Terra e Tradizione - Dicembre 2018

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Progetto e realizzazione grafica iM.coM. sas - ALBA (CN) - V. U. Sacco 4/A - 4/B - Tel. 0173 290797 - www.im-com@libero.it - www.terraetradizione.com - Periodico anno IX- Dicembre 2018 - a diffusione gratuita

Anno IX - Dicembre 2018 - Free PressÂ

2T Periodico di Alba - Asti e Provincia

Aldino Bono

...e i volontari del soccorso di La Morra e Verduno Laurana Lajolo: la cultura per valorizzare il territorio

Feste di fine anno: i piatti tipici sulle nostre tavole

I presepi: si rinnova la tradizione della nativitĂ



STUDIO GRAFICO & STAMPA Casa Editrice di:

2T Periodico di Alba - Asti e Provincia

ALBA (CN) - V. U. SACCO, 4/a-4/b

Tel. 0173 290797 - Cell. 328 4175338 info@im-com.it - www.im-com.it www.terraetradizione.com “TerraeTradizione Rivista”

CREDITS

Periodico a diffusione gratuita. Autorizzazione del Tribunale di Asti n. 6/2010. La redazione non si assume responsabilità per variazioni di date, orari e luoghi delle manifestazioni, e ringrazia tutte le Amministrazioni Comunali per la gentile collaborazione. È vietata la riproduzione anche parziale di impaginazione e grafica. Sede legale, Redazione, Pubblicità, Direzione, Progetto grafico, Pubbliche relazioni, Art Director, Proprietà artistica riservata:

Direttore responsabile: Livio Oggero Testi: Livio Oggero, Diego De Finis, Daniela Prevignano, Laura Icardi, Cesare Torta, Dario Boschetti, Roberto Cerrato, Ufficio Stampa Gaia Spa

Foto: redazione Terra & Tradizione, Diego De Finis, Beppe Malò, Gisella Divino, Giovanni Arnulfo, Icif, Volontari del soccorso di La Morra e Verduno, Sacra rappresentazione della Natività di Revigliasco Gli articoli pubblicati esprimono il pensiero dell’autore e non necessariamente quello dell’editore Distribuzione Gratuita

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Tanti Auguri di Buone Feste a tutti, da parte dell’editore e di tutto lo staff della iM.coM. di Alba, ed un augurio particolare di serenità e di gioia a tutti i nostri SPONSOR che continuano a credere in noi e che ci sostengono. A tutti Voi, promettiamo di proseguire l’impegno nella valorizzazione del nostro territorio, delle tipicità e della cultura popolare dell’Albese e dell’Astigiano Grazie a tutti Voi cari Amici! Per la vs. pubblicità contattate esclusivamente la iM.coM. S.a.s. di ALBA - V. U. Sacco 4/b Tel. 0173 290797 - 328 4175338

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EDITORIALI

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Vendemmia: anche il 2018 sorride al territorio (A cura di L. Oggero)

RUBRICHE

L’anima, da dove viene e dove andrà (A cura di Diego De Finis) Ad Asti la prima oasi wwf a rifiuti zero (A cura di GAIA S.p.a. Asti) Contratto di locazione a uso commerciale (A cura dello Studio Galliano Rosso Boschetti Associati) La rottamazione-ter, nuova e terza edizione (A cura di Daniela Prevignano) Dal degrado delle parole al degrado della società (A cura di Cesare Torta) Un Natale all’insegna della cultura (A cura di Roberto Cerrato) Recuperare gli avanzi….ma in sicurezza! (A cura di Laura Icardi)

TERRITORIO E TRADIZIONE

Laurana Lajolo: la passione per cultura e storia Natale in Tavola, i piatti della tradizione Santo Stefano Belbo a Natale sui pattini Dalla Confartigianato, premiazione alle imprese Notizie dall’astigiano Apro: un concorso che valorizza nocciola e pera All’Icif esami finali per gli studenti stranieri Asta Tartufo: oltre 393.000 € in beneficenza A Grinzane un Belvedere sulle Colline Unesco La tradizione dei presepi sulle nostre colline

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PAG. 22-25 IL PERSONAGGIO: Aldino BONO,

presidente dei Volontari del soccorso di La Morra e Verduno


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A Natale puoi… Il Direttore Livio Oggero

Buoni propositi e grandi aspettative: la speranza aiuta a vivere Sarà capitato anche a voi di guardare il calendario sulla parete, o sul pc, o su un dispositivo mobile, e di accorgervi che quando si arriva a dicembre, sembra che il tempo rallenti, perché, per qualche istante, iniziamo a pensare alla magia del Natale. Ma subito ci assalgono l’ansia e la frenesia dei regali, del “Oddio cosa faccio a Natale, dove vado a Capodanno”, e chi più ne ha, più ne metta… Il mese di dicembre è speciale, ed io voglio riflettere con voi sul suo lato più positivo, lasciando stare quello più materialistico che, pur essendo parte di questo tutto, ha preso sempre di più il sopravvento. Il lato positivo, dicevamo. Mi piace pensare al dodicesimo mese dell’anno come ad un periodo in cui “si può”. Potere, un verbo, un sostantivo di cui molti abusano, ma non è questo il momento ed il contesto per cui approfondirne questa accezione. Piuttosto vorrei condividere con voi il “si può” sinonimo di speranza, di ottimismo, di attese. Un “si può” pieno di impegno, in cui ognuno di noi può pensare a se stesso in modo non egoistico, ma proiettato verso il “noi”, verso il prossimo. A Natale possiamo tutti insieme rendere il nostro piccolo universo migliore, aiutandoci a stare meglio. Qualche esempio: un gesto di solidarietà verso chi ne

ha bisogno. Mi vengono in mente le diverse associazioni di volontariato che cercano di rendere migliore la vita di chi è in difficoltà. Un altro esempio: affrontare il Natale con una maggiore consapevolezza verso l’ambiente. Abbiamo la fortuna di vivere in un luogo unico, Patrimonio Unesco dell’Umanità, abitato da persone facoltose e rispettose delle tradizioni. Tutti insieme possiamo migliorarlo ancora di più, riducendo al minimo le “zone buie” ancora presenti. Sentirsi cucito addosso lo Spirito del Natale “si può”: guardiamo al 25 dicembre con grande entusiasmo e proiettiamo i nostri buoni propositi per un 2019 in cui poter esaudire desideri, ma quelli veri, non fini a stessi, perché solo così potremmo dire di aver vissuto e compreso il vero senso del Natale. Lo so, a parole sembra facile, e poi la realtà è tutt’altro. Ma la sfida da accettare e da superare è proprio questa, perché il “si può” è autentico solo se si affrontano le difficoltà nel modo giusto. Vi lascio con la seguente poesia in cui la speranza è la vera protagonista, come spero che lo sarà per tutti i lettori di Terra & Tradizione ai quali auguro Buon Natale e Buon Anno! E ricordiamoci sempre, che “si può”…

speciale “ “Un donodi Roberto Piumini

le no Nata Quest’an n bel dono, tto u mi ha fa o speciale. un don ia, to allegr Mi ha da cantate canzoni ia. ompagn in gran c pensieri, to Mi ha da sorrisi parole e ceri. sin di amici regali i h c c : Dei ve iù niente p o li g o v n no Natale ad ogni gente. la io voglio

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speciale Natale

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AUDI ZENTRUM ASTI E AUDI ZENTRUM ALBA: DOPO LA PRESENTAZIONE DI AUDI A1 SPORTBACK IL 9 E IL 16 ARRIVANO I "PORTE APERTE"

Sarà possibile vedere tutta l’offerta di nuovo e usato, insieme all’ultima arrivata di casa Audi, ed usufruire di un “winter check” gratuito Domenica 9 e domenica 16 novembre ad Audi Zentrum Asti e Audi Zentrum Alba due giornate di porte aperte. Due occasioni da non perdere per vedere da vicino, oltre alla nuova Audi A1 Sportback, i migliori modelli di Audi nuove, usate e Km0. Domenica 16 dicembre, inoltre, sarà a disposizione anche il service e un servizio di winter check gratuito.

LA NUOVA AUDI A1 SPORTBACK Design ancora più sportivo e moderno, infotainment completamente digitale e interni disegnati attorno al guidatore: ben arrivata nuova Audi A1 Sportback! Le sue linee decise e muscolose, nate dai geni della sportiva Ur-quattro, caratterizzano la seconda generazione della compatta di Audi. Crescono le dimensioni, raggiungendo ora i quattro metri, e con loro l’abitabilità interna e la capacità di carico, di ben 335 litri: il tutto mantenendo la dinamicità e praticità di un’auto compatta, perfetta per gli spazi urbani. Un modello nativo digitale che fa delle caratteristiche tech i suoi punti di forza. Audi A1 Sportback si muove alla perfezione nel tessuto me-

tropolitano rimanendo sempre connessa alla realtà urban. Le tre prese d’aria sulla parte frontale richiamano chiaramente il mondo delle competizioni della storia di Audi e ne caratterizzano il design, rendendola immediatamente riconoscibile. La fiancata è slanciata e il posteriore è dominato da una nuova firma luminosa, ancora più evidente grazie alla tecnologia LED. Non è tutto perché la vera sigla della nuova Audi A1 Sportback è la personalizzazione: disponibile in dieci colori, pensati per dare risalto al suo stile straordinario, nuova Audi A1 Sportback offre l’inedita possibilità di combinare esterni e interni a piacere e senza vincoli. L’infotainment di serie è ancora più digitale grazie al nuovo cockpit con schermo LCD ad alta risoluzione e allo schermo touch orientato su chi è alla guida. Inoltre, è dotata di serie della Radio MMI Plus con schermo touch da 8,8”, vivavoce Bluetooth e comando vocale. Grazie all’Apple CarPlay e Android Auto, l’interfaccia per smartphone assicura sempre la migliore connessione con il proprio mondo. I sistemi di assistenza alla guida e l’agile manovrabilità regalano un'esperienza di guida sportiva, sicura e reattiva.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito

www.audizentrumalessandria.it

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L’anima, da dove viene e dove andrà? A cura di Diego De Finis

Quando la filosofia riflette sul nostro destino individuale Nel numero scorso abbiamo affrontato uno dei temi cuoi la filosofia si è dedicata con maggiore impegno, ovvero Dio e la sua esistenza, su questo numero affrontiamo un argomento strettamente collegato con il divino, ovvero l’anima. La sua esistenza infatti è postulata quasi esclusivamente da chi ritiene che ci sia un aldilà e una vita successiva a quella che attualmente stiamo vivendo. E la ragione di questo appare evidente. Pensare all’esistenza di un’anima separata dal corpo che però non supera la morte in questo mondo sembra totalmente inutile, tanto vale pensare che non ci sia e che siamo composti solo dal nostro corpo. Il filosofo che ha affrontato con grande profondità il tema dell’anima è stato il greco antico Platone e vale la pena soffermarsi sulle sue teorie perché hanno influenzato tutto il pensiero successivo. Il filosofo ateniese sosteneva che la conoscenza umana fosse frutto di reminiscenza, ovvero che le conoscenze non nascessero dall’esperienza (o dalla trasmissione da maestro a allievo), ma da un processo di ricordo di nozioni già acquisite altrove. Ovvero nel mondo delle idee a cui l’anima umana avrebbe diretto accesso dopo la morte. Uno dei miti platonici più noti sul tema è quello del carro: l’anima dopo la morte del corpo sarebbe come un carro che corre verso l’iperuranio, il luogo delle idee, con due cavalli, uno bizzoso e caotico che tende verso il mondo terreno (ovvero verso il corpo) e l’altro “purosangue” che va dritto in direzione delle idee, la capacità dell’auriga di guidare il carro verso il mondo eterno, dipende da come si è agito in vita, se è stata seguita una condotta da vero filosofo, ovvero colui che usa la ragione e l’intelligenza, preferendole al corpo. Tutta la filosofia platonica è permeata dall’idea che l’uomo sia diviso fra anima e corpo e che quest’ultimo sia sostanzialmente una prigione della prima. Questa visione dell’umanità ha accompagnato tantissimi filosofi nei secoli successivi. Per la maggior parte infatti la ragione è superiore e domina la sfera materiale. Questa concezione si è innestata facilmente nel Cristianesimo con i necessari adattamenti dettati dalla dottrina religiosa. Uno dei filosofi più originali in questo senso è stato Origene, vissuto fra il II e il II secolo d. C. Nella sia teoria, l’anima non è interamente parte del mondo intellegibile e la sua frazione corporea è quasi una zavorra da cui liberarsi attraverso un percorso che può aver bisogno anche di varie vite diverse (e qui sembra introdurre nel Cristianesimo la reincarnazione). Nel mondo contemporaneo, anche sotto l’influenza dello sviluppo della scienza, si sono fatte sempre più numerose le voci che attestano che l’uomo sia fatto solo di materia e che dunque non ci sia un destino successivo alla morte del corpo (il più celebre filosofo

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sotto questo punto di vista è stato Marx). Negli ultimi anni un teologo italiano ha ripreso in mano l’argomento con un testo che lo ha reso celebre anche al di fuori della stretta cerchia degli specialisti. Si tratta di Vito Mancuso e il suo libro era “L’anima e il suo destino” del 2007. Il suo ragionamento intende partire dalla scienza. Nella sua prospettiva Dio non crea nulla direttamente, nemmeno l’anima, tutto nasce secondo le leggi della natura, tutto è attraversato da energia e tende verso una sempre maggiore armonia. Ogni essere vivente è dotato di anima, ma questo non significa che tutte le anime siano immortali. L’esistenza oltre la vita terrena l’anima se la deve “guadagnare” attraverso un lavoro culturale e spirituale, che la porti a una sempre maggiore armonia a un profondo senso di giustizia. Quando guadagna questa profondità l’anima umana sopravvive alla morte del corpo secondo il teologo. In questo senso parlare di inferno o paradiso secondo la dottrina cristiana non ha molto senso. Il “premio” per l’anima è la stessa esistenza oltre la vita nel nostro mondo. Come appare evidente Mancuso ha elaborato una teoria molto originale che contrasta con molti dogmi della Chiesa cattolica. In questo senso è stato filosofo (sforzandosi di elaborare una teoria razionale che superasse le contraddizioni della dottrina religiosa) e ha per questo subito le critiche sia da parte di pensatori legati alla chiesa sia da parte di intellettuali laici e scienziati, che lo hanno accusato di aver frainteso alcune tesi scientifiche.


