"in Città" - Dicembre 2015

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Periodico promosso dall’Arciconfraternita Maria SS. del Carmine - Giovinazzo - Registrato presso il Tribunale di Bari al n. 1307 in data 20/1/1997 - Spedizione in A.P. 70% Filiale di Bari

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Editoriale

Grazie a tutti voi... ...mie care lettrici e lettori!

E

Filippo D’Attolico

d il mio più profondo ringraziamento ve lo porgo a nome dell’intero Staff di Redazione per la fiducia che ci avete riconosciuto in tutti questi anni seguendo con attenzione e passione tutto il nostro lavoro. Grazie perché siete stati per noi di sprone, stimolandoci a fare sempre meglio, permettendoci di correggerci, dunque, di crescere. Ci avete visti così, nella singolarità di ciascuno, procedere con una lenta ma proficua evoluzione vantaggiosa per la Collettività. Grazie per averci sostenuti, ed insieme alla presenza di pochi ma importanti sponsor commerciali, avete permesso a questa città di poter monitorare con adeguato senso di responsabilità le problematiche più significative di interesse comune. Grazie a coloro che hanno operato all’interno della Redazione e a tutti i nostri corrispondenti come Frank Desantis dagli USA o Beatrice Andriano Cestari fuori le mura: a questi ultimi rivolgo un accorato riconoscimento per il prezioso lavoro mensile che sono certo vorranno continuare a garantirci nel nuovo progetto informativo in fase di decollo! Questo messaggio per me e per l’intera Redazione di “in Città” non rappresenta un addio, bensì un vi aspetto su:

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La Regione consente la ripresa del trattamento dei Opinione

Dà, però, torto a TOM che ordinò il sopralzo dei lotti I, II Giuseppe Maldarella

È

di questi giorni la pubblicazione sul BURP (Bollettino Ufficiale della Regione Puglia) della Determina del Dirigente regionale per l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) n. 29 del 2.11.2015 con la quale si forniscono i dettami per il funzionamento della installazione, di cui all’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata precedentemente alla Daneco s.p.a. con DD. N. 507 del 13.10.1009, per “l’esercizio transitorio” di trattamento e smaltimento rifiuti a S. Pietro pago. Il provvedimento di che trattasi sarebbe l’esito cui è giunto il complesso degli organismi pubblici, chiamati al vaglio procedimentale rivolto alla ripresa delle lavorazioni di trattamento dei rifiuti, a riscontro della domanda della Daneco, gestore della discarica, avanzata per rilascio della modifica autorizzativa VIA/AIA e presentata in data 27.06.2014, ai sensi dell’ex art. 29-nonies D.lgs. 152/1006. Al riguardo è bene ricordare che detta procedura, azionata d’iniziativa dalla Daneco presso il Servizio Ecologia e Rischio Industriale della Regione, era stata messa in atto per ottenere la revisione sostanziale della sopra richiamata autorizzazione n. 507/2009, ritenuta indispensabile per poter riattivare i lotti di discarica n. I, II e III, mediante una loro ulteriore sopraelevazione, non potendo andare oltre i livelli massimi di sopralzo del lotto VI. Ricorderanno i lettori che questo tentativo di voler continuare a smaltire i rifiuti, ricorrendo ad un ennesimo aumento di volumetria dei lotti più antichi ebbe a generare, dapprima, un clamoroso deliberato unanime del Consiglio Comunale di impedire qualsivoglia ampliamento della discarica e poi una generale contrarietà popolare. L’insistenza a pervenire ad una tale soluzione portò, infine, all’insorgere del Movimento “NO DISCARICA” che prese notevole consistenza, appunto, quando di tale decisione si fece sostanzialmente carico lo stesso Sindaco Depalma con sua ordinanza, emessa ai sensi dell’art. 191 del D.lgs. 152/2006. Giusto un anno fa, il 6 novembre 2014, dopo due sessioni di Conferenza di Servizi (30/10 e 4/11-2014) cui intervennero, oltre agli organi tecnici e amministratori del Comune, i Dirigenti dei diversi Settori regionali e i rappresentanti dell’ATO/BA, dell’Arpa e Asl, il Sindaco, sostituendosi indebitamente al Presidente della Giunta regionale, adottò la ordinanza n. 62/2014. In sostanza con detto atto Depalma autorizzava la Daneco, nelle more dell’espletamento della procedura regionale VIA/AIA, la prosecuzione dell’esercizio di smaltimento del rifiuto 4

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biostabilizzato mediante la sopraelevazione delle quote di chiusura dei lotti di discarica n. I, II e III fino a uniformarli alla profilatura massima consentita del VI lotto. È a tutti noto quello che è accaduto dopo quella improvvida decisione di Depalma che originò la sollevazione dei cittadini, confluita poi nell’Assise Comunale del 9 gennaio 2015 ove si pervenne al generale convincimento di indurre il Sindaco a ritirare la contrastata Ordinanza che fu subito revocata pochi giorni dopo, il 12 gennaio 2015. Solo l’accesa rimostranza cittadina portò ad impedire che si continuasse ad abbancare rifiuti nella discarica di S. Pietro Pago. Sussistendo l’impedimento forzoso dello smaltimento in discarica, i rifiuti stessi, dopo il pretrattamento presso l’impianto di biostabilizzazione meccanica, mantenuto ancora in funzione, venivano trasportati in altre discariche private. Poi, in estate, a seguito di un vasto incendio di materiale pretrattato in attesa di essere trasferito, la Daneco ha sospeso tutte le attività dell’impianto transitorio, oltre la chiusura della discarica. Ora, dopo mesi, da quando è stata introdotta la procedura coordinata VIA/AIA ad integrazione della originaria autorizzazione dell’impianto provvisorio presso S. Pietro Pago, che ha richiesto riscontri di dati e schemi progettuali da parte del gestore medesimo e di ripetuti consulti tecnici delle diverse autorità pubbliche, tutti riassunti in una Conferenza di Servizi, è stata resa la determinazione ambientale AIA. Il dispositivo regionale di che trattasi, infatti, detta prescrizioni ed indicazioni relative alle modalità operative e le caratteristiche tecnico-infrastrutturali, di esercizio e di monitoraggio dell’impianto provvisorio di biostabilzzazione, situato nei pressi del III lotto di discarica. Questo lo stato dei fatti. Ma qui preme valutare con ordine e puntualità gli aspetti contenutistici e i riflessi economici e contrattuali che la recente Determinazione approvativa regionale, n. 29/2015, comporta perché sia riaperto il preesistente impianto di biostabilizzazione meccanica secondo le condizioni tecniche ed operative contenute nel dispositivo. Innanzi tutto è bene premettere che il provvedimento, ancorché presenti la durata di un quinquennio dalla data di emissione, come la pregressa autorizzazione n. 507/2009, di cui è integrazione, limita la sua efficacia ad un periodo provvisorio. È ribadito che la sua operatività andrà a cessare non appena si realizza l’impianto complesso di biostabilizzazione “a regime” che fu, a suo tempo, configurato dalla Provincia con DD. N. 31/2010 dopo essere stato affidato alla Daneco, mediante

gara pubblica, l’appalto della realizzazione e successivo esercizio dello stabilimento, contrattualizzato dal Comune con negozio n. rep. 2313 del 30.12 2008. Di fatto, non essendo stata finora avviata la costruzione di quella struttura, l’organismo regionale si è premunito di formulare un cronoprogramma (posto in allegato al provvedimento) che traccia le fasi della edificazione e il funzionamento della nuova struttura e che sembra aver ricevuto condivisione dalla Daneco medesima in sede di conclusione degli esiti della Conferenza di Servizi, in data 19.10.2015. Questa però è una questione che tralascio per essere molto controversa per le variabili che gli Enti in gioco continuano a presentare riguardo alla natura della produzione da assegnare al costruendo impianto. Dunque, relativamente al contenuto della attuale Determina autorizzativa dell’AIA, preme far rilevare che il provvedimento esplicita solo una soluzione tecnica e di esercizio per le attività di pretrattamento dei rifiuti che si conferiranno al sito di Giovinazzo, mediante una linea di selezione meccanica presso la vecchia struttura già presente nei pressi del III lotto della discarica. Per cui, le precise prescrizioni di lavorazione per la cernita del rifiuto e, ancora, le modalità operative e le rigide tempistiche di monitoraggio dell’intero ciclo di attività, con riferimento al “BAT” (Best Available Techniques), cui ex art. 3 D.lgs. 372/99, sono compendiate nella Determina e ne costituiscono le indero-


rifiuti a S.P. Pago

e III della discarica

gabili condizioni per poter riattivare l’impianto di biostabillzazione meccanica. Sicché il materiale selezionato ed il rifiuto biostabilizzato in uscita dal processo biologico (RBD) non può in alcun modo essere abbancato nella discarica del sito, ma deve essere trasferito in impianti terzi. Ne dà conferma la relativa scheda illustrativa dell’assetto impiantistico di S. Pietro Pago che segnala, pure, che le volumetrie dei lotti di discarica ivi presenti sono completamente colme, né lascia intravvedere possibilità alcuna per un innalzamento dei raggiunti livelli terminali di chiusura degli stessi. Ciò ci induce a dire che TOM fece un grave azzardo nell’emettere l’ordine di prorogare le lavorazioni di smaltimento RSU consentendo di elevare i profili di copertura dei lotti I, II e III. Specie se si considera che a tale decisione addivenne caparbiamente, su indicazioni dell’ATO/BA e supportato dall’Assessore Sannicandro, dopo aver acquisito i pareri, qualcuno con riserva di approfondimento, dei tanti Dirigenti regionali e dei rappresentanti dell’Arpa e dell’Asl. Il solo ad avversare quel sciagurato proposito del Sindaco fu l’arch. Turturro, nella sua qualità di Preposto al Settore Tecnico e Gestione del Territorio del Comune che, con una formale ed argomentata nota, ebbe a rappresen-

tare le ragioni tecniche e di opportunità a che si soprassedesse alla soluzione che si stava adottando, evidenziando le specifiche criticità insite all’azione di rimodellamento delle quote terminali dei lotti di discarica I, II e III. Purtroppo, le documentate riserve addotte da Turturro, in sede di Conferenza di Servizi della sessione del 30 ottobre 2014, furono ritenute, in quella fase procedimentale, superabili dagli stessi Dirigenti della Regione, per essere in corso, a loro dire, la procedura ordinaria di rinnovo della autorizzazione VIA/AIA presso il Servizio regionale Ecologia. Lo stesso Depalma, a chiusura di detta seduta, allorché si conveniva di aggiornarla per le conclusioni al successivo 4 novembre, ebbe a formulare l’invito per la tempestiva definizione della prassi consultiva in atto, non senza trattenersi dal dichiarare espressamente che “la parte politica del Comune ha assunto scelte chiare e coerenti ispirate a senso di responsabilità, sia pure divergenti da quelle espresse dalla parte tecnica dell’apparato comunale”. In altri termini, pubblicamente, di fronte a tanti burocrati intervenuti alla Conferenza e con una sorta di manifesto pregiudizio, dichiarava di non voler tenere in alcun conto i rilievi tecnici del Turturro, suo dirigente al vertice del comparto comunale “Ambiente”. Quale sia stato il senso di responsabilità di TOM, oggi, amaramente, lo scopriamo. E, con certezza, possiamo dire che non ha mostrato, nella circostanza così importante per la sua carica, di avere la necessaria capacità di discernimento nel valutare preminente l’esigenza di tutela e salvaguardia della salute pubblica. Anzi il suo intendimento nella evidente sua fallacia, era solo quello di aderire, spalleggiato dal dott. Sannicandro, alle sollecitazioni dell’ATO che gli avrebbe corrisposto, come lui stesso andava pubblicizzando, un corposo contributo economico per finanziare un progetto di arricchimento del patrimonio arboreo cittadino. A disamina dell’intero articolato della Determina con le tante valutazioni tecniche e gli esiti di consultazioni formulati in conseguenza di ripetute visite al complesso impiantistico, sono indotto a concludere che il dispositivo stesso sia stato adottato dietro forti ed insistenti pressioni da parte di ogni Autorità regionale interessata a fronteggiare la situazione emergenziale in atto. La forzatura sta nel fatto di arrivare a disporre nuovamente della struttura di S. Pietro Pago al fine di avere in attività almeno un impianto di selezione dei rifiuti a servizio dell’ATO/BA. Parimenti meraviglia non poco l’assenso dichiarato dalla Daneco, in sede di Conferenza di Servizio, a porre in essere tutti gli interventi di adeguamento impiantistico indicati ed, ancor più, le copiose misure tecniche di funzionamento e di stretto monitoraggio delle lavorazioni in ogni sua fase di produzione del RBD. Cosa che prova un convergente interesse sia dei Dirigenti regionali ai vari livelli, dell’ATO e della stessa Daneco cui urge la riattivazione dell’impianto di trattamento RSU, sia pure in via temporanea. Perché mai, solo ora, si avverte l’insorgenza del rispetto di sì dettagliate condizioni di operatività e di misure di sicurezza e di monitoraggio dell’impianto? Finora quella struttura ha funzionato in modo inadegua-

