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Anno 3 N. 63 / gennaio 2013 - Periodico - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011.

GIOVANNI SESIA 2012 per LA MEMORIA DEL MONDO

Concorso Nei libri con Medeo: iscrizioni aperte per racconti e romanzi!

: ia r o m e M a ll o de ● Giorn e r a ic t n e im d n o tre libri per n a t is v a fi a m la : o t Capu ● Laura ri ie n a r t s i h c c o n co


sommario

Laura Caputo |

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autori

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Il Castello di San Michele

speciale

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Giorno della Memoria |

a cura di Daniela Villa

rubriche Pennellate di parole |

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Il Romanzo Classico |

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Giovanna Vannini di Linda Bertasi

L’angolo della poesia |

Paola Concilio

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La Bottega Editoriale |

Cristina Pecora

Non solo pietre |

di Natale Barca Eventi |

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a cura della redazione

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editoriale Cari lettori, ben tornati tra le nostre pagine in questo inizio di 2013. Dall’anno passato ci portiamo il meglio: le nostre rubriche ci seguono con dedizione, come la femminilissima Giovanna Vannini, che questa volta ci presenta delle Pennellate di donne dalle tinte nostalgiche, o come Natale Barca che ci traghetta nella Roma imperiale sotto minaccia dei pirati. Ci seguono nel nuovo anno anche i versi di Paola Concilio e i suggerimenti letterari de La Bottega Editoriale. Linda Bertasi continua a condurci per mano alla scoperta del romanzo classico e lo fa con un’innovativa presentazione di Nord e Sud di Elizabeth Gaskell, mentre vi presentiamo con piacere Laura Caputo e la sua scoperta della mafia nel libro Il Castello di San Michele. Ci piace poi l’idea di cominciare questo nuovo anno all’insegna della Memoria, dedicando un po’ delle nostre pagine al 27 gennaio: per il Giorno della Memoria abbiamo scelto un tris di titoli editi da La Memoria del Mondo Libreria Editrice. La Leopoldina era la nostra casa, Il quaderno di Carla e Una storia impossibile sono tre testimonianze diverse accomunate dall’orrore della deportazione, dalla forza della resistenza ma soprattutto dalla volontà di non dimenticare. Per andare avanti, spediti verso la meta, crediamo sia importante non perdere mai la cognizione della strada percorsa, tenendo allenata la memoria per proseguire con la consapevolezza del nostro trascorso. Buon inizio, buona lettura,

Daniela Villa

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pennellate di parole Assenzio “... Ma dove mi ha portata, ma non c’era un posto migliore?... Non mi ha neanche dato il tempo di rassettarmi un po’... chissà che mi credevo, io…! Una festa a sorpresa, bella gente, bei vestiti... e invece eccomi qui, davanti a un bicchiere d’assenzio… e mi gira la testa e lui non mi guarda abbastanza...” Manuelle si alzò in fretta, e senza dire una parola uscì dal locale. Una carrozza lucidata di fresco l’aspettava, un giovane piacevole e distinto, le porgeva la mano per farla salire. Non si domandò se fosse realtà o sogno. Con un sorriso a illuminare la notte appoggiò le dita infreddolite su quel palmo in attesa, mentre la voce suadente del giovane, le sussurrava nell’orecchio… “Buon compleanno…”

Edgar Degas “L’assenzio” 1875/1876, olio su tela Museo d’Orsay, Parigi

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Giovanna è nata a Firenze e residente a Montespertoli, dopo una partecipazione ad un antologia, ha intrapreso l’attività di scrittrice e recensore. Qui la conoscerete grazie alla capacità di interpretare a suo modo molti capolavori di varie correnti artistiche.


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Il bar delle Folies-Bergère (Un bar aux Folies Bergère) Autore Edouard Manet 1881-1882. Courtauld Gallery Londra

Mirelle

Stringeva con forza il bancone del bar, quasi volesse, con il palmo e la pressione delle dita, stritolarlo. Un’espressione neutra, forse un tantino accigliata, dipinta sul giovane volto. Pareva nulla pensare, sembrava non esserci. In quel luogo godereccio di luci e lustrini, di danze, di chiasso sguaiato, di aliti impastati di alcol, si ritrovavano: gli amici degli amici, le dame delle dame, le signorine bene e quelle un poco meno. Di quell’insieme di georgette e velluti, tube lustre e papillon, Mirelle sapeva riconoscerne di ognuno l’odore. “Mirelle, Mirelle”- la chiamavano dai tavoli alzando la mano i più affezionati, con quel falso rispetto che andava a sommarsi alle buone regole del bon ton. Quasi mummificata in quella posizione del corpo, in quell’assenza dello sguardo, con le labbra serrate a contenere tutto il livore accumulato, stentò a sentire: “Champagne s’il vous plait!”- dalla voce dell’uomo con baffi e cappello giunto ora al bancone - Dita e palmi, divenuti bianchi per la stretta riacquistarono colore e un “Oui Monsieur!” come un soffio tintinnante si levò dalla bocca…

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Autrice i h c c o a d a t La mafia visaura Caputo e stranieri: L di San Michele Il Castello Chi sono? Com’è difficile autopresentarsi! Sono una vecchia signora che, arrivata alla fine della carriera per limiti di età, si è voltata indietro, ha scelto alcune esperienze della sua vita professionale e ha deciso di raccontarle. Ho vissuto in Francia molto a lungo e, quando ho scelto di ritornare in Italia, l’editore francese per il quale lavoravo mi ha chiesto di scrivere la biografia di un boss della camorra. Per questo, ho risieduto poco più di un mese nel suo paese natale, ho incontrato la sua famiglia, sono entrata in casa sua. Ho parlato con la gente che lo amava e con quella che lo odiava. Non ho voluto esprimere giudizi: io sono una cronista, una lavagna neutra sulla quale ciascuno traccia il suo segno in totale libertà. Se avessi voluto scrivere un saggio, sarebbe certo stato più completo, ma i miei venticinque lettori sarebbero scappati a gambe levate: i saggi sono pasto per gli esperti, che si leggono fra di loro criticandosi l’un l’altro per un’imprecisione o un’esagerazione. I saggi, secondo me, non solo non cambiano il mondo, ma non cambiano nemmeno chi li legge, perché non lasciano spazio all’interpretazione soggettiva. Naturalmente il lettore si accorgerà presto che si tratta di un romanzo-inchiesta che può essere definito

