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aPeriodico promosso dall’Arciconfraternita Maria SS. del Carmine - Giovinazzo - Registrato presso il Tribunale di Bari al n. 1307 in data 20/1/1997 - Spedizione in A.P. 70% Filiale di Bari

Anno XV N. 7 luglio 2011 Euro 1,50

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“incivilia”

Speciale inchiesta: “Il Centro Storico”


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Chiuso in tipografia il 29 giugno 2011

Questo periodico è associato

Sempre più in controtendenza!

ie care lettrici e lettori, mi scuserete se vi chiedo sempre più partecipazione all’approccio col nostro mensile, a partire da un maggior impegno nell’interpretare la lettura della copertina, spesso anteprima di malcostume e inciviltà registrate tra le vie del nostro paese. Questo mese l’inchiesta sul centro storico denota, più che mai, un insieme di corresponsabilità quale causa dello stato di degrado riportato dai cronisti. Ma la città, nel suo insieme, non vive momenti più felici: le strade sudice, incrostate di un lordume al quale la nostra vista si è quasi abituata, rappresentano non solo il segno di un cattivo funzionamento della macchina amministrativa, ma anche di una comune insensibilità all’osservanza delle norme basilari sulla raccolta differenziata dei rifiuti domestici. E che dire del lungomare? Il desiderato profumo di salsedine, che ci si aspetta di assaporare durante una passeggiata a prima mattina, viene sovrastato dall’acre lezzo di residuali bevande, frutto marcio di incontrollate notti bagorde alimentate da improvvisati venditori di tutto, proliferanti da ponente a levante, e autorizzati dalla spregiudicata volontà di ignari amministratori inconsapevoli dei danni irreparabili che si producono al territorio. Sindaco, nella sua ultima estate a capo di questa città: riunisca la sua squadra e in sella alle bici in dotazione alla municipalità, promuova una straordinaria “seduta di giunta” tra le vie della città e così, forse, il contatto diretto con le problematiche di Giovinazzo potrebbe farvi vedere la realtà delle cose! Buone vacanze a tutti.

di ⻬ Filippo D’Attolico

Editoriale

PERIODICO PROMOSSO dall’Arciconfraternita Maria SS. del Carmine


Un basilare principio di democrazia che non piace ai governanti

«QUOD OMNES TANGIT

Ciò che tocca tutti va da o intenzionalmente riportato in latino la formula che gli storici di diritto abbreviano con la sigla «Q.o.T» dalle prime parole della stessa per significare che trattasi di un antico asserto giuridico, introdotto dall’imperatore Giustiniano (482-565 d.C.) nella famosa raccolta di leggi giustinianee che regolavano i rapporti delle istituzioni imperiali e gli uomini di cittadinanza romana riguardo agli affari comuni della “civitas”.

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⻬ di Giuseppe Maldarella

L’Opinione

Ed è stato proprio attorno a questo assioma che hanno preso a costituirsi i primi regni nazionali, al dissolversi del sacro romano impero, a partire nel 1295 da Edoardo I d’Inghilterra (1272- 1307) che lo usò come criterio di governo per il suo popolo. Si tratta di una regola pregna di significati sin dall’epoca in cui fu formulata, tant’è che, pur enunciata in linea generalistica, ha trovato sin dall’inizio la più ampia applicazione nel campo fiscale, e non solo ad esso. Nel 1302 Filippo IV il Bello, re di Francia dal 1285 al 1314, ispirandosi a tale proposizione di diritto, convocò quella che poi sarà vista dagli storici come la riunione costitutiva degli Stati Generali del Regno per trattare e deliberare su molte questioni, oggetto del contrasto politico che lo opponeva al Papa Bonifacio VIII (1294-1303). Gli esiti referendari del-

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l’ultima tornata elettorale del 12 e 13 giugno scorso ne sono l’esplicitazione più autentica di tale proposizione giuridica che vuole la partecipazione di tutti alla comprensione e applicazione di provvedimenti di gestione, imposti dagli apparati di governo, quando investono in modo incisivo la sfera dei diritti in capo a tutti i cittadini. Lo strumento referendario, infatti, previsto ormai da tutte le legislazioni costituzionali degli stati a democrazia avanzata, è quello a maggiore rispondenza per dare efficace operatività a un dettato di garanzia che vuole che, per le questioni comuni a tutti, abbia ad esprimersi l’intero corpo sociale a difesa diretta di diritti civili e, oggi, soprattutto per la prevenzione delle condizioni esistenziali e relazionali messi a rischio da dubbie regolamentazioni di sviluppo socio-economico. In questo senso i Giovi-

nazzesi si sono distinti imponendosi con uno dei più alti livelli di adesione alla consultazione appena conclusa, essendosi registrato un indice attorno al 59% di partecipazione, a fronte del più basso apporto dei votanti pugliesi (52%), rispetto a quello raggiunto nelle altre Regioni; segno che hanno avvertito il valore della azione referendaria concorrendo con il proprio avviso a scelte di interesse generale. E questo non è da poco

se si pensa che la medesima asserzione secondo cui “ciò che tocca tutti, come singoli, da tutti deve essere approvato” è normata finanche dalla Chiesa d’occidente che l’ha recepita come una delle “Regulae iuris”, ad opera proprio dal papa Bonifacio VIII, nel Libro VI delle Decretali ed è, tuttora, presente, nel vigente Codice di Diritto Canonico al 3°cp. del can. 119 nel Cap. II del Libro I, in materia di associazionismo e più specificatamente di comportamento delle persone giuridiche. Sul piano canonistico, dunque, il principio in questione è finalizzato al rispetto dovuto alla persona in generale e alla sua libertà, là dove in un contesto associativo si corre il rischio di arrecare pregiudizio a beni e a diritti personali (diritto di voto, di anzianità, a percepire rendite di pertinenza ecclesiastica, ecc.). Ma la stessa proposizione giuridica è presa anche come indispensabile indicazione per


T AB OMNIBUS APPROBATUR»

a tutti approvato

munionale delle strutture anche locali e periferiche della Chiesa cattolica. E, giusta su questa avvertita problematicità in atto, la Chiesa si trova a confrontarsi intensamente, stando anche alle interessanti argomentazioni emerse dal dibattimento in seno al Convegno ecclesiale delle Chiese di Puglia, appena conclusosi con l’approvazione di una serie di proposizioni che indicano gli obiettivi, per lo più di tipo formativo della componente laica, cui devono orientarsi tutte le Diocesi regionali. L’articolato documento della Conferenza Episcopale pugliese, pur valorizzando la dignità e la varietà dei carismi dei laici cattolici, riconosciuti a pieno titolo corresponsabili dell’andamento ecclesiale delle comunità, non pare, però, tendere a definire un qualche loro ruolo nella dinamica dei rapporti della Chiesa con la cultura dominante moderna, fortemen-

visione che siamo entrati in un epoca di post-democrazia, ma ci basta osservare i modi comportamentali dell’esecutivo comunale, avvitato su se stesso e distante da quelle che sono le istanze dei cittadini in termini di sicurezza pubblica, di decoro della città, di rispetto delle regole di relazione pubblica e di repressione e prevenzione di abusi di varia natura e nei vari ambiti di attività. In questa fase temporale così delicata di regolazione e di impostazione dei conti pubblici comunali, le cui partite attive si presentano appena sufficienti a coprire i costi ordinari di funzionamento dell’apparato amministrativo, sono in corso provvedimenti di aumento dei prezzi dei servizi resi, a domanda dei cittadini, da parte di gestori privati monopolistici. Il tutto è tenuto riservato senza dare annunci o comunicazione di sorta ai cittadini che prossimamente si vedranno onerati da crescenti imposizioni sotto forma di tributi e tasse varie, oltre agli aggravi fiscali già disposti dagli altri Enti territoriali. Non sarebbe corretto e doveroso che l’ Amministrazione, magari solo per informazione, renda edotta la cittadinanza di quello che sarà il rincaro delle contribuzioni economiche soggettive e familiari che si sarà chiamati a pagare per dare sostanza alle casse comunali? C’è da rassegnarsi a convenire che quel postulato giuridico forse è solo una espressione medioevale non adatta per i nostri sistemi che si dicono democratici?

L’Opinione

il conseguimento dell’anelito pastorale, tanto auspicato dal fecondo fervore del Concilio Vaticano II, a vivere la “sinodalità”, cioè la pratica di solidarietà esperenziale nell’ambito del popolo di Dio, tra i credenti laici investiti del sacerdozio comune e la gerarchia ecclesiastica, espressione del ministero ordinato, in un clima di vera ecclesiologia comunionale. Per la verità questa è una tematica in pieno dibattimento postconciliare, da tempo aperto sul senso reale della corresponsabilità dei cristiani laici che deve essere l’anima vivificante delle comunità ecclesiali. Ne consegue che anche sul piano pastorale l’antico assioma, lontano dal prospettare una logica di maggioranza, tende a promuovere una regola di procedimento che permetta l’effettiva partecipazione della componente laica alla operatività concreta e alla vita co-

te secolarizzata, per il caratterizzarsi in forme ideologiche e in moltiforme prassi di vita distanti dalla dottrina della Chiesa. Non è tuttavia questo il luogo per una disquisizione di tal genere che richiede ben altre cognizioni e valutazioni. Piuttosto, la mia riflessione è intenta a considerare che, mentre la Chiesa, pur a livello di “Sinodo” dei Vescovi regionali, si confronta apertamente per ricercare soluzioni concrete che consentano definitivamente far uscire da uno stato di minorazione i fedeli laici e per un loro riconoscimento di pari dignità con il ministero gerarchico nel contesto del popolo “messianico”, nel campo della società civile, che si dice a sistema di gestione democratica, il cittadino è sempre più emarginato ed escluso da decisioni che hanno a che vedere con i comuni interessi generali. E’ noto a tutti quanta scarsa considerazione hanno le forme di partecipazione, anche istituzionalizzate, dei cittadini alle decisioni a maggior impatto ed incidenza con i diritti di tutti. Insomma, il principio – Ciò che tocca tutti va da tutti approvato – per chi lo conosce sarebbe solo un “detto” senza alcuna rilevanza, dal momento che chi è al potere, il più delle volte, non solo è mosso da logiche che non interpretano le attese degli amministrati, ma spesso anche collidono con il bene comune. Non è qui il caso di richiamare le grosse questioni in cui si dibatte il governo centrale, che ci danno sempre più la

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PIOVONO “POLPETTONI” E VELENI

L’intesa tra il Partito Democratico e i centristi scuote l’intera scena politica cittadina scatenando reazioni anche veementi

La nostra densa pagina politica prende il via, senza premesse e per il secondo numero consecutivo, dal centro

V

ammettere che è meglio scegliere un gruppo di uomini che rappresentano voti, magari tutelati e nascosti dietro simboli». Il duro botta e risposta rientra nel consueto gioco delle parti, ma in effetti la nascita dei Moderati non può non apparire propedeutica all’affiliazione all’associazione creata da Filippo Cortese e necessaria per accontentare la maggioranza ora alleata. Il Popolo della Libertà, intanto, vede ridursi da 6 a 2 (Angelo Turturro aveva lasciato per il Gruppo Misto già tanto tempo fa) il numero dei propri consiglieri comunali; restano i soliti Leonardo Piscitelli e Ruggero Iannone a difendere un simbolo che stenta sempre più a sfondare. Il partito incassa il colpo senza mostrare troppo dolore, risponde, denuncia l’aumento delle tasse deciso dalla giunta regionale di Nichi Vendola, ma resta ancora immobile, almeno questo sembra, in ottica elezioni 2012. Il trio degli unici consiglieri di minoranza rimasti è completato da Pantaleo Magarelli, eletto con la Democrazia Cristiana ma membro del direttivo di Io Sud, partito non più sulla bocca di tutti dopo l’exploit iniziale. Quarto sottoscrittore del progetto d’intesa democratica è Pasquale Stufano, ex sindaco ed ex consigliere di Forza Italia che ha sempre assicurato di avere un gruppo di sostenitori. Nel frattempo però l’ingegnere è diventato rappresen-

e di ⻬ Nicola Miccione

tante degli enti locali per Città Ideale. La lista civica, lo ricordiamo, si presentò alle scorse elezioni comunali assieme al centrosinistra e, conquistando il 3,15% dei voti, riuscì ad ottenere un assessorato e un posto da consigliere che venne occupato da Francesco Dolciamore. Da allora la lista non ha più mostrato segni di vita fino a qualche giorno fa, quando, sempre per volere del suo leader, si è data un nuovo direttivo. Degno di nota è il ruolo di rappresentante e sostenitore esterno inventato per Angelo Turturro, il consigliere ex forzista che ha sempre disertato le assemblee per problemi di salute e che sin da fine ottobre ha annunciato il suo ritiro e il sostegno a Francesco Dolciamore. Dovremo considerare dunque Città Ideale come quarto componente dell’alleanza centrista? Lo scopriremo presto anche se portarsi dietro il gruppo appena incontrato dovrebbe essere un gioco da ragazzi per l’ing. Pasquale Stufano (che perderà il ruolo di protagonista). Il direttivo annunciato dalla lista fa nascere un caso misterioso: figura come componente quel Vito Fanelli che da mesi va dichiarando di essere il coordinatore cittadino di Alleanza Per l’Italia per delega firmata dall’on. Pino Pisicchio. È possibile che un coordinatore cittadino di un partito nazionale scelga di essere uno dei tanti in una lista meramente locale? Dove sarebbe la logica in tutto que-