to senza uniformarsi ai molteplici dispositivi di sicurezza richiamati nella DD. e, comunque, al di fuori delle linee guida del BAT di settore, vigenti già dal 2009? Sarà che ora è maturata una più generale preoccupazione dell’opinione pubblica che mostra finalmente di voler essere vigilante per assicurarsi che la presenza sul territorio della discarica non sia potenziale fattore di rischio per l’ambiente e per la stessa salute dei cittadini? È molto difficile che si possano avere risposte a queste domande che, francamente, mettono angoscia nel sapere che per tutto questo tempo la Daneco, nonostante le nostre rimarcate e continue rimostranze, ha trattato e smaltito montagne di rifiuti, svincolata dal rispetto delle misure solo ora introdotte dalla nuova regolamentazione AIA del 2 novembre scorso. In tal senso e forse a giusta ragione, non escluderei di dire che quel sostanzioso contributo economico, allora promesso a Tom per la riqualificazione del verde pubblico, la città di Giovinazzo se l’è già meritato ampiamente. Specie se si pensa che dovrà ancora subire una circolazione spaventosa di camion di grossa cubatura che trasportano rifiuti in entrata ed in uscita dalla discarica. E, sempre a questo proposito del rilevante impatto della discarica con il nostro territorio e delle indiscutibili incidenze negative sulla qualità della vita consociativa, mi si affaccia l’altra sconcertante domanda che scaturisce da questa rinnovata autorizzazione a mantenere funzionante, non si sa per quanto tempo ancora, un vecchio impianto costruito nel 2009. Qual è la disciplina negoziale da valere tra il Comune, titolare del complesso infrastrutturale della discarica e il Gestore Daneco? Io insisto col dire che quel famigerato contratto n. 60387 del 26.09.2003, a suo tempo stipulato dal Comune con la SPEM, in base al quale quella società divenne concessionaria del servizio, essendo la discarica passata di proprietà comunale, e che si voluto tenere forzatamente in piedi fino alla chiusura dell’impianto, ora non può più essere richiamato a disciplina del rapporto concessionale, specie con riferimento agli emolumenti compensativi e ai relativi corrispettivi di concessione. L’art. 4 di quel contratto recita che la sua vigenza ha durata fino a quando v’è disponibilità di volumetria per l’abbancamento dei rifiuti; per cui dichiarata ora la saturazione completa della discarica di S. Pietro Pago qual è la disciplina contrattuale a regolamentazione dei rapporti, anche finanziari, tra il Comune titolare dell’impianto di trattamento e la Daneco esercente il servizio? Cosa verserà la Daneco al Comune come corrispettivo della Concessione? Ancora una volta mi permetto di invitare Tom a dismettere questa sua conduzione farfallona della cosa pubblica, nonostante il cambio del vertice al Settore “Ambiente”. Che si renda edotta la cittadinanza di questo aspetto ma anche dell’intero sistema gestionale del servizio dei rifiuti sia relativamente alla parte che attiene all’esercizio della discarica che quella afferente all’attività di spazzamento del territorio e di raccolta cittadina che andrà, ancora una volta, a prorogarsi per l’anno prossimo, sempre a favore della Daneco. N. 12 - Dicembre 2015

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Nuove Aperture a Giovinazzo:


TUTTI CONTRO TOM. ANZI NO


TUTTI CONTRO TOM. ANZI NO

Politica

Gianluca Battista e Giuseppe Dalbis

S

Il nostro pastone politico per saperne di più sulle mosse in vista delle elezioni del 2017

e si prova a comprendere gli spostamenti, i riposizionamenti, le intese trasversali, che stanno maturando in questo periodo all’interno della politica giovinazzese, un po’ di mal di testa viene. Ma per

chi deve fare informazione, un po’ di sana cronaca mista a critica (costruttiva) è un po’ il pane quotidiano, una sorta di piatto ricco su cui fiondarsi senza esitazioni di sorta. Così torniamo a scrivervi, in questo

ultimo numero cartaceo della nostra quasi ventennale esperienza, di quanto questa politica locale sia impegnata, sin d’ora, in vista delle elezioni amministrative della primavera 2017.

CENTRISMO DILAGANTE: Dopo la nascita del Gruppo di Responsabilità costituito dall’ex Consigliere, Antonio Galizia, composto da NCD- Area Popolare, Movimento Politico Schittulli, Giovinazzo Città d’A…mare, Movimento Cittadino per Giovinazzo, guidato dall'avvocato Pietro Sifo ed il Movimento Popolare dell'ex Sindaco, Giuseppe Illuzzi, pare davvero che in tanti vogliano posizionarsi al centro, cercando di dialogare con il Partito Democratico. Antonio Galizia stesso ci ha confermato che Giovinazzo Città d’A…mare, la lista civica fondata insieme a Leo Magarelli, sarà a lui affidata, entrando ufficialmente a far parte di Area Popolare. Tradotto: Giovinazzo Città d’A…mare lascia la sua alea di lista civica per entrare in un partito tradizionale. Lo fa, ha precisato Galizia, perché «è importante dare continuità alle politiche nazionali, dialogando, proprio come avviene a Roma, con il PD». Galizia cerca contatti anche con l’Osservatorio per la Legalità e per il Bene Comune, a cui dedichiamo uno spazio a parte. Resta da capire come, chi era candidato Sindaco per il centro-destra alle scorse elezioni, possa poi giustificare questo passaggio verso sinistra. A proposito di Leo Magarelli, a cui accennavamo prima, parrebbe che l’ex Consigliere regionale stia muovendosi con cautela, cercando di non disperdere il consenso che ha spesso avuto a Giovinazzo. In un’ottica centrista, voci bene informate (ma non confermate, ndr) lo darebbero in contatto con i Democratici. Contatto che non vuol dire ingresso, guai a pensarlo, ma collaborazione, unione di intenti. Un po’ come per Area Popolare, il collante sarebbe una politica di totale rottura e contrasto nei confronti dell’attuale Amministrazione comunale. Antonio Galizia

edalo D di Anna Lasorsa

in Via Bitonto a Giovinazzo - Tel. 080.3944445 8

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Politica PEZZI DI PD: Ma se tutti vogliono dialogare col Partito Democratico, quest’ultimo con chi vuole dialogare davvero? L’interrogativo sembra banale, ma non lo è. Intanto il Segretario Michele Delle Fontane sta cercando di tenere unito il partito, apparso diviso dopo la dura presa di posizione della componente stufaniana “Rinnovamento e Partecipazione”. Si cerca, grazie all’esperienza di Antonio Berardi, che c’è sempre ma non si vede mai, di operare per un’azione convinta di contrasto all’attività amministrativa e per portare il PD fuori dall’impasse. Insomma, c’è bisogno di un candidato forte, autorevole, che sfidi Tommaso Depalma e lo batta alle prossime elezioni. Il passaggio dalle Primarie apparirebbe fin troppo scontato, ma in politica non sempre ciò che sembra inevitabile vien poi realizzato davvero. Ed infatti, dall’interno, è proprio Cosmo Damiano Stufano a voler far pesare il suo essere stato, per ben due consultazioni di fila, il più suffragato, al contrario di altri Consiglieri uscenti dell’era di Antonello Natalicchio, usciti con le ossa rotte. Fu Stufano, nel 2011 a chiedere le Primarie, ma poi si scelse l’avvocatessa Lia Dagostino da molti considerata vicina proprio all’ingegner Berardi. Quanto a Natalicchio, l’ex Sindaco sembra tornato in pista, dopo il comizio tutto all’attacco tenuto in Piazza Porto ad ottobre. Michele Delle Fontane nutre massima stima del professore e sta provando a riportarlo a tutti gli effetti nel partito. Almeno così ci dicono, ma la cosa non è affatto scontata. Chi dal partito è uscita da tempo è l’insegnante Maria Restivo, ex Assessora alla Cultura, e nuovamente pronta – parole sue – a tornare in campo se ve ne dovesse essere necessità. Lei è una che crede nei giovani e ha contestato in passato, alla luce del sole, le politiche piddine. Flirterà con Sinistra Ecologia e Libertà? In tanti se lo chiedono, soprattutto nel mondo della scuola dove gode di un buon seguito. Ed a proposito di SEL, loro col PD giovinazzese non ci andrebbero nemmeno a cena. Troppo diverse le posizioni su tanti argomenti. Anche qui il minimo comun denominatore per un dialogo possibile sarebbe solo l’opposizione a Depalma. Basterà? OSSERVATORI E CANDIDATI? Antonio Galizia, Michele Delle Fontane, Gianni Camporeale, tanti semplici cittadini, simpatizzanti di sinistra e nemici giurati di Tommaso Depalma: tutti vogliono dialogare con l’Osservatorio per la Legalità e per il Bene Comune che, coordinato dal medico Vincenzo Castrignano, appare oggi come un interlocutore degno che possa esprimere una personalità di assoluto rilievo per contrastare i depalmiani. Proprio il gastroenterologo era accreditatissimo fino a qualche tempo fa come espressione della società civile che possa mettere cattolici e laici di sinistra attorno ad un tavolo comune. Ma, secondo fonti a lui vicine, si è affrettato a negare il suo interesse per la politica attiva. Sarà davvero così? Fino al 2017 tante cose possono cambiare e l’Osservatorio non è mai stato troppo tenero con la Giunta in carica, assumendo spesso posizioni riprese poi dai partiti di centro-sinistra. Da qui a dire che si tratta di un partito-ombra ce ne passa, ma l’intento dei liberi cittadini che ne fanno parte è quello di rappresentare una comunità attiva nella vita quotidiana. E quindi nulla è escluso.

Vincenzo Castrignano, coordinatore Osservatorio per la Legalità

TOM, DALL’ANTIPOLITICA A FORZA ITALIA: Da un mese e mezzo è ufficiale: Forza Italia appoggia la Giunta comunale. Una mossa non da poco per Tommaso Depalma, che cerca consensi a destra sui programmi che intende portare a termine prima della fine del mandato, pur flirtando ininterrottamente con il PD regionale e barese, a suo dire «diversissimo per spessore e contenuti da quello locale». Prima che sia troppo tardi e gli elettori lo puniscano, forse, o solo perché ha semplicemente visto in Ruggero Iannone un interlocutore vicino al suo modo di vedere la città. Ma nella sua maggioranza cosa ne pensano Filippo Bonvino e Alfonso Arbore, molto distanti dalla destra? E l’Assessora Antonia Pansini, dichiaratamente donna con idee di sinistra, ha accettato di malavoglia questa decisione? Da Palazzo di Città fanno sapere che così non è, che tutto è risolto: riunioni, gruppi di lavoro, incontri durati ore, hanno sancito questa collaborazione con i forzisti, che qualcuno ha anche azzardato (maledetta vox populi!) essere propedeutica all’entrata in Giunta di un Il Sindaco Tommaso Depalma Assessore azzurro. Sarà vero? La politica è così, i “si dice” superano spesso la realtà, ma contatti frenetici stanno susseguendosi in queste settimane. Giovinazzo Città del Sole, la lista civica formata da Depalma prima delle consultazioni del 2012, sembra aver abbandonato l’idea di lista fuori dai giochi dei partiti tradizionali e punta forte ad una coalizione capace di portare avanti il programma di governo cittadino anche per altri 5 anni. In tutto questo bailamme, qualche lingua lunga fa il nome di Michele Sollecito, attuale Vicesindaco, come nuova proposta in rampa di lancio per le prossime elezioni. Non un Depalma-bis ma un Sollecito number one? Questa, per ora, resta fantapolitica. Quel che è invece vero è che la campagna elettorale è già partita, con larghissimo anticipo. Con un imperativo: vincere. Contro Tom, anzi no. N. 12 - Dicembre 2015

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GIOVINAZZO HA GI Attualità

Girolamo Capurso

Una lettera d’intenti proposta dall’ARO che prevede per Giovinazzo un polo industriale di manipolazione dei rifiuti

N

on mancano le novità nell’ambito della gestione dei rifiuti. La più importante riguarda la pubblicazione della determina relativa all’ AIA per l’impianto transitorio di biostabilizzazione di S. Pietro Pago, di cui vi ha ampiamente documentato Giuseppe Maldarella. Meno importante, ma altrettanto significativa, è la lettera che i Sindaci dell’ARO Bari 2, che ricordiamo si occupa di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti, hanno inviato al Servizio Ciclo Rifiuti e Bonifica della Regione Puglia per chiedere chiarimenti sulla pianificazione degli impianti di compostaggio regionale. Nella missiva si esprime preoccupazione per la mancanza d’impianti ricettori dell’umido in previsione di un imminente avvio del nuovo servizio di raccolta domiciliare dei rifiuti. In particolare, viene evidenziato il costo elevato praticato dall’unico impianto privato tuttora in esercizio nell’ambito della provincia di Bari, coincidente con il territorio dell’ATO BA/2 che si occupa di smaltimento. Oltre a questo, i Sindaci hanno espresso una proposta che coinvolgebbe il nuovo impianto complesso di biostabilizzazione di Giovinazzo. Secondo l’assemblea dell’ARO Bari 2, il nuovo impianto giovinazzese non potendo più produrre RBM (rifiuto biostabilizzato maturo), potrebbe essere riconvertito modificando la fase a valle dell’impianto di biostabilizzazione. Il documento a dire il vero lascia intendere, ma non evidenzia in maniera chiara e inconfutabile, che nell’impianto giovinazzese si potrebbe realizzare un impianto di compostaggio con tecnologia aerobica a servizio dei comuni 10

