Viste, settembre 2009

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L’Italia che vince Romano Mazzucco “L’Italia che ce la fa” esiste, ed è

Scajola, gli imprenditori italiani presenti l’hanno sottolineato

anche un’Italia che vince. E se dopo sei

chiaramente e senza tanti giri di parole: all’estero presentarsi con

anni la Ferrari tira un attimo il respiro,

un’azienda italiana che non si occupi di moda o di enogastronomia

ecco che il Motomondiale si tinge di

è molto più difficile proprio per l’etichetta che ci portiamo addos-

limpido azzurro: il trionfo di Valentino

so, il lifestyle, la moda, la cultura. Quasi mai ci indicano, ad esem-

Rossi e la storica “doppietta” della Ducati. Alla vittoria di Loris

pio, per la tecnologia. Ecco perché le vittorie della Ducati, della

Capirossi in Giappone, ribadita una settimana dopo a Sepang, in

Ferrari sono importanti: è grazie alla ricaduta e all’amplificazione

Malesia, abbiamo voluto dedicare la nostra copertina. In Asia,

mediatica che esse scatenano, che piccole aziende come Brembo, Usag, Beta, Fiac e via dicendo, leader mondiali assolute nei loro

casa, ed il MotoGP si arricchisce di un nuovo protagonista, tutto

settori, riescono a farsi conoscere.

italiano. L’intervista a Fabrizio Cazzoli, Presidente di Ducati Japan

Il vento d’autunno è foriero di novità: alcune esperienze si con-

(pagg. 12 e 13) lo conferma. I nostri motori sono molto amati in

cludono e altre stanno per iniziare. È il caso della positiva avven-

tutto il mondo e Ducati, come Ferrari, tengono alto anche in

tura del Padiglione Italia ad Aichi, conclusasi il 25 settembre, al

Giappone, il nome e l’immagine dell’Italia. Non dobbiamo, però,

quale abbiamo dedicato un servizio a pagina 16, ma anche all’inau-

ricordarci dei successi delle nostre aziende soltanto nei momenti

gurazione del nuovo Istituto Italiano di Cultura che aprirà le porte

di gloria. Dovremmo sempre tenere bene a mente che c’è

al pubblico il 29 ottobre e di cui raccontiamo la storia e i progetti

un’Italia che lavora anche quando le cose vanno meno bene,

futuri a pagina 20.

quando non si finisce in copertina, e che ha bisogno non solo di

Tra un tifone e l’altro, abbiamo ricevuto le visite istituzionali dei

sostegno, ma anche di sincero e costante riconoscimento.

Ministri Scajola e Buttiglione: il primo giunto a inaugurare il

E non dobbiamo dimenticare tutte quelle aziende italiane, piccole

nuovo ufficio ICE a Sendai, assieme all’appena insediato Presi-

e grandi, meno famose ma non per questo meno importanti, che

dente dell’ente, l’Ambasciatore Umberto Vattani, il secondo per

mietono risultati in silenzio tenendo sempre alto il nome

riportare a casa il Satiro Danzante, che dovrà pur essere esausto,

dell’Italia. In rappresentanza di questo nutrito gruppo d’imprendi-

dopo essere stato scrutato in tutti i suoi particolari da oltre tre

tori di successo abbiamo scelto alcune nostre aziende di meccani-

milioni di persone. E anche quella dell’indimenticabile “divin codi-

ca che da anni hanno una presenza diretta sul mercato giap-

no” Roberto Baggio, arrivato in Giappone come testimonial della

ponese. Le interviste che pubblichiamo alle pagine 8, 9 e 11 con-

Fao e della sua impari battaglia contro la fame nel mondo. Last

fermano che ricerca, competenza e affidabilità sono qualità che

but not least, come mi sembra si dica, ecco la visita del Presidente

appartengono anche all’Italia e alle sue aziende, e che il made in

del Consiglio, on. Silvio Berlusconi dal 19 al 20 ottobre: i piccoli

Italy può essere concorrenziale in comparti diversi da quelli per i

salti mortali che abbiamo compiuto per far uscire in tempo

quali siamo famosi in tutto il mondo. Durante l’interessante

questo numero fanno parte del sincero benvenuto che la comu-

incontro con il Ministro delle Attività Produttive, on. Claudio

nità imprenditoriale italiana intende porgergli.

La nostra Azienda opera in Greve in Chianti, fra i famosi vigneti ed uliveti del Chianti Classico, nel cuore della Toscana. "Naturalis Officina Tuscia et Sapores" dal latino "Fabbrica della Natura, Toscana e Sapori", è il marchio col quale commercializziamo i nostri prodotti: è stato scelto perché la nostra politica è da sempre quella di coltivare e tramandare il valore delle tradizioni storiche agricole, ecologiche e naturalmente gastronomiche della nostre terra. La nostra Azienda fa parte del Consorzio dell'Olio Toscano IGP Identificazione Geografica Protetta e del Consorzio Chianti Classico DOP Denominazione di Origine Protetta, ed è certificata ICEA/AIAB per la produzione e commercializzazione dell'Olio Extravergine di Oliva da Agricoltura Biologica.

F2FOOD SRL Sede Leg.: Via Scialoia 46 (FI) Stabilimento: Via Donzelli Da Poneta 14 GREVE IN CHIANTI (FI) tel./fax 055 850794 - P.IVA 05195170484 Set / Ott 2005 Viste 3

P un t o di Vist e

cuore e motori italiani hanno domato il ruggito dei padroni di


Samurai d’Italia Pio d'Emilia zati – oramai da anni – dall’Istituto di Cultura (oltre 3 mila studenti l’anno), la cui nuova sede verrà inaugurata proprio da Berlusconi, nel corso della sua visita lampo. Un po’ troppo lampo, forse: appena un giorno e mezzo. Neanche il tempo di addentare un sushi con calma, magari con Koizumi a fianco che si cimenta con un bel piatto di spaghetti. Non sarebbe mica una cattiva pensata. Il trionfo di Koizumi, aldilà del contenuto delle sue riforme, è anche dovuto alla sua grande capacità mediatica, cui Berlusconi non è certo da meno. Una loro uscita pubblica, anche solo in Tv, avrebbe contribuito a promuovere ulteriormente la nostra immagine. Ecco, se un appunto va fatto, è quello della scarsa “reciprocità” con la quale l’Italia ricompensa tanto interesse, a volte vero e proprio entusiasmo, giapponese. A parte l’estrema brevità di questa visita – la prima di un Presidente del Consiglio italiano dopo quella di Prodi nel 1998; Chirac, nel frattempo, è venuto sei volte – manca ancora, al “Sistema Italia”, la capacità di superare l’approccio “episodico” e dunque di investire davvero in uomini e risorse verso questo paese, che a differenza di quanto vanno sostenendo in molti è tutt’altro che imbalsamato e tutt’altro che destinato a perdere di importanza di fronte all’avanzata cinese. Per carità, qualcosa sta cambiando. In ambasciata, ad esempio, oltre ad un funzionario fluente nella lingua (era ora: in altre ambasciate europee, a cominciare da quella inglese, l’esigenza di comunicare direttamente è stata da tempo percepita), l’Ambasciatore Mario Bova ha chiesto e ottenuto una nuova funzione – quella di attachè per l’industria e la tecnologia, oggi affidata al dr. Michele Miele, cui va il nostro benvenuto – per un organico che appare comunque ancora inadeguato, rispetto alla “potenza di fuoco” espressa da altri Paesi europei. Diamoci da fare. Il passo, da samurai a ronin, è breve.

ICCJ Consiglio Direttivo 2005 Presidente Onorario Mario BOVA Ambasciatore d’Italia in Giappone

Presidente Romano MAZZUCCO R&M Japan & Co.

BIOPLAST s.r.l. è costantemente impegnata nella adozione di procedure di lavorazione orientate al raggiungimento dei più alti standard di qualità nello spirito delle norme EN ISO 9000 facendo ogni sforzo per soddisfare la clientela per quanto riguarda: .Qualità .Affidabilità .Tempestività .Supporto tecnico tutti aspetti che hanno sempre contraddistinto la propria trentennale attività.

Vice Presidente Maurizio FASCE a. hartrodt (Japan) Co. Ltd

Consiglieri Egidio Del VECCHIO Del Vecchio Consulting

Elio ORSARA Kioi Corporation

Glauco G. POMPILIO Eureco Ltd.

Adriano VILLA Pavia e Ansaldo

Renzo VILLA Studio Villa

Carlo ZAMBOTTO Automobili Lamborghini Japan

Marco STACCIOLI MS Japan Service

Segretario Generale Alessandro BORELLI

ICCJ

BIOPLAST s.r.l. Via Longare,11 36040 TORRI DI QUARTESOLO (Vicenza) Italy Tel. ++39 0444.580.082 r.a. Telefax ++39 0444.581.851 E-mail: info@bioplast.com www.bioplast.com

Enokizaka Building 3F, 1-12-12 Akasaka Minato-Ku,107-0052 Tokyo Tel + 81.3.3560.1100 Fax +81.3.3560.1105 E-mail: iccj@iccj.or.jp

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Editoriale

Compounds flessibili in PVC Flexible PVC compounds

Ebbene sì. Il trionfo ducatista nell’Impero delle Due Ruote ci ha fatto proprio bene. Se lo merita la simpatica azienda bolognese, e se lo merita l’Italia. Che finalmente può dimostrare, con i fatti, di essere viva e vegeta e non, come i fenici, una civiltà del passato. Un tempo i giapponesi dicevano wakon yosai: era lo slogan in voga durante l’epoca Meiji. “Tecnica occidentale, spirito giapponese”. Oggi potremmo farlo nostro, parafrasandolo in ikon isai: tecnologia e spirito italiani. Un binomio davvero vincente, e non solo – come cerchiamo di dar conto in questo numero dedicato ai samurai della meccanica – nei settori “tradizionali” della moda, della gastronomia, dell’arte. Ottimo contesto, dunque, per la visita ufficiale del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che al momento di scrivere sembra finalmente confermata e che arriva al momento giusto. Berlusconi trova in Giappone un’Italia lanciatissima. A parte il calo del turismo – fenomeno al quale occorre dare il giusto peso ed elaborare immediate strategie di recupero – tutti i numeri sono positivi. Il padiglione italiano all’Expo di Aichi è stato il più visitato di tutti (oltre 3 milioni di presenze), l’interscambio è in lieve aumento e così pure l’attivo commerciale. L’Italia, in Giappone, ha un’ottima immagine. Al punto che forse piacciamo di più… di quanto ci piacciamo. I sondaggi, e piu d’uno, parlano chiaro: siamo il paese di gran lunga più “simpatico”, il paese dove i giapponesi (premier Koizumi in testa: lo ha dichiarato nel corso di un’intervista) vorrebbero – se solo potessero – vivere, visto che considerano il nostro lifestyle il migliore del mondo. Nel frattempo, si “allenano”: apprezzando la nostra cucina (che continua a sbaragliare il campo dalla concorrenza) e imparando la nostra lingua. L’italiano è la seconda lingua più studiata, dopo l’inglese. Un successo al quale hanno contribuito enormemente i corsi (di lingua, ma non solo) perfettamente organiz-


