Terra e Tradizione - Marzo 2019

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Basso Piemonte e Yunnan in Cina, gemellaggio Unesco Vinum: al centro dell’attenzione il Dolcetto Rodello: torna il workshop per gli artisti

SERGIO SUSENNA: territorio attento alla bellezza grazie a "ITALIA NOSTRA"



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Sede legale, Redazione, Pubblicità, Direzione, Progetto grafico, Pubbliche relazioni, Art Director, Proprietà artistica riservata:

Direttore responsabile: Livio Oggero CAPOREDAttore: Diego De Finis Testi: Livio Oggero, Diego De Finis, Cesare Torta, Daniela Prevignano, Laura Icardi, MariaGrazia Galliano, Roberto Cerrato, Riccardo Scanavino

Foto: redazione Terra & Tradizione, Diego De Finis, Pro Loco di Garessio, pixabay.com, Beppe Malò, Gisella Divino, Bruno Murialdo, Davide Carletti, Stefano Ursida, Asl Cn2 Pro Loco di Castagnito, Comune di Rodello Confagricoltura Asti Gli articoli pubblicati esprimono il pensiero dell’autore e non necessariamente quello dell’editore La redazione non si assume responsabilità per variazioni di date, orari e luoghi delle manifestazioni, e ringrazia tutte le Amministrazioni Comunali, gli Enti e le Associazioni di categoria, per la gentile collaborazione. Dichiarazione di riservatezza Tutti i dati sensibili dei nostri clienti e/o lettori, il materiale e le informazioni, di cui la redazione venga a conoscenza, sono custoditi con la massima riservatezza, non diffusi a terzi per altri fini, nemmeno parzialmente, custoditi in modo appropriato, ed utilizzati unicamente dalla redazione iM.coM. per il proprio elaborato. Inoltre, chiunque non desiderasse più ricevere la rivista, deve semplicemente comunicarlo tramite mail: im-com@libero.it È vietata la riproduzione anche parziale di impaginazione e grafica.

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EDITORIALI

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Food economy: prodotti d’eccellenza piemontesi (A cura di L. Oggero)

RUBRICHE

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La scienza conoscenza in continua evoluzione (A cura di Diego De Finis) La migliore strada per la soluzione di un problema (A cura di Cesare Torta) Licenziamento per giustificato motivo (A cura dello Studio Galliano Rosso Boschetti Associati) Invito alla lettura (A cura di Roberto Cerrato) Nuove sanzioni sul lavoro (A cura di Daniela Prevignano) Vietnam: mangiare per strada (A cura di Laura Icardi)

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Speciale ASL CN2 Il direttore generale dell'Asl Massimo Veglio e il direttore Sanitario Mario Traina ci illustrano le prospettive future dell'Asl Cn2

TERRITORIO E TRADIZIONE Basso Piemonte e Yunnan in Cina Pasqua: riti e tradizioni Taxi e noleggio in contrasto? Confagricoltura Asti: novità su lavoro e fisco Alba, a marzo il mese delle donne Bacco & Orfeo: la Classica ed il buon vino Vinum: al centro dell’attenzione il Dolcetto Savigliano: fiera della meccanizzazione Rodello, torna il workshop per gli artisti

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editoriale

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Food Economy: l’importanza dei prodotti Made in Piemonte Il Direttore Livio Oggero

Come lavoriamo i prodotti di eccellenza? Food Economy e Made in Piemonte. Se il primo termine definisce l’economia del cibo che muove miliardi di Euro, e dal momento che del cibo non si può fare a meno, la Food Economy non corre certo il rischio di sparire o di passare di moda, il secondo sottolinea come l’identità dei prodotti piemontesi sia tutelata e valorizzata da tante imprese (6568) che, ogni giorno, producono e vendono materie prime e lavorati di eccellenza, apprezzati in tutto il mondo enogastronomico. Il concetto del Made in Piemonte è un esempio per descrivere lo stato di salute del nostro territorio, elaborato a fine 2018 dall’Osservatorio per le PMI di Confartigianato Imprese Piemonte, su database Istat, UnionCamere – Infocamere e MIPAAF. Cosa possiamo dire del Made in Piemonte? Che è un concetto che fa rima con qualità, genuinità, cultura, tradizione, territorio. Tutti aspetti che confermano come il nostro cibo sia percepito positivamente nel mondo. Una risposta allo scegliere “che cosa” mangiare, in questo mercato di massa in cui il surplus dell’offerta di cibo ha superato di gran lungo il bisogno primario di nutrirsi per sopravvivere. Ma restando nel nostro “piccolo”, quanto e come consumiamo noi Piemontesi? Il 95,4% della spesa viene investito in prodotti alimentari e bevande analcoliche. Il restante 4,6% in bevande alcoliche. La fanno da padroni formaggi e latticini (6,1%), salumi (4,9%), pane (4,8%) e altri prodotti di panetteria e pasticceria. Durante l’ultimo anno il giro d’affari della spesa è stato di circa 545 milioni di Euro per prodotti da forno, salumi, latticini, formaggi, olio di oliva, dolci, gelati, condimenti e alcolici prodotti da artigiani. A livello provinciale?

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Sotto la voce acquisti: 638 milioni a Torino, 156 a Cuneo, 121 ad Alessandria, , 99 a Novara, 59 ad Asti, 50 a Biella, 48 a Vercelli e 45 nel Verbano-CusioOssola. Questo volume viene creato dal lavoro di 6568 imprese così suddivise a livello provinciale: 3.227 a Torino, 1.131 a Cuneo, 645 ad Alessandria, 458 a Novara, 398 ad Asti, 248 a Vercelli, 244 a Biella e 217 a Verbano-Cusio-Ossola. E cosa producono? Sul territorio piemontese 3.180 pane, dolci e gelati, 2305 lavorano nel campo dei cibi da asporto e operano nella ristorazione, 298 pasta, 222 lavorano e conservano la carne, 115 condimenti e conserve, 97 latte e formaggi, 91 vini, distillati e birra, 66 granaglie e prodotti amidacei, 40 frutta, ortaggi e pesce, 4 oli e grassi vegetali e animali. Le restanti 150 nel settore delle produzioni varie. La ciliegina sulla torta sono le eccellenze tipiche prodotte: in Piemonte ce ne sono 337, valorizzate grazie a metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura storiche ed uniche, che rendono questi prodotti inimitabili. Uno spaccato sicuramente positivo ma nel quale bisogna continuare a crescere, soprattutto in questo periodo storico in cui il “percepito” di un prodotto alimentare è fondamentale per capire come il cliente si muove nelle sue preferenze. Nella Food Economy bisogna inserire una strategia di comunicazione ben precisa: avete mai sentito parlare di Food Marketing?... Ci vorrebbero pagine per spiegarlo, ma possiamo dire che con la formazione al digitale e l’inserimento di figure professionistiche nelle stesse aziende, si possono ottenere risultati importanti. Sempre a servizio della salute del cliente.


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La scienza è conoscenza sempre in evoluzione Il Caporedattore Diego De Finis

Dalla filosofia è giunta la teoria che si oppone a tutti i dogmatismi

Su questo numero parliamo di scienza, e il lettore potrebbe chiedersi cosa ha a che fare la scienza con la filosofia. Solitamente i due campi sono contrapposti: la scienza è l’ambito di studio che fa progredire davvero la conoscenza, dalla quale si conoscono sempre nuove leggi sul funzionamento della natura e dell’universo e che permette alla tecnologia di avanzare e renderci la vita più facile. La filosofia invece sarebbe “quella cosa con la quale o senza la quale, tutto resta sempre uguale” (secondo un detto popolare che gira nelle scuole superiori). E in realtà la filosofia è proprio questo, osservazione, contemplazione, ragionamento. Ma la scienza viene da lì, dalla filosofia. Erano filosofi i primi scienziati e ragionavano come tali. Anche quelli contro cui poi i fondatori della scienza hanno polemizzato. Il riferimento chiaro è ad Aristotele. L’allievo di Platone era un fine osservatore e nei suoi libri di Fisica ha elaborato tante teorie scientifiche che tali non erano, perché il greco non aveva ne strumenti ne metodo, ma partiva sempre e comunque dall’esperienza e dall’osservazione. Solo che le sue teorie, fatte proprie dalle istituzioni ecclesiastiche e adattate alle esigenze del cristianesimo erano

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diventate dogmi e a questo dogmatismo si opposero due filosofi che hanno, il primo concretamente, il secondo con una visione più forte, dato il via alla scienza moderna come la conosciamo oggi. Il primo è Galileo Galilei, il pensatore italiano la cui importanza non può essere sminuita. A tutti glie effetti, a cavallo fra XVI e XVII secolo ha letteralmente fondato la scienza moderna. Questo perché al di là della scoperta della terra che gira intorno al sole, ha teorizzato quello che poi è stato seguito dagli scienziati come metodo scientifico: l’esperimento come intervento attivo dello scienziato sulla natura per dimostrare la teorica che comunque nasce dalla ragione dello studioso. Inoltre ha dato grande importanza alla matematica come fosse la base su cui è fondata la natura: elementi che hanno costituito la base del metodo scientifico. Più o meno negli stessi anni, ma ben più a nord Francis Bacon, in Inghilterra, diventava l’araldo della scienza in quanto potere per accrescere il benessere dell’uomo, in sostanza (anche attraverso uno scritto rimasto incompiuto, la Nuova Atlantide) invocava una tecnologia frutto delle scoperte scientifiche. Bacon al contrario di tanti suoi colleghi filoso-

fi, puramente pensatori, era un politico navigato, per certi versi cinico. Ha fatto un’importante carriera fino a essere lord Chancelor, per poi cadere in disgrazia per una accusa di peculato. Nella sua idea la nuova scienza, che doveva soppiantare le vecchie teorie aristoteliche, avrebbe dovuto dare all’Uomo la possibilità di padroneggiare la natura. Qualcuno ha detto che in qualche modo Bacon ha “inventato” il concetto di progresso. Non sono stati pochi i filosofi che dal XVII secolo in aventi hanno riflettuto su quella che poi si è affermata come la disciplina principale di acquisizione di conoscenza, certamente uno dei più importanti nel XX secolo è stato Karl Popper divenuto celebre anche fuori dal suo principale ambito di riflessione anche per le sue teorie politiche. Il filosofo austriaco, è diventato celebre per il principio di falsificabilità, ovvero per una teoria apparentemente sorprendente se riferita alla scienza: una teoria è scientifica se può essere confutata, in sostanza se è possibile teoricamente dimostrarne l’errore. Alla base sta il ragionamento per cui la scienza non è mai acquisita una volta per tutte e che le sue acquisizioni devono essere sempre messe alla prova. Certo le prove servono poi anche per rafforzarla a seconda dell’esito. Questa idea della scienza è anche sullo sfondo della sua teoria politica, quella della società aperta. Popper invocava una società in cui non ci fossero idee assolute accettate senza discussione, insomma una società tollerante e democratica che si contrapponesse alle dittature e ai totalitarismi. Questa idea è stata molto popolare nel mondo occidentale nella seconda metà del Novecento, in contrapposizione alla galassia dei regimi comunisti e ancora oggi è un modello che suscita dibattito, anche se la sua società aperta sembra più quasi un’utopia liberale più che il modello delle nostre società. Prima di morire, nel settembre del 1994, Popper ha avuto ancora il tempo di invocare un utilizzo più consapevole e controllato della televisione, chissà cosa avrebbe scritto di Internet.


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Best Practice A cura del sociologo Cesare Torta

Quando è utile sapere come è stato risolto al meglio un problema Quando sorge la necessità di avviare un nuovo progetto, che si tratti di progetto per la realizzazione di un impianto industriale o per l’attuazione di una riforma politica, il ricorso all’individuazione della migliore prassi conosciuta (in inglese: “Best practice”) è sempre l’approccio più appropriato ed intelligente. Per ogni scelta importante, visto che le variabili in ballo possono essere espressione di interessi contrastanti e diverse le modalità di procedere, la tentazione di voler dare una impronta personale è sempre presente, il fatto di conoscere come lo stesso problema è stato risolto da altri, quali sono stati i punti di forza e quelli di debolezza, quali insomma sono state le conseguenze, è senza dubbio un vantaggio iniziale rispetto ad ogni altro metodo per quanto geniale possa essere chi si fa promotore della scelta. Tale approccio richiede l’umiltà di chi sa di non sapere mai abbastanza e sente la necessità di conoscere lo stato dell’arte prima di effettuare qualsiasi innovazione, anche l’invenzione più rivoluzionaria della storia. Nel campo dell’economia e delle attività imprenditoriali nessuno si sognerebbe di iniziare una attività di produzione senza conoscere i metodi seguiti dalle altre imprese nel mondo. Poi si potranno apportare le modifiche necessarie e gli adattamenti alle varie realtà economiche e normative, ma la prima domanda è sempre: “Come hanno risolto questo problema gli altri?” Nata come metodo seguito in ambito manageriale la “best practice” viene spesso utilizzata, oltre che in ambito aziendale, nelle procedure sanitarie e in quelle di tutela ambientale. Meno frequente il suo utilizzo in ambito di gestione della pubblica amministrazione, anche

se in questo vasto campo, ce ne sarebbe un gran bisogno. Di questi tempi, in particolare, si ha l’impressione che più che l’analisi, la riflessione e la discussione per tener conto delle esigenze delle diverse componenti sociali, si ricorra sempre più spesso all’improvvisazione e alla rincorsa degli umori del “popolo”, concetto molto vago che ognuno può considerare come più gli aggrada, a seconda del consenso elettorale che possono ottenere gli annunci politici che si susseguono a ritmi in linea con gli stili di vita fortemente influenzati dai vecchi e nuovi mezzi di comunicazione. Altra componente che allontana gli addetti ai lavori della politica dalla fatica della ricerca dei modelli di eccellenza da imitare è la demonizzazione delle élite e del sapere in genere, accomunando in un sol fascio classe politica tradizionale ed esponenti della scienza e della cultura (i “professoroni”). In contrapposizione i modelli che si propongono come il nuovo e il cambiamento, si presentano come i veri rappresentanti del popolo e, affinchè non vi siano dubbi, come la parte più sprovveduta culturalmente del popolo. In questo modo, il messaggio che deve passare è che se un politico parla e si comporta come una persona semplice e “alla mano” automaticamente non potrà che governare bene e nell’interesse di tutta la popolazione. Ecco perché le facili soluzioni ai problemi vengono fuori come i funghi, senza dubbi, senza preoccuparsi delle conseguenze, senza ascoltare i consigli di enti tecnici, di esperti nei diversi settori, dei cittadini non schierati nei propri partiti o movimenti. Ci si vanta di non ascoltare nessuno e di tirare diritto per la propria strada. Altro che perdere tempo nella ricerca della “best practice”!