Politica

i abbiamo già parlato del progetto d’intesa democratica che vede alleati, così come accade a livello nazionale, l’Unione di Centro di Savino Lasorsa e Futuro e Liber tà per l’Italia di Sara Achille. Assieme a loro c’è Nuova Giovinazzo, l’associazione politico-culturale che ora non è più solo un nome ma ha anche dei volti. In occasione della massima assise cittadina del 27 maggio scorso, infatti, Filippo Cortese (fino a ieri alleato pidiellino di Pantaleo Magarelli nelle battaglie contro l’ Amministrazione), Vitangelo Bavaro e Michele Palmiotto hanno annunciato l’addio al Popolo della Libertà e la contestuale creazione del gruppo consigliare dei Moderati, capitanato dal più giovane dei tre. Il terzetto, eletto nelle fila della Lista Palmiotto, ha dichiarato di aver lasciato il partito nel quale era confluito per non essere stato interpellato nella fase di nomina del segretario cittadino. Proprio il neosegretario Gaetano Depalo ha però replicato facendo sapere che il terzetto era assente dalla sezione ormai da mesi e affermando che «sarebbe stato più elegante e coerente dire, per una volta, che si è preferita la logica dei numeri e non di un progetto politico programmatico. Sarebbe stato più corretto

di ⻬ Giuseppe Dalbis

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Politica

sto? Un po’ come chi stava lavorando assieme a lui ad un progetto politico, attendiamo che il mistero venga risolto da Vito Fanelli in persona, consapevoli anche che a Giovinazzo tutto è possibile e che l’accumulo di incarichi, in teoria incompatibili, non è poi così inimmaginabile. La novità più importante del mese giunge dal Partito Democratico, da anni primo partito nel nostro paese. Il 27 maggio scorso è stato diramato un comunicato nel quale è scritto che «la delegazione del P.D. e gli esponenti dell’alleanza “Progetto d’intesa democratica per Giovinazzo” hanno dato vita ad un incontro per discutere della situazione politica attuale, delle problematiche ad esse connesse e dei progressivi scenari di sviluppo della città». «L’iniziativa - si legge ancora - è servita a sviluppare un confronto di idee ed è stata l’occasione per esporre i rispettivi punti di vista relativi a modi di pensare in materia di processi politici, apparati amministrativi e sistemi operativi». La presenza della firma del segretario cittadino del P.D. su quel documento è bastata a far scoppiare una bomba nel calmo mare della politica giovinazzese. Per comuni cittadini e militanti politici si è trattato dello strappo decisivo degli ex Margherita nei confronti degli ex Democratici di Sinistra. L’ipotesi nasce dal fatto che ormai da un anno il circolo locale è spaccato in due fazioni che ricalcano i due partiti fondatori. La segreteria e la maggioranza delle tessere è in mano agli ex Margherita mentre gli ex Democratici di Sinistra, quasi completamente fuori dal direttivo dall’ultimo burrascoso congresso cittadino, possono contare solo sul più alto numero di consiglieri e sul ruolo di capogruppo in seno al civico consesso. Una definitiva divisione in vista delle prossime elezioni era già data per scontata da tutti gli addetti ai lavori e per questo quel documento è stato letto come la parola fine sul matrimonio democratico. Col passare dei giorni però nessuna attesa presa di distanza è giunta dai postcomunisti e si è creato un silenzio surreale. I simpatizzanti più

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rossi del partito hanno avuto crisi di panico, mentre qualcuno ha cominciato a rassegnarsi all’idea che quella decisione evidentemente stesse bene anche agli ex diessini che, tacendo, stavano acconsentendo. A giudicare da quanto abbiamo appreso a proposito dell’iter che ha portato alla firma del documento, possiamo affermare con una certa tranquillità che una separazione non è all’ordine del giorno. Pare infatti che il terzo polo abbia chiesto un incontro al P.D. e che il partito di centrosinistra si sia riunito in assemblea per decidere; in quell’occasione erano presenti i membri del direttivo, alcuni iscritti, alcuni consiglieri e assessori (Pasquale Tempesta, Cosmo Damiano Stufano, il sindaco Antonello Natalicchio…) e rappresentanti di tutte le componenti. Per decisione unanime è stata inviata una delegazione rappresentativa all’incontro che ha portato alla firma del documento che, ci dicono, «è un semplice verbale e non un patto d’alleanza». E infatti c’è scritto che «è stato tracciato un cammino a tappe da percorrere sinergicamente, durante il quale si dovrà verificare, volta per volta, la presenza di elementi d’intesa nonché l’esistenza delle condizioni necessarie ed in grado di suggerire possibili sbocchi verso un condiviso accordo di coalizione». Prima però, ci fanno sapere, i partiti dovranno discutere di programmi al loro interno. Le notizie importanti sono quindi due: l’intero P.D. (il solo Angelo Depalma ha avuto qualche dubbio venuto meno con la nascita dei Moderati) approva le mosse fin qui narrate e un’alleanza col terzo polo è solo un’ipotesi da verificare per bene col

tempo. Difficile spiegarlo a tutti gli elettori e militanti di sinistra che si sentono traditi da ciò che logicamente considerano la prima pietra di un’alleanza in costruzione. Tra questi ci sono sicuramente gli esponenti di Sinistra Ecologia e Libertà. I vendoliani, al pari dei rappresentanti del terzo polo, hanno chiesto e ottenuto un incontro con delegati del Partito Democratico nel quale hanno proposto l’apertura di un cantiere del centrosinistra. Il P.D. ha però firmato con il centro e questa scelta viene giudicata «inutile, inopportuna politicamente» dal partito di via Piano. Le ragioni? L’assenza, fanno sapere, di «alcun presupposto politico dal momento che alla base non c’è nessuna verifica degli ultimi cinque anni di amministrazione, né c’è stata alcuna discussione in merito alle problematiche della nostra cittadina. Inoltre, sembra piuttosto curioso che siano coinvolti nomi politici di lungo corso e gli ultimi quattro candidati sindaci del centrodestra (Pasquale Stufano, Nicola Giangregorio, Sara Achille e Michele Palmiotto, ndr), tutte persone che fino a qualche ora prima della pubblicazione del documento erano all’opposizione dell’attuale amministrazione. Di fatto è stato cancellato un punto fondamentale per Sinistra Ecologia Libertà, ovvero il ricambio della classe dirigente di Giovinazzo». Una vera e propria condanna, dunque del preaccordo coi centristi, anche se viene ancora offerta una via d’uscita: «Rin-


ste civiche, e questo perché il partito di piazza Costantinopoli ha già fatto la sua scelta. Non è più un mistero infatti la vicinanza del commissario dipietrista alla costola politica dell’associazione Libero Pensiero di cui fa parte. Un mese dopo il discorso alla piazza, il movimento cittadino Città del Sole (alla presenza di esponenti del centrosinistra e del centrodestra) ha incontrato amici e sostenitori per presentare il simbolo e per afferma-

re la totale apertura, senza pregiudizi ideologici, a chiunque voglia avvicinarsi per «dare e non prendere alla città e per dar vita ad un cambiamento che impedisca la distruzione del nostro futuro». Il gruppo, che non vuole essere definito politico e che non dà per scontata la sua discesa in campo, lavorerà per «tirar fuori dal territorio delle proposte per stilare un programma che sia la base per un confronto coi cittadini»; per farlo, aprirà presto una sede in piazza Vittorio Emanuele II e sarà presente anche sul web. Rifiuta ogni ipotesi di contatto col «polpettone politico che ha l’obiettivo di dividere ciò che altri già si dividevano» e, smentendo le voci che vogliono il portavoce Tommaso Depalma come sicuro candidato sindaco, afferma che l’eventuale leader verrà scelto con le primarie. Assodato che la storia che

questi cittadini si impegnino per preparare un programma da sottoporre alla città senza chiedere il voto è una bibita difficile da dare ancora a bere, resta sempre da capire chi, battitori liberi e politici esordienti a parte, ci sarà al loro fianco. Gli ingredienti del polpettone vanno esclusi, il P.D.L. non ha mai fatto salti di gioia all’idea di una coalizione, l’I.D.V. scapperebbe via alla sola vista dei berlusconiani, S.E.L. non appare del tutto conquistata dal progetto… Altri simboli arriveranno presto sulla scena ma prima di poterli collocare al fianco di qualcuno dovremo riempire ancora le pagine politiche di diversi numeri di “in Città”.

Giovinazzo sul podio, terza in terra di Bari per affluenza ⻬ di Nicola Miccione

I votanti hanno raggiunto quasi il 60%. E il sì ha stravinto raggiungendo il 97% Giovinazzo il referendum fa il A pieno di affluenza con una percentuale di votanti che si avvicina al 60. Vittoria a stragrande maggioranza dei sì, con oltre il 95% dei voti contro nucleare e legittimo impedimento e in difesa dell'acqua pubblica grazie all’impegno di Sinistra Ecologia e Libertà, dei Giovani Democratici, del neonato comitato “2 Sì per l’Acqua Bene Comune” e soprattutto dell’Azione Cattolica che ha fatto da traino per l'obiettivo raggiunto - del quorum. E la cittadina adriatica si ritrova, subito Ruvo di Puglia e Santeramo in Colle, sul terzo gradino del podio della speciale classifica delle città baresi per la percentuale dei votanti. Il quesito più votato in città è risultato quello sulla determinazione della tariffa del servizio idrico (59,61%), con il 97,67% di sì e il 2,33% di no. A seguire l’altra scheda sull’acqua (59,60%) sempre con il 97,14% di sì e il 2,86% di no, il voto sul nucleare (59,59%) con il 95,91% di sì e il 4,09% di no e infine il legittimo impedimento (59,57%) con il 96,27% di sì e il 3,73% di no.

Politica

noviamo con forza e decisione la necessità di aprire una discussione nel centrosinistra e chiediamo al PD un atto di coraggio e di responsabilità nei confronti della città: rinunci a questo accordo, apriamo il dibattito, coinvolgiamo i cittadini, le associazioni di categoria, i sindacati e le associazioni culturali e sociali. La politica passa dal confronto aperto e schietto con i cittadini, non dalle segreterie». Il P.D. assicura di non aver deciso ancora nulla, che tutto è possibile, ma sono in pochi a crederci. Perdendo il contatto col P.D., S.E.L. potrà cercare un dialogo solo con l’I.D.V. e con qualche lista civica; se anche questo tentativo dovesse fallire, una corsa in solitaria non sarebbe così difficile da immaginare. Visto che le cose stanno così, l’Italia dei Valori si sente autorizzata a non avere alcuna speranza di trovare un accordo con il P.D., che anzi attacca duramente come ai tempi della battaglia sulle antenne e delle scorse elezioni comunali. In un lungo comunicato ufficiale, il coordinatore cittadino Filippo Bonvino definisce il preaccordo un «pantano selvaggio», una «grande ammucchiata con volontà affaristica», una «brodaglia preconfezionata dai soliti noti che sguazzano all’ombra della democrazia», una «riunione al capezzale ingegneristico tra bandiere di Costantinopoli, mestieranti di piazza, imbonitori, dinosauri del Giurassico bramosi di gloria». Contestualmente l’I.D.V. invita a guardare alle li-

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Un minuto di attenzione... prego! Q DETTAGLIO RIFIUTI RACCOLTI AD APRILE 2011

Questa tabella rappresenta il confronto tra la composizione merceologica media tra i rifiuti prevista dal piano regionale (decreto commissariale n. 187 del 09/12/2005) e i dati ufficiali pubblicati sul sito www.rifiutiebonifica.puglia.it

Tipologia rifiuto

Frazione organica Potatura giardini Vetro Carta e cartone Alluminio Plastica Legno Metalli ferrosi Tessili Beni durevoli Inerti Altro Rifiuti urbani misti TOTALE

Composizione media prevista da piano regionale (%)

% raccolta APRILE

Quantità (kg)

100

100

877.580

25 1 6 20 0,5 10 2 2,5 3 5 2 3 20

2,66 1,39 2,38 0,65 0,81 0,61 0,23 91,27

23.380 12.200 20.880 5.660 7.100 5.360 2.040 800.960

smaltimento recupero recupero recupero recupero recupero recupero smaltimento

Destinazione

PRODUZIONE PROCAPITE KG 41,921 Percentuale di raccolta differenziata (senza frazione organica) 6,07% – Percentuale di raccolta differenziata (con frazione organica) 8,73%

uesto mese ci vergogniamo di essere giovinazzesi. Siamo ai minimi storici e anche confrontando la più ricca percentuale ottenuta con l’aggiunta della frazione organica siamo quasi alla pari con le percentuali più basse degli ultimi anni. Serve una maggior dose di coraggio da parte di tutti: istituzioni e semplici cittadini. Le prime devono proporre ed attuare misure più efficaci ed i secondi le devono pretendere. Confrontiamo ora i dati con quelli dello stesso periodo dello scorso anno. la percentuale totale è diminuita di circa due punti e mezzo. Analizzando i dati nel dettaglio notiamo una diminuzione sostanziale della carta (circa la metà), del legno (meno della metà) e dei beni durevoli (poco più della metà). Unica nota positiva i tessili (poco più del doppio). La raccolta del vetro è quasi inalterata. Girolamo Capurso

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L’INCHIESTA DEL MESE

state dopo estate il centro storico si sveglia dal lungo letargo invernale e torna a far parlare di sé. Il salotto buono della città, quello dei turisti e della movida giovinazzese, appare però sempre più abbandonato a se stesso. E’ sufficiente passeggiare tra gli antichi vicoli e le seducenti piazze, per accorgersi che siamo molto lontani dall’immagine di un luogo rappresentativo per il nostro paese e che tutti considerano centrale per lo sviluppo economico attuale e futuro. Coloro che vivono ed operano in questa parte di città antica,

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ma anche coloro che sono chiamati temporaneamente dalla politica a gestire e ad imporre le regole, devono confrontarsi continuamente per non alterare il sottile equilibrio necessario fra gli spazi pubblici e privati, tra i residenti e i commercianti. Da un lato il vasto patrimonio monumentale e storico e dall’altro i continui cambiamenti che il vivere quotidiano ci riserva. Un insieme di realtà che convivono fianco a fianco. Luoghi antichi creati con interessi e scopi diversi che spesso non favoriscono le abitudini moderne e nuovi spazi di aggregazione sorti in contrapposi-

zione con gli interessi di chi vive nelle storiche dimore. Preziose testimonianze del nostro passato violentate quotidianamente dalla maleducazione dei frequentatori e dalla spregiudicatezza degli speculatori. Ma non solo. Anche i residenti, sicuramente attori principali della ristrutturazione e della valorizzazione del borgo antico, con scarso senso civico, non di rado parcheggiano i propri mezzi con scaltrezza e trascuratezza e si distinguono per comportamenti non in linea col vivere civile. Un lento ma continuo disinteresse, testimoniato

anche dalla svogliatezza nella gestione dei rifiuti che, come nel resto della città, non ci consente quel salto di qualità necessario per entrare nell’aristocrazia del turismo pugliese. Siamo convinti da sempre della centralità del borgo antico che, così com’è strutturato oggi, è lo specchio di una scarsa programmazione. La nostra inchiesta deve servire ad individuare i punti di debolezza per determinare, attraverso un serio confronto, tutti i possibili percorsi necessari a rendere il nostro borgo antico punto di forza dell’intera città.

di ⻬ Girolamo Capurso

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ISTANTANEA DA “INCIVILIA”

Abbiamo analizzato vita, errori e prospettive riguardanti il centro storico. Ecco la nostra diapositiva

Piazza Benedettine - Sagrato della Chiesa di S. Giovanni Battista.