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dell’ATO. La questione era stata già sollevata dai Sindaci dell’ATO all’indomani della nuova pianificazione regionale dei rifiuti urbani che non prevede più la produzione di RBM. Con delibera 3/2013 l’assemblea dell’ATO BA/2 aveva deciso di introdurre una linea di compostaggio nel costruendo impianto di Giovinazzo, salvo verifiche sulla compatibilità tra la soluzione proposta e il contratto sottoscritto fra il Comune di Giovinazzo, stazione appaltante, e Daneco Impianti, vincitrice dell’appalto. La Daneco, su richiesta dell’ATO, il 27/11/2013 aveva presentato il progetto definitivo comprensivo della linea di compostaggio. Dopo alterne vicende, l’assemblea dell’ATO con la deliberazione 8/2014 aveva rinunciato alla variante proposta su indicazioni della Commissione di Collaudo Tecnico Amministrativa e con riferimento alle conclusioni del tavolo tecnico

convocato presso la Regione Puglia. I problemi riscontrati erano sia di natura giuridica per “le difficoltà di inquadrare la proposta di variante presentata nell’ambito delle complesse procedure previste dalle normative vigenti per gli appalti in concessione”, sia di tipo pratico per “il rischio che tali difficoltà introducano ritardi insostenibili nella realizzazione dell’opera nel suo complesso”. In pratica si era già perso oltre un anno per dibattere sulla variante proposta. In aggiunta a questo occorre evidenziare che il PRGRU (Piano Regionale Gestione Rifiuti Urbani) approvato dalla Giunta Regionale il 13/05/2013 ha previsto altri impianti nel territorio della provincia di Bari di competenza dell’ATO BA/2. Nel piano la dotazione impiantistica è dimensionata alle necessità degli ambiti territoriali e sono indicati: l’impianto privato della TERSAN già disponibile, AMIU Bari già finanziato e appaltato,


IÀ DATO

ne Integrata Ambientale dell’impianto transitorio, vedrebbe la luce fra circa un anno (previsione ottimistica,ndr) con un’evidente accelerazione imposta dagli organismi regionali di controllo. Nel caso di una variazione sul progetto originario, che sarà già tagliato dell’ultima fase concernente la produzione di RBM, si ricomincerebbe un nuovo percorso cui gli organi territoriali e la Commissione di Collaudo hanno risposto negativamente nello scorso autunno. Stranamente i Sindaci, che sono i primi a lamentarsi dei ritardi della burocrazia regionale, propongono soluzioni che non hanno nessuna logica acceleratrice. D’altronde un impianto di compostaggio a S. Pietro Pago renderebbe il sito stabilmente operativo per sempre a differenza della discarica autorizzata che prima o poi dovrà vedere una fine delle lavorazioni e un inizio di post-esercizio con riqualificazione

dell’area. Le criticità ambientali legate agli impianti di produzione di compost hanno spinto la Regione a definire criteri di localizzazione molto restrittivi e il territorio giovinazzese, considerato area di pregio individuata nei disciplinari approvati con decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (M.I.P.A.F) per la produzione dell’olio Dop Terra di Bari, potrebbe rimanere escluso per particolari vincoli nella progettazione e realizzazione. Tempi lunghi che causerebbero ritardi nella costruzione del nuovo impianto di biostabilizzazione e l’utilizzazione quasi permanente dell’impianto transitorio con altri problemi di natura strutturale. Con l’impianto di compostaggio avremo un polo industriale dei rifiuti in opposizione all’agricoltura di qualità. Dobbiamo decidere cosa vogliamo. Nel frattempo, ricordiamoci che Giovinazzo ha già dato.

Un minuto di attenzione... prego Questa tabella rappresenta il confronto tra la composizione merceologica media dei rifiuti prevista dal piano regionale (decreto commissariale n. 187 del 09/12/2005) e i dati ufficiali pubblicati sul sito www.rifiutiebonifica.puglia.it

DETTAGLIO RIFIUTI RACCOLTI A LUGLIO 2015 l’impianto di Molfetta, appaltato e con problemi di natura giudiziaria, il nuovo impianto di Cellamare e un probabile nuovo impianto di compostaggio ad Altamura per 25 t/d. Il Consiglio Comunale di Cellamare, ad Aprile 2015 ha revocato la propria delibera del 2009 che individuava l’area per il costruendo impianto di compostaggio per evidenti criticità ambientali emerse durante il procedimento di approvazione del progetto. Come si vede la lettera d’intenti dell’ARO BA 2 non ha considerato la storia dell’impianto giovinazzese e la pianificazione regionale. Un altro importante motivo ci spinge a essere preoccupati per la richiesta dei Sindaci dell’ARO. Il nuovo impianto di biostabilizzazione di Giovinazzo con annessa discarica di servizio e soccorso denominata V lotto, attraverso il cronoprogramma dei lavori, accettato da Daneco e inserito nel riesame dell’Autorizzazio-

Tipologia rifiuto

Frazione organica Potatura giardini Vetro Carta e cartone Alluminio Plastica Legno Metalli ferrosi Tessili Beni durevoli Inerti Altro (*) Rifiuti urbani misti

TOTALE

(*) olio vegetale e toner

Composizione media dei rifiuti % raccolta differenziata prevista da piano regionale (%) LUGLIO 2015

25 1 6 20 0,5 10 2 2,5 3 5 2 3 20

100

2,00 2,34 4,64 1,68 2,23 0,10 0,19 0,02 86,80 100

Quantità (kg)

19.020 22.220 44.080 16.040 21.220 980 1.820 158 825.420

950.958

Destinazione

smaltimento recupero recupero recupero recupero recupero recupero recupero recupero smaltimento

PRODUZIONE PROCAPITE KG 45,427

• Percentuale di raccolta differenziata (senza frazione organica) 11,20% • Percentuale di raccolta differenziata (con frazione organica) 13,20% N. 12 - Dicembre 2015

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Vinci l’indifferenza Attualità

La Marcia per la Pace del 31 dicembre torna a Molfetta

E

ra proprio lui, il nostro grande caro don Tonino ad accogliere le folle di giovani e meno giovani che quella sera del 31 dicembre 1992 arrivavano a Molfetta da ogni parte di Italia, per partecipare alla Marcia della pace. Don Tonino, pastore di Molfetta e presidente nazionale di Pax Christi, apriva il suo cuore e le porte della sua città e della Puglia intera al popolo della pace, che aveva scelto di festeggiare in modo sobrio, alternativo e solidale con i poveri, la notte più lunga dell’anno. «Questa terra di Puglia accoglie la vostra presenza come un segno straordinario di solidarietà – affermava – Una terra-finestra. Una terra-simbolo. Una terra-speranza. Una terra-frontiera… Si distingue bene il Mediterraneo, nuovo invisibile muro, che curva la nostra regione come un arco di guerra puntato dal Nord verso il Sud del mondo. Il radicalmente altro che è il musulmano, il radicalmente impoverito che è l’africano». Pochi mesi dopo don Tonino moriva. Il popolo della Pace ora torna a marciare a Molfetta. Perché qui si svolgerà la 49° Marcia della Pace del 31 dicembre 2015 – organizzata dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della Cei, dalla Caritas Italiana, dall’Azione Cattolica Italiana e da Pax Christi Italia. Sulle orme di don Tonino. Sulle sue orme non solo per il luogo geografico. Non solo per il mare che accompagnerà il nostro snodarsi per le vie della città. Sulle orme di don Tonino soprattutto per accogliere l’invito a vincere la nostra indifferenza, individuale e collettiva, verso i drammi dei migranti che muoiono nei loro viaggi della speranza, verso le povertà e i diritti lesi, verso le guerre che ancora troppo spesso si com12

N. 12 - Dicembre 2015

Don Tonino Bello alla marcia di Molfetta del 1992

battono in nome di una falsa sicurezza, verso i pregiudizi e le chiusure all’altro, al diverso da noi. Una marcia che percorreremo insieme – dalla Madonna dei Martiri alla Madonna della Pace per confermare il nostro comune impegno per una solidarietà più autentica con gli ultimi, con i migranti, con coloro che sono privati della dignità o che muoiono per mano della criminalità. La Marcia partirà dalla Madonna dei Martiri, un luogo simbolico e importante per la città e per tutto quello che il santuario rappresenta, e percorrerà le vie di Molfetta attraverso le sue periferie con riflessioni e testimonianze sul tema scelto da papa Francesco per il 1 gennaio 2016 (Giornata mondiale della Pace): “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”. 4 tappe in luoghi simbolo per don Tonino e per la città. Tante voci, tanta animazione a cura delle associazioni locali e dei giovani delle scuole superiori. Tanti testimoni di provenienze culturali, geografiche e religiose diverse, che coniugheranno il tema in ambiti specifici (solidarietà, l’impegno per la legalità, immigrazione, solidarietà con il creato…). E sullo sfondo, anzi accanto a noi, proprio don Tonino, con il sogno di un’Onu dei popoli capace di vincere i conflitti con la nonviolenza, con la forza di Isaia e con la vicinanza al fratello marocchino a cui vanno tutte le nostre più profonde scuse per

Campobasso Marcia della Pace 2013

l’indifferenza, per non saper nulla della sua terra e della sua cultura: «Mio caro fratello, perdonaci. Anche a nome di tutti gli emigrati clandestini come te, che sono penetrati in Italia, con le astuzie della disperazione, e ora sopravvivono adattandosi ai lavori più umili. Sfruttati, sottopagati, ricattati, sono costretti al silenzio sotto la minaccia continua di improvvise denunce, che farebbero immediatamente scattare il «foglio di via» obbligatorio […]. Perdonaci, fratello marocchino, se noi cristiani non ti diamo neppure l’ospitalità della soglia. […] Perdonaci fratello marocchino. Un giorno, quando nel cielo incontreremo il nostro Dio, questo infaticabile viandante sulle strade della terra, ci accorgeremo con sorpresa che egli ha… il colore della tua pelle» (don


e conquista la pace Tonino, Lettera al fratello marocchino). La Marcia si concluderà alla Madonna della Pace, con la celebrazione eucaristica e una condivisione fraterna finale. Saremo in tanti, certamente, da tutta la Puglia, da tutt’Italia. In tanti per chiedere scusa ai migranti cui chiudiamo le frontiere. In tanti per tendere la mano ai poveri e agli scartati. In tanti per festeggiare l’arrivo del nuovo anno e per gridare a gran voce, all’unisono con papa Francesco, che «la pace va conquistata: non è un bene che si ottiene senza sforzi, senza conversione, senza creatività e confronto». E risuonano le parole calde di don Tonino che ci incoraggiava a una vera rivoluzione di mentalità, perché la pace non tollera atteggiamenti sedentari, ma richiede “lotta, sofferenza, tenacia”. Info: www.mosaicodipace.it www.paxchristi.it www.luceevita.diocesimolfetta.it Rosa Siciliano

Direttrice di “Mosaico di Pace” Rivista di Pax Christi

Campobasso Marcia della Pace 2013 N. 12 - Dicembre 2015

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Attualità

Giuseppe Dagostino

Quando la sirena dettava i tempi nella quotidianità a Giovinazzo

U

na bella favola quella delle Acciaierie e Ferriere Pugliesi che col tempo si è trasformata in una realtà difficile, difficilissima, fino alla sua morte e quella del paese. Oggi al nostro sguardo uno spettacolo spettrale: le sterpaglie, la terra brulla che la circonda, quei capannoni così aridi e pieni di ruggine che si susseguono fino a che l'occhio riesce percepirli. Eppure quei capannoni hanno dato benessere a un paese, se non a una regione; la sua sirena ci è rimasta impressa nei ricordi. La mamma che esortava il figlio dormiglione: “Svegliati che la sirena della Ferriera ha suonato per la prima volta” (erano le sette antimeridiane), dopo venticinque minuti un’altro sibilo: “Ancora a letto poltrone! Farai tardi a scuola!”. E così la vita quotidiana veniva veicolata da quel sibilo: ancora alle 12,00, le 12,25, le 14,00 e le 22,00. A fine turno frotte di operai riempivano le due strade principali che portavano alla fabbrica: via A. Gioia e Via Bitonto, divise solo da un appezzamento di terreno adibito a orto. E i rumori assordanti dei magli ci facevano riflettere sul massacrante e duro lavoro degli operai addetti a quel reparto che per otto ore subivano frastuoni indescrivibili, lavorando materiale incandescente. Noi da fuori percepivamo solo questi rumori e da

Capannoni abbandonati

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C’era una volta la Ferriera...

lontano lo strepitio degli alti forni quando fondevano l’acciaio. I nostri ricordi da bambini ci hanno spinto a entrare simbolicamente nello stabilimento per conoscere altre realtà che c’erano state raccontate dai nostri nonni, padri, parenti, amici ecc. Tutto questo ci ha portato a intraprendere quel certosino lavoro lungo due anni con interviste a dirigenti, capi reparto, operai ed eredi della famiglia Scianatico. Essi ci hanno raccontato ciò che noi non abbiamo mai visto e che vogliamo trasmettere alle nuove generazioni. Chi non ha mai avuto in famiglia qualche testimone che sì, ha dato fatica e sudore alla fabbrica, ma in compenso ha ricevuto benessere per lui e per l’intera comunità? Benessere che ancora oggi stiamo fruendo, una casa (o

più case) propria/e, il mantenimento agli studi dei figli, senza parlare di tutto l’indotto che girava attorno alla fabbrica. Oggi è ancora tutto buio; si resiste nell'aspettare l'alba mentre i progetti di rilancio si susseguono: tanti progetti a parole, ma nessuno concreto in campo, tranne la bonifica di lama Castello consistita nello smaltimento e movimentazione in siti idonei delle scorie di lavorazione accumulate in tanti anni. Bene ha fatto la redazione ad assemblare le ventitrè puntate in un unico opuscolo, in modo da renderne più fruibile la lettura. La presentazione avverrà nella chiesa S. Giovanni Battista il giorno 5 Dicembre p.v. alle ore 19,00. Ai presenti sarà fatto dono dell’opuscolo.

