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Periodico promosso dall’Arciconfraternita Maria SS. del Carmine - Giovinazzo - Registrato presso il Tribunale di Bari al n. 1307 in data 20/1/1997 - Spedizione in A.P. 70% Filiale di Bari

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uello delle due mani che non si interfacciano è un antico esempio per rappresentare la mancanza di comunicazione che spesso, in situazioni di ogni genere e grado, si ha modo di constatare. Dal pubblico al privato, si resta inorriditi nel verificare quanto enormi siano poi i danni che ne conseguono per la semplice ragione di non sottoporre ogni problematica alla attenta valutazione di tutte le possibili soluzioni, nell’analizzare, dunque, le decisioni alla luce di scelte che sono semplicemente frutto di un confronto. E’ da mesi che organi di stampa e comunicazione televisiva si stanno occupando proprio delle difficoltà di un confronto serio e sereno delle Parti (siano esse politiche, sociali, partitiche, sindacali). I mass media si mostrano più che mai attenti nell’evidenziare le ragioni, o le non-ragioni, di un estenuante accanimento di tesi “personali” che poco hanno a che fare con il bene della collettività che si vuole amministrare. Quando invece da un piccolo centro come può essere quello della nostra Giovinazzo, in seno alla sua massima assise cittadina che è rappresentata dal Consiglio Comunale, spuntano segnali di apertura con ragionevoli momenti di condivisione che conducono le parti in gioco al raggiungimento di un risultato quasi unanime, ebbene, questo ci deve far riflettere. Mi riferisco all’ultima convocazione monotematica, quella del 18 ottobre scorso dal tema: “Un futuro chiamato Città Metropolitana” di cui vi invito, mie care lettrici e lettori, a leggere con attenzione la cronaca ricostruita a pag. 8 da Gianluca Battista. È un momento significativo per la Comunità cittadina che di fatto, pur non vedendo magicamente risolte le problematiche che riguardano il territorio, pone Giovinazzo, insieme a tutte le città che entreranno a far parte dei nuovi 10 Enti, nelle condizioni di pianificare la gestione della propria attività in una logica di maggiore confronto dunque, di città aperta in un’ area metropolitana. Ad ognuno la libera interpretazione ed opinione sul delicato argomento, non prima, però, di una opportuna ed attenta analisi che ci si augura possa rientrare nelle priorità informative che l’amministrazione Depalma vorrà mettere in atto a beneficio di tutta la collettività. Proprio mentre tutto sembra giunto in un punto di non ritorno e le principali aggregazioni partitiche locali, in sintonia con le sedi centrali, stanno vivendo particolari momenti di tensione (v. pagg 6 e 7). Buona lettura

di ⻬ Filippo D’Attolico

Editoriale

Registrato presso il Tribunale di Bari al n. 1307 in data 20/1/1997


I NOSTRANI MACHIA ⻬ di Giuseppe Maldarella

er la “scienza” politica moderna, sotto il termine di machiavellismo, a richiamo del pensiero di Machiavelli che concepì già nel XV sec. l’ “arte dello Stato” come una prassi dai principi irriducibili a quelli dell’etica, passa quell’orientamento ideologico secondo cui l’arguzia comporta-

P

mentale e l’astuzia sono la base della pratica politica.

Opinione

E’ da ammettere che tendenze di tal genere sono oggi riscontrabili nella maggior parte degli uomini di potere impegnati nel governo della cosa pubblica. E tanto ho potuto dedurre anche osservando il lavoro dell’assise municipale del 28 settembre scorso, ove erano in discussione tra i diversi argomenti all’ordine del giorno, oltre al provvedimento ricognitivo del programma esecutivo finanziato con il corrente esercizio 2012, anche il riconoscimento fuori bilancio di oltre 21.000 Euro, rivenienti da sette pagamenti risarcitori emersi da controversie giudiziarie in cui il Comune è rimasto, come al solito, soccombente. Il confronto dibattimentale in detto consesso ha riproposto nuovamente lo scontro frontale della parte d’opposizione, rappresentata dai tre consiglieri del PD, e il Presidente del Consiglio che, piuttosto che moderatore delle attività consiliari, sembra rivesta il ruolo di esponente dell’esecutivo. Come se non bastassero i rampanti uomini del Sindaco Depalma che già appena in cinque mesi di mandato vantano di aver cam-

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biato le cose a Giovinazzo. Mi pare troppo presto dare valutazioni sulla condotta gestionale e ancor più sui risultati conseguiti dalla nuova gestione, perché non bastano alcune ordinanze, già in parte disattese, a qualificare l’andamento del governo locale, specie se punta a mettersi sistematicamente a confronto con l’esecutivo che lo ha preceduto. Ma veniamo all’argomento centrale di questa mia riflessione che ha a riguardare proprio il riconoscimento della legittimità dell’operazione contabile esperita dalla precedente giunta per pagare una consistente somma, non disponibile nella contabilità finanziaria, in dipendenza di cause giudiziarie perse dal Comune. Ebbene su questa questione, articolata su sette distinti deliberati, tanti quantisono stati i pagamenti eseguiti a fronte delle decisioni giudiziarie, l’ opposizione, diversamente dagli altri temi in discussione, ha dovuto votare a favore insieme con la maggioranza, trattandosi di atti posti in essere dall’amministrazione Natalicchio che non poteva sconfessare. Tuttavia, non è

mancata una sottolineatura molto importante dell’avv. Dagostino, portavoce del PD, che francamente mi ha molto sorpreso. Piuttosto, che analizzare il fenomeno, sempre più dilagante, delle cause che vengono intraprese contro il Comune, ha lanciato un appello all’apparato dirigenziale perché vigili nella produzione di taluni atti ammini-

strativi che poi vengono eccepiti dinanzi al TAR regionale ed annullati dallo stesso giudice con condanna di tutte le spese a danno del Comune. Infatti, delle sette sentenze giudiziarie di soccombenza del Comune ben tre erano di natura amministrativa emesse dal TAR regionale, mentre le altre di contenzioso civile avevano ad oggetto risarcimenti di danni. L’avvocato saprà di certo che le decisioni a resistere in giudizio per tutte le controversie avverso agli atti comunali spettano alla Giunta municipale, come appunto riscontrato per le questioni in contesto, e che è d’ obbligo in tali casi una valutazione tecnica e di merito dello stesso organo circa l’ opportunità ad opporsi o meno in giudizio sulla base della valenza delle contestazioni attoree dei provvedimenti. Dunque non può escludersi per dette fattispecie un addebito anche all’esecutivo che ha voluto attenersi, come da prassi, alla soluzione giudiziaria. Ciò che fa specie in detta affermazione dell’avvocato è il tentativo a voler ravvisare in queste circostanze le responsabilità dell’andamento gestionale ad esclusivo carico dell’apparato amministrativo. Confermando un tale avviso Natalicchio e poi Depalma hanno ritenuto di costituire l’ Amministrazione civica come parte offesa nella causa penale in corso per gli asseriti abusi edilizi nella Zona artigianale D1.1 in cui sono imputati tra gli altri i due dirigenti del Servizio Urbanistico del Comune. Tanto

a significare che lo stravolgimento delle linee tecnicoedilizie in tutta l’area artigianale del Piano Regolatore comunale in contrada Zurlo sono opera esclusiva dei dirigenti comunali, che hanno convenzionato coi proprietari dei terreni e i costruttori di quei suoli le diverse lottizzazioni, ritenute poi fuori norma.

Si vuol far credere che quei guasti urbanistici, ormai irreparabili, non siano stati ispirati da un sistema politico-clientelare diretto da strateghi influenti sul governo di Natalicchio? E se viene sentenziata l’irregolarità tecnico-legale di quelle costruzioni edilizie l’Amministrazione vorrà disporre la demolizione delle stesse con tutti i danni a carico dei Dirigenti comunali che ne hanno rilasciato le autorizzazioni? Quali sono finora le spese per le parcelle dei tanti avvocati e tecnici consultati sulla vicenda a totale carico dei contribuenti? Anche queste competenze vengono liquidate con impegni fuori bilancio? Circa la prospettazione esternata dall’esponente PD occorre fare memoria di quante altre situazioni hanno visto impegnato i nostri politici a dare indirizzi decisionali per sviare dalle norme urbanistiche del Piano Regolatore al fine di addivenire a realizzazioni edilizie e costruzioni di strutture che altrimenti avrebbero dovuto trovare altro trattamento. L’ attenzione converge su quale destino sia stato riservato alla Zona AS 15 previsionata per


AVELLI l’edificazione di opere al servizio della comunità civica ove, invece, si è consentito di insediare costruzioni edilizie di tutt’altro genere. E’ il caso

dell’edificazione dell’impianto sportivo impropriamente definito “piscina comunale” in ragione

Analoga procedura è stata intrapresa per favorire la costruzione, sempre in quella zona di servizi, di una clinica ospedaliera con elevati indici di fabbricabilità. Il complesso ospedaliero, invece, non è mai sorto non avendo conseguito il gestore la convenzione ad operare per conto dell’istituzione sanitaria regionale. Ed ora quel suolo che destinazione avrà? Ritornerà ad essere asservito alla originaria destinazione d’uso e ai primitivi indici di fabbricabilità previsti per la Zona AS 15? E, sempre per rimanere in quel sito, fu ceduto senza

una gara pubblica l’edificio dell’ex mercato ortofrutticolo all’ingrosso alla soc. cooperativa sociale Anthropos per destinarlo a casa di assistenza psichiatrica. Non fu forse Natalicchio in persona, ap-

pena insediatosi da Sindaco, ad adoperarsi per assegnare con un contatto privato di locazione quell’immobile ed autorizzarne poi l’ abbattimento per realizzare l’ attuale costruzione, dopo aver apportato le dovute variazioni urbanistiche al Piano Regolatore comunale? Non fu sempre lo stesso Sindaco ad annunciare pubblicamente con il suo “Rapporto Amministrativo 2002/2007” nel corso della campagna elettorale per l’elezione di riconferma, la costruzione dello

scalo merci intermodale su area ferroviaria in contrada Zurlo senza che la Società di Logistica che lo realizzava avesse ricevuto all’epoca alcun permesso edilizio dal Comune? Perché mai non si è data mai pubblica assicurazione che quella piattaforma intermodale, dalle lavorazioni altamente rischiose, abbia regolarmente acquisito una legittima certificazione edificatoria per l’esercizio e una valutazione di impatto ambientale e che sia, altresì, dotata di un necessario piano di sicurezza a salvaguardia dell’area urbanizzata a contatto? Nei giorni scorsi inten-

se nubi di polvere si sollevavano da quell’impianto a causa dello scasso e della rimozione del materiale di copertura del piazzale per la movimentazione e la giacenza delle merci, andato completamente ad usurarsi già nel giro di qualche mese, a causa delle manovre delle grosse macchine di sollevamento e di trasbordo delle unità di carico e della circolazione dei mezzi gommati di trasposto. Contemporaneamente si sta lavorando alacremente per provvedere ad una pavimentazione rigida in cemento armato adeguata per dette movimentazioni pesanti e il deposito delle merci cui è adibito lo scalo. Questi lavori sono stati autorizzati o ancora se ne consente tacitamente l’ esecuzione nella supposizione che siano di pertinenza ferroviaria cui il Comune non può interferire?

Ma la gestione del territorio urbano non spetta per legge alle Amministrazioni civiche? Depalma va affermando che bisogna rispettare le regole, ebbene in questo caso le regole vengono rispettate?

La circolazione dei camion che transitano sulle due vie urbane di accesso a detto impianto logistico hanno dissestato i tratti di strada di intersezione con la ex statale 16 di via Molfetta e il Comune ha provveduto di recente a ripararle col rifacimento del manto bituminoso a spese dei contribuenti. E’ accettabile questo stato di cose, non vale la regola che chi rompe paga? E come il soggetto gestore dello scalo, che assicura la terminalizzazione delle merci a pochi gruppi industriali che non vogliono servirsi degli scali di Bari, concorre a ripagare all’ente comunale gli oneri che le sue lavorazioni riversano sull’ambiente cittadino? Mi chiedo, dunque, se tutte queste vicende che hanno comportato, rilevanti devianze dalle linee di indirizzo della pianificazione edilizia e di gestione del territorio possano essere addebitate solo al quadro dirigenziale o più propriamente alle scelte politiche di coloro che, per ragioni di interesse specifico, hanno occupato, in questi ultimi anni, il palazzo di città.

Opinione

del fatto che il soggetto investitore, all’epoca, per poter avere il riconoscimento di quell’opera come struttura di servizi ha ceduto la proprietà dei terreni al Comune che poi li ha retrocessi in concessione, contestualmente all’approvazione della progettazione della struttura senza una pianificazione di spazi interni a parcheggio ad uso dei clienti.