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L’INCHIESTA DEL MESE

Tra occupazioni di suolo pubblico, malcostume e traffico: come tutelare il borgo antico?

MOVIDA SI’, MOVIDA NO

enerdì, sabato o domenica per me pari sono. Non cambia molto l’aspetto del nostro borgo antico nelle tre serate del weekend: auto in sosta dove non si potrebbe, musica ad alto volume di diversi locali pubblici, piazzette e monumenti storici avvicinati come fossero brutti immobili in stile anni ’70, in pieno abusivismo edilizio. La chiamano “movida”, mutuando un termine iberico, ma in realtà spesso non è altro che l’amaro destino per uno dei centri storici architettonicamente più validi dell’intera costa barese, da nord a sud. Il traffico fai da te del fine settimana gode della più ampia impunità, vista l’ eliminazione dei pilomat all’altezza dei vari ingressi alla città vecchia. Le autovetture hanno iniziato da qualche mese ad invadere

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⻬ di Gianluca Battista

vicoli e stradine, con conseguente pericolosa emissione di smog. Pericolosa non solo per chi dovesse respirare i gas di scarico, ma anche per i monumenti e le chiesette, destinate ad un più rapido deterioramento esterno. Lo sport preferito è quello del parcheggio selvaggio su via Marina, là dove non si potrebbe e dove non si dovrebbe se si avesse un minimo di senso civico. In tutto questo l’ombra di un agente di polizia municipale spesso è una chimera. Quanto alle occupazioni di suolo pubblico, una delibera della Giunta comunale, la n° 71 del 7 giugno scorso, ha regolamentato le autorizzazioni rilasciate a proprietari e gestori di quei locali che usufruiscono di verandine e padiglioni esterni ai locali stessi. Una regolamentazione che non prevede il

Attualità

Via Marina - Parcheggio selvaggio.

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parere vincolante della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per la provincia di Bari, per i padiglioni (dehors) temporanei o permanenti, ad uso ristoro annessi a pubblici esercizi che somministrino alimenti e bevande. Nei padiglioni, si specifica nella delibera, devono esserci solo tavoli, sedie, ombrelloni, contenitori per la differenziata e fioriere. Tutto ciò che non rientra in questi paletti deve essere sottoposto alla verifica ed al parere della Soprintendenza. E se questa non ci fosse, gli esercenti potranno usufruire di una licenza per i loro padiglioni, per un periodo non superiore ai 6 mesi. Questo vale quindi per gli oltre 20 esercizi che abbiamo contato tra Piazza Vittorio Emanuele II ed il borgo antico. Pub, pizzerie, norcinerie, bar e american

bar sono per tanti versi il motore economico di Giovinazzo, ma il mancato rispetto delle regole (vedasi la musica alta fino a notte fonda ed i parcheggi selvaggi degli avventori) scatena spesso polemiche da parte dei residenti, stanchi di questo andazzo. Ed effettivamente abbiamo constatato come da parte di alcuni esercenti non vi sia il benché minimo rispetto dell’ambiente in cui operano, con un totale disinteresse per sagrati, piazze storiche e immobili di pregio artistico. Anche gli abitanti che spesso muovono accuse, potrebbero farsi un esame di coscienza, visto il mal vezzo dell’auto in sosta vietata (la nostra copertina del mese scorso è eloquente al riguardo) che spesso rovina il basolato secolare del borgo. Infine un’annotazione a margine di questo quadro. In tempi in cui il turismo estivo muove l’economia di molti centri del sud Italia, stretti durante l’inverno dalla penuria di opportunità da offrire alla propria cit-


Piazza Meschino - “... Né potremo mai condividere la sciagurata idea di un parcheggio...”

tadinanza da un punto di vista lavorativo, non sarebbe affatto male che decisioni bi-partisan della no-

stra politica riaccendessero i riflettori su una programmazione seria che veda il centro storico come un

gioiello da valorizzare. Corsi di formazione per ragazzi che potrebbero far da guide, riapertura dell’info-

point in piazza e accordi dell’amministrazione con le grandi compagnie di crociera che sostano nel porto di Bari, potrebbero essere solo l’inizio per permettere a Giovinazzo di fregiarsi del titolo di “città slow”, nonostante un senso civico che dalle nostre parti stenta a farsi largo. Non ci piace, e lo diciamo da tempo, una movida “mordi e fuggi”, che cammina a testa bassa tra i nostri vicoli senza conoscerne la storia. Non ci piace e non ci interessa, vogliosi come siamo di offrire un’immagine di Giovinazzo all’altezza del turismo culturale di altre regioni italiane. Completa il nostro quadro della situazione Girolamo Capurso, toccando un altro tema scottante: la pulizia del borgo antico. Ed anche in quel senso, ne leggerete delle belle…

Attualità

Piscitelli Lorenzo Amministratore Condominiale Via III Trav. Daconto, 36 70054 Giovinazzo (Bari) Tel./Fax 080.972.20.00 Cell. 347.953.69.51 E-mail: piscitelli.amministra@alice.it

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L’INCHIESTA DEL MESE

Una seria gestione dei rifiuti per mettere alla prova chi opera e risiede nel centro antico

Attualità

⻬ di Girolamo Capurso

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Hai voluto la bicicletta? PEDALA...

l decoro e la pulizia, oltre ad essere il biglietto da visita più importante per lo sviluppo turistico, sono anche fattori decisivi per la vivibilità di una città. A volte, scrivendo queste riflessioni, pensiamo di essere noiosi e di non dire nulla di nuovo. Ma, e non è un particolare trascurabile, ci accorgiamo che purtroppo le ovvietà non sono la norma nel nostro paese. Il nostro centro storico è una “bomboniera” (non me ne voglia l’ assessore Tempesta per aver copiato una sua affermazione) di piccole dimensioni ma ricco di spazi unici. Giovinazzo nel suo insieme, non riesce a decollare sul fronte della raccolta differenziata e il centro storico sconta gli errori e la mancanza di coraggio dell’intera città. Le chianche bianche di pietra locale sono calpestate da numerosi visitatori e non di rado si notano macchie e lordume, soprattutto in vicinanza dei cassonetti dei rifiuti. Gli stessi, nelle tarde ore serali sono ricolmi e lasciano ai turisti un’immagine cittadina che non rispecchia l’indole dei giovinazzesi. Una seria programmazione avrebbe dovuto prevedere l’allontanamento dei cassonetti ed una raccolta dei rifiuti domiciliare. Non diciamo nulla di nuovo. Molti centri lo fanno con successo e la piccola dimensione della nostra città vecchia ci agevolerebbe notevolmente. Un’altra soluzione potrebbe essere la realizzazione, in zona periferica al centro storico, di un’isola ecologica a scomparsa che, grazie ad un sollevatore elettrico, sale in superficie solo al momento dello svuotamento. Gli stessi ristoratori, produttori invo-

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Via Colombo

lontari di rifiuti di ogni tipo, sarebbero stimolati a differenziare con la consapevolezza di un ritorno di immagine positivo per tutti. Per affrontare il carico notevole di presenze che si riversano giornalmente nei mesi estivi sarebbe utile implementare anche il servizio di spazzamento delle strade per raggiungere un maggior decoro ed un’adeguata pulizia. Spesso si fanno annunci su una Giovinazzo turistica che in mancanza di altre forme di espansione economica potrebbe risvegliare le nostre capacità imprenditoriali. Ma, al di là dei facili proclami, tutto ciò può concretizzarsi se tutti, residenti ed imprenditori, si rendono conto di aver investito in una piccola isola distaccata dal contesto citta-

Gli angoli della vergogna

Piazza Benedettine dino e dove le regole del gioco devono necessariamente essere diverse. Chi ha deciso di risiedere in una zona antica non può pretendere di avere a disposizione un posteggio per ogni membro della famiglia e chi investe in un contesto urbano con secoli di storia alle spalle, non deve pensare di poter opera-

re come se fosse in una zona di espansione di tipo industriale. I mezzi pesanti devono fermarsi al limite del perimetro storico e le merci devono essere spostate attraverso le strette viuzze con carrelli leggeri, per non rovinare gli antichi basoli. Stesso discorso per i rifiuti: tutti devono impegnarsi maggior-

mente per soddisfare regole più restrittive. Né potremo mai condividere la sciagurata idea di un parcheggio in piazza Meschino che qualcuno ha già proposto. Noi desideriamo più coraggio da parte del governo cittadino nella gestione della vita interna al centro storico per permetterci quel salto di qualità che tutti, almeno a parole, auspicano. Lo stallo attuale, dettato sia dalle ristrettezze economiche che dalla volontà di non contraddire probabili elettori, rende tutto più inspiegabile, confuso, incerto e illogico ed offre a noi cronisti cittadini la possibilità di esprimere opinioni sicuramente diverse, inconsuete, ovvie e speriamo anche condivise.


L’erba del vicino

(Ovvero... come farsi i fatti degli altri comuni)

l boccone amaro in apertura di rubrica. La mala barese impazza ed il sindaco Emiliano vuole chiudere al traffico il lungomare per evitare scippi, risse e sparatorie. Poi il dolce degli occhi, col corteo storico di Bitetto, e quello del palato, con la sagra della ciliegia “ferrovia” di Turi.

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IL RINASCIMENTO PER LE VIE DI BITETTO

Bilancio positivo per la XXI edizione della sagra dedicata alla ciliegia

Tra novità e tradizione è andato in scena il corteo storico in onore del Beato Giacomo

– La formula è la stessa di tante sagre, il prodotto uniTgraURI co in Italia. Grande successo per la XXI edizione della Sadella “Ciliegia Ferrovia” di Turi, andata in scena sabato 4

– Amore per il territorio e fedele ricostruzione storico-artiBdellaITETTO stica sono un’accoppiata vincente per riportare alla luce le radici propria storia. Il corteo storico di Bitetto nasce da questi pre-

e domenica 5 giugno nella centralissima piazza Silvio Orlandi. Ancora una volta l’organizzazione dell’evento era affidata all’associazione culturale “Turi in…Evidenza”, con il patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Bari e del Comune della cittadina del sud-est barese. Quaranta stand espositivi di produttori della zona hanno promosso la ciliegia DOP, stuzzicando palato ed occhi dei visitatori, grazie a confezioni acL’oro rosso del sud-est barese cattivanti e di dimensioni ridotte. Alla degustazione del prodotto è stata associata la promozione del territorio, proponendo tour dell’intera area nella quale si coltiva la “ferrovia”. La sagra vorrebbe così divenire un volano per il rilancio dell’intero settore produttivo e del turismo locale, che devono necessariamente passare attraverso la creazione di un consorzio di produttori ed una politica di diversificazione del prodotto. Ad ostacolare questo importante processo ci si è messo il maltempo, che l’8 giugno scorso ha spazzato via intere colture decretando di fatto la fine di migliaia di alberi di ciliegio. Ennesima sfida per produttori ed agricoltori affinché si possa al più presto tornare competitivi sui mercati.

