Giostra delle Cento Torri 2018

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Giostra delle Cento Torri Palio di Alba

STUDIO GRAFICO & STAMPA

Periodico a diffusione gratuita. Autorizzazione del Tribunale di Asti n. 8/2009 La redazione non si assume responsabilità per variazioni di date, orari e luoghi delle manifestazioni, e ringrazia tutti gli sponsor, la Giostra delle Cento Torri, i nove Borghi Albesi, il gruppo Storico e Sbandieratori della città di Alba per la gentile collaborazione. È vietata la riproduzione anche parziale di impaginazione e grafica.

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Direttore responsabile: Carlo Passone Testi: Carlo Passone, Diego De Finis, Ufficio Stampa iM.coM. Foto: Studio Clic foto Alba, redazione iM.coM., Borghi Albesi, Beppe Malò, Diego De Finis

2T Periodico di Alba - Asti e Provincia

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CREDITS

Sede legale, Redazione, Pubblicità, Direzione, Progetto grafico, Pubbliche relazioni, Art Director, Proprietà artistica riservata:


Vincitore della sfilata 2017

Borgo San Lorenzo

Vincitore della corsa 2017

Borgo Brichet

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Tel. 0141 975221 - www.im-com.it

Quest'anno lo studio Clic Foto ha subito un passaggio di testimone, in quanto a prenderne le redi è Marco Dompè, fotografo professionista dal 2006 e titolare di "Fotografando", studio fotografico a Fossano. Fino all'anno scorso è stato il fotografo ufficiale del Piemonte con il concorso nazionale “Miss Blu Mare”, inoltre è stato fotografo ufficiale della copertina de “Il Faro” (mensile distribuito a livello provinciale). Era tra gli organizzatori e nonché fotografo ufficiale del raduno mondiale di Hand Bike che si è tenuto a Fossano il 20 settembre 2016. Come talent scout ha scoperto Elisa Muriale (vincitrice 3 premi nazionali di bellezza e quasi semifinalista a Miss Italia 2015) e Lucia Rostagno (vincitrice 1 premio concorso di bellezza nazionale). Ha realizzato da poco il "Calendario Umbrella Girls 2018", grazie al successo dell'anno prima sempre da lui firmata, distribuito a livello mondiale sia su tutti i circuiti Moto GP

che tramite i canali Internet. Ha avuto a Luglio 2016 il riconoscimento come vincitore del primo premio provinciale dei fotografi iscritti a Confartigianato nel concorso di Moda "Cogli l'attimo". Attento all'evolversi dei tempi e alle necessità della clientela, grazie alla sua professionalità e al suo carattere solare sarà in grado di affrontare qualsiasi tipo di servizio, dal Matrimonio, Battesimo, Cresima e Prima Comunione, alle foto da studio ed esterno, con particolare attenzione all'enologia, prendendosi a cuore le necessità del cliente.

I FOTOGRAFI DEL PALIO


Carlo Passone

Direttore della Redazione

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arissimi Amici lettori, l’edizione 2017 è stata, per me, il “canto del cigno”. Come avevo più volte annunciato, da anni chiedevo all’Editore di sollevarmi dall’Onore di produrre integralmente la monografia sul Palio degli Asini che, per impegni sempre più pressanti in altri settori della mia attività, avevo difficoltà a soddisfare. In tutti questi anni ho cercato di fornire spunti di interesse e curiosità intorno al meraviglioso mondo del Palio degli Asini, dei Borghi, e indirettamente alla storia recente della Città di Alba. Il Vostro apprezzamento è stato lo stimolo che mi ha aiutato moltissimo in questo,

credetemi, non facile compito; spero di esserci riuscito. Con quest’anno saluto tutti firmando ancora da Direttore responsabile, avendo lasciato ai colleghi della redazione, l’onore e l’onere della stesura della rivista e sono sicuro che insieme a loro, continueremo ad ottenere lo stesso risultato. Un grazie particolare lo devo all’Editore, Silvana Fiora, per l’ideazione di questa pubblicazione, che nasceva 12 anni or sono, e che è rimasta l’unica a promuovere il Palio degli Asini di Alba. L’iniziativa editoriale di questa rivista meriterebbe, per quanto fosse possibile, ancor più attenzione, considerata la capillare diffusione e visibilità. AD MAIORA

Alberto Cirio - Eurodeputato Presidente della Giostra delle Cento Torri Quest’anno la Fiera internazionale del Tartufo bianco d’Alba avrà garantiti i suoi elementi di forza nelle tradizioni della giornata medievale e dell’investitura del podestà, perché insieme alle eccellenze enogastronomiche il folklore è ciò che i turisti amano di più della nostra terra. Chi sceglie le colline di Langhe e Roero in questa stagione cerca i suoi colori caldi, la spontaneità dei figuranti, l’allegria del Palio degli Asini, la Bela Trifulera e il fascino di una lunga storia. Sapere che 2/3 di questi visitatori arriva dall’estero ci rende felici, perché il turismo sostiene e genera posti di lavoro, ma anche

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perché ci fa comprendere quanto sia importante il lavoro della Giostra delle 100 Torri e dei suoi volontari. Senza la loro passione non esisterebbero molti degli eventi che rappresentano l’anima dell’Autunno albese. Una tradizione che da decenni ci prendiamo cura di tramandare, sempre con particolare attenzione alla sicurezza, un tema importante a cui quest’anno dedicheremo uno speciale momento di riflessione durante la giornata del Capitolo. Sarà una occasione unica per parlare di un argomento serio e di estrema attualità, pur nel cuore di un evento folkloristico, consapevoli di quanto tutto questo sia importante per far crescere la nostra splendida terra.


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Maurizio Marello Sindaco di Alba

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ncontro il Sindaco di Alba, avv. Maurizio Marello nel suo ufficio in Municipio alle ore 12 di martedì 5 giugno 2018, con le prossime elezioni (primavera 2019) avrà esaurito i due mandati consecutivi che la legge prevede. Ci accordiamo per l’uso del “tu”, meno formale e più adatto ad una chiacchierata tra vecchi amici. Hai voglia di presentarti, brevemente, ai nostri Lettori? “Sono sposato con Teresa Uda e papà di quattro figli (Damiano, Ester, Eloisa, Eugenio). Sono nato il 16 marzo 1966 nella frazione Mussotto di Alba. Mio padre era un artigiano del legno, un falegname; mia madre proveniva da una famiglia contadina. Queste umili origini mi hanno consentito di apprezzare il valore del lavoro manuale, di conoscere le tradizioni, di sperimentare le ristrettezze economiche. Ho imparato, negli anni, i fondamentali del lavoro del legno e della terra. Mi è rimasta la passione per la coltivazione della terra. Con mia sorella Raffaella, conduco una piccola azienda agricola a Montelupo Albese dove produciamo, in modo “artigianale”, dolcetto, barbera e nebbiolo. Alle elezioni del 2009 sono stato eletto Sindaco di Alba e confermato nel 2014. Sei alla scadenza del Tuo secondo mandato. Questa esperienza, cosa ti ha tolto e cosa ti ha dato? “Beh, senz’altro mi ha tolto molto della mia famiglia. Quattro figli sai; da Sindaco è stato difficile trovare un equilibrio tra le loro esigenze e gli impegni che il ruolo richiede. Mi ritengo però estremamente fortunato avendo dimostrato, tutti e quattro, curiosità ed interesse per il lavoro del Papà; sì posso dire, se mi è concesso un pizzico di orgoglio, di avere figli “partecipi”. “ Mi ha dato tantissimo in termini professionali, di esperienze maturate sul campo, nel contatto con tante persone ma, soprattutto mi ha fatto capire che i cittadini non sono un peso da trainare con le loro esigenze, i problemi e le difficoltà, ma una spinta, uno stimolo continuo

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alla ricerca di soluzioni. Questa intervista ha come tema il Palio degli Asini, prima di diventare Sindaco conoscevi già le realtà che si celano dietro questa manifestazione? “ Certo che sì, due legislature come Consigliere di minoranza, prima della elezione a Sindaco nel 2009, mi avevano già dato modo di conoscere i Borghi e quello che c’è dietro. Negli anni giovanili, e andiamo indietro di oltre trent’anni, avevo avuto addirittura il piacere di sfilare per il Borgo dei Patin e Tesor.” Che valutazione dai da 1 a 10 all’importanza del Palio nello sviluppo turistico della Città? “Un bel 10 pieno ma non solo al Palio bensì alla Giostra delle 100 Torri nel suo complesso. Come ti ho detto ho visto crescere questa realtà che ha saputo mutare, piano piano, da Evento di folklore in Evento di Costume con quel passo lento, misurato ma costante proprio della nostra Gente.” I Borghi lamentano una sensazione “percepita” di scarsa cosiderazione da parte delle Istitutuzioni, tu sei soddisfatto dei risultati raggiunti dalla Giostra delle Cento Torri? “Spero che questa sensazione, che maliziosamente edulcori come percepita, non riguardi l’operato dell’Amministrazione Comunale. Personalmente ho sempre sostenuto e, dove potuto, incrementato i fondi destinati alla Giostra e, credo, di essere sempre stato vicino ai Borghi. Cosa potresti suggerire alla Giostra delle Cento Torri, motore degli eventi storicofolkloristici che organizza, dopo cinquant’anni di attività? “In parte credo di aver già risposto nella mia personale valutazione sui meriti della Giostra; nello specifico della domanda direi che non bisogna assolutamente perdere la dimensione Popolare dell’Evento e poi, so che non è cosa facile, cercare di coinvolgere, appassionare il maggior numero di giovani possibile per creare un nuovo “zoccolo duro” di persone che ami la propria Città ed il suo Palio”


Fabio Tripaldi

Assessore al Turismo e alla Cultura

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Qual è stata la Tua linea guida su cui hai basato questi cinque anni da Assessore ? “L’Associazionismo; guarda, senza questa forma di volontariato che coinvolge una quantità incredibile di Cittadini sarebbe impossibile per qualsiasi Amministratore realizzare tutto quello che viene fatto oggi nelle nostre Città. La mia soddisfazione di essere riuscito, non solo a mantenere ma a veder crescere l’associazionismo in Città , è motivo di grande soddisfazione” C’è una cosa che Ti rende particolarmente soddisfatto del Tuo ruolo di Amministratore, nella specificità del Tuo ruolo? “Non ci sono dubbi; essere riuscito con una splendida squadra (da Antonio Degiacomi all’Ente Fiera, dall’Ente Turismo alla Bia S.p.A.) ad ottenere il riconoscimento Unesco Città Creativa nel settore della Gastronomia, che condividiamo con Parma, unica altra Città in Italia a fregiarsi di questo titolo.” e con un sorriso che è tutto un programma aggiunge: “Pensa, in Francia non ne hanno nemmeno una” Puoi dettagliare meglio ? “Volentieri. Dal 2004 l’Unesco ha istituito il riconoscimento di Città Creativa in sette ambiti diversi (Arte, Folklore, Musica, Cinema, Letteratura, Design e Gastronomia appunto). L’obiettivo è di lavorare in rete con le città di tutti gli ambiti e questo ci fa dialogare potenzialmente con 179 città in tutto il mondo, un’apertura mentale e culturale niente male che potrà avere importanti sviluppi anche in ambito turistico.”

lasse 1978, insegnante di Storia presso il CFP Salesiani di Bra, entra per la prima volta nella sala consigliare del Comune di Alba nel 2009 come Consigliere di maggioranza nella prima legislatura Marello. Lo incontro nel suo ufficio al piano terra del Municipio. Se permetti, vista la nostra conoscenza, evito il “Fariseismo” del Lei. “Direi proprio che sia più opportuno e intellettualmente onesto”, mi risponde. Come sei arrivato, decisamente giovane, a ricoprire una carica così prestigiosa di Assessore al Turismo ed alle Manifestazioni? “E’ una domanda che dovresti rivolgere al Sindaco, che mi ha scelto. Credo però che una ragione possa essere stato il buon risultato della Lista Civica in cui ero candidato che, con la rinuncia di Franco Foglino, mi ha consentito di essere chiamato in Giunta. Perché al Turismo e Manifestazioni? Sinceramente non lo so. Forse per la mia attività precedente nel campo dell’associazionismo e come organizzatore di eventi.” Senza una preparazione specifica e senza grandi esperienze nel settore, come Ti sei approcciato al nuovo ruolo ? “Tanto studio, letture, corsi di aggiornamento per Amministratori, tanti contatti con colleghi e tanta strada per andare a curiosare in giro” Hai mai avuto difficoltà nella gestione del Tuo ruolo? “Non vorrei sembrare arrogante o superbo ma le difficoltà, e ce ne sono state, le ho vissute come stimolo, soprattutto nella scelta delle iniziative”

Liliana Allena Presidente dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba

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di Langhe, Roero e Monferrato. La forza della Fiera sta nel saper andare oltre l’appuntamento gastronomico “tradizionale”, proponendo al visitatore mostre, show cooking, appuntamenti con la tradizione e percorsi esperenziali. La corsa degli asini coinvolge tanti volontari ad Alba, tutti coinvolti dai nove borghi albesi, quanto è grande il contributo di tutte queste persone per la buona riuscita del grande evento folcloristico che sta per partire? Sono infinitamente riconoscente ai nove borghi cittadini, agli sbandieratori e al Gruppo Storico che con costanza, dedizione e infinito lavoro riescono ad offrire una straordinaria occasione per visitare Alba e scegliere di tornarci ogni anno. Mi riferisco non soltanto al Palio degli Asini e alla sfilata storica, ma anche all’Investitura del Podestà, al Baccanale del tartufo e il Borgo si rievoca (accolti con entusiasmo sempre crescente da parte dei turisti) per citare soltanto alcune tra le occasioni in cui è possibile vivere l’emozione della tradizione.

bbiamo chiesto a Liliana Allena, presidente dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco D’Alba le sue considerazioni sul Palio degli Asini e su come si inserisce all’interno degli eventi della Fiera del Tartufo: Stanno per cominciare gli eventi relativi al Palio degli Asini: qual è il ruolo del Palio all’interno dell’intenso autunno albese? Il Palio degli Asini è un momento molto atteso che coniuga folclore e gioco e, come da tradizione, anticipa l’intensa programmazione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba. L’appuntamento, per noi irrinunciabile, è un’occasione per scoprire la tradizione e la cultura albese coinvolgendo e intrattenendo i visitatori in un carosello di colori, bandiere e divertimento. Il Palio anticipa l’avvio della Fiera internazionale del Tartufo bianco D’Alba, quali sono le prospettive della Fiera per quest’anno? La Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba rappresenta, nelle 8 settimane che intercorrono tra il 6 ottobre e il 25 novembre, l’evento clou dell’autunno piemontese, tra i principali appuntamenti di richiamo turistico per il territorio

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Aspettando il Palio degli Asini Il Capitolo della Giostra e l’Investitura del Podestà

Anche quest'anno la domenica del Palio è preceduta da alcune giornate strettamente legate alla manifestazione, si tratta del Capitolo della Giostra il 22 settembre e dell'Investitura del Podestà il 29 settembre, le due domeniche precedenti la giornata della corsa degli asini che si svolgerà il 7 ottobre.

22 SETTEMBRE: Il Capitolo della Giostra

Il Capitolo è in programma nella Sala consiliare del Comune di Alba a partire dalle 16,15 e vedrà la partecipazione dei componenti della Giostra delle Cento Torri (presidente e consiglieri); i presidenti dei Borghi e del Gruppo Sbandieratori; Portastendardo e Portascudo in costume di ogni Borgo. All'interno del capitolo ci sarà anche la nomina dell'“Amico della Giostra 2018”. Terminata la cerimonia alle 17.30 il corteo si sposterà nella Cattedrale per assistere alla Santa Messa. Concluso il programma ufficiale del pomeriggio, a partire dalle 20,30 in piazza del Duomo, prenderà il via la sfilata in costume medioevale, delle partecipanti al concorso per la “Bela Trifulera dei Borghi”, arrivando fino in piazza Michele Ferrero, per tornare in piazza del Duomo, attraverso via Maestra, insieme a sbandieratori e personaggi in costume, e dalle 21 prenderà il via il concorso vero e proprio che si concluderà alle 23 circa.

29 SETTEMBRE: l’Investitura del Podestà

Il programma dell’Investitura del Podestà, prenderà il via dalle 20,30 in piazza del Duomo con l'esibizione di tutti i gruppi di sbandieratori. Alle 21,30, circa la piazza si animerà con l'ingresso di un nutrito gruppo di figuranti di tutti i borghi che simuleranno una visita al mercato. I gruppi entreranno dalle vie di accesso alla piazza. Alle 21,40 entrerà il corteo della Signora di Alba, insieme a Notabili, dame e cavalieri; ogni borgo sarà rappresentato da un reggitore.

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Alle 22.15 seguirà la cerimonia vera e propria con il Capitano del Popolo che nomina il Podestà, e gli consegna le chiavi della città e l'autorizzazione alla corsa del Palio degli Asini. Sarà anche ufficialmente presentato il Palio del 2018. Intorno alle 23 la chiusura della manifestazione con l'esibizione finale degli Sbandieratori della Città di Alba.

di partenza delle due batterie. Nel frattempo a partire dalla tarda mattinata i borghi con i rispettivi gruppi storici avranno dato inizio al corteo per le strade di Alba che giungerà in piazza Michele Ferrero. Di qui, alle 14, il corteo si recherà in piazza del palio passando per via Maestra, con gli sbandieratori in testa, seguiti dal Gruppo storico “Città di Alba” e dai borghi. Il corteo nel campo del Palio inizierà alle 14.30 circa, con gli sbandieratori che accoglieranno il Gruppo storico, seguito dal Podestà, la Signora di Alba e gli altri notabili della città. A seguire ci sarà l’esibizione dei gruppi dei singoli borghi nel campo del palio, ogni gruppo avrà 12 minuti di tempo per la sua esibizione. La chiusura di questa fase sarà segnata intorno alle 16 dalla seconda esibizione degli sbandieratori della città di Alba, per una durata di 10 minuti circa. Alle 16.15 circa prenderà il via il palio vero e proprio, dopo la preparazione del campo di gara. Nel corso di due batterie correranno 18 concorrenti, due per ogni borgo. Anche quest’anno ci sarà il Palio delle città gemelle, giunto alla quarta edizione. Si svolgerà in occasione della seconda batteria. Verrà effettuato un sorteggio per abbinare ogni concorrente a una città gemellata con Alba. Vincerà il “Palio delle città gemelle”, la città abbinata all’Asino vincitore della seconda batteria. La premiazione sarà effettuata dal sindaco e dal Presidente dell’Ente Fiera. Subito dopo sarà premiato il borgo vincitore della Rappresentazione storica. Infine prenderà il via la gara finale del Palio con i primi classificati nelle batterie. Intorno alle 17.45 è previsto il termine della corsa, con la proclamazione del vincitore e la consegna del drappo.

7 OTTOBRE: si corre il Palio

Si giunge così all’intensa giornata del Palio degli Asini, domenica 7 ottobre. L’area per la manifestazione sarà allestita in piazza Osvaldo Cagnasso, come nell’edizione del 2017. In virtù della possibilità data ai borghi quest’anno di correre con un proprio asino la fase mattutina subisce alcuni cambiamenti rispetto agli anni precedenti: Alle 9.30 c’è la riunione della Giuria per la corsa in piazza Risorgimento (piazza del Duomo) questa fase preliminare riguarda esclusivamente agli asini forniti dalla Giostra ai borghi, accompagnati dal proprietario; con la verifica dei documenti, il controllo di idoneità e la presenza del microcip. Alle 10.30 gli asini verranno numerati, sia quelli scelti dai borghi che quelli forniti dalla Giostra delle Cento Torri. Successivamente saranno sorteggiati gli asini da assegnare e i borghi comunicano i nomi di fantasia da assegnare agli animali e ai fantini. Alle 12 nella piazza del Palio saranno presentati, con il rispettivo proprietario, gli asini scelti dai borghi, con successiva verifica dell’idoneità. Nel caso un animale venisse giudicato non idoneo non parteciperebbe al Palio e non verrebbe sostituito da uno sorteggiato, in quel caso il borgo correrebbe solo con un asino, quello sorteggiato. Alle 14 ultima riunione prima della gara fra giuria, fantini, palafrenieri e responsabili dei borghi, per la definizione dell’ordine

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Per la decima volta il 13 maggio la “Giostra delle cento Torri” ha preso parte al “Palio del Casale” organizzato ogni anno a Camposano, in Campania, in Provincia di Napoli, a pochi chilometri da Nola. Si tratta di un vero e proprio Palio nazionale degli asini, che si propone di raccogliere i vincitori dei vari palii degli asini diffusi in tutta Italia. E Alba fa parte di questa elite. I buoni rapporti instauratisi fra la Giostra delle Cento Torri e gli organizzatori del Palio del Casale, fa sì che ogni anno, in occasione del Palio degli asini albese a ottobre, ci sia una delegazione della località campana ospite. Nella delegazione albese erano presenti naturalmente gli sbandieratori e il Borgo vincitore del Palio, in questo caso il Borgo dei Brichet, accompagnato dal presidente Carlo Viotti. Una delegazione nutrita che contava una cinquantina di persone circa. Il fantino che rappresentava la città di Alba si è ben comportato nella competizione che si è svolta nel fine settimana fra il 12 e il 13 maggio, ma è stato sfortunato. La vittoria finale è andata al fantino di casa. Il Palio del Casale si definisce “Gara mondiale di corsa su asini” anche perché nella competizione di quest'anno per esempio non erano rappresentati solo le competizioni che si svolgono in Italia, ma anche due che hanno luogo fuori dai confini nazionali. Si tratta di una competizione di alto livello, anche perché i palii che si svolgono soprattutto in centro Italia sono molto competitivi, con borghi molto ben organizzati e combattivi. Non è raro per esempio che diverse squadre portino alla competizione campana, oltre che il fantino, anche un asino da

Palio del Casale di Camposano: per la decima volta anche Alba entra nella kermesse!

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corsa. Alba ha il palio più organizzato in Piemonte e uno dei più importanti nel nord Italia. Nell'ambito della competizione di Camposano, la capitale delle Langhe, può vantare una vittoria esattamente nella prima edizione in cui ha partecipato. La tradizione del Palio del Casale fa risalire la nascita della competizione fra gli asini al 1768, quando - nella seconda domenica di maggio - la popolazione del Casale volle celebrare la tanto attesa indipendenza dalla vicina città di Nola conquistata l'anno prima dopo una lunga e pluriennale contesa. La storia, come tante leggende alla base di manifestazioni tradizionali, coinvolge l'amore e la contesa per una dama. A festeggiare l'indipendenza da Nola arrivarono anche gli abitanti di 15 casali vicini, festanti in groppa ad asinelli, il mezzo di trasporto più usato dai contadini che si recavano in campagna al lavoro. Alcuni giovani furono colpiti dalla bellezza di una ragazza di Camposano, Giuseppina e disputarono fra loro la possibilità di corteggiarla per primi. Come avviene in tutte le situazioni di questo genere non venne raggiunto alcun accordo e lo scambio di idee si fece più acceso. A risolvere la controversia intervenne un gentiluomo che propose lo svolgimento di una competizione che coinvolgesse, abilità, astuzia e certamente fortuna, ovvero una corsa con gli asinelli. Di qui è nata la tradizione della corsa che si propone di celebrare anche la fertilità. E non è certo un caso che ogni edizione del Palio del Casale abbia la sua “Giuseppina”, eletta in occasione della competizione.

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Il Palio degli Asini è un grande evento che coinvolge migliaia di persone, fra volontari, borghi, organizzazione, i tanti spettatori della giornata del palio e i tantissimi albesi che si radunano per le strade e le piazze della città per assistere al corteo organizzato dai borghi. Un evento dunque che richiede un grande sforzo organizzativo sotto tutti i punti di vista, soprattutto quello della sicurezza. Si tratta spesso di un lavoro oscuro, che per forza di cose deve rimanere nascosto, e che richiede impegno, professionalità e attenzione, perché un giorno di festa resti tale per tutti. La sicurezza ha funzionato perfettamente se nessuno sì è accorto del lavoro richiesto, che è comunque molto, svolto da persone che si impegnano per tutto il giorno. Eppure li si può notare all'ingresso del campo del palio, a indicare agli spettatori i posti dove sedersi, a incanalare il passaggio delle persone. La sicurezza significa non solo tutela dell'incolumità di tutti i partecipanti umani ovviamente, ma anche protezione della salute dei tanti animali che partecipano alla grande manifestazione. Abbiamo deciso di parlare delle tante persone coinvolte in questo settore. A occuparsi della sicurezza sono l'Ente Fiera, l'Aca, il Comune e La Giostra delle Cento Torri con un gruppo di volontari che fa parte di alcune associazioni albesi impegnate tutto l'anno in questi campi: si tratta dell'Associazione Carabinieri, di Proteggere Insieme, del C. B. Club Radio Amatori e del Gva, Gruppo volontari albesi. A guidare il gruppo di volontari impegnati, fra i 35 e i 36, è Beppe Giachino, che coordina le attività legate alla sicurezza. Per il Palio degli Asini è stato preparato un dettagliato programma presentato alla Prefettura e i volontari impegnati hanno preso parte a un corso organizzato dai Vigili del fuoco di Asti che

Tanti volontari impegnati per la

SICUREZZA Un grande lavoro che può considerarsi riuscito quando gli addetti non si notano !

