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Periodico promosso dall’Arciconfraternita Maria SS. del Carmine - Giovinazzo - Registrato presso il Tribunale di Bari al n. 1307 in data 20/1/1997 Spedizione in A.P. 70% Filiale di Bari - Anno XIV - N. 8 Agosto 2010 - Euro 1,50


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C. & T. COSTRUZIONI s.r.l.

t i l a n o i s s e f o r La p ! a u q a t i b a Ă


PERIODICO PROMOSSO dall’Arciconfraternita Maria SS. del Carmine Registrato presso il Tribunale di Bari al n. 1307 in data 20/1/1997

Direzione, Redazione e Amministrazione Via Cattedrale, 38 - 70054 Giovinazzo (Ba) Tel. 340 1062022 E-mail: fidatto@libero.it Orari di apertura sede: Lunedì, mercoledì, Venerdì: ore 18,00/20,00 Padre Spirituale Don Nicola Gaudio Presidente Paolo Lasorsa Direttore Responsabile Filippo D’Attolico Segretario Luigi Verzillo Redazione Gianluca Battista, Girolamo Capurso, Giuseppe Dagostino, Giuseppe Dalbis, Nicola Miccione, Marzia Morva, Filippo Luigi Fasano, Claudia Serrone Collaboratori Fedele e Mauro Capurso, Andrea Cervone, Mariapia D’Attolico, Francesco Mondelli, Armando Palmiotti, Rachele Panarelli, Grazia Scioscia, Gabriella Serrone, Marilisa Sisto, Antonella Sollecito, Dario Verolino I piccoli giornalisti in carriera Alessandra Loconsole, Filippo e Gianluca Molinini, Luca Morea, Vincenza Pastoressa, Giuseppe e Michele Robles Corrispondente estero Frank De Santis Responsabile fotografie Nicola Marinelli Responsabile archivio Michele Amoia, Domenico Stufano (347.8904775) Responsabile estero Beatrice Andriano Cestari Responsabili giovani Marilisa Sisto Responsabile abbonamenti Giuseppe Dagostino (Tel. 340 2571077) Responsabile pubblicità

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Chiuso in tipografia il 27 luglio 2010

Questo periodico è associato

Speciale (pag. 9)

Ma è proprio questo il turismo che ci interessa? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 Lettere al Direttore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 Quando la politica nostrana si rivela spartizione di potere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

Questo presidente non s’ha da rifare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 Speciale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

Il fatto del mese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Porteremo la raccolta differenziata al 25%!!! Scusate... stavamo scherzando . . . . . . . . 16 L’erba del vicino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 Le fontanine di Giovinazzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 Una festa al Minimo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Giovinazzo si tinge di legalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24

Piccoli musicisti crescono... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 Arte in trilogia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26

Al via la rassegna teatrale “Senza Sipario” del G.T. Moduloesse . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27

A.GE.B.EO e amici di Vincenzo - Onlus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 Le barche di Santa Maria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29

Avere fede? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 Sempre con noi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31

I piccoli gionalisti in carriera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 Addio GS ed Atletico, ecco il Futsal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34

Trofeo dell’Adriatico, un’estate di transizione per la “M. Cervone” . . . . . . . . . . . . . . . 35 È giovinazzese il Maradona del calcio elettronico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36


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Ma è proprio questo il turismo che ci interessa?

N. 8 - Agosto 2010

di Filippo D’Attolico

Editoriale

T empo di vacanze o no, Giovinazzo è ormai diventata città delle grandi invasioni. Non si può più dire che sia solo l’estate

che muova le popolazioni del circondario per venire a trascorrere un momento di relax o per sperimentare la cucina di questo o quel nuovo locale che a ripetizione si inaugurano. Il “serpentone” che vi si propone a pag. 9 di questo numero, contrariamente a qualche anno addietro, non costituisce un fenomeno stagionale o di circostanza per qualche speciale avvenimento, ma è ormai continuo di ogni giorno. Per contro la città, sorpresa da tanto assalto, rimane incapace ad affrontare un tale affollamento incontrollato né mostra un qualche segnale di organizzazione di vigilanza civica, se non altro per scoraggiare anche qualche atto vandalico che pur di frequente si registra. E già perché Giovinazzo si congestiona in men che meno: le strade cittadine, insufficienti a sostenere si gran mole di movimentazione di autovetture, si trasformano in snervanti percorsi di gimcana di mezzi senza luoghi di riferimento di parcheggio o di sosta autorizzata. Incapacità gestionale, mancanza di personale, inadeguatezza di servizi, sono le cause di un pur minimo standar di accoglienza che Giovinazzo non riesce ad offrire al turista che la visita. Senza poi dire dei soprusi da cui viene afflitta per essere diventata nella comprensione di chi la frequenta spesso terra di dominazione e di scorribande, anche in ore non notturne. Tanti i fenomeni di aggressione alle cose pubbliche, molti gli episodi che esprimono un senso di inciviltà di cui vantarsi, una tendenza comportamentale singola e di gruppo a cui ci stiamo abituando, quasi che è propria del nostro sistema di vita. Ma è questo il target turistico che merita Giovinazzo? Ero seduto con degli amici, qualche sera fa, in un noto bar al centro della città. Stavamo chiacchierando gustandoci una bibita per combattere la calura che ci stava tormentando, quando ho assistito ad un episodio significativo che non posso mancare di raccontarvi. Occupava un tavolo al nostro fianco Alessandro Haber, anch’egli in compagnia. Eravamo tutti intenti nelle proprie conversazioni quando l’addetta al parcheggio si accingeva a verbalizzare la mancanza del ticket di sosta di una autovettura. Ebbene, i nostri vicini le si sono rivolti quasi inorriditi per la “strana” iniziativa che l’agente stava compiendo. Inutili le rimostranze dell’operatrice la quale sosteneva di aver già segnalato l’obbligo previsto dal regolamento e tollerato fin troppo quella anomalia. Non ha vinto il buon senso né la logica del rispetto delle regole di convivenza civica perché il tutto si è risolto con un atto di vera prepotenza. L’auto in difetto sugli spazi a pagamento è stata spostata e parcheggiata sulle strisce gialle sotto il Palazzo di Città. E così la controversia ha avuto fine. Sono rimasto nelle vicinanze fino a sera, ma non c’è stato alcun intervento dell’autorità competente a rilevare l’abuso e, se non proprio a multarla per l’occupazione indebita di detti spazi, magari a farla allontanare da quel sito inibito. L’auto è rimasta lì ferma a lungo con il segnale lampeggiante acceso. Che dire! Sono queste le presenze che vogliamo a Giovinazzo? Altro che mostre, serate di comunicazione sociale, iniziative teatrali, spettacoli ed eventi culturali e di tradizioni locali.


RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Egregio Direttore, con preghiera di pubblicazione

Questa è Giovinazzo!!! I n data 2-7-2010 in piazza Costantinopoli venivano montati segnali stradali indicanti il divieto di fermata, a spese di un privato. Tali segnali, secondo l’esecutore e il suggeritore di tale trovata, erano montati dal lato opposto di una pedana posta sulla strada a servizio di una pizzeria. Nel montaggio di tali segnali nessun rappresentante delle forze dell’ordine (come ad esempio nel montaggio del segnale di un parcheggio per invalidi a via Buccari) era presente e il tutto era fatto alle ore 15,00 in modo che nessuno di questi potesse intervenire (bontà loro perché pur indossando una divisa svolgono orario d’ufficio: 7-14, 16-22) incuranti che dalle ore 14,00 alle ore

16,00 non si può fare rumore. Alla fine dopo le numerose preghiere d’invito dei cittadini ad intervenire, i carabinieri ed i vigili (arrivati sul posto prima i carabinieri e poi i vigili) citano una ordinanza: la 24/pm del 01-07-2010. Né i primi due carabinieri, né i tre vigili si accorgono delle incongruenze tra l’ordinanza e l’apposizione dei segnali stradali. L’assurdità della questione sta nel fatto che né i carabinieri, né i vigili si accorgevano della realizzazione dell’ordinanza in questione a vantaggio dall’esecutore senza nessun controllo, benché espressamente richiesto nella 24 pm:

Ma tutto ciò non veniva rilevato dai vigili che non si spostavano dal punto della discussione dei cittadini e la considerazione dell’accaduto, a nostro parere, è questa: I cittadini dalle 14,00 alle 16,00 non sono tutelati da nessun esponente delle forze dell’ordine e probabilmente, neanche dopo questo intervallo d’orario. Anche quando questi intervengono non sono a conoscenza di alcuna ordinanza e della segnaletica stradale e nulla può essere loro imputato. E’ stato creato un precedente: a qualunque privato può essere concessa l’apposizione di segnali stradali e quant’altro. L’esecutore stesso dell’ordinanza 24/pm si sente perseguitato da un intero quartiere come il suo predecessore che, come lui, fatte le regole a proprio piacimento, non le hanno mai rispettate forti di un’assenza di controllo e di qualcuno che ha reso il centro storico terra di nessuno. Nessuna considerazione si può avere di queste persone che non hanno capito che il pro-

blema è la totale assenza da parte dei poteri forti di rispetto dei cittadini del centro storico, di assenza di vero controllo e… di controllo come, quando e dove dicono loro: le regole per gli amici si interpretano e per i nemici si applicano. I cittadini del centro storico non hanno, nella mente della giunta di maggioranza, nessuna considerazione, abbandonati alla prepotenza dei passanti che frequentano i locali e agli stessi tenutari che si arrogano qualunque diritto, pensando di essere i soli a lavorare nella vita. I cittadini del centro storico riguardo ai parcheggi ed alla viabilità hanno un’altra considerazione rispetto a quelli del quartiere di Piazza della Libertà per ovvi motivi di residenza di amici e amici degli amici. Il colmo dei colmi: i vigili sono stati invitati a multare nel centro storico tutti i residenti e gli avventori non in regola con i permessi ma c’è una zona franca nel centro storico altamente dolciastra sede di parcheggi altamente disordinati e confusi: scommettiamo che si capisce qual è? Questa è Giovinazzo!!!

1) Il primo segnale posto all’inizio del divieto di fermata era sbagliato indicando l’inizio e la fine del divieto. Se lasciano fare ai privati o a suggeritori scadenti i risultati sono questi. 2) Agli stessi vigili tutto questo era segnalato ma si dichiaravano a conoscenza dei segnali. 3) Ai numerosi cittadini che protestavano e che a detta dei vigili non conoscevano la segnaletica stradale veniva spiegato il significato di quel cartello, di inizio del divieto di fermata. Nella notte tra il 2-7-2010 e il 3-7-2010 il segnale sbagliato veniva coperto parzialmente a correzione dell’errore per indicare l’inizio del divieto di fermata con carta adesiva bianca. Chissà chi è stato l’autore della variazione. 4) In riferimento alla ordinanza 24/pm del 1-7-2010 i vigili affermavano che l’esecutore del montaggio dei cartelli aveva avuto un comportamento assolutamente corretto. 5) A dimostrazione di una disattenta lettura da parte dei carabinieri e vigili la stessa ordinanza cita che il limite del divieto di fermata era a partire dall’intersezione dell’arco di Traiano fino al numero civico 30 ma l’esecutore dell’ordinanza montava volontariamente il segnale in corrispondenza del numero civico 28 allargando lo spazio a lui concesso e i vigili a questo punto rimanevano interdetti e falsamente stupiti. 6) La stessa ordinanza cita che non possono essere arrecati danni all’arredo urbano ma l’esecutore, non curandosi di questo, fissava il cartello con grossolana piastra bullonata a terra con viti: alla faccia del rispetto dell’ordinanza, … ma non è finita. 7) Lo stesso cartello veniva montato ad una altezza da terra di circa 180 cm e non ai canonici 220 cm previsti dal codice, costituendo questo rischio e pericolo per i passanti.

P.S.

Scommettiamo che nulla sarà cambiato in Piazza Costantinopoli? Scommettiamo che sarà emessa un’ordinanza riparatrice a tutela dell’esecutore?

Giovinazzo 7-7-2010

Lettera con numerose firme

Gentile direttore, Lettere al Direttore

N. 8 - Agosto 2010

sono una signora giovinazzese di mezza età che ogni anno, nel periodo estivo, torna con piacere a rivedere il suo paese, gli amici ed il bellissimo mare, ahimè sempre meno cristallino! Quest’anno mi piaceva l’idea di recarmi al mare usufruendo del bus navetta cittadino che, nel periodo estivo, offre anche un servizio – mare. Le dirò che ho trovato difficoltà quando ho cercato di conoscere gli orari e i luoghi delle fermate. Al mio paese di residenza è sufficiente fare riferimento ai punti vendita dislocati presso i fornitori di tabacchi, così come avviene per l’ acquisto dei biglietti del bus urbano e delle F.S., dove fra l’altro sono affissi schemi-orario e luoghi delle fermate. Come mai a Giovinazzo ciò non accade? Sarebbe opportuno, a mio avviso, promuovere l’utilizzo di tale servizio pubblico evitando ingorghi inutili di traffico, offrendo a tanti signori anziani di conservare la propria autonomia nel raggiungimento di mete cittadine ormai lontane in età avanzata. Fra l’altro, durante il mio soggiorno a Giovinazzo sono ospite di una mia giovane nipote che dallo scorso inverno ha trasferito il proprio domicilio da via G. Marconi al nuovo quartiere cittadino sito nei pressi del “Palazzetto zona 167”. Potrebbe forse essere utile offrire a queste giovani mamme l’opportunità, durante l’intero periodo scolastico, di usufruire del servizio di trasporto pubblico per l’accompagnamento dei bimbi a scuola, conciliando ovviamente gli orari del bus navetta con gli orari di ingresso ed uscita a scuola. La ringrazio per avermi concesso questo spazio nel suo giornale con la speranza che il prossimo anno quando tornerò trovi piacevoli novità in merito. Lettera firmata

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4 N. 8 - Agosto 2010

di Giuseppe Maldarella

Politica

Quando la politica nostrana si rivela spartizione di potere Natalicchio smantella parte dell’apparato del suo governo e De Palma si dimette da Presidente del Consiglio lasciando il consigliere Magarelli ad occupare quella scranna

C

on lo scritto del mese scorso ho avuto modo di fare un qualche cenno di commento all’ultimo comunicato dato dal Sindaco Natalicchio, agli inizi di giugno dopo l’ approvazione del bilancio comunale, con cui mirava a mettere in risalto le cose “buone” che va facendo a favore dei cittadini. Annotavo, al riguardo, che si era premurato solo di dare informazioni e notizie di ciò che gli tornava comodo dire, mentre ha taciuto del tutto il disfarsi delle intrecciate relazioni finora intessute con suoi, diciamo, stretti alleati col patronato di un partito a fare maggioranza, con il cui appoggio ha varato discutibili provvedimenti ed azioni di dubbio vantaggio per la comunità locale. Per entrare subito nello specifico dei fatti che caratterizzano l’attuale stato dell’apparato che ci governa sorprende come, con il tipico suo decisionismo, Natalicchio ha, all’improvviso, abolito due Assessorati, non tanto per un riordino organizzativo dell’Esecutivo, ma con l’obiettivo di espellere due assessori cui aveva affidato deleghe con importanti compiti amministrativi. L’episodio in sé e le motivazioni effettive all’origine di tale drastico esonero non sono stati annunciati pubblicamente. Infatti, Natalicchio nel suo comunicato alla città si astiene dal fare cenno alla espulsione dei due Assessori, voluta e disposta nell’ambito della propria ed esclusiva potestà. Si vede

che la questione non la ritiene degna di essere portata al giudizio degli elettori, perché ciò che conta, a suo avviso, sono i risultati e non i retroscena degli intrighi di palazzo. Però, poco più di tre anni addietro, al termine del suo primo mandato sindacale, aveva sostenuto apertamente la necessità che il corpo della Giunta fosse composto da ben 7 Assessori per poter governare egregiamente la città di Giovinazzo. Tant’è che per raggiungere tale suo intento, d’accordo con i suoi amici di potere, aveva fatto approntare da una Commissione consiliare all’uopo istituita, e, quindi, fatto approvare dal Consiglio comunale, ormai in scadenza, un nuovo Statuto comunale che prevede la possibilità per il Sindaco di nominare una Giunta fino ad un massimo di 7 componenti. Appena rieletto, infatti, Natalicchio imbastisce la nuova Giunta, attorniandosi di sette figure di Assessori, personaggi di spicco di partiti della maggioranza e alcuni candidati della lista del suo stesso partito, non eletti come consiglieri comunali dai cittadini. Bene, ora la Giunta può pur funzionare con 5 elementi, contrariamente a quanto sostenuto in passato. Di una cosa però si è certi, questa mossa non è stata minimamente prodotta per conseguire sensibili risparmi che pur derivano dai mancati pagamenti delle indennità di funzione ai due Assessori defenestrati, ma certamen-

te è da ricondurre alla ferma determinazione di stroncare acerrimi contrasti in seno all’esecutivo, da tempo palesatisi agli occhi di tutti. Non si poteva più consentire il protrarsi di un collettivo decisionale con simili spaccature e screzi personali al suo interno. Ma non è finito qui. Natalicchio nella seduta consiliare del 17 giugno scorso fa votare dal suo gruppo la ridefinizione degli organismi collegiali, ritenuti indispensabili allo svolgimento delle attività istituzionali del Comune, riducendo le Commissioni consiliari da cinque a quattro, riportandole cioè nel numero previsto espressamente dallo Statuto. Così si è data cessazione alla Commissione “Affari istituzionali-Statuto”, quella appunto, investita precedentemente di elaborare il nuovo Statuto comunale, già presieduta dal consigliere Magarelli. E fu proprio per esplicita pretesa di quest’ultimo, nel corso dell’insediamento dell’attuale Consiglio comunale, dopo le elezioni del 2007, che è stata reinsediata la suddetta Commissione votata sempre con la delibera n. 45 del 27 luglio 2007 che istituiva le quattro Commissioni consiliari regolamentate dallo Statuto in vigore. A presiedere la Commissione “Affari Istituzionali” veniva chiamato nuovamente il consigliere Magarelli che poteva conservare così il suo ruolo rappresentativo, formalmente acquisito all’interno dell’assetto del potere locale.