supposti e rispolvera le origini della cittadina e la devozione al suo patrono. Anche quest’anno, il 29 maggio scorso, è stato rievocato l’incontro del 1485 tra Andrea Matteo Acquaviva, Duca d’Atri e Signore di Bitetto e Fra’Giacomo, che gli aveva predetto la salvezza, nonostante la partecipazione alla Congiura dei Baroni contro FerDiapositiva dal ‘400 dinando d’Aragona. Uno stuolo di famiglie nobiliari e di cortigiani sfila, accompagnato da musici e artisti di strada, facendo tappa nei punti nevralgici del paese. Il Rinascimento ci parla attraverso i nomi dei casati dell’epoca e i loro abiti, prodotto della maestria di professionisti accademici e del costumista Vito Tarulli. Nella scelta dei momenti da rappresentare, quest’ultima edizione ha acceso i riflettori sulla subordinazione della donna, vittima della “(…) pressante misoginia, causata dal senso oscuro di mistero e timore, che per gli uomini promanava dal mondo femminile”, come affermato da Anna Marziliano, presidente della Pro Loco Juvenilia. Una rievocazione frutto del lavoro di un gruppo di giovani appassionati e di storici esperti, accomunati dall’intento di rilanciare Bitetto e il suo centro storico attraverso numerose iniziative, tra cui la Notte di San Giovanni, andata in scena il 23 giugno.

e di ⻬ Gabriella Serrrone

Attualità

TURI IN FESTA PER LA “FERROVIA”

di ⻬ Gianluca Battista

PIZZO AI COMMERCIANTI: EMILIANO CHIUDE IL LUNGOMARE Tante le richieste di tangenti ai locali pubblici della città vecchia. Ed il sindaco di Bari gioca duro ARI – Il momento è di quelli difficili. Dopo una decina d’anni in cui la città vecchia era tornata ai baresi, a quella fetta di popolazione sana che meritava di riappropriarsi di quegli spazi, ci si ritrova a fare i conti con una nuova emergenza. Bari è di nuovo terra di conquista dei clan malavitosi. Parisi contro Strisciuglio, Japigia contro città vecchia. Ed anche i commercianti del cuore della movida ne risentono: a molti di loro è imposto il pizzo. Il sindaco Michele Emiliano ha deciso così di correre ai ripari, chiudendo al traffico il lungomare dal Teatro Margherita al Castello Svevo. "Inoltre – afferma il primo cittadino – non ci saranno più i venditori abusivi di panini, che occupano posti assegnati dalla mafia, ma rivenditori autorizzati di generi alimentari e artigianato". Emiliano ha poi chiosato "Sarà un'estate calda per la criminalità. Non possiamo rischiare che le famiglie rivali comincino a spararsi tra la folla". I commercianti non condividono il provvedimento e chiedono maggiore attenzione da parte dell’amministrazione all’igiene pubblica e ad una politica di reale sviluppo del borgo antico. I Uno dei tratti interdetti alla circolazione prossimi mesi diranno chi aveva ragione. (G.B.)

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Bestiario giovinazzese

FOTONOTIZIA

⻬ testo e foto di Antonella Sollecito

Sponsorizzare il nulla L

’inutilità del cartellone pubblicitario in foto è ben visibile. Esiste qualcosa di così importante da essere pubblicizzato fuori un liceo di paese? Cosa ci sarà di così vitale importanza? Il nulla. L’ingombrante supporto pubblicitario è stato piazzato nel parcheggio antistante al Liceo Ginnasio Matteo Spinelli, senza essere nemmeno utilizzato. Gli spazi per la cartellonistica pubblicitaria, sparsi in paese, non sono bastati. Chi ha concesso l’installazione della struttura promozionale non ha pensato al valore storico dell’edificio del liceo. Una costruzione risalente all’epoca fascista, che rappresenta un passaggio storico importante ed un punto di riferimento fisico, nella memoria di molte generazioni. Complimenti vivissimi a chi ha autorizzato il compimento di tale scempio.

Lo sporco di casa nostra he sia inverno o estate inoltrata, la sporcizia può essere considerata una delle attrattive di Giovinazzo. In C un paese lasciato ormai, alla sua “deriva” i rifiuti sono di-

Attualità

ventati una delle più presenti suppellettili urbane. Ingiustificatamente abbandonati per strada, sacchetti di spazzatura e scarti vari sono presenti in ogni angolo del nostro centro, soprattutto sulle coste e nei punti di maggiore aggregazione cittadina, come piazze e giardini pubblici. I cassonetti presenti in tutti gli isolati non sembrano essere utili alla loro funzione, quando, invece, il problema non è una mancanza di contenitori appositi, ma di mentalità civile. E’ chiaro che Giovinazzo non può essere paragonata alle strade di numerosi centri campani, ammorbati dall’annosa questione dei rifiuti, ma un centro di attrazione turistica, come il nostro, non può permettersi bottiglie di birra abbandonate in ogni dove e scarafaggi che infestano la piazza centrale.

GIOIELLERIA

Azzurra Rivenditore autorizzato

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⻬ di Fedele Capurso

Un’esposizione originale, fuori dagli schemi, capace di abbracciare stili diversi ma accumunati da un unico denominatore, la creatività n poche altre rare occasioni il nome di una mostra è stato rivelatore della sua essenza quanto quello della collettiva di arte contemporanea “Il fascino dell’arte”, allestita dall’11 al 19 giugno presso la splendida cornice della Chiesa del Carmine. L’evento, organizzato da Marinka, fotografa, pittrice, nonché storica allestitrice di mostre in giro per l’Italia, ha costituito un’importante vetrina per le opere di 16 artisti di rilevanza nazionale. Per più di una settimana è stato possibile ammirare le creazioni in legno marino di Frank Sisca, gli splendidi paesaggi della coratina Grazia Lops, formatasi presso l’Istituto d’Arte Pino Pascali di Chiesa del Carmine Bari, le suggestive tele del Maestro d’Arte Elisabetta Anna Serafino, i colori soffusi di Antonella Losito, pittrice neofigurativa pluripremiata dentro e fuori i confini nazionali, le pitture ad olio di Pietro Avitto. Ma anche le creazioni di Ottavia Ottomano, in arte Manott, designer, docente di educazione artistica e membro di varie accademie nazionali, capaci di spaziare nel figurativo moderno con una punta di lirico surrealismo, e i caleidoscopi di colore del “pittore delle stelle” Salvatore Giannelli. Citazione d’obbligo per i dipinti di Siliudo Lombardi, pittore di riconosciuta fama internazionale, per le vedute di Salvatore Borracci, in grado di risucchiare lo spettatore in un vortice di colori e sensazioni senza pari, e per le creazioni della poetessa e pittrice autodidatta Chiara Bruno. Senza dimenticare le atmosfere sognanti di Cosma Tricase, formatasi artisticamente presso la Bottega d’Arte Cacace, o le sapienti contaminazioni di stile di Gianni Cimmarrusti, e le suggestive icone mistiche d’ispirazione medievale di Nicola Panza. Forse meno conosciute al grande pubblico ma ugualmente apprezzati i nudi d’autore di Rachele Verroca, le vivaci tele di Antonio Barone e le cangianti tonalità di Maria Teresa Garofalo. Nell’occasione sono stati esposti anche alcuni abiti d’epoca cinquecentesca realizzati da Carmela Calabrese, in arte Charmelle, artista di lungo corso bravissima nel riciclare stoffe e tessuti di tappezzeria.

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AM ART GALLERY “D’ASPORTO” La galleria giovinazzese protagonista a Canosa a gallerista giovinazzese Antonella Merra nello scorso magLta ospitata gio ha guidato l’Agriarte 2011. La collettiva degli artisti è stain Piazza Vittorio Veneto, noto luogo di aggregazione del centro canosino. Fabio Castellaneta ha ricevuto il primo premio dell’esposizione, mentre l’artista Anna Lucia Terlizzi, seconda classificata, sarà presente con le sue opere nel corso della mostra “Tesori di Puglia” nella rassegna Artestate, che avrà luogo a Giovinazzo a partire dal 23 luglio, nelle sale del Bastione.

La Marina Militare Italiana celebra la sua festa ⻬ di Armando Palmiotti

il giorno 10 Giugno 1918, l’Italia era in piena Prima Guerra Cvettaadeva Mondiale, ed il Capitano di corLuigi Rizzo, comandante del MAS 15 si imbatteva nelle forze armate austro-ungariche costituite dalle corazzate Santo Stefano e Tegetthoff, riuscendo, mediante l’utilizzo di due siluri, a colpire e ad affondare la prima delle due navi nemiche. In ricordo di tale impresa nel 1939 fu deciso di istituire il 10 Giugno come giorno della Festa della Marina Militare Italiana. È proprio in occasione di tale ricorrenza che il Gruppo di Giovinazzo “M.A.V.M. C° 1^ Cl. RT Andrea Molino” dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia ha ricordato tutti i Marinai caduti in mare dedicando loro una Santa Messa nella Chiesa Concattedrale. Al termine della stessa i membri dell’associazione hanno deposto una corona di alloro nei pressi di Piazza Porto in suffragio dei marinai giovinazzesi deceduti nelle nostre acque.

ARTESTATE 2011 Rassegna d’arte contemporanea 24 Luglio/28 Agosto - sala Bastione - Giovinazzo a Rassegna estiva della AM art gallery si apre, come ogni anno, con la Ltiolum Personale dal 24 Luglio al 4 Agosto dell’artista vincitore Premio Nache, nella edizione 2010, è andato all’artista Ezio Ranaldi. La sua personale presenta “Passioni al femminile”, un ricco collage di opere dalla sofisticata tecnica supportata da una brillante ricerca. In Collettiva, “Magie d’Artista”, in un interessante confronto, animerà una prestigiosa vetrina che non mancherà di catturare l’attenzione dei più appassionati. Dal 6 al 16 agosto “Rosso di sera” la Collettiva che affascinerà l’immaginario collettivo legato al mondo del Rosso, in cui profondi tramonti, prati in fiore, incontreranno il Rosso con tutte le suggestioni che saprà ispirare, in mille originali interpretazioni. “Tesori di Puglia” dal 18 al 28 agosto, dedicata alla Terra di Puglia, ai volti e alle immagini della nostra terra, autentico mosaico dell’ambiente in cui viviamo, delle eccellenze che ci contraddistinguono. In personale Giuseppe Covella, Anna Lucia Terlizzi. Non mancherà l’appuntamento con il più classico figurativo, né con gli artisti più creativi ed eccentrici, con le forme espressive più innovative. La rassegna presenterà nomi più importanti, già conosciuti al pubblico,con grande attenzione rivolta anche alle nuove proposte emergenti, selezionate tra i più giovani. Non manca infine l’atteso spazio che ogni anno la AM art gallery dedica alla città di Giovinazzo, invitando gli artisti a realizzare opere in cui la città diventa protagonista: “Giovinazzo mon amour”. In occasione della Rassegna,in presentazione, una serie limitata di oggettistica firmata AM art gallery Collection 2011. La serie sarà in vendita solo ed esclusivamente presso la Galleria. Nel corso della Rassegna eventi dedicati a performance musicali e teatrali animeranno le serate. Info artisti ed eventi su www.amartgallery.com

Sociale

IL FASCINO DELL’ARTE

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Ricucire la memoria con un passato che ha scritto la storia di Giovinazzo

⻬ di Giuseppe Dagostino

Acciaierie e Ferriere Pu

Le voci, le storie, gli aneddoti dei “protagonisti” della storia chiamata: “FERRIERA”

⻬ e di Gerardo Nardò

Il reparto Laminatoio e il suo ciclo produttivo, metodi e tempi roseguendo la nostra cavalcata nel tempo, della lunga e fulgida storia delle AFP, abbiamo incontrato Domenico (Mimmo) Fiorentino e, conoscendo i suoi trascorsi professionali in Ferriera con mansioni di “Capo turno” al reparto laminatoio 550, cercheremo di farci illustrare (per quanto possibile, considerate le innumerevoli peculiarità di un simile reparto) il metodo di lavorazione, il ciclo produttivo e il genere di produzione che caratterizzarono globalmente le attività del reparto in questione. Con un breve cenno alla sua carriera professionale in fabbrica, il nostro interlocutore ci racconta di essere stato assunto con regolare e formale colloquio con i dirigenti preposti, per essere poi destinato al reparto di laminazione (Laminatoio 550) come impiegato tecnico con mansioni di “capo-turno” (anche perché in possesso della professionalità teorica derivante dagli studi di scuola superiore). Viene affidato al reparto per il tempo ritenuto necessario (15 giorni circa) alla formazione, in pratica “svezzato”, in breve diventa autonomo e si avvia a un percorso professionale all’interno del reparto. Entrando nel vivo, Mimmo ci tiene a precisare che il reparto laminatoio (e non poteva essere diversamente) era l’ultimo anello produttivo che immetteva diretta-

Speciale

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mente sul mercato il famoso “ferro-finito” sotto forma di fornitura ai clienti che avevano espresso la loro richiesta con regolari ordinativi. Il reparto (dal punto di vista di forza lavoro) si componeva essenzialmente di n°4 squadre di operai e tecnici, suddivise su tre turni lavorativi quotidiani; si evince che l’esigenza della 4^ squadra giustificava il cosiddetto “turno compensativo” che permetteva di eseguire il ciclo produttivo settimanale senza soluzioni di continuità e garantire, al tempo stesso, le pause di riposo settimanale del personale, come prevedeva il contratto di lavoro nazionale. Ogni squadra, composta di 40-42 unità, adempiva a tutte le attività del reparto; questa continuità lavorativa consentiva di mantenere gli impianti sempre attivi e operativi, compresi i giorni di sabato e domenica. Ogni squadra comprendeva: operai di produzione, tecnici, gruisti, manovali qualificati, equiparati, ecc. ed era gestita da responsabili professionalmente preparati nelle qualifiche di capo turno- capo trenoresponsabile del forno-responsabile di placca-responsabile della finitura. Ovviamente tutto il reparto era diretto dal capo servizio o capo reparto, che rispondevano direttamente alla Direzione. Entrando nel vivo dell’in-

tervista, cercheremo di descrivere nel modo più accessibile al lettore il ciclo di fabbricazione e/o laminazione. I lingotti, prodotti dal reparto Acciaieria, debitamente certificati e classificati, venivano prelevati dalla zona stivaggio con mezzi idonei (gru, sollevatori) e trasportati a mezzo tradotte nei pressi del forno elettrico del laminatoio per essere introdotti in seguito nello stesso, eseguendo l’operazione di “carica del forno”. Ogni carica, normalmente, prevedeva l’introduzione di circa 60-70 lingotti con punte di 100-