Laminatoio 550 in piena attività


E “le stelle” stanno a guardare... Attualità

Giuseppe Dagostino

Discariche a cielo aperto nell’agro giovinazzese: quando il disinteresse regna sovrano

E

sì! Forse le stelle se potessero parlare non lo farebbero mai per la vergogna che provano nell’osservare dall’alto il degrado che regna sovrano sul nostro territorio, invece noi, al contrario e senza vergogna, ne parliamo. Più di due anni fa (vedasi “in Città” n° 10/2013) avevamo intitolato un servizio “Giovinazzo ma quale città slow vogliamo?”, con una documentazione fotografica da cornice al servizio che parlava da sola. Oggi segnaliamo ai lettori la risposta testuale che il sindaco ha dato a due cittadini, dopo che questi, allegando tre foto, hanno segnalato tramite un post il degrado che regna sovrano in località S. Martino: “Se gentilmente quelle foto pos-

San Martino, OGGI.

San Martino, OGGI.

sono essere consegnate ai VV.UU, citando con precisione la località per capirne la competenza. Grazie per il vostro contributo e ovviamente tanta ma tanta tristezza per gesti scellerati che potrebbero tranquilla-

San Martino, OGGI.

San Martino, IERI. Ottobre 2013

mente essere evitati. Ricordo a tutti che attraverso il numero verde del nostro gestore è possibile far ritirare direttamente dalle nostre abitazioni rifiuti di grossa taglia e particolari. Il servizio è GRATUITO. Tom”. Per verificare il tutto siamo tornati sul luogo segnalato nel post, senza tom-tom o piantina planimetrica, percorrendo la strada provinciale 107 che da Giovinazzo porta a Terlizzi e, all’altezza del curvone, quasi di fronte al caseggiato in pietra ristrutturato, abbiamo notato lo scempio già visto due anni fa. Una riflessione ci sorge spontanea: ma non è compito istituzionale del primo cittadino quello della tutela ambientale e di salvaguardia della salute pubblica, visto che l’area inquinata dalla discarica abusiva fa parte del territorio cittadino? Senza considerare che quel sito ha pure una valenza storicopaesaggistica per la presenza di un edificio cinquecentesco, già dimora estiva del Vescovo di Giovinazzo. Per un intervento di bonifica di quel sito, (trattasi di un lembo di suolo a margine di una strada provinciale) dal momento che nessuno si sente obbligato a farlo, si dovrà necessariamente aspettare ancora per individuarne la

competenza territoriale? (Provincia o città Metropolitana che sia). Nel contempo ci chiediamo: una sorveglianza più assidua (guardie campestre, vigili urbani) potrebbe fungere da deterrente per i tanti incivili affezionati al quel sito? Noi denunciamo gli enti preposti per il loro disinteresse al controllo e pulizia del territorio che, nonostante le segnalazioni, non hanno ottemperato alla rimozione di quei rifiuti, anche pericolosi. Soprattutto denunciamo quella risma di sciacalli che con la propria inciviltà accrescono l’incuria al mantenimento della salubrità del nostro ambiente; lasciare lì quel materiale incustodito (tra cui molte tegole di amianto) diventa prettamente un atto di palese illegalità, oltre che un attentato alla salute dei cittadini che sono (non tutti per fortuna) i principali “protagonisti” del grave misfatto. E pensare che proprio quella strada farà parte del progetto del G.A.L “Fior d’olivi” sovvenzionato con i fondi derivanti dal P.S.R. (Programma di Sviluppo Rurale) 2007-2013 della Regione Puglia, cui proprio Giovinazzo sarà punto di riferimento del progetto relativo al “Percorso delle Chiese e delle architetture Rurali”. N. 12 - Dicembre 2015

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www.incittagiovinazzo.it

FIN QUI SI È ARRIVATI Filippo D’Attolico

Il gran popolo dei nostri lettori, in qualunque parte essi siano, a cominciare dai concittadini domestici a quelli fuori delle mura e, perfino, ai più lontani, oltreoceano, tutti, ma proprio tutti, ora sanno di www.incittagiovinazzo.it

È

l’abito nuovo che vestirà, con il prossimo anno, la nostra testata giornalistica. È trascorso ormai un ventennio di puntuale offerta informativa, esperita a mezzo della carta stampata. Una pratica, oltremodo sistematica ed impegnativa, che ci ha visti perseverare, ogni ultimo venerdì del mese, dal lontano 1996, dapprima con la titolazione di “Incontri ed Esperienze” e poi con l’attuale denominazione “in Città”, nel raggiungervi e fornirvi notizie, cronache, rilevazioni e approfondimenti su tematiche e questioni a dibattito aperto, tutte di un certo interesse comune. Non abbiamo voluto mancare ad un solo appuntamento.E così, con un pizzico di orgogliosa consapevolezza, possiamo dire di essere alquanto soddisfatti per questa assiduità e, soprattutto, per essere giunti ad un’utile correlazione con voi, pubblicamente e visibilmente, con piena trasparenza e, con altrettanta accorta e rispettosa attività circa ogni fatto cittadino, accadimento socio-politico e culturale, come pure, qualsiasi circostanza e vicenda che abbia avuto a riguardare persone e pro-

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tagonisti della vita pubblica. Ed il merito principale di tutto ciò va alla “grande Squadra” che ha dato corpo e sostanza qualitativa alla testata. Una compagine composta da coloro che con attitudine o propensione giornalistica hanno inteso spendere la propria identità professionale o vocazionale nel cimentarsi, chi come cronista ed osservatore critico degli aspetti della vita cittadina, chi, ancora, come ricercatore ed investigatore di casi e questioni importanti per la produzione di servizi speciali. Né vanno dimenticati tutti quelli che hanno funzionato da supporto materiale e sostegno operativo a tutto il processo di produzione e distribuzione del giornale, lavoro altrettanto notevole ed indispensabile. Tutti, chi più chi meno, hanno concorso a dare costrutto al nostro progetto di informazione pubblica, rinunciando anche a momenti di svago, sottraendo tempo ai propri hobbies, alla propria famiglia, agli amici. La “grande Squadra” è, dunque, fitta di tanti appassionati, anche anonimi, che pur nel loro laborioso silenzio hanno dedicato anima e corpo alla preparazione prima ma

alla rifinitura poi di un’opera che, per più di duecento mesi, ha richiesto forze ed energie per il bene comune. Ma oggi, dicembre 2015, questa “grande Squadra”, così articolata e variegata, è chiamata a cambiare modulo di gioco, bisogna che si rigeneri radicalmente per essere sempre in campo con altra soluzione e modalità tattica ed operativa. Ma questo non perché la nostra esperienza vuole imporsi obiettivi diversi o, chi sa, quale altra strategia commerciale o piano editoriale, ma solo allo scopo di rispondere meglio ai valori che, a suo tempo, l’hanno ispirata ed ancora per presentarsi più adeguata alle necessità del tempo. Ed, infatti, la tendenza, generalizzata e sempre in più rapida diffusione, è quella di rivolgersi alla consultazione di notizie sullo schermo, mentre si abbandona la lettura della carta stampata, ormai limitata ad una cerchia di soli appassionati. Ma ognuno forse vorrà avere chiaro quali siano i valori di fondo della nostra iniziativa giornalistica, quali le origini e gli obiettivi, cui appena sopra ho menzionato.


E, DA QUI, SI RIPARTE I nostri principi sono quelli della dedizione seria all’attività di comunicazione, dell’osservanza di un codice deontologico e di un’etica relazionale che crede nella tutela dei lettori ed, ancora, nel rispetto e comprensione di ogni opinione da qualunque parte provenga. E questo è stato il modello cui ci siamo uniformati nel corso del ventennio che ci lasciamo alle spalle e che ha dato spazio a tutti coloro che ne hanno condiviso questa impostazione. Le nostre origini: sono quelle cristiane e che mirano ad offrire, specie nella attività di pubblica informazione, il senso reale della vita umana e di ogni vicissitudine che ne fa motivo di esposizione comunicativa. Non si può mancare in ogni modo di fare richiamo che ogni accadimento ha al centro sempre l’uomo e, come tale va, comunque, salvaguardato da ogni forma di disprezzo e condanna approssimativa e pregiudiziale. Questa la testimonianza che ci ha trasfuso con le numerose pagine di riflessione, l’amato don Nicola Gaudio, nostro Assistente spirituale. Le nostre radici: sono impiantate nel terreno di un antico corpo associativo confraternale, la cui natura laica ha dato linfa alla nostra esperienza giornalistica nell’impegno all’osservazione critica di eventi e accadimenti della società cittadina per rilevarne il senso e le ragioni che sono all’origine in maniera più obiettiva possibile. L’Arciconfraternita Maria SS.

del Carmine, che ha promosso la testata e la sostiene, ne delinea questi punti di indirizzo secondo i suoi principi istituzionali di solidarietà e di sussidiarietà sociale e nello stesso tempo se ne avvale dello strumento di comunicazione per promuovere la fede cattolica e il recupero delle antiche tradizioni religiose nella loro originaria dimensione popolare. Momenti di azione liturgica ma anche iniziative sociali, culturali e spirituali che, in applicazione dei regolamenti statutari, integrano la formazione religiosa degli aggregati, sono oggetto di trasmissione comunicativa di “in Città” secondo un calendario annuale di azioni di fraternità. Qui si arriva e, da qui, si riparte. Una semplice frase per tratteggiare un progetto che si rinnova: il nostro viaggio che non si interrompe ma continua rigenerati dall’impulso dell’innovazione tecnologica che ci da www.incittagiovinazzo.it Ed è proprio di un progetto che si tratta; ognuno di noi ha in serbo un sogno. Qual è il modo, l’unico modo, per rendere un sogno realtà?: farlo diventare un progetto! Ed è proprio ciò che abbiamo voluto fare noi la “grande Squadra”: da oltre due anni, a capo giù, abbiamo trasformato l’Archivio Redazionale prima e l’Archivio Editoriale poi in un grande patrimonio digitale che tutti possono consultare standosene tranquillamente seduti in poltrona digitando la tastiera di

un pc oppure il touch screen del palmare o iphone e rivedere le foto di CORRinCITTA’, in tutte le sue edizioni. Ed ancora. Il progetto permette di conoscere i redattori delle pagine del giornale consultando la Redazione dove si possono scoprire utili particolari sui singoli collaboratori, le loro origini ma anche professioni e occupazioni. L’icona dell’Arciconfraternita consente di apprendere l’interessante storia di un Ente che nel corso degli anni si è evoluto nella sua struttura organizzativa ma anche nella sua veste istituzionale. Ed il progetto della comunicazione giornalistica sarà anche questa realtà già dalla prima decade del mese di dicembre. Fra qualche giorno appena, dunque, consultando il sito si potrà cogliere la nostra informazione ad ampio raggio su ogni sorta di questioni e di problematiche che riguardano la nostra città. Dunque avremo focus di aggiornamenti a carattere settimanale che riguarderanno i più significativi ambiti di interesse comune: POLITICA, ATTUALITA’, CULTURA, SOCIALE, SPORT. E con riferimento ad ognuno di essi giungeranno ai lettori approfondimenti, interviste, sondaggi, opinioni, anche di diversa provenienza, per non perdere di vista i temi al centro delle aspettative del nostro territorio. www.incittagiovinazzo.it: qui si arriva e da qui si riparte. BUONA NAVIGAZIONE A TUTTI.

