JUMA 8

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08 Just Married wedding & events

Il Magazine del matrimonio per le province di Treviso, Venezia, Padova, Belluno e Pordenone 11


... Ma vi sia spazio nella vostra unione, E tra voi danzino i venti dei cieli. Amatevi l’un l’altro, ma non fatene una prigione d’amore: Piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime. Kahlil Gibran


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• EDITORIALE •

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• SOMMARIO •

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JUMA MOOD: JUMA CARTA & VINILE

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JUMA BEAUTY: QUANTO MI PIACI BISTURI

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JUMA PHILOSOPHY: NATALE, QUANTO VALE?

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JUMA WINE: DULCIS IN FUNDO, MA...

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JUMA SWEET: E IL NAUFRAGAR M’E’ DOLCE IN QUESTO MARE... DI PANNA E CREMA.

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JUMA MOVIE: LUCI, BACI, ALTARI E CELLULOIDE: TRA ROMA E HOLLYWOOD LO STRAORDINARIO ROMANZO DEL MATRIMONIO AL CINEMA

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JUMA WWW: POKAREKARE ANA NON SOLO ALL BLACKS: ANCHE I GUERRIERI MAORI DICONO “I LOVE YOU”

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JUMA PSICHE: MI COCCOLI UN PO’?

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JUMA HOUSE: IL COLORE, LO SPAZIO, LA CASA

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JUMAMECUM: IL VADEMECUM DEL MATRIMONIO

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JUMA WP: PAROLA DI WP

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JUMA PARADISE: WELCOME TO PARADISE: YUCATAN

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juma mood

JUMA

CARTA&VINILE

Heroes

I bambini ci insegnano

Davide Bowie (EMI, 1977)

Piero Ferrucci (Oscar Mondadori)

Uscito pochi mesi dopo il sorprendente Low, opera pri-

Questo è un libro a tratti illuminante, apparentemente

ma della nota “trilogia berlinese”, Heroes rimane uno dei

semplice, anzi semplicissimo. Piero Ferrucci, il suo autore,

dischi più suggestivi di David Bowie, una perfetta sintesi

esprime concetti profondi attraverso un linguaggio fluido,

di attualità e romanticismo che deve moltissimo alle di-

molto vicino alla concretezza della quotidianità e al rituale

sinvolte manipolazioni sonore di Brian Eno e alla vena

di gesti che ci chiedono di essere rivalutati e letti con rin-

creativa del Duca Bianco.

novata consapevolezza. Non è facile svincolarsi dal ruolo di genitore e rimettersi

Ispirato involontariamente (?) alla decadente atmosfera

in gioco, privilegiare l’attenzione e la disponibilità ad im-

della Berlino che lo ospita dal 1976, Bowie trasferisce in

parare abdicando al ruolo di navigato Cicerone che intro-

Heroes l’asprezza e la desolazione dell’Europa prigioniera

duce il bambino a una realtà, spesso quella degli adulti, da

del Muro, ne raccoglie l’epica resistenza e la sposa al recen-

controllare, misurare e definire con consumata e spesso

te e caotico vissuto personale.

sterile precisione. Osservare e ascoltare, attendere e meravigliarsi sono al-

Heroes è un affresco musicale elegante e a tratti oscuro,

cune delle preziose opportunità che ci vengono offerte

ma talmente ispirato e ricco di tensione melodica da poter

dall’essere padre (e madre). L’occasione per arricchirci e

esser considerato un vero capolavoro, elegante, mai trop-

aprire un nuovo confronto, apportando linfa e curiosità al

po immediato e timidamente avanguardistico.

nostro rapporto con la vita, alla gioia, alle difficoltà e alla straordinaria ma bellissima fatica che ci tiene così legati

Se Beauty & the Beast e Joe the Lion collocano rapida-

ad essa.

mente il disco nella wave del decennio successivo, è l’ir-

“I bambini ci insegnano” è un’opera con la quale si entra

resistibile incedere di Heroes e il pathos metropolitano di

subito in confidenza, tra le sue pagine ritroviamo infatti

Blackout che ci regalano un’opera senza tempo, ruvida e

tutti i trionfi e le inevitabili sconfitte riservate a noi geni-

raffinata allo stesso tempo.

tori ma anche la chiave per intraprendere un percorso di crescita personale e spirituale irripetibile.

Nella seconda parte, 4 suggestive tracce strumentali -

“Stare vicino a una mente curiosa è una cura ricostituente

Moss Garden e Neukoln arrangiate e scritte con Brian

per la vita intellettuale”.

Eno - e l’insolita The Secret Life of Arabia chiudono un disco al quale la vostra discoteca non può semplicemente rinunciare.

di Tony Visconti

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Dodici future mogli in lizza per aggiudicarsi non un “banale” jackpot milionario, bensì l’ambitissimo “wedding surgery”, che tradotto in gergo altro non è se non il sospirato “ritocchino” pre-matrimoniale. Le spose in questione sono le protagoniste di “Bridalplasty”, il nuovo reality show targato USA (e subito ribattezzato “reality shock” dai più critici) che ben prima del lancio avvenuto lo scorso 28 ottobre aveva iniziato a spopolare in un passaparola frenetico.

Guardate a vista dalle telecamere del network statunitense E!, le dodici protagoniste “prestano il fianco” (è proprio il caso di dirlo) ad una sfida di gradimento da parte del pubblico: secondo il più classico dei format, di eliminazione in eliminazione la vincitrice emergerà da una lotta senza quartiere guadagnandosi il privilegio di... accomodarsi in una sala operatoria concedendo le proprie grazie ai sapienti ritocchi dei migliori chirurghi plastici sul mercato, con il fidanzato tenuto all’oscuro del risultato fino al giorno del fatidico “sì”. “Bridalplasty”, se da un lato ha ulteriormente allargato la frontiera dei reality-show, dall’altro non rappresenta alcunché di sconvolgente se confrontato con la routine quotidiana di un qualunque centro di chirurgia estetica, come ha gentilmente raccontato a Juma uno dei migliori professionisti attivi sul nostro territorio, il dott. Pier Andrea Cicogna. «Oggi è sempre più sentita da parte delle future mogli

l’esigenza di una aggiustatina prima di salire sull’altare – spiega il noto specialista con studio a Treviso. Tuttavia bisogna necessariamente distinguere tra il “ritocchino” e gli interventi più impegnativi». La distinzione in questione è quella tra interventi di medicina estetica e quelli di chirurgia estetica vera e propria. «Fino ai 40 anni sono moltissime le donne che richiedono un ritocco estetico alle labbra, per renderle meno sottili, piuttosto che agli zigomi per rialzarli un po’, oppure al viso per nascondere qualche ruga. Si tratta di interventi a base di acido ialuronico, quindi rivitalizzanti ma non invasivi, perché basati su un acido che è un normale costituente dei nostri tessuti». Discorso diverso, ma con una domanda in costante aumento, sul fronte della chirurgia più “pesante”. «Per il seno e il naso, come pure per la liposuzione ai fianchi, - prosegue il dottor Cicogna, laurea


juma beauty

QUANTO MI PIACI BISTURI! piccolo viaggio nel mondo della chirurgia estetica in compagnia del dott. Cicogna di

Marco de Lazzari

con lode in medicina e chirurgia all’Università di Padova e diploma di specialista in chirurgia plastica ricostruttiva – gli interventi vanno programmati con maggiore anticipo, parliamo di un paio di mesi nel caso del seno”. Tempi e costi che vanno attentamente valutati: «Chiaramente in tutte queste casistiche chirurgiche il costo è piuttosto importante, valutati soprattutto i tempi che corrono. Parliamo infatti di cifre oscillanti tra gli 8 e i 10 mila Euro, un range ben differente rispetto alla medicina estetica: tuttavia le nostre clienti alla fine se ne vanno soddisfatte, dicendomi “Dottore, questi si che sono soldi ben spesi!”. È evidente che la componente psicologica nel voler appagare una propria necessità incide moltissimo, e d’altra parte la nostra è chiamata non a caso “chirurgia della felicità». Tematiche e sensibilità prettamente femminili? Secondo i dati più recenti, tutt’altro. «Se prendiamo in considerazione la materia nel suo complesso è chiaro che l’80% della clientela

sopra: alcuni esempi di intervento. nella foto a destra: il Dott. Pier Andrea Cicogna.

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Dottore, questi si che sono soldi ben spesi!

È evidente che la componente psicologica nel voler appagare una propria necessità incide moltissimo, e d’altra parte la nostra è chiamata non a caso “chirurgia della felicità!

è femminile, tuttavia nel caso della medicina estetica i ritocchini sono attualmente richiesti tanto dalle donne quanto dagli uomini, soprattutto in prossimità delle nozze. I maschi di solito chiedono una aggiustatina alla pancia, al naso o alle palpebre, ma bisogna anche dire però, sfatando qualche cliché di troppo, che la tendenza per i maschietti è quella di abusare con il botulino». Un percorso di studio e di aggiornamento professionale, quello del dottor Cicogna (classe ’60), cominciato negli Stati Uniti, spaziando nelle cliniche più prestigiose da New York a Dallas, da Miami a Nashville, passando ovviamente per l’immancabile Los Angeles di Hollywood e Beverly Hills. «Oltre Oceano negli anni ’90 erano avanti anni luce rispetto a noi in Italia, all’epoca impegnati in un macchinoso inseguimento sul piano delle tecniche, delle tecnologie e delle specializzazioni. Attualmente,

occorre dirlo, anche qui si stanno però compiendo dei passi importanti, chiaramente nella direzione di una chirurgia sempre più sicura e al contempo meno vistosa. D’altra parte, la tendenza rimane quella di “negare sempre e comunque” quell’aiutino che, anche quando c’è, si deve vedere il meno possibile». Materiali e tecniche sempre meno invasive, dunque. Ma quali sono le novità attualmente più interessanti? «Parlando di mastoplastica additiva, direi certamente il sistema “BioDynamic”, ancora poco applicato qui in Italia. Si tratta di un approccio personalizzato per la scelta della protesi più adatta, una sorta di reggiseno intelligente abbinato all’uso di una particolare t-shirt in grado di rendere perfettamente visibili le conseguenze fisiologiche dell’intervento al seno. Ogni donna, d’altra parte, è unica e ha caratteristiche fisiche e desideri diversi, per questo esiste un’ampia gamma di protesi mammarie, diverse sia per stile sia per forma, create al fine di rendere possibile

esattamente il risultato desiderato. Oggi, insomma, per ogni intervento si può studiare una protesi personalizzata e realmente proporzionata, grazie ad una sorta di “intervento simulato” in grado di far capire nella sostanza come sarà il proprio corpo dopo l’operazione”. Per saperne di più: www.chirurgiaplasticadrcicogna.com


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Tommaso Bovone

L’ARCHITETTO DEI FIORI LA LAUREA AL PRESTIGIOSO IUAV DI VENEZIA, UNA PASSIONE ENORME PER I FIORI, LA SCELTA CORAGGIOSA DI FAR INCONTRARE DUE MONDI APPARENTEMENTE DISTANTI RIDEFINENDO LA PAROLA “FIORISTA”. JUMA MAGAZINE HA INCONTRATO NEL SUO BELLISSIMO NEGOZIO NEL CUORE DI TREVISO TOMMASO BOVONE, L’ARCHITETTO DEI FIORI, UN PICCOLO CASO IMPRENDITORIALE DI CUI IN CITTÀ SI COMINCIA A PARLARE CON GRANDE ATTENZIONE L’architettura dei fiori è colore, inebriante profumo, personalità che riempie la casa, che completa un oggetto prezioso o valorizza un ambiente. Tommaso bovone crea atmosfere, perché conosce l’architettura dei luoghi, la potenzialità della luce nelle diverse ore del giorno ed è in grado di cogliere la sensibilità del cliente e reinterpretare artisticamente le potenzialità del materiale che ha a disposizione, la natura, in tutte le sue forme ed espressioni. Tommaso, partiamo subito con la domanda più ovvia: perché i fiori sono diventati il tuo lavoro? È successo da quando ho fatto coincidere una delle mie più grandi passioni con l’attività principale della mia vita. Quando hai iniziato, e dove? Come dicevo prima è una passione che coltivo da sempre. Tre anni fa ho avuto la possibilità, nata quasi per caso, di collaborare con una delle mie fiorerie preferite di Treviso, dove ho potuto ‘farmi le ossa’. Successiva-

mente, circa due anni fa, appena terminati gli studi di architettura, è capitata l’occasione di rilevare il negozio che gestisco attualmente. E’ stato il coronamento del mio più grande sogno, creare uno spazio dove reinterpretare il concetto di composizione floreale facendo tornare il fiore stesso come protagonista. È proprio vero che quello dei fiori è un linguaggio universale? Assolutamente si. Tramite i fiori è possibile esprimere e trasmettere dei sentimenti e delle emozioni. In questo sicuramente c’è un linguaggio universale. Che cosa ispira il tuo rapporto con fiori e piante? Da dove nasce l’ispirazione per le tue creazioni? Il concetto che sta alla base delle mia ispirazione e quello di interpretare l’essenza del fiore, mettendo in evidenza la sua naturale bellezza. Non mi piace utilizzare materiali artificiali che, dal mio punto di vista, alterano la natura del fiore e delle piante. Anche se l’architettura potrebbe sembrare distante dal mondo dei fiori, la mia esperienza dimostra esatta-