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di formazione perché la giornalista che arriva a Settimiano non somiglia affatto alla persona che riparte, un mese dopo. Allora mi sono detta che era utile scrivere questo percorso, rispondendo alle domande che sorgono spontanee quando si parla di camorra o di criminalità organizzata più in generale. La camorra (che è uno dei diversi tipi di mafia, sviluppata a seconda delle esigenze e del carattere del territorio) è soltanto quell’atteggiamento guasconesco e folcloristico che si incontra nelle sceneggiate di Merola*? I boss camorristi sono davvero solo quei personaggi violenti e sanguigni, i guappi che ci presenta De Filippo, nel suo Il Sindaco del rione Sanità? è la camorra una sorta di autoregolamentazione di una popolazione trascurata dallo stato e che, proprio in nome di questa assenza, dev’essere tollerata? La risposta alle tre domande si forma lungo le pagine, nelle situazioni buffe, imbarazzanti, pericolose, assurde che la protagonista vive con uno sguardo stupito che mi farà concludere con “questo libro avrebbe dovuto intitolarsi Alice nel paese della camorra ...” è una storia che parla di donne: don-


na è la protagonista (non avrei saputo scrivere in prima persona di uomini), donne formano la struttura camorrista in assenza del boss, detenuto da lungo tempo, ma sempre rispettato e temuto. Donne ne costituiscono la bocca e l’occhio e la mano all’esterno, che trasmettono ordini e raccontano richieste mentre lavano panni, che mantengono la struttura in perfetta efficienza mentre scrivono quotidiane lettere d’amore. Donne che potrebbero cambiare la vita dei loro uomini, se solo ne trovassero il coraggio. Donne che figliano e educano camorristi, quando potrebbero generare dei cittadini di questo Stato e magari, così facendo, salvare la vita dei loro e dei nostri figli. è anche una storia che vorrebbe essere una parabola. La protagonista, donna del nord, non sa che cos’è la camorra e sembra esserne affascinata e incapace di reagire: così è in Emilia, dove vivo. Malgrado le decine di avvertimenti, la gente non reagisce. “A noi non può accadere” sembra che dicano, come se nel sangue emiliano fosse stato inoculato uno speciale vaccino che li abbia resi resistenti al contagio. Non sanno che la camorra ha mille facce e che qui non verrà la figura folkloristicamente violenta e sguaiata, con la molletta* nel taschino del gilet e la parlata dialettale. Qui sta arrivando la seconda e forse perfino la terza generazione, i nipoti laureati dei guappi, dotati di biglietti da visita di tutto rispetto, di ventiquattr’ore di coccodrillo e di Rolex al polso. Di abito scuro tre pezzi, cravatta e camicia candida. Un pugno di soldi in una mano per tutti coloro che hanno qualche difficol-

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Laura Caputo

tà e una penna nell’altra per fargli firmare un impegno, una cambiale, un assegno post datato. Non vanno per il sottile: prestano a tutti quelli che hanno qualcosa da perdere. Attività, casa, negozio, ditta. Non perdono tempo ad aprire dossier come la banca. Sono veloci, disinvolti, amichevoli, avvolgenti. Non spiegano che i soldi così offerti provengono dalla droga e dal sangue di altra gente, gente come noi. Così il mio motto è diventato: “contro la camorra pallottole di cultura” perché mi sembra che essa vada combattuta non tanto con la repressione, pur’essa indispensabile, ma con la parola che genera conoscenza e, talvolta, cultura. Tutte le mafie auspicano un ermetico silenzio: invito tutte le donne a parlare! ● *Mario Merola (1934-2006) cantante, attore e compositore italiano, ha giocato un importante ruolo nella rivalutazione della "sceneggiata" napoletana in auge ai primi del Novecento. E' uno degli artisti italiani che ha venduto più dischi. *Coltello a serramanico tipico dei guappi campani

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Autrice

ra r o m a c a l o ” r a r u t l u “cont c i d e l pallotto

Il Castello di San Michele

è un romanzo-inchiesta che mostra l’anima delle donne della camorra vista con gli occhi di una giornalista. La protagonista soggiorna nel paese natale di un noto boss, da molto in carcere ma sempre potente e temuto. Vi conosce la famiglia, gli amici e i nemici, entra nelle loro case, ascolta le loro confidenze. Naturalmente incontra la camorra e, mentre il boss accenna alla possibilità di pentirsi, lei vive un’esperienza vera fra minacce e intimidazioni di ogni tipo. Il libro è stato presentato alle Fiere di Milano e di Pisa, a Napoli, a Bra, a San Felice sul Panaro... sarà presentato a Cento, a Modena, a Carpi, a Salerno, a Caserta...

Lo spirito della scala Autore: Lorenzo Pace Editore: CIESSE Edizioni PAGINE: 144 ANNO: 2012 ISBN cartaceo: 9788866600428 ISBN eBook: 9788866600435 PREZZO cartaceo: € 12,00 PREZZO eBook: € 4,00

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Laura Caputo

Estratto dal libro (Pg. 16): Arrivando a Settimiano, oltrepassando quel cancello e senza rendermene conto, ero entrata in un mondo le cui regole mi erano del tutto sconosciute. Un mondo di donne comandate da uomini fisicamente assenti, ma presente quanto e piĂš degli altri, sovrani di un harem che ritmava la sua vita alla cadenza dei colloqui in carcere. La gerarchia maschile e camorrista si rifletteva con precisione nella societĂ femminile, per cui la moglie del boss era rispettata e obbedita piĂš di chiunque altra. Ci si rivolgeva a lei per sottoporle i problemi gravi e per chiederle consiglio, ci si atteneva scrupolosamente alle sue decisioni. Le si portavano piccoli regali in segno di alleanza o di sottomissione. Si coglievano con sollecitudine tutte le occasioni per onorarla. https://www.facebook.com/IlCastelloDiSanMichele?ref=hl (profilo del libro) http://ilblogdilaurait.blogspot.it/ (il blog)

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o c i s s a l c o z n a il rom Per il nostro terzo appuntamento, ho deciso di proporvi un romanzo insolito e, forse, poco conosciuto. Il titolo è Nord e Sud di Elizabeth Gaskell, tradotto solo di recente in lingua italiana dall’Agenzia Letteraria Jo March. Il libro è un esempio mirabile di tutto quello che un buon classico del XIX secolo dovrebbe racchiudere. Nord e Sud narra le vicissitudini di Magaret Hale, anima incorrotta e giovane fanciulla che , di colpo, si ritrova sradicata dalla terra nativa e costretta a seguire i genitori al Nord, nella caotica e rumorosa Milton. La bellezza di questo romanzo sta tutta nella narrazione, nelle descrizioni prolisse, nei dialoghi e nell’atmosfera che trasuda dalle pagine. Al lettore sembrerà di sentire i profumi dei ricevimenti, gli odori dei salotti, il rumore delle fabbriche, il brusio del malcontento degli operai. Ma Nord e Sud non è solo questo. I temi affrontati sono molteplici, prima fra tutti, e lo testimonia anche il titolo scelto dall’editore, è la differenza tra classi di appartenenza. Nord e Sud, ambientato in piena rivoluzione industriale, racconta il difficile rapporto tra padroni e operai, tra uomini e donne. Affronta il tema dello sciopero dall’ingenuo punto di vista di Margaret Hale. La Gaskell lo fa con maestria, sviscerando ogni più piccola sfumatura e raccontando all’ignaro lettore di scioperi, tafferugli, contratti, rimostranze. Ci rendiamo conto, leggendo, di quanto il mondo del lavoro del XIX secolo

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Linda Bertasi vive nella provincia di Ferrara. Appassionata di storia e letteratura, pubblica il suo primo romanzo “Destino di un amore” nel 2010 a cui fa seguito “ Il rifugio” nel 2011 che le è valso il secondo premio al XXIII premio letterario Valle Senio 2012. Per conoscerla meglio www.lindabertasi.it