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Licenziamento per giustificato motivo: la sussistenza della crisi economica è requisito necessario? La questione che andremo ad esaminare in questo approfondimento è la seguente: in tema di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, l’esistenza di un andamento economico negativo dell'azienda è requisito necessario per la legittimità del provvedimento espulsivo o è invece sufficiente che il recesso datoriale sia fondato da ragioni inerenti una migliore organizzazione del lavoro, a prescindere dalla sussistenza di una effettiva crisi? La giurisprudenza più recente sembra privilegiare l’orientamento, in passato minoritario, secondo cui il giustificato motivo oggettivo posto a base del licenziamento può ritenersi sussistente anche qualora la scelta datoriale sia dettata da una volontà riorganizzativa in grado di migliorare l’efficienza operativa e, addirittura, aumentare il profitto aziendale e, quindi, anche in assenza di andamento economico sfavorevole. Prima che si facesse strada l'indirizzo interpretativo da ultimo citato, l’esistenza del giustificato motivo oggettivo era integrata soltanto dalla “necessità di far fronte a sfavorevoli situazioni non meramente contingenti influenti in modo decisivo sulla normale attività produttiva” (o formule simili), non poteva, cioè, riscontrarsi la legittimità del licenziamento in assenza di una situazione aziendale sfavorevole che lo legittimasse. Pertanto laddove fosse mancante tale presupposto, i Giudici ritenevano il licenziamento illegittimo in quanto orientato soltanto all'aumento di profitto. Negli anni si è invece ampliata la nozione di “ragioni inerenti l'attività produttiva” di cui all'art. 3, l. n. 604 del 1966, tanto da ritenerle integrate anche in caso di riorganizzazioni o ristrutturazioni, quali ne siano le finalità e, quindi, anche nel caso siano volte al risparmio dei costi e/o all'incremento dei profitti (non soltanto, quindi, allorché le ragioni inerenti l’attività produttiva e l'organizzazione del lavoro siano mirate a superare situazioni economiche sfavorevoli e di crisi). Pertanto, secondo l’orientamento da ultimo espresso (cfr. Cass. civile, sez. lav., 15/01/2019, n. 828), è da considerarsi legittima la scelta datoriale di recedere da un rapporto lavorativo al fine di migliore l’efficienza gestionale ovvero incrementare la redditività dell'impresa, purché tale scelta si traduca in un effettivo mu-

tamento dell'assetto organizzativo dell'impresa stessa dal quale derivi la soppressione di una determinata posizione lavorativa. In tema di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, quindi, l'andamento economico negativo dell'azienda non costituisce un presupposto necessario del provvedimento. Le ragioni inerenti all'attività produttiva e all'organizzazione del lavoro devono, evidentemente, essere esplicitate come motivazione che giustifica il licenziamento e, come sopra evidenziato, devono determinare un effettivo mutamento dell'assetto organizzativo attraverso la soppressione di una individuata posizione lavorativa. In caso di lite giudiziaria conseguente al licenziamento, rimarrà, in ogni caso, sempre a carico del datore di lavoro l'onere di provare l’effettiva sussistenza delle ragioni addotte nonché che esse siano state tali da generare la soppressione del posto di lavoro del dipendente licenziato. L’imprenditore, quale responsabile della corretta gestione dell'azienda anche dal punto di vista economico ed organizzativo, è responsabile della scelta di procedere ad un licenziamento per giustificato motivo oggettivo e tale scelta, quando sia effettiva e non simulata o pretestuosa, non è sindacabile dal giudice quanto ai profili della sua congruità ed opportunità. Il giudice, nei casi di licenziamento intimato per ragioni inerenti all’attività produttiva, non può sindacare la scelta dei criteri di gestione dell'impresa, espressione della libertà di iniziativa economica tutelata dall'art. 41 Cost., ma soltanto verificare l'effettiva sussistenza del motivo addotto dal datore di lavoro. L’attuale orientamento giurisprudenziale amplia, senza dubbio, le possibilità di operato del datore di lavoro in caso di necessità di carattere aziendale. Le tutele spettanti al lavoratore in caso di licenziamento illegittimo saranno tema di un prossimo approfondimento.

Studio Legale Galliano Rosso Boschetti Associati ALBA (CN) - V. VIVARO, 21/A - Tel. 0173 361279 8

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A cura dell’avvocato Mariagrazia Galliano mgalliano@grblex.it


speciale onlus

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Cari lettori, nonostante numerose siano le iniziative promosse dal Centro Culturale San Giuseppe per questo 2019 da poco avviato, che vi invito ad andare a scoprire visitando il nostro sito web www.centroculturalesangiuseppe.it e il nostro profilo facebook @ centroculturalesangiuseppe, a partire dalle domeniche musicali per l’edizione 2019 di “Bacco&Orfeo” in collaborazione con “Alba Music Festival”, desidero condividere con voi alcune novità editoriali appena realizzate o di prossima uscita… Come già ricordato nei numeri precedenti di questa rivista, il Centro Culturale San Giuseppe abbraccia anche in parallelo un progetto editoriale dalle proposte contenutistiche ben radicate nel territorio di Langhe Roero e Monferrato, da poco ribattezzato, proprio in onore dei luoghi appena citati, “Edizioni Langhe Roero Monferrato”. La casa editrice raccoglie una ventina di pubblicazioni realizzate negli ultimi decenni, con un focus particolare sulla storia e la cultura locali. Per chi volesse approfondire la nostra offerta, segnaliamo la creazione del nuovo sito web www.edizioniangheroeromonferrato.com dove poterete conoscere la nostra filosofia, le fasi di sviluppo del progetto editoriale e tutti i titoli pubblicati costantemente aggiornati con informazioni sulle trame e immagini di copertina.

storici locali (Luisa Albanese, Walter Accigliaro, Don Piero Racca, Gianni Boffa, Silvia Gallarato, Silvio Rolando, Bruna Ghiglione) sono sempre dalle fotografie dei migliori fotografi del territorio quali Enzo Massa, Pierangelo Vacchetto, Giacomo Lovera unitamente a cartografie e mappe storiche. Un volume che non dovrebbe mancare nelle case degli albesi e un omaggio di rappresentanza ideale per far conoscere anche all’infuori del Piemonte il nostro patrimonio di bellezze. La prefazione del Presidente della Commissione Nazionale per l’UNESCO, Dott. Franco Bernabè, i saluti introduttivi del Sindaco Maurizio Marello e del Vescovo della Diocesi di Alba, Marco Brunetti, impreziosiscono la pubblicazione collocandola tra le più riuscite narrazioni della nostra città dall’agevole e piacevole lettura nonostante i contenuti di grande spessore.

Date, emozioni, immagini originali dei viaggi e dei convegni nei quali la candidatura UNESCO fu presentata e discussa, per arrivare alla fatidica data del 22 giugno 2014 in cui i Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato divennero ufficialmente sito iscritto alla Lista Mondiale UNESCO come Patrimonio dell’Umanità, seguite da una raccolta di aforismi e citazioni sul vino, un vero e proprio “omaggio al vino” e a queste terre meravigliose, che il mondo ci riconosce come uniche e dall’eccezionale valore universale. Ad impreziosire il significato già denso di questo libro, la finalità benefica di devolvere il ricavato delle vendite ad una realtà già giustamente nota a molti: “La Collina degli Elfi” di Govone, associazione che ospita e supporta gratuitamente i bambini che hanno vissuto l’esperienza della malattia oncologica e le loro famiglie in una struttura immersa nel verde delle colline del Roero. Roberto Cerrato

Editore della Casa Editrice Langhe Roero Monferrato

I Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero Monferrato, dal 22 giugno 2014, sono entrati a fare parte della più prestigiosa lista mondiale riconosciuta dall’UNESCO: la World Heritage List , come 50° sito italiano. Un risultato straordinario ottenuto grazie al duro lavoro delle donne e degli uomini di queste colline che, in oltre duemila anni, hanno plasmato il paesaggio. A loro vorrei dedicare questo mio reportage che racconta tanti avvenimenti ed emozioni uniche, in oltre dieci anni di lavoro e di impegno di tante persone di buona volontà.

In Vino Veritas

A cura di Roberto Cerrato

Roberto Cerrato

In Vino Veritas

Appunti di viaggio lungo il percorso della candidatura UNESCO dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato I proventi ricavati dalla pubblicazione saranno devoluti alla Associazione

€ 15,00

Sono lieto di comunicare innanzitutto che da qualche mese potete trovare, nelle maggiori librerie dell’albese e direttamente presso la nostra sede, il primo volume che racchiude tutte le opere architettoniche e artistiche realizzate ad Alba tra antichità romana e gli inizi del secolo scorso. I testi, egregiamente curati dai maggiori

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Inviti alla LETTURA per un 2019 all’insegna del patrimonio culturale del nostro TERRITORIO

Con grande emozione annuncio la prossima uscita di un libro unico nel suo genere, da me curato personalmente, sulla storia della candidatura dei nostri territori a Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Un intreccio tra narrazione autobiografica e reportage storico di momenti cruciali per le sorti di Langhe-Roero Monferrato, alcuni dei quali finora mai resi noti al pubblico.

Roberto Cerrato è nato ad Alba il 13 ottobre 1962. Primo presidente dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli dal 2011 al 2014, viene indicato come direttore site manager del sito UNESCO poco prima del riconoscimento ufficiale avvenuto il 22 giugno 2014. Nel 2015 viene nominato Esperto della Commissione Nazionale UNESCO al paesaggio vitivinicolo italiano, collaborando con Enti e Istituzioni a numerosi progetti di valorizzazione territoriale. Da molti anni editore con l’azienda di famiglia, nel campo sociale è fondatore e attuale presidente di due sodalizi: Proteggere Insieme, Associazione nazionale volontari di protezione civile tutela e salvaguardia patrimonio culturale, e del Centro Culturale San Giuseppe Onlus per la cultura nel territorio di Alba, Langhe e Roero, inoltre è coordinatore del progetto di gemellaggio UNESCO tra Italia e Cina.

Insomma…un invito alla lettura e ad amare questo territorio senza dimenticare la dimensione umana e il valore della solidarietà! Vi ringrazio per l’attenzione e vi aspetto al prossimo numero! Il Presidente Roberto Cerrato

Per tutti coloro interessati alle nostre attività e pubblicazioni: Tel. fax 0173 293163 - Dal lun. al ven. 9,00- 12,00/ 14,30- 18,30

www.centroculturalesangiuseppe.it - centroculturalesangiuseppe@gmail.com Segreteria amministrativa: Elena Marcolin - Ufficio Stampa: Luciano Martire

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Le nuove sanzioni in materia di lavoro Penalizzazioni massime per le condotte illecite La Legge 145/2018, c.d. Legge di Bilancio 2019, al comma 445 dell’art. 1, lettera d, ha previsto una revisione delle sanzioni in materia di lavoro e legislazione sociale, ponendo l’attenzione sulle violazioni che, più di altre, incidono sulla tutela degli interessi e della dignità dei lavoratori. In particolare ha previsto l’aumento del 20% della c.d. maxisanzione per lavoro nero, riguardante i datori di lavoro che utilizzano manodopera, operai, dipendenti e collaboratori senza regolare contratto di lavoro, determinando le seguenti nuove sanzioni: • Lavoro nero fino a 30 giorni: sanzione da 1800 euro a 10.800 euro; • Da 31 a 60 giorni: sanzione da 3600 euro a 21.600 euro; • Lavoro irregolare oltre 60 giorni: sanzione da 7.200 a 43.200 euro. Tali aumenti si applicano a partire dal 2019, anche riguardo alle condotte illecite iniziate nel 2018 e ancora in essere nel 2019. Il soggetto a cui è stata accertata una violazione di lavoro in nero, può ricorrere alla procedura di diffida per regolarizzare la violazione ed ottenere così una sostanziale riduzione delle sanzioni. Tuttavia, per avere diritto alle sanzioni ridotte, è necessario che siano rispettati determinati requisiti. Nello specifico, che il lavoratore al momento dell’accertamento della violazione lavori ancora presso il datore di lavoro e che il lavoratore venga assunto con contratto di lavoro subordinato: • a tempo indeterminato full-time o part-time con riduzione dell’orario di lavoro non superiore al 50% dell’orario rispetto al tempo pieno; • a tempo determinato con durata non inferiore a 3 mesi. Inoltre, entro 120 giorni dalla notifica dell’accertamento della violazione, il soggetto dovrà attestare l’avvenuta regolarizzazione, il pagamento delle sanzioni, dei contributi e premi. La Legge di Bilancio 2019 ha previsto un aumento del 20% degli importi anche per le violazioni degli obblighi in materia di durata massima dell’orario di lavoro, riposo settimanale, ferie e riposo giornaliero. In caso di orario di lavoro superiore alle 48 ore settimanali, per le violazioni che coinvolgono fino a 5 lavoratori, o verificatesi per meno di 3 periodi di riferimento, le sanzioni vanno da 240 a 1.800 euro. Se i lavoratori coinvolti sono tra i 6 e i 10, o per al-

meno 3 periodi di riferimento, l’importo va da 720 a 2.400 euro. Per le violazioni che riguardano più di 10 lavoratori o che si siano verificate in almeno 5 periodi, la sanzione andrebbe da 2.160 a 3.600 euro. In caso di sospensione dell’attività imprenditoriale dovuta alla presenza di manodopera irregolare in misura pari o superiore al 20% del personale occupato, la stessa può essere revocata attraverso il pagamento di almeno il 25% della somma aggiuntiva dovuto, mentre l’importo residuo, maggiorato del 5%, deve essere pagato entro 6 mesi dalla data di presentazione della domanda di revoca. In caso di mancato versamento, o insufficiente, dell’importo residuo entro 6 mesi, il provvedimento che accoglie l’istanza di revoca, diventa titolo esecutivo per l’importo non versato. Le anzidette maggiorazioni: sono raddoppiate laddove, nei tre anni precedenti, il datore di lavoro sia stato destinatario di sanzioni amministrative o penali per i medesimi illeciti. La Legge di Bilancio 2019 ha infine stabilito che, in caso di mancata o ritardata consegna al lavoratore del prospetto di paga, o di omissione o inesattezza nelle registrazioni apposte su detto prospetto paga, si applica al datore di lavoro la sanzione amministrativa pecuniaria da 180 a 1080 euro. Se la violazione si riferisce a più di cinque lavoratori ovvero a un periodo superiore a sei mesi la sanzione va da 720 a 4.320 euro. Se la violazione si riferisce a più di dieci lavoratori ovvero a un periodo superiore a dodici mesi la sanzione va da 1.440 a 8.640 euro. Tale rivisitazione sanzionatoria, creata per dissuadere condotte illecite ed estremamente invasive per i lavoratori, mira sostanzialmente a garantire la regolarizzazione dei rapporti di lavoro subordinato con particolare riguardo alle tutele assicurative, previdenziali ed assistenziali. Si riscontra non di minore importanza l’impatto sul lavoratore irregolare, che nel caso in cui, trovandosi in stato di fittizia disoccupazione percependone la relativa indennità erogata dall’Inps, sarebbe passibile in caso di controllo, di segnalazione alla procura della Repubblica per il reato di “falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico”. Speriamo, in situazioni assai nebulose, di rivedere presto la luce.

Consulente del lavoro Daniela Prevignano Studio in Asti - C.so alla Vittoria, 48 - Tel. 0141 33444 - 0141 530253 daniela.prevignano@gmail.com 10

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A cura della Consulente del lavoro Daniela Prevignano


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La Banca d'Alba cresce in prestigio e solidità A dicembre l'adesione al gruppo bancario ICCREA formato da 150 istituti di credito cooperativo

E’ stato un anno ricco di soddisfazioni il 2018 per la Banca D’Alba, che ha approvato come di consueto il bilancio nel mese di maggio con l’assemblea che ha visto la partecipazione di oltre 15.000 soci, una realtà straordinaria, nella quale i soci vivono l’istituto di credito come fosse una comunità, partecipando al suo sviluppo. L’istituto di credito albese conta in tutto ben 56.000 soci, su questo dato la prima banca italiana; diffusa in maniera capillare sul territorio di Langhe e Roero, è presente anche nell’Astigiano con 11 filiali. «Noi abbiamo sempre visto il territorio, oggi riconosciuto dall’Unesco, come patrimonio dell’Umanità e come un’unica grande area di sviluppo. In questo senso sono 20 anni che coltiviamo questo progetto e contribuiamo a renderlo possibile» afferma il presidente Tino Cornaglia. Il 2018 ha fatto registrare dati positivi con il sostegno alle famiglie e alle piccole e medie imprese attraverso il credito. «Promuoviamo uno sviluppo sostenibile per tutti gli attori della nostra economia e vogliamo restare vicini al territorio e alle sue esigenze» spiega il presidente Tino Cornaglia. «L’assemblea svoltasi il 16 dicembre è stata necessaria per ancire definitivamente la partecipazione al Gruppo bancario ICCREA, un grande gruppo formato da 150 banche di credito cooperativo garantirà una solidità ancora maggiore, un gruppo unito dagli stessi valori ed una mission coerente ai 120 anni di storia incentrati sulla mutualità ed un modo differente di fare banca» ha spiegato lo stesso Cornaglia nel discorso agli asso-

ciati. Si tratta di un’autoriforma delle banche di credito cooperativo che si propone di mantenere lo spirito di questo tipo di istituti di credito, permettendo loro di restare al passo della legislazione nazionale e internazionale. Dunque un modo per conservare lo spirito originario con cui Banca D’Alba ha portato avanti la sua attività per tutti questi anni. «Banca d’Alba non cambierà i suoi valori e la sua funzione cruciale per lo sviluppo delle aziende e dei progetti delle famiglie del territorio; lo farà ancora di più, con la serenità di poter usufruire strumenti innovativi e servizi integrati idonei alle esigenze di tutti» ha detto ancora il presidente Cornaglia. Un’altra buona notizia sulla Banca albese arriva dal giornale Milano Finanza che ogni anno stila una classifica delle banche italiane sulla base di parametri finanziari precisi. Banca D’Alba ha sempre brillato in questa classifica, ma nell’ultima ha fatto registrare un risultato davvero lusinghiero: il primo posto fra gli istituti di credito italiani di medie dimensioni per combinazione degli indici di solidità patrimoniale e qualità del credito, un traguardo importante anche per i risparmiatori. «Siamo una comunità che aumenta ogni giorno grazie a persone che hanno compreso i valori che condividiamo, un patrimonio intangibile che trova concretezza quotidianamente nelle persone che incontrate nelle Vostre filiali, nel personale specializzato che si prende cura di Voi nei centri medici, nei progetti di prevenzione sanitaria gratuita che vengono proposti per tutta la popolazione e nei momenti ludici e formativi che vi consentono di incontrarvi» con questa affermazione il presidente dell’Istituto albese ha spiegato lo spirito con cui vengono portate avanti le attività e i progetti sul territorio di riferimento.