mente il contrario. Proporzioni, linee e armonie sono concetti che si legano a entrambe le discipline. Nella mia esperienza quotidiana infatti e nel mio modo di creare riesco ad applicare molte nozioni acquisite che sono diventate la base della mia ispirazione. Poi, viaggiare e mantenere una forte curiosità verso altre culture è stata e continua ad essere un’altra mia grossa fonte di ispirazione Treviso e i fiori: rapporto difficile o binomio perfetto? Treviso è una città, contrariamente ai luoghi comuni, molto vivace e curiosa. In base alla mia esperienza posso dire che Treviso è frequentata da molte persone attente alle nuove tendenze e alla ricerca di nuove ispirazioni, con una sensibilità molto particolare assolutamente inedita per una città di queste dimensioni. Fin dall’apertura l’obiettivo che ho condiviso con il mio staff, è stato quello di incontrare e dare una risposta a questa esigenza di novità nell’interpretazione dello stile nei fiori della clientela che da subito si è dimostrata


vicina alla mia sensibilità estetica ed al concetto che esprimiamo. Che consiglio daresti per rendere davvero unico il giorno del “grande sì” per la sposa? Come la guideresti nella scelta del bouquet? La cosa che può rendere veramente unico un matrimonio è sicuramente l’attenzione anche al più piccolo dettaglio. Organizzare un evento così importante è una delle mie attività preferite perché nello stesso tempo pur essendo fortemente impegnativa è carica di soddisfazioni. Il mio piccolo segreto e quello di pensare sempre che dopo la sposa i protagonisti sono i fiori. Parliamo di décor floreale: il matrimonio, il grande evento, la festa. Quanto è importante il confronto con il cliente per assorbirne le aspettative e le indicazioni? Il confronto con il cliente è sicuramente fondamentale. Capire le sue aspettative, decidere uno stile ed arrivare ad un concetto è il lavoro più impegnativo ma serve per sviluppare l’idea guida delle decorazioni e dell’alle-

stimento. Per questo mi piace visitare le location scelte dai clienti insieme a loro per capire come immaginano il loro grande giorno ed iniziare veramente a farne parte. Anche i fiori seguono le mode: quali sono le tendenze più attuali? E’ vero anche nei fiori, come in tutti i contesti ‘creativi’, vi sono delle tendenze del momento soprattutto per quanto riguarda la tipologia dei fiori usati ed i colori. Per quanto mi riguarda, non amo molto seguire le mode del momento, credo sia più giusto che ognuno segua un suo stile per sviluppare una sua interpretazione personale che possa fare diventare tendenza. Amo essere creativo ed è in questo che riconosco la mia diversità soprattutto nella ricerca di oggetti e materiali diversi che possano identificare in maniera inequivocabile un mio prodotto. Come definiresti la tua professione? La mia definizione ideale potrebbe essere quella di ar-

chitetto dei fiori. Conoscere l’architettura dei luoghi, la potenzialità della luce nelle varie ore del giorno mi da la possibilità di cogliere la sensibilità del cliente e reinterpretare artisticamente le potenzialità del materiale che ho a disposizione, la natura in tutte le sue forme di espressione. Tommaso, in chiusura regalaci un consiglio per rendere preziosa la tavola del Natale! La prima parola che mi viene in mente è semplicità. So che può sembrare un luogo comune, ma io credo veramente che per rendere preziosa la tavola di natale servano pochi materiali di alta qualità. Per questo un’idea classica come quella della corona di abete normandiano, semplice ma ricca nel suo materiale principale, seppur reinterpretata in chiave contemporanea ci consenta di raggiungere meglio l’obiettivo confrontata con una decorazione composta da una moltitudine di oggetti di materiali diversi slegati tra loro.

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juma philosophy

di Andrea Beltramin*

Si dice che l’usanza dell’albero di Natale sia da attribuire a Martin Lutero, che nel 1500 inaugurò una tradizione sulla natività da contrapporre ai simboli cattolici presenti nel presepe.

Secondo una poetica versione l’idea gli venne durante una notte stellata durante la quale, attraversando un bosco, aveva ammirato lo scintillio delle stelle attraverso i rami ghiacciati illuminati dalla luna. Volle così riprodurre quello spettacolo adornando di candeline un abete del suo giardino. Così l’usanza si è tramandata nei secoli, e ancora oggi, poco prima di Natale, si acquistano gli abeti da rendere scintillanti con luci e palline di vetro colorato. Storicamente Lutero, assieme a Calvino e Zwingli, fu il maggiore predicatore della riforma protestante che per questioni di fede e salvezza prendeva le distanze dal cattolicesimo. Anche nella visione tradizionale che si ha del Natale come festività da onorare, Lutero introdusse una differenza. Per parlare con ovvia leggerezza indico quella di chi preferisce gli alberi di natale ai presepi. La si riconosce nelle case preparate alla festa della natalità durante il periodo decembrino. Oggi l’abete, vero o sintetico, e il presepe, con statuine napoletane o di plastica, nella maggior parte dei casi si comprano. E quel comprare introduce un altra differenza di più ampio raggio. Da una parte lo spirito religioso, dall’altra la materiale

occasione consumistica. La differenza indicata da Cartesio tra mente e corpo chiamata poi dualismo, il 25 dicembre si ripresenta tra valori religiosi cattolici o protestanti che siano, e valore dei beni materiali. Per Cartesio il problema nasce nell’individuazione dell’evidenza: nel capire ciò di cui non si possa dubitare. Il Natale, secondo tradizione, è una festa religiosa. Il fatto poi che i paesi benestanti occidentali la caretterizzino oggi come marcata forma di marketing suscita una domanda e crea un dubbio: qual’è il valore del Natale? Qual’è la sua evidenza? Secondo il filosofo francese l’unica certezza che resta all’uomo è che egli dubita. Per lo meno, dubitando, l’uomo è sicuro di esistere: dal momento che è propria dell’uomo la facoltà di dubitare, se dubita allora pensa e se pensa esiste, cogito ergo sum. Indubitabile è il dubbio, il dubbio di esistere o il dubbio di non esistere più. L’uomo è teso a risolverlo con ideologie forti che gli garantiscano l’esistenza: la religione e la sua promessa di salvezza, ma oggi anche la tecnica (medica, scientifica, ecc…) e con essa il mercato con il loro potere altrettanto salvifico. In latino natalem: da natus, nato e desinenza alem


indicante appartenenza; che ha rapporto con la nascita. Questo ritengo dovrebbe essere il valore del Natale: il festeggiare il fatto che con la nascita apparteniamo all’esistenza. Il giorno del matrimonio, religioso o laico, gli sposi, prima divisi, celebrano la nascita dell’esistenza della loro coppia davanti a Dio o a una autorità pubblica. Ogni anno per tradizione gli sposi ricordano quel giorno festeggiandolo spesso intimamente all’interno di comunità con valori religiosi o comunità con valori laici. Agli estremi, gli sposi festeggiano tornando nel luogo sacro ai credenti che ha ospitato le nozze, o andando al ristorante brindando a champagne. Per Cartesio i corpi esterni a noi, intrattengono con noi rapporti che non sono percepiti come inerenti esclusivamente alla nostra materia corporale, ma come benefici o dannosi a tutti noi stessi. Cartesio chiamava la materia, res extensa e la mente res cogitans. Queste erano le due sostanze essenzialmente separate tra cui non poteva esistere alcuna influenza di tipo causale. Tuttavia per Cartesio le sensazioni sia interne che esterne attestano che mente e corpo sono «mescolati». Anche il Natale sembra oggi

una mescolanza tra la spiritulità religiosa e la commercializzazione della festa. E nella mescolanza di questi due mondi agli estremi, di due diverse scale di valori essenzialmente separate, l’evidenza del valore natalizio si manifesta nel festeggiare la nascita come appartenenza all’esistenza. Anche agli sposi, questa idea di appartenenza all’esistenza di coppia rivolgo come augurio da cercare sotto l’albero o tra le statuine di un presepe. * consulente filosofico avora sulle parole per definire i concetti e così charire gli aspetti problematici della vita

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Un tunnel di rose fiorite inserito in un parco maestoso e rigoglioso accompagna l’ingresso agli ambienti della villa dove regnano sovrani un’atmosfera ed uno stile inconfondibili. Quello che prima del restauro fungeva da cantina della villa è ora un ristorante con oltre 350 posti caratterizzato dalla presenza di enormi botti di rovere decorate rievocanti l’originale atmosfera medioevale della vendemmia. In questo contesto è possibile godere delle pietanze che gli chef preparano seguendo i ritmi stagionali,le esigenze del cliente e quello che l’occasione richiede. La cucina è infatti curata da un team di cuochi che cucinano carne, pesce e piatti della tradizione veneta. Lo staff, inoltre, è da sempre sensibile alle intolleranze o allergie alimentari, creando menù ad hoc per le persone che lo richiedano. Adiacente al ristorante un porticato dove potersi sedere e ammirare la distesa di verde che caratterizza il campo da golf. I bambini a villa grimani possono giocare nel parco esterno, essere intrattenuti da clown o dal servizio di babysitting ed avere il menù loro dedicato.

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juma wine

DULCIS IN FUNDO, MA . . . di Andrea Lamponi Sommelier A.I.S. Delegazione di Venezia

“Dulcis in fundo”, un motto di origine latina che racchiude in sé una saggezza antica arrivata intatta oltre le soglie del terzo millennio. Già, perché terminare le cose in dolcezza è sempre beneaugurante ed esprime la soddisfazione per il felice compimento di un’azione o di un percorso.

Questo è tanto più vero quando il cammino coinvolge molte persone, risorse, sentimenti ed energie normalmente profuse nella organizzazione di eventi esclusivi e particolari. La cura dei dettagli sembra avere difficoltà insormontabili, col rischio di perdere di vista alcuni passaggi ritenuti meno importanti o considerati come una consuetudine, che però portano con sé degli errori che sono a torto considerati di piccola entità. Uno di questi passaggi, per fortuna sempre meno errato ma duro a morire, riguarda la scelta del vino da abbinare al dolce di Nozze a fine pranzo. Alzi la mano chi di noi non si è mai trovato a vedersi proposto in abbinamento alla torta degli sposi uno spumante secco o, peggio ancora, non ben temperato? La fisiologia del gusto ci dice che con i cibi dolci occorre abbinare i vini per concordanza, devono cioè essere dolci anch’essi.

e/o spumante, percepiremo sapori decisamente più amari di quanto il vino sia in realtà, se non addirittura metallici, di durezza e con bassissima persistenza (facciamo un po’ di didattica enologica? la persistenza è la permanenza delle sensazioni saporifere, tattili e gusto-olfattive dopo la deglutizione misurata in secondi). La dolcezza del cibo verrebbe diminuita dalle caratteristiche del vino non concordante (nel vino secco dalla minore o assente quantità zuccherina, e nello spumante secco si aggiungerebbe l’effetto pulente della anidride carbonica delle bollicine). Il risultato sarebbe una sensazione di squilibrio, in cui il cibo perde delle caratteristiche a lui proprie snaturandone la qualità e il pregio, e il vino (benché di qualità, costoso e fine) ne sarebbe altrettanto penalizzato, venendo addirittura percepito come “cattivo” e affibbiandogli la responsabilità della non piacevolezza del momento.