i p L’O Quali le ragioni di questa soppressione? Il dispositivo della delibera approvata dal Consiglio del 17 giugno u.s., non senza un acceso contrasto a sfondo personalistico, riporta la comoda motivazione della riduzione dei cosiddetti costi della politica e della necessità di addivenire ad una semplificazione amministrativa. Quali siano stati i compiti svolti dalla Commissione “Affari istituzionaliStatuto”, presieduta dal consigliere Magarelli in questo trascorso di tempo, più volte me lo sono chiesto. Di cosa si sarà realmente occupata se l’operazione nuovo Statuto, con la approvazione del documento, si era conclusa e lo Statuto medesimo prescrive in assoluto solo quattro commissioni di consultazione preventiva per tutte materie di competenza del Consiglio? Con ogni probabilità si era reso necessario inventarsi un incarico di prestigio per il sig. Magarelli, si da poter essere, comunque, determinante anche nelle scelte che venivano adottate in altri campi di attività fuori dalla sua influenza. Bene! Anche questo fatto non può che andare a tutto vantaggio della finanza locale affrancata


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e n o ini dalle spese per il pagamento degli onorari ai dieci consiglieri comunali che la costituivano, oltre ai due membri esterni, e allo stesso Presidente, frequentemente in missione di rappresentanza ufficiale. In un clima di forti tensioni e di turbolenza politica che hanno sconvolto l’equilibrio degli interessi che si erano finora annodati su quest’asse politico, sono spuntate, anch’esse inaspettate, le dimissioni da Presidente del Consiglio del prof. Angelo De Palma. Anche lui, pur dimettendo, per personale convincimento, il ruolo istituzionale di direzione dell’Ufficio di Presidenza del Consesso municipale, non ha ritenuto in alcun modo rivolgersi ai cittadini per significare la sua volontà di rinunciare all’incarico, dando pure ragioni delle sue decisioni. I dissidi, se di dissidi si tratta, devono essere portati a composizione nelle segrete stanze del partito. Ma di quale partito? Nel frattempo, in assenza del prof. De Palma, che ha da subito smesso le frequentazioni al palazzo e, fintanto che non si arrivi ad anestetizzare i tanti veleni che affiggono l’attuale conduzione gestionale e non si trovino più accomodanti convivenze fra i potentati che dominano il

partito maggioritario, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio è stato assunto dall’onnipresente consigliere Magarelli, nella sua qualità di vice-Presidente vicario di detto Ufficio. E proprio sotto la sua reggenza è stata convocata anche l’assise per la sostituzione del De Palma, che si bisbigliava dovesse essere riconfermato in quel ruolo istituzionale. Sta di fatto che tanto la seduta del 22 quanto quella del 24 luglio del Consiglio comunale, chiamato a dibattere solo la nomina del Presidente, sono andate deserte, perché la maggioranza ha fatto di tutto per far mancare il numero legale, indispensabile per lo svolgimento dei lavori dell’as-

semblea. Evidentemente non ci si è ancora riusciti a ricomporre il quadro di quegli oscuri patteggiamenti che sono alla base della conduzione amministrativa della città. C’è solo da augurarsi che il tempo delle vacanze porti chiarificazione e quel tanto di ragionevolezza perché i maggiorenti della politocrazia del partito democratico possano badare un pò più al bene della città. Un dato però non quadra. Come può il Consigliere Magarelli tenere la carica di 1° vice-Presidente vicario dell’Ufficio di Presidenza? Nonostante sia stato spodestato dall’incarico di presidente della Commissione “Affari istituzionali-Statuto per l’estinzione della stessa, rimane tuttora capo gruppo del suo partito, come si registra dalla delibera n. 46 del 2707-2007. Ed il p. 2 dell’art. 1 del Regolamento dell’Ufficio di Presidenza, da lui stesso approvato, prescrive, infatti, l’incompatibilità di componente di detto Ufficio con l’incarico non solo di Presidente di una Commissione consiliare, ma pure di Presidente di un Gruppo consiliare. Se ne deduce che il consigliere Magarelli, come capo gruppo ed unico esponente del suo partito, non poteva né può

Politica

continuare ad assumere l’incarico di Vice-Presidente vicario. Forse le regole disciplinanti il suo Ufficio De Palma non le conosceva o hanno fatto in modo che lui le ignorasse per tenere in sella Magarelli che oggi si trova a funzionare a tutti gli effetti come Presidente del Consiglio. Non sarà per caso questo che ci si aspetti: che quel ruolo lo abbia a svolgere proprio Magarelli per tutto il resto della consigliatura? Mi chiedo, allora, i Regolamenti servono a disciplinare l’andamento della azione amministrativa secondo correttezza ed imparzialità oppure per essere applicati a piacimento, in funzione dei tanti compromessi delle egemonie politiche per meglio spartirsi il potere? Eppure questa Amministrazione, per il tramite dell’Assessore al ramo, si fa paladina della legalità in ogni convegno e dibattito pubblico in ogni dove. Non sarebbe bene, prima che all’esterno, dare prova in casa di essere osservanti delle regole di funzionalità amministrativa che ci si è liberamente dati? Da come sarà risolta questa grave anomalia istituzionale sapremo se la Presidenza del Consiglio avrà un nuovo corso o l’andazzo rimane quello di prima.

N. 8 - Agosto 2010

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6 N. 8 - Agosto 2010

Politica

Questo presidente di Giuseppe Dalbis

Angelo Depalma, sdegnato, lascia la presidenza del consiglio, ci ripensa ma i colleghi non si presentano alla sua rielezione

U n tempo c’erano le sorprese pasquali, adesso fan-

no tendenza quelle estive. Non si fa più in tempo a leggere, a meditare su una novità che subito viene superata. Un mese fa, lo ricorderete, eravamo intenti a districarci nell’affaire riguardante la revoca degli incarichi agli assessori al turismo e alla cultura. Eravamo appena andati in stampa con una eloquente vignetta, le interviste ai protagonisti e le nostre riflessioni perché non potevamo immaginare. Stando alle voci che circolavano in quei giorni, nessuno si sarebbe aspettato un colpo di scena politico così rumoroso. È il 25 giugno e, mentre noi usciamo in edicola, Angelo Depalma, Presidente del Consiglio Comunale, invia una lettera ai suoi vice, al sindaco, al segretario generale e a quello del suo partito per rassegnare le dimissioni. Solo tre righe per dar la colpa alle «continue difficoltà incontrate in un corretto rac-

cordo con le altre figure istituzionali, necessario per una serena organizzazione dei lavori consiliari». Vogliamo vederci chiaro e quindi incontriamo l’autore della missiva. Cosa non andava per il verso giusto? «Le difficoltà – spiega Depalma – nascevano nella fase propedeutica alle deliberazioni consiliari». Lamentela non nuova, pensandoci bene, questa del professore in pensione. Era il 10 aprile 2008 quando Depalma inviava a Natalicchio e agli assessori un richiamo degli «atti prodromici ai lavori del Consiglio Comunale e delle Commissioni Consiliari». Nel piccolo vademecum, che faceva riferimento ad articoli dello Statuto e del Regolamento del Consiglio, si ricordava alla Giunta la necessità di comunicare per tempo le proposte di deliberazione da iscrivere nell’o.d.g., di illustrare le questioni all’Ufficio di Presidenza che deve essere poi in grado di riferire ai consiglieri, che rientra nei diritti

dei consiglieri ricevere dagli uffici comunali i chiarimenti necessari e che le proposte di deliberazione vanno consegnate almeno 48 ore prima del Consiglio e devono essere conformi a quanto illustrato agli organi consiliari. Due anni non sono bastati però a far diventare prassi queste regole. «Nel 90% dei casi – prosegue Depalma – saltava un anello della catena delle procedure di avvicinamento al Consiglio e così ero costretto a documentarmi personalmente rivolgendomi agli uffici, che per la mole di lavoro non sempre potevano darmi retta. Per la consegna in extremis di carte e informazioni ero in difficoltà nel convocare le commissioni che, dovendo prendere coscienza dei temi del dibattimento, non potevano sedersi a tavolino all’ultimo momento, così come per i partiti non erano sufficienti 48 ore per affrontare un dibattito interno (ma non sono le stesse rimostranze che Sara Achille e Saverio Daconto facevano in continuazione nella

passata consigliatura?). Capite bene – aggiunge – che per argomenti complessi, quali l’urbanistica o l’ambiente, le difficoltà aumentavano». Visto che il problema non è sorto di recente, cosa avrà spinto Depalma a dire basta proprio ora? «La goccia che ha fatto traboccare il vaso – ci viene risposto – è stata la mancata discussione, e il rinvio a quindici giorni dopo, di ben cinque punti all’o.d.g. del C.C. del 17 giugno. Non si può sottovalutare così discussioni serie e procrastinare le decisioni perché non sono pronte tutte le carte!». Le lamentele del solitamente pacato Depalma ci sembrano abbastanza gravi: è evidente, a nostro avviso, che siamo di fronte ad una Giunta che non rispetta il ruolo di rappresentanza del Consiglio Comunale e che è non è più, o forse non lo è mai stata, una squadra di governo. L’editoriale dello scorso mese denunciava il venir meno della capacità, di un geograficamente distante Natalicchio, di fare da col-

Via III Trav. Devenuto, 15Via - Giovinazzo III Trav. Devenuto, 15 - Giovinazzo Cell. 393.9239504 - 393.9238050 Cell. 393.9239504 - 393.9238050 Email: caprioli.caffebreack@libero.it Email: caprioli.caffebreack@libero.it


7 Politica

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non s’ha da rifare

lante tra i suoi uomini; gli avvenimenti dell’ultimo mese non fanno che confermarlo, checché ne dica Depalma, pronto a ricordare che la Giunta aveva le pecche da lui denunciate già quando il primo cittadino ne faceva parte quotidianamente, prima della partenza per Gattico. Il diplomatico Depalma non può sottoscrivere certo le nostre osservazioni, e non lo farebbe neanche se le condividesse, per cui ridimensiona la gravità del gesto del rassegnare le dimissioni sostenendo che «si è trattato semplicemente di una correzione fraterna, un voler richiamare al senso di responsabilità senza farne una questione di puntiglio, una tirata d’orecchi che servirà per facilitare il lavoro del prossimo presidente». Già, ma chi sarà il prossimo presidente? E l’uscente non ha proprio voglia di farsi riconfermare? «A dire il vero – ci confida mostrando tutta la sua esitazione – non ho ancora deciso. L’hanno fatta grossa ma mi sono state prospettate tali e tante problematiche che po-

trebbero indurmi al ripensamento, assieme al senso di responsabilità nei confronti della compagine consiliare e degli elettori». E sì che in effetti varierebbero anche gli assetti politici. Ad occupare la poltrona fino alla nuova elezione c’è il vicario Leo Magarelli, consigliere appena privato degli incarichi che, cacciato dalla por-

ta, potrebbe rientrare dalla finestra. Magarelli presidente, anche se bisognerebbe prima risolvere un problema di incompatibilità di cariche, resterebbe buono e fedele alla maggioranza e tutto tornerebbe in ordine. Che le dimissioni di Depalma non siano state dettate proprio da tale esigenza? C’è stata troppa malizia nelle nostre supposizioni se pochi giorni dopo si viene a sapere che l’identità del nuovo e del vecchio presidente coincideranno. Prima però bisognerà uscire da una ridicola impasse. Viene convocato il Consiglio monotematico: in prima seduta si presentano solo quattro consiglieri di minoranza; in seconda convocazione, il 22 luglio, mancano tre membri della maggioranza e in tutta l’aula sono presenti solo dieci consiglieri e non undici, numero minimo che avrebbe assicurato la validità della seduta. Tutto da rifare e chissà quando, quasi certamente non prima di settembre. Come prevedibile, le opposizioni, ossia Decandia, Iannone e Piscitelli, accusano la maggioranza di aver voluto

giocare coi numeri (cadendo però in errore) e di non voler ammettere la propria fine. Natalicchio risponde che un Consiglio convocato a luglio, nel periodo delle ferie, non può che produrre questi risultati e dichiara di essere pronto a lasciare non appena giungerà una mozione di sfiducia con undici firme. Il preside scherza perché sa che dall’altra parte possono solo sognare questo numero. Matematica a parte però qualche conto non torna: prima due assessori estromessi, poi il PD esce spaccato dal congresso cittadino, il presidente si dimette perché la Giunta non lavora con correttezza e non si può procedere ad una nuova votazione perché ci sono le ferie… cos’altro può accadere? Caro Antonello, se l’opposizione si liquida con una battuta, la cittadinanza e i tuoi stessi elettori meritano che tu, da bravo scolaro, giunga alla risoluzione del problema. Non credi che, a poca distanza dall’ultima lettera auto-celebrativa, sia giunto il momento di riprendere carta e penna per fornire spiegazioni alla città?



9 Attualità

Speciale

Gent.mo Direttore del mensile “in Città”, non potevo tacere, non potevo più tacere ed ho trovato il coraggio per scriverLe queste poche righe nel profondo amore che nutro verso la nostra città. Sono molto legato alla città nella quale sono nato, ed in particolare al suo mare, e mi rattrista moltissimo vedere il lungomare di ponente in queste condizioni. Non per i lavori che vi si faranno, ma per ciò che viene “permesso” nelle località “Cala Crocifisso” e “Trincea”, che di sera vengono avvolte dal degrado più totale. Una proficua collaborazione tra allegri paninari e turisti senza frontiere, senza alcun rispetto né per il mare quanto meno per il luogo, ha messo radici ed offende

Caro lettore,

continuamente la nostra città. Mi chiedo se sia lecito abbandonare sui muretti rifiuti di ogni tipo, carte, lattine, bottiglie di vetro, per poi passare addirittura a lasciare “ricordini” sulla spiaggia… se questo è il turismo a cui tanto aspiriamo, credo che potremmo anche farne a meno! Non so fino a che punto possa servire, ma Vi chiedo di pubblicare questa mia “denuncia”, sperando che la cosa possa servire a cambiare lo stato delle cose, per il bene della nostra città. Confidando nella pubblicazione della presente missiva, Le porgo cordiali saluti. Lettera firmata

sapere che c’è ancora qualcuno che, spinto dall’amore per la propria città, trova il coraggio, come dice Lei, per scrivere una lettera firmata alla nostra redazione, dà ulteriori motivazioni al nostro lavoro. In tanti vedono quello che ci ha segnalato ma preferiscono discuterne con gli amici, magari senza troppo coinvolgimento, passeggiando in piazza o aspettando il proprio turno dal medico o dal parrucchiere, piuttosto che fare quel saltello che ha fatto invece Lei. Tanti altri poi neanche ci fanno caso alle bottiglie e ai rifiuti sparsi qui e là: ci si sono abituati e fanno spallucce perché il problema non è nuovo e si è persa la speranza che possa essere risolto. Avendo a cuore le sorti e il decoro di Giovinazzo, abbiamo più volte affrontato la questione sperando, come Lei, che si potesse contribuire a cambiare lo stato delle cose. Anni di denunce e di confronto con gli amministratori non hanno prodotto i risultati sperati per cui questa volta abbiamo deciso di raccogliere il suo grido di dolore per parlarne in maniera diversa. Partiremo dal racconto sarcastico di una serata tipo a firma di Antonella Sollecito, dopodiché Giuseppe Dagostino ci riporterà il parere di un tecnico giovinazzese d’adozione, Filippo Luigi Fasano ci farà dare uno sguardo a ciò che accade attorno a noi, Girolamo Capurso esporrà la proposta elaborata dalla nostra redazione e Giuseppe Dalbis concluderà l’inchiesta con le ultime amare considerazioni. Perché non si dica che siamo bravi solo a criticare! Il Direttore

Via Torino, 12 Giovinazzo

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BENVENUTI A GIOVINAZZO. MA ANCHE NO!