Laminatoio TRIO mm 550

110 unità in determinate situazioni di necessità contingente. Lo stazionamento nel forno dei lingotti era quantificato e previsto dal ciclo di laminazione (in base alla dimensione dei lingotti relativi al prodotto finito che si voleva realizzare) oltre che dalla professionalità del maestro da forno o capo forno che decretava la fine della fase. Con l’uscita dei lingotti dal forno elettrico in condizioni strutturali incandescenti ma plasticamente solidi, quindi adatti alla fase successiva, iniziava il vero percorso tecnologico di laminazione con la fase così detta di “Sbozzo o sbozzatura”. Questa operazione, con lingotto incandescente (lavorazione grezza), consentiva la prima laminazione del ciclo che prevedeva l’assottigliamento ed allungamento del lingotto che prendeva forma di barra


ugliesi: un’ identità perduta? in fase di attraversamento nelle gabbie successive con rischi altrettanto gravi per le macchine stesse e per l’incolumità del personale). Dopo questa fase, le barre subivano un calo delle temperature con evidente perdita di plasticità e/o elasticità della struttura molecolare che non consentiva il prosieguo delle successive fasi di laminazione, per cui si rendeva indispensabile una operazione di riscaldamento tramite il cosiddetto “fornello”. In pratica le barre provenienti dalla bonifica delle estremità venivano caricate su un altro piccolo forno, struttura questa atta a contenere barre di adeguate dimensioni e in opportune quantità ed essere così riportate alla temperatura necessaria ad acquisire nuova plasticità per le successive fasi di lavorazione. Si avvia, a questo punto, la vera fase delle operazioni di laminazione previste in quattro operazioni di profilatura su altrettanto quattro diverse “gabbie” o postazioni ( con cilindri di diverse dimensioni posti in successione). La successione delle gabbie era, ovviamente, tecnologicamente predisposta in modo che nelle fasi di avanzamento la barra acquisiva un grado di finitura superiore, dando visibilità al “profilo” fino alla definizione finale della figura “finita”. Ultimato il processo, i profilati subivano una fase di raffreddamento “controllata”; questa operazione, che il processo definiva “placca”, consisteva in una piattaforma composta da rulli che ruotavano (elettricamente) su se stessi con movimento lento e traslatorio per mezzo dei quali ogni

Stivaggio profilati di binari

barra finita, allineata con criterio (insieme alle altre), era obbligata ad un lento e programmato “percorso-trasferimento” durante il quale subiva il processo di raffreddamento richiesto e contemporaneamente veniva trasferita al magazzino stivaggio. Durante la fase di immagazzinamento si eseguivano tutti i controlli tecnici di collaudo previsti e stabiliti dalle norme di produzione (norme I.S.I.). Le varie produzioni (lotti) venivano classificate, certificate e distinte in modo da definire il grado di qualità, la garanzia del prodotto e la “tracciabilità” in tutte le sue varianti. Eventuali difettosità produttive di qualsiasi

natura (prontamente identificate e segnalate) venivano accuratamente analizzate ed eventualmente sottoposte ad analisi di laboratorio. Le anomalie tollerabili, declassavano la produzione a 2^ o 3^ scelta, secondo la gravità dei difetti tollerati. Per i difetti eliminabili (secondo responsi tecnici e di collaudo), specie per produzioni di alto profilo commerciale, si procedeva al risanamento dei profilati con opportune operazioni meccaniche previste con l’adozione di un processo di “finitura”. Una produzione non classificabile, veniva scartata per gravi anomalie e diventava rottame e materia prima per l’acciaieria.

Speciale

adatta alla profilatura ed era eseguita sulla 1^ gabbia o postazione. Vari passaggi (in tempi molto ristretti) tra i cilindri che si stringevano progressivamente, consentivano l’assottigliamento della barra alle dimensioni idonee per affrontare le successive fasi di lavorazione. La successiva fase (la 2^) dopo lo sbozzo, prevedeva la bonifica delle estremità delle barre mediante taglio delle stesse a mezzo di sega elettrica. Questa operazione si rendeva necessaria perché dette estremità, dopo la fase di sbozzatura, subivano una degenerazione strutturale che rendeva indispensabile tale operazione di “sfrido” onde evitare problematiche successive in termini qualitativi e soprattutto di sicurezza operativa (una barra con estremità degenerate poteva produrre gravi problemi

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Il Palasport di viale Aldo Moro e l’area mercatale hanno ospitato la terza edizione della manifestazione che coinvolge gli alunni del I e II Circolo Didattico

FESTA DELLO SPOR LA SCUOLA SCEND

una giornata soleggiata, quella del 26 maggio, che riunisce i ragazzi dei due circoli didattici giovinazzesi, diretti da Angelo Panebianco e Carmela Rossiello nella “Festa dello sport 2011”. Il fine è quello di comprendere l’importanza dello stare insieme rispettando

È

⻬ di Grazia Scioscia

Scuola

le regole anche attraverso la sana competizione sportiva. Teatro della manifestazione sono il Palasport di Viale Aldo Moro e l’area mercatale circostante. La manifestazione, portata avanti anche grazie all’impegno delle co-

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ordinatrici di circolo, Maria Domenica Spadavecchia e Porzia Modugno, si è aperta con il saluto istituzionale del sindaco Antonello Natalicchio accompagnato dall’inno di Mameli. Un match dimostrativo di hockey su pista tra i gio-


RT 2011: DE IN CAMPO

quinte, che si sono esibiti in un torneo di mini-volley, sotto lo sguardo supervisore del prof. Michele Nacci della FIPAV Puglia. Ciascuna squadra rappresentava una nazione del globo terrestre. «La manifestazione sta crescendo e migliorando di

anno in anno - hanno chiosato soddisfatti i dirigenti delle scuole - e la speranza è che, anche nel prossimo, questa festa possa tornare a movimentare il finale di stagione». Il grande entusiasmo degli allievi, l’impegno costante di docenti e dirigenti, la

partecipazione di genitori e parenti, ci fa comprendere quanto sia attesa questa manifestazione, che da tre anni coniuga didattica e attività motorie, promuovendo il rispetto delle regole e la capacità di relazionarsi al prossimo.

Scuola

vani allievi dei due plessi, in presenza dello staff dell’ Afp Giovinazzo, ha dato inizio alle competizioni. Un modo semplice per rendere omaggio allo sport più amato dalla nostra comunità. Poi è stata la volta degli alunni delle classi quarte e

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I CIRCOLO DIDATTICO “S. G. BOSCO” Piazza Garibaldi, 36 70054 Giovinazzo (Ba)

Unione Europea P.O.N. – “Competenze per lo sviluppo” (FSE) P.O.N. – “Ambienti per l’apprendimento” (FESR) D.G. Occupazione, Affari sociali e Pari Opportunità D.G. Politiche regionali

Tel. Direzione 0803942044 Tel. Segreteria/Fax 0803948850 Codice Fiscale 80004640720 Distretto Scolastico n. 6 Cod. Meccanogr. BAEE10600N Mail certificata (PEC): baee10600n@scuolemail.it www.sangiovanniboscogiovinazzo.it

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Dipartimento per la Programmazione D.G. per gli Affari Internazionali – Ufficio IV Programmazione e gestione dei fondi strutturali europei e nazionali per lo sviluppo e la coesione sociale

COMPETENZE PER LO SVILUPPO (FSE) PROGRAMMA OPERATIVO NAZIONALE 2007/2013 “COMPETENZE PER LO SVILUPPO” Fondo Sociale Europeo – Annualità 2009/10 Piano Integrato degli interventi 2010/11 “IMPARARE E... STAR BENE (nonsoloascuola)” Progetti: C-1-FSE-2010-311 F-1-FSE-2010-29 D-1-FSE-2010-133

CONCLUSE LE ATTIVITÀ PON 2010/11

nche nell’anno scolastico 2010/11 il I Circolo Didattico “S. G. Bosco” ha portato a termine con convinzione le impegnative attività didattiche e formative a favore di alunni e genitori, ma anche dei docenti, finanziate con fondi europei. Le finalità delle azioni per cui il Circolo ha operato – e su cui opera già da alcuni anni – sono: la prevenzione di ogni forma di disagio che possa ostacolare l’apprendimento, il miglioramento dei livelli di conoscenza e competenza degli alunni. I percorsi formativi messi in campo in tale direzione per alunni e genitori si sono svolti, negli spazi dello storico edificio scolastico “S. G. Bosco”, in orario aggiuntivo da febbraio a maggio 2011 e sono stati progettati e realizzati in modo tale da risultare parte integrante del curricolo di scuola, con un'attenzione particolare ai risultati conseguiti in termini di crescita di abilità e conoscenze e di miglioramento delle competenze. Le attività sono state gestite da docenti esterni alla scuola, selezionati mediante avviso pubblico e quindi con comprovata esperienza nelle tematiche proposte da ciascun modulo formativo, e da tutor, cioè docenti interni esperti in materia, che hanno affiancato l’esperto ed i corsisti nel miglior andamento delle attività didattiche e formative. Nel nuovissimo laboratorio multimediale intitolato a “Graziella Campagna” e attrezzato nel 2009 con fondi europei 65 alunni di classe 4ª sono stati impegnati nel progetto “Matematica interattiva” (C-1-FSE-2010-311) incentrato sulla matematica applicata all'informatica. Con sapienza sono stati guidati dagli esperti: prof. Mundo Domenico Rosario, prof.ssa Guagliardi Lucia Fabiana, prof.ssa Iacobelli Adele, e dalle inss. tutor Amato Marta Maria, Augurio Anna Duilia e Ditillo Paolina. La nuova palestra della S.G.Bosco è stata teatro di interessantissimi e piacevoli percorsi di attività espressivo-psicomotoria per 65 alunni di classe 2ª.

Scuola

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Scuola

Il progetto, dal titolo “Il corpo e il movimento per esprimersi, comunicare, star bene con gli altri” (F-1-FSE-201029), è stato condotto in modo assai efficace dall’esperta dott.ssa Micchetti Grazia e dai tutor, inss. Marino Giovanna, Riccardi Angela Serena, Camporeale Raffaella, De Candia Marisa, Spadavecchia Maria Domenica, Spagnoletti Maria. Nell’Aula Magna, dotata di un bel palcoscenico e di impianto audiovisivo, 79 piccoli attori delle classi 3e si sono cimentati nel progetto “Mettiamo in scena l'ambiente per imparare ad amarlo e rispettarlo” (F-1-FSE-2010-29). Sono stati proposti 3 moduli formativi di carattere espressivo-teatrale, incentrati su tematiche ambientali-ecologiche-naturalistiche e gestiti da maestri di recitazione come gli esperti Petruzzella Giulia e La Grasta Corrado; gli esperti sono stati affiancati nelle attività dalle docenti tutor Riccardi Angela Serena, Squeo Olimpia, Lobasso Sabina, Monteleone Angela, Amati Maria Annunziata. Fra i percorsi formativi proposti dalla nostra scuola, il progetto "Genitori e scuola: orientare in modo positivo obiettivi ed interventi educativi" (F-1-FSE-201029) ha coinvolto in maniera attiva un gruppo di 27 genitori. In una società complessa e ricca di contraddizioni in cui il ruolo di genitore assume connotazioni di difficoltà e disagio, il dott. Di Gioia, psicoterapeuta, ha offerto al gruppo di genitori iscritti al corso la possibilità di esprimere le problematiche che inevitabilmente emergono nella relazione con i propri figli e di individuare le strategie risolutive più idonee. Le attività del corso sono state realizzate con l'efficace supporto formativo e collaborativo della docente tutor Riccardi Vittoria. I genitori corsisti hanno potuto fruire anche di un efficace servizio di assistenza parentale condotto dalle educatrici Checo Sara e Germinario Titti Ippolita a favore dei loro bambini di differente fascia d’età. Si è così consentito ai genitori di frequentare e partecipare senza disagi di alcun genere. I suddetti progetti, che come detto sono stati tenuti nel periodo febbraio-maggio 2011, si sono concluse con saggi finali degli alunni alla presenza di famiglie e rappresentanti dell’Amministrazione Comunale di Giovinazzo. Altro aspetto cui il Circolo da anni presta particolare attenzione è la formazione dei docenti in campo squisitamente didattico. Per questo, nel periodo ottobre 2010-gennaio 2011, si è tenuto nel laboratorio multimediale “G. Campagna” dell’edificio scolastico “S. G. Bosco” un percorso di formazione sulle nuove tecnologie della comunicazione della durata di 30 ore complessive dal titolo “Le TIC per una nuova didattica delle discipline” (D-1-FSE2010-133) a favore di una ventina di docenti di scuola primaria. Ciò, proprio al fine di accrescere la diffusione della tecnologia informatica e curvarla alla didattica quotidiana per gli alunni. Molto efficace la conduzione dell’esperto del modulo, dott. Mundo Domenico Rosario, coadiuvato dalla tutor interna, ins. Amato Marta Maria. Fra l’altro l’esperienza è risultata funzionale allo svolgimento del successivo progetto C-1 di Matematica per le classi 4e. Visti gli esiti davvero positivi dei progetti europei 2010/11, la scuola ha presentato all'attenzione delle Autorità di Gestione PON del Ministero dell'Istruzione, nuovi progetti formativi che, se autorizzati, consentiranno anche per l'a.s. 2011/12 alla nostra scuola ed alla sua utenza di migliorare e migliorarsi sia per quanto attiene alle conoscenze ed alle competenze sia per quanto concerne l’importantissimo aspetto della formazione della persona. I Docenti del I Circolo Didattico “S.G. Bosco” – Giovinazzo