L’uso di accompagnare Spumanti e Champagne secchi con il dessert proprio non funziona: se a una sensazione dolce facciamo seguire un vino secco

Se invece abbiniamo un vino dolce, sia esso bianco o rosso, oppure uno spumante dolce, potremo creare un equilibrio che esalterà entrambi i prodotti e che


farà percepire le caratteristiche del cibo e del vino riconoscibili, inalterate, complementari e piacevoli, lasciando la bocca e il palato puliti ma abitati ancora dalle piacevoli note dolci che la salivazione diluirà delicatamente, aumentando la persistenza e la lunghezza del gusto nel tempo. Un rapido sguardo ai dessert maggiormente in uso al termine del pranzo di nozze ci dà la possibilità di elencare i vini più appropriati da abbinare. Con la torta Saint-Honorè, ad esempio, sarà indicato come particolarmente adatto un Moscato d’Asti, fresco e poco alcolico, con un grado zuccherino in grado di bilanciare la dolcezza della torta e pulire la grassezza che ne deriva con la anidride carbonica che le sue bollicine sapranno sprigionare. Anche con la Millefoglie l’Asti Spumante sarà perfetto oltre ad un altro vino quale la Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, fino ad arrivare a un Marsala Vergine. Il Recioto di Gambellara farà una splendida figura accanto a dessert quali la torta Charlotte classica, mentre Charlotte alla frutta, con pesche, albicocche

o pere, ma anche ciliege e frutti di bosco saranno accompagnate benissimo da un Moscato Giallo del Trentino. In rapporto alla stagione può variare il menù di Nozze e anche il dessert seguirà l’andamento delle cose. In tal senso un matrimonio invernale, circondato da un’atmosfera calorosa e per certi versi meno formale, non potrà non avere a fine pasto un dessert al cioccolato, sia esso in parte o del tutto composto da questo squisito alimento. Pertanto avremo la possibilità di affiancare un Anghelu Ruju, oppure un francese Banyuls, da uve Grenache e di medio invecchiamento, fino ad arrivare a un Porto Ruby, di buon corpo, mediamente alcolico e moderatamente tannico, che potrà benissimo sostenere la importante struttura del dolce e dare un tocco internazionale al tutto. Restando in ambito di festività possiamo fare un excursus sui dolci che a Natale troviamo sulle nostre tavole e che danno il senso della festa e della condivisione di questi momenti. I dolci a pasta lievitata come il Panettone o il Pandoro (ma anche le Colombe pasquali e il Pandolce) sono

ottimamente affiancati da vini spumanti dolci, poco alcolici e di bassa struttura, ma con buona presenza di bollicine e a temperatura fresca (6/8°). Per questo sarà perfetto un Asti Spumante o un Colli Piacentini Malvasia Spumante. Col torrone invece avremo modo di fare bella figura con un Passito di Pantelleria, strutturato e consistente come il dolce, avvolgente e di lunga persistenza, oppure con un Vino Santo Trentino, da uve Nosiola, che richiamerà note di mandorla dolce e ricordi di nocciole. Panpepato, gratin di frutta o frittura dolce saranno accompagnati da Recioto della Valpolicella, da un Moscato Rosa dell’Alto Adige e da un Recioto di Soave, che potranno sostenere la struttura dei dolci e la cui dolcezza e acidità potranno equilibrare ottimamente le caratteristiche dei dessert. Auguri e... dulcis in fundo a tutti!

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Maurizio Toso

Ammettiamolo, con i matrimoni ci vuole anche un po’ di fortuna. Specie se sei il testimone di nozze e devi fare i conti con una tradizione lontana anni luce dalla tua: quella delle torte monumentali a più strati, patrimonio della cultura inglese e americana. Il punto di partenza è da tenere ben presente: scordatevi i nostri dolci, le variazioni sul tema a base di sfoglie e creme, la dolce amarezza di certe scagliette di cioccolato extrafondente che si scoglie in bocca ed è una gustosa e imperdibile sorpresa a ogni morso. No, la torta all’inglese, o all’americana se alla regina Elisabetta preferite Obama, è qualcosa di totalmente diverso. Qualcosa, tanto per rendere l’idea, che devi montare sul posto, sotto la guida solerte e feroce magari di una lontanissima e vecchissima zia inglese della sposa, che si presenta in ristorante con un cappellino modello Ascot che lascia di stucco i camerieri. Il principio di montaggio è quello dei cerchi concentrici: alla base il disco di torta più largo poi, sostenuti mano a mano da sostegni in plastica, quelli sempre più stretti, fino ad arrivare all’ultimo dove piazzare le due statuine della sposa e dello sposo, con lui vestito irrimediabilmente come uno dei solerti camerieri che, mentre monti il

tutto, ti guardano con un’aria che sta tra il pietoso e il divertito. Insomma, ci vuole fortuna ai matrimoni. E se sei il testimone dello sposo e, oltre alla tradizionale torta italiana, è prevista la presenza a fine pranzo del monumentale dolce nuziale anglosassone, oltre alle mansioni di montatore ti possono capitare anche quelle di assaggiatore compiacente. E qui si fa dura, perchè la torta anglofona ha una consistenza che al confronto una furlanissima Gubana è un budino alla crema o una Bavarese ai frutti di bosco. Cattiva? Non è detto, solo che ci si trova davanti a una gamma di sapori e aromi magari non sconosciuti ma di sicuro poco frequenti nella nostra tradizione dolciaria. Uno dei cardini di questo tipo di dolce nuziale è senz’altro la glassa che ricopre ogni disco. Una glassa dolcissima e solida, in grado di sostenere il peso di tutte le decorazioni. Tanto per rendere l’idea di quello che vi può capitare nel piatto, per ricoprire una torta del diametro di trenta centimetri servono, seguendo le indicazioni di alcuni degli chef più in voga, le seguenti quantità di ingredienti: 1 kg di zucchero a velo, mezza tazza di glucosio, un cucchiaio di gomma tragacanta,

un cucchiaino di glicerolo e sei cucchiai di acqua calda. Come si arrivi da questi ingredienti alla glassa, beh questo è un altro discorso e nemmeno troppo semplice: diciamo solo che per arrivare a quella che sarà la materia che ricoprirà il dolce servono sette passaggi, e ancora non è finita visto che prima di procedere alla glassatura è necessario fare riposare il composto per almeno 24 ore. Una preparazione non per tutti, su questo non si discute, ma sicuramente un nuovo modo di intendere il dolce nuziale che comincia ad accumulare estimatori anche in Italia. E, soprattutto, comincia a ritagliarsi importanti fette (è proprio il caso di dirlo) di mercato. Per capire che aria tira, come spesso succede, il web è un ottimo test. E allora diventa inevitabile una visita al sito www. tortemonumentali.it. Qui la storia si fa interessante: tutto prende spunto dalla passione per l’arte pasticciera della famiglia Cristiani, un culto di stretta osservanza che dura da più di mezzo secolo. Poi ecco l’innovazione, l’ispirazione alla tradizione e alle soluzioni gastronomiche che arrivano da oltreoceano e spuntano le torte monumentali. O i monumenti sotto forma di torta, perché a dare una scorsa alle


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immagini presenti nel sito c’è da restare ampiamente a bocca aperta. C’è la torta che riproduce in tutto e per tutto il Vittoriano, il monumento della Capitale che tra l’altro ospita le spoglie del Milite Ignoto, oppure il castello della fate di Disneyland, dove le soluzioni cromatiche danno alla torta un fascino infinito. Verrebbe da dire: così belle che è un peccato mangiarle. E sarebbe un errore imperdonabile, perché dietro la maestria di chi, prima in Gran Bretagna e negli Stati Uniti e ora, a piccoli passi, nel nostro Paese ammannisce simili delizie c’è sempre la volontà di solleticare anche i palati più esigenti. Non è un caso, infatti, che nei paesi dove le torte monumentali hanno una tradizione più consolidata i migliori pasticceri vengano valutati in base a un criterio molto semplice, ovvero se la torta oltre a essere buona da addentare riesce anche, tra glasse e altre soluzioni, a reggere in modo equilibrato tutte le decorazioni presenti sul dolce. Una lezione che sta prendendo piede anche in Italia, come testimonia l’interesse per questo settore dimostrato specialmente da alcuni giovani pasticceri. Un nome su tutti, quello del siciliano di Partinico Mario Ragona, che ad appena trent’anni può essere

considerato un’autorità anche nel versante delle torte monumentali.

C’è la torta che riproduce in tutto e per tutto il Vittoriano, il monumento della Capitale che tra l’altro ospita le spoglie del Milite Ignoto, oppure il castello della fate di Disneyland, dove le soluzioni cromatiche danno alla torta un fascino infinito.

Dolci nuziali tradizionali, quindi, destinati a essere soppiantati da idee e accostamenti di ingredienti che vengono da lontano. Difficile dirlo, il discorso da fare forse è diverso. Come già sta succedendo con il cake topping, ovvero le statuine con sposa e sposo raffigurati posizionati sopra la torta, c’è già una parte di futuri marito e moglie che opta per soluzioni non convenzionali, molto spesso irriverenti. Quindi, se c’è chi è pronto a farsi ritrarre sopra la torta mentre

indossa la maglia della squadra del cuore e chi invece preferisce ancora una castigata tenuta anni cinquanta, nulla di più facile che succeda questo anche con il dolce che accompagna la fine del pranzo nuziale. Del resto, la conferma di questa tendenza è la serie di ditte artigiane e pasticcerie che, attraverso il canale del web, pubblicizzano tra i loro prodotti e tra questi ci sono dolci che sembra usciti da una festa di matrimonio nel Surrey oppure da un ricevimento nuziale su un immenso prato verde di una tenuta del Texas. Insomma, si potrà avere la fortuna di arrivare a un matrimonio e trovare che la torta è diversa da tutte le altre. Nessun problema, il vero buongustaio non può permettersi la pigrizia del palato. Se però siete il testimone di nozze e una vecchia zia della sposa vi chiede (in realtà, vi ordina) di aiutarla a montare la “wedding cake”, beh…fatevi prestare una copia del manuale di istruzioni prima di avventurarvi tra supporti e dischi di torta da posizionare in modo concentrico. Chi scrive assicura, per diretta esperienza, che una cautela del genere può aiutare a non fare una figura barbina davanti a un gruppo costernato in invitati inglesi.


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si sdoppia la casa delle idee per la casa


Lo spazio che si fa materia, lo scenario trasformato in palcoscenico, gli spettatori che diventano protagonisti: iLiving srl in parallelo alla storica sede miranese, iLiving raddoppia i suoi punti di contatto con i clienti e inaugura il via Cairoli 163/165 - Dolo nuovo showroom a Dolo ridefinendo il concetto di punto vendita. Una serata magica, quella dello scorso 19 novembre in via Cairoli nella cittadina veneziana, un vero e proprio T 041 410034 happening capace di richiamare - non a caso alle 19 in punto - oltre 700 persone tra autorità pubbliche, VENEZIA giornalisti, gente dello spettacolo, professionisti dell’arredamento, designers, studi di architettura, clienti affezionati e neo-clienti immediatamente conquistati. Ad accogliere tutti sul piazzale esterno, silenziosi come sculture senza tempo, gli straordinari sistemi di seduta outdoor “Pavé” di Kreoo, la linea firmata Enzo Berti con cui l’azienda vicentina mette in comunicazione diretta futuro prossimo e passato remoto grazie alla simbiosi perfetta tra materie primordiali ed evocazioni post-moderne, un effetto basico eppure ridondante nel quale pietra e legno si compenetrano ricomponendosi in un elemento talmente semplice da risultare quasi visionario. All’interno, caratterizzato dalle linee essenziali degli elementi espositivi, dagli ambienti ampi, da una luce calda ma non invasiva, il meglio della produzione italiana ed il massimo delle tendenze internazionali dell’interior design: Cassina e la proposta immortale della serie LC2 Colours, le poltrone disegnate nel 1928 dal genio di Le Courbisier e proposte in svariate combinazioni di pelle e tessuti colorati sovrapposti alla struttura in acciaio cromato o verniciato. E poi ancora le produzioni di bross, le linee Manomorta, la tecnologia estetica dei sistemi audio/video di Bang&Olufsen e le suggestioni coloratissime di vitra. Tra queste, in esclusiva per iLiving, la rivoluzionaria Chairless, la seduta non-seduta già divenuta un vero e proprio fenomeno concettuale, commerciale, comunicativo e di marketing in tutto il mondo. Tutto il ricavato della “poltrona travestita da cintura” viene devoluto in beneficenza, aumentando il piacere di entrare in possesso di un oggetto destinato a diventare culto appena nato. Ricchissima anche la sezione del negozio dedicata agli sposi, con un catalogo di articoli da regalo e lista nozze di altissima qualità garantito dai marchi Venini, Rosenthal, Lladrò, Fish Design e molti altri. Presente anche un ampio spazio dedicato ai filati preziosi, con tendaggi e biancheria per cucina e zona notte firmati Ivano Redaelli, Society e Le Jacquard Français. La serata scorre leggera, e se lo sguardo si sazia di tanta abbondanza di stimoli visivi e sensoriali, ad accarezzare la gola ci pensa lo strepitoso baccalà proposto dalla “Trattoria da Paeto”, un altro vero classico intramontabile doverosamente innaffiato dalle deliziose bottiglie delle Cantine Cavazza di Vicenza. In chiusura, i dolci del Caffè Commercio di Dolo, a sigillo di un momento destinato a rimanere nei ricordi di tutti gli invitati. Ma questo, nella filosofia di iLiving, è solo l’inizio...


La parola matrimonio al cinema sembra essere sempre garanzia di successo, sia che si tratti di brillanti commedie romantiche che di commoventi storie d’amore.

