Terra e Tradizione - Aprile 2019

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Casa Editrice iM.coM. sas - ALBA (CN) - www.im-com.it - www.terraetradizione.com - Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale Aut. n° NO 1900 del 10.12.2010 – Periodico ROC - € 1,00 n.2/ APR. 2019

ANNO IX - APRILE 2019

EDICOLE LE E T T U T IN A IT D N E V IN UNEESE DELL'ASTIGIANO E DEL C

2T Periodico di Alba - Asti e Provincia

FLAVIO ZUNINO DONARE IL SANGUE È COME OFFRIRE UNA PARTE DI SÉ

ASL DI ASTI

RIPARTE IL PRESIDIO DELLA VALLE BELBO

UNIONE INDUSTRIALE

LE IMPRESE DEVONO PUNTARE SULL’INNOVAZIONE

VINUM AD ALBA

LA PIÙ GRANDE ENOTECA A CIELO APERTO



www.terraetradizione.com In copertina: uno scorcio di P.zza M. Ferrero - Alba

STUDIO GRAFICO & STAMPA Casa Editrice di:

2T Periodico di Alba - Asti e Provincia

ALBA (CN) - V. U. SACCO, 4/a-4/b 0173 290797 - Cell. 328 4175338 info@im-com.it - www.im-com.it www.terraetradizione.com “Terra & Tradizione iM.coM.”

CREDITS

Autorizzazione del Tribunale di Asti n. 6/2010 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale Aut. n° NO 1900 DEL 10.12.2010 – Periodico ROC Prezzo di copertina € 1,00 IVA assolta dall’editore ai sensi dell’art. 74 del D.P.R. 663/72 data di pubblicazione Marzo 2019

SOMMARIO

4 5 6 7 8 9 (A cura dello Studio Galliano Rosso Boschetti Associati) • Com’è nato il tartufo e intervista a F. Brandone 10-11 • 2019: Tanaro, il fascino di un grande fiume (A cura di L. Oggero) • Quando tutto è relativo la verità non esiste (A cura di Diego De Finis) • Europa sì, Europa no (A cura di Cesare Torta) • Invito alla lettura (A cura di Roberto Cerrato) • La video sorveglianza in ambito lavorativo (A cura di Daniela Prevignano) • Le nuove leggi sulla difesa del domicilio (A cura di Laura Icardi)

codice ISSN 2612-2359

Sede legale, Redazione, Pubblicità, Direzione, Progetto grafico, Pubbliche relazioni, Art Director, Proprietà artistica riservata:

• All’Òstu di Djun trionfano la cucina piemontese e il buon umore

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PAG. 14 - 17 Direttore responsabile: Livio Oggero

Flavio Zunino, 22 anni alla guida dei donatori di Sangue dell’Avis di Alba

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Asl di Asti: ripartono i lavori del Presidio della Valle Belbo

Caporedattore: Diego De Finis Testi: Livio Oggero, Diego De Finis, Cesare Torta, Daniela Prevignano, Laura Icardi, Massimo Rosso, Roberto Cerrato, Riccardo Scanavino

Foto: redazione Terra & Tradizione, Diego De Finis, Unione Industriale della Provincia di Asti, Comune di Rodello, Beppe Malò, Gisella Divino, Federico Fracchia, Davide Carletti, Pixabay.com, Asl di Asti, CecJudy, Comune di Asti, Pro loco San Damiano D’Asti Gli articoli pubblicati esprimono il pensiero dell’autore e non necessariamente quello dell’editore La redazione non si assume responsabilità per variazioni di date, orari e luoghi delle manifestazioni, e ringrazia tutte le Amministrazioni Comunali, gli Enti e le Associazioni di categoria, per la gentile collaborazione. Dichiarazione di riservatezza Tutti i dati sensibili dei nostri clienti e/o lettori, il materiale e le informazioni, di cui la redazione venga a conoscenza, sono custoditi con la massima riservatezza, non diffusi a terzi per altri fini, nemmeno parzialmente, custoditi in modo appropriato, ed utilizzati unicamente dalla redazione iM.coM. per il proprio elaborato. Inoltre, chiunque non desiderasse più ricevere la rivista, deve semplicemente comunicarlo tramite mail: im-com@libero.it È vietata la riproduzione anche parziale di impaginazione e grafica.

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Domenica 26 maggio si vota Unione Industriale: innovazione essenziale Asti, in Municipio gli alunni ad esporre San Damiano d’Asti incontra la Barbera Castagnole Lanze, in festa nei cortili Vinum ad Alba, l’enoteca a cielo aperto Rodello: Festival del Dolcetto e Pro loco

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editoriale

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2019: Tanaro, il fascino di un grande fiume Il Direttore Livio Oggero

Qual’è lo stato di salute di questo importante corso d’acqua? L’utilità delle date è anche quella di farci ricordare l’importanza di un avvenimento, di una persona, di un ricordo personale o pubblico. Ma è anche quella che ci permette di porgere l’attenzione su ciò che ci circonda in modo più consapevole. Ne è un chiaro esempio la tematica che, in questi primi mesi dell’anno, sta riguardando il fiume Tanaro, un corso d’acqua importante per il Sud del Piemonte, un solco che da sempre segna la natura da Occidente ad Oriente, prima di sfociare nel Po. Il Tanaro è il sesto fiume più lungo d’Italia, dopo il Po, l’Adige, il Tevere, l’Adda e l’Oglio. Nasce dalla confluenza dei torrenti Tanarello e Negrone, tra i Comuni di Ormea (CN) e Cosio d’Arroscia (IM), precisamente a Ponte di Nava (CN), dove raddoppia la sua portata. Nel suo affluire, tocca i territori di Garessio, Ceva, il Monregalese, Mondovì, le Langhe, Cherasco, Alba, e poi prosegue verso Asti e verso Alessandria, prima di unirsi, nell’ultimo tratto, al Po sotto il ponte di Bassignana. 276 km (290 km se si considera dalla fonte del torrente Tanarello) di storia per il territorio: il fiume ha dato tanto alle diverse zone che solca, è stato magnanimo ma anche spietato, durante le varie alluvioni (la più eclatante è stata quella del 1994). Ne ha vissute tante nel suo complesso e complicato rapporto con gli abitanti delle diverse Province che tocca con le sue acque. Ma ora qual è lo stato di salute del fiume Tanaro e perché il 2019 è un anno importante? Partiamo dalla seconda domanda: quest’anno cade il 170° anniversario della costruzione dello storico ponte di Carlo Alberto, costruito tra il 1847 ed il 1848 dallo stesso Re, che capì il cruciale nodo di collegamento tra

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le sponde che portano da Alba a Bra. Un ponte che ora è cambiato ma che mantiene il fascino storico della motivazione per cui fu costruito e ricostruito dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, ferito non casualmente, ma non “ucciso”, dalle bombe. Alla prima domanda come si risponde? In primis con la parola “sensibilità”: sono molte le iniziative organizzate lungo le sponde del Tanaro, da quelle culturali a quelle di divertimento, per fare vivere in diversi modi il fiume. Da questo ci possiamo chiedere il perché venga fatto tutto questo, soprattutto in questi ultimi mesi? Viene fatto perché il Tanaro sta vivendo una fase non proprio rosea in alcuni suoi tratti. Cercherò di sintetizzare nelle poche righe che mi restano: nel corso del tempo, e parliamo precisamente degli ultimi tempi, il Tanaro, pur essendo un fiume discretamente in salute, sta soffrendo per la presenza nelle sue acque di sostanze derivanti dall’utilizzo di prodotti chimici in agricoltura, e per il prelievo di sabbia e ghiaia dai terreni che bagna. Tutto questo sta cambiando la biodiversità. Un terzo fattore è il cambiamento climatico che sta portando all’attecchimento di piante non autoctone. Queste situazioni sono presenti in alcuni tratti del fiume, mentre in altri l’ambiente è per ora inalterato. Basti pensare alle rocche di Barbaresco, agli stagni di Mogliasso e Neive… Quindi un quadro da tinte più chiare che scure ma che deve essere tenuto sotto controllo, per salvaguardare questo fiume, ricco di storia e soprattutto di vita, fondamentale per l’equilibrio del territorio.


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Quando tutto è relativo la verità non esiste Il Caporedattore Diego De Finis

Relatività di Escher

Alcuni filosofi hanno negato si possa dire che qualcosa sia vero o falso Nella seconda puntata di questa rubrica avevamo parlato dei numerosi filosofi che in modi diversi hanno interpretato la realtà e hanno cercato la verità nel cambiamento. Sono filosofi che hanno accettato in linea di massima la constatazione che tutto cambia e ne hanno fatto il loro principio ispiratore. Ma ci sono altri pensatori che si sono spinti oltre, e che hanno sostenuto che la verità non cambia in continuazione, semplicemente non esiste, non esistono affermazioni che possono appartenere alla sfera delle verità. Questo atteggiamento attraversa tutta la storia della filosofia fin dalle sue origini e per certi versi è sorprendente visto che questa branca della conoscenza è nata proprio per cercare la verità con la ragione; evidentemente i pensatori relativisti fin da principio hanno constatato che appunto tale ricerca non può che essere vana. Ho usato l'aggettivo relativisti, perché in effetti questa espressione è probabilmente la più adatta per parlare di questi pensatori. Il relativismo è l'atteggiamento di coloro che ritengono appunto, che tutto è relativo, che non esistono assoluti. Per esempio i principali obiettivi polemici di Platone erano i Sofisti, filosofi contemporanei del maestro greco, il cui pensiero, stando al poco che ne sappiamo, era straordinariamente moderno. È attribuito a uno di questi, Protagora, questa affermazione: “L'uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono”. L'affermazione può sembrare sibillina ed è lo stesso Platone a fornirci una chiave di lettura sostanzialmente confermata anche dagli altri filosofi in uno dei suoi dialoghi: “le cose che a ciascuna città sembrano giuste e belle, sono anche tali per essa, finché le ritiene tali”. Dunque se il giusto è misurato in base alla convenienza o utilità del momento allora non esiste un concetto assoluto di giusto. Platone che invece cercava proprio questo assoluto si opponeva ai sofisti anche perché per via del loro relativismo “vendevano” al miglior offerente le loro verità

ovvero si facevano pagare profumatamente dai politici ambiziosi per farsi insegnare le tecniche oratorie da usare nell'assemblea, per lui che cercava la verità (e che criticava la democrazia ateniese), era inaccettabile. Successivamente sempre nella Grecia antica si sviluppa la corrente dello Scetticismo. Il nome dice tutto, anzi l'aggettivo “scettico” da noi comunemente usato appunto per definire una persona che ha molte perplessità su un'affermazione deriva dalla scuola filosofica. Il suo principale esponente, Pirrone, sosteneva che non esistono giudizi validi “per natura”, insomma, diremmo noi oggi una conoscenza scientifica davvero affidabile, tutte le nozioni che riteniamo realmente vere sono solo convenzioni, per cui l'unico atteggiamento nei confronti delle teorie è la sospensione del giudizio, ovvero non considerarle né giuste, né sbagliate. Molti secoli più tardi, in età Illuministica l'inglese David Hume criticava la pretesa della filosofia di elaborare conoscenze in base alle leggi di causa e effetto. L'essere umano in generale considera che se qualcosa è causa di qualcos'altro, il processo è destinato a ripetersi sempre, ma Hume sosteneva che questo atteggiamento è solo frutto di abitudine: noi pensiamo che il sole sorgerà al mattino perché è sempre accaduto, ma non abbiamo alcuna vera prova che debba sempre accadere. L'abitudine ci permette di vivere più o meno bene, ma non può darci alcuna certezza. L'ultimo filosofo a cui oggi dedico spazio è un pensatore contemporaneo italiano, Gianni Vattimo, che ha anche insegnato all'Università di Torino, ed è noto anche al grande pubblico per il suo impegno in politica. Vattimo è il fautore del “Pensiero debole” e la sua visione arriva dall'esistenzialismo di Heidegger. Nella filosofia del tedesco, l'Uomo è sempre condizionato dal fatto di essere nato in un determinato momento e situazione, insomma è nel tempo la sua conoscenza non può che essere influenzata da questo. La conclusione di Vattimo è che le verità che gli uomini man mano si costruiscono sono relative al tempo in cui vivono e sono egualmente valide. La verità, non esiste, al massimo le verità che ci portiamo dietro e che ereditiamo durante la nostra vita: “La nozione freudiana di inconscio (quella che abbiamo adesso) è tutt'altra cosa rispetto a quella che c'era prima di Freud. Paradossalmente potrebbe darsi che prima di Freud l'inconscio nemmeno esistesse. Domandiamoci: l'uomo delle caverne aveva un inconscio, freudianamente inteso? Se non aveva regole, norme che gli imponessero di reprimere delle pulsioni e gettarle in una specie di deposito (l'inconscio), lui non aveva l'inconscio”. Ecco una sintesi del pensiero debole da lui stesso spiegata. Non sappiamo se abbia ragione, ma non si può dire che non sia un pensatore brillante.


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Europa SI Europa NO A cura del sociologo Cesare Torta

Si tratta di scegliere il campo in cui si vuole giocare E’ opinione molto diffusa che il significato delle prossime elezioni del 26 maggio per il nuovo Parlamento Europeo andrà oltre la normale funzione di rinnovo del massimo organo democratico dell’Europa per assumere toni e valenze che tendono esplicitamente a mettere in discussione la stessa concezione della istituzione europea e le sue ragioni di esistere, almeno nella forma attuale. L’affermarsi in molti paesi europei di movimenti “euroscettici” e “sovranisti” fautori del ritorno alla centralità delle sovranità nazionali rispetto al perseguimento di una maggior integrazione, mettono in serio rischio il cammino intrapreso nel dopoguerra del secolo scorso da statisti lungimiranti che avevano a cuore innanzitutto di garantire al vecchio continente un futuro di progresso e di pace. La crisi economica dell’ultimo decennio con l’impoverimento delle classi medie e l’aumento delle diseguaglianze hanno senza dubbio contribuito a far crescere un diffuso sentimento di scontento e di aspra critica nei confronti delle classi dirigenti e in particolare di quei partiti che non hanno saputo dare risposte adeguate ai nuovi problemi portati dalla globalizzazione e dalla concorrenza spietata dei paesi emergenti. Tutto sta a vedere se le soluzioni a tali problemi potranno più facilmente trovarsi nel campo dei movimenti euroscettici o in quello degli europeisti. Questo sarà il tema al centro del dibattito politico della campagna elettorale che è già in corso e che raggiungerà il suo apice nelle ultime settimane prima del voto. Non è facile prevedere quali delle due concezioni prevarrà e qualunque essa sia a vincere sarà comunque la democrazia e, in particolare, la testimonianza che il vecchio continente dà al mondo intero: milioni di persone, appartenenti a 27 nazioni, che con regole condivise eleggono i propri rappresentanti in una istituzione di dimensioni continentali. A ben guardare, i problemi che affliggono il mondo attuale hanno tutti caratteristiche globali: dal cambiamento climatico, all’inquinamento della terra e dei mari, dalle condizioni e diritti dei lavoratori ai sistemi fiscali e ai trattamenti di tassazione delle imprese multinazionali. Ogni provvedimento legislativo messo in atto da un

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singolo stato viene depotenziato se non allineato alle regole in vigore in altri stati. In un mondo in cui i capitali si spostano con un semplice click sul computer e le produzioni dei beni si delocalizzano con altrettanta facilità è ovvio a tutti che le soluzioni vere ai problemi globali possono solo derivare da accordi con gli altri paesi. A livello europeo, per avere regole comuni e pari opportunità, a livello mondiale, per poter trattare con gli altri colossi come USA e Cina con una forza contrattuale di uguale livello e non finire schiacciati al ruolo di semplici consumatori di beni e servizi decisi e prodotti altrove.

Il caso della decisione dell’Inghilterra di uscire dall’Unione Europea, considerato inizialmente come prima tappa importante del movimento euroscettico, si sta rivelando un boomerang: il Parlamento inglese non riesce a trovare un accordo con l’UE per il semplice fatto che tale uscita non è conveniente né per gli inglesi né per l’Europa e nessuno si vuole prendere la responsabilità di fare un passo così dannoso per l’economia e il futuro di un paese che ha giocato un ruolo rilevante in Europa e nel mondo. Se ancora ce ne fosse bisogno, ecco un significativo esempio di un tentativo di risposta locale ad un problema globale: apparente successo di consenso elettorale interno (il campetto parrocchiale) e fallimento sul piano globale dove si giocano le vere partite che contano (lo stadio che ospita il Campionato del mondo).


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Inviti alla LETTURA per un 2019 all’insegna del patrimonio culturale del nostro TERRITORIO A cura di Roberto Cerrato

Cari lettori, vogliamo dedicare questo spazio all’uscita dell’ultimo volume pubblicato dalla nostra casa editrice, Edizioni Langhe Roero Monferrato, un libro unico e dall’alto valore sociale. Sabato 6 aprile 2019, alle ore 17.30, presso la Sala Convegni Banca d’Alba, Via Cavour 4 – Alba, si è tenuta la presentazione del volume dal titolo: “In Vino Veritas” – Appunti di viaggio lungo il percorso di Candidatura UNESCO dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato di Roberto Cerrato. Il volume, nella prima parte, raccoglie la storia complessa, ricca di esperienze uniche e lavoro di squadra, del percorso di candidatura del Sito UNESCO dei Paesaggi Vitivinicoli. Attraverso immagini e ricordi l’autore, Roberto Cerrato (Editore e Direttore-Site Manager del Sito) racconta sia l’iter del traguardo ottenuto dai Paesaggi Viti-

vinicoli di Langhe-Roero e Monferrato il

Si ringraziano per il sostegno all’iniziativa: Banca d’Alba, Gemini Project, Impianti Elettrici S.I.E.C.I.P., Azienda Agricola Matteo Correggia, Proteggere Insieme, Centro Culturale San Giuseppe.

I Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero Monferrato, dal 22 giugno 2014, sono entrati a fare parte della più prestigiosa lista mondiale riconosciuta dall’UNESCO: la World Heritage List , come 50° sito italiano. Un risultato straordinario ottenuto grazie al duro lavoro delle donne e degli uomini di queste colline che, in oltre duemila anni, hanno plasmato il paesaggio. A loro vorrei dedicare questo mio reportage che racconta tanti avvenimenti ed emozioni uniche, in oltre dieci anni di lavoro e di impegno di tante persone di buona volontà.

In Vino Veritas

acquistabile Il volume è Sede della presso la e Edizioni Casa Editric Monferrato ro Langhe RoeGiovanni Paolo II n a S piazzetta ernazza 6) - Alba (ex Via V di € 15,00 al costo vendita cavati dallati ri ti n e v ro p I volu saranno dezione ia c all’Asso i di Govone lf E li g e d a La Collin

I proventi ricavati dalla vendita della pubblicazione saranno devoluti all’Associazione “La Collina degli Elfi di Govone”, la quale costituisce un aiuto fondamentale per le famiglie con bambini malati di cancro che hanno ultimato le terapie e iniziato un percorso di recupero. L’obiettivo dei volontari è di far ritrovare quella serenità e spensieratezza dell’infanzia rubata dalla malattia. Durante la presentazione ha partecipato in veste di moderatore il famoso giornalista e scrittore Gian Mario Ricciardi, il quale ha saputo gestire con encomiabile maestria un dialogo frizzante ma profondo con Roberto Cerrato, capace di cogliere le tappe e le motivazioni fondamentali della candidatura UNESCO dei nostri territori e gli scenari futuri.

Roberto Cerrato

22 giugno 2014 durante la 38th Session Of The World Commitee a Doha (Qatar), sia di quanto tale percorso sia stato apprezzato da tutto il territorio, dalle Amministrazioni Pubbliche, dagli Enti e dalle Istituzioni che si sono rese sempre disponibili a collaborare

al progetto. La seconda parte della pubblicazione, invece, rappresenta un inno al vino attraverso aforismi e frasi celebri di autori che hanno vissuto il periodo a partire dall’età di Omero fino ai giorni nostri. Per Roberto Cerrato “In Vino Veritas” vuole essere una dedica ed un particolare ringraziamento alle donne e agli uomini che in tanti secoli hanno plasmato le colline di Langhe, Roero e Monferrato attraverso il loro lavoro sempre con massima passione e dedizione.

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Editore della Casa Editrice Langhe Roero Monferrato

Roberto Cerrato

In Vino Veritas

Appunti di viaggio lungo il percorso della candidatura UNESCO dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato I proventi ricavati dalla pubblicazione saranno devoluti alla Associazione

€ 15,00

Roberto Cerrato è nato ad Alba il 13 ottobre 1962. Primo presidente dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli dal 2011 al 2014, viene indicato come direttore site manager del sito UNESCO poco prima del riconoscimento ufficiale avvenuto il 22 giugno 2014. Nel 2015 viene nominato Esperto della Commissione Nazionale UNESCO al paesaggio vitivinicolo italiano, collaborando con Enti e Istituzioni a numerosi progetti di valorizzazione territoriale. Da molti anni editore con l’azienda di famiglia, nel campo sociale è fondatore e attuale presidente di due sodalizi: Proteggere Insieme, Associazione nazionale volontari di protezione civile tutela e salvaguardia patrimonio culturale, e del Centro Culturale San Giuseppe Onlus per la cultura nel territorio di Alba, Langhe e Roero, inoltre è coordinatore del progetto di gemellaggio UNESCO tra Italia e Cina.

Per tutti coloro interessati alle nostre attività e pubblicazioni: Tel. fax 0173 293163 - Dal lun. al ven. 9,00- 12,00/ 14,30- 18,30 www.centroculturalesangiuseppe.it - centroculturalesangiuseppe@gmail.com Segreteria amministrativa: Elena Marcolin - Ufficio Stampa: Luciano Martire

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La video sorveglianza in ambiente lavorativo Uno sguardo occulto L’installazione di telecamere e la video sorveglianza da parte di un’impresa deve attenersi rigorosamente alle norme dello Statuto dei Lavoratori (L.300/70) e del Regolamento Europeo in materia di protezione dei dati personali, nel rispetto e tutela degli interessi dei lavoratori presenti. La suddetta installazione può avvenire esclusivamente per fini organizzativi propositivi, per la sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale. Tali disposizioni coniugano le esigenze afferenti, da un lato all’organizzazione del lavoro e alla tutela della sicurezza aziendale e, dall’altro alla dignità e alla riservatezza dei lavoratori.

zativo, l’installazione di apparati non ancora funzionanti o, artefatti. Si rende necessario a corredo della procedura autorizzativa una relazione contenente le modalità di funzionamento, di conservazione dei dati e loro gestione, nonché i seguenti elementi: • • • • • •

Gli impianti di video sorveglianza possono essere individuati previo accordo collettivo stipulato dalla rappresentanza sindacale unitaria o dalle rappresentanze sindacali aziendali. In alternativa, nel caso di imprese con unità locali ubicate in differenti province della stessa regione ovvero in più regioni, tale accordo può essere sviluppato dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale. In assenza di accordo, gli impianti possono essere installati solo previa autorizzazione della sede territoriale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, o, in alternativa nel caso di imprese con unità produttive dislocate negli ambiti di competenza di diverse sedi territoriali, dalla sede centrale dell’ispettorato nazionale del lavoro. Non è consentita in assenza di provvedimento autoriz-

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le caratteristiche tecniche delle telecamere interne ed esterne installate; le modalità di funzionamento del dispositivo di registrazione; numero di monitor di visualizzazione e loro posizionamento; fascia oraria di attivazione dell’impianto; tempi di conservazione delle immagini ed eventuali motivazioni del prolungamento dei tempi oltre le 24/48/ ore; specifiche e modalità di funzionamento del sistema di videosorveglianza.

Le strumentazioni utilizzate devono essere necessariamente correlate alle specifiche finalità legate alla sicurezza dei lavoratori. La ripresa degli stessi lavoratori dovrebbe avvenire con carattere di occasionalità, ma sarebbe consentita solo ed esclusivamente se sussistessero le fondamentali condizioni giustificabili dal controllo come dalle casistiche sopra specificate, senza introdurre condizioni quali “l’angolo di ripresa” della telecamera o “l’oscuramento del volto del lavoratore”. La normativa in essere riguarda anche gli spazi in esterno, identificati come adibiti ad attività lavorativa saltuaria ed occasionale. Vengono escluse da procedimenti autorizzativi le zone esterne estranee alle pertinenze dell’azienda. Tuttavia l’accesso da postazione remota alle immagini “in tempo reale” può essere autorizzato solo in casi eccezionali debitamente motivati. La violazione al disposto legislativo viene penalmente sanzionata (ammenda) con importo da 154,00 Euro a 1.549,00 Euro, ovvero l’arresto da 15 giorni ad 1 anno, salvo che il fatto non costituisca reato più grave. La capillarità delle norme che regolano tale materia, tende ad ammorbidire ineccepibilmente, quella strana e penetrante sensazione del “sentirsi occultamente osservati”.

Consulente del lavoro Daniela Prevignano Studio in Asti - C.so alla Vittoria, 48 Tel. 0141 33444 - 0141 530253 daniela.prevignano@gmail.com

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A cura della Consulente del lavoro Daniela Prevignano


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Legittima difesa Le nuove leggi sulla difesa nel proprio domicilio Lo scorso 28 marzo, il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge recante “Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa”. È la c.d. riforma della legittima difesa nel domicilio, da tempo annunciata e ora tradotta in legge. È anche la riforma – per quanto la cosa sia passata sotto silenzio – che inasprisce il trattamento sanzionatorio di alcuni tra i più comuni reati commessi in occasione di aggressioni nel domicilio: violazione di domicilio, furto in abitazione, rapina. È una legge, questa, decisamente dalla parte della vittima, che però – e qui sta il cuore del problema – è una vittima che nel singolare scenario della legittima difesa cambia d’abito, per diventare autore di un fatto di reato commesso nell’azione difensiva a danno di chi (ad es., il ladro o il rapinatore), parallelamente, da aggressore iniziale diviene vittima (ad es., di omicidio o lesioni). Va precisato che la riforma riguarda esclusivamente la legittima difesa nel domicilio: abitazioni e altri luoghi di privata dimora, compresi quelli in cui vengono svolte attività commerciali, professionali o imprenditoriali. L’idea di fondo del legislatore – rendere il più possibile immune da responsabilità e conseguenze sfavorevoli colui che si difende da un’aggressione nel domicilio – viene realizzata attraverso interventi su tre piani diversi: a) esclusione della responsabilità penale; b) esclusione/limitazione della responsabilità civile; c) alleggerimento del peso del procedimento penale, che resta inevitabile. Attorno all’aggredito viene costruita, almeno negli intenti del legislatore, una cortina di ferro contro la responsabilità penale, più ampi margini per considerare lecito il fatto commesso e più ampi margini per considerare non colpevole/rimproverabile il fatto stesso, quando i limiti della legittima difesa sono stati superati e il fatto è illecito. Il legislatore sembra avere introdotto un’inedita presunzione di legittima difesa. Il vero elemento di novità, introdotto dal legislatore nel tentativo di superare l’interpretazione giurisprudenziale conforme a Costituzione, è però rappresentato dalla previsione di una più ampia presunzione, che interessa come si è detto la legittima difesa tout court e, quindi, anche il requisito della necessità della difesa. Nella riforma, il legislatore ha cercato di garantire quanto più possibile a chi si difende da aggressioni

nel proprio domicilio l’esenzione dalla responsabilità, penale e civile. Nell’art. 2044 c.c. è esplicitato, proprio con riferimento alla legittima difesa: “non è responsabile chi cagiona il danno per legittima difesa di sé o di altri”. L’odierno legislatore, con una disposizione pleonastica, ha esplicitato che quel che vale per la legittima difesa, vale anche per la legittima difesa domiciliare. Viene infatti inserito un nuovo secondo comma nell’art. 2044 c.c., ai sensi del quale “nei casi di cui all’articolo 52, commi secondo, terzo e quarto del codice penale, la responsabilità di chi ha compiuto il fatto è esclusa”. Altro elemento di cambiamento della riforma è portato dall’alleggerimento del peso del processo penale per l’aggredito/aggressore: il processo a carico di chi si è difeso da un’aggressione nel domicilio dovrebbe insomma, nelle intenzioni del legislatore, viaggiare in futuro su una tratta ad alta velocità e più spedito di tutti gli altri processi. Una ulteriore novità riguarda infine le spese di giustizia: in caso di archiviazione, sentenza di non luogo a procedere o proscioglimento per legittima difesa domiciliare, o per eccesso colposo ex art. 55, co. 2 c.p., sono poste a carico dello Stato l’onorario e le spese spettanti al difensore, all’ausiliario del magistrato e al consulente tecnico di parte. Estendere i margini della legittima difesa nel domicilio, da parte di chi sia legittimamente armato, porta con sé in via di principio il rischio di un aumento del numero di fatti violenti: perché chi intende difendersi è incentivato a procurarsi un’arma, da usare all’occorrenza, e perché chi viola l’altrui domicilio sa di potersi imbattere con maggiori probabilità in un residente armato e, pertanto, a sua volta si arma. L’effetto, probabilmente, più pericoloso della riforma è di tipo culturale. Più ci si allontana dagli assi portanti dell’istituto (proporzione e necessità della difesa), più si concede al cittadino una licenza di difendersi, fino ad uccidere, per farsi giustizia da sé. Si veicola cioè il messaggio secondo cui, a fronte di un’aggressione nel domicilio, è cosa giusta, o comunque socialmente tollerata, arrivare ad uccidere anche in presenza di un pericolo di offesa non proporzionato alla reazione difensiva e anche in assenza di una vera e propria necessità di uccidere.

Studio Legale Galliano Rosso Boschetti Associati ALBA (CN) - V. VIVARO, 21/A - Tel. 0173 361279 9

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A cura dell’avvocato Massimo Rosso mrosso@grblex.it


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Come è nato il Tartufo A cura della dott.ssa Laura Icardi

...da un fulmine di Zeus? I tartufi sono funghi ipogei appartenenti al genere Tuber, famiglia delle Tuberaceae. Contrariamente a quanto suggerisce il nome, sono funghi. Crescono spontaneamente nel terreno accanto alle radici di alcuni alberi o arbusti con i quali stabiliscono un rapporto simbiotico. La simbiosi è la convivenza di due organismi che in tal modo traggono vantaggio l’uno dall’altro. È un equilibrio ecologico estremamente delicato che deve essere tutelato se desideriamo preservare le nostre terre e, ovviamente, i tartufi. In seguito all’incremento della raccolta e al diffondersi di pratiche scorrette e dannose per l’ambiente, è stata emanata la legge n.752 del 16 dicembre 1985 “Normativa quadro in materia di raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi freschi o conservati destinati al consumo” (g.u. 21 dicembre 1985, n. 300) con lo scopo di regolare la raccolta di tartufi. Tra le regole di base, il divieto di commercializzare tartufi immaturi, il divieto di raccolta tramite zappatura, sarchiatura e aratura in quanto uccide il fungo, il divieto di utilizzare il maiale per la ricerca a causa dei danni ambientali provocati da questo animale nella ricerca. Si aggiungono disposizioni regionali tra cui, in Piemonte, la Legge Regionale N. 16 del 2008 che stabilisce le norme in materia di raccolta e coltivazione dei tartufi e di valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale riconoscendo il ruolo di questo fungo nello sviluppo socio-economico delle aree collinari e pedemontane piemontesi. Per praticare la ricerca e la raccolta del tartufo occorre quindi essere muniti di tesserino di idoneità rilasciato solo dopo aver superato un esame. In Italia possono essere raccolti Tuber magnatum Pico ossia il Tartufo bianco pregiato (cui appartiene il tartufo d’Alba), il Tuber melanosporum Vittad. ossia Tartufo nero pregiato, il Tuber brumale detto Tartufo moscato, il Tuber aestivum Vittad. chiamato Scorzone nero, il Tuber uncinatum Chatin o Uncinato, il Tuber albidum Pico detto Bianchetto o Marzolino, il Tuber macrosporum Vittad. o Nero liscio, il Tuber mesentericum Vittad. o tartufo di Bagnoli, il Tuber excavatum Vittad., il Tuber puberulum, il Tuber oligospermum Vitt. e il Tuber rufum Pico o Rossetto. La denominazione Vitt. o Vittad. si riferisce a Carlo Vittadini, scopritore di diverse specie. I tartufi maturi profumano proprio per attirare gli animali selvatici come cinghiale, tasso, ghiro e la volpe. Gli animali mangiano i funghi e poi spargono le spore con le feci anche a chilometri di distanza. In questo modo il tartufo garantisce la sua diffusione nel territorio. L’odore attrae anche i cani particolarmente dotati che accompagnano i trifulau. Grazie al profumo intenso, è sufficiente una ridottissima quantità di tartufo per insaporire un piatto. Ciò nonostante, alcuni preparati vengono addizionati con

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aroma di sintesi a base di Bismetiltiometano, un componente chimico che si trova anche in natura all’interno dei tartufi ed è responsabile del loro profumo. Quello usato come aroma è prodotto a partire dal petrolio e può essere utilizzato semplicemente aggiungendo “aromi” nella lista ingredienti. Va però detto che non è tossico ed è chimicamente identico a quello naturale. I produttori sono a volte costretti ad usarlo perché i consumatori si sono abituati negli anni a gusti molto pronunciati. I tartufi sono abbastanza rari perchè la loro crescita dipende da fattori stagionali, oltre che ambientali, ed è minacciata da inquinamento ed urbanizzazione. Sono ancor più difficili da trovare perché c’è bisogno di cani esperti e profonda conoscenza del territorio. In certe annate di particolare scarsità arrivano a costare cifre molto elevate. Nel 2016, all’Asta del Tartufo di Grinzane Cavour, un incredibile tartufo bianco del peso complessivo di 1.170 grammi, è stato assegnato allo chef cinese Zhenxiang Dong per l’iperbolica cifra di 100.500 euro! Il Piemonte, in particolare Alba e le provincie di Cuneo e Asti, è il primo produttore ed esportatore al mondo del tartufo bianco pregiato per quanto riguarda la qualità e quantità. Il tartufo nero, sia della varietà estiva che della più pregiata varietà invernale e il Bianchetto sono più comuni. La coltivazione del tartufo è allo stadio sperimentale; da quindici anni la Regione collabora con l’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente (IPLA S.p.A) per il monitoraggio delle tartufaie sperimentali, naturali o derivate da impianto, per individuare le più idonee cure colturali da praticare per favorire e mantenere la produzione tartuficola.


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La D.ssa Laura Icardi intervista per i lettori di Terra & Tradizione,

Fabrizio Brandone Trifulau brandonefabrizio5@gmail.com Seguimi sulla pagina Facebook:

il TRIFULAU Fabrizio Brandone

informazione publiredazionale

BrandOne

Nella mia immaginazione, i trifulau erano figure quasi magiche, creature dei boschi che si aggirano di notte al chiaro di luna per cercare tesori con i loro cani fedelissimi. Mai avrei potuto immaginare di trovarmi di fronte ad un trifulau vero! Uno dell’Alta Langa, per giunta! Già, perché Fabrizio, di cognome Brandone, ha accettato di rispondere a tutte le mie domande senza segreti! È un ragazzo giovane, estremamente legato alla sua terra, in particolare al comune di Perletto, dove è cresciuto, ma nel contempo anche un uomo carico di sogni e speranze. Si è presentato con la giovane moglie Loredana e, se posso permettermi, mi hanno dato l’impressione di una coppia molto affiatata e innamorata. Fabrizio ha iniziato a cercare tartufi a 14 anni, accompagnato dal nonno, tuttora presente, attivo e molto importante nella sua vita, e grazie anche a suo padre Luciano Brandone, che gli ha trasmesso l’amore per la nostra terra, è diventato un bravo ed attento ricercatore. Mentre mi raccontava del padre, del nonno (ho visto la foto, 86 anni, un ragazzino nella vigna!) e del suo paese Perletto, è visibilmente emozionato; pareva fosse fisicamente davanti a me, ma con la mente, si percepiva proiettato in Alta Langa. Non mi trattengo, chiedo subito del cane. Qualcuno mi ha detto che i cani da tartufi vengono trattati con fermezza, e vorrei sapere… Mi racconta di avere una femmina di bracco, Asia, di 11 anni e una giovane cagnolina in addestramento, Lisa. Mi mostra le foto, non sembrano cani per nulla trattati male!! Felici e pasciute giocano in cortile. Riferisce che i suoi cani sono i veri attori della ricerca, che sono loro a fare tutto il lavoro e perfino a “sentire” il momento esatto della maturazione dei tartufi. Infatti questi funghi “montano” in giorni precisi ed è il cane che, agitandosi, segnala la magia. I suoi cani partono per il bosco con la pancia bella piena perché per loro la ricerca dei tartufi è uno dei giochi che fanno con il loro amico Fabrizio. Non parla mai di “padrone”, ha piuttosto un atteggiamento a metà tra l’amico e il fratello maggiore. Confessa di aver spesso paura di perderli per via di alcune persone che per i motivi più assurdi, lasciano bocconi avvelenati nei boschi. Le ha abituate a stargli sempre molto vicino, ma si rifiuta di usare il guinzaglio, - “il cane deve essere e sentirsi libero, perchè è lui che sa cosa e come farlo al meglio”. Passiamo alla ricerca. Fabrizio inizia un racconto che mi convince che i trifulau sono veramente persone speciali….mima con le

mani, si illumina e racconta che quando si trova la traccia e si inizia il buco, il cuore torna bambino e, cane e amico, scavano pian piano come archeologi per scoprire il tesoro. Il tesoro è tesoro sempre, che sia un “pallino” o un vero record, tipo il record di Fabrizio, 400 gr. circa! Vero è che si possono, fortuna permettendo, trovare esemplari più grandi, ma in media, la nostra terra da frutti di moderate dimensioni. Secondo Fabrizio manca la cultura sul tartufo, per molti, “grande” è sinonimo di “buono” senza fondarsi su reali motivi. L’importante compito di informare i consumatori e i turisti, è dei ristoratori e di chi elabora e trasforma il prodotto, in quanto ben sanno che ogni tartufo è diverso dall’altro e, come il naso che li ha trovati, solo con il “fiuto” se ne potrà verificare la qualità. Grande è bello, ma non è un parametro del gusto. Fabrizio è visibilmente riconoscente alla sua terra e ai suoi frutti, e mantiene alta la reputazione del tartufo bianco, tant’è che appartiene all’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini di Alba, di cui parla con orgoglio e stima. Nell’associazione ha trovato vero spirito di valorizzazione del territorio e, durante le cene e gli incontri, preziosi consigli e confronti spontanei con gli altri Cavalieri. Fabrizio è veramente un uomo di Langa, con quei nervi sempre tesi e lo spirito acceso, è grato a tutto e a tutti, si sente fortunato, ma non per questo, si ferma. Altro importante sogno, è far crescere e valorizzare l’importanza dei tartufi meno conosciuti e rinomati delle nostre zone come il tartufo nero (oggi finalmente riconosciuto come Tartufo Nero del Basso Piemonte), il Bianchetto e lo Scorzone. È la terra che fa il tartufo e la nostra terra, o meglio la terra di Fabrizio, non può che celare tesori e solo tesori. Lo spirito d’iniziativa tipico della gente di Langa, lo ha portato a creare qualcosa di ultramoderno, un logo che sfrutta il suo cognome per valorizzare il tartufo, così, sotto la scritta “trifolao” compare un tartufo bianco con la corona e il suo cognome…già, ma Brandone diventa Brand ONE. Personalmente mi piace perché i giovani di langa parlano ormai piemontese e inglese senza per questo perdere il legame con la loro terra, al contrario, con la volontà di proiettarla nel mondo. Il nostro incontro finisce con un sorriso e la promessa che mi farà conoscere i suoi bellissimi cani.

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l’azienda del mese

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All'Òstu di Djun trionfa la cucina piemontese e tanto BUON umore

Atmosfera sempre allegra e buona tavola a Castagnito d'Alba Da quando è nato, nel 1993, l'Òstu di Djun, non ha mai perso il suo carattere allegro e giocoso, la leggerezza da osteria che lo caratterizza e lo rende un locale apprezzato da tanti, sia Roerini, che turisti provenienti dal resto d'Italia e dal mondo. Perché “l'òstu” ha qualcosa di particolare, indefinibile che va oltre l'alta qualità dei piatti che propone ogni giorno. Quell'allegria scherzosa, la sensazione di non prendersi mai sul serio, contagia gli avventori, li rilassa e li mette a proprio agio; la tavola è convivialità, dunque a tavola si sta bene se l'atmosfera è amichevole, sia fra commensali che con l'oste. E pensare che nel 1993, all'atto di nascita, i gestori non venivano dal mondo della ristorazione, la loro, quella di Luciano Marsaglia e del fratello Giorgio, insieme ai genitori, era una scommessa, quasi un gioco. “Siamo vicini a un incrocio, di qui passano tante macchine, qualcuno si fermerà”, così la famiglia Marsaglia ha deciso di fermarsi ha Castagnito e di aprire questa speciale osteria all'ingresso del paese, con l'intenzione di accontentare i clienti. «Se siamo qui oggi è soprattutto merito di mio padre Carlo che ha creduto fin dal principio in questo progetto e ha investito energie e denaro per vederlo nascere. Ha sostenuto sempre i suoi

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figli, in questa impresa, e questo locale è stata la sua ultima realizzazione, essendo stato lui muratore, anzi per la precisione scagliolista. È mancato cinque anni fa, ma la sua memoria e il suo spirito sono sempre qui con noi» ricorda Luciano Marsaglia. Oggi i gestori attuali, lo stesso Luciano, la madre Francesca e la figlia Alice sono tutti dietro i fornelli per rendere il miglior servizio. «Abbiamo sempre seguito il principio di andare dietro le esigenze dei nostri clienti, di accontentarli e questo ci ha permesso di affinare la nostra cucina» dice Luciano. Sembra un principio scontato, che ha portato “l'òstu” a guadagnare fama come locale che si dedica alla cucina tipica piemontese, perché è ciò che hanno sempre chiesto gli avventori: una clientela speciale che ha reso questo locale unico. «Le loro richieste ci hanno guidato verso la semplicità e la territorialità. Il cliente ha ragione e ti segue, va capito e ti può aiutare ad andare nella giusta direzione» dice ancora Luciano, che poi racconta un aneddoto: «Una volta ho provato a fare a un gruppo di conoscenti di Milano i ravioli ripieni con la zucca, per cambiare, per offrire qualcosa di nuovo. Loro però non erano soddisfatti: “siamo venuti qui per gustare la cucina ti-

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www.terraetradizione.com pica piemontese” hanno detto, siamo venuti fin qui per questo». Questo è lo spirito che accompagna anche la scelta dei vini. Luciano ha avuto l'intuizione vincente di usare il magnum per proporre i vini e questo offre un doppio vantaggio: gli avventori non devono necessariamente consumare un'intera bottiglia di vino, possono anche optare per un calice. In questo modo si possono più facilmente degustare qualità diverse di vino durante la serata. Inoltre nel magnum il vino è molto più buono per una questione di rapporto fra spazio, aria e volume. Per quanto riguarda invece la scelta delle bottiglie da portare in tavola c'è stata un'evoluzione fra i primi anni e oggi. Ora vengono servite soprattutto bottiglie del territorio, fra Langhe e Roero, con un occhio di riguardo naturalmente per quest'ultimo, ma non è stato sempre così. «All'inizio abbiamo cercato di spaziare e di provare vini provenienti da altri territori italiani e da oltre confine: proponevamo i Francesi, Australiani, Cileni, Californiani e fra gli italiani: i Toscani, i Friulani, e dai Colli Laziali. I produttori roerini venivano qui apposta per gustarli e potersi così confrontare con quelle realtà vitivinicole. Ora invece siamo tornati alla tipicità e qualità dei vini piemontesi proprio perché, come già detto, la clientela ci chiede questo, tipicità e i sapori della nostra terra» racconta ancora Luciano Marsaglia. Probabilmente molti, anche piemontesi doc, si saranno chiesti il significato del nome del locale: “Òstu di Djun” che sembra avere un'assonanza col digiuno, sarebbe per certi versi una curiosa contraddizione, visto che all'osteria certo non si soffre la fame, ma la soluzione è molto più semplice, e ce la spiega l'oste: «Ovviamente la nostra è un'osteria in tutto e per tutto, mentre il termine “Djun” indica semplicemente la borgata in cui ci troviamo qui a Castagnito. Questo gruppo di case si chiama così per cui la nostra, banalmente non è altro che l'Osteria di Djun. Ci sono in Italia effettivamente dei nomi che giocano con il contrasto fra la fame e il buon mangiare, per esempio a Bologna c'è un'“Osteria delle pance vuote”, che è un luogo in cui si mangia davvero bene e tanto». Oggi all'Òstu in cucina si trovano Luciano, la madre Francesca e la figlia Alice, tra generazioni a confronto capaci di portare in tavola la migliore qualità della cucina piemontese. Alice si è specializzata soprattutto nei dolci visto che si è diplomata alla scuola di Arte Bianca di Neive: «Lei ha giustamente studiato per una perfetta preparazione in cucina, noi siamo autodidatti. Comunque tutti ci aiutiamo».

Per quanto riguarda i piatti di oggi seguono la stagionalità e la territorialità e naturalmente la tradizione della nostra Regione. «Si tratta di una cucina molto semplice non c'è nulla da inventare basta ricordare e riscoprire qualche ricetta del passato. I clienti vengono qui non solo per i nostri sapori, ma anche per la nostra atmosfera, per l'allegria e la convivialità che nascono in questa sala. Io non conosco lingue straniere, ma riusciamo comunque a intenderci, attraverso la tavola ci si capisce al volo e loro vogliono sentirci parlare in piemontese» prosegue Luciano. Il menu solitamente è composto da stuzzichini e quattro antipasti di stagione, due primi di pasta fatta in casa oppure la zuppa di legumi che si mangia volentieri accompagnata con il riso. Poi ci sono 5 o 6 secondi a scelta: si va dalle animelle al fegato di vitello, dal Coniglio al forno alla formaggetta. «All'inizio proponevamo anche un tagliere di formaggi, ora preferiamo proporre il Gorgonzola al cucchiaio, da far assaggiare a tutti i commensali» dice ancora l'oste. E anche fra i dolci c'è una di quelle invenzioni che hanno reso celebre il locale: fra salame al cioccolato, mousse ai tre cioccolati, si può anche optare per un pezzo di torrone rotto direttamente da un grande blocco con un punteruolo da parmigiano e un batticarne. Da non dimenticare, parlando dell'Òstu di Castagnito, anche la particolare atmosfera che si respira nel locale, con le tantissime fotografie appese alle pareti e la Harley Davidson parcheggiata all'ingresso, di fronte al bancone. Sempre all'entrata uno specchio ci invita a volerci bene e ci avvisa che nel locale non c'è il wifi, ma solo il “wine fi”: «Questo avviso è venuto fuori perché una volta un cliente ha chiesto se ci fosse il wi fi nel locale. Io ho pensato che volesse essere certo di poter essere reperibile e ho indicato la presenza del telefono in caso di necessità. In realtà voleva proprio il collegamento a internet. Di qui l'idea del cartello, si entra qui per stare bene in compagnia, magari di fronte a un buon bicchiere. Poi ci sono tante immagini frutto di regali che man mano ci hanno fatto i nostri avventori» spiega ancora Luciano che ha anche allestito un angolo del locale con bandiere, striscioni e gagliardetti, rigorosamente Granata dedicati alla sua passione calcistica per il Torino. Non manca nemmeno un piano che l'avventore talentuoso (o semplicemente audace e un po' brillo) può mettersi a suonare. Una cosa è certa: con una bella cena all'Òstu di Djun il cliente soddisfa molto il palato e migliora notevolmente l'umore, potrebbe essere una nuova medicina.

OSTU DI DJUN - V. SAN GIUSEPPE, 1 - CASTAGNITO (CN) TEL. 0173 213600 - CHIUSO LA DOMENICA

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il personaggio della tradizione

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Flavio Zunino:

per 22 anni alla guida dei donatori dell’Avis di Alba

“Questa forma di volontariato permette di dare agli altri anche parte di se stessi� 14


il personaggio della tradizione

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Flavio Zunino, una vita nel volontariato albese: nel 2019, dopo 22 anni alla presidenza dell'Avis di Alba, l'Associazione Volontari Italiani del Sangue che non solo raccoglie le donazioni nella città, ma coordina anche le sezioni di 18 paesi del territorio di Langhe e Roero. Prima della guida del sodalizio, Zunino ha anche ricoperto il ruolo di capogruppo della sezione di Sinio e Albaretto Torre. Inoltre ha trascorso 19 anni come volontario per l’Asava, l'associazione albese che si occupa del trasporto di infermi. Una vita dunque al servizio degli altri. Un'attività che gli è stata riconosciuta recentemente dal Comune di Alba che lo ha premiato con una targa lo scorso 4 aprile nella sala Teodoro Bubbio, alla presenza non solo dell'attuale amministrazione comunale, guidata da Maurizio Marello, ma anche dell'ex sindaco e senatore Tomaso Zanoletti, del neo presidente dell'Avis albese Giuseppe Ferraro ed alcuni esponenti del sodalizio. Ora che ha raggiunto la sua “seconda pensione” (come dice lui stesso) lo abbiamo interpellato per parlarci della sua esperienza. Quando ha cominciato la sua attività di volontariato nell'Avis?

«Ho iniziato a donare il sangue dal 1973, ho quindi alle spalle un buon numero di donazioni, dopo 46 anni di attività compiuti a metà marzo. Ho ancora un paio d'anni per donare ancora. Ho lasciato la guida dell'associazione quando questa, nel 2019, compirà 70 anni. L'ho guidata per 22 anni, praticamente una generazione ed è stata una bella esperienza. Posso dire che sono state più le soddisfazioni delle delusioni o dei problemi. Tutti insieme, con tutti i volontari, abbiamo costruito una bella realtà, lo sforzo fatto da solo non porta grandi risultati».

Qual è la soddisfazione più bella vissuta nell'arco di questi 22 anni di presidenza?

«Il momento di maggior soddisfazione che ricordo di questi 22 anni è certamente l’inaugurazione della nuova sede della nostra associazione, che abbiamo cercato di realizzare per lungo tempo. È stato uno sforzo economico non indifferente per noi, con una spesa di 350.000 euro e siamo riusciti a realizzarla grazie al sostegno delle fondazioni bancarie del territorio che ci hanno concesso contributi e di alcuni sponsor associati che ci hanno appogiato, senza dimenticare i tanti piccoli contributi degli associati della sezione. L’inaugurazione è stata nel 2014, proprio in concomitanza con la ricorrenza dei 65 anni della nostra associazione. Inoltre nel corso di questi anni abbiamo conseguito sempre ottimi risultati per quanto riguarda la raccolta di sangue e la partecipazione dei volontari. Nell’arco dei 22 anni di mia presidenza siamo scesi sotto quota 4.000 sacche l’anno solo due volte, mentre in altrettante occasioni siamo riusciti a superare le cinquemila. L’anno scorso nel 2018 sono state raccolte 4.413 sacche, grazie soprattutto alla costanza dei donatori che hanno sempre risposto ai nostri appelli.

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il personaggio della tradizione Sono stati 2.250 i volontari che nel 2018 hanno dato il loro contributo almeno una volta l’anno».

Quest’anno l’Avis di Alba compie 70 anni che è un bel traguardo per un’associazione di volontariato. Ma anche i sodalizi che raggruppano i donatori nei paesi hanno una bella età, insomma i gruppi di questo tipo sono particolarmente longevi. Lei si è fatto un’idea delle ragioni di questo?

«Io penso che ci sia una forte attaccamento dei donatori al gruppo e soprattutto all’obiettivo da raggiungere. A differenza di altre associazioni, nelle quali i volontari si incontrano con costanza, per noi, ci si vede per lo più ogni tre mesi e il donatore di sangue non dedica solo tempo per la sua attività di volontariato, ma offre una parte di se stesso e questo secondo me significa molto, è un grande dono, un gesto di solidarietà importante. Perché le nostre associazioni continuino la loro attività occorre il ricambio generazionale, anche perché il tempo passa per tutti. È importante che i giovani partecipino, lo fanno già, la presenza giovanile non manca,

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ma sarebbe bello se ce ne fossero di più».

Una delle manifestazioni più note organizzata dall’Avis di Alba è la “Doi pass con coi dl'Avis” la camminata non competitiva che ha accompagnato gli albesi per tanti anni.

«È vero, purtroppo però lo scorso anno non è stato possibile farla e mi dispiace, c’era un alto rischio relativo all’attuale normativa per la sicurezza. Io non mi intendo di queste cose, ma gli esperti mi hanno detto che avremmo rischiato di violare la normativa e non me la sono sentita di procedere con l’organizzazione, la responsabilità era troppo grande. Mi è stato anche detto che sono stato troppo prudente e che in tanti anni non è mai accaduto nulla, ma le emergenze non si possono certo prevedere e in fondo la nostra attività è fatta proprio per far fronte alle emergenze. Ma il problema è stato relativo solo all’edizione dello scorso anno. Nel 2019 si corre anche se per andare incontro alla normativa relativa alla sicurezza abbiamo apportato delle modifiche rispetto alle edizioni precedenti. La partenza è sempre stata da piazza San Paolo per dirigersi verso Altavilla, ora invece si partirà dalla nostra sede in corso Europa per andare verso il parco Tanaro e poi tornare al punto d’avvio. Non sono coinvolte strade trafficate e il percorso è più semplice». Questa è una buona notizia per tutti gli albesi anche perché questa manifestazione è ormai diventata un appuntamento atteso dalla città.

«Sì, la corsa è stata ideata nel 1974, quando c’era ancora il periodo dell’“austerità”. I giovani ovviamente non possono ricordarlo, c’è stato un momento in cui a causa della situazione internazionale (la guerra del Kippur, ndr) è stata decisa una forte riduzione dei consumi energetici. In quel periodo non si poteva girare la domenica con le auto private. Ricordo i salti mortali che facevamo per venire ad Alba dalle Langhe. Allora è nata la marcia che è diventata quasi subito non competitiva, non tenevamo le classifiche. È un evento per famiglie, per stare in compagnia. Simpaticamente per l’ultimo arrivato c’era una sveglia. La manifestazione è cresciuta sempre di più e in alcuni anni ha raggiunto quota 1.500 partecipanti. L’evento serve come autofinanziamento per le attività dell’associazione, ma in alcune occasioni i fondi ricavati sono stati devoluti per cause esterne all’Avis». Spesso in estate ci sono campagne informative per invogliare la cittadinanza a donare il sangue, c’è una ragione per questo?

«L’estate è il momento in cui, per via delle vacanze, diminuisce il numero delle donazioni di sangue e questo comporta una carenza, di qui le campagne informative fatte in quel periodo. Forse c’è anche un aumento degli incidenti stradali dovuto al fatto che le persone si muovono di più. In realtà anche l’inizio dell’anno è un periodo non particolarmente favorevole alle donazioni, anche per via delle vacanze natalizie.

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www.terraetradizione.com Verifiche che vengono comunque effettuate su tutti i donatori. La salute è importantissima per questo tipo di volontariato ed è accaduto di dover rifiutare delle donazioni per questa ragione. Io ho ancora due anni per svolgere questa attività, in fondo questo tipo di volontariato ci permette di tenere la nostra salute sempre sotto controllo». L’Avis svolge altre attività oltre a quelle già raccontate?

«Periodicamente ci sono incontri nelle scuole per stimolare i giovani a partecipare. Dalla mia esperienza però ritengo che il coinvolgimento avvenga più spesso tramite il passaparola». Ci sono aneddoti che ricorda con particolare piacere?

Tutti mangiamo un po’ di più in quei giorni e questo rende difficile le donazioni. La Regione Piemonte per ovviare a questo inconveniente lo scorso anno ha provato a incentivare la nostra attività concedendo la vaccinazione contro l’influenza gratuita per chi avesse effettuato il prelievo. Solo che a mio parere questo provvedimento è stato poco pubblicizzato, abbiamo dovuto renderlo noto con il passaparola fra i volontari».

«Nulla più rispetto a ciò che ho già raccontato. Ricordo con piacere il premio per le 150 donazioni nel 2014, durante i festeggiamenti per i 65 anni della nostra associazione. Nel corso di questi anni ho conosciuto tante brave persone ed è stato bello essere a stretto contatto con loro. Ho lasciato un’associazione sana sotto tutti i punti di vista. Certamente dopo tanto tempo c’è anche un po’ di dispiacere nel lasciare, ma sono sereno e tranquillo, questo era il momento giusto per farlo».

Viene raccolto abbastanza sangue per le necessità mediche?

«In Piemonte sì. Se ne occupano solo le associazioni di volontariato la nostra Regione provvede anche a inviare quello necessario alla Sardegna per via della Talassemia diffusa sull’isola. Inoltre dal Piemonte il sangue va anche in altre regioni». La salute è importante per tutti i donatori c’è un tempo limite per lo svolgimento di questa attività?

«La legge nazionale ha messo come età da non superare i 65 anni. La Regione Piemonte, avendone la possibilità, ha innalzato questa soglia ai 70 anni, previ accurati controlli medici sulla propria salute.

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l’intervista

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ari: Servizi sanit attenzione l su concentrata e piano dell cronicità

ASL di Asti: ripartono i lavori del Presidio della Valle Belbo

per potenziare

i servizi

Abbiamo intervistato il Commissario dell’Asl di Asti dottor Giovanni Messori Ioli, che guida l’azienda sanitaria a partire dall’inizio di quest’anno, per conoscere i servizi sanitari erogati sul territorio della Provincia astigiana. È notizia recente la ripartenza del progetto per il presidio sanitario della Valle Belbo che nei prossimi anni potrebbe cambiare le prestazioni nella zona del sud Astigiano. Su questo e su tanti altri temi abbiamo interpellato il commissario. Questo è un periodo in cui i soldi sembrano sempre meno per l'amministrazione dei servizi pubblici qual è la situazione e le prospettive dell’Asl di Asti sotto questo aspetto? Cosa ci attende nel prossimo futuro?

«Partiamo innanzitutto da una situazione di pareggio di bilancio. Questo consente di valutare con serenità quali siano le priorità e dar loro corso, pur in un immutato contesto che vede la necessità di una continua razionalizzazione delle risorse. Si aggiunge poi, in congiuntura positiva, la recente uscita della Regione Piemonte dal piano di rientro che, in concreto, si traduce in un respiro a pieni polmoni dopo un lungo periodo di apnea, garantendo, in primis, la possibilità di nuove assunzioni, essenziali, seguendo la metafora, come l’aria. Oltre all’integrazione di personale, anche la possibilità di acquisizione di nuovi macchinari in sostituzione di alcuni ormai obsoleti diventa obiettivo raggiungibile. In questo breve excursus aggiungo ovviamente la significativa ripartenza dei lavori del presidio Valle Belbo, opera da tempo attesa ed allo stesso modo ritenuta fondamentale in un’ottica di implementazione dei servizi territoriali». Ci sono novità nel breve termine riguardo i servizi sanitari erogati dall'Asl?

«Senza dubbio l’attenzione va focalizzata sul Piano

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l’intervista

www.terraetradizione.com assicurando investimenti anche in altri ambiti. Già per fine giugno è prevista la definitiva approvazione dei piani locali per le Cronicità».

La prevenzione in generale, in ambito sanitario, è molto importante per la salute della cittadinanza, come lavora l'Asl di Asti sotto questo aspetto?

«La prevenzione è argomento, come già accennato, da considerarsi prioritario. In breve, l’Asl AT raggiunge lo scopo con plurime iniziative: dalle giornate dedicate alla patologie più comuni, alla sensibilizzazione e promozione sui corretti stili di vita, anche grazie a punti informativi organizzati presso il Cardinal Massaia, screening gratuiti rivolti alla cittadinanza ed altri eventi dedicati. Mi piace ricordare, ad esempio, la possibilità di aderire ai nostri gruppi di cammino aperti a tutti per trasmettere e radicare una cultura che veda nell’attività fisica costante, seppur moderata, una pratica importante per la salute ed adatta a tutti». Per ogni azienda sanitaria l'attività di pronto soccorso è un nodo delicato. Si tratta infatti del momento in cui i cittadini sentono maggiormente la necessità di cure efficaci e immediate. Qual è la situazione ad Asti sotto questo aspetto?

«Il Pronto Soccorso è, naturalmente, una delle più importanti porte di accesso ai servizi dell’Asl AT. Se confrontiamo i dati di accesso di inizio 2018 con quelli di quest’anno si può evidenziare una leggera flessione (nell’ordine del - 2,34%) che, pur non essendo particolarmente significativa, ci da una fotografia da cui comunque trarre qualche spunto. Sono diminuiti in maniera evidente gli accessi in codice bianco e verde, quelli meno critici per intenderci, ciò evidenzia un percorso di presa di coscienza da parte dell’utente del reale grado di gravità che implica un ricorso alla struttura di emergenza. Al contempo, si presenta un aumento degli accessi contraddistinti dai codici di criticità media o elevata, giallo e rosso, con tempi di visita media che rimangono sostanzialmente invariati, soprattutto per quanto riguarda il codice rosso che dai 6 minuti del 2018 passa ai 7 nell’anno in corso. Resta comunque un dato interessante: poco più del 50% degli utenti è determinato dai codici di bassa criticità, percentuale, questa, su cui dovremo andare ad intervenire. Sono convinto, infatti, che puntare su un percorso di sensibilizzazione del paziente sul corretto grado di emergenza, in accordo con i MMG, consentirebbe di ridurre in maniera significativa i ricorsi non necessari al Pronto Soccorso ed il relativo sovraffollamento cui consegue un aumento dei tempi di attesa». Un altro tema che interessa spesso la cittadinanza è quello dei tempi delle prestazioni sanitarie. Quali sono le tempistiche relative agli esami medici fra la prenotazione all'erogazione del servizio? Quali sono le prospettive future?

Commissario dell’Asl di Asti Dott. G. Messori Ioli

delle cronicità in pieno sviluppo proprio nel corso del 2019 e che si presenta come una fitta agenda di obiettivi. È bene ricordare come le malattie croniche assorbano la maggior parte delle risorse del Servizio Sanitario Nazionale: patologie come il diabete, l’insufficienza renale, alterazioni cardiovascolari, tra le tante, in fasi non acute, rappresentano circa l’80% delle richieste sanitarie. Tenerle sotto controllo, informare adeguatamente, territorializzare le cure, e, prima su tutte, prevenirle, consentirebbe un notevole risparmio economico

«Proprio in questi giorni è sotto la nostra attenzione una revisione delle modalità di erogazione del servizio “Tempo 0” in visione dell’apertura del CUP regionale e per venire sempre più incontro alle esigenze dei cittadini. Abbiamo, in questo senso, in programma di riaprire le agende per alcune specialità in un percorso, anche in questo caso, a stretto contatto con i Medici di Medicina Generale che sono i primi professionisti cui il paziente si affida. Tra gli obiettivi principali assicurare una presa in carico coerente per le classi di priorità ed urgenza che proprio i medici di famiglia sono chiamati da individuare per i singoli pazienti. In generale, possiamo affermare che, salvo poche eccezioni, i tempi di attesa per l’erogazione delle prestazioni sanitarie dell’ASL di Asti sono in linea con gli standard regionali». È notizia di questi giorni la ripartenza dei lavori per il presidio sanitario della Valle Belbo nel mese di agosto.

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l’intervista

www.terraetradizione.com impossibilità di portare a completamento l’opera. L’approvazione nel maggio 2018 da parte della Regione della riconversione del costruendo presidio “Valle Belbo” da struttura ospedaliera in presidio sanitario di tipo territoriale e dei finanziamenti a copertura dell’intervento creavano i presupposti per la risoluzione del contenzioso con la ditta e la ripresa della realizzazione dell’intervento. Con la ripresa dei lavori, si è potuto apprezzare che, dal punto di vista strutturale, la conservazione del fabbricato risulta in ottime condizioni. All’interno del Presidio saranno presenti: punto di primo intervento, attività di radiodiagnostica, ampi spazi dedicati all’erogazione di prestazioni ambulatoriali specialistiche, locali dedicati alla distribuzione diretta dei farmaci, servizio delle dipendenze, ambulatori per i MMG ed uffici amministrativi. All’ultimo piano, nelle sei maniche per degenze, saranno presenti 40 posti letto CAVS (continuità assistenziale a valenza sanitaria), 8 posti letto per l’ospedale di comunità dedicato ad attività di ricovero temporaneo, sarà trasferito e potenziato (8 posti letto) l’Hospice oggi presente nel vecchio ospedale di Nizza Monferrato e, più in generale, rafforzata l’offerta di servizi territoriali e di continuità per la popolazione di quest’area. Possiamo affermare, quindi, che il percorso è ripartito a pieno ritmo e che confidiamo di poterlo inaugurare tra tre anni, come previsto dal crono programma dei lavori». Cosa cambierà nella sanità del territorio con la presenza del nuovo presidio il cui completamento si prevede intorno al 2022?

Può spiegare sinteticamente come si è arrivati fin qui?

«L’intervento si inserisce nel programma degli investimenti in edilizia ed attrezzature sanitarie risalente al 2007. Alla primavera 2009 risale l’aggiudicazione dell’appalto e l’avvio lavori. Nel dicembre 2010 l'indisponibilità di risorse del bilancio regionale aveva come conseguenza il progressivo fermo del cantiere e la nascita di un contenzioso con la ditta appaltatrice legato alla

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«Il Sud Astigiano avrà un nuovo importante riferimento per tutto ciò che concerne l’assistenza sanitaria territoriale e che andrà ad integrare e consolidare le attività già assicurate dalle rete composta dalle Case della Salute e dalle Unità territoriali. Con il potenziamento dei servizi sul territorio, inoltre, si rafforzano indirettamente anche le capacità di risposta ospedaliere: il Cardinal Massaia dovrà essere sempre più il luogo deputato alla presa in carico e cura delle acuzie e delle emergenze/urgenze, ma per ottenere ciò perseguire e concretizzare una capacità sempre più capillare di assicurare assistenza e servizi a domicilio e di prossimità. Con il Presidio Valle Belbo potremo dare assistenza e prestazioni di continuità assistenziale anche a tutti i pazienti cronici residenti in quest’area, azioni che potranno portare a decongestionare il Pronto Soccorso dagli accessi inappropriati e, anche in questo caso, aumentare indirettamente la qualità dei servizi dell’Azienda». La Provincia di Asti ha un'economia legata soprattutto all'agricoltura e in particolare alla vitivinicoltura. All’interno di questo tipo di territorio l’Asl ha


l’intervista sviluppato servizi specifici per andare incontro alle esigenze di cittadini e soprattutto realtà produttive?

«In questo ambito strategico per il territorio, l’Asl AT ha attive diverse attività, principalmente riconducibili ai servizi facenti capo al Dipartimento di Prevenzione. In particolare, il nostro Spresal (Servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro) ha il coordinamento regionale del Piano per la prevenzione degli incidenti in agricoltura. Il contesto Astigiano vede presenti numerose aziende agricole, la maggior parte delle quali gestite da coltivatori diretti. Dal 2010, a livello sia regionale che locale, sono state condotte diverse campagne di informazione e

www.terraetradizione.com capillare di indicazioni, notizie e normative di interesse generale. Va evidenziata la proficua e continua collaborazione in rete con le associazione di categoria, Provincia e Comuni. Il Sian (Servizio igiene e sicurezza alimentare) assicura controlli sull’utilizzo e corretta conservazione dei fitofarmaci utilizzati per i periodici trattamenti delle colture ed è coinvolto nell’attuazione del Piano di azione nazionale (P.A.N.) che implica azioni mirate di controllo e prevenzione (ad esempio su cantine, magazzini e siti di stoccaggio) su di un campione di 12 aziende di produzione primaria del territorio di competenza della nostra Asl. I Servizi Veterinari garantiscono poi controlli sugli allevamenti, occupandosi prioritariamente di sicurezza e biosicurezza, benessere animale e controllo degli alimenti prodotti. L’attività istituzionale, anche in questo caso, tiene conto anche delle tante differenze tra le aziende del territorio: si va infatti da produzioni che potremmo definire di nicchia a realtà con numeri anche decisamente importanti. In ultimo va menzionato anche il Sisp (Servizio igiene e sanità pubblica) che interviene e verifica eventi e situazioni che possano eventualmente rappresentare un rischio per la salute della popolazione».

promozione della sicurezza dei lavoratori, soprattutto in relazione a macchine ed attrezzature, con risultati tangibili quali la diminuzione del 40% dei casi di incidenti mortali in agricoltura. Rimane più difficile incidere su pensionati e cosiddetti “hobbysti” trattandosi di categorie che restano fuori da iniziative di controllo diretto: nel 2018 abbiamo registrato 5 casi di incidenti mortali in agricoltura, di cui 3 hanno visto coinvolti appunto pensionati/ hobbysti. L’Asl è da anni attiva nella promozione di una cultura della sicurezza e partecipa alla predisposizione di linee guida e materiale informativo per la diffusione

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llo A live le a nazion tra i r i s u l t a 0 enti 15 primi R O F I T NO P

territorio

La Fondazione Nuovo Ospedale Alba Bra prima onlus in Provincia di Cuneo per la raccolta del 5 x mille

Sono stati resi noti recentemente i dati relativi alla campagna del 5x1000 dell'edizione edizione 2017 che per la “Fondazione Nuovo ospedale Alba Bra” ha fatto registrare risultati lusinghieri. Rispetto alla raccolta precedente, le cifre sono considerevoli: 7.886 preferenze accordate con un salto di 2.526 firme in più rispetto al 2016, quando furono 5.360. Sono invece 252.923,09 gli euro raccolti nell’anno finanziario 2017, un dato che segna una raccolta maggiore di 76.429,84 euro rispetto all’anno precedente quando toccarono la cifra di 176.493,25 euro. «Quando abbiamo saputo dei risultati della campagna 5x1000 del 2017 – ha dichiarato Luciano Scalise, direttore generale della Fondazione Nuovo Ospedale Alba Bra – ci siamo sentiti orgogliosi di far parte di un territorio che tanto ha dato per il bene comune e che tanto sta ancora donando. Il nostro obiettivo era portare la Radioterapia a Verduno in collaborazione con l’Ospedale Santa Croce di Cuneo. Anche grazie al sostegno della Regione Piemonte e della Fondazione CRC è un obiettivo che si sta raggiungendo. Non possiamo che ringraziare tutti coloro che hanno creduto nell’operato della Fondazione e che tutti gli anni ci sostengono e ci aiutano. Grazie a questa grande sensibilità del territorio riusciamo a realizzare il servizio di radioterapia nel nuovo ospedale, eliminando il disagio di chi necessita di quel tipo di prestazioni. 7.886 grazie a coloro che hanno condiviso questo importantissimo progetto». La Fondazione, grazie ai risultati dello scorso anno conferma di essere la prima destinataria del 5x1000 in provincia di Cuneo. La classifica regionale attesta la onlus albese al quinto posto, con un netto miglioramento rispetto al 2016. La Fondazione, inoltre, è tra i primi 150 enti non profit d’Italia (su un elenco di oltre 50.000 enti iscritti). Attraverso il 5x1000 sono stati raccolti dal 2009 fino alla campagna 2017, 1.372.944,89 euro utilizzati per intervenire su diverse emergenze degli attuali due ospedali e rendere una struttura d’avanguardia la nuova struttura a Verduno: le sale d’attesa del Dea

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degli ospedali di Alba e Bra, la TAC e l’ecografo, i solleva pazienti elettrici a binario, l’acquisto dei letti elettrici, le attrezzature e l’arredo per attivare il Servizio di Radioterapia sono i progetti realizzati o in fase di realizzazione. Nell’estate 2018 la Fondazione ha iniziato gli acquisti di sua competenza donando all’ASL CN2 una TAC simulatore (large bore) comprensiva di lavori annessi e kit laser nelle prossime settimane si completeranno gli acquisti per l’allestimento tecnologico della radioterapia, successivamente verrà portato avanti il progetto di arredo e umanizzazione. «Un grazie di cuore per l’affetto che tutti voi avete dimostrato nel sostenere la Fondazione – ha spiegato Bruno Ceretto Presidente della Fondazione Nuovo Ospedale Alba Bra –. Molti obiettivi sono stati raggiunti grazie alle vostre firme. Quest’anno abbiamo un altro sogno che vogliamo realizzare per il nostro territorio, grazie alla raccolta del 5x1000: costruire il nuovo Hospice nel nosocomio a Verduno. Il luogo pensato per prendersi cura delle persone afflitte da malattie inguaribili e dei loro famigliari. Per questo chiedo ancora una volta, a tutti quanti lo vorranno, di indicare nella dichiarazione dei redditi il nostro codice fiscale 90041890048. È un gesto gratuito che non costa niente a nessuno, ed è anche un modo per far ritornare sul territorio una parte di tasse già pagate l’anno precedente, un buon esempio di decentramento fiscale». Inoltre è notizia recente l’ingresso di Banca d’Alba tra i soci partecipanti alla Fondazione. «Per noi è una causa giusta, siamo partner attivi sul territorio e anche noi vogliamo impegnarci per sostenere la Fondazione Nuovo Ospedale Alba Bra – ha dichiarato Tino Cornaglia, Presidente Banca d’Alba –. La Fondazione è stata, tra l’altro, decisiva nel prosieguo dei lavori e per arrivare finalmente in dirittura d’arrivo, e quindi è importante essere al loro fianco. Noi come banca abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo verso la parte sanitaria con i nostri centri medici e le nostre varie attività informative e di screening» . Bruno Ceretto, presidente della Fondazione ha commentato: «La nostra Onlus è orgogliosa per il nuovo ingresso della Banca d’Alba, come socio partecipante, ne siamo felici perché svolge una grande funzione sul territorio. Avere Banca d’Alba al nostro fianco è sicuramente un valore aggiunto, insieme continueremo il percorso per rendere il nuovo ospedale una struttura di avanguardia, nel panorama sanitario piemontese».


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AL VOTO,

domenica 26 maggio

per eleggere Parlamento Europeo, Presidente di Regione e tanti

SINDACI

In Piemonte, cittadini chiamati a votare su tre schede nella stessa giornata

Domenica 26 maggio sarà una giornata importante per gli elettori piemontesi, infatti andando alle urne si ritroveranno tutti con almeno due schede, alcuni con tre, vista la presenza di altrettante consultazioni elettorali, quelle per l’elezione del Parlamento europeo, quelle per il rinnovo del Consiglio regionale (e la nomina del nuovo presidente) e infine per eleggere molti sindaci di città e piccoli paesi. Dunque una tornata importante, perché deciderà la sorte di tante amministrazioni per i prossimi cinque anni. La consultazione su cui, a livello nazionale, sono puntati gli occhi è quella per il Parlamento Europeo, in quanto vero test da cui possono dipendere anche gli equilibri interni alla politica italiana. Questa consultazione segue un sistema elettorale proporzionale, molto simile a quello della prima Repubblica, nel quale ogni formazione politica si misurava con tutte le altre, senza alleanze in partenza. Per votare occorre tracciare una X sul contrassegno corrispondente alla lista scelta e esprimere fino a tre preferenze.

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Nel caso si scelgano tre nomi, devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento del voto. L’Italia è stata divisa in cinque circoscrizioni elettorali e il Piemonte è inserito nella prima, che comprende anche Lombardia, Liguria e Valle D’Aosta. Possono votare tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto il 18° anno di età entro il 26 maggio. Saranno elettori anche i cittadini di altri paesi europei che, in seguito a una formale richiesta, abbiano ottenuto l’iscrizione nella lista elettorale del comune italiano di residenza. Una curiosità riguarda la Gran Bretagna che, dopo il rinvio della Brexit al 31 ottobre, deve nominare i suoi rappresentanti, in attesa di uscire dall’Unione. Se è vero che ogni formazione politica correrà per conto proprio, si sono formate grandi famiglie politiche in Europa a cui i partiti nazionali italiani aderiscono. I principali partecipanti al voto saranno la Lega, il Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia (con una lista denominata Sovranisti conservatori), Forza Italia, Partito democratico che si presenta con un simbolo in comune con “Siamo Europei”, Più Europa che si presenta insie-


territorio

www.terraetradizione.com me a “Italia in comune”, “Europa verde”, che riunisce Verdi e Possibile, La Sinistra, che mette insieme Sinistra italiana e Rifondazione comunista. Per quanto riguarda le consultazioni regionali occorre rinnovare il Consiglio e eleggere il Presidente della Giunta regionale (che i mezzi di informazione chiamano anche Governatore). Si vota con un sistema nel quale il candidato che prenderà anche un solo voto in più rispetto ai concorrenti risulterà il vincitore. Il sistema di voto è in parte proporzionale, in parte maggioritario, con una soglia di sbarramento del 3%, il che significa che le formazioni che non raggiungeranno tale soglia non potranno portare in consiglio i propri rappresentanti. le circoscrizioni di voto sono provinciali e 40 seggi sono assegnati da qui: 21 andranno da quella torinese, 5 da Cuneo, 4 da Alessandria, 3 da Novara, due da Asti, Biella e Vercelli e uno dal Verbano Cusio Ossola. Inoltre 10 seggi saranno assegnati con sistema maggioritario con un listino collegato al candidato presidente. In questo modo dovrebbe esserci la maggioranza per il vincitore nel consiglio regionale. È anche possibile il voto disgiunto, ovvero si può votare un candidato alla presidenza regionale e uno per il consiglio che non faccia parte di una lista collegata. Infine ci sono le elezioni per tanti municipi nella nostra regione. Sono numerose le amministrazioni che, dopo 5 anni di governo, devono rinnovare il consiglio e contemporaneamente eleggere il nuovo sindaco. Nelle provincie di Asti e Cuneo, quelle che più direttamente ci interessano, i principali Comuni al voto sono San Damiano D’Asti, Canelli, Castagnole Lanze, Castelnuovo Don Bosco, Costigliole D’Asti, Moncalvo, Villafranca D’Asti. Davvero tanti i municipi piccoli, quelli nei quali vengono eletti 10 consiglieri. Si tratta di Agliano Terme, Albugnano, Antignano, Aramengo, Azzano d’Asti, Bladichieri d’Asti, Belveglio, Berzano di San Pietro, Bruno, Bubbio, Buttigliera d’Asti, Calamandrana, Calliano, Calosso, Camerano Casasco, Cantarana, Cassinasco, Castel Boglione, Castell’Alfero, Catellero, Castelletto Molina, Castello di Annone, Castelnuovo Calcea, Castel Rocchero, Cellarengo, Celle Enomondo, Cerro Tanaro, Cessole, Chiusano d’Asti, Cisterna d’Asti, Coazzolo, Cocconato, Corsione, Cortandone, Cortazzone, Cortiglione, Cossombrato, Cunico, Dusino San Michele, Ferrere, Fontanile, Frinco, Grana,

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territorio Grazzano Badoglio, Incisa Scapaccino, Isola D’Asti, Loazzolo, Maranzana, Maretto, Moasca, Mombaldone, Mombaruzzo, Monale, Moncucco Torinese, Mongardino, Montabone, Montafia, Montaldo Scarampi, Montechiaro d’Asti, Montemagno, Moransengo, Passerano Marmorito, Penango, Piea, Pino D’Asti, Portacomaro, Refrancore, Revigliasco d’Asti, Robella, Rocca D’Arazzo, Roccaverano, Rocchetta Palafea, Rocchetta Tanaro, San Giorgio Scarampi, San Martino Alfieri, San Marzano Oliveto, Serole, Sessame, Settime, Soglio, Tigliole, Vaglio Serra, Viarigi, Vigliano d’Asti, Villa San Secondo e infine Vinchio. In provincia di Cuneo i principali centri sono: Alba, Bra, Cherasco, Ceva, Canale, Montà d’Alba, Sommariva del Bosco, Beinette, Bernezzo, Boves, Caraglio, Centallo, Cervasca, Chiusa Pesio, Dogliani, Garessio, Guarene, Manta, Marene, Moretta, Neive, Pocapaglia, Revello, Verzuolo, Busca, Fossano, Saluzzo. Anche qui quelli più piccoli, che prevedono 10 consiglieri, sono davvero tanti: Albaretto Torre, Arguello, Bagnasco, Baldissero D'Alba, Barolo, Battifollo, Bellino, Belvedere Langhe, Bonvicino, Borgomale, Bosia, Bossolasco, Briaglia, Briga Alta, Brondello, Camerana, Canosio, Cardè, Cartignano, Castagnito, Castelletto Stura, Castelletto Uzzone, Castellinaldo D'Alba, Castellino Tanaro, Castiglione Falletto, Castino, Cavallerleone, Celle di Macra, Ceresole D'Alba, Cerretto delle Langhe, Cervere, Ciglié, Cissone, Clavesana, Corneliano D'Alba, Cravanzana, Demonte, Envie, Farigliano, Faule, Feisoglio, Frabosa Sottana, Gaiola, Gambasca, Genola, Gorzegno, Gottasecca, Govone, Igliano, Isasca, La Morra, Lagnasco, Lequio Berria, Lesegno, Levice, Limone Piemonte, Lisio, Macra, Magliano Alfieri, Magliano Alpi, Mango, Margarita, Marmora, Marsaglia, Moiola, Mombarcaro, Mombasiglio, Monasterolo Casotto, Monasterolo di Savigliano, Monchiero, Monforte D'Alba, Montaldo di Mondovì, Montanera, Montelupo Albese, Montemale di Cuneo, Monteu Roero, Montezemolo, Monticello D'Alba, Murazzano, Neviglie, Niella Belbo, Niella Tanaro, Novello, Oncino, Ormea, Ostana, Paesana, Pagno, Pamparato, Paroldo, Perletto, Perlo, Pianfei, Piasco, Pietraporzio, Piobesi D'Alba, Piozzo, Polonghera, Pradleves, Priocca, Priola, Rifreddo, Roascio, Robilante, Roburent, Rocca Cigliè, Rocca De' Baldi, Roccabruna, Roccasparvera, Roccavione, Rocchetta Belbo, Roddino, Rodello, Rossana, Ruffia, Sale Delle Langhe, Sale San Giovanni, Saliceto, Sambuco, San Benedetto Belbo, San Damiano Macra, Sanfré, Sanfront, Santa Vittoria D'Alba, Sant'Albano Stura, Santo Stefano Roero, Scagnello, Scarnafigi, Serralunga D'Alba, Serravalle Langhe, Sinio, Somano, Sommariva Perno, Stroppo, Tarantasca, Torre Bormida, Torre Mondovì, Torre San Giorgio, Torresina, Trezzo Tinella, Trinità, Valgrana, Valloriate, Venasca, Verduno, Vezza D'Alba, Vignolo, Villafalletto, Villanova Solaro, Villar San Costanzo, Viola e infine Vottignasco. Per i Comuni abbiamo differenti sistemi elettorali a seconda delle loro dimensioni e questo significa che alcuni elettori, probabilmente torneranno al voto dopo la prima tornata del 26 maggio. I comuni con più di 15.000 abitanti prevedono un sistema maggioritario a doppio turno. Si vota un candidato a sindaco e uno a consigliere comunale. In questa prima fase, come in quella regionale, è possibile il voto disgiunto, ovvero si può votare un candidato sindaco e uno a consigliere collegato ad un altro pretendente alla guida del Comune. Se durante il primo giorno di voto uno dei candidati riesce a superare il 50% dei voti diventa subito sindaco, e ottiene una maggioranza di consiglieri provenienti dalle liste collegate. Se dalle urne non uscisse un nome con la maggioran-

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za assoluta dei voti si dovrà tornare a votare dopo due settimane al ballottaggio e qui le schede avranno solo i nomi dei due candidati che nel primo turno hanno ottenuto il maggior numero di preferenze. Chi vince la sfida è il nuovo primo cittadino e ottiene un premio di maggioranza (secondo un sistema un po’ complicato) che dovrebbe garantirgli la maggioranza in seno al consiglio. Il sistema elettorale del piccoli comuni (quelli con meno di 15.000 abitanti) invece è molto più semplice è prevede l’elezione in una sola giornata, in maniera simile alla Regione, vince il candidato sindaco che ottiene il maggior numero di voti e guadagna la maggioranza in consiglio dei due terzi, il restante va alle liste sconfitte. Una sola lista è collegata col candidato alla guida del


territorio

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municipio e l’elettore può esprimere una sola preferenza, non c’è il voto disgiunto. In caso di parità fra i candidati a sindaco si procede a un ballottaggio 15 giorni dopo. Tutto questo sarà deciso in una sola giornata di voto, quella di domenica 26 maggio, con i seggi aperti dalle 7 alle 23. Dunque buon voto a tutti. A quel giorno gli elettori devono arrivare pronti, con tutte le “carte in regola”. Il riferimento è alla tessera elettorale che per diversi cittadini potrebbe essere scaduta o quasi, infatti chi ha compiuto il proprio diritto dovere in tutte le consultazioni effettuate fino ad oggi potrebbe avere la necessità di sostituire il documento, in cui non ci sono più spazi su cui apporre il timbro del voto effettuato. In questo senso il Comune di Alba fa sapere che la tessera va sostituita anche se resta ancora uno spazio per la timbratura. In questo caso occorre rivolgersi all'Ufficio elettorale, che nel municipio albese è aperto martedì e mercoledì dalle 8.30 alle 12.30, giovedì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 16.30, venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e sabato dalle 8.30 alle 12. Il Comune di Asti comunica anche la possibilità del voto a domicilio per coloro che sono bloccati da gravi infermità. Oltre agli elettori affetti da patologie per le quali si trovino in condizioni di dipendenza continuativa e vitale da apparecchiature elettromedicali, potranno votare a domicilio anche coloro, per i quali risulta impossibile raggiungere il seggio anche con l’aiuto dei mezzi di trasporto pubblico che il Comune organizzerà in occasione delle elezioni. Questi dovranno far pervenire al sindaco (Ufficio Elettorale del Comune) un’apposita domanda attestante la volontà di esprimere il voto presso l’abitazione in cui dimorano entro lunedì 6 maggio. La domanda di ammissione al voto domiciliare dovrà contenere l’indirizzo dell’abitazione e, possibilmente, un recapito telefonico; dovrà inoltre essere corredata da copia della tessera elettorale e dalla necessaria certificazione sanitaria rilasciata da un funzionario medico designato dagli organi dell’ASL (Medicina Legale). Gli uffici del Comune di Asti preposti a questi adempimenti sono aperti dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12; martedì e giovedì anche dalle 14.30 alle 16. Naturalmente queste indicazioni valgono anche per i Municipi più piccoli, non solo per quelli principali citati.

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territorio

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Innovazione e comunicazioni decisive per le nostre IMPRESE Vogliamo convincere i giovani a fermarsi sul territorio Terra & Tradizione ha sentito il parere di Andrea Amalberto, presidente dell’Unione industriale di Asti per fare il punto sulla situazione produttiva nella Provincia. L’Associazione di categoria ha diverse iniziative in cantiere per sviluppare ulteriormente la competitività delle aziende.

Qual’è la situazione attuale riguardo l'industria nell’Astigiano in generale?

«Per quanto riguarda la Regione Piemonte quasi tutti gli indici rilevano il segno positivo, ovvero occupazione, investimenti, produzione, esportazione rispetto al primo trimestre dell’anno. Solo riguardo la redditività c’è una piccola battuta d’arresto. All’interno di questo quadro l’Astigiano si piazza fra l’ultimo e il penultimo posto. Per quanto riguarda l’occupazione l’indice mostra una situazione di leggero miglioramento, qualche azienda assume e niente cassa integrazione, gli occupati sono sempre più stabilizzati. Per quanto riguarda la produzione c’è stato un calo rispetto all’anno scorso, siamo a meno 5, mentre nel 2018 gli indici erano positivi di 10-11; per quanto riguarda la previsione degli ordini siamo a 2,5, mentre il primo trimestre segnava meno 8,8. L'expo è in discesa, da +8,4 a 3,6. Il 21% delle aziende vuole investire, mentre il 51% resta abbastanza ferma sotto questo aspetto. Per quanto riguarda gli ordinativi il 23,9% sono relativi a consegne entro un mese, il 41,3% a quelle fra il mese e i tre mesi e il 20% scarso fra i 3 e i sei mesi. Per quanto riguarda il fatturato il 40% delle aziende indica un incremento, per il 31,9% è stabile, mentre il 25,5% segna una diminuzione. Inoltre riguardo gli utili il 64% fa segnare un incremento, il 15% il pareggio e il 13% perdita. Sostanzialmente stabile l’indebitamento per il 64,4%, cresce per l’8,9% e diminuisce per il 13,3% delle aziende. A

livello piemontese i settori trainanti sono la chimica, l'agroalimentare e la meccanica. Purtroppo le prospettive sul breve periodo non sono particolarmente rosee. La recente frenata dell'economia tedesca coinvolgerà anche noi, poiché la Germania è per le nostre esportazioni il primo mercato e questo significa che anche il nostro export rallenterà».

Sul lungo periodo quali sono le necessità per il comparto produttivo astigiano?

«Abbiamo bisogno di un miglioramento delle infrastrutture di comunicazione e qui si inserisce il discorso del Tav (Treno ad alta velocità). Questo permetterà, se realizzato, di trasportare le nostre merci più velocemente in tutta Europa, non solo verso la Francia. In questo senso non siamo d'accordo sul progetto di “Minitav” che è stato ventilato fra le ipotesi della soluzione alla disputa. Questa ridurrebbe la logistica nella nostra regione, il che vuol dire che non ci sarebbe la possibilità di utilizzare la linea per i passeggeri e per le merci da Torino e da Susa. Bisognerebbe trasportare le merci a Milano e questo comporterebbe per le nostre aziende una perdita, non ci sarebbero ricadute turistiche positive, senza contare che si tenderà a portare gli stabilimenti nei luoghi di carico delle merci. Il treno ad alta velocità sarebbe un mezzo rispettoso dell'ambiente, ridurrebbe il trasporto merci su gomma; permetterebbe di caricare i prodotti a Torino per portarli verso tutta Europa. Ma non è questo l'unico nodo. Per quanto riguarda il trasporto su gomma in questo periodo si parla molto, giustamente, del completamento dell'Asti-Cuneo, ma una volta giunti nel capoluogo di Provincia occorre migliorare le vie di trasporto verso la Francia. Ci vuole una seria alternativa alla Genova-Ventimiglia, visto che abbiamo scoperto che

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territorio i ponti possono anche crollare. Non bisogna caricare troppo alcune arterie autostradali. Il primo paese verso cui esportiamo è la Germania, ma il secondo è la Francia, con cui sviluppiamo notevoli sinergie. È importante il miglioramento delle comunicazioni. Inoltre occorre incrementare la competitività delle nostre imprese. Produrre con maggiore efficacia e efficienza. In questo senso i provvedimenti su iper ammortamento e super ammortamento del precedente governo erano andati nella giusta direzione. Un grande aiuto può arrivare dall'elettronica e in generale dal rinnovamento tecnologico per riportare in patria le produzioni che sono state delocalizzate all'estero. È importante anche avere una buona immagine e in questo senso la filiera alimentare va presa come riferimento. I nostri prodotti alimentari sono riconosciuti come eccellenza, legati alle nostre tradizioni, sono “griffati” e anche per questo hanno successo fuori Ita-

www.terraetradizione.com Non vedo un pericolo per l'occupazione. Abbiamo bisogno di giovani formati in informatica. Il lavoro deve cambiare, così come è sempre accaduto, si evolve. Oggi facciamo lavori che i nostri nonni nemmeno immaginavano, allo stesso modo non ci sono più mestieri che un tempo erano diffusissimi. Bisogna adattarsi ai tempi».

E le imprese astigiane stanno lavorando in questa direzione?

«Stiamo cercando di migliorare il rapporto fra scuola e impresa. Una volta il collegamento con i giovani era relativamente facile e si basava sulle conoscenze personali con le famiglie. Magari durante l'estate i giovani venivano mandati nelle nostre aziende a lavorare anche per brevi periodi. Era un'esperienza importante non tanto per la formazione specifica, quanto per prendere contatto col mondo del lavoro e capirne i meccanismi. Oggi è fondamentale riprendere il contatto con i giovani, che sono il nostro futuro e lavoriamo con la scuola per migliorare questo rapporto. Nell'Astigiano abbiamo perso una generazione. Molti ragazzi che avrebbero potuto fermarsi sono andati fuori dal nostro territorio, spesso all'estero, per cercare altre opportunità. Per questo abbiamo chiesto al Politecnico l'inserimento ad Asti di un corso Its (Istituto tecnico superiore) in meccanica informatica. Si tratta di un biennio di formazione post diploma che contiamo sia presto estendibile in modo tale da permettere, a chi lo vuole, di svilupparlo come corso universitario. In questo modo contiamo di avere giovani formati che si fermano a lavorare qui sul territorio». Cosa può fare la politica e l'amministrazione locale per le aziende astigiane?

lia. Il made in Italy è un vanto per la nostra produzione, vanno confermati i mercati conquistati e se possibile bisogna aprirne di nuovi, anche se costa più fatica».

Intende dire che la tecnologia può aiutare le imprese a riportare in Italia produzioni che ora si fanno fuori per via del costo del lavoro più basso. Eppure molti pensano che la tecnologia sia dannosa per i posti di lavoro, che li faccia diminuire. È così?

«Portare le produzioni fuori Italia spesso per un'azienda è necessario per sopravvivere; in quel caso l'alternativa è fra lavorare così e non esistere più. La tecnologia può aiutarci proprio a tagliare i costi di produzione e così riuscire a essere competitivi anche producendo qui sul territorio. Le innovazioni tecnologiche possono migliorare i processi produttivi.

«noi siamo un piccolo punto nella carta geografica, soprattutto per i grandi gruppi, che magari arrivano qui velocemente per cogliere delle opportunità e altrettanto celermente se ne vanno. Sarebbe bene se ci fossero degli incentivi per le imprese che decidono di utilizzare fabbricati dismessi. Purtroppo spesso le aziende trovano più conveniente realizzare strutture nuove, piuttosto che utilizzare quelle vecchie anche perché bisogna adattarle e dunque lavorarci sopra. Magari forti incentivi fiscali che porterebbero sul territorio produzione e posti di lavoro. Anche perché tanto questi fabbricati ai Comuni ora non portano più gettito fiscale».

L'Unione industriale di Asti ha in cantiere qualche progetto per il prossimo futuro?

«Stiamo organizzando, insieme alle altre associazioni di categoria del territorio una festa delle attività produttive, che sarà nel fine settimana fra il 5 e il 6 ottobre. Dobbiamo ancora definire i dettagli e vogliamo coinvolgere tutti i settori produttivi. Sarà un'occasione anche per valutare le nostre prospettive che ci sono, io sono ottimista».

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ASTI: in municipio gli alunni presentano i risultati del "Consiglio Cittadino dei Beni Comuni dei Ragazzi"

Coinvolti gli studenti delle scuole Bussano, Oberdan e San Domenico Savio Il “Consiglio cittadino dei Beni Comuni dei Ragazzi” della Città di Asti, CCbcR, è stato accolto martedì 16 aprile in Municipio, dal sindaco Maurizio Rasero e dall’assessore all’Istruzione Elisa Pietragalla. I rappresentanti delle scuole Baussano, Oberdan e San Domenico Savio hanno presentato il lavoro svolto in questi anni sul significato di Bene Comune, soffer-

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mandosi sulla tematica della Bellezza, filo conduttore delle progettualità per l’anno scolastico in corso. Molte le proposte e le idee avanzate dagli studenti: dalla sicurezza dentro e fuori la scuola al decoro urbano, dalla promozione delle strade di Asti alla mobilità sostenibile del Piedibus, fino alla consapevolezza acquisita che il “Bene comune” più importante, il capitale sociale vero della comunità, sono i ragazzi stessi che per primi devono mettersi in gioco attraverso le proprie azioni quotidiane per migliorare la città. Si tratta di un “nuovo” Consiglio cittadino dei ragazzi, realizzato tenendo conto delle esperienze precedenti e della natura educativa e partecipativa che tale organo può rappresentare per i giovani coinvolti, con la certezza che possa essere uno stimolo e una risorsa non solo per le scuole partecipanti ma anche e soprattutto per la città. L’assessore all’Istruzione Elisa Pietragalla sottolinea che questa è una forma di cittadinanza attiva che avvicina i giovani all’Amministrazione e al confronto e aumenta la consapevolezza degli studenti in merito al funzionamento della “macchina comunale”: dietro a scelte e programmi ci sono possibilità e limiti di cui tenere conto per portare a compimento un progetto. Il sindaco Maurizio Rasero che ha ascoltato con interesse le proposte dei partecipanti dando una prima risposta alle loro richieste e assicurando loro di approfondire le tematiche e i suggerimenti, ha dichiarato: «l’Amministrazione fa tesoro degli input che arrivano dalle scuole e ritiene fondamentale stimolare e fa crescere il dialogo con i cittadini più giovani, in un’ottica di scambio e confronto promuovendo lo strumento della cittadinanza attiva». Un ringraziamento particolare va agli insegnanti che da tempo collaborano con il Servizio Istruzione e Servizi Educativi della Città di Asti e aderiscono e partecipano convintamente a queste iniziative; per l’anno scolastico in corso il Consiglio Cittadino dei Beni Comuni dei Ragazzi vede la partecipazione delle scuole primarie Eo Baussano, A.Gramsci, S.Domenico Savio e G.Oberdan.


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Agliano Terme, oltre 300 brindisi con la Barbera sul territorio per la Pasquetta

Più di 300 brindisi con la Barbera d'Asti hanno festeggiato la Pasquetta ad Agliano Terme, dove si è svolta la quarta edizione della “Camminata fra i vigneti”, terminata con il picnic a Bricco Roche, il punto panoramico più elevato del territorio. Due i percorsi a disposizione dei partecipanti, di 12,5 e 6 chilometri, tracciati in collaborazione con il Cai di Asti. È partita bene la stagione turistica del piccolo borgo del Monferrato, meta da qualche anno di numerosi visitatori in arrivo dal Nord Europa, che in questi giorni hanno raggiunto la zona per le festività di Pasqua. Il pranzo in vigna, con il cestino preparato dalle attività del paese, si è concluso con il brindisi con le Barbere dei produttori aglianesi. Nel cesto, insieme a un bicchiere di Barbera d'Asti, i

prodotti della tradizione piemontese: pane alla Barbera d'Asti e noci, cacciatorino e toma piemontese, acciughe al verde, frittata di cipolle, torta di riso e spinaci, insalata di pollo, mousse al cioccolato. L'evento, che ha riscosso anche quest'anno un buon successo, con le prenotazioni dei cesti da picnic esaurite in pochi giorni, ha inaugurato il calendario di manifestazioni che l'associazione Barbera Agliano organizza per promuovere le eccellenze del borgo, insieme a produttori, commercianti, albergatori e ristoratori. Fra le manifestazioni in programma prossimamente il 24 e 25 maggio “Barbera Unplugged”, due serate durante le quali saranno protagonisti i vini dei produttori, accompagnati dai piatti tradizionali cucinati dalle attività del paese. Un percorso itinerante per le vie del borgo: a far da colonna sonora la musica live di alcune band. Per tutta l'estate sarà inoltre possibile degustare i vini aglianesi con gli appuntamenti di “Sunday in the Cellar – Domenica in cantina”: ogni domenica pomeriggio un produttore aprirà le porte della sua azienda per raccontare i suoi vini e concludere la visita con un aperitivo. Infine, l'evento più importante in programma dall'11 al 13 ottobre: il Barbera Fish Festival, dedicato al connubio fra Barbera d'Asti e merluzzo norvegese.

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San Damiano d'Asti La Barbera Incontra

le Uno specia ato ic festival ded dei al pubblico volti giovani coinlla anche da web radio

Musica, cultura e creatività incontrano la Barbera

re:

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Giunge alla quinta edizione “Barbera Incontra”, il primo festival “agrimusicalletterario” che coinvolgerà, nel centro storico di San Damiano d’Asti, cantanti, artisti e band italiane venerdì 14, sabato 15 e domenica 16 giugno. La protagonista indiscussa della manifestazione sarà “La Barbera”, il vino rosso tipico del territorio, che nel 2008 ha ottenuto il riconoscimento di Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG). Il festival è stato reso possibile grazie all’impegno dall’Amministrazione comunale di San Damiano d’Asti, dallo Staff della Barbera, dall’Enoteca regionale delle Colline Alfieri e dalle Pro loco di San Damiano d’Asti e di Celle Enomondo che, con passione, rinnovano l’appuntamento. Anche quest’anno, per l’occasione, le piazze cambieranno i loro nomi per allietare e accogliere il pubblico: piazza Libertà diventerà Piazza Superiore e ospiterà


territorio gli spettacoli serali e l’Enozone (padiglione di degustazione dei produttori vitivinicoli locali); piazza Santi Cosma e Damiano sarà Piazza Barrique, con un curioso mercatino dell’antiquariato; piazza 1275 diventerà Piazza Vivace, interamente dedicata al divertimento e alla musica. Per questa edizione la centralissima piazza Alfieri si trasformerà nel Villaggio Enogastronomico per gustare ottimi piatti serviti da numerosi stand. Per il terzo anno consecutivo la web radio di “Socialsounds” sarà presente nel corso dell’evento. L’idea è quella di dare seguito ai laboratori tenuti durante l'anno scolastico e far provare “dal vivo” l’esperienza radiofonica in un contesto culturale e sociale di rilievo. Interviste, brevi live show e playlist musicali saranno il piccolo palinsesto creato in autonomia dai ragazzi delle terze medie dell'Istituto Alfieri di San Damiano. La web radio, nel contesto del Festival, diventa una forma di agorà pubblica che va oltre la mera espressione artistica per i ragazzi, ma li spinge ad interagire con le persone presenti, promuove un dibattito tra generazioni e li fa confrontare con una serie di tematiche impor-

www.terraetradizione.com di premi in denaro ai primi tre classificati che, con la loro opera, avranno valorizzato e promosso la Barbera intesa come cultura popolare, vinicola, territoriale ed enologica. Il premio ha inoltre una finalità sociale: al termine del festival le opere saranno cedute a chi ne faccia richiesta a fronte di una donazione ad organizzazioni con finalità sociali e culturali che operano sul territorio di San Damiano. Ma non finisce qui: le opere vincitrici saranno protagoniste delle etichette per vini da collezione vincitori del Premio di qualità della Douja d’Or di Asti a settembre. Nel dettaglio il programma del festival prevede venerdì 14 giugno alle 21 in piazza Libertà (piazza superiore) lo spettacoli di Paolo Ruffini; alle 21.30 in piazza 1275 (piazza Vivace) Daniele Tarantino in concerto, entrambe le serate a ingresso libero. Sabato 15 giugno alle 21 in piazza Libertà (piazza superiore) spettacolo di Beppe Braida a ingresso libero; in piazza 1275 (piazza Vivace) alle 21.30 il Concerto dei Vinai Pre Dj Pain_ Morbelli Post Rossini _Morbelli con ingresso a pagamento. Infine domenica 16 giugno alle 11 in piazza Libertà (piazza superiore) la premiazione del concorso “BarberArt” e presentazione del libro Le due vigne di Luigina Lorenzi Zago (ed. Buendia Books); alle 21 lo spettacolo di Platinette, a ingresso libero. In piazza 1275 (piazza Vivace) alle 22 Il grande concerto di una cantante molto attesa, Giusy Ferreri, a ingresso gratuito. Per tutto il periodo del festival San Damiano sarà caratterizzata dalla mostra “Art gallery Universo Astigiano” di Marisa Garramone all’interno del Palazzo comunale. La degustazione di vini nell’Enozone di Piazza Superiore a cura dell’Enoteca regionale “Colline Alfieri”. Il Villaggio enogastronomico in piazza Alfieri, a cura delle Pro loco di San Damiano e Celle Enomondo proporrà stuzzicanti prelibatezze ai visitatori. Non mancherà l’animazione itinerante a cura di La Bandarotta Fraudolenta, Stuzzicand e il Gruppo Civitate; infine si potranno visitare i mercatini per le vie del paese. Il Festival La Barbera si può seguire su internet su www. labarberaincontra.it oppure sui profili Facebook e Instagram digitando “labarberaincontra”.

tanti per le loro vite. Il consolidamento del laboratorio “Sandamiano da Ascoltare” di Socialsounds è anche frutto di una bella collaborazione tra Amministrazione comunale e la Dirigenza scolastica, aspetto positivo di dialogo e scambio culturale. Oltretutto il festival ospiterà una mostra d’arte di un’autrice importante. La galleria Luigi Ferrero del palazzo comunale sarà, infatti, l’incantevole location dell’esposizione della pittrice Marisa Garramone. Ci sarà anche la terza edizione del concorso Barber Art, aperto a tutte le scuole secondarie di secondo grado ad indirizzo artistico del Piemonte. Gli studenti possono partecipare con un’opera di pittura, scultura o fotografia realizzata a titolo personale, oppure aggregata per gruppi, per classi o di istituto. Il regolamento prevede l’allestimento di un’importante esposizione collettiva nel centro storico del paese e l’assegnazione

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Castagnole Lanze Festa della Barbera

Novità visita alle cantinee, e nelle vignta in biciclet

Dal 1° al 5 maggio il VINO del territorio é protagonista insieme ai PIATTI tipici 34

All’inizio di maggio torna a Castagnole Lanze la Festa della Barbera, appuntamento molto atteso che giunge all’edizione numero 42. Dunque un una ricorrenza davvero consolidata per tutti gli appassionati di questo grande vino frutto del lavoro dei produttori del paese riuniti nella Bottega del vino di Castagnole Lanze. L’organizzazione è affidata come sempre alla Pro loco del paese insieme a quella di San Bartolomeo e con il patrocinio del Comune. Ormai da alcuni anni il piatto forte di questo evento è il percorso “Di Cortile in cortile” che permette di degustare il pregiato vino castagnolese abbinato con i piatti della tradizione culinaria locale, scoprendo anche i caratteristici cortili del paese, angoli poco noti e tutti da vedere. Il programma di quest’anno propone anche alcune novità rispetto alle edizioni precedenti. La manifestazione prenderà il via mercoledì 1° maggio nel centro storico con la “Festa dell’imbottigliamento” a partire dalle 11. Anche questo è un appuntamento caratteristico di questa manifestazione. Un aperitivo proposto dai produttori del paese che offre la possibilità ai visitatori di imbottigliare il vino nuovo presso la cantina a cielo aperto ospitata nei portici colorati. Queste speciali bottiglie saranno contraddistinte da un’apposita etichetta a ricordo della giornata. Alle 14.30 “Pomeriggio in cantina”, con i produttori della Bottega del vino che accoglieranno i visitatori nelle loro cantine con degustazioni guidate e visite in vigna. Alle 18 la presentazione de “La volpe e la pecora”, storie di luoghi castagnolesi a cura de “La voce”. Alle


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20 la cena di gala con accompagnamento musicale di “La Guépe rouge”. La cena vede come protagonista Diego Bongiovanni, lo chef piemontese che arriva direttamente dalla trasmissione televisiva “La Prova del cuoco” di Rai 1, che proporrà una rivisitazione di piatti della tradizione piemontese naturalmente accompagnati dai vini dei produttori del paese. Giovedì 2 maggio alle 21 al Palabarbera “Divin concerto”, musica Jazz sulle note dei fratelli Gershwin proposto da “Aura Nebiolo quartet” seguito da un brindisi con i vini locali. Nella giornata di venerdì 3 maggio si apre il piatto forte della manifestazione ovvero il percorso gastronomico “Le vie della Barbera – di Cortile in cortile”, la degustazione itinerante che si svolgerà all’interno

di 24 cortili presenti nel centro storico del paese. I visitatori potranno comodamente spostarsi da un punto all’altro del centro cittadino e ogni cortile propone il suo piatto abbinato a un produttore vitivinicolo. Le degustazioni si possono acquistare rigorosamente con i “Barberini” che potranno essere cambiati alle casse con i classici euro. Queste apriranno a partire dalle 16, mentre il percorso gastronomico prenderà il via dalle 19.30. Ma non è certo questo l’unico evento in programma nella giornata. Alle 16 ci sarà l’accoglienza degli amici delle città gemellate con Castagnole, con il saluto dell’Amministrazione comunale al centro sportivo “Ceretto”. Alle 17 sarà inaugurata la mostra retrospettiva dedicata ai pittori castagnolesi che resterà aperta per tutta la festa. Insieme alle degustazioni dei cortili ci sarà anche una serata occitana con un ospite d’eccezione, Sergio Berardo e alle 22 il concerto della “Shary band” al Palabarbera, seguito da dj set. A mezzanotte e mezza la chiusura dei cortili, in attesa del nuovo giorno. Sabato 3 si riparte con l’apertura delle casse dei Barberini e dell’Enoteca della festa fin dal mattino, dalle 9 e contemporaneamente, dalla stessa ora prenderà il via il “tour in cantina” con visite guidate presso i produttori della Bottega del vino a bordo del Barbera bus. Si potrà anche effettuare il tour dei vigneti sul “Trenino della Barbera” con partenza da piazza Giovannone. Le prenotazioni vanno fatte all’Enoteca della Festa. Alle 10.45 arriverà alla stazione ferroviaria del paese il “treno storico”, uno speciale convoglio partito da To-

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rino con la locomotiva a vapore, organizzato appositamente per celebrare la festa castagnolese. Si tratta di un convoglio turistico che percorre la linea che da Torino porta verso Asti, Castagnole, Canelli e Nizza Monferrato. Dalle 12 si può consumare il pranzo self service al Palabarbera, mentre alle 16 ci sarà l’apertura, nella Chiesa dei Battuti bianchi, della mostra “Il paese dei ragazzi – etichette a quattro mani” con l’esposizione dei lavori effettuati dagli studenti delle scuole del paese insieme agli artisti locali, che li hanno accompagnati in laboratori artistici. Alle 18 ci sarà l’apertura ufficiale della festa, con il taglio del nastro da parte delle autorità civili, seguita dalla presentazione dei piatti e dei vini presenti in ogni cortile. Il percorso “Di cortile in cortile” aprirà alle 18.30. Dalle 19 vie e piazze di Castagnole saranno caratterizzate dalla musica di gruppi, dance, dj set, cover. Dalle 21 si potrà ballare sul palchetto grazie all’orchestra “La Bersagliera”. Contemporaneamente il “Palabarbera” ospiterà le cover di “Vascoexplosion” e a seguire il dj Mister

cugi. Alle 23 il momento della bellezza con l’elezione di “Miss Barbera”, la serata si concluderà all’una. Dalle 17 alle 2 della notte sono previsti il bus navetta e il “Trenino della Barbera” da San Bartolomeo al centro storico. L’ultima scoppiettante giornata delle festa è domenica 5 maggio. Dalle 9 si apriranno le casse dei “Barberini” e dell’Enoteca della festa, mentre alle 10.45 arriverà di nuovo il treno storico da Torino. Alle 11 verrà celebrata la speciale messa solenne, cantata dalla “Corale Valle Tinella”, celebrata nella chiesa parrocchiale di San Pietro alla presenza delle autorità e degli ospiti delle città gemelle. A seguire,

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alle 11.45 la “Cerimonia di imbottigliamento” con la consegna del premio “Lanzevino 2019”. L’apertura del percorso dei cortili è prevista alle 12 e la giornata sarà accompagnata da sbandieratori, artisti di strada e gruppi musicali: ci saranno “Donkey stuzzica band” i “Frustatori della Rocchetta e i controcorrente” e il gruppo folk J’Arliquato. Alle 16 l’esibizione in concerto dei “Vicarini”, il gruppo corale formato dagli alunni della scuola “Vicari” di Castagnole. Alle 18 conclusione col botto della festa con lo spettacolo dei Tre Lilu e alle 21 la chiusura del percorso dei cortili. Anche in questa giornata ci saranno i bus navetta e i trenini fra San Bartolomeo e il centro. Una delle novità di questa edizione consiste nella possibilità di effettuare le escursioni, sia quelle in vigna che quelle per le cantine, in bicicletta. L’uscita in bici fra vigneti, noccioleti, chiesette e cantine, della durata di tre ore, è in programma mercoledì 1 maggio a partire dalle 14.30 da piazza Balbo, con il contributo di 15 euro (comprensivo delle degustazioni). Il tour delle cantine su due ruote sarà sabato 4 maggio dalle 9 da piazza Lucchini per una durata di due ore circa. Si seguiranno percorsi meno trafficati che si potranno effettuare anche in autonomia utilizzando l’apposita segnaletica: dalle 9 ci sarà il percorso “Terrazze sul Tanaro” e “Via dello spirito” e dalle 11 “Colline d’oro”. Entrambe le iniziative sono proposte da “Miravigne bike”. Ancora una volta un lungo fine settimana di inizio maggio permetterà la scoperta di uno dei vini più pregiati del territorio a Castagnole.


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Istituita dalla Regione Piemonte la Zona naturale di salvaguardia del Fiume Tanaro, fra Cherasco e Castagnole Lanze La Giunta regionale, con una deliberazione del 12 aprile, ha istituito “la Zona naturale di salvaguardia “z6octies. Zona naturale di Salvaguardia del fiume Tanaro”, nel tratto tra Cherasco e Castagnole delle Lanze, come richiesto dai Comuni di Alba, Bra, Barbaresco, Castagnito, Castagnole delle Lanze, Cherasco, Guarene, Govone, La Morra, Magliano Alfieri, Monticello d’Alba, Neive, Pocapaglia, Roddi, Santa Vittoria, Verduno, Costigliole d’Asti e Isola d’Asti attraverso il protocollo d’intesa firmato dagli stessi Comuni il 28 febbraio scorso e la delibera della Giunta comunale albese del 7 marzo, accanto a quelle degli altri comuni coinvolti. La “Zona naturale di Salvaguardia del fiume Tanaro" integra l’elenco delle zone naturali di salvaguardia della legge regionale del 2009. La superficie complessiva è 3.545 ettari. Oltre a questo nel Consiglio comunale del 10 aprile 2019, con i voti della maggioranza e l’astensione dell’opposizione, è passata la delibera sull’adeguamento del Piano regolatore al Piano Paesaggistico Regionale. Sono individuate anche le zone boscate, in

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particolare i “boschi di valore paesaggistico” sottoposti alle misure di salvaguardia. Nel Comune di Alba i “boschi di valore paesaggistico” sono 21 ed hanno una superficie complessiva circa 318 ettari. Nello stesso documento sono state anche individuati: i “varchi” di interesse paesaggistico e di aree già previste per servizi, mitigazione a verde, etc.; gli ambiti definiti “ad alta vocazione tartufigena”; i “percorsi panoramici”; i margini urbani del “Parco del Tanaro” da riqualificare come “zona naturale di salvaguardia”; gli elementi storico-documentarie nelle aree esterne al centro storico; gli edifici o ambiti ad integrazione del censimento Unesco; le normative, anche in estensione delle previsioni già inserite per la buffer zone Unesco; la modifica delle norme tecniche di attuazione del Prg sugli interventi in centro storico e su edifici tutelati; il recepimento dei riferimenti definiti nel regolamento edilizio comunale; l’estensione all’intero territorio comunale di specificazioni “qualitative”, già inserite per il territorio buffer zone Unesco (per autorimesse, fotovoltaico, ecc. piscine, muri di sostegno, tipologie edilizie).

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Alba Vinum

L'occasione e er per conosc i vini di Langhe,

Monferrato e Roero

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La più grande enoteca a cielo aperto

Puntuale, Vinum conferma di essere uno degli appuntamenti con il vino di qualità più attesi nel panorama primaverile nazionale. Ancora una volta Alba, la capitale delle Langhe, tornerà ad essere, fra il 28 aprile e il 5 maggio “la più grande enoteca a cielo aperto d’Italia”. Invariato rispetto alle precedenti edizioni il periodo di programmazione che include l’ultimo fine settimana di aprile e il primo di maggio, utilizzando anche il giorno della festa del lavoro; per sette giorni, le vie e le piazze di Alba ospitano i grandi vini di Langhe, Monferrato e Roero e anche quelli provenienti dal resto del Piemonte e d’Italia per una kermesse che invita al consumo consapevole del vino di qualità. La manifestazione conferma i punti di forza grazie ai quali si è affermata nelle precedenti edizioni proponendo alcune interessanti novità per questa edizione. Dal punto di vista tematico la manifestazione intende portare avanti l’iniziativa della Regione Piemonte che ha sancito quest’anno come quello dedicato al Dolcetto. L’obiettivo è quello di valorizzare un vitigno caro ai nostri nonni, visto che il vino era quello più diffuso sulle tavole piemontesi un tempo. Oggi invece nelle Langhe si va sempre di più diffondendo il Nebbiolo e nel Monferrato la Barbera. Va detto che comunque la manifestazione albese ha sempre avuto un occhio di riguardo verso questo vino con una piazza dedicata anche nelle precedenti edizioni. I principali luoghi di degustazione, con circa 800 etichette di oltre 400 produttori, accessibili attraverso l’acquisto di un carnet, saranno: Palazzo Mostre e


territorio Congressi con i grandi Rossi delle Langhe, piazza Garibaldi con i vini del Monferrato, piazza Risorgimento (piazza del Duomo) con Arneis e Roero e i produttori della città, il Cortile della Maddalena che ospita il Dolcetto, il Gavi e il Brachetto d’Acqui, piazza Ferrero propone Asti, Moscato e la Nocciola insieme alle grappe, infine in piazza San Paolo si troveranno i vini bianchi delle Langhe. Da non dimenticare assolutamente gli aperitivi con le bollicine dell’Alta Langa: lo spumante a metodo classico prodotto tra le province di Asti, Alessandria e Cuneo, con vigneti ad almeno 250 metri di altitudine e un affinamento di 30 mesi, in abbinamento a sfiziosi finger food. Tutti coloro che saranno in possesso del carnet degustazioni di Vinum potranno consegnare l’apposito ticket ai bar della città che aderiscono all’iniziativa. Ad accompagnare le degustazioni in questi luoghi lo “Street food ëd Langa”, espressione di una profonda tradizione gastronomica. Prodotti di alta qualità, cucinati sul momento, che si possono gustare passeggiando insieme a un buon calice di vino. In collaborazione con i Borghi di Alba aderenti alla Giostra delle Cento Torri, l’Accademia Alberghiera di Alba e con l’Associazione Macellai Albesi. Ma ad accompagnare i bicchieri degli speciali vini piemontesi ci saranno anche i formaggi. Palazzo Mostre e Congressi “Morra” di Piazza Medford ogni giorno di Vinum dalle 11.30, con ingresso a pagamento abbinabile ai carnet di degustazione, ospita l’Isola dei Formaggi, grande vetrina della produzione casearia piemontese. Aperta tutti i giorni di Vinum in collaborazione con l’Onaf (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggio), che terrà un info point sul vino, il Consorzio di Tutela del formaggio Robiola di Roccaverano DOP e il Consorzio per la Tutela del formaggio Murazzano DOP. Accanto alle degustazioni gratuite si terranno in questi spazi laboratori su “I formaggi e i vini del territorio”, occasioni in cui la conoscenza diventa un piacere. Si rinnovano anche gli appuntamenti culturali di “Vinum incontra”. Sala Beppe Fenoglio, all’interno del Cortile della Maddalena ospita tante e nuove occasioni di approfondimento sul mondo del vino, laboratori e presentazioni letterarie per conoscere la storia e la cultura della tradizione vitivinicola. Tutti i laboratori delle 16 sono presentati da relatori di Ais Piemonte (Associazione italiana Sommelier), fra cui Mauro Carosso e Andrea Dani, con ingresso a pagamento, abbinabili al carnet. Gli appuntamenti delle 18 sono ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Ma se Alba è il centro della manifestazione, c’è anche la possibilità per chi lo desidera di andare a incontrare le bottiglie di vino direttamente nelle aree di produzione, grazie a “Vinum in cantina”. Un’esperienza ideata per soddisfare le esigenze degli

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territorio enoturisti e dei gourmet. Si possono visitare alcune tra le più importanti cantine di Langhe, Roero e Monferrato selezionate da grandi chef che, al termine del tour, preparano uno speciale aperitivo abbinato al vino dell’azienda ospitante. L’esperienza è completa di un servizio navetta con andata e ritorno da Alba, in Piazza Medford, dalle 15.30/16.30 alle 19.30/20.30. In questa edizione, dedicata al Dolcetto, alcuni degli appuntamenti sono previsti a Dogliani. Ancora una volta “Vinum Bimbi” accompagna l’evento, con l’obiettivo di presentare ai bambini il “valore vino” per il territorio di Langhe, Roero e Monferrato attraverso il gioco. Perché se i bambini sono gli adulti di domani devono imparare divertendosi, fin da piccoli e piccolissimi, a conoscere e rispettare le caratteristiche e le potenzialità della propria terra. “Vinum bimbi”, realizzato in collaborazione con l’associazione “Sinergia Outdoor” all’interno del progetto “Laboratorio Quota Verde”, sarà presente nel Cortile della Maddalena dalle 10.30 alle 20. Non mancano tanti appuntamenti collaterali ad ac-

compagnare il programma principale appena illustrato. Palazzo mostre e congressi ospita “In Loco logo”. Il tema alla base di questa installazione è il viaggio. Il progetto, a cura di Acqua di Cherasco, gioca ed invita a giocare con l’idea di odorare il nostro territorio. Oggetti simbolo dell’installazione sono libri che, sottratti al destino del macero, vengono recuperati e si trasformano in opere d’arte profumate che danno voce alla geografia Unesco. Alba Sotterranea propone la scoperta del passato di

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www.terraetradizione.com Alba attraverso la visita ai reperti archeologici trovati sotto le strade e i palazzi della città. La visita è illustrata da un archeologo professionista. Inoltre Il mercato della terra, nato con l’intenzione di avvicinare i consumatori ai produttori, è viene proposto in collaborazione con il Comune di Alba e la condotta Slow Food di Alba. Il mercato offre, agli appassionati dei prodotti a km zero e agli enoturisti, l’opportunità di conoscere e acquistare prodotti agricoli di altissima qualità. Una mostra sul design è invece il tema dell’esposizione presente a Palazzo Banca D’Alba, in via Cavour. “Platform. Best italian interior design selection” propone 29 totem che presentano ciascuno 3 progetti architettonici di design di interni selezionati dalla prestigiosa rivista Platform, tra oltre 400 candidature proposte alla redazione di Platform Architecture and design. La mostra è allestita dal 24 aprile al 5 maggio. Non mancheranno nemmeno gli appuntamenti musicali di “Intorno alla chitarra”, rassegna internazionale dedicata interamente al popolare strumento. Dalle 11 alle 16 il Cortile della Maddalena è animato


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Stefano Mosca, il direttore, invita i turisti alla kermesse albese A partire da quest’anno l’Ente Fiera internazionale del Tartufo Bianco D’Alba dispone di una nuova figura amministrativa, il direttore. La scelta di dotarsi di questa figura deriva dall’esigenza, da parte dell’Ente, di far fronte a un considerevole aumento di fatturato, passato nell’arco di pochi anni da 500.000 euro a circa due milioni. È stato designato per questa carica Stefano Mosca, 51 anni, che per 18 anni ha guidato l’Atl di Biella, ed è stato imprenditore nel mondo del turismo e della cultura. Lo abbiamo interpellato sula prossima edizione di Vinum, il suo primo grosso impegno all’interno dell’Ente Fiera: «Sono entusiasta di lavorare alla 43°edizione di Vinum – dichiara il nuovo direttore – una nuova edizione, che si presenta come la più grande Enoteca a cielo aperto d’Italia, rivolta agli appassionati di vino ma non solo. Per gli amanti del vino è un luogo unico per scoprire nuovi produttori delle DOC e DOCG delle Langhe, Monferrato Roero e per tutti una meta ideale per trascorrere una giornata o un fine settimana all'insegna del buon cibo, del divertimento, anche per le famiglie e i bambini, godendovi gli incantevoli paesaggi vitivinicoli Patrimonio dell'umanità dell'Unesco. Visite in prestigiose cantine, degustazioni di Vini e Formaggi, musica, mostre e molto altro vi accompagneranno per tutta la durata dell'evento che avrà luogo ad Alba dal 25 al 28 aprile ed il 1° e 4 e 5 maggio. In alto i calici e vi aspettiamo ad Alba».

www.terraetradizione.com dall’International Jazz Day Unesco a cura dell’associazione Milleunanota, realtà musicale che quest’anno festeggia il decimo compleanno. Dal jazz allo swing con incursioni nel mondo del blues si arriva al concerto di gala del 28 aprile nella Chiesa di San Giuseppe con Braxophone 5et: da New Orleans alla musica contemporanea. Chi acquista un carnet degustazione avrà diritto ad un ingresso gratuito al concerto serale. Ancora sabato 27 e domenica 28 aprile Vinum va...al Golf! Nell’incantevole Golf Club di Cherasco si associano “18 vini per 18 buche”, una speciale degustazione di vini Dolcetto d’Alba DOC, Dolcetto di Diano d’Alba DOCG, Dolcetto di Dogliani DOCG, in onore del tipico vitigno piemontese, nell’anno a lui dedicato. anti altri eventi piccoli e grandi che accompagneranno i visitatori durante le giornate albesi. Per facilitare l’accesso dei turisti alla manifestazione L’Ente Fiera internazionale del Tartufo bianco D’Alba ha raggiunto accordi importanti. Quello rinnovato con Trenitalia e una nuova partnership con Bus Company che per l’occasione organizzerà degli speciali bus Torino-Alba andata e ritorno.

Per chi acquista un carnet degustazioni sarà incluso nel prezzo un tour sightseeing nelle colline delle Langhe. L’Ente Fiera prosegue anche la sua collaborazione con l’acqua Valverde, servita rigorosamente in bottiglie di vetro nell’ottica di una maggiore sostenibilità ambientale. «La presenza di Piemonte Land of Perfection al cartellone di eventi della Primavera di Alba è gradita e doverosa - commenta Filippo Mobrici, Presidente di Piemonte Land of Perfection -. Come soggetto che rap-

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presenta l’immenso patrimonio enologico piemontese abbiamo il dovere di sostenere tutte le esperienze in cui si sviluppano politiche promozionali sinergiche tra territori e prodotti tipici. L’auspicio è che la città di Alba sia soltanto il punto di partenza per le migliaia di enoappassionati che la visiteranno nei mesi a venire. Il Piemonte del vino offre infatti innumerevoli esperienze, tutte caratterizzate da una grande qualità enoica e gastronomica». «Vinum è la nostra più grande manifestazione turistica di primavera - sottolineano il sindaco di Alba Maurizio Marello e l’assessore a Cultura, Turismo e Manifestazioni Fabio Tripaldi - Da quando l’abbiamo voluta nelle piazze pochi anni fa, il successo della kermesse è esponenzialmente aumentato, in termini di presenze. Vinum, inoltre, è uno dei progetti interni al riconoscimento Unesco Creative City of Gastronomy conferito alla nostra città nel 2017. Grazie a questo, nell’ultimo anno abbiamo lavorato molto sulla promozione dei nostri prodotti enogastronomici, attraverso incontri, dialoghi e scambi con altre città mondiali. Proprio quest’anno avremo ospite a Vinum, Limoges, città francese Unesco Creative City per l’artigianato e le tradizioni popolari, per evento tra l’enogastronomia e le famose ceramiche».

L’architetto Luca Sensibile ci parla soprattutto degli eventi dedicati al Dolcetto: «Quest’anno la Regione Piemonte ha deciso di dedicare la promozione del vino al Dolcetto e Vinum certamente non si sottrae, anzi. Sono cinque anni che la nostra manifestazione propone una piazza dedicata a questo vino strettamente legato alla terra langarola. Quest’anno, come nei precedenti, il Cortile della Maddalena, ospita circa 30 produttori di Dogliani, altrettanti di di Diano, le due zone maggiormente vocate per il Dolcetto, e nove fra Montelupo e Rodello. Poi ci sarà lo spazio per tutti gli altri Dolcetto, lo scorso anno abbiamo ospitato fra le 115 e le 120 etichette e quest’anno non saremo certo da meno. Cinque anni fa con la prima edizione con la piazza per il Dolcetto, avevamo anche avuto ospiti celebri come i cantanti Renga e

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Nek per parlare di questo vino. Da allora questo spazio è stato sempre confermato. Anche alcuni appuntamenti di “Vinum Incontra” saranno dedicati a questo ottimo vino: quest’anno la rassegna propone una novità, le degustazioni nel corso degli appuntamenti saranno guidate dai sommelier dell’Ais. Senza dimenticare che alcuni degli appuntamenti di “Vinum in Cantina” in tutto 14, due per ogni giornata, sono programmati a Dogliani, area particolarmente vocata per il Dolcetto. Si segnala anche un appuntamento che vedrà protagonisti i giovani: sabato 4 maggio i ragazzi della scuola “Pertini” di Alba si esibiranno insieme alla banda musicale di Alba “Ars et labor” e un’altra banda musicale giovanile, “La Polverosa”, proveniente dalla Toscana. In tutto saranno coinvolti circa 120 musicisti. Il Format di Vinum ormai è consolidato e in forte crescita e coinvolge tante realtà produttive e associative della città».


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VINUM

Farfalle colorate accolgono i turisti nelle vetrine dei negozi del centro Marco Scuderi, rappresentante dell'Aca (Associazione commercianti albesi) si sta occupando, fra le altre cose di un'iniziativa che coinvolgerà i negozi del centro storico nel periodo di Vinum e ce ne ha parlato: «Le vetrine degli esercizi commerciali del centro di Alba, quelli nelle strade e piazze nelle quali passeranno i turisti, saranno allestite con temi primaverili e in particolare saranno caratterizzate dal profilo di farfalle colorate. Si tratta di un simbolo della primavera appena iniziata celebrata da una manifestazione come Vinum. Lo slogan che accompagna questa iniziativa è “We make you fly”, dall'inglese “Vi facciamo volare”. Vogliamo in questo modo regalare al turista che viene sul nostro territorio emozioni positive legate strettamente a questa straordinaria stagione. La farfalla è simbolo di speranza, gioia e dona serenità. La manifestazione sarà una festa che i commercianti del centro onoreranno in questo modo. Anche le vetrine dei negozi sono coinvolte nella grande manifestazione dedicata ai vini del territorio. Ormai questa manifestazione è consolidata e molto attesa dagli appassionati. Ci aspettiamo una buona risposta da parte dei visitatori, anche maggiore rispetto alle edizioni precedenti».

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Rodello

l'Arte Sacra

l Con Festivao del Dolcett a e Langaloc prelibatezze in scena

A maggio protagonisti il Dolcetto, l'arte e le Pro loco delle nostre colline

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Maggio è un mese in cui vale la pena visitare e scoprire Rodello nelle Langhe. Quest’anno il Festival del Dolcetto D’Alba cade durante il periodo in cui la Regione Piemonte ha deciso di dedicare i suoi sforzi promozionali proprio a questo speciale vino langarolo. Rodello è uno dei territori vocati per il Dolcetto e questo festival lo conferma. Dall’altro lato la manifestazione rappresenta il coronamento del percorso avviato all’inizio dell’anno e che ha coinvolto il Comune, l’associazione “Turismo in Langa” e la Diocesi di Alba, responsabile del Museo di Arte sacra Dedalo Montali. Anche nel 2019 ha avuto luogo l’iniziativa “Rodello arte” giunta alla terza edizione e che viene coronata proprio in occasione del festival del Dolcetto con l’apertura della mostra all’interno del museo Montali con le opere degli artisti che hanno partecipato. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di ricreare quel clima di creatività artistica che si era sviluppato nel paese langarolo negli anni ’60 per merito del canonico don Mario Battaglino che aveva promosso nel paese una seminario sperimentale per giovani artisti cui avevano aderito nomi importanti come Piero Ruggeri, Giorgio Ramella, Bruno Sandri, Beppe Morino, sotto la guida di Enrico Paulucci. Oggi il frutto di quella stagione è conservato nel museo di arte sacra “Dedalo Montali” che ospita anche le opere di un altro grande artista giunto a Rodello proprio alla fine degli anni ’60, colui a cui è intitolata la pinacoteca. Perché questa sia ancora una realtà viva e feconda e non solo un luogo di raccolta di grandi opere del passa-


territorio to, è stata indetta questa chiamata agli artisti, un appello a presentare la propria candidatura per un workshop da svolgere nel mese di febbraio. Circa 40 hanno mandato il loro curriculum e il loro portfolio e sono stati selezionati in dieci per partecipare a uno speciale workshop residenziale organizzato alla fine di febbraio. Nell’occasione gli artisti, attraverso narrazioni, esperienze e laboratori hanno conosciuto la realtà di Rodello e il tema dell’edizione di quest’anno. Dopo la full immersion i partecipanti sono chiamati a creare opere di arte contemporanea di ispirazione sacra che ora in occasione del festival del Dolcetto di sabato 4 maggio vanno a costituire una speciale mostra all’interno del museo Dedalo Montali. Il tema a cui è dedicata l’iniziativa di quest’anno è fortemente d’attualità. Il viaggio infatti è quello del pellegrino e del visitatore, ma anche quello del migrante in fuga dalle guerre o alla ricerca di un posto dove vivere. Papa Francesco I ha detto: “i musei devono accogliere nuove forme d’arte. Devono spalancare le porte alle persone di tutto il mondo. Essere uno strumento di pace.

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Essere vivi”. Così il viaggio può anche essere un percorso di crescita personale, di scoperta. L’esposizione con le opere degli artisti partecipanti all’iniziativa resteranno nei locali del Museo Dedalo Montali fino al mese di ottobre. Il programma del festival per la giornata di sabato 4 SERVIZIO POST-VENDITA maggio è molto denso.

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territorio Dalle 10 del mattino fino alle 22 verranno allestiti i banchetti in piazza con l’esposizione e degustazione dei produttori del Dolcetto d’Alba e non solo. Alle 11 ci sarà l’inaugurazione della mostra espositiva con le 10 opere degli artisti coinvolti nel Workshop tenutosi a febbraio. Alle 13 il pranzo in piazza sotto il tendone, con prenotazione obbligatoria. Il menù tipico sarà a cura del catering “Paolo e Sandra”. Nel corso della giornata sarà possibile visitare il Museo di Arte Sacra dedicato a Dedalo Montali. Nel primo pomeriggio ci sarà la premiazione del concorso per il miglior dolcetto 2017 e il mini convegno dell’enologo Luigi Bertini. Si proseguirà poi con le degustazioni e, a partire dalle 19 è in programma l’apericena a buffet in musica. Alla fine del mese inoltre torna un altro evento che lo

scorso anno ha incontrato il favore dei visitatori e dei rodellesi, ovvero Langaloca. Il 25 maggio sarà il giorno che vedrà come protagoniste le Pro loco libere di proporre le loro tradizioni e la loro cultura. Le Pro loco sono le associazioni sempre al centro delle manifestazioni sulle nostre colline, ma solitamente sono nell’ombra, gli organizzatori degli eventi che offrono allegria e ci divertono. Con Langaloca queste associazioni sono al centro della scena, distribuiti nel centro di Rodello per un giorno grandi protagoniste. Naturalmente nel corso della giornata si potranno gustare le prelibatezze del territorio accompagnate dai pregiati vini. Ogni gruppo partecipante proporrà un suo piatto, ognuno diverso dagli altri in modo tale che il visitatore possa avere un quadro completo delle nostre tradizioni culinarie. Le associazioni aderenti, al momento in cui scriviamo, sono quelle di Arguello (con Friceu dolci e salati accompagnati da vino), Diano D’Alba (con torta di nocciole e gelato e vino “sex on the Langhe”), Govone (con gnocchi ai formaggi e salame al cioccolato, birra e vino), Lequio Berria (con Semolini con salsiccia e costine alla

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www.terraetradizione.com brace e vino), Montelupo (con fragole con zucchero, limone, panna e Moscato), Priocca (con fritto misto alla piemontese e vino), Ricca (con tagliatelle al sugo di pomodoro e vino), Rocchetta Belbo (con Grigliata di bistecca di capocollo, salsiccia e patatine fritte e vino), naturalmente quella di casa, ovvero Rodello (con battuta di Fassone e acciughe al verde e vino), il Borgo della Moretta di Alba (con agnolotti burro e salvia e vino e birra) e infine, da fuori territorio, Carignano, (con Costine appese e vino). Dunque una giornata di festa nella quale passare il tempo in allegria nel centro del paese langarolo chiuso al traffico. Saranno predisposte aree di parcheggio, con la possibilità di lasciare l’auto a Ricca, da dove una navetta porterà i turisti nel centro. Dice il sindaco di Rodello, Franco Aledda: «Si ripete per la seconda volta a Rodello questa bella manifestazione di aggregazione con tante pro loco protagoniste. Si tratta di un momento di aggregazione e condivisione che mette insieme molti paesi e realtà del nostro territorio tutti riuniti nel nostro Comune. Si potrà trascorrere una bella serata conviviale tra amici in bella compagnia e in allegria, con l’unico intento di stare bene insieme grazie anche alla buona tavola che sapremo certamente allestire grazie agli ottimi piatti che saranno proposti da ogni Pro loco. Ancora una volta a Maggio è bello trascorrere il proprio tempo a Rodello, fra cultura e enogastronomia».




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