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di Linda Bertasi si discostasse dal nostro, di quanto padroni e operai fossero agli antipodi, senza possibilità di replica, e di come i sindacati di allora fossero distanti da quelli di oggi. La scrittura della Gaskell conquista, frequenti le similitudini biografiche con la scrittrice: il suo amore per la natura, per il Sud, l’avversione per il Nord e le sue fabbriche. “Tutti gli altri posti che ho visitat o in Inghilterra hanno un aspetto così severo e cupo. Helstone è come il villaggio di una poesia, una poesia di Tennyson”. La Gaskell ci offre lo spunto per analizzare una società profondamente scissa in due; attraverso l’animo integro di Margaret scopriamo la corruzione dei tempi nuovi, senza condannarli. Una costante ricerca di soluzioni che sintetizzi-

no i due opposti: la vita arcaica e quella moderna. Margaret matura con lo scorrere del tempo, supera i pregiudizi, apprendendo una nuova etica, l’esatta congiunzione tra presente e passato, tra padroni e operai, tra Nord e Sud. La storia d’amore tra Thornton e Margaret è particolarmente intensa e vibrante, il lettore si ritrova a fare il tifo per il padrone ricco e “senza scrupoli”, soffre e si stizza per i frequenti equivoci e ostacoli che si frappongono tra i due. Si è completamente assorbiti dalla storia, dall’inizio alla fine, e, ciò che più colpisce, è la totale assenza diAmori contatto fisico. I sentimenti e Clandestini leAutore: emozioni deiGhirigato due protagonisti Italo sono palpabili, pur senza ricorrere Editore: Sovera Edizioni a sfioramenti, baci e altre effusioniPubblicazione: e proprio qui sta2011 la forza Nord e ISBN: 8866520055 Sud. ● ISBN 13: 9788866520054 Pagine: 144 € 12,00

QUARTA: Margaret Hale, trasferitasi da Helstone, fiabesco villaggio del Sud, a Milton-Northen, popolosa città manifatturiera del Nord, si trova bruscamente immessa nel mondo nuovo e, per molti aspetti, irriconoscibile prodotto dell’industrializzazione. Un libro da scoprire e assaporare. Linda Bertasi

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Ci sono anch’io Una malinconia nascosta prevale in me. Guardo fuori dal finestrino, le macchine passano, così come passa la vita, così come passa la storia di ognuno di noi. Una storia che sta a noi decidere se lasciare o no il segno su questa terra per poter dire “ci sono stata anch’io”. Questa strana malinconia prevale in me. Mentre ascolto musica penso ai cantanti, persone comuni che sono riuscite a dire al mondo che loro ci sono. Quando guardo la televisione migliaia sono gli attori che hanno lasciato un loro segno. Ora penso a me, tanti sono i poeti, ma solo pochi emergono, io sarò tra quelli? Riuscirò a dire al mondo “ci sono anch’io”?

Paola Concilio Paola Concilio nasce a Mercato San Severino, in provincia di Salerno, il 10-10-1994. Da poco partecipa a concorsi letterari, vincendo già vari premi e pubblicazioni. Ha ricevuto i complimenti da parte di artisti come Mogol e Carotenuto. Oltre che alla poesia si dedica anche al giornalismo.

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l’angolo della poesia


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specialedella memoria giorno La Leopoldina era la nostra casa.

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Giulin e la Gasparotto. - Racconti di Resistenza. La storia della Gasparotto avrebbe dovuto scriverla il comandante Giulin, cioè Angelo Spezia; che non lo ha mai fatto, secondo il mio parere, per tre ragioni. La prima e più importante era guardare avanti, al futuro. Crogiolarsi e auto elogiarsi per il passato, anche se valoroso, non rendeva nulla... Seconda ragione, per un senso del pudore. Inutile vantarsi di aver fatto ‘questo e quello’, quando si sono commessi anche degli errori, meglio stare zitti e lasciare agli altri la valutazione, definitiva, dell’operato. Ed infine, l’errore. Giulin non si è mai, ma proprio Cuggiono, Piazza S. Giorgio. Celebramai, perdonato la fucilazione del suo amico zione della conquista dellíimpero. Il feCarletto e degli altri tre ragazzi e di tutti gli derale Castiglioni marcia al fianco delfascista. (Foto Museo Storico arresti della Leopoldina. Si è sempre senti- líìillustreî Civico Cuggionese) to in colpa per non aver capito subito che il sedicente conte Della Rocca, infiltratosi nella brigata al suo comando, era un mistificatore e per non aver impedito a Carlo e Giovanni di seguirlo nella tragica operazione che avrebbe portato alla loro cattura. Adesso, è arrivato il momento di mettere per iscritto i ricordi che ho raccolto da alcuni dei protagonisti (quei pochi rimasti) perché, a furia di tramandare a voce, cominciano a confondersi i personaggi e le storie. (Introduzione dell’autrice)

La Leopoldina era la nostra casa. Giulin e la Gasparotto - Racconti di Resistenza. Autore: Rita Cavallari Editore: La Memoria del Mondo Libreria Editrice PAGINE: 236 ANNO: 2009 - seconda ristampa 2010 ISBN: 9788890284984 – terza ristampa 2012 PREZZO: € 14,50

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In occasione del Giorno della Memoria vi presentiamo tre libri pubblicati da La Memoria del Mondo nella collana Albero della Memoria, che racchiude testimonianze scritte di tradizioni, di storie e di diari del territorio del magentino.

a cura di Daniela Villa GIULIN, COMANDANTE DELLA BRIGATA GASPAROTTO Cuggiono è stato uno dei primi paesi della zona in cui si sono verificati episodi veri e propri di resistenza al fascismo e all’invasore tedesco. Il fautore di quella che poi diventerà la Brigata Partigiana Gasparotto è Angelo Spezia, Giulin per gli amici e Giulio per i compagni di lotta. LA FAMIGLIA SPEZIA Luigi Spezia (1885), emigrato negli Stati Uniti nel 1900 all’età di 15 anni, torna in patria alcuni anni dopo per trovare moglie, non smentendo quel famoso adagio “moglie e buoi…” Conosce, Teresa Rossini (1886), una ribelle che a 22 anni suonati non ha ancora marito, avendo rifiutato tutti i partiti che, fino a quel momento, si erano proposti. Luigi le piace, è un bel giovane, ma ciò che più la attrae è l’opportunità di andarsene da Cuggiono, piccolo centro agricolo senza prospettive. I due convolano a nozze il 30 gennaio 1909. (…)Vengono alla luce Mary nell’11, Angel (detto Giulin) nel ‘15, Rosy nel ‘18 e Antoinette nel ‘20. (…) Alla dichiarazione di Guerra nel 1940, Angelo (il regime ha italianizzato tutti i nomi di battesimo di chi era nato all’estero) viene richiamato sotto le armi e inviato alla conquista dell’Albania. Inquadrato come sottufficiale rimane sul fronte albanese fino al 1942 quando viene colpito da amebiasi intestinale. Rimpatriato in fin di vita, viene curato alla meglio in un ospedale militare. Durante il ricovero ha tempo e modo di riflettere sulla propria condizione e su quella di chi gli sta attorno. Giovani come lui, partiti da casa sani e forti, sono ridotti all’invalidità o infermi, quando addirittura non hanno perso la vita, a causa di una guerra di conquista ordinata da un tale affacciato ad un balcone che sostiene di farlo per il prestigio, l’onore e la gloria dell’Italia e degli italiani! Ma quale prestigio, onore o gloria possono esserci nell’invadere un’altra nazione? Nel costringere un popolo ad impugnare le armi per non essere sottomesso da uno straniero! Quale poi il prezzo da pagare? Morte, distruzione, sofferenze, rancore, odio… E questa guerra, intrapresa con faciloneria e superficialità, mandando allo sbaraglio uomini senza preparazione specifica e attrezzature idonee ad affrontare il territorio albanese e senza adeguato supporto logistico! Sarà possibile cambiare questo stato di cose? Cacciare il guerrafondaio? Ad Angelo tornano alla mente le discussioni politiche della sartoria Crespi…