Meccanica, un piccolo grande mercato Il Giappone continua a essere dipendente dalle importazioni. E l'Italia è al primo posto in alcuni settori, segno di una ormai riconosciuta eccellenza. Assistenza e “delivery just on time“ i segreti del successo

di

Roberto Pelo

Direttore ICE Tokyo

Cover Story

Analizzando la posizione dell’Italia sul mercato giapponese delle macchine possiamo constatare la presenza di posizioni eccellenti: questo ci permette di formulare delle ipotesi sulle nuove possibilità di penetrazione nel mercato giapponese. Prima di analizzare la posizione dell’Italia, però, è necessario spiegare cosa ci dicono i dati relativi all’importazione di macchinari e di apparecchi elettronici. È un dato sorprendente che circa un terzo delle importazioni giapponesi dal mondo sia costituito dalla voce “macchinari e apparecchi elettrici”. Sappiamo che il Giappone è un paese che produce ed esporta questi beni più che esserne quasi un importatore netto (l’avanzo commerciale per questa voce è infatti molto ridotto). L’analisi di questi dati non è semplice in quanto non possiamo far ricorso a fattori quali l’empiricità e la semplice deduzione, che possono essere d’aiuto nel caso dei prodotti alimentari e tessili. Nonostante ciò, prendendo in esame la serie storica dei dati relativi al flusso commerciale del Giappone con il resto del mondo per il macro settore di nostro interesse, notiamo che il Giappone ha sempre importato grandi quantità in volume ed in valore, soprattutto dagli Stati Uniti e dalla Germania. La forza produttiva del Giappone risiede proprio nella capacità di assimilare da fuori, riprodurre, migliorare e reimmettere nel mercato. Un ciclo di produzione dei beni che si riflette nell’andamento delle esportazioni e delle importazioni del Giappone. Dal dopoguerra ad oggi è avvenuto esattamente questo: massicce importazioni, massiccia produzione e massicce esportazioni. Un fenomeno a ciclo continuo, estremamente complesso e difficile da riassumere in poche righe. Tuttavia quello che ci interessa è mettere in luce la forte dipendenza del Giappone dai prodotti di origine estera. Nel ciclo di importazione, assimilazione, riproduzione, miglioramento ed esportazione si sono inseriti due fenomeni (uno interno e uno esterno) che hanno in parte modificato alcuni termini di riferimento del processo, ma senza di fatto alterarne la natura. Agli inizi degli anni Novanta comincia quella che ora viene definita la lost decade, dalla quale il Giappone sembra finalmente essere uscito. Un fenomeno che è stato ampliamente discusso

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ed analizzato, che a noi interessa studiare per ciò che ha comportato in termini di variazioni dei flussi commerciali di beni, sia in entrata che in uscita. Contemporaneamente al periodo di crisi in cui stava precipitando il Giappone, la Cina stava invece emergendo come colosso economico, tanto da contribuire fortemente alla rideterminazione dell’ equilibro economico mondiale. Due paesi vicini che fanno fronte a due fenomeni opposti. Il motore dell’economia giapponese, alimentato dalla domanda sia interna che estera, comincia a rallentare. La domanda interna rallenta perché inizia il ciclo vizioso della diminuzione della produzione, che comporta diminuzione del reddito, dei consumi, dei prezzi. Ne consegue, nuovamente, una diminuzione della produzione e così via in una vorticosa spirale. La domanda estera rimane alta, ma i margini di sfruttamento si assottigliano sempre di più rispetto alla maggiore produzione a basso costo. Il Giappone comincia a produrre meno e ciò che produce non è competitivo perché altrove è prodotto a costi inferiori e quindi venduto a prezzi più bassi. La scelta strategica è la delocalizzazione che aiuta a abbattere i costi di produzione e a mantenere, in termini economici, nel suolo giapponese quella parte della produzione non delocalizzabile. La maggior parte della delocalizzazione avviene in Cina e negli altri paesi asiatici. Ciononostante il ciclo continuo di importazione, assimilazione, riproduzione, miglioramento ed esportazione non viene modificato. Il Giappone continua ad importare dagli stessi partner degli ultimi cinquant’anni, prevalentemente Stati Uniti, Germania e altri paesi europei. Negli ultimi anni, però, ha iniziato ad importare massicciamente dalla Cina e dagli altri partner asiatici. La difficoltà nell’analisi dei dati che riguardano i macchinari e gli apparecchi elettrici consiste proprio nel fatto che dalla lettura dei dati non emerge una interpretazione univoca ma piuttosto una serie di interpretazioni. La più importante è che negli ultimi anni la Cina è diventata il primo (o tra i primi) partner commerciale del Giappone: ciò che non può essere detto con assoluta certezza, anche se comunque con un forte margine di verosimiglianza, è che il Giappone è, in buona misura, diventato tra i primi partner commerciali

di se stesso. Il grande fenomeno di delocalizzazione giapponese ha portato ad un forte aumento della produzione di beni a costi decisamente più competitivi, beni che semplicemente rientrano nel mercato giapponese o che vanno a costituire parte delle esportazioni della Cina o di altri paesi asiatici verso il resto del mondo. Questa modifica nei flussi commerciali ci interessa: essa spiega perché il Giappone continua ad importare dal resto del mondo quella quota di macchinari e di apparecchi meccanici che non produce o che produce ad un livello tecnologico o qualitativo non sufficiente. Al settore delle macchine si applica la stessa interpretazione sui differenti livelli di qualità del prodotto che vale anche per altri settori. Da un lato abbiamo la produzione di massa per beni con standard qualitativi medi; dall’altro abbiamo la produzione di beni d’eccellenza. Facciamo riferimento proprio all’eccellenza quando verifichiamo che la posizione dell’Italia nelle importazioni giapponesi rivela, in alcuni comparti, risultati sorprendenti. L’Italia è il primo partner commerciale del Giappone per le macchine da imballaggio e confezionamento, rimane ancora il primo partner commerciale per le macchine per la lavorazione delle pelli e delle calzature, è il terzo partner del Giappone per le macchine per la lavorazione delle pietre e del vetro. Nel primo semestre, le importazioni dall’Italia hanno registrato una variazione positiva non solo nei tre comparti menzionati, ma anche per le macchine grafiche, cartotecniche e di trasformazione, per le macchine per la lavorazione del legno, per le macchine per il movimento terra, per le macchine per il riscaldamento e la refrigerazione, per i macchinari elettrici comprese le saldatrici. Queste posizioni riguardano valori molto alti per volumi molto bassi: si tratta, in sostanza, di un segmento di nicchia che è stato spesso sottovalutato, ma che proprio nel mercato giapponese trova uno sbocco ottimale. Sia l’esperienza delle aziende italiane in Giappone, sia le nostre analisi rivelano che i prodotti italiani possiedono un livello qualitativo uguale ed a volte superiore a quello giapponese. Le soluzioni innovative che, per conto di aziende italiane, presentiamo alle controparti giapponesi sono di altissima qualità. Ciò che le aziende italiane possono offrire al mercato giapponese non è il macchinario di massa, bensì un prodotto che consente un miglioramento dei beni finali o del processo produttivo. È una produzione di nicchia per un segmento di nicchia, e la grande capacità di adattamento del prodotto da parte delle aziende italiane risponde esattamente a quanto è richiesto dal mercato giapponese. Il livello di maturità di questo mercato è tale per cui è proprio quel particolare innovativo o quella soluzione differente che riesce ad aprire una breccia nell’innata certezza giapponese della superiorità della propria tecnologia. Convincere la controparte giapponese della qualità di un macchinario italiano è relativamente semplice ma non è

sufficiente: è necessario che il bene non sia solo perfetto in quanto tale, ma che alla sua produzione venga affiancato ciò che è definibile funzione terziaria: in particolare per i beni strumentali è necessario che la capacità logistica sia eccellente (delivery just on time) e che l’assistenza post vendita sia garantita. Questo ultimo aspetto, più che la consegna, si traduce come una vera e propria barriera all’entrata di un prodotto italiano (ma sono solo) sul mercato giapponese. Tradizionalmente l’assistenza viene effettuata dalle stesse trading companies, ma questo fenomeno si sta riducendo sempre di più, dato che la complessità tecnica dei macchinari richiede un livello di assistenza differente, realizzato da tecnici specializzati. I costi che un’azienda italiana dovrebbe sostenere per mantenere un tecnico specializzato che curasse l’ assistenza post vendita dei propri macchinari è superiore ai rientri ottenuti dalla vendita dei macchinari stessi. Nel lungo periodo, visto che il ciclo di vita di tali macchinari è decennale, possiamo invece ritenere che la scelta di investire nel servizio di assistenza post vendita possa dare un risultato tale da giustificare l’investimento iniziale. Consideriamo i ricavi dagli interventi successivi alla vendita (riparazioni, sostituzioni di pezzi) più che i ricavi dalla vendita tout court. Per facilitare questo nuovo approccio al mercato giapponese abbiamo realizzato uno studio di fattibilità per la costruzione di un Centro Integrato di Promozione, di Assistenza e di Formazione meccanica Made in Italy, destinato ad ospitare più imprese italiane del settore della meccanica. Nel centro saranno presenti tecnici specializzati giapponesi in grado di rispondere dal Giappone, in lingua giapponese, alle chiamate di assistenza. Il centro presenta numerosi vantaggi: il maggiore è l’abbattimento dei costi da parte delle aziende italiane. Ma non solo. La presenza di tecnici specializzati ci fa ipotizzare che si possa creare anche un collegamento tra i centri di ricerca giapponesi e i centri di ricerca italiani: il centro verrebbe quindi a costituirsi anche come incubatore di ricerca applicata. Qui di seguito riassumiamo le principali funzioni del Centro Integrato di Promozione, di Assistenza e di Formazione meccanica Made in Italy. - Realizzare e sviluppare la banca dati degli importatori/distributori giapponesi del settore della meccanica. - Realizzare e sviluppare la banca dati degli utilizzatori finali per linea merceologica e su base territoriale. - Predisporre un centro di prima assistenza con tecnici giapponesi appositamente formati. - Formare tecnici manutentori per i più grandi utilizzatori finali. - Gestire un piccolo stoccaggio di pezzi di ricambio standard. - Creare, sviluppare e gestire un portale informatico sulla meccanica italiana in lingua giapponese. - Produrre materiale informativo e tecnico in lingua giapponese.

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Samurai d’Italia / 1

Samurai d’Italia / 2

Un passaporto per il mercato globale

Oramai si può fare da soli…

Imporsi nel Sol Levante richiede grande serietà, impegno e tempi lunghi. Ma aiuta a mantenere alta la competitività

In una prima fase il partner locale può essere utile, ma col passar del tempo può diventare un ostacolo

Paolo Mattioli Presidente di Marposs K.K.

Guido Ghiselli GM Technical Centre, G.D Jidokikai K.K.