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di Antonella Sollecito

Spec

Attualità

Labirintite urbana e apoteosi del trash

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ra l’agosto del 2008, quando “in Città” dalle sue pagine denunciava un profondo gap nella cultura turistica giovinazzese: carenza di infrastrutture, scarsa competenza a livello amministrativo, (nonostante l’altisonante carica alle Attività Produttive e Marketing Territoriale dell’allora assessore al Turismo, Gaetano Dagostino) e programmi estivi volti a nutrire più gli stomaci che i cervelli di cittadini e visitatori. Ai tempi la redazione aveva definito lo stato patologico del nostro turismo locale, indicando il grado di gravità e definendo il fenomeno con termini forti: turismo schizofrenico. L’Estate giovinazzese “faceva acqua” da tutte le parti ed il sarcasmo pungente delle nostre penne risultò indigesto a più di una persona. Provocatoriamente invitavamo “cani e porci” nel nostro centro, tra birre, porchette e buone intenzioni di vita slow, utilizzate solo per rendere più interessanti le solite scialbe propagande elettorali di paese. A due anni di distanza le cose non sembrano cambiate. Anzi, restando nell’ambito della metafora medica, il comparto turistico giovinazzese pare irreparabilmente deceduto. I problemi che venivano riscontrati in passato, si sono ingigantiti esponenzialmente, tra le coste sempre più in degrado, il Lungomare di Ponente cantierizzato e colonizzato da carrozzoni di fast food, un piano urbano sempre più simile ad un gioco dell’oca e programmazioni estive sempre meno organiche ed interessanti. Qualcuno ha paragonato i nostri primi weekend estivi alla celebre ca-

lata dei Lanzichenecchi di manzoniana memoria: durante i giorni festivi il nostro centro viene preso d’assalto da orde di turisti mordi e fuggi provenienti dai paesi limitrofi, i quali formano lunghissime code di automobili in entrata, soprattutto da Via Firenze e Via Bari. Il traffico, così, comincia a formarsi dalle tarde ore del pomeriggio, ammorbando il paese fino a notte inoltrata, in un continuo carosello infernale di fari, clacson, musica a palla e gas di scarico, in eterna ricerca di un parcheggio, il più vicino possibile al centro città ed al ristoro gastronomico di turno. Quasi come la mitica figura dell’ebreo errante, il turista proveniente dall’hinterland vaga senza pace su due o quattro ruote, ripetendo sempre lo stesso tragitto e congestionando il traffico già limitato delle nostre vie cittadine. Impomatato, munito di ciabatta e famigliola chiassosa al seguito, imperterrito, il turista (?) guida senza meta, ignorando le bellezze del borgo antico, i panorami della costa e gli scorci più suggestivi del nostro centro. Si lamenta, sbraita, maledicendo tutti e tutto fino a quando non decide di fermarsi a mangiare qualcosa, lasciando l’auto in doppia fila, sul lungomare, in curva, possibilmente in sosta su quella che in origine avrebbe dovuto essere una pista ciclabile. A sua disposizione ha ben tre “luoghi di ristoro” mobili dove consumare alcool, fritti e carne a go-go. E lui, ovviamente, sceglierà quello più grande e illuminato, con la musica neo-melodica dance in filodiffusione e i posti a sedere tipici della più classica fiera di paese. Proprio

quello vicino a due dei bagni chimici del circondario, che si possono contare sulle dita di una mano. Dopo numerose birre, panini alla porchetta e patatine fantasiosamente condite, il turista si avvia sugli scogli: scansando bottiglie e cartoni, tra tavole imbandite e improvvisati bivacchi, urinerà accanto ad un ventenne vestito da nababbo con un mojito in mano. Proprio sulla spiaggia, dove, il giorno seguente, la crème de la crème giovinazzese si accalcherà per trovare il suo posto al sole e con una vocina pigra e dubbiosa si chiederà «Come mai quest’anno la spiaggia odora intensamente di mare e pesce?». La visita giovinazzese del nostro amico in canotta e infradito, terminerà quando sua moglie vorrà tornare a casa, schifata dopo l’ultimo topo visto correre tra i piedi degli avventori in attesa dell’ennesimo panino. Nella stessa serata, in paese, una mostra artisti-

ca chiuderà anzitempo i battenti per scarsa affluenza di visitatori e una rassegna teatrale conterà solo una trentina di posti a sedere occupati, nella maggior parte da anziani in cerca di un sedia al fresco. Ma tutto ciò, il turista dell’hinterland, illuso di aver visto Giovinazzo in una sera, non lo saprà o forse non lo capirà mai.


Cosa ne pensa il tecnico?

ciale

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La parola all’esperto, cittadino del mondo, che tiene a cuore la qualità della vita a Giovinazzo

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n questa inchiesta non potevamo esimerci dal confrontarci con una figura qualificata in campo di progettazione urbanistica, e per avere un parere neutrale ci siamo rivolti ad un esperto “straniero” che da cinque anni ha scelto di vivere nel nostro piccolo paese, pur continuando a girare il mondo in lungo e in largo. Eric

Forsmark, architetto nato in Lapponia, ha lavorato per molti anni come pianificatore urbanistico in Svezia e Irlanda esportando la sua professionalità anche in Spagna e in Africa Occidentale. Le anomalie più eclatanti che Eric evidenza nel nostro colloquio sono da attribuire principalmente ad una mancata e seria programmazione di un piano, prima condiviso dalla cittadinanza e poi portato a termine da chi è stato preposto a realizzarlo. Porta ad esempio l’impianto pilomat che delimita il centro storico; «dopo diversi atti vandalici o avarie alle apparecchiature - afferma - si è tralasciata la manutenzione, il controllo necessario, ma non si è pensato di studiarne i rimedi possibili». Un approfondimento e una programmazione seria, in sinergia tra l’ amministrazione, il corpo di polizia municipale e il cittadino stesso, avrebbe forse rimediato ad un inconveniente che, ormai diventato cronico a discapito delle casse comunali (quindi del cittadino),

aspetta una nuova soluzione con il rischio di non essere mai definitiva. In altri paesi ogni progetto approvato, sostiene il professionista scandinavo, oltre ad essere portato a termine in tempi brevi, viene monitorato e modificato (quando è necessario farlo) con aggiustamenti in corso d’opera. Ma comunque, portato a termine. Eric fa notare che la differenza tra l’automobilista svedese e quello italiano non sta nella furbizia che quest’ultimo crede di avere quando non osserva il codice della strada, bensì nell’impunità di cui gode nel commettere l’ infrazione. «Perché - si chiede se un automobilista non ottempera al pedaggio della sosta a pagamento, nelle zone previste, viene subito multato da un ausiliario addetto mentre, se infrange un divieto di sosta o una occupazione di un’area riservata ai diversamente abili, il più delle volte resta impunito?». Quindi secondo Eric, un buon deterrente come le pene pecuniarie inducono l’automobilista e il pedone (perché no?!) ad avere rispetto prima per l’altro, poi per il codice della strada. A Giovinazzo, per esempio, col sopraggiungere della bella stagione, ogni anno si ripresenta il problema del traffico; se ne parla, si discute, ma non si costruisce mai un progetto definitivo che duri nel tempo. Solo soluzioni estemporanee che hanno la durata di una stagione. «Una cosa ci dobbiamo sempre chiedere - continua l’architetto -. Cosa puntiamo a salvaguardare se vogliamo uno sviluppo giusto e sostenibile che punti sul turismo? La risposta viene da sola: il mare, la costa, il centro storico, la

di Giuseppe Dagostino

campagna. Per questo dobbiamo evitare un turismo selvaggio che corrisponde quasi sempre al caos e all’inquinamento dovuto all’eccessivo traffico in città. Perché Piazza Vittorio Emanuele e il lungomare Marina Italiana vengono interdetti al traffico veicolare solo in brevi periodi dell’anno? Perché non pensare di rendere permanentemente pedonale il tratto che va dalla stazione, passando da Piazza S. Agostino, Villa Comunale, Corso Principe Amedeo, Piazza Vittorio Emanuele, Piazza Porto proseguendo per tutto il lungomare Marina Italiana e per l’intero centro storico? Non è un progetto impossibile, sembrerebbe quasi un sogno, ma i sogni molte volte si avverano. Tradurre tutto questo in uno sviluppo economico e migliorare la qualità della vita spetta a noi e ai nostri amministratori, attraverso progetti seri e realizzabili. Non certo, come sento in giro, con la creazione di un parcheggio sul retro del Palazzo Ducale, nell’area prospiciente il mare: uno scempio che mi auguro non avvenga mai!», conclude Eric. «Piuttosto, insisterei sull’area mercatale, prima con una massiccia informazione, poi garantendo all’utente un parcheggio gratis, custodito, e assicurando un collegamento con il centro attraverso l’utilizzo di un bus navetta ogni dieci minuti, come avviene da molto tempo e con ottimi risultati, in altri paesi limitrofi».


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Non alziamo le spalle in segno di rassegnazione

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di Girolamo Capurso

Attualità

Nuove e vecchie ricette per limitare l’incidenza del traffico cittadino

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a politica locale ed i giovinazzesi si sono spesso interrogati sulle prospettive di sviluppo possibile. Ricordiamo le varie proposte giunte alla cittadinanza dai candidati sindaci che in modo diverso affrontavano la questione e ponevano l’accento sulla “vocazione turistica” del nostro territorio. Ma per affrontare seriamente il problema riteniamo sia utile chiarire cosa si intenda per vocazione turistica, al di là della volontà di analizzare tutte le questioni ad essa legate: pensiamo principalmente al traffico, spina nel fianco di ogni amministratore locale. Viviamo forse in una città piena di musei, pinacoteche, monumenti che può accogliere appassionati provenienti da tutto il mondo? Viviamo in una città che grazie alle tante manifestazioni musicali di respiro internazionale può accogliere entusiastici viaggiatori giunti da ogni dove? Viviamo in una città che grazie ai percorsi eno-gastronomici ed ai prodotti locali è conosciuta, apprezzata e sponsorizzata in tutte le riviste del settore? Non ce ne siamo accorti. Allo stato attuale non ci sembra che possiamo diventare un polo di attrazione per turisti italiani e stranieri. Siamo fra i comuni della provincia di Bari con il più alto numero di posti letto negli alberghi ma non abbiamo ancora un piano per accogliere le decine di persone che potrebbero visitare il nostro paese. Il turista, in cambio di moneta sonante, vuole trovare qualità, attenzione e sicurezza. Analizzando senza pregiudizi lo stato attuale, la realtà balza prepotentemente dinanzi agli occhi ed ognuno di noi vorrebbe modificare lo stato di incuria attuale. Nel tempo, chi si è alternato alla guida della città ha portato avanti un progetto turistico legato alla

“movida”, ovvero al turismo mordi, paga e fuggi proveniente dai paesi vicini e limitato al tempo libero serale. I residenti di alcune strade soffrono il traffico notturno e quartieri interi sono assaliti da flotte di avventori che girano invano in cerca di un parcheggio. Negli anni scorsi, consapevoli di questo succedere svogliato e senza prospettive possibili, abbiamo proposto una nuova politica per il turismo collegata all’ingresso del nostro paese nel circuito delle “città slow”. Tutti si sono dichiarati entusiasti, ma la dura realtà si è affacciata prepotentemente sullo scenario cittadino. Bisognava modificare completamente le politiche dell’accoglienza rivoluzionando del tutto la nostra limitata idea di sviluppo. Nessuno ha voluto rischiare. Noi rimaniamo convinti di aver perso un’occasione. Anche se il turismo che Giovinazzo ha scelto non è paragonabile a quello da noi proposto, dobbiamo assicurare le condizioni minime di vivibilità ai residenti delle strade cittadine invase dai “nottambuli festaioli”. Eric Forsmark, nell’intervista precedente, ha indicato una importante quanto inderogabile azione per cominciare un percorso virtuoso: la chiusura permanente del traffico. Noi siamo meno ambiziosi di Eric, anche se appoggiamo in pieno il suo progetto, e per cominciare proponiamo di chiudere il passaggio alle automobili dalla piazza per tutto il lungomare, fino al monumento ai Caduti del mare, prima del cimitero. Sogniamo una piazza restaurata con un progetto di pavimentazione totale che lasci solo il passaggio automobilistico sull’ex statale. Non siamo i soli a volerlo. Sappiamo di una proposta di chiusura del traffico e modifica della via-

bilità presentata da un circolo politico cittadino. E tra le risposte al questionario presentato dal gruppo di lavoro “Visioni di Giovinazzo”, poi, questa alternativa è indicata anche dai giovinazzesi. Timidi assaggi di quest’idea sono stati attuati anche quest’anno, ma serve più coraggio. Spesso chi propone scelte drastiche viene accusato di snobismo o rifiuto del progesso. Al contrario pensiamo che non ci possa essere progresso con politiche autolesionistiche che distruggono tutto ciò di cui siamo fieri e che può contribuire al rilancio della nostra città. Il traffico distrugge quanto di più bello abbiamo: la piazza, il centro storico, il lungomare. Dobbiamo preservare, curare e non inquinare e distruggere le nostre ricchezze. Negli anni scorsi, sempre in maniera molto distaccata e discreta, si è attuato un tentativo di disciplinare la sosta attraverso l’istituzione di un parcheggio “park & ride” nell’area mercatale. Il progetto è stato abbandonato, con il fallimento dell’iniziativa come giustificazione. Un fallimento preannunciato e forse già pianificato. Vi sembra logico che un bitontino, un terlizzese, un barese o un molfettese che decide di passare la serata a Giovinazzo, scelga di lasciare la propria autovettura nell’area mercatale quando ha un intero paese a disposizione ed è comunque spinto a lasciare l’auto vicino alla sua zona di interesse? Non lo farà mai, se insieme all’istituzione del parcheggio non si attuano altre misure “costrittorie”. L’utenza che proviene dalle direttrici di traffico maggiori va informata ed incanalata, attraverso una viabilità obbligatoria, verso il parcheggio periferico. Altro elemento di “costrizione” potrebbe essere l’istituzione di zone di par-

cheggio a pagamento più estese nel centro cittadino, con corrispettivo orario più alto che funga da deterrente. Parliamo di cifre che possono partire dai 2 euro solo nelle ore serali, per non ostacolare i cittadini nelle loro faccende giornaliere. Naturalmente il park & ride dovrebbe essere gratuito, custodito e prevedere navette gratuite e cadenzate. Tutto questo, però, non può prescindere da un piano urbano del traffico e dei parcheggi da pensare per tutta la città, e non, come si è fatto a Giovinazzo, per un singolo quartiere; così facendo si spostano i problemi sulle zone vicine senza risolverli adeguatamente. La concertazione utilizzata in quell’ambito è certamente da apprezzare e deve essere realizzata in tutte le situazioni, oltre ad un’informazione puntuale su strategie che devono essere il più possibile condivise. Naturalmente la nostra non è una ricetta definitiva e il nostro abituale senso critico deve servire ad avvicinare posizioni che sono comuni a molti. L’agricoltura sta morendo, l’industria è già un ricordo, il commercio è in eterna difficoltà: dobbiamo obbligatoriamente puntare sul tempo libero con progetti partecipati e più ambiziosi. Ormai non possiamo più vivere alla giornata proponendo soluzioni tampone e alzare le spalle in segno di rassegnazione.