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aspetto molto importante – conferma Cugnasco –, il palio di Alba è una gara e una manifestazione folcloristica di intrattenimento. È vero che c'è una forte competizione fra i Borghi in lizza, ma appare a tutti evidente anche lo spirito goliardico e di divertimento che lo caratterizza. Dunque anche il benessere degli animali coinvolti è sempre stato posto al centro dell'evento e così sarà anche in futuro». La piazza del palio è presidiata costantemente dalle forze dell'ordine e dai mezzi per il soccorso, sia per le persone che per gli animali, c'è una squadra medica e anche una veterinaria per intervenire in caso di necessità. Questo garantisce tranquillità all'organizzazione perché tutto si svolga nel migliore dei modi. «I nostri volontari sono ben affiatati, ognuno conosce il proprio compito e sa come operare. Viene effettuato un attento controllo sulle tribune, tutto viene programmato nel piano di sicurezza redatto in preparazione del Palio» afferma Cugnasco. Ovviamente i controlli sugli animali non si limitano alla giornata del Palio, tutti gli animali partecipanti, non solo gli asini della corsa, devono essere in regola con i documenti sanitari e in buona salute. Quest'anno inoltre saranno utilizzati asini scelti dai borghi e non sorteggiati, questo dovrebbe portare a una gara un po' più agonistica, con animali meno “bizzarri”. Per questo l'organizzazione sta valutando l'utilizzo di materiali specifici per quanto riguarda il fondo del campo del Palio, sul quale corrono gli asini e per le barriere di contenimento. Normalmente la preparazione del campo richiede l'utilizzo di 800 balle di paglia e 180 metri quadri quadrati di segatura, si tratta di un impegno notevole. «Fino a oggi i nostri sforzi sono stati premiati da buoni risultati non solo per quanto riguarda strettamente l'aspetto della sicurezza. Il pubblico cresce sempre di più, segno che gradisce lo spettacolo del palio, con la presenza sempre numerosa di turisti stranieri. Vorrei rivolgere un plauso a tutti coloro che si impegnano per la buona riuscita del palio ed in particolare ai giudici dei Borghi, per il loro costante impegno sia nelle retrovie, per la gestione della corsa, che durante lo svolgimento della gara stessa, perché tutto si svolga secondo i regolamenti».

ha garantito loro un attestato di idoneità tecnica come addetto antincendio a rischio elevato. I volontari sono coadiuvati anche da alcune aziende albesi che si occupano del settore. «Collaboriamo strettamente con tutti i borghi perché il nostro lavoro si svolga nel migliore dei modi, il nostro compito è quello di garantire la sicurezza sia di chi è protagonista del Palio, dunque i volontari che partecipano all'evento, sia naturalmente degli spettatori». In tutto sono circa 50 le persone coinvolte nell'organizzazione a vario titolo, coordinate dal Gruppo comunale di Protezione civile. Il lavoro dei volontari è diventato sempre più importante e delicato col passare degli anni, non solo per via delle normative sempre più stringenti in materia di sicurezza nel corso degli eventi. Il Palio è cresciuto sempre di più, portando ad Alba un numero sempre maggiore di persone e questo naturalmente può accrescere i rischi che qualcosa non vada per il verso giusto. «Fino a oggi è sempre andata bene, ne siamo molto lieti – continua Beppe Giachino –, il nostro gruppo di volontari prosegue il suo impegno per essere sempre meglio preparato nella gestione degli eventi ad Alba. Non c'è solo il Palio e la Fiera del Tartufo, ma anche tante altre importanti manifestazioni, come Vinum in primavera per esempio». Per quanto riguarda la sicurezza all'interno del campo del Palio a occuparsene ormai da molti anni è Romano Cugnasco, che vigila anche sul regolare andamento della gara e, cosa molto importante, sul benessere degli asini e in generale di tutti gli animali coinvolti nella sfilata. «Sono 34 anni che mi occupo della sicurezza nel campo del Palio e per fortuna non è mai successo nulla di grave. Certo può esserci stato qualche malore o leggeri infortuni per gli asini o i fantini» dice Cugnasco. L'organizzazione del Palio è sempre stata molto attenta con particolare cura per la prevenzione degli inconvenienti e un'attenta valutazione dei rischi. «Generalmente si chiede ai volontari impegnati di essere il più professionali possibile anche se si tratta di volontari». Il Palio di Alba ha sempre dedicato una particolare attenzione verso il benessere e la sicurezza degli animali: «Si tratta di un

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Nella sede del Gruppo storico della Giostra delle CentoTorri si conserva un archivio che preserva la Storia del Palio degli Asini

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La sede del Gruppo storico della Giostra delle Cento Torri ospita un archivio del Palio degli Asini di Alba, che, a tutti gli effetti, è anche un piccolo museo. Il Gruppo storico si trova presso l'ex mattatoio ad Alba in via Michele Coppino e conserva, all'interno di tre stanze, preziosi materiali d'archivio relativi a una delle manifestazioni più longeve ad Alba, un appuntamento che ha caratterizzato la città delle Cento Torri per tutto il XX secolo. Sì, perché se è vero che il Palio festeggia 51 anni, si tratta della ricorrenza relativa all'ultima fase di questo evento Il primo Palio è stato corso nel 1932 grazie all'iniziativa di un grande personaggio della cultura albese: il pittore Pinot Gallizio. Questi è stato anche l'autore di alcuni palii. L'archivio conserva il manifesto stampato nel 1933, perfettamente conservato, per annunciare la corsa degli asini di quell'anno. I materiali d'archivio sono innumerevoli e raccontano la storia di una manifestazione che ha attraversato la storia di Alba e che dunque ne rappresenta il riflesso. Alle pareti sono incorniciate tantissime foto d'epoca delle sfilate delle prime edizioni, fra cui una storica relativa all'edizione del 1932. C'è anche un palio che è una vera e propria rarità, assegnato al “Burg dii Sagrin” che oggi non esiste più. Nel corso delle prime edizioni la corsa non era preceduta dalla sfilata in costume medievale e tante edizioni sono state corse nell'attuale piazza Pertinace (a tutti nota come piazza San Giovanni). Dopo le edizioni degli anni '30, conclusesi nel 1934, dopo la Seconda Guerra mondiale, la manifestazione è stata ripresa nel 1945 e nel 1947 e 1948, con la voglia di tornare alla normalità per gli abitanti della città devastata dalla guerra. L'edizione che ha segnato la vera e propria ripartenza è stata quella del 1967 che ha poi dato l'avvio alla serie che non si è più interrotta fino ad oggi. Di questa affascinante storia l'archivio conserva documenti, scatti d'epoca, naturalmente i palii vinti dai borghi, anche se si tratta solo di riproduzioni, visto che ad Alba se


ne fa solo uno che viene consegnato poi al borgo vincitore, che naturalmente lo conserva gelosamente. Fra i documenti qui conservati c'è anche il registro dell'“Amico della Giostra” titolo che viene assegnato ogni anno dalla Giostra delle Cento Torri, e che annovera certamente personaggi storici che hanno caratterizzato la vita politica e sociale della Capitale delle Langhe, ma anche illustri personalità del mondo dello spettacolo e dello sport. Fra gli “amici” della Giostra ci sono stati anche Alberto Sordi e Ornella Muti. Essendo un archivio della storica corsa albese non possono mancare tutti i numeri di questa rivista che ogni anno puntualmente accompagna l'evento della prima domenica di ottobre. Il cortile della sede ospita anche una splendida catapulta medievale utilizzata nel corso delle sfilate storiche. Un archivio che è un vero e proprio tesoro ricco di cimeli. Non si tratta di un museo, non è aperto regolarmente al pubblico, ma capita spesso nel corso della Fiera del Tartufo che alcuni turisti, soprattutto quelli che arrivano da fuori Italia, siano incuriositi dalla sede del gruppo storico e chiedano di approfondire la storia e le tradizioni del Palio. In quel caso i volontari del Gruppo, guidati dal Felice Dezzani, non negano di accompagnarli e di soddisfare le loro domande. Chissà che un giorno questo importante tesoro non diventi davvero un museo, per arricchire il patrimonio culturale della città e offrire ai suoi abitanti un affascinante spaccato di storia.

Biglietteria del Palio degli asini

I prezzi:

I biglietti del Palio degli asini si possono acquistare presso le seguenti strutture: - all’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco D’Alba in piazza Medford 3; - la domenica stessa del Palio, il 7 ottobre a partire dalle 10,30, al botteghino del Campo del Palio in piazza Cagnasso, - sul sito internet della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba: https://www.fieradeltartufo.org

Poltrona numerata: 30 euro + eventuale prevendita Poltrona numerata ridotto: 20 euro + eventuale prevendita Poltrona numerata per i gruppi da minimo 30 persone: 20 euro + eventuale prevendita Poltrona non numerata: 20 euro + eventuale prevendita Poltrona non numerata ridotto: 15 euro + eventuale prevendita Poltrona non numerata gruppi da minimo 30 persone: 15 euro + eventuale prevendita Parterre in piedi: 10 euro + eventuale prevendita Parterre in piedi ridotto: 5 euro + eventuale prevendita Parterre in piedi ridotto per gruppi di 30 persone: 5 euro + eventuale prevendita

Ridotto: Riduzione valida agli over 65 anni, bambini e ragazzi fino a 15 anni Sotto i 3 anni ingresso gratuito senza occupazione del posto

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Il Gruppo Storico della Giostra delle Cento Torri della città di Alba

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e i Borghi sono i grandi protagonisti del Palio degli Asini, anche altri gruppi accompagnano la grande manifestazione che si svolge ogni anno la prima domenica di ottobre. Fra questi il Gruppo storico della Giostra delle Cento Torri, che rappresenta per certi versi l’istituzione, non solo all’interno del Palio, ma anche fuori. Si tratta di un sodalizio di recente formazione, nonostante la Giostra sia invece ben più vecchia: il gruppo è nato nel 2001 allorché, con il rifacimento dello statuto della Giostra è stata decisa la sua formazione per dare autonomia ai volontari che si occupano della coreografia del Palio e che erano fino a quel momento dentro la Giostra. Il Gruppo storico anima soprattutto l’Investitura del Podestà, che avviene la settimana prima del Palio, quando il Podestà entra nel campo, accompagnato dalla Signora di Alba, dai notabili, i signori, il Vescovo e gli armati di Alba. La Signora di Alba, è una figura allegorica che solitamente viene impersonata da una figurante del borgo che ha vinto il palio nell’edizione precedente. A coordinare questo gruppo di volontari c’è il responsabile Felice Dezzani, insieme a un gruppo ormai molto affiatato: si occupano dei costumi Carla Principiano, Adele Teofilo, Pina Rosso, Giusy Martella e Francesca Benvenuto che si occupa della preparazione del prezioso drappo del Palio. Per gli allestimenti del gruppo ci sono Gino Giordano, Piero Bassino, Fulvio Iannitello, Giancarlo Corvo, Renzo Alloesio, Giancarlo Ponzone e Elio Ponzone. Il corteo del

Presidente Felice Dezzani

gruppo storico solitamente è composto da una settantina di figuranti e la sfilata che li vede coinvolti richiede una grande preparazione che dura tutto l’anno. Di solito il gruppo si trova un paio di volte al mese, ma quando si avvicina l’appuntamento con la corsa degli asini può capitare di preparare gli ultimi dettagli anche tutti i giorni. «Svolgiamo anche attività di supporto per altri eventi al di fuori del Palio – dice Felice Dezzani – ad esempio la presenza dei nostri figuranti è fissa al castello di Grinzane Cavour in occasione dell’Asta mondiale del Tartufo bianco e andiamo ogni anno a Camposano per partecipare al Palio nazionale degli asini che si svolge lì. Siamo naturalmente disponibili ogni volta che il Comune e l’Ente Fiera ci chiedono la partecipazione a qualsiasi evento, solitamente turistico o promozionale». Il gruppo lo si può trovare anche durante la Fiera del Tartufo in occasione del Baccanale del Tartufo in piazza Rossetti proponendo due piatti ormai attesi dai turisti che affollano le strade del centro storico: le tagliatelle col tartufo nero e i Crostoni con fonduta e tartufo nero. Inoltre nella sua sede il Gruppo storico gestisce anche un ricco archivio di documenti e materiale storico relativo alle edizioni del Palio degli asini, da quando è nato fino a oggi. Un piccolo museo, con immagini, cimeli, costumi, rassegna stampa del grande evento che ogni anno affascina turisti e abitanti della Città delle Cento Torri.