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Si fa festa per i 40 anni della Parrocchia Maria SS. Immacolata

Arte e Cultura

⻬ PAGINA A CURA di Marzia Morva

UNA COMUNITA’ IN CAMMINO

40 lunghi anni di vita attiva e partecipata sono divenute un vero e proprio impegno. Nel lidella Parrocchia Maria SS. Immacolata rac- bro infatti raccontiamo la storia della vita vissuchiusi in uno scrigno prezioso di ricordi, ta nella parrocchia ieri ed oggi e della sua coemozioni ed immagini quale è il libro “Una co- lonna portante l’Azione Cattolica, per trasmetmunità in cammino” Ed. Insieme ideato, scrit- tere un messaggio intriso di cristianità e di imto e pensato dalle sorelle Anna e Cristina Vol- pegno alle nuove generazioni». All’incontro di picella da sempresentazione pre protagonidel libro, svoltoste attive della si nell’Auditovita parrocchiarium Don Tonile. Si tratta di un no Bello, gli intesto che vuole termezzi musicondividere con Da sinistra: dott. Renato Brucoli, Don Giuseppe Milillo, prof. cali di Gaetano Angelo Depalma e il dott. Vincenzo Castrignano la sua comunità Depalma, Micristiana l’impegno profuso dalle sorelle Vol- riam Gorgoglione e la recitazione di Tommapicella già dal 1971 dalla nascita nella prima so Piscopo si alternano agli interventi del sede della Parrocchia ubicata ai Cappuccini Dott. Vincenzo Castrignano coordinatore citc/o la ex Chiesa di S. Francesco. In seguito per tadino di Azione Cattolica, del Dott. Renato il progetto di espansione urbanistica voluto e Brucoli Editore di Edizioni Insieme, del Prof. curato dall’allora sindaco dott. Franco Milillo Angelo Depalma Presidente del Consiglio Cola Parrocchia si trasferì nel nuovo rione zona munale e di un emozionato Don Giuseppe 167 precisamente ci racconta Ninetta Volpi- Milillo “parroco di sempre e per sempre“ della cella ciò avvenne l’8/12/1986. Da quel giorno Parrocchia Immacolata. «La parrocchia – conla Parrocchia è stata ampliata nella sua strut- clude don Giuseppe – è stata il centro della tura e da sempre il suo parroco Don Giuseppe mia vita con la collaborazione delle AssociazioMilillo l’ha seguita con grande passione, dedi- ni, con il gruppo Scout e con quello di Azione zione e religiosità aperta al sociale. «Voglio ri- Cattolica. Ringrazio tanto Anna e Cristina per cordare in questo giorno di festa Don Tonino aver riportato nel presente un avvenimento che Bello – afferma emozionata Ninetta Volpicella parte da lontano con la nascita di questa par– che allora ci disse “Le mura sono fatte ora bi- rocchia con l’augurio che la nostra comunità sogna fare la comunità”. Per me queste parole continui il suo cammino nella fede».

I

S. Martin Jazz Festival 2011 RASSEGNA DI MUSICA JAZZ NEL CHIOSTRO DELL’HOTEL S. MARTIN azz all’ Hotel S. Martin per quattro appuntamenti con il jazz d’autore. Il 23 giugno ha avuto Jnazzi, inizio la rassegna di concerti nati da una grande passione per la musica di Stefano Romadirettore della struttura alberghiera, di coniugare in un posto così suggestivo una proposta culturale e musicale di grande spessore. L’Hotel sta confermando la sua vocazione ad essere contenitore culturale grazie a questa rassegna di jazz. Gli appuntamenti in cartellone, con posti limitati e su prenotazione, hanno già presentato il 23 /6 il Berardi Jazz Connection alle prese con il terzo album appena pubblicato “Anyway” ricco di un sound poliglotta e della ricerca del groove in ogni sua forma ed espressione. Il 29 luglio si è esibito il trio del pianista jazz Alberto Iovene con special guest Fabrizio Bosso per un jazz di nicchia a metà strada tra melodie solari e morbide ballad languide e melanconiche eseguite al piano da Iovene. L’esecuzione live si fa più ghiotta perché arricchita dagli interventi alla tromba di un leone rampante del jazz italiano ed europeo quale è Fabrizio Bosso. Si proseguirà il 6 Luglio con Robertinho De Paula ed un repertorio di classici brasiliani abbinati a nuove incisioni discografiche e ad un personalissimo sound. La rassegna di concerti si conclude il 14 luglio con Savio’s Tribute to Burt Bacharach dove Savio Vurchio renderà un prezioso e gradevole tributo ad un grande compositore con l’esecuzione live dei suoi successi più famosi.

“DIALOGHI DI TRANI” – Edizione 2011

Protagoniste due pittrici ed artiste care a Giovinazzo ’Associazione Culturale oltre che Scuola di Filosofia ENTUSIASIS ha presentato nelLl’ambito dell’Edizione 2011 della Rassegna Culturale “Dialoghi di Trani”, una serie di iniziative dal titolo “FiKatia Gentile e Katherine Wright losofia in Piazza” dove arte, musica e pensiero sono stati gli elementi cardine all’attenzione del numeroso pubblico che da sempre segue questi appuntamenti. La nostra attenzione si è soffermata sul 10 e 11 Giugno quando due note artiste e pittrici Katia Gentile di Giovinazzo e Katherine Wright americana ma giovinazzese d’adozione, hanno presentato in Mostra le loro nuove opere dedicate al Tempo tema portante di questa edizione della Rassegna.Le suddette serate hanno avuto come oggetto d’interesse varie Letture Filosofiche e nello spazio allestito in Piazza Scolanova le due pittrici hanno illustrato il loro pensiero artistico sul “Tempo”. Katherine Wright ha portato in Mostra i suoi dipinti ad acquerello noti per essere elementi sempre prescelti nelle sue Mostre d’Arte. Il suo lavoro dedicato alle “barche”attraccate al porto hanno attratto l’attenzione dei visitatori ed appassionati. “Nella maggior parte dei miei lavori-afferma la Wright-ho riportato la mia interpretazione direttamente sul foglio, senza disegnare. I dipinti sono il racconto della mia visione. L’illuminazione, il soggetto e l’umore a volte sono dipinti sul luogo, all’aperto,in “plein air”. Katia Gentile ha proposto le sue tele olio su tela a metà strada tra figurativo e nature morte. «Secondo me – ha affermato la pittrice di Giovinazzo – in questa società il tempo è vissuto male per molte persone senza la dignità della contemplazione ed il tempo della riflessione. Oggi lo “Spirito del Tempo” viaggia velocemente sulle ali della tecnologia e del mercato. A mio parere, in tal modo, si produce volgarità ed il volgare ritengo non abbia il senso del bello, non coltiva l’idea della bellezza, non la riconosce». I quadri che la nota artista di Giovinazzo presenta a Trani esprimono in sfaccettature diverse, come lei vive e sente il Tempo che scorre… la Gentile ha trovato ispirazione nei versi di George Steiner... «Nel cuore di una democrazia del rumore, non potremmo tentare di ritrovare il Tempo ed il Silenzio Interiore?». L’arte da lei espressa ha il potere di agire sulle emozioni, far pensare e far riflettere. Per poter cogliere il bello di questa ricerca artistica ci siamo fatti catturare dalla bellezza dell’iniziativa tranese che ha saputo fondere a meraviglia l’arte al pensiero filosofico.

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L’articolo “Dai banchi di scuola al villaggio rom di Japigia - Bari” pubblicato in questa pagina lo scorso mese è da considerarsi a firma di Corsina Depalo


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Tav. 8 “La lastra”.

suto – Vari sono i sistemi di duplicatura dei disegni da ricamo: spolvero - matita – carta copiativa – lastra e i più moderni disegni decalcabili col ferro da stiro. Il metodo più usato dalle maestre ricamatrici giovinazzesi è la lastra (tav. 8). Questa, simile a un leggio, è formata da due lastre

L’arte del ricamo a Giovinazzo CONTINUA DAL NUMERO PRECEDENTE

di vetro: su quella superiore si poggia il disegno con sopra il tessuto che reso trasparente da una luce speculare ottenuta posizionando la lastra verso una fonte luminosa, permette la tracciabilità del disegno. L’oggetto, inoltre permette di eseguire con precisione il disegno sulle grandi superfici di tessuto piegandole a metà. I disegni vengono riprodotti sul tessuto con una comune penna per scrivere intinta in un inchiostro precedentemente preparato dalla maestra di ricamo, diluendo in un bicchiere d’acqua un colorante chimico, il turchinetto, dalle tonalità di azzurro e viola, conosciuto a Giovinazzo come u bluètte. La sua peculiarità consiste nel tenere pulito il ricamo e il tessuto. Lo spolvero – Si ottiene iniziando a disegnare sulla carta velina, quindi con un ago si bucano tutti i contorni; si preme sui fori così ottenuti un sacchetto contenente polvere di turchinetto che lascia il tracciato sul tessuto. Per ultimo si fissa il disegno passando sul foglio un ferro da stiro caldo.

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SABATO 2 luglio DOMENICA 3 SABATO 9 DOMENICA 10 SABATO 16 DOMENICA 17 SABATO 23 DOMENICA 24

Q8 Q8

ERG ERG

ESSO ESSO Q8 Q8

I disegni per il ricamo

RINELLA

da lunedì 27 giugno a domen. 3 luglio

COMUNALE

da lunedì 4 a domenica 10 luglio

DEL PRETE

da lunedì 11 a domenica 17 luglio

D’AGOS TINO

da lunedì 18 a domenica 24 luglio

Le turnazioni hanno inizio alle ore 13.00 e terminano alle 8.30 del lunedì successivo come da nuove disposizioni previste.

di ⻬ Beatrice Andriano Cestari

Tav. 7 “Libretto di modelli”.

La carta copiativa – E’ un metodo semplice: s’ inserisce tra il foglio del disegno e il tessuto un pezzo di carta da ricalco e poi con una matita si passa sul disegno che rimane impresso sulla stoffa. Per tale pratica è bene usare carta da ricalco chiara non scura. I disegni decalcabili – E’ il sistema più semplice di tutti. Si acquistano fogli di carta già disegnati, si applicano sul tessuto e con ferro da stiro caldo si imprime il disegno da ricamare. I ricami su tessuti pesanti e sulla maglieria si eseguono applicando una carta velina disegnata su cui si fissano punti che prendono anche il tessuto o la maglia. Al termine va eliminata. Vi sono poi ricami che si

formano direttamente sulla stoffa sfilando la trama, come si è già descritto, o contando i fili come il mezzo punto, il punto antico e il punto croce usando preferibilmente tessuti a trama larga. Queste tecniche hanno per riferimento i disegni prestampati di cui i più famosi sono gli imparaticci o samplers (tav.), pannelli con un repertorio di motivi, fregi, lettere dell’alfabeto e cifre che servivano a “segnare” la biancheria. Colorati, ricchi di simbologie, a volte di grande semplicità a volte molto raffinati, si incorniciavano e si appendevano alla parete. Nella loro esecuzione si sviluppava la fantasia e s’imparava a conoscere le lettere dell’alfabeto ricamando.

Tradizioni

er la sua lavorazione il ricamo necessita di una fonte di disegni da riprodurre che le clienti scelgono dal vasto campionario in dotazione dei laboratori di ricamo. Per tale uso nacquero i “Libretti di modelli” e poi i “Campionari”. Autrici furono a volte le stesse ricamatrici che si servirono per trasmettere anche i vari punti e le tecniche. La stampa dei libretti, il più antico dei quali è intitolato il “Buratto”, pare risalga agli inizi del 1500; ebbe tale diffusione da estendersi all’estero. La loro produzione è continuata nel tempo trasformandosi in riviste specializzate nel settore (tav. 7 ). I metodi di trasferimento dei disegni sul tes-

Errata Corrige Nella descrizione dello sfilato siciliano della 3° puntata de “L’ARTE DEL RICAMO A GIOVINAZZO”, è assente il passaggio dell’incatenatura dei fili sfilati che si esegue col punto cordoncino. Nel correggere questa mancanza mi scuso con le lettrici.

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Lo spazio in 2D Nel fiorire della tanto attesa “bella stagione” si avverte la necessità di trascorrere sempre più tempo all’aperto e così, non solo le bucoliche terrazze dei più fortunati, ma anche le salette dei locali del centro si attrezzano per vivere all’esterno, sul mare o nelle piazze. Anche gli spazi esterni meritano di diventare luoghi da vivere, ospitali ed eleganti come gli interni di una casa o di un locale, ma richiedono qualche accorgimento in più affinchè non alterino gli scorci straordinari del nostro paese. Stare all’aperto, in terrazza o al tavolo in una piazzetta del centro, ci rende parte integrante del luogo che ci ospita: è proprio questo il fascino dell’outdoor e, a mio parere, sarebbe un controsenso ricercare la privacy dietro finti rampicanti. Molte sono le componenti che analizzeremo e che possono caratterizzare un ambiente, dai materiali per le strutture e finiture, alle piante tipiche mediterranee, dalla tecnologia dei sistemi di illuminazione ad ogni singola componente di arredo.