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A A cura cura dell’Ufficio dell’Ufficio Comunicazione di GAIA Spa – Asti

In collaborazione con GAIA si punta all’obiettivo di massima compatibilità ambientale

G.A.I.A. spa via Brofferio 48 14100 Asti Tel. 0141 35.54.08 Fax 0141 35.38.49 info@gaia.at.it info@legal.gaia.at.it www.gaia.at.it

La diffusione di una cultura rispettosa dell’ambiente e consapevole dell’impatto che le nostre scelte quotidiane hanno sull’ecosistema, è un percorso che va affrontato in modo globale, cercando di coinvolgere e sensibilizzare quante più persone possibile. In questo senso la collaborazione fra GAIA spa e WWF Oasi srl rappresenta per l’impresa astigiana il nuovo, naturale tassello di una politica aziendale da sempre mirata alla ricerca di sinergie operative fra i diversi attori del tessuto sociale. Le “Oasi” sono il più importante progetto di conservazione del WWF. Nel corso degli anni hanno contribuito a preservare ambienti in pericolo, salvare molte specie animali e vegetali a rischio e permesso a milioni di persone di avvicinarsi alla Natura, di scoprirne il valore e l’urgenza di tutelarla. Inoltre sono spesso sede di laboratori didattici, con aule di formazione all’aperto, e luoghi di promozione per la ricerca scientifica e la riqualificazione ambientale. Con i suoi oltre 3.000 visitatori l’anno, l’Oasi WWF di Valmanera ad Asti costituisce una realtà viva e attiva sul territorio, promotrice di numerosi eventi ed attività che coinvolgono in particolar modo studenti e famiglie. Il progetto congiunto tra GAIA e l’Oasi, con annesso il Centro di Educazione Ambientale “Villa Paolina” mira ad utilizzare le competenze di entrambe le parti per portare, nell’arco di tre anni, l’Oasi ad una condizione di “rifiuti zero”, vale a dire la totale (o quasi) scomparsa del “rifiuto indifferenziato”. Lo scopo sarà perseguito attraverso un’articolata serie di azioni: 1) un “percorso didattico”, con bacheche informative che spieghino il percorso dei rifiuti, la loro biodegradabilità ed il modo per produrne il meno possibile; 2) il riutilizzo del rifiuto organico, tramite migliorìe al sistema di compostaggio domestico in loco che, tra l’altro, produce l’ammendante per l’orto didattico; 3) un’isola ecologica in cui sarà possibile separare accuratamente tutti i rifiuti prodotti; 4) un protocollo per l’organizzazione di eventi all’interno dell’Oasi (dai convegni alle feste di compleanno) con premi per chi lo rispetta in modo virtuoso. Il progetto di GAIA e dell’Oasi di Valmanera sarà, come annunciato dalla direzione nazionale di WWF Oasi, l’apripista per una serie di iniziative che sarà estesa a tutte le altre Oasi presenti sul territorio italiano. “Vogliamo copiare lo stesso sistema della Natura” commenta Antonio Canu, Presidente nazionale di WWF Oasi, “cioè fare attività senza generare rifiuti destinati allo smaltimento perché o vengono subito riutilizzati per dare nuova vita ai materiali o vengono instradati in una filiera che dal minore utilizzo di materiali porti al loro riciclaggio completo”.

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Gestione Ambientale Integrata dell'Astigiano S.p.A.

Ad Asti la prima Oasi WWF a rifiuti Zero


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Contratto di locazione ad uso commerciale. Esaminiamo il recesso anticipato

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In un contesto di crisi economica come quello attuale, SVINCOLARSI dal contratto di locazione prima della scadenza contrattualmente stabilita è un’esigenza particolarmente sentita non solo nell’ambito delle locazioni ad uso abitativo, ma anche in quelle commerciali. Nel caso in cui si voglia recedere in via anticipata dal contratto di locazione, è quindi opportuno conoscere gli obblighi ed i diritti in tal senso previsti dalla legge.

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Cosa si intende per contratto di locazione “ad uso diverso da quello abitativo”. Anzitutto occorre precisare che il contratto di locazione ad uso commerciale ha per oggetto l’utilizzo di un immobile con una destinazione diversa da quella abitativa. Nel contratto di locazione a uso diverso da quello abitativo, l’immobile locato deve, infatti, essere destinato allo svolgimento di un’attività industriale, commerciale, artigianale, d’interesse turistico o all’esercizio abituale e professionale di qualsiasi attività di lavoro autonomo. La durata del contratto. La legge stabilisce una durata minima e massima di tali contratti, fissata, rispettivamente, in 6 e 30 anni. Fanno eccezione le ipotesi in cui gli immobili sono stati locati per l’esercizio di attività di tipo ricettivo (ad es. alberghi, pensioni etc), per i quali, invece, è prevista una scadenza minima di 9 anni. Se nel contratto è convenuta una durata inferiore a quella di legge, o non è convenuta alcuna durata, la clausola contrattuale che prevede una durata inferiore è nulla e la locazione si intende pattuita per la durata prevista dalla legge (sei o nove anni), mentre si considera avere una durata di 30 anni il contratto nel quale non è previsto alcun termine. Il tacito rinnovo. In assenza di una contraria manifestazione di volontà dell’una o dell’altra parte, i contratti di locazione commerciale si rinnovano, automaticamente, alla loro scadenza per il medesimo periodo. I termini di scadenza così lunghi previsti per questo tipo di contratti sono giustificati dalla stabilità di cui necessitano le attività imprenditoriali per poter funzionare. Il recesso del conduttore (l’affittuario). La legge consente al conduttore di recedere dal contratto prima della scadenza contrattualmente pattuita in due casi:

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1) in primo luogo, qualora tale facoltà gli sia stata riconosciuta mediante un’apposita clausola contrattuale. In tal caso, il conduttore dovrà inviare al locatore una lettera di recesso a mezzo raccomandata almeno sei mesi prima del giorno in cui verrà liberato l’immobile oggetto del contratto di locazione; 2) in secondo luogo, ogniqualvolta sussistano c.d. “gravi motivi oggettivi, per tali intendendosi cause esterne alla volontà del conduttore, imprevedibili o comunque sopravvenute alla costituzione del rapporto contrattuale e tali da rendere oltremodo gravosa per il conduttore, anche solo per ragioni di tipo economico, la prosecuzione del contratto di locazione. Il recesso non può, dunque, basarsi sulla mera valutazione effettuata dal conduttore in ordine alla convenienza, o meno, di continuare il rapporto locativo, ma devono sussistere delle ragioni gravi e oggettive che giustifichino tale scelta. In caso contrario, infatti, si consentirebbe – di fatto – al conduttore di recedere a piacimento dal contratto di locazione, cosa invece non consentitagli in mancanza di un’apposita previsione contrattuale. Ad esempio, è stato riconosciuto quale grave motivo idoneo a legittimare il recesso anticipato la cessazione dell’attività economica per chiusura della stessa a causa della crisi. Non è stato, invece, ritenuto valido motivo di recesso, la sopravvenuta disponibilità per il conduttore di un immobile di sua proprietà precedentemente locato a terzi, e ciò poiché, tale sopravvenuta circostanza, non è stata considerata un evento imprevedibile. Modalità del recesso in presenza di gravi motivi. Il conduttore dovrà inviare al locatore, a mezzo lettera raccomandata a/r, con preavviso di almeno sei mesi, una lettera di recesso contenente l’indicazione dei gravi motivi legittimanti il recesso. Nonostante la norma di riferimento del recesso legale del conduttore non lo preveda espressamente, la specificazione dei gravi motivi deve essere fatta, pena l’inefficacia del recesso, unitamente alla comunicazione del recesso e tale onere a carico del conduttore. Il conduttore dovrà, nella comunicazione di recesso, indicare specificamente i gravi motivi che lo inducono a recedere dal contratto. Contestazione dei gravi motivi. Qualora il locatore non concordi sull’esistenza del motivo e non si riesca a trovare un accordo, la questione non potrà che avere uno strascico giudiziale. In questo caso sarà la parte conduttrice a dover provare in giudizio la ricorrenza del grave motivo.

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A cura dell’avvocato Dario Boschetti dboschetti@grblex.it


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Il recesso del locatore. Il locatore, a differenza del conduttore, non ha, nella sostanza, possibilità di recedere in via anticipata dal contratto di locazione. Al locatore è, infatti, dalla legge riconosciuta la possibilità di impedire il rinnovo del contratto, ma solo alla prima scadenza contrattuale e solo nei casi tassativamente stabiliti dalla legge, ossia: a) nel caso in cui intenda cambiare destinazione dell’immobile affittato, adibendolo ad abitazione principale per sé o per il coniuge o per i parenti entro il secondo grado; b) nel caso in cui intenda adibire l’immobile all’esercizio delle attività oggetto dei contratti di locazione c.d. commerciali, in proprio o da parte del coniuge o dei parenti entro il secondo grado; c) nel caso in cui intenda eseguire interventi di demolizione, ristrutturazione o restauro dell’immobile; d) nel caso in cui intenda eseguire interventi di ristrutturazione che rendano incompatibile la permanenza del conduttore nell’immobile. Nel caso in cui ricorra una di queste ipotesi tassative, il locatore dovrà intimare al conduttore la disdetta del contratto a mezzo lettera raccomandata a/r almeno dodici mesi (diciotto mesi nel caso di attività alberghiera) prima della scadenza del contratto medesimo. Qualora, una volta ottenuta la disponibilità dell’immobile, il locatore non usi l’immobile restituito, dovrà, fatto salvo il caso di legittimo impedimento, risarcire i danni al conduttore. Inoltre, il conduttore che svolga nell’immobile locato attività che comportino contatti diretti con il pubblico degli utenti e dei consumatori – ad eccezione dei casi in cui si tratti di immobili complementari o interni a stazioni ferroviarie, aree di servizio stradali o autostradali, alberghi e villaggi turistici– alla cessazione del rapporto locatizio ha diritto, nel caso di recesso del locatore, di ricevere da parte del locatore un’indennità per la perdita dell’avviamento commerciale pari a 18 mensilità dell’ultimo canone corrisposto (per le attività alberghiere l’indennità è pari a 21 mensilità). Il conduttore, inoltre, ha diritto ad un’ulteriore indennità (nella misura di 36 mensilità) nel caso in cui l’immobile venga da chiunque adibito all’esercizio della stessa attività esercitata dal conduttore (o di attività incluse nella stessa tabella merceologica), qualora il nuovo esercizio venga iniziato entro un anno dalla cessazione del precedente.

ST U D I O L EG A L E Galliano Rosso Boschetti Associati ALBA - V. Vivaro, 21/a Tel. 0173 361279

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La rottamazione-ter,

nuova e IIIª edizione della

definizione agevolata

A cura della Consulente del lavoro Daniela Prevignano

Un respiro profondo Il Decreto Legge n. 119/2018, più conosciuto come “decreto pace fiscale”, ha previsto all’art. 3 una nuova e terza edizione della definizione agevolata delle cartelle: la cosiddetta “rottamazione-ter”. In particolare, i debiti risultanti dai singoli carichi affidati agli Agenti della Riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017, potranno essere estinti, senza corrispondere le sanzioni e gli interessi di mora. Tuttavia sono esclusi i carichi concernenti il recupero degli aiuti di Stato considerati illegittimi dall’Unione Europea, i crediti derivanti da condanne pronunciate dalla Corte dei Conti, multe, ammende e sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna e le sanzioni diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o per violazione degli obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti agli enti previdenziali. Nello specifico, i contribuenti che potranno aderire alla terza edizione della definizione agevolata sono coloro i quali hanno cartelle esattoriali notificate tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2017, chi ha aderito alla prima rottamazione ma non ha pagato l’importo condonato (e sono pertanto decaduti dal beneficio) e chi ha aderito alla rottamazione-bis ma solo se in regola con le rate di luglio, settembre ed ottobre 2018 (pagate entro il 7 dicembre 2018). La scadenza per la domanda di adesione è fissata al 30 aprile 2019; a tal fine l’AdER ha già pubblicato online il Modello DA-2018, il quale dovrà essere debitamente compilato e firmato e potrà essere inviato tramite PEC, per coloro che hanno una casella di posta elettronica certificata, alla Direzione Regionale di Agenzia delle entrate-Riscossione di riferimento, insieme al documento di identità, oppure consegnato presso gli Sportelli di AdER. Il contribuente riceverà, entro il 30 giugno 2019, una Comunicazione ufficiale da parte dell’AdER, con l’accoglimento della domanda, unitamente ai bollettini precompilati per il pagamento delle somme dovute alle nuove scadenze, oppure il diniego alla rottamazione-ter. A seguito della presentazione della domanda, relativamente ai carichi definibili, saranno sospesi i termini di prescrizione e decadenza; saranno sospesi, fino alla scadenza della prima o unica rata, gli obblighi di pagamento derivanti da precedenti dilazioni; non potranno essere iscritti nuovi fermi amministrativi e ipoteche, fatti salvi quelli già iscritti alla data di presentazione.

Rispetto alle precedenti rottamazioni, si ritiene che tale nuova edizione sia più vantaggiosa, considerando la possibilità di pagare con 10 rate in 5 anni, aventi scadenza il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno, e con un tasso di interesse più basso, pari cioè al 2% annuo a partire dal 1° agosto 2019. Il contribuente potrà optare eventualmente per il pagamento in un’unica soluzione, in questo caso entro il 31 luglio 2019. E’ opportuno ricordare che, in caso di mancato pagamento delle rate (o dell’unica rata) della rottamazioneter, non sarà possibile beneficiare di una nuova rateizzazione per la stessa cartella esattoriale. Si segnala che nella bozza di testo del decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2019, è stato inserito il “condono cartelle 1000 euro”, cioè il possibile stralcio dei debiti fino a 1000 euro notificati tra il 2000 e il 2010, che saranno quindi cancellati d’ufficio. Le cartelle esattoriali che beneficeranno del saldo e stralcio automatico saranno quelle relative a debiti tributari, multe stradali e tributi locali (es. ICI, tassa rifiuti e bollo auto). Infine, è da annoverare anche la possibilità del saldo e stralcio delle cartelle in base al reddito ISEE (per le persone fisiche) o all’Indice di liquidità (imprese e società), trattasi di un’opzione anch’essa ancora in fase di approvazione. Chissà se realmente si respirerà un’aria nuova o se si rivelerà, come di consueto, uno specchietto per le allodole. Fortunatamente la speranza è sempre l’ultima a morire.