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QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO uer pasticciaccio brutto de via Merulana” è un affascinante e celeberrimo romanzo di Carlo Emilio Gadda, in cui, du«Q rante l’era fascista, un commissario di polizia indaga sul furto di gioielli avvenuto in un popolare quartiere capitolino. Il titolo romanesco, magari riportato in italiano, si attaglia alla situazione politica che attraversano i maggiori partiti politici nazionali a Giovinazzo. Se da una parte, infatti, c’è un Partito Democratico in fermento per le primarie, con Bersani contro Vendola e tutti contro Renzi, dall’altra c’è un Popolo della Libertà che cerca disperatamente una fase post-berlusconiana, senza tuttavia mettersi alle spalle l’ingombrante figura del suo fondatore. Venendo alle cose di casa nostra, la faida che tocca i piddini giovinazzesi è ormai uscita allo scoperto, con tanto di comunicati stampa di una nascente corrente interna alla sede di Piazza Vittorio Emanuele II che ha, nei fatti, sancito una profonda frattura in seno al partito. Dall’altro lato, c’è un centro-destra da ricostruire, con un commissario cittadino a metter cerotti qua e là, cercando di riavviare una macchina che a maggio non ha saputo offrirsi all’elettorato con un appeal quantomeno sufficiente a portare qualche consigliere nella massima assise cittadina. Di questi aspetti e di molto altro, vi raccontano Giuseppe Dalbis e Nicola Miccione, che sono entrati nelle pieghe dei problemi andando a sentire i diretti interessati. Quel pasticciaccio brutto, su ambo le sponde, sarà poi risolvibile? Ecco cosa ne è emerso. Gianluca Battista

Azzerati i vertici del partito, in città è arrivato il commissario Domenico Damascelli. Un “fittiano” nel regno di Antonio Azzollini

L’anno zero del Popolo della Libertà

n lungo decennio tra i polo della Libertà tra i cittadini, le. Fortunatamente nessuno di namento che tali segnali pobanchi dell’opposizione avvicinando la gente che si rico- noi, anche se portatore di valori tranno essere trasmessi e perceper poi risentire partico- nosce nelle idee del centrode- o ideali che si ispirano ai principi piti». E tutto questo mentre a lilarmente della crisi nazionale stra». Secondo il vice coordina- ed alla cultura politica di centro- vello nazionale i vertici del pardel partito, degli scandali del- tore provinciale del P.D.L., però, destra, è talmente ottuso da bar- tito vogliono firmare un nuovo l’ex premier Silvio Berlusconi e «la situazione non è delle più fa- ricarsi nelle proprie posizioni in contratto con gli italiani. Azzeracimolare appena il 6,15% dei cili, anzi. Una forza politica al maniera così viscerale ed asetti- rare i vertici del partito. E fare voti. È quanto accaduto al Po- 6%, una sede che non esiste, ca da lasciarsi inaridire la mente delle primarie il metodo principolo della Libertà cittadino in nemmeno un seggio conquista- smettendo così di pe per selezionare primavera, nel maggio tanto to alle ultime elezioni ammini- impegnarsi e pensauna nuova classe atteso per via del cambio della strative». Il nuovo corso del re al bene comune dirigente. «Il futuro guardia a Palazzo di Città. E la nuovo Popolo della Libertà è solo per tutelare i del P.D.L. giovinazdirezione provinciale del parti- iniziato a fine luglio con un in- propri alvei di apparzese? Prima bisoto del segretario Angelino Al- contro aperto a tutti coloro che tenenza». Sul nuovo gnerà capire cosa fano non deve averla presa si considerano simpatizzanti o traghettatore: «Parsuccederà a livello bene visto che ha si riconoscono nel liamo di un profonnazionale, - è la redeciso di commiscentrodestra. do conoscitore della plica di Leonardo sariare il circolo cit«Perché lo chia- politica; ed in questo Piscitelli - poi si tadino e quello demate nuovo Popolo momento di scoratenterà in maniera gli altri comuni deldella Libertà? - si mento verso la stes- Leonardo Piscitelli democratica con il la provincia in cui è chiede Leonardo sa è un ottimo maecongresso sezionale si è rimediata una Piscitelli -. Ad oggi stro per chi ha voglia di capire di eleggere la nuova classe diribatosta elettorale. non mi sembra che che la vera essenza del fare, ap- gente». Quello che accadrà nel Al posto del segreci sia a Giovinazzo punto, politica è cercare aggre- Popolo della Libertà si vedrà tario Gaetano Deun altro Pogazione, ritro- già nel giro di qualche settimapalo in città è arripolo della varsi attorno ad na è invece la previsione di vato il commissario Domenico Damascelli Libertà! Da una discussione Gaetano Depalo. Gli appuntaDomenico Damaquando si è e dopo un con- menti elettorali sono imminenscelli, un “fittiano” nel regno di insediato il commissario fronto dialettico ti ed i tempi sempre più ristretAntonio Azzollini: «Ma no. Ave- Domenico Damascelli, a serrato ma co- ti. Più lunghi, al contrario, apvo solo sentito parlare del "gran- parte l’unica riunione struttivo appro- paiono quelli sulla nascita di ducato di Molfetta" come lui fatta in aula consiliare dare ad una so- una nuova classe dirigente: simpaticamente definisce la sua dove purtroppo per moluzione. La gen- «Nascerà quando i padri smettecittà, - scherza - non sapevo di tivi personali non potette ha bisogno di ranno di essere depositari della feudi esterni». Per il circolo di ti presenziare, non mi ricredere che esi- verità assoluta, quando conovia Amedeo è dunque l’anno sulta che ci siano state Gaetano Depalo ste una politica sceranno l’orgoglio e l’umiltà di zero. Dopo aver azzerato i ver- ufficialmente altre rimigliore di quel- sentirsi ancora più appagati dal tici del partito, è giunto il mo- unioni». la commentata sui giornali, ha aver aiutato un portatore di idee mento di rifondare con nuove Per Gaetano Depalo, inve- bisogno di credere che fresche ad emergere al pantano. regole per «riprendere celer- ce, «al momento il partito locale l'impegno del singolo può porta- Solo allora avremo una nuova mente a fare politica per passio- altro non è che lo specchio di re ancora al benessere di una co- classe politica dirigente terrena, ne, che è il sale quotidiano della una situazione più in generale munità ed è solo con un opera capace, motivata e deter nostra attività, portando il Po- che abbraccia la politica tal qua- costruttiva e votata al riavvici- minata».

U

Politica

⻬ di Nicola Miccione

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Allarmi e stonature nel Partito Democratico «N

gli ex Margherita. Corresponsa- considerare correnti le iniziative zione di correnti va contro lo stabili sarebbero le segreterie pro- create da singoli esponenti… Non tuto ma non ho preso provvedivinciale e regionale, che «aste- vedo nel partito una netta separa- menti perché si è poi ridefinito nendosi da ogni intervento hanno zione sulla base dell’esperienza gruppo di lavoro e vuole operare Volevano legittimato lo status quo». Preoc- politica, oggi questa differenzia- dall’interno. cupato per la «lenta ma inesora- zione non è più applicabile per l’azzeramento o il commissariabile estinzione della sezione», il noi». Su una cosa Maria Restivo è mento ma la segreteria provinciagruppo di Stufano, denominato concorde con Mimmo Stufano: le ha ritenuto di non dover proce“Rinnovamento e Partecipa- «Ritengo corretto che, dopo una dere perché a maggio abbiamo stagione che preso il 28% dei consensi, a cui va zione”, ha deciso di costinon si è con- aggiunto il 6% dei Democratici per tuirsi corrente autonoma, clusa nel mi- Lia, percentuali superiori a quelle «non per sostituire l’attuale gliore dei degli altri comuni pugliesi e paradirigenza» ma per «rinnovamodi, se ne gonabili a quelle delle regioni rosre dall’interno il particominci un'al- se. E questo indica che abbiamo to e ridargli slancio». tra modifican- perso perché ha prevalso Per “ReP” il PD è do le strutture l’antipolitica, la voglia di cambiadiviso ormai in quatin modo da mento, la logica dell’alternanza, e tro ma ci sarebbe sinavere la possi- perché l’elettorato del centrodetonia tra coloro che bilità di ana- stra si è riposizionato dopo la non sono rappresenlizzare le cau- sconfitta di misura di Galizia al pritati nel direttivo. For- Maria Restivo se della scon- mo turno». Camporeale assicura se non è esattamente così. Per Maria Restivo, ex fitta con la maggior obiettività che il candidato sindaco è stato DS, «è sbagliato pensare possibile. Sono tra quelli che han- deciso interfacciandosi con che non c’è più democrazia no chiesto un azzeramento della l’assemblea e che non è possibisolo perché, alla luce di un segreteria e del direttivo, perché le essere tesserati senza saperlo. risultato non proprio positivo, penso che solo ripartendo da una «È inutile nasconderselo: Stufano – aggiunge – aspiraemergono malcontenti legati for- situazione azzerata si va, legittimamente se ad alcune legittime aspettative possano trovare gli per carità, ad essere il personali. Anzi, il confronto aperto stimoli e le motivatimoniere ma abbiasubito dopo il voto e non ancora zioni per avviare un mo bocciato le priconcluso, è sintomo inequivocabi- processo di rinnovamarie per non creare le del contrario. Come a livello na- mento di cui il partito divisioni. In questo zionale. Diversa è la visione di ha bisogno». momento la sua mi Finito nel mirino, qualcuno che manifesta il suo sembra una strumenmalcontento in maniera non de- il segretario, Gianni talizzazione politica mocratica. E dispiace che di tutto il Camporeale, riper far valere le sue dibattito interno emergano solo sponde alle critiche istanze». Il segretario questi aspetti secondari». Il capo- smentendo chi vede Gianni Camporeale si dice pronto al diagruppo consiliare dell’ultimo nel PD logiche acquinquennio, nell’analizzare il ri- centratrici. «Nonostante la mag- logo: «Chiedo disponibilità a trosultato elettorale, trova che il gioranza interna sia l’unica com- vare una confluenza per ridetermipartito abbia retto benissimo; ponente legittimata (da elezioni a nare coordinamento ed esecutivo, «tuttavia sono convinta che l'iter cui, due anni fa, non presero par- discutere delle prospettive e riparche ha portato all'individuazione te gli ex DS che preferivano una tire con il tesseramento. Stiamo della candidata a Sindaco, non- figura di garanzia), abbiamo pro- elaborando una bozza di docuostante gli indiscutibili pregi della posto di ridisegnare coordina- mento programmatico e devo dire stessa, non è stato condivisibile. A mento e segreteria alla luce del ri- che con ex DS e giovani c’è conmolti la scelta è sembrata tirata sultato delle amministrative, per fluenza. Unica voce stonata è fuori da un cilindro e non, come inserire forze fresche che si sono quella di Rinnovamento e Partecinella tradizione del partito, da avvicinate e i giovani. Si è chiuso pazione». In molti vogliono chiunormali consultazioni primarie. un ciclo e dobbiamo rinnovarci, dere questo capitolo e riaprirne Questa mancanza credo abbia in- senza rottamare il vecchio, per presto un altro. Gli “stonati” si ciso non poco sul risultato finale». preparare la nuova campagna di fanno sentire più degli altri. Ora Quanto alle correnti «sono un fat- tesseramento e l’individuazione bisognerà capire se riusciranno a to naturale in un partito così gran- del mio successore; il mio secondo far valere le proprie idee o gradide. Esistono indubbiamente diver- mandato scade nel febbraio 2014 ranno la strada che l’attuale dirisi atteggiamenti rispetto a deter- e fare il consigliere d’opposizione è genza intende intraprendere. Se minate problematiche ma per die- già molto impegnativo». Quanto rientreranno nel coro o preferici anni abbiamo mostrato una no- a Rinnovamento e Partecipazio- ranno intraprendere la carriera tevole solidità. Se poi vogliamo ne «ho fatto notare che la forma- da solisti.

di ⻬ Giuseppe Dalbis

Politica

ella sezione di Giovinazzo l’elemento “democratico” è ormai sopravvissuto solo nella denominazione». Il sospetto che nel Partito Democratico cittadino non regnasse l’amore c’era già da molti mesi, o forse addirittura da un paio d’anni. Mai però prima d’ora l’allarme era stato suonato da una delle colonne portanti del PD, Cosmo Damiano Stufano, primo degli eletti nelle ultime due consultazioni comunali. Da referente di un neonato gruppo di iscritti (tra cui anche ex Udeur e M a rgh e r i ta ), ha denunciato «il prevalere di Cosmo Damiano un ristrettissi- Stufano mo nucleo sordo alle istanze» degli altri componenti, eletto «per le distorsioni di una campagna di tesseramento selvaggia e tragicomica». Tale politica, evidente nel periodo preelettorale, avrebbe contribuito alla sconfitta di maggio, sulla quale è stato chiesto di compiere un’analisi. Ma «la Segreteria ha sempre convocato assemblee atte a sottoporre scelte già prese in altra sede; se l’assemblea decideva diversamente veniva approvata attraverso una riunione del direttivo». Respinta la richiesta di dimissioni, il gruppo ha chiesto formalmente di convocare l’assemblea generale in presenza del segretario provinciale, di azzerare la segreteria cittadina, di nominare una commissione paritaria per il nuovo tesseramento e di convocare un congresso straordinario per l’elezione dei nuovi vertici. La dirigenza però «ha declinato tali democratiche istanze ribadendo la volontà di confermarsi unica forza maggioritaria e autoritaria nel direttivo». Questo «stallo radicato» avrebbe portato alla frammentazione del partito in quattro gruppi: quello che ha denunciato, quello degli ex Democratici di Sinistra, quello dei giovani e quello dirigente de-

Nasce una corrente autonoma interna ma le altre componenti minimizzano e lavorano per il rinnovamento del partito

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Il Consiglio Comunale riunito per il voto

Col voto del 18 ottobre scorso Giovinazzo entra a far parte del nuovo Ente LA CRONACA

⻬ di Gianluca Battista

Giovinazzo ha scelto: entrerà a far parte della Città Metropolitana di Bari. Un voto attesissimo, quello del 18 ottobre scorso, alla presenza dell’assessore regionale al ramo, Marida Dentamaro. Dopo assemblee pubbliche, dibattiti e scontri verbali più o meno accesi nei giorni precedenti, la massima assise cittadina ha deciso di aderire ad un progetto che, però, andrà meglio definito nei suoi contorni. Sono stati 15 i voti a favore e soltanto 2 quelli contrari. Per l’adesione hanno votato compatti i consiglieri di maggioranza e quelli in quota PD, mentre sono risultati contrari Antonio Galizia, del Gruppo Misto, e Vincenzo D’Amato del Movimento Schittulli. E’ stata così approvata una delibera d’indirizzo per il Comune di Giovinazzo, che entrerà in una nuova dimensione, di cui molti cittadini ignorano la portata. E’ questo, forse, il nodo cruciale del dibattito che ha attraversato la politica locale: la maggior parte della gente ignora cosa sia la Città Metropolitana e, fatto ancor più grave, non sa che già in passato la nostra cittadina è stata destinataria di fondi provenienti dal vecchio progetto, denominato Bari 2015, per

