatomiche. - stiramento: dolore muscolare acuto, insorto durante l’attività sportiva, ben localizzato, in assenza di impotenza funzionale immediata, ma che costringe l’atleta ad interrompere l’attività, con lesione microscopica a livello di guaina che avvolge il muscolo. - strappo: dolore acuto, violento, che compare durante l’attività, dovuta a lacerazione di un numero variabile di fibre. La quantità di tessuto muscolare leso suddivide lo strappo in 1°, 2° e 3° grado. Diagnosi, recupero, prevenzione La diagnosi è spesso difficoltosa, soprattutto quando si tratta


btAisbm cpoeFc H bscH b etA e H i cpoe c IL CONFRONTO

di conoscere l’entità precisa del danno. A seconda dell’insorgere del dolore, della localizzazione dello stesso, da una modificazione del profilo cutaneo dovuta all’interruzione delle fibre (lesioni di 3° grado) ci si può fare una prima diagnosi. La diagnosi strumentale della lesione si avvale dell’ecografia che è in grado di identificare con precisione la sede e l’estensione del danno. Il trattamento dei traumi muscolari si articola in 3 fasi: 1. Durante le prime 24 – 48 ore è necessario limitare lo stravaso ematico e l’edema, che si verificano in conseguenza della vasodilatazione e dalla lesione del tessuto interessato dall’evento lesivo. Pertanto si applica ghiaccio, riposo, compressione. Al fine di ridurre la sintomatologia dolorosa si ricorre a farmaci (in particolare rilassanti), elettroterapia antalogica e ionoforesi. 2. Dopo le 48 ore, iniziato il processo di riparazione, si procede con trattamenti strumentali, esercizi di mobilizzazione,

allungamento muscolare, idromassaggio e massoterapia. 3. Dal 15esimo al 30esimo giorno inizia la fase di recupero funzionale, si tratta di recuperare il “TROFISMO” muscolare, la forza si basa sull’eliminazione dei fattori di rischio ed in generale sull’allineamento eccentrico. Durante la contrazione di tipo eccentrico, la vascolarizzazione muscolare è infatti interrotta, attirando il meccanismo ANAEROBICO di produzione dell’energia. Questo determina un aumento della temperatura locale, ACIDOSI e marcata anossia cellulare; fattori che indeboliscono il tessuto muscolare. Il razione dell’allenamento eccentrico è quello di abituare i muscoli maggiormente a rischio ad un microambiente per essi, non fisiologico. Tale metodica di allenamento viene utilizzato anche nelle recidive dopo lesioni muscolari.

Antonio Scotto di Marazzo Allenatore FIPAV

UNA FAVOLA TINTA D’AZZURRO

C’è una storia che comincia

da lontano, una favola a tutti gli effetti, e come ogni favola parte dal nulla, o quasi. Perché quando hai la passione, la forza di rialzarti dopo una caduta che ti ha lasciato malconcio, tutto diventa possibile, e quel nulla di cui ti sei circondato prende colore, si trasforma in punto di partenza e da lì, puoi arrivare ovunque. E’ la favola di una squadra di calcio, di una città intera, di un popolo, capriccioso e fedele solo a se stesso, a volte ingiustamente maltrattato. Il punto da cui partire è uno spogliatoio maleodorante con dentro un presidente, un dirigente, un giocatore mediocre e tre palloni sgonfi. Economicamente c’è stato un fallimento dei soliti furbi “amministratori” che ha intristito e rimpicciolito una ex grande squadra. Questa squadra parte dalla serie C, e con umiltà, senza mai tirarsi indietro, calcando campi di

patate sotto i colpi di calci e sputi, dopo due anni di inferno approda nel purgatorio della serie cadetta, dove ci rimane un anno. Raggiunge poi la serie A, e già lì tra i lettori della favola si cominciano a scorgere le prime lacrime di felicità per un happy ending tanto atteso quanto insperato anni prima. La storia però è appena cominciata… La squadra comincia ad acquistare giocatori giovani e di belle speranze. Tra questi giovani spiccano un ragazzo dell’est con un’acconciatura incommentabile ma che fa tendenza e uno scugnizzo argentino capace di far esplodere uno stadio intero con uno scatto. Dopo tre anni di sogni realizzati a metà, tra polemiche e profumi europei appena appena annusati, la squadra di quei due giovani calciatori curiosi che nel frattempo sembrano diventati uomini, con l’aiuto indispensabile di numerosi guerrieri dalla casacca