Unitamente al mio staff, auguro festività serene, al riparo da affanni e complicazioni, da godere con le persone più care. Speriamo vivamente che questo piccolo desiderio possa essere esaudito per renderVi tutti più felici!

Consulente del lavoro Daniela Prevignano Studio in Asti - C.so alla Vittoria, 48 - Tel. 0141 33444 - 0141 530253 daniela.prevignano@gmail.com 10


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L’era della comunicazione A cura del sociologo Cesare Torta

Dal degrado delle parole al degrado della società Stiamo vivendo nell’era della comunicazione (che potremmo chiamare con un neologismo “logocene”) ed assistiamo alla proliferazione della quantità di messaggi di ogni tipo che si accompagna con un preoccupante degrado nel livello qualitativo della comunicazione stessa. Il ricorso generalizzato ai nuovi mezzi di comunicazione quali internet, telefonia mobile e televisori sempre più performanti, ha permesso a tutti di essere fruitori e produttori di messaggi di ogni tipo. Tale fenomeno non poteva che accompagnarsi ad un livellamento verso il basso della massa di parole che ci sommergono in ogni momento della giornata. Il che non è necessariamente un male, visto che una certa semplificazione e più ampia comprensione delle informazioni e delle conoscenze disponibili può costituire un elemento positivo per la vita sociale e di relazione delle persone. Peccato che questa tendenza al degrado del linguaggio si sia sviluppata di pari passo con l’imbarbarimento dei sentimenti e la rarefazione delle idee originali. E’ molto più facile e semplice ripetere frasi fatte pensate da altri che fare lo sforzo di elaborare pensieri e giudizi propri. Ne sono ben consci i “guru” della comunicazione politica che sfruttano a loro vantaggio questo sistema per conquistare facili consensi, e di conseguenza, potere. Basta osservare con attenzione le dichiarazioni dei nuovi politici che appaiono in televisione: si susseguono a rotazione, per non dare l’idea di un pensiero unico preconfezionato, e nei 10, 12 secondi a loro riservati dalle varie TV recitano la loro lezione, senza un minimo di partecipazione, senza battere ciglio e senza alcuna espressione del volto, al massimo un freddo sorriso per comunicare si-

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curezza e determinazione. Non c’è nessuna differenza tra loro e gli attori di teatro che interpretano un ruolo in modo più professionale possibile. Un tempo i partiti politici per conquistare e gestire il potere dovevano dotarsi di uffici studi e di professionalità specializzate nelle diverse discipline economiche e sociali, oggi è sufficiente un gruppetto di esperti di comunicazione e di analisi di mercato per cogliere gli umori del popolo e il gioco è fatto: toccherà a loro produrre slogan accattivanti, campagne di denigrazione degli avversari e scegliere gli argomenti che terranno banco sui giornali ed i social per il tempo ritenuto opportuno. Agli eletti e ai militanti il compito di ripetere a pappagallo la lezione. Allora tutto bene? Pare di sì, a giudicare dai sondaggi, almeno fino a quando si tratterà di gestire il consenso e la fase degli annunci, qualche problema sorgerà al momento dell’attuazione e gestione dei cambiamenti annunciati, ma per questo c’è tutto il tempo per organizzare nuove narrazioni e individuare eventuali colpevoli per i fallimenti. Gli aspetti deteriori di questo metodo di gestione della politica sono da un lato lo svuotamento di organi istituzionali come i partiti e il Parlamento le cui funzioni erano quelle della elaborazione, discussione e confronto delle idee per sostituire il tutto con massicce dosi di demagogia e populismo, dall’altro lato sorge la necessità di conquistare l’apprezzamento di ampie fasce popolari e per questo è utile apparire e parlare come loro, proprio per carpirne la fiducia. Questa parte, bisogna dirlo, riesce loro benissimo: linguaggio scurrile, insulti gratuiti e sicumera sfacciata. Dal degrado delle parole al degrado della società.


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Un Natale all’insegna della cultura

Cari lettori, si avvicinano le festività natalizie e il Centro Culturale San Giuseppe ha già in serbo dei doni per questa città e per il nostro prezioso territorio. Siamo infatti lieti di comunicarvi tre importanti iniziative che ci hanno visti impegnati tutto l’anno al fine di poter ora condividere con voi momenti di notevole interesse culturale e sociale. Iniziamo col comunicarvi che la nostra nuova pubblicazione

tra antichità romana e primo Novecento è da poco disponibile presso le librerie di Alba o direttamente nella nostra sede in via Vernazza 6.

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di architettura storica " ALBA – Itinerari e cultura figurativa

comunicatore”. Quest’anno l’ambito riconoscimento, che gode di un palmares di tutto rispetto, viene assegnato ad un importante giornalista scrittore nel panorama nazionale: Bruno Vespa. Da sempre un protagonista dei nostri giorni che ha iniziato la sua carriera a 16 anni come giornalista nella redazione aquilana de “Il Tempo”. Nel 1962 divenne cronista radio fonico della Radio Televisione Italiana. Nel 1968 conduttore della Rai. Una lunga carriera contrassegnata da grandi interviste a tutti i personaggi principali non solo della vita politica italiana. E poi da oltre vent’anni condut-

Questo importante volume, già presentato nel numero di aprile di Terra & Tradizione, rappresenta una novità assoluta nel panorama editoriale della città, ripercorrendo in modo unitario la storia dell’arte e dell’architettura albese in un vastissimo arco temporale. I testi, egregiamente curati dai maggiori storici locali (Luisa Albanese, Walter Accigliaro, Don Piero Racca, Gianni Boffa, Silvia Gallarato, Silvio Rolando, Bruna Ghiglione) sono sempre dalle fotografie dei migliori fotografi del territorio quali Enzo Massa, Pierangelo Vacchetto, Giacomo Lovera unitamente a cartografie e mappe storiche. Un volume che non dovrebbe mancare nelle case degli albesi e un omaggio di rappresentanza ideale per far conoscere anche all’infuori del Piemonte il nostro patrimonio di bellezze. La prefazione del Presidente della Commissione Nazionale per l’UNESCO, Dott. Franco Bernabè, i saluti introduttivi del Sindaco Maurizio Marello e del Vescovo della Diocesi di Alba, Marco Brunetti, impreziosiscono la pubblicazione collocandola tra le più riuscite narrazioni della nostra città dall’agevole e piacevole lettura nonostante i contenuti di grande spessore. Siamo inoltre lieti di aver realizzato anche quest’anno il Premio San Giuseppe 2018. Il primo sabato di dicembre è consuetudine per il “Centro Culturale San Giuseppe” di Alba, ormai da 19 anni, organizzare la cerimonia del “Premio San Giuseppe”, che si tiene nella cornice della chiesa di San Giuseppe nella piazzetta San Giovanni Paolo II, recentemente intitolata alla memoria del Santo Pontefice, il “Papa

tore della famosa trasmissione “Porta a Porta”. Celebre la telefonata di Papa Karol Wojtyla che intervenne proprio durante la trasmissione. Avvenimento rimasto unico nella storia del giornalismo italiano. Bruno Vespa, ha dialogato intervistato in una inconsueta formula, visto che di solito è lui che fa le domande, da Giorgio Calabrese e da Roberto Cerrato…per così dire un “Porta a Porta” in San Giuseppe davvero inedito. Il Premio consiste nella Statuetta di San Giuseppe acompagnata da altri due preziosi riconoscimenti: il Tartufo “Territori UNESCO 2018” donato da TartufIngros di Andrea Rossano e dall’opera pittorica di Daniela Delfina Dell’Orto, reduce dalla Biennale di Venezia. Come di consuetudine, in occasione della cerimonia, nella prima parte è avvenuta la consegna dei contributi di solidarietà da parte della “Fondazione Cagnasso” alle associazioni del territorio impegnate nella assistenza e nel sociale per Alba e anche per la zona di Cuneo, da parte del suo presidente il dottor Renato Cagnasso, preceduto da un intervento a ricordo della figura del Senatore Osvaldo Cagnasso, tenuto dall’On.le Ettore Paganelli. Per la seconda edizione del “Premio Terre di Langa e Roero” abbiamo avuto due riconoscimenti speciali: il primo al Prof. Giorgio Calabrese ed il secondo alla “Associazione valorizzazione Roero”, nata nel 2017, che ha saputo coinvolgere i sindaci e le realtà del Roero. In apertura momento musicale offerto ai presenti da “Alba Music Festival”.

Abbiamo infine inaugurato la XIX Mostra dei Presepi, sabato 8 dicembre 2018 alle ore 17:00 presso la Chiesa di San Giuseppe.

La Mostra, visitabile tutti i giorni dalle 14:30 alle 18:30 fino al 6 gennaio 2019, esporrà le creazioni di privati, istituti scolastici, Associazioni, Borghi della città,

che hanno così voluto contribuire alla magia della Natività. A seguire, lo spettacolo “Aspettando Natale… Le voci dell’anima”, un recital con Salvatore Curaba e Ermanno Pastore che hanno proposto un vasto repertorio cantato e narrato tratto dai testi natalizi di Luigi Pirandello, Gabriele D’Annunzio, Lucrezia de’ Medici e molti altri autori. Ringraziandovi per la vostra attenta lettura, vi aspettiamo numerosi per ammirare i nostri Presepi e vi auguriamo Buone Feste!

Il Presidente Roberto Cerrato

Per tutti coloro interessati alle nostre attività e pubblicazioni: www.centroculturalesangiuseppe.it centroculturalesangiuseppe@gmail.com Dal lun. al ven. 9,00- 12,00/ 14,30- 18,30 Tel. fax: 0173 293163 Segreteria amministrativa: Elena Marcolin Ufficio Stampa: Luciano Martire

Centro Culturale SAN GIUSEPPE O.N.L.U.S

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informazione publiredazionale

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rativa ra storica e cultura figu Itinerari d’architettu ana e primo Novecento tra antichità rom


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E dopo queste Festività, cosa facciamo degli avanzi? Recuperiamoli, ma... in assoluta sicurezza! C’è solo una grande certezza sulle feste natalizie: che a un certo punto finiranno e ci lasceranno con tantissimi avanzi che spesso non sappiamo come recuperare. Buttare via il cibo è un vero peccato, così, per i più, inizia la caccia a ricette “salva avanzi” e menù a base di polpettoni, timballi, polpette e frittelle….A volte, seppure con tutta la buona volontà e le ricette più astute, potrebbe succedere che gli avanzi siano davvero troppi e non sia quindi possibile consumarli tutti prima che vadano a male. Molti allora utilizzano la strategia del congelatore domestico spesso dimenticandovi le pietanze per mesi…. Al giorno d’oggi, rinunciare al fasto delle feste non ci pare possibile, ma ci sentiamo tutti coinvolti dal dovere etico di non sprecare il cibo, e come non essere d’accordo! Il mio articolo quest’anno non vuole focalizzare l’attenzione sui metodi di recupero, ma sulla sicurezza alimentare di cosa andiamo a recuperare. Se nelle feste facciamo scorta di ogni nutriente possibile, anche troppi, non è salutare proseguire il dopo feste con alimenti impoveriti, nutrizionalmente scorretti o peggio, non salutari solo perché, come direbbe mia nonna, “devi mangiare tutto”!!! La soluzione che vi propongo è quella di giocare in anticipo con accortezze “salva cibo” semplici, ma importanti per garantire la salubrità di cosa andremo a consumare nei giorni seguenti alle tavole dei giorni di festa. Ecco qualche idea pratica…con relativi perché…

Innanzitutto parliamo dei preparativi:

1. I batteri sono i primi responsabili del deterioramento degli alimenti e la prima causa di malattie di origine alimentare. Mi riferisco a batteri patogeni come Salmonella, Listeria o Escherichia coli che, se in basso numero, potrebbero non provocare nessuna conseguenza, ma se si moltiplicano, possono provocare malattie molto gravi soprattutto in bambini o soggetti debilitati. Si possono tenere a bada controllando due semplici cose, il tempo e la temperatura. Se il cibo resta fuori dal frigo a lungo, i batteri, praticamente sempre presenti nei cibi freschi come carne, pesce, latticini ecc., ne approfitteranno per moltiplicarsi rendendo l’alimento non salubre o peggio, pericoloso. Quindi, quando ci accingiamo a chef delle feste, lasciamo gli ingredienti sul piano di lavoro solo per il tempo necessario a prepararli, prepariamo una ricetta alla volta (non è il caso di tirare tutto fuori come nei programmi televisivi).

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Una volta preparato il piatto, va cotto immediatamente o riposto in frigo fino al momento. Attenzione alle pentole…vetro e acciaio sono ideali per conservare qualche ora il cibo, rame o ferro sono da evitare, piuttosto conservate il preparato in vetro e trasferitelo nel recipiente di cottura al momento di finire il piatto. 2. Tutti sanno che la cottura elimina i batteri…. ma molti dimenticano che come il cibo si raffredda, i batteri naturalmente presenti nell’ambiente ne approfitteranno nuovamente e un breve riscaldamento spesso non è sufficiente ad eliminarli tutti. Quindi, cuocete all’ultimo, o, se non è possibile per questioni di tempo, fate una precottura, conservate in frigorifero e terminate la cottura al momento. Unica accortezza, servite ben caldo! 3. Tenete il piano di lavoro pulito e sgombero di tutto ciò che non serve per quello che state facendo…. lavare le verdure con la carne sul lavello, frullare la crema di porcini con le capesante fresche nel grilletto…i batteri faranno festa prima di voi passando da un cibo all’altro, ma soprattutto contaminando quanto è già praticamente pronto da servire… 4. Al posto di pensare dopo a come recuperare gli avanzi…pensiamo prima alle ricette del nostro pranzo organizzando già in anticipo a come potranno essere riutilizzati le rimanenze.