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Gruppo Sbandieratori e Musici della città di Alba

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portare in alto i colori albesi, non solo durante il Palio degli Asini, è il Gruppo Sbandieratori e musici della città di Alba. Il sodalizio il giorno del Palio si esibisce più volte nell’arena della corsa, strappando sempre applausi, ma anche nella serata dell’Investitura del Podestà e durante il “Festival della bandiera” evento dedicato proprio agli sbandieratori, che in tutta Italia animano le manifestazioni a tema medievale. Quest’anno il festival ricorre il 14 ottobre, nel pieno della Fiera del Tartufo e vedrà gli albesi confrontarsi con altri loro colleghi provenienti da città italiane. Il Gruppo sbandieratori e musici è nato nel 1974, dal desiderio di alcuni sbandieratori dei borghi albesi di poter costituire un gruppo che rappresentasse la città nel suo complesso e che ne portasse ilo nome in giro per l’Italia e non solo. Il desiderio si è avverato e in effetti gli sbandieratori albesi hanno davvero portato per tutto il mondo il nome della Città delle Cento Torri, contribuendo alla promozione turistica per la quale il nostro territorio è celebre. Il gruppo ha girato tutta l’Europa, per le principali manifestazioni, raggiungendo anche gli altri continenti. Una delle esperienze più belle è stata nel 1996, quando sbandieratori e musici sono comparsi in uno spot della Fiat girato in Brasile. Questo significa che l’attività è molto intensa fra addestramenti che si svolgono tutto l’anno due volte la settimana eccetto l’inverno, quando la temperatura rende molto difficile fare attività all’esterno. Sì perché non è facile trovare per gli sbandieratori spazi dove svolgere le proprie attività, e il sodalizio albese lo fa nel cortile della scuola

Presidente Sergio Destefanis

Media Vida, oppure nell’area del Parco Tanaro. Infatti occorre trovare anche un luogo che non rechi troppo disturbo ai residenti, visto che occorre suonare i tamburi. «Una delle esperienze più belle vissute recentemente è stata la visita a San Pietro lo scorso anno. La città era andata a Roma per consegnare il Tartufo dell’anno a Papa Francesco e abbiamo deciso di essere presenti anche noi. Era il mese di novembre e la giornata era molto belle anche che un pò fredda. Arrivati in piazza San Pietro ci siamo esibiti di fronte ai fedeli lì riuniti e quando è passato il Papa gli abbiamo consegnato una delle nostre bandiere. Lui ci ha salutato con calore» dice Sergio Destefanis, responsabile del gruppo e sbandieratore egli stesso. I componenti del sodalizio sono circa 50, di tutte le età. Si va dai più giovani, fino a coloro che hanno magari iniziato in giovane età e poi non hanno più smesso. Gli sbandieratori partecipano anche al Baccanale del Tartufo con i loro piatti dolci e con un gioco che ormai ha conquistato il pubblico, si tratta di una simulazione della corsa degli asini con delle sagome di asinelli meccanici, il giorno del Baccanale circa 3.500 persone decidono di giocare così insieme al gruppo. Ma un altro marchio riconoscibilissimo degli sbandieratori albesi è il lancio della bandiera con i coriandoli. «È una “mossa” che abbiamo inventato fra il 1975 e il 1976 dopo aver partecipato ad alcune manifestazioni di carnevale. Non è facile ed è un movimento che molti altri gruppi ci hanno copiato, ma l’originale lo facciamo noi» conclude Destefanis. Per poterlo vedere basta assistere al Palio il prossimo 7 ottobre.

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Bo r g o d e i

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Presidente Carlo Viotti

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l Borgo dei Brichet conserva con grande passione il retaggio del Palio degli asini di un tempo, dello spirito che lo animava, fatto di goliardica rivalità fra i borghi. In effetti il cuore del borgo è forse in uno degli angoli più caratteristici del centro storico, dove l’eredità medievale della città è più evidente. È piazza Pertinace questo cuore, ma i borghigiani direbbero piazza San Giovanni, lo spazio su cui si affaccia la chiesa e l’omonima parrocchia. Piazza San Giovanni è dominata da Palazzo Marro, uno degli edifici medievali più belli della città e vi si trova anche Casa Riva e questo in passato era il luogo nel quale si sono celebrati tanti eventi legati al Palio. Gli smalti del borgo sono il rosa il turchese e l’argento, si tratta dei colori del Borgo di Santa Maria Nuova di Asti, sono stati presi dalla contrada della vicina città. Nello stemma compaiono monticelli e torri, e in effetti da qui, dal cuore del centro, di torri se ne vedono molte. Per comprendere lo spirito di questo borgo basta ascoltare la secca dichiarazione del suo presidente Carlo Viotti: «Per noi il Palio è più importante della sfilata, è il punto focale della manifestazione». Evidentemente non è un caso che il Borgo dei Brichet sia uno dei più titolati, con 12 palii ufficiali nel suo palmarès, più uno revocato. Anche se la vittoria del Palio è spesso frutto della buona sorte, come possono testimoniare gli spettatori di ogni corsa, prepararsi per la competizione a qualcosa serve. L’ultimo Palio vinto è stato quello dello scorso anno, che ha garantito al Borgo dei Brichet di partecipare al “Palio del Casale” a Camposano lo scorso mese di maggio, che però non ha portato una nuova vittoria. Il sodalizio è uno dei più vecchi fra quelli che partecipa alla Giostra, ha ben 50 anni di vita, gli ultimi 20 dei quali sotto la presidenza di Carlo Viotti. La sua gestione ha portato alla vittoria di cinque corse.

Sono due i gruppi di lavori distinti che si suddividono i compiti, da una parte chi si occupa delle questioni tecniche e dei lavori manuali, dall’altra il gruppo per la preparazione dei vestiti e dei costumi, costituito soprattutto da donne. «L’argomento della sfilata lo decidiamo tutti insieme, e ci troviamo periodicamente per pianificare le nostre attività. Non riusciamo a parlare a lungo senza mangiare qualcosa, per cui le nostre riunioni sono sempre intorno a un tavolo imbandito» dice ancora Carlo Viotti. Questa vocazione verso la buona tavola si conferma anche dal fatto che il borgo ha supportato sempre la manifestazione “Vinum”, fin dalle sue prime edizioni: «Abbiamo partecipato quest’anno insieme a tutti gli altri borghi, ma lo abbiamo fatto sempre, siamo dei precursori. In generale partecipiamo anche ad altre manifestazioni, sempre ad Alba e per sostenere chi ci chiede una mano. Così due o tre volte l’anno animiamo alcuni momenti di festa nelle scuole elementari Rodari e Montessori, così come sosteniamo l’Associazione mutilati, invalidi e vedove di guerra» prosegue Viotti. Naturalmente il sodalizio anima la festa del quartiere che si svolge alla fine del mese di giugno e non lesina i suoi sforzi nemmeno per quanto riguarda la sfilata, visto che in passato ha realizzato una catapulta medievale (mezzo militare d’assedio), copiandone una che si trovava nel Castello del Valentino a Torino. «I modelli dei nostri costumi sono stati realizzati dopo un’attenta ricerca sull’abbigliamento dei signori nel 1200 ad Alba, che è il periodo a cui si rifà il Palio di Alba. Questo lavoro è stato frutto di una ricerca attenta», conclude il presidente Viotti. L’obiettivo più importante per il borgo resta comunque la vittoria della corsa degli asini e alla luce di questo la notizia che quest’anno è stato concesso ai borghi l’utilizzo di un proprio asino non può che risultare gradita.

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B o r g o d i

Sa n

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Presidente Ines Manissero

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l Borgo di San Lorenzo comprende una parte importante del centro storico di Alba, quella in cui è inserito il Duomo, e anche la splendida chiesa di San Domenico. Lo stemma, scelto dai borghigiani nel 1967, è una elaborazione del sigillo della nobile famiglia dei De Braida, che ha influenzato la politica albese nel XIII secolo. Lo scudo del Borgo porta lo smalto d’argento a tre caprioli d’azzurro. I colori che vestono i borghigiani nei loro costumi storici sono il blu zaffiro, il bianco perla, il nero velluto, l’argento e l’oro. Si tratta del borgo meno titolato dal punto di vista del Palio, ne ha vinto solo uno, nel 1990, e il più titolato invece per quanto riguarda la sfilata storica, i premi sfilata fino all’edizione di quest’anno sono stati 14, l’ultimo dei quali conquistato lo scorso anno. Questo significa che in base al regolamento del premio quest’anno San Lorenzo sarà fuori gara e presenterà lo stesso tema messo in scena nell’edizione del 2017. Dice il presidente del borgo, Ines Manissero: «Il nostro orgoglio è quello di fare una bella sfilata; vogliamo dare il massimo e divertirci. Sono 12 minuti quelli concessi per la rappresentazione nel campo del Palio, e per quelli, noi e non solo noi, ci prepariamo tutto l’anno con grande impegno. Di solito non pensiamo a vincere, ma a fare una bella sfilata». Anche alla luce delle numerose attività svolte nel corso dell’anno, la preparazione del borgo è particolarmente intensa: «Sono tanti gli eventi a cui prendiamo parte: Vinum, il Rally di Alba, la Festa patronale di San Lorenzo che ogni anno si svolge il 10 agosto, e della quale siamo protagonisti e “Le notti della natività” la serie di eventi proposta ad Alba a dicembre in occasione del Natale» prosegue Ines Manissero. A queste manifestazioni albesi si aggiungono le 15 uscite circa che portano il borgo o anche solo il Gruppo

di musici e sbandieratori non solo in giro per l’Italia presso vari appuntamenti folcloristici, ma anche in Europa. Il gruppo raggiunge le 120 unità in occasione della sfilata del Palio degli Asini di Alba e durante gli altri eventi conta circa 50 partecipanti. Inoltre c’è il gruppo di musici e sbandieratori, che conta 48 tesserati. Si tratta di un team eterogeneo che mette insieme persone di tutte le età, certamente i giovani e anche chi ha iniziato qualche anno fa e continua con entusiasmo. Questo significa anche che i più esperti insegnano ai più giovani le tecniche affinate dal gruppo e anche i rudimenti musicali, nel caso sia necessario per chi comincia a svolgere questa attività. I borghigiani si incontrano settimanalmente per preparare il palio e le altre manifestazioni, il gruppo di musici e sbandieratori anche due volte alla settimana. Naturalmente fra i volontari si sono divisi i compiti per preparare al meglio la sfilata, fra la preparazione dei costumi (che comunque vengono utilizzati tutto l’anno) e quella degli allestimenti. La scelta dell’episodio storico da rappresentare di solito è collegiale, la si prende insieme. Quest’anno il Borgo presenta durante la sfilata una novità: il nuovo stendardo del Gruppo dei musici e sbandieratori che è stato preparato e mostrato per la prima volta durante la festa di San Lorenzo svoltasi lo scorso 10 agosto e che ha ricevuto la benedizione. «Non smettiamo mai le nostre attività, e questo impegno ci rende uniti e coesi. Ci divertiamo molto e curiamo con attenzione i dettagli nelle nostre attività» conclude la presidente Ines Manissero. Il Borgo ha anche raccolto la sfida della corsa degli asini decidendo di utilizzare un asino di proprietà, come previsto dal regolamento, nella speranza di far avanzare anche il contatore dei palii vinti.

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F u m o

Presidente Marita Marolo

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l Borgo del Fumo è periferico rispetto al centro storico, è il quartiere di corso Piave e corso Europa, che guarda verso la Langa del Barolo, Grinzane e appunto Barolo. Lo stemma è stato ideato nel 1967 e riproduce uno scudo inquartato con i quattro simboli del borgo: la ciminiera con il fumo, che ha dato il nome al borgo, e fa riferimento alle fornaci di laterizi che fin dal tempo della Repubblica romana erano operanti nella zona (fanno fede i ritrovamenti di laterizi avvenuti nel borgo tra il XIX e l’inizio del XX secolo) il sole, la stella, il drago; gli smalti sono l’oro e il rosso. Il drago è l’unico simbolo immaginario nello stemma, il sole e la stella ricordano i viaggi dei pellegrini diretti all’abbazia benedettina dei santi Cassiano e Frontiniano, importante centro religioso della città nell’Alto medioevo. Il borgo è guidato dal 1983 da Marita Marolo, che porta avanti insieme al resto del direttivo gran parte del lavoro richiesto per la preparazione del Palio degli Asini. Il direttivo è composto da 8 persone che lavorano assiduamente tutto l’anno, a partire da gennaio per arrivare a ottobre con la sfilata pronta. Naturalmente alla sfilata partecipa circa un centinaio di figuranti, questo anche grazie a tanti collaboratori che danno una mano: «Tutto ciò che è possibile lo facciamo con le nostre energie e le nostre abilità» afferma la presidente. Fra queste cose c’è anche la cucina che viene proposta durante il Baccanale del Tartufo nel corso della Fiera del Tartufo: «Seguiamo tutto in prima persona a partire dalla parte alimentare, quello che proponiamo ai turisti viene cucinato sul momento, non c’è nulla di precotto, naturalmente seguendo tutte le normative previste» continua Marita Marolo. In piazza San Francesco ogni anno il borgo propone il gioco della pesca delle paperelle che riscuote grande successo fra i turisti,

soprattutto fra i bambini. Il borgo nel corso dell’anno ha partecipato a “Vinum”, come hanno fatto anche gli altri e inoltre anima ogni anno nel mese di maggio la festa del quartiere Piave. I volontari si trovano tutte le settimane una volta la settimana per le attività di preparazione al Palio, e quando il tempo stringe e la gara si avvicina gli incontri diventano quotidiani, ogni sera per rifinire gli ultimi dettagli. Naturalmente i costumi sono preparati dai volontari (soprattutto dalle volontarie), ci sono persone creative che curano tutto nel dettaglio, lasciando libera la fantasia nella creazione dei costumi più belli possibile. La parte maschile si occupa soprattutto delle questioni tecniche, delle strutture, fatte soprattutto in legno. Le decisioni importanti vengono prese in gruppo, soprattutto la scelta del tema delle sfilata e la sua preparazione, il tema solitamente viene deciso nel mese di febbraio. E il lavoro non finisce mai perché la sera stessa del palio, quando ancora si festeggia o si ricordano gli episodi più divertenti dell’importante giornata trascorsa, già si pensa all’appuntamento dell’anno successivo. Dice ancora Marita Marolo «Diversi anni fa c’era più goliardia intorno al Palio, adesso sembra esserci troppa competizione, ma devo dire che il premio sfilata ha dato un forte impulso e un incentivo ai borghi per impegnarsi al massimo delle energie». Lo scorso anno anche se i premi principali non hanno toccato il borgo, il sodalizio ha potuto comunque festeggiare un bel traguardo, infatti dalle file del Borgo del Fumo è stata eletta la prima “Bela Trifolera” della giostra, visto che a partire dal 2017 il concorso ha cambiato veste e ha visto concorrere ragazze proposte dai nove borghi partecipanti. Per il Fumo una bella soddisfazione.

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Presidente Bruno Silvestro

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l Borgo Moretta è caratterizzato da due colori, l’oro ed il verde, che rappresentano il grano ed i campi. I colori del Borgo ricoprono l’area periferica di Alba, nel quartiere della Moretta, attraversato da corso Langhe, sulla strada che porta verso Ricca D’Alba e l’Alta Langa, con al centro il Santuario di Nostra Signora della Moretta. Si tratta di un’associazione molto importante per il quartiere e per la città di Alba, per la sua grande vivacità e le tante attività portate avanti da tutto il Borgo, ed in particolare dal gruppo degli sbandieratori e musici. Venne fondato nel 1969 e fu il primo gruppo di sbandieratori albese, e ad oggi è uno dei più attivi e numerosi sul territorio. Gli interventi nelle attività albesi sono molteplici; oltre al Palio ed agli eventi collegati, il Borgo Moretta partecipa alle attività di Vinum, in piazza del Duomo sotto il Municipio durante la primavera, prende parte naturalmente al Baccanale, di cui è stato l’ideatore, durante la Fiera del Tartufo, partecipa alla manifestazione “Ama la carne” organizzata in collaborazione con l’“Associazione macellai albesi”. Il gruppo di volontari legati al Borgo che porta avanti le attività è di circa 40 persone, anche perché, come si può immaginare, il lavoro è tanto, fra la preparazione dei costumi, le coreografie per la sfilata, le ricerche per la preparazione dell’episodio da presentare durante il Palio, oltre naturalmente alle attività fuori Alba. Uno dei punti di forza del Borgo, indubbiamente, è il nutrito gruppo di sbandieratori e musici, oltre 60 giovani che si esibiscono con i loro brani ed esercizi di singoli, di

coppia, piccola e grande squadra, insieme ad altre esibizioni uniche. Non li si ammira solo durante il Palio degli asini di Alba, ma anche in altri eventi sparsi sul territorio italiano ed in molte città europee. Al gruppo principale va aggiunta anche una ventina di ragazzi Juniores che fa parte della formazione più giovane e che rappresenta il futuro del Borgo. Quest’anno gli impegni per gli sbandieratori e musici sono stati tanti, abbiamo avuto la richiesta di partecipazione ad oltre 18 eventi, e non potendoli soddisfare tutti, abbiamo consigliato gruppi con la quale collaboriamo. Alcune delle città che abbiamo colorato con i nostri smalti nell’ultimo anno sono Dronero, Mondovì, Carmagnola, Milano, Arma di Taggia, Riese Pio X, Ternay (FR), Briancon (FR), Cannes (FR). Nel mese di luglio abbiamo partecipato al Palio degli Asinelli di Ollolai in Sardegna, per quattro giorni. «Portiamo avanti il nome di Alba in Europa» dice Bruno Silvestro, Presidente del Borgo Moretta. Sono 27 anni che il Borgo porta avanti le sue attività. I Palii vinti fino ad oggi sono stati complessivamente sei e tre sono stati i premi sfilata. Questi ultimi sono stati vinti tutti sotto la gestione dell’attuale presidente, 3 invece i palii. Quest’anno, in più, c’è la novità dell’asino portato dal Borgo, con cui il presidente Silvestro si trova d’accordo: «Sono favorevole all’asino del borgo, perché in questo modo la corsa risulterà più competitiva e più emozionante. Ci sarà meno spazio forse per gli asini difficili da condurre, e questo dovrebbe portare a una gara più lineare».

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Presidente Beppe Fauzia

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l Borgo delle Rane è un piccolo borgo nel cuore di Alba, attestato nel centro storico, che comprende la zona dell’Ospedale San Lazzaro, via Pierino Belli, lo sferisterio Mermet, che è considerato il “centro” del borgo, la stazione ferroviaria. Lo sferisterio è stato realizzato lungo il tracciato degli spalti che racchiudevano la città vecchia medievale. Gli smalti del gonfalone sono l’oro e l’azzurro su uno stemma che mostra il profilo di un vecchio castello. La rana invece richiama il “Club dei ranocchi” un gruppo di persone che prendeva la vita con allegria e buon umore. Si tratta di un borgo piccolo come sottolinea il suo presidente Beppe Fauzia, anche nel gruppo che lo porta avanti, e anche per questo molto coeso, unito dal desiderio di divertirsi e portare avanti le attività del sodalizio con grande amore verso la città di Alba. I Borghi albesi sono associazioni molto attive che lavorano tutto l’anno per far arrivare al fatidico giorno del Palio con una rappresentazione storica preparata a puntino e i due fantini pronti a competere per la conquista dell’ambito drappo. Inoltre ci sono le manifestazioni nel corso dell’anno, sia durante la Fiera stessa che fuori. Il Borgo delle Rane per esempio era presente durante le giornate di “Vinum” tra il 21 aprile e il 1 maggio, in piazza San Paolo per proporre agli avventori piatti della tradizione, lo “Street food ëd Langa” in accompagnamento ai vini bianchi delle Langhe. Un’altra uscita che ha visto protagonisti i volontari del borgo è stata in occasione dell’assemblea della Banca D’Alba, svoltasi il 27 maggio. In quella giornata i borghigiani si sono occupati soprattutto della distribuzione di cibo e di gadget agli intervenuti. «C’è molto lavoro dietro le attività di un borgo, impegno

che molti non conoscono ovviamente. Non solo per la preparazione effettiva di quanto verrà proposto la giornata del Palio, fra la sfilata storica, lo spettacolo degli sbandieratori e naturalmente il palio vero e proprio, ma anche e soprattutto per la gestione burocratica degli eventi. Siamo tutti volontari e dedichiamo il nostro tempo libero al borgo, dovendo anche far fronte alla burocrazia legata all’organizzazione. Inoltre le nostre attività hanno anche dei costi, che purtroppo stanno crescendo sempre di più. Comunque facciamo fronte a tutto con impegno e entusiasmo». Spiega il presidente Beppe Fauzia, che guida il borgo da 25 anni. Il gruppo dei figuranti è composto da circa 70-80 persone, di questi otto sono musici e altrettanti sbandieratori. Il gruppo molto forte che guida le attività del sodalizio è di 20 persone. La preparazione alla giornata del palio si svolge una volta la settimana, salvo prevedibili eccezioni. «Ognuno di noi mette a disposizione i propri interessi e le proprie professionalità a favore di tutto il borgo. Per esempio uno studente universitario molto appassionato di storia si è occupato di effettuare le ricerche che hanno portato alla preparazione dell’episodio storico di quest’anno. C’è molta cura nella scelta e nella messa in scena della nostra rappresentazione, tenuto sempre conto delle esigenze sceniche e di racconto». Afferma ancora Beppe Fauzia. Prima del Palio degli Asini i borghigiani delle Rane dovranno sostenere un altro impegno importante. Il 15 settembre nel corso di un incontro di gemellaggio fra Alba e Beausoleil un piccolo gruppo di sbandieratori è protagonista nella cittadina francese gemella di Alba.

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Presidente Carla Vaschetto

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l Borgo di Santa Rosalia è uno dei Borghi albesi “fuori le mura”, posto nella periferia della città, certo una periferia molto piacevole, caratterizzata da un ambiente ricco di bellezze naturali, caratterizzato dal paesaggio collinare e contraddistinto da vigneti. Il Borgo è nato nel 1986 e il suo stemma presenta uno scudo diviso con un aquila nera in campo rosso che spezza una catena, e a fianco cinque barre rosse in campo argento. L’aquila che spezza la catena mostra le difficoltà nella formazione del borgo, e la catena simboleggia anche fedeltà e concordia. Le cinque barre rappresentano le cinque località che costituiscono il borgo: Vedetta, Moncarretto, Santa Rosalia, Enotria e Rivoli. La sede si trova a “Casa Piccoli” in corso Enotria, condiviso con il Moretta e Santa Barbara. Nella sua storia il borgo è stato retto da tre presidenti, Mario Marrocco, Candido Alessandria, che ha lasciato un segno indelebile sul gruppo e l’attuale Carla Vaschetto, che prosegue il lavoro del marito, di cui è stata l’ombra per tanti anni. Sono 120 circa i volontari che si impegnano per il borgo, divisi in tre squadre con compiti ben definiti: quella che si occupa degli aspetti più tecnici, mettendo a disposizione di tutto il gruppo le proprie professionalità; quella delle sarte, che si occupa naturalmente dei costumi, non solo della loro realizzazione, ma anche della manutenzione, con rammendi, oppure per adattarli di volta in volta a taglia e statura di chi li dovrà indossare. Infine la squadra che si occupa delle ricerche storiche, che studia e prepara l’episodio storico da proporre in occasione della sfilata del Palio. Come tutti gli altri borghi anche Santa Rosalia, svolge altre attività al di fuori della giornata del Palio e della preparazione per la stessa. Ha partecipato a “Vinum”, il grande evento dedicato al vino di Langhe Monferrato e Roero fra il 21 aprile e il primo giorno di maggio presidiando piazza

Garibaldi, dove venivano proposti ai turisti il vini del Monferrato accompagnati dallo “Street food ëd Langa” offerto appunto dai borghigiani volontari. «Si sposavano bene con le nostre polpette e le patate» dice la presidente Carla Vaschetto. L’altro appuntamento, all’interno della Fiera del Tartufo, che coinvolge i borghi albesi è quello con “Il Borgo si rievoca”, Santa Rosalia la si può trovare solitamente in piazza del Duomo ad Alba a offrire ai turisti Polenta con salsiccia e spezzatino, un menu ormai definito. Da non dimenticare il 15 e 16 giugno la presenza al Rally di Alba, per offrire da mangiare a tutti i presenti, si trattava del terzo anno di partecipazione all’evento sportivo. Infine anche fuori dalle mura cittadine i musici sbandieratori e figuranti di Santa Rosalia si fanno apprezzare per la loro bravura e entusiasmo, per esempio a Milano domenica 6 maggio per allietare la festa di quartiere di via Washington, una delle principali vie commerciali della capitale lombarda; «Siamo stati anche nella delegazione albese che si è recata all’Expo internazionale milanese» afferma la presidente. Il gruppo svolge periodicamente, una volta alla settimana, l’addestramento in preparazione del Palio. Conclude la presidente: «Non appena concluso, dobbiamo già subito pensare al Palio successivo, è un impegno importante che vede tutti coinvolti, in pratica iniziamo a prepararci a partire dal 2 gennaio di ogni anno. Nel gruppo ci sono anche 20 musici e 15 sbandieratori e poi c’è la squadra dei piccoli borghigiani i nostri pulcini, che saranno i protagonisti dell’attività del Borgo nel prossimo futuro. Buona parte di ciò che è il borgo oggi lo dobbiamo a Candido Alessandria che è stato un presidente indimenticabile, grazie Candido. Fra noi è diffuso ormai da tempo questo motto: “Il Borgo di Santa Rosalia è il più bello che ci sia” e ne siamo tutti assolutamente convinti».

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B o r g o d i

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Presidente Adele Drocco

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l Borgo di Santa Barbara è periferico, ma non troppo, certo fuori dalle mura medievali, fra le rive del torrente Cherasca e piazza Cristo Re, in una fascia mediana fra il centro storico cittadino e il Borgo della Moretta. Rinato nel 1985, propone gli smalti blu e granata con uno scudo argento con la croce rossa: nello stemma un grifone, un’aquila e tre fasce, gli animali simboleggiano coraggio e aggressività. Le tre fasce rappresentano le onde del torrente Cherasca. «Ci impegniamo perché la rappresentazione coinvolga davvero tutti i borghigiani partecipanti alla sfilata storica – afferma il presidente Adele Drocco, presidente di Santa Barbara –. La rappresentazione dura circa 10 minuti nella piazza del Palio e noi vorremmo che in questo lasso di tempo tutti si sentano coinvolti. Per questo lavoriamo perché la partecipazione alla sfilata sia davvero collettiva. Le nostre rappresentazioni storiche hanno spesso come tema le donne e la loro condizione nella società medievale. Studiamo la rappresentazione sotto questa ottica, anche quella che andiamo a proporre quest’anno naturalmente». Quest’anno il borgo propone la rappresentazione della morte per indigestione di Lionello di Clarence, evento tragico e bizzarro avvenuto esattamente 750 anni fa. Infatti secondo gli storici il fatto narrato nella scheda risale esattamente al 7 ottobre del 1268. Il gruppo si trova già dal mese di dicembre per lavorare alla rappresentazione del Palio successivo e normalmente si divide in gruppi di lavoro, ognuno dedicato a un incarico preciso. Il direttivo si trova una volta e due al mese a seconda delle esigenze. La lavorazione dei costumi è frutto del lavoro dei borghigiani. «Crediamo di aver lavorato bene fino ad oggi, pensiamo che nelle nostre attività sono i borghigiani in primis che devono divertirsi. La rappresentazione storica prima del palio dura circa 10 minuti, ma la sua preparazione impegna parecchio. I borghigiani hanno voluto essere creatori dello

spettacolo in prima persona. La competizione relativa alla rappresentazione storica ha migliorato molto il lavoro dei borghi, li ha spinti a fare sempre meglio. Il gruppo dei volontari per noi è come una grande famiglia e vogliamo andare avanti con questo spirito» dice ancora Adele Drocco. Il borgo non fa molte uscite durante l’anno, si dedica soprattutto alla preparazione del Palio. Nel corso di questa stagione ha preso parte, come tutti gli altri, a Vinum in primavera, essendo presente in piazza Garibaldi, stesso luogo in cui, durante la Fiera del Tartufo, partecipa a “Il Borgo si rievoca”, con i suoi piatti e la partecipazione di tanti volontari. Poi in occasione dell’assemblea della Banca D’Alba, svoltasi a maggio, hanno collaborato nell’organizzazione. Il gruppo che segue da vicino l’organizzazione del Palio è composto da circa 40 persone che salgono fino a 80-90 circa in occasione della sfilata del Palio. Se è vero che il borgo lavora molto sulla rappresentazione storica, non si può dire che trascuri la gara del palio e sotto questo punto di vista può vantare un primato ottenuto negli ultimi anni. Santa Barbara è stata la prima a portare alla vittoria una fantina al Palio degli asini. Era l’anno 2007 quando il borgo vinse il palio con la sua rappresentante al femminile, Giorgia Coizza. L’anno successivo, la stessa fantina ha preso parte al “Palio del Casale” di Camposano, era il primo anno della partecipazione albese e gli organizzatori dell’evento campano si stupirono nel veder gareggiare un fantino donna. Lei era molto determinata e ha lavorato molto per raggiungere il massimo traguardo, riuscendo nell’impresa. Peccato che a poca distanza dall’arrivo l’asino, veloce e non facile da addomesticare, l’abbia disarcionata, andando a vincere comunque (a Camposano, al contrario di Alba, l’animale scosso può aggiudicarsi il palio). Così la fantina di Santa Barbara è stata colei che ha conquistato il primo trofeo albese a Camposano, fino a oggi l’unico.

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Bo r g o d e i

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Presidente Graziella Destefanis

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l Borgo di Patin e Tesor comprende territorialmente una fetta importante del centro storico albese. Guardando da piazza Ferrero verso via maestra include tutto il lato destro (quello sinistro è il Borgo di San Martino) e confina con il Borgo di San Lorenzo. Nel suo territorio rientra anche piazza San Paolo, molto importante nell’urbanistica albese. Lo stemma rappresenta uno scudo diviso a metà, orizzontalmente dagli smalti rosso e turchino; al centro una moneta dorata con la scritta “Borgh Dij Patin e Del Tesor”. Il nome del borgo significa “Borgo delle ciabatte e del tesoro”, perché questa zona della città anticamente ospitava laboratori di metalli preziosi e calzolai di prestigio. Il borgo rientra fra i primi sei borghi che hanno preso parte al Palio con un legame particolare nei confronti del pittore Pinot Gallizio. L’attuale direttivo, guidato da Graziella Destefanis, è in carica a partire dal 1993 ed è stata una partenza col botto visto che nel triennio successivo sono stati vinti tre palii consecutivi (dal ‘93 al ‘95) e poi quello del 1997 e altri successivamente. Insomma l’attuale gruppo di volontari può contare su un palmares di tutto rispetto. Sono circa 20 i volontari che seguono le attività di preparazione della sfilata, suddivisi in vari gruppi: il Gruppo minuto e mantenimento si occupa delle operazioni più tecniche, della messa in scienza, degli allestimenti; c’è il gruppo che si occupa delle ricerche storiche per la preparazione dell’episodio rappresentato nella sfilata; un gruppo è naturalmente dedicato alla preparazione dei costumi per i volontari che sfileranno. Questi possono essere anche 150 e il borgo ha anche il suo team di sbandieratori e musici, composto soprattutto da giovani. Dunque un borgo molto attivo che si dedica soprattutto

degli eventi collegati al Palio e di altre grosse manifestazioni come Vinum, quest’anno i volontari erano presenti in piazza San Paolo, per accompagnare i vini bianchi di Langa. Non mancano naturalmente i momenti conviviali fra i componenti del borgo. L’organizzazione richiede che i volontari si ritrovino due o tre volte la settimana per la preparazione della sfilata del Palio. Dice il presidente Graziella Destefanis: «Il nostro Borgo è molto legato al Palio inteso come la corsa degli asini. È la competizione a cui teniamo di più e negli ultimi anni abbiamo avuto belle soddisfazioni, con diversi palii vinti. Abbiamo un legame particolare con Pinot Gallizio, il pittore albese che è stato fra i fondatori del Palio degli Asini di Alba. Nel 1933 il premio della corsa consisteva proprio in un quadro del grande pittore albese e lo ha vinto in nostro borgo, ancora lo conserviamo gelosamente. Poi nel 2012 in occasione della sfilata è stata messa in palio un’opera di Gallizio per il “Premio sfilata” e il nostro impegno ci ha dato ragione, quell’anno abbiamo vinto la competizione permettendoci di esporre in bacheca un’altra opera dell’artista albese. In tutto i premi sfilata vinti da noi sono stati quattro. È sempre una grande soddisfazione, ma il nostro cuore batte soprattutto per il palio. Anche per questo siamo lieti che il regolamento di quest’anno ci permette di schierare un asino di nostra proprietà, è una situazione che auspichiamo per ogni edizione». L’ultima vittoria del Palio da parte di Patin e Tesor risale al 2016, un alloro recente che il borgo cercherà di confermare anche quest’anno come tutti gli altri otto concorrenti.

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Bo r g o d i

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Presidente Paola Marano

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l Borgo di San Martino è interno al centro storico albese e il suo nome si richiama alla Porta di San Martino, quella che guarda verso corso Langhe e la zona della Moretta. Territorialmente il luogo simbolo del borgo è piazza Michele Ferrero, zona molto frequentata da tutta la cittadinanza e area che ospita frequentemente manifestazioni. Gli smalti del borgo sono il bianco e il verde. Si tratta di un borgo giovane, almeno per quanto riguarda la recente gestione. Infatti il presidente Paola Marano, guida il direttivo da cinque anni, che sono stati ricchi di soddisfazioni anche in un breve lasso di tempo. È anche giovane dal punto di vista anagrafico per quanto riguarda l’età dei suoi componenti. «Siamo un borgo piccolo rispetto ad altri e questo ci limita un po’ nella partecipazione a manifestazioni esterne al Palio degli asini, ma siamo comunque molto uniti, entusiasti e volenterosi» dice Paola Marano. Le attività principali dunque restano quelle classiche ovvero il Palio degli Asini, naturalmente e “Il Borgo si rievoca” nel corso della Fiera del Tartufo. La postazione del borgo solitamente si trova in piazza Falcone e vede la partecipazione di tanti volontari nell’allestimento dello stand e per lo svolgimento dell’intero fine settimana. Il direttivo che segue tutte le attività nel corso dell’anno è composto da 19 persone, mente per la sfilata si arriva a un numero variabile fra le 80 e le 100 persone. «Decidiamo tutto insieme e lavoriamo uniti per portare avanti le attività del Palio, certo ci dividiamo i compiti e ognuno si occupa del settore nel quale ha maggiore competenza, ma in generale il nostro è un lavoro di gruppo che ci unisce molto, normalmente ci troviamo una volta la settimana nel corso dell’anno, ma quando il tempo stringe e dobbiamo

rifinire il lavoro per l’allestimento della sfilata possiamo anche arrivare a incontrarci tutti i giorni» spiega ancora la presidente. Certo la preparazione della giornata del Palio è molto impegnativa con la preparazione dei costumi, delle stoffe, l’allestimento dei carri e la messa in scena della sfilata. Un lavoro che comporta un grande impegno da parte di tutti i volontari. Gli ultimi cinque anni hanno portato soddisfazioni al borgo che due anni fa ha vinto il premio sfilata con la rappresentazione dedicata ai vizi capitali. Tenuto conto che il borgo che vince il premio l’anno successivo non partecipa alla gara, quest’anno San Martino torna alla competizione dopo la vittoria, nella speranza di allestire una bella rappresentazione. «Per l’allestimento della scena solitamente prendiamo spunto dagli affreschi medievali, così sarà anche quest’anno» spiega Paola Marano (per i dettagli sulla rappresentazione storica consultare la pagina dedicata su questo numero). Ma le soddisfazioni sono giunte anche sul versante strettamente legato alla corsa degli asini, anche se negli ultimi anni non sono state tali da celebrare il trofeo più ambito. La scorsa edizione San Martino si è piazzata seconda, dietro il Borgo dei Brichet e un altro secondo posto è arrivato qualche anno fa. Certo i secondi posti non entrano solitamente nell’albo d’oro, ma rappresentano comunque spirito combattivo, purtroppo in tutta la storia del Palio San Martino ha festeggiato solo due volte la vittoria del premio più ambito, l’ultima della quali nel 1994. Anche per questo i borghigiani hanno deciso quest’anno di sfruttare la possibilità di utilizzare un asino non sorteggiato, ma di proprietà del borgo, perché nulla resti intentato per la vittoria del Palio.

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Borgo Brichet Tra sacro e profano

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el medioevo i medici della città di Alba uscivano felici della conseguita laurea dottorale dalle Università di Vercelli, di Pavia o di Genova. In quei tempi la medicina aveva scarso valore scientifico e pratico, pervasa come era da teorie filosofiche ed astrologiche. I medici in generale erano piutosto scarsi e non sappiamo se i sei ospedali che in quell’epoca vantava Alba avesse avuto un titolare medico per ciascuno. Le causa delle malattie erano attribuite agli elementi più strani come l’influsso degli astri specialmente il sole e la luna, le epidemie si credevano suscitate dall’apparizione di comete. Di conseguenza erano altrettanto fantasiosi i metodi ed i mezzi curativi. L’elemento curativo principale era quello delle erbe, delle quali se ne conoscevano abbastanza bene le qualità e le virtù,ma anche qui non mancavano superstizione ed ingenua fantasia. Così perchè le erbe avessero tutta la loro efficacia medicinale era invalsa la credenza che bisognasse raccoglierle nella notte avanti la festa di San Giovanni Battista. In quella notte il Fisico, il Dottore usciva tremante e solo nel silenzio della natura e mentre le anime dei morti vagavano per i campi ed il gufo mandava per le tenebre il suo cupo grido egli raccoglieva le erbe della grazia e della virtù di quella notturna vigilia. Al domani, giorno festivo del Santo, portava in Chiesa il fascio di erbe raccolte perchè fossero benedette.

Tutti i fedeli terminata la funzione si riunivano davanti al sagrato della Chiesa per un momento di festa. Al suono di un canto monodico d’ambito sacro e profano si univano nella danza del Virelai, forma di ballo per il tripudio dei fedeli con una configurazione a cerchio che ricorda le carole. Le danze in cerchio alternano liberamente le forme del circolo e della catena: l’uno si può trasformare nell’altra, che si intreccia e prima o poi si chiude.

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mute; dalla foresta balzava agile il cervo o irrompeva con un fiero grugnito il cinghiale... Durante la caccia i cavalieri della mia corte, travagliati dalle avversità del mondo, poterono dimenticare le preoccupazioni quotidiane e abbandonarsi alla quiete della foresta, ottenendo anche quanto necessario al sostentamento loro e dei propri sudditi. Io avanzai per primo e in solitudine inchinai il mio corpo di carne alla bellezza del Creato che la selva mostrava; la mia anima, avvolta nel suono del silenzio, danzò con gli spiriti della natura. Le traversie delle guerre, i lunghi viaggi e le amministrazioni delle cose terrene mi avevano portato lontano dalla Verità. Ora la pace della Natura fluiva di nuovo in me, con rinnovata energia, come il sole fra gli alberi».

uomo del Medio Evo avvertiva profondamente il rapporto con il soprannaturale. L'umanità credeva in un collegamento continuo fra il mondo terreno e quello divino. L'intera Natura, allora molto meno addomesticata, appariva attraverso i fenomeni e le creature come manifestazione della volontà del Creatore. I confini fra spiritualità e realtà erano molto sfumati: visioni, miracoli, e apparizioni erano fenomeni comuni con cui gli uomini e le donne medievali convivevano quotidianamente. Anno Domini 1237. L'inverno con il suo bianco mantello copriva le terre di Langa. «Io, il Divo Augusto Federico II di Svevia, Stupor Mundi, Imperatore dei Romani, Re di Gerusalemme e Re di Sicilia, dopo aver sconfitto i ribelli presso Cortenuova, in una notte d'inverno dell'Anno del Signore 1237 giunsi nel comune imperiale di Alba, rimasto a me fedele, e ivi fui accolto dal Podestà Niccolò Spinola. La città dalle cento torri, adorna di lanterne e vessilli con gli smalti imperiali e ghirlande di vischio, agrifoglio, ginepro e biancospino, stava celebrando i riti che precedono il solstizio d'inverno e mi porse i suoi ricchi doni. Nel giorno secondo dal mio arrivo, nella riserva venatoria del nobile Leone di Ceva, indissi una caccia col falcone, onde mostrare e riconfermare ai sudditi di qualunque rango la forza e l'audacia necessarie ad adempiere le funzioni proprie del mio ruolo. All'ombra delle vecchie rocche merlate, rosseggianti di terrecotte, al mio sguardo si apriva la visione di fulvi cacciatori longobardi, irruenti sulla groppa di poderosi destrieri, nel quieto paesaggio dei carpini e dei pioppi innevati. Così, mentre i paggi procedevano con archi e balestre, accompagnati dai cani levrieri, gli strucceri portavano il falco lenario per i signori e lo smeriglio per le dame. A me solo furono riservati il falco pellegrino, in quanto re, e l'aquila reale in quanto imperatore. Al mio fianco, ferma in arcione nel suo costume di lampasso dorato, cavalcava la mia amata Bianca di Agliano, che a queste terre piemontesi apparteneva per parte di madre, in quanto discendente della nobile famiglia aleramica dei Lancia. Dardi e verrettoni saettavano l'aria; il falco piombava dall'alto sulla gru o sull'airone; echeggiavano lontanamente i corni, latravano le

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Borgo Fumo

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Il miracolo di San Frontiniano La rappresentazione del Borgo del Fumo 2018 è ispirata alle vicende, al culto e al sentimento religioso e cultuale medievale della popolazione albese nei confronti di San Frontiniano, ed in particolare alla devozione nei confronti della protezione dei bambini. Si narra, infatti, di una consuetudine da parte delle donne albesi, di portare i bambini malati presso la chiesa del santo, che sorgeva nella zona oggi denominata San Cassiano. Le madri, dopo aver percorso il perimetro della chiesa per nove volte, entravano e deponevano i fanciulli sull’altare ove erano un tempo custoditi i resti del santo e ne imploravano il soccorso. Questa pratica, guardata con sospetto dalle autorità ecclesiastiche per timore che degenerasse in superstizione, era sicuramente di antica origine, ed ha portato San Fontiniano ad essere ritenuto protettore dei bambini. Dai documenti disponibili le vicende di San Frontiniano hanno origine nel IV secolo dopo Cristo. Il santo, infatti, vissuto nei primi anni dell’era cristiana, era originario di Carcassonne in Francia e dopo aver compiuto gli studi ed essere stato ordinato diacono intraprese con il compagno Cassiano un pellegrinaggio verso Roma, per devozione agli apostoli. Ed è proprio durante questo viaggio, in particolare sulla strada del ritorno, che i due religiosi trovano la morte, proprio ad Alba ed in particolare nella località oggi chiamata San Cassiano. La causa della morte è legata ai miracoli che San Frontiniano avrebbe fatto durante il suo passaggio, in particolare alla liberazione dal demonio di una nobile bambina locale. I genitori della giovane, grati per il prodigio operato in loro favore, si convertono al cristianesimo e si fanno battezzare dal santo. Il prefetto della città fece arrestare Frontiniano e lo condannò alla decapitazione, sentenza eseguita fuori le mura della città, il 23 ottobre del 311. Sul luogo del martirio di San Frontiniano, lungo la strada per Roddi nei pressi di una necropoli, sorse in seguito una

celebre abbazia benedettina che venne intitolata al santo. In seguito alle vicende del IV secolo, la sensibilità religiosa della popolazione nei confronti di San Frontiniano crebbe fino ad arrivare nel periodo medievale ed oltre. L’abbazia conservava anche le reliquie del santo titolare che, nel corso del XV secolo furono traslate nella cattedrale di Alba, all’interno delle mura, per opera del vescovo Alerino. San Frontiniano, oltre ad essere uno dei santi protettori di Alba, è anche patrono di Sinio. Ben tre sono le date in cui egli viene ricordato: il 23 ottobre, anniversario del martirio, il 6 settembre, giorno in cui il suo nome è riportato negli Acta Sanctorum, ed il 27 di aprile, quando la diocesi albese celebra la memoria della traslazione delle sue reliquie. Nell’iconografia egli è raffigurato con la dalmatica, veste propria del suo ministero diaconale, la spada e la palma simbolo del martirio.

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Borgo Moretta Non si sa mai bene di cosa si parla…e se quello che si dice è vero ma…c’era una volta nelle nostre Langhe…

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Frà Gualdino, si riscuote: "no, non serve, abbiamo già tutte le prove che servono, dannata emissaria di Satana. Chi altri, se non una strega potrebbe scuotere così dei servi del Signore e pure anche un boia senza cuore. Alcune ore più tardi la pira è pronta, il popolino si è radunato, le streghe vengono portate al rogo e legate al palo, il popolino le ingiuria, le infama. Arriva Frà Gualdino. Impone il silenzio alzando le mani: "popolo di Alba … queste donne sono state trovate colpevoli di stregoneria e verranno arse vive così scenderanno nelle fiamme eterne dell'inferno." silenzio assoluto, prorompe una splendida voce di fata: "fratelli e sorelle, sono solo una donna… perdonatemi… " mormorio tra la folla "…non voglio morire…" dal popolo si eleva una voce stridente di donna "cercano di irretirci, al rogo, al rogo" il popolo tutto "al rogo, al rogo". Frà Gualdino fa un cenno al boia che accende la pira. Il fuoco scoppietta rapido ed aggredisce le donne che, con voce alterata, ma pur sempre stupenda: "perché? cosa vi abbiamo fatto?" Il fumo avvolge ogni cosa; puzzo di carne bruciata. La fine è giunta. Tra le note sul registro dell'inquisizione a margine Frà Gualdino ha aggiunto le seguenti parole: “ho offerto loro la salvezza se avessero voluto servirmi in tutto e per tutto, hanno recisamente rifiutato dicendo "preferiamo la morte ad essere le vostre schiave", indubbiamente erano streghe , come si può rifiutare un impiego del genere?

ono streghe…: sono troppo belle ed hanno un gatto nero" con quest'accusa viene istituito un processo d'inquisizione. A presiederlo è Frà Gualdino, un ciccione che guarda la streghe, trasportate nella loro prigione sul carro trainato da 4 buoi e guardando quegli splendidi occhi nocciola e quei denti bianchissimi afferma: "in effetti sono belle come angeli bruni, quindi devono essere opera del demonio. che confessino la loro colpa, portatele nelle segrete che dobbiamo interrogarle.". Dalla loro cella possono vedere i più abominevoli strumenti di tortura che mente umana abbia mai concepito, tutti ma proprio tutti gli strumenti peggiori mai ideati da un uomo per infliggere dolore e innumerevoli genti del popolo che inveiscono contro di loro presunte colpevoli di chissà quali peccati. "Streghe siete pronte a confessare le vostre colpe? Parlate e vi donerò una morte rapida. Non volete parlare? Bene" e, rivolto, al boia "preparatele, tenetele sul triangolo con due pesi alle caviglie, vedremo se vogliono parlare" e si allontana, con il suo attendente. Anche in quello stato pietoso, Frà Gualdino resta stupefatto dalla loro bellezza. Finalmente una delle due apre bocca: "fratello" dice "come possiamo confessare se non ci interrogate neanche?". La voce della strega è un attentato da quanto è dolce e suadente, anche al boia, sebbene abituato a tutto, da sotto la maschera spuntano le lacrime agli occhi.

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Borgo Rane

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“La fede libera le anime, ma la sola spada le protegge”

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uelle parole, udite da un predicatore sulla strada di Gerusalemme, erano sovvenute a Guido dei Pallidi, quando il vescovo Ogerio aveva richiesto il suo sostegno nella guerra contro il comune; il voto monastico imponeva l'obbedienza, mentre la pietà cristiana esigeva che si salvasse una vita invece che si sacrificasse, lasciando a Dio solo il giudizio delle anime. La cura dei lebbrosi aveva mutato l'anima del Cavaliere, ma non il suo intelletto e quell'intelletto gli suggeriva ciò l'anima sola non poteva comprendere: Dio, in quanto materia vivente, abbisognava di un corpo tramite il quale bussare alla porta dei suoi fedeli e tale corpo era la Chiesa di Pietro; infedele infatti non era solo chi negava la verità di Cristo, ma colui che teorizzava un cristianesimo che potesse racchiudere la verità più pura in una sola coscienza, che potesse travasare il mare in una buca. Pertanto il monaco decise di compiere quella scelta, che lo spirito di obbedienza gli imponeva e annunciò ai suoi uomini l'imminente venuta della battaglia. All'alba i servi sellarono i cavalli e montarono le armature; in breve tempo un manipolo di duecento guerrieri uscì dal lebbrosario e si diresse verso il castello di Guarene, al fine di proteggerlo dall'attacco del Comune albese. Il vescovo attendeva i suoi prodi dietro le mura del castello, indossando una cotta di maglia, che aveva sostituito i suoi splendidi paramenti; egli appariva tronfio nella sua fierezza al punto che al Cavaliere parve di trovarsi al cospetto di un capitano di ventura più che a quello di un prelato. Dimostrava infatti di dilettarsi nelle letture delle tattiche militari e delle armi molto più che in quella delle Sacre Scritture, mostrando conoscenze nella guerra d'assedio, non dissimili dal sapere di cui abbisognò certamente Cesare nella battaglia di Alasia. Egli stimò che la fortezza avrebbe resistito non meno di trenta giorni, fin quando la morte sarebbe sopravvenuta non per mano della spada nemica, ma della fame e della sete; prevedeva che per quel tempo il nemico avrebbe compreso la gravità del proprio peccato e si sarebbe ritirato in quel pentimento, che l'avrebbe salvato dalla dannazione eterna, oppure, inquieto ed impaziente, avrebbe attaccato battaglia; nel qual caso il coraggio dei Cavalieri di San Lazzaro sarebbe stato sufficiente a respingere gli infedeli.

La mano di Dio avrebbe perciò salvato in ogni caso un proprio uomo e, nel caso in cui ciò avesse richiesto il sacrificio di qualche vita, la sua anima sarebbe stato salva; tanto sarebbe bastato perchè la volontà del Signore si compisse. Il giorno seguente la sentinella annunciò l'arrivo del nemico; l'esercito albese avanzava ordinatamente verso il castello e pareva tanto vasto in numero che l'orizzonte tutto era coperto. Tale visione non atterrì il cavaliere: egli aveva combattuto contro i Mamelucchi in Terrasanta, non ritirandosi mai se non circondato da almeno tre infedeli; ai suoi occhi codesti nemici parevano meno temibili del ronzino del Saladino. Una figura in quel nugolo di nemici tuttavia attirò la sua attenzione; una figura, che con la sua potenza sarebbe stata in grado di abbattere le mura del castello con la stessa forza, con cui Dio punì Sodoma e Gomorra. Il trabucco avanzava lentamente, ma al Lazzarito pareva segnare inesorabilmente l'esito della battaglia: il piano del vescovo non avrebbe resistito alla fine della giornata. La battaglia seguì il corso più prevedibile: gli albesi coprirono l'avanzata delle loro torri d'assedio con una pioggia di proiettili, che rese vano il sacrificio dei balestrieri, appostati dietro i merli della rocca. In breve tempo i due eserciti entrarono in contatto e ingaggiarono lo scontro lungo la cinta muraria e di fronte alla breccia, che la macchina d'assedio aveva creato; in quei punti il coraggio dei cavalieri di San Lazzaro tentò di arginare la furia e il numero sovrastante degli albesi, ma in vano. I cavalieri cadevano ad uno uno, portando con loro altrettanti nemici al cospetto di Dio, fiduciosi che per costoro il giudizio eterno sarebbe stato ben più severo. Guido osservava dalla torre di guardia il feroce scontro, consapevole che l'eroismo dei suoi prodi sarebbe stata una magra consolazione di fronte alla sconfitta; decise tuttavia di condividere la sorte dei suoi uomini. Impugnò la sua spada e si lanciò nella mischia, impaziente di accogliere quel giudizio divino, che aveva determinato la condotta della sua intera vita. Fu così che il Cavaliere morì da martire, mentre il vescovo fuggì come un fellone: la spada difendette ciò che il pastorale non seppe difendere.

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Santa Rosalia O la Borsa o la Vita!

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lla fine del XIV secolo....il fenomeno del brigantaggio era diffuso nei territori piemontesi. Molteplici le cause che determinarono in questo periodo la recrudescenza del fenomeno. La carestia prolungata ridusse la popolazione contadina alla fame costringendo le persone a ricercare qualsiasi espediente per sfamare la famiglia ed il furto divenne il sistema più semplice per recuperare denaro o viveri. A queste necessità si aggiunse anche il brigantaggio politico. Persone che non più in grado di pagare i balzelli imposti e vessati dai padroni si davano alla macchia o persone bandite (da qui il nome “bandito”) cioè inviate in esilio fuori dalle città per crimini commessi o semplicemente per opposizione politica ai “signori”. Comunque fosse la motivazione costoro costituivano delle piccole bande che si muovevano a piedi comandate da un capo, solitamente ex soldato avventuriero, che organizzavano furti, rapine ed assalti alle carovane di mercanti. In genere il bottino veniva ripartito in tre parti: un terzo suddiviso tra i partecipanti al fatto, un terzo per il resto della compagnia ed un terzo veniva distribuito alla popolazione in difficoltà. Ovviamente non esiste memoria scritta di briganti famosi nelle langhe, seppur il territorio si prestasse a tali scorribande visti i boschi e le rocche presenti, ma dalle notizie sommarie arrivate fino a noi possiamo rievocare un episodio esemplare.

del Carretto e di proprietà della famiglia astigiana degli Scarampi. Castello strategicamente costruito sulla Magistra Langarum, la via commerciale che conduceva a Cortemilia, Alba ed Asti. Tra le vettovaglie viaggiava infatti un piccolo forziere contenente plichi di documenti importanti ed i denari frutto delle tasse derivanti dai pedaggi e dai balzelli riscosse dai contadini. Veniva scortato ad Alba dove sarebbe stato preso in consegna da un notabile astigiano. Sopraggiunse la notte e la carovana si preparò ad accamparsi vicino ad un bosco ed in prossimità del fiume, nelle terre intorno a Clavesana. Si accese un fuoco e mentre le persone si cibavano intorno ad esso, il conducente del somaro in preda a un fortissimo mal di denti si isolò in compagnia di una borraccia di vino per sedare un po' il dolore e, ubriaco, si addormentò. Il risveglio fu brusco...una pugnale alla gola e tre briganti che lo bloccavano a terra lo convinsero seduta stante a spifferare tutto ciò che sapeva sul carico trasportato, imbavagliato il poveraccio fu portato via. Ai primi chiarori dell'alba si risvegliò la carovana e senza preoccuparsi troppo per la scomparsa del poveretto dato disperso nei boschi in preda all'alcool, si rimise in cammino, la meta era vicina. Dove il Tanaro inizia una serie di anse e ormai vicini a Monforte incontrarono sul loro cammino una sorta di mercato contadino ed ecco che un carretto carico di paglia e fieno si avvicinò e si mise di traverso sullo sterrato impedendo al carro di procedere. Tra lo sconcerto generale da sotto il fieno sbucarono all'improvviso uomini armati di spade e pugnali che ingaggiarono subito una lotta furibonda coi soldati ferendone a morte la buona parte ma quando il bottino sembrava ormai vinto ed il capo dei briganti saltava sul carro per reclamar la sua preda...ecco che, strappando la tenda che copriva il carro un nugolo di soldati ben armati fece la sua apparizione e approfittando dell'effetto sorpresa in breve ebbe la meglio sugli ingenui banditi. Gli unici che sopravvissero furono il capo tal Gelmino e il suo vice Anselmo che dopo un lungo inseguimento fecero perdere le loro tracce nel bosco. Fu così che, con poche perdite, la carovana attraversò le porte di Alba quella sera.

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ettembre 1339. Lungo la via che costeggia il fiume Tanaro una carovana di mercanti albesi viaggiava verso casa carica di merce di scambio proveniente dal mercato di Savona. Essi avevano venduto tutto il raccolto della canapa e di grano, vino e olio al mercato del porto ed erano carichi di pregiate stoffe, sale e pesce affumicato o in altri modi conservato. Ma un particolare non passò inosservato ad occhi addestrati...il convoglio era accompagnato da un gruppetto di soldati albesi e non dai soliti sorveglianti assoldati alla bell'e meglio....il che faceva pensare ad un bottino più appetitoso. In realtà questa scorta anomala aveva raggiunto i mercanti dopo la sosta presso il castello di Cairo Montenotte in Val Bormida fatto erigere dai Marchesi

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Santa Barbara

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Indigestione e morte di Lionello di Clarence

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n occasione del settecentocinquantesimo anniversario, che secondo alcune fonti cadrebbe proprio il 7 ottobre, giornata del palio, il Borgo Santa Barbara metterà in scena la morte dello sventurato Lionello d’Anversa, Duca di Clarence, avvenuta in Alba in circostanze quanto meno bizzarre. Partiamo dal principio: nel 1368 – dunque, come detto, esattamente 750 anni fa – Lionello, figlio di re Edoardo III d’Inghilterra e duca di Clarence, sposò Violante Visconti, figlia di Galeazzo, signore di Pavia. Ella, all’epoca tredicenne, portava in dote 200.000 fiorini ed i territori di Alba, Mondovì, Cuneo e Cherasco. Il matrimonio fu celebrato a Milano, nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, tra maggio e giugno, ed i festeggiamenti, durati vari giorni, insieme all’enormità della dote, destarono parecchio clamore. Secondo le cronache del tempo, lo sposo giunse dall’Inghilterra con un seguito di 2000 uomini, e al banchetto nuziale partecipò anche Petrarca. Sul web si trovano riferimenti alla sfarzosità di tale banchetto, dove pare siano state servite addirittura pietanze completamente rivestite d’oro. Lionello morì pochi mesi dopo, a ottobre, nel feudo di Alba. Le cronache del tempo narrano che la morte sopravvenne in seguito all’ennesima serata di baldoria, e corre voce che a stroncarlo fu niente meno che un’indigestione di tartufi: “Lo duca, grande copia di trifole avendo manducato per modo di pane, volse coi vini diversi donare refrigerio all'interiora hauntene un forte calore que lo addusse a trapasso". Giovanni Vico ne fa un racconto breve ma colorito: “Il giovane Principe visse breve tempo, chè un bel giorno, ubbriacatosi sconciamente in un banchetto in Alba, ruzzolò sotto la tavola di dove fu tirato fuori morto”. Lionello fu sepolto a Pavia, ed in seguito trasferito nel monastero di Clare, nel Regno Unito. È interessante osservare che, alla morte di Lionello, Galeazzo tentò di avere indietro il feudo di Alba, ma gli inglesi al servizio del Duca occuparono la città e ne nacque guerra: il Visconte fu sconfitto nella battaglia di Castagnito, nel 1369. Alba fu poi data in pegno dagli inglesi, carichi

di debiti, al Marchese del Monferrato Giovanni II, e sotto questa dominazione prosperò a lungo. Galeazzo riuscì nell’intento di rimettere in qualche modo le mani su Alba nel 1377, dando in sposa Violante, la vedova di Lionello, a Ottone, o Secondotto, che era succeduto a Giovanni II ed era detto “marchese balordo”. Anche questo matrimonio, però, non durò a lungo: Ottone morì dopo appena un anno. Nel 1381 Violante fu data in sposa per la terza volta al cugino Ludovico Visconti, dal quale ebbe un figlio. Morì a Pavia nel 1386. La nostra rappresentazione ammicca alle circostanze davvero poco nobili della morte di Lionello, e vuole portare al pubblico una certa dose di “black humor” medievale, immaginando la notte di mal di pancia e di incubi precedente la dipartita. L’altro aspetto che intendiamo sottolineare è, come nostra tradizione ormai da vari anni, quello legato alla sfera del femminile. Violante, come d’altronde si usava, è data in sposa a soli tredici anni, e non ha alcun potere decisionale sulla propria vita: il suo destino (tre matrimoni in poco più di 30 anni di vita) è scritto dal padre e dal fratello per ragioni di puro interesse.

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Patin e Tesor L’anima dei combattenti

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p i Lavoraziones & Trattamenti V E T Ro I CRISTALLI SPECCHI d i o

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’epoca medievale è il periodo più buio della storia, dove regnava la povertà del popolo, soggiogata dal potere dei feudatari e dalla supremazia degli apparati religiosi di ogni dove. Nonostante il medioevo era così statico e inconsistente non mancavano segni di commercio oltre confine e chiari segni di accordo fra un casato e un altro per arricchire il potere, malgrado ciò guerre e scontri cruenti non venivano meno. Il primo grande scontro militare con la città di Asti scoppiò nel 1192, il quale vide gli Albesi battersi al fianco del Marchese di Monferrato, il Marchese di Saluzzo e del Conte di Biandrate contro gli Astigiani affiancati a loro volta dalla città di Alessandria, dal Vescovo di Torino, da quello di Alba e da Manfredo di Busca. La guerra, disputata in diversi territori, fu rapida e cruenta, la quale lasciò sul terreno molti valorosi combattenti. La vittoria fu a favore degli Astigiani e dei suoi alleati, sicché Bonifacio di Monferrato capitolò nell’aprile del 1193, seguito poi da Alba, per suggellare un trattato di alleanza mediante il quale Asti garantiva ad Alba di commerciare in aree di influenza di centri di scambio. Ne conseguì peraltro la nomina del primo Podestà di Alba, l’astigiano Rolando Balbo. In questa guerra e in tutte le guerre non si possono dimenticare chi più di tutti ne pagò le conseguenze, i combattenti rimasti sul campo. La loro anima starà sempre a testimoniare e proteggere chi, per volere del potere, deve regalare al cielo la propria vita.

Alcuni dei Palii vinti da Patin e Tesor

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San Martino La fonte di eterna giovinezza

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a sempre l’uomo sogna di diventare immortale, di vivere in eterno, di riuscire a sconfiggere la morte. Passare indenne attraverso i secoli, sottrarsi alle leggi del tempo, restare giovane fino alla fine del mondo. E’ un tema che ha affascinato i poeti e i romanzieri del Medioevo e che ha animato viaggiatori ed esploratori. Il segreto dell’immortalità prende la forma di una pietra, di un fiore, di un elisir e soprattutto di una fonte. E c’è chi parte per solcare i mari e attraversare la foreste alla sua ricerca. La leggenda giunge ad Alba per bocca di Bonanato di Alba dal 1248 impegnato in lunghi viaggi d’affari verso la Siria che di ritorno dall’Oriente ha narrato la meraviglia di un regno lontano al di là del mare ricco di animali esotici,di piante e di spezie sia quelli conosciuti in occidente che quelli mai visti e anche di creature straordinarie. E ha raccontato di una fonte la cui acqua guarisce dalle malattie e ringiovanisce chi vi si bagna. “L’acqua ha il sapore di quella cosa che colui che la gusta può desiderare di mangiare o di bere, ed empie di tanta

fragranza come se ci si manipolassero tutte le sorta di balsami, di aromi e di unguenti” Nel regno della fonte di giovinezza scorre il miele e dovunque c’è abbondanza di latte, non c’è veleno che possa nuocere o serpenti che strisciano in mezzo all’erba. Abbondano oro argento e pietre preziose. Non ci sono poveri, si accolgono tutti i viandanti e i pellegrini, ladri e predoni non esistono e non vi è né alduterio né avarizia né guerre. All’origine di questo mito c’è il giardino dell’Eden della Bibbia, che interpreta l’aspirazione archetipica dell’uomo per un mondo ove non vi siano animali feroci, non vi siano malattie e non via sia la vecchiaia, con tanti alberi piacevoli a vedersi e con frutti buoni da mangiare; dove l’acqua non manca mai.Il corteo storico ripropone l’atmosfera paradisiaca di questo regno lontano, perduto nell’immaginario medievale, di visioni, di cortesie, di avventure e di potere, di allegorie e di simboli, per i quali non sappiamo segnare il confine tra realtà e fantasia.

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Il dopo PALIO: protagonisti Borghi e Sbandieratori Gli appuntamenti con i protagonisti del Palio degli Asini non si esauriscono con la giornata del Palio. Ogni anno nel corso della Fiera internazionale del Tartufo Bianco D'Alba sono programmati altri eventi che fanno tornare la città di Alba indietro nel tempo e che la animano con lo spettacolo di musici e sbandieratori.

14 OTTOBRE: festival della Bandiera In primo luogo torna anche quest’anno, il “Festival della Bandiera” che mette al centro della scena gli sbandieratori albesi in una giornata dedicata a questo straordinario spettacolo che diverte tutti gli spettatori il giorno del palio. Dopo la grande sfilata nelle vie del centro storico, il “Gruppo Sbandieratori e Musici della Città di Alba” sfiderà in Piazza del Duomo le migliori squadre di sbandieratori provenienti da tutta Italia. Una gara nella quale a vincere sarà certamente il pubblico, che assisterà a virtuosismi di alto livello con le bandiere.

20 e 21 OTTOBRE: “Il Borgo si rievoca” La sera di sabato, a partire dalle ore 18 fino a mezzanotte le piazze e le strade del centro storico diventano protagoniste. I volontari dei nove borghi cittadini animano il centro con centinaia di figuranti in costume che coinvolgono i visitatori in giochi, scaramucce, teatro di strada, canti e balli. In tutti gli angoli della città vengono servite prelibatezze della tradizione, cucinate direttamente in loco con ingredienti originali. Saranno preparate decine di piatti caldi e freddi, accompagnati da buon vino e momenti di vero intrattenimento. Il giorno dopo, la rievocazione avrà luogo ancora per tutta la giornata, fra le 10 e le 19. Ogni borgo è posizionato in una zona precisa del centro storico e serve un suo piatto forte ai tantissimi visitatori che giungono ad Alba in occasione della Fiera. Non mancano naturalmente giochi e divertimento, garantito dall'impegno dei tanti figuranti che animano ogni anno l'autunno albese.

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