Politica

⻬ foto di Nicola Marinelli

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UN FUTURO CHIAMATO CITTA’ METROPOLITANA la realizzazione di opere pubbliche. Alla politica il compito di porre rimedio agli errori del passato, cercando, attraverso una campagna capillare di diffusione delle informazioni, di raggiungere il maggior numero di amministrati, prospettando loro i cambiamenti possibili. COSA E’ LA CITTA’ METROPOLITANA Qualcosa sul tema proviamo a spiegarvelo noi, delineando per sommi capi quanto previsto da un Decreto Legge datato 14 agosto 2012. In Italia ci saranno 10 Città Metropolitane (Roma, Milano, Napoli, Torino, Genova, Venezia, Bologna, Firenze, Bari e Reggio Calabria) che entreranno nel pieno esercizio dei loro poteri dal 1 gennaio del 2014. Il provvedimento che le istituisce è compreso nel piano di revisione della spesa pubblica voluta dal Governo presieduto da Mario Monti. Questo nuovo Ente prenderà le funzioni delle vecchie Province che verranno soppresse o, in al-

cuni casi, accorpate. Tra i compiti più importanti ci saranno la pianificazione territoriale sia delle infrastrutture sia generale, la definizione e l’ organizzazione di servizi pubblici di interesse comune al territorio metropolitano, la mobilità e la viabilità, ma anche la promozione ed il coordinamento dello sviluppo economico e sociale. La Città Metropolitana avrà un proprio sindaco, il quale potrà nominare un suo vice ed un autonomo Consiglio, a cui potranno accedere per elezione sia i consiglieri comunali che i primi cittadini dei singoli comuni dell’intera area. A seconda della popolazione, potranno essere eletti da un minimo di 10 fino ad un massimo di 16 consiglieri metropolitani. Nessuno di essi, compreso il sindaco, per-

cepirà stipendio, proprio in un’ottica di contenimento della spesa pubblica. Il sindaco metropolitano potrà essere individuato nel primo cittadino del comune capoluogo (nel nostro caso Bari) o eletto con le modalità stabilite per la provincia. Sarà la cosiddetta Conferenza Metropolitana a stabilire questo, oltre ad elaborare uno statuto provvisorio che dovrà essere votato con la maggioranza dei due terzi dei sindaci. Di questo organo fa parte anche il presidente della sopprimendo Provincia. Lo statuto definitivo, che regolerà modalità elettive, organi amministrativi e rapporti tra comuni e il capoluogo metropolitano, dovrà essere votato a maggioranza assoluta dopo il parere favorevoli dei comuni.

I COMMENTI Tommaso Depalma, sindaco: «Il voto è favorevole ma con una serie di condizioni che aiutano a delimitare il campo dei dubbi e delle legittime perplessità, che comunque rimangono sul tappeto per un quadro normativo ancora poco chiaro. Apriamoci con fiducia a questa scelta, convinti nella nostra sana volontà di protagonismo». Cosmo Damiano Stufano, PD: «L'Unione Europea dal 2014 al 2020 destinerà dai 10 ai 12 miliardi di euro, e comunque un importo non inferiore al 5% degli attuali finanziamenti F.E.S.R. alle Città Metropolitane ed alle Smart Cities per progetti di sviluppo integrato e multisettoriale. Si tratta quindi di un’occasione da non perdere». Antonio Galizia, Gruppo Misto: «La costituzione della Città Metropolitana di Bari è avvenuta in modo frettoloso. E la gatta frettolosa, si sa che fine fa… Entrando a far parte della Città Metropolitana di Bari non avremo più la possibilità di seguire le vicissitudini locali. Quale Ente provvederà ad asfaltare le nostre strade? E chi ci garantirà, invece, la corretta illuminazione notturna delle vie del centro abitato? Saremo costretti ad elemosinare periodicamente al sindaco della Città Metropolitana di Bari gli interventi per il nostro territorio!».


Un minuto di attenzione... prego! Questa tabella rappresenta il confronto tra la composizione merceologica media tra i rifiuti prevista dal piano regionale (decreto commissariale n. 187 del 09/12/2005) e i dati ufficiali pubblicati sul sito www.rifiutiebonifica.puglia.it

PRODUZIONE PROCAPITE KG 53,952 Percentuale di raccolta differenziata (senza frazione organica) 9,10% Percentuale di raccolta differenziata (con frazione organica) 11,50% l 24 agosto scorso, con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia, è entrata in vigore la legge regionale n.24 che disciplina e organizza lo svolgimento dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Sono sottoposti a questa legge i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti e i servizi di trasporto pubblico locale. A noi interessa parlare dei rifiuti urbani e della nuova organizzazione. I servizi sono organizzati ed erogati all’interno degli ATO (Ambiti Territoriali Ottimali) che sono individuati dall’art 31 comma 1, della legge regionale n. 14 del 6 luglio 2011, con estensione non inferiore a quella provinciale. Per ciascun ATO è individuato un organo di governo composto dai Sindaci o loro delegati, che votano rappresentando il numero degli abitanti risultante dall’ultimo censimento. Il ciclo integrato dei rifiuti è disciplinato da un piano che sarà approvato dalla giunta regionale entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge. La pianificazione regionale, al fine di consentire una differenziazione dei servizi finalizzata a massimizzarne l’efficienza, all’interno di ciascun ATO, può definire perimetri territoriali di ambito sub-

I

Tipologia rifiuto

Composizione media prevista da piano regionale (%)

% raccolta LUGLIO 2012

Quantità (kg)

Destinazione

smaltimento recupero recupero recupero recupero recupero recupero recupero recupero smaltimento

Frazione organica Potatura giardini Vetro Carta e cartone Alluminio Plastica Legno Metalli ferrosi Tessili Beni durevoli Inerti Altro Rifiuti urbani misti

25 1 6 20 0,5 10 2 2,5 3 5 2 3 20

2,40 3,29 3,86 1,29 0,22 0,44 88,50

27.160 37.100 43.620 14.540 2.520 4.980 999.520

TOTALE

100

100

1.129.440

provinciale per l’erogazione dei soli servizi di spazzamento, raccolta e trasporto, denominati Ambiti di Raccolta Ottimale (ARO). La legge precisa che fino all’approvazione del piano regionale dei rifiuti, la perimetrazione degli ARO è disposta dalla Giunta regionale con deliberazione, da adottarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, viste le proposte di perimetrazione dei Comuni da sottoporsi alla Regione non oltre trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge. Questa nuova legge impone di prendere l’iniziativa e proporre, in tempi strettissimi con i comuni del territorio, una perimetrazione dell’ambito di raccolta ottimale (ARO). Cerchiamo ora di capire chi entra nel ciclo dei rifiuti e con quali competenze. L’autorità regionale oltre alla funzione di regolamentazione esercita la verifica sull’utilizzazione ottimale dell’impiantistica pubblica per il trattamento dei rifiuti solidi urbani. Il servizio di commercializzazione degli imballaggi da raccolta differenziata e la gestione degli impianti di recupero, riciclaggio e smaltimento sono organizzati ed erogati prioritaria-

di ⻬ Girolamo Capurso

mente all’interno degli ATO. I corrispettivi provenienti dalla commercializzazione di rifiuti da imballaggio derivanti dalle raccolte differenziate sono erogati esclusivamente agli enti locali facenti parte dell’ARO, cui è fatto divieto di delegare tale funzione al gestore del servizio di raccolta e trasporto. I servizi di spazzamento, raccolta e trasporto sono organizzati ed erogati in regime di esclusiva all’interno delle aree di raccolta ottimali (ARO). Alla data di entrata in vigore della legge è fatto divieto ai comuni di indire nuove procedure di gara per l’affidamento di tali servizi, qualora gli stessi non siano conformi alla normativa nazionale e regionale. Quali potrebbero essere i cambiamenti per il nostro comune? Alla fine dell’anno scade il mandato alla Daneco, subentrata a Innovambiente Puglia, per il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto. Lo stesso non potrà essere attuato dalla medesima società che gestisce il servizio di smaltimento. I comuni di Bitonto, Ruvo, Molfetta, Corato e Terlizzi già dal giugno scorso, si sono raggruppati ed hanno costituito un ARO autonomo. Giovinazzo probabilmente sarà costretta ad associarsi a Bari e agli altri sei comuni rimanenti della vecchia ATO BA2 (Binetto, Bitetto, Bitritto, Modugno, Palo del Colle, Sannicandro) e potremmo rischiare, dovendosi attuare una gara all’interno dell’ambito per l’intero servizio di raccolta, spazzamento e trasporto dei rifiuti, di essere fagocitati dall’intraprendenza del capoluogo e della sua municipalizzata. I tempi previsti dalla nuova legge regionale probabilmente non saranno rispettati e il nostro Comune è chiamato a decisioni importanti non più rinviabili. Il nuovo piano per la raccolta differenziata domiciliare già elaborato dalla passata amministrazione rischia di rimanere chiuso in un cassetto per altro tempo ancora e i nuovi amministratori saranno chiamati anche a decisioni riguardanti la nuova tassa che sostituirà la Tarsu a partire dal 2013. Noi continueremo a informarvi sulle decisioni prese e a sottoporvi la consueta tabella per chiedervi solo… un minuto di attenzione.

Attualità

DETTAGLIO RIFIUTI RACCOLTI GIUGNO 2012

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L’inchiesta

Stanziati i fondi per preparare la bonifica delle ex ferriere, presto sarà assegnato l’appalto ⻬ di Gianluca Battista

Attualità

Foto Archivio “in Città”

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CHE NE SARA’ DEL GIGANTE?

na sagoma imponente, monumento ad un passato industriale che fu e che non tornerà mai più. Col suo carico di storie, di rapporti umani, di vita e anche di morte, quando lavorare in ferriera significava benessere, ma anche tanti rischi. Le ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi sono questo e molto di più per Giovinazzo, amanti che si sono dati tanto e che spesso si sono anche respinti con forza. L’inchiesta, che si conclude questo mese nelle pagine centrali del nostro periodico, vi ha dato un quadro esaustivo su quanto è accaduto in diversi decenni all’interno di quei capannoni, che hanno fatto della nostra cittadina, negli anni ’70, una della realtà italiane non capoluogo di provincia, col miglior prodotto interno lordo. Oggi si guarda avanti, alla bonifica di un’area interessata dagli scarti di una lavorazione che fu. Da quello che era il fondo di Bari 2015, la vecchia architettura costituzionale dell’attuale Città Metropolitana, erano fluiti 3.400.000 euro nelle casse comunali, affinché si cantierizzasse l’intera zona delle vecchie ferriere per poi procedere ad ulteriori verifiche sulla consistenza degli agenti inquinanti, finendo infine per bonificarla. La gara d’appalto ha visto la partecipazione di nove società e le buste con le offerte sono state aperte in due differenti scaglioni nelle scorse settimane. Quando andiamo in stampa, è giunto il comunicato ufficiale, con avviso pubblicato sul sito internet dell’Ente comunale, circa la convocazione della Commissione Giudicatrice per l’assegnazione dell’appalto. Gli esperti si riuniranno pres-

U

so l’aula consiliare nel pomeriggio del prossimo 31 ottobre. Al loro esame, l’offerta che contemplerà essenzialmente due parametri: da un lato un buon prezzo, dall’altro la primaria esigenza di esecuzione dei lavori dando le migliori garanzie per l’ambiente. La delicatezza dell’opera da approntare, quindi, deve rispondere in questo caso a quei requisiti e non si tratta, evidentemente, della consueta gara d’appalto al ribasso. L’area delle ex AFP è privata e comprendere quale possa essere il suo futuro prossimo resta un rebus. Sarà

importante tutelare anche quelle piccole e medie aziende, alcune delle quali ben avviate e affermate sul mercato, che ancora oggi popolano la zona, dando lavoro a non poche persone. Il gigante che per decenni ha accompagnato la vita dei giovinazzesi sembrerebbe, quindi, solo assopito, con un’attività imprenditoriale ancora presente. Sul suo destino prossimo si rincorrono voci senza che alcuna posizione ufficiale sia stata presa. Ma cosa realmente c’è in quella zona? Quali agenti inquinanti sono presenti e quali e quante sono

Intrecci di ferro e lamiere all'interno delle ex AFP.