GIOCOSPORT A PROCIDA

A conclusione del progetto

“Giocosport”, nella palestra della scuola elementare “Vittorio Scialoja” di Procida, si è svolta la festa finale di premiazione, con l’intervento del fiduciario CONI, Carlo Zazzera. Al progetto hanno aderito oltre ottanta scuole in tutta la provincia di Napoli; per Procida si è trattato della prima esperienza in assoluto di 23lezioni di attività moto-

azzurra, un timoniere esperto e coraggioso, e grazie ad un santo uruguaiano di cui molti narrano l’abbia mandato Dio, riesce a sfiorare il titolo, clas sificandosi al terzo posto, utile per partecipare alla Champions League. Il mattino dopo, di colpo, l’altro protagonista della favola si sveglia, inebriato di felicità e ancora sbronzo per i festeggiamenti della sera prima, la sera di un 15 maggio diverso dagli altri, un 15 maggio che segna una svolta e che consente di non guardare più al passato con la solita malinconia. Il protagonista è il popolo azzurro, il tifoso o anche il semplice simpatizzante. Napoletani di ogni rango sociale, tutti però accomunati dai problemi della città così come dalla gioia che solo il calcio sa regalare, il giorno seguente si alzano e svolgono le loro consuete attività, o almeno sembra. Perché in una città come quella della

nostra storia, di consueto c’è solo il tempo che scorre, e a volte, anche il tempo qui sembra fermarsi o passare troppo in fretta. Così, in perfetto stile presepe, il miracolo pallonaro si palesa nella gente: l’operaio fa con più piacere il suo nobile quanto duro mestiere, l’edicolante versa negli occhi del cliente un sorriso in più, il pizzaiolo fa roteare la pasta della pizza più volte su se stessa, il venditore ambulante grida: “Forza Napoli”, lo sciuscià fa brillare le scarpe e il barista affianca il bicchiere d’acqua frizzante al caffè senza che gli venga chiesto. Finì dunque che per una palla finita in rete alle ore 21 e 30 circa di quel 15 maggio 2011, tutti vissero felici e contenti, ma pronti a scommettere che la favola non era per niente arrivata al capolinea. To be continued… Fabrizio Lubrano Lavadera

Per la prima volta l’attività motoria nella scuola primaria

ria nelle scuole primarie, che hanno visto la partecipazione di sei classi (terze e quarte elementari), per oltre centoventi bambini. Nelle trentasei ore a disposizione in totale (sei per ciascuna classe), i docenti sono stati affiancati dal tecnico Vittorio Scotto di Marrazzo, inviato dal CONI. “Questa esperienza ha un significato molto importante – spiega il tecnico – perché per la prima volta è stata data la

possibilità ai bambini dell’isola di avere un approccio all’attività motoria anche a scuola. È fondamentale che questo avvenga per prepararli alle attività sportive che nel tempo andranno a praticare. I ragazzi hanno dimostrato entusiasmo e grazie alla collaborazione con i dirigenti e i docenti della scuola siamo riusciti a completare una prima parte di un percorso che vogliamo fortemente continuare nei prossimi

anni, con l’aiuto del Coni”. “Portare a Procida l’attività sportiva nella scuola primaria è stato un piccolo successo – aggiunge Carlo Zazzera, fiduciario Coni per Procida – il Coni ha accolto la richiesta della scuola e ha dato tutto il supporto possibile affinchè il lavoro fosse svolto al meglio. Esistono i presupposti per ripetere l’esperienza lavorando insieme ai dirigenti scolastici e ai nostri tecnici”.


btAism cpoeF H bscb etA H i cpoe


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.