DOLCI TRADIZIONALI NATALIZI

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Di seguito sono riportate le leggende e le informazioni che sono state fornite ai bambini e alle bambine della scuola dell’infanzia “Cipì” di Terzo d’Aquileia, nell’ambito delle attività natalizie inerenti lo sfondo integratore dell’anno scolastico 2014/2015, “Non solo cibo”. Le immagini sono state tratte da ricerche effettuate mediante l’utilizzo di internet, per rendere i racconti più coinvolgenti e per catturare l’attenzione dei piccoli uditori.


LA LEGGENDA DELLA GUBANA Tanti anni fa viveva, in un incantevole borgo tra le Valli del Natisone, una bambina dolcissima. Il suo nome, Ilaria, rispecchiava il suo carattere, sempre allegro, spensierato, capace di accendere il sorriso sui volti delle persone che la incontravano.


Ilaria non si annoiava mai e a farle compagnia c’era Guba, una gattina affettuosa e giocherellona che la seguiva ovunque. Ilaria aveva chiamato così la sua micetta per via di quella simpatica gobba che Guba faceva ogni volta che le accarezzava la schiena.


Quando Ilaria entrava in qualche bottega Guba la seguiva sempre e tutti, in paese, sorridevano vedendole insieme. Ogni tanto il fornaio lasciava cadere per terra un pezzetto di pane dolce affinché la gattina lo raccogliesse e se lo mangiasse in tutta fretta. Anche il lattaio non era da meno. Qualche volta le faceva trovare una ciotolina di latte affinché Guba potesse berne tutta felice.


Sia Ilaria che Guba, inoltre, amavano tantissimo trascorrere le loro giornate in mezzo alla natura, rotolando sui dolci prati che circondavano il paese o correndo a perdifiato lungo le numerose stradine che portavano nei boschi. Erano davvero una coppia inseparabile, felici di dividere insieme le loro giornate tra giochi, piccoli lavori domestici e i compiti della scuola, ma anche giocando con gli animaletti che incontravano sul loro cammino.


Tutte le sere, prima di andare a letto, Ilaria leggeva ad alta voce qualche pagina dei suoi libri di racconti ed av v entur e e Guba ascoltava con attenzione immaginando posti fantastici lontani in qualche parte del mondo.


”Domani pomeriggio, Guba, quando torno da scuola, andremo a farci una bella passeggiata lungo il fiume così incontreremo tanti nostri amici animali e raccoglieremo i frutti di bosco per la nonna in un posto che conosco solo io!” Come risposta Guba cominciò a fare le fusa accoccolandosi sul cuscino e addormentandosi vicino la sua padroncina, felice di quella nuova proposta.


L’indomani, come concordato, Ilaria e Guba partirono per la loro piccola avventura, ma non fecero i conti e soprattutto attenzione ai tanti pericoli che il bosco può riservare. Guba, infatti, volendo a tutti i costi inoltrarsi verso il fiume, scivolò lungo le sue rive e venne trascinata dalla corrente fino a scomparire e non bastarono le grida di Ilaria a trattenerla da quell’imprudenza.


Il dolore per quell’improvvisa scomparsa fu enorme e nessuno, né i nonni, né i suoi compagni di giochi riuscivano a consolarla. I giorni passavano, lenti e tristi, e Ilaria non si dava pace e non riusciva a dimenticare la sua gattina.


Fu così che una sera tutti i suoi amici del bosco, rattristati di vedere la bambina piangere e disperarsi, si riunirono decidendo insieme di farle una sorpresa: un buonissimo dolce! I topolini iniziarono così a racimolare farina rubandola tra i sacchi del mugnaio, mentre alcune gallinelle portarono in dono delle uova fresche e alcune caprette riuscirono a intrufolarsi dal lattaio recuperando qualche cubetto di burro.


Le api raccolsero il miele mentre le formichine si diressero in mille direzioni: chi raccogliendo chicchi di uvetta, chi qualche frutto candito o pezzettini di cioccolato. Anche alcuni scoiattoli con altri animaletti del bosco arrivarono portando noci, pinoli, fichi secchi…


A quel punto tutto era pronto… ma, osservando quel ben di Dio sulla tavola, molti si chiesero perplessi chi potesse, adesso, preparare la torta per Ilaria. Fu così che alcuni uccellini volarono nella stanza della nonna e, svegliandola piano piano con il loro cinguettio, le chiesero di preparare un dolce che consolasse Ilaria e farle tornare, così, il sorriso.


Scesa in cucina la vecchietta si mise subito all’opera. Circondata dagli animaletti che la osservavano curiosi e pieni di entusiasmo disse loro: “Siete stati proprio gentili e di buon cuore. Per premiarvi e per fare una bella sorpresa alla mia nipotina, preparerò un dolce in ricordo di Guba. Con questo gesto non la riporteremo più tra noi, ma la ricorderemo con l’affetto e l’amore che merita”.


