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NEGRITA

n째42 Maggio 2015 periodico free press


L’UNIONE FA IMPRESA

Ecco il nuovo piano di rilancio del Val Vibrata Village

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l difficile momento dell’economia e della finanza ha portato molte attività commerciali in una situazione di forte sofferenza. Il flusso dei potenziali clienti si sta concentrando in aree commerciali aggregate dedicate allo shopping e al tempo libero. In questa situazione, comune a molte zone d’Italia, è stato necessario creare una nuova opportunità che si affiancasse ai tradizionali centri commerciali e che potesse fornire un valore aggiunto al cliente, ormai assuefatto dalle offerte di sconti e sempre più in difficoltà nella selezione e nella valutazione della qualità del prodotto. Design, Turismo, Cultura, Artigianato, Enogastronomia, Intrattenimento, Arte e naturalmente Shopping sono le parole chiave intorno alle quali è stato sviluppato il rilancio del nuovo Val Vibrata Village. DOVE SI TROVA IL VAL VIBRATA VILLAGE? Il Val Vibrata Village si trova in posizione strategica, al centro di un’area commerciale molto importante, a soli 500 m dall’uscita A14 Val Vibrata e ad un crocevia di strade che portano verso gli importanti comuni del territorio sia montano che costiero. E’ circondato da attraenti destina-

zioni commerciali come il Centro Commerciale Val Vibrata (IPER), Brico, Pittarello e da innumerevoli outlet e spacci di piccole imprese locali. I dati indicano oltre 1,5 Milioni di abitanti nell’arco di 60 minuti di auto con circa 700.000 famiglie. Questi numeri non tengono conto del turismo stagionale che raddoppia le presenze sul territorio ed infatti la rotonda di accesso al Val Vibrata Village viene percorsa da circa 4 milioni di auto l’anno. LA STRUTTURA Il Val Vibrata Village ha una superficie di vendita di 10.000 mq e 6.250,00 mq di para-commerciale e magazzini. La struttura propone un’area parcheggi di 28.458 mq con oltre 1000 parcheggi al coperto. Strutturato in 44 esercizi commerciali offre tutte le facilities necessarie a farne un luogo ideale per questo tipo di attività. LA PECULIARITÀ La peculiarità di un Centro Commerciale nasce dalla proposta di prodotti e servizi. Nel caso di Val Vibrata Village le priorità sono legate al rapporto qualità/prezzo con una forte focalizzazione sul design, sull’artigianalità e sull’innovazione. Nel momento di

massimo sviluppo dell’economia globale, il Centro rappresenta un modo per coniugare le tradizioni all’innovazione nel settore retail. Val Vibrata Village apre le sua attività in relazione a 5 diverse tematiche di interesse: • DESIGN: arredi e complementi d’arredo delle migliori marche per la casa • MODA/FASHION: Capi di abbigliamento ed accessori delle migliori marche del made in Italy ma non solo • ENOGASTRONOMIA: l’eccellenza del territorio • RISTORAZIONE: ristoranti multietnici e intrattenimenti vari • TURISMO: accoglienza dedicata al cliente/turista a supporto della destagionalizzazione I NEGOZI PRESENTI Oggi sono già presenti alcune attività commerciali che hanno creduto nel progetto e si sono proposte per far tornare a vivere un luogo straordinario, capace di essere trasformato in una “destination” per tutta l’area adriatica per la qualità del prodotto e l’ unicità dei negozi. Val Vibrata Village propone una formula innovativa che raduna oggi importanti eccellenze italiane nel settore dell’Arredamento e del Complemento di Arredo. Con più di 70 marchi si può tro-


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CREARE LE CONDIZIONI PER IL RILANCIO DI INIZIATIVE LOCALI E REGIONALI È ARGOMENTO DI DISCUSSIONE DEL QUOTIDIANO. vare tutto il meglio del design italiano con prezzi ridotti, con ulteriori riduzioni durante i saldi estivi e invernali. Val Vibrata Village si inserisce all’interno di format distributivi evoluti, che arricchisce il tempo dedicato all’acquisto con esperienze coinvolgenti e servizi accurati. Una struttura articolata con negozi multisettoriali per offrire ai clienti un percorso emozionale di grande impatto. Importantissime le nuove aperture dei punti Ristoro e Divertimento quali KING – struttura di eccellenza che propone il modello sushi-wok e THEPLACE, la

innovativa area discoteca dedicata a balli latino-americani ma non solo. LO SPAZIO AI PRODUTTORI LOCALI La sfida è anche quella di promuovere il territorio con l’offerta di prodotti innovativi, di tradizione e di qualità nel segmento dell’arredamento, della moda e dell’ enogastronomia. Saranno create iniziative commerciali importanti che, inserite in percorsi turistici, potranno dare il giusto elemento di attrazione di un flusso potenziale assolutamente rilevante.

Un particolare attenzione viene data al Km ZERO su più fronti, alla disintermediazione (dal produttore al consumatore), alla comunicazione basata su strumenti innovativi e alla valorizzazione del rapporto speciale e personale con il cliente. Collaborazione con le istituzioni per la promozione del turismo Val Vibrata Village, nell’estate 2015, offrirà un Infopoint che si porrà come ufficio turistico del territorio in piena collaborazione con le istituzioni, con le DMC e con le associazioni locali.

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“Un pessimista vede la difficoltà in ogni opportunità; un ottimista vede l'opportunità in ogni difficoltà.” Winston Churchill

Diamond Media Group s.r.l. comunicazione - concessione pubblicitaria - editoria Via C.Levi, 1 64027 Sant’ Omero (TE) Tel 0861.887405 mail: info@diamondgroup.it



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DESIGN E ARTE STORIE DI DONNE E CIBO IL NUOVO TOUR DEI NEGRITA LA BUONA USCITA TOMMASO RINALDI TRA SPORT E TV LGS GETS INTO THE RUGBY VALERIA BILELLO: DA MTV AI SET INTERNAZIONALI IL “RITORNO” DI RACHELE BASTREGHI MALLIOUHANA: L’HOTEL PIÙ LUSSUOSO DEL MONDO IL MONDO IN PILLOLE ARTE IN MOSTRA QUEL FASTIDIOSO MAL DI STOMACO

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NOVITÀ BEAUTY

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LA PUGLIA NEL CUORE


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IBOO MAGAZINE

EDITORIALE SUMMER 2015

Attendiamo, chi più chi meno, l’arrivo delle vacanze. Vero è che ormai alterniamo il trench al giubbino, il vestito corto al pantalone, la t shirt alla maglia, visto il tempo ballerino. Ma non disperiamo, come sempre, il caldo arriverà e farà capolino fino a sentirne la nausea. E così mentre aspettiamo la bella stagione, vi lascio al nuovo numero di Iboo Magazine. Questo mese abbiamo voluto dare spazio agli artisti, a quelli veri, che ogni giorno con forza e sacrificio, lottano tra le difficoltà del presente e del futuro. Quelli che trasformano i timori e le paure in opportunità e occasioni per realizzare i propri sogni.

DIRETTORE RESPONSABILE Virginia Ciminà

VIRGINIA CIMINA’

HANNO COLLABORATO Lorena Cacace Chiara Gallo Francesca Lori Virginia Maloni Riccardo Sada Valentina Fiorà EDITORE Diamond Media Group s.r.l. Via C. Levi, 1 Sant’Omero (TE) Tel. 0861 887405 redazione@diamondgroup.it IBOO MAGAZINE È una testata registrata presso il Tribunale di Teramo al n.546 del 08/11/2005 GRAFICA Diamond Media Group s.r.l. STAMPA Arti Grafiche Picene s.r.l. PUBBLICITA’ info@diamondgroup.it SITO WEB www.iboomagazine.com FACEBOOK Iboo Magazine Italia RESPONSABILE TRATTAMENTO DATI Dlgs 196/03 Virginia Ciminà

Non può di certo mancare il viag-

Riservato ogni diritto e uso.

gio. In questo numero a fare da pa-

Vietata la riproduzione anche parziale

drona è una meta italiana con il suo mare cristallino e i suoi ulivi secolari. Una finestra sull’Italia che mostra al mondo il suo patrimonio artistico, culturale ed enogastronomico. Buon weekend e buona lettura!