I capannoni fatiscenti visti dall'esterno.

state le tappe, palesate o nascoste, di questa intricata vicenda tutta giovinazzese? A raccontarvelo con dovizia di particolari è Girolamo Capurso. A noi non resta che l’augurio di un lavoro ben fatto e che restituisca quell’area alla cittadinanza che, da tempo, s’interroga sul suo nuovo destino. La ferriera non muore, ma muta, gigante silenzioso a suo modo testimone della storia contemporanea di una comunità intera.


a del mese

QUEL CHE NON SI SA E QUEL CHE NON SI E’ DETTO E

zioni importanti. L’intera area è stata interessata da attività industriale fino al 1985 e ora ospita in alcuni suoi capannoni ristrutturati piccole aziende. Il resto è costituito da capannoni abbandonati e terreni su cui è cresciuta una vegetazione spontanea tra rifiuti e detriti di diverso tipo. Sull’argine sinistro della lama confinante con l’area dismessa si trovano tonnellate di rifiuti industriali costituiti presumibilmente da loppa di altoforno e scorie di acciaieria che raggiungono l’altezza di 13 metri circa tenuto conto della profondità del sito. Negli anni scorsi ci sono già state iniziative per tutelare il territorio e la salute dei cittadini. Nel 2001 si è provveduto all’allontanamento e smaltimento di 13 fusti contenenti sostanze catalogate come rifiuti pericolosi. Due anni più tardi, è stata la volta della rimozione di una tettoia in amianto posta all’angolo sud occidentale. Sempre nel 2003, dopo sopralluoghi effettuati da funzionari dell’ARPA, sono state rimosse apparecchiature contenenti PCB e vari detriti di amianto compatto e friabile. Nel 2004 finalmente è stato approntato un piano di caratterizzazione finalizzato alla predisposizione di un progetto preliminare di bonifica. In particolare, nel giugno 2005 si è provveduto al prelievo di 195 campioni su 34 siti interni e 31 esterni, e sono stati analizzati in laboratorio per accertare l’eventuale presenza di metalli (cromo, piombo, cobalto, vanadio, nichel, arsenico, mercurio) e sostanze pericolose per la salute (amianto, PCB) e per l’ambiente (idrocarburi leggeri e pesanti). Le indagini eseguite sui campioni non hanno rilevato presenza di amianto e sono risultati assenti gli idrocarburi sia leggeri che pesanti. I risultati dei campioni analizzati sono stati confrontati con due tabelle previste dalla legge: tabella B (valori limite accettabili nel suolo e nel sottosuolo per i siti con destinazione d’uso commerciale e industriale) e tabella A (valori limite accettabili per i siti con destina-

di ⻬ Girolamo Capurso

zione d’uso di verde pubblico, privato e residenziale). Per la tabella B, in un numero non trascurabile di campioni, le concentrazioni di nichel, vanadio e arsenico sono risultate molto vicine ai limiti accettabili e in un campione la concentrazione di cromo è risultata superiore. Per quanto riguarda i valori previsti dalla tabella A è stato riscontrato un generalizzato superamento dei valori limite accettabili. Già questo può farci capire che i costi di un’eventuale bonifica sarebbero differenti a seconda della destinazione d’uso che si deciderà di attuare. Non si potrà ragionare solo con le idee, ma si dovrà analizzare analiticamente anche l’uso futuro dell’area. Per questo motivo e perché lo richiede la legislazione specifica, si procederà ad indagini integrative per l’elaborazione del Modello Concettuale Definitivo. In pratica, si definirà nel dettaglio la bonifica da realizzare. In questa fase, che partirà prossimamente, oltre alle nuove indagini di approfondimento richieste anche da una variata legislazione, si procederà alla messa in sicurezza di emergenza e operativa, per evitare la diffusione dei contaminanti verso zone non inquinate e per tutelare la salute dei cittadini e dell’ambiente circostante. Oltre a questo sarà fatta una verifica statica e lavori di rinforzo del muro di confine che si estende per circa 230 metri a nordovest dell’area. La cosa che più sorprende è che l’analisi dei campioni ha rilevato valori di concentrazione degli inquinanti nei terreni circostanti superiori a quelli riscontrati nel sito industriale, che potrebbe significare una circolazione di sostanze nocive verso l’esterno. E’ per questo che l’area sotto osservazione si estenderà oltre la ferrovia per altri 26,46 ettari e verso lama castello per 1,4 ettari. Insomma un lavoro lungo iniziato già da qualche anno che vedrà il paese impegnato in decisioni importanti su una questione che spesso i nostri cittadini hanno nascosto sotto il tappeto dell’indifferenza.

Attualità

ntrando nella nostra città siamo presi da un senso di sgomento guardando la vasta area degradata che infonde tristezza per il suo colore grigio e scuro. Un gigante solo apparentemente addormentato, come vi abbiamo raccontato nella pagina precedente. Stiamo parlando dei vecchi capannoni delle ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi, che per molti anni hanno rappresentato la vita per l’intero paese. L’area si estende su 9,86 ettari e affianca Lama Castello a 300 metri circa dal mare. Questo sta a significare che il nostro ambiente ha già subito degrada-

Tra le pieghe di una matassa intricata

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UN MESE I

L’A.S.L. LASCIA L’I.V.E. Entro la fine del 2012 l’abbandono dello stabile: affitto troppo alto ⻬ di Armando Palmiotti Il complesso dall'alto

n tempi di crisi, si sa, si cerca sempre di risparmiare. Così, anche la Regione Puglia con il suo piano di rientro e di riqualificazione del Sistema Sanitario Regionale sta cercando di razionalizzare e contenere le spese, soprattutto dopo gli scandali e le inchieste che hanno interessato la nostra terra. Perciò, a causa di un affitto ritenuto troppo esoso, l’Azienda Sanitaria Locale di Bari, il cui bacino di utenza comprende i 41 comuni della provincia, abbandonerà la storica sede del settecentesco Istituto Vittorio Emanuele II di Giovinazzo, entro la fine del 2012. L’edificio, che fu convento dei padri Domenicani fino al 1809 e poi divenne il Regio Ospizio Ferdinando I, dopo la chiusura negli anni ’90, è tornato a nuova vita proprio grazie all'A.S.L., ma ora sarà riaffidato alla Provincia di Bari. Questo, tuttavia, non è un trattamento riservato solo allo stabile di Piazza Vittorio Emanuele II, infatti, come si legge dalla lettera interna inviata dal direttore generale Angelo Domenico Colasanto al dirigente Sebastiano Carbonara, a capo dell'area Gestione Tecnica «è necessario fare una attenta ricognizione di tutti gli immobili aziendali disponibili, al fine di consentire uguali chiusure per tutti gli altri locali attualmente tenuti in locazione». Quindi, mentre l’A.S.L., con i suoi dipendenti, si sposterà a Bari, con il suo carico di costi, già ci si interroga sul destino dello storico immobile giovinazzese. Il sindaco Tommaso Depalma, secondo quanto riferitoci da egli stesso, non scarta a priori l’ipotesi di un’apertura ad investimenti da parte di privati.

I

LUNGOMARE DI PONENTE, ARRIVA LA V.I.A. Si avvicina l’inizio dei lavori? ⻬ di Gianluca Battista

embra ormai certo che la Valutazione d’Impatto Ambientale sul risanamento del tratto costiero di Ponente sia stata redatta dai tecnici della Regione Puglia. Quando andiamo in stampa, manca solo l’ufficialità. SL’arrivo di questo documento nelle stanze di Palazzo di Città significherebbe un grosso passo in avanti per sbloccare l’iter burocratico che vede al centro un tratto di costa giovinazzese, lungo circa 400 metri, transennato da tempo ed oggetto di ferventi polemiche, prima e dopo la tornata elettorale di maggio. Il sindaco Tommaso Depalma, in una dichiarazione rilasciata ai media regionali, ha ribadito il suo punto di vista: «Ci saranIl lungomare ingabbiato no altre conferenze di servizio – ha detto – ma questa volta saranno sotto la stretta competenza degli uffici comunali. Dipenderà pertanto da noi – ha chiosato – procedere dapprima alla realizzazione di un progetto esecutivo, per poi giungere all’apertura dei cantieri». L’appalto, va ricordato, è stato assegnato alla ditta Codra Mediterranea di Pignola (PZ), grazie a 2 milioni di euro giunti nelle casse comunali dal Ministero per l’Ambiente nell’ormai lontano 2008. Possibile, forse, l’inizio dei lavori per la primavera del prossimo anno.

IN MANETTE LA “BANDA DI ENZITETO”

Attualità

L’accusa della Questura di Matera è di associazione per delinquere finalizzata ai furti ⻬ di Antonella Sollecito

sei i membri della banda di Enziteto (oggi quartiere San Pio, ndr) dedita ai furti nelle ville, arrestati dalla polizia di Matera, dopo lunghe indagini condotte in collaborazione con la Questura di Bari. Tra ottobre S2011ono e aprile 2012, i malviventi hanno messo a segno numerosi furti tra Matera e sedici centri della Puglia, tra i quali Giovinazzo. Di età compresa tra i venticinque e trentanove anni, un incensurato e cinque con precedenti penali, i membri della banda hanno svaligiato abitazioni e ville isolate: dopo dettagliati sopralluoghi, studio del territorio e delle abitudini delle vittime, la banda è riuscita a compiere anche sette furti in un giorno. Muniti di auto simili a quelle della polizia, i malLa polizia materana in azione viventi agivano indisturbati, aggirando antifurti e sorveglianza grazie a dettagliati piani d’azione.Durante le perquisizioni degli agenti di Polizia, è stata rinvenuta una parte del bottino dei colpi messi a segno, una pistola calibro 6.35, quattro ricetrasmittenti, gli utensili utilizzati durante i furti e animali di specie protetta acquistati illegalmente, tra cui dieci tartarughe e tre pappagalli monaci.

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L'oro di casa nostra


IN PILLOLE

ARRESTATO LADRO DI BICICLETTE

STOP ALLE AUTO IN PIAZZA

Decisiva la collaborazione di un cittadino

⻬ di Fedele Capurso

⻬ di Dario Verolino

l 4 ottobre scorso un 46enne giovinazzese, già noto alle forze dell’ordine, è stato sorpreso, grazie alla repentina segnalazione inoltrata da un testimone oculare, mentre si dileguava a bordo di una bicicletta appena rubata da un condominio poco distante. Il fatto è avvenuto in Piazza Risorgimento, a pochi passi dalla stazione ferroviaria. Immediato l’arresto operato dai militari, i quali h a n n o proseguito all’identificazione Colto con le mani nel sacco del malvivente direttamente in caserma, convalidando il fermo e restituendo il mezzo appena sottratto al legittimo proprietario. L’arrestato è stato condotto presso il carcere di Bari a seguito di un provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica del capoluogo. Non è il primo caso, nelle ultime settimane, sventato dai militari, soprattutto grazie alla collaborazione dei cittadini. L’auspicio è che questa rete d’informazioni fra residenti e carabinieri possa proseguire, migliorandosi, in maniera tale che siano i cittadini i primi custodi del territorio, coadiuvando l’azione delle forze dell’ordine.

I

Al via l’isola pedonale invernale nei giorni festivi uello dell’isola pedonale invernale è certamente un tema caro ai giovinazzesi, che in più occasioni ne hanno discusso la fatQ tibilità, desiderosi di riappropriarsi di angoli di città troppo spesso tenuti sotto scacco dalle automobili. Così, dopo la positiva esperienza estiva, a partire dal 7 ottobre, nella fascia oraria 17.00 22.00, il tratto di piazza Vittorio Emanuele II compreso tra il civico n. 65 e il n. 32, sarà chiuso al traffico nei giorni festivi. La causa dell’ordinanza è attribuita alle numerose manifestazioni folkloristiche, culturali e religiose che troveranno la loro location in piazza nei prossimi mesi, e sicuramente farà contenti i tanti cittadini e turisti desiderosi di vivere in maniera più libera, più intensa, più slow il centro per eccellenza di Giovinazzo, il suo “salotto” buono, che potrà in questo modo essere fruibile dai pedoni non solo d’estate. Traffico interdetto eccezion fatta, naturalmente, per i veicoli di emergenza, delle forze dell’ordine e per quelli al servizio di persone con limitate o impedite capacità motorie. Inoltre, per vigilare sul’effettivo rispetto delle prescrizioni è stato predisposto un raddoppio dei controlli. Una piazza finalmente a misura d'uomo

UNA… ”RIDOTTA” OTTIMA ANNATA?

Attualità

Cala la produzione dell’olio a Giovinazzo, ma non a scapito della qualità ⻬ di Gabriella Serrone

ma buone. E’ proprio il caso di dirlo, riferendoci alle olive che quest’anno saranno raccolte dai nostri olivicoltori e dalle quali si ricaverà, come ogni anno, l’”oro verde” della nostra terra, prodotto di alta qualità per cui la Puglia è conosciuta in Ptuttooche, il mondo: l’olio extra vergine d’oliva. In effetti, le previsioni dell’Associazione Produttori Olivicoli (Assoproli) di Bari, per la campagna olivicola giovinazzese 2012-2013, preannunciano una riduzione di circa il 25% rispetto allo scorso anno. Calo, tuttavia, che non comprometterà la qualità del nostro olio, eccellente in questa annata. Giovinazzo non sarà la sola a produrre meno. La scarsa produzione olivicolo-olearia accomunerà, infatti, molti centri della provincia di Bari e di Barletta, Andria e Trani, con percentuali che varieranno da comune a comune, aggirandosi in media tra il 30% e il 40%. Le ragioni di un tale calo sarebbero da attribuire alla siccità del periodo estivo, che, nonostante tutto, non ha impedito la maturazione delle olive, dalla comparsa dei piccoli fiori bianco verdi, le mignole, alla formazione del frutto vero e proprio. A salvarne l’eccellenza sarebbe stata qualche pioggia settembrina e l’assenza della mosca olearia e di altri parassiti, scoraggiati dalle torride temperature dell’estate appena passata. La qualità dell’olio che ne risulterà poi, come precisato da Francesco Guglielmi, presidente di Assoproli Bari, sarà merito della sapiente opera degli olivicoltori e dei frantoiani. La cura e la maestria che caratterizzano le fasi di raccolta e conservazione delle olive, così come le metodologie di estrazione, fanno dell’ olio made in Puglia uno dei fiori all’occhiello dell’ economia locale e nazionale. Qualche dubbio sulla reale qualità del prodotto made in Giovinazzo, però, è stato lanciato negli ultimi giorni da alcuni piccoli produttori locali, non del tutto soddisfatti. La parola passa ora alle tavole dei consumatori.