Maggiordomi in casa nostra

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Invasi dai vicini, ci adeguiamo rassegnati senza proporre o, peggio ancora, perseguendo idee strampalate

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untare sul tempo libero, scrive Capurso. Certo è l’unica soluzione praticabile ma bisogna prima fare i conti con il “non essere libero” di molti di noi. Libero dall’indifferenza, libero dalla rassegnazione, dalla capacità di accontentarsi facilmente, da convinzioni spesso assurde… che sono tante! Eravamo partiti con l’ambizione di diventare meta turistica, magari anche slow se la nostra idea non fosse stata condivisa solo a parole, e ci ritroviamo ad essere un posto dove andare a mangiare una pizza, un gelato. Quando proviamo a immaginare qualcosa di più, veniamo considerati illusi che ancor non si rassegnano. «Più di questo non si può ottenere», ripetono da Palazzo di Città. Abbassata l’asticella, sapremo dunque offrire un prodotto di qualità? Macché! Un tempo si passeggiava sul lungomare accarezzati dalla brezza marina, oggi da motorini sfreccianti e da gas di scarico che rendono speciali le pizze consumate all’aperto. «Bisogna parcheggiare davanti al locale», sembra essere il primo comandamento degli avventori e, cosa ancor più preoccupante, degli esercenti ottusi. Guai quindi a pedonalizzare zone o ad indirizzare il traffico. Si istituisce una ZTL e il problema si sposta solamente, perché non si mette mano una volta per tutte ad un piano generale di viabilità, in cantiere da quando l’asfalto non esisteva ancora. Meglio girare i cartelli stradali a giorni alterni: è senz’altro più comodo e a qualcuno potrebbe anche piacere vagare in un labirinto! «Abbiamo provato la soluzione, che proponete, del park & ride ma non ne usufruiva nessuno» ci è stato detto. Ma quelli sono Lanzichenecchi, non fessi. C’è tanto posto gratuito nei quartieri semi-centrali… senza contare angoli, doppie file, sosta vietata…! Tanto lo sanno tutti: pigli la multa se manca il grattino per le strisce blu ma se blocchi

una strada nessuno ti fa storie! Qualche idea per risolvere il nostro congestionamento però è frullata per le teste: accantonata, speriamo definitivamente, l’idea di creare un parcheggio sotto la piazza (dove c’è sempre stata acqua!) adesso si punta a far parcheggiare sul retro del Palazzo Ducale. Qualcuno però si è reso conto che la strada di accesso all’area è tanto stretta da non permettere il doppio senso di marcia? Se In caso di emergenza, come si evacua? E quante macchine potranno mai essere parcheggiate? E gli automobilisti saranno contenti di parcheggiare lì dove arriva acqua e sale ad ogni mareggiata? Appare evidente poi che nessuno si ricordi che quell’area antistante il molo di tetrapodi è già il risultato di una cementificazione senza riguardo per la scogliera ed il prezioso palazzo sovrastante! Molto meglio sarebbe perseguire quell’idea di abbattere Capitaneria di Porto e scuola materna per costruire un parcheggio multipiano in Piazza Leichardt, così vicina al centro e utilissima per risolvere il problema della sosta e del traffico nel centro storico, mai stato

13 zona pedonale. Resta il problema che, ahinoi, questo è il nostro grado di civiltà: nessuno si dirigerà lì o all’area mercatale se non sarà costretto, come succede in altri paesi! Ciò non vuol dire che bisogna rassegnarsi: siamo o non siamo noi gli abitanti di Giovinazzo? Se ci teniamo ancora, a casa nostra, facciamoci rispettare, imponiamo le nostre regole e diamo il buon esempio uscendo a piedi, valorizzando le nostre tipicità. Perché non si può accettare a cuor leggero che ai piatti della nostra cucina venga preferito un hot dog o un hamburger multisalsa! Non si può lasciare cartoni e bottiglie (vietate, ma chi se lo ricorda?) sui muretti o sulla spiaggia per poi additare i vicini e scandalizzarsi per la sporcizia e la conseguente presenza dei topi! Questo quadro così grigio spaventa i pochi veri turisti, quelli che portano economia e pubblicizzano realmente le località, che si ripromettono ad alta voce di non tornare mai più. Se “civiltà” non fosse un termine desueto risolverebbe molti problemi ma ormai… Per il futuro immediato e quello programmabile vogliamo fare appello alla lucidità nell’amministrazione della cosa pubblica e all’orgoglio dei cittadini. Siete sempre convinti che siamo i soli illusi rimasti in circolazione? E allora consegniamo le chiavi della città ai nostri ospiti serali e magari, già che ci siamo, ringraziamoli pure, come qualcuno inspiegabilmente già fa! Attualità

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Park & Ride: gli esempi di Bari e Trani Parcheggio di interscambio e bus navetta: la ricetta di un modello esportabile

I parcheggi di interscambio che si auspicano per Giovinazzo sono già realtà, nel di Filippo Luigi Fasano

raggio di venti chilometri, a sud come a nord. A Bari si chiamano “park and ride”, dal nome dell’analoga iniziativa varata ad Oxford, in Inghilterra, nei primi anni ’70, dove per scoraggiare l’utilizzo dell’auto per lo shopping natalizio, si realizzò un’area di sosta in prossimità del centro storico. Letteralmente, “parcheggia e monta su”. Ed è proprio ciò che accade nelle tre aree periferiche di Fbn-Quasimodo (Lungomare Vittorio Veneto, il parcheggio più gettonato da chi da Giovinazzo si sposta a Bari, essendo posizionato a nord), Pane e Pomodoro e Largo Due Giugno: si parcheggia l’auto e ci si garantisce, per sé e gli altri occupanti del mezzo, la possibilità di usufruire del bus-navetta diretto al centro della città. Il tutto al costo di 1 Euro al giorno, contro i 2 (all’ora!) richiesti per il parcheggio entro la cinta murattiana. Tutti i giorni, dal lunedì al sabato, dalle 5,00 alle 23,30. Un servizio che da questa estate, per il solo parcheggio di Fbn-Quasimodo (proprio quello che più interessa i giovinazzesi), è stato esteso sino alle 3,00 di notte, fino alla fine del mese di agosto. Un indice, quest’ultimo, dell’altissimo gradimento dell’utenza, in gran parte proveniente da fuori Bari: dagli iniziali 550 veicoli al mese si è passati agli attuali 35.000, a riscontro oggettivo della bontà di un modello imitabile ed esportabile. A Trani ci hanno provato per due estati di fila, nel 2008 e nel 2009, con due parcheggi periferici aperti dalle 8,00 alle 24,00 e, in casi eccezionali, fino alle 2,00 del giorno successivo. E quando il flusso dei visitatori non è continuativo, ecco che la formula si accorcia ai pochi giorni coincidenti con le manifestazioni di più alto richiamo. E’ il caso di Noci e delle sue sagre di mezza stagione: chi arriva dalla provincia è intercettato prima di entrare in paese e convogliato presso le aree di sosta periferiche. Quando per decongestionare il traffico si passa alle terapie d’urto. E la stessa cosa accade in altri paesi della costa, come Polignano, principalmente nei giorni festivi e di maggior afflusso. Alle auto non è interdetta solo la zona della città vecchia ma pure quella nelle immediate vicinanze: il traffico è incanalato su aree di parcheggio a pagamento. Non troppo lontane dal centro storico, facilmente raggiungibile a piedi.

di Giuseppe Dalbis


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SS 16 Adriatica: una strada senza pace

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di Gianluca Battista

Attualità

Ripercorriamo alcuni momenti salienti della tribolata vita di una lingua d’asfalto da sempre sotto la lente d’ingrandimento

G

Il fatto del mese

iovinazzo-Santo Spirito, verso sud. GiovinazzoMolfetta, verso nord. Due tratti di strada dalla storia simile per molto tempo, che ora ritornano sotto la lente d’ingrandimento. A dirla tutta, la ex statale 16 Adriatica, nel tratto che collega la nostra cittadina al quartiere a nord di Bari, non ha mai smesso di dar luogo a polemiche, figlia dimenticata di una amministrazione locale distratta o impegnata altrove. Buche e tombini sporgenti sono stati a lungo oggetto di inchieste da parte dei media locali, almeno negli ultimi cinque anni. Il nostro mensile ha realizzato ben due reportage fotografici in quel tratto, senza mai riuscire a smuovere le coscienze di chi è ai posti di comando. Anche il quotidiano on web, giovinazzolive.it, nel febbraio 2009 ha girato un video di grande impatto, senza ottenere risposte adeguate. La svolta sembrava essere arrivata all’inizi di questo 2010, con dichiarazioni rassicuranti da parte dell’Assessorato ai Lavori Pubblici: «Entro i primi mesi dell’anno inizieranno i lavori di adeguamento di quella strada», avevano assicurato da Palazzo di Città. Primi interventi in calendario erano quelli di illuminazione di alcune zone nei pressi di residence. Quei lavori non sono mai cominciati, ma

l’accordo con l’Acquedotto Pugliese ha portato alla importante realizzazione degl’impianti di sollevamento della fogna da parte di una società lucana, lungo tutta la ex 16 Adriatica nel tratto che corre a sud. Finalmente, verrebbe da dire, visti i continui disagi a cui erano sottoposti cittadini e strutture alberghiere che sorgono in quei cinque chilometri di strada. Ma il resto non è mai venuto. Nulla la segnaletica orizzontale, scarsissima quella verticale, un manto d’asfalto da terzo mondo, come documentano le nostre foto, ed una illuminazione realizzata anni fa solo in alcuni tratti. Problemi di fondi che non ci sono, ribadiscono gli amministratori, ma intanto la pazienza dei cittadini che ci vivono o che percorrono giornalmente quella strada è finita da un pezzo. Tanto

più che ben due incidenti gravi, ma per fortuna non mortali, hanno funestato l’inizio della bella stagione, durante la quale si registra un traffico decisamente più intenso, soprattutto nei weekend. L’idea geniale arriva ad inizio estate: richiedere alla Provincia di

Bari di trasferire quel tratto di strada e quello che ci collega a Molfetta, sotto le competenze dell’Ente di Via Spalato. Verso nord, dissuasori di velocità nel tratto molfettese e segnaletica verticale ed orizzontale migliore sembrano aver dato tregua ai disagi lungo quell’arteria, ma a sud i problemi restano. E sono gravi e momentaneamente insoluti, con alcuni cittadini ed imprenditori già sul piede di guerra se non arriveranno risultati immediati. In attesa della risposta della Provincia… Nicola Miccione vi racconta il consiglio comunale che ha dato il via libera alla decisione, evidenziandone i passaggi cruciali, destinati, a modo loro, a segnare un’epoca.


Trasferimento dell’Adriatica alla Provincia: c’e’ l’ok di Palazzo di Città Attualità

Approvato all’unanimità l'invio della richiesta formale alla Provincia di Bari di trasferire il tratto viario che collega Giovinazzo a Santo Spirito

A ll'unanimità, nella seduta consiliare dello scorso

km 788+780 in via prioritaria ed, in via secondaria, il tratto compreso tra il km 780+400». Nel deliberato, inoltre, il consesso comunale prende atto che «entrambi i tratti viari interessati, trattandosi di strade extraurbane, rientrano in una speciale previsione normativa del codice della strada per cui è del tutto pacifica la classificazione delle stesse in strade provinciali». Inoltre, sempre secondo il testo comunale, «entrambi i tratti viari sono interessati da una sostenuta circolazione stradale al servizio degli altri comuni e non soltanto dei cittadini del Comune di Giovinazzo». Peraltro il trasferimento è richiesto da molteplici ragioni fra le quali «non affatto trascurabile - ribadiscono gli amministratori l’accertata mancanza sulla strada interessata delle necessarie misure di sicurezza alle quali il Comune di Giovinazzo non può provvedere con gli ordinari stanziamenti di bilancio». Dai banchi del Popolo della Libertà, però, il consigliere Vitangelo Bavaro accusa «l’attuale amministrazione di non aver ef-

fettuato gli interventi necessari per il rifacimento del manto stradale nel suddetto tratto». Dai banchi del centrosinistra non replica nes-

di Nicola Miccione

suno. Si va avanti. Adesso si attende la decisione dell’ente provinciale presieduto da Francesco Schittulli.

BICCHIERE MEZZO PIENO O MEZZO VUOTO? Ecco le nostre conclusioni

I

l compito era facile facile e il consiglio comunale lo ha eseguito alla perfezione: soldi in bilancio non ce ne sono, pertanto sbolognamo la patata bollente alla Provincia (ammesso che accetti…). I vantaggi sono evidenti, vista l’impossibilità dichiarata della Giunta cittadina di far fronte ai lavori di adeguamento dei tratti stradali in esame. Oltre che logica, la decisione sa di buon senso, della serie “meglio feriti, che morti”. Il nodo principale resta tuttavia legato al sì eventuale dell’Ente guidato da Schittulli: in caso di risposta affermativa i tempi per la calendarizzazione degli interventi potrebbero essere lunghi (bicchiere mezzo vuoto), ma con la certezza che prima o poi i fondi saranno trovati (bicchiere mezzo pieno). Quello che resta incomprensibile ai più, è che questa decisione arriva tardiva rispetto all’origine dei problemi. E’ dai primi anni duemila, infatti, che quei tratti di strada necessitano di interventi di adeguamento (se non al codice della strada italiano, quantomeno alle norme di buon senso che regolano uno stato civile), ma a lungo non sono stati presi in considerazione nell’agenda della politica locale. Anche l’opposizione ha votato con la maggioranza, segno di una resa incondizionata da parte di tutti. E speriamo sia una resa positiva, che porti cioè ad un risultato concreto per il bene comune. Ora c’è da capire quanto tempo passerà prima che si possa giungere ad una definitiva conclusione di questa telenovela a puntate, sperando che nessuno si faccia male nel frattempo. (Gi.Batt.)