Ora parliamo di servizio….

1. Il tempo diverta il fattore fondamentale: spesso i piatti di portata delle feste restano sul tavolo per ore e come già detto, il calore consente ai batteri di riprodursi e rendere pericolosi i nostri ”avanzi”. Per non far mancare nulla ai nostri ospiti, ma salvare il salvabile, un’idea potrebbe essere quella di preparare più vassoi più piccoli così che potranno essere proposti in più tempi. 2. L’attenzione ad un buon servizio e il piacere di stare in compagnia a tavola, spesso costringono ad una sparecchiatura veloce e i piatti avanzati, spesso ingombranti, restano sul piano della cucina fino al momento in cui si allontaneranno gli ospiti. Idea per evitare di lasciar campo libero ai batteri, potrebbe essere di preparare in anticipo più contenitori per frigorifero così, portato l’avanzo in cucina, sarà veloce trasferirlo e riporlo subito in frigo.

Ora gli ospiti se ne sono andati….ancora alcuni consigli…

1. La cucina sembra un campo di battaglia con avanzi buoni, resti nei piatti, pentole, bicchieri e posate ovunque… i batteri stanno festeggiando! Se abbiamo riposto gli avanzi subito in frigo, sono sal-


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vi. Finiamo di ripulire tutto prima di pensare ai cibi riposti in un ambiente pulito e privo di batteri. 2. Pensare e poi agire, ora il frigo è pieno di contenitori ermetici con ogni bene…organizziamo i menu per i prossimi giorni quindi estraiamo dal frigo un contenitore alla volta e trasformiamo il contenuto secondo il programma. In questo modo, sarà possibile identificare subito quello che vorremmo congelare, ma soprattutto, verrà congelato subito e non dopo qualche giorno, quando, inevitabilmente, non sarà più fresco. 3. Quanto tempo nel congelatore? Poco…il congelamento domestico non uccide i batteri, impedisce solo che si moltiplichino. Viene garantita la sicurezza dei cibi, ma la qualità e le proprietà nutrizionali si perdono velocemente. Per questo motivo il consiglio è di consumarli entro 2 mesi dal congelamento domestico. Una volta tolti dal freezer, la vita dei batteri riprende percui è buona regola scongelare i cibi lentamente, preferibilmente durante la notte in frigorifero, dove vanno tenuti fino al momento della cottura. Tra l’inizio dello scongelamento e il consumo non devono passare più di 24 ore. 4. Quali ricette salva-avanzi scegliere? Seppure siano state prese tutte la precauzioni possibili, rischiare non è mai saggio. Le ricette migliori sono quelle che prevedono la cottura completa prima del consumo. Ultimo accorgimento, accompagnate sempre le ricette “agli avanzi” con insalate di verdure fresche e frutta….la conservazione provoca l’impoverimento degli alimenti, soprattutto per quanto riguarda le vitamine. Una bella insalata, risolve il problema in salute. A questo punto, non mi resta che augurarvi Buone Feste, buon appetito e zero sprechi!

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l’intervista

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LAURANA LAJOLO, la mia passione per la cultura e la storia

L'attivitĂ per il territorio, fra politica

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l’intervista

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e volontariato Su questo numero l'intervista è rivolta a Laurana Lajolo, la figlia di Davide Lajolo, che nel corso della sua vita ha portato avanti a vari livelli, tantissime iniziative e attivitĂ di stampo culturale, a partire dall’insegnamento della filosofia, fino alla promozione degli itinerari sul territorio della zona di Vinchio. 17


l’intervista Dopo aver insegnato filosofia e scienze umane, ed essere stata assessore alla cultura del Comune di Asti, direttore dell’Istituto per la storia della Resistenza della provincia di Asti e presidente nazionale dell’Istituto per la storia del movimento di liberazione, attualmente si occupa di storia contemporanea e di sperimentazione didattica, di politica culturale e di valorizzazione dei beni ambientali e culturali. E’ presidente dell’Associazione culturale Davide Lajolo, che, attraverso molteplici iniziative, si occupa di promozione culturale, difesa dell’ambiente, valorizzazione del paesaggio. Cura l’ideazione e la progettazione del Festival del paesaggio agrario. Dirige le riviste “Culture” e il “Quaderno di storia contemporanea” dell’Istituto per la storia della Resistenza della provincia di Alessandria. Ha una rubrica settimanale su “La Stampa”. E’ anche narratrice e autrice di numerosi saggi di storia. Si ricordano Gramsci un uomo sconfitto (1980), Mammissima – cronaca tra ragione e amore di una donna e di una bambina (1983), La guerra non finisce mai – diario di prigionia di un giovane contadino (1993), I ribelli di Santa Libera – storia di un insurrezione partigiana, agosto 1946 (1995), il romanzo Catterina (2002) e i racconti Socrate e gli altri. Racconti di gatti, cani e casi della vita (2006), Angelo Brofferio e l’unità incompiuta (2011), Taccuino sul paesaggio rurale, Le colline del vino (2014), Felice Platone sindaco della Liberazione (2015). In occasione di una commemorazione del padre, Laurana ha citato alcuni episodi della sua vita da bambina con il padre scrittore: “Già a tre anni mio padre mi portava spesso alla redazione dell’Unità di Torino e il mio gioco era imparare a scrivere in stampatello copiando le lettere dal giornale. La segretaria, per evitare che usassi il suo rossetto come matita, aveva preferito insegnarmi a scrivere a macchina. Ancora poesia quando, dopo una separazione di due anni, la famiglia si è riunita a Milano. Avevo sette anni e dopo pranzo, per ricomporre la nostra consuetudine di vita, mio padre ha pensato di leggermi i suoi poeti preferiti: Gozzano, Ungaretti, Quasimodo e in spagnolo Lorca e Neruda. Ovviamente io non capivo tutto, ma di fronte alla sua voce possente e calda mi sentivo in un luogo fantastico. Ed essere la figlia di Ulisse mi ha dato anche il privilegio di ascoltare per prima le filastrocche e le storie fantasiose di Gianni Rodari nella redazione de L’Unità di Milano. Mi sentivo importante quando, qualche volta, ero citata nei corsivi di Ulisse. Mi piaceva andare in redazione perché i redattori mi vezzeggiavano, ma anche perché, pur bambina, seguendo con curiosità i commenti ai dispacci che arrivavano per telescrivente, mi sentivo partecipe dei grandi fatti del mondo”.

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Davide Lajolo


l’intervista La sua attività culturale è amplissima e ha sviluppato i suoi studi nel campo della pedagogia quanto è importante riuscire a trasmettere nei giovani la passione per la cultura?

Come docente di filosofia il mio interesse principale era quello di insegnare agli studenti a “pensare”, cioè a liberarsi dai pregiudizi e ad acquisire senso critico. Ancora oggi, quando incontro dei ragazzi, tento di indurli ad essere “curiosi” del mondo. Secondo me il bisogno di cultura nasce dalla curiosità verso le persone e gli avvenimenti e dalla creatività.

Con l'Associazione Davide Lajolo promuove il ricordo e la valorizzazione della figura di Davide Lajolo, cosa può dire della figura di questo importante scrittore piemontese del Novecento?

Davide Lajolo era un uomo curioso, con molti interessi e con una grande capacità comunicativa, non a caso ha fatto il giornalista e lo scrittore con molta passione. Ed è stato anche un convinto difensore della natura e delle sue colline, con le armi, da partigiano, e con la penna da scrittore. Vuole condividere qualche ricordo relativo a Davide Lajolo?

Il ricordo di figlia è legato alla poesia: mio padre ha scritto una poesia per me quando sono nata, leggeva le sue poesie preferite a me bambina, mi regalava libri e dischi letti da grandi attori. L’ultima frase che mi ha detto è: “Ricordati Laurana che non è la politica pragmatica che cambia il mondo, ma sono gli uomini e la poesia che fanno la rivoluzione”. Alla guida dell'associazione ha fatto partire tantissime iniziative culturali, quali considera le più importanti?

L’Associazione ha compiuto quest’anno venti anni, vissuti molto intensamente con la volontà di “seminare” idee e di fare azioni culturali che lasciassero un’impronta e ancora incidano sul tessuto civile e sociale. Le sue attività, di volta in volta innovative, si sono rivolte agli allestimenti museali dal primo “Vinchio è il mio nido” dedicato allo scrittore all’ultimo in ordine di tempo come “Art ‘900- Collezione Davide Lajolo” con l’esposizione permanente di cento opere di artisti del secondo Novecento, dalle passeggiate letterarie e naturalistiche al Festival del paesaggio agrario, al “Premio Davide Lajolo – Il ramarro” alle pubblicazioni di libri e la rivista culture, che ora ha dato vita a www. adlculture.it, e molto altro ancora che si trova sul sito dell’Associazione www.davidelajolo.it, dove si trovano anche i libri dello scrittore in pdf e video. Gli itinerari letterari legati a Davide Lajolo raccontano le

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l’intervista sue opere nei luoghi a cui sono legate. E' importante per la conoscenza di un autore visitare i luoghi in cui ha trascorso la sua vita o che lo hanno ispirato?

Per i libri di Davide Lajolo il paesaggio delle sue colline è fondamentale sia per le sue biografie di Pavese e Fenoglio sia per i suoi racconti. Lajolo aveva radici profonde, quasi maliarde, con la sua terra e quindi percorrere, anche con musica, lettura e arte, i percorsi delle sue passeggiate a Vinchio è come entrare nello spirito poetico dei suoi libri. La rivista “Culture” ha dato vita a Adlculture.it che è sul web. Perché la scelta di pubblicare si internet?

www.adlculture.it è un format di varia umanità, dinamico e di facile navigazione.

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Il nostro intento è di proporre uno strumento più flessibile e dinamico che la rivista cartacea, per poter usare facilmente un linguaggio multimediale, per raggiungere un pubblico più vasto, avendo tra i propri collaboratori, oltre agli esperti e alle personalità, giovani che vogliono sperimentare diversi linguaggi. Lei ha diretto l'Istituto storico della Resistenza di Asti ed è stata presidente di quello Nazionale e ora è la direttrice del “Quaderno di storia contemporanea”, ritiene importante coltivare la memoria storica, soprattutto in riferimento alla Resistenza?

Io appartengo a una generazione che è stata attraversata anche nel proprio privato dalla grande Storia e nella mia famiglia le narrazioni di storia e di memoria contadina hanno inciso sulla mia formazione e sulla mia sensibilità, oltre che sulle mie convinzioni culturali. Sono convinta che senza passato è difficile comprendere il presente e progettare il futuro, quindi la storia, oltre che alla preparazione culturale, è indispensabile per essere cittadini consapevoli e fare scelte ponderate di vita. Ha ricoperto incarichi amministrativi nel comune di Asti. Anche in base alla sua esperienza quale può essere un ruolo positivo della politica (a vari livelli) per la promozione della cultura?

A. Taverna, L. Lajolo

Negli anni Settanta la politica amministrativa era determinante per fare cultura sul territorio, così nella mia esperienza assessorile ho “inventato” Astiteatro e ho prestato molta attenzione alla fruizione sociale dei musei come tracce esplicative della storia cittadina. Vent’anni dopo ho fatto nascere “Astimusica” e ho aperto nuove opportunità per far crescere associazioni e gruppi culturali, che oggi operano con competenza sul territorio astigiano. Ha scritto molti libri, può dirci qualcosa della sua produzione letteraria?

Mi sono applicata soprattutto alla saggistica, in particolare allo studio di Gramsci, accanto a temi storici e di memoria. Ho scritto un romanzo, “Catterina”, che trae spunto dalla vita della mia bisnonna e a cui sono molto affezionata, e i racconti ”Socrate e gli altri”, che hanno una fonte autobiografica. Fra le figure storiche di cui si è occupata c'è anche quella di Angelo Brofferio. Perché l'interesse per questo politico e intellettuale del Risorgimento originario di Castelnuovo Calcea?

V. Archimede, L. Lajolo, F. Pesce

Sono sempre stata interessata a personalità e situazioni anticonformiste e appartenenti alla minoranza della loro epoca. Brofferio, personaggio con molte sfaccettature e interessi politici, letterari, teatrali, è stato l’antagonista di Cavour durante il Risorgimento e trovo molto stimolante la sua concezione di unità federativa italiana in contrapposizione con quella centralizzata della monarchia sabauda.

Per seguire le attività dell’associazione basta seguire i siti internet www.adlculture.it www.davidelajolo.it

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Giorgio Napolitano, Laurana Lajolo


Since 1959


I Volontari del soccorso di

La Morra e Verduno: oltre 30 anni al servizio degli infermi

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L

’associazione dei volontari del Soccorso di La Morra e Verduno non è la più grande fra i sodalizi sul territorio, ad occuparsi del trasporto di infermi e persone in difficoltà, ma certamente in questo campo è stata fra i pionieri. Lo scorso anno ha celebrato con un evento speciale i 30 anni di attività e continua il suo servizio a favore dei cittadini del suo territorio e non solo con rinnovate iniziative, restando sempre al passo con i tempi. Il nome dice tutto: volontari del soccorso sono coloro che gratuitamente prestano il loro servizio per il trasporto per esigenze sanitarie e ospedaliere di persone che altrimenti sarebbero in difficoltà o perché sole oppure perché comunque priva di altri appoggi. Stando allo statuto lo scopo è “il primo soccorso ed il rapido trasporto degli infortunati, negli infortuni di qualsiasi specie, nonché il trasporto degli ammalati”. Il servizio reso dal sodalizio si è evoluto nel corso degli anni restando al passo con i tempi, anche grazie alla gestione del presidente Aldino Bono, che si occupa della guida dei volontari da quasi 20 anni.