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specialedella memoria giorno

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Il quaderno di Carla

L’importanza della memoria, del ricordo e soprattutto la forza e la fermezza di una testimonianza lucida e sconvolgente, un monito per tutti. Un quaderno scolastico, a righe, di quelli che venivano stampati durante il fascismo: decorato con disegni che rappresentano navi da guerra, sommergibili, cannoni, proiettili, bombardieri. Probabilmente, Carla Morani avrebbe preferito altre foto, altri motivi. Ma non si trova di meglio, nel 1945. Il 26 settembre ha preso quel quaderno, ha scritto il suo nome nello spazio in bianco sul frontespizio, come le avevano insegnato a scuola. Ha aperto la prima pagina e ha incominciato a scrivere.

iginale r o a in t r e p o C

Il quaderno di Carla Autore: Tenconi Massimiliano, Magnani Alberto Editore: La Memoria del Mondo Libreria Editrice PAGINE: 160 ANNO: 2008 – terza ristampa 2012 ISBN: 9788890284984 PREZZO: ₏ 12,00

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a cura di Daniela Villa Magenta, 26-09-1945

Io sottoscritta Morani Carla dichiaro di essere stata arrestata il 20 marzo 1944 dal C. repubblicano in seguito allo sciopero successo il 3 marzo 1944 nello stabilimento della Snia Viscosa di Magenta. Nello stesso giorno del mio arresto sono stata portata nelle carceri di San Vittore e di lì a Bergamo in un campo di concentramento nel quale eravamo 35 ragazze milanesi e circa 400 uomini tutti per il medesimo motivo. Come eravamo sistemati a Bergamo? A Bergamo eravamo già sotto il controllo dei tedeschi, ci facevano dormire per terra con un po’ di paglia e ci davano una minestra al giorno con un po’ di pagnotta, lì siamo stati 15 giorni e al 5 aprile del 1944 ci hanno fatti partire per la Germania*. Ci hanno caricati sui dei carri bestiame, ed eravamo destinati esattamente nel campo di Matausen*. Il convoglio andava, andava spesso fermandosi in interminabili soste. Ma non una voce giungeva dall’esterno; sembrava che il mondo ci avesse dimenticati e che noi viaggiassimo verso un’eternità di tenebra e di dolore. Aspettavamo invano, tutto quel giorno, che le porte si aprissero e che qualcuno ci portasse un po di cibo, o almeno che ci si facesse uscire per un momento all’aria. Nulla! Ognuno, in cuor suo, invocava la fine di quel terribile viaggio. Quel viaggio somigliava a una morte lenta. Era tormentoso il pensiero di ciò che ci avrebbe atteso nel misterioso Lager, ma ci sembrava, allora, che nulla potesse superare in orrore il supplizio di quella prigione viaggiante. Il treno andava, andava senza che quelle porte maledette si aprissero. Il mattino del terzo giorno, finalmente, dopo una lunga fermata, la porta del vagone si aprì.

Germania: Secondo lo studio di Italo Tibaldi (Compagni di viaggio, Dall’Italia ai lager nazisti. I trasporti dei deportati 1943-1945, Milano, Franco Angeli, 1994) i vagoni partiti da Bergamo il 5 aprile furono molto probabilmente riunita a Milano, assieme a quelli provenienti da Fossoli, e lasciarono il capoluogo lombardo il giorno seguente per giungere a Mauthausen l’8 aprile. Non tutte le persone deportate nell’occasione, come nel caso delle 40 donne, furono immatricolate al loro arrivo nel KL (Konzentrationlager) austriaco. Sempre secondo Italo Tibaldi gli immatricolati furono 243. Matausen: Situato ad una trentina di chilometri da Linz, in Austria, la costruzione di Mauthausen, cui furono inizialmente adibiti trecento prigionieri provenienti da Dachau, cominciò nell’agosto del 1938. Nell’estate dell’anno seguente il campo contava tre mila prigionieri destinati ad accrescersi febbrilmente con lo scoppio della guerra. All’aumento del numero dei deportati fece seguito la moltiplicazione dei diversi sottocampi, soprattutto dopo il giungo 1943, tanto che nel 1945 ne esistevano una sessantina circa. A seguito di un decreto di Heydrich Reinhard, Mauthausen, nel 1941, fu classificato come campo di terza categoria destinato agli oppositori irriducibili o difficilmente rieducabili. È stato calcolato che da Mauthausen passarono poco meno di 200 mila prigionieri, 120 mila dei quali vi trovarono la morte. Dall’Italia partirono per il KL austriaco 21 trasporti per un totale di 8 mila 362 deportati. I morti furono 4 mila 670.

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specialedella memoria giorno Una storia impossibile

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Debora bella come un cuore e Frydryk che assomiglia a Chopin non ci sono più, ma della loro storia d’amore è rimasto qualcosa che lega il lontano passato al vivo e palpitante presente. Questa è una storia impossibile. Anzi possibile, forse persino probabile. Magari chissà, forse vera... Eleonora Heger Vita, nata a Torino nel 1926, è milanese dal 1954. Laureata in lettere classiche, ha vissuto in Inghilterra e ha insegnato lingua e letteratura inglese nelle scuole superiori milanesi per oltre quarant’anni. Attualmente dedica la sua attività di volontariato all’Unitre, l’università per le Tre Età.

Una storia impossibile Autore: Eleonora Heger Vita Editore: La Memoria del Mondo Libreria Editrice PAGINE: 102 ANNO: 2012 ISBN: 99788895898605 PREZZO: € 12,00