Caso 4 – LE STRUTTURE OMBREGGIANTI La cosa fondamentale da garantire quando si è all’esterno è il comfort climatico nelle ore più calde mediante strutture ombreggianti fisse o amovibili [pergolati, pergotende, brise-soleil, vele ombreggianti, tensostrutture]. Strutture troppo chiuse, per evitare pioggia e vento, rischiano di generare una spiacevole sensazione di cappa di calore. L’ideale sarebbe utilizzare strutture schermanti orizzontali il più possibile flessibili per adeguarsi alle repentine variazioni climatiche estive.

• Le pergotende, sistemi di copertura mobile con una buona tenuta al vento, consentono la protezione dal sole e dalla pioggia e ritraendosi permettono di restare sotto il cielo aperto nelle serate afose. • Un’alternativa alla tenda può essere il brise-soleil orientabile manualmente o con sistemi motorizzati, anche dotati di azionamento automatico in caso di pioggia. In tal modo è possibile ottenere contemporaneamente un’efficace ventilazione, un piacevole riparo dai raggi solari ed una ottima tenuta all’acqua. • Le vele ombreggianti autoportanti, anch’esse avvolgibili manualmente o motorizzate, sembrano galleggiare nell’aria: non proprio per tutti ma, dovendo scegliere, io non avrei dubbi.

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La sicurezza in strada ai come negli ultimi tempi la sicurezza stradale è diventata un tema di attualità a causa di molti episodi incresciosi verificatisi proprio per non aver rispettato la segnaletica. Per qualcuno potrebbero sembrare delle inutili regole, ma fermarsi quando c’è il semaforo che segna rosso, non percorrere una strada con divieto di accesso e dare la precedenza a chi ne ha diritto ti salvano veramente la vita. Questo mese i nostri piccoli giornalisti hanno evidenziato l’importanza di far conoscere meglio e a tutti l’educazione stradale.

M ⻬ di Alessandra Loconsole

I piccoli giornalisti in carriera

Norme di sicurezza appiamo tutti, ormai, che nella società in cui viviamo c’è un enorme esigenza da parte di tutti, di tranquillità e sicurezza. In questo però non c’è ausilio da parte della gente che, nel via vai e nella fretta di tutti i giorni, dimentica anche il colore del semaforo che permette all’automobilista, ciclista, ecc, di procedere lungo la strada. E’ anche vero che molte volte i semafori non funzionano o sono in ristrutturazione, quindi, lasciano libertà agli “INCROCI” di causare disguidi, incidenti, lotte verbali tra pedoni e automobilisti che presto arrivano ai fatti, e naturalmente se il semaforo è guasto o in “lavori in corso”, i vigili urbani dovrebbero vigilare sull’incrocio, magari con segnali manuali, come previsto nel codice del-

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la strada. Però perché lamentarsi dei semafori? E’ sciocco soprattutto per Giovinazzo, Paese in cui sarebbero milioni le multe da pagare, le patenti da togliere per passaggio con il rosso, ma quando entra in gioco la giustizia, viene toccata l’opinione pubblica negativamente. Viviamo in un mondo dove è moda ormai trasgredire le regole e le leggi. Tutto ciò mentre in auto con i propri genitori, un bimbo dice a questi ultimi: “SCUSATE MA … NON HO CAPITO BENE LA DIFFERENZA TRA ROSSO E VERDE.” Ma pensandoci bene, perché lamentarsi, perché parlare, discutere, cercare di cambiare, in fondo è questa ormai la nostra VITA QUOTIDIANA!!! Domenico Bavaro

Belli e bravi in bicicletta Q

uando siamo in bicicletta, dobbiamo sempre rispettare la segnaletica stradale, compresi divieti e doveri come fermarsi allo stop dando la precedenza a destra e a sinistra, non imboccare la strada controsenso o andare contro mano. Bisogna segnalare con un braccio la direzione (destra o sinistra) che si vuole prendere, procedere sulla carreggiata all’ estrema destra ed in unica fila o, quando la viabilità lo consente, non più di due affiancati; transitare sulle piste ciclabili quando queste sono presenti sempre una mano sul manubrio in modo da poter compiere prontamente e facilmente le manovre necessarie. In presenza di minori di 10 anni, come noi, i nostri genitori devono tenerci alla loro destra per proteggerci. Se le condizioni del traffico sono intense ci si comporta come un pedone, conducendo la bicicletta a mano. I nostri amici animali possono essere trasportati solo in appositi contenitori ed è vietato trasportare altre persone sulla bicicletta a meno che non si sia maggiorenni ed il trasportato sia inferiore agli 8 anni e sia alloggiato nell’apposito seggiolino omologato. Dobbiamo sempre ricordarci che per fermare la bicicletta occorrono spazio e tempo: solo così si possono evitare improvvisi ostacoli e non dobbiamo fare acrobazie. Dobbiamo anche ricordare l’obbligo del casco per i minori di 14 anni e di dotare le nostre biciclette, oltre che di campanello, dei dispositivi catarifrangenti e luminosi, richiesti dal codice,per circolare in città. Per quanto riguarda i rollerblade, monopattini e gli skateboard questi non sono utilizzabili su strada, ma solo su spazi riservati. Chi utilizza questi ultimi deve essere dotato, oltre che di casco, anche di ginocchiere e gomitiere. Francesco Saverio Masellis


siste una forma di "linguaggio" che alla pari dei numeri e delle lettere è conosciuta in tutto il mondo: si tratta della segnaletica stradale, che pur variando da Paese in Paese conserva alcune tipicità che la rendono comprensibile, anche se le persone si trovano a migliaia di chilometri da casa loro. E' il caso, tanto per fare un esempio, del cartello esagonale rosso che in qualunque Stato estero rappresenta il segna-

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questo mese fa gli auguri a...

le di "Stop"; oppure della freccia azzurra che indica il "senso unico" o ancora la linea bianca di delimitazione della strada. Eppure, alcuni sembrano “non vederli”. È fondamentale rispettarli per il semplice fatto che il non considerarli è la più frequente causa d’incidenti. È semplice! Quindi occhi aperti e rispettate i segnali!!! Filippo Molinini

Auguri al nostro simpaticissimo Andrea Dagostino per l'inizio della sua accademia militare. Auguri alla giovane ANNA DI NATALE in occasione della sua Cresima ricevuta l’8 Maggio nella parrocchia S. Giuseppe. Di contorno alla festa, la gioia di avere a fianco tre generazioni: in primo piano la bisnonna Francesca Tatulli in Destasi, la nonna Anna Destasi in Fiorentino, la mamma Antonella Fiorentino in Di Natale. Quattro generazioni insieme, in un giorno di festa, di un viaggio che attraversa la tua vita è un privilegio per pochi. Assapora e vivi intensamente questi momenti Anna augurandoti di viverne tanti altri insieme ai tuoi cari!

SULLA STRADA IN SICUREZZA

Effettivamente o Gnuno di Noi Attraversasse iL propr Io pae Se seguendo le nos Tre Regole della strada Auto e pedoni an Drebbero m A anche bici sul Le vie Antonio Caccavo s Icuri

I piccoli giornalisti in carriera

L’importanza dei segnali stradali

Acrostico Se

La notte del 2 luglio tutte le stelle brilleranno per te e la più bella cadrà per esaudire i tuoi desideri. Auguri piccola MARIKA per il tuo 6° compleanno. Mamma, papà, Davide, parenti ed amici I genitori Anna Maria e Nino Turturro insieme al fratellino Michele festeggiano con amici e parenti il 1° anno del loro raggio di sole NADIA.

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Una provocazione, una sfida, un esperimento... svuotare gli armadi e rimanere felici

⻬ di Don Nicola Gaudio

COME ESSERE FELICI SENZA IL SUPERFLUO

il nome del movimento fondato da un italo-americano Dave Bruno.

È

Un progetto di liberazione dal consumismo. Quanti oggetti inutili sono ammucchiati nel nostro armadio? A questa domanda banale possiamo rispondere con una sfida: eliminare il superfluo e vivere con semplicità. L’ inganno del possesso non è scoperta recente. Si rifà al Vangelo che ha ispirato tanti asceti, ordini mendicanti, tanti santi come San Francesco d’Assisi. Ma non è soltanto un progetto spirituale , è anche una trasposizione laica di una vita felice e consapevole attraverso

FRATRES

GIORNATE DI RACCOLTA DI SANGUE

Giovinazzo - Via Marconi n° 9

LUGLIO 2011

04/07/2011 - Lunedì: dalle 08.00, alle 10.00 10/07/2011 - Domenica: dalle 08.00, alle 12.00 18/07/2011 - Lunedì: dalle 08.00, alle 10.00 N.B. Le date e gli orari sono suscettibili di variazioni dettate da esigenze del Centro Trasfusionale. Per qualsiasi informazione siamo a disposizione presso la nostra sede in Via Marconi, 9. Tel./Fax 080-3947733

In memoria di...

Riflessioni

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PAOLO STUFANO 7-6-1944

7-7-2010

Sempre si prodigò per il benessere della famiglia. Esempio di altruismo e di bontà infinita. Lascia di sè un profondo ricordo.

tre passaggi: riduci le tue cose, rifiuta altri oggetti, ridefinisci le tue priorità. Fin qui la teoria, ma la pratica? La sfida delle cento cose è una reazione alla cultura del consumismo, che fa vivere nel costante desiderio di comprare sempre più cose senza che queste possano mai indurre un autentico senso di soddisfazione, è un’occasione esemplare per riflettere sugli effetti positivi del rifiuto del consumismo e sperimentarli nel concreto. Il surplus della vita moderna è la corsa all’acquisto sull’onda della pubblicità e dell’emulazione: siamo incredibilmente abituati a circondarci di oggetti, ad accumulare per anni e decenni. Consumare il meno possibile è una liberazione dallo stress e una scelta che educa le generazioni future a vivere serene con poco. Si comincia dagli armadi dei vestiti, visto che di capi di abbigliamento ne possediamo sempre tanti. Ridurre il proprio guardaroba è il primo gesto che ti dà la forza per proseguire con le cose e gli oggetti che hai nel resto della casa. Buttare via tanto ti vaccina contro la tentazione di comprare ancore più di prima. Dopo qualche mese anche le tue abitudini di consumatore cominceranno a cambiare. Gli oggetti devono essere utilizzati, le persone devono essere amate. Peccato che la nostra società faccia pro-

prio il contrario. Cosa dite? Si può partire anche da noi? Sarebbe bello cominciare con le pulizie di primavera, viste con occhio nuovo, e pure con occhio nuovo guardare quelle offerte speciali e tutti gli altri ammiccamenti della società dello spreco che certe volte ci inducano a comprare oggetti che non useremo mai. La lotta allo spreco deve diventare regola di vita per tutti noi; abbattere il superfluo in qualsiasi campo o settore è una risposta sensata ai problemi del nostro vivere quotidiano.

«La vita giocatevela bene, non bruciatela, ci dice don Tonino. Il rischio che potete correre è che invece di raggiungere orizzonti larghi vi incastriate poi in un labirinto, in una prigione, da cui poi si fa fatica ad uscire. Andiamo alla ricerca di obiettivi. che pensiamo ci debbano liberare, e invece ci mettono proprio loro in prigione. Vi auguro che possiate veramente amare la vita , amare la gente, amare la geografia, amare la terra a tal punto che il cuore vi faccia male, e vi auguro che veramente vi faccia male ogni volta che vedrete nuove oppressioni, nuove ingiustizie, nuovi stermini della natura, ogni volta che sentirete il grido violento che si sprigiona dalle turbe dei poveri. La bellezza di Dio e la bellezza dell’altro salveranno il mondo. Sia pure nel vostro piccolo abbiate sempre rispetto dei volti, abbiate sempre il rispetto delle persone, il rispetto dei luoghi, abbiate sempre la cura della bellezza che non è qualcosa di effimero. Coltivate la bellezza del vostro volto, anche quando avrete 80 anni. Coltivate la bellezza del vostro corpo. la bellezza del vostro vestire cioè l’eleganza non fatta di abiti firmati, ma quella della semplicità. Non c’è ricchezza né denaro al mondo che ripaghi di questo. Vi auguro la scoperta di Dio nelle cose più belle che Lui ci dona, l’intuire la sua presenza che fa miracoli ogni giorno e che non sappiamo cogliere, la scoperta non della sacralità, ma della santità di tutte le cose».