Il 4 aprile del 1987 è la data di nascita del gruppo con 17 cittadini di La Morra e Verduno e tre medici di base. L’impulso alla sua costituzione è stato abbastanza casuale: il gruppo di donatori di sangue dell’Avis di La Morra, che da tempo operava sul territorio, aveva rivolto una richiesta alla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino per avere un pulmino da usare per il trasporto dei soci. La domanda venne accolta, ma nel paese langarolo arrivò un’ambulanza di soccorso. Dopo il primo momento di stupore i volontari dell’Avis decisero di coinvolgere i concittadini per il miglior utilizzo del mezzo giunto in dono ed ecco nascere il “Gruppo Volontari del Soccorso”. All’atto di nascita, non esisteva il servizio del 118, ovvero il numero di emergenza che si occupa del trasporto urgente di persone che provano un malore improvviso e la volontà dei fondatori era proprio quella di fornire questo servizio sul territorio di La Morra e Verduno, in modo disinteressato, per aiutare i propri concittadini. Quando, verso la fine degli anni ’90, si è affermato il sistema di soccorso del 118 in tutta la Regione Piemonte l’associazione ha conosciuto una crisi di identità che ha messo i suoi componenti di fronte al bivio sulle scelte da prendere. L’Emergenza era affidata ad un servizio sostenuto dal pubblico (anche economicamente) e i volontari per proseguire la loro attività avrebbero dovuto rivedere il loro modo di agire. Era stata anche ventilata la possibilità di uno scioglimento, ma l’arrivo di una nuova ambulanza, in sostituzione di quella vecchia, ormai logora, frutto di una donazione della Fondazione Crt, ha spinto il gruppo a dare nuova forma il proprio impegno. E’ da lì il lavoro svolto, grazie anche alla direzione impostata da Aldino Bono, ha preso la direzione che ha tuttora, non più la gestione delle emergenze (o urgenze, che all’occorrenza vengono sempre effettuate), ma interventi per il trasporto di infermi che hanno l’esigenza di viaggiare fra La Morra e Verduno (e Vergne e area limitrofa) e i presidi sanitari e ospedalieri del

Aldino Bono: Presidente

1987 si dedicano al trasporto Dal

di persone bisognose nelle strutture sanitarie della zona

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territorio pianificati su prenotazione. Il nuovo statuto è del settembre del 2000 e di qui l’associazione è ripartita aumentando sempre di più il numero delle corse, fino a oggi. «Siamo stati pionieri nel nostro piccolo, stimolando la Regione nell’organizzazione della formazione per i volontari che si dedicano al trasporto degli infermi – spiega Aldino Bono –. Quando alla fine degli anni ’90 siamo andati in Regione a chiedere che i nostri componenti partecipassero ai corsi di formazione necessari per effettuare questo servizio ci è stato risposto che non esisteva nulla del genere. C’era la legge che li prevedeva, ma non l’organizzazione. Li abbiamo sollecitati e nel frattempo abbiamo proseguito la nostra attività previo rilascio dell’autorizzazione degli organi competenti, anche perché avevamo comunque le conoscenze acquisite sul campo in seguito a anni di attività. Alla fine abbiamo partecipato ai primi corsi che poi sono diventati utili per tutti coloro che sul territorio svolgono questo tipo di volontariato». Da quel momento l’attività del gruppo langarolo è crescita sempre di più nel corso degli anni fino all’arrivo di un nuovo scoglio da superare: l’acquisto di una nuova ambulanza nel 2010, visto che quella precedente era diventata ormai obsoleta. «Le prime due ambulanze sono state il frutto di generose donazioni delle fondazioni bancarie, ma nel 2011

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non potevamo più contare sul loro contributo. Abbiamo chiesto ai due comuni di riferimento di La Morra e Verduno di sostenere i nostri sforzi e le amministrazioni hanno dato il loro sostegno, ma non era sufficiente. Noi per conto nostro essendo volontari non avevamo i mezzi economici per sobbarcarci una simile spesa. In quel momento abbiamo constatato con mano la vicinanza e la generosità dei nostri concittadini. Gli abitanti dei due paesi hanno tutti insieme e senza remore contribuito economicamente all’acquisto del nuovo mezzo che è quello che utilizziamo ora. Siamo loro grati ancora oggi per lo sforzo sopportato, il nostro mezzo è un patrimonio di tutti» spiega ancora Aldino Bono. Oggi il gruppo è cresciuto sempre di più e anche le sue attività, visto che è già stato superato il numero dei 300 interventi nel 2018. Anche questo è stato un anno importante per via della convenzione fra associazione e Asl Cn2 per lo svolgimento dei servizi Nocc (Nucleo ospedaliero continuità di cure) e Adi (Assistenza domiciliare integrata). In questo modo i volontari, sempre dietro prenotazione possono effettuare trasporti di persone anche al di fuori del territorio di riferimento e permette loro al contempo di sostenere nel migliore dei modi le esigenze di chi vive nei due paesi langaroli «E’ stata una scelta ponderata che ci ha messo in stretta collaborazione


con l’asl. Il nostro sguardo si amplia e questo era già nello spirito di chi aveva elaborato lo statuto originario dei Volontari del soccorso: prestare aiuto a chiunque l’avesse richiesto, certo con particolare occhio al nostro territorio, ma senza porci limiti. E poi abbiamo già fatto anche trasferte molto lunghe. Una volta un nostro concittadino che si trovava in ferie in Francia ha avuto bisogno di tornare in Italia subito a causa di un imprevisto medico. Non necessitava di un mezzo medicalizzato, ma comunque da solo non avrebbe potuto sostenere il viaggio. Quindi siamo partiti noi, ho voluto seguire in prima persona quell’avventura, è stata la prima volta che siamo intervenuti fuori dai confini italiani. Fra andata e ritorno, nell’arco di un giorno abbiamo coperto la distanza di 1.300 chilometri, partiti al mattino siamo arrivati in serata» racconta Aldino Bono. Alla fine di novembre del 2018 risultano cento i volontari iscritti. Di questi 57 hanno turni regolari di servizio con ambulanza, altri intervengono occasionalmente o si occupano di organizzazione e coordinamento dei servizi, e di altre incombenze. Le richieste sono in continuo aumento. Tutti i volontari sono dotati di una divisa e il sodalizio mantiene contatti con le consorelle delle zone limitrofe (A.S.A.V.A di Alba, GV Soccorso di Clavesana, Volontari del Soccorso di Dogliani, CRI di Bra). Domenica 18 novembre si è svolta la festa sociale a La Morra, nella quale Aldino Bono ha fatto il bilancio del lavoro svolto nel corso dell’anno e ha premiato le persone che in vario modo hanno sostenuto il gruppo. L’ultima nominata Socio onorario è la direttrice della Casa di Riposo di La Morra Giorgia Perissinotto “per la preziosa collaborazione nell’organizzare i servizi di Trasporto Infermi”. La collaborazione fra i volontari e la casa di riposo è molto stretta ormai da molti anni. Anche Francesco Curto ha ricevuto una targa di ringraziamento per i 20 anni di attività, che ha lasciato per raggiunti limiti d’età. L’attuale direttivo è composto dal presidente Aldino Bono (7° incarico triennale), i vicepresidenti: Luciano Borgogno e Patrizia Corino, il tesoriere: Domenico Ornato il segretario Marco Ghisolfi; i consiglieri: Gabriella Bersano, Dario Boffa, Michele Borgogno, Walter

Porasso e Flavio Viberti. I membri di diritto sono: i dottori Roberto Anfosso (direttore sanitario) e Alberto Dalmasso. I revisori dei conti sono: Giuseppe Alfero, Marilena Allaria, Giovanni Arnulfo, Renato Tarasco e Mario Venturi. Infine i probiviri sono: Irma Costamagna e Luigi Rigoni.

Da SX: Capra Elisa (nuova volontaria), Perissinotto Giorgia (premiata con targa socio onorario), Bono Aldino, Curto Francesco (premiato con targa 20 anni di attività), Borgogno Luciano (Vicepresidente), Baracco Rita (nuova volontaria)

I volontari del soccorso di La Morra e Verduno

sono ormai una realtà affermata nel volontariato territoriale e sono pronti ad affrontare le sfide future con lo stesso entusiasmo che hanno dimostrato di avere nella loro lunga storia.

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Le festivitĂ si accompagnano sempre, ad ogni latitudine ed in qualsiasi tempo, alle gioie della gastronomia

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Natale in TAVOLA: i piatti dei nostri nonni, riproposti.

Le feste di FINE ANNO, occasione per valorizzare le tradizioni culinarie!

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speciale Natale Le feste di fine anno sono da sempre, un momento propizio per la buona tavola. La temperatura rigida invita a restare in casa e la pausa dal lavoro concede tempo per preparare pranzi e cene speciali. Per il periodo del Natale e Capodanno, ovunque si sono sviluppate tradizioni culinarie particolari. In Piemonte un piatto che non manca in tante tavole durante queste settimane è il cappone, protagonista per questo periodo di tantissime fiere sparse sul nostro territorio. Si tratta del galletto che viene castrato, per raggiungere un maggiore peso e morbidezza, in modo tale che la sua carne sia pronta e gustosa per le tavole natalizie piemontesi. Anche perché il cappone fin dai secoli passati è sempre stato considerato un piatto di pregio e dunque da consumare in occasioni molto speciali, come il Natale. In letteratura sono diventati celebri per la scena nei “Promessi sposi” nella quale uno dei protagonisti, Renzo Tramaglino, li porta in dono all'avvocato Azzeccagarbugli. Può essere presentato in vari modi a tavola, per esempio arrosto con castagne, oppure sempre arrostito, al profumo di limone. In Piemonte sono quattro quelli riconosciuti dal Ministero delle Politiche agricole come prdotti agroalimentari tradizionali italiani: quelli di Morozzo, Monasterolo di Savigliano, San Damiano d'Asti e Vesime. A questi si aggiunge quello friulano e quello rustico delle Marche. Questo dimostra quanto sia profonda e radicata la tradizione culinaria del cappone nel periodo delle festività natalizie. Un altro piatto, o meglio prodotto gastronomico che fa la sua comparsa sulle tavole natalizie sempre più di frequente è la Cögnà, piatto tipico piemontese, ma soprattutto langarolo. Anch'essa nasce dalla cucina povera, nella quale nulla va gettato e tutto può essere riutilizzato. Per i profani può essere considerata una specie di marmellata o salsa dolce, un preparato a base di uva e altri ingredienti, soprattutto frutta, come mele renette, nocciole, pere madernassa, mele cotogne, frutta secca e zucchero.

Solitamente si prepara in autunno e inverno e accompagna in tavola altri piatti tradizionali della nostra tavola come ottimi formaggi, la polenta e il Bollito misto alla piemontese. Un altro piatto di carne di particolare interesse per i giorni di festa di fine anno è il Brasato al Barolo, secondo piatto impegnativo che esalta uno dei vini più prestigiosi dell'enologia italiana. La carne utilizzata è quella di vitello che si fa cuocere a fuoco ardente con l'aggiunta del prestigioso vino.

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www.terraetradizione.com Si serve a fettine sottili e ben caldo. Può essere accompagnato con un pinzimonio di verdure fresche e leggere ma anche con una crema di topinambur, un tubero dolce e saporito. Questi si raccolgono solitamente in inverno e sono molto nutrienti. Anch'essi sono entrati fra i prodotti della tavola piemontese. Si mangiano anche nella bagna caöda e con la fonduta. Naturalmente nel bicchiere, in accompagnamento può tornare il Barolo oppure il Barbaresco. Fino a questo punto si è parlato di portate che potrebbero essere considerate secondi piatti, per lo più a base di carne, quello che potrebbe essere il primo in una tavolata delle feste è sicuramente un piatto di agnolotti, classico della cucina invernale piemontese soprattutto fra Langhe Roero e Monferrato; una pietanza diffusa in tutta Italia, ma che in Piemonte è celebrata con particolare devozione, un involtino di pasta che all'interno contiene un ripieno solitamente di carne, con la variante a base di verdure, per renderlo più magro. Sono due le principali forme di agnolotti. Il “quadro” e “al plìn”. Il primo è quello dalla forma più classica, noto sulle tavole anche al di fuori del Piemonte. La pasta naturalmente è all'uovo e nella nostra versione tradizionale il ripieno è di carne d'arrosto. L'origine del nome non è certa ci sono varie ipotesi: secondo una tradizione popolare “l'inventore” della ricetta sarebbe un cuoco monferrino chiamato Angiolino e soprannominato “Angelòt”; un'altra ipotesi potrebbe essere la derivazione dal termine dialettale “anolòt” ovvero un ferro adoperato per tagliare questa pasta a forma di anello, che, secondo alcuni, era appunto la sua forma primitiva. L'altra forma degli agnolotti diventata celebra soprattutto nelle Langhe e nel Monferrato è quella “al plìn” questo è il pizzicotto che chi prepara la pasta usa per chiudere il singolo agnolotto. La forma è più irregolare e forse in questo sta il suo fascino, ogni singolo pezzo è diverso dagli altri.


speciale Natale Normalmente questi sono più piccoli nelle dimensioni rispetto a quelli in forma quadrata. Per quanto riguarda il condimento ci sono varie apprezzate varianti. In primo luogo il sugo d'arrosto, oppure si può usare il ragù di carne alla piemontese, entrambi come si può vedere prevedono l'utilizzo della carne. Una versione per certi versi più leggera è la preparazione con burro e salvia che esalta il gusto intrinseco dell'agnolotto. Infine non dimentichiamo una variante tradizionale della zona astigiana: la versione di Calliano prevede la preparazione con un ripieno a base di carne d'asino. Per quanto riguarda i dolci, sempre molto attesi nei giorni di festa di fine anno, si può optare per la torta di nocciole, con l'utilizzo naturalmente della “Tonda gentile” di Langa, la versione tipica dell'Alta Langa, di altissima qualità. Questa torta si caratterizza per essere ottima servita fredda, ma accompagnata con un cucchiaio di zabaione. Un altro piatto certamente perfetto per la tavola natalizia, anche se compare comunque spesso alla fine di un pasto di cucina tradizionale è il “bùnet”, ovvero un budino di antichissima tradizione e tipicamente langarolo, a base di amaretti, cacao, latte e rum. Infine non va dimenticato il “castagnaccio” che è davvero di stagione, a base di farina di castagne, diffuso in tutto il nord Italia. Si tratta di un dolce della cucina povera che è sempre stato confezionato con le castagne che si raccolgono in autunno, si usa anche il puré di marroni come base. Ha una forma schiacciata e un colore marrone scuro. Può essere preparato anche con scorze d'arancia, semi di finocchio, frutta secca pinoli e uvetta. Una leggenda popolare narra che le foglioline di rosmarino utilizzate per profumare questa torta avevano una connotazione amorosa. Si credeva, infatti, che un giovane le avesse mangiate contenute nel “Castagnaccio” offertogli da una ragazza o dalla sua famiglia, e poi si fosse innamorato immediatamente di lei, chiedendola in sposa.