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a cura di Daniela Villa

Dunque, vediamo quando incomincia questa storia d’amore, perché comunque la si rigiri, di una storia d’amore si tratta. È incominciata oggi, quando avvalendosi dei modernissimi mezzi elettronici di comunicazione fra mondi una volta distantissimi, un ebreo italiano si è messo alla ricerca di un membro della famiglia di suo padre forse sopravvissuto all’Olocausto, mentre un giovane ebreo tedesco che aveva sposato civilmente il suo grande amore, una splendida ragazza polacca, figlia di una donna che sapeva di essere ebrea, cercava di provare che sua suocera era veramente ebrea e quindi era ebrea anche la sua sposa per parte di madre secondo la tradizione ebraica per poterla sposare anche ebraicamente. Comincia così, dunque qui e ora, questa storia impossibile? Oppure comincia tanti anni fa, nei tragici anni trenta del finalmente defunto orribile secolo ventesimo in una cittadina della Galizia polacca un tempo ridente e piena di Ebrei, alcuni molto poveri, altri industriosi e benestanti, altri che si arrangiavano come potevano, come succede in tutte le società civili del mondo? Ma sì, cominciamo da allora e vedrete presto come una storia d’amore del defunto e non compianto secolo scorso si riallacci a una storia d’amore viva e splendida del secolo che stiamo attraversando. (…) Così è che quando Federico, dopo aver parlato di affari col principale e aver accuratamente descritto al tecnico i mattoni che il suo capo desidera, ripassa davanti alla scrivania di Debora e le chiede «Posso avere il piacere di rivederla, Signorina?» la risposta è no, un no che, lo si vede dai grandi occhi smarriti, vorrebbe tanto essere sì. Ma lui insiste «Perché no?» E lei, con un filo di voce: «Sa, sono ebrea.» E lui, «Io sono cattolico, ma che importa? Non tutti i Polacchi hanno pregiudizi, sa. Io proprio non ho nulla contro gli Ebrei.» Già perché i pregiudizi sono sempre unilaterali. Al bravo ragazzo non viene nemmeno in mente che possano essere gli ebrei a porre dei limiti alla frequentazione di un cattolico. Ma Debora invece sa che i pregiudizi, maledettamente, funzionano nelle due direzioni e che il pregiudizio religioso può essere più duro a morire di quello razziale. Se sapesse il latino come lo sa il suo fratellone quasi medico direbbe “O quantum malorum potuit suadere religio” (di quanti mali è consigliera la religione). Ma Debora non sa il latino e si limita, imbarazzata e malinconica a dire sottovoce «Mio papà non vuole.»

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Consigliato da La scrittura come rinascita ed oasi di salvezza Alessandra Prospero nata e cresciuta all’Aquila, è stata protagonista del devastante terremoto che ha colpito l’Abruzzo nel 2009. Nel suo libro “P.s. Post sisma” (Città del sole edizioni) racconta questa tragica esperienza che ha cambiato per sempre la sua vita e quella dei suoi concittadini lasciando nell’animo di ognuno di loro un segno indelebile. Questo libro è una raccolta di poesie nate dal bisogno di affrontare una sofferenza incontenibile e percorrere le tappe che conducono alla ferrea volontà di una rinascita interiore. Dramma e Speranza, due sezioni per raccontare il «solco indelebile» scavato nell’anima in cui emerge la paura, la fragilità ma anche la rabbia di coloro che sono riusciti a sopravvivere ad una calamità naturale. Da quella terribile notte la Prospero attraversa le sue emozioni tra affanni, sensazioni, parole, polveri, delusioni e inganni per approdare infine alla voglia di rinascita, che riesce ad acquistare grazie ai suoi affetti e alle cose a lei più care. Nella prima sezione della silloge viene descritto l’evento nella sua tragicità. Nella prima poesia “Un anno” l’autrice ripercorre quegli attimi divenuti eterni, in cui le persone e le cose si ritrovano di colpo inghiottite in un buio senza tempo. L’itinerario del “Dramma” continua con un susseguirsi di sensazioni, desideri, ricordi che la realtà del presente ha cancellato dalla vita dei su-

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La Bottega Editoriale Un’Agenzia letteraria che offre servizi per l’editoria, la comunicazione e il giornalismo. Supporta gli autori per approdare alla pubblicazione (attraverso la valutazione degli inediti, l’editing, la rappresentanza presso gli editori, ecc.) e alla sua successiva diffusione (attraverso il marketing editoriale: promozione stampa, organizzazioni di eventi letterari, ecc.). Collabora, inoltre, con le case editrici nell’affrontare i serrati ritmi del mercato editoriale. È anche editore di due riviste on-line: Bottega Scriptamanent e Direfarescrivere, mensili dedicati a recensioni librarie, articoli e approfondimenti culturali e di attualità. In Un libro da raccontare diamo spazio ai migliori libri scelti per Io come autore. Il direttore di “La Bottega Editoriale” è il giornalista e saggista Fulvio Mazza.


e m o c i d r e v , i h c c “. I suoi o , o p r o c o u s il , a r e la rinata primav ” . a z z e in v o i g i d o c fres perstiti: gli affetti, i luoghi, le abitudini, il tempo quotidiano, i rimpianti e le speranze, la gioia ed il dolore, le albe ed i tramonti. Nella seconda sezione della silloge, invece, emerge la voglia e la fatica di ricominciare. La lirica “Figlio” irrompe tra le prime pagine di questa seconda sezione e simboleggia la speranza, sentimento che funge da filo conduttore tra un presente disastroso e un futuro ancora da scrivere; l’autrice, quasi come se avesse davanti a sé una figura reale, descrive «I suoi occhi, verdi come la rinata primavera, il suo corpo, fresco di giovinezza», tutti rimandi che evocano la via della salvezza. Scorrendo le pagine troviamo la poesia “A mia madre”, il cui titolo è indicativo di un forte legame affettivo che sussiste tra l’autrice e la madre, figura costante durante tutto l’arco della sua vita e che tuttora l’accompagna nella nuova vita che l’attende. Infine, la silloge si chiude con l’immagine del Salinello, fiume che attraversa l’Abruzzo settentrionale, visto come il luogo del ricordo. La poesia della Prospero è ricca di sentimenti che coinvolgono ed emozionano il lettore.

Titolo: P.s. Post sisma Autore: Alessandra Prospero Editore: citta’ del sole edizioni Anno di pubblicazione: 2012 Pagine: 40 Isbn cartaceo: 9788873515517 Prezzo cartaceo: € 8,00

Cristina Pecora

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Non solo vecchie pietre LA GUERRA CONTRO I PIRATI Roma ha compiuto molti sforzi per estirpare la pirateria dal Mediterraneo, ma i risultati ottenuti sono stati parziali ed effimeri. I pirati, dopo ogni sconfitta, si sono riorganizzati e sono tornati a essere un pericolo mortale per la navigazione mercantile. L’esperienza maturata, se non è servita a risolvere il problema, ha però fatto capire una cosa importante: il solo modo di debellare i pirati è quello di dare

loro la caccia in ogni dove contemporaneamente, per non lasciare via di scampo. E’ alla luce di questo insegnamento che, nel 67 a.C., il tribuno della plebe Aulo Gabinio, già combattente del- la Guerra Sociale, delle guerre civili dell’8887 a.C. e tribuno militare nella I Guerra Mitridatica (87-84 a.C.), sottopone al parere del Senato un proprio disegno di legge. Gabinio, per liberare il mondo romano dall’incubo della pirateria, propone di nominare un magistrato ad hoc, di attribuirgli un comando militare esercitabile per tre anni su tutte le coste del Mar Mediterraneo, del Mare di Marmara e del Mar Nero, fino a 50 km nell’interno, compresa anche la costa laziale; di abbondare nel mettergli a disposizione i mezzi che servono per portare a termine con successo l’impresa. Egli stesso candida all’incarico Gneo Pompeo Magno, mettendo in evidenza come questi abbia maturato un’esperienza militare su molti fronti: combattente della Guerra Sociale (91-88 a.C.), della II Guerra Mitridatica (83 a.C.), in Africa (82-81 a.C.) e in Spagna (76-71 a.C.), vincitore di Spartaco, due volte trionfatore, console nel 70 a.C. Ossessionato dal problema della pirateria, il Senato non vede l’ora che questo sia risolto e accetta di destinare a questo fine la maggior parte delle forze di terra e di mare disponibili, e di chiedere agli AlNella foto a lato Mitridate VI, re del Ponto.