Errata corrige: nel numero 41 di Iboo Magazine Aprile, relativamente all’articolo “Illuminato sulla strada per gli USA”, si segnala che gli autori del pezzo sono Riccardo Sada e Marco Vitelloni, anziché il solo Riccardo Sada.



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PEOPLE

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Design L’International Design Award è un concorso bandito dalle aziende Hettich e Rehau, rivolto ai progettisti, studenti di design e di architettura di tutto il mondo. Il tema della decima edizione è “Take furniture to the next level” e i progetti sono soluzioni d’arredo innovative per gli ambienti di cucina, soggiorno e letto. La giuria internazionale, composta da noti


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esperti del settore, Luisa Robinson (Filippine), Gordon Bruce (USA) e Max Lamb (Inghilterra), ha selezionato i tre progetti di design migliori, valutando il grado di innovazione del concept del prodotto e la qualità della presentazione. A vincere il concorso è stato il progetto

“Hang Out”, proposto da Anita Kokoszczyk, studentessa polacca dell’Accademia di Belle Arti di Cracovia. Si tratta di una struttura fruibile come stendi e attaccapanni che sfrutta il telaio di una porta. È una soluzione salvaspazio e funzionale,

ideale per monolocali e appartamenti di piccole dimensioni. Il “G-Wash” consiste in un’ergonomica lavastoviglie che ricicla l’acqua utilizzata nel lavandino. Si può gestirla attraverso un display touch integrato nel piano di lavoro e si carica comodamente dall’alto grazie alla funzione di regolazione dell’altezza. L’ideatrice di questo progetto, Marwa Istanbuli dell’American University of Sharjah, è stata la prima studentessa proveniente dagli Emirati Arabi a partecipare all’International Design Award. Vishal Sathivada, studentessa indiana del DYPDC Center for Automotive Research and Studies di Pune, ha presentato “Slice side down cabinet”, un sistema che consente un accesso più semplice agli oggetti riposti nei pensili. La maniglia retrattile permette al contenuto dei pensili di scorrere verso il basso. Le serrandine che costituiscono la parte frontale del pensile si aprono e chiudono automaticamente. I tre studenti vincitori sono stati premiati con il trofeo dell’International Design Award e un premio in denaro di 2.000 € ciascuno. Inoltre, a settembre visiteranno le aziende Hettich e Rehau in Germania e parteciperanno ad un workshop sul design della durata di più giorni. In qualità di promotori dell’International Design Award 2015, le due aziende assegneranno un premio aziendale, il cui vincitore sarà annunciato a giugno.


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Orto a km 0

Lo stabilimento Italcima, ex fabbrica di cioccolato degli anni Trenta, di Luciano Baldessari e Gio Ponti, oggi convertito in uffici ed abitazioni, diventerà un orto a Km 0. Siamo a Milano, in via Legnone. Simona Basilico, Barbara Cavalieri e Stefano Moscatelli hanno vinto il concorso d’idee “1000 orti a Km 0 per Milano”, bandito lo scorso novembre da Infoweb e dall’associazione culturale Hortus 2015, con il patrocinio del Collegio Ingegneri e Architetti di Milano. I progetti presentati dovevano sviluppare un concetto architettonico innovativo e tecnicamente realizzabile. L’obiettivo è quello di trasformare in superfici coltivate a verde i lastrici solari di copertura e terrazzi degli edifici esistenti a Milano. Il progetto dei tre giovani architetti si basa su una costruzione geometrica, dove lo spazio del tetto è suddiviso in moduli rettangolari, le cui proporzioni sono costruite sulla sezione aurea. In questo modo è stato effettuato un duplice riferimento, all’architettura razionalista e alla conformazione della tavoletta di cioccolato. Due passerelle in deck di legno interrompono

lo schema, incrociandosi tra loro e collegando zone che ricoprono funzioni diverse, come le aree relax, quelle agricole e altre per il compostaggio. I progettisti hanno studiato anche un modo per diffondere il rinverdimento dei tetti della città di Milano. La Rooffood è un’ipotetica start-up che prende in gestione un orto rendendolo accessibile al pubblico, mediante un affitto pagato al proprietario del terrazzo. Il cliente, così, raccoglie personalmente il prodotto. È ideale per chi vuole unire l’utilità di fare la spesa al piacere di trascorrere la pausa dal lavoro in uno spazio verde. Gli ortaggi non raccolti potrebbero essere venduti nei diversi negozi Rooffood. Il concorso ha previsto una sezione dedicata ai “Professionisti” ed un’altra dedicata agli “Studenti”, vinta da Stefano Cagliani, Pietro Cavalleri, Andrea Zani.



Foto di Lea Anouchinsky Styling Martina Sanzarello

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STORIE DI DONNE E CIBO Donne, stile, cibo e bon ton si uniscono in un unico incontro Un appuntamento da non perdere, giovedì 4 giugno alle ore 18:30 presso il flagship store di Marina Rinaldi (MI) con “Storie di donne e cibo”, organizzato da Marina Rinaldi e Dispensa, con la collaborazione speciale delle ceramiche Bitossi Home, marchio giovane della storica azienda. Durante la serata, è previsto un talk sull’arte del ricevere con la giornalista e scrittrice esperta di bon ton e apparecchiatura tavola Roberta Schira, al quale parteciperanno anche: Ginevra Bocini, direttore artistico Bitossi Home; Martina Liverani, direttrice di Dispensa; Claudia Fantuzzi, product manager di Marina Rinaldi Elegante; Anna Bogoni, direttrice di Elle a Tavola

Armani Silos

Foto di Lea Anouchinsky Styling Martina Sanzarello

“Ho deciso di chiamarlo Silos, perché in questo edificio veniva conservato cibo, materiale per vivere. Nel mio modo di pensare, vestire fa parte della vita” Costruito nel 1950 per la conservazione dei cereali, oggi nuovo spazio espositivo del grande stilista Giorgio Armani (festeggia i 40 anni di carriera ndr), questo grande spazio di 4500 metri quadrati, sviluppato su quattro piani, accoglie una selezione ragionata delle creazioni dello stilista, suddivisa per temi che ne raccontano l’estetica e la storia.


1. Marzia Migliora, Luigi Coppola, Io in testa, 2013, lamba print 110 x 180 cm.Photo Francesco Niccolai. Courtesy degli artisti e Teatro Valle Occupato, Nomas Foundation Roma

2. Rä Di Martino, The Show MAS Go On, HD Video 31’, 2013

3. Mella Jaarsma, The packing Order, 2015, polli ripieni, pelle di pollo, struttura autoportante in acciaio inox, 180x80x80cm

Fashion as Social Energy

A Milano una mostra sull’arte e la moda, intese come forme di energia sociale Fashion as Social Energy affronta il rapporto tra arte e moda capaci di catalizzare desideri, ansie, esigenze, ossessioni e spinte critiche del presente. L’esposizione, in mostra dal 29 maggio al 30 agosto a Palazzo Morando (Milano) presenta il lavoro di quattordici artisti internazionali particolarmente sensibili alle trasformazioni in corso nella contemporaneità: Luigi Coppola e Marzia Migliora, Rä di Martino, Mella Jaarsma, Kimsooja, Claudia Losi, Lucy+Jorge Orta, Maria Papadimitriou, Michelangelo Pistoletto, Kateřina Šedá, Nasan Tur, Otto von Busch, Wurmkos e Bassa Sartoria, Andrea Zittel. La mostra è curata da Anna Detheridge, critica e teorica delle arti visive e presidente di Connecting Cultures, e Gabi Scardi, storica dell’arte e curatrice. I temi della mostra saranno oggetto di incontri, performance e serate conviviali che animeranno Palazzo Morando durante i tre mesi di apertura al pubblico. Nelle opere in mostra l’abito non rappresenta solo la possibilità di un’identificazione individuale e sociale ma stimola riflessioni su molti fenomeni attuali, quali la mobilità e la migranza, l’ibridazione etnica, la caducità della bellezza, la frammentazione delle comunità e delle relazioni tra individui, le condizioni del lavoro in un mondo globalizzato, la possibilità di sottrarsi al ciclo fagocitante del consumo, le potenzialità delle pratiche di condivisione. Così, quando interpretata dagli artisti, la moda racconta l’esperienza del presente e, tra etica ed estetica, si fa attivatrice di energie creative e sociali, di forze propulsive in grado di scardinare abitudini, di minare le convenzioni e di generare nuove visioni e possibilità. L’esposizione sono organizzate da Connecting Cultures, in collaborazione con il Comune di Milano, con il patrocinio di Regione Lombardia e della Camera Nazionale della Moda Italiana e in partnership con Ermenegildo Zegna nell’ambito di Expo in Città.