Terminata la cottura, mentre il dolce usciva dal forno, tutti rimasero incantati. La sua forma era uguale a quella di Guba quando si accoccolava felice accanto a Ilaria e non vi fu gioia più grande quando la bambina, svegliata dai rumori che salivano dalla cucina, scese le scale e vide sulla tavola, circondata dai suoi amichetti, una torta uguale alla sua amata micetta. Da quel giorno Ilaria comprese che la sua gattina Guba non sarebbe più ritornata con lei e a nulla sarebbero serviti i suoi pianti, solo a rendere più tristi gli amichetti che adesso le rimanevano vicini. E in onore di Guba, Ilaria decise di chiamare il dolce fatto dalla nonna “Gubana”, in ricordo di quel micio così tenero e affettuoso, ma anche così dolce…



LA LEGGENDA DELL’OMINO PAN DI ZENZERO C’erano una volta una vecchina piccola piccola ed un vecchino piccolo piccolo. Alla vecchina piccola piccola venne voglia di impastare un omino di pan di zenzero. Stese la pasta e ritagliò la figura dell’omino, mise due chicchi di uva passa per occhi, mente peperite per i denti e mise della glassa sulla sua testa per fargli i capelli. Poi prese l’omino e lo mise nel forno e quando sentì un buon odore, aprì il portello del forno per dare un’occhiatina e…Hoooplà!


L’omino di pan di zenzero saltò fuori dal forno.. “Fermati! Fermati, omino di pan di zenzero!” disse la vecchina “Voglio mangiarti!” “No!” Disse l’omino di pan di zenzero “Io posso scappare via!” “Scappa, scappa, più forte che puoi!” “Non potete prendermi, io sono l’omino di pan di zenzero!” E corse via!


Corse finchè fu fuori, dove vide il vecchino piccolo piccolo. Il vecchino piccolo piccolo disse: ”Fermati! Fermati piccolo omino di pan di zenzero! Io voglio mangiarti! “ Ed il piccolo omino di pan di zenzero disse: ”NO! Sono riuscito a scappare dalla vecchina, e posso scappare via anche da te!” “Scappa, scappa, più forte che puoi!” ”Non potete prendermi, io sono l’omino di pan di zenzero!” E corse via!


Scappò finchè arrivò al porcile. Ed il maiale disse: “(Oink Oink) Fermati! Fermati, omino di pan di zenzero! Io voglio mangiarti!” Ma l’omino di pan di zenzero disse: ”NO! Sono riuscito a scappare dalla vecchina piccola piccola, sono scappato via dal vecchino piccolo piccolo e posso scappare via anche da te!” “Scappa, scappa, più forte che puoi!” ”Non potete prendermi, io sono l’omino di pan di zenzero!” E corse via!


Scappò finchè arrivò ad una casa. E davanti alla casa c’era un cane. Ed il cane disse, ” Fermati! Fermatelo, fermatelo fermatelo!” “Fermate il piccolo omino di pan di zenzero! Voglio mangiarlo!” Ma l’omino di pan di zenzero disse: “NO! Sono riuscito a scappare dalla vecchina piccola piccola, sono scappato via dal vecchino piccolo piccolo e posso scappare via anche da te!” “Scappa, scappa, più forte che puoi!” ”Non potete prendermi, io sono l’omino di pan di zenzero!” E corse via!


Scappò finchè arrivò ad un campo pieno di mucche. E le mucche dissero: ”Mooooo! Fermati piccolo omino di pan di zenzero! Vogliamo mangiarti!” Ma L’omino di pan di zenzero disse: “NO! Sono riuscito a scappare dalla vecchina piccola piccola, sono scappato via dal vecchino piccolo piccolo , da un maiale e da un cane e posso scappare via anche da te!” “Scappa, scappa, più forte che puoi!” ”Non potete prendermi, io sono l’omino di pan di zenzero!” E corse via!


Scappò finchè arrivò ad un fiume. E vicino al fiume c’era una volpe. La volpe disse: “Ciao piccolo omino di pan di zenzero”. L’omino di pan di zenzero disse: “Ciao! Sono riuscito a scappare dalla vecchina piccola piccola, sono riuscito a scappare dal vecchino piccolo piccolo, da un maiale, da un cane e dalle mucche e posso scappare via anche da te!”


“Scappa, scappa, più forte che puoi! Non potete prendermi, io sono l’omino di pan di zenzero!” “Ma” disse la volpe “Io non corro mai. E poi non voglio mangiarti!” L’omino di pan di zenzero disse: “Scappa, scappa, più forte che puoi! Non potete prendermi, io sono l’omino di pan di zenzero!” La volpe disse, “Scappa quanto ti pare, Io non ti rincorrerò. Ma mi piacerebbe farti una domanda.” L’omino di pan di zenzero disse: “Cosa?”


La volpe disse: “Come pensi che farai ad attraversare il fiume senza bagnarti? Io penso che se ti bagnerai ti scioglierai non credi?” L’omino di pan di zenzero non disse nulla, ma guardò il fiume pensieroso. La volpe disse: “Ho un’idea. Volevo attraversare il fiume a nuoto proprio adesso. Se vuoi, potresti montare sulla mia coda.” L’omino di pan di zenzero accettò e si aggrappò alla coda della volpe che cominciò ad entrare nell’acqua.


Dopo pochi passi, la volpe disse, “Oh, piccolo omino di pan di zenzero, l’acqua sta diventando piuttosto profonda. Ho paura che tu ti bagni. Perchè non ti arrampichi sulla mia groppa?” L’omino di pan di zenzero guardò e disse: “Accidenti, l’acqua sta diventando davvero piuttosto profonda”. E si arrampicò sulla groppa della volpe. Dopo qualche passo ancora, la volpe disse: “Oh, piccolo omino di pan di zenzero, l’acqua sta diventando ancora più profonda, ho paura che tu ti bagni. Perchè non ti arrampichi sul mio collo?” L’omino di pan di zenzero guardò e disse: “Accidenti l’acqua è davvero profonda”, e si arrampicò sul collo della volpe.


Dopo qualche passo ancora, la volpe disse, “Oh, piccolo omino di pan di zenzero, l’acqua sta diventando sempre più profonda, ho paura che tu ti bagni. Perchè non ti arrampichi sulla mia testa?” L’omino di pan di zenzero guardò, e disse, “Accidenti, l’acqua sta diventando davvero molto profonda”, e si arrampicò sulla testa della volpe.


Dopo qualche passo ancora, la volpe disse, “Oh, piccolo omino di pan di zenzero, l’acqua sta diventando davvero molto profonda, ho paura che tu ti bagni. Perchè non ti arrampichi sul mio naso?” L’omino di pan di zenzero guardò e disse, “Accidenti, l’acqua è davvero molto profonda”, e si arrampicò sul naso della volpe. E la volpe fece GNAMMM! E quella fu la fine dell’omino di pan di zenzero.


IL PANDORO Del Pandoro si comincia ad aver traccia verso la fine dell’800, anche se notizie sulla sua leggenda hanno origini molto lontane. Il suo nome deriva, molto probabilmente, dal caratteristico colore giallo oro del suo impasto. Infatti, nelle aristocratiche cucine della Repubblica Veneta del ‘700 si producesse un dolce a forma conica chiamato “Pan de Oro”.


Però, gli amanti e nostalgici del Regno Austroungarico sostengono, a loro volta, che l’origine del Pandoro non sia altro che la rivisitazione del “Pane di Vienna”. Molto probabilmente i raffinati pasticceri viennesi avevano conosciuto il “Nadalin”, un dolce lombardo-­‐veneto a forma di stella, che veniva consumato appunto a Natale, decorato nella parte superiore con dadetti di dolce secco, zucchero, pinoli e liquore all’anice.


Quindi grazie un po’ alla leggenda, grazie un po’ alla realtà, sta di fatto che il Pandoro troneggia sul desco di tutte le famiglie veronesi, e del resto d’Italia, nella festa più bella dell’anno: il Natale.


LA LEGGENDA DEL PANETTONE Si narra che alla vigilia di Natale, nella corte del Duca Ludovico il Moro, Signore di Milano, si tenne un gran pranzo. Per quell’occasione il capo della cucina aveva predisposto un dolce particolare, degno di chiudere con successo il fastoso banchetto.


Mentre tutto il personale di cucina era impegnato a servire in tavola le numerose portate del cenone di Natale, a sorvegliare il forno era rimasto solo Toni, il servo più giovane e pasticcione, che aveva appena dodici anni. “Bada al dolce che sta cuocendo” Gli aveva raccomandato il capo cuoco Ambrogione.


Ma Toni, un po' per la stanchezza, un po' per il piacevole calore che il forno emanava, si appisolò. Dormì soltanto pochi minuti, ma quando si svegliò, dal forno usciva già una densa nube di fumo. “Povero me, che disastro” Si disperò Toni, strappandosi i capelli dalla testa. Che fare adesso? Come rimediare?


Per fortuna sul bancone di legno era rimasta un po' di pasta di pane. Senza perdere un istante, Toni afferrò la pasta, la lavorò, vi mescolò uova e burro. Poi I'addolcì con il miele, vi unì i canditi, l'uva passa e la frutta secca. Infine mise tutto nel forno.


“Dove è il dolce?” Risuonò a un tratto la voce di Ambrogione. “È tutto bruciato” Rispose Toni “Ma potremmo servire questo dolce che ho appena preparato.”