Il fatto del mese

2 luglio, la massima assise cittadina ha approvato l'invio della richiesta formale alla Provincia di Bari di trasferire, in via prioritaria, il tratto viario che collega il centro abitato di Giovinazzo a Santo Spirito e, in via secondaria, il tratto viario che collega il centro abitato di Giovinazzo a Molfetta. «Il Comune di Giovinazzo - si legge nella premessa - non ha mai recepito formalmente con proprio atto amministrativo la declassificazione a comunale della strada statale Adriatica in quanto la declassificazione stessa che avviene per classi se può essere riconosciuta opportuna per il tratto che attraversa il centro abitato, al tempo stesso non può essere accettata per i tratti extraurbani in quanto questi ultimi rientrano nella previsione di cui all’art. 2, comma 6, lettera C del predetto codice». Che testualmente dispone che «le strade extraurbane si distinguono in “provinciali” quando allacciano al capoluogo di provincia capoluoghi dei singoli comuni della rispettiva provincia o più capoluoghi di comuni tra loro ovvero quando allacciano alla rete statale o regionali i capoluoghi di comune, se ciò sia particolarmente rilevante per ragioni di carattere industriale, commerciale, agricolo, turistico e climatico». E così, sulla scorta della normativa in vigore e nell’ottica di una più razionale e pertinente attribuzione delle competenze istituzionali in materia di viabilità extraurbana che vede quale unico soggetto interessato la Provincia di Bari, Palazzo di Città ha ritenuto «necessario ed urgente trasferire alla Provincia di Bari il tratto di strada interessato, nella fattispecie, il tratto della strada statale Adriatica compreso fra il

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PORTEREMO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA A

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di Girolamo Capurso

Attualità

Ennesimo dato sconfortante per il nostro comune: calano le percentuali di raccolta differenziata

A Giovinazzo la raccolta differenziata sta

perdendo terreno. I numeri purtroppo parlano da soli e la verità anche se spiacevole, non può essere nascosta sotto il tappeto. Nei primi cinque mesi del 2010 i rifiuti prodotti nella nostra

area urbana sono aumentati passando da una media mensile di 42,63 kg procapite a 45,34 kg. Questo vuol dire che ogni cittadino ha prodotto giornalmente circa 100 g di rifiuti in più che vanno in discarica e che necessitano di essere lavo-

rati e smaltiti. In questa situazione la raccolta differenziata è diminuita notevolmente passando da una percentuale del 13,66% (sempre per i primi cinque mesi ) al 9,33% con un’evoluzione negativa che si era percepita già dagli ultimi mesi dell’anno scorso. In un contesto legislativo che obbliga i comuni a differenziare sempre in maniera maggiore (in Puglia per il 2010 la legge regionale prevede il 55%) e dopo campagne pubblicitarie pubbliche che hanno visto il nostro paese, con alcuni suoi scorci caratteristici, entrare nelle case dei pugliesi per propagandare la raccolta differenziata, siamo tra i pochi comuni a livello nazionale con le percentuali decrescenti. Un risulta-

to che ci parifica ai comuni del retroterra napoletano in continua emergenza rifiuti. Non solo. A gennaio 2010 sul bolletti-

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AL 25%!!! SCUSATE… STAVAMO SCHERZANDO Attualità

no ufficiale n. 4 della regione Puglia sono stati pubblicati gli importi dell’ecotassa e anche per quest’anno Giovinazzo pagherà il massimo: 15 euro a tonnellata. Come si può intervenire per risolvere questa situazione? Nei primi mesi dello scorso anno con molta enfasi e sicuramente con pochi soldi a disposizione, il Sindaco in una conferenza stampa, convocata per l’occasione, illustrò un progetto sperimentale dell’amministrazione per cominciare a Giovinazzo un percorso virtuoso di raccolta porta a porta. Si pensò di cominciare nel triangolo compreso tra via Marconi, via De Gasperi e via Bitonto in aggiunta ad una raccolta “condominiale” per il recupero dell’umido nei pressi della stazione ferroviaria. Grazie a questo progetto, si pensava di raggiungere entro il 2009 il 25% di differenziata ed entro il 2012, anno in cui la gestione sarà unica per l’intera ATO, il traguardo

del 29%. Sembrava tutto pronto e noi ci abbiamo creduto. A distanza di un anno l’unica novità riguarda la costruzione di un paio di isole ecologiche in via Agostino Gioia con la giustificazione che i cassonetti dei rifiuti risultano insufficienti (come sostenuto in una

missiva della ASL) e per soddisfare una petizione degli abitanti interessati. I negozianti di una delle vie più trafficate e centrali di Giovinazzo hanno protestato per la vicinanza dei bidoni ai loro esercizi commerciali, ma dopo una breve manifestazione di dissenso, tipica della mentalità nimby, hanno continuato nel loro quotidiano lavoro, proponendo solo un generico abbellimento con piante, delle isole ecologiche contestate. Il piano sperimentale, che comprendeva anche quella strada, è stato dimentica-

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to da tutti: cittadini e politici. Si ha la sensazione che a Giovinazzo, ricordando il personaggio interpretato da Lino Banfi nello spot finanziato dalla regione Puglia, abbia vinto la parte disinteressata alla questione ambientale. Risulta agevole e demagogico sparare sul pianista, e non lo facciamo. Consapevoli delle difficoltà economiche incontrate dai pubblici amministratori, siamo solo rammaricati che ancora una volta si fanno annunci a cui non seguono fatti.

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a cura di Gianluca Battista

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L’erba del vicino

L’erba del vicino

(ovvero... come farsi i fatti degli altri comuni)

ireremo tra gli ospedali del circondario, per comprendere, in maniera flash, in che modo i tagli previsti dalla Regione Puglia per far fronte al debito creato dalla giunta Vendola, andranno a toccare i nosocomi più vicini a Giovinazzo. Anche questo mese eccoci qua, con la nostra cura per difendersi dal provincialismo di ritorno, gettando un occhio qua e là al nostro vicinato.

PIANO DI RIORDINO SANITARIO: ARRIVANO I TAGLI Il governo nazionale impone il risanamento del debito. Ecco cosa accadrà agli ospedali più vicini a Giovinazzo dopo i tagli della Regione Puglia

BITONTO – “Uno schiaffo che non subiremo inermi!”. A tuonare è il sindaco di Bi-

tonto, Raffaele Valla, dopo aver appreso la notizia della possibile chiusura dell’ospedale locale, che serve un’utenza di 90mila abitanti, compreso il circondario, inserito in una lista stilata dalla Regione Puglia per far fronte ai debiti, come imposto dal governo nazionale. Valla aveva cercato con ogni mezzo di difendere i posti letto del nosocomio bitontino, senza tuttavia trovare una risposta. La struttura in pratica chiuderà, visti i tagli a medicina generale e lungodegenza. L’idea è quella di una riconversione in un poliambulatorio, con contestuale sistemazione della istituenda “casa della salute”.


MOLFETTA – A Palazzo di Città hanno tirato un sospiro di sollievo. L’Ospedale L’erba del vicino

TERLIZZI – E’ soddisfat-

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Civile molfettese resterà un valido riferimento per l’utenza locale e per quella dei comuni limitrofi, Giovinazzo compresa. Saranno persi i posti letto del day surgery di ginecologia e quelli del day hospital di pediatria, ma rimarrà intatto il numero di pazienti che potranno essere curati negli altri reparti. Un doloroso, ma contenuto tributo alla causa, che non pregiudicherà l’attività del nosocomio più vicino alla nostra cittadina.

to il sindaco di Terlizzi, Vincenzo Di Tria, all’indomani della scelta operata dalla Regione Puglia. L’Ospedale “Sarcone”, secondo il primo cittadino “ha visto riconosciute le sue peculiarità. Restiamo vigili, affinchè non ci siano tagli ingiustificati - ha proseguito certi di una tradizione sanitaria che non va mortificata a vantaggio di altri”. Tuttavia dalla struttura terlizzese scompariranno le unità operative di ostreticia, ginecologia, pediatria e neonatologia. Resteranno attivi, invece, i reparti di pneumologia, medicina interna, cardiologia con l’importante unità di terapia intensiva coronarica, chirurgia generale e chirurgia plastica, con i posti letto per la specialistica del pavimento pelvico. Salvo anche il reparto di oculistica.

RUVO DI PUGLIA – Il nosocomio ruvese

sarà riconvertito in casa della salute. E’ questo il responso dopo aver dato un’occhiata al piano regionale di riassesto sanitario. Ruvo di Puglia perderà i suoi ultimi posti letto di medicina generale e quelli assai importanti di lungodegenza. Plausibile un assorbimento dell’utenza locale dal vicino “Sarcone” di Terlizzi e dall’Ospedale Civile di Molfetta.

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D agli anni venti del secolo scorso, nello

storico andare dei tempi della giovinazzesità, trova una giusta e doverosa collocazione, l’esistenza ed il servizio sociale di quella ventina di fontanine, sistemate sul territorio, eroganti acqua potabile (a cura dell’A.Q.P.) a totale beneficio dei cittadini e (nell’excursus storico) anche a beneficio della sete di animali al giogo( cavalli, asini) e provviste per le esigenze della campagna. Quali storie, quali vicissitudini che ogni fontana rappresenta e racconterebbe non ci è dato conoscere, di sicuro sarebbe “fonte” di un interesse comune. Fa da contr’altare alla loro pubblica funzionalità sociale il loro stato attuale di “salute”; nella loro attualità, lo scempio del rispetto storico che le stesse si sono guadagnato nel tempo con la loro presenza sul territorio. Riteniamo utile avviare un percorso più dettagliato per raccontare ed approfondire l’ utilità sociale e solidale da contrapporre allo stato di abbandono, di ignominia e di vandalismo cui noi utenti facciamo a gara per distinguerci con la nostra incuria e menefreghismo. Nel prossimo numero un articolo su questi piccoli monumenti sparsi per il paese. Gerardo Nardò

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Delizia, storia, socialità e cultura del vivere quotidiano

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Una festa al Minimo

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di Giuseppe Dalbis

Arte & Cultura a 360°

L’Arciconfraternita del Carmine ha voluto festeggiare San Francesco da Paola dando spazio solo alla spiritualità e alla rievocazione del miracolo più celebre

L

a banda, le luminarie, lo spettacolo pirotecnico… quanta importanza diamo abitualmente ad aspetti folcloristici che possono solo far da contorno alla festa religiosa che si intende celebrare? Che bisogno c’è di raccogliere le offerte dei fedeli e buttarle via rapidamente in tempi non certo facili per le nostre tasche? Su questi interrogativi devono aver riflettuto all’interno dell’Arciconfraternita Maria SS del Carmine, guidata dal presidente Paolo Lasorsa, al momento di programmare la festa di San Francesco da Paola. E così tutto è stato ridotto all’essenziale. Nel tardo pomeriggio del 10 luglio, di sabato quest’anno, in via eccezionale, dal sagrato della chiesa di San Giovanni Battista, don Nicola Gaudio, padre spirituale del sodalizio, ha celebrato la Santa Messa animata dal coro della Polifonica del M° Antonio Dangelico. Nel corso della Solenne Celebrazione Eucaristica a vantaggio spirituale di coloro che sono a contatto con il mare, o da esso sono stati coinvolti nella propria esistenza, i numerosi fedeli hanno assistito alla vestizione di un nuovo confratello ed hanno ricevuto un breve racconto illustrato della vita del Santo. Al termine della funzione religiosa c’è stata la traslazione della Statua al molo di levante per l’imbarco a bordo delle bilancelle che l’Associazione Vogatori “Massimo Cervone” adopera per le gare nell’Adriatico. All’imbrunire migliaia di persone assiepate sul lungomare, su via Marina e sulla banchina del porto, attendevano lo sbarco ascoltando canti religiosi e la narrazione dei miracoli del Santo di Paola. Il prodigio più suggestivo è sicuramente rappresentato dall’attraversamento dello Stretto di Messina che il povero frate taumaturgo fu costretto a compiere a bordo del suo mantello, un po’ come ha fatto, con fantasia, sulle acque che circondano il nostro centro storico. Ed è per questo motivo che la Chiesa riconosce ufficialmente nel Santo di Paola il protettore della gente di mare. La devozione giovinazzese sta prendendo piede lentamente e così quest’anno, oltre ai fedelissimi vogatori, hanno partecipato i rappresentanti della locale sezione dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia mentre la Statua era scortata, per così dire, da due ufficiali in uniforme della Capitaneria di Porto. Sbarcata in un porto illuminato solo da fiaccole, lampare e fuochi d’artificio offerti da imprenditori giovinazzesi, la Sacra Effigie ha fatto ritorno in chiesa per la benedizione finale girando attorno a Piazza Porto e attraversando Piazza Costantinopoli. Una festa esterna minima, incentrata sulla rievocazione del miracolo, per il fondatore dell’Ordine dei Minimi.

Le riflessioni di don Nicola.

L’avvio professionale.


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La messa solenne con la polifonica giovinazzese.

L’imbarco.

S. Francesco protettore benedice il mare.

I vogatori “M. Cervone”.

Lo sbarco, attento e impreziosito dal racconto della storia di S. Francesco.

Onori al santo con i colori pirotecnici.

Partecipata devozione popolare.

L’Associazione Nazionale Marinai d’Italia.

Il rientro e la benedizione solenne di don Nicola.

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Giovinazzo si tinge di legalità

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di Mauro Capurso

Arte & Cultura a 360°

Sabato 17 Luglio, la Vedetta accoglie l’On. Forgione ed il suo ultimo libro “Mafia Export”

P

arlare di legalità, in un territorio come il nostro, non è facile. Che non sia facile, non significa che non ci si provi, soprattutto quando è iniziato un percorso e nonostante a pochi km da noi si continui a sparare in pieno centro. Dopo Mafia Pulita, il volume scritto a quattro mani da Elio Veltri e Antonio Laudati, la nostra città si tinge ancora una volta di antimafia e di legalità, con la presentazione del volume dell’On. Francesco Forgione, Mafia Export. Un’afosa serata estiva, un fortino in riva al mare, un manipolo di esperti ed ecco che la coscienza civile del nostro piccolo borgo dimostra tutta la sua maturità, tanto da richiamare anche importanti personalità dell’hinterland. La serata, organizzata dall’Assessore alla Legalità del nostro Comune, Cosmo Damiano Stufano, ha visto la partecipazione dell’autore del volume, l’On. Forgione, del Procuratore della Repubblica del Capoluogo Antonio Laudati, dell’Assessore Regionale alle Politiche Giovanili Nicola Fratoianni, del Consulente dell’Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità organizzata del Comune di Bari Stefano Fumarulo e del Sindaco Antonello Natalicchio. Gli interventi, moderati dal prof. Isidoro Mortellaro, hanno evidenziato in maniera pesante quel processo di sottovalutazione

del fenomeno mafioso che ha portato le mafie italiane, ed in particolare la ‘ndrangheta, a colonizzare l’economia planetaria. Ormai non siamo più di fronte ad un fenomeno “criminale” in senso stretto, ma ad una manifestazione che assume sempre più i connotati di una Società per Azioni. L’on. Forgione, già Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia nell’ultimo governo Prodi, ha elaborato un “atlante” della criminalità organizzata con il merito di avvicinare il lettore con una modalità fascinosa e divertente, come ha affermato Fratoianni, ad un tema così complicato. Il Procuratore Laudati ha puntato l’indice sugli sviluppi del fenomeno criminale nella nostra provincia, ma soprattutto dell’omertà che l’accompagna. Parlare di mafia, forse, non servirà a dimezzare le statistiche della criminalità, ma senz’altro darà un contributo per la costruzione di una “nuova” coscienza civile.

Inaugurata la Biblioteca della “Petit Ecole” L’istituto paritario affiderà l’autogestione ai genitori dei piccoli alunni

di Gianluca Battista

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na calda mattina di fine giugno ha fatto da cornice all’inaugurazione della nuova biblioteca della scuola paritaria per l’infanzia “Petit Ecole”. L’istituto di via Framarino ha avviato un progetto di autogestione dello spazio letterario da parte dei genitori, promosso anche grazie all’azione di due mamme molto attive, Daniela Sala e Rosanna Magrone. La coordinatrice Paola Belardinelli, piemontese di nascita ma giovinazzese d’adozione, ha illustrato davanti ai nostri taccuini il progetto che prevede l’utilizzo di testi al passo con la più moderna pedagogia legata all’infanzia. Dopo la benedizione di rito officiata da Mons. Luigi Martella, il prelato si è soffermato sulla grande importanza della scuola per l’infanzia e sulle capacità indiscusse di docenti e dirigenti scolastici dei plessi giovinazzesi incontrati in questi anni. L’attività della Petit Ecole prosegue in coordinamento con i due circoli didattici pubblici giovinazzesi, come testimonia la presenza della preside Carmela Rossiello del II Circolo, presente all’inaugurazione. Un restyling completo dell’istituto, inoltre, ha permesso la creazione di nuovi spazi dedicati al nido, con ben due cucine che provvedono ad una sana e corretta alimentazione dei piccoli allievi ed un funzionale ascensore per raggiungere i pieni superiori. E’ in dirittura d’arrivo anche l’allestimento di un terrazzo che servirà da spazio per i giochi dei bimbi durante la bella stagione. Paola Belardinelli ci ha anche illustrato il progetto che si sta concludendo in questi giorni, denominato Holiday & Sport, che dal 1 al 30 luglio, dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e nel pomeriggio dalle 15.00 alle 17.00, ha ospitato presso l’istituto bimbi da 3 anni in su e ragazzini fino alle terza media, coinvolgendoli in attività ludiche, suddividendoli per fasce d’età. Grazie al piglio concreto di una settentrionale trapiantata a Giovinazzo, la scuola paritaria di via Framarino sta riprendendo quota, con tanti progetti in itinere per il nuovo anno scolastico che si aprirà a settembre.