Al giorno del fatidico sì sono stati dedicati lungometraggi dei più disparati generi, anche se, in prevalenza, si tratta di commedie o storie romantiche. Come dimenticare, ad esempio, lo spassosissimo Hugh Grant allergico all’altare in “Quattro matrimoni e un funerale”, commedia della prima metà degli anni ’90 incentrata sulle vicende di un giovane che, in veste di invitato, vede i suoi amici sposarsi uno dopo l’altro, incapace di fare a sua volta il grande passo? E una vera e propria allergia all’altare, o forse più semplicemente alle parole “lo voglio”, sembra affliggere anche la Julia Roberts di “ Se scappi ti sposo”, con la deliziosa attrice nei panni di una giovane habituée delle cerimonie regolarmente concluse un secondo prima del “si” con una spettacolare fuga lungo la navata della chiesa. Dovrà attendere l’arrivo di un certo Richard Gere, aitante giornalista arrivato nella sua città appositamente per scrivere un articolo su di lei, per arrendersi all’eterna promessa.

Un tema spesso raccontato dalle pellicole di maggior successo è quello dell’invadenza della famiglia di provenienza, come intelligentemente ripreso ne “Il mio grosso, grasso matrimonio greco”: Toula Portokalos ha trent’anni, lavora nel ristorante del padre e non ha ancora un marito. Un giorno, per caso, incontra Ian, che però ha due grossi difetti: non è Greco e per di più è vegetariano, caratteristiche inaccettabili per i familiari della ragazza fortemente legati alle tradizioni del loro paese d’origine. Le pressioni della famiglia della ragazza rischiano di mettere a repentaglio la relazione, soprattutto per l‘imbarazzo che la stessa protagonista prova nell’avere dei parenti tanto calorosi quanto invadenti. continue ingerenze di sorelle, zie e cugine nei preparativi del matrimonio! Alla povera sposa non resta che subire le scelte altrui, almeno fino al fatidico momento del sì. La pressione esercitata della famiglia viene trattata anche nella pellicola che meglio descrive la figura della Wedding Planner, “Prima o poi mi sposo”, in cui il padre di Jennifer Lopez, stanco di vedere la figlia impegnata ad organizzare i matrimoni altrui


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LUCI, BACI, ALTARI E CELLULOIDE:

TRA ROMA E HOLLYWOOD LO STRAORDINARIO ROMANZO DEL MATRIMONIO AL CINEMA di Silvia Baldan

senza però avere una propria vita privata, le presenta un giovane italiano appena arrivato dalla Sicilia. Alla fine, però, trionferà l’amore vero e la wedding planner ruberà il fidanzato all’ignara promessa sposa. Altro film celebre è l’insuperato “Indovina chi viene a cena?”, magnifico ritratto dell’America multi-razziale degli anni ‘50 attorcigliato sugli splendidi dialoghi del trio Spencer Tracy-Sydney Poitier-Kathrine Hepburn. Il film descrive con tatto e intelligenza tutto il travaglio di coscienza delle due famiglie, bianca e liberal quella della promessa sposa, da sempre impegnata sul fronte della lotta contro la discriminazione e il pregiudizio di razza, nera e tradizionalista quella dello sposo, un rampante medico. Di fronte all’amore puro e svuotato di ogni complesso dei due giovani, alla fine prima le madri e poi i padri della coppia accetteranno e sosterranno i propri figli, ma non senza passare per prese di posizione e scontri verbali anche molto accesi. L’incontro con la famiglia dei futuri suoceri è anche la trama del film “ Ti presento i miei”, seguito dal sequel “ Mi presenti i tuoi?”, entrambi interpretati da Robert de Niro e Ben Stiller. I film raccontano uno dei

momenti più critici che un futuro sposo possa vivere, ossia il primo incontro con la famiglia del proprio partner e la presentazione tra i consuoceri. E poteva poi mancare il caro, vecchio cliché delle suocere insopportabili? Una pellicola molto divertente, ricca di spunti caricaturali ma non troppo distanti dalla realtà di tante famiglie, è il film “Quel mostro di suocera”, irriverente commedia interpretata da una gelida Jane Fonda impegnata in una lotta senza quartiere contro Jennifer Lopez nei panni della promessa sposa. Le due rivali faranno di tutto per ostacolarsi, ma alla fine prevarrà il buon senso e anche la più perfida delle suocere capitolerà di fronte alle regole dettate dalla nuora. Film sul matrimonio “riparatore” o meglio di “facciata” è “ Il banchetto di nozze” del premiatissimo Ang Lee, candidato all’oscar 1994 come migliore film straniero. La trama tocca alcune problematiche scottanti come il rapporto tra omosessualità e convenienze familiari. Un giovane imprenditore taiwanese che vive negli USA con il suo partner americano decide, per accontentare i genitori - anziani, desiderosi di

diventare nonni e all’oscuro della omosessualità del loro unico figlio - di sposare una ragazza cinese che rischia l’espulsione dagli USA. Alla fine tutto si risolve in una in una civile convivenza a tre, con il riconoscimento, da parte del padre di lui, dello status quo. E visto che il mondo è ormai un villaggio globale, un film che ha avuto un grande successo nelle sale e che apre uno spaccato sulla concezione del matrimonio in India è “Monsoon Wedding”, della regista indiana Mira Nair. Una giovane prossima alle nozze è dilaniata dai dubbi a causa dei sentimenti che la legano al suo amante, un uomo già sposato, mentre sullo sfondo della vicenda principale vediamo sbocciare timidamente e silenziosamente l’amore proprio tra l’uomo che sta curando l’organizzazione delle sue fastose nozze e una ragazza della servitù. Sullo stesso stile del “matrimonio indiano” si muove “Rachel sta per sposarsi”, dove Anne Hathaway interpreta la sorella della sposa ritornata a casa dopo anni di cure mediche. La psicologia della ragazza è traballante, così come i preparativi di nozze. Anche questo film ritrae dispiaceri e rotture profonde del 61 61 58


nucleo famigliare, dopo un evento traumatico che ha modificato le vite di tutti, fino a sconvolgerle. Il più recente filone cinematografico, tuttavia, tende sempre più a coniugare romanticismo e risate. Un esempio è il film “Un amore di testimone”, in cui un irriducibile donnaiolo si rende conto del fatto che l’unica donna che ama veramente è la sua amica di sempre, sfortunatamente prossima alle nozze e che per di più lo ha scelto come “damigella d’onore” per il suo matrimonio . Il film è abbastanza simile per trama alla pellicola “ Il matrimonio del mio migliore amico”: Julianne, quando viene a conoscenza che l’ex amante e amico Michael convolerà a nozze, decide di mandare all’aria il matrimonio con la bella e ricca fidanzata, cosa che però non le riuscirà. Amicizia e matrimonio sono gli ingredienti base anche del più recente “Bride Wars” , distribuito in Italia con il titolo “La mia migliore nemica”. Kate Hudson e Anne Hathaway, amiche per la pelle, diventano acerrime nemiche quando scoprono che, a causa di un malinteso, il loro matrimonio si svolgerà lo stesso giorno e nello stesso luogo. Inizia una battaglia all´ultimo dispetto per rovinare il matrimonio alla

rispettiva amica-nemica, in una commedia esilarante sul matrimonio e i suoi disastri. “27 volte in bianco” invece è una commedia romantica che racconta le vicende di Jane, ragazza generosa e sognatrice, follemente innamorata del suo capo e dei matrimoni. La sua passione per le cerimonie nuziali è talmente forte che finora ha partecipato a ben 27 matrimoni in ‘veste’ di damigella e tiene custoditi nell’armadio tutti gli abiti alquanto stravaganti indossati di volta in volta. Questo in attesa del giorno in cui arriverà finalmente il ‘suo’ giorno più bello, magari insieme all’uomo dei suoi sogni, che non sembra essersi ancora ‘accorto’ di lei. Alla fine riuscirà a coronare il suo sogno, salendo all’altare finalmente non in veste di damigella, ma di sposa. Commedia divertente è anche “Licenza di Matrimonio”, interpretato da Robbie Williams nei panni di un sacerdote eccentrico e dispettoso. Il film ruota intorno ad un corso prematrimoniale che somiglia piuttosto ad un corso di sopravvivenza, che metterà a dura prova la giovane e un pò sprovveduta coppia di fidanzatini, alle prese con l’organizzazione del matrimonio che sembra cosa più grande di loro.

Uscito di recente, “Due single a nozze” racconta invece, le vicende divertenti di due amici che amano “imbucarsi” ai matrimoni, al fine di usufruire gratuitamente di cibo, divertimenti, e soprattutto per incontrare giovani donne da abbordare, spacciandosi per lontani parenti. Anche il cinema italiano ha affrontato, a vario titolo, il tema del matrimonio. Da ricordare soprattutto “Matrimonio all’Italiana”, film diretto da Vittorio De Sica con due giganti del nostro cinema quali Sofia Loren e Marcello Mastroianni. “Casomai “ è una commedia di Alessandro Alatri sul matrimonio in rapporto alla società. Protagonisti Fabio Volo e Stafania Rocca che si conoscono, si piacciono, si innamorano e si sposano come nelle migliori favole. Ma le difficoltà non tardano ad arrivare quando viene al mondo il loro bambino. Stefania lascia il lavoro e Tommaso vive la competizione nel suo ufficio. E intorno a loro, genitori, amici, colleghi, che inevitabilmente li influenzano e li condizionano. A guidare Stefania e Tommaso in un viaggio immaginario in quello che potrebbe essere il loro matrimonio, un sacerdote speciale che saprà cogliere


le ansie dei due futuri sposi, che sono un po’ le ansie e le aspettative di tutti i futuri sposi. Di altro tono “Il regista di matrimoni”, che racconta la storia di un regista la cui attività è in crisi, che filma appunto i matrimoni e che viene invitato da un nobile amico a immortalare la cerimonia di matrimonio della figlia. Il regista, interpretato da Sergio Castellitto, tuttavia s’innamora della giovane sposa, con un finale a sorpresa. Altra commedia sentimentale italiana è “Matrimoni E Altri Disastri” interpretata, fra gli altri, da Fabio Volo e Margherita Buy. Un film che in fondo parla più che altro di disastri familiari. Film divertentissimo è invece “Viaggi di Nozze”, di Carlo Verdone, che racconta il matrimonio prima, e le successive lune di miele poi, di tre coppie : Raniero e Fosca, Jessica e Ivano, Giovannino e Valeriana. Personaggi molto diversi tra loro, ma che dipingono in modo dissacrante tre tipologie di coppia che possiamo ritrovare facilmente nella nostra società. Pellicola sempre italiana è “Oggi sposi”, film del 2009 che racconta quattro matrimoni, mille peripezie e un solo obiettivo: pronunciare il fatidico sì.

Molti sono i film, poi, che raccontano anche la fine di un rapporto: i litigi, le ripicche, gli inganni. Film molto noto è “La guerra dei Roses” dove i litigi tra due coniugi ai ferri corti vengono rappresentati in modo grottesco e cruento fino all’estrema conseguenza della morte di entrambi. “Prima ti sposo e poi ti rovino” è una commedia che parla di avvocati divorzisti e clienti arrabbiati. La pellicola narra di una neo-divorziata che cerca di punire l’arrogante avvocato divorzista dell’ex marito prima seducendolo, e la cosa non sarà troppo difficoltosa, poi sposandolo, ed infine incastrandolo, così da ridurlo sul lastrico: inutile dire che le cose non andranno esattamente come pianificato, come in tutte le migliori commedie. “Mr. & Mrs. Smith” è un’avventurosa commedia sentimentale, che vede Brad Pitt e Angelina Jolie nei panni di John e Jane Smith, una coppia di killer a pagamento. Il film racconta un rapporto non troppo sincero e amorevole tra due coniugi che ignorano la doppia vita dell’altro finché non vengono separatamente incaricati dalle rispettive agenzie di eliminarsi a vicenda. In Italia, il film che con più successo ha trattato il

tema del matrimonio e dei tradimenti, raccontato sullo sfondo delle inquietudini e delle difficoltà nel diventare adulti di una generazione di trentenni affetta dalla sindrome di Peter Pan è “L’ultimo bacio” di Gabriele Muccino, con Stefano Accorsi e Stefania Mezzogiorno divenuti delle piccole icone per i ruoli così intensamente interpretati. Per motivi di spazio e di tempo sono sicuramente moltissimi i titoli tralasciati, così come altrettanto sicuramente il cinema sfornerà in futuro tanti altri film che faranno sognare, ridere, discutere e commuovere sul tema del matrimonio, perché l’amore è un linguaggio universale, e le sue declinazioni in ambito nuziale sempre di sicuro successo. E per tutti gli inguaribili romantici, chiudiamo con una delle più belle proposte di matrimonio che il cinema ci abbia mai regalato, quella pronunciata da Julia Roberts nel film “ Se scappi ti sposo”: “Garantisco che per noi ci saranno tempi duri... garantisco che uno di noi, o tutti e due, alla fine si stancherà... ma garantisco anche che se non ti chiederò di essere mio per sempre lo rimpiangerò per tutta la vita”.