COMUNICAZIONE PREVENTIVA MESSAGGI POLITICI ELETTORALI La iM.coM. s.a.s., casa editrice della rivista Terra & Tradizione a norma della Legge n. 28 del 22 febbraio 2000, della Legge n. 313 del 6 novembre 2003, e delle delibere ufficiali vigenti emanate dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni informa che intende diffondere messaggi politici elettorali a pagamento secondo le seguenti modalità. •

La pubblicazione dei messaggi politici e elettorali riguarda il numero 02-2019 della rivista Terra & Tradizione, in uscita a fine Aprile, oltre alla presenza sul magazine interattivo on-line www.terraetradizione.com , a partire dalla data odierna. Tutti i soggetti politici interessati avranno accesso agli spazi in modo equo. Sono ammesse le forme di messaggio politico elettorale previste alla normativa vigente e dalle delibere dell' Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Tutte le inserzioni devono recare la dicitura corretta “messaggio politico elettorale” ed il soggetto politico committente. Le TARIFFE seguenti entrano in vigore con la convocazione dei comizi elettorali, indicativamente 6/7 settimane prima del giorno delle votazioni. Stesso prezzo listino è da considerarsi sia per la pubblicità istituzionale, che per i publiredazionali da voi commissionati, iI PAGAMENTO dei suddetti spazi dovrà essere effettuato contestualmente all’accettazione dell’ordine di pubblicazione. Non sono previsti sconti ai prezzi soprariportati. Per l’emissione della fattura sono richiesti i dati fiscali necessari. Per ottenere l’aliquota IVA agevolata al 4% per partiti, movimenti e liste di candidati, è necessaria la richiesta scritta da parte del committente. Le prenotazioni degli spazi, con il nome dei richiedenti, deve avvenire al massimo entro il 20 aprile 2014. Questo per permettere a tutti la regolare pubblicazione degli spazi prenotati entro la data stabilita. Per la PUBBLICAZIONE l’impianto grafico deve essere consegnato in formato PDF ad alta risoluzione, almeno a 300 DPJ.

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Mangiare per strada in Vietnam A cura della dott.ssa Laura Icardi

...o in un paese lontano Quest’anno ho avuto il piacere di concedermi una vacanza al caldo, in inverno. Meta: Vietnam. Quando sono tornata, la curiosità di tutti i miei amici si è concentrata sul mare, la gente, le bellezze naturali e naturalmente…il cibo! A tutti interessava cosa avessi mangiato di strano, ma forse non si aspettavano che avessi mangiato nei mercati locali, per strada, quasi di tutto e….che fossi li a raccontarlo! A dire il vero, sono stata benissimo per tutti i 15 giorni e soprattutto non mi sono privata quasi di nulla. Il segreto? Non c’è un segreto, mentre qui da noi diamo per scontato che i cibi siano freschi, puliti, salubri e preparati igienicamente (seppure a volte sia una fiducia mal riposta) in un paese poverissimo con abitudini (e anticorpi) così diversi dai nostri, il segreto è fermarsi un attimo a pensare prima di addentare qualunque cosa. Sperando possa esserVi utile al più presto (vi sto augurando un bel viaggio) provo a raccontarvi come ho fatto a sopravvivere!!!! 1) acqua. Bere acqua di fonte o di tubo (il loro acquedotto) è sempre sconsigliabile. La regola è scegliere solo acqua in bottiglia anche se…vi raccomando di non leggere le etichette…potreste scoprire che arriva da 3000 Km di distanza o peggio e che forse forse, è meglio restare idratati ignoranti che morti di sete edotti!!! 2) cibi troppo cari. In certi paesi per noi non c’è praticamente nulla di troppo costoso, ma ricordiamo che per i locali ci sono cibi che non possono permettersi consumare, ma che vendono per richiesta del turismo. Scegliere cibi costosi “per loro” ci mette a rischio di consumare alimenti vecchi o peggio, mal conservati. 3) pietanze speziatissime. Da noi, al giorno d’oggi, le spezie sono utilizzate solo per aromatizzare i cibi, ma non è sempre stato cosi. In certi paesi hanno ancora la funzione di nascondere odori e gusti di alimenti non ben conservati…. Non rinunciatevi, però. Basta cercare di far capire a gesti che desiderate spezie e aromi freschi e vi stupiranno con profumi e gusti fantastici. Evitate ancora le miscele, in genere polveri giallognole, in cui non sarà possibile capire cosa c’è e soprattutto come e quando sono state realizzate. 4) cibi che i locali non consumano. Se sono troppo cari, vale quanto detto sopra, se non lo sono…c’è da farsi delle domande senza aspettarsi risposte magiche. Meglio evitare, tanto non valgono per saziare la Vostra curiosità culinaria su quel paese. 5) cibi per turisti. Trovare la pizza o gli spaghetti ad Hanoi non è un miraggio…è una sciocchezza! 6) niente piatti con triti, intingoli, pasticci di questo e quello. Anche da noi, polpettoni, intingoli e pasticci hanno come ingrediente principale gli avanzi. In un paese povero non sarebbe strano che gli avanzi siano

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di…. Va bene, ma allora cosa ho mangiato? 1) un sacco di pesce alla griglia. Sulle coste sono tutti pescatori, è bastato un giro al mattino per vedere cosa riportavano le lampare e il menu era fatto. Sceglievo solo pescato locale e trovato in quantità. Poi, in paesi dove il frigorifero è un lusso, si sono ingegnati per tenere il pesce vivo fino al momento della cottura in bacinelle areate! Niente carne per 15 giorni e non mi è venuta nessuna anemia, ho aspettato di tornare in Piemonte dove abbiamo ottimi allevatori e macellai! 2) frutta fantastica. Spesso consumare frutta e verdura crude rappresenta un rischio per via dell’acqua usata per lavarle. Banane, ananas, Rambutan, Jackfruit, Dragon Fruit, Garcina si sbucciano al momento del consumo…e la buccia è uno scrigno sicurissimo! Evitate solo piccoli frutti, bacche tipo uva ecc che si consumano tal quali. 3) zuppe. Le zuppe si bollono direttamente in tavola. I commensali scelgono verdure fresche, pesce fresco (vivo fino ad un minuto prima) e erbe aromatiche fresche e li mettono a bollire. Dopo una bella abbuffata di griglia, la zuppa è pronta, buonissima e sicura. 4) te. Come rinunciare al te in oriente. Li non esistono le bustine, ma le foglie si buttano in acqua bollente. Io


www.terraetradizione.com scremavo la superficie ed evitavo di bere fino all’ultima goccia della ciotola. La maggior parte delle sostanze estranee o galleggiano o precipitano sul fondo. 5) dolcificare. Lo zucchero in bustina non esiste. Servirsi da un grilletto non è saggio visto che si sono già servite innumerevoli mosche senza lasciare tracce APPARENTI. Meglio lo sciroppo o il miele, soprattutto se in zona abbiamo notato molti alveari. Il rischio che non sia miele c’è, ma almeno gli insetti ci stanno alla larga, o almeno solo al bordo, per timore di essere invischiati. 6) ricordate che peli, capelli, insetti ecc non sono velenosi e che cotti non possono essere nocivi… gli schizzinosi restino in albergo. Che poi però non si facciano tentare da croccanti e saporiti spiedini di scorpioni e cavallette!!!! 7) posateria. Nei pochi punti in cui si ci può sedere, l’apparecchiatura prevede bacchette in legno per nulla monouso e ciotole in plastica o ceramica con fantasiosi decori di sbrecciature. Attrezzatevi con bacchette in plastica (o una forchetta) prima di partire o optate per lo street food, li è l’abitudine. 8) fritti. Proposti ad ogni angolo, sono ottimi se consumati a inizio mercato e a naso. Intendo che ad inizio mercato l’olio potrebbe essere meno fritto e rifritto, senza troppi residui stracotti all’interno. Il naso serve ad identificare l’età dell’olio, non pensate che con quello che costa lo buttino a fine serata…ma ogni tanto devono cambiarlo (almeno una parte)!!! In generale, pensare va bene, cercare di non rischiare di passare la vacanza nell’infermeria dell’albergo augurabile, ma esplorare le abitudini degli altri popoli è sempre un aspetto importante di un viaggio. Un’ultima considerazione, la cucina non si esplora solamente con il palato, osservare i cibi, come vengono preparati, captare odori e profumi, ascoltare i rumori, osservare come le persone del luogo si pongono di fronte al cibo è altrettanto, se non più, interessante. Non fate paragoni, ancor meno critiche, ogni cultura è cultura proprio perché diversa dalle altre e nessuna è prima o ultima.

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Basso Piemonte e Yunnan un gemellaggio sotto l’egida dell’ Accordo fra Italia e Cina per collaborare allo sviluppo dei due siti tutelati per la tradizione 14

Unesco

È stato nel mese di giugno del 2014 che Langhe e Monferrato sono entrati fanno parte del Patrimonio dell'Umanità per i paesaggi vitivinicoli e nel corso del periodo di gestione del territorio tutelato sono tante le iniziative intraprese e tante altre quelle che stanno per partire. Abbiamo fatto il punto della situazione con Roberto Cerrato site manager dell'associazione per il “Patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato”, reduce dalla trasferta in Cina che ha segnato l'accordo per il gemellaggio fra Italia e Cina per i paesaggi tutelati dall’Unesco. Infatti è atteso per la fine di marzo il battesimo ufficiale dell’accordo, in occasione della visita di stato del presidente cinese Xi Jinping a Roma. «I Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato e i Terrazzamenti di Honghe Hani nella regione dello Yunnan saranno i primi siti Unesco a concretizzare il patto di collaborazione promosso nel 2017 dal Forum culturale Italia- Cina e suggellato dalla visita del presidente Sergio Mattarella a Pechino» commenta con soddisfazione Gianfranco Comaschi, presidente dell'associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli. È stata la missione in Cina guidata da Roberto Cerrato a accelerare l’iter per l'intesa; erano presenti anche l’ingegner Marco Valle e il ricercatore Antonino Frenda della Fondazione Links (Leading innovation and Knowledge fo society, progetto della Compagnia di San Paolo e del Politecnico di Torino). Il programma della trasferta è stato molto intenso, fra l’8 e il 12 gennaio. La prima tappa è stata la Jiaotong University di Xi’an, antica capitale della Cina nella provincia dello Shaanxi; qui la delegazione piemontese è intervenuta nel workshop “Cultural heritage and environmental resource protection”, nell'ambito delle attività del Forum culturale Italia Cine Roberto Cerrato ha presentato il caso del sito vitivinicolo piemontese.


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«L’incontro è stato estremamente proficuo – commenta Roberto Cerrato –, abbiamo ricavato preziose informazioni sugli investimenti che il ministero dell'Istruzione cinese ha in corso anche nella zona rurale dello Yunnan con cui ci gemelleremo. Ci è stata richiesta una collaborazione stabile per progetti e workshop formativi». La delegazione si è quindi trasferita a Pechino per essere ricevuta dall'ambasciatore Ettore Sequi che sta seguendo con attenzione gli sviluppi del forum fra i due paesi, piattaforma di dialogo permanente tra i rispettivi settori della cultura, dell'arte e delle industrie creative. Successivamente la delegazione italiana ha incontrato al Ministero della Cultura di Pechino Wen Dayan, direttore del Department of Foreign affairs e Philippe Pyper, dirigente Unesco in Cina, nell'occasione sono stati precisati tempi e contenuti dell'accordo di gemellaggio tra i territori Unesco italiano e cinese. Le vicinanze culturali e storiche fra le due aree, pur geograficamente lontane, sono particolarmente significative. Il sito piemontese conta 87 mila ettari distinti in cinque aree vitivinicole più il Castello di Grinzane Cavour ed è una testimonianza unica per la storia della viticoltura, della vinificazione e dell'intera gamma dei processi tecnici ed economici che caratterizzano la regione da secoli; i terrazzamenti del riso di Honghe Hani sono spettacolari terrazze che scendono a cascata lungo le pendici delle imponenti montagne di Alliao e sulle rive del fiume Hong nello Yunnan. Lì, il popolo Hani ha sviluppato nell'arco di 1.300 anni un complesso sistema di canali per portare l'acqua dalle cime boscose alle coltivazioni. «Obiettivo dell'accordo, - anticipa Roberto Cerrato - è la cooperazione tra i due siti nei settori del turismo culturale e creativo, dell’agricoltura, dell'economia e del commercio. Verranno coinvolti il mondo della ricerca, le università, le istituzioni scolastiche, i distretti industriali. Saranno valorizzate le best practices nella gestione del territorio e nel settore agroalimentare. Si svilupperanno le relazioni per favorire gli scambi e la partecipazione ad eventi e manifestazioni legate alle tradizioni e alla cultura dei territori». C’è anche l'impegno fra le due parti a adottare politiche legate alla sostenibilità riguardo la gestione dei rifiuti, la mobilità e il risparmio energetico, in linea con l'Agenda Onu 2030. Commenta ancora il presidente Gianfranco Comaschi: «A pochi anni dal riconoscimento Unesco questa possibilità di gemellaggio è una conferma della forte potenzialità e del rilevante valore culturale del nostro sito e rappresenta per la nostra

www.terraetradizione.com associazione, che ha responsabilità della gestione, un importante traguardo e motivo di soddisfazione per il lavoro svolto». L’assessore all'Agricoltura della Regione Piemonte Giorgio Ferrero sottolinea: «Con questo progetto di gemellaggio tra paesaggi collinari agricoli: da un lato vitivinicoli, dall'altro risicoli, possiamo iniziare un confronto internazionale su tematiche legate al lavoro dell'uomo, facendo anche da apripista a livello mondiale. L'Associazione conferma l’ottimo lavoro realizzato, dall'iscrizione nella lista del Patrimonio mondiale Unesco nel giugno 2014 ad oggi». L’assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Antonella Parigi commenta: «Questo accordo rappresenta un risultato importante per il sito Unesco dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato. Una collaborazione, quella con la Cina e la regione dello Yunnan, che può certamente rafforzare il ruolo di questo territorio a livello nazionale e internazionale, nonché avviare scambi arricchenti. Un percorso di valore che, come Regione Piemonte, seguiamo con grande interesse e che ben si integra con la visione regionale per lo sviluppo di questa area straordinaria». Ma questo è solo l’ultimo fra i risultati ottenuti dal sodalizio che è l’ente che gestisce il dossier Unesco sul territorio delle tre provincie in cui si sviluppa, ovvero quelle di Cuneo, Asti e Alessandria, queste l’hanno costituita insieme alla Regione Piemonte. A questi si sono uniti tanti enti pubblici e privati, soprattutto comuni, con cui è stato intessuto un rapporto di collaborazione molto stretto, non solo quelli interni alla Core zone dell’area tutelata, ma anche quelli immediatamente a ridosso, basti pensare ai paesi del Roero, con cui si sviluppano molti progetti pur essendoci solo due comuni roerini nella buffer zone. Da quando il sito è stato ufficialmente riconosciuto dall’Unesco, sono stati sviluppati numerosi progetti finanziati grazie al Ministero dei Beni culturali che ha pubblicato un bando specifico per i siti italiani protetti dall’ente internazionale. I progetti dell’associazione hanno sempre ottenuti punteggi molto alti all’interno delle graduatorie dei bandi. «Nell’ambito della collaborazione con i Comuni fra il 2016 e il 2017 è stato portato avanti un progetto per l’accessibilità dell’area Unesco con la pubblicazione di un volume di linee guida per il miglioramento della fruibilità del territorio, per offrire a tutti, anche ai diversamente abili, la possibilità di visitare questo splendido territorio. Nel nostro lavoro abbiamo sempre privilegiato un rapporto molto stretto con il territorio» afferma ancora Roberto Cerrato. Inoltre sempre in alcuni comuni fra le tre province si sta lavorando per la realizzazione di alcuni Belvedere, finanziati in parte dalla Regione Piemonte: nel mese di dicembre sono stati inaugurati quelli di Grinzane e La Morra (che va ancora completato con gli ultimi dettagli), mentre nelle prossime settimane andranno a completamento anche gli altri progetti. «I progetti per il futuro sono tanti. Fra questi lavoriamo per un rinnovamento della segnaletica dedicata ai siti tutelati, in modo tale che i visitatori abbiano tutte le informazioni utili per il loro soggiorno turistico. Le nuove indicazioni riguarderanno strade di ogni tipo, dalle autostrade alle vie di comunicazione più piccole. Inoltre stiamo lavorando insieme a esperti filmmaker per la realizzazione di un docufilm dedicato alle memorie e alle tradizioni delle vigne» Conclude il site manager dell'associazione per il “Patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato”.