PICCOLI MUSICISTI CRESCONO… Arte & Cultura a 360°

C ome ogni anno, per l’Associazione Polifonica, la stagione estiva è un’occasione per mettere in vetrina i giovani talenti che si sono impegnati, nei mesi precedenti, in specifici processi di formazione musicale. Stiamo parlando del cosiddetto saggio di fine anno, appuntamento immancabile nel calendario di ogni scuola musicale, atteso con ansia dai corsisti e dai genitori vogliosi di assistere ai loro miglioramenti. In particolare, mercoledì 30 giugno, presso la sede della Scuola di Mu-

sica “Filippo Cortese”, hanno dato libero sfogo al loro talento i ragazzi frequentanti la classe di pianoforte del Maestro Paolo Fiorentino e quella di chitarra del Maestro Mike Amato, instancabili docenti da tanti anni impegnati nel trasmettere le proprie conoscenze musicali alle nuove generazioni. Un repertorio vasto e articolato, quello eseguito da questi piccoli pianisti e chitarristi, che spazia da Bastien a Bach, da Debussy alle colonne sonore dei grandi classici Disney. Insomma, un evento

utile per i tanti musicisti in erba, che hanno così la possibilità di misurarsi per la

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prima volta con il pubblico e lanciarsi verso un brillante avvenire.

di Fedele Capurso


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Arte in trilogia

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di Giuseppe Dagostino

Arte & Cultura a 360°

Originale mostra di tre artisti pugliesi organizzata dalla Avangart in collaborazione con la Touring Juvenatium

M etti un famoso pittore, una scenografa con

l’amore della fotografia e l’estro di un pasticciere decoratore e agli occhi del visitatore appare un panorama inusitato. L’intuizione di abbinare la pittura alla fotografia di uno scorcio di Giovinazzo che sia una piazza, anziché il piccolo porticciolo, una barca in rada o uno spaccato della Cattedrale è una caratteristica che contraddistingue l’ "Avangart”, presente da un paio d’anni nel nostro paese (Via Gentile, 6). Grazie all’abnegazione e caparbietà di due molfettesi, Sebastiano Pepe e Nicolò Giovine, questa società è nata con lo scopo di sviluppare e promuovere artisti locali organizzando mostre ed eventi culturali affiancandoli a maestri già

affermati a livello mondiale. La mostra, inserita nel calendario dell’estate giovinazzese (nella sala S. Felice dal 17 al 25 Luglio) e patrocinata dal comune di Giovinazzo, in collaborazione con la Touring Juvenatium, ha messo in evidenza l’unicum artistico di

tre distinte opere collegate da una forte connessione tematica. La spiccata vocazione artistica della scenografa molfettese Viky Depalma che, scindendo dalla sua formazione base

Tutti i colori dell’estate AM ArtGallery Torna “Artestaste”, la rinomata rassegna d’arte giovinazzese

di Antonella Sollecito

Appuntamento fisso per le caldi sere di luglio e agosto, la rassegna d’arte contem-

poranea firmata AM ArtGallery anche quest’anno propone ai visitatori un ricco carnet di eventi ed appuntamenti che da sempre accompagnano la massima esposizione made in Giovinazzo. Dal 24 luglio al 29 agosto, Antonella Merra accompagnerà i visitatori nelle splendide sale del Bastione, alla scoperta di nuovi artisti e talenti già noti al pubblico giovinazzese. Si parte il 24 luglio con la collettiva “Dialoghi d’Artista” che, fino al 4 agosto ospiterà le personali di Enatalem Zeleke, Premio Natiolum 2009, ed Ezio Ranaldi, vincitore del Premio della Critica 2009. Dal 6 al 16 agosto il programma prosegue con “Nel Blu dipinto di Blu”, mostra corale dedicata alle mille sfumature dei cieli e degli abissi marini. Sarà invece il tema “C’era una volta” ad impreziosire l’esposizione artistica che si svolgerà dal 18 al 29 agosto, accompagnata dai più celebri nomi tra quelli che hanno legato le loro firme all’AM ArtGallery: Gianna Barile, Giuseppe Covella, Flora Saracino e Marina Corazzieri, che quest’anno esporrà preziosi e bijoux realizzati artigianalmente. Le sale espositive saranno aperte al pubblico dalle 20:00 alle 23:00, mentre il sabato e la domenica dalle 19:30 alle 23:30. “in Città” invita tutti i suoi lettori a visitare la rassegna artistica, ricordando che sulle pagine del prossimo numero verrà dedicato ampio spazio all’evento.

quella di fotografa, ha messo in evidenza un gioco virtuoso di luci a volte anche un po’ pessimistiche, di scorci di una Giovinazzo quasi assopita. Scorci ripresi dal pittore Michele Volpicella, artista contemporaneo barese che, con i suoi tocchi magici di colori e di luci, assicura allo spettatore una sensazione di tranquillità, guardando i tetti variopinti dei suoi paesaggi mediterranei in contrapposizione all’intensità quasi lugubre dei suoi cieli. Colpisce il gioco di luci del prospetto della cattedrale, il turchese vibrante ricco di sfumature marine che circonda il porticciolo e il contrasto cromatico della fontana dei tritoni con i tetti della chiesa S. Domenico. Tutt’altra sensazione nell’osservare distese di case dirupate di Matera, bianche e azzurre della Grecia o quelle bianche di Ostuni in un’ottica visiva dall’alto in basso che con i tetti colorati inebriano e appagano lo spettatore. Ai due artisti foto-pittorici si aggrega l’arte manipolativa di Nicola Giotti, uno scultore- pasticciere, che trova nelle lavorazioni di zucchero e cioccolato la massima espressione del suo estro. Al centro della sala una delle sue ultime opere, quasi ad omaggiare le opere dei due artisti intersecando i simboli della terra e del mare, esaltati dalla pittura e dalla fotografia. Insomma una mostra che ha dato un tocco di classe allo scarno programma dell’estate giovinazzese.


Al via la rassegna teatrale “Senza Sipario” del G.T. Moduloesse Arte & Cultura a 360°

Quattro spettacoli per il Gruppo Teatrale Moduloesse

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a storica compagnia teatrale giovinazzese Moduloesse, diretta da Franco Martini riapre i battenti con la rassegna intitolata Senza Sipario, patrocinata dall’Assessorato alla Solidarietà Sociale del comune di Giovinazzo. Gli spettacoli offerti ai giovinazzesi dalla Compagnia sono in tutto quattro, i primi tre si sono tenuti dal 27 Giugno al 16 luglio (l’ultimo verrà inscenato Domenica 25 alle ore 21) sulla meravigliosa terrazza della vedetta che offre un magnifico panorama delle nostre coste. Il primo appuntamento ha trattato un componimento di K. Waterhouse e W. Hall intitolata “Chi è?”; nello spettacolo, incentrato sulla commedia degli equivoci, si

sono scontrate, in maniera ironica, due diverse filosofie dell’adulterio, che però, si sono dimostrate facce di una stessa medaglia. Nel secondo appuntamento, invece, intitolato “Cinema in concerto” sono stati rievocati passaggi indimenticabili di celebri pellicole, come Romeo e Giulietta di Zeffirelli, La vita è bella, Otto e mezzo, Novecento e altri brani, che da intere generazioni donano agli amanti del genere sempre nuove emozioni. La terza serata ha visto invece protagonista una commedia umoristica di Franco Cristofori intitolata “Nato due volte”; nello spettacolo, composto da un atto unico, si è sviluppato un dialogo tra un aspiran-

te suicida affetto dalla mania di essere sempre immobile e non partecipe, proprio quasi si trattasse di un vero e proprio feto, ed un semplice uomo della strada. Il colloquio, anche se basato su concetti profondi, è stato condotto con un tono umoristico ed un linguaggio colto tipico degli anni ’70. L’ultimo spettacolo, dal titolo “Arianna”, si è tenuto domenica 25 luglio in fase di stampa del nostro mensile.

La personale dell’artista Lamorgese in mostra nella Chiesa del Carmine

I colori degli ulivi e della terra di Puglia presentati nel loro splendore

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a nuova collezione di opere di Angelo Lamorgese, artista originario di Molfetta è stata ospitata nella sede della Chiesa del Carmine sita in via Cattedrale a Giovinazzo dove ormai da tempo varie iniziative culturali trovano espressione e buona ospitalità. Questo appuntamento con l’arte ci incanta per l’espressività dei suoi contenuti e degli opportuni colori lì a rappresentare nel loro splendore naturale gli scenari e i paesaggi della terra di Puglia. La nostra meravigliosa regione si illumina dei colori brillanti frutto dell’arte pittorica di Lamorgese. In questa Personale presenta una collezione di circa venti opere tutte particolari che raffigurano gli ulivi di Puglia nella loro bellezza. Questo albero simbolo della nostra terra è stato realizzato in rilievo con una pa-

sta prodotta con tecnica mista composta di intonaco e vinavil poi dipinta e decorata. Il risultato è una vera meraviglia perché il tronco diviene così materico «E’ di una bellezza accattivante – afferma l’artista – perché rappresenta la bellezza naturale dell’ulivo che è massiccio e corposo». In tutte le opere spicca la luce, una luminosità particolarissima che dona solarità agli stessi paesaggi raffigurati: “la Murgia”, “il Salento”, “il Faro” e poi gli scogli oltre a vari scorci di costa pugliese. Tutti gli elementi raffigurati

brillano del verde smeraldo e di belle sfumature tono su tono, di un delicato ma vivace azzurro a metà tra cielo e

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N. 8 - Agosto 2010

di Marzia Morva

mare, del giallo che è sempre presente con delicate tinteggiature a conferma della passione dell’artista per i colori della sua terra e di una tavolozza spontanea e naturale che da sempre nel suo “fare arte” vive di questi colori. In Lamorgese il figurativo è molto reale e immediato anche perché la sua pittura mescola con finezza l’arte alla natura tanto da “far parlare” gli elementi lì ritratti.

di Armando Palmiotti


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A.GE.B.EO e amici di Vincenzo - Onlus

N. 8 - Agosto 2010

Arte & Cultura a 360°

Associazione Genitori Bambini Emato-oncologici

L’

A.GE.B.EO. è un’associazione di volontari fondata a Bari nel 1990, grazie all’iniziativa di un gruppo di genitori che hanno vissuto con i propri figli la dolorosa esperienza della lotta contro la leucemia o il tumore infantile. Diventa AGEBEO e amici di Vincenzo nel 2003, dopo la scomparsa di Vincenzo Farina. Il travaglio e la sofferenza di Vincenzo hanno stimolato la solidarietà di tanta gente, dando nuovo impulso all’associazione e la possibilità di aiutare famiglie che quotidianamente vivono lo stesso dramma. Diventa O.N.L.U.S. (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) nel 2004 ed ha sede legale presso la Clinica Pediatrica – Unità di Oncoematologia- del Policlinico di Bari. L’associazione porta avanti diversi progetti: quello da me avviato è volto al trattamento sul piano fisico dei piccoli pazienti, spesso interessati da difficili conseguenze derivanti dall’allettamento prolungato, a seguito della chemioterapia, fonte di salvezza da un punto di vista clinico, ma di forte debilitazione e sofferenza da un punto di vista psico-fisico. Affinché il progetto riabilitativo possa ottenere i migliori risultati, è

necessario aver a disposizione una serie di attrezzature riabilitative, di cui l’associazione è completamente sprovvista: palloni in spugna, cuscini a cuneo, lettini elettrici, pesi per caviglie, girelli e, soprattutto, di un elettrostimolatore, volto ad un adeguato trattamento dell’atrofia da non uso. I costi di tutta l’attrezzatura sopra elencata e, in particolar modo dell’elettrostimolatore, sono estremamente alti per essere sostenuti dalla sola associazione. Nella figura di Fisioterapista, ma soprattutto di volontaria dell’associazione, mi piacerebbe che, qualunque lettore, dopo aver letto queste poche righe, non rimanesse indifferente o addirittura “scocciato” davanti a questa chiara richiesta di aiuto, ma potesse, anche con piccoli gesti, contribuire economicamente a tale progetto e, in genere, aiutare in futuro l’associazione, ricordando che tutto ciò che fino ad ora l’A.GE.B.EO. ha fatto è sotto gli occhi di tutti: concretizzazione di importanti progetti ed opere e, addirittura di una casa di accoglienza per i piccoli malati e per le loro famiglie. Tutte le informazioni sull’associazione si possono ritrovare sul sito www.agebeo.it

Per poter donare: • Poste Italiane: c/c 16744708 – IBAN IT 79 J 070601 04000000016744708 • UNICREDIT – BANCA DI ROMA – IBAN IT 56 L 0300204025 000010161467 Viale Einaudi n. 63- 65 70125 BARI È opportuno ricordare ai potenziali donatori di conservare la ricevuta dei versamenti effettuati in favore dell’A.GE.B.EO., in quanto essa è un’associazione O.N.L.U.S. e, tutto ciò che le viene donato, può essere portato in detrazione ai fini fiscali. I bambini rappresentano il futuro: Concretizziamo insieme la Speranza!! Raffaella Brunetti

Volontaria Fisioterapista dell’associazione A.ge.b.eo.

Turnazioni benzinai e farmacie SABATO 31 LUGLIO DOMENICA 1 AGOSTO

BENZINAI

SABATO 7 DOMENICA 8

SABATO 14 DOMENICA 15 SABATO 21 DOMENICA 22

Q8 Q8

ERG ERG

ESSO ESSO ERG ERG

DEL PRETE

FARMACIE

da lunedì 26 luglio a domenica 1 agosto

D’AGOSTINO

da lunedì 2 a domenica 8 agosto

FIORE

da lunedì 9 a domenica 15 agosto

RINELLA

da lunedì 16 marzo a domenica 22 agosto

Le turnazioni hanno inizio alle ore 13.00 e terminano alle 8.30 del lunedì successivo come da nuove disposizioni previste.

FRATRES

GIORNATE DI RACCOLTA DI SANGUE

Giovinazzo - Via Marconi n° 9

AGOSTO 2010

02/08/2010 - Lunedì:

dalle 08.30, alle 10.00

BUONE VACANZE A TUTTI I DONATORI

N.B. Le date e gli orari sono suscettibili di variazioni dettate da esigenze del Centro Trasfusionale. Per qualsiasi informazione siamo a disposizione presso la nostra sede in Via Marconi, 9. Tel./Fax 080-3947733

http: //www. fratresgiovinazzo. it


Le barche di Santa Maria Tradizioni

N ate da una leggenda diffusasi nel nord barese

in tempi lontani che narra del salvataggio da una grande tempesta di una statua della Madonna, le “Barche di Santa Maria” navigano nell’aria nel periodo agostano. Tempo, questo, dedicato ai festeggiamenti alla Madonna dell’Assunta e alla protettrice dei paesi. Sospese sulle strade da un palazzo all’altro, aggettanti dai balconi, o posate sui davanzali delle finestre, la loro origine si perde nel ricordo lontano. Esse testimoniano la devozione alla vergine che nei paesi marinari è accompagnata dalla richiesta di protezione per le uscite a pesca, per il pescato e per i lunghi viaggi commerciali effettuati sul mare. Sfolgoranti di colori di giorno e illuminati di luci poste all’interno di notte, i modellini delle imbarcazioni fanno sentire anche dall’alto la presenza avvolgente della Vergine. La loro realizzazione è a livello amatoriale poiché i loro creatori non sono specialisti del settore. Essi con materiali poveri quali carta

velina, carta crespa, cartone, filo di ferro, spago, legno, piccole canne di bambù, riproducono bastimenti e barche a vela con la fantasia e la manualità. La presenza a Giovinazzo delle “Barche di Santa Maria” si deve alla volontà di alcuni

Foto n. 1

Foto n. 1 - Primo arco Cattese. Foto n. 2 - Primo arco Cattese. Foto n. 3 –Via A. De Gasperi n. 5.

Foto n. 2

Voglia di Pane di Lorenza Minervini

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Foto n. 3

• Panetteria • Focacceria • Rosticceria • Pasticceria secca • Buffet e feste in genere P.za V. Emanuele, 21 Tel. 080.3943604 Viale A. Moro, 5/7 Tel. 080.3946940 Giovinazzo (Bari)

cittadini che continuano a mantenere viva la devozione alla Madonna di Corsignano iniziata dai loro avi. I modellini penzolano dall’alto nella parte antica come in quella moderna del paese. Nel vecchio borgo è via Gelso ad ospitare un bastimento sotto il primo arco Cattese, u’arche de meste Rocche, e una barca sotto l’arco di Palazzo Paglia a cura di Angelo D’Agostino. Delle tre barche volanti della zona nuova è ancora visibile l’esemplare di via A. De Gasperi n. 5 della famiglia Montaruli, ma si ricordano gli altri di via G. Marconi, del defunto Angelo Depergola, e di via Cairoli; come si vede qualcuna è scomparsa. Perché non incrementare questa presenza nel nostro paese marinaro che tanto mare lo bagna e che ha avuto una prestigiosa attività e cultura marinara? Si veda alla vicina città di Corato, località priva di mare, che ha fatto delle “Barche di Santa Maria” il tema di un concorso a premi: tanti sono stati i modellini nati in queste ultime estati! Verremmo anche noi a girare per le nostre strade col naso all’insù.

di Beatrice Andriano Cestari


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AVERE FEDE?