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OLIO DEL FRUTTO DI PALM Attualità

P

Nicola Coppola

ersiste ormai, da alcuni mesi, la massiccia pubblicità dell’AIDEPI (Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiana) a favore dell’utilizzo di olio di palma nelle loro produzioni con messaggi tendenti a tranquillizzare i consumatori sulla bontà di tale alimento. Questo perché, con l’entrata in vigore il 13 dicembre 2014 del Regolamento europeo n. 1169 / 2011, si impone alle aziende alimentari la specificazione in etichetta di tutti i componenti con cui vengono prodotti gli alimenti, compreso gli olii vegetali e i grassi animali. Purtroppo questa è una pubblicità falsa e fuorviante nei confronti di tutti noi consumatori che acquistiamo dolci, biscotti, merendine, creme spalmabili, basi pronte per pizze e focacce, crakers, latte per neonati ecc. e che involontariamente assimiliamo questo grasso saturo che non fa certamente bene alla nostra salute, ma fa fare lauti guadagni ai produttori.

Ma analizziamo punto per punto tale pubblicità. «L’olio del frutto di palma è un prodotto di origine naturale estratto da un frutto, la cui polpa è semplicemente scaldata e pressata e successivamente l’olio viene purificato». A prima vista sembrerebbe un innocuo processo di estrazione, ma non è così. Il frutto della palma viene sterilizzato con vapore a elevata temperatura e separata meccanicamente la polpa dai semi (da questi ultimi si estrae l’olio di palmisto), poi interviene la pressatura, quindi la cottura della pasta a oltre 200 gradi centigradi seguita da filtrazione. Successivamente avviene l’estrazione dell’olio con esano (un derivato della benzina!?) seguita da decolorazione , deodorazione e chiarificazione. Questo procedimento industriale ha bisogno di una notevole quantità di energia e di numerosi macchinari di grandi dimensioni. Raffrontate tutto ciò con l’estrazione dell’olio extra vergine di oliva che avviene con il solo schiacciamento delle olive nella vasca di macinazione con le ruote di pietra, con un gramolatore e un separatore dell’olio dall’acqua. Tre sole macchine che occupano qualche decina di metri quadrati mentre la lavorazione della pasta delle olive avviene a temperatura ambiente e senza sostanze chimiche. Passiamo alla seconda frase: «Ha un profilo di grassi simile a quello del burro e, come dimostrato da numerosi studi scientifici, non presenta rischi per la salute ed è un ottimo alimento, che può essere integrato tranquillamente in una dieta bilanciata». 18

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L’accostamento al burro è un subdolo espediente per indurre il consumatore a paragonare l’olio di palma al burro, fatto di latte, quindi semplice e genuino. Ma il burro è ricco di acidi grassi saturi (5%) e ancor più l’olio di palma ( dal 50% all’80%) che ne contiene quelli più pericolosi a 12, a 16 e a 18 atomi di carbonio. L’olio extra vergine d’oliva contiene solo l’1,5% di grassi saturi a pochi atomi di carbonio, ma è ricchissimo degli acidi grassi insaturi (oleico e linoleico) che fanno diminuire il colesterolo LDL e VLDL (cattivo) ed innalzare il colesterolo HDL (buono), svolgendo azione protettiva verso le malattie cardiova-

scolari e preventiva verso i tumori, le malattie metaboliche e degenerative nervose. Dei presunti studi scientifici che dimostrerebbero l’assenza di rischi per la salute, ci sono scarse tracce di studi di comparazione con l’olio extra vergine d’oliva per quanto riguarda il contenuto di acido oleico,


MA: DICIAMO LA VERITÀ!

betacaroteni e vitamina E. La verità è che, con il processo di raffinazione dell’olio di palma a temperatura altissima (oltre 200 gradi C), queste sostanze vengono distrutte mentre rimangono i grassi saturi. A tal proposito suggerisco di leggere il rapporto pubblicato nel 2005 dal CSPI (Center for Science in the Public Interest, associazione no-profit di Washington) disponibile su www.cspinet.org che, in associazione con l’American Heart Association, ha affermato: «L’olio di palma aumenta i fattori di rischio cardiovascolare». Analogamente si è espresso il Consiglio Superiore di Sanità del Belgio che ha consigliato vivamente di limitare l’uso di olio di palma. Al contrario gli studi scientifici a favore dell’olio extra vergine d’oliva sono ormai centinaia e tut-

ti pubblicati sulle più autorevoli riviste scientifiche mondiali (Lancet, Jama, American Journal of Clinical Nutrition ecc.) e con dati incontrovertibili. Ed ora passiamo ad analizzare l’ultima affermazione: «Con una produttività per ettaro dalle 5 alle 11 volte superiore a qualsiasi altro olio vegetale, l’olio del frutto di palma è già di per sé un bene per l’ambiente». Questa asserzione, totalmente falsa, è smentita da numerosi studi ed inchieste disponibili ormai da decenni, che denunciano la massiva distruzione di foreste vergini pluviali in Indonesia e Malesia (i produttori mondiali di olio di palma per il 90%, il restante è prodotto da Uganda e Costa d’Avorio), per far posto a piantagioni di palma. Questa deforestazione comporta distruzione di ecosistemi di specie vegetali ed animali (specialmente gli orango). Gli incendi delle foreste ormai durano ininterrottamente da anni e l’Indonesia è il terzo produttore al mondo, dopo Cina e Stati Uniti, di gas serra. La FAO, nel rapporto quinquennale del 2007, ha certificato che la sola Indonesia perde un milione di ettari di foreste pluviali all’anno. Inoltre, nella coltivazione delle palme si usa un erbicida, il Paraquat, che è stato recentemente vietato in Europa per sospetta cancerogenicità. L’olio di palma, inoltre, viene utilizzato in alcune nazioni come additivo nei biodisel ma l’agenzia americana Enviromental Protection Agency lo ha definito antieconomico ed antiecologico per gli ingenti danni ambientali. In Italia, purtroppo, utilizziamo olio di palma anche nella produzione di mangimi e nel settore cosmetico, farmaceutico ed energetico. In quest’ ultimo caso ci ritroviamo numerosissime centrali per

Azzurra GIOIELLERIA

la produzione di energia elettrica che tipizzate “a combustione di biomasse”, bruciano olio di palma. Numerosi studi scientifici molto attendibili hanno certificato l’emissione nell’aria di notevoli quantitativi di inquinanti, anche cancerogeni, sia dagli impianti stessi che dai mezzi impiegati per il trasporto dei combustibili. L’ assurdità della legislazione italiana, a tutto favore di alcuni grandi gruppi industriali, include queste centrali tra quelle “a energie rinnovabili” e pertanto sovvenzionate dai “certificati verdi” che noi tutti paghiamo nella bolletta della luce alla voce “A3”, pari a circa il 18% dell’importo totale del consumo elettrico. ( La questione è abbastanza complessa e merita una trattazione dettagliata che penso di fare successivamente). Per curiosità vi informo che una tonnellata di olio di palma si vende a circa 600 euro, quanto un quintale di un buon olio extra vergine d’oliva. In Italia le importazioni di olio di palma, nel solo 2014, sono state di 1,7 miliardi di chilogrammi con un aumento del 19% rispetto all’anno precedente e di ben dieci volte da 15 anni a questa parte. Mi fermo qui, ma si potrebbe continuare ancora per molto. In ogni caso è evidente il fine ultimo delle multinazionali di produzione e di utilizzo dell’olio di palma che, con bassi costi di produzione e alti guadagni di vendita, ingannano i consumatori. Pertanto, leggete bene le etichette degli alimenti quando andate a fare la spesa! Per ulteriori notizie vi consiglio di rivedere la puntata di Report del 3 maggio 2015 (disponibile su: www.report.rai.it) con il servizio di Sabrina Giannini e per la vostra salute... Meditate gente! Meditate!

VIA REP. ITALIANA, 106/F BITONTO (BA) - TEL. 080.3718342 gioielleriaazzurra@hotmail.it (SOTTO I PORTICI)

Rivenditore autorizzato

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Un mese in pillole

Retata di Pusher in Villa Comunale

Fermati in sette. Per quattro di loro il Gip ha già attenuato le misure cautelari Nicola Miccione e Gianluca Battista

5 NOVEMBRE – Sette presunti pusher sono stati fermati in Villa Comunale, il 29 ottobre scorso (ma la notizia è stata diffusa solo il 5 novembre, ndr), nell’ambito di una complessa operazione condotta dai Carabinieri della locale Stazione, guidati dal Maresciallo aiutante Dino Amato, coadiuvati dal personale della Compagnia di Molfetta. Tutti compresi tra i 19 ed 44 anni dovranno rispondere dell’accusa di spaccio di stupefacenti a giovani, giovanissimi e consumatori abituali di mezza età, anche insospettabili. Le indagini erano partite nel mese di marzo scorso: gli investigatori avevano installato una telecamera di videoSmantellato il market della droga in Villa sorveglianza nascosta nelle immediate vicinanze dei servizi igienici pubblici utilizzati come base, ripreso oltre 60 cessioni di stupefacenti (avvenute, a volte, anche sotto gli occhi di minorenni), sequestrato 20 grammi di hashish e identificato 6 acquirenti (cinque italiani, tra cui una minorenne, ed un albanese, residenti a Giovinazzo e Bitonto), segnalati alla competente Prefettura del capoluogo. Ma il giro, secondo l'accusa, era molto più vasto: l'ipotesi, infatti, è che il supermercato della droga ne servisse molti di più. Per un lungo periodo (le indagini sono durate tre mesi, da marzo a giugno di quest'anno), riscontro dopo riscontro, sequestro dopo sequestro di sostanze stupefacenti, i militari hanno cercato di intaccare il supermarket all'aperto che ogni giorno accoglieva clienti provenienti non solo da Giovinazzo, ma anche da Bitonto, Molfetta e Terlizzi. Così i Carabinieri della Compagnia di Molfetta, diretti dal capitano Vito Ingrosso, hanno inferto il colpo di grazia al traffico illecito. Ad undici giorni dall'esecuzione di sette ordinanze applicative della misura cautelare del divieto di dimora e di accesso nel territorio di Giovinazzo nei confronti di altrettanti presunti pusher, però, il Giudice per le Indagini Preliminari della Procura della Repubblica di Bari, Alessandra Susca, ha accolto la richiesta di modifica del dispositivo emesso nei confronti di due 19enni, un 27enne ed un 44enne. Il divieto di dimora, quindi, è stato sostituito con l’obbligo di dimora, con stretta sorveglianza. Accolto così il ricorso contro il primo provvedimento presentato dagli avvocati Giuseppe Giulitto, Francesco Mastro e Tiziano Tedeschi.

Affaire “Divina Provvidenza”, accolto il ricorso di Azzollini La Corte di Cassazione ha rinviato la richiesta d’arresto al Tribunale di Bari Giuseppe Dalbis

19 NOVEMBRE – «Come sempre, ho avuto fiducia nella magistratura. Ed oggi sono contento». Lapidario il commento a caldo del Senatore Antonio Azzollini, ex Sindaco di Molfetta ed eletto nel collegio di cui fa parte anche Giovinazzo, dopo la sentenza della V Sezione penale della Suprema Corte di Cassazione che ha accolto il suo ricorso circa la richiesta d’arresto per i fatti legati allo scandalo della Casa di Cura “Divina Provvidenza” di Bisceglie. Il Tribunale del riesame del capoluogo pugliese dovrà quindi pronunciarsi di nuovo sulla misura cautelare degli arresti domiciliari per l’ex Presidente della Il Senatore Antonio Azzollini Commissione Bilancio del Senato. Questo è quanto è stato stabilito dalla Cassazione, dopo la misura cautelare disposta dalla Procura di Trani lo scorso 10 giugno, nell'ambito dell'indagine sul crack della Casa di Cura biscegliese. Sul caso si era anche pronunciata l'Aula del Senato, respingendo la richiesta il 29 luglio scorso. Le motivazioni sono attese nelle prossime settimane.