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La donazione di organi fra scienza, etica e fede nell'appuntamento organizzato dal gruppo intitolato a Luigi Depalma

“... Anche tu puoi dare la vita” ce lo ricorda il gruppo comunal

n messaggio diretto, di significato pari all'impatto suscitato: “... Anche tu puoi dare la vita” è soprattutto un monito alla consapevolezza, oltre che il titolo del convegno organizzato dall'Associazione Italiana Donatori di Organi – Gruppo Comunale “Luigi Depalma” di Giovinazzo. In sala san Felice, nel pomeriggio di lunedì 22 ottobre, si è discusso di donazione di organi fra scienza, etica e fede, assieme ad operatori del sociale e della medicina. Dopo i saluti di Vito Fumai, presidente di un gruppo che in vent'anni di attività ha raccolto l'adesione di circa 500 iscritti, la referente provinciale Gianna Pascali ha elogiato il lavoro dei volontari di Giovinazzo, fiore all’occhiello del Barese: «Le originali iniziative promosse sul territorio, nelle scuole, nelle parrocchie e in tutta la comunità – ha preci-

Attualità

U

sato – fanno sì che la cultura della donazione sia già diffusa fra i ragazzi, che sono il nostro futuro». Fra gli appuntamenti promossi, l’ultimo concorso svolto tra tutti gli studenti, dalle scuole primarie alle ultime classi delle secondarie, ispirato all'immagine del chicco di grano che cade nel terreno fertile e fa nascere una nuova spiga. La sensibilizzazione delle

personalità in formazione va tuttavia sempre tenuta viva, come rimarcato dal prof. Onofrio Caputo Jambreghi, medico chiurugo dell'equipe trapiantologica del Policlinico di Bari, che ha lamentato la scarsa presenza di giovani in sala, spronandoli idealmente ad un corretto stile di vita. Spazio poi all'organizzazione di un sistema che per ogni espianto e trapianto, coinvolge circa 150 operatori per 30 ore consecutive, e all'analisi successiva del nefrologo Giuseppe Tarantino: fra quasi novemila pazienti in lista d'attesa, solo uno su cinque risulterà beneficiario di una donazione. E pensare che di ogni gesto simile, numeri alla mano, ne usufruirebbero in settanta (anche con riferimento a tessuti e cellule): da contraltare fa tuttavia la per-

centuale di opposizioni alla donazione, attestatesi nel secondo semestre 2011 al 25,8%. Utilissima sarebbe, in questo senso, una corretta informazione a riguardo, come quella offerta da Nicola Cortese, medico rianimatore, sulla differenza tra coma e morte encefalica, con la spiegazione dettagliata di tutti i passaggi previsti dalla legislazione prima che venga dichiarata la morte di un paziente. Un'apprezzata testimonianza di vita professionale è stata poi quella presentata Filomena D’Elia, dirigente del reparto di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale di Molfetta: accanto alla descrizione delle operazioni prodromiche all’inserimento dei pazienti nella lista di attesa e dei criteri di accertamento per la permanenza nella stessa, ampio risalto è stato

Via Torino, 12 Giovinazzo

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L'importanza del dono: ”: l'esempio dei familiari di Nicola e dell'Aido A dato a casi di pazienti trapiantati, anche due volte, che hanno ripreso appieno la propria vita quotidiana. Non è mancato anche il confronto con un uomo di fede: «Quando si vive un trapianto, si vive e si rivive il mistero Pasquale» è stato la frase di esordio di Don Beppe de Ruvo, che ha citato Giovanni Paolo II. Un convegno dunque a più voci, come pure rimarcato dall'intervento finale dell'assessore comunale alla Solidarietà Sociale e Sanità, Michele Sollecito, che ha ribadito i complimenti all'opera meritoria del gruppo comunale “Luigi Depalma”.

Donare e ricevere sono due gesti molto frequenti nella vita quotidiana e forse, proprio per questo, non si riflette mai abbastanza sulla loro importanza e su quanto possano essere d’aiuto. Donare è un gesto semplice, spontaneo che rende felice chi lo fa ma anche chi lo riceve. C’è chi dona con il cuore, con generosità e disinteresse preoccupandosi solo del bene dell’altro e c’è chi dona per esibizione e per proprio tornaconto, per mettersi la coscienza a posto. Ma non è questo il vero significato del dono! Il dono è un gesto straordinario, capace di creare legami tra le persone. Chi riceve un dono, infatti, è portato a ricambiare con altrettanta generosità, innescando il circuito del donare, ricevere e ricambiare, tre azioni fortemente legate tra loro che si ripetono in modo libero e continuo e stabiliscono rapporti interpersonali di fiducia e di aiuto reciproci. L’ultimo esempio, nella nostra comunità è stato quello della famiglia di Nicola Sterlacci, che ha acconsentito all’espianto

degli organi del proprio caro, deceduto lo scorso 17 aprile. Dare la vita a qualcuno che sta per perderla, donando i Nicola Sterlacci propri organi, è il dono più grande che un uomo possa fare al proprio simile. Oggi trasferire gli organi da un corpo che muore ad uno che può continuare a vivere non è più un miracolo ma una straordinaria opportunità che la scienza offre all’uomo che muore: quella di accendere una speranza in un’altra famiglia, di alleviare il dolore di altre persone, di placare mille altre sofferenze. Il gesto della famiglia di Nicola è stato ancora più grande, in quanto maturato senza esitazioni, nè pregiudizi ma con la convinzione di compiere un gesto di “normale umanità”, di comprensibile solidarietà. Un forte abbraccio, ai familiari del caro Nicola, da parte dei tanti che continueranno a vivere o sopravvivere grazie al loro gesto. Giuseppe Dagostino

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Ricucire la memoria con un passato che ha scritto la storia di Giovinazzo

⻬ di Giuseppe Dagostino ⻬ e di Gerardo Nardò

Acciaierie e Ferriere Pu

Le voci, le storie, gli aneddoti dei “protagonisti” della storia chiamata: “FERRIERA”

Don Tonino Bello

oncludiamo la lunga storia chiamata “Ferriera” con la testimonianza più viva, più sentita del legame culturale che il Vescovo della diocesi don Tonino Bello ebbe in questa vicenda. A don Tonino non sono mancate occasioni per immergersi nella realtà della sua comunità, accanto agli ultimi, per mettere a loro disposizione la generosità del suo cuore.

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Speciale

Durante la primavera dell’83, a pochi mesi dal suo insediamento, si schierò con gli operai delle Acciaierie Ferriere Pugliesi che ormai non ricevevano più lo stipendio da diversi mesi; qualcuno iniziò perfino lo sciopero della fame. Don Tonino si presenta loro con il solito maglione nero, il lungo cappotto con la classica croce al collo, partecipando ad una assemblea in corso, tra lo stupore e lo scetticismo degli operai quasi tutti, a quei tempi, militanti del Partito Comunista Italiano. Nelle settimane successive partecipò ai cortei per le strade di Giovinazzo assieme all’onorevole Tommaso Sicolo, già operaio delle AFP ed eletto Deputato nel 1976, per due legislature nel P.C.I. Si inte-

Don Tonino Bello a fianco dei lavoratori.

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ressò ai problemi che attanagliavano lo stabilimento, recandosi personalmente a Roma a colloquio con l’allora ministro dell’industria Filippo Pandolfi, a cui presentò un documento del consiglio di fabbrica che avanzava precise e fondate richieste. La sua solidarietà si rafforza quando si autodenuncia come coimputato con gli operai che avevano bloccato la stazione ferroviaria in una manifestazione ed accusati di “interruzione di pubblico servizio”. Il giudice Nicola Magrone ne accerta la sua estraneità, considerando che l’atto provocatorio di don Tonino mirava solo a far rilasciare gli operai arrestati. In quel periodo con un messaggio a tutta la diocesi e mirato a tutti i lavoratori delle AFP, a nome della Chiesa, sosteneva la sua vicinanza: «La Chiesa ha un compito e una competenza che nessuno ci può contestare, quello di schierarsi con gli ultimi. E in questo momento gli ultimi siete voi». Per questo, don Tonino prelevò undici milioni di lire dal fondo diocesano per la costruzione delle nuove chiese e consegnò quel denaro agli operai in lotta, dimostrando che anche nella gestione patrimoniale della chiesa, al primo posto vi erano sempre le persone, ovvero gli ultimi. Tale concetto

lo ribadì, successivamente, nelle sue lettere scritte settimanalmente sul bollettino diocesano, in occasione delle sue catechesi quaresimali indicando ai fedeli come “segno dei tempi”, lo sciopero della fame degli operai AFP. «La gente, oggi, non digiuna per santificare un periodo di penitenza come nella Quaresima, ma bensì per difendere un posto di lavoro, un aumento salariare, insomma un diritto negato». A tal proposito ai fedeli esortava ad astenersi dal superfluo, dall’ingordigia, dallo spreco, piuttosto affermava: «Sperimentate la condivisione con i fratelli in difficoltà; più che sedervi a mensa, al vostro desco aggiungete un posto per chi è in difficoltà». Che strano! Una profezia che riviviamo più che mai in questi momenti bui; un presagio o un passo del Vangelo? Non passò inosservato un suo gesto nell’essere “semplice” quando in una delle sue improvvise visite agli operai che occupavano la stabilimento, dopo un’assemblea in fabbrica con i lavoratori, all’ora di pranzo, chiese ad un operaio di pranzare a casa sua. Imbarazzato, ma felice, l’operaio, forse non proprio un assiduo frequentatore di chiese, condivise assieme alla sua famiglia il modesto pasto (non pro-

Corteo per le strade di Giovinazzo per una manifestazione di sciopero.

grammato) con il Vescovo. Uno dei tanti segni tangibili del Vangelo che don Tonino portava tra la gente con semplicità e umiltà in atti quotidiani. Il condividere con gli operai licenziati la loro sofferenza, la sua vicinanza alle famiglie, la protesta accanto a loro, erano segni di un uomo destinato a rimanere nella storia e non solo delle A.F.P.


ugliesi: un’ identità perduta? accanto ai lavoratori delle A.F.P. Don Tonino Bello Vescovo della diocesi dal 1982 al 1993.

Don Tonino con le sue parole esortava alla speranza: «Verranno, ne siamo certi, tempi migliori per voi e per i vostri cari e gli spettri della disoccupazione e della catastrofe economica per questa città rimarranno, ce lo auguriamo, solo un brutto ricordo». Questa profezia non si avverò, noi alziamo lo sguardo, sperando che don Tonino da lassù ci degni di uno sguardo - siamo sicuri che ci

Speciale

tiene nel cuore - e ci dia una mano a risollevare questo disastrato paese. I suoi esempi, a distanza di trent’anni, testimoniano come pure in tempi moderni, quando gli ambienti, i costumi sono gravemente corrotti, quando i valori dell’anima sembrano completamente dimenticati, esiste ancora chi ad essi crede, di essi è convinto. Ed è questa convinzione che ci fa guardare lontano; magari ancorandoci a quelle figure come quella di don Tonino, un personaggio capace di gesta eccezionali volte ad aiutare, difendere, salvare gli altri; uno di quegli eroi che sembrano appartenere solo al passato, ma che del presente sono ancora i veri protagonisti.

Non potevamo chiudere in modo migliore questa lunga avventura sulla storia delle A. F.P. con l’eco delle parole di don Tonino. Un cammino intrapreso due anni fa e frutto di testimonianze di dirigenti, maestranze, operai e collaboratori che hanno vissuto in prima persona questa lunga e travagliata storia. Noi non abbiamo fatto altro che mettere insieme quello che ci veniva raccontato, magari a volte ripetendoci, ma non volevamo stravolgere il senso dell’intervista quando si parlava di argomenti già trattati. Un caro ricordo per il compianto Raffaele Piscitelli che ci ha lasciato poco dopo l’intervista, un sentito ringraziamento per la loro disponibilità al dott. Giovanni Scianatico (figlio del dott. Donato), Sig.ra Mariangela Maldarelli-Pansini, Antonio Destasi, Domenico Fiorentino, Luigi Volpicella, Giovanni Palmiotto, Giuseppe Turturro, Domenico Marolla, Francesco Labianca, Vincenzo Depalo, Antonio Dangelico, Vincenzo Carlucci e ci scusiamo se abbiamo omesso qualcuno.

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UN GIOVINAZZESE IN ERASMUS… I taccuini di “in Città” hanno raggiunto alcuni ragazzi giovinazzesi che quest’autunno sono partiti per un periodo di studio all’estero legalmente riconosciuto dalla propria università: il progetto Erasmus (acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students). Abbiamo posto loro quattro semplici domande per capire come quest’esperienza possa essere vissuta e raccontata da un nostro concittadino.

⻬ di Antonella Sollecito

1) Perché partire in Erasmus? 2) Destinazione e durata del tuo scambio. 3) Cosa ti manca e cosa proprio no, di Giovinazzo? 4) Che "souvenir" porterai a casa dall'estero, ovvero cosa porteresti a Giovinazzo, per migliorarla?

Nicola Stufano 1) Per formazione personale. Vivere per un certo periodo all'estero fa curriculum, migliora le proprie capacità di adattamento e socializzazione, permette di assimilare come si deve l'inglese e di imparare altre lingue. In pratica, ti trasforma. 2) Sono a Leuven (Belgio) dal 18 settembre, per sei mesi. 3) La cucina della mamma, l'odore del mare mi mancano. Non mi manca l'incapacità di pensare al "bene comune". 4) Di "materiale" mi porterei il pavé belga, il sindaco e gli altri giovinazzesi ciclofili capiranno perché! Per quanto riguarda i costumi, porterei il modello di vita notturna: a Leuven nella piazza centrale ci sono sedici bar, ognuno di questi bar è, in realtà. anche una discoteca. ma i rumori difficilmente arrivano all'esterno. Si può realizzare qualcosa del genere anche a Giovinazzo per l'inverno: passando per zone più isolate e cercando non di contenere i volumi, ma di impedire che i suoni arrivino fuori, con una buona insonorizzazione, ad esempio.