6. Lucy Orta, Fabulae Romanae -­‐Dome Dwelling Viminale, 2012,tela di lana, lana, cotone, seta, tessuti Zegna, clip, 6 armature in fibra di carbonio, diametro 230x175cm

11. Nasan Tur, Cooking-­‐ Backpack, 2006, installazione: zaini tessuto tecnica mista, 100x40x50

9. Michelangelo Pistoletto, Venere degli Stracci, 1967, cemento, mica e stracci, 150x280x100cm. Courtesy Cittadellarte Fondazione Pistoletto, Biella


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Mamma, i Negrita? DI RICCARDO SADA


Dallo scorso mese di aprile la band è impegnata nel nuovo tour che li vede esibirsi sui palchi dei più prestigiosi palasport italiani. È il momento che i fan aspettavano. E il momento di fare due chiacchiere con Pau e soci

Foto di Dara Munnis

La tournée è partita il 10 aprile scorso da Firenze. Dopo una tappa a Milano, i Negrita sono di nuovo in giro per l’Italia. È il giro d’Italia della consacrazione, questo, se ce ne fosse ancora bisogno, a supporto all’album uscito verso fine marzo. Si intitola “9”. Ne hanno parlato tutti. Iboo invece con Pau, Drigo, Mac, Ghando, Cris e Giacomo Rossetti approfondisce il tema dei live, delle emozioni e di questo amato e dannato stage. A far ballare e cantare il pubblico con i brani nuovi e i pezzi storici, con il loro rock ritmato, la verve di sempre e le ballate più romantiche, loro, i Negrita, ci sono sempre. In cosa si differenzia il vostro sound da quello già in circolazione? Ogni realtà musicale, e soprattutto una band, ha il proprio sound che deriva dall’unione delle singole personalità e delle singole esperienze. Se, come nel nostro caso, non provieni da una scena musicale che si forma solitamente in un contesto urbano, ma vieni invece dalla provincia, allora il tuo suono sarà plasmato dalle esperienze che accumulerai nel tuo percorso di evasione. Evasione dalla noia di un luogo che non è come lo vorresti, che non ti


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offre gli stimoli giusti. E allora cominci a cercare e a fuggire. Che sound state seguendo di preciso, quindi? Ai Negrita piace viaggiare e trovare stimoli, conoscere gente e osservare realtà nuove. Ci lasciamo coinvolgere da ciò che ci succede attorno facendo un percorso di volta in volta nuovo. Per questo ultimo lavoro ci siamo lasciati stimolare da quella che per noi è stata una esperienza totalmente nuova, ovvero interpretare musicalmente un musical, suonando per quaranta sere di fila nello stesso teatro a Roma l’opera Jesus Christ Superstar. Non sappiamo quale sarà la prossima avventura se non suonare dal vivo questo nostro nuovo album: “9”, appunto. rovate nel contempo a giudicare lo stato attuale P del mercato musicale. Fin da quando facciamo parte del mercato musicale abbiamo percepito questo stato di crisi in cui versa. Analizzando i numeri si può solo dire che peggiora di anno in anno precipitando sempre più in verticale, ma di musica l’uomo non potrà mai farne a meno. La quantità di musica proposta è addirittura in crescita e quello che abbiamo davanti è un cambiamento delle regole del mercato non una crisi della musica stessa. In questo contesto è nato “9”? Con “9” abbiamo voluto ripercorrere le radici anglosassoni della nostra musica e il nostro percorso adolescenziale, con la piena consapevolezza di essere nel 2015 e quindi con la voglia di ricollocare questa nostra esperienza nel presente. La maggior parte delle canzoni sono figlie del periodo romano, di quei due mesi in cui siamo stati impegnati con il musical “Jesus Christ Superstar”. È ovvio che le due cose si sono influenzate tanto da farci venir voglia di essere travolti da quella condizione di vita e di suono che attraversa il musical. vete utilizzato i ritmi legati al periodo che va A dagli anni ’60 ai’70. Certo, in cui si sperimentava molto e il rock iniziava ad avere delle pretese più alte rispetto ai primi ’60. Volevamo comunque realizzare un disco di cuore e non abbiamo potuto fare a meno di inserire anche una piccola venatura anni ‘80 (visto che apparteniamo a quegli anni). Per noi “9” è un lavoro dell’anima, ricco di emozioni radicate. Come si svolge un vostro live? Solitamente saliamo la scaletta del palco, Cris dà il ‘one two three four’ e partiamo. Poi dipende tutto dalla sinergia che si innesca tra noi e il pubblico. L a lettura vi ispira alla stesura dei testi delle vostre canzoni? Capita che in un libro ci siano delle frasi o delle parole che innescano il momento creativo, ma questo può accadere pure con un film o nella realtà stessa.

Meglio in studio o sul palco? Sono aspetti davvero diversi e distanti tra loro, quando hai le palle piene del lavoro in studio non vedi l’ora di salire su un palco per esplodere di energie poi quando ti accorgi che sul palco e in un tour hai già espresso tutto non vedi l’ora di ricominciare il processo tornando a lavorare in studio. T i capita ancora di avere delle paure alla vigilia dell’inizio di una tournée? Be’, è normale avere delle paure, sono paure sane, senso di responsabilità per ciò che stai facendo. Ogni nuovo tour che facciamo è sempre più grande, ci sono più persone che vi lavorano e più economie in ballo. Ti senti questo peso sulle spalle e sai che solo facendo un buon lavoro su tutti i fronti le ansie potranno trasformarsi in soddisfazione per tutti. I fan sono importanti, sono i primi che comprano il disco o i biglietti per uno o più concerti. Abbiamo da sempre molto rispetto per loro e abbiamo sempre trovato un modo per farli sentire vicini. Sul nostro sito abbiamo una zona a loro riservata e prima dei nostri concerti riusciamo ogni volta ad incontrarne alcuni per riti come gli autografi o le foto insieme. Con molti di loro ci si conosce da anni e sono diventati un po’ i capigruppo di questi incontri. La cosa che apprezziamo molto è l’amicizia che si innesca tra loro grazie alla passione comune per la nostra musica.


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eglio dei tour negli stadi o più date in posti più piccoli e M intimi? La dimensione dello stadio è davvero tanto grande. Un posto come il Forum di Assago che è il palazzetto dove si fa la maggior quantità di concerti in Italia è sempre stato per noi la meta più ambita. I club sono ideali per avere un buon contatto tra artista e pubblico. Come scegliete le location delle vostre clip? I video sono sempre il frutto di una collaborazione di idee tra regista, artista e chi investe il denaro necessario.... Quindi la location viene scelta in base alle necessità della sceneggiatura. i è mai capitato di pensare a una collaborazione con V un’altra band? Quando siamo stati in Argentina la prima volta abbiamo scoperto dai dischi che avevamo comprato una band incredibile, i Bersuit Vergarabat. Dopo poco tempo che eravamo rientrati in Europa abbiamo avuto l’occasione di poterli incontrare a un loro concerto a Madrid e di proporre loro una collaborazione, ovvero ospitarli nei nostri show. Se ci fossimo trovati bene, loro avrebbero ricambiato facendo altrettanto in Argentina. Ci siamo trovati talmente bene insieme che oltre all’Argentina abbiamo finito per suonare insieme pure in Spagna e registrare parte del disco “HELLdorado” nel loro studio a Buenos Aires. Le collaborazioni devono nascere così, in maniera spontanea sotto la spinta della musica e delle affinità umane. Siete una band conservatrice o progressista? Il fatto stesso che ogni nuovo album sia diverso dal precedente fa dedurre che amiamo andare avanti esplorando nuove strade, ma all’interno della band alcuni di noi sono più conservatori di altri e questo porta ad un equilibrio sano che definisce alla fine un progetto Negrita.