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Che io sia dannato se non l’amo con tutto il cuore, perché essa è saggia se io so giudicar di lei, è bella se questi miei occhi son veritieri, è sincera, quale si è dimostrata; è perciò saggia, bella e sincera com’è, e avrà sempre un posto n e l m i o c o s t a n t e c u o re . ( Wi l l i a m S h a k e s p e a re )


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La “Locanda da Lino” è uno dei luoghi di ristorazione più belli del mondo. Il regno di Lino Toffolin, celebre cuoco e personaggio straordinario che dal 1961, insieme alla propria famiglia, affronta questo lavoro con estro d’artista: e che degli artisti è amico fedele. La sua storia è ricca di incontri straordinari e felici: è la storia di una cucina che è riuscita magicamente a diventare cultura, piacevole palcoscenico, moderna corte di conversazione e convivio. La locanda si trova sulla strada del Prosecco, in una ex casa colonica ristrutturata ad arte. L’atmosfera interna è suggestiva, sostenuta da un arredamento che ha saputo unire oggetti d’antiquariato, preziose collezioni di quadri, pentole in rame al soffitto e fiori, tanti fiori ovunque quasi a sottolineare l’atmosfera familiare nonostante la celebrita’. Alcuni caratteri ci distinguono e ci rendono orgogliosi della nostra tradizione e del connubio che offriamo fra cucina, arte e cultura, senza dimenticare il nostro bel territorio veneto.

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Pokarekare Ana Non solo All Blacks: anche i guerrieri maori dicono “I Love You� di

Marco de Lazzari


Comunemente è nota come la “città dello zolfo”, quindi immaginarsi un’oasi del romanticismo tra terme e geyser potrebbe anche non essere così naturale o immediato. Eppure, narra la leggenda, proprio a Rotorua, capoluogo dell’omonimo distretto nell’isola di Mokoia nel nord della Nuova Zelanda, furono piantati un dì lontano i semi dell’amore eterno.

Quello che univa la principessa Hinemoa e Tutanekai, il cui mito e la cui storia (su per giù equivalente, soprattutto per gli ostacoli incontrati prima del “sì”, a quella dei nostrani “Promessi sposi” Renzo e Lucia) è stata musicata nel canto “Pokarekare Ana” diventato ben presto la serenata d’amore per eccellenza per i Maori. Un popolo polinesiano (Maori è una parola che significa “normale”, nata in contrapposizione agli “invasori” inglesi) che dalle nostre parti è noto per lo più per l’arte rugbistica, quella degli All Blacks, i “tutti neri” che caricati dalla celeberrima haka vantano ben pochi rivali al mondo quando si tratta di schiacciare l’ovale in meta. Ma anche un popolo a dir poco affascinante quando si parla di amore e di matrimonio: i Maori sono gli indigeni e le loro usanze e le tradizioni sono tenute in grande considerazione dai neozelandesi. Prima di entrare nel Villaggio Maori, un tradizionale richiamo dall’altra parte del cortile dà il benvenuto e

invita gli sposi sul sacro suolo, dove la tribù li accoglie tra canzoni e balli tradizionali per la festa nuziale. Altamente simbolico il cosiddetto Hongi (Toccare di nasi), azione che sigilla la Cerimonia Korowai: il popolo Maori tramanda il credo che quando il Dio Supremo creò l’uomo, donò la vita nelle narici dell’uomo e della donna, quindi il dolce tocco reciproco dei nasi degli sposi unisce i loro due respiri di vita fondendoli in uno solo. Un gesto molto intimo e significativo, che simboleggia l’amore e il rispetto reciproci. A seguire lo scambio dei voti da parte della neonata coppia sono deliziati con la famosa canzone d’amore “Pokarekare Ana” che anticipa al termine della cerimonia la benedizione Maori pronunciata dal sacerdote in forma di preghiera. Dopo il dono di un Taonga (regalo) alla coppia, che simboleggia un nuovo inizio e la felicità, un ulteriore Hongi tra i nasi degli sposi dà il là ad una notte di divertimento e festa nel segno della tradizione, non senza un trattamento nei confronti dello sposo degno 74 77


di un Rangatira (capo). Ad ogni modo anche gli sposi non residenti nelle isole del sud Pacifico possono vivere una cerimonia simbolica e indimenticabile, – magari per rinnovare la propria promessa d’amore – tale perché a fare la differenza sarebbe innanzitutto proprio la location, seguita poi dalla spettacolare ritualità. La sposa ad esempio, vestita a festa con parei, collane e corone di tiaré (il fiore tipico della Polinesia) e ornamenti di madreperla, viene accompagnata da alcune damigelle indigene nel faré, la casa tipica a palafitta. Il futuro sposo la raggiunge in canoa ed insieme arrivano in spiaggia solcando l’incantevole laguna, avvicinandosi lentamente alla riva dove sono attesi da danzatori e ghirlande di fiori. Gli ospiti attendono la coppia accompagnati dalla musica dell’ukulele e da danze sensuali come il tamuré. Per non far mancare nulla la sposa viene

massaggiata con olio di monoi e lo sposo tatuato con henné prima di essere vestito da guerriero, e condotto al Marae Tupuna, il tempio immerso nella natura dove lo sposo e la sposa si scambieranno la promessa d’amore avvolti in un drappo matrimoniale noto come “tifaifal”. Il rito viene seguito da una romantica fuga in canoa e da un banchetto a base di specialità locali, con champagne ed una bella torta nuziale. I più romantici possono passare la prima notte in un bungalow galleggiante osservando i pesci colorati dal pavimento di vetro. Il matrimonio tra due cittadini stranieri è possibile e legalmente riconosciuto se vengono rispettate le condizioni previste dalla legislazione locale. L’articolo 74 del Codice Civile prevede che almeno uno dei due sposi stabilisca per un mese il proprio

domicilio o residenza nel comune in cui verrà celebrato il matrimonio. Trascorso tale periodo sarà concessa l’autorizzazione a esporre le pubblicazioni. Per maggiori informazioni www.maoriweddings.com e www.turismo.it.


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Non solo clown: il curioso caso Barbamoccolo, teatro e spettacolo al servizio di una vera e propria filosofia di vita Avete presente quello stupore che rende incantato lo sguardo dei bimbi sulle cose del mondo? Ebbene, capita a volte che in qualcuno quello sguardo non muoia mai, e che anzi rimanga talmente vivo da diventare una spinta irrefrenabile da comunicare e condividere con il resto del mondo. Nasce così l’avventura professionale di Barbamoccolo, fantasia al potere e una sfida quotidiana da affrontare sempre con il sorriso sulle labbra e dentro il cuore. Ce ne parlano Alberto e Manù, alias Barbamoccolo, alias Piccola Accademia Keaton, alias...

Quando e dove nasce il progetto Barbamoccolo, e che cosa l’ha ispirato? La nostra cooperativa nasce dall’incontro di due persone con percorsi artisti assolutamente diversi: Alberto, studente e artista di strada per hobby e per passione, incontra Manu’, e Manu’, impiegata, mamma di tre figlie e fondatrice di un’associazione di clown in ospedale, incontra Alberto... Da qui si accende una miccia che ancora prosegue la sua corsa!!! Attualmente da chi è composta la vostra squadra? BM: siamo in due, Alberto e Manù’ per l’appunto, clown professionisti ed attori... Lungo la nostra strada siamo riusciti a contagiare un’altra decina di ragazzi, che abbiamo formato personalmente e che collaborano occasionalmente con noi; inoltre ci avvaliamo di collaboratori e professionisti esterni ai quali siamo legati da rapporto di stima e amicizia Piccola Accademia Keaton”: ci spiegate il perché del nome e la filosofia di questa mini-compagnia? Lla compagnia nasce dalla collaborazione con il clown e regista Bano Ferrari: la nostra filosofia all’interno del teatro e’ quella di portare lo stile del clown “senza naso rosso” ad un pubblico più’ adulto e alle famiglie, con spettacoli costruiti a diversi strati di lettura dove i più piccoli di divertono per le situazioni vissute dagli attori, e i più grandi intuiscono i messaggi che le generano. Il nome e’un tributo al grande comico della prima metà del ‘900 Buster Keaton, tributo simbolico doveroso a tutti gli artisti che hanno portato la clownwerie sotto gli occhi di un pubblico sensibile e disposto a ridere delle sue stesse debolezze e dei suoi difetti!

Dove operate principalmente? BM: sotto il sole delle piazze, sotto i riflettori dei teatri, sotto gli alberi dei parchi, sotto i tetti di ville e ristoranti... Insomma, sempre sotto a qualcosa... e davanti a qualcuno!!! Al di là del teatro, quali sono i servizi che offrite ai vostri clienti? BM: ci occupiamo di spettacoli, animazioni ed eventi di ogni genere, partendo dall’animazione a feste di compleanno fino ad arrivare alla direzione artistica di rassegne teatrali, passando per service audio e luci fino a giungere all’organizzazione di eventi pubblici... In occasione di matrimoni le formule sono svariate: si parte dalla formula “baby matrimonio”, nella quale gli ospiti più piccoli possono vivere una festa fatta su misura per loro con spettacoli di giocoleria, interventi musicali, giochi di prestigio e sculture di palloncini; per arrivare all’accoglienza degli invitati con trampolieri in abiti settecenteschi, o ancora finali ad effetto con sputafuoco e quant’altro... In un’epoca come la nostra, dove la fantasia sembra avere sempre meno spazio, c’è ancora bisogno di far sognare la gente? Crediamo fortemente che la fantasia non sia la ciliegina sulla torta, il tocco finale di una giornata, ma l’essenza stessa sulla quale si progetta una futura operatività! Tutto nasce dalla fantasia per poi svilupparsi nella realtà... Senza la fantasia questa nostra epoca, come ogni epoca, non potrebbe esistere! Soltanto ci vergogniamo un po’ di ammetterlo, invidiando i bambini per la libertà che viene loro concessa e che viene persa con l’età! Noi adulti abbiamo tutti i mezzi per riappropriarci della nostra fantasia, basta non prendersi troppo sul serio!

Qual è la risposta dei bambini ai vostri spettacoli? I bimbi interagiscono animatamente, sempre in equilibrio tra riso e poesia, a volte schierandosi con uno o con l’altro personaggio in una sorta di gioco nel gioco! E la cosa più intrigante e’ accorgersi che anche nel volto dei genitori appare un sorriso!!!

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Ora intensa, ora radente, sa essere calda e a volte molto fredda. Devi cercarla, inseguirla, desiderarla. Se la ami veramente e vivi per lei, sa essere romantica, generosa e ti annichilisce quando si esprime in tutta la sua bellezza. VITTORIO BATTELLINI

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“Vieni, amore mio dolce, ho sete di te. Mi basta solo una lieve carezza che faccia tremare un po’ la mia vita, una carezza, una carezza delle tue mani che facciano sbocciare sulla mia bocca un sorriso d’amore. ” Alda Merini

Le dimensioni affettive, sessuali, di relazione non possono prescindere da alcuni comportamenti che servono a mantenerle, a farle crescere; in altre parole l’affetto, l’amore o l’atto di amare, la sessualità stessa passano necessariamente attraverso gli atteggiamenti che ognuno, all’interno della coppia, manifesta nei confronti dell’altro/a. Tali atteggiamenti di preparazione, di avvio, di mantenimento comprendono il prendersi cura, il “viziarsi”, l’avere attenzioni per il coccolarsi reciproco. Le coccole diventano un indispensabile strumento per veicolare, trasmettere all’altro benessere e di conseguenza la voglia di condividere. Nella stragrande maggioranza dei casi, ci si è abituati (chi più, chi meno) alle coccole che impariamo a ricevere fin da bambini (le coccole materne) e che, non sempre, con facilità impariamo poi a dare. Fare una coccola, ricevere una coccola, diviene una questione centrale non solo nel rapporto di coppia. Esistono numerosi tipi di coccole: le coccole fisiche, psicologiche, verbali, sonore. E ancora esiste una differenza, forse, tra uomo e donna nel dare e ricevere coccole.

Le coccole fisiche sono quelle di più immediata lettura; le coccole fisiche sono le carezze, gli abbracci, i baci, il solletico, lo sfiorarsi anche solo con il respiro. Possono precedere un rapporto sessuale, renderlo maggiormente intimo e “morbido”. Secondo alcuni studiosi, le coccole permettono e facilitano il rilascio di una determinata “chimica del piacere”; “chimica del piacere” che permette, a sua volta, la nascita di ricordi e memorie che danno la possibilità, in un secondo momento, di potervi accedere e godere del benessere che ne può derivare. Tali ricordi alimentano, in ultima analisi, l’anticipazione di nuove piacevoli fantasie. Le coccole psicologiche sono tutte quelle attività e stimoli che danno gratificazione e o divertimento alla nostra mente. Sono cibo per la nostra anima. Si tratta di tutte le stimolazioni intellettuali che ci danno gratificazione. Guardare un bel film, un panorama, ricevere un complimento, ridere con gli amici. Tutte queste situazioni rappresentano un modo per coccolarsi. Le coccole verbali (e, di fatto, anche quelle


juma psiche

MI COCCOLI UN PO’?