Natale Barca

Natale Barca è uno scrittore e saggista che ha al suo attivo un significativo numero di testi che trattano di storia e civiltà dei popoli antichi. Il suo campo di indagine si estende dall’Europa mediterranea al Sahara orientale e all’Asia Occidentale, in un arco di tempo che abbraccia dalla preistoria alla storia antica (www.natalebarca.it). blog: http://natalebarca.blogspot.it

leati di fare la loro parte, fornendo contingenti militari ausiliari. L’alto collegio, però, è sempre stato restio all’idea di attribuire comandi generali, per evitare che il destinatario ceda alla tentazione di appropriarsene e di esercitarli a tempo indeterminato. Inoltre è dominato dagli Ottimati, e la fazione di questo schieramento politico che fa capo a Catone Uticense ravvisa nel crescente peso politico di Pompeo Magno un pericolo mortale per la Repubblica. Gli interventi di Quinto Ortensio

Ortalo e Quinto Lutazio Catulo illustrano con chiarezza il punto di vista degli Ottimati nella discussione sulla proposta di legge, iniziata subito dopo che Gabinio ha terminato la sua introduzione. Ortensio Ortalo è un avvocato di grido, famoso per il suo stile oratorio esuberante e fastoso; è un uomo molto facoltoso, colto (è amico del poeta Catullo e scrive egli stesso poesie), grande amico di Cicerone in privato (Cicerone gli dedicherà l’ “Hortensius”, e lo elogerà nel “Bru- tus”),

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Non solo vecchie pietre di Natale Barca

ed è stato avversario di Cicerone nel processo a carico di Gaio Licinio Verre, incriminato per avere depredato la Sicilia facendo un uso improprio, e illecito, dei suoi poteri proconsolari. Lutazio Càtulo è figlio dell’omonimo, valente generale e letterato, uomo di raffinata cultura; è il leader degli Ottimati. Quando, nel 78 a.C., era console, prima è entrato in contrasto con Marco Emilio Lepido, suo collega, poi, per incarico del Senato, ha stroncato il suo tentativo di colpo di Stato. Alla morte di Silla, ha organizzato il solenne funerale dell’ex-dittatore. In seguito si è impegnato per il mantenimento dei risultati della riforma sillana; questa è rimasta in vigore fino a quando, nel 70 a.C., i consoli Pompeo Magno e Crasso non l’hanno smantellata. Ortalo e Càtulo si oppongono all’approvazione della proposta di Gabinio, facendo presente che l’attribuzione di poteri straordinari e senza precedenti a un privato cittadino come Pompeo significherebbe modificare, e non di poco, la forma e la sostanza dell’antica costituzione; in passato, infatti, i poteri straordinari sono sempre stati affidati a un magistrato “cum imperio” alla scadenza del suo mandato ordinario. Anche altri senatori si dichiarano contrari; qualcuno arriva a sostenere che sarebbe preferibile sopportare i pirati piuttosto che conferire a Pompeo poteri straordinari, evidenziando come questi gli consentirebbero di intervenire anche in Italia, perfino nella città di Roma. I senatori vicini ai Popolari, tra cui Gaio Giulio Cesare e Publio Servilio Vazia Isaurico, parlano invece a favore. Cicerone, che riveste

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attualmente la carica di edile cùrule, e che nei dibattiti in Senato sta in genere un po’ di qua e un po’ di là, dichiara di essere consapevole dell’illegalità rappresentata dal ventilato conferimento di poteri straordinari a Pompeo, ma di ritenerla necessaria. Si passa alla votazione, i senatori si dividono fisicamente: i favorevoli si raggruppano in una metà dell’aula, i contrari nell’altra metà. L’esito è sfavorevole a Gabinio, la sua proposta è respinta. Ciò che succede a quel punto rispecchia la crisi incipiente del Senato quale organo regolatore dei conflitti e degli interessi della società romana, e conferma la tendenza in atto al superamento del complesso sistema di equilibri della tradizione repubblicana, attraverso il riconoscimento a figure carismatiche di un potere quasi assoluto. Gabinio presenta la sua proposta al Concilium Plebis, bypassando il Senato. L’Assemblea discute la proposta, e, dopo che Giulio Cesare e Cicerone hanno parlato a favore, questa viene approvata con modifiche rispetto al testo originario, che aumentano la dotazione dei mezzi messi a disposizione del magistrato incaricato. Viene inoltre stabilito che la nomina dei legati non sarà subordinata alle indicazioni del Senato, ma avverrà a discrezione del magistrato incaricato. Entra così in vigore la “lex Gabinia de piratis persequendis”, che nomina Pompeo Magno quale proconsole e comandante supremo della Flotta e del Litorale, gli mette a disposizione immensi mezzi militari e finanziari, e gli attribuisce una competenza ter-


Mosaico raffigurante un vascello militare romano.

ritoriale che non soggiace ad alcun limite imposto da colleghi e da controlli esterni (“imperium majus infinitum”). Pompeo potrà disporre di 24 legati (vice-comandanti), 20 legioni, 5 mila cavalieri, 500 navi nuove di zecca e 120 mila fra soldati e uomini d’equipaggio; nonché di denaro liquido nell’ordine di 6 mila talenti, di un credito illimitato dell’erario dello Stato e di tutte le rimesse fiscali disponibili presso i governatori provinciali. Tra i suoi poteri, vi è anche quello di requisire nei porti della Grecia tutti i natanti che gli servono, di utilizzare sulle navi da guerra marinai e rematori tratti dalla marina mercantile di Roma, e degli Stati alleati, di utilizzare i fanti di marina, tutti romani. A nessun magistrato romano, per andare in guerra, sono mai stati attribuiti un potere così vasto e risorse così

abbondanti per un periodo di tempo così lungo. Pompeo sceglie i legati tra gli ufficiali anziani, di solito senatori, tutti comun- que uomini esperti. Divide il teatro delle operazioni (Mediterraneo e Mar Nero) in 13 settori. Assegna a ciascun settore un legato e un certo numero di navi, equipaggi e armati, tiene di ri- serva 60 navi. La Guerra Totale inizia non appena l’esercito e la flotta sono pronti. Nel frattempo i pirati compio- no un’incursione a scopo di rapina a Ostia, il porto di Roma, durante la qua- le attaccano anche alcune navi in alle- stimento, fra quelle che sono destinate ad essere scagliate contro di loro. L’epi- sodio sottolinea la necessità e l’urgenza di intervenire contro i pirati con tutta la determinazione e la forza possibili. Pompeo dà il via al rastrellamento,

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Non solo vecchie pietre a partire dai settori occidentali, in modo da sgombrare per prime le rotte dei rifornimenti annonari dell’Urbe. Le navi-pirata scacciate dai settori occidentali verranno bloccate nel Canale di Sicilia, per impedire loro di passare nel Mediterraneo orientale. La prima fase dell’intervento dura 40 giorni. Pompeo passa quindi alla seconda fase. Pure i settori orientali vengono ripuliti.