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l’intervista

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L'ospedale di Verduno porterà

GRANDI

benefici al territorio albese e braidese Il direttore generale dell'Asl Massimo Veglio e il direttore Sanitario Mario Traina ci illustrano le prospettive future dell'Asl Cn2

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l 2019 sarà un anno di grandi cambiamenti per l'Asl Cn2 che include i territori dell'Albese e del Braidese. Infatti il completamento del nuovo ospedale a Verduno, il cui cantiere si trova in fase di conclusione cambierà la gestione dei servizi sanitari sul territorio. Abbiamo chiesto al direttore generale Massimo Veglio e al direttore sanitario Mario Traina quali sono le prospettive per l'immediato futuro dei cittadini del territorio dell'Asl. I responsabili della gestione sanitaria sono fiduciosi che la presenza del nuovo ospedale cambierà in meglio l'erogazione dei servizi sanitari sotto ogni punto di vista.

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l’intervista

Siamo in un periodo in cui si parla molto di contenimento delle spese, come si concilia questa esigenza con la fornitura di servizi sempre aggiornati e all’altezza delle aspettative dei cittadini? «Il finanziamento del servizio sanitario nazionale e regionale è sostanzialmente stabile, se si considera che il minimo aumento disponibile viene assorbito dagli aggiornamenti tecnologici (farmaci in particolare) e dall’aumento dei servizi previsto dai nuovi Lea (livelli

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essenziali di assistenza). Farmaci e tecnologie in campo sanitario sono sempre più costosi anche perché la ricerca fa progressi e le esigenze e le richieste da parte delle persone sono giustamente sempre maggiori. Dobbiamo comunque continuare a trovare margini di miglioramento nell’efficacia e nell’efficienza dei servizi sanitari, nell’ambito della modalità, dei tempi e dell’offerta rispetto alla domanda. Possiamo migliorare per esempio in termini di corretto

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l’intervista

www.terraetradizione.com ricorso alle prestazioni sanitarie. È ancora vasta la possibilità di assorbire gli incrementi di spesa se si riduce la domanda non appropriata in tanti campi della medicina». L’ospedale a Verduno è quasi completato? Quali sono i tempi di realizzazione e apertura della nuova grande struttura? Cosa cambierà nelle prestazioni sanitarie ospedaliere? «Alcuni reparti sono completati ed in via di allestimento come arredi. Altri in via di completamento. Sarà necessario un periodo di collaudo e completamento degli arredi e l’installazione di strumentazione e attrezzature per le quali sono in corso le gare pubbliche o l’acquisizione da parte della Fondazione Nuovo ospedale. In primavera è prevista la consegna dell’edificio, in estate il trasferimento, sempre che non vi siano stop procedurali non dipendenti dalla Asl. Presso il presidio di Verduno si programma di accentuare l’organizzazione per intensità di cure (piastra ambulatoriale, area per ricoveri diurni medici medici e chirurgici, area per l’emergenza, degenze ordinarie, hospice, piattaforma di prericovero). Ci sarà l’accettazione centralizzata per ricoveri e un’area ambulatoriale. La nuova struttura non potrà non determinare un complessivo miglioramento delle performance dell’ospedale per la disponibilità di strumentazione nuova e di ultima generazione (ad esempio per tutte le sale operatorie e per il Dea). Anche il comfort relativo all’arredo delle stanze di degenza sarà di alto livello, con conseguente vantaggio per i pazienti. Il nuovo ospedale sarà il perno su cui costruire un servizio complessivamente migliore e più efficiente, nel quale le emergenze siano gestite ad alto livello nella nuova struttura mentre la richiesta di prestazioni sanitarie meno urgenti sia disponibile su tutto il territorio».

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Sarà agevole e veloce il trasporto verso il nuovo ospedale? «Sicuramente non peggiore di quello attualmente disponibile per i presidi esistenti, centrali in cittadine di difficile accesso. È in corso di realizzazione il miglioramento del tratto d’accesso al presidio dalla strada provinciale 7; la Provincia dovrebbe anche mettere in atto modifiche funzionali come il senso unico per i mezzi pesanti, che faciliteranno il flusso veicolare in attesa della realizzazione dell’Asti-Cuneo, e altre opere complementari. La collocazione a metà strada fra Alba e Bra consentirà di raggiungere l’ospedale in tempi brevi; rispetto ad

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l’intervista oggi è prevedibile un miglioramento dell’accessibilità per chiunque non viva nelle strette vicinanze degli attuali ospedali, in considerazione delle difficoltà di accesso ad essi per il traffico automobilistico. Lo studio preliminare del Cresa aveva documentato che i tempi complessivi di percorrenza per l’ospedale per la popolazione dell’Asl saranno minori verso Verduno, nel senso che la maggiore parte della popolazione avrà un beneficio. Inoltre i due attuali ospedali si trovano nel centro delle rispettive città, con grandi problemi di viabilità e di parcheggio e naturalmente, con il nuovo ospedale, anche la questione posteggi sarà migliorata». Cosa può attendersi l’utenza dell’Asl cn2 a livello di servizi erogati per il 2019? Ci sono novità? «Al di là di quelle ovviamente rappresentate dai servizi forniti col nuovo centro medico a Verduno, registreremo contemporaneamente la realizzazione del progetto delle Case della salute di Alba e Bra, per garantire servizi territoriali di prossimità, cure domiciliari da ottimizzare anche grazie alla telemedicina e all’autonomia delle professioni sanitarie. Le Case della salute rappresenteranno centri nei quali erogare le prestazioni sanitarie che non necessitano della presenza di un centro specialistico quale appunto l’ospedale. L’obiettivo è dunque cercare di limitare il più possibile il ricorso alla nuova struttura erogando servizi di alta qualità nelle due città del territorio, servizi per l’assistenza di casi non complessi. In questo modo contiamo di far crescere in generale la qualità delle prestazioni sanitarie e di mantenere i grandi volumi di prestazioni in prossimità dei cittadini. Per quanto riguarda i servizi nel dettaglio a livello ospedaliero, puntiamo sullo sviluppo della chirurgia robotica, sul rafforzamento dell’area diagnostica per immagini (Tac e Rmn in particolare) e sullo sviluppo della breast unit, ovvero della strategia per contrastare il tumore al seno. A livello territoriale ci sarà la realizzazione del piano locale cronicità con presa in carico, inizialmente, dei pazienti con patologia cronica cardiaca, brancopolmonare e diabetica». Per ogni azienda sanitaria l’attività di pronto soccorso è un nodo delicato, anche perché è il momento in cui i cittadini sentono più il bisogno di cure immediate. Qual è la situazione nell’Asl Cn2 sotto questo aspetto? «L’attuale struttura è parzialmente inadeguata. Con un doppio presidio a breve distanza difficile da mantenere attivo vista la carenza di specialisti e il nu-

www.terraetradizione.com mero di passaggi. In previsione ci sarà l’ottimizzazione della struttura presso il nuovo centro a Verduno. Per quanto riguarda gli specialisti a fronte della disponibilità all’assunzione di tutti i medici necessari, l’Asl, continua a esprimere una situazione di sofferenza a cui si pone rimedio giorno per giorno attraverso incarichi e con la partecipazione dei medici di vari reparti. Si deve sottolineare che permane un diffuso ricorso non appropriato al pronto soccorso, spesso non motivato (come documentato dal numero prevalente di codici bianchi e verdi) da reale urgenza. Inoltre gli edifici dei due ospedali sono antichi e non ideali per la migliore gestione degli ingressi in pronto soccorso. L’ospedale di Verduno migliorerà la situazione anche sotto questo aspetto». Quali sono le tempistiche per effettuare gli esami medici dalla prenotazione all’erogazione del servizio? Quali le prospettive future sotto questo aspetto? «I tempi di attesa sono in sensibile miglioramento per quasi tutte le prestazioni. I tempi standard previsti dalla Regionesono rispettati soprattutto se si considerano le classi di priorità (appropriatezza prescrittiva) in futuro contiamo di sviluppare una ulteriore ricerca di appropriatezza con classi di priorità di accesso e la separazione fra primo accesso e accesso successivo al primo. Secondo la nostra più recente rilevazione il tempo di attesa complessivo è rispettato per le prestazioni oggetto di valutazione da parte della Regione, in circa il 70% di esse: inoltre nel 2018 è migliorato il tempi di attesa per il restante 22%. Se però i medici prescrittori utilizzano correttamente la tipologia di accesso (prima visita/ visita successiva) e le classi di priorità (10 giorni, 30 giorni > di 30 giorni), i tempi di prenotazione sono quasi sempre rispettati. Queste sono le prospettive future di lavoro finalizzate a garantire l’accesso in tempi “giusti” alle prestazioni prenotate. Se vengono rispettate le esigenze in base al tipo di prestazione richiesta la situazione non può che migliorare». Ogni territorio ha le sue caratteristiche peculiari. L’Asl CN2 ha sviluppato servizi e attività per fare fronte alle specificità dell’economia e delle attività della nostra zona? In che modo? «Il territorio dell’Asl è caratterizzato da numerosi e importanti siti produttivi nonché dalla dispersione territoriale relativa ai numerosi comuni, perlopiù piccoli, che lo compongono, spesso non facilmente raggiungibili. In tale prospettiva sono presenti numerosi presidi territoriali orientati alle risposte di prima necessità ai

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l’intervista cittadini residenti in aree disagiate (prelievo ematico, infermiere delle cure domiciliari, attività specialistica e consultoriale). Con l’apertura del nuovo ospedale è programmata la contestuale attivazione delle Case della salute di Alba e Bra, in cui saranno garantiti tutti i servizi di prossimità necessari all’ambito distrettuale di riferimento. Un’ulteriore sviluppo della diffusione capillare delle prestazioni sanitarie arriverà dalla telemedicina. Inoltre vogliamo valorizzare il ruolo delle professioni sanitarie (infermieri, fisioterapisti, logopedisti, ostetriche, psicologi ecc) puntando soprattutto sui giovani. I medici tendenzialmente tendono ad andare nei grandi centri per accrescere il proprio prestigio professionale. Noi intendiamo valorizzare le giovani promesse, dando loro spazio, valorizzando il loro talento, in modo tale che restino, nel limite del possibile legati alla nostra Asl costituendo allo stesso tempo uno stimolo per i più anziani ed esperti». La corretta comunicazione è importante, soprattutto

www.terraetradizione.com in ambito sanitario. ’Asl Cn2 ha progetti e attività legate alla corretta informazione e comunicazione delle informazioni sulla salute alla cittadinanza? «È stato attivato, nell’anno 2018, l’ufficio stampa dell’Asl Cn2 con la specifica finalità di gestire e promuovere la funzione della comunicazione, ritenuta strategia per gli obiettivi di salute dell’Asl. È consolidata l’evidenza relativa al rapporto diretto sussistente tra il “sapere” del cittadino e la sua salute; la diffusione di competenze e conoscenze corrette sui fattori di salute rappresenta quindi uno specifico compito istituzionale dell’Asl. Inoltre forniamo una rapida e coerente risposta alle richieste degli organi di informazione. È anche frequente il contatto con la popolazione mediante la disponibilità a incontri presso gli enti locali. Abbiamo realizzato un tour virtuale del cantiere dell’ospedale con la prospettiva di mantenerlo aggiornato anche una volta terminata l’opera».

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tradizioni

La Pasqua riporta alla luce antichi riti e tradizioni popolari Conservati nella memoria della cultura contadina vengono riproposti ancora oggi Il periodo di Pasqua sul nostro territorio offre varie occasioni per rinnovare antichi riti codificati nel corso di decenni, se non di secoli, legati naturalmente alla sacra festività, ma più in generale collegati con il ritorno della primavera. Anche perché tante feste delle nostre campagne hanno un significato rituale atavico, collegato con l'alternarsi delle stagioni. Il ritorno della primavera implica la rinascita della natura, l'aria che diventa più mite (anche se quest'anno i giorni davvero freddi d'inverno sono stati pochi) i campi e le colline si coprono di verde in attesa della maturazione dei raccolti. Non è strettamente collegato con la Pasqua, ma il rito del “Canté J'euv” è certamente uno dei più noti e popolari sulle colline di Langhe, Monferrato e Roero. Tornato alla ribalta dopo la riscoperta fatta da Antonio Adriano, studioso roerino di tradizioni, è molto noto grazie alla manifestazione promossa ogni anno dalle Pro loco della Sinistra Tanaro intitolata “Canté J'euv Roero” che mette insieme i paesi del territorio in una bella festa. Purtroppo al momento in cui scriviamo sembra che l'evento quest'anno venga annullato per questioni organizzative. Ma il Canté j'euv non ha la necessità di una grande organizzazione. Il rito consiste nel peregrinare notturno di un gruppo di musici di cascina in cascina, nel periodo della quaresima, per fare una questua di uova. Nel gruppo è presente solitamente un personaggio travestito da frate (il fratucìn) con una cesta (il cavagnìn) nella quale raccogliere le uova che il proprietario della cascina decide gentilmente di donare ai visitatori notturni, magari accompagnate da qualche bicchiere di vino. Certo questa tradizione si collega con la rinascita della natura, rappresentata soprattutto dall'uovo, da sempre simbolo di fertilità, ma è anche probabile che il Canté J'euv fin dalla sua origine avesse più un significato sociale che profondamente riturale: le uova raccolte dal gruppo di questuanti, solitamente giovani non particolarmente ricchi, dovevano servire per preparare le frittate da mangiare il giorno di Pasquetta, durante la il pranzo al sacco, momento che un tempo era certamente più comunitario rispetto ad oggi, op-

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pure per finanziare la festa dei coscritti. Per chi fosse interessato a questa tradizione si segnala che dall'ultimo fine settimana di marzo fino a Pasqua è programmata una serie di uscite dei musicanti a Asti, in frazione Castiglione. Naturalmente non mancano invece gli eventi strettamente legati alla festa religiosa cristiana. Quello più noto è certamente la rappresentazione scenica della Passione di Gesù, le sue ultime ore dall'arresto fino alla crocifissione. Solitamente questa rappresentazione riunisce tutto un paese che da vita appunto a una rievocazione che commemora il sacrificio da cui trae origine la festività cristiana della Pasqua. Sul territorio langarolo era celebre la Passione di Belvedere Langhe, la cui ultima edizione si è svolta nel 2004. A Garessio, in Alta Val Tanaro, questa rappresentazione affonda le sue radici lontano nel tempo, curata dalla Confraternita di San Giovanni Battista e prende il nome di Mortorio, con scene e passaggi codificati profondamente nella tradizione. Recentemente questo tipo di evento è stato proposto anche a Cavallermaggiore.


tradizioni

Invece in Provincia di Asti è Castagnole Monferrato il teatro della “Passion ad Gesù Crist” in programma quest'anno il 18 aprile il giovedì Santo. Non mancheranno la fiaccolata notturna, gli interventi teatrali e musicali, l'esposizione di un albero /Cristo con la partecipazione di tutta la comunità. Collegato con la festa Cristiana della Pasqua è anche il rito del suono delle conchiglie che viene ogni anno rinnovato a Castagnito, il sabato Santo alle 12. Questa tradizione deriva ancora una volta inevitabilmente dalla vita quotidiana contadina delle nostre colline. Come è noto il sabato Santo è un giorno di attesa nella tradizione religiosa cristiana, il momento di passaggio fra la Passione, la morte di Cristo avvenuta il venerdì, e la sua Resurrezione, il giorno di Pasqua, la domenica. L'attesa si concretizza con il silenzio, il sabato santo le campane non suonano. Ma queste oltre che simbolo religioso delle nostre chiese sono anche sempre state importanti per regolare la vita quotidiana dei contadini nelle campagne. Il suono scandisce le ore della giornata e indica i tempi del lavoro. Per ovviare al problema del silenzio delle campane il sabato santo un tempo venivano suonate appunto le conchiglie. Si tratta di enormi gusci di conchiglia che vengono suonati soffiandoci all'interno. A determinate ore dovevano indicare ai contadini quali fossero i momenti della giornata in sostituzione delle campane. Oggi naturalmente la rievocazione castagnitese, organizzata dalla Pro loco ha il solo significato della commemorazione di questo rito e si svolge alle 12 in punto su Castelverde, una collinetta che si trova a fianco del

palazzo municipale, il cui nome fa pensare alla sede di un antico castello (in effetti in profondità sono state anche ritrovati i resti di quelle che sembrano alcune torri). Chi fosse interessato può assistervi, naturalmente il giorno del sabato santo, il 20 aprile. Collegata con la Pasqua anche se non strettamente legata dal punto di vista religioso, è una manifestazione che si svolge a Camo, paesino langarolo, che dal primo gennaio di quest'anno è diventato frazione di Santo Stefano Belbo. Si chiama “Festa di Dornere” e si svolge la seconda domenica successiva alla Pasqua. La scelta della data dipende dal fatto che fino al XIX secolo la celebrazione ricorreva ogni 25 marzo, in corrispondenza dell'Annunziata di Maria SS., ma la popolazione ha deciso il cambio di data, giustificato da quanto riportato dal bollettino dell'allora parroco Don Messa (1868): “Siccome la festa dell'Annunziata cadente il 25 marzo di ogni anno sarebbe sempre in tempo di Quaresima e quasi sempre in giorno di lavoro, motivo per cui non si potrebbe né degnamente, né con molta frequenza di fede celebrare detta festa, come sarebbe pio desiderio di questi borghigiani, sarebbesi divisato di trasportarla nella seconda Domenica dopo Pasqua, sia per darle nuova vita, come pel beneficio della cappella...” La conseguenza è che la festa che prima aveva una data fissa, il 25 marzo, oggi ne ha sempre una diversa, che dipende appunto dal giorno di Pasqua. Il passare del tempo, il cambiamento delle abitudini e una vita sempre più veloce e tecnologica, non ha comunque scalfito riti e gesti che restano legati ai nostri paesi e alle nostre colline, soprattutto nel periodo di Pasqua.