Samurai d`Italia

Quando e come è iniziata la vostra avventura in Giappone? Quest’anno abbiamo festeggiato il 35 anniversario della nostra presenza in Giappone. Marposs K.K. (Kabushiki Kaisha) fu fondata nel 1970 a Tokyo, con lo scopo principale di fornire assistenza ai nostri prodotti, “sbarcati” in Giappone a bordo di macchine utensili provenienti dall’Europa, in particolare Svizzera e Germania, e dagli USA. Quali sono state le principali difficoltà che avete incontrato per creare un’azienda qui? Non credo valga la pena di ricordare problematiche logistiche o burocratiche incontrate tanti anni fa, in condizioni diverse da quelle attuali. Sicuramente una grossa difficoltà che abbiamo dovuto superare all’inizio è stata la diffidenza dei clienti verso aziende straniere per timore che non fossero disposte ad investimenti a lungo termine. E poi la lingua. Marposs ha puntato da subito sulla formazione specifica del proprio personale. Abbiamo abbondantemente usufruito, sin dalla sua prima edizione nel lontano 1979, dell’ETP (European Training Program), l’ottimo, anche se poco pubblicizzato, programma della Commissione Europea per la formazione dei manager destinati ad operare in Giappone. Perché proprio il Giappone? Marposs è oggi massicciamente presente, a livello mondiale, presso i costruttori di macchine utensili, automobili e cuscinetti. Il Giappone di 35 anni fa presentava già fortissime potenzialità in questi campi, ed è oggi uno dei maggiori player del mercato globale. Per Marposs sarebbe impensabile non avere una forte presenza diretta su questo mercato. Il Giappone come ha ricompensato il vostro sforzo? Lavorare in Giappone richiede grande impegno e serietà, ma consente di sviluppare e mantenere un livello di competitività molto elevato. Su tutti i mercati.

Quali sono i punti forti e i punti deboli del Giappone? Nel nostro settore si fa fatica a trovare dei punti deboli, il modello di sviluppo e produzione giapponese è estremamente efficace ed efficiente. Più in generale si può semplificare dicendo che i maggiori punti di forza di questo mercato sono l’innovazione tecnologica, la logistica, le tecniche produttive e il culto del servizio. Un’azienda italiana cosa deve fare per essere competitiva nel paese del Sol Levante? Un’azienda di estrazione meccanica o elettronica deve avere un prodotto di valore e tecnologicamente avanzato, standard qualitativi molto elevati sia sul prodotto che sul servizio, tempi di consegna brevi e immediata capacità di reazione alle richieste del mercato. Nel caso specifico di Marposs, la nostra rete di servizio capillare estesa a tutti i principali mercati è stata sicuramente una delle carte vincenti. Quali consigli darebbe alle aziende italiane che avessero intenzione di creare una società in Giappone? Prevedere un consistente investimento iniziale e definire strategie sul medio-lungo termine: è improbabile godere di importanti ritorni sul breve periodo. E, ripeto, la lingua. Poter comunicare direttamente con i clienti può rappresentare un enorme valore aggiunto. Ritiene indispensabile avvalersi di un partner locale o si può fare da soli? Entrambe le soluzioni sono percorribili. Marposs ha scelto di fare da sola. È comunque consigliabile avere nella propria organizzazione un manager giapponese con lunga esperienza nello specifico settore merceologico. Ritengo sia anche fondamentale avere un italiano responsabile almeno di tutta l’attività di interfaccia e comunicazione con la casa madre. Se poi entrambi sono perfettamente bilingui, va da sé che è meglio…

MARPOSS Marposs S.p.A., fondata dall'Ing. Mario Possati nel 1952, leader mondiale nel campo della misura e del controllo, ha creato una rete internazionale in grado di fornire apparecchiature ed assistenza in ogni parte del mondo. Fornisce personale qualificato per prestare un competente servizio di consulenza metrologica, per istruire gli utilizzatori delle applicazioni, per offrire il servizio di installazione e per garantire la manutenzione, sia ordinaria sia straordinaria, dei prodotti operanti sul campo.

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Quando e come è iniziata la vostra avventura in Giappone? G.D nasce nel 1923 come produttrice di motocicli, inizia nel dopoguerra la produzione di macchine automatiche per il confezionamento per il settore dolciario. È negli anni ’70 che G.D sviluppa le macchine impacchettatici per il settore del tabacco, arrivando in Giappone alla fine degli anni ’80, attraverso un distributore locale. Nel settembre del 1994 è stata costituita G.D Japan, interrompendo il rapporto con la trade company locale ed entrando direttamente nel mercato. Nel 1995 G.DJ ha cominciato ad offrire servizio locale per il settore dolciario e, pochi anni dopo, ha allargato il servizio all’area tabacco. Per questioni di localizzazione e di qualità del servizio di assistenza al cliente, nel 2003 è stato aperto un centro tecnico di ca. 700 metri quadrati di area produttiva. Quali sono state le principali difficoltà che avete incontrato per creare un'azienda qui? Per quanto riguarda il settore del tabacco il prodotto era già inserito, per il servizio di assistenza si è trattato di darsi credibilità nei confronti dei clienti giapponesi. Comunque in generale la maggiore difficoltà per un’azienda di tecnologia italiana è sicuramente quella di trovare in loco personale tecnico adeguato. Perché proprio il Giappone? Principalmente perché Japan Tabacco, che è il nostro cliente principale, alla fine degli anni novanta, attraverso fusioni ed acquisizioni, è diventato il terzo produttore mondiale di sigarette. Si è quindi trattato di una scelta naturale. Il Giappone come ha ricompensato il vostro sforzo? Bene, perché ha creato una sorta di cordone ombelicale con il cliente, che ci permette di lavorare con un backlog di circa 25.000 ore di attività

sovvenzionate dal cliente, che è anche un impegno del cliente a darci la possibilità di far crescere in tempi brevi la preparazione tecnica del personale. A livello mondiale il Giappone ricopre, come mercato, un’importanza strategica alla pari dell’Europa e degli Stati Uniti. Secondo Lei quali sono i punti forti e i punti deboli del Giappone? Il Giappone è il banco prova delle nostre macchine, se un nostro prodotto va bene qui significa che va bene dappertutto. Un’azienda italiana cosa deve fare per essere competitiva nel paese del Sol Levante? Prima di tutto bisogna avere il prodotto di qualità. In secondo luogo bisogna essere presenti con il servizio post-vendita, quindi organizzazione delle consegne, efficienza, pazienza ed idee chiare. Quali consigli darebbe alle aziende italiane che avessero intenzione di creare una società in Giappone? Bisogna pianificare l’investimento avendo ben chiaro che esso richiede tempo, non è qualcosa che genera profitti nel breve periodo, bisogna ragionare sempre nel medio-lungo. Va detto però che se si riesce a soddisfare pienamente i bisogni del cliente si possono ricavare dei profitti inimmaginabili. È fondamentale saper ascoltare le esigenze del cliente, perché questo è un paese che funziona così: o ti adegui o non hai speranze. Un altro consiglio è quello di rendersi capaci e preparati a livello linguistico. Ritiene indispensabile avvalersi di un partner locale o si può fare da soli? In una prima fase può aiutare avere un partner locale per presentarsi nel mercato: rende sicuramente più facile farsi conoscere e guadagnare la fiducia del cliente. Una volta che si è entrati, non è indispensabile, anzi qualche volta si può rivelare un freno.

G.D G.D è leader mondiale nelle macchine per la produzione ed il confezionamento delle sigarette (maker e packer). G.D fa parte di COESIA, un gruppo industriale costituito da sei aziende specializzate nella produzione di macchine automatizzate. La sede principale della società si trova a Bologna e grazie alla sua rete mondiale di vendite G.D è presente in 110 paesi.

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Samurai d’Italia / 3

Primo passo: conquistarsi la fiducia Oltre ad un prodotto innovativo e di qualità, è necessario garantire assistenza e servizi ineccepibili

Vittorio Falconeri Managing Director, Brevini Japan Co.Ltd.

Da 135 anni ci misuriamo con Voi... La Filotecnica Salmoiraghi, fondata nel 1865 dall'Ing. Carlo Porro diviene in breve tempo, sotto la spinta innovatrice dell'Ing. Angelo Salmoiraghi, una delle più importanti aziende di riferimento sul mercato italiano e mondiale nella produzione e commercializzazione di strumentazione tecnica di misura e controllo

Quando e come è iniziata la vostra avventura in Giappone? Siamo partiti nel 1998 con una joint-venture per poi diventare nel 2001 filiale controllata da Brevini Riduttori S.p.A. Quali sono state le principali difficoltà che avete incontrato per creare un’azienda qui? Le difficoltà principali sono state la ricerca di una locazione conveniente alla nostra attività di vendita, integrata con l’assistenza tecnica; la ricerca di personale, in particolare ingegneri e tecnici qualificati adatti alla nostra realtà di filiale. Costruirsi un brand in un settore estremamente conservatore come il nostro è difficile e richiede impegno e perseveranza. Perché proprio il Giappone? Il Giappone oltre ad avere una diversificata e qualificata domanda di trasmissioni di potenza è un importatore di macchine dove possono essere installati i nostri prodotti. Nel caso, con la nostra presenza provvediamo all’assistenza tecnica e ai ricambi. Il Giappone come ha ricompensato il vostro sforzo? Molte aziende leader hanno riconosciuto con ordinativi la tecnologia dei nostri prodotti e i nostri sforzi di offrire un servizio di qualità: penso sia una significativa e soddisfacente ricompensa... Quali sono i punti forti e i punti deboli del Giappone? Iniziamo dai punti deboli. Ritengo che siano gli alti investimenti per lo start-up e i tempi medio-lunghi di ritorno e, aggiungo, un po’ di conformismo. I punti forti sono l’internazionaliz-

zazione delle industrie, i requisiti di qualità e di affidabilità e la tendenza a collaborare con il fornitore per miglioramenti continui. Infine, la rapidità e la puntualità negli spostamenti nel territorio, punto non trascurabile in un mercato esigente e customer-oriented quale il Giappone. Un’azienda italiana cosa deve fare per essere competitiva nel paese del Sol Levante? Difficile fornire una ricetta. Sono coinvolte troppe varianti: tipo di prodotto, settore. Comunque sia, diciamo che vi sono due requisiti essenziali: avere un prodotto affidabile a costi competitivi e una vocazione per l’assistenza pre/post vendita, competente e orientata alla soddisfazione, del cliente. Quali consigli darebbe alle aziende italiane che avessero intenzione di creare una società in Giappone? Prepararsi bene e programmare per un periodo di almeno 3 anni. Possono apparire consigli scontati, ma nella mia esperienza in Giappone, sono in conclusione i consigli migliori e che evitano illusioni. Ritiene indispensabile avvalersi di un partner locale o si può fare da soli? Si può fare da soli: a condizione che in azienda vi siano manager con conoscenze ed esperienze specifiche di mercato, che sono assolutamente peculiari. Altrimenti è meglio valutare una possibile collaborazione con un buon partner giapponese.

per l'industria e la geodesia. L'attenzione del management alle problematiche di un mercato in costante sviluppo e

BREVINI RIDUTTORI S.p.A. La Brevini Riduttori è una società, fondata a Reggio Emilia nel 1960 dai fratelli Renato, Luciano e Corrado Brevini, che produce riduttori, principalmente riduttori epicicloidali. Forte di una più che positiva risposta del mercato, Brevini sta ora puntando ad un’ulteriore espansione mondiale e ad un ampliamento della sua gamma di offerta attraverso acquisizioni e/o accordi sui mercati chiave della power transmission. Un ulteriore passo in questa direzione è stato fatto acquisendo la tedesca PIV Driver, una società storica (fondata nel 1928) nel campo delle trasmissioni meccaniche. Nel mondo, Brevini è presente in modo importante attraverso 26 filiali e una diffusa rete di distribuzione.

mutamento, la grande competenza e specializzazione dei nostri tecnici, la capillare

rete

commerciale,

la

costante ricerca e sviluppo di strumenti sempre più affidabili, precisi e performanti

pone

La

Filotecnica

Salmoiraghi ad essere riconosciuta come Società Leader nel settore della strumentazione metereologica, portatile, micro-climatica e da laboratorio così come nel settore della geodesia, fotogrammetria e GPS.

10 Lug / Ago 2005 Viste

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Samurai d`Italia

Filotecnica Salmoiraghi Instruments

La Filotecnica s.r.l. Via Durando 38 20158 Milano Tel. 02.66200477 Fax 02.66200677 e-mail: info@salmoiraghistrumenti.it


Gomennasai, Honda-sama Dopo anni di umile inseguimento, la Ducati trionfa a Motegi, il circuito del colosso giapponese. E dopo una settimana, Capirossi fa il bis a Sepang. Il MotoGP si arricchisce di un nuovo protagonista. Tutto italiano di

Alessandro Borelli

to, in Giappone ogni anno vengono immatricolate circa 70.000

e passione. Molti appassionati scelgono la nostra moto per il suo

moto: la maggior parte sono vendute dalle case giapponesi Honda,

tipico design italiano e per il suo essere made in Italy. Ma altrettanti

Yamaha, Kawasaki e Suzuki, poi vengono gli Stati Uniti e infine le

la scelgono per l’alta tecnologia che essa racchiude. A cominciare

case europee. Nelle moto di importazione, Ducati è posizionata al

dal motore desmodromico ad aste e bilanceri, inventato dall’inge-

secondo posto con 3.000 unità, subito dietro a Harley Davidson.

gner Taglioni, da sempre nostro invidiatissimo fiore all’occhiello.

Questo fa di noi il primo produttore europeo di motocicli per il

Nell’impero delle valvole, una bella soddisfazione… In ogni caso la

Giappone.

passione è l’elemento distintivo dei nostri clienti, dei concessionari,

Quali sono i problemi principali che avete dovuto affrontare

di noi dipendenti e tutti coloro che gioiscono di cuore dei successi

in questo mercato?

sulle piste (nella categoria dei dipendenti ci metto anche i piloti della

Quando la filiale è stata aperta 8 anni fa, c’era il problema delle

squadre corse). L’intero insieme di tutti questi soggetti costituisce

Intervista

Non era prevista. Come si dice in gergo, questa intervista non era

Un po’ come alle Olimpiadi, quando vinciamo medaglie in

importazioni parallele. Adesso il problema è stato quasi completa-

quella che chiamiamo la Community Ducati.

nel menabò. Ma dopo la “doppietta” di Loris Capirossi ci è sem-

sport di cui non conosciamo quasi l’esistenza, salvo poi

mente risolto, il mercato parallelo rappresenta meno del 10%. Resta

Quanto è importante il settore corse per la promozione?

brato doveroso dare spazio ad un evento di portata storica,

rispedirli nel dimenticatoio per altri quattro anni…

il problema della patente (in Giappone ci sono categorie di patenti

Senza le corse la Ducati non sarebbe quello che è. E non per un

soprattutto perché realizzato “fuori casa” e dopo un paziente, al

Esatto. Per questo vorrei invece che si continuasse a parlarne, per

fino a 50cc, da 80 a 400 cc, e oltre a 400cc, ndr). Le nostre moto,

fatto di promozione ma anche di ricerca e sviluppo. Pensa che le

tempo stesso umile e tenace “inseguimento” durato lunghi anni.

fare vedere che l’Italia non è solo moda o enogastronomia, ci

tranne un modello, sono tutte oltre i 400cc e richiedono una patente

moto che partecipano al mondiale Superbike sono moto di serie,

All’indomani della fantastica vittoria di Loris Capirossi al Gran

sono anche settori di assoluta eccellenza a livello mondiale che

più difficile da ottenere e soprattutto più costosa. La nostra patente,

che vengono ovviamente modificate per le gare, ma nella sostanza

Premio del Giappone a Motegi, ribadita una settimana dopo in

vengono troppo spesso trascurati. Settori dove le aziende, come la

come i connazionali ben

racchiudono tutte le caratteristiche principali che l’appassionato

Malesia, Viste ha intervistato Fabrizio Cazzoli, presidente di Ducati

nostra, continuano a credere e ad investire nella R&S. La mia sen-

sanno, qui non è sufficiente

ritrova nella moto che guida quotidianamente. Molte delle soluzioni

Japan.

sazione è che si pensi troppo a promuovere e sostenere settori

per guidare le maxicilindrate.

testate all’estremo in

Allora Fabrizio, una bella soddisfazione: vincere il Gran

dove l’Italia è già in ottima posizione, e si continui a trascurare

Premio a casa della Honda… (Motegi è il circuito di pro-

quelli più difficili e meno conosciuti, ma non per questo meno

prietà della Honda Motors, ndr)

importanti e avanzati.

Puoi dirlo forte. Soprattutto se si pensa che la Honda è un colosso

Visto che ci siamo, parliamo un po’ della vostra azienda e

che produce 9 milioni di motocicli all’anno contro i nostri 40.000.

della vostra attività in Giappone…

Avere vinto a casa loro, nel circuito che utilizzano per provare

Ducati Japan è una filiale di Ducati Motor Holding che si occupa

tutte le loro moto è qualcosa di impareggiabile ed inimmaginabile.

dell’importazione, della

Credo che Ducati ci abbia reso fieri di essere italiani. Peccato

distribuzione e dell’assi-

La

soltanto che qui in Giappone le gare di MotoGP non vengano

stenza tecnica di motovei-

stradale giapponese, che

trasmesse in diretta e non siano popolari come in Italia.

coli, accessori, parti di

dallo scorso aprile consente

Comunque sia, malgrado le insistenti inquadrature televisive sui

ricambio e abbigliamento.

finalmente di guidare in

soggetti giapponesi, l’inno in sottofondo era quello italiano.

Ci occupiamo inoltre di

autostrada con un passeggero, dovrebbe avere un effetto

pista, diventano presto standard nelle moto stradali.

Questo numero di Viste è dedicato alle “eccellenze” italiane

tutto ciò che concerne le

positivo sulle vostre vendite. Cosa ne pensi?

Progetti per l’immediato futuro?

nel settore della meccanica e della tecnologia, settori in

attività di promozione e di

È ancora presto per dirlo, si tratta sicuramente di una norma ben

L’effetto Motegi dovrà essere sfruttato al massimo, quindi a otto-

genere trascurati dai media. La vostra vittoria cade a pen-

PR.

accolta da tutto il settore, tuttavia ci vorranno almeno un paio di

bre presenteremo i nuovi modelli della linea Sport Classic che sono

nello: perché è indubbio che la Ducati, e non da oggi, sia un

Come siete posizionati

anni per poterne valutare gli effetti.

stati pensati apposta per il mercato giapponese. Sono moto dal

ottimo esempio di questa nostra eccellenza…

nel mercato giapponese?

Parliamo della vostra immagine in Giappone, come siete per-

design retrò che si rifanno alle moto da corsa degli anni S ettanta

In effetti che se ne parli solo dopo un risultato strepitoso come

Il segmento di mercato che

cepiti dagli appassionati di moto giapponesi?

ma con la tecnologia di oggi. Abbiamo già ricevuto 400 preno-

quello di domenica scorsa fa riflettere. Noi italiani tendiamo a

ci riguarda direttamente è

La nostra immagine in Giappone, a prescindere dal MotoGP, è

tazioni da quando abbiamo presentato il progetto due anni fa: il

dimenticarci di queste realtà e a ricordarcene solo dopo un risulta-

quello delle moto di cilin-

molto alta. Per Ducati questo paese rappresenta il quarto mercato a

Giappone, per questo tipo di prodotto, è oramai il secondo merca-

to del genere. Dovremmo essere un po’ meno tifosi, e più con-

drata superiore a 250cc. In

livello mondiale dopo Italia, Stati Uniti e Francia. La nostra moto

to, dopo gli Usa. E poi, ovviamente, continuare a vincere. In

sapevoli dell’impegno e del sacrificio che c’è dietro una vittoria.

questo segmento di merca-

viene apprezzata per la sua delicata combinazione di alta tecnologia

Giappone e ovunque.

12 Set / Ott 2005 Viste

riforma

del

Immagini della vittoria di Loris Capirossi il 18 settembre a Motegi. Nell’altra pagina i nuovi modelli della linea Sport Classic.

codice

Set / Ott 2005 Viste 13


A caccia di Eolo

to a quelle dei paesi europei. La variabilità atmosferica comporta

realizzate già cinque turbine di questo tipo, la prima nel 2001 e

infatti degli ulteriori problemi tecnici e dei costi aggiuntivi che non

altre due, proprio nei primi mesi di quest’anno. Curioso il fatto che

sono invece necessari in altre nazioni. Tuttavia, il governo nipponi-

sulla base della turbina ci siano i nomi di tutti coloro

Sia pure in ritardo Italia e Giappone stanno esplorando le potenzialità dell’energia eolica. Costi e impatto ambientale le maggiori difficoltà. Ma il Protocollo di Kyoto spinge in questa direzione

co, attraverso la NEDO (New Energy and Industrial Development

che ne hanno finanziato la realizzazione. “Il nostro obiettivo

Organization) ha deciso di finanziare ampiamente la ricerca su

– ci ha detto Toru Suzuki – è quello di spingere le persone ad uti-

questo punto, la cui soluzione, a detta della stessa Hokkaido Electric

lizzare energia pulita, ottenuta da turbine eoliche che loro stessi

Company, porterebbe sicuramente al definitivo sviluppo dell’energia

hanno realizzato.” L’associazione ci ha preso gusto, e ha iniziato a

eolica in tutto il paese.

raccogliere i frutti del proprio lavoro anche fuori dal-

Nell’isola, poi, si sta sviluppando un fenomeno particolare: la diffu-

l’isola di Hokkaido. Il prossimo anno, ad esempio, due nuovi

di

Alessandro Liberati

Ricercatore presso il Tokyo Institute of Technology

Nuove Risorse

L’energia eolica inizia a svilupparsi anche in Giappone, paese che da

abbiamo fatto un viaggio in Hokkaido, che tra le quattro grandi

sione di turbine singole, installate dagli stessi cittadini. Ce ne ha par-

aerogeneratori finanziati da privati cittadini, saranno costruiti

sempre fa ricorso soprattutto al nucleare e ai combustibili fossili per

isole nipponiche, è quella che si presta meglio allo sfruttamento del

lato Toru Suzuki, segretario dell’associazione no-profit “Hokkaido

nelle regioni del Kanto e del Tohoku.

produrre energia. Grazie al Protocollo di Kyoto e ad un notevole

vento. Presso gli uffici della Hokkaido Electric Power Company ci è

Green Fund”. Nata nel 1999, oggi i suoi 1.300 associati pagano un

Ma nonostante l’eolico inizi a prendere piede, e gli isti-

abbassamento dei costi, infatti, sia le aziende giapponesi che la stes-

stato spiegato qual è la situazione attuale e quali saranno gli investi-

5% in più sulla bolletta elettrica, per finanziare l’associazione. I

tuti di ricerca nipponici si stiano impegnando a fondo

sa popolazione, hanno iniziato a guardare con crescente interesse a

menti futuri. Oggi, le centrali eoliche, sparse un po’ su tutto il terri-

fondi raccolti vengono utilizzati per costruire nuove turbine eoliche

per risolvere gli ultimi problemi tecnici, resta sempre la que-

questa fonte energetica rinnovabile e pulita. Un processo molto

torio nazionale, sono in grado di fornire una potenza complessiva di

e l’energia prodotta viene rivenduta all’ente distributore, i cui ricavi

stione dell’impatto ambientale. Anche in Giappone, così come in

simile a quello avvenuto in Italia. Il nostro paese vanta una

800 MW e si conta di arrivare a 3.000 MW entro il 2010. Questi valori

saranno a loro volta destinati a progetti futuri. Ad oggi sono state

Italia, è in atto un serrato dibattito sull’argomento. Le turbine pos-

tradizione storica sulle fonti rinnovabili elettriche, costituite soprat-

sono sicuramente

sono infatti raggiungere altezze di 100 metri, ed è

tutto da impianti idroelettrici e geotermici, realizzati prima degli

inferiori a quelli di

chiaro che la loro installazione finisce per incidere

anni Sessanta, ma successivamente non ha fatto molto per le nuove

Spagna, Germania,

pesantemente sul paesaggio. Spesso, dunque, ci sono ricorsi

fonti alternative. L’interesse è improvvisamente rinato proprio dopo

Danimarca e Stati

contro la loro costruzione, con i tribunali costretti ad intervenire.

la ratifica del protocollo del 1999, con la conseguente necessità di

Uniti,

In Italia, nell’attesa che il Ministero dell’Ambiente faccia definitiva

abbassare le emissioni dei gas ad effetto serra. Un’ulteriore spinta è

investitori mondiali

chiarezza sulle linee guida da seguire, il Consiglio di

stata poi data dalla “Direttiva europea sulle fonti rinnovabili”, in

nel settore, ma supe-

Stato ha dato una precisa indicazione: accogliendo il

base alla quale, entro il 2010, il 25% dell’elettricità consumata sul

riori a quelli di altri

ricorso della Enel Green Power contro un veto del Ministero per

territorio italiano, dovrà provenire da fonti alternative.

paesi asiatici ed in

i Beni e Attività Culturali alla costruzione di un impianto eolico,

Considerando che oggi il 18% è prodotto dagli impianti idroelettri-

linea con quelli ita-

ha sentenziato che “il progetto in questione risponde a finalità di

ci, e che il solare-fotovoltaico e le biomasse hanno ancora bisogno

liani. C’è inoltre da

interesse pubblico”, vale a dire la riduzione delle emissione di gas

di anni per svilupparsi completamente, gran parte del restante 7%

considerare che in

ad effetto serra attraverso la promozione e la maggiore utilizzazione

dovrà essere necessariamente ottenuto con impianti eolici: è di

Giappone, a causa

di fonti energetiche rinnovabili. “Un impegno internazionale –

questo mese la notizia ufficiale che il prossimo anno sarà costruita

dei frequenti cambia-

hanno concluso i giudici – assunto dallo Stato italiano e recepito

una grande centrale in Campania. Composta da 35 turbine, per

menti, di direzione e

nell'ordinamento statale dalla Legge n. 120 del giugno 2002” con

una potenza com-

intensità dei venti, le

cui l'Italia ha ratificato il Protocollo di Kyoto. Ed è proprio il

plessiva di 70 MW,

condizioni per lo

Protocollo di Kyoto, entrato ufficialmente in vigore il 15 febbraio di

fornirà elettricità a circa

sfruttamento dell’eoli-

quest’anno, dopo la decisiva ratifica della Russia, a rappresentare la

60.000 famiglie della zona.

co sono decisamente

più valida speranza per l’ulteriore crescita – eco compatibile – del-

E in Giappone? Per capire bene cosa sta accadendo,

più sfavorevoli rispet-

l’energia eolica.

14 Set / Ott 2005 Viste

principali

Set / Ott 2005 Viste 15


Expo: trionfo meritato per l’Italia

volta di amare l’Italia: i media non hanno mai trascurato il nostro

"E adesso non fermiamoci..."

padiglione e le sue iniziative, diventando essi stessi promotori e

Aichi chiude i battenti. Bilancio più che positivo per il Padiglione Italia, il più visitato tra quelli stranieri. Un investimento che da già frutti: pronti un "Pacchetto Sicilia" Alitalia e uno sportello della Regione a Tokyo

“Non esiste una sola Italia – conclude Donati – ma tante italie, tante

Intervista al dr. Umberto Donati, Commissario Generale del Governo Italiano per l’Esposizione Universale 2005 di Aichi, già direttore generale della Fondazione Italia in Giappone, che ha organizzato l'Anno Italiano in Giappone 2001

alleati per la buona riuscita di questa operazione. quante le nostre regioni: a tutte abbiamo dato spazio e tempo per farsi conoscere un po’ di più. Partendo dalla collaborazione con Slow Food, ad esempio, abbiamo cercato d’incuriosire i giapponesi

di

con un messaggio provocatorio basato sulle 3 S: slow food, slow

Stefania Viti

cities, slow life, che in un paese dai ritmi di vita velocissimi non poteva passare inosservato”.

EXPO 2005 Aichi

Nessuno si aspettava che sarebbe andata così bene: l’Expo 2005 di

dei materiali d’avanguardia utilizzati per il trasporto.

Il successo di questa operazione, però, non avrebbe potuto essere

Aichi, che ha chiuso i battenti lo scorso 25 settembre alla presenza

“La Repubblica Italiana – continua Donati – ha investito 15 milioni

tale se dietro all’organizzazione non avesse pulsato un cuore vero,

del Ministro per i Beni e le Attività Culturali on. Rocco Buttiglione, è

di euro nella realizzazione del Padiglione Italia e degli eventi corre-

se quest’occasione, insomma, non fosse stata sfruttata anche per

stata un vero trionfo. Trionfo dell’Italia in Giappone che grazie al

lati perché questa gli è subito apparsa come un’ottima occasione

aiutare chi ne aveva bisogno. Emblematico è il caso dell’ex ciclista

successo ottenuto dal suo padiglione è riuscita ad attirare l’atten-

per promuovere l’Azienda Italia. Da quest’esperienza si aspetta,

Dorino Vanzo, la cui moglie giapponese era rientrata in Giappone

zione di oltre 3 milioni di visitatori, risultando il padiglione più visita-

ovviamente, un ritorno, anche economico”. I risultati iniziano a farsi

portandosi dietro le figlie. Un caso nazionale, risolto grazie alla

to in assoluto dopo quello giapponese. Non solo: secondo i sondag-

vedere: Alitalia, ad esempio, ha preparato un “pacchetto Sicilia”

disponibilità dimostrata dal Ministero e dal Commissario Generale.

gi effettuati da alcuni quotidiani, il Padiglione Italia è stato anche

creato sulla scia della fama acquistata da questa regione grazie alla

Vanzo è potuto venire a lavorare proprio a Aichi, riuscendo così a

uno dei più apprezzati, piazzandosi al primo posto in quello di

trasferta del Satiro Danzante. Mentre la Regione sta pensando di

stare vicino alle figlie e a riavvicinarsi alla moglie. La famiglia si è poi

Nihon Keizai Shimbun e Chunichi Shimbun, nonché al quinto in

aprire un suo “sportello” istituzionale, “Casa Sicilia”, a Tokyo,

riunita e sono tornati tutti in Italia. È stato sempre grazie all’impe-

quello dei padiglioni più divertenti effettuato dall’Asahi Shimbun.

come ha già fatto a New York e a Parigi. “Il nostro paese possiede

gno profuso dalle istituzioni che il simpatico Francesco Aragna, il

Un successo dietro l’altro, ribadito anche in occasione della

un patrimonio artistico tra i più importanti al mondo – continua

pescatore che ha rinvenuto il Satiro Danzante è diventato “perso-

Giornata Italiana all’Expo quando 30.000 persone hanno seguito la

Donati – va saputo valorizzare e fatto conoscere come è stato fatto

naggio per un giorno”. Successo inaspettato è stato anche quello

parata ed il concerto della Banda dell’Arma dei Carabinieri. “In

in questa occasione, spolverando le opere

dell’attività ludica per i bam-

quell’occasione – ha confessato Taizo Watanabe, Segretario

dalle teche, portandole in giro per il

bini i quali, a centinaia, si

Generale dell’Esposizione 2005 – la Fiera ha registrato il numero

mondo. Così facendo potremo scardinare i

sono riversati nelle sale del

massimo d’ingressi dal giorno della sua apertura”.

luoghi comuni, quelli che vogliono un’Italia

Padiglione Italia per cantare

Icona e traino di questo successo è stato il Satiro Danzante, la statua

sempre divisa e individualista, che non

coi volontari la “Canzone

in bronzo ritrovata a Mazara del Vallo nel 1997, che ha incarnato le

riesce mai a fare sistema. Questa volta il

dell’albero”

due anime dell’Italia, quella passata, legata alla nostra storia e alla

“Sistema Italia“ ha funzionato e i risultati

Endrigo, scomparso proprio

nostra cultura, e quella presente, un paese dove l’Arte del Vivere si

sono sotto gli occhi di tutti”. Il Giappone,

qualche giorno fa. Oppure

sposa alla più avanzata tecnologia. “Era proprio questo il messaggio

dal canto suo, ha dimostrato ancora una

quella della vasca del Mar

Universale 2005 di Aichi – vicino all’Italia dell’Arte del Vivere esiste anche l’Italia della tecnologia più avanzata, ancora poco conosciuta

Sergio

A lato immagine del Mar Mediterraneo riprodotto all´ ingresso del Padiglione Italia Sotto alcuni manichini vesti con le inconfondibili maglie a trame di Missoni.

Padiglione, trasformata dai visitatori giapponesi in una novella Fontana di Trevi dove

ma che va promossa, scoperta e rivalutata”. Tutte italiane sono

gettare migliaia di monetine:

state, infatti, le operazioni di restauro della statua, così come lo stu-

il ricavato verrà donato alla

dio, la progettazione e la realizzazione delle sofisticate tecniche e

Caritas Japan.

16 Set / Ott 2005 Viste

48

Mediterraneo all’ingresso del

che volevamo mandare ai nostri visitatori – spiega Umberto Donati, Commissario Generale del Governo Italiano per l’Esposizione

di

Quando l’Italia fa Sistema, come in questo caso, vince. Cosa manca ancora, secondo lei, per arrivare alla Francia, all’Inghilterra o allo stesso Giappone? La continuità. Non deve essere episodica. Dobbiamo garantirla. Quali sono state le maggiori difficoltà che avete incontrato nell’organizzazione di questo evento? Le “barriere invisibili”: in Giappone, ancora oggi, non vengono riconosciute le certificazioni europee. In certi casi è stato impossibile importare delle attrezzature dall’Italia. In altri… ci siamo arrangiati. Non indaghiamo. Quale è la curiosità che l’ha colpita di più? Un ragazzino che è venuto a visitare il nostro padiglione per ben 48 volte. Chi mangerà la Cinquecento di cioccolato? Non verrà mangiata: sarà donata al Museo della Cinquecento di Nagoya. Anno dell’Italia in Giappone, Aichi Expo: dove c’è lei si seminano successi. Se fosse negli Stati Uniti probabilmente la farebbero Ambasciatore. Che farà… da grande? Queste decisioni non spettano a me: farò quello che mi chiederanno di fare. Diciamo che, forse, attraverso queste esperienze, ho acquisito un certo know how. E siccome personalmente sono molto affezionato al Giappone l'idea di continuare a lavorare qui non mi dispiacerebbe.

Set / Ott 2005 Viste 17


Dolcissima Italia

Pancia mia fatti… padiglione

Centrato in pieno l’ambizioso tentativo di proporre al grande pubblico la cucina italiana originale. Superata ogni previsione di affluenza: oltre 170 mila coperti, per l’unico ristorante dell’Expo gestito dagli stranieri

Viste ha invitato lo staff di Meta Maniera, che disegna e impagina la nostra rivista, a visitare il Padiglione Italia, prima della chiusura dell’Expo. Inevitabile la “sosta” al ristorante Dolce Italia...

a cura di Ice, Tokyo

di

Akane Yoyogi

Una scommessa, perché gli obiettivi erano molti, ambiziosi e di

Finalmente! Temevamo di non riuscire a visitare l’Expo, e dunque

gustato piatti tipici dell’ineasauri-

Universale di Aichi, l’ICE ha promosso l’organizzazione del

difficile perseguimento. Il primo, il più importante, era quello di

il Padiglione Italia di cui avevamo tanto sentito parlare. E invece

bile tradizione culinaria regionale,

Ristorante Dolce Italia, una iniziativa promozionale che ha messo

portare a livello di grande pubblico un’offerta di ambiente e cuci-

eccoci qua. C’è una coda pazzesca, ma grazie all’Ufficio Stampa

accolte con ospitalità dallo staff dell’ICIF,

insieme pubblico e privato.

na italiani, che fungesse come primo impatto per chi dell’Italia, al

riusciamo a sgaiattolare dentro, accolti con il tipico affetto e

l’Italian Culinary Institute for Foreigners, che

L’ICE si è fatto carico di partecipare alla gara internazionale bandi-

massimo, ha sentito parlare: le oltre 170 mila presenze sono il

buonumore italiani.

ha sede a Torino. Il tutto sulla splendida terrazza

ta dagli Organizzatori dell’Expo, favorendo allo stesso

metro più giusto per misurare

Il Padiglione Italia si mostra subito in tutta la sua bellezza. Un am-

che si specchia sul lago Kadeike, uno dei pochi luoghi

tempo la costituzione di un raggruppamento

il raggiungimento di questo

biente surreale, fatto di materiali riciclabili e vetro, con un gioco di

dove è possibile isolarsi dal trambusto dell’Expo.

temporaneo di imprese (Kioi Corpo-

obiettivo. Eravamo partiti con

luci e un allestimento originale ed elegante, attento ai dettagli.

Lo chef Giancarlo Piccaretta, insegnante presso l’ICIF, ci avverte:

ration, Relais Giardini e ICIF) cui

un target molto meno ambi-

Come la riproduzione del bellissimo “Satiro Danzante”, situata in

“Ciò che più mi sta a cuore è far sperimentare la cucina regionale.

affidare, a gara vinta, la ge-

zioso: portarne a tavola 30/40

una piccola stanza. Una speciale considerazione per le persone non

Le tante Italie che formano l’Italia. Ogni due settimane abbiamo

stione del ristorante. Intanto

mila sarebbe stato un successo

vedenti, che, toccandola, ne

che giudicavamo stratosferico.

possono “sentire” le forme.

Il secondo obiettivo era di coin-

L’amore per la Terra e le Persone,

zazione dei piatti e alla qualità del servizio”. È evidente che ci

grande ristorante e

volgere il maggior numero di sponsor, per dare visibilità ai

che costituisce la filosofia del

sono riusciti, visto che l’affluenza media è stata di mille coperti al

della tradizione culi-

prodotti del made in Italy enogastronomico: alla fine ne sono

Padiglione, è riassunta nel con-

giorno, contro i 400 previsti!

naria italiana. Meglio

stati coinvolti una quarantina, che non solo sono andati a finire

cetto di “arte del vivere”. Tutto

Insomma, un indimenticabile pomeriggio in cui abbiamo “respira-

non poteva andare:

“sotto i denti” dei clienti giapponesi, ma – grazie ad un allesti-

molto bello, e stimolante.

to” l’arte del vivere italiana, attraverso un prelibato itinerario culi-

a due passi dal

mento pensato per questo fine, con un sistema di vetrine e

Ma è ora di pranzo, e non ve-

nario e l’estrema gentilezza dello staff. E, grazie Elio, gochisosama-

Padiglione italiano e

schermi al plasma – costantemente pubblicizzati, nelle varie fasi

diamo l’ora di gustare i piatti

deshita!

con una veranda che

di produzione.

del ristorante Dolce Italia, gesti-

vincere, per una location che fosse degna di un

si affaccia sull’unico

Il terzo obiettivo, che poi serviva anche a creare una chiave di let-

to da Elio Orsara, titolare a

lago naturale dell’E-

tura integrata della presenza italiana nel Padiglione e nel

Tokyo di uno dei “ritrovi“ più popolari

sposizione. Un risto-

Ristorante, la presentazione a tutto campo dell’Italia delle

per la comunità italiana, Elio Locanda, a

rante, l’unico di tutto

Regioni. Nei sei mesi dell’Expo, 9 Regioni per quindici giorni cia-

Kojimachi. Anche qui, il messaggio è

l’Expo gestito da stranieri,

scuna, si sono susseguite nella cucina del Ristorante, proponendo,

sofisticato. Non una semplice presen-

1

selezionato una regione, nei suoi sapori e vini, aggiornando il menù e cercando di dare la medesima attenzione alla realiz-

5 3

1. Lo chef del ristorante "Dolce Italia"Giancarlo Piccaretta. 2. Piatto con una selezione di dolci

4

1. 2.

con la migliore vista. Ma

dal Piemonte alla Sicilia, le varietà delle cucine regionali italiane.

tazione del cibo italiano, ma un luogo in

anche la miglior cucina, a

Un risultato, quindi, molto significativo: è stato bello vedere,

cui assaporare la cultura attraverso la

giudicare dal successo che ha

accanto alle lunghe file per entrare nei vari padiglioni nazionali,

cucina. Circondata da un arredamento

3. Il “Satiro Danzante” riprodotto per non vedenti 4. Robot umanoide sperimentale 5. Ingresso del Padiglione Italia

quella che ogni giorno sostava davanti al “nostro” ristorante.

rigorosamente made in Italy, abbiamo

3.

ottenuto.

4. 5.

2

Set / Ott 2005 Viste 19

EXPO 2005 Aichi

Per dare maggiore enfasi alla presenza italiana all’Esposizione


Casa Italia diventa Palazzo

Tutto pronto per il nuovo Istituto, finalmente in grado di soddisfare il crescente interesse per la cultura italiana. In programmma mostre di arte antica e contemporanea, corsi interdisciplinari e eventi promozionali di

Il Giappone ama e rispetta profondamente il nostro Paese. Ma dobbiamo offrire continuità e varietà di offerte culturali Intervista a Alberto Di Mauro, direttore dell’ Istituto Italiano Cultura di Tokyo

Stefania Viti

Tremila metri quadrati di spazio distribuiti su quattro piani, una sala poliva-

cedro libanese nel giardino dell’Istituto c’era per davvero. Almeno fino a

lente da 372 posti dotata di sistemi acustici interscambiabili, un’aula per

quando sono iniziati i lavori, che ne prevedevano la rimozione. La Kajima si

videoconferenze, 10 aule per i corsi (lingua italiana, ma non solo: per un

era impegnata a trattarlo con tutte le cure e trapiantarlo a pochi metri di

totale di 4 mila iscritti l’anno), un salone per la biblioteca che ospiterà un

distanza. Ma non ce l’ha fatta. Al suo posto, ce n’è un altro, assieme ad

patrimonio di oltre 12.000 volumi in lingua italiana e 3.500 in lingua giap-

un limone e un ulivo, per ribadire l’humus mediterraneo del luogo. La sorte

ponese oltre a un’emeroteca e a una videoteca, 250 mq di spazio espositi-

del cedro, in realtà, non è questione di poco conto. Sulla lapide che c’era in

vo: sono questi alcuni degli eccezionali numeri del nuovo Istituto Italiano di

giardino, a “eterna” memoria della sua donazione, il barone Mitsui aveva

Cultura di Tokyo, che apre al pubblico il prossimo 29 ottobre. L’imponente

fatto incidere: “….coeterne alle chiome degli alberi, ai muschi delle pietre,

edificio, a forma di torre, è stato realizzato dalla Kajima Corporation che

siano queste mura, simbolo di un’amicizia antica e nuova tra Roma e

Istituto Italiano

nella fase progettuale si è avvalsa della consulenza di

Yamato”. Il tutto si riallaccia alle numerose per-

Gae Aulenti, architetto insignita nel 1991 del Premio

plessità e alle polemiche sui vari progetti e

Imperiale. Se le potenzialità dell’Istituto verranno

soprattutto sulla scelta di ristrutturare o di

sfruttate al meglio – come per altro si è già in procin-

ricostruire ex novo l’Istituto. Ma tant’è: ora, tutti

to di fare vista la fittissima e interessantissima agenda

sono pronti a festeggiare. Tutti tranne, curiosa-

delle attività in programma – l’immagine dell’Italia in

mente, gli abitanti di Kudanshita, che hanno sot-

Giappone ne risulterà sicuramente migliorata e i rap-

toscritto una petizione per “far cambiare il colore

porti culturali tra i due paesi non potranno che raf-

rosso della facciata”. Fino al punto da minacciare

forzarsi e intensificarsi. L’operazione, a costo zero per

un “girotondo” in occasione dell’inaugurazione.

lo stato italiano – ma la Kajima manterrà l’usufrutto

“Quel colore è troppo forte” spiega Kensuke

del resto dell’edificio per i prossimi cinquant’anni – ha

Hashimoto, vicepresidente della Federazione

però comportato la perdita di una porzione del giar-

Judo dei businessmen di Tokyo e portavoce del

dino dell’Istituto, donata alla municipalità che ne farà

gruppo, “quando c’è il sole gli abitanti vicino al

un piccolo parco giochi, nonché l’abbattimento dell’

palazzo sono costretti a vivere sotto un costante

edificio storico

riflesso luminoso

che per quasi

rosso che dà fas-

cinquant’anni

tidio”.

ha ospitato i

Curioso, per una

locali della “Casa Italia a Tokyo”. Era stato costruito nel 1959 su quello

città dove l’assenza

stesso appezzamento di terra di Kudanshita (nel cuore di Tokyo, in

di vincoli ha scate-

prossimità del Palazzo Imperiale) donato all’Italia, nel 1939, dal barone

nato, nel bene e nel male, la fantasia degli architetti. “Noi non possiamo

Takaharu Mitsui, illustre filologo e scrittore. Le motivazioni di tanta gene-

farci nulla - spiega Alberto Di Mauro, direttore dell’Istituto, che farà appena

rosità e amore per l’Italia da parte del barone si perdono nella notte dei

in tempo a godersi la nuova residenza visto che è in partenza per la

tempi. La leggenda – smentita però dagli eredi – narra che la donazione

prestigiosa sede di Mosca – non rientra tra le nostre responsabilità. So

venne fatta in memoria di una delle figlie, suicidatasi sotto il cedro che

solo che quel colore, scelto da Gae Aulenti, doveva rappresentare in

stava in mezzo a quel pezzo di terra dopo essere stata abbandonata dal

qualche modo una citazione locale, e precisamente il colore delle

fidanzato italiano. Forse non sarà andata proprio così ma il centenario

scodelle di lacca…”

20 Set / Ott 2005 Viste

“L’Italia? Non è più una questione di moda”

Il nuovo Istituto aprirà le porte a breve. Quali sono gli eventi più importanti che avete organizzato per l’occasione? Il nuovo Istituto verrà inaugurato con la mostra “Il Mondo degli Etruschi”, a cui saranno collegati un simposio e una mostra d’arte moderna. L’anello di congiunzione sarà, appunto, l’Etrusco di Pistoletto. Per il prossimo anno, inoltre, stiamo organizzando un’imponente mostra su Pompei. Arte classica e arte moderna. L’Istituto si apre all’insegna della continuità… Mostrare in Giappone anche le opere italiane d’arte moderna e contemporanea è uno dei nostri obiettivi: è nostra intenzione far conoscere l’Italia di oggi e di ieri in tutti i suoi aspetti. Qual è l’atteggiamento dei giapponesi nei confronti dell’Italia? I giapponesi amano molto l’Italia. Spesso conoscono tutto, ma talvolta di un solo argomento. Manca, insomma, una visione d’insieme della nostra storia: quella che cercheremo di dare noi attraverso percorsi integrati di arte e cultura. Quali sono gli obiettivi, a largo raggio, dell’Istituto? Vorremmo che l’Istituto diventasse un punto di riferimento, un centro

d’italianità a Tokyo. Questo non significa che rimarremo rinchiusi nel nostro castello dorato a sognare dell’Italia. Anzi, il dialogo e la collaborazione con le istituzioni locali sono uno dei nostri punti fermi. Basti pensare che nessuno degli eventi che abbiamo in programma è stato organizzato senza la loro partecipazione. L’Istituto da solo non ce la farebbe, ma può e deve poter apportare un “valore aggiunto” agli eventi che riguardano l’Italia in Giappone. Dunque non solo mostre e corsi di lingua… Assolutamente. L’Istituto s’impegna a 360 gradi su tutto ciò che fa cultura e ci rappresenta, dalla moda al design, dalla lingua all’arte, alla storia. Il nostro festival del cinema, ad esempio, anno dopo anno, è in costante ascesa. Le attività dell’Istituto, però, si dirigono anche nel campo della ricerca metodologica sulla didattica dell’italiano, che in Giappone è la seconda lingua straniera più studiata. Un fenomeno che non ha eguali al mondo. Sempre in concomitanza dell’apertura dei nuovi locali verrà ufficialmente presentata la sezione giapponese del Giscel, osservatorio permanente di linguistica, che è anche la prima sezione estera di questa istituzione. Secondo lei quale è il “rischio” maggiore che corre l’Italia in Giappone? Che l’amore e l’interesse dei giapponesi si trasformino in una “moda”, dunque, in un fenomeno passeggero. Anche se l’amore per l’Italia è antico e profondo, una seria ed efficace politica di promozione culturale non può che consolidare questo interesse: è proprio quello che stiamo cercando di fare.

Set / Ott 2005 Viste 21


E Ranocchio sconfisse Gran Lombrico Sei personaggi in cerca di salvezza in questa nuova raccolta di racconti del Raymond Carver giapponese. Murakami evoca le incertezze della vita. Sullo sfondo l’incubo del terremoto di Kobe. E quello di Tokyo...

di Pio d’Emilia

NATURA SALUTE BENESSERE IN UNA LINEA DERMATOLOGICA

Tutti i figli di Dio danzano (titolo originale: Kami no kodomotachi wa mina odoru)

Una linea cosmetica 100% naturale

Una linea cosmetica priva di conservanti di sintesi Per realizzare la linea dermatologica Revolution Natural Line vengono utilizzati i migliori e più pregiati principi attivi naturali come il Mirto australiano (Backhousia Citriodora), uno straordinario conservante naturale che conferisce inoltre alla crema una delicata profumazione agrumata. Anche il packaging della linea Revolution Natural Line assume un'importanza fondamentale: i contenitori, dal design elegante ed accuratamente studiato, sono stati progettati per proteggere perfettamente il prodotto dall'aria e dagli agenti esterni. Revolution Natural Line: una linea dermatologica naturale straordinaria per la cura e la bellezza della Vostra pelle.

Murakami abbandona il vecchio, ubiquo (e un po’ antipatico) caprone parlante e affida a tutta una serie di altri animali – insetti compresi – le speranze di una palingenesi metropolitana. Tradotto come al solito magistralmente da Giorgio Amitrano – alla cui penna, a suo tempo, Banana Yoshimoto ha dovuto il suo formidabile successo in Italia – Haruki Murakami in questa raccolta di racconti si rivela brillante erede di Raymond Carver, del quale Murakami ha tradotto in giapponese le opere. Sei storie che possono cambiare il corso di un’esistenza, o che promettono una via d’uscita dal dolore e dalla dispe-razione, la cura di una ferita, la soluzione di un mistero. O addirittura la salvezza di un’intera città, Tokyo. Sullo sfondo del terremoto di Kobe, e nell’attesa del daikanto-jishin, il “grande terremoto di Tokyo”, e della sua metafora di distruzione-palingenesi, vari personaggi si avvicendano, con i loro “partner” occa-

Perché un uomo insignificante, triste e depresso, incaricato di recuperare i crediti per una banca, viene prescelto dal Ranocchio per lottare contro il Gran Lombrico che vuole distruggere Tokyo? Nel racconto che dà il titolo alla raccolta, un giovane insegue un uomo solo perché gli manca un lobo dell’orecchio, convinto che si tratti del padre, che non ha mai conosciuto. Ma alla fine lo perde di vista, e si convince che aveva ragione sua madre: che sia davvero figlio di Dio?

Revolution s.r.l. Via Tucidide 56 - 20134 Milano, Italy tel. 02 7000 9670 fax 02 7000 8141 info@revolutionline.it www.revolutionline.it

22 Lug / Ago 2005 Viste

Set / Ott 2005 Viste 23

Recensioni

Perché continuare ad utilizzare prodotti per il viso che contengono conservanti di sintesi che possono risultare dannosi per la salute? Revolution Natural Line propone una linea dermatologica totalmente naturale, efficace e all'avanguardia, priva di conservanti e coloranti di sintesi. Una linea cosmetica specifica da utilizzare in assoluta sicurezza, in grado di ridurre drasticamente i rischi di allegia che spesso possono insorgere utilizzando dei cosmetici tradizionali: Revolution Natural Line vuole rispettare la naturalità dell'intelligenza cutanea. L'elevanta qualità dei prodotti fa sì che la linea dermatologica Revolution Natural Line possa essere utilizzata da tutti i tipi di pelle: giovane, matura, sensibile, con inestetismi.

di Haruki Murakami traduzione di G.Amitrano, pag.154, Einaudi, 2005, Torino

sionali – Ranocchi e Gran Lombrichi compresi – in una corsa forsennata alla salvezza, senza peraltro mai raggiungerla con certezza. Ed è qui che si concentra l’abilità narrativa di Murakami, che lascia il lettore nel dubbio, esattamente come nel dubbio vivono – e talvolta muoiono i suoi protagonisti. Cosa contiene il pacchetto che un uomo abbandonato dalla moglie deve consegnare alla sorella di un suo collega? Che sia vuoto, come la “bolla d’aria” che la moglie l’accusava di rappresentare, per la sua esistenza? E che aspetto, che colore ha il fuoco? Qual è il modo di ottenerne uno davvero libero?


Italia, bella ma... inaccessibile?

prodotti, magari riconvertendo alcune offerte in prodotti affini che

L’Italia resta una delle mete più ambite dai giapponesi, ma il rapporto prezzo/qualità sta precipitando. Bisogna correre ai ripari. Innovando, diversificando e riducendo i prezzi. L’esempio degli altri settori

alcuni anni, si dovrà correre ai ripari, contenendo efficacemente la

di

possano seguire i trend internazionali (vedi: stazioni termali in fitness and wellness resorts). Altrimenti, e l’ENIT lo va ripetendo da corsa ai rincari. L’euro, dicono, ha giocato anche un ruolo importante. Ma perchè solamente da noi? Perché i paesi della

Enrico Martini

Direttore ENIT, Tokyo

tradizionale concorrenza, come Spagna e Francia, stanno erodendo fette di mercato? Per non parlare delle città d’arte dei paesi recentemente approdati all’Unione Europea, nelle quali il rapporto

ENIT

Ogni anno la JATA (Japan Association of Travel Agents) ci fa sapere

agli anni ’60: spaghetti, sole, vino e bel canto. Qualcuno potrebbe

qualità/prezzo resta irraggiungibile. Il buon senso dovrebbe

che il numero degli intervenuti, tra visitatori e travel trade è aumen-

obiettare che i giapponesi, tutto sommato, sono interessati al

prevalere, nella direzione di un consolidamento delle posizioni e

tato. Non facciamo fatica a credeci, data l’autorevolezza della fonte.

prodotto “Città d’Arte” – che rappresenta circa il 50% del totale

non nella ricerca di un aumento tumultuoso del market share, allo

Alla manifestazione che si è svolta dal 21 al 24 settembre 2005 al

– e dunque sarebbe in questo specifico ambito che si dovrebbe

stato delle cose piuttosto improbabile.

Tokyo Big Sight, curata dall’ENIT per la presenza italiana, hanno

concentrare l’ottimizzazione, innovazione e diversificazione del-

La partecipazione alla JATA del prossimo anno, alla quale nessuno

partecipato oltre trenta espositori italiani, 5 Regioni. I partecipanti,

l’offerta. Ma questo non succede. Le città d’arte italiane, dove gli

degli espositori italiani di questa passata edizione vuole rinunciare,

tra cui alcuni che si presentano in Giappone ormai da anni, sono

alberghi costano ormai come a Tokyo o a Londra, sono ormai

dovrebbe portare un messaggio nuovo in

Questo potrebbe essere il fine di una promozione integrata: le

rimasti largamente soddisfatti. Ma guai a pensare che le cose

sempre più visitate dai repeaters, da quei turisti, cioè, che

Giappone: venite e ritornate in

Regioni italiane con le loro città d’arte, con i loro parchi naturali,

vadano bene. Viceversa, vanno male.

in Italia ci sono già stati e che ci ritor-

Italia perché la nostra offerta

con i loro numerosi siti Unesco / World Heritage, tanto apprezzati

Il prodotto turistico italiano mostra preoccupanti segni di lentezza

nano volentieri per

è talmente poliedrica, glo-

in Giappone, con i loro paesaggi da incanto e, naturalmente, con i

nell’innovazione, caratteristica che ha contraddistinto per anni la

approfondire le proprie

bale, da essere accettata

loro operatori turistici che hanno compreso che l’accoglienza di

nostra offerta: aggiornato, corretto, affinato, il prodotto era sem-

conoscenze

come modello di vita,

ospiti dall’estero deve essere di qualità e non consente “scorcia-

pre pienamente rispondente alla richiesta del pubblico.

di quella o

come linea di stile, come

toie”: fidelizzare le relazioni con i propri ospiti / clienti significa

Da un po’ di anni a questa parte, non molti per la verità, si regi-

quell’altra gal-

“global image”. In altre

assicurare il futuro dell’impresa.

stra, invece, una minore capacità di tenere il passo con i tempi.

leria o monumen-

Una lacuna che riguarda solo il nostro settore. La produzione mer-

to. Il problema è che

ceologica italiana, infatti, pensiamo alla moda, agli accessori ma

chi è gia stato in Italia,

anche ai prodotti alimentari, ha mostrato una straordinaria dina-

vorrebbe ritrovarci quel

micità presentando ogni anno sul mercato prodotti eleganti, leg-

buon rapporto qualità/prezzo che ha avuto occasione di scoprire

geri, stilisticamente innovativi, con accostamenti cromatici origi-

le volte precedenti. Aspettativa difficilmente esaudibile, visto il

dove l’Italia e il made in Italy, sono particolarmente apprezzati e

nali, oltre che specialità gastronomiche dai sapori inconfondibili. E

tumultuoso aumento dei prezzi degli ultimi due anni. Un

amati. Bisogna sfruttare al meglio questa realtà e far sì che il

anche se in questi ultimi tempi avverte la concorrenza, alcune

fenomeno che ci riporta agli anni ’70, quando peraltro c’era la

“Sistema Italia”– del quale la partecipazione alla JATA costituisce

volte non proprio corretta, da parte della Cina, sembra capace di

periodica svalutazione ad assorbire l’effetto devastante

reagire alle nuove esigenze del mercato. Ed il prodotto turistico

degli aumenti.

italiano? A parte l’introduzione di offerte di viaggi per corsi di

Sta di fatto che per allargare il

cucina, per degustazioni di specialità tipiche, perfino per ceri-

mercato e sopravvivere (le leggi

Sarebbe un peccato

monie nuziali in ambienti eleganti e caratteristici, sembra che il

economiche keynesiane lo

venir considerati belli,

turismo italiano in certe località turistiche sia rimasto imbalsamato

impongono) occorrono nuovi

ma inaccessibili.

24 Set / Ott 2005 Viste

parole, chi in Italia ci è gia stato, dovrebbe

È quello che hanno fatto numerosi imprenditori innovativi e co-

poterlo mostrare dalle scelte del ve-

raggiosi, divenuti oramai da anni trendsetter dei mercato. Le gran-

stiario, degli oggetti che usa, dei

di “firme” italiane della moda, dell’enogastronomia, di auto e

suoi cibi preferiti, dagli acquisti

moto prestigiose sono ormai entrate nell’immaginario collettivo

che fa, anche in Giappone.

del mondo intero, ivi compreso, ovviamente, il Giappone. Paese

un esempio – elabori e realizzi utili strategie affinché i nostri prodotti non vadano fuori mercato per eccessivo rialzo dei prezzi.

Set / Ott 2005 Viste 25


ICCJ news

ICCJ Gala Dinner & Concert 2005

Il ministro Scajola ospite della Camera Il 6 settembre scorso, presso l’Hotel Capitol Tokyu di Tokyo, la Camera ha organizzato, in collaborazione con l’Ambasciata, una colazione di lavoro con l’On. Claudio Scajola, Ministro per le Attività Produttive. La riunione, aperta dal saluto del nostro presidente Romano Mazzucco e da un intervento dell’Ambasciatore Mario Bova, è stata molto proficua, grazie anche alla grande disponibilità e attenzione mostrata dal ministro, che ha invitato tutti i presenti ad esprimere il loro punto di vista. Ne è scaturita una vera e propria “tavola rotonda”, con gli imprenditori

U

na bella ragazza scende la scalinata di Piazza di Spagna a

che hanno potuto esporre – oltre ai

Roma sostenuta da un giovane cavaliere. È questa l’imma-

caratteri salienti della loro attività –

gine scelta dalla Camera di Commercio Italiana in Giappone per

anche le loro valutazioni rispetto ai van-

presentare la settima edizione del Gala Dinner and Concert,

taggi e alle difficoltà oggettive di ope-

l’evento più atteso e prestigioso di tutto l’anno. Il 22 novembre

rare in Giappone. Il ministro Scajola ha

prossimo Italia e Giappone si stringeranno di nuovo la mano nella

visitato anche il padiglione italiano pres-

suggestiva cornice della Prominence Ballroom dell’ANA Hotel di

so l’Expo 2005 e ha inaugurato la nuova

Akasaka a Tokyo. Promotrice e traino di questo evento è la

“antenna” dell’ICE a Sendai, assieme

Camera di Commercio Italiana in Giappone, punto di riferimento

all’appena insediato nuovo presidente

per aziende e società, e che da sempre opera come filtro nel dialo-

Umberto Vattani.

Il governatore di Miyagi Shiro Asano ritratto assieme al ministro Claudio Scajola in occasione dell'inaugurazione della nuova "antenna" ICE a Sendai. Dietro di loro, il direttore dell'Ice di Tokyo Roberto Pelo

go economico e culturale tra i due paesi. “Il nostro scopo”, commentano i membri del Comitato Esecutivo per il Gala Dinner, “è quello di organizzare un evento speciale che possa fungere da veicolo promozionale del “Made in Italy” in Giappone. Una serata piacevole che può trasformarsi anche in occasione d’incontro con nuovi partners commerciali. La buona riuscita del Gala Dinner è nell’interesse di tutti, per questo motivo chiediamo la partecipazione diretta dei nostri soci e di chi vorrà sostenerci. La promozione del Made in Italy all’estero è un’attività necessaria se vogliamo che le nostre aziende mantengano la loro leadership nei settori di competenza e soprattutto se vogliamo guadagnare altre quote di mercato in nuovi comparti.” Evento clou della serata sarà quest’anno il concerto di Irene Grandi, pop star italiana, accompagnata da “Capone e Bugtbangt”, un gruppo di percussionisti. È previsto, inoltre, il “cameo” di un “talento” giapponese. Sono circa 500 gli ospiti che interverranno: oltre ai

Roberto Baggio: “Presto ritornerò nel mondo del pallone”

Borsa italiana: secondo “sbarco” a Tokyo

L’indimenticabile “divin codino”, in Giappone come testimonial della

Si è svolto lo scorso 4 ottobre, a Tokyo, in collaborazione con

FAO e della sua battaglia contro la fame del mondo, tornerà presto

Nomura Securities, il secondo road show di Borsa Italiana spa.

nel calcio. “Ho varie proposte – ha detto nel corso di un’affollata

Sette le aziende che hanno partecipato: Campari, Bulgari, Tod’s e

conferenza stampa presso il Foreign Correspondent Club di Tokyo –

Unicredit (già presenti l’anno scorso) e tre prestigiose new entries:

e presto prenderò una decisione”. Baggio, che era accompagnato

Valentino, Fiat e Finmeccanica. Buone le prospettive per la pro-

dal suo manager Petroni, dalla moglie e dai figli, ha tuttavia escluso

gressiva valorizzazione del mercato azionario italiano. Che secon-

un suo impegno professionale in Giappone (alcune voci lo danno per

do Hideaki Sunaga, responsabile di Nomura Investment Bank a

candidato alla guida della nazionale), dove è ancora popolarissimo,

Londra, è forse “il più interessante d’Europa”.

grazie anche alla sua dichiarata fede buddista. “Non ci si improvvisa allenatori. Prima di allenare una nazionale, bisogna farsi le ossa nei club. Eppoi non mi sognerei mai di fare le scarpe al mio amico Zico…”

membri dell’ICCJ, saranno presenti i rappresentanti della comunità internazionale e italiana a Tokyo, insieme a ospiti giapponesi selezionati tra coloro che intrattengono relazioni amichevoli e d’affari con l’Italia. Inoltre, anche quest’anno, il Gala Dinner potrà fregiarsi della partecipazione di ospiti Vip del mondo dell’arte, dello spettacolo e della politica: la lista delle presenze è attualmente in fase di preparazione. La copertura mediatica del ricevimento sarà uno dei punti di forza della sua riuscita: oltre ad alcune televisioni locali, molte riviste parteciperanno all’evento. La Camera di Commercio Italiana in Giappone non dimentica, però, i meno fortunati: durante il Gala Dinner sarà, infatti, promossa la vendita dei biglietti di una lotteria il cui ricavato sarà devoluto ad una organizzazione benefica scelta dai soci della Camera di Commercio Italiana in Giappone attraverso un sondaggio.

Roberto Baggio riceve dal nostro direttore Pio d'Emilia la membership onoraria del prestigioso Foreign Correspondent Club di Tokyo. Prima di lui, come calciatori, solo Pelè e Maradona hanno ricevuto l'ambito riconoscimento, in genere riservato a capi di stato e di governo, intellettuali e premi Nobel.

Al Gala Dinner Italia e Giappone s’incontrano nella suggestiva cornice del Made in Italy: un’opportunità per conoscere partners e clienti, un luogo per lo scambio di idee e proposte. 26 Set / Ott 2005 Viste

Set / Ott 2005 Viste 27


Robotica: continua la collaborazione tra Italia e Giappone Si è svolto all’Università Waseda di Tokyo il terzo Workshop sugli sviluppi e gli utilizzi dell’ingegneria robotica in Italia e Giappone. L’incontro, patrocinato dall’Ambasciata Italiana in Giappone in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna e l’Università Waseda, è nato, come ha sottolineato il Ministro Consigliere Aldo Amati, dall’intenzione di favorire la cooperazione tra i due paesi in ambito tecnologico e scientifico. Priorità di entrambi i governi sono infatti lo sviluppo e l’applicazione della robotica

Benvenuta in Camera Stefania Viti, nuova responsabile della comunicazione della Camera, si è laureata in Lingua e Letteratura Giapponese all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Dal 2003 al 2004 ha seguito i corsi paraunivesitari di giornalismo presso la Scuola Omero di Roma e dal 2004 è giornalista pubblicista. Attualmente collabora al gruppo Quotidiano Nazionale (Il Giorno, La Nazione, Il Resto del Carlino), D – La Repubblica delle Donne e Diario. In passato ha già vissuto alcuni anni a Tokyo dove ha lavorato per una famosa azienda di moda italiana. Tra i suoi compiti, quello di coordinare le attività editoriali della Camera, in particolare la Newsletter e Viste.

non solo in campo produttivo, ma anche in campo medico e assistenziale. Tematica

centrale

del

Workshop è stata l’analisi dell’interazione tra uomo e robot nei suoi aspetti pratici ma anche etici. Come molti relatori hanno sottolineato, negli ultimi anni l’ingegneria biomedica ha conosciuto uno straordinario sviluppo: dal 1985, anno in cui per la prima volta venne compiuto un intervento di neurochirurgia con l’ausilio di un robot, la ricerca è proseguita verso la realizzazione di tecniche sempre meno invasive e dolorose volte a diagnosticare e intervenire in caso di patologie anche gravi quali il cancro e le malattie cardiache. L’utilizzo dei robot in campo medico si è rivelato inoltre utile nella riabilitazione dei pazienti: la sfida per il futuro è il riuscire a sostituire parti del corpo (gli arti, ad esempio) creando “organi robotici” sempre più sensibili ed efficienti. Lo sviluppo tecnologico, hanno concluso molti relatori, non può comunque trascurare l’etica: governi, università, laboratori di ricerca hanno il compito di porre dei confini al cui interno la robotica possa essere applicata e interagire con l’essere umano.

Buttiglione: “Presto la Venere di Botticelli in Giappone” “La Venere del Botticelli verrà in Giappone nel 2007 in una grande mostra sul Rinascimento Italiano che stiamo cercando di organizzare in collaborazione con alcuni partners giapponesi”. Lo ha affermato il Ministro per i Beni e le Attività Culturali Rocco Buttiglione, in visita in Giappone per la chiusura dell’Esposizione Universale 2005 di Aichi. Nell’ottica di una politica di scambio culturale tra i due paesi, il Ministro ha anche affermato la volontà di voler organizzare in Italia una mostra di calligrafia, incontri di Sumo e altre attività culturali.

28 Set / Ott 2005 Viste


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