Angelo Eplite

Scuola

1) L'Erasmus è, forse, una tra le poche attività culturali che la nostra università offre. Già da tempo desideravo vivere questa esperienza e ho aspettato tempi più maturi per partire. Sono partito in Erasmus per crescere da un punto di vista sia umano che professionale: umano per imparare a cavarmela da solo, professionale per effettuare molta più pratica rispetto a quella che svolgo in Italia ( sono uno studente della facoltà di Medicina e Chirurgia). 2) La mia destinazione è Valencia (Spagna) e la durata dell'interscambio è di 10 mesi. 3) Ovviamente, mi manca la mia famiglia, i miei amici, le mie piccole abitudini e il tramonto! Cosa non mi manca? E' impossibile rinnegare le proprie origini, però, di certo, un ragazzo che è sempre vissuto a Giovinazzo ha bisogno di conoscere altro, di imparare, di vedere cosa c'è al di là del proprio piccolo paese; l'Erasmus, in fondo, è motivo di crescita anche culturale! 4) Porterei ,oltre la pista ciclabile che qui è pazzesca, anche l'entusiasmo dilagante che c'è qui; la voglia di vivere quello che si fa con gioia e consapevolezza. Porterei la motivazione che ti spinge ad andare avanti: lo studio o il lavoro non sono abnegazione, ma motivo di crescita.

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(Segue nel prossimo numero…)



La Fratres di Giovinazzo ha reso omaggio ai suoi associati più generosi nella chiesa Sant’Agostino donatori benemeriti. Una marea di donatori associati. 29 anni di storia alle spalle. Uno dei centri di raccolta più “produttivi” della Puglia che nel 2011 ha registrato 2.408 donazioni di sangue. I numeri non sono tutto, ma raccontano molto: la sezione Fratres di Giovinazzo ha dato appuntamento a donatori, volontari e cittadini il 21 ottobre scorso per l’annuale Festa del Donatore. Nella chiesa Sant’Agostino ci sono stati gli interventi del presidente Pasquale Arbore e del sindaco Tommaso Depalma e l’attesa premiazione dei donatori con 30 e 50 donazioni: 34 quelli che quest’anno hanno ricevuto il riconoscimento per aver contribuito, con la donazione e la propria attività di volontariato, al supporto della Fratres. Tra i premiati con 30 donazioni Anna Maria Cantatore, Giovanni Caputo, Gaetano Dagostino, Giovanni De Liso, Lazzaro Eplite, Antonio Labombarda, Giuseppe Lasorsa, Luigia Mastandrea, Nicola Amoia, Margherita Bonvino, Michele De Palma, Michele Di Giaro, Giovanni Battista Gadaleta, Rosaria Mastandrea, Caterina Rinaldi, Anna Sblendorio, Gianfranco Stufano, Luigi Mastroviti, Pierluigi Cassano e Michele De Tullio. 50 donazioni, invece, per Francesco Alborè, Alfonso Arbore, Giuseppe Fabio Camporeale, Vincenzo Colamaria, Maria Giallonardo, Cesare Ignomiriello, Michele Maldari, Anna Marolla, Felice Mastrofilippo, Carmela Minervino, Domenico Palmiotto, Mario Notarangelo, Nicoletta Palmiotto e Angelo Rocco. La giornata si è conclusa presso il ristorante Nettuno di Molfetta.

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⻬ di Nicola Miccione

Sociale

⻬ Fotografie di Nicola Miccione e di Nico Mongelli

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GRANDE FE


Sociale

ESTA PER 34 DONATORI BENEMERITI

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Contratti dotali – Strumenti dotali Capitoli matrimoniali – Carte capitolo ⻬ di Beatrice Andriano Cestari

ontinua il nostro viaggio che ci vede analizzare quel particolare settore di documenti legato alla dote che i genitori doC navano alle figlie che andavano spose. Come detto lo scorso mese, si tratta di una antica usanza introdotta nella nostra cultura popolare dai Longobardi dal 600 e rimasta fino all’approvazione del codice napoleonico. Questo mese vi propongo la trascrizione di due documenti ritrovati nella mia ricerca, datati entrambi giugno 1947. Da notare la meticolosità dei particolari oltre alla caratteristica del contenuto che rispecchia una cultura popolare in via di estinzione se non completamente sconosciuta in una fascia di età. Buona lettura. DOCUMENTO n. 1

11-06-1947

DOCUMENTO n. 2

13-06-1947

ota del corredo che Nicola Illuzzi dà a sua figlia Giulia: l Signor Moretti Vincenzo consegna alla figlia Moretti LiN 1 cassettone – 2 materassi e 4 cuscini di lana; 20 lenI nai seguenti pezzi: 1. cinque anni di casa franca; 2. un zuola, 5 di percalle – 3 a 1 piega ricamati 1 di lino misto ricomò e un comodino; 3. un materasso di lana; 4. una co-

Tradizioni

camato celeste 7 di cotone ritorto 5 di filato e cotone 2 di tela; 4 coperte, 1 di seta rosa ricamata – 1 di lino ricamato – 1 di lana – 1 imbottita; 12 forniture, 4 di seta, 1 bianca e 3 di colore – 2 di opalin (?) di colore – 6 di percalle 3 a 4 capi – 2 camicie sfuse – 7 metri di percalle per 3 camicie; 1 sottana di berlantino (brillantino) 1 di seta nera – 2 sottane e mutande di seta a maglia – 4 maglie di lana e 2 di cotone – 2 mutande felpate; 5 metà fazzoletti – 3 dozzine mezzo di fazzoletti 6 ricamati – 3 fazzoletti grandi di seta – 3 paia di federe 1 di percalle – 1 tela bianca – 1 di cotone ritorto e 2 di lino; 13 asciugamani 5 di lino ricamati 4 di Fiandra – 4 di cotone ritorto; 5 tovaglie – 1 di lino ricamata da 12 – 1 di cotone ritorto da 6 – 2 tovaglie colorate – 1 tovaglia da thè di organdis; 1 vestito di seta bianco da sposa con acconciatura – 1 vestito di seta vinaccio, 1 vestito e soprabito di seta fiorata – 1 soprabito di lana verdino - 1 cappotto di pelliccia e 1 di lana – gonna e taillher di lana avano – 1 vestito di lana operata ruggine – 1 vestito di lana celeste – 2 vestiti d’inverno – 3 vestiti d’estate – 1 giacca di lana – 1 vestito da camera di seta azzurro – 12 paia di calze – 3 paia di scarpe 1 bianco 1 nero e 1 marrò. (L’originale di questo documento è stato pubblicato nel n° 10 ottobre 2012 di “in Città”)

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perta imbottita; 5. una coperta bianca; 6. una coperta di seta rosa; 7. uno sciallone di lana a quadrone; 8. uno scialle di lana bianca; 9. dodici lenzuola di cui tre ricamati con rispettive federe; 10. diciasette sottane; 11. dieci camicie da notte d’inverno e stagione; 12. sedici federe; 13. quattordici paia di mutande; 14. quattro reggiseno; 15. dodici asciugamani; 16. tre servizi da tavola uno da dodici, e due da sei; 17. trentasei fazzoletti; 18. sei fazzoletti per la spesa; 19. nove metà fazzoletti; 20. una fornitura da letto ricamata a cantone con copri rollo (dovrebbe trattarsi del pizzo Cantù); 21. un copri rollo a rintaglio; 22. quattro maglie, due d’inverno e due d’estate; 23. dodici paia di calze; 24. un abito da sposa bianco; 25. una congiatesta (una acconciatura); 25 un secondo abito blu in lamè; 26. un abito buono di faglia su fondo nero e fantasia verde; 27. un abito di seta nera; 28. un abito bordò di lana; 29. un taillher nero di lana; 30. una camicetta bianco; 31. un taillher di lana marò a fascie; 32. un tajerino rosa fiorato; 33. un abito verde rigato; 34. un abito nero a quadrone; 35. un palettò nero; 36. un palettò colorato; 37. un soprabito di lana blu; 38. un abito da camera rosa; 39. quattro vestaglie d’estate; 40. cinque vestaglie d’inverno; 41. due grembiulini; 42. tre paia di scarpe; 43. un velo nero per la messa; 44. una sciarpettina verde di voile; 45. una borsetta bianca con i guanti; 46. dieci pannolini; 47. un giaccone verde di lana. Moretti Lina

Calaluce Giuseppe D’Agostino Vito M. Cervone Tommaso 1. [Testimoni]


“Colori Verdi”, con Paola Lella la festa del misantropo “C

Lettura delle poesie "La festa del misantropo" di Paola Lella

Piazzolla a San Domenico, la magia del tango a Giovinazzo Nella chiesa San Domenico “Omaggio ad Astor Piazzolla” a 20 anni dalla sua scomparsa ⻬ di Roberta Deruvo

l fascino del tango argentino rivela da sempre la sua bellezza, esaltando la figura della donna e la sua sensualità. I successi più importanti di Astor Piazzolla, geniale Imusicista e compositore argentino del ventesimo secolo, sono stati elegantemente omaggiati dal duo violino e pianoforte formato da Teresa Dangelico e Annalisa Mannarini, con la partecipazione straordinaria di Angelo Pignatelli (bandoneon e fisarmonica) nel corso del concerto-tributo dedicato al noto autore di “Libertango”, ma anche di “Ave Maria”, “Oblivion” e “Meditango”, ospitato presso la Chiesa di San Domenico. Fondamentale l’apporto del bandoneon, strumento principe delle orchestre di tango argentino sapientemente interpretato dal maestro Pignatelli, 39enne di Ceglie Messapica. Unico ed inconfondibile il risultato della performance piazzolliana: un linguaggio musicale arricchito da commistioni di tango e jazz, sintesi tra innovazione e tradizione, che ha gremito la chiesa in maniera inaspettata. Inserito nella rassegna “Giovinazzo in rosa”, questo spettacolo musicale, che ha trasmesso l’emozione e l’energia caratteristiche del “Nuevo Tango”, ha cercato di rivalorizzare, sotto una diversa ottica, la bellezza dei monumenti storici e religiosi della nostra città. Ma anche inquadrare sotto un diverso punto di vista il "Oblivion" di A. Piazzolla. Da sinistra: Annalisa ruolo della donna, tanto Mannarini (pianoforte), Angelo Pignatelli (bandoneon e fisarmonica) e Teresa Dangelico (violino). centrale quanto bistrattato nella società moderna.

santropo”. Ispirato al movimento artistico dell'Art Nouveau, il lavoro della 41enne Paola Lella riprende il culto della “femme fatale” e interpreta con particolare originalità ed estro la pittura degli inizi del Novecento con figure umane e paesaggi che tra colori caldi e profondi ricordano, in curve linee, la delicatezza femminile. Il concetto del tempo viene puntualmente ribaltato dagli orologi che si perdono nella tridimensionalità dei colori e segnano le ore 12 a partire dall'alba come inizio del nuovo giorno. Paola Lella elimina strutture di nobili origini ricavando così l'essenziale nella pittura e nella poesia, in cui recita la felicità nel “piccolo mondo” dove l'individuo-misantropo si rifugia lasciando alle spalle le brutture della società. In questo mondo dai Colori Verdi, si trova speranza e pace, la spensieratezza di chi vuole gridare e ballare come in una festa e la solitudine di chi odia e si allontana dalla freddezza e dall'indifferenza di un sistema corrotto. Ad accompagnare l'artista nella lettura dei versi, le composizioni elettroniche del musicista Vito Lopraino. Una grande festa per questa mostra, un forte e vivacissimo grido di gioia e di colori.

di ⻬ Roberta Deruvo

Arte e Cultura

olori Verdi” ha intrecciato nel suo programma pittura, musica e poesia. La mostra patrocinata dal Comune e promossa dall'assessorato alla Cultura ed al Turismo per la rassegna “Giovinazzo in Rosa” si è svolta presso la sala San Felice, nel cuore del borgo antico. Qui l'eclettica artista giovinazzese Paola Lella ha deliziato e accolto il pubblico con 16 tele d'ispirazione klimtiana e con la raccolta di poesie “La festa del Mi-

Alchimia di pittura, musica e poesia nella rassegna “Giovinazzo in Rosa”

ERRATA CORRIGE

L’articolo “Una Porta sul Mediterraneo” pubblicato sul numero scorso di “in Città” è stato scritto da Marzia Morva.