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Non va certo dimenticato il pane in questa tavola dedicata alle nostre tradizioni. Sotto questo aspetto non ci sono particolari tradizioni dell’area del Piemonte del sud. Un tempo in occasione delle feste in generale, il pane veniva zuccherato per compiacere soprattutto i bambini, una tradizione che viene mantenuta da alcune panetterie che preparano questo tipo di prodotto dolce in alcune occasioni. E quale migliore ricorrenza del Natale, per un semplice prodotto che assomiglia a un biscotto. L’importante è che si tratti di pane di ottima qualità, preparato con grano selezionato.

Quali vini portare a tavola? Le grandi bottiglie prodotte dalle aziende del nostro territorio naturalmente a seconda delle portate che arrivano in tavola. La tradizione delle famiglie piemontesi vede nei giorni di fine anno l'occasione migliore per gustare il Moscato frutto della vendemmia appena conclusa. Ovviamente può essere Moscato d'Asti (vino col tappo raso) o Asti Spumante, ma comunque sempre il dolce nettare che nasce dai filari delle Langhe e del Monferrato, e che giustamente è diventato una scelta quasi obbligata per le sere delle festività natalizie in Italia e nel mondo.

Ci sono alcune panetterie che lavorano con molta cura nella preparazione dei loro prodotti attraverso la scelta delle migliori materie prime. Una forma di pane che appartiene alla tradizione natalizie e che viene dalla Provincia di Torino è quella del Panet. Di origini montanare, è nato nella zona della Valle Maira ed ancora oggi è possibile trovalo presso i locali fornai. Un tempo questo pane si preparava solo una volta l’anno, in occasione della festa di Ognissanti, nella ricorrenza di San Martino o in prossimità del Natale. Vede l’impiego di farina di grano tenero, lievito naturale, acqua e sale. L’impasto viene fatto lievitare per circa due ore, rotta questa lievitazione si modellano pagnotte classiche di non grandi dimensioni, che fatte di nuovo lievitare, vengono poi cotte in forno a legna.

Non va dimenticata infine una bevanda che viene offerta a Natale spesso magari all'uscita dalla messa della Vigilia per riscaldare le fredde notti del periodo. Si tratta del “Vin brulé” diffuso in tutta Europa, soprattutto nel nord con varie varianti, probabilmente ha origine dalle popolazioni alpine. Lo si trova spesso servito anche durante i mercatini di Natale e non è altro che vino rosso riscaldato, si può anche usare il bianco con l'aggiunta di ingredienti a base di frutta che possono variare. Solitamente una bevanda non da tavola, adatta per riscaldarsi se ci si trova all'aperto nel periodo natalizio. Dunque le festività natalizie possono essere una straordinaria occasione per scoprire, riscoprire o valorizzare i tanti piatti invernali nati soprattutto dalla cucina povera dei nostri nonni e dei nostri avi.


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Una pista di pattinaggio su ghiaccio anima le giornate di Santo Stefano Belbo Inaugurata a fine novembre, resterà aperta fino al 20 gennaio. Anche quest’anno a Santo Stefano Belbo, ci sarà nell’aria una atmosfera natalizia speciale grazie alla pista di pattinaggio su ghiaccio inaugurata sabato 24 novembre in piazza Umberto I, di fianco all'ala coperta. Alla presenza del sindaco Luigi Genesio Icardi e di organizzatori e altre autorità, la pista di pattinaggio su ghiaccio anche quest’anno, il terzo, ha inaugurato il periodo delle feste di fine anno nel paese langarolo. Si trova in piazza Umberto I, di fianco all’ala coperta. Questa attrazione è stata resa possibile grazie ai Commercianti di Santo Stefano e alle aziende sponsor. Ad accompagnare la giornata di apertura ufficiale an-

che la diretta di Radio Vallebelbo a partire dalle 15 e uno stuzzicante rinfresco per tutti i convenuti. La pista resterà aperta al pubblico per un grande lasso di tempo, che supera le feste natalizie, si potrà pattinare infatti fino al 20 gennaio, ma naturalmente è il periodo della fine dell’anno quello nel quale si animerà di più per fare felici soprattutto i bambini. Non mancheranno le esibizioni di pattinatori professionisti e spettacoli di magia. C’è un’area truccabimbi per animare giornate e serate all’aperto e far rivivere ai bambini le avventure dei loro eroi preferiti; inoltre una mascotte ispirata al

...E se qualche sponsor presente sulla nostra rivista, vi chiede dove lo avete visto,

NON CONFONDETEVI, dite :

“su Terra & Tradizione” 2T Periodico di Alba - Asti e Provincia

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www.terraetradizione.com film d’animazione “L’Era glaciale” garantirà tanto divertimento. Inoltre chi vorrà potrà andare in giro sulla carrozza di Babbo Natale che girerà per le vie e le strade del paese. Nel periodo di apertura i commercianti santostefanesi omaggeranno i propri clienti, con biglietti gratuiti. La pista è aperta tutti i giorni dalle 15.30 alle 19; il sabato, la domenica e nei giorni festivi dalle 10.30 alle 22. Dopo la giornata d'inaugurazione il primo appuntamento di una certa rilevanza per la struttura sportiva invernale è stata la tradizionale Fiera dei Cubiot, svoltasi domenica 2 dicembre per tutto il giorno. La manifestazione è uno degli appuntamenti tradizionali di Santo Stefano Belbo, accompagnata dalla figura del Bacialè, il personaggio della tradizione langarola che era solito fare incetta di cappotti grazie alle sue capacità di mediatore amoroso tra i giovani del territorio. Un altro appuntamento delle feste natalizie a Santo Stefano è quello in programma venerdi 7 dicembre alle 21, presso la Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, auditorium della Fondazione Cesare Pavese. Si tratta del Concerto di Natale del coro di San Donato di Mango “Le Voci del Vento”. Si tratta di un gruppo corale a voci miste, nato nel 2011, che propone canti popolari e alpini eseguiti a cappella, brani di musica leggera e gospel. Al termine dell'esibizione la Pro loco offrirà un rinfresco. «Il Concerto di Natale – spiega il sindaco Luigi Genesio Icardi – vuole essere un momento di incontro per tutta la popolazione che, in occasione delle imminenti festività natalizie, si raccoglie per una serata musicale in uno dei luoghi più antichi e legati alla comunità del Comune di Santo Stefano Belbo».

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ALBA, nel Palazzo comunale

la premiazione delle imprese di Confartigianato

Riconoscimento per le

START UPe la fedeltà associativa

Domenica 25 novembre la sala del Consiglio “Teodoro Bubbio” del municipio di Alba ha ospitato l’annuale cerimonia di premiazione di Confartigianato Imprese Cuneo della zona di Alba, alle aziende con 35 anni di “Fedeltà associativa” e alle nuove imprese “start up”. Ad aprire l’evento, moderato dalla giornalista Daniela Bianco, è stato il sindaco di Alba Maurizio Marello, accanto all’assessore comunale alle Attività produttive Massimo Scavino e all’assessore regionale Alberto Valmaggia. «Per l’ottavo anno consecutivo – ha sottolineato il Sindaco Maurizio Marello – questa cerimonia si tiene in questa sala. Come figlio di falegname ho accettato di cuore la proposta di concedere questo luogo per la premiazione di Confartigianato. Da lì è iniziata questa tradizione che sono certo continuerà anche nei prossimi anni quando non sarò più sindaco. Questa è la sala più prestigiosa della città, è il luogo della democrazia ed è il luogo in cui oggi, gli artigiani di Alba e degli altri paesi qui intorno riceveranno questo prestigioso riconoscimento, grazie ad un lavoro che spesso si tramanda di padre in figlio. Grazie alle vostre attività avete costruito la vostra vita e la vostra famiglia ma avete anche dato un contributo alla costruzione delle nostre comunità. Comunità che nel dopoguerra erano molto povere. Ora siamo in una terra che ha avuto una trasformazione molto significativa in campo turistico. Oggi si chiude la Fiera del Tartufo durata otto settimane. Tutto questo è stato possibile grazie al

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lavoro di tanti, compreso quello appassionato degli artigiani, professione antichissima ma con capacità di innovazione attraverso la formazione e la continua collaborazione con le scuole professionali che tende a migliorare la qualità dei servizi». «Si è trattato di un appuntamento pregno di significati – ha commentato il presidente di Zona Domenico Visca – che celebra il lavoro artigianale ed il senso di appartenenza alla nostra Associazione. Un momento anche per fare sintesi sulla situazione economica del Paese e per porre l’accento sulle esigenze del tessuto produttivo. È davvero importante ricordarsi che l’Italia fonda il suo sistema economico proprio sulle micro, piccole e medie imprese e questa cifra distintiva, che in provincia di Cuneo è particolarmente marcata, deve essere vista come la chiave di svolta per permettere alle nostre aziende di tornare a crescere, permettendo alla nostra nazione di ritrovare la giusta collocazione nel contesto europeo e internazionale». Non sono mancati, negli interventi, riferimenti ad aspetti ambientali, come la tutela della qualità dell’aria, la sempre più complessa difficoltà nei collegamenti viari, e vista la particolare ricorrenza della “Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne”, l’adesione all’iniziativa “posto occupato” una sedia dedicata a tutte quelle donne che non possono più essere presenti perché vittime di femminicidio. Sono intervenute a questo proposito Katia Manassero, presidente territoriale del “Movimento Donne Impresa” di Confartigianato Cuneo e Daniela Balestra, vicepresidente territoriale e delegata della zona di Alba per il gruppo che si propone di sostenere e sviluppare attività a favore dell’imprenditoria femminile. «Oggi – ha dichiarato Luca Crosetto, presidente territoriale Confartigianato Cuneo – abbiamo voluto rendere omaggio a imprenditrici e imprenditori che si riconoscono nei principi della Confartigianato, e da anni le danno fiducia, costituendo la base associativa di quella che è la seconda Associazione in Italia per numero di aderenti. Il senso più profondo della “Fedeltà Associativa” è soprattutto un ringraziamento verso queste imprese che, come baluardi di un’economia sana e vivace, sono rimaste a presidio del territorio, generando economie e relazioni, dando occupazione e contribuendo allo sviluppo del nostro tessuto sociale».


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ASTI, calendario dei veterinari

per il reparto di Psichiatria Per un progetto che prevede l'uso TERAPEUTICO degli animali

I veterinari di Asti posano per un calendario 2019 “bestiale” e benefico: è l’originale iniziativa promossa dall’Ordine dei Medici Veterinari di Asti per sostenere “Preludio a 4 zampe: la non parola”, il progetto culturale e sociale per interventi assistiti con gli animali (Iaa) nel reparto di Psichiatria dell’Ospedale Cardinal Massaia che prevede la presenza di pets ossia animali da compagnia in corsia. Il ricavato della vendita dei calendari andrà interamente a sostenere questo progetto. «L’idea di un calendario veterinario – spiega Massimo Pasciuta, presidente dell'ordine - è nata un po’ per gioco, durante un consiglio direttivo mentre discutevamo delle difficoltà che i veterinari hanno nella comunicazione. Oggi sapere comunicare bene è fondamentale anche per noi e per la nostra immagine professionale». Poi prosegue: «Il ruolo del veterinario è poco conosciuto, eppure è una professione con un ruolo sociale, economico, umano estremamente importanti. È per questo che abbiamo pensato di proporvi attraverso dodici fotografie altrettanti colleghi colti mentre lavorano nel loro quotidiano». Così ci sono veterinari che si occupano di animali da compagnia, ma anche di api, di cavalli e vacche, di controllo degli alimenti e di igiene alimentare, di profilassi delle malattie infettive, di benessere animale, di farmacovigilanza, di farmacosorveglianza, di biosicurezza, di alimentazione animale, di diagnostica di

laboratorio, di avicoli, di suini, di ovi-caprini, di pesci. Il progetto sostenuto dal calendario consiste di Interventi assistiti con gli animali (Iaa) in reparto promosso da Paola Chirone, coordinatore infermieristico, Salute Mentale dell’Ospedale Cardinal Massaia. I protagonisti sono i cani Tosca e Quantico. «Il lavoro prevede un laboratorio esperienziale con il cane – spiega Chirone -, inizialmente con valenza ludico-ricreativa al fine di migliorare il benessere delle persone con coinvolgimento dell’animale da compagnia. La presenza di un animale domestico, in un ambito così particolare, svolge un ruolo facilitante per la cura e la relazione rivolta alle persone “fragili”, per la riduzione dell’ansia e degli stress, per l’attivazione alla compliance e all’aderenza terapeutica, per sinergismo d’azione ed empatia tra degenti ed operatori sanitari. Il gioco, la carezza, la parola non detta, l’espressione corporea dell’animale, possono influenzare e coinvolgere positivamente le persone con disagi della sfera psichica-mentale». Il presidente della Federazione Nord Ovest dei Veterinari Gianni Re commenta: «Non posso che appoggiare questa simpatica e significativa iniziativa e ringrazio i colleghi che nei loro vari ambiti, si sono prestati a fare da modelli. Forse non bucheranno lo schermo come le modelle del calendario Pirelli, ma abbiamo bisogno di questi piccoli segnali per riaffermare l’importante ruolo del veterinario». Il calendario è stato realizzato da Giulia Cerato; le foto sono firmate da Bianca Vercelli.