Il capo cuoco, non avendo altro da scegliere, decise di rischiare il tutto per tutto, servendo l'unico dolce che aveva a disposizione. Un pane dolce, inconsueto, fu presentato agli invitati del Duca, profumato di frutta candita e burro, con una cupola ben brunita, fu accolto da fragorosi applausi e, in un istante, andò a ruba. Un coro di lodi si levò unanime e gli ospiti chiesero al padrone di conoscere il nome e l’autore di questo straordinario pane dolce.


Toni si fece avanti dicendo di non avergli ancora dato nessun nome. Da allora il pan di Toni, o meglio il panettone, non mancò mai nel loro cenone natalizio. Il panettone si è conquistato un posto nel cuore di tutti i golosoni del mondo. Essi d i c o n o c h e d i v e n t a particolarmente buono se lo si gusta in compagnia.


LA LEGGENDA DEL TORRONE Tanti, tanti anni fa, nella citta di Cremona, si celebrò il matrimonio fra due signori molto importanti: Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti. Il padre dello sposo chiese al cuoco di corte di inventare per l'occasione un nuovo dolce che potesse ricordare a tutti gli invitati quel matrimonio.


Il cuoco dapprima fu preso dallo sconforto pensando che non sarebbe mai riuscito a creare "qualcosa di indimenticabile" poi, però, cominciò i suoi esperimenti. Impastò mandorle, miele, bianco d'uovo e dette al composto la forma di una torre; lo mise nel forno fino a che non fu duro al punto giusto. Alla fine del pranzo nuziale il nuovo dolce fu servito in tavola.


Un invitato esclamò: “Lo chiameremo Torrone, in ricordo della torre di questa splendida città nella quale siamo ospiti!” Tornati nei loro paesi, chiesero alla famiglia Sforza di rivelare gli ingredienti di quello splendido dolce. Dopo molti anni, per le continue insistenze degli invitati di allora, la ricetta fu svelata e nacque il torrone che ancora oggi gustiamo a Natale.


GLI SPECULOOS Nella ricorrenza di San Nicola, il 6 dicembre, si preparano gli Speculoos, biscotti di pasta frolla speziati tipici del Belgio, dell’Olanda, della Francia e della Germania. Molte le variazioni, a seconda delle zone geografiche. In Belgio si possono trovare t u t t o l ’ a n n o , m a n e l l a particolare occasione di San Nicola, vengono realizzati nella forma del Vescovo di Mira.


Sono sottili, molto croccanti, leggermente dorati e, soprattutto, hanno qualche immagine di San Nicola impressa sul lato anteriore. Nelle Versioni olandese e belga sono cotti al forno ed assumono un una colorazione marrone chiaro. Le spezie utilizzate nella preparazione sono cannella, noce moscata, chiodi di garofano, zenzero, cardamomo e pepe bianco. La maggior parte delle versioni speculoos sono preparate con farina bianca, zucchero di canna, burro e spezie.


SITOGRAFIA s  http://rosmy28.blogspot.it/2012/12/leggenda-­‐del-­‐panettone-­‐e-­‐del-­‐ pandoro.html s  http://parliamosantiago.blogspot.it/2013/12/origini-­‐del-­‐panettone-­‐e-­‐del-­‐ pandoro.html s  http://www.cantinedimarca.it/ultime/nadalin-­‐pandoro-­‐di-­‐verona-­‐un-­‐ dolce-­‐natalizio-­‐dalla-­‐tradizione-­‐veneta-­‐1750.html s  http://www.ciaomaestra.it/public/01/leggenda_panettone.pdf s  http://www.tibursuperbum.it/ita/note/tradizioni/ LeggendePanettone.htm s  http://www.dolci.it/editoriali/panettone.htm#.VJF24GBgBZk s  http://www.ilpaesedeibambinichesorridono.it/il_panettone.htm s  http://www.accademiaarsantiqua.net/panettone-­‐torrone-­‐leggenda s  https://greatitaly.wordpress.com/cibo-­‐e-­‐cultura/la-­‐vera-­‐storia-­‐della-­‐ gubana-­‐di-­‐guglielmo-­‐donzella/ s  http://mammaoggi.it/la-­‐legenda-­‐dellomino-­‐di-­‐pan-­‐zenzero/ s  http://www.angiecafiero.it/2012/12/10/speculoos-­‐biscotti-­‐di-­‐san-­‐nicola/


DOLCI TRADIZIONALI NATALIZI Materiali utilizzati per lo svolgimento delle attività didattiche legate al progetto di educazione alimentare “Non solo cibo” per l’anno scolastico 2014/2015 I.C. “DON MILANI” di Aquileia SCUOLA DELL’INFANZIA “CIPÌ” di Terzo di Aquileia Presentazione realizzata puramente a scopo documentativo e didattico


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