Le coccole nella coppia: istruzioni per l’uso di Silvia Lelli* e Beatrice Marcato**

psicologiche) rappresentano un modo per trasmettere l’amore, la stima, l’affetto, all’interno soprattutto della coppia; sono un complimento, un riconoscimento, un apprezzamento. Sono la delicatezza con la quale una parola viene pronunciata. Le coccole “sonore” ancora sono tutte quelle stimolazioni a livello sonoro che ci rilassano, che ci cullano. Una bella canzone, un mantra, una preghiera, una poesia letta.

La coccola può preludere ad un incontro; può divenire gioco sessuale, quando condiviso da entrambi.

Nel rapporto a due, quindi, la coccola diviene importante “strumento” per dire delle cose attraverso una carezza, un complimento, una parola sussurrata, la “sua” canzone preferita. Ma anche preparare il “suo” piatto preferito, fare un regalo “inaspettato” significa coccolare l’altro. Ma esistono delle differenze tra uomo e donna nel dare e ricevere coccole?

La coccola, nella donna, attiva il desiderio sessuale. Fisiologicamente diviene veicolo per un’eccitazione maggiore. In tal senso, la coccola può attivare future fantasie e pensieri di intimità.

E’ pensiero comune, suffragato anche da numerosi studi, che la donna, a differenza dell’uomo, senta più forte la necessità di essere coccolata anche nella fase che precede il rapporto sessuale vero e proprio.

La mancanza di coccole (preliminari e altro) è una delle principali cause del calo del desiderio nella maggioranza delle donne. La donna che non si sente amata e desiderata può iniziare a coltivare sentimenti di rabbia e di rivalsa nei confronti del partner.

“recuperata” attraverso il confronto, una condivisione dei bisogni reciproci. E’ l’atto di donarsi un tempo e uno spazio. Come rinunciare ad un risveglio mattutino, ad una doccia, al ritrovarsi sotto le coperte coccolati dal calore dei propri corpi nudi? Buone coccole di Natale a tutti!

* psicologa – psicoterapeuta - esperta in sessuologia clinica ** psicologa – psicoterapeuta

Al contrario, l’uomo, sulla base di meccanismi fisiologici differenti, può vivere la coccola come momento non necessariamente legato all’intimità sessuale. Per alcuni uomini, la stessa priva l’incontro sessuale di una connotazione strettamente erotica. In questi casi, mancando le coccole è come se la coppia si privasse di una parte fondamentale di comunicazione; comunicazione che può essere 84 87


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juma house

IL COLORE, LO SPAZIO, LA CASA

tecniche, tinte e tecnologie per plasmare l’habitat a propria immagine e somiglianza di

Gianluca Galzerano


Se l’architettura è la scienza che individua il rapporto tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda, l’architettura d’interni gioca con la plasmazione dei volumi avendo come riferimento alcuni elementi imprescindibili, primo tra tutti il colore degli spazi a disposizione. Un giusto equilibrio cromatico è difatti la chiave più immediata per dare alla propria abitazione un’identità ben definita, lavorando sulla percezione visiva e sul rapporto così diretto tra luce, elementi d’arredo e impronta stilistica. Per orientarsi in questo ambito così “strategico”, Juma ha chiesto aiuto al noto architetto mestrino Nicola Svalduz, un piccolo viaggio nel mondo del colore ricco di spunti davvero interessanti. Colore e arredamento d’interni: partiamo subito a bruciapelo, per lei è meglio il bianco sempre e comunque, oppure il colore può dire la sua? Il bianco è il colore neutro per eccellenza. E’ un colore che conferisce un’alta luminosità e allarga visivamente lo spazio, per cui è sempre adatto a qualsiasi tipo di ambiente e con ogni tipo di arredamento. Tuttavia rischia di diventare impersonale se non lo si abbina a scelte forti nell’arredo e negli accessori dei vari ambienti della casa. La scelta dei colori diversi dal bianco sta tuttavia sempre più prendendo piede nei gusti dei nostri clienti e noi lo stimoliamo con piacere ma con molta cautela, in quanto la scelta dei colori con cui personalizzare i diversi ambienti di vita non è affatto una questione da prendere con leggerezza.

chiaro o ecru, anche nei pavimenti oltre che nelle superficie verticali o nei soffitti; di contro ci sono i clienti che prediligono ambienti caldi e accoglienti, con pareti colorate in maniera più marcata. Come usare il colore per distinguere i differenti ambienti della casa, la zona giorno dalla zona notte ad esempio? I colori chiari tendono ad espandere un ambiente, mentre le tonalità più scure creano l’effetto apposto. Inoltre le porzioni esposte a Nord, poco illuminate naturalmente, necessitano di colori chiari per sopperire all’effetto dovuto all’orientamento. Si prediligono tendenzialmente i colori marrone, rosso mattone, grigio o sabbia per caratterizzare pareti o setti murari o addirittura pilastri, anche enfatizzandoli con inserimenti in cartongesso.

sotto: l’Arch. Nicola Svalduz

La tecnologia dei materiali trova ormai infinite varianti applicative anche sulle dipinture: come sta cambiando il concetto di colorazione soprattutto dal punto di vista degli effetti più attuali, per esempio con i metallizzati e gli smalti? Oggi il mercato offe molteplici prodotti particolari e tecniche applicative che stiamo utilizzando sempre più frequentemente. L’effetto “metallizzato”, per esempio, crea una mutevole giostra di colori e luci finemente metallici. Esistono inoltre l’effetto “damascato” o l’effetto “tessuto” che si ispirano alle fibre tessili grazie ad applicazioni incrociate a più riprese. L’effetto “texturizzato” crea, con l’utilizzo della sabbia,delle sensazioni e delle sfumature molto calde. Gli smalti, infine, consentono applicazioni molto interessanti dal punto di vista funzionale, in quanto

Uno degli aspetti più belli della professione di architetto è certamente la possibilità di plasmare lo spazio. Quanto influisce il colore nella percezione dei volumi interni? Il colore in casa non è solo uno strumento per arredare un ambiente con gusto e renderlo elegante e piacevole , ma è anche, e soprattutto, espressione personale di creatività. E’ un valido aiuto per dilatare o restringere uno spazio in base alla funzione ad esso assegnato o rispetto alla sensazione che si vuole provare o comunicare. In genere con i colori caldi si ottiene generalmente una sensazione di dilatazione e di maggior spazialità, associata comunque a toni chiari e sfumature pastello. I colori più freddi, invece tendono a far apparire le distanze minori di quelle che sono realmente. Quali sono le tendenze più attuali in fatto di colorazione d’interni? Non esiste una tendenza precisa in quanto differenti sono la sensibilità e il gusto dei clienti. Volendo delineare due settori, abbiamo i decisi per la casa minimalista, con superfici bianche, avorio, grigio 92 95


juma people comodamente lavabili e impermeabili, e dal punto di vista estetico, in quanto si pongono come valida alternativa alla resina, sia a parete che a pavimento. Quando va bene il fai da te, e quando invece orientarsi verso un professionista? Siamo convinti che il professionista possa condurre il cliente a individuare gli accostamenti cromatici in base ai gusti e alle sensazioni del cliente stesso. E’ impensabile per il professionista imporre il proprio intendimento a prescindere dalla personalità e dalla attitudine del cliente. Oggi tuttavia la mole di riviste specializzate disponibili, unitamente alla possibilità di accedere tramite il web a immagini esplicative, consentono di prendere validi spunti da interventi già eseguiti e compiutamente rappresentati. Monolocale, mini-appartamento, appartamento: come dipingere le tre situazioni per ottimizzare la percezione degli spazi? Abbiamo visto come gli spazi ristretti vanno enfatizzati con il colore bianco o comunque con le tinte tenui. Si applica quindi senz’altro al monolocale o al miniappartamento. Nelle unità più ampie possono essere sviluppati accostamenti cromatici con maggiore libertà e creatività.

Si può parlare di “scienza del colore” anche con riferimento ad effetti terapeutici? L’uso del colore nell’ambiente domestico potrebbe avere influenze nell’equilibrio mentale dell’uomo. La cromoterapia del Feng Shui, per esempio, nasce dalla conoscenza dell’uso terapeutico dei colori che deriva dalle civiltà orientali antiche più evolute. Non crediamo che si possa parlare di vera e propria scienza, non sappiamo se i colori siano in grado di influenzare gli esseri umani a livello fisico, oltre che emotivo. C’è però la convinzione che possono essere utilizzati i colori e gli accostamenti per realizzare ambienti piacevoli e confortevoli e che diano idea di benessere e quindi trasmettano sensazioni che possono, in certi casi, avere effetti positivi sulla mente umana. Qual è l’errore da non fare mai nel momento della scelta del dove e del come colorare la propria abitazione? L’errore più ricorrente si verifica quando qualche cliente si fa prendere da un eccesso di creatività cromatica; crediamo al proposito sia importante mantenere comunque una tonalità omogenea perchè venga trasmesso un appagante senso di serenità. In linea generale, grazie alla possibilità di accedere facilmente a informazioni fotografiche (riviste o web) i clienti possono maturare autonomamente e

preliminarmente delle convinzioni che diventano quindi la manifestazione del loro “gusto” in fatto di colori. E’ quindi molto difficile giungere a degli errori veri e propri. Recentemente abbiamo progettato e realizzato una villa nella quale la proprietaria, di origine marocchine, ha voluto inserire alcune tonalità riprese dal gusto della sua terra: l’effetto è stato notevole nonostante il mio iniziale disappunto. Architetto, lei a casa sua dipinge da solo o preferisce la mano di un esperto? In casa mia ho effettuato negli anni, con l’aiuto di mia moglie, diversi tentativi di rinnovamento cromatico, alcuni riusciti, altri rivelatisi meno efficaci. Ora avrei in programma di sbiancare le travi e il tavolato lignei del solaio per portarli a produrre un effetto di luminosità in alcune stanze. E’ una applicazione che si è rivelata molto efficace in alcuni interventi che ho eseguito recentemente, anche se arrecherà qualche disagio in casa. Per questo è da un po’ che viene rimandato …


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Il Vademecum del Matrimonio

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Ovvero, come arrivare al giorno tanto desiderato meno stressati possibile. Senza alcuna pretesa di impostare una specie di “bibbia”, su suggerimento di alcuni lettori noi di juma abbiamo pensato che un vademecum su tutto quello che il matrimonio comporta prima, durante e dopo potesse essere un piccolo aiuto di fronte ad un grande momento. Abbiamo consultato alcuni specialisti, estrapolato i pareri più importanti, sintetizzato le posizioni più interessanti e voilà, il “piccolo manuale” è servito. Dalla scelta sul “dove ci sposiamo”, alle regole più o meno codificate sul ricevimento, l’abito, la scelta della location, il taglio complessivo da dare alla giornata, l’incidenza dei dettagli, i codici scritti e non scritti per far funzionare al meglio una giornata così carica di significati sono molti e tutti degni della massima attenzione: ci abbiamo provato, con spirito di servizio e la massima umiltà possibile, perché consiglio per consiglio, alla fine la regola del successo sta nel rispetto della propria sensibilità. Considerate questo spazio un po’ come il vostro spazio: scriveteci per ampliare o integrare i nostri suggerimenti, e naturalmente non esitate a darci la vostra opinione. Buona lettura, e buon matrimonio!