N. 8 - Agosto 2010

di don Nicola Gaudio

Riflessioni

Ho ricevuto una e-mail da un giovane amico e ve la propongo perché può interessarvi. Caro Nicola, ti leggo volentieri sulla rivista “in Città” ma molto spesso non sono d’accordo con le tue affermazioni e le tue sicurezze. Non sono ateo, sono agnostico. E il mio limite, IL GRANDE LIMITE, è vivere in crisi e non godermi la mia vita. Vorrei riuscire ad avere fede… ma come si fa? Purtroppo, credo, non esista una ricetta per avere fede.

Io C’è ti capisco e provo a risponderti. chi è passivo e si limita a cercare

fuori di sé qualcuno che gli risolva i problemi e gli dica in cosa credere. C’è chi è attivo e ha imparato che le uniche risposte, che fanno davvero la differenza, possono venire solo dal di dentro. Ma tu non sei né l’uno né l’altro. Non sei passivo perché il tuo pensiero è vitale e ti permette di comprendere che le soluzioni che propone la società non siano risolutive, ma solo superficiali. Ma non sei neppure attivo perché continui a cercare nuove soluzioni fuori di te, come se fossero fisicamente da qualche parte, o possedute da qualche uomo che sei ancora in attesa di incontrare. E’ chiaro che stando così le cose non troverai mai pace. Però c’è una buona notizia: sei sincero con te stesso, ed è questa la chiave per fare dei veri progressi. Devi solo renderti conto che le risposte che cerchi le potrai trovare solo svuotando la tua mente da tutto quello che conosci e che ti è stato imposto (mi riferisco alle religioni quanto alla filosofia orientale e alla new age). Torna come un bambino che non conosce nulla del mondo e cerca di imparare tutto da capo, ma questa volta fallo affidandoti solo a quello che puoi realmente sperimentare in prima persona. La fede, per esempio, rappresenta quell’attitudine per cui noi crediamo in qualche cosa senza averne conferma.

4-1-1921

L’esempio più evidente è quello della fede in Dio. Si può credere in Dio solo con un atto di fede. Avere fede dà sicuramente una marcia in più perché dona sicurezza e un atteggiamento di fiducia. Ma la fede è un dono che si ha o non si ha e si acquisisce gradatamente, ma sempre spontaneamente, via via che si diventa più consapevoli. Secondo me il punto fondamentale è la conoscenza di se stessi, di cosa siamo. Capito questo ogni aspetto della vita diventa più chiaro. Se si comprende con il cuore e non con la mente (ovvero in modo razionale) diventa impossibile non avere fede. Secondo me se tu vivi in crisi e non ti godi la vita è perché ti sei fatto uno schema mentale su ciò che è essere felici e quello che ti accade non corrisponde al tuo schema. E’ ciò che vivi che ti impedisce di essere felice o quello schema? Devi partire di qui. Devi capire chi sei e puoi farlo solo tu. Sono temi che non si possono affrontare e risolvere con una semplice discussione. Spero almeno di averti dato qualche spunto di riflessione. Io non porto certezze, come nessun altro al mondo, ricordati che solo tu puoi dare un senso a ciò che vivi. Senti che ti dice don Tonino sulla fede. «La nostra fede deve avere la sensibilità del nomadismo. Dobbiamo essere nomadi, gli uomini del cammina-cam-

16-6-2010

In memoria di...

MICHELE PALMIOTTO

Dopo tante tribolazioni, ti sei dovuto arrendere alla volontà del Signore. Il tuo vissuto denso e pieno di drammatiche vicissitudini: orfano all’età di nove anni, lavoratore instancabile, combattendo la fame, capofamiglia ineguagliabile. La tua persona lascerà in noi e negli altri un segno indelebile e la fortuna di aver vissuto con una persona rara ed eccezionale, schietta e genuina. I tuoi passi spesso s’incrociano con quelli di un Vescovo straordinario, cui rivolgevi la puntuale frase: “Monsignore avete bisogno di una mano?”, “No, grazie!”, rispondeva egli affabilmente. Le asperità della vita non sono riuscite a scalfire il puro diamante della tua anima. E’ quindi con grande dolore che siamo stati costretti a separarci da te, ma resteranno sempre nel nostro cuore i tuoi insegnamenti, l’espressione ridente del tuo volto e il tuo amore per noi, confortandoci. Addio papà Michele, siamo certi che ora ci guiderai del Paradiso, perché già in terra eri un angelo.

mina, persone che si mettono in viaggio. La fede non è qualcosa di stabilizzato per sempre. C’è uno standard della nostra vita: né un tantino in più, né un tantino in meno. Non ci sono soprassalti, non ci sono stupori, non ci sono sussulti. E’ malinconico. Significa non vivere, significa non sperimentare più la gioia del cammino, l’ansia della ricerca, la difficoltà, la preoccupazione, la paura, e poi il soprassalto di gioia quando sperimenti che la strada che stai percorrendo è quella giusta. E’ ora che ti metta in cammino pure tu. Lasciamo le accademie dei nostri studi, delle nostre ricerche intellettuali. La nostra fede sa troppo di tavolino. La nostra fede non ha molta polvere sulle scarpe, non ha profumi di strade, non ha sapori di piazza. Ha solo il profumo dell’incenso delle nostre chiese. Pericoli di strada non ne affrontiamo molti, gli unici pericoli di strada che affrontiamo sono quelli delle processioni. E’ difficile che la nostra fede si intrida dei problemi dei giovani, della nostra vita. Il Signore ci dia tanta luce perché anche noi possiamo trovare le pista giuste, le carovaniere giuste che ci portano alla sua casa».

7-6-1944

7-7-2010

PAOLO STUFANO

"Nonno ti voglio tanto bene, mi dispiace tanto che non ci sei più, ti porterò sempre dei fiori e farò una preghiera... e tu sai perchè". Alessia, Daniela, Elena e Paolo

27-11-1919

15-7-2010

GIUSEPPE MASSARI

Il 15 luglio 2010 ha concluso la sua vita terrena Giuseppe Massari, lasciando ai figli, ai nipoti e ai pronipoti un ricordo indelebile. Grazie, nonno, per i sacrifici compiuti per i nostri genitori, per l’affetto e la gioia che ci hai manifestato in ogni circostanza, per i valori in cui hai creduto e ci hai trasmesso con l’esempio. Ciao nonno Peppino, abbraccia per noi nonna Nina.


UN OSPITE DAGLI USA

A GUEST FROM THE USA

Sempre con noi / Always together

31 N. 8 - Agosto 2010

A colloquio con Vincenzo Di Natale, il neoeletto presidente Meeting Vincenzo Di Natale, the newly-elected president della “Associazione Maria SS. di Corsignano in New York” of the “Associazione Maria SS. Di Corsignano in New York”

A

Testo, intervista e traduzioni a cura di Gabriella Serrone

bbiamo approfittato del suo soggiorno giovinazzese, per incontrare il Presidente dell’associazione “Maria S.S di Corsignano in New York” nella nostra confortevole sede in via Cattedrale, in un borgo antico assopito, complice la calura di un pomeriggio di luglio. Vincenzo Di Natale ha accettato di buon grado l’invito, ed ha scambiato con noi quattro chiacchiere sulla sua recente elezione e sugli obiettivi del suo mandato. La sua è una storia comune a tanti emigranti che hanno lasciato ogni parte d’Italia per cercare fortuna nel nuovo continente: parte da Giovinazzo nel 1963, comincia a lavorare negli Stati Uniti come operaio nel settore delle costruzioni e nel 1978 diventa lavoratore autonomo. L’ascesa lavorativa si accompagna al grande impegno nell’associazione dedicata a Sant’Antonio da Padova di cui occupa la vicepresidenza per ventiquattro lunghi anni. Il legame con le tradizioni e la cultura della sua terra d’origine non intende spezzarsi e si arricchisce oggi di un nuovo capitolo. Grazie al suo impegno al vertice dell’associazione che riunisce tanti nostri concittadini emigrati nella Grande Mela, Di Natale intende dare un suo fattivo contributo alla crescita della comunità giovinazzese in loco, programmando una serie di iniziative destinate a rinsaldare il cordone ombelicale che lo lega alla terra natìa.

1. La nomina di nuovo presidente dell’Associazione Maria SS. di Corsignano in New York l’ha sorpresa? Decisamente. 2. Questo incarico cambierà il suo rapporto con gli altri soci del club? No, non cambierà, perché hanno fiducia in me. Mi ritenevano capace di candidarmi per la presidenza per la mia esperienza. Hanno insistito perché mi candidassi e mi hanno eletto. Non ho potuto che accettare l’incarico. E Una volta eletto presidente, ho nominato Dino Fiorentino presidente onorario a vita. 3. E’ gravoso mantenere vivi in questa piccola comunità di giovinazzesi all’estero gli ideali che portarono alla nascita del sodalizio? Per nulla. E’estremamente semplice per me. Il mio impegno in altre associazioni dura da 45 anni. Conosco perfettamente le iniziative da realizzare nell’associazione. Ho accettato questo incarico, perché so di poterlo portare avanti. 4. Ci parli del suo programma. Non appena tornerò a New York il 23 settembre, organizzeremo la messa annuale alla Madonna di Corsignano che si terrà il 26. In seguito, mi riunirò con gli altri membri del club per discutere delle iniziative future. Inoltre, il coinvolgimento dei giovani nelle iniziative del club, per esempio nelle feste che organizziamo ogni anno, resta uno dei miei obiettivi principali. 5. Visto il suo soggiorno a Giovinazzo, intende farsi portavoce di proposte per mantenere vivi e duraturi i legami con i concittadini lontani? Certamente, il nostro impegno è da sempre volto a mantenere i contatti con Giovinazzo e le tradizioni di questo paese negli USA. Stiamo lavorando molto per questo e sono molto onorato di poter portare avanti questo compito. In qualità di presidente, farò tutto il possibile per raggiungere questo obiettivo e dare continuità ai 27 anni di presidenza di Dino Fiorentino. 6. Come viene percepito dalla comunità giovinazzese a New York il lavoro di traduzione della rubrica che “in Città” dedica alle loro attività? E’ ritenuto utile? Assolutamente. I giovinazzesi sono ansiosi ogni mese di leggere il giornale e di essere informati su cosa avviene a Giovinazzo. Quindi, la traduzione della rubrica è una buona idea e da l’opportunità a chi capisce l’italiano ma non sa leggerlo di leggere l’articolo. Interessante sarebbe anche tradurre altri articoli del giornale, quelli sulle iniziative culturali della cittadina, per esempio.

We have taken advantage of his stay in Giovinazzo to meet the pre-

a cura di Beatrice Andriano Cestari

Introduction, Interview and Translation by Gabriella Serrone

sident of the “Associazione Maria SS. Di Corsignano in New York” in the comfortable seat of “in Città”, via Cattedrale, in a sleeping old town, with the help of a July afternoon’s great heat. Vincenzo Di Natale has accepted with pleasure the invitation and had a chat with us about his recent election as well as the goals of his charge. He has the same story of many emigrants who left many Italian towns to find a new life in the new Continent: he leaves Giovinazzo in 1963, starts working in the USA in a building firm and in 1978 becomes a self-employed worker. His success in work is accompanied by a great involvement in the association in honor of Saint Anthony from Padua and his presidency lasts long twenty-four years. The bond with his native land traditions and culture is destined to be strengthened and enriched by a new experience. Thanks to his involvement at the top of the association gathering several Giovinazzo fellow citizens emigrated in the big Apple, Di Natale wants to give a considerable contribution to the growth of the Giovinazzo community in the USA by planning different initiatives aiming at making the link with his native land stronger.

1. Were you surprised by your appointment as president of the “Associazione Maria SS. Di Corsignano in New York”? Yes, I was. 2. Will this appointment change your relationship with the other members of the club? No, our relationship will not change, because they trust me. They told me I were able to run for the presidency, thanks to my experience. They pushed me to take this task and voted me in. So, I accepted the presidency and since I became president, I nominated Dino Fiorentino honory president for life. 3. Is it hard for you to keep the founding ideals of the association still alive within the little Giovinazzo community in the USA? No, at all. It’s very easy for me. I’ve been involved in the other associations for 45 years. I perfectly know the activities of the association. I took this task, because I knew I can do it. 4. Will you please explain your program? As soon as I come back to New York on September 23th, we’ll organize the annual Mass on 26th in honor of Madonna of Corsignano and after that a meeting with all the members to discuss for the future and what we’re gonna do in the club. Besides, I’ll try to make young people more and more involved in the initiatives of the club, by, for example, the organization of the annual ball. 5. Does your stay in Giovinazzo aim at asking local governors for an improvement in keeping the bond between Giovinazzo and the far fellow citizens alive and lasting? Yes, we’ll always try to keep communication with Giovinazzo as regards the traditions of Giovinazzo in the USA. We try very hard to do that. And I’m very pleased to have such an important task. As a president, I’ll make my best to continue on the 27th presidency of Dino Fiorentino. 6. How do Giovinazzesi in the USA consider the translation of the column “in Città” dedicates to their activities? Is it useful for them? Absolutely. Giovinazzesi look forward to read the paper and have some news from Giovinazzo. So, the translation of the column is a good idea, as it gives the opportunity to those who understand Italian but can’t read it to read the article. It would also be interesting to translate other articles of the paper, such as those concerning the cultural activities of the town.

materiale fotografico e cronistico dal corrispondente USA Frank De Santis

traduzioni di Gabriella Serrone


32 N. 8 - Agosto 2010

di Mary Facchini

I piccoli giornalisti in carriera

Progetto lettura: Leggiamo per Volare A

ncora oggi per la maggior parte dei bambini e dei ragazzi la scuola è sostanzialmente l’unico luogo dove si trovano a contatto con i libri e la lettura. Purtroppo però qui spesso i libri che si leggono sono soltanto quelli di testo e quindi la lettura è finalizzata allo studio. Ciò non facilita, di certo, i più piccoli lettori nell’acquisire il piacere della lettura. Proprio per questo motivo i Piccoli Giornalisti in carriera propongono questo mese il Concorso “Progetto Lettura”, che vede coinvolti i bambini-ragazzi tra gli 8 e gli 11 anni. Genitori, che leggete, conducete i vostri figli alla lettura!!! Premio finale: un volo su Giovinazzo!!! Accorrete numerosi!!! Per informazioni sul Regolamento al Concorso “Leggiamo per Volare”: Mary Facchini 346.5348303


33 I piccoli giornalisti in carriera

N. 8 - Agosto 2010

Un benvenuto a Carlo e Francesco Saverio Masellis che da questo

Le NEW ENTRY dei piccoli giornalisti in carriera!

Ques to mese

o c i t s o r c A L’

Francesco Saverio Masellis

I ragazzi e la lettura

IL magIco Baule Ricco di prOfondi segreti

Filippo Molinini

Alessandra Loconsole

La piccola giornalista

La lettura È molto impor Tante per la cresci Ta individ Uale dei Ragazzi Ami Amola

Carlo Masellis

Il piccolo giornalista

mese entrano a far parte dello staff dei piccoli giornalisti dando prova delle loro capacità artistiche attraverso la riproduzione di due importanti angoli di Giovinazzo. Per un lungo e proficuo lavoro insieme.

Un libro può essere utile a riempire momenti di noia delle lunghe giornate estive ed è un tempo ben utilizzato quello dedicato alla lettura. Il libro ti distrae e provi vari sentimenti.

fa g li augur i a... ADA IESSI HA FESTEGGIATO 18 ANNI IL 21 GIUGNO

Il 14 Luglio la neo dottoressa MARIAPIA D’ATTOLICO ha regalato un giornata indimenticabile alla sua bella famiglia, orgogliosa di premiare con tanto amore e con una coroncina di alloro il suo 110 e lode a conclusione del corso di Laurea triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche.