non è un combattente, ma un intellettuale e uno scrittore. Per chiudere la via di fuga ai pirati illirici, progetta di gettare un ponte di barche fra la costa epirota e quella pugliese a imitazione dell’impresa compiuta da Serse, Re dei Re dei Persiani, all’epoca della sua invasione della Grecia (480 a.C.) - Serse, lo ricordiamo, aveva fatto gettare un ponte di barche attraverso lo Stretto del Bosforo per farvi transitare le truppe. OvviamenUno dei legati di Pompeo è Marco Te- te il progetto di Varrone rimane sulla renzio Varrone, originario di Rieti o carta. Non potrebbe essere diversadell’Alta Sabina, patrizio, già questo- mente, perché frutto di un’idea

Monetazione pontica.

re (97 a.C.), legato in Illiria (78 a.C.), e legato e pro-questore in Spagna (76- 72 a.C.). Ha l’incarico di controllare il settore compreso la Sicilia e l’isola di Delo, nelle Cicladi. Varrone

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insensata: il Canale d’Otranto è ben più largo del Bosforo e d’inverno è spesso tempestoso. Un altro dei legati di Pompeo viene inviato a Creta, dove, a combattere


contro i pirati, c’è già Quinto Cecilio Metello, che già da qualche anno sferra contro i pirati formidabili attacchi, trovando collaborazione nelle città di Gortyna e Polyrrhenion, e riportando discreti successi. Ma la conquista dell’isola è appena iniziata e la sua conclusione è di là da venire. Cecilio Metello è un avversario politico di Pompeo (è un esponente degli Ottimati): questo non depone a suo favore. Inevitabilmente i rapporti fra lui e il legato di Pompeo si fanno difficili. Metello teme che il frutto delle sue vittorie possa sfuggirgli di mano... La strategia di Pompeo è un capolavoro di organizzazione e coordinamento, e dà risultati strepitosi, che avvicinano la fine della guerra. L’ultimo centro di resistenza dei pirati cilici è Coracesium. È situato al confine fra la Panfilia e la Cilicia (corrisponde alla moderna Alanya, una città di 400 mila abitanti nella provincia di Antalya, sulla costa meridionale della Turchia, vicino ad Adalia), sull’alto di un enorme sco- glio roccioso, a 200 m di altezza; ed è collegato alla terraferma da un istmo. In basso, ai piedi dello scoglio, vi è un porto ben riparato. Coracesio è la principale base navale e il quartier generale dei pirati cilici. Vi sono ammassate grandi quantità di armi, legno, metallo, tele da vela e corde, e vi lavorano molti schiavi, addetti alla costruzione e all’equipaggiamento delle navi da guerra. La località è già comparsa nei bol- lettini di guerra dei generali romani. Marco Antonio Oratore, nel 102 a.C., ha stabilito a Side, in Panfilia, vicino a Coracesio, il proprio quartier genera-

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le. Il proconsole Publio Servilio Vazia Isaurico, nel 68 a.C., è partito da Coracesio per conquistare l’entroterra cilicio. Nel 67 a.C., i difensori di Coracesio possono osservare dall’alto il cozzo tremendo delle navi che avviene nel mare antistante, al largo del promontorio. Le navi dei pirati sono in maggioranza rispetto a quelle di Pompeo, ma la loro sconfitta si profila fin dalle prime mosse. I pirati superstiti sbarcano dalle loro navi, dopo che queste sono state fatte arenare sulla spiaggia, e si rifugiano sull’alto dello scoglio, ma devono arrendersi quando vengono minacciati d’assedio. La vittoria dei Romani a Coracesio pone fine alla guerra. A quel punto, dopo appena tre mesi di operazioni, Pompeo può tirare le somme della sua campagna. Il bilancio è tutto a suo favore: 10 mila pirati uccisi, 71 navi distrutte, 446 navi catturate, 20 mila prigionieri (quando Pompeo celebrerà il suo trionfo a Roma, si vanterà di avere catturato 600 navi pirata). I prigionieri non vengono giustiziati, ma perdonati, a condizione che si pentano e manifestino l’intenzione di reinserirsi nella società civile. Ove si pentano, saranno deportati in città dell’entroterra cilicio, dove, come incentivo a cambiare vita, riceveranno un pezzo di terra da coltivare. I territori conquistati da Pompeo in Asia vanno a costituire nuove province. Fra le altre, la Cili- cia Trachea, che ha il suo centro direttivo nella città di Tarso; la Cilicia Pedias, che abbraccia anche una parte della Frigia; e la Licia e Panfilia, che comprende anche Coracesio. ●

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I nostri eventi per

! t s ’e l l e d a i r Respira l’a TRIESTE FILM FESTIVAL 24a edizione TRIESTE Dal 17 al 23 gennaio 2013

La manifestazione è la più ricca e articolata kermesse festivaliera italiana espressamente dedicata alle cinematografie dell’Europa centro-orientale, con un programma costituito mediamente da 130 titoli in anteprima nazionale. Anche nel 2013 il cartellone prevede quattro sezioni competitive - lungometraggi, cortometraggi, documentari e un concorso, Zone di cinema, espressamente dedicato alle produzioni e ai registi del Friuli Venezia Giulia – ai cui vincitori verrà attribuito rispettivamente il premio Trieste, il premio Alpe Adria Cinema, il premio Fondazione Mediterraneo e il premio Zone di Cinema. Inoltre, le sezioni non competitive Muri del Suono, panoramica di film a tematica musicale, e Eastweek - nuovi talenti, grandi maestri che accoglie nelle giornate del Festival gli studenti delle Scuole di cinema dell’area cui vengono dedicati incontri di formazione e masterclass. Un progetto rivolto ai professionisti del settore - organizzato dal Fondo Audiovisivo FVG in collaborazione con Trieste Film Festival – è infine “WHEN EAST MEETS WEST. Trieste Cross-border Meeting” che prevede tre giorni dedicati a produttori, broadcaster, mercati, fondi regionali italiani e dell’Europa centroorientale. L’iniziativa è affiancata dagli Italian Screenings, finalizzati a dare un’opportunità di visibilità e promozione ai lungometraggi italiani indipendenti, sia di fiction che documentari, che ricercano una distribuzione internazionale e che non sono ancora stati distribuiti nelle sale italiane. Ancora, il Premio Corso Salani, creato in ricordo del cineasta scomparso, è destinato a un regista italiano il cui progetto indipendente sia in fase di lavorazione e necessiti di risorse produttive e finanziarie per essere portato a termine. Per informazioni: http://www.triestefilmfestival.it

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i vostri 5 sensi 63 ! le a n io z a n r te in te r Tocca l’a ARTEFIERA Fiera Internazionale d’arte contemporanea Fiera di BOLOGNA Dal 25 al 28 gennaio 2013 Bologna, città d’arte e cultura, è lo scenario del più importante evento in Italia dedicato all’arte moderna e contemporanea, la Fiera Internazionale ArteFiera. Le più importanti e prestigiose gallerie di tutto il mondo incontrano un pubblico di esperti ed appassionati per ammirare esposizioni dei più noti artisti contemporanei presenti sulla scena internazionale. Collezionisti, curatori di istituzioni, musei e mercanti d’arte del mercato mondiale troveranno nella manifestazione ArteFiera le attuali tendenze dell’arte internazionale, le proposte di giovani artisti emergenti, i nomi di spicco della produzione artistica internazionale e potranno partecipare ad incontri focalizzati sulle diverse sfaccettature del collezionismo d’arte, nel pubblico e nel privato, o visitare le numerose installazioni disseminate nel centro storico della città di Bologna, dove l’evento si allarga per coinvolgere la città intera. Per informazioni: http://www.artefiera.bolognafiere.it