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ci sposiamo: scelta della wedding planner Una volta deciso di convolare a giuste nozze, negli sposi cominciano a manifestarsi molti dubbi ed indecisioni circa i passi da intraprendere per iniziare ad organizzare questo importante giorno. E non dimentichiamo, poi, tutti i diversi e spesso contrastanti suggerimenti provenienti dalle reciproche famiglie e dagli amici: tutti sono pronti a dire la propria, con le migliori intenzioni, per carità, spesso creando però nei futuri sposi molta confusione. Per evitare tutto questo, oggi viene in soccorso una nuova figura, il wedding planner, la prima scelta da compiere per chi vuole l’aiuto di un professionista per la pianificazione del proprio matrimonio. Che cosa può portare di diverso un wedding planner? Semplicemente, un nuovo modo di affrontare l’evento-matrimonio. Il matrimonio “a pacchetto”, infatti, non deve esistere: ogni matrimonio deve essere un evento unico e deve esprimere in tutte le sue sfaccettature la personalità degli sposi. Organizzare un bel matrimonio richiede tempo, pazienza e resistenza allo stress, e spesso conciliare il lavoro con la gestione dei fornitori, i sopralluoghi, gli appuntamenti, diventa per gli sposi molto difficile. Ecco, quindi, che il wedding planner diventa quel professionista a servizio degli sposi pronto a realizzare i loro sogni nel rispetto di personalità e budget. Con l’aiuto del wedding planner si metteranno a punto tutti i particolari senza lasciare nulla al caso, si ipotizzeranno tutti gli inconvenienti con le eventuali soluzioni, si coordinerà ed armonizzerà il tutto in modo tale da rispettare l’agenda organizzativa in tutta tranquillità, assaporando solo gli aspetti più divertenti della pianificazione.

dove ci sposiamo 12 mesi prima

Nella tradizione italiana la chiesa è storicamente il luogo privilegiato dove consacrare l’unione di due sposi, anche se sempre più frequenti sono divenuti nel corso degli anni i riti civili; in entrambi i casi ci sono tempi e procedure ben precisi da rispettare per ottenere la documentazione necessaria. Nel caso la vostra scelta fosse per il rito religioso, il nostro consiglio è quello di scegliere per tempo la chiesa ( la tradizione vorrebbe che la celebrazione si svolgesse nella parrocchia della sposa), in modo da poter al più presto partecipare al corso di preparazione al matrimonio. Indispensabili sono i Certificati di Battesimo e di Cresima, così come l’esposizione delle pubblicazioni di matrimonio per un periodo di due settimane in entrambe le parrocchie di appartenenza, periodo al termine del quale, in assenza di atti o interventi di segno contrario, sarà ufficialmente concesso il consenso della chiesa. Naturalmente sarà possibile celebrare il matrimonio in una parrocchia diversa, previa però autorizzazione esplicita del vostro parroco. Nel caso la scelta cadesse invece sul rito civile, è necessario richiedere personalmente (o con delega scritta a terza persona) presso i rispettivi comuni di nascita il Certificato di Nascita in carta da bollo. Dal vostro comune di residenza, invece, dovrete ottenere Certificati di Residenza, Certificato di Stato Civile e Certificato di Cittadinanza, che verranno rilasciati in un unico documento. Con quest’ultimo potrete ottenere le pubblicazioni civili, che al pari di quelle religiose verranno esposte nei vostri comuni di residenza. Potrete quindi finalmente avere il Consenso Civile firmando le pubblicazioni con due testimoni. Qualunque sia il rito, scegliere il giusto accompagnamento musicale contribuirà a rendere indimenticabile la cerimonia. Per la chiesa suggeriamo un programma tradizionale, brani classici a sottolineare alcuni momenti canonici con armonie di Mendelssohn, Schubert, Haendel o Gounod, accompagnate da organo, violino o coro. Per la cerimonia civile la scelta può ricadere su di un repertorio più informale che spazi dalle composizioni di Morricone a quelle di Nyman o Webber.

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Il ricevimento 12 mesi prima

Deciso il giorno delle nozze, le vostre energie si concentreranno sulla ricerca del locale dove tenere il pranzo di nozze, in quanto la scelta del ristorante o della location prevede spesso lunghi tempi di prenotazione. È consigliabile avere le idee chiare sul tipo di ricevimento che intendete organizzare, affinché questa giornata possa diventare veramente magica: spesso la decisione dipende da alcuni fattori, non ultimo quello economico, ma è consigliabile comunque non trascurare mai la qualità. La scelta può andare dal semplice cocktail party al classico pranzo di cerimonia in ristorante, dal buffet informale al banchetto in villa: tutto dipende esclusivamente dal vostro gusto, dal budget che avete programmato, dal target dei vostri ospiti e dal taglio che volete dare alla vostra festa. Uno dei parametri da valutare è sicuramente la distanza dal luogo della cerimonia: non è infatti consigliabile un posto troppo distante, soprattutto se si tratta di una cena o se alcuni ospiti vengono da lontano. Se la soluzione del ristorante può in molti casi dare le necessarie garanzie di tranquillità per via dei suoi riconosciuti standard organizzativi e qualitativi, optare per il ricevimento servito da una buona azienda di catering potrebbe assicurare un ulteriore tocco di esclusività e unicità del vostro evento. Individuata la villa, il giardino o il castello dove vorrete ambientare il momento conviviale, si passa al contatto con la società di Catering&Banqueting che dovrà organizzare l’evento. Affidarsi a un’azienda di qualità garantirà che nessun particolare possa rischiare di essere trascurato: attenzione alla scelta, quindi, perché solo dei veri professionisti del settore potranno accontentare le vostre richieste personalizzando l’evento senza tralasciare di mantenere inalterata la qualità complessiva del servizio. La definizione di particolari fondamentali come la scelta del menù, la disposizione dei commensali, l’allestimento della sala o l’accompagnamento musicale è a tutti gli effetti un lavoro che richiede professionalità di alto livello, creatività, esperienza e impegno massimale nella cura di ogni dettaglio. Una responsabilità notevole, ripagata però in pieno dalla soddisfazione nel vedere nel vostro sorriso la riconoscenza e l’attestato di stima che valgono più di mille complimenti.

abito da cerimonia lei 10 mesi prima

La scelta dell’abito deve poter essere una grande gioia e una emozione sublime, ma spesso si trasforma in un momento d’indecisione e di estremo imbarazzo. Il rispetto del proprio stile è fondamentale, facendo attenzione però che la scelta sia consona alla propria personalità e in sintonia con tutti gli altri elementi della cerimonia: questo consentirà alla sposa di sentirsi a pieno agio con se stesse e accanto a lui in ogni momento di una giornata così unica. “Chi dice sposa dice bianco”, si diceva un tempo. Poi però la moda ha consentito di osare soluzioni più azzardate, anche se ultimamente il bianco è tornato alla grande e l’avorio rimane una valida alternativa, così come i colori pastello. Per chi ama stupire ci sono opzioni più decise, come qualche pennellata di rosso o un dettaglio black; sempre protagonisti rimangono pizzi e fiocchi, il corto non oltre il ginocchio è adatto per le cerimonie informali, mentre i pantaloni possono talvolta dare un tocco di eleganza.

le foto 8 mesi prima

Imprimere su un album fotografico o su un dvd i momenti più belli di questo splendido giorno è importantissimo per poter condividerne le emozioni anche molto tempo dopo il si. Presi dall’emozione o dalla frenesia della giornata, il rischio è che gli sposi possano conservare dei ricordi poco definiti quando non addirittura confusi della loro cerimonia o del banchetto nuziale: accettate quindi di buon grado l’offerta di parenti o amici che si offrano per documentare, ma il consiglio resta sempre quello di rivolgervi anche a un professionista che riesca con la sua arte e la sua professionalità a valorizzare queste emozioni indimenticabili. Scelto il fotografo, affidatevi al suo stile e alla sua creatività, certamente rese al servizio della discrezione e del decoro necessari affinché non venga minacciata la sacralità della chiesa e della funzione religiosa o civile. Un ultimo consiglio: se possibile, evitate agli invitati lunghe attese per servizi in ville o giardini lontani dal luogo del ricevimento, potrebbero annoiarsi o addirittura indispettirsi.

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i fiori 7 mesi prima

I fiori sono il motivo dominante di una festa di nozze, per questo vi consigliamo di affidarvi ad un buon fioraio (ricordatevi di prenotarlo per tempo!), che vi potrà suggerire il migliore equilibrio nella scelta. I fiori, oltre a rispecchiare la vostra personalità, dovranno essere in sintonia con il luogo della funzione e del ricevimento. In fase di preventivo avrete la possibilità di vedere le foto di altri eventi serviti in precedenza, che vi aiuteranno a farvi un’idea esatta sul potenziale allestimento. Molti sono i fattori da tenere ben presenti nell’individuazione della tipologia floreale: per la chiesa bisogna considerare l’epoca, lo stile e soprattutto qualità della luce, mentre per quanto riguarda il ricevimento le composizioni dovranno essere studiate attentamente tenendo conto dell’ambientazione. Ecco perché collaborare con la persona che si occupa dell’allestimento ci aiuterà a rendere magico questo giorno. La tradizione vuole che il bouquet sia ordinato dallo sposo e fatto pervenire a casa della sposa il giorno delle nozze, piuttosto che consegnato al suo arrivo sulla porta della chiesa: la forma e l’ensamble cromatico dovranno essere necessariamente abbinati all’abito, piccolo e rotondeggiante se l’abito è corto, più elaborato e dalla silhouette allungata con l’abito lungo. Relativamente alla scelta, i fiori d’arancio sono da sempre i fiori della sposa in quanto simbolo di fertilità, magari da abbinare a lilium, rose o anemoni. Sono invece sconsigliati i fiori esotici.

abito da cerimonia lui 6 mesi prima

Se è vero che il protagonista assoluto è l’abito della sposa e che tutti gli sguardi sono inevitabilmente catturati da lei, altrettanto vero è che quello dello sposo deve essere alla sua altezza, diversamente ne andrebbe di mezzo l’equilibrio e la buona riuscita della cerimonia. Nel rituale della ricerca, anche lo sposo dovrà quindi tener presente il tipo di matrimonio e tutti i suoi elementi. Frack, smoking o tight? Per dissolvere ogni dubbio basta tener presenti alcuni punti fermi, seguire le regole del bon ton e naturalmente del buon senso, al resto penserà il vostro sarto o l’incaricato dell’atelier cui vi rivolgerete, che oltre all’arte della misurazione e della vestibilità dovrebbe essere in grado di interpretare anche la vostra personalità.

le fedi 5 mesi prima

Le fedi sono il simbolo d’unione e d’amore eterno e rappresentano la promessa che si rinnova ogni giorno, una tradizione che si perde nel tempo ma che non ha mai cessato di essere di moda. Le fedi rappresentano un acquisto importante, da condividere e valutare assieme: la tradizione vuole che siano di oro giallo o bianco, mentre per la tipologia si può scegliere tra la classica francesina, sottile e leggermente bombata, la mantovana, più alta e piatta, quella incrociata a più cerchi nella quale è presente l’oro giallo bianco e rosso. Una scelta moderna è la versione con diamanti incastonati, e una soluzione di tendenza è senza dubbio la versione in platino il più raro e prezioso dei metalli preziosi. All’interno della fede gli sposi solitamente fanno incidere i loro nomi e la data del matrimonio. Le fedi vengono riposte nella classica scatolina e conservate dal testimone che le consegnerà al sacerdote per lo scambio durante la cerimonia.

le partecipazioni 4 mesi prima

Dal modo in cui si annuncia l’evento, ai destinatari giungerà chiaro il segno sul tono che caratterizzerà la cerimonia. L’annuncio del vostro matrimonio va fatto con stile, pertanto vi consigliamo di scegliere la semplicità e la sobrietà, regole che premiano sempre. Il cartoncino avorio, magari tagliato a mano per dare un tocco di stile, va sempre di moda: i caratteri vanno impressi in stampatello o corsivo inglese purché impaginati con semplicità e in modo comprensibile. Per dare un tocco di personalità si può optare per cartoncini con piccoli simboli come fedi intrecciate, cuori o motivi floreali. Molto frequenti stanno diventando anche le proposte ecocompatibili, con carta riciclata o tinta con colori naturali. Gli inviti vanno stampati su carta dello stesso tipo ma in formato ridotto e vanno spediti a parenti e amici con un discreto anticipo sulla data del matrimonio.

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la macchina 7 mesi prima

La scelta del mezzo per accompagnare la sposa in chiesa e poi gli sposi al ricevimento può conferire un tocco di eleganza o rappresentare un colpo di scena. L’offerta è davvero ampia e orientarsi può creare qualche difficoltà, ma va ponderata con estrema cura per essere sicuri del risultato finale. Il carattere e la personalità degli sposi deve essere il filo conduttore nella scelta: per il matrimonio classico le vetture più indicate rimangono le auto d’epoca, mentre per coppie giovani e spigliate andranno benissimo le ‘city car’, anche in versione cabrio o coupè. Volendo essere un po’ conservatori e tradizionalisti rimane il mito incontrastato della classe Rolls Royce , oppure lo stile inconfondibile della suntuosa gamma Limousine. Da non sottovalutare, però, anche la soluzione più semplice e personale, ovvero l’auto di famiglia.

confetti e bomboniere 6 mesi prima

La tradizione vuole che i confetti rappresentino le nozze e da sempre siano simbolo di ricchezza, molto graditi a parenti e amici. I più famosi sono sicuramente quelli di Sulmona, ma altrettanto apprezzate sono le mandorle di Avola e i confetti al gusto di frutta. Un tavolo addobbato con ciotole di cristallo e cucchiai d’argento per la degustazione farà la gioia dei vostri invitati. Per quanto riguarda le bomboniere, ormai il mercato ci offre innumerevoli possibilità: da evitare possibilmente gli oggetti banali e inutili, puntando al giusto compromesso tra estetica e funzionalità. Anche in questo caso lo stile delle nozze, l’abito della sposa e i colori dei fiori devono fare da filo conduttore: fermo restando che le bomboniere per i testimoni e per i genitori devono essere diverse e possibilmente più pregiate, nella scelta potrete spaziare dal classico oggetto in argento al prodotto di artigianato. Un’idea molto apprezzata può essere abbinare ai confetti un’ottima bottiglia di vino.