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SALVIAMO I NOSTRI AMICI ANIMALI uando si parla di animali in pericolo ci vengono i mente sempre e solo gli orsi polari, i panda giganti, i rinoceronti e i leopardi delle nevi, ma purtroppo gli animali a rischio sono sempre di piu quelli più vicini a noi. I nostri piccoli giornalisti si sono documentati su questo fenomeno. Buona lettura

Q ⻬ di Alessandra Loconsole

L’uomo, causa della estinzione di specie animali e vegetali n ogni momento, nel mondo, si estingue una specie vegetale, provocando l’estinzione di una specie animale. Ogni animale ha il proprio habitat, a cui è legato da un leggero equilibrio, che a causa dell’uomo è ormai turbato. La caccia, l’inquinamento e il disboscamento hanno reso molte specie animali, rare. Della tigre arancione a strisce nere, proveniente dall’Asia meridionale, vengono usate le ossa per preparare una tradizionale medicina cinese e per molti secoli la tigre è stata cacciata sistematicamente. Ormai sono scomparse tre sottospecie di tigre: quella del Caspio, di Giava e di Bali. La lince pardina e quella comune, sono ormai rarissime in Europa; anche il leopardo e il ghepardo sono da tempo specie protette. Le balene vengono sfruttate dai denti al grasso, quindi sono anche loro in via d’estinzione e sarebbe giusto proteggerle. Poche migliaia di oranghi sopravvivono oggi in Indonesia e Malesia; sono in pericolo anche i gorilla di montagna e delle foreste africane. Dal 1973 una convenzione internazionale regola il commercio di piante e animali in via di estinzione: tra le specie salvaguardate ci sono non solo animali ma anche piante, come le orchidee. Molte sono le associazioni che si occupano della salvaguardia dell’ambiente e dei diritti degli animali. Tra queste ricordiamo WWF e GREENPEACE. Vogliamo ricordare ai nostri lettori che il primo Agosto 2012 è nata ufficialmente l’associazione “Animalisti Italiani onlus” sezione di Giovinazzo che si occupa di tematiche troppo spesso ignorate, come la tutela degli animali, e che speriamo si occupi, attraverso un progetto di educazione dedicato ai cosidetti amici-padroni degli stessi, del problema deiezioni che costringono l’intera cittadinanza a passeggiate con slalom o strattonamenAnimali to dei più piccoli per evitare l’infelice calpeNostri amici stio delle stesse. Francesco Saverio Masellis Ingabbiati

I piccoli giornalisti in carriera

I

Acrostico

Maltrattati e usati Anche per Lavori Indegni Attenzione Bisogna con Bontà Adottarli così Ne Difenderemo Ogni Natura e con Amore Trasmetteremo Impegno Gianluca Molinini

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“Chi abbandona un cane lo condanna” stato lo slogan di una campagna televisiva e radiofonica del Governo contro il fenomeno dell’abbandono degli animali. Nonostante ci sia una legge che lo considera un reato (L. 189/2004) ed una dichiarazione universale dei diritti dell’animale (proclamata il 15 ottobre 1978 nella sede dell’Unesco), sono ancora tanti gli animali lasciati sulla strada (nel 2011 circa 500/700 mila esemplari); in Puglia, per esempio, secondo gli ultimi dati trasmessi dal Ministero della Sanità, sono 7.631 i cani entrati nei canili sanitari. Secondo me anche in tempo di crisi bisognerebbe prevedere dei fondi statali per sostenere e debellare un tale fenomeno. Prendersi cura di un animale, condividere gioie e dolori con questi piccoli amici, oltre che essere un antidoto alla solitudine è un’esperienza che aiuta a crescere. Ed è bene ricordare che se abbandoni un animale fai del male a te stesso e non solo a lui. Marco Caputo

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Lo STUDIO K2 presenta la COLLETTIVA:

questo mese fa gli auguri a...

“DONNA È… ARTE” a Collettiva ”Donna è… Arte” che lo Studio K2 (impegnato dal 10 ottobre nello svolgimento del Corso di Pittura N.d.r.) propone a partire dal 9 Novembre, vedrà impegnate tre artiste che illustreranno con tecniche, stili e linguaggi pittorici differenti la bellezza dell’Arte e la loro passione verso la stessa. L’iniziativa è racchiusa nel Cartellone “Giovinazzo in Rosa”, Programma di manifestazioni patrocinate dall’Amministrazione Comunale e dall’Assessorato alla Cultura. Le tre pittrici che seguono l’attività culturale nonché artistica dello Studio K2 si mettono a confronto con questa Collettiva che pone attenzione all’Universo Donna. Katherine Wright, americana di Seattle trasferita da otto anni in Italia, è innamorata di Giovinazzo tanto diverso dalla sua città d’origine perché pulsa di un vivere a dimensione più umana. Per lei dipingere è un rifugio in cui ritrovare se stessa. Le persone, gli scorci, gli ambienti del paese che dipinge con la tecnica dell’acquerello mostrano tutta la sua sensibilità di donna. Anche Katia Gentile, americana nata a New York Brooklyn è qui dall’età di dieci anni. I suoi quadri sono surreali - lei dice rivolgendo le sue ispirazioni artistiche un po’ a Magritte un pò a Chagall. In questa forma L’ingresso dello Studio K2 sito in via Cattedrale 14 a Giovinazzo d’arte lo spazio ed il tempo diventano una realtà unitaria. C’è l’acqua, il mare in tutti i suoi quadri a rappresentare l’inconscio, l’elemento femminile per eccellenza. Spesso vi è la presenza di donne trasformate in pesci in mondi omogenei e fuori dalla razionalità. Lella Spadavecchia, pittrice giovinazzese, dipinge spesso volti con piglio elegante e anticonvenzionale. Lei afferma che, nella complessità della vita quotidiana che la donna si impegna ad affrontare, è importante imparare a guadagnare il tempo per dipingere e, proprio per ritagliarsi uno spazio ricco di libertà espressiva e creatività, ha scelto la pittura. La Collettiva potrà essere visitata dal 9 al 18 Novembre dalle ore 19.00 alle ore 21.00

L Tanti auguri al piccolo SIMONE per il suo 1° compleanno da parte di mamma, papà, nonni e zii. Sei la nostra gioia!

Circondata da familiari e amici il 5 ottobre la dolce SARA MARINO ha festeggiato il suo 10° compleanno. Con i migliori auguri per una vita serena e ricca di soddisfazioni. Il 4 Ottobre

CLARISSA GIORGIO

ha festeggiato il suo 1° compleanno, circondata dall'affetto di papà Alessio, mamma Alessandra, dal fratellino Ryan, nonni, zii e piccoli amici. AUGURI!

Marzia Morva

edalo D di Anna Lasorsa

Varie

Il 18 ottobre LUIGI VERZILLO ha conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza con 110 e Lode. CONGRATULAZIONI al neo Dottore dai genitori, parenti ed amici tutti.

Nuova gestione in Via Bitonto a Giovinazzo

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LA RISATA FA BENE ALL’ANIMA La sapienza del sorriso, cioè il rapporto tra conoscenza e leggerezza, profondità e ironia, gioco e saggezza, sacralità e sorriso. In una cultura sguaiata e superficiale come la nostra, sopravvive l’equivoco che la persona seria, la persona per bene non indulge alla risata. Se fai ridere allora non sei degno di stima. Ridere è di tutti, saper ridere è di pochi, è solo di coloro che vivono le situazioni della vita con un grande ottimismo. Saper ridere è la saggezza della vita. Se l’arrabbiarsi servisse a risolvere i propri problemi, io sarei il primo a farlo. Purtroppo non è così. E allora perché non accettare e accettarsi così come si è, e vedere il lato buono di noi e delle persone con cui dividiamo questa stupenda avventure della vita. Don Bosco ad una suora che si lamentava per i problemi della sua esistenza, diede questo consiglio: “sorridi per tutto quello che ti capita” e le diede non un libro di preghiere, ma di barzellette. Una risata in più non guasta, anzi allunga la vita. Ricordati che la giornata più perduta è quella in cui non abbiamo riso. La vita è un continuo e forte desideriobisogno di gaiezza. Ridere anche per le piccole cose quotidiane, anche delle più sciocche. Di buon mattino, quando ti svegli all’alba per andare al lavoro, e ancora quasi tutti dormono, invece di imprecare e andare sul posto di lavoro con il muso lungo, preferisci ridere. Così arrivi sul tuo piccolo campo di

li uomini parlano un solo linguaggio solo quando ridono, che siano inglesi, polacchi, italiani, cinesi la vera lingua universale è la risata. Ci accompagna fin da bambini, ognuno di noi ha la sua e ci aiuta, spesso non ce ne rendiamo conto di quanto ci aiuti, ad andare avanti nella vita di ogni giorno. Una risata può sdrammatizzare anche il momento più imbarazzante. Una risata può farci innamorare più di mille parole, imprimendosi insieme ad un volto, nei nostri pensieri. Una risata può essere anche accompagnata da lacrime, ed essere indimenticabile. Quando amiamo davvero qualcuno, siamo felici di vederlo ridere. Un mondo che sta attraversando un periodo di crisi sempre più profondo, in cui oltre alle certezza economiche sembrano diventare più labili anche i punti di riferimento culturali e di valori, che cosa ci può aiutare a pensare al futuro con maggior fiducia e speranza?

G ⻬ di Don Nicola Gaudio

Dott. FELICE CARRIERI

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GIUSEPPE POLACCO 30-11-2002

In memoria di...

Riflessioni

Una vita passata ad aiutare il prossimo. Una vita trascorsa servendo l’ideale più alto che possa toccare ad un uomo: curare le ferite fisiche e psicologiche delle persone. Si è spento il 28 agosto il dott. Felice Carrieri, ultimo di una generazione di medici di vecchio stampo. In 45 anni di attività, ha inteso la sua professione non come un lavoro di routine ma come una vera e propria missione. Mai frettoloso e superficiale ma sempre umile e disponibile in qualsiasi momento o evenienza, stabiliva un rapporto speciale con i suoi pazienti, dei quali non era solo il medico curante ma anche amico e confidente. Era naturale consuetudine per lui fermarsi al capezzale di ognuno, coniugando competenza professionale con benevolo ascolto prima di prescrivere le dovute cure. In quei momenti, conscio delle sofferenze del paziente, non mancava di elargire un sorriso pregno di fiducia e speranza. Il suo ricordo resterà luminoso nei cuori dei suoi cari e di quanti ne apprezzarono le doti come medico solerte e coscienzioso ma anche nei cuori di tutti i suoi concittadini che lo stimarono per la sua generosità ed onestà.

25-11-2012

Sono trascorsi 10 anni dalla tua scomparsa, ma il tuo sorriso è incancellabile nei nostri cuori. Domenica 25 novembre, alle ore 8,30, presso la chiesa di san Giovanni Battista, sarà celebrata una santa Messa in suo suffragio dal rettore don Nicola Gaudio. La moglie, le figlie, i generi e i nipoti.

battaglia quotidiano canticchiando una canzone, mentre tutti gli altri arrivano insonnoliti. Allora qualcuno ti chiederà come fai a sorridere e ad avere questa inesauribile allegria. I colleghi ti guarderanno stupiti e tu passando vicino li contagi con la tua risata. Tutti si volteranno a guardarti cercando il tuo volto sorridente, come per afferrare almeno una scheggia di questa solarità che si espande al tuo passaggio. Questa è una delle più belle sensazioni di amabilità ed accettazione. Illuminando gli altri illumini te stesso. Che gran cosa una risata! Se vuoi davvero migliorare la tua vita impara a ridere. Ridere fa bene tanto all’anima quanto al corpo. Ridere ogni giorno toglie il medico di torno e ci permette di vivere al meglio ogni attimo della nostra vita, scansando stress e depressione, migliorando l’attività cardiaca e polmonare, vitalizzando tutto il nostro corpo. Allora ricordiamoci tutti di ridere di più e magari vivere con più leggerezza, forse non risolveremo così tutti i nostri problemi ma riusciremo, di sicuro, a sopportarli meglio.

COSÌ CANTAVA DON TONINO LA GIOIA DELLA VITA Appassionatevi alla vita perché è dolcissima, mordete la vita. Non chiudetevi in voi stessi, ma sprizzate gioia da tutti i pori. Bruciate la vita perché quando sarete grandi potrete scaldarvi ai carboni della vostra giovinezza. Incendiate la vita, non immalinconitevi. Le gioie genuinamente umane, che fanno battere il cuore dell’uomo, non sono snobbate da Dio. La gioia umana è parente stretto con le sovrumani gioie dello spirito. L’umanissima gioia che ti rapisce di fronte al sorriso di un bambino, al lampeggiamento degli occhi di una donna, agli stupori di un’anima pulita, alla letizia di un abbraccio sincero, al piacere di un applauso meritato, la fragilità tenerissima di cui si riveste la bellezza, al si che finalmente ti dice la persona dei tuoi sogni, vi dà la forza di vivere per scoprire la santità delle cose. Coltivate la bellezza del vostro volto, la bellezza del vostro sguardo, la bellezza del vostro sorriso.


La “strana” crisi italiana: analisi e prospettive nella Duegiorni giuridica e peculiarità tutte italiane dell'odierna crisi economica: se ne è discusso, con l'apporto di autorevoli economisti e giuristi. All'hotel St. Martin, nel centro storico, nel corso della 29esima edizione della Duegiorni giuridica, organizzata dal Cirgas in collaborazione con Magistratura Indipendente ed Ordine degli Avvocati di Bari. Un altro tema di grande attualità, quello scelto dal comitato di ricerca coordinato dal magistrato Angelo De Palma (al microfono nella foto di Nicola Mongelli, assieme a tre dei suoi ospiti), apertosi per l'occasione anche a contributi diversi da quelli di stretto diritto: dopo la sessione inaugurale svoltasi nella sede tranese della Libera Università Mediterranea “Jean Monnet”, i lavori si sono spostati a Giovinazzo, per gli

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interventi programmati fra venerdì 19 e sabato 20 ottobre. Spazio dunque, nelle relazioni dei docenti Lucio Laureti e Libera Pagliaro, all'analisi della crisi italiana e delle sue anomalie, posto che il nostro paese è uno di quelli con il minore indebitamento privato. L'iniziale fiducia dei mercati avrebbe dovuto indurre all'adozione di riforme

strutturali di ripianamento del debito pubblico: un'occasione persa, insomma, soprattutto ora che l'aumento dello spread e l'acuirsi degli altri effetti della crisi obbligano ad una maggiore respon-

sabilizzazione dei centri di spesa e ad un drastico contenimento della spesa pubblica, come rimarcato da Giovanni D'Innella, Nicola Grasso e dal procuratore della Corte dei Conti di Bari, Franco Lorusso. I possibili rimedi? Non certo l'iperimposizione tributaria dei cittadini, secondo quanto affermato da Loredana Liso, quanto una più tenace lotta all'evasione ed all'elusione fiscale, come ha sottolineato Ennio Sepe, presidente della Commissione Tributaria Regionale di Bari. Chiusura dedicata ad una tavola rotonda sulle concrete prospettive del Sud Italia, con la partecipazione di esponenti dell'imprenditoria regionale.

di ⻬ Italo Cinquepalmi

ARCICONFRATERNITA MARIA SS. DEL CARMINE in collaborazione con il mensile “in Città” presenta