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I nostri eventi per e!

n g a t n o m e l l e d o c ’e l a t l Asco

OROBIE FILM FESTIVAL - Festival Internazionale del documento di montagna e del film a soggetto Centro Congressi Giovanni XXIII - BERGAMO Dal 19 al 26 gennaio

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Organizzato da Teamitalia e giunto alla 7a Edizione, il Festival ha lo scopo di promuovere gli ambienti montani di tutta Italia e di tutto il pianeta, ovvero le cosiddette Terre Alte del Mondo, per una migliore conoscenza dell’ambiente, del territorio, della sua storia, della sua cultura, dei suoi paesi e delle persone che lo vivono. Arricchito dalla nuova “Sezione Agricoltura” per volontà degli organizzatori, che ritengono fondamentale che in un Festival cinematografico sulla Montagna trovi spazio anche l’agricoltura di montagna, grande preservatrice della biodiversità e produttrice di eccellenze gastronomiche. La Sezione Agricoltura è in mostra Domenica 20 Gennaio con i due film prescelti dalla Giuria, su sei presentati. In abbinamento al concorso cinematografico, Orobie Film Festival promuove anche un concorso fotografico internazionale dedicato a fotografie di montagna, paesaggi e natura dal livello orobico al livello internazionale. Per informazioni: www.teamitalia.com

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i vostri 5 sensi 63 ! a r t s o m a Gustati l

Vermeer. Il secolo d’oro dell’arte olandese Scuderie del Quirinale - Roma Fino al 20 gennaio 2013 Ultimissimi giorni per vedere la mostra che include un’accurata selezione di opere di Vermeer – rarissime e distribuite nei musei di tutto il mondo - e all’incirca cinquanta opere degli artisti olandesi suoi contemporanei. Johannes Vermeer dipinse solo quarantacinque quadri nella sua vita. Conoscitore e mercante d’arte, si considerava soprattutto un pittore. Lavorò solo su commissione e non dipinse mai più di due o tre opere all’anno, il necessario per mantenere la moglie e gli undici figli. Eppure noi oggi lo consideriamo uno dei più grandi pittori di tutti i tempi. Il carattere specifico dei quadri di Vermeer e dei suoi contemporanei riflette la cultura medio-borghese dell’Olanda del XVII secolo. I temi casalinghi e il forte senso di realismo caratteristico del loro stile, affascinavano i collezionisti privati dell’epoca, per lo più mercanti, panettieri, birrai, che esponevano i quadri nelle loro abitazioni chiedendo sempre nuovi soggetti. Nello stesso periodo in Italia, al contrario, grandi committenze istituzionali, come la Chiesa e le corti principesche, richiedevano forme d’arte pubblica e di grande formato, molto diverse dalla pittura intima e ricca di sfumature di Vermeer che affrontava per lo più temi incentrati sul privato: la famiglia, i gesti e i momenti della vita quotidiana, la lettura e la scrittura (soprattutto la corrispondenza privata), il corteggiamento, la musica e lo studio della scienza, e poi le vedute della città. Per informazioni: www.scuderiequirinale.it

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I nostri eventi! 63 nel mistero! Guarda

IL SEGRETO DEI SEGRETI – I tarocchi di Sola Busca Tesori nascosti in Brera Pinacoteca di Brera – MILANO Fino al 17 febbraio 2013 La Pinacoteca di Brera conserva meravigliosi esemplari di Tarocchi del XV secolo: 48 carte di un disperso mazzo dei Tarocchi dei Visconti, attribuiti al Bembo; e il cosiddetto “Sola Busca“, il mazzo più antico che ci sia pervenuto completo. Secondo i curatori della mostra le 78 carte furono incise a bulino e miniate in oro e colori nel 1491 probabilmente da Nicola di maestro Antonio, secondo le indicazioni esoteriche e simboliche dell’umanista Ludovico Lazzarelli. Tale presunto ideatore del mazzo era un filosofo alchimista, conoscitore della cabala e studioso di ermetismo, che, come già Matteo Maria Boiardo, trovò nei Tarocchi l’occasione di esprimere i princìpi rinascimentali del sincretismo della cultura classica, della tradizione pagana, della mistica ebraica, islamica, cristiana e gnostica, del neoplatonismo e del neopitagorismo, dell’alchimia, della cabala ermetica e delle allegorie medievali. I 22 Trionfi del mazzo Sola Busca si discostano dai mazzi tradizionali per un’assoluta originalità di scelta di personaggi, per lo più ispirati dalla storia di Roma antica e dalla Bibbia. Le restanti 56 carte invece sono divise nei tradizionali 4 semi. Per informazioni: www.brera.beniculturali.it

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Concorso letterario Prima edizione

“Nei libri con Medeo”

Concorso letterario riservato ai romanzi e ai racconti inediti a votare saranno gli utenti del social network Medeo! Sei uno scrittore?

Iscriviti al social network per la cultura Medeo.it e manda il modulo di iscrizione entro il 28.02.2013. Sezione Romanzi: se hai meno di 26 anni potrai partecipare nella categoria Medeo Young, altrimenti iscriviti alla categoria Medeo Senior. Sezione Racconti: partecipa con il tuo racconto al concorso dal tema “C’era una volta...”. La categoria è libera.

Il primo classificato in ogni categoria sarà pubblicato GRATUITAMENTE da Diamond Editrice! Sei un lettore?

Iscriviti al social network per la cultura Medeo.it e potrai leggere e votare gli estratti dei romanzi e dei racconti in concorso. I più votati dagli utenti del social network arriveranno alla fase conclusiva del concorso in cui una giuria decreterà il vincitore per ogni categoria.

Scopri Medeo.it, il social network per la cultura, iscriviti al concorso Nei libri con Medeo. La partecipazione è gratuita!

Affrettati, le iscrizioni sono aperte fino al 28 febbraio 2013! www.fondazioneperleggere.it

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Il concorso è organizzato con il patrocinio di Fondazione Per Leggere - Biblioteche Sud Ovest Milano, e con la collaborazione di Diamond Editrice.

Scarica i moduli per partecipare: Bando - Modulo


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GIOVANNI SESIA 2012 per LA MEMORIA DEL MONDO


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Io Come Autore È una rivista di Ebookservice Srl Redazione-Amministrazione Direttore Responsabile: Giorgio Ginelli Responsabile Approfondimenti: Daniela Villa Grafica: Daniele Vimbo Art Director: L@simo Via Po, 44 - 20010 Pregnana Milanese Tel. 02/93590424 - Fax 02/93595614 redazione@iocome.it Ufficio Pubblicità: Tel 02/93590424 - Fax 02/93595614 commerciale@iocome.it Si ringrazia per la collaborazione: Natale Barca Linda Bertasi Laura Caputo Paola Concilio Giorgio Ginelli Luca Malini Cristina Pecora Giovanna Vannini

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tenuto degli articoli che resta a carico degli autori, i quali lo inviano a titolo gratuito senza ricevere alcuna ricompensa in merito. In caso di pubblicazioni parziali del testo, resta l’impegno della Redazione di non modificare i dati o distorcerne il significato. Ebookservice Srl sarà libera di non pubblicare testi in contrasto con le leggi italiane vigenti.

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