la torta 5 mesi prima

In un matrimonio che si rispetti, non può mancare il taglio della torta. Della sua preparazione spesso si fa carico direttamente il ristoratore o chi si occupa del ricevimento, ma resta valido il consiglio di rivolgervi ad una buona pasticceria: solo con il contributo di uno specialista potrete ottenere l’effetto e il sapore che renderà la vostra torta nuziale indimenticabile. Le forme vanno dalla classica torta rotonda o rettangolare semplicemente decorate, a quelle a più piani arricchite dalle figure di zucchero degli sposini, ma di sicuro effetto è la torta monumentale anche se di dimensioni ridotte. E’ comunque indispensabile rispettare sempre lo stile della cerimonia. Per quanto riguarda la composizione, l’importante è non eccedere nei sapori forti e cercare di incontrare il gusto della maggior parte degli invitati. Un ultimo consiglio per il brindisi: il vino, lo champagne o lo spumante devono essere rigorosamente dolci al palato.

acconciatura e trucco 3 mesi prima

Una volta scelto l’abito, diventa indispensabile individuare il parrucchiere per cominciare a pensare all’acconciatura. Per raggiungere il risultato desiderato, oltre al vostro parrucchiere di fiducia vi potrete rivolgere anche a un professionista qualificato selezionato per l’occasione. Vi consigliamo di pianificare il tutto per tempo: questo vi darà la possibilità, se necessario, di programmare eventuali trattamenti specifici che consentano ai vostri capelli di tenere lo styling prescelto. Nel caso si volesse cambiare il colore, è consigliabile intervenire almeno sei mesi prima per essere sicuri di ottenere la sfumatura desiderata per il fatidico giorno. Chiaro che nella scelta dell’acconciatura si dovrà inesorabilmente tenere conto dell’abito: impreziosita con fiori freschi coordinati con il bouquet se il vestito è semplice, se al contrario

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il vestito è importante e prezioso, si potrà optare per dei nastri di raso o di tulle, dei veli, dei pettini o dei piccoli diademi. Il trucco dovrà permettere di interpretare con eleganza situazioni diverse, ed essere in piena sintonia con abito e acconciatura: leggero per un matrimonio di mattina, più intenso e deciso per una cerimonia pomeridiana o serale. Il colore di assoluta tendenza è attualmente il rosa, con tutte le sue tonalità e sfumature da declinare in un gioco di morbidi ombretti e tocchi più decisi di mascara che renderanno lo guardo più intenso e profondo. A prova di bacio: coprente o trasparente, la scelta del rossetto dovrà ricadere su di un prodotto a lunga tenuta che permetta di avere labbra perfette dall’ingresso in chiesa fino all’ultimo bacio, capace di catturare la luce per mettere in risalto il vostro sorriso.

il make up 3 mesi prima

Affrontare una giornata lunga ed emozionante riuscendo a tenere una discreta forma fino a notte inoltrata richiede alla sposa un notevole impegno, un percorso preparatorio importante da programmare già qualche mese prima. L’alimentazione (e il consiglio dovrebbe poi essere seguito un po’ come regola di vita, con i dovuti strappi, si intende...) dovrà essere il più possibile sana e regolare, di tipo disintossicante, a base di frutta, verdura, cibi poco grassi e che escluda rigorosamente fumo, caffè e piatti elaborati. Bevendo molta acqua e concedendosi magari qualche trattamento esfoliante, noterete diventare gradualmente la pelle del vostro viso, ma anche di mani, schiena e decolté, particolarmente liscia e luminosa. Per avere un’espressione fresca e riposata, gioverà certamente anche qualche trattamento estetico, come una pulizia del viso, maschere idratanti e massaggi tonificanti. Ottima idea quella di regalarsi un weekend in una spa. In un giorno speciale come quello del matrimonio, particolare attenzione deve essere dedicata al viso affinché le vostre emozioni non lascino spazio a pericolose e sgradite sbavature. Il trucco dovrà permettere di interpretare con eleganza situazioni diverse, ed essere in piena sintonia con abito e acconciatura: leggero per un matrimonio di mattina, più intenso e deciso per una cerimonia pomeridiana o serale. Il colore di assoluta tendenza è attualmente il rosa, con tutte le sue tonalità e sfumature da declinare in un gioco di morbidi ombretti e tocchi più decisi di mascara che renderanno lo guardo più intenso e profondo. Consigliata, per le carnagioni mediterranee, l’esposizione ad un ciclo di lampade abbronzanti presso qualche centro specializzato: il colorito, se stimolato con il giusto equilibrio dietro consiglio di professionalità esperte (assolutamente vietato il fai da te!), saprà dare quel tocco di sensualità in più in grado di valorizzare al massimo la sintonia con abito, accessori e trucco. A prova di bacio: coprente o trasparente, la scelta del rossetto dovrà ricadere su di un prodotto a lunga tenuta che permetta di avere labbra perfette dall’ingresso in chiesa fino all’ultimo bacio, capace di catturare la luce per mettere in risalto il vostro sorriso. Attenzione poi alla scelta del profumo: per non eccedere, meglio spruzzarlo da lontano creando una nuvola nella quale immergersi, scegliendo una fragranza classica e già collaudata che vi faccia sentire autentica, raggiante ed affascinante, pronta per affrontare questo splendido giorno nel segno della bellezza.

la lista nozze 3 mesi prima

Le origini della lista nozze sono da attribuirsi all’America di inizio secolo scorso, un’usanza decisamente pratica ben presto adottata anche dalla nostra società. Nata per evitare i doppioni, la lista nozze è ormai diventata a tutti gli effetti una consuetudine e in qualche misura anche il primo momento condiviso di vita a due: il momento di fare delle scelte in comune, scelte che caratterizzeranno in molti casi per sempre la vostra casa e con le quali darete l’impronta della vostra personalità. Anche se può sembrare facile, la vasta offerta del mercato e la possibilità di poter scegliere quello che avete sempre desiderato vi potrebbe confondere le idee. Vi consigliamo perciò di essere il più possibile razionali, e di procedere per gradi. È importante innanzitutto scegliere il negozio adatto per aprire la lista, un negozio dotato di un’ampia scelta di articoli per la casa, tessili, elettrodomestici, complementi di arredo. Tenete sempre presente che la lista nozze è di grande aiuto anche e soprattutto per i vostri invitati o conoscenti: scegliendo oggetti di diverso valore permetterete a tutti di trovare un regalo adatto alle proprie possibilità, e nel caso dovessero mancare delle fasce di prezzo i regali più costosi si potranno frazionare in piccole quote.


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Parola di W.P. a cura di Maison Mariage Wedding Planner

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Cara WP, Io e il mio compagno abbiamo deciso di sposarci in Toscana, in un bellissimo borgo delle crete senesi in ricordo di una splendida vacanza trascorsa insieme. Gli invitati non saranno molti ma, ovviamente, tutti non di quelle zone. Come dovrei comportarmi nei loro confronti? Dopo aver trovato il posto migliore e aver prenotato per loro, dovrò anche pagare loro il soggiorno? Grazie Veronica

Cara Nicoletta, un matrimonio ’’con cappello’’ diventa subito un evento chic. Nei tempi passati era uno status simbol, le signore della buona società non uscivano mai senza cappello, la moda ne prevedeva tipologie diverse secondo le occasioni e le stagioni. Oggi non ha più un ruolo sociale simbolico, nell’abbigliamento moderno viene considerato un completamento della personalità di chi lo indossa, vezzoso o sofisticato ma senza distinzione di classe sociale o età. Deve esser portato con disinvoltura e piacere, non come un accessorio da ostentare. Con il cappello bisogna assolutamente “sentirsi” belle, affascinanti, eleganti. Se si pensa di essere goffe o impacciate è meglio non metterlo, si rischia veramente di fare brutta figura o perlomeno di non valorizzare l’abito. Attenzione però: il Galateo del matrimonio detta delle regole precise anche per quanto riguarda il cappello. Regola fondamentale: ad un matrimonio, le invitate dovrebbero evitare il cappello se la madre della sposa non lo porta e anche la madre dello sposo dovrebbe adeguarsi. Quindi, nel tuo caso, dovresti informarti se la mamma della tua amica indosserà il cappello. Il cappello, poi, deve essere in armonia con l’abbigliamento scelto, lo stile della persona che lo indossa, il tipo di evento. Inoltre non dovrebbe essere mai dello stesso colore dell’abito per evitare l’effetto “uniforme” contrastante con l’idea di eleganza che si vorrebbe comunicare. Per una sposa il cappello sostituisce il velo, pertanto lo indosserà per tutta la durata della cerimonia, in Chiesa come in Municipio. Niente cappello ad una cerimonia di tardo pomeriggio che si prolunga a sera inoltrata, come niente velette ad una cerimonia di mattina. Sia la sposa che le invitate possono tenere il cappello quando il rinfresco si svolge all’aperto o in piedi, sia al mattino sia di pomeriggio. Di solito i matrimoni en chapeau sono d’estate all’aperto.L’unico tipo di copricapo che la donna (sposa o invitata) può anche non togliere a tavola è quello che, di dimensioni misurate, fa parte integrante dell’acconciatura dei capelli e completa lo stile dell’abito. Spero di esserti stata utile e se la decisione sarà “ Sì al cappello”, buona scelta!

Cara Veronica, la vostra decisione è sicuramente molto bella . Scegliere una location suggestiva che vi ricorda dei momenti importanti della vostra storia, renderà il matrimonio veramente il Vostro giorno, slegato da ogni condizionamento familiare. Tuttavia una decisione come la vostra può comportare alcuni problemi perché tutti gli invitati dovranno spostarsi e, quasi certamente, non potranno partire il giorno stesso del matrimonio, ma almeno un giorno prima. E quindi sorge il dubbio: chi paga? In materia sono molti i pareri che si leggono qua e là. Ti posso riportare ciò che prescrive sull’argomento il Galateo del matrimonio: il viaggio e il soggiorno per parenti ed amici nel caso di un matrimonio in altra città sono a carico degli sposi. Naturalmente si possono fare delle eccezioni a secondo dell’usanza regionale, del budget che avete a disposizione e del numero degli invitati. Il mio consiglio è di valutare bene tutto ciò. Se sobbarcarvi il viaggio e l’albergo per tutti gli invitati risulta essere troppo oneroso, potete offrire solo il transfer di andata e ritorno. Sarà sicuramente apprezzato. Costringere i vostri invitati a pagarsi il soggiorno può sembrare una scelta impopolare ma io credo che, se veramente vi vogliono bene e comprendono l’importanza che la location scelta riveste nella vostra vita di coppia, sicuramente accetteranno con entusiasmo di accompagnarvi con la loro presenza nel vostro giorno più bello.

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L’ i d e a l e a c u i m i r a i l m a t r i m o n i o è quello dell’unione spirituale attraverso quella fisica. L’ a m o r e u m a n o c h e s i c o n c r e t i z z a nel matrimonio deve costituire la pietra di un guado verso l’amore universale. (Gandhi)


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via San Martino, 34 - 33080 Rivarotta di Pasiano (Pn) telefono 0434 626969 - fax 0434 + + 626228 + + LE RAGIONI CHE HANNO GARANTIT www.villaluppis.it - e-mail: hotel@villaluppis.it 20 ANNI DI CERIMONIE, 2000 COPPIELA FESTEGGIATE SCELTA DI VILLA LUPPIS:

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Incantesimo, fascino, attrattiva, lo definisce il vocabolario. Lavoriamo ogni giorno perchè sia tale per voi e per chi inviterete da noi. CIOÈ: L’OSPITALITÀ, LA CUCINA, L’AMBIENTE

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juma paradise

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Lo Yucatan è sicuramente la culla della civiltà Maya. Un universo di cosmogonia, pieno di conoscenza e saggezza. In esso i numerosi richiami degli dei che venivano onorati con templi sacri, il più famoso dei quali è sicuramente Chicén Itzà. Passeggiando per questi templi antichi sottratti alla foresta rovente, calpesterete le millenarie strade selciate sentendovi parte dell’antica cultura maya, immaginando che si sia solo addormentata tra le pietre e la selva, aspettando il momento propizio per risorgere dalle profondità del tempo. I fiumi sotterranei scorrono lungo le viscere della terra sino a sfociare nelle acque cristalline del Golfo del Messico e del mar dei Caraibi,facendosi strada tra vastissime grotte di origine calcarea. Le meraviglie del regno di Ah Puch (dio degli inferi) si scoprono facendo un tuffo o un’immersione in uno dei Cenotes di Cuzama. Lo Yucatán è inoltre costellato di mangrovie e di graziose spiagge di sabbia bianca accarezzate da un mare turchese, come Cancun, Playa del Carmen, Tulum. E tra i flutti si nasconde un gioiello: il Parco Nazionale Marino di Sian Ka’an, che custodisce i più bei fondali corallini dei Caraibi. Dopo tanta avventura, surf sulle onde del Golfo del Messico, e immersioni sui fondali colorati del Mar dei Caraibi, è arrivato il tempo del relax, davanti al calar del sole, pregustando gli aromi piccanti della notte messicana ordinate “dos cervezas por favor” e godetevi lo Yucatan!!!

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