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Il Liceo “Einstein” ricorda Santa Depalo

Un’aula multimediale intitolata alla collaboratrice scolastica giovinazzese Gabriella Serrone e Gianluca Battista

21 NOVEMBRE – Un’aula multimediale per ricordare il suo sorriso, la sua voglia di vivere, il suo legame strettissimo con la scuola. Santa Depalo, volto amico di tanti giovinazzesi, compresi molti di noi, ha un posto speciale nel cuore di chi l’ha conosciuta. Soprattutto in quello dei tanti studenti e docenti del Liceo Scientifico “Albert Einstein” di Molfetta, dove le hanno dedicato uno spazio 2.0, con tecnologia avanzata. Un’aula informatica attrezzata di tutto punto, per dirle grazie non solo come collaboratrice che in quell’istituto ci metteva impegno e professionalità, ma anche per non far svanire col tempo il suo messaggio di positività nei confronti della vita. Amava la musica, come sua figlia Annamaria, violinista di talento, capace di suonare nel prestigioso contesto dell’Arena di Verona. La cerimonia di intitolazione dell’aula multimediaIl Liceo "Einstein" di Molfetta le è stata accompagnata da un altro ricordo, quello dello studente Francesco Carlo Marrano, a cui è stato dedicato un enorme murales per lui realizzato all'interno del cortile della scuola di via Togliatti. Molfetta e Giovinazzo unite nel ricordo di due persone speciali, venute troppo presto a mancare. La nostra redazione aveva reso omaggio a Santa Depalo nella notte di San Lorenzo dello scorso agosto. Le avevamo dedicato la rassegna “Tra Note e Versi”, che si svolge annualmente in quella location. Lo avevamo fatto per lei e per Annamaria, sua figlia, nostra compagna di viaggio in tante edizioni. Su Facebook, proprio lei, ha fatto commuovere tanti con un selfie in cui la ricorda sorridente, accanto l’una all’altra, mamma e figlia. Quel sorriso, ne siamo certi, non si è spento su una strada, in un giorno qualunque. Vive, nei cuori di chi l’ha conosciuta, come ha ricordato la Dirigente scolastica del liceo molfettese, Margherita Anna Bufi.

Treni regionali: nessuna soppressione della fermata giovinazzese Le rassicurazioni arrivate dall’Assessore Regionale Giannini Gabriella Serrone

19 NOVEMBRE – «Abbiamo detto a Trenitalia che non si cambia nulla e che qualsiasi modifica deve essere considerata nell'ambito della discussione sul rinnovo del contratto». Così l’Assessore Regionali ai Trasporti ed alla Mobilità, Giovanni Giannini, dopo le tante polemiche seguite alla diffusione della notizia secondo cui le fermate di Giovinazzo, Santo Spirito e Palese sarebbero state presto soppresse sulla tratta dei treni regionali, lungo la dorsale adriatica che corre da Bari a Foggia. In particolare, sul punto erano Nessuna soppressione della fermata di Giovinazzo intervenute le associazioni dei consumatori, difendendo il diritto dei pendolari a vedersi riconosciuta una mobilità costante. Il pericolo era che questi ultimi avrebbero dovuto comprare due abbonamenti o due biglietti differenti: uno per i treni regionali, l’altro per i convogli dell’Area Metropolitana. Ma, stando alla presa di posizione di Giannini, seguita ad una nota del neo-costituitosi gruppo dei "Cittadini e pendolari di Giovinazzo", dal 13 dicembre non cambierà nulla per giovinazzesi, santospiritesi e palesini. «Non abbiamo fatto nessuna proposta a Trenitalia» è stata la precisazione dell’Assessore della Giunta guidata da Michele Emiliano. Una precisazione che, a questo punto, segna una svolta in positivo nella vicenda e, con tutta probabilità, pone una pietra tombale sulle paure di tanti viaggiatori.

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Arte e Cultura

IVE come rigeneratore di cultura Giuseppe Dalbis

La ricca rassegna “Experimenta” sta animando tutti i weekend nell’Istituto Vittorio Emanuele II

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are dell’Istituto Vittorio Emanuele II un luogo d’incontro tra tutte le forme in cui l’arte si possa declinare. È questo l’obiettivo di “Experimenta. Rigeneriamo Cultura”, rassegna che ha preso il via il 17 ottobre e che terminerà il 24 gennaio, con il patrocinio di Città Metropolitana di Bari e Comune di Giovinazzo. A curarne l’orga nizzazione è l’Accademia delle Culture e dei Pensieri del Mediterraneo, già promotrice della Notte Bianca della Poesia del 23 giugno, presieduta da Nicola De Matteo. L’ex consigliere provinciale ha ricevuto a inizio novembre «l'incarico, a titolo gratuito, di supporto al Gabinetto del Sindaco Metropolitano in materia di valorizzazione dell'immobile dell'Istituto Vittorio Emanuele II di Giovinazzo». Una riconferma dunque nel ruolo di Delegato alla gestione della struttura anche da parte di Decaro, dopo due anni e mezzo di lavoro cominciato per volere dell’allora Provincia di Bari, proprietaria dell’enorme complesso. Per De Matteo, che resterà in carica almeno fino al prossimo novembre, l’IVE è un patrimonio storico dell’intera collettività che dovrebbe avere i cancelli aperti a tutte le fasce d’età dal mattino alla notte. Ed è 22

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in quest’ottica che si inserisce “Experimenta” che ha il pregio di rendere l’ex convento domenicano una vera casa della cultura, così come auspicato da tutti i cittadini e da diverse associazioni locali che avevano manifestato preoccupazione quando a usufruire degli spazi c’era solo qualche servizio della ASL. Ogni sabato e domenica, in un periodo storicamente povero d’eventi, è possibile visitare mostre e assistere gratuitamente a reading di poesia, presentazioni di libri, concerti, spettacoli teatrali, sfilate di moda, tornei di flipper, laboratori per i più piccoli… perché in questo, più che in altri casi, ce n’è davvero per tutti i gusti. In poco più di un mese già sei esposizioni artistiche di genere diverso, il concerto sensoriale di Silvana Kuthz e Susanna Crociani, una singolare sfida letteraria tra poesia e narrativa, la straordinaria “Performance per soli fili e musica” di Valentina Crasto e Pasquale Mirra (in foto), la commovente lettura di lettere di soldati al fronte, la divertente rappresentazione in vernacolo di una novella di Pirandello, lo spazio dedicato ai bambini della Scuola dell’Infanzia “San Tommaso” con i quali sono state anche omaggiate le vittime degli atten-

tati di Parigi, i molteplici inviti alla lettura dei piccoli volumi di cui si è discusso. Ma si preannuncia molto interessante anche il mese di dicembre, sempre in compagnia di “Experimenta”: ci sarà la tradizionale esposizione curata dall’Associazione Italiana Amici del Presepio, la lettura musicata di versi di Dante (domenica 6), il gran concerto natalizio dell’Orchestra Giovanile “Gabriella Cipriani” (domenica 20) e tanto altro, tutto rigorosamente negli spazi dell’Istituto Vittorio Emanuele II. Riusciranno i giovinazzesi a vincere quello strano atteggiamento snob, o diffidenza, e a mostrare interesse al pari dei forestieri già assidui frequentatori? Questa è l’occasione giusta per dimostrare di tenere realmente sia alla cultura che alla vita dell’IVE.

FRATRES

GIORNATE DI RACCOLTA DI SANGUE

Giovinazzo - Via Marconi n° 9

DICEMBRE 2015

06/12/2015 - Domenica: dalle 08.00, alle 11.00 14/12/2015 - Lunedì: dalle 08.00, alle 11.00

N.B. Le date e gli orari sono suscettibili di variazioni dettate da esigenze del Centro Trasfusionale. Per qualsiasi informazione siamo a disposizione presso la nostra sede in Via Marconi, 9.

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La Fratres invita tutti i giovani neo-maggiorenni che hanno compiuto i 18 anni, a dimostrare di essere pronti alla donazione, accostandosi alla lettiga della solidarietà. Lieti di accogliervi nella grande famiglia dei donatori, continueremo il nostro cammino insieme a voi con nuova linfa vitale per chi soffre.


Tutto il bello della musica Arte e Cultura

Gabriella Serrone

Teresa Dangelico e Federica Severini in concerto in Cattedrale

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oinvolgente, elegante, quasi soave. Il concerto per viola e violino del 21 novembre scorso in Cattedrale, tenuto dalla giovinazzese, Teresa Dangelico, e dalla salernitana, Federica Severini, che hanno formato “Il duo possibile”, è stato tutto questo e molto di più. Alla vigilia della festività di Santa Cecilia, le due straordinarie artiste hanno regalato un’ora e mezzo di grande musica al pubblico giovinazzese, in un evento organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Giovinazzo. Un programma inusuale il loro, con brani tecnici e di grande precisione, composti da autori di nicchia, pietre miliari della tecnica violinistica e violistica, ma che non hanno annoiato proprio nessuno. Musiche concepite per dare la possibilità agli strumenti di esprimersi al meglio e di mettere in risalto la bravura dell'artista che li suona. I capolavori eseguiti hanno spaziato da quelli di Antonio Bartolomei Bruni (“Duo concertante per violino e viola op. 4 n. 2 in sol minore), a brani di Eugène-Auguste Ysaye (“Allemanda” da Sonata op. 27 n. 4 per violino solo), arrivando fino a Ludwig Spohr (“Gran Duo per violino e viola op. 13 in mi minore”) ed Henri Vieuxtemps (“Capriccio “Hommage à Paganini” op. 55 per viola sola”), per finire con Georg Friedrich Händel, riadattato da Johan Halvorsen, nella meravigliosa “Passacaglia per violino e viola”. Tutti i pezzi sono stati eseguiti con eccezionale trasporto ed empatia con il pubblico da parte delle due bravissime musiciste, entrambe allieve della prestigiosa Accademia di Santa Cecilia di Roma e dal curriculum impressionante per varietà delle competenze musicali acquisite. «Sì ero emozionata – ci ha detto la Dangelico – poiché suonavo a

Il Sindaco e l'Assessora con le musiciste e Anna Catino

“casa mia” ed in genere ci sia aspetta tanto da se stessi quando ci si trova davanti al proprio pubblico». L’utilizzo di un violino “Lecchi” del 1935, ha impreziosito un evento già di per sé straordinario, di cui sono state protagoniste due ragazze capaci di far vibrare corde e cuori. Giuseppe Lecchi, come ci ha spiegato la storica della musica, Anna Catino, è stato uno dei più grandi liutai italiani del ‘900, morto nel 1967 e considerato a buon diritto un erede, per capacità tecniche, del maestro dei maestri, Antonio Stradivari. Grazie alla docente giovinazzese, il pubblico ha potuto apprezzare al meglio l’esibizione, presentata nei minimi dettagli, dalla bellezza degli strumenti alla storia dei compositori dei quali sono stati eseguiti i brani. «Un elogio della bellezza – così ha definito l'esibizione del duo Marianna Paladino, Assessora alla Cultura del Comune di Giovinazzo, che ha colto con entusiasmo l'idea di organizzare il concerto nella nostra città –. Il vostro talento – ha poi chiosato rivolgendosi alle artiste – dimostra che la cultura non è solo bella, ma è soprattutto espressione di sacrificio e professionalità ed è nel rispetto e nella consapevolezza di questi aspetti che compongono la cultura che possiamo cambiare la storia». Sulla stessa scia, il Sindaco Tommaso Depalma ha ribadito che «la cultura è l'unica arma che

abbiamo per provare a contrastare la violenza ed il terrore di questo nostro tempo». A nostro avviso, Giovinazzo ha ancora bisogno di cultura, di spingere in tal senso. Figli della nostra terra, come la brava Teresa Dangelico, devono poter contare sul supporto di una intera cittadina, che premi e riconosca in loro tutto il talento che sanno sprigionare. Ed anche l’arte musicale è strumento di crescita, necessario, basilare, per una società moderna. Quella stessa società che ama un

Le due artiste durante l'esibizione

concerto rock tanto quanto la musica classica o da camera, esattamente come fanno Teresa Dangelico e Federica Severini, segno dei tempi e di una cultura che fa della libertà d’espressione l’unico credo totalmente condiviso. Non a caso, dopo i fatti di Parigi, dolorosissimi, terribili, la musica ha saputo ridare slancio ai sentimenti più nobili. Lo ha ricordato don Bendetto Fiorentino, padrone di casa e parroco della Cattedrale di Santa Maria Assunta, con una chiosa che ci sentiamo di condividere: «Sono stati stimolati – ha detto a fine serata – sentimenti che invitano a svegliarci, ad imparare a camminare insieme e ad armonizzare le differenze». N. 12 - Dicembre 2015

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Nel segno della tradizione As a sign of tradition Sempre con noi

GOOD BYE ON LINE: WWW.INCITTAGIOVINAZZO.IT

Testo e Traduzione di Gabriella Serrone

Scatti di devozione della comunità italo– americana per la Madonna di Corsignano

I

l sipario sulla festa in onore della Madonna di Corsignano è calato ormai da quasi tre mesi, ma non sulla fede profonda che anima quei festeggiamenti. Sentimenti che contraddistinguono in particolar modo la comunità dei giovinazzesi residenti negli USA, che, motivati dalle associazioni religiose e dai loro vertici, rinnovano ogni anno con entusiasmo il culto della protettrice di Giovinazzo ed i riti ad esso connessi. Le foto che proponiamo in questa pagina lo testimoniano, rafforzando ulteriormente quel filo che li lega da sempre al loro paese natio ed ai luoghi in cui affonda le proprie radici la devozione per la Vergine di Corsignano.

Photos of devotion from the Italo-American community for the Virgin of Corsignano

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he curtain over the festivity in honor of the Madonna of Corsignano dropped almost three months ago, but not over the deep faith which animates those celebrations. These feelings distinguish in particular the community of giovinazzesi living in the USA, who, motivated by the religious associations and by their leaders, renew every year with enthusiasm the cult of the Virgin protecting Giovinazzo and the related rites. The photos posted in this page make evidence of these feelings, consolidating mostly that thread which links them to their native town and to the places where the devotion for the Virgin of Corsignano had its origins.

Foto 3

Foto 1

Foto 2

Foto n. 1: Franco De Santis e Vincenzo Di Natale, Vice Presidente e Presidente della Società Maria SS. Di Corsignano di New York, in posa con l’immagine della Madonna di Corsignano. Foto n. 2: Vincenzo Di Natale e Franco De Santis al termine della Santa Messa celebrata in onore di Maria di Corsignano presso la chiesa di San Giovanni Battista di New York lo scorso 27 settembre. Foto n. 3: L’icona della Madonna di Corsignano custodita nella chiesa newyorkese.

NINO MARZELLA

Photo n. 1: Franco De Santis and Vincenzo Di Natale, the Vice-president and the President of the Society Maria SS. Di Corsignano of New York, standing with Madonna of Corsignano’s image. Photo n. 2: Vincenzo Di Natale and Franco De Santis after the Holy Mass celebrated in honor of Madonna of Corsignano in St. John the Baptist Church last 27th September. Photo n. 3: Madonna of Corsignano’s picture, kept in the newyorker church.

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Una svolta a tutto campo Sociale

A partire da don Mario Giovanni Petruzzelli e con la nuova veste di “in Citta” on line

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al 1° ottobre l’Arciconfraternita Maria SS. del Carmine ha un nuovo padre spirituale nella persona di don Mario Giovanni Petruzzelli, dopo i dieci anni di reggenza di don Nicola Gaudio, deceduto nel mese di Aprile. L’amministrazione e tutti i confratelli e consorelle, lieti per la designazione da parte della Diocesi, augurano a don Mario il benvenuto nella comunità, fiduciosi di un lungo e proficuo percorso spirituale. In queste prime settimane di vita comune, la figura di don Mario si è delineata in modo preciso in quanto a disponibilità, conoscenza e umanità. Tutte attitudini che stanno tratteggiando un percorso di edificazione spirituale molto ricco e denso di significati come la pastorale per la famiglia e il cammino giubilare nella esperienza a beneficiare del dono della misericordia divina. Ma questo è solo l’inizio perché ci saranno, a breve, anche impegni culturali e sociali che vedranno in azione l’intera Arciconfraternita e il suo padre spirituale in una sinergia comune, nell’ottica di quell’«insieme per camminare» con cui don Mario ha voluto dare senso alla sua presenza tra noi per raggiungere mete condivise. Illuminante è stato per me la lettura del suo libro intitolato “All’ombra del campanile”, pubblicato nel 2007, che raccoglie lettere ed articoli scritti nell’arco di venticinque anni di ministero sacerdotale. Contemporaneamente

Da sinistra: don Mario Petruzzelli, il vescovo Luigi Martella e don Michele Cipriani. Foto in occasione del 25° anniversario di sacerdozio di Don Mario Petruzzelli (12/6/2007).

alla venuta fra noi di don Mario, anche il nostro mensile “in Città”, a partire da gennaio 2016, non si presenterà più nella sua tradizionale veste giornalistica ma sarà pubblicato via Web ed impostato sul sito www.incittagiovinazzo.it, un portale di informazione da tempo attivo sulla rete informatica. Questa scelta risponde a rinnovate esigenze di adeguamento alla straordinaria evoluzione dei tempi in cui ci troviamo ad operare e che ha rilevante incidenza anche sul nostro lavoro di informazione che vuole traguardare i più importanti ambiti della nostra società cittadina, oltre quello del nostro orientamento religioso. Per ragguagliarvi meglio di questo nostro orientamento, faccio mie le considerazioni espresse nella rubrica delle lettere al quotidiano “la Repubblica” da Corrado Augias, il 24 novembre scorso. Infatti, proprio a riguardo dell’uso ormai generalizzato e personalizza-

to dello smartfone, egli sostiene che: «stiamo attraversando un periodo di passaggio dalla cultura dei caratteri (e immagini) su carta ai caratteri e immagi-

ni su schermo». Questo è ormai inevitabile visto che oggi ogni informazione la si ottiene cliccando in rete senza necessità di fornirsi di giornali e di riviste stampate o degli stessi libri cui si è interessati. Tutto ciò è una vera rivoluzione che tocca da vicino anche la nostra Redazione, visto la forte diminuzione delle copie distribuite nei mesi scorsi. Dunque è mio auspicio che, anche con questa rinnovata veste, il nostro impegno a comunicare possa ancora essere apprezzato da una più vasta platea di lettori. Per concludere traccio brevi note biografiche di don Mario che lasciano intravvedere le sue qualità morali e culturali che certamente saranno di ausilio all’attività di informazione. Colgo l’occasione, altresì, per porgere a tutti coloro che ci seguono gli auguri di Buon Natale e di un prospero anno 2016. Nicola Coppola Presidente

PROFILO D. Mario Giovanni Petruzzelli è nato a Bari il 18/07/1955. Ha frequentato la Scuola Media e il Ginnasio presso il Seminario Arcivescovile di Brindisi, il triennio del Liceo Classico nel Pontificio Seminario Regionale di Taranto, studi teologici presso il Pontificio Seminario Regionale di Molfetta. Ha conseguito la specializzazione in Teologia Pastorale presso la Pontificia Università Lateranense in Roma. È stato ordinato sacerdote il 22/05/1982. È stato vice parroco delle parrocchie S. Domenico e S. Giuseppe in Giovinazzo, Cappellano dell’Istituto Vittorio Emanuele II, Cappellano delle Suore Missionarie, Assistente diocesano di A.C.R., Assistente AGESCI, Parroco della Concattedrale di Giovinazzo e Rettore della Chiesa di S. Maria di Costantinopoli e Padre Spirituale dell’omonima Confraternita, Rettore della Chiesa della Purificazione e Padre Spirituale dell’omonima Confraternita, Rettore della Chiesa Santa Maria degli Angeli e Padre Spirituale dell’omonima Confraternita. Parroco di S. Gioacchino in Terlizzi e Rettore delle Chiese di S. Lucia e S. Maria di Costantinopoli in Terlizzi. Inoltre ha svolto i seguenti incarichi: Assistente del Meic, Assistente del Masci, Collaboratore di S. Domenico in Molfetta e Amministratore parrocchiale del Duomo di Molfetta, Rettore della Chiesa S. Francesco d’Assisi (Giovinazzo), Rettore di della Chiesa di S. Giovanni Battista e S. Maria del Carmine, padre Spirituale dell’Arciconfraternita del Carmine in Giovinazzo e responsabile dell’Ufficio Catechistico Diocesano. N. 12 - Dicembre 2015

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Un sogno chiamato Africa Sociale

Rosa Chieco

Martina Mastroviti, studentessa universitaria, in missione in Tanzania con l’Associazione Missionaria Internazionale

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si parte, quel desiderio vibrante custodito nel cuore può prendere forma, finalmente è arrivato il momento di tirar fuori dal cassetto gremito di sogni proprio il più agognato e bramato, ma anche il più insolito e difficile fra tutti. È la mattina del 6 agosto e Martina Mastroviti, giovane studentessa universitaria all’ultimo anno della facoltà di Biologia, è pronta a salpare e a prendere il largo alla volta della parte orientale del continente africano, in Tanzania, dove due missionarie dell’AMI, Associazione Missionaria Internazionale, la stanno aspettando. Da Bari a Bologna, da Bologna ad Instanbul, da Instanbul a Dar Es Salaam e da qui a Mwanza, il viaggio inizia pian piano ad assumere contorni precisi e nitidi e ciò che prima era solo una fantasticheria sta divenendo realtà. Gli occhi trepidanti e trasognati della nostra audace concittadina si riempiono ben presto dei colori caldi e accesi dell’Africa, della bellezza dei suoi tramonti infuocati, della natura selvaggia, della spontaneità della gente dagli occhi d’ebano e generosa di sorrisi, della semplicità del vivere;

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e così, mentre ci racconta la sua esperienza, con lo sguardo irrimediabilmente innamorato, finiamo con l’essere contagiati dall’amore per una terra autentica e sincera e ci scopriamo ad immaginare ad occhi chiusi le scimmie che fanno capolino dagli alberi salutando il nuovo giorno, il sole che si rituffa a sera nelle dolci acque del Lago Vittoria, glorioso e soddisfatto per aver riscaldato tale sprazzo di immacolata crosta terrestre, i massi enormi – “giveku” – che paiono sospesi ed in bilico. Prima tappa del viaggio-sogno, Mwanza, dove Martina, per due settimane circa, è alacremente impegnata di giorno con altri volontari nella costruzione di uno studentato, per accogliere ragazze provenienti da famiglie in difficoltà consentendo

loro, grazie ad una borsa, di accedere agli studi universitari; mentre nel pomeriggio è dedita alle attività di un centro disabili e di un centro per bambini di strada. C’è un gran da fare nell’orto o nell’animazione, coi bambini e ragazzi, per dar vita insieme a simpatici lavoretti di stoffa o di carta; e poi ci sono i giochi più impensabili, come portare a spasso un cagnolino realizzato con tappi e bottigliette di plastica e una cordicella a mo’ di guinzaglio, o disegnare direttamente sulla rossa terra con la pietra. Le ore così trascorrono liete, lasciando nel cuore una dolce sensazione, nelle narici il soave odore della terra rossa e sabbiosa, negli occhi le amenità del paesaggio. Seconda tappa del viaggio-sogno,


dell’ospedale diocesano (di circa 160 posti letto). Mascherina, olio di gomito e forte carica motivazionale, tanto basta per fornire il proprio indispensabile contributo. L’Africa è senza dubbio un’esperienza sensoriale ed umana senza eguali, coinvolgente e travolgente. Qui è tutto più vicino, il sole, la luna, l’uomo stesso. Il contatto fisico con l’essere umano, quella piccola mano che si posa delicatamente sulla tua, come è accaduto a Martina, il ritmo gioioso e festoso dei balli, dei canti e dei tamburi, quel sentirsi tutti una grande famiglia, senza distinzioni né separazioni di sorta, questo è solo parte del grande insegnamento che la nostra “rafiki” ci rivela di aver ricevuto in dono. È la mattina del 3 settembre e si riparte, questa volta per tornare in Italia; già, si riparte, ma, come ci dichiara Martina, commossa, “da certi viaggi non si ritorna mai, perché hanno il potere di stravolgerti e di rinnovarti, mostrandoti le cose intorno sotto una diversa luce”. E a Giovinazzo Martina non ha smesso di impegnarsi, portando la sua testimonianza nelle scuole, perché quel sapore di semplicità, purezza e fisicità, dormienti nell’occidente industrializzato e complesso, invaso dalla cultura digitale, deve essere risvegliato.

Bukumbi, dove la nostra concittadina, “rafiki”, che in swahili significa amica, sorella, è questa volta coinvolta durante le ore mattutine nella ristrutturazione delle stanze

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Al Direttore del mensile “in Città” Via Cattedrale 38 - Giovinazzo

L’Associazione naturalistica “Amici dell’ambiente, della flora e della fauna”, da me rappresentata COMUNICA che l’Associazione, avendo constatato delle perplessità nel firmare la petizione, da parte di alcune persone che avevano letto l’articolo della Gazzetta del Mezzogiorno del 07 ottobre, ha avuto un incontro il 10 novembre con il Sindaco e l’Ing. Sannicandro, dove è stato chiarito che l’Amministrazione Comunale per istituire il Parco Naturalistico Cittadino in Lama Castello non deve acquisire nessun suolo che ricade nell’area del parco. Coglie l’occasione per ringraziare lei per la pubblicazione della missiva e le tante persone che con entusiasmo e desiderio hanno già firmato la petizione. Si invitano le persone, che desiderano ancora farlo, a sottoscrivere la petizione, entro il mese di dicembre, presso la Pro Loco e le varie associazioni. Distinti saluti. Giovinazzo, 23/11/2015

Il Presidente Prof. Giovanni Volpicella

“in Città” questo mese fa gli auguri a...

I coniugi FASANO NICOLA e FERRANTE GRAZIA hanno festeggiato il 30 ottobre 2015 il loro 50° anniversario di matrimonio insieme ai figli, nipoti, parenti ed amici. Rozzano (MI)

Il giorno 10 Novembre è nata ALESSIA AMOIA, la bella notizia arriva da Monza da papà Angelo, mamma Giulia, dalla sorellina Arianna e dai nonni tutti!

Il 24 novembre è venuta al mondo questa splendida coppia di fratellini: MICHELE e VITTORIA ANDRIANO auguri a papà Francesco e mamma Sabina, a zio Salvatore e zia Enza, ai nonni Michele e Marta, Michele e Maria. N. 12 - Dicembre 2015

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L'energia di Pasquale Sinisi: “Afp, l'occasione che aspettavo” Sport

Filippo Luigi Fasano

A colloquio con il 28enne difensore molfettese, rivelazione biancoverde in una stagione difficile

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utto e subito. Vive anche degli slanci di Maurizio Sinisi, rinforzo estivo a “km 0”, un'Afp chiamata a valorizzare le residue risorse locali, pur di tenersi aggrappata all'A1 e alla possibilità di giocarsela fino in fondo. Fortemente voluto dal tecnico Amato, il 28enne molfettese (nella foto di Francesco Marinelli, per hockeypista.it) si è rivelato fra le poche note liete di una stagione in salita, acquisendo progressiva consapevolezza della sua straripante fisicità. Ha scelto di farsi conoscere subito, il difensore col 77 sulle spalle e sei tatuaggi sulla pelle, come se questa fosse l'ultima chance sportiva dopo qualche occasione mancata, e non solo sulle rotelle. Dentro e fuori dalla pista, come dimostra un'intervista che comincia al palazzetto, dopo l'allenamento, e finisce in piazza.

Da riserva a titolare, o quasi. Se lo aspettava? «Pensavo di essere un buon rincalzo, anche se mi ero presentato all'inizio della preparazione nel migliore dei modi. Facevo Molfetta-Giovinazzo di corsa, in 50 minuti, tre volte a settimana. E poi fra palestra e piscina, dove faccio l'istruttore, ho sempre mantenuto la forma migliore. Il resto l'ha fatto Amato, facendomi sentire subito importante». Dove c'è stato il colpo di fulmine? «In A2, l'anno scorso, quando ci siam contesi la salvezza. Lui a Vercelli, io a Eboli: vincemmo sia fuori, per

7-3, che in casa, per 7-1, con due mie buone prestazioni. Franco è un gran motivatore, ma sa anche lasciarci liberi di esprimerci. Sono uno che la partita l'ha sempre spaccata, nel bene e nel male. E grazie a lui sono finalmente consapevole delle mie capacità. Ma non gli dimostrerò mai tutto l'affetto che provo per lui (sorride, nda). Un po' come si fa con mamma e papà». Cosa rappresenta per lei l'Afp? «Quella biancoverde è una maglia che pesa davvero, ma quando si è in pista, diventa uno stimolo straordinario a far bene, per non tradire la fi-

ducia degli appassionati. I derby? Ne ho giocati tanti, in alcuni ho anche segnato. Nelle giovanili incrociavo spesso Ranieri, Illuzzi, e pure Gigi Marzella che ho poi ritrovato ad Eboli. Mi sono affacciato anche in nazionale under 16. E per rispondere a quella convocazione, ho rinunciato a un provino con la Sampdoria, come calciatore: ero un esterno offensivo, alla Serginho». Pentito? «Solo di non aver puntato sulle rotelle con la stessa convinzione di un Domenico (Illuzzi, nda). L'avessi fatto, magari ora sarei con lui nel Lodi e in azzurro. Ma adesso per me l'hockey è diventato

vitale. Ad oggi, non ho saltato neppure un allenamento. Mi piacerebbe anche far fruttare il patentino di allenatore, magari nel settore giovanile, oppure la laurea in scienze motorie. Cerco una sistemazione stabile, possibilmente nel mondo dello sport». Sugli spalti vanta due tifosi speciali. «Si tratta di Michele, il mio “fratello” acquisito, e Flavio, un ragazzo che seguo come istruttore. In pista sono le loro gambe, il loro cuore. Ci tengo poi ad essere un esempio per i più piccoli, per chi ci sta guardando e vorrebbe indossare la maglia biancoverde».

Via Monteforte, in attesa del mercato. Importante snodo-salvezza fra Thiene e Cremona N

on si presenta certo al meglio, l'Afp, alla fase cruciale del girone d'andata e forse dell'intero campionato. Fra la trasferta di Thiene, da affrontare a poche ore dall'uscita di questo numero di “in Città”, e il successivo incontro casalingo contro Cremona (già Pieve), i biancoverdi si giocano una bella fetta di salvezza, visto che la classifica ha già scremato sul fondo, dopo otto turni, le quattro squadre in lotta per evitare le due retrocessioni in A2: Sarzana, Cremona e, appunto, Afp a 4 punti, Thiene a 3. Ma il doppio appuntamento-salvezza sarà affrontato dai biancoverdi con un parco giocatori ancora più risicato: dopo l'incontro interno contro il Bassano la società ha comunicato l'interruzione del rapporto con l'attaccante Monteforte, ufficialmente per ragioni puramente tecniche. Una decisione che ha indotto l'allenatore Amato a rimettersi i pattini, per la verità mai abbandonati, per essere a disposizione anche come giocatore. In attesa della finestra supplettiva di mercato che potrebbe registrare almeno un movimento in entrata. (Anna Rita Fasano) 28

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GS C5, il presidente Carlucci: “Cambiare per crescere” Sport

Filippo Luigi Fasano

La società di serie B rilancia le proprie ambizioni con l'ingaggio del tecnico Chiereghin

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l di là del risultato, Gs C5 vuol dire fiducia. Nella stagione in cui lo sport cittadino sembra avere fiato corto e limitata prospettiva, la società del presidente Antonio Carlucci ha rilanciato le proprie ambizioni in serie B, una delle poche ribalte nazionali rimaste alla Giovinazzo sportiva. L'inizio è stato penalizzante ma l'ingaggio di un nuovo tecnico come Chiereghin attesta l'immutata voglia di proseguire il percorso di crescita graduale. «Valorizzare il settore giovanile è una priorità e la prima squadra deve essere l'espressione massima di questa idea – osserva Carlucci – Quest'anno siamo ripartiti con la stessa prerogativa. Con Paolo (Bavaro, il vecchio allenatore, nda) pensavamo ad un progetto più lungimirante ma ci sono state difficoltà. Legate forse alle pressioni che si avvertono quando ci si dà degli obiettivi, come la qualificazione alla Final Eight di coppa».

E quindi avete virato su Chiereghin. «A quel punto era necessaria una scelta: quella di cambiare sì, ma solo per crescere. Roberto (Chiereghin, nda) è la persona giusta, perchè è un allenatore che viene da diversi anni di gestione del settore giovanile alla maniera che piace a noi, fra Bisceglie e Kaos Ferrara. Ed i primi risultati si son visti subito». Esordio casalingo e subito vittoria. «Sugli spalti mi chiedevano: ma quelli che stanno giocando, chi sono? Si trattava di giovani che erano con noi da tempo ma che si erano visti poco. Era una soddisfazione vederli giocare. Certo, l'impiego di qualcuno di loro è stato obbligato, visto l'assenza dei più esperti. Ma per metterli in campo, bisogna saper rischiare e sanno rischiare solo i tecnici che conoscono ciò che ciascun giocatore può dare». Il Gs crede in Chiereghin, ma quanto Chiereghin crede nelle potenzialità del Gs? «Roberto non aveva mica bisogno di una panchina per rientrare a tutti i costi. Se è venuto a Giovinazzo, è perchè ha ritenuto ci fosse una squadra da allenare. Il mercato? Arriverà

un laterale, un giocatore che stavamo seguendo già da quest'estate. La valutazione più importante, però, è rimandata alla fine della stagione». Alzando l'asticella? «Spero e penso di sì, partendo dalla valorizzazione di ciò che abbiamo in casa e senza inseguire nomi altisonanti, come fatto in passato. Chiereghin ha la capacità di capire ciò

che manca». Off topic: da imprenditore e presidente di società, ritiene che Giovinazzo faccia il possibile per sostenere le proprie squadre? «Sostanzialmente sì. Io per primo riesco ad onorare il campionato con l'aiuto di amici che giovinazzesi non sono. Le forze a disposizione sono queste».

Ginnastica ritmica, Iris a Padova per puntare all'A2 N

ovembre non raffredda gli entusiasmi della Ginnastica Ritmica Iris, che procede a passo spedito inanellando una soddisfazione dopo l'altra. A metà mese, la più importante: all'Interregionale di serie B disputato al PalaGuerrieri di Fabriano, nelle Marche, la società del presidente Di Liddo è arrivata seconda, grazie alle ottime esecuzioni alla palla di Francesca Ferrari, in prestito da Desio, al cerchio di Alessia Cecconi e a corpo libero di Annapaola Cantatore. Un piazzamento valso la qualificazione al campionato italiano di serie B, che si terrà a Padova il 5 e 6 dicembre: in palio il passaggio alla serie A2. «Avevamo la possibilità di vincere l’Interregionale ma alcuni errori ce lo hanno impedito – osserva l'allenatrice Stufano – Adesso ripartiamo da zero e vogliamo dare tutto quello che abbiamo per il passaggio di categoria». Bene anche le più piccole impegnate a Bologna nella prima edizione del Torneo Piccoli Oscar: primo e secondo posto nella loro categoria per la giovinazzese Sofia Fiorentino, classe 2008, e la molfettese Michela Sallustio, nata nel 2007, grazie ad uno splendido esercizio combinato a corpo libero e palla. (Anna Rita Fasano) N. 12 - Dicembre 2015

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Pallavolo femminile, la VolleyBall pensa positivo Sport

Anna Rita Fasano

Positivo approccio delle ragazze allenate da Fiorella nel campionato di serie D

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e con l'autunno lo sport locale sembra essere andato in letargo anzitempo, vista la difficoltà diffusa a racimolare punti, non è così per la Volley Ball, ritagliatasi la sua personalissima primavera a colpi di vittorie. Nel girone A di serie D di pallavolo femminile le ragazze allenate da Dino Fiorella occupano il quarto posto in classifica dopo quattro giornate: un avvio assolutamente lusinghiero per una squadra che punta principalmente alla salvezza. Dopo la falsa partenza in casa di Volley Molfetta, la squadra del presidente Fabio Magrelli ha ottenuto un esaltante tris di vittorie ai danni di Virtus

Cerignola, New Axia Barletta e Robur Bitonto. Merito del perfetto mix tra esperienza ed entusiasmo creato anche dal direttore sportivo Michele Nacci. L'età media del gruppo è comunque rimasta bassa, nonostante il ricorso a ragazze con un passato importante anche in serie C, come Viviana Caputo, Isabella Maldari, Doriana Dolciamore e Mariella Lasorsa. Su questo telaio da usato sicuro sono state innestate con successo giovanissime (classe 2002) quali le centrali Antonella Mastropasqua e Lucia Misurelli, già divenute titolari, e la palleggiatrice Tiziana Deceglie, finora rimasta chiusa

dalle più scafate Bavaro e Dinatale, e tuttavia pronta a mostrare il proprio valore alla prima occasione utile. Piacevolissima sorpresa di inizio stagione Lucy Cervelli, che nel ruolo di opposto sta dando un contributo importantissimo a tutta la squadra. «La disponibilità delle veterane nel seguire ed assistere le più piccole del gruppo va di pari passo con la velocità di apprendimento di queste ultime – osserva fiducioso Fiorella –. Le ragazze sono in crescita, ma il nostro obiettivo rimane la salvezza». Unica nota stonata, la mancanza di una struttura dove il gruppo possa allenarsi con continuità. Soltanto dopo l'avvio del torneo, infatti, le ragazze sono passate a tre sedute a settimana, alternandosi tra la palestra della scuola Marconi ed il vecchio palazzetto di via Deceglie, punto di riferimento però di molte altre società.

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Domenica 29 novembre Domenica 29 novembre Sabato 5 dicembre Sabato 5 dicembre Domenica 6 dicembre Sabato 12 dicembre Domenica 13 dicembre Sabato 19 dicembre Domenica 20 dicembre 30

IMPIANTO

Comunale San Pio Palazzetto via De Ceglie PalaPansini viale Moro PalaPansini viale Moro Comunale San Pio Palazzetto via De Ceglie Palazzetto via De Ceglie PalaPansini viale Moro Comunale San Pio

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ORA

14,30 18,30 16,00 20,45 14,30 18,30 18,30 20,45 14,30

DISCIPLINA

Calcio – Promozione, 12^ andata Pallacanestro – Promozione, 4^ andata Calcio a 5 – Serie B, 10^ giornata Hockey pista – A1, 10^ andata Calcio – Promozione, 13^ andata Pallavolo – D femminile, 7^ andata Pallacanestro – Promozione, 6^ andata Hockey pista – A1, 13^ andata Calcio – Promozione, 15^ andata

EVENTO

Usd-Polimnia Fidens-Bitritto GS C5-Canosa Afp-Cremona Usd-Quartieri Uniti Bari Volleyball-Cerignola Fidens-Fortitudo Trani Afp-Matera Usd-Canosa


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