Oro Banx Palo, dove i giovinazzesi scrivono la storia S

Una fama che potrebbe finalmente essere rinverdita, ora che Giovinazzo ha riguadagnato il diritto a disputare

un campionato regionale (grazie alla Confiditalia del patron Lucio Palmiotto, neopromossa in serie D): «A Palo

abbiamo trovato una dirigenza serissima ed un piano di crescita costante, calibrato sulle potenzialità offerte dal paese e sulle effettive possibilità alla portata della società – rimarca De Candia, che dell’Oro Banx è il capitano – Un progetto esportabile anche a Giovinazzo, specie ora che la vittoria del torneo di Prima Divisione ha ridato slancio al movimento. Ci piacerebbe farne parte, un giorno, ritrovandoci tutti assieme con la maglia del nostro paese. Adesso, però, abbiamo una B2 da difendere, a pochi chilometri da casa».

di ⻬ Filippo Luigi Fasano e di ⻬ Italo Cinquepalmi

Trofeo dell’Adriatico, falsa partenza per l’Assovogatori ⻬ di Gianluca Battista ed Italo Cinquepalmi

L’equipaggio giovinazzese solo quinto nella prima tappa di Brindisi artenza ad handicap per l’Associazione Vogatori “Massimo Cervone”, nella sesta edizioP ne del Trofeo dell’Adriatico, manifestazione itinerante riservata ad imbarcazioni a dieci remi. Nella prima regata tenutasi a Brindisi domenica 19 giugno, infatti, l’equipaggio biancoverde è arrivato solo quinto, dopo aver disputato una prima manche sottotono. Successo di tappa per la sorpresa Martinsicuro, che ha preceduto i padroni di casa dei Remuri, campioni uscenti della manifestazione ed accreditati alla vigilia dei migliori tempi. Terzi i laziali di Gaeta, prima squadra tirrenica ad essere ufficialmente inserita dal Centro Sportivo Italiano nell’elenco delle partecipanti. Quarti i Vogatori Molfetta. A chiudere la classifica, alle spalle dell’Assovogatori, i molisani di Termoli. Il rammarico più grande per Peppino Cervone, patron del sodalizio di Cala Porto, è quello di «aver disputato una prima manche pessima. Bisogna lavorare molto - ha chiosato - e capire le ragioni di una gara così condotta». La prova dei veterani è apparsa sotto le aspettative, mentre meglio hanno fatto le nuove leve impegnate nella seconda parte di gara. Non è tuttavia tempo di abbattersi. Domenica 3 luglio, infatti, si torna a remare nelle acque di Termoli, mentre la settimana dopo sarà la prima volta del Trofeo dell’Adriatico nel mar Tirreno, quando ad ospitare il tour saranno i laziali di Gaeta. Il 24 luglio sarà la volta di Molfetta, mentre il gran finale si terrà in Cala Porto, domenica 7 agosto, con la concomitante assegnazione della Regata dei Gonfaloni. Cambia anche il lotto delle partecipanti: dopo il forfait del Bari 1894, subentrano Martinsicuro e Gaeta, già protagoniste nelle acque dell’alto Salento. Per i biancoverdi giovinazzesi ci sarà molto da lavorare, ma l’impressione è che la freschezza dei più giovani possa portare a risultati discreti. Testa bassa e remare, il Trofeo dell’Adriatico è appena agli inizi.

Sport

i chiama Oro Banx Palo, ma i carati sono tutti giovinazzesi. Sono ben cinque ed hanno contribuito tutti da protagonisti alla storica promozione della locale società di pallavolo maschile in B2, la quarta categoria nazionale: i 27enni Corrado De Candia, alzatore e capitano, e Nicola Labianca, martello; i centrali Fabrizio Fiorentino, 25 anni, e Nino Gagliardi, 28; il libero 30enne Ugo Magarelli. Tutti forgiati da Mimmo de Ceglia in quella fucina di talenti che era la Volley è Vita e poi affermatisi lontano da Giovinazzo, che non ha neppure avuto il tempo di goderseli in una prima squadra, almeno per una stagione. Ad eccezione del solo Magarelli, il più esperto, già in organico nelle ultime stagioni di B della Libertas, quando in panchina c’era Dino Fiorella. Per vincere tutto ciò che si poteva vincere nel massimo torneo regionale (assieme alla vittoria dei playoff di C è arrivata la Coppa Puglia) la società della presidentessa Francesca Achille li ha riuniti tutti e cinque, usato sicuro di una categoria che va loro decisamente stretta, visti i recentissimi trascorsi in cadetteria, fra Bari e Manfredonia, di molti di loro: «Si tratta di ragazzi di spessore che l’Oro Banx ha solo contribuito a valorizzare ulteriormente – osserva il direttore tecnico Vito Antonio Savino – Quando abbiamo deciso di allestire una squadra di primissimo piano, sapevamo di puntare su elementi di elevato rendimento, provenienti da una scuola fra le migliori della provincia e da una paese di grandi tradizioni pallavolistiche».

Cinque ragazzi di casa nostra protagonisti di una storica promozione in B2 di pallavolo maschile

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Centro Sportivo Netium: una stagione di soddisfazioni nche quest’anno il Centro Sportivo Netium continua a sfornare campioncini e a raggiungere traguardi prestigiosi sotto la guida tecnica dell’allenatrice Francesca Alloggio e la direzione di Lorenc Feleqi. Nei campionati invernali regionali brillano l’oro nei 100 delfino e il bronzo nei 200 delfino di Cristian Damiani. Bene anche Gianluca Capogrosso, protagonista di alcuni piazzamenti di rilievo. Buoni anche i risultati ottenuti nella categoria Propaganda, con dodici atleti guidati dal tecnico Stefano Natalicchio. Nella gare disputate dai ragazzi nati tra il 2002 e il 2004 a livello nazionale da ricordare l’importante argento ottenuto da Andrea Marzella. Ottimi anche i piazzamenti

A

ottenuti dagli atleti delle classi comprese tra il 2000 ed il 2002, in particolare modo Luciano Pignatelli e Fabio Pellegrini. Sbocco naturale dei giovani atleti della Netium, per gareggiare fra gli Assoluti, è la società Apulia Nuoto, barese solo nominalmente, che pullula di atleti giovinazzesi: di assoluto prestigio il primo posto negli ultimi campionati regionali di squadra, che hanno visto, fra gli altri, disimpegnarsi alla grande giovani promettenti come Bulzis, Chieppa, Gilione, Raffaele, Immediato, sotto la guida dell’allenatore Girardi. Notevoli anche i risultati conseguiti a livello individuale al meeting internazionale Sette Colli di Roma, dal 16 al 19 giugno scorsi, dove Isabella Sinisi ha conquistato un quarto ed un sesto

Calcio, due 17enni nel mirino del Vicenza

posto, rispettivamente nei 1500 e negli 800 metri. Benissimo, nell’appuntamento capitolino, anche Elena Di Liddo, medaglia di bronzo sui 100 farfalla, e Jennifer Martiradonna, forte di un dodicesimo posto nei 100 farfalla e di un undicesimo sui 200 nonostante l’agguerrite concorrenza di numerose campionesse mondiali. Un viatico incoraggiante per gli Europei Juniores in programma a Belgrado dal 5 luglio. Questa stagione, inoltre, la Netium ha deciso di dedicarsi anche al nuoto pinnato. Con ottimi risultati da subito, visto lo splendido primo posto nei 4x100 stile della compagine formata da Gianluca Capogrosso, Cristian Damiani e Damiano Tempesta. Al decimo meeting nazionale “Trofeo Giovani speranze” di speed swimming, fra gli Esordienti B, si è invece distinto il nuotatore Emanuele Patierno con un sesto ed un settimo posto, rispettivamente nei 50 e nei 100 metri. Nella categoria Master (over

Tra i fiori all'occhiello del centro diretto da Lorenc Faleqi i risultati ottenuti con i Master e la sezione di nuoto pinnato

25), autentico fiore all’occhiello dell’attività sociale, svetta l’ultrasessantenne Antonio Spadavecchia in un gruppo nutritissimo composto da ben cinquanta atleti ed in continua espansione. Da rimarcare anche la prosecuzione del rapporto di collaborazione con l’Associazione Onlus Gargano 2000, che permette di far allenare nella struttura numerosi ragazzi diversamente abili, provenienti anche dai centri limitrofi. Sotto la guida di Nicola Scivetti tutti si son ben comportati nei campionati Italiani di nuoto, svoltisi a Montecatini Terme dal 12 al 15 maggio, conquistando il miglior medagliere del CentroSud: sugli scudi, ancora una volta, Rosanna Stufano ed Italo Oreste, entrambi campioni italiani e nazionali juniores. Netium è insomma sinonimo di una realtà sportiva affermata, ma soprattutto di felice connubio tra agonismo e attività sociale.

di ⻬ Anna Rita Fasano

⻬ di Anna Rita Fasano

nonostante la bufera che sta investendo il mondo del dio pallone, c’è un motivo per sorridere ed essere orgogliosi. A farci gonfiare il petto sono il trequartista Pietro Camporeale e il tornante Francesco De Palma, entrambi classe ’94. I diciassettenni in forza alla Polisportiva della presidente Tonia Baldassare hanno effettuato un provino per il Vicenza Calcio lunedì 30 e martedì 31 maggio. I ragazzi dell’entusiasta Fiorello son stati autori di una prestazione degna di nota, distinguendosi positivamente pur essendo al cospetto dei ragazzi più scafati della Primavera biancorossa, tra i quali anche qualche calciatore già pronto per la serie cadetta. E chissà che la casacca che tanta fortuna ha portato al Paolo Rossi Mundial e al Divin Codino, Roberto Baggio, non possa diventare presto la loro divisa.

Taekwondo, Fabio Emiliano vola in Georgia per gli Europei all’Italia all’Europa. Fra pochi giorni Fabio Emiliano, D 14enne agonista di taekwondo di belle speranze, cercherà di replicare su scala continentale il titolo nazionale nella categoria Cadetti, per la soddisfazione del Maestro Marcello Turturro dell’omonima scuola. La partenza per Tbilisi, in Georgia, sede dei Campionati Europei di disciplina, validi per le qualificazioni alle prossime Olimpiadi Giovanili di nuova edizione è in programma martedì 5. L’ appuntamento in gara due giorni più tardi: il nostro augurio è quello di dedicargli ampio spazio sul prossimo numero di in Città.

Sport

on sono giornate N splendide per il calcio italiano, ma a Giovinazzo

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Tredici e dieci anni: il maggiore è un ballerino provetto, il minore un centauro-prodigio ⻬ di Filippo Luigi Fasano e di Anna Rita Fasano

Alessio ed Ivan Russo, due fratelli nati per la pista

e la storia dello sport è piena di fratelli affermatisi nella stessa disciplina (le Williams nel tennis, gli Abbagnale nel canottaggio, i Baresi nel calcio), più difficile è trovare un cognome conosciuto su campi diversi (l’eccezione più frequente è la coppia formata da un calciatore ed una pallavolista, come per le famiglie Buffon e Okaka). Ci provano oggi i fratelli Russo di Giovinazzo, due talenti in sboccio in competizioni così diverse e pur simili, per la concentrazione che reclamano: Alessio, 13enne, è un

S

campione di latino-americano, Ivan, di tre anni più piccolo, è un centauro-prodigio. Il fratellino minore è quello che gareggia da più tempo. Galeotta fu la minimoto regalatagli per il suo quinto compleanno: qualche mese dopo, incoraggiato dallo zio Antonello, Ivan sfrecciava già sui circuiti privati, mettendosi alle spalle ragazzi più grandi di lui. Stessa storia sulla MiniGP, tanto da non passare inosservato ai selezionatori di Honda Italia, Hrg e Team San Carlo, che l’hanno scelto, assieme ad altri diciassette giovani piloti (lui nato nel

Circolo Tennis Renna, un bilancio positivo ⻬ di Anna Rita Fasano

La permanenza in C ed l trionfo della squadra femminile i fiori all’occhiello della stagione appena conclusa più che positivo per il Circolo Tennis “Marcello Renna”, Bilancio nella stagione agonistica appena trascorsa. La rappresentativa di C guidata dall’esperienza del Maestro

Sport

Nicolaescu ha raggiunto a stento la salvezza dopo i play out ed ora il Presidente Vito Renna ed il suo staff son già alla ricerca di rinforzi per una permanenza più sicura nel prossimo anno e magari per essere in grado di puntare anche a qualcosa di più ambizioso. La serie D2 ha avuto, invece, ha avuto un sapore agrodolce per i tennisti del Circolo: se De Bari e compagne hanno dominato il girone unico conseguendo cinque vittorie in altrettanti incontri, guadagnando così agevolmente l’accesso alla fase regionale, nel girone C della serie maschile, i ragazzi hanno inanellato una serie di sconfitte, che da subito hanno tarpato le ali ad ogni ambizione della squadra. I primi due punti son arrivati solo alla penultima giornata e vanificati dalla sconfitta dell’ultima partita contro gli Amatori Tennis Molfetta: troppo tardi, quindi, per garantirsi l’accesso alla fase successiva e conseguendo un tranquillo terzo posto. L’esordio in C quindi è comunque positivo, mentre la deludente stagione della squadra maschile in D2 servirà sicuramente a non ripetere gli stessi errori nella prossima stagione. Sorprendentemente positivo, invece, il campionato delle ragazze, le cui avversarie della fase regionale si dovrebbero conoscere solo a settembre.

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2001, tutti gli altri nel 1998), per un progetto di crescita agonistica mirato a valutarne la crescita: quest’anno, a bordo di una NF100, sarà impegnato in cinque piste, da Corridonia a Castelleto di Branduzzo, da Viterbo a Latina passando per Sarno, con l’auspicio che possa bruciare le tappe anche in questa circostanza e guadagnarsi, un giorno neanche troppo lontano, un posto in MotoGP. Le attenzioni di mamma Maria e papà Michele sono però contese anche dal figlio maggiore, Alessio: ha iniziato per gioco pure lui nel ballo, quando di anni ne aveva dieci,

nella Illuzzi Dance School, ed ora che ne ha tredici è bravo abbastanza per ritagliarsi uno spazio, con la sua compagna Antonella Carrieri, fra le coppie più brave d’Italia: alla fine dello scorso maggio, sono arrivati quinti (su settantacinque) nelle finali di categoria, dopo il titolo di campioni regionali e due podi conquistati nella quarta e quinta tappa del campionato italiano. Due ragazzi che sembrano nati per la pista, Alessio ed Ivan: uno per ballarci, l’altro per correrci in moto. E che non hanno nessuna voglia di fermarsi, ora che i risultati incoraggiano la loro passione.


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