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TAXI e NOLEGGIO AUTO, due possibilità solo apparentemente in contrasto

I rappresentanti di categoria:

«È importante il rispetto delle regole e la tutela del nostro MESTIERE»

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elle ultime settimane vengono spesso riportate informazioni nei notiziari, su carta stampata e in video, riguardanti la situazione e il malcontento di tassisti e noleggiatori d'auto, per lo più collegate con l'attività di trasporto delle persone nelle grandi città. La questione è complessa e riguarda tutti noi, perché, la possibilità di muoversi in qualsiasi situazione, su tutto il territorio nazionale, è una questione importante. A dire il vero, proprio la differenza di prospettive fra grandi centri e il resto della penisola, rappresenta uno dei nodi della questione del trasporto. Ne abbiamo parlato con Eraldo Abbate di Alba, in rappresentanza della categoria del Noleggio con conducente e Carlo Baglione di Asti, che rappresenta i taxisti, entrambi delegati di Confartigianato. Concordano sull'esigenza del rispetto delle regole poste dalle normative vigenti, che tutelano il lavoro di entrambe le categorie. Il contrasto all'abusivismo è molto importante, poiché impedisce che si sviluppi un mercato senza regole. Le leggi e le norme ci sono, vanno dunque applicate e le violazioni contrastate, con l'intervento delle forze dell'ordine locali e non. Ed è proprio il rispetto delle normative uno dei nodi della questione. È stata Roma la città che ha fatto deflagrare il problema.

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A fronte della presenza di 6.000 licenze per i taxi, il Comune ha rilasciato 800 autorizzazioni per il noleggio auto. I numeri si sono rivelati evidentemente insufficienti per una città delle dimensioni della capitale italiana, tenuto conto anche della scarsa efficienza del trasporto pubblico della città (stando alle cronache che si leggono spesso) e dell'esigenza di trasportare ogni giorno migliaia di turisti, che giungono a visitare una delle città più belle al mondo, nonché capitale di una delle tre religioni più importanti e professate. Per soddisfare la crescente richiesta della città, le ditte di noleggio sono andate fuori Roma ad acquisire licenze e questo ha creato malcontento sotto vari punti di vista. Per ovviare, negli anni passati, la legislazione ha imposto una norma restrittiva tale da costringere il servizio di noleggio auto a dover fare ritorno alla rimessa dopo aver effettuato un servizio. È stato però subito chiaro che, una normativa tanto stringente, era eccessiva e, di fatto, la sua applicazione è stata rinviata per diversi anni, dal 2008 al 2018. L'attuale governo ha deciso di rimettere mano alla normativa, chiedendo al servizio di noleggio di compilare un dettagliato foglio di servizio, inizialmente cartaceo, ma che diventerà elettronico. Inoltre, dopo il servizio, è richiesto il rientro nei confini


territorio della provincia, ma anche su questo limite si sta lavorando, perché troppo limitativo. La nuova normativa è stata approvata recentemente, con il decreto Semplificazione, e si pone l'obiettivo di superare i possibili attriti fra le categorie che si occupano di trasporto. Attriti che, in realtà, sono probabilmente minori di quanto appaia sui notiziari. Sia Abbate che Baglione pongono l'accento soprattutto

sulla tutela delle regole e del lavoro, per impedire che un mercato privo di tutele vada a danneggiare tutti. Dice l'albese Eraldo Abbate, rappresentante regionale di Confartigianato per l'autonoleggio con conducente (Ncc) e per gli operatori autobus: «Il noleggio con conducente e il servizio di taxi sono due attività diverse che si rivolgono a utenti diversi. Il noleggio con conducente lavora con persone e aziende che si rivolgono alla rimessa per richiedere attività di trasporto. Il servizio può essere programmato, in quanto è data anche la possibilità di avere dei contratti di trasporto con il committente. Il taxi invece lavora con chi ha immediato bisogno di trasporto, e si rivolge ad una clientela indifferenziata che deve soddisfare comunque (salvo casi eccezionali). Insomma sono due attività differenti con clientele differenti».

www.terraetradizione.com Conferma Carlo Boglione di Asti, rappresentante regionale dei Taxisti: «Deve essere chiaro a chiunque metta mano alla legislazione sulla nostra attività, che il nostro è un vero e proprio mestiere, non a caso siamo all'interno di Confartigianato. Siamo artigiani che svolgono un lavoro che richiede preparazione e tutela normativa. Un mercato senza regole porterebbe solo all'affermazione di lobby, che sfrutterebbero il nostro lavoro. Bisogna evitare il modello americano, senza regole e vincoli e dunque senza sicurezza». Abbate sottolinea anche l'esigenza che tutto il territorio nazionale sia garantito con un servizio regolamentato: «La nostra costituzione afferma che fra i diritti dei cittadini c'è anche quello alla mobilità, che va tutelato ovviamente su tutto il territorio nazionale. Questo significa che anche le aree al di fuori delle grandi metropoli devono disporre di questo tipo di servizi in maniera adeguata. Di qui, la normativa sulle licenze che regola il numero in base a parametri complessi, che tengono conto non solo della popolazione residente, ma anche delle attività commerciali e imprenditoriali. Altrimenti, il rischio è che il trasporto pubblico si concentri unicamente nelle grandi città dove, naturalmente, chi lavora con queste attività ha maggiore possibilità, stando ai numeri della popolazione». Baglione parla della attuale situazione astigiana riguardo ai taxi: «In questo momento le licenze di taxi ad Asti sono 18 e secondo me sono sufficienti per la nostra città. Gli abitanti sono 75.000, una licenza ogni 4.000 abitanti La richiesta di trasporto non è uniforme, varia a seconda dei periodi dell'anno, in questo momento il lavoro è ridotto, visto che il turismo si concentra soprattutto in primavera e in autunno. Certo, nelle grandi città, può anche accadere che in determinati momenti ci siano meno taxi del necessario, dipende anche dalla situazione del traffico, ci sono ragioni molto contingenti». Conclude Abbate: «Ci sono analogie fra i due servizi, che però non devono certo portare a una guerra fra le due categorie. Tutto è migliorabile e contiamo che la legislazione sia ancora perfezionata, eventuali contrasti sono superabili con la mediazione fra le parti». Sono ancora previsti sviluppi nel prossimo futuro, frutto di incontri fra le categorie. L'obiettivo è una legislazione che tenga conto di tutte le esigenze, non solo degli operatori, ma anche dei clienti che richiedono i loro servizi.

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Confagricoltura Asti ha fatto il punto sulle novità su lavoro e Fisco

Luci e ombre per l'associazione nella Manovra finanziaria

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Un folto pubblico interessato e curioso, oltre 100 partecipanti hanno affollato l’Aula Magna del Polo Universitario Astiss, ad Asti nel pomeriggio di giovedì 21 febbraio, in occasione del convegno “Le novità 2019 per il settore agricolo: dal Decreto Dignità alla Manovra Finanziaria”, organizzato da Confagricoltura Asti in collaborazione con “Sistema Monferrato”. I partecipanti hanno seguito con vivo interesse ogni singola fase dell’incontro, partecipando attivamente con domande e suggerimenti su tematiche di interesse collettivo legate al lavoro agricolo. «Questo convegno è finalizzato ad evidenziare la nostra specializzazione nel settore agricolo, specialmente in quello datoriale – ha affermato Mariagrazia Baravalle, direttore di Confagricoltura Asti durante il suo discorso di apertura – e ringrazio gli illustri relatori per il loro prezioso contributo. Per Confagricoltura Asti si tratta di un incontro importante, finalizzato a rafforzare la nostra base associativa e confermare il nostro ruolo di organizzazione al servizio delle aziende».


territorio Per Mariagrazia Baravalle si è trattato del primo incontro pubblico in veste di neo direttore di Confagricoltura Asti: «un incarico che cercherò di ricoprire con professionalità ed entusiasmo – ha affermato – sono onorata che sia stata riposta in me la fiducia a ricoprire questo ruolo e ringrazio profondamente per il sostegno manifestatomi fin da subito. I prossimi anni rappresenteranno una vera e propria sfida per l’organizzazione, ma Confagricoltura Asti sarà sicuramente in grado di sostenerla. Nonostante le difficoltà che stiamo affrontando, la base associativa è rimasta solida, segno tangibile del fatto che gli agricoltori continuano a credere nella nostra competenza e professionalità. Sono queste le basi dalle quali ripartire tutti insieme». A fare gli onori di casa, insieme al direttore Baravalle, anche Ezio Veggia, commissario straordinario di Confagricoltura Asti e Roberto Bocchino, vicedirettore generale e responsabile Area Fiscale dell’unione astigiana. A loro è toccato il compito di introdurre gli interventi di Roberto Caponi e Nicola Caputo, responsabili nazionali rispettivamente di Politiche del Lavoro e Area Fiscale di Confagricoltura. Presenti in sala anche numerose autorità locali tra cui: il sindaco di Asti Maurizio Rasero, il presidente dell’Unione Industriale di Asti Andrea Amalberto, il presidente del Consorzio di Tutela dell’Asti D.O.C.G. Romano Dogliotti e Andrea Cerrato, presidente del Consorzio turistico Sistema Monferrato. «In seguito all'approvazione della nuova Manovra Finanziaria sono entrate in vigore alcune leggi che meglio tutelano la gestione delle aziende agricole – ha affermato Nicola Caputo – la Legge di bilancio 2019 ha disposto tra le altre cose anche equiparazione dei coadiuvanti ai titolari delle aziende agricole». Un capitolo a parte è stato dedicato invece alla fatturazione elettronica che «per lo stato italiano rappresenta un passo importante per combattere l’evasione fiscale. Come ogni novità sta riscontrando criticità e intoppi, ma siamo soltanto alle fasi iniziali di uno strumento che comunque andrà a snellire il rapporto tra fornitore e cliente». «Le politiche del lavoro in quest’ultimo periodo stanno riscontrando forti criticità – ha dichiarato Roberto Caponi - purtroppo il decreto Dignità non si sta rivelando così efficace come era stato presentato e sul fronte del lavoro occasionale (molto frequente in agricoltura) l’abolizione dei voucher ha messo sempre di più in forte difficoltà le aziende, generando purtroppo un aumento del lavoro nero. Il nostro auspicio è che questo strumento venga reintrodotto nella versione iniziale al più presto. Chiediamo alle istituzioni – ha concluso Caponi – una maggiore tutela nei confronti del comparto agricolo che, nonostante la crisi, è sempre stato in netta crescita sia in termini di assunzioni che di fatturato».

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Marzo ad Alba: tutto il mese dedicato alle DONNE

Una lunga serie di approfondimenti culturali, fra teatro, libri, incontri e convegni L’Assessorato alle Pari opportunità del Comune di Alba, guidato dall’assessore Rosanna Martini, in collaborazione con la Consulta comunale per la realizzazione delle Pari Opportunità tra uomo e donna, le associazioni e gli enti del territorio, organizza e propone al pubblico la kermesse “Marzo Donna 2019. Eventi, incontri e tavole rotonde sulla figura femminile”. Si tratta di un ricco calendario di appuntamenti fra sabato 2 e sabato 30 marzo nella capitale delle Langhe per celebrare la giornata internazionale della donna, ogni anno l'8 marzo, per ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche, ma anche le discriminazioni e le violenze perpetrate sulle donne, in quasi tutte le parti del mondo. Ad Alba la serie di eventi per mantenere alta l’attenzione sul tema della prevenzione della violenza, accanto ad iniziative di festa ed incontri per riflettere sul ruolo della donna, sulla storia delle donne, sulla maternità, sulla salute, sul lavoro, va oltre la giornata dell'8 e coinvolge tutto il mese di marzo. Il primo appuntamento è previsto sabato 2 alle 17 in sala Vittorio Riolfo (Via Vittorio Emanuele II n.19 – Cortile della Maddalena): le Doule del territorio presentano Marilde Trinchero, autrice del libro “La solitudine delle madri”. Durante l’incontro le Doule, (figure assistenziali non mediche e non sanitarie che si occupano del supporto alla donna durante tutto il percorso perinatale, dalla gravidanza al post-partum), presenteranno i vari sostegni ed i servizi locali a sostegno delle donne durante e dopo la gravidanza. A seguire mercoledì 6 alle 20.30 in sala Beppe Fenoglio (Via Vittorio Emanuele II

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n.19 – Cortile della Maddalena) ci sarà “Creatrici di eccellenze”, a cura di Confartigianato Imprese Cuneo - Movimento Donne Impresa, per valorizzare l’artigianalità e l’eccellenza delle donne cuneesi, ambasciatrici di quel “saper fare” nel cibo che rende “unici” i sapori del nostro territorio. Giovedì 7 marzo dalle 8 alle 18 nell’Ospedale San Lazzaro (Via Belli, 26) “Una rosa per fermare il tumore al seno”. Le volontarie dell’Andos (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno) distribuiranno, ad offerta, rose a sostegno della ricerca e cura del tumore della mammella. Alle 17.30 nella sala “Casa Opere Diocesane” la Libreria L’Incontro propone “Brindisi alle donne” un appuntamento della rassegna “Invito alla poesia” al femminile per raccontare mestieri e professioni delle donne “Dalla Lavandaia alla Locandiera” con la professoressa Madì Drello. Nel giorno della festa della donna, venerdì 8 marzo, dalle 18.30 alle 19.30 nella sede di Apro Formazione (Corso Barolo, 8) c’è “Ago, Filo, Trucco, Parrucco. La donna, ieri, oggi … e domani?”, una passerella con gli studenti della scuola per rappresentare i volti delle donne. L’evento è a cura dell’associazione “Mai + Sole” e di Apro Formazione. Lo stesso giorno, il “Gruppo Terziario Donna Alba”, aderente all’A.c.a. Associazione Commercianti Albesi, propone l’iniziativa “8% per l’8 marzo”: in collaborazione con “Alba sotto le Torri”, “Albauno” e “Albapiù”, i negozi aderenti all’iniziativa riconosceranno uno sconto dell’8% a tutte le donne, nella giornata dell’8 marzo. I negozi aderenti all’iniziativa sono riconoscibili grazie ad una locandina sulla vetrina

raffigurante una donna stilizzata con tema floreale. Sempre a cura del Gruppo Terziario Donna Alba è in programma la cena benefica “Fiera di essere Donna” all’Accademia Alberghiera di Alba – Apro Formazione, alle 20. Il ricavato della serata sarà devoluto all’associazione “Mai + Sole” che da anni si occupa delle donne e dei bambini vittime di violenza. Il giorno successivo, sabato 9 marzo. Dalle 8 alle 13 in Via Cavour, angolo Piazza San Francesco, l’associazione “Mai + Sole” offrirà sacchetti di pane con lo slogan “La violenza sulle donne è pane quotidiano” per sensibilizzare la popolazione affinché la violenza fisica e psicologica non diventi … pane quotidiano. Dalle 9.30 alle 13 nella sala conferenze di Palazzo Banca d’Alba (Via Cavour, 4), la Fidapa - BPW Italy sezione di Alba organizza il convegno “Donna e Sport”. Nel pomeriggio alle 15 nella Libreria Bookeria (Via Paruzza, 8) “Donne d'Essenza: Laboratorio sensoriale che nasce all'insegna della domanda provocatoria: “Qual è il profumo di ogni anima?”. Alle 16 nella Libreria Marameo (Via Belli n.20/B) “Storie di donne. Vieni a conoscere Malala”, per un ciclo di appuntamenti dedicati a figure femminili che hanno segnato o stanno ancora segnando la storia. Infine in serata alle 21 sul palco della sala “Michelangelo Abbado” del Teatro Sociale “G. Busca” (Piazza Vittorio Veneto, 3), nell’ambito della stagione teatrale, in collaborazione con l’assessorato alle Pari opportunità, c’è lo spettacolo “Traviata l’intelligenza del cuore” di Lella Costa e Gabriele Vacis, con il maestro Davide Carmarino al pianoforte, Scilla Cristiano soprano, Giu-


territorio seppe Di Giacinto tenore. Musica Giuseppe Verdi, Franco Battiato, Tom Waits e Marianne Faithufull. Lella Costa torna a confrontarsi con l’opera teatrale-musicale scritta con Gabriele Vacis che rende omaggio a tutte le “traviate” del mondo. E lo fa non solo attualizzando un tema che continua ad essere centrale nella sua poetica, 'l'intelligenza del cuore', ma rivedendo insieme a Gabriele Vacis la messinscena. Si prosegue domenica 10 marzo dalle 10 alle 16 al Fuori CitaBiunda (Via Biglino, 1) c’è “We want sex (equality)”. A cura del Collettivo De-Generi, un confronto sul mondo del lavoro in relazione a genere e sessualità con le sociologhe Cristina Solera e Giulia Selmi. Ancora in giornata ci sarà l’iniziativa “In Bici con le Donne”, una biciclettata non competitiva su un percorso 7 chilometri lungo le vie e le strade di Alba, con ritrovo alle 13.30 e partenza alle 14 dal piazzale ex deposito Satti in Corso Matteotti. L’evento è organizzato da Gruppo Terziario Donna Alba dell’A.c.a., in collaborazione con la Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta). Per l’iniziativa, l’Amministrazione comunale e Bus Company metteranno a disposizione 30 bici a pedalata assistita. Più tardi, alle 16 nella sala Consiglio “Teodoro Bubbio” del Palazzo comunale incontro con la campionessa di Handbike Francesca Fenocchio, medaglia d’argento alle Paralimpiadi di Londra 2012. La rassegna riprende mercoledì 13 marzo alle 20.30 nel Cine Teatro Moretta (Corso Langhe, 106) con lo spettacolo teatrale “Scarpette rosse – Storia di un desiderio”. Una drammaturgia di Emanuele Aldrovandi sulla tematica della ricerca dell’individualità nell’adolescenza, con la regia di Massimo Somaglino. Con Alessia Candido e Miriam Costamagna voce madre, Francesca Porrini scene, Eliana Borgonovo e Andrea Lopez Nunes costumi e realizzazione pupazzo, Eliana Borgonovo disegno luci, Roberta Faiolo assistente regia, Andrea Lopez Nunes organizzazione, Paola A. Binetti produzione BIBOteatro. Per adulti e ragazzi dai 9 anni, della durata di 50 minuti. L’evento è a cura dell’associazione Omeopatica Albese. Giovedì 14 dalle 20.30 la Libreria Bookeria propone “Da Donna a Donna”. Una serata dedicata al piacere femminile guidata da Manuela Moretto. Altro evento venerdì 15 alle 21 nella sala

“Casa Opere Diocesane” in via Mandelli, 9 l'Ufficio Pastorale per la famiglia della Diocesi propone “Maria di Magdala e Madeleine Delbrel: quando la testimonianza è donna!”. Interverranno Lidia e Battista Galvagno. Sabato 16 alle 16 nella Libreria Marameo (Via Belli n.20/B) “Storie di donne. Vieni a conoscere Margherita Hack”. Mentre dalle 17.30 nella Libreria Bookeria c’è “Al femminile. Autori, autrici e personaggi senza stereotipi attraverso la letteratura”. A cura di Mariapaola Pesce coordinatrice del progetto Omero. Gli scrittori raccontano i libri. Mercoledì 20 alle 21 nella sala “Casa Opere Diocesane” l'associazione Famigliarmente propone “Il piacere di scoprire e scoprirti: piccolo viaggio alla scoperta del nostro essere donna nella società, nella famiglia e dentro di noi”. Con Valentina Politanò, psicologa e psicoterapeuta, una serata di incontro attraverso esercizi di comunicazione non verbale, espressioni corporee e giochi di ruolo. Giovedì 21 dalle 17 alle 18.30 nella Libreria Bookeria ci sono le “Letture animate per bambini: Il drago Aidar”, a cura di Luna di Lana Animazione. Sabato 23 alle 16 nella Libreria Marameo “Storie di donne. Vieni a conoscere Rita Levi Montalcini”. Dalle 18 la Libreria Bookeria propone il “Laboratorio creativo di pittura con il vino” grazie a Purpleryta. Lunedì 25 marzo dalle 20.30 nella Libreria Bookeria un evento serale legato alla Pasqua, a cura della wedding planner Cinzia Gai. Un altro evento è previsto venerdì 29 dalle 8.30 alle 18.30 nel Palazzo Mostre e Congressi “G. Morra” (Piazza Medford, 3), con il convegno “La contraccezione difficile dall’adolescenza alla menopausa”, giornata di approfondimento rivolta agli operatori sanitari che si occupano del tema della contraccezione. Ultimi appuntamenti della manifestazione sabato 30 marzo. Alle 16 nella Libreria Marameo c’è “Storie di donne. Vieni a conoscere Rosa Parks”. In programma anche il progetto “Farsi del bene fa bene”, a cura dell’associazione Zonta Club Alba Langhe e Roero, in collaborazione con l’Assessorato alle Pari Opportunità e l’associazione Mai + Sole per un percorso di autodifesa ed autostima rivolto alle donne albesi. Sono in programma quattro appuntamenti settimanali, con

www.terraetradizione.com la prima sessione sperimentale giovedì 7 marzo dalle 18.30 alle 20 nel salone Polifunzionale del Centro Anziani comunale di Via G. Govone, 11. «La rassegna Marzo Donna – dichiara l’assessore comunale alle Pari opportunità Rosanna Martini – è giunta alla quinta edizione. Negli anni il calendario si è arricchito enormemente grazie alla collaborazione con la Consulta per la realizzazione delle Pari Opportunità e le numerose associazioni e realtà cittadine. Sull’argomento è stato fatto un lavoro pressoché costante anche in altri periodi dell’anno con diverse iniziative anche nelle scuole, per mantenere alta l’attenzione sui diritti delle donne e non darli mai per scontati. È un lavoro di sensibilizzazione importante che deve continuare, soprattutto per prevenire e contrastare il fenomeno della violenza sulla donna ma anche per raggiungere quella parità di diritti tra uomo e donna purtroppo ancora distante». La rassegna è stata presentata nella tarda mattinata di giovedì 21 febbraio nella sala Resistenza del Palazzo comunale di Alba. Oltre all’assessore Rosanna Martini, sono intervenute anche la vice presidente della Consulta comunale per la realizzazione delle Pari Opportunità tra uomo e donna Daniela Laura Balestra, Maura Reolfi di Apro Formazione, Angelica Mosca Zonta Club Alba Langhe Roero, Patrizia Pecollo presidente dell’associazione Omeopatica Albese, Orsola Bonino dell’associazione Mai + Sole, Silvia Anselmo vice presidente dell’Associazione Commercianti Albesi, Margherita Magliano di Famigliarmente, Nadia Bartolucci di Mondo Doula ed Elisabetta Brovia di Fiab Alba.

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SERGIO SUSENNA SUSENNA,

ci racconta le scoperte e le battaglie per

SALVAGUARDARE Langhe e Roero Italia Nostra, dal 1972 ad Alba si impegna per la tutela dei monumenti e della Natura Dopo quasi 47 anni di attività continua per la tutela del territorio la sezione albese di Italia Nostra merita certamente la notorietà che ha conquistato. La sua presenza, le sue continue battaglie e le attività ne hanno fatto un punto di riferimento per tanti e un continuo pungolo alle amministrazioni di Langhe e Roero per la salvaguardia dei beni architettonici e paesaggistici con una forte sottolineatura sulla difesa della Natura. L'associazione peraltro è nata su iniziativa di Luciano Degiacomi nel 1972, personaggio ricco di proposte, è stato promotore dell'Ordine dei Cavalieri del Tartufo bianco e dei vini D'Alba e delle attività che oggi vedono il castello di Grinzane protagonista nelle Langhe. Fin dalla nascita l'associazione ha riunito intellettuali, insegnanti, artisti, che hanno tentato con la loro azione di incidere sul territorio in maniera positiva. Il primo presidente è stato Luigi Giraudo, e già nel 1974 l'associazione era guidata da Walter Accigliaro, tuttora nel sodalizio, importante artista e critico d'arte, profondo studioso dei beni culturali piemontesi. A seguire il sodalizio è stato guidato da Armando Gambera, Eugenio Salati, Alessandro Marengo, Silvana Volpe, Roberto Currado; l'ultimo dei presidenti è l'attuale, Sergio Susenna, con cui abbiamo chiacchierato per scoprire

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la lunga avventura di questa associazione culturale. Da quanto tempo guida l'associazione? «Dal 2000, con una breve pausa, ma sono stato presente fin dai primi anni, anche se non sono uno dei fondatori». Quali sono le attività che avete promosso nel corso degli anni? «La nostra sezione è stata la prima di Italia Nostra aperta nel Sud Piemonte e da allora, svolgiamo tante attività, a tutela dei beni culturali: ricerca bibliografica e sul terreno di monumenti da salvare o recuperare, archiviazione di libri e documenti di interesse del territorio. Il nostro archivio sia cartaceo che informatico è molto grande e include dossier, ricerche, emeroteca, documentazione dedicata a beni artistici e architettonici, a piante e bellezze paesaggistiche di Langhe e Roero. Abbiamo anche portato avanti tante battaglie piccole e grandi, con segnalazioni sui giornali e alle amministrazioni. Insomma ci siamo impegnati molto. I primi anni quando arrivavamo noi, ogni tanto qualcuno faceva confusione e diceva che eravamo quelli delle “Belle arti”. Cerchiamo di fare del nostro meglio e mi fa piacere che oggi in tanti ci prendano come punto di riferimento. Riceviamo spesso segnalazioni e lettere


territorio che denunciano situazioni critiche di tipo ambientale oppure monumenti dimenticati o in stato d'abbandono. Noi naturalmente ci attiviamo ed eseguiamo ricerche per saperne di più, di conseguenza li segnaliamo ai giornali o alle amministrazioni pubbliche. Ora abbiamo assunto soprattutto un ruolo di cassa di risonanza. Quasi tutte le segnalazioni preventive relative a beni archeologici a rischio, sono presentate da Italia Nostra. Un lavoro impegnativo fu la stesura di inventari con documentazione fotografica di ex voto dei santuari mariani del borgo Moretta in Alba, dell'Assunta di Corneliano d'Alba, della Madonna della Neve a Lequio Berria e della Madonnina a Montaldo Roero. Gli ex voto del santuario della Moretta, compaiono in un libro a colori edito da Italia Nostra e reperibile anche presso il Santuario». La vostra prima grande battaglia è stata quella per la Valle Bormida pulita e perché cessasse l'inquinamento dello stabilimento dell'Acna di Cengio, ci può raccontare qualcosa? «Su quel problema ci siamo mobilitati fin da subito, dagli anni '70, grazie anche a un forte supporto di un gruppo di soci della Valle Bormida, insieme naturalmente a tutte le altre associazioni che si sono impegnate su questo, abbiamo partecipato alla principali manifestazioni per sollecitare la bonifica del territorio. Abbiamo in quell'occasione preso anche qualche iniziativa clamorosa come quando siamo andati a una Fiera del Tartufo portando due contenitori d'acqua, una del Tanaro e una del Bormida per mostrare la differenza, il secondo corso d'acqua era piano di fenoli, e praticamente l'acqua era marrone. Inutile dire che anche le coltivazioni assorbivano i veleni di cui era impregnata la terra. Ancora oggi abbiamo tanti iscritti della Valle Bormida che si erano uniti all'associazione in occasione di quella vicenda». In quell'occasione il vostro impegno è stato soprattutto di tipo ambientalista più che legato alla conservazione dei beni architettonici. «La nostra sezione ha sempre avuto un forte spirito ambientalista, direi fin da quella vicenda. Spesso ci occupiamo di discariche abusive e non, e della salvaguardia della natura, forse anche per questo riceviamo molte segnalazioni legate ai temi ambientali che seguiamo con il nostro impegno a 360 gradi». Strettamente legata alla vocazione verso la valorizzazione dei beni archeologici è stata l'attività di scavo che avete effettuato negli anni '80. «Sì, è vero. Abbiamo effettuato alcune spedizioni di volontariato archeologico negli anni '80, con alcune attività di scavo alla ricerca di reperti, nella cappella campestre di Santo Stefano in frazione Perno di Monforte, al Santuario della Madonna del Tavoletto a Sommariva Perno e alla chiesa di San Ponzio a Mar-

www.terraetradizione.com saglia. Si trattava per lo più di scavi di tombe medievali e anche molto antiche. Li abbiamo fatti con il consenso della Soprintendenza ai Beni culturali. In quel periodo l'ente non disponeva delle forze necessarie per effettuare questi interventi, per cui ricorreva al volontariato,

Chiesa S. Stefano fraz. Perno di Monforte nostri e di altre associazioni. Oggi è diverso e la Soprintendenza si occupa direttamente in prima persona degli scavi archeologici e delle ricerche sul campo. Abbiamo effettuato scavi ad Alba, in via Cuneo (mura cinta romana) e via Rossini (necropoli romana). Sono state rinvenute anche varie tombe preistoriche e il frutto di quei ritrovamenti si trova ora presso il museo civico Eusebio». Fra le chiese presso cui avete effettuato gli scavi c'era anche Santo Stefano di frazione Perno di Monforte, di quella continuate ad occuparvi vero?

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«Sì, la nostra attività per quella chiesa è partita praticamente da subito, dagli anni 70. Poi fra il 1981 e il 1982 è stato effettuato il restauro. Oggi promuoviamo giornate di volontariato per la manutenzione della chiesetta e del territorio circostante. Così passiamo anche del tempo tutti insieme. Si tratta di una chiesa romanica, tappa di un sentiero turistico. Nell’antico terreno a vite, oggi si produce un cru di Barolo denominato “Santo Stefano”. Ci siamo anche occupati del Santuario della Madonna del Tavoletto a Sommariva

dal fiume Tanaro qualsiasi tipo di rifiuto, anche molto ingombranti. Purtroppo le discariche abusive erano frequenti, abbiamo anche fatto raccolte dai torrenti come il Riddone e il Cherasca, collaborando con l'assessorato albese all'ambiente. Per fortuna le cose sono migliorate nel corso degli anni dal punto di vista delle sensibilità ambientale». È per merito di questa sensibilità ambientale che vi siete occupati degli alberi? «Effettivamente abbiamo iniziato a catalogare gli albe-

Perno per recuperarlo dalle tracce dei vandali e saccheggiatori e della Cappella Comitale di San Sebastiano a Bergolo». Avete anche contribuito al recupero di ruderi che rischiavano di andare perduti? «Certo, per esempio per la chiesa di San Pietro a Mombarcaro, i cui affreschi sono stati “staccati” da quella più antica per essere portati in quella nuova. Recentemente siamo stati nuovamente sul posto per controllare l'edificio che risale al 1200 circa. La strada non era facile perché interamente ricoperta di rovi. Anche a Ceresole in frazione Borretti, c'è una chiesa "Madonna del Buontempo", i cui affreschi, attribuiti ad autori dello stesso stile di Macrino d'Alba sono stati recuperati e spostati per essere conservati meglio all'interno della casa comunale. Certo il recupero di preziose opere d'arte è importante, ma sarebbe bello che anche i ruderi degli edifici venissero restaurati» Invece per quanto riguarda l'ambiente qual'è stato il vostro impegno? «Ricordo che ci sono stati periodi in cui segnalavamo

ri cittadini ad Alba e quest'attività ha ricevuto grande interesse dall'Amministrazione comunale. Ora stiamo portando avanti insieme a Turismo in Langa un progetto denominato “Raise” per la classificazione e lo studio degli alberi notevoli delle Langhe. Si tratta di un lavoro molto interessante anche perché sul territorio ci sono vari esemplari di alberi classificati come monumentali, dunque di indubbio interesse anche turistico. La nostra attenzione si concentra soprattutto su quelli che si trovano fuori da aree boschive, per due ragioni. In primo luogo perché per i turisti gli alberi un pò isolati rappresentano maggiore interesse, se non altro perché non tutti vogliono esplorare un bosco per trovare queste preziose piante. Ma c'è anche un'altra ragione: gli alberi in un bosco sono protetti dalla folta vegetazione, tendenzialmente la loro sopravvivenza non è a rischio. Al contrario le piante presenti nei paesi sul ciglio delle strade e comunque in situazione di relativa solitudine, di rischi ne corrono e di tutti i tipi. Anche per questo li cataloghiamo e studiamo.


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Nelle Langhe ci sono molti esemplari di interesse, piante che sono catalogate come monumentali a livello nazionale. Mi vengono in mente i gelsi di San Cassiano, l'acero asplenifolia di Alba, un ippocastano a Dogliani, una quercia a Farigliano, una serie di ippocastani nella piazza di Serravalle Langhe, naturalmente il più celebre, il Cedro del Libano di La Morra. Si tratta di un'attività molto interessante e affascinante». Fra le vostre attività c'è anche quella di divulgazione di tutte le conoscenze che avete acquisito nel corso di

rali è aumentata. Al contempo sono stati effettuati restauri e interventi di recupero che hanno portato buoni risultati. Crediamo sia anche stato merito dell'attività di Italia Nostra e continuiamo a intervenire e a controllare Langhe e Roero perché le cose continuino a migliorare. Anche il lavoro dei giornali è stato prezioso e lo teniamo in grande considerazione, spesso proprio dalla carta stampata arrivano importanti segnalazioni di cui ci facciamo carico».

Castello di Gorzegno

questi decenni di attività. «Certamente. Oggi utilizziamo soprattutto libri e dvd che ci permettono la raccolta di molto materiale di immagini. Uno dei nostri dvd è prodotto dai giovani, sulle acque sorgive della nostra area. In passato abbiamo utilizzato maggiormente i supporti cartacei. Vogliamo diffondere la conoscenza del nostro territorio per sensibilizzare tutti alla sua salvaguardia, soprattutto i giovani. Non è sempre facile intervenire nelle scuole, perché la nostra offerta non sempre riesce ad entrare all'interno dei programmi ministeriali. Devo però dire che ho notato nei giovani molta sensibilità e curiosità verso la conoscenza dei beni artistici e architettonici, soprattutto quando sono coinvolti in manifestazioni nelle quali devono raccontare i monumenti. Anche questo ritengo sia frutto del lavoro portato avanti in questi anni da Italia Nostra». Quindi si può dire che nel corso di questi anni la vostra attività ha portato risultati? «Direi di sì. Nel corso di questi anni la sensibilità delle amministrazioni pubbliche nei confronti dei beni cultu-

Torre di Montaldo Roero

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Alba

Bacco & Orfeo

La grande a, sic musica clasa incontr i i grandi vin del territorio

Ad Alba e Bra nelle domeniche di marzo e aprile, i concerti proposti da Alba Music

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Per gli appassionati di musica classica si tratta ormai di un appuntamento atteso. Bacco & Orfeo nel mese di marzo presenta a Alba e Bra virtuosi da tutto il mondo che eseguono brani scelti di componimenti classici ogni domenica, accompagnati dai migliori vini prodotti nelle cantine di Langhe e Roero. così una volta la settimana si può gustare un ottimo bicchiere ascoltando brani musicali di grande qualità. Le sedi dei concerti sono due: ad Alba la chiesa di San Giuseppe (in collaborazione col Centro culturale San Giuseppe) a Bra il Coro della Chiesa di Santa Chiara, due, splendidi edifici sacri che verranno animati al mattino alle 11 quella albese e al pomeriggio alle 16.30 quella braidese. L’obiettivo dell’associazione che organizza l’evento, ovvero Alba Music Festival, è quello certamente di proporre ottima musica, e anche quello di stimolare, anche sul piano culturale, la relazione tra i due principali centri del territorio, promuovendo una condivisione del progetto per Langhe e Roero. Al termine di ogni concerto, della durata di 50 minuti circa, sarà offerto un calice di vino: un’occasione conviviale d’incontro tra artisti e pubblico, per conoscersi e condividere il piacere dell’arte. Ogni domenica sarà dedicata ad una cantina differente di Langhe e Roero con alcuni ospiti fuori dal territorio piemontese o stranieri, fra questi per questa edizione, spiccano i Riesling del Palatinato renano. I concerti, con la collaborazione artistica di Giacomo Platini, verranno introdotti dal musicologo Dino Bosco; a seguire le degustazioni saranno commentate dal sommelier e giudice internazionale Ico Turra. Dice Giuseppe Nova, direttore artistico dell’iniziativa musicale: «Inizia con Bacco&Orfeo, l’attività annuale di Alba Music Festival,


territorio una delle più interessanti manifestazioni italiane, che ha conquistato da quindici anni una crescente reputazione internazionale, sostenuta con entusiasmo e sensibilità dai principali enti del territorio. Con oltre 70 concerti nel corso dell’anno, il pubblico incontra la musica classica nelle sue più alte e differenti espressioni. La prima manifestazione annuale, Bacco&Orfeo, continua con il doppio appuntamento della domenica tra Alba e Bra, in uno spirito di dialogo e collaborazione che coinvolge i due maggiori centri di Langhe e Roero». Ecco nel dettaglio gli appuntamenti in programma. Domenica 10 marzo alle 11 ad Alba, “Classicissimi n. 1” con Giuseppe Nova al flauto Glauco Bertagnin al violino Marco Nason alla viola, Leonardo Sapere al violoncello, musiche di Haydn e Mozart; a Bra lo stesso ensemble propone alle 16.30 “Classicissimi n. 2” musiche di Beethoven e Mozart. A seguire le degustazioni con i vini dell’Azienda Agricola G.D. Vajra - Vergne, Barolo. Domenica 17 marzo alle 11 ad Alba “Recuerdos de la Alhambra”, con Lapo Vannucci alla chitarra e Luca Torrigiani al pianoforte, musiche di Rossini, Castelnuovo-Tedesco, Tàrrega; a Bra alle 16.30 “Il canto del cigno”, viaggio nel Romanticismo con Barbara Rizzi e Antonio Nimis, duo pianistico a quattro mani, musiche di Brahms, Schubert; le degustazioni con i vini dei Produttori del Gavi. Domenica 24 marzo alle 11 ad Alba “La canzone napoletana prima della canzone napoletana” con l’Ensemble Festa Rustica con strumenti originali Giorgio Matteoli ai flauti dolci e maestro di concerto, Enrica Mari soprano, Matteo Scarpelli al violoncello barocco e Luca Ambrosio al clavicembalo; a bra alle 16.30 “Le voci dell’Opera” con Sun Hee Park soprano, Giannandrea Agnoletto al pianoforte, con la partecipazione di Giuseppe Nova al flauto, musiche di Mozart, Donizetti, Puccini, Thomas, Rossini, Verdi. I vini della degustazione sono del Consorzio Tutela Valcalepio di San Paolo d’Argon (Bg). Domenica 31 marzo alle 11 ad Alba “Aspettando Beethoven 2020” con The Beethoven Piano Trio Project”, Trio Metamorphosi: Mauro Loguercio al violino Francesco Pepicelli al violoncello, Angelo Pepicelli al pianoforte, musiche di Beethoven; a Bra alle 16.30 “Beethoven vs Schumann”, variazioni e pezzi caratteristici, con Olsi Leka al violoncello, Peter Caelen al pianoforte, musiche di Beethoven, Schubert; degustazioni co i vini de “Il Chiosso” - Cantina Vini Alto Piemonte. Domenica 7 aprile ad Alba alle 11 “Quadri fiabeschi”, con Duccio Beluffi alla viola, Andrea Rucli al pianoforte, musiche di Schubert e Schumann; a Bra alle 16.30 “La grande Russia” con Pierluigi Camicia al pianoforte, musiche di Čajkovskij, Musorgskij; degustazioni con i vini della cantina friulana Visintini Andrea - Corno di Rosazzo UD, in collaborazione con Enoarmonie e la Regione Friuli Venezia Giulia. L’ultimo appuntamento della rassegna è in programma domenica 14 aprile, ad Alba alle 11 “Carnet de voyage” con Felicitas Stephan al violoncello, Cecilia Novarino al pianoforte, musiche di Debussy, Frank, Faurè, Poulenc; a Bra alle 16.30 “Una chitarra verso l’Olimpo” con Vojin Kocic alla chitarra, vincitore della 51a edizione del Concorso Internazionale Michele Pittaluga 2018, musiche di J.S.Bach, Tarrega, Barrios, Regondi; degustazione con I vini del Pfalz (Palatinato) - Mugler e Geheimer Rat Dr. von Bassermann

www.terraetradizione.com Jordan - Neustadt an der Weinstrasse – Germania. Tutte le degustazioni saranno accompagnate dai prodotti “Alfieri specialità alimentari” e domenica 14 aprile dalle nocciole “Pariani – Ricerca ed eccellenza”. L’evento è organizzato da Alba Music Festival col sostegno delle città di Alba e Bra la Fondazione Live Piemonte dal vivo, e fa parte dei programmi di Primavera di Alba e Passaggio a Bra in tempo di Primavera. Inoltre è realizzato in collaborazione con il Centro Culturale San Giuseppe di Alba, l’associazione “E. Molinaro” di Bra, gli Amici di S. Chiara e di Bernardo Antonio Vittone, Musica in Bra, Istituto Professionale Statale “Velso Mucci” di Bra, Museo Civico “Craveri” di Storia naturale di Bra, Ente Turismo Alba Bra Langhe Roero, Consorzio turistico Langhe Monferrato Roero, Parco Culturale Langhe Monferrato Roero, Associazione per il Patrimonio

dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato. L’ingresso singolo con prevendita e posto riservato nelle prime file acquistabile esclusivamente on line costa 10 euro; l’ingresso singolo alla biglietteria, il giorno stesso, fino a esaurimento posti: 8 euro, ingresso gratuito per i minori di 10 anni. Abbonamento ai 6 concerti di Alba (con posto riservato): 21 euro, abbonamento ai 6 concerti di Bra (con posto riservato): 21 euro, abbonamento ai 12 concerti di Alba e Bra: 36 euro, abbonamento riservato agli Amici di Alba Music Festival: 15 euro (valido per i concerti di Alba e Bra). Per informazioni e prenotazioni: www.albamusicfestival.com, 0173/362408

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Alba Vinum

gli Confermati nti appuntame eso r che hanno la celebre e nelle manifestazioniz io n i u lt im e e d

Vinum quest'anno valorizza soprattutto il Dolcetto

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Al momento di andare in stampa il programma di Vinum non è ancora del tutto ultimato, ma in gran parte le linee generali sono definite, anche perché è già iniziata sul sito internet la prevedita degli biglietti per la manifestazioni che fra la fine di aprile e l’inizio di maggio porterà ad Alba tanti visitatori per gustare i grandi vini di Langhe Roero e Monferrato e i tanti che saranno presenti ospiti di uno dei territori italiani maggiormente vocati alla produzione vitivinicola. I giorni dedicati a vinum saranno sette: dal 25 al 28 aprile, il 1° maggio e il 4 e 5 maggio. A grandi linee l’evento conferma la formula dello scorso anno, con il centro storico di Alba che si trasforma in una grande enoteca a cielo aperto: i vini protagonisti dell’evento hanno ognuno uno spazio dedicato in una strada o piazza di Alba e i visitatori si spostano da un angolo all’altro della città per degustare i bicchieri più richiesti. Non mancheranno i grandi Rossi delle Langhe come il Barolo, il Barbaresco, il Nebbiolo, i bianchi delle Langhe, i vini del Monferrato, il Roero, il Roero Arneis, il Gavi e il Brachetto, il Dolcetto, l’Asti Spumante, il Moscato d’Asti e l’Alta Langa senza dimenticare le grappe e i distillati del Piemonte, al centro delle degustazioni proposte fra le 10.30 alle 20. Anche in questa edizione i visitatori saranno accompagnati dagli esperti di Ais (Associazione Italiana Sommelier). Ad affiancare ogni bicchiere ci sarà lo Street food ëd Langa, ovvero finger food territoriale di altissima qualità, espressione della tradizione gastronomica piemontese. Vengono utilizzate solo materie prime e prodotti locali e servito in monoporzioni. Fra le prelibatezze che


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si potranno gustare: gnocchi, uovo o tomino con tartufo nero, fritto misto piemontese, agnolotti con ripieno di carne di fassone piemontese, polpettine di Langa, torta di nocciola con zabaione o cioccolata, pera Madernassa del Roero. La proposta è possibile grazie alla collaborazione dei borghi albesi, della Giostra delle Cento Torri, dell’Associazione macellai albesi e dell’Accademia Alberghiera di Alba. Anche quest’anno, come nel 2018, è confermata piazza San Paolo insieme alle altre zone del centro come uno dei teatri importanti degli eventi di Vinum. Questa edizione fra tutti i grandi vini protagonisti ne vede uno soprattutto in primo piano: il Dolcetto. Anche perché la Regione Piemonte insieme ai Consorzi di tutela, le Enoteche regionali e le botteghe del vino ha dichiarato il 2019 anno del Dolcetto, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare lo storico vitigno piemontese che conta tre docg e 9 doc. Questo vino negli ultimi tempi è stato un po’ sottovalutato per via della concorrenza di quelli più prestigiosi di Langhe, Roero e Monferrato. In generale si tratta di un vino da pasto, qualcuno lo definisce il “vino dei nostri nonni” proprio perché adattissimo ad accompagnare la tavola quotidiana. Negli ultimi anni però la produzione vitivinicola e la promozione si è spostata soprattutto verso le bottiglie da invecchiamento, le produzioni più prestigiose, poiché rendono di più in termini economici e anche perché il consumo si è spostato sempre più verso le bottiglie per le occasioni importanti.

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territorio Questo però non significa che il Dolcetto sia un vino minore e lo dimostrano le doc e le docg legate al vitigno. Le zone di produzione maggiormente vocate nelle Langhe sono, Dogliani, Diano D’Alba, poi Rodello e in Piemonte Ovada, Monferrato, i colli Tortonesi, Pinerolese. Un prodotto di grandi tradizioni che si vuole riscoprire e valorizzare e che Vinum, va ricordato, non ha mai trascurato, visto che questo è il quinto anno in cui verrà allestita, fra le altre, la Piazza del Dolcetto. Certo in questa edizione ci sarà un occhio di riguardo, a partire da “Vinum in cantina”. Si tratta dell’esperienza itinerante della manifestazione, dedicata soprattutto ai cultori. I partecipanti possono andare nelle cantine del territorio per gustare i loro bicchieri preferiti direttamente nell’area di produzione. Ovviamente il servizio mette a disposizione la navetta per spostarsi sul territorio, inoltre in occasione delle degustazioni i grandi chef proporranno piatti adeguati ai bicchieri di alta qualità. Per questa edizione, oltre alle note cantine di Langhe, Roero e Monferrato già al centro dell’evento nella passata edizione ci saranno anche quelle di Dogliani, area vocata per la docg del Dolcetto. In questo senso l’organizzazione collaborerà strettamente con la Bottega del vino di Dogliani per appuntamenti davvero speciali. Un’altra conferma arriva da “Vinum Incontra”, lo spazio che la kermesse dedica all’approfondimento dei grandi temi legati alla produzione vitivinicola. Non mancheranno dunque le occasioni per conoscere meglio le produzioni e per restare aggiornati sui grandi temi di attualità legati all’enologia, il programma è ancora in via di definizione.

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www.terraetradizione.com La manifestazione albese inoltre pensa anche i più piccoli con Vinum bimbi, lo spazio nel quale i bambini possono imparare a conoscere il territorio giocando e divertendosi. Il progetto si pone l’obiettivo di presentare ai piccoli, i cittadini di domani, il “valore vino” l’importanza che ricopre per le nostre colline. L’allestimento delle aree loro dedicate avrà come tema “il gioco di legno” (realizzato artigianalmente a KM zero) per presentare ai bimbi un nuovo/antico modo di giocare: ci si diverte anche con dei pezzi di legno e senza l’elettronica. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con l’associazione “Sinergia Outdoor” all’interno del progetto “Laboratorio Quota Verde”, e sarà presente per tutta la durata della manifestazione. Non vanno inoltre dimenticati altri eventi collaterali in via di definizione, ma alcuni già noti anche perché conferme dalle edizioni precedenti. Quindi ci saranno le passeggiate di Alba sotterranea, alla scoperta del passato della città grazie al Museo civico Federico Eusebio e agli itinerari studiati in questi anni. Ma non solo la Città delle Cento Torri sarà protagonista di un discorso storico e culturale. Vinum sta studiando una formula di abbinamento con i musei del territorio, soprattutto quelli tematici, come il Wimu o il Museo del cavatappi di Barolo. Le visite a questi musei potranno anche essere effettuate qualche tempo dopo la conclusione della manifestazione, per tornare a ammirare le Langhe in primavera. Inoltre “Turismo in Langa” propone “Caccia al tesoro nella Langa del Barolo”, gioco non competitivo con il classico formato di percorso ad indizi. Giunto alla decima edizione questo divertente appuntamento permette la scoperta di un territorio splendido per il suo paesaggio e per le bellezze architettoniche, come i castelli. In tutte le giornate non mancherà il Mercato della terra, in collaborazione con Comune e Condotta Slow food: un mercato che offre prodotti agricoli di alta qualità a chilometro zero. Non mancherà nemmeno lo sport con “1/4 di Vinum” la mini maratona organizzata dal “Club 42.195”, che si sviluppa su un circuito di circa 10 chilometri all’interno della Città ed è preceduta da una corsa per bambini e ragazzi delle scuole. E poi gli appuntamenti musicali ancora in via di definizione. Anche quest’anno la grande manifestazione conferma il suo spirito di evento popolare dedicato soprattutto ai giovani (che nelle ultime edizioni hanno affollato le strade e le piazze cittadine) con numerose possibilità di approfondimento per chi desidera conoscere meglio i suoi vini preferiti. Per seguire l’evoluzione del programma e acquistare fin d’ora i biglietti on line per gli appuntamenti già programmati consultare il sito internet: www.vinumalba.com.


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Savigliano

Fiera della meccanizzazione agricola

Il meglio logia della tecno io al serviz A della TERR

Dal 14 al 17 marzo il meglio della tecnologia per lavorare la terra 40

Torna anche quest’anno a Savigliano l’attesa “Fiera nazionale della Meccanizzazione agricola, importante evento che catalizza l’attenzione del settore della produzione di macchine per l’agricoltura. L’organizzazione, come accade ogni anno, è affidata alla Fondazione Ente Manifestazioni di Savigliano e l’evento è programmato nelle giornate comprese fra giovedì 14 e domenica 17 marzo. L’evento è particolarmente importante anche perché specchio di un settore economico, quello agricolo, fortemente attrattivo. In un periodo in cui la crisi sta influenzando negativamente non poche aree produttive, l’agricoltura cresce in Italia e in Piemonte e non pochi giovani sono protagonisti di un movimento di “ritorno alla terra”. Ormai da 38 anni la Fiera è dedicata all’esposizione di macchinari agricoli, dedicati a tutti i tipi di lavoro in campagna. Quello in pianura, collina e montagna. La fiera ha il titolo di nazionale, questo significa che rappresenta un punto di riferimento importante per tutto il settore, tanti addetti ai lavori sono attenti alle giornate in programma nel mese di marzo in Provincia di Cuneo. Per questa edizione il tema portante sarà quello del binomio fra macchine agricole e tecnologia. Anche in questo settore il veloce progresso tecnico ha portato notevoli miglioramenti nel lavoro della terra in modo tale da ottenere una produzione di sempre maggiore qualità e anche un incremento della sicurezza, questione di fondamentale importanza nel lavoro agricolo, questo


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vale a maggior ragione in un territorio particolarmente ricco come quello della provincia di Cuneo e della grande pianura che guarda verso Torino. Savigliano è il baricentro di una grande zona produttiva e nella quale la vocazione verso l’innovazione e la tecnologia in agricoltura si sposa con la grande tradizione enogastronomica che caratterizza tutta la regione. Macchine tecnologia digitale e enogastronomia rappresentano dunque tre pilastri che indirizzano i lavori e le attività della Fiera della Fiera della Meccanizzazione agricola, sempre collegati l’uno all’altro. In questa edizione prenderà il via un percorso che si propone di portare la fiera verso l’obiettivo di essere un punto di riferimento per la tecnologia digitale applicata alle macchine agricole in

funzione di una produzione la cui qualità sia sempre più elevata. Un obiettivo raggiungibile anche grazie al tessuto organico di aziende presenti sul territorio che rappresentano in modo esemplare un corretto modo per “fare impresa”. Anche quest’anno la manifestazione si svolgerà nell’Area Fieristica di Savigliano con una superficie espositiva di oltre 49 mila metri quadri, più di 300 espositori e un pubblico atteso di 6.000 visitatori: una vetrina importante che comprende prodotti innovativi e performanti, diverse tipologie di macchine per la coltivazione del terreno, i trattamenti alle colture e l’irrigazione, la gestione degli allevamenti, la cura dei parchi e dei giardini. Da non dimenticare anche la presenza della sezione Ecotech, consacrata alle energie rinnovabili, all’efficienza energetica e alle soluzioni ecologiche.

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territorio Inoltre dopo il successo registrato nell’edizione dello scorso anno è confermato l’impegno degli organizzatori a rinnovare l’area incontri Agrimedia. Accanto all’area dedicato all’Ecotech il padiglione rappresenterà un contenitore multimediale con tanti appuntamenti tematici di grande interesse per il settore. Al momento in cui scriviamo il programma della fiera è ancora in via di definizione, ma ci sono alcuni elementi già noti. Per esempio anche quest’anno si svolgeranno all’interno della fiera gli incontri “business to business” che rappresentano un’ottima occasione per i professionisti del settore. L’iniziativa è riservata alle aziende registrate sull’apposita piattaforma di CeiPiemonte e si colloca nell’ambito dei progetti integrati di filiera (PIF 2017-2019) ed è realizzata in collaborazione con il Centro Estero Alpi del Mare –Azienda Speciale della Camera di Commercio di Cuneo. In questa edizione largo spazio avranno gli operatori esteri provenienti soprattutto dall’Europa dell’Est qui per incontrare i costruttori di macchine agricole piemontesi. Inoltre gli espositori sono invitati a partecipare all’ormai consolidato e atteso “Concorso novità tecniche”. L’iniziativa, indetta e seguita direttamente dal CNR – IMAMOTER, ha lo scopo di valorizzare i costruttori di macchine agricole che si distinguono per la loro ingegnosità che hanno progettato e costruito attrezzature e componenti che rappresentano innovazioni costruttive

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www.terraetradizione.com www.terraetradizione.com e funzionali o perfezionamenti idonei ad assicurare un progresso sostanziale nell’ambito della meccanizzazione agricola. Quest’anno il concorso cresce in valore, visto che i membri che fanno parte del comitato per la valutazione rappresentano le principali organizzazioni di settore e sono dunque esperti sull’argomento; inoltre le aziende vincitrici avranno la possibilità di ottenere un riconoscimento rilasciato da un’apposita commissione e saranno indicate alle principali riviste specializzate con la possibilità dunque di avere ampia visibilità, sia per quanto riguarda la macchina creata, sia per l’azienda. Le ditte vincitrici riceveranno una targa che certifica il valore tecnologico del macchinario ideato e uno spazio riservato sul sito della fiera, che conta in media tremila visite mensili. Per ogni vincitore viene inserita la descrizione del prodotto realizzato, una fotografia e il link all’azienda. Non mancherà un servizio di navetta gratuito che coinvolgerà tutto il territorio di Savigliano, con almeno tre percorsi. Inoltre il servizio ristoro come di consueto sarà attento all’impiego di prodotti del territorio e di stoviglie monouso compostabili e biodegradabili. Da non perdere i tanti incontri tematici, gli eventi formativi i convegni che l’organizzazione sta programmando per questa edizione. Come sempre il fiera rappresenterà l’occasione per gli addetti ai lavori, le aziende, i


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professionisti del settore, per confrontarsi su tanti argomenti d’attualità e aggiornarsi sulle ultime novità. Per le informazioni dettagliate sull’evento e sui programmi della quattro giorni saviglianese si può consultare il sito internet: www.fierameccanizzazioneagricola. it o telefonare al numero 0172/712536 dell’Ente manifestazioni di Savigliano. Per le informazioni dettagliate sull’evento e sui programmi della quattro giorni saviglianese si può consultare il sito internet: www.fierameccanizzazioneagricola.it o telefonare al numero 0172 712536, dell’Ente manifestazioni di Savigliano

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Rodello

l'Arte Sacra

Torna la chiamata dei giovani re per stimolaa l'arte sacr

Il tema del workshop della terza edizione è il viaggio 44

Torna a Rodello il workshop di “Rodello Arte”, l'iniziativa giunta alla terza edizione che ripropone l'esperienza che a metà degli anni '60 trasformò Rodello nella patria langarola dell'arte sacra contemporanea, grazie al Canonico Mario Battaglino che entrò in contatto con artisti del calibro di Piero Ruggeri, Giorgio Ramella, Bruno Sandri, Beppe Morino, sotto la guida di Enrico Paolucci attraverso un seminario sperimentale. Rodello divenne così un piccolo centro di arte sacra contemporanea, seguendo lo spirito dell'appello di Papa Paolo VI che aveva invitato nuovamente gli artisti a un incontro con la chiesa contemporanea. In questo clima approdò nel paese langarolo anche Dedalo Montali, che lo scelse poi come uno dei suoi luoghi più cari. Una delle sue opere più note e più belle è la cappella della casa di cura “La Residenza”. Oggi quell'esperienza è raccolta e raccontata da uno straordinario museo di arte sacra intitolato proprio a Dedalo Montali che raccoglie tante sue opere, ma anche quelle dei celebri artisti che sono passati negli anni da Rodello e di quelli nuovi, dei giovani di cui il paese intende nuovamente stimolare la creatività. È proprio questo lo spirito con cui torna la chiamata per gli artisti promossa da Comune, Museo diocesano albese (Mudi, che gestisce quello intitolato a Dedalo Montali), Associazione culturale Colline e culture, Turismo in Langa, Fondazione Crc e la casa di cura “La Residenza”.


territorio Gli artisti sono stati invitati a partecipare all'iniziativa presentando opere ispirate al tema del sacro e del viaggio. Entro il 10 febbraio sono state inviate le candidature ed è stato poi selezionato un gruppo ristretto in base al portfolio di opere presentate, che ha partecipato a un workshop residenziale di due giorni sul territorio di Rodello. Questo, attraverso narrazioni, esperienze e laboratori, ha permesso ai protagonisti di mettere a fuoco i temi ispiratori del progetto ed è stato un momento di incontro e di confronto, ragionando su tematiche sociali, culturali, artistiche che siano di ispirazione per le successive produzioni artistiche. Il workshop intende essere un passaggio centrale del progetto, un’occasione di approfondimento e di lavoro in gruppo tra artisti grazie anche al coinvolgimento di formatori e professionisti con competenze su diverse discipline. In sostanza gli artisti si sono immersi nella natura e nella bellezza della collina rodellese, e si sono fatti ispirare dai grandi predecessori giunti qui negli anni Sessanta. In questo modo daranno vita a opera d'arte di grande interesse che verranno esposte da maggio a settembre al museo d'arte sacra del paese.

www.terraetradizione.com Si tratta solo della prima di una serie di iniziative programmate nel corso di quest'anno e che culmineranno con gli eventi primaverili legati comunque al progetto artistico. Subito dopo il workshop, svoltosi alla fine di febbraio, domenica 3 marzo è stata organizzata la festa di Carnevale, per la gioia soprattutto dei più piccoli. Ma è il mese di maggio che quello nel quale il calendario è più fitto. Il 4 è prevista l'inaugurazione dell'esposizione delle opere realizzate dagli artisti che hanno partecipato al workshop. Il 24 maggio invece torna Langaloca, manifestazione nella quale sono protagoniste le Pro loco del territorio che propongono le loro specialità e le loro attività. All'inizio di giugno invece torna il festival del Dolcetto che celebra il pregiato vino che si produce nel paese langarolo, accompagnato dalle prelibatezze gastronomiche tipiche. Infine la data certa successiva è quella della festa patronale dedicata a San Lorenzo, che quest'anno in via eccezionale sarà anticipata alla prima settimana di agosto (solitamente si svolge nelle giornate intorno al 10, il giorno di San Lorenzo appunto).

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Successivamente potranno anche essere nuovamente coinvolte nell'ambito di altri eventi sul territorio. Sarà a discrezione dell'artista la scelta di donare l'opera o di concederla in comodato d'uso alla Fondazione Museo Diocesano. In questo modo il paese Langarolo lavora per tornare al centro del del mondo artistico, promuovendo fra l'altro la creatività giovanile, per stimolare le nuove della cultura nell'ambito della produzione dediSERVIZIOvoci POST-VENDITA cata al sacro.

Questa è solo una parte del programma preparato dalla Pro loco che si è rinnovata alla fine del 2018. Ora è guidata da Massimo Piazza che dichiara: «Ci impegneremo al massimo per confermare e se possibile migliorare il lavoro fatto dal precedente direttivo dell'associazione». Il sindaco di Rodello Franco Aledda a sua volta commenta: «Quando i colori, l’arte, il territorio, la passione si mescolano, si crea il giusto mix per distinguere Rodello.

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territorio

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Cinque anni di Festival del Dolcetto e terza edizione di “Rodello Arte” un paese a colori, una coinvolgente miscela tra territorio e artisti. Nel workshop di febbraio gli artisti arrivati da ogni parte d’Italia si immergono nel nostro paese saturandosi di Langa, paesaggi, vigneti, filari allineati, creando il giusto stimolo e ispirazione creativa che si traduce in opere da condividere con tutti noi. Questa terza edizione la dedichiamo a Dedalo Montali che negli sessanta insieme ad altri artisti si riunì a Rodello per portare l’arte contemporanea legata alla terra e al sacro». Ancora una volta Rodello conferma la sua vocazione a conciliare nel migliore dei modi la valorizzazione della cultura alta dell'arte con quella frutto del lavoro della terra e della valorizzazione del paesaggio.

Un libro fotografico racconta la vita quotidiana e la storia del paese Frutto del lavoro di due anni del Gruppo fotografico albese E' stata una serata speciale per il paese di Rodello quella di sabato 19 gennaio per il Palazzo Mostre e congressi “Morra” di Alba, poiché è stato presentato il libro fotografico “#rodello – Un paese si racconta” a cura del Gruppo fotografico albese. L'evento rientrava nell'ambito della manifestazione organizzata dall'associazione che si dedica alla fotografica intitolata “Alba fotografia – il nostro tempo il mio tempo”. Erano presenti tutti coloro che a vario titolo hanno collaborato alla realizzazione del volume, Beppe Giachino, Giovanni Tesio, i fotografi dell'associazione albese. A fare le veci del padrone di casa l'assessore albese al volontariato e ai gemellaggi Anna Chiara Cavallotto; c'era anche il senatore Marco Perosino e naturalmente il sindaco Franco Aledda. Gli interventi degli ospiti si sono alternati con l'esibizione della soprano di Rodello Gabriella Settimo, che ha cantato alcune celebri arie di musica lirica. La serata ha raccontato il lavoro che il gruppo fotografico e gli autori dei testi hanno portato avanti nel corso di due anni di lavoro presso il paese langarolo. Un libro che non si pone solo come raccolta di immagini, certamente significative di Rodello, ma anche come racconto storico e sociale, testimonianza della comunità costituita dai suoi abitanti. Durante la serata è stata sottolineata l'importanza del

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paese come come luogo in cui si sentono forti i legami gli gli abitanti, una dimensione che resiste alla frammentazione della vita contemporanea presente invece nei grandi centri, in cui invece il rischio è quello di non conoscere nemmeno il proprio vicino di casa. Il gruppo fotografico albese ha raccolto la sfida di realizzare un libro fotografico su Rodello, che può sembrare un'impresa d'altri tempi, passata di moda. Nel corso di due anni gli autori hanno raccolto migliaia di immagini, tornando più volte a fotografare gli stessi scenari, documentandosi e intervistando persone, cercando di catturare gli aspetti più familiari, la vita quotidiana dei rodellesi. Così il libro narra un racconto fotografico nel quale si possono osservare sia i tratti somatici del paesaggio che gli aspetti più intimi del paese. Ma il volume non si pone certo fuori dal tempo, a partire dal titolo. Il nome del paese è preceduto dall'ashtag: “#” il simbolo che oggi si usa nei social network per indicare l'argomento di cui si vuole parlare. Così il libro mette Rodello al centro della nostra attenzione, un paese speciale da vivere e da visitare. La serata del 19 gennaio, che ha visto la partecipazione di tantissima gente, si è conclusa con una performance di alcuni studenti del Liceo artistico di Alba e con un aperitivo a base di vini dei produttori rodellesi.



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