Ne sono state realizzate mille copie e verranno vendute con offerta minima di 10 € negli ambulatori veterinari che hanno aderito, oppure prenotandolo al numero: 328 0278938 - 349 2503196 - info@veterinariasti.it

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Un concorso per valorizzare la NOCCIOLA e la PERA Gli istituti alberghieri invitati a creare uno snack con i due prodotti d'eccellenza “Nocciola e pera da mattina a sera” è stato questo il tema del concorso didattico-gastronomico, promosso dalla “Confraternita del Bollito e della pera Madernassa” di Guarene, che ha celebrato sabato 17 novembre, in Sala Beppe Fenoglio ad Alba, la sesta edizione all'interno della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d'Alba. A confrontarsi, di fronte alla giuria capitanata dal critico gastronomico Paolo Massobrio, in un evento condotto dalla giornalista Renata Cantamessa, nove scuole alberghiere provenienti da Piemonte e Liguria chiamate a immaginare, per questi due prodotti simbolo della tradizione culinaria della nostra regione, una modalità di consumo snack, da gustare in ogni momento della giornata. A conquistare il punteggio più alto - dato dalla sommatoria dei singoli punteggi dei giurati – è stata l’Accademia Alberghiera di Apro Formazione di Alba con il suo “Sweet Unesco”, goloso dolce composto da biscotto alla nocciola, mousse alle pere Madernassa, cubetti di pera caramellata, crema pasticcera leggera alla nocciola, glassa al cioccolato bianco. Secondo classificato l'Istituto Professionale Statale “Giuseppina Colombatto” di Torino con il suo originale “O...pera Magna”, vero e proprio set di snack

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componibili pensati per ogni momento della giornata. Ciascuno con una base di pasta frolla nocciola e rosmarino, sormontata da una massa morbida alle nocciole e pere, glassata con glassa di cioccolato e granella di nocciole e con l'aggiunta di decorazioni diverse. Terzo classificato, l'Istituto di Istruzione secondaria superiore Ipseoa “Sergio Ronco” di Trino con il suo “Quattro in punto”. Quattro barrette composte da un crumble alla nocciola Piemonte Igp con pasta di pera Madernassa, nocciola e Barbera d'Asti e farcitura di confettura d'amarene. Quest'ultima ricetta è stata anche vincitrice del primo premio speciale Life per “la miglior interpretazione del progetto che ha saputo coniugare all'idea dello snack anche una comunicazione corretta del prodotto attraverso il packaging”. Il premio speciale della Confraternita del Bollito e della Pera Madernassa di Guarene è stato assegnato alla Scuola di cucina sociale della Cooperativa Meeting Service di Torino, con il loro snack “Al Contadin non far sapere” che ha abbinato granella di nocciola Piemonte Igp al Parmigiano Reggiano, in una frolla con farcitura di pera Madernassa. Questa la motivazione: “l'unica scuola che ha svilup-


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www.terraetradizione.com pato un progetto salato con prodotti che solitamente vengono utilizzati per i dolci”. Infine il premio speciale Conad è stato assegnato per “la bellezza della semplicità, la pienezza del gusto e la facilità di consumo” all'Istituto di istruzione superiore “Arturo Prever” di Pinerolo con il suo “'L dop disné od prüss e ninsole”: pasta frolla di farina di riso, burro e nocciole farcita con crema di panna, formaggio spalmabile e pera Madernassa. Il nome di questo concorso, che ricorda un adagio popolare, è più che altro una provocazione e un invito a nutrirci in ogni momento della giornata con le eccellenze del territorio piemontese, come la Pera Madernassa di Guarene e la Nocciola Piemonte Igp. Un concorso che, però, non si è concluso nella giornata di sabato 17 novembre, ma che ha preso vita nel ricettario pocket “Nocciola e pera da mattina a sera”, promosso dalla Confraternita del Bollito e della Pera Madernassa di Guarene con il sostegno di Life e di Ortofruit Italia. Il ricettario è stato distribuito nei punti vendita Conad di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta e durante l'attività in store contemporanea al concorso, che ha riguardato gli ipermercati di Alba, Torino, Borgo San Dalmazzo e Savigliano, dove nella giornata di sabato sono state offerte oltre 2 mila degustazioni abbinate di Madernassa e nocciola. Questi due prodotti della tradizione sono diventati già protagonisti di prodotti innovativi come il Maderè - primo e unico sidro da pera Madernassa - e la Madernocciola, originale composta di pere Madernassa e nocciole, creata dall’azienda “Le Nocciole di Alba” e presentata sempre nell’arco della manifestazione albese e della preview di Golosaria Milano nel mese di ottobre.

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Esame finale all'ICIF di Costigliole d'Asti per studenti da tutto il mondo

I corsi master "Brasile" e "Lingua Inglese" giudicati da giornalisti e chef Emozionati e preparati i giovani che hanno sostenuto l’esame per le classi del master “Brasile in cucina” e per gli studenti in lingua inglese, presso la sede di Costigliole D’Asti dell’Icif (Italian culinary institute for foreigners). L’Icif è l’istituto scolastico di formazione dedicato alla nostra gastronomia nazionale, specializzato nella diffusione della cultura culinaria italiana nel mondo. Infatti in tutto il globo ci sono sedi della scuola, nelle quali vengono proposte iniziative per la promozione della gastronomia italiana e per la sua conoscenza, con corsi dedicati a vari livelli di preparazione. E presso la sede a Costigliole, che si trova nel castello del paese astigiano, promuove progetti formativi dedicati soprattutto agli studenti stranieri che intendono approfondire la conoscenza della cucina italiana, per poi diventare chef nei loro paesi oppure restare in Italia e provare l’avventura nel mondo della ristorazione. Mercoledì 21 novembre si è svolto l’esame di uno di questi corsi di preparazione, un master che ha visto protagonisti studenti provenienti da Europa, America (del nord e, soprattutto, del sud) Asia (soprattutto estremo oriente), tutti motivati a approfondire la conoscenza della gastronomia italiana, ognuno con la sua storia e varie esperienze alle spalle, sia formative, che lavorative. C’era chi proveniente dall’Asia, desidera imparare la cucina italiana per aprire un ristorante con i nostri piatti in Canada, chi è arrivato all’Icif dopo aver già lavorato come chef sulle navi da crociera. Oppure anche chi viene da altre specializzazioni, dif-

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ferenti dalla cucina e ha deciso di provare una nuova strada. Tutti comunque accomunati dalla passione per la cucina italiana e dal desiderio di apprendere le migliori tecniche per preparare portate di alto livello. Gli studenti stranieri sono ospitati presso la struttura di Costigliole e qui possono seguire le lezioni. Ci sono anche alcuni italiani (pochi) che frequentano l’Icif anche per entrare in contatto con altre culture e per avere la possibilità di utilizzare spesso la lingua inglese. La conoscenza richiesta dalla scuola è completa e ricopre tutti i campi della ristorazione. Tutte le portate presentate nel corso dell’esame di mercoledì sono state preparate dagli esaminandi partendo solo dalle materie prime. Anche il pane doveva essere preparato e la pasta rigorosamente fatta a mano. A giudicare l’esame una commissione di esperti provenienti dal territorio dell’area albese e astigiana: gli chef Riccardo Radaelli, attualmente presso l’Enoteca di Canale, già nello staff del ristorante di Davide Palluda e Fabio Secci del Ristorante “Primis” di Asti, Maria Gabriella Marguglio, mastro gelatiere, titolare della gelateria “Bumbunì” di Valenza, Ilaria Scalet, direttrice didattica e responsabile di sede dell’Icif e infine due rappresentanti della nostra rivista, “Terra & Tradizione”: l’editore Silvana Fiora e il giornalista e scrittore Diego De Finis. I piatti sono stati decisi dalla scuola e sorteggiati fra gli studenti partecipanti, questi dunque non hanno potuto scegliere le portate da preparare. I piatti presentati durante l’esame sono stati natural-


territorio mente assaggiati, e anche analizzati con molta attenzione. La giuria doveva valutare non solo, ovviamente, il gusto, ma anche i profumi, l’equilibrio dei sapori, le tecniche di preparazione. Soprattutto i due chef sono stati prodighi di consigli e suggerimenti agli studenti per spronarli a migliorare la preparazione dei loro piatti. Gli studenti che hanno preso parte a questa bella esperienza sono stati per il master Brasile: Anna Carolina Whately Coutinho, che ha preparato Piccoli hamburger di pollo, Eduardo Merlin con Macaron con patè di fegato di coniglio, Victor Macri Dinamarco Davidson, con Guazzetto di carciofi, uovo croccante e crema di pecorino, Vitor Silva De Lacerda, con i grissini, Vitor Adriano Siqueira Gomes, con Guancia di maialino stufata alla Barbera d’Asti e gnocchetti di polenta, Lucas Pozzo, con Insalata di cardi gobbi di Nizza, Gamberi mazzancolla e fonduta di Grana Padano dop. Per il Master in lingua inglese: Matteo Rastello (italiano) con Guazzetto di carciofi, uovo croccante e crema di pecorino, David Jeřábek (Croazia) con Quaglie, polenta e Gorgonzola dop Kuan-Lin Wu (Taiwan) con Insalata di cardi gobbi di Nizza, Gamberi mazzancolla e fonduta di Grana Padano dop, Tung Wang (Taiwan) con Risotto con riso Gallo Carnaroli allo zafferano, polvere di liquirizia e crudo di seppia, Patryr Surma (Polacco) con Cannoli all’olio, spuma di mortadella igp e pistacchi di Bronte dop, Mereanne Ruiz Aquino (Filippina) con pane comune, Zoran Miljević (Croazia) con Ravioli di ossobuco con brodetto allo zafferano, Lin Yu-Hsiang (Taiwan) con Guancia di maialino stufata alla Barbera d’Asti e gnocchetti di polenta, Cui ZongXu (Cina) con Quaglie, polenta e Gorgonzola dop, Vladyslav Dorda (Ucraina) con animelle caramellate, terra di cacao e spuma di Robiola di Roccaverano dop, Benedek Nemeth (Ungherese) con la crostata “I due cioccolati”, Alesya Drokova (Russia) con Animelle caramellate, terra di cacao e spuma di Robiola di Roccaverano dop, Elliott Constantino (Usa) con Ravioli di ossobuco con brodetto allo zafferano, Yi-Li Su (Taiwan) con la crostata “I due cioccolati”, Graciela Sossa Melgar (Brasile) con il Risotto con riso Gallo Carnaroli allo zafferano, polvere di liquirizia e crudo di seppia. Per tutti una bella esperienza con la speranza di un futuro brillante nel campo della ristorazione italiana, che come tutti ben sappiamo è particolarmente esigente riguardo alla cura nella preparazione dei piatti da presentare a tavola.

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ASTA MONDIALE del tartufo bianco d'ALBA

393.900 EURO

per i lotti battuti: andranno a progetti solidali sui territori di Alba, Hong Kong e della Basilicata

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I migliori esemplari di Tartufo Bianco d’Alba sono stati battuti in occasione della diciannovesima edizione dell’Asta Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba, domenica 11 novembre nel castello di Grinzane Cavour, rinnovando il collaudato connubio tra questo splendido prodotto della terra e la solidarietà internazionale. I lotti di pregiato Tuber magnatum Pico sono stati battuti in abbinamento a prestigiose bottiglie di Barolo e Barbaresco, presentati in grandi formati magnum. A contendersi i primi tre lotti ciascuna, le piazze di Grinzane Cavour nel castello sito tutelato Unesco come Patrimonio dell’Umanità oggi sede dell'Enoteca regionale che ne porta il nome – e di Hong Kong, ancora una volta presso il ristorante “8 ½ Otto e Mezzo Bombana” dello chef tristellato Umberto Bombana, da molti anni avamposto dell’alta cucina italiana nella metropoli asiatica nonché fervido sostenitore dell’Asta e delle sue finalità. Nelle stesse ore, la città di Matera, Capitale Europea della Cultura nel 2019, ha dato vita ad un evento legato alle eccellenze lucane e al tartufo bianco della Basilicata, sempre a fini benefici. Infine l’ultimo e più prezioso lotto è stato disputato in diretta satellitare tra Grinzane Cavour, Hong Kong e Matera. Il ricavato complessivo dell'edizione 2018 dell'Asta Mondiale ammonta a 393.900 euro. Solo il lotto finale, uno splendido esemplare del peso di 880 grammi, è stato conquistato da un giovane imprenditore di


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Hong Kong dopo una “singolar tenzone” in diretta con le Langhe e la Basilicata, per la ragguardevole cifra di 85.000 euro. Al ritmo di serrati rilanci, scanditi dai battitori in sala, l’Asta 2018 è stata ricca di emozioni ed ha regalato molti fondi utili per iniziative dedicate alla salute e al benessere delle persone. Quanto raccolto a Grinzane Cavour verrà destinato in parte alla Fondazione Nuovo Ospedale Alba Bra Onlus e in parte a soggetti ancora da individuare.

www.terraetradizione.com I proventi di Hong Kong giungeranno ancora una volta all’Istituto “Mother’s Choice” che aiuta bambini senza famiglia e giovani madri in difficoltà. Il ricavato dell’asta materana sarà destinato all’associazione “Con Cuore Impavido”, impegnata a favore degli ammalati di Sla e delle loro famiglie e alla onlus della Federazione Italiana Cuochi che opera nel corso di emergenze. Non potevano mancare a Grinzane i trifolau, ovvero i cercatori di tartufi, che per il secondo anno consecutivo sono intervenuti ad intervallare la competizione insieme ai loro fedeli tabui, cioè i cani meticci da tartufi, veri protagonisti della ricerca del prezioso fungo ipogeo. Erano presenti gruppi dalle varie zone del territorio: Alta Langa, Bassa Langa, Roero e Monferrato. Grandi mattatori, anche a Grinzane, sono stati i cinesi: un gruppo di imprenditori orientali giunti appositamente per partecipare all'evento. Ad aggiudicarsi il lotto più prestigioso è stato Zhang Yong, titolare della catena di oltre trenta ristoranti di alto livello. Questo evento ogni anno attira nel castello langarolo volti noti dello spettacolo, conosciuti da tutti per la loro verve e simpatia. In sala c'è stato grande divertimento con un amico storico dell'Asta, il comico Enzo Iacchetti direttamente dal tg satirico di Canale 5 “Striscia la notizia”. A condurre i rilanci e a mandare all'incanto i lotti di tartufi e vini è stata la presentatrice televisiva Rai Caterina Balivo, in collaborazione con una star dei cooking show televisivi, la giornalista Benedetta Parodi. I tre popolari personaggi insieme hanno dato vita a momenti di simpatico e garbato intrattenimento. Tra il pubblico, numerose autorità politico-istituzionali, rappresentanti delle forze dell'ordine e del mondo imprenditoriale. Tra gli altri, l'assessore della Regione Piemonte Alberto Valmaggia (Sviluppo della Montagna, Foreste e Tartufi), l'assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte Antonella Parigi, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo Giandomenico Genta, il presidente del Centro Nazionale Studi Tartufo Antonio Degiacomi, l'amministratore Ipla (Istituto per le piante da legno e l'ambiente) Igor Boni. A Hong Kong, ancora una volta lo chef Umberto Bombana ha ospitato l'Asta in collaborazione con l'Associazione Mother's Choice e la societа Areté Food&Wine di Maria Pranzo. In collegamento quali ambasciatori dei nostri grandi vini rossi sono stati il presidente e il direttore del Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, Matteo Ascheri e Andrea Ferrero. A Matera era presente il direttore dell'Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, Mauro Carbone, insieme a Luca Braia, assessore alle Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata e a Paolo Verri, direttore generale della Fondazione Matera 2019, i quali hanno presentato il progetto di valorizzazione della città lucana e del suo territorio che ha portato al riconoscimento di “Capitale Europea della Cultura 2019”. Come nelle edizioni passate L'Asta Mondiale del Tar-

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territorio

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tufo Bianco d'Alba ha attribuito anche quest'anno il riconoscimento speciale di “Ambasciatore del Tartufo Bianco d'Alba nel mondo” a chef che impiegano con maestria il pregiato tuber magnatum pico. A riceverlo quest'anno sono stati i fratelli Enrico e Roberto Cerea, titolari di quel Gruppo Cerea creato dall'omonima famiglia bergamasca, che include locali di altissimo livello tra cui il ristorante tre stelle Michelin “Da Vittorio” di Brusaporto e un catering di livello internazionale richiesto e conosciuto in moltissimi Paesi esteri. A ritirare il premio, le consorti dei due chef, rispettivamente Giustina Carminati e Veronica Teodori. Inoltre sono stati assegnati altri riconoscimenti. Tre attestati di benemerenza ad altrettanti amici dell'Asta, sono stati consegnati dal presidente dell’Enoteca Regionale Piemontese Cavour, Tomaso Zanoletti, e dai sindaci di Alba Maurizio Marello e di Grinzane Cavour Gianfranco Garau. Si tratta dell'imprenditore vinicolo albese Bruno Ceretto, ideatore e sostenitore dell'Asta Mondiale del Tartufo Bianco d'Alba; dell'imprenditore e dirigente sportivo lombardo Guido Borghi da sempre estimatore delle eccellenze enogastronomiche del territorio e da molti anni generoso sostenitore dell'Asta; del “signor Enzino Iacchetti” il noto comico televisivo, divenuto nel tempo volto dell'evento solidale che ha connotato con la sua simpatia e professionalità. Particolare riconoscenza è stata espressa dai Comuni di Alba e Grinzane Cavour, comproprietari del Castello di Grinzane Cavour – dai rispettivi sindaci Maurizio Marello e Gianfranco Garau – a Tomaso Zanoletti, presidente dell’Enoteca organizzatrice dell’evento, che dopo vent’anni alla guida dell’ente passa il testimone. Dichiara lo stesso Tomaso Zanoletti, presidente dell’Enoteca Regionale Piemontese Cavour a commento di questo grande evento: «L’annata favorevole per la nascita dei tartufi ha consentito di presentare esemplari di eccezionale bellezza e qualità, molto apprezzati dalle platee concorrenti. Ancora una volta Hong Kong ha dimostrato la sua passione per questo meraviglioso prodotto della nostra terra, unendovi sensibilità e destinando importanti risorse a fini benefici, come del resto hanno fatto anche gli ospiti a Grinzane e a Matera. Ringrazio sentitamente tutti quanti hanno reso possibile, ancora una volta, fare del bene attraverso il Tartufo Bianco d'Alba». Aggiunge Matteo Ascheri, presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani: «Un’alleanza strategica quella tra i grandi vini delle Langhe, Barolo e Barbaresco, e il Tartufo Bianco d’Alba, capaci di parlare una lingua internazionale e di essere ambasciatori nel mondo delle nostre colline Unesco. Sui mercati orientali, in particolare, cresce la passione e la cultura per i nostri vini e la nostra cucina, e di conseguenza la richiesta e l’export».

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A Grinzane un belvedere sulle colline tutelate dall'Unesco

Inaugurato ai piedi della salita che porta al castello E' stata inaugurata domenica 25 novembre a Grinzane Cavour la nuova area destinata come Belvedere che si trova ai piedi della salita che porta al castello e che naturalmente si affaccia sulle colline vitate e destinate alla produzione di Barolo. Il progetto rientra nell'ampio programma che la Regione Piemonte ha cofinanziato con alcune località che rientrano nella core zone del territorio tutelato dall'Unesco per i paesaggi vitivinicoli fra Langhe e Monferrato. L'obiettivo del progetto era proprio quello di valorizzare al massimo i paesaggi riconosciuti come patrimonio dell'Umanità attraverso dei punti di osservazione privilegiati. Uno di questi non poteva non essere il castello di Grinzane, che rientra nella core zone e che al suo interno conserva istituti d'eccellenza del nostro territorio come il Museo delle Langhe e l'Enoteca regionale piemontese Cavour. Il progetto complessivamente è costato 95.000 euro, di cui 60.000 messi dalla Regione Piemonte. Si tratta di un'area attrezzata con panchine e arredi urbani che permette di ammirare le colline langarole in direzione di La Morra. I bambini possono anche divertirsi giocando nell'area loro destinata.

All'inaugurazione era presenta il sindaco di Grinzane Gianfranco Garau insieme ai suoi assessori Moreno Cavalli e Cristiana Gilardi, il sindaco di Alba Maurizio Marello con l'assessore albese ai lavori pubblici Alberto Gatto, il direttore dell'associazione Unesco per i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, Roberto Cerrato, l'assessore regionale con delega al Tartufo Alberto Valmaggia. Tomaso Zanoletti dell'Enoteca regionale di Grinzane ha inviato i suoi saluti, non riuscendo a essere presente. C'era anche la sindaca bambina di Grinane Caterina Pitino. Non mancavano i primi cittadini di alcuni paesi limitrofi di Grinzane. L'assessore Valmaggia ha preannunciato che il prossimo Belvedere ad essere inaugurato, sarà quello di La Morra, dove l’intervento ha previsto il rifacimento completo della piazza, già rinomata come uno dei punti di osservazione più noti nelle Langhe. La fine dei lavori si prevede nel mese di dicembre. Le altre località coinvolte nel progetto sono Neive nelle Langhe, Canelli e Vinchio in Provincia di Asti e Ottiglio nell'Alessandrino. Tutti i progetti sono stati cofinanziati dalla Regione e dai comuni coinvolti.

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I PRESEPI, la sacra rappresentazione sulle nostre colline

Città e paesi propongono mostre, allestimenti e messe in scena 44

Il presepe è una delle tradizioni più belle del Natale. La rappresentazione della Natività di Gesù accompagna le feste di fine anno corredando case, scuole, edifici pubblici con le tre figure principali: Maria, Giuseppe e Gesù bambino accompagnati dagli altri personaggi raccontati dai vangeli e magari anche da altri a seconda della fantasia di chi ha ideato la rappresentazione. E le feste di dicembre saranno accompagnate nelle città e nei paesi da tantissime manifestazioni legate alla tradizione del presepe, declinato in tutte le forme possibili. Una delle rievocazioni più affascinanti e complesse è il Presepe vivente, nel quale un gruppo di persone più o meno numerose, decide di mettere in scena la Natività interpretando i ruoli programmati. Per questo tipo di vento indubbiamente i piccoli paesi sono un teatro ideale. Il centro storico viene solitamente chiuso al traffico in modo tale che strade e vie dei centri storici, adeguatamente addobbate, si trasformino nella Betlemme di 2000 anni fa, il villaggio nel quale si rifugiarono Maria


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e Giuseppe che si stavano spostando per le esigenze di un censimento. Grande attenzione viene naturalmente destinata alla ricostruzione della grotta nella quale è venuto al mondo Gesù, riscaldato dal Bue e dall’asinello, ma anche nella rappresentazione dei personaggi di contorno, i Re magi, i pastori, semplici artigiani e bottegai, agricoltori. Il presepe vivente diventa spesso l’occasione per far rivivere gli antichi mestieri, oggi dimenticati per via dell’evoluzione tecnologica. Associazioni e Pro loco mettono grande cura in questi grandi teatri all’aperto che sono i paesi del Monferrato e delle Langhe negli ultimi giorni dell’anno. A Revigliasco per esempio la rappresentazione della natività in programma il 24 dicembre viene preceduta da una serie di spettacoli programmati in tutti i fine settimana di dicembre. Dopo quello dell’1 dedicato a “Il Gelindo a Veglia” e “La leggenda aurea” del 9 entrambi a Revigliasco d’Asti, il 15 c’è lo spettacolo “Madri” ad Asti, il 16 si

cra rappresentazione domenica 16 dicembre alle ore 17. Così a Montegrosso d’Asti la settimana successiva, il 23 dicembre, l’antivigilia di Natale, nel centro storico e a Cessole il giorno della vigilia, il 24 dicembre. Nelle Langhe la sacra rappresentazione più nota è quella di Dogliani, che ogni anno viene allestita in due giornate il 23 e 24 dicembre. Si tratta di uno dei presepi viventi più grandi, con la presenza di 35 figuranti in costume, abitanti del paese che si mettono in gioco per due giornate. Il teatro è rappresentato dai vicoli medievali di Dogliani Castello. Ma se la suggestione della sacra rappresentazione con attori in carne e ossa è indubbiamente grande, non sono certo da trascurare le mostre e le altre forme di eventi legati alla natività che magari permetto agli organizzatori il libero sfogo della propria creatività. Qui davvero è difficile elencare tutte le iniziative perché sono davvero tantissime, proveremo a parlare di quelle principali, nella speranza di non dimenticare nessuno.

torna nel paese con il concerto della banda musicale “Città di Canelli”; infine sabato 29 dicembre alle 16.30, la premiazione del concorso letterario “Raccontami il Natale”, nella sala comunale. A San Damiano D’Asti, sabato 15 (alle 20.45) e domenica 16 dicembre (dalle 15.30 alle 20) il presepe verrà portato in scena nel cuore del borgo dei Sutè, tra antichi cortili e vicoli, grazie a Parrocchia, Pro loco e Comitato palio. Anche Castagnole Monferrato sarà al centro di una sa-

In provincia di Asti uno degli eventi più grossi, anche perché coinvolge ben nove centri, si intitola “Oro incenso e mirra”, giunto alla terza edizione. Si tratta di un itinerario artistico e culturale nelle rappresentazioni della natività fra Albugnano, Aramengo, Camerano, Castagnole Monferrato, Cocconato, Grana, Monale, Montegrosso D’Asti e Schierano. L’evento recupera atmosfera, tradizione, folklore e propone degustazioni gastronomiche delle specialità tipiche della stagione invernale.

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Questa rassegna è in programma fra l8 dicembre e il 6 gennaio. A Castagnole Lanze l’Associazione Culturale Torre del Conte Paolo Ballada di Saint Robert organizza una mostra di presepi del territorio nelle strade del centro storico. Sono costruiti non solo dai volontari dell’associazione, ma anche da alcuni cittadini del paese e li si potrà ammirare esposti nelle vie, sui davanzali delle finestre, sulle soglie di porte e portoni, e a ridosso di cancellate e muretti. L’inaugurazione è stata il 2 dicembre e gli allestimenti resteranno per tutto il mese. Ad Asti, il Museo diocesano in via Natta 36 propone, a partire dal 15 dicembre fino al 20 gennaio una mostra dedicata ai Presepi napoletani, fra arte, storia cultura e tradizione. Infatti se la natività trova casa in tutte le località a Napoli si è imposta una direzione tutta particolare. Il gusto Barocco delle statuine curate con grandissima attenzione si unisce all’ironia dei personaggi che entrano a far parte della natività, in modo tale da rendere la ricostruzione uno specchio dell’oggi. A Mombercelli il Musarmo (Museo civico d’arte moderna e contemporanea) propone a partire dal 15 dicembre, fino al 24 febbraio del 2019 “Aspettando Natale. Presepi e altro”. Anche nell’Albese sono numerose le iniziative legate alla sacra rappresentazione. Ad Alba, nella chiesa di San Giuseppe, su iniziativa dell’omonima associazione, ci sarà la mostra a partire dall’8 dicembre fino al 6 gennaio 2019. Visitabile tutti i giorni dalle 14.30 alle 18.30, l’esposizione propone le creazioni di privati, istituti scolastici, associazioni, borghi della città che hanno voluto contribuire alla magia della Natività. A Verduno, la chiesa del Beato Valfré ospita il “Presepe del viaggiatore”. Si tratta di un unico grande allestimento realizzato da una coppia di coniugi del paese con la passione per il viaggio. In questa grande ricostruzione le località del mondo visitate dai protagonisti diventano lo sfondo della natività con scenari che cambiano di anno in anno. L’iniziativa è promossa a partire dall’8 dicembre fino al 6 gennaio in collaborazione con l’associazione di volontariato Emergency, cui andranno i fondi raccolti. Vergne, frazione di Barolo e Narzole, ormai da tanti anni ospita nel suo centro ai confini delle Langa una celebra mostra di creazioni realizzate dai suoi cittadini, che si possono ammirare a tutte le ore, perché sono all’esterno, nelle vie e piazze, sui balconi e negli incroci. Le opere restano allestite a partire dal 16 dicembre fino al 13 gennaio, realizzate con materiali di recupero.

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