“9”; credete nella numerologia? No, nessuna numerologia, è il nostro nono album e abbiamo voluto celebrarlo così. erché siete andati a registrare in Irlanda? Non ci P sono buoni studi di registrazione anche in Italia? I nostri dischi precedenti nascono all’insegna di viaggi importanti, in territori alternativi rispetto alla scena rock: Brasile, Spagna, Argentina. Questa volta la decisione di andare in Irlanda non è stata una scelta per recuperare il senso del folk celtico, che non compare nel disco, ma perché lì abbiamo rivissuto l’atmosfera dei dischi che ascoltavamo e divoravamo durante l’adolescenza. Il Grouse Lodge, studio che ci è stato consigliato da un amico, aveva tutte le caratteristiche che ci servivano per registrare l’album: immerso nella campagna, silenzioso, lontano da distrazioni e con tutti i requisiti tecnici necessari. Inoltre in questo stesso studio hanno inciso diversi artisti importantissimi da Michael Jackson ai Muse, dai R.E.M. Sino agli Snow Patrol. L ’Italia sembra scarseggiare in nuove rock band, non credete? Le band si stanno estinguendo. Tenere in piedi una band è più complicato, oggi è più semplice e prolifico lavorare da solisti, ci sono più possibilità di riuscire. Questo mi duole e credo che nuoce al panorama musicale stesso la mancanza di band. La forza di più persone che suonano insieme sta nel trovare una forma espressiva che va oltre le capacità del singolo. A volte tre o quattro musicisti di medio livello tecnico riescono insieme a svilup-

Foto di Dara Munnis


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pare una potenza inimmaginabile. Ma sto parlando di musica suonata, cosa sempre più rara di questi tempi. I programmi per l’estate I Negrita saranno in giro per l’Italia anche durante il periodo estivo, con il tour che partirà il 23 luglio da Verona. Suoneranno poi il 25 luglio allo Stadio Mirabello di Reggio Emilia, il 30 luglio al Vulcano Buono di Napoli, l’1 agosto all’Arena Sant’Elia di Cagliari, il 7 agosto nella Piazza Grande di Gubbio, il 18 agosto al “Cose Pop Festival” in Piazza dell’Unità a Monteprandone – Ascoli Piceno, il 28 agosto a Cava degli Umbri della città di S. Marino - Repubblica di San Marino, il 30 agosto al “Rock in Roma” di Roma, l’1 settembre al Teatro Antico di Taormina e il 4 settembre in Piazza Duomo a Prato. Ma queste sono solo le prime date.. sicuramente se ne aggiungeranno delle altre. Dopo il musical “Jesus Christ Superstar” è il musical che lo scorso anno ha consacrato i Negrita. Pau ha interpretato il ruolo di Pilato al fianco di Ted Neeley nel suo ruolo storico di Gesù. “È stata un’esperienza abbastanza straniante, non essendo abituati ad essere residenziali e non essendo degli specialisti del musical, ci siamo trovati nell’unico musical che poteva starci addosso. Ovviamente si andavano sovrapponendo i tempi con la discografia: mattina e pomeriggio eravamo in studio a Roma per comporre e arrangiare i pezzi dell’album mentre ogni sera eravamo in scena al Sistina a rappresentare un’opera a parer nostro stupenda”, dice la band.

NEGRITA, le date:

Foto di Dara Munnis


Veronique Creazioni

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Gli accessori, come i capi di abbigliamento in generale, sono da sempre padroni indiscussi della moda. Veronique Creazioni, accessori handmade, fondato da Veronica Cocco, psicologa con tante passioni tra cui i bijoux e le creazioni handmade ha fatto della sua passione un vero e proprio hobby. La massima cura dei particolari e l’inventiva nella scelta delle materie prime fa si che ogni suo prodotto realizzato a mano come anelli, collane, orecchini e bracciali sia originale e unico, distinguendosi per qualità, professionalità e buon gusto. Ce n’è per tutti i gusti: pizzo, perle, creazioni in fimo e cernit per creare creazioni romantiche come quelle ispirate a Parigi, a quelle golose, a quelle vintage, impreziosite ognuno con nomi diversi.

Mail: tresorin@gmail.com Facebook: VeroniqueCreazioni Instagram: veroniquecreazioni veroniquecreazioni.blogspot.com


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IBOO Musica

la Buona uscita segnalazioni discograFiche e librarie di Riccardo Sada

il disco Martin Gore

“MG”

(Mute / Self) Ecco un evocativo album strumentale di musica elettronica formato da 16 tracce, in Italia distribuito da Self, scritto e prodotto dallo stesso Martin Gore. Che ha cominciato a lavorarci sopra alla fine del tour di “Delta Machine” dei Depeche Mode, nel marzo 2013, presso il suo studio di Santa Barbara. L’idea di un intero album strumentale era già nell’aria da molto tempo, da quando ha cominciato a scrivere brani strumentali per i Depeche Mode nel 1981. Gore ha voluto mantenere la musica molto elettronica, molto cinematografica, quasi fantascientifica. Il progetto è privo di voci nonostante sia ricco di accordi e melodie di alto profilo. Il suono finale è comunque in linea con le produzioni della band dell’Essex.

Cecilia

“Guest”

(Qui Base Luna) Per la prima volta l’arpa incontra l’elettronica e diventa strumento principale di un progetto cantautorale che vanta una voce molto interessante e dal sapore internazionale, che si adatta sia alla lingua inglese che a quella italiana. Sono 12 le canzoni scritte in italiano e inglese da Cecilia, tutte raccontate con delicatezza e intensità, che hanno come protagonista una sintesi poetica di voce, arpa e, per la prima volta, elettronica, grazie all’intervento del produttore artistico Raffaele “Neda” D’Anello (MeatBeat). Registrato e mixato al MeatBeat Studio di Aosta, il progetto vede la collaborazione di alcuni musicisti amici dell’artista: Bramo, Vincent de l’Orage, Christian “Rico” Tosi e Federico Puppi.

Fatboy Slim

“Halfway Between The Gutter and the Stars”

(Skint / Audioglobe) In occasione del suo quindicesimo anniversario, il disco di culto di Fatboy Slim, “Halfway Between The Gutter and the Stars”, viene ristampato in una nuova edizione disponibile su Skint, in formato doppio cd deluxe e doppio disco in vinile (appositamente rimasterizzato). L’uscita è accompagnata da un cd di remix curati da Josh Butler, Autograf, Lazy Rich, Spieltape più quelli di X-Press 2, The Chemical Brothers, Stanton Warriors e altri ancora. Ben 15 anni dopo e la stella di Fatboy Slim brilla ancora così come brillò nel 2001. Questa uscita anticipa quella di “20 years of Skint”, triplo cd e (molto probabilmente) quadruplo LP composto da alcuni classici del catalogo Skint, nuovi brani, remix inediti e


il libro “Terremoti - Una vita e un sax nella Napoli degli anni ‘80” Sergio Maglietta (VoloLibero) Dalla collana Fuorisacco arriva “Terremoti” di Sergio Maglietta, romanzo autobiografico che ripercorre i primi anni Ottanta attraverso lo sguardo del cantante-sassofonista dei Bisca, gruppo rock antagonista. Rivissuto nel racconto, quel decennio si rivela uno snodo importante nella vita del nostro Paese, il cui spirito sembra manifestarsi con più intensità ed evidenza nella Napoli fratturata dal terremoto. Un passaggio epocale, testimone dello scivolamento repentino dalla cultura “Analogica” a quella “Digitale”. C’è Napoli, con la sua prosperosa bellezza di femmina del Sud e con la sua lingua ancestrale che affiora dai dialoghi dei protagonisti. C’è la musica, quella più insolente e viscerale, meno addomesticata, linguaggio del corpo e dell’anima per spiriti inquieti e irriducibili. E poi c’è la vita vera. La prefazione è di Federico Vacalebre.

un bonus cd mixato. Leftfield

“Alternative Light Source” (Infectious Music) Il noto duo di musica elettronica esce con il terzo album contenente collaborazioni con Channy Leaneagh (Poliça), Ofei, Tunde Adebimpe (TV On The Radio) e Sleaford Mods. I Leftfield terranno i loro primi show dopo cinque anni di silenzio. Sembra che con questa uscita discografica gli anni Novanta non siano ancora finiti. Sulla scia di quello che la band ha fatto dall’autunno del 1999 (quando uscì “Rhythm And Stealth”) passando ad altre pubblicazioni, ecco la rinascita di un marchio che tuttavia al comando vede il solo Neil Barnes, ormai orfano del compagno Paul Daley. Dopo tantissimi live, Leftfield si trovano a dare vita a qualcosa che ci riporta dritti indietro di un ventennio in fatto di sonorità elettroniche.