11 Luglio 2010: Cristian, Michele e Niccolò, in questo giorno così importante, il nostro augurio più grande è che la vita vi sorrida sempre! Con infinito affetto: I genitori papà Roberto e mamma Betty, i nonni, gli zii e amici tutti, nel primo compleanno dei piccoli gemellini "tre che fanno tre in un solo colpo".

Dio vi ha donato un amore speciale da condividere... perché sapeva quanto l'avreste tenuto caro. Tenetevi per mano e sappiate guardarvi sempre negli occhi come oggi. Auguri da chi vi vuole un mondo di bene.

Affinché la i tuoi meravigliosi 18 anni siano l’inizio di una lunga e serena strada di conquiste, successi ed impegni ti Auguriamo un mondo di Bene e di Felicità. Papà Luigi, mamma Pina e il tuo caro fratello Ubaldo

PIERLUIGI e CLAUDIA

Congratulazioni vivissime alla dott.ssa CRISTINA MARIA DEPALMA che ha conseguito la laurea specialistica in Odontoiatria e Protesi dentaria con 110 e lode. Il padre Angelo le augura un radioso avvenire.

17 Agosto 2010 Il luogotenente Michele Desantis insignito della Medaglia Mauriziana al merito di 10 lustri di carriera Militare il 25 luglio in occasione del 236° anniversario della fondazione della Guardia di Finanza.

Auguri alla dottoressa “al quadrato” GABRIELLA SERRONE, per la meritatissima laurea in lingue. Una tesi di grande pregio, richieste di dottorato da mezza Italia ed il massimo dei voti conseguiti ci rendono fieri di questa nostra collaboratrice storica. La tua umiltà e la tua passione sono il nostro orgoglio. La Redazione


34 N. 8 - Agosto 2010

Sport

ADDIO GS ED ATLETICO, ECCO IL FUTSAL di Filippo Luigi Fasano

L a notizia era nell’aria già da mesi ed ha ricevuto

l’ufficialità un pomeriggio di luglio, in sala San Felice. Dove il calcio a cinque giovinazzese si è finalmente riunito sotto la bandiera di un’unica società, quella dell’Asd Futsal. Il neonato sodalizio, nato dalla fusione di GS C5 ed Atletico, si propone di abbracciare un progetto finalmente a misura di paese, senza più invidie, divisioni e particolarismi. Il verdetto dell’ultima stagione sportiva ha dato l’accelerata decisiva alla sua realizzazione, con le due realtà ritrovatesi assieme in B dopo la retrocessione dall’A2 del GS e la salvezza dell’Atletico. Derby scongiurato dunque, ed una sola squadra a rappresentare il paese nella categoria, al palasport di viale Moro. La poltrona di presidente, però, è rimasta per due, Tonio Carlucci e Nino Mastandrea: «L’Asd Futsal raccoglie una sfida, quella dell’autarchia, candidandosi

Presentato in sala San Felice il nuovo sodalizio cittadino di calcio a cinque

come sbocco naturale dell’intero movimento cittadino – ha precisato l’ex numero uno del GS –. Non aveva più senso mantenere due realtà distinte, con conseguente dispendio di risorse». Gli ha fatto eco il co-presidente Mastandrea, nominatosi

garante, tra il serio ed il faceto, dell’armonia della nuova compagine: «Avendo più tempo a disposizione, seguirò più da vicino i primi passi della nuova compagine, assieme al direttore sportivo Gianni Lasorsa. E quanti ne metteranno in discussione l’unità, dovranno fare i conti con me. Con l’Asd Futsal si inaugura un nuovo corso del calcio a cinque locale». Un nuovo corso che assomiglia tanto a quello dei padri fondatori: gruppo composto quasi interamente da giovinazzesi, cura per l’under 21, primo serbatoio della squadra se-

La Lega Nazionale Hockey Pista ha ufficializzato il calendario della prima fase del

Hockey su pista, esordio in casa contro il Prato

campionato di A1. Dopo preparazione e la prima fase di Coppa Italia (in programma dal 1° al 3 ottobre, in una sede ancora da destinarsi, contro Correggio, Sarzana e Trissino), l’Afp comincerà in casa contro il Prato la stagione regolare, sabato 16 ottobre. La prima trasferta, sette giorni più tardi, coinciderà con l’impegno più sentito dai tifosi, il derby di Molfetta, che quest’anno promette di essere ancora più equilibrato dei due disputati la scorsa stagione. Il 30 ottobre nuovo impegno casalingo contro il Breganze. Il 6 novembre è in programma la trasferta di Follonica, prima del doppio impegno casalingo contro Roller Bassano (13) e Cgc Viareggio (20). Quindi si va a Seregno (27 novembre) e si ospita il Lodi (4 dicembre), prima del turno infrasettimanale di martedì 7, a Forte dei Marmi. La gara interna contro il Bassano 54 e la trasferta sulla pista dei campioni d’Italia del Valdagno chiuderanno l’anno solare. Nel 2011 si riparte dal palasport di viale Moro (ospite il Pordenone), prima di completare a Sarzana il girone d’andata. Una seconda trasferta consecutiva, a Prato, sancirà, sabato 15 gennaio, l’inizio del girone di ritorno, che proseguirà senza soste sino al 2 aprile. Quindi la pausa pasquale ed il turno infrasettimanale di martedì 12, coincidente con l’ultimo incontro della stagione regolare, Afp-Sarzana.

nior, passi proporzionati alla lunghezza della gamba. Anche se un obiettivo prestigioso per la prossima stagione è stato già fissato: la Coppa Italia. «In controtendenza rispetto alle avversarie, imbottite di oriundi, la nostra è una squadra fatta in casa, ad eccezione del solo Lucivero, ormai giovinazzese d’adozione – ha dichiarato il tecnico Iessi, guadagnatosi la guida della Futsal dopo una promozione ed una salvezza in A2 –. Già questo deve essere motivo d’orgoglio. L’anno scorso eravamo in pochi, e siamo riusciti a mantenere la categoria. Ora siamo in tanti, e di qualità. Insomma, ci sono tutti i presupposti per divertirci e divertire il nostro meraviglioso pubblico, che ci segue sempre con calore in casa e fuori». Lo staff tecnico è completato dagli allenatori dell’under 21, Angelo Marolla e Gianpaolo Capursi, dal preparatore atletico Franco de Anna, dal medico Giuseppe Lograno e dal terapista Angelo Dinatale. Presentata nell’occasione pure la mascotte, un falchetto combattivo. A breve verrà lanciata una campagna di “socio sostenitore”, probabilmente in occasione della presentazione della squadra al pubblico.


35 Sport

N. 8 - Agosto 2010

Trofeo dell’Adriatico, un’estate di transizione per la “M. Cervone” S in dal principio di questa stagione della voga, il presi-

dente dell’Associazione Vogatori “Massimo Cervone”, Francesco Cervone, aveva messo in guardia gli appassionati sul reale potenziale del suo equipaggio, in buona parte rinnovato: «Sarà un anno di transizione – aveva dichiarato alla vigilia della prima tappa – con un rimescolamento della carte. A buoni giovani abbiamo abbinato qualche uomo d’esperienza. Stiamo ponendo le basi, si spera, di un futuro roseo». Dopo quattro tappe del Trofeo dell’Adriatico, manifestazione riservata ad imbarcazioni a dieci remi, gli uomini del sodalizio di Cala Porto si ritrovano quarti in classifica generale, dietro ai Remuri Brindisi, al Bari 1894 ed ai Vogatori Molfetta. Dopo un terzo posto nella prima tappa molisana, in quel di Termoli, l’equipaggio giovinazzese ha centrato lo stesso piazzamento anche a Brindisi, grazie anche ad una prima

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Domenica 1 agosto chiusura in Cala Porto con la Regata dei Gonfaloni

manche strepitosa. Primi al traguardo i padroni di casa, capaci di annientare la concorrenza con un ritmo serratissimo nella seconda parte di gara. Secondi i Vogatori Molfetta, bravi a sfruttare la debacle dei quotati Vogatori Bari 1894, solo quinti alla fine. Proprio nelle acque baresi, però, è iniziato il momento difficile dell’As-

sociazione Vogatori Giovinazzo, con un quinto posto figlio di una condotta di gara schizofrenica, mentre i Remuri Brindisi calavano il tris, precedendo i baresi. Terzi i molfettesi. A Molfetta, domenica 11 luglio, i piccoli problemi dei ragazzi giovinazzesi si sono manifestati in modo più evidente: ancora quinti con

“Tesoreremo”, antipasto di Gamberemo

a vita è come una valigia, se la lasci vuota diventa pesante, se la riempi diventa leggera». Questa massima di don Tonino Bello è stata la frase da ricomporre come ultima prova della seconda edizione del Tesoreremo, svoltasi in piazza Vittorio Emanuele lunedì 12 Luglio. Ad aggiudicarsi il mini trofeo sono stati i ragazzi della parrocchia S. Domenico che hanno preceduto nell’ordine le parrocchie Immacolata, S. Agostino, S. Giuseppe e Concattedrale. La manifestazione, che vede protagonisti i ragazzi dai 9 ai 12 anni, permetterà ai vincitori di incrementare il punteggio maturato nella regata dello scorso Gamberemo e a determinare la griglia di partenza del Palio dei Rioni, in programma il prossimo 20 Agosto. Numerosi sostenitori, per la maggior parte genitori dei piccoli partecipanti, hanno tifato per i propri beniamini che hanno dovuto superare diverse prove di carattere culturale e ginnico, fino a quella finale che ha visto i ragazzi cimentarsi nella composizione della massima di don Tonino. Soddisfatto il presidente della Touring Juvenatium, Antonio Dangelico, che vede in questo preludio un motivo valido per preparare i “pulcini” delle parrocchie all’agonismo e alla lealtà sportiva che contraddistingue il Gamberemo. L’appuntamento è dunque fissato per venerdì 20 Agosto, mentre fervono i preparativi per strappare lo scettro dalla Parrocchia Immacolata, vincitrice della passata edizione. (Francesco Mondelli)

tanto rammarico. In quell’occasione il Bari 1894, con il timoniere giovinazzese Gaetano Minenna, era riuscito a strappare il successo all’imbarcazione brindisina, grazie anche ad una penalità in cui era incorso l’equipaggio salentino. Al terzo posto era giunta la barca del Nautilus Molfetta. L'ultima tappa in Cala Porto, il 1° agosto, dopo l'annullamento della gara di Vasto del 25 luglio, ci dirà chi fra brindisini e baresi sarà in grado di alzare il trofeo 2010. I salentini conducono con 97 punti, 12 in più rispetto al Bari 1894. Giovinazzo è staccata con 74 punti, quarta dietro ai cugini molfettesi. Il patron Peppino Cervone sta organizzando nei minimi dettagli la tappa casalinga, coincidente con la splendida Regata dei Gonfaloni, manifestazione che negli ultimi due anni è diventata un appuntamento da non perdere per gli appassionati, grazie anche ad un respiro internazionale dato dalla presenza dell’equipaggio croato del Klub Neptun Dubrovnik. Cala Porto darà inesorabile i suoi responsi di fine stagione: bocciati e promossi si stabiliranno in quella occasione.

di Gianluca Battista


36 N. 8 - Agosto 2010

Sport

E’ giovinazzese il Maradona del calcio elettronico di Filippo Luigi Fasano

H a una cascata di riccioli che ti ricordano subi-

to il primo Maradona. Ma le analogie finiscono qui. Anzi, al gol di mano all’Inghilterra. Perché Ettore Giannuzzi, tredicenne giovinazzese neocampione italiano di Pes League, il torneo del famoso videogioco di calcio, è svelto di polso e di pollice quanto il numero 10 argentino lo era di sinistro. Domenica 4 luglio, a Roma, nella sala Champions dello stadio Olimpico, il migliore è stato lui, davanti a concorrenti molto più grandi ed esperti. Il padre Cesare, che l’ha instradato alla passione per la playstation, se lo coccola con gli occhi: «Ha bruciato le tappe sin dall’inizio della sua carriera da "pesi-

Si chiama Ettore Giannuzzi, il 13enne vincitore del campionato italiano di Pes

sta" - racconta - A soli undici anni si è aggiudicato la sua prima tappa, a Taranto. Un record, proprio come quello stabilito per il campionato italiano: il più giovane vincitore di sempre. La prima sconfitta contro di lui? Me la ricordo ancora: era uno Juve A contro Juve B. E da allora mi batte sistematicamente. Poco male: ho sempre sognato di giocare contro il campione italiano ed ora ce l’ho addirittura in casa!». Quella del giovanissimo Ettore è una carriera da agonista vera e propria, che comincia a gennaio e finisce a luglio. «Gioco a Pro Evolution Soccer dall’età di cinque anni. All’inizio mi misuravo contro il computer, poi sono passato alle partite

on line. Essere bravi lì conta fino a un certo punto, perché ai tornei dal vivo, con molta più pressione, ci si può smarrire». Ad Ettore, invece, questo non è successo. Bravo e promettente lo è

Non ci sono solo la Regata dei Gonfaloni ed il Gamberemo nel panorama sporti-

Sport d’estate: anche calcio a cinque, tennis e kickboxing

vo dell’estate giovinazzese. Anche quest’anno l’offerta cittadina si è estesa a calcio a cinque, kickboxing e tennis. A mantenere alta la voglia di pallone degli appassionati locali ci ha pensato il trofeo Touring Juvenatium, dedicato alla memoria di Angelo Bavaro e conquistato per la prima volta da una squadra di casa: il tabù è stato sfatato dal R. Team allestito da Alfonso Rago, Giuseppe Rinaldi e Matteo Rinaldi, che in finale ha piegato di misura (5-4) i bitontini della 2F. Molti i nomi noti ai calciofili nostrani, tra i vincitori della manifestazione (in foto): Pasquale Sinesi, Daniele Fiorentino, Domenico Binetti, Dario Spadavecchia, Manuel Andriani, Nicola Casucci, Luigi Minenna, Luigi Casamassima, Paolo Depalma, Enrico Barione. Insomma, il meglio che il paese può offrire fra calcio a cinque e calcio ad undici. E se il campo Marconi è la storica casa estiva del calcetto locale, l’atrio dell’Istituto Vittorio Emanuele si è confermata la meta degli appassionati di kickboxing, accorsi per la nona edizione dello Star Wars organizzato a metà luglio da Meo Bonvino e dall’associazione Kick and moving. E’ invece in pieno svolgimento, mentre andiamo in stampa, il torneo nazionale di tennis di terza categoria, che mette in palio la quinta Coppa “Marcello Renna” nell’omonimo circolo. Una manifestazione che richiama di anno di anno un numero sempre maggiore di agonisti e spettatori, sulla scorta della crescita graduale ma costante del movimento capitanato dal presidente Vito Renna. Rinviato invece a data da destinarsi, per problemi organizzativi, l’atteso torneo di calcio balilla valevole come qualificazione ai campionati italiani di Saint Vincent, in programma in Piazza San Salvatore. (Anna Rita Fasano)

stato da subito, tanto da essere subito tesserato per l’Inferno E-sports di Milano, una delle squadre più quotate del campionato. C’è pure un pool di sponsor del settore, Cooler Master, Sapphire ed Ati, che finanzia in parte anche le trasferte in giro per l’Italia: «E’ previsto pure un campionato ranking - spiega Ettorito - I migliori cinque risultati di tappa concorrono a formare la classifica finale. Sono stato sul punto di vincere anche quello, ma poi è andata benissimo nella finale italiana e sono contento così». Alla fine del primo tempo, in finale, era sotto di un gol. Ma poi ha ribaltato il punteggio fino al 31 decisivo, che vale un posto agli Europei di Maiorca, in programma a settembre. «C’era pure il pubblico. E ce l’avevo contro. Io attaccavo, e loro suonavano le vuvuzelas, nel tentativo di farmi deconcentrare. Tutto inutile, per fortuna». Prossima tappa, Maiorca, per la disputa dell’Europa Championship. Un torneo continentale solo nel nome, vista la presenza di giocatori sudamericani: «Ci andiamo in settembre, spero di divertirmi anche lì. E dall’anno prossimo ci provo pure con Fifa (l’altro famosissimo videogioco di calcio). Chissà se ci sono le trombette anche lì».


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