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El ojo de los demás (‘L’occhio degli altri’) pot-pourri teatrale tratto dagli scritti di Mons. Bello Narrazione-documento a due voci sull’insegnamento di don Tonino Ideata e diretta da Mimmo Amato con Mimmo Amato e Tania Adesso Rivestimento musicale Antonella Amato

Domenica 11 novembre ore 19,45 Sala del Carmine - Via Cattedrale

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Superato la prima fase. Il concentramento di semifinale farà da antipasto all'inizio del campionato di A1

Hockey su pista, Afp con il vento in Coppa

⻬ di Filippo Luigi Fasano

ei gol fatti e due subiti. E' nei numeri delle prime due gare ufficiali l'aspirazione tattica della nuova Afp: ricerca sistematica della superiorità numerica in difesa, gioco servito con poche bollicine e tanta sostanza. La società del presidente Bacco ha ospitato e vinto il concentramento dei quarti di finale di Coppa Italia: i biancoverdi hanno superato i vicentini del Sandrigo, compagine di A2, per 2-0 (reti di Gimenez e Dagostino) e regolato i pari categoria del Sarzana per 4-2 (il solito Gimenez, Fenandez per due volte, Depalma al primo squillo da giocatore-allenatore), in un gironcino ridotto a tre partecipanti per il sopraggiunto forfait del Molfetta. Della squadra che Depalma ha in mente si è già visto qualche sprazzo, soprattutto in un diverso presidio delle zone della pista: le consegne erano mirate a lasciare pochi spazi di tiro agli avversari, anche se all'atto pratico i leziosismi in attacco hanno scoperto spesso la difesa, puntualmente salvata da un Grimalt già in forma-campionato. Per il resto tanta applicazione e qualche lietissima riscoperta, come il recupero tattico di Dagostino, generoso come sempre ma finalmente vo-

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tato alla coralità di manovra, al fraseggio col compagno più vicino. Peccato per l'infortunio muscolare occorso a Spadavecchia, che alla ripresa (potrebbe tornare disponibile già dal secondo incontro di A1) si rivelerà una pedina di utilissimo raccordo fra difesa ed attacco. Il tempo degli esperimenti, intanto, sta per finire. Già nel weekend delle semifinali di coppa, in programma a Valdagno prima del via al campionato (che comincia a Follonica sabato 3 novembre), il gioco si farà davvero duro, contro le stelle di casa Gil, Silva

e Nicolia, il Bassano di Deoro e Montigel, il sempre ostico Forte dei Marmi: ne passerà soltanto una, qualificandosi così alla finale contro la vincente del quadrangolare di Viareggio, che vede in lizza, fra le altre, anche il Lodi di Marzella. In attesa di valutare la crescita progressiva dei biancoverdi (quest'anno con una maglia modello Ajax) e la mano del suo giovane tecnico Depalma, non se ne può che apprezzare la prima mossa decisa. Una scelta più da psicologo che da allenatore, finalizzata a ricavare il meglio dal suo giocatore più rappresentativo: la fascia di capitano, come evincerete pure dalla foto di Nicola Marinelli, è finita sul braccio di Dario Gimenez, all'alba del suo quinto anno a Giovinazzo. Un pieno di fiducia nel momento giusto, quello che vede il numero 6 avviato verso la maturità tecnica e comportamentale. Sino ad oggi l'argentino è apparso tendenzialmente refrattario a schemi che ne ingabbiassero troppo l'estro e le giocate di classe: già col suo mentore Marzella si son rincorsi abbracci e scintille, e con Caricano non è che le cose siano migliorate, anzi. Ora, però, è arrivato il tempo delle responsaibilità. Anche verso i propri compagni: è da queste intuizioni che un grande giocatore può far diventare grande una squadra. Chissà che quest'anno non succeda a Gimenez e all'Afp, ora che è arrivata la benedizione del suo compagno-allenatore.

COPPA CERS, SI COMINCIA IN SVIZZERA SABATO 10 ⻬ di Anna Rita Fasano

on è un avversario da togliere il sonno a Dagostino e compagni, questo N Wimmis da affrontare a novembre per il turno preliminare di Coppa Cers. L'anno scorso l'incrocio era già capitato al Forte dei Marmi e gli svizzeri (sconfitti tre volte su quattro, nelle prime quattro gare stagionali) ne erano usciti scornati, sia all'andata che al ritorno, con un complessivo 13-4. L'andata è in programma nel canton Berna, sabato 10 novembre, e ad un eventuale (improbabile) passo falso si potrà comodamente rimediare nell'incontro di ritorno, fissato a Giovinazzo due settimane dopo, sabato 24. In caso di qualificazione, i biancoverdi affronterebbero la vincente del confronto fra i francesi del Merignac (già affrontati ed eliminati nel 2010) ed i tedeschi del Remscheid .


Nessuna squadra iscritta ai campionati regionali. E de Ceglia lascia la Volley è Vita

SOS PALLAVOLO N

bellissimo movimento di base già esistente». Difficoltà, queste, che si ripercuotono anche e soprattutto sulla prima squadra, che non prenderà parte a nessun campionato regionale senior. La stessa Volley è Vita ripartirà dalla Prima Divisione Giovani, torneo riservato ai ragazzi nati tra il 1995 ed il 2000, dopo aver conquistato sul campo, in tandem con la Libertas S. Spirito, la promozione in B2. Il risultato del campo, tuttavia, è stato vanificato dalla mancata iscrizione alla

quarta categoria nazionale, per motivi economici. Un altro salto in alto azzerato dopo quello compiuto in serie D dalla vecchia Libertas, due stagioni fa. «Mi ha fatto malissimo assistere a questo triste epilogo – confida de Ceglia – Eppure la squadra dell’anno scorso era formata da ragazzi giovinazzesi, tutti prodotti dal nostro vivaio. Quest’estate abbiamo incontrato diversi imprenditori locali, ma tutte le promesse che ci sono state fatte, sono andate disattese. Così ci siamo ritrovati il 12 luglio a

di ⻬ Gaetano Nacci

Dal 1° novembre riprende l'attività sportiva al De Pergola ⻬ di Maddalena Causo

Atletica, torna ad ardere la Fiamma

sport è diventato sempre più Fde are difficile, ma la Fiamma non demore vuole continuare il viaggio intra-

preso circa trenta anni fa. Dopo la collaborazione con tre società diverse, mirata esclusivamente a non disperdere la propria attività, la società dell'instancabile presidente Michele Losito prova a ripartire dagli appassionati promotori sportivi e dai coraggiosi operatori di volontariato, alla ricerca di nuovi orizzonti organizzativi. L'appuntamento è fissato per giovedì 1° novembre al campo sportivo De Pergola, sede di un centro di avviamento di atletica leggera, per tutti i ragazzi e ragazze tra i 10 e i 17 anni. Per maggiori informazioni ed iscrizioni si può telefonare al 3470103447, oppure ci si può rivolgere alla sede sociale di vico Borea 6, dalle ore 17 alle 21, o direttamente al campo sportivo, dalle ore 17 alle 18. Il futuro non appare facile, eppure l'impegno di chi ci crede sarà ripagato, come in passato, con il sorriso di tanti giovani atleti che esprimono i propri potenziali ad alti livelli sportivi.

Sport

el giro di due anni, la realtà della pallavolo maschile si è fortemente ridimensionata, dopo qualche deciso segnale di ripresa. Dapprima con l’uscita di scena di Lucio Palmiotto e della Libertas Volley, che hanno fatto assaggiare a Giovinazzo persino la serie A, alla fine degli anni Settanta (in tempi più recenti, da ricordare invece la promozione in B1 della stagione 1996/1997), poi con il recentissimo disimpegno di Mimmo de Ceglia, che ha deciso di lasciare la presidenza della Volley è Vita a Gianni Borla, pur rimanendo nel sodalizio da lui fondato come collaboratore. Una scelta, questa, che, oltre a segnare il disimpegno di una delle sue figure carismatiche, lancia l’allarme di una vera e propria crisi dell’intero movimento cittadino, che ha radici già nel settore giovanile, per via del costante calo di nuovi iscritti. E proprio de Ceglia ha analizzato, così, quanto adesso sia cambiato il modo di fare pallavolo a Giovinazzo: «Si sono affacciate nuove realtà – precisa – e questo non ha fatto altro che favorire una divisione dei bambini tra i vari vivai e, al tempo stesso, migliorare ulteriormente il

non poter far fronte alle tasse d’iscrizione (oltre 7000 Euro, ndg). La serie B2 è un campionato troppo costoso e, con i tempi che corrono, nessuno si è mostrato disponibile a garantirci un sostegno economico». Insomma, Giovinazzo non può permettersi di fare pallavolo a certi livelli. Forse pure per la crescita esponenziale di Molfetta, stabilitasi in A2, che ne ha progressivamente fagocitato tradizione ed ambizioni. In paese, intanto, si registra una forte disaffezione per la disciplina, direttamente proporzionale all'entusiasmo con cui era stato accolo il progetto del'ultimo anno. Ora bisognerà ripartire dalle nuove leve, per rifondare un vivaio da far lievitare anno dopo anno. Una scelta, peraltro, già abbracciata dalla pallavolo femminile. Con quali risultati? Ne scriveremo sul prossimo numero.

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Prime vittorie stagionali per la società del presidente Desario ⻬ di Anna Rita Fasano

Iris, in Puglia non ce n'è per nessuno

rime gare e prime vittorie per l'Asd Iris, che ha sbaragliato la concorrenza in due gare regionali. Nel campionato di serie B, gara fra società riservate da ginnaste da 11 anni in su, primo posto per la squadra composta da Alexandra Nappini (corpo libero), Erika Lavacca (fune), Gaia Desario (cerchio),

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Doriana Maggio (palla e nastro), Stefania Carlucci (clavette): ogni ginnasta ha potuto svolgere 1-2 esercizi previsti dal programma, nella propria specialità di riferimento. Superato in scioltezza il primo scoglio, la prossima tappa è la gara interregionale, in programma a Rosignano, in Toscana, il 24 e il 25 novembre.

Podi quasi tutti griffati Iris, invece, nella prima prova del torneo Allieve. Nella gara di prima fascia (riservata alle classi 2002, 2003 e 2004) primo posto per Elisa Clemente, di Palo del Colle, e terzo per Anna Labianca, entrambe di 9 anni. Si è distinta anche Rosanna Leone, giovinazzese nata nel 2002, la migliore con la palla. Nella competizione di seconda fascia (classi 2000 e 2001) vince Sara del Sole, 11enne di Palo del Cole, davanti alla biscegliese Claudia Ferrante, pure nata nel 2001. La seconda prova, prevista al palazzetto di via De Ceglie domenica 9 dicembre, assegnerà il titolo di campione re-

gionale. «Questo inizio di stagione incoraggia i progressi delle nostre atlete – rivela Marisa Stufano, direttrice tecnica della società del presidente Desario – Molti dei prospetti segnalatisi nelle prime gare sono davvero futuribili e ci sono tutti i presupposti affinchè si segnalino anche a livello interregionale e nazionale, cominciando magari a mettersi sulla scia di chi in passato ha fatto tanto bene da meritarsi una chiamata in azzurro. Oltre a Giovinazzo, culla storica del sodalizio, continuano a rispondere bene anche i centri limitrofi, a dimostrazione della bontà del lavoro dell'Iris».

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Domenica 28 Ottobre Domenica 28 Ottobre Sabato 3 Novembre Sabato 3 Novembre Domenica 4 Novembre Domenica 4 Novembre Domenica 11 Novembre Martedì 13 Novembre Martedì 13 Novembre Sabato 17 Novembre Domenica 18 Novembre Domenica 18 Novembre Sabato 24 Novembre Sabato 24 Novembre Sabato 24 Novembre Domenica 25 Novembre

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IMPIANTO

Palazzetto via De Ceglie Palazzetto via De Ceglie Palasport viale Moro Palazzetto via De Ceglie Campo San Pio – San Pio, Bari Palazzetto via De Ceglie Palazzetto via De Ceglie Palasport viale Moro Palazzetto via De Ceglie Palasport viale Moro Campo San Pio – San Pio, Bari Palazzetto via De Ceglie Palasport viale Moro Palazzetto via De Ceglie Palasport viale Moro Palazzetto via De Ceglie

ORA 16,00 18,30 16,00 16,00 14,30 16,00 18,30 20,45 21,00 20,45 14,30 16,00 16,00 16,00 21,00 18,30

DISCIPLINA

Calcio a cinque femminile, serie A, girone C, 4^ giornata Pallacanestro, Promozione, girone A, 1^ giornata Calcio a cinque, serie B, girone D, 5^ giornata Calcio a cinque, serie C2, girone B, 7^ giornata Calcio, Prima Categoria, girone B, 7^ giornata Calcio a cinque femminile, serie A, girone C, 5^ giornata Pallacanestro, Promozione, girone A, 3^ giornata Hockey su pista, serie A1, 2^ giornata Calcio a cinque, serie C2, girone B, 9^ giornata Hockey su pista, serie A1, 3^ giornata Calcio, Prima Categoria, girone B, 9^ giornata Calcio a cinque femminile, serie A, girone C, 7^ giornata Calcio a cinque, serie B, girone D, 7^ giornata Calcio a cinque, serie C2, girone B, 11^ giornata Hockey su pista, coppa Cers, turno preliminare Pallacanestro, Promozione, girone A, 5^ giornata

EVENTO

Nuova Atletica-Pro Reggina Fidens-Conversano C5-Puglia Sapori Conversano Futsal-Velo Club Adelfia Giovinazzo-Real Gioia Nuova Atletica-Cus Potenza Fidens-Mola New Basket Afp-Thiene Futsal-Team Dream Palo Afp-Bassano Giovinazzo-Sibillano Bari Nuova Atletica-Sporting Locri C5-Futsal Bisceglie Futsal-Sporting Club Bari Afp-Wimmis Fidens-Virtus Bitonto


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