Chemical Brothers

“Born In The Echoes”

(Virgin / Emi) Il nuovo album dei fratelli chimici colma un vuoto durato cinque anni. Questo ottavo disco da studio è una collezione di undici brani prodotti, come nella loro tradizione, con processori analogici. Acid e funk incontrano sintetizzatori distorti e riverberati, tutto questo si ritrova nel nuovo album dove il sound della coppia prende nuovamente vita realizzando uno dei più illuminanti e illuminati dischi della loro carriera. Il progetto contiene un cast stellare di collaboratori come Q-Tip (in “Go”, primo singolo ufficiale del disco che sarà accompagnato da un video diretto da Michel Gondry), Ali Love (“EML Ritual”) St. Vincent (“Under Neon Lights”), Cate Le Bon (“Born In The Echoes”) e Beck (“Wide Open”.

Max Pezzali

“Astronave Max”

(Warner Music) Il nuovo album di brani inediti di Max Pezzali è prodotto da Claudio Cecchetto e Pier Paolo Peroni con Davide Ferrario. Si intitola “Astronave Max” ed esce a quattro anni di distanza dal suo ultimo lavoro in studio e dopo il grande successo di “Max 20”, nella top ten degli album del 2013. “È Venerdì” è stato il primo singolo estratto. Nella track list compaiono altri tormentoni che quasi ricordano il roseo periodo con gli 883: si va da “La prima in basso” a “Superstar”, a “Sopravviverai” e si arriva a “I fiori nel deserto”, “Col senno di poi”, “Niente di grave”, “Generazioni”, “L’Astronave Madre”, “Fallo tu”, “Come Bonnie e Clyde”, per chiudere con “Ogni giorno una canzone”, “Il treno” e nuovamente “L’Astronave Madre” in versione Theme.


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IBOO People

TOMMASO Rinaldi Chiara Gallo

Nuoto e televisione, Per Tommaso Rinaldi si può fare! Tommaso Rinaldi è ufficialmente entrato a far parte del girone delle celebrità e sembra trovarsi abbastanza a suo agio

Da tuffatore di successo a star del programma televisivo “Si può fare“ in onda su Rai Uno con la conduzione di Carlo Conti. 24 anni un fisico da sportivo e un viso d’angelo che hanno fatto impazzire il pubblico femminile del VIP talent. Ma Tommaso ha iniziato a far parlare di sé molto presto, soprattutto nell’ambiente del nuoto agonistico. Già nel 2006 si trovava a Palma di Maiorca per i Campionati Europei giovanili di nuoto, dove vinse un bronzo ai tuffi dal trampolino da 1 metro. L’anno successivo a Trieste conquista la medaglia d’argento con Andreas Billi e inseguito partecipa alle Olimpiadi, prima, e ai Mondiali poi. Attualmente appartiene al Gruppo della Marina Militare e cerca di dividere il suo tempo tra la televisione e gli allenamenti in vasca.

Com’è cominciata la tua esperienza sportiva? Ho cominciato molto presto. A cinque anni avevo già iniziato a praticare i tuffi, ma nel frattempo ho sempre sperimentato anche altri sport come il basket, la pallavolo o il calcio. A dieci anni ho ripreso con il nuoto e con i tuffi, disciplina in cui finora ho ottenuto grandi successi di cui sono molto orgoglioso. Oltre agli Europei, ci sono state le Olimpiadi di Londra nel 2012 e i Mondiali di Barcellona nel 2013 che sono state per me due esperienze indimenticabili. Cosa significa prendere parte a manifestazioni sportive di alto livello così giovani? Sicuramente è molto bello. L’ambiente è stimolante, sportivo e sereno. Adesso ho un’età diversa e sto cercando di guardare verso diversi obiettivi, ma lo sport è da sempre al centro della mia vita e della mia carriera. I n questi giorni ti stai anche preparando per i Campionati Europei che si terranno a Rockstock, in Germania giusto? Sì, partiamo tra una ventina di giorni, quindi avrò due weekend per cercare di rimettermi in forma sia psicologicamente sia a livello fisico. Le prove per il programma sono state molto impegnative, adesso è più dura riuscire a concentrarsi sui Campionati e sui tuffi, ma conto di raccogliere le energie necessarie nel più breve tempo possibile.


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foto: Alfredo Villa

ome riesci a conciliare sport e C televisione? Ammetto che è molto difficile, ma…si può fare! È faticoso, ma bello. Mi è piaciuto molto riuscire a fare entrambe le cose. Certo, ora mi dovrò concentrare maggiormente sui tuffi e sullo sport, ma senza mai mettere da parte del tutto l’ambiente televisivo. arlando proprio del programma P di Carlo Conti, Si può fare, qual è stato l’aspetto che ti è piaciuto maggiormente e quale quello che hai dovuto sopportare di più? Ti dico la verità, non ci sono stati aspetti negativi. È stata un’esperienza importante e stupenda che non dimenticherò. L’aspetto forse più bello è stato conoscere gli altri 11 concorrenti, sono delle persone fantastiche, in particolare Simon Grechi e Amaurys Perez, che oltre ad essere un collega, si è rivelato anche un ottimo amico.

Purtroppo lo sport prende quasi tutto il mio tempo libero. In questo periodo poi tra gli allenamenti e la registrazione del programma ho avuto davvero pochissime ore a disposizione. Amo molto il tennis e mi sarebbe piaciuto andare a vedere i campionati internazionali che si sono tenuti a Roma qualche settimana fa, ma sfortunatamente gli impegni me lo hanno impedito. Mi piace anche molto seguire la moda e il mondo dello spettacolo in generale, anche se al momento sono costretto a metterli un po’ da parte per concentrarmi sulle mie attività principali.

Per quanto riguarda il futuro, dove ti vedresti tra 5 anni? Vorrei poter valutare una carriere nella recitazione. La professione dell’attore ha sempre suscitato il mio interesse,. Ecco tra cinque anni mi piacerebbe intraprendere una carriera in questo senso, più artistica diciamo. S e non avessi imboccato la strada del tuffatore, quale sarebbe stata la tua professione ideale? Avvocato. Non ho dubbi. Avrei voluto continuare gli studi in giurisprudenza, ma non rimpiango nulla delle scelte che ho fatto e che mi hanno portato fin qui. n’ultima domanda: tra tutti i tuoi impegni c’è posto per la vita U sentimentale in questo momento? Per ora sono single, ma non mi pongo dei limiti. È vero sarebbe difficile adesso, ma diciamo che sono convinto che riuscirei comunque a dedicarmici.

IBOO People

ltre al nuoto ci sono altre passioni O per Tommaso Rinaldi?


Progetto

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IBOO SPORT

La LGS SportLab, società di management e marketing sportivo, ha ideato e realizzato il progetto LGS Gets Into the Rugby, con lo scopo di accompagnare un team di 5 rugbisti nel corso dell’anno. Il 2015 è un anno molto importante per il rugby poiché tra febbraio e marzo si è svolto il torneo delle Sei Nazioni e dal 18 settembre al 31 ottobre si terranno i Mondiali in Inghilterra. La società vuole fornire agli atleti gli strumenti utili a relazionarsi con i media, i fan e gli sponsor, dato l’aumento considerevole di visibilità e l’esposizione mediatica. Inoltre, ha intenzione di promuovere una maggior conoscenza del rugby come sport in generale e degli atleti coinvolti. Dietro questa decisione c’è la consapevolezza che ogni atleta è un universo nel quale vivono le passioni, i valori e gli hobby. Deve essere curato anche il benessere dell’atleta nel suo complesso, pertanto si è unita come partner al progetto l’azienda di integratori e prodotti per la fisioterapia, Kiron. Sono cinque gli atleti coinvolti. Giovanbattista Venditti, classe 1990, tre quarti ala delle Zebre Rugby, giocherà la prossima stagione nel Newcastle, nella English Premiership. Edoardo Gori, classe 1990, è mediano di mischia del Benetton Rugby. Michele Campagnaro, classe 1993, tre quarti centro nel Benetton Rugby,

il prossimo autunno giocherà con gli Exeter Chiefs, della premier League inglese. Luca Morisi, classe 1991, è centro e mediano di apertura del Benetton Rugby. Francesco Minto, classe 1987, è terza linea ala del Benetton Rugby. Il progetto sarà prima di tutto una formazione in tema di comunicazione. Gli atleti faranno attività di public speaking, studieranno la comunicazione efficace, il media training e i social network. Il primo incontro di formazione, riguardante il public speaking, si è svolto lo scorso 15 aprile ed è stato tenuto dalla dott.ssa Isabella Croce, psicologa dello sport e psicoterapeuta. La dott.ssa svolge consulenze a società sportive, in particolare nei settori giovanili e lavora nell’ambito della formazione di allenatori e dirigenti. Si occupa di assessment psicologico e di sviluppo delle abilità mentali degli atleti. È componente dello staff dei formatori della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Il corso è stato un allenamento su come parlare in pubblico in ogni situazione. Gli atleti hanno effettuato simulazioni con l’obiettivo di migliorare la comunicazione sia verbale che non verbale, come la postura, il tono della voce e l’espressione. Il corso sulla comunicazione efficace avrà l’obiettivo di insegnare agli atleti le tecniche necessarie affinché il significato del proprio

RUGBY

messaggio arrivi al destinatario esattamente come lo intende il mittente. L’attività di media training mira a far acquisire le tecniche per affrontare interviste e curare al meglio la comunicazione attraverso una videocamera. Per quanto riguarda il corso sui social network, gli atleti riceveranno alcuni importanti suggerimenti su come migliorare e utilizzare in modo efficace le proprie piattaforme social, che assumono oggi un ruolo da vetrina anche per gli atleti professionisti.



IBOO PEOPLE

VALERIA

Foto di Gianluca Fontana

Tutti pazzi di

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Bilello

Da Mtv ai set internazionali, passando per la tv, il cinema e la moda, in corsa verso nuove mete artistiche senza mai guardarsi indietro. Una piacevole chiacchierata con Valeria sui suoi progetti futuri, il suo presente e su come l’Italia e i giovani stanno cambiando loro stessi e il Paese.

di Lorena Cacace

Dalla Sicilia a Milano, passando per New York e tornando in Italia, a Roma, dove ora vive. Valeria Bilello, siciliana doc (è originaria di Sciacca), ha iniziato la carriera sugli schermi di Mtv, storica tv musicale, diventando uno dei volti più noti. Poi il grande salto nel mondo del cinema e della tv, come conduttrice di programmi anche di moda. La prima apparizione sul grande schermo porta la firma di Pupi Avati ne “Il papà di Giovanna”, in concorso al Festival di Venezia. Da allora non si è più fermata: “Happy Family” di Gabriele Salvatores la consacra come una delle più promettenti attrici nostrane. Nel frattempo, il Re della moda italiana, Giorgio Armani, la sceglie come testimonial della campagna per il profumo Armani Code Lune. Bella, giovane e attenta alle nuove tendenze,


la moda sembra volerla attirare a sé, ma la recitazione le è entrata nel sangue e lei segue il suo destino. Dopo “Miele” di Valeria Golino, “Pazze di me” di Fausto Brizzi, unica italiana nel cast di “One Chance” di David Frankel (regista de Il diavolo veste Prada), è tra i protagonisti di “Io, Arlecchino”, prima prova di artiamo dall’ultima fatica al cinema, P “Io Arlecchino”: come è stato lavorare con Giorgio Pasotti, alla sua prima esperienza da regista? “È stato molto bello. Inaspettatamente ha una senso dell’ordine e della calma radicato, è una persona estremamente tranquilla, pacifica e soprattutto con le idee chiarissime. Sembra proprio nato per fare il regista: tiene il set con grande maestria e sa portare a casa quelle che vuole dagli attori. Il film è ambientato in luoghi a lui molto famigliari (la provincia di Bergamo ndr) e la stessa storia gli è molto vicina, con la figura dell’attore e il tema della commedia dell’arte al centro di una storia che è vita ma anche arte. Ha un rapporto molto bello con il ruolo che ha il corpo nella recitazione: da ex sportivo sa muoversi e dare il giusto spazio alla fisicità. Lo si intuisce in tante cose: è davvero strepitoso il modo che ha di gestire il corpo. ome descriveresti Cristina, il tuo C personaggio nel film? “Direi che è un personaggio semplice nel modo in cui è raccontato, sia nella doppia veste di Colombina, sia nella storia del film. È una ragazza del luogo, lavora con i bambini come maestra di scuola e, nel tempo libero, si dedica alla compagnia teatrale per allestire lo spettacolo nel paese. È una ragazza dai sentimenti semplici ma forti, come l’amicizia molto forte che la lega al protagonista Paolo e al padre Giovanni. È il tramite tra due mondi grazie a questa tenera amicizia romantica, quasi di altri tempi, una figura che unisce il padre e il figlio”. ristina è solo l’ultima delle donne che C hai portato sul piccolo e sul grande schermo. Cosa ti ha dato ogni tuo personaggio che hai portato sul grande schermo? “Non so se sono ancora diventata attrice. Ogni personaggio mi assomiglia e mi è distante, forse per la legge dello scambio che vige in questo mestiere. A prescindere da quello che rubi alla sceneggiatura o dall’osservare gli altri, un personaggio funziona di più se ci credi davvero, se entri nei suoi panni. Quando accade questo è normale che qualcosa ti rimane”. ai iniziato come Vj e ora sei approdata H con successo alla recitazione: come è stato il passaggio dalla televisione al cinema?

regista di Giorgio Pasotti. Non solo cinema: fioccano i ruoli anche per serie tv ed è sul set a Bari, in una calda giornata di lavoro, che la raggiungiamo al telefono.

“Devo dire che è avvenuto quasi in punta di piedi. Per qualche strano motivo, in televisione hai come una maschera che ti protegge e che si adatta a tutto quello che arriva. Recitando, questa maschera non basta più, devi andare a fondo ed esplorare cose che prima ignoravi e che inevitabilmente ora vengono alla scoperta. Sto imparando ancora tanto e mi concentro sempre per cercare di fare un buon lavoro e migliorarmi ogni giorno”. ai avuto ruoli in fiction televisive, ma H hai lavorato anche sul set negli Stati Uniti dove hai vissuto a lungo: ci sono delle differenze tra il modo di lavorare negli States e in Italia? “Ci sono enormi differenze a livello produttivo. Negli Stati Uniti si lavora con ritmi molto alti e per obiettivi che devono essere raggiunti: possa cascare il mondo, le scene devono essere fatte. É una macchina oliata, che non si ferma davanti a nulla. Da noi è tutto più in piccolo ma c’è lo stesso una grande personalità. Anche nelle relazioni tra cast, registi e produzione ci sono delle similitudini, ovviamente su scale diverse: magari ti trovi faccia a faccia con grandi registi e attori che avevi visto solo nei film. È comunque emozionante”. I l cinema italiano all’estero, specie negli USA, sta avendo nuovi successi, come nel caso de “La grande bellezza”: quanto ancora è sentito il genio italico nella settima arte? “È ancora molto sentito ma solo ed esclusivamente al servizio di una storia che racconti il folklore del nostro Paese, che sia negativo o positivo non importa. La genialità degli italiani ha ancora un grandissimo fascino ma deve essere legata a un’immagine un po’ da cartolina: può essere anche critico, ma deve avere legami con l’immagine che si ha dell’Italia all’estero perché venga apprezzata”. ’è un ruolo che vorresti interpretare a C tutti i costi? “Sì, quello di un uomo. Penso che sia la sfida più grande e sarebbe anche una delle più grandi curiosità da esplorare”. alla televisione al cinema, passando D per la moda. Come è stato lavorare per un big come Giorgio Armani? “È stato un grandissimo onore anche perché è stata una sua scelta personale e questo è davvero il complimento

più grande. Mi aveva vista in un video che avevo girato per una testata francese: da lì ha voluto incontrarmi personalmente e abbiamo fatto una lunga chiacchierata. Ho un bellissimo ricordo di quei momenti. Lui è molto presente e si occupa di tutto quello che fa il brand; è una scelta che indica la sua grande professionalità. Per me è stata un’occasione d’oro che ho colto al volo”. ual è oggi il tuo rapporto con la Q moda? “Rimane sempre rapporto molto bello, come un gioco, di grande divertimento. Mi piace viverla con grande serenità, senza pormi il problema di avere tutto quello che fa tendenza. L’importate è star bene con se stessi e con quello che si indossa, senza avere l’ansia di essere perfetti”. inema, tv, moda e regia visto C che hai studiato ed esordito anche dietro la macchina da presa con il cortometraggio “Attesa”. Quali progetti hai per il futuro? “Spero di continuare a fare tutto. Ho un bel rapporto con tutti questi settori e mi piacerebbe riuscire a farlo. Mi piace la moda, il cinema e la televisione, anche se non tornerei più a condurre. Al momento non c’è un programma che vorrei fare: forse dovrei guardare all’estero, ma da noi non sono tanto i format che contano. Qui vale il carattere del conduttore: se togli Serena Dandini non farai mai il suo programma. Anche negli States funziona spesso così: basti pensare a David Letterman che ha fatto la storia della tv e che potrà anche essere sostituito, ma nessuno sarò come lui”. ai iniziato a lavorare nel mondo dello H spettacolo da giovane e con i giovani. Oggi, a distanza di tempo, cosa è cambiato da allora? “Sono cambiate molte cose. Oggi vedo i ventenni e so che non potrei più confondermi tra loro. Dieci anni fa abbiamo vissuto un’epoca di transizione anche a livello tecnologico e la generazione dei trentenni ha avuto il tempo di vedere il passaggio tra il vecchio e il nuovo. Ora, questa cosa non c’è più e spesso i ragazzi non hanno la percezione della vita reale. L’importate però è non generalizzare: questo sì ti fa apparire vecchio dentro”.


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IBOO MUSICA

RacheleBastreghi “IL RITORNO” DI

di Valentina Fiorà

La cantante toscana pubblica il suo primo Ep da solista. Il disco contiene anche una dedica speciale al maestro Ennio Morricone. Cantante e strumentista del gruppo musicale Baustelle, Rachele Bastreghi esordisce come solista con “Marie”, un Ep composto da inediti (“Folle tempesta”, di cui è presente anche la versione strumentale, “Senza essere”, “Mon petit ami du passé” e “Il ritorno”) e due cover (“Cominciava così” dell’Equipe 84 e “All’inferno insieme a te”, brano minore di Patty Pravo). La decisione di pubblicare da solista nasce dal desiderio di ampliare un discorso aperto con il brano “Mon petit ami du passé”, che la cantautrice ha composto per la fiction “Questo nostro amore 70” trasmessa su Rai Uno, nella quale ha interpretato il ruolo di una cantante rock francese di nome Marie. I fan dei Baustelle non hanno motivo di preoccuparsi: Rachele non esce dalla band ma vuole esprimere la sua creatività anche occupandosi di progetti personali. Lavorare da sola è più difficile che farlo all’interno di un gruppo e per riuscire al meglio si è confrontata con il produttore Giovanni Ferrario, che le ha dato un grande supporto. Il disco contiene la dedica di Rachele al maestro Ennio Morricone, la cui musica continua a influenzarla e ad emozionarla. La scelta di cantare brani degli anni 60 e 70 ricade sui gusti della cantante. Erano anni di grande creatività, innovazione, libertà e trasgressione. Tutti questi temi la affascinano e la rappresentano; per questo riesce a scrivere immedesimandosi nel periodo. Rachele ammira molto Patty Pravo, per la particolarità della sua voce, dell’interpretazione, dello stile e del carattere. Stima molto sin da bambina anche Battisti, Mina, Ornella Vanoni, Dalla e cantanti e gruppi stranieri come Elton John, i Megadeth, i Doors, i Nirvana e Led Zeppelin. Nel periodo in cui ha iniziato a lavorare con i Baustelle ha avuto modo


di conoscere tante altre realtà musicali che l’hanno appassionata e che la influenzano ancora oggi: le colonne sonore, Scott Walker, Franco Battiato, Velvet Underground, Gainsbourg, Stereolab, Blonde Redhead. Si ritiene psicosomatica: i giorni che precedono il concerto sono i più difficili. L’emozione e la paura di salire sul palco l’accompagnano ancora, ma negli ultimi anni ha cercato di trasformarli in energia positiva, in grinta e forza, controllando meglio la voce. L’avventura da solista appena intrapresa è un passo importantissimo per lei, dal punto di vista della crescita artistica e personale. Vuole divertirsi portando “Marie” sul palco con lei.


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IBOO VIAGGI

Malliouhana

IL RESORT CARAIBICO PIÙ BELLO AL MONDO

All’interno della classifica degli hotel più lussuosi del megazine Condé Nast Traveler Lo scorso Aprile, nella sezione viaggio della rivista Condè Nast Travel è stata pubblicata la classifica degli Hotel e Resort più belli al mondo e tra questi un riconoscimento è stato dato al Resort caraibico “Malliouhana”, della catena Auberge Hotel & Resorts. Questo Hotel, un’icona nell’isola caraibica di Anguilla, si trova in cima a una scogliera e offre una vista panoramica sulle spiagge di sabbia bianca di Meads Bay e Turtle Cove sul lato ovest di Anguilla. Dopo una chiusura di 3 anni e 18 mesi per motivi di ristrutturazioni, il Malliouhana ha riaperto in grande stile nel 2014 aggiudicandosi in breve tempo il titolo di “Best Beachside Escapes.”

Ogni anno la rivista Condè Nast Travel pubblica una lista esclusiva dei migliori Hotel e Resort di recente apertura di tutto il mondo, che vengono selezionati da un gruppo di persone esperte del settore dopo un periodo di visita alle strutture turistiche. Quest’anno nella lista è così apparso il nome del Malliouhana, il cui riconoscimento viene apprezzato da John Vasatka, Direttore Generale del Malliouhana, con queste parole “è un vero onore e siamo entusiasti di vedere il nome di Malliouhana nella lista dei migliori e più recenti nuovi hotel e resort in tutto il mondo….il Malliouhana ha un patrimonio incredibile nei Caraibi, ed è gratificante per tutto il nostro staff esserci distinti come uno dei migliori hotel al mondo.”


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IBOO IL MONDO IN PILLOLE

TUTTO QUELLO CHE NON SAI SUL

MONDO Ejima è il ponte più lungo del Giappone tra i ponti a struttura rigida e il terzo nel mondo e si trova nella città giapponese di Matsue. Fu costruito nel 2004 per unire le città di Matsue e Sakaiminato sulle sponde opposte del lago di Nakaumi. È alto 44 metri e lungo 1,44 chilometri, ma a renderlo spaventoso agli occhi degli acrofobi è

la sua inclinazione: va dal 5,1 al 6,1%, rendendo possibile il passaggio di navi cargo. Il sito Made in Matsue lo definisce il terzo ponte in cemento più imponente al mondo. L’azienda automobilistica Daihatsu lo ha utilizzato all’interno di una sua pubblicità, ironizzando sul potente motore delle sue automobili.

ALLA SCOPERTA DEI NOSTRI ANTENATI Nella regione dell’Afar, in Etiopia, è stata scoperta una nuova specie di australopiteco con caratteristiche scimmiesche e umane. È stata chiamata “Australopithecus deyiremeda”, ovvero “parente vicino”, per la vicinanza alla specie a cui appartiene Lucy, in termini di luogo e tempo. Dall’analisi di una mandibola e di alcuni denti, sappiamo che il “parente” di Lucy è vissuto tra i 3,3 e i 3,5 milioni di anni fa. La scoperta è molto importante per i ricercatori: le specie che coesistevano in aree diverse erano molte, quindi è probabile che la prima fase dell’evoluzione umana sia stata più complessa di ciò che è stata tracciato fino ad oggi. OCCHIO ALLA CARNE ROSSA! L’Università della California e della San Diego School of Medicine hanno effettuato una ricerca sul collegamento tra la carne rossa e il cancro. il fattore che causa lo sviluppo di cellule tumorali è da collegare ad uno zucchero chiamato Neu5Gc, una sostanza che ha la grande capacità di essere assorbita nei tessuti umani grazie alla circolazione sanguigna. È inesistente nelle persone, ma è presente nella maggior parte dei mammiferi e di conseguenza anche nei prodotti di macelleria che mangiamo, in particolare nel manzo, maiale e agnello. Il nostro corpo, considerandolo come elemento estraneo, attiva una costante reazione del sistema immunitario e la reazione degli anticorpi. L’elevato livello d’infiammazione cronica favorisce la formazione di tumori di svariato tipo.


“INDOSSARE” L’ORO Pankaj Parakh è un magnate di industria tessile indiana con la passione per l’oro. Per il suo 45° compleanno ha deciso di farsi cucire su misura una camicia interamente fatta d’oro, spendendo 200.000 dollari. Ha assicurato che si tratta di oro puro, 18-22 carati, non mescolato con altri metalli. La camicia, che pesa ben 4 kg, secondo l’indiano è molto comoda e morbida, grazie al rivestimento di stoffa interna. È stata realizzata da 20 artigiani, che hanno impiegato più di 3200 ore per completarla. Essendo di gran valore, quando indossa la sua camicia, l’uomo porta con sé una pistola in tasca per difendersi da eventuali malviventi!

SEMAFORI GAY FRIENDLY L’Austria ha partecipato all’edizione 2015 dell’Eurovision Song Contest portando la prima segnaletica tramite semafori un po’ particolari. Al posto delle classiche figure neutrali singole, i semafori di Vienna mostrano coppie gay maschili o femminili. La reazione dei viennesi è positiva poiché la ritengono una buona iniziativa contro l’omofobia. L’azienda che ha installato i semafori ha dichiarato che lo scopo della campagna è proprio quello di presentare Vienna come una città aperta. Dovrebbe migliorare anche la sicurezza del traffico perché i simboli inusuali attirano maggiormente l’attenzione di conducenti e pedoni.

Un gruppo di studiosi dell’Università di Ingegneria e Scienze dei materiali di Londra ha realizzato una ricerca scientifica studiando la possibilità di generare energia elettrica dalla luce solare sfruttando le biomasse. I gusci dei gamberetti potrebbero essere un buon modo per creare in modo semplice e veloce delle celle fotovoltaiche, sfruttando prodotti sempre disponibili e sostenibili. Utilizzando i polisaccaridi chitina e chitosano, contenuti in abbondanza nell’esoscheletro di gamberi e crostacei, si possono creare delle nanostrutture da impiegare nei moduli fotovoltaici. Tutto avviene attraverso una reazione, la carbonizzazione idrotermale, che riproduce il naturale processo di formazione del carbone. La nanotecnologia oggi permette di dare vita a piccoli e comodi moduli solari, necessari per ricaricare i dispositivi mobili che portiamo con giornalmente.

IBOO IL MONDO IN PILLOLE 37

GAMBERETTI E CELLE FOTOVOLTAICHE


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IBOO ARTE

Mostra 1

VIA CRUCIS: LA PASIÓN DE CRISTO DI FERNANDO BOTERO

La mostra “Via Crucis. La Pasión de Cristo” di Fernando Botero sbarca a Palermo. Dopo aver fatto tappa a New York, Medellin, Lisbona e Panama, la mostra (costituita da 27 dipinti ad olio e 34 disegni) sarà ospitata nelle Sale di Duca di Montalto del Palazzo Reale (Palermo) dal 21 marzo al 21 giugno 2015. Promossa dall’Assemblea regionale siciliana, dalla Fondazione Federico II e dal Museo colombiano di Antioquia quella di Palermo sarà l’unica tappa italiana. Donate dall’artista al Museo di Medellin, sua città natale, nel 2012 le opere rappresentano uno dei grandi temi dell’arte fin dal XVI secolo. La “Passione di Cristo” secondo Botero, intende fornire una riflessione sul dramma della passione e morte di Gesù Cristo, e il lavoro presentato dimostra un cambiamento nelle motivazioni dell’artista, pur mantenendo la forza del proprio stile. Mostra 2

DA KIRCHNER A NOLDE ESPRESSIONISMO TEDESCO

Fino al 12 luglio 2015 a Palazzo Ducale di Genova è possibile visitare la mostra dedicata alle opere dai colori sgargianti del gruppo artistico Die Brücke. Verranno presentate le diverse anime del movimento espressionista nei primi anni della sua esistenza, nel periodo precedente lo scoppio della prima guerra mondiale, e verranno inquadrate nel panorama dell’arte moderna internazionale degli inizi del ventesimo secolo. Mostra 3

HENRI ROUSSEAU, IL CANDORE ARCAICO

In mostra fino al 5 luglio 2015 “Henri Rousseau, il candore arcaico”presso il Palazzo Ducale di Venezia. Un evento mai realizzato prima d’ora in Italia, che attraverso otto sezioni tematiche consente di ammirare alcuni dei più celebri capolavori del pittore francese, come il celebre Io: ritratto-paesaggio(1889-90), che l’artista considerava il primo “ritratto-paesaggio” della storia dell’arte, Il cortile (1896-98) acquistato personalmente da Kandinsky ed esposto nella prima mostra del Blaue Reiter a Monaco e La guerra o la cavalcata della Discordia (1894)


IBOO ARTE 39

Mostre

Mostra 4

NEL SEGNO DEI MEDICI

Presso il Museo delle Cappelle Medicee, fino al 3 luglio 2015 è possibile visitare la mostra “Nel segno dei Medici, tesori sacri della devozione granducale”. Una riflessione e un approfondimento su un tema caro alla famiglia granducale: i doni a carattere sacro, preziosissimi e magnifici che i Medici offrirono ai santuari della Toscana, ma anche ben oltre lo Stato che la famiglia governava, arrivando fino a Loreto, in Terra Santa, e a Goa in India. L’esposizione degli oggetti è ordinata secondo il legame con i vari personaggi della famiglia Medici che effettuarono le donazioni. Mostra 5

L’ETÀ DELL’ANGOSCIA

Fino al 4 ottobre 2015 presso i Musei Capitolini di Roma in mostra “L’Età dell’Angoscia. Da Commodo a Diocleziano (180-305 d.C.)”. È il quarto importante appuntamento del ciclo “I Giorni di Roma”, progetto quinquennale di mostre che alterna esposizioni a carattere prettamente monografico (Ritratti. Le tante facce del potere, Costruire un Impero), a mostre dal taglio diacronico (L’Età della Conquista, L’Età dell’Equilibrio, L’Età dell’Angoscia), dall’epoca repubblicana fino all’epoca tardo-antica. La mostra “L’Età dell’Angoscia” si sofferma sui profondi cambiamenti che segnarono il III secolo d.C., secolo ritenuto tradizionalmente di “crisi” dell’impero, ma in realtà contenente in luce alcuni dei germogli più fecondi destinati a mutare per sempre le età successive e ad aprire le porte verso la società tardo-antica.

Mostra 6

POTERE E PATHOS. BRONZI DEL MONDO ELLENISTICO

Fino al 21 giugno 2015 Palazzo Strozzi a Firenze è la sede della grande mostra “Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico”, concepita e realizzata in collaborazione con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, la National Gallery of Art di Washington e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. Attraverso eccezionali esempi di statue bronzee, la mostra racconta gli sviluppi artistici dell’età ellenistica (IV-I secolo a.C). La mostra vede riuniti alcuni tra i maggiori capolavori del mondo antico provenienti dai più importanti musei archeologici italiani e internazionali come il British Museum di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York, la Galleria degli Uffizi e il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Museo Archeologico Nazionale di Atene, il Museo Nazionale Georgiano, il Musée du Louvre di Parigi e i Musei Vaticani.


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IBOO SALUTE

di Virginia Maloni, psicoterapeuta

QUELL’ INSOPPORTABILE BRUCIORE ALLO STOMACO! Arriva il periodo estivo, cambiano i cibi, si modifica l’aria che respiriamo, oppure quel fastidioso mal di stomaco ha a che fare con il riposo dalla tecnologia? Avete mai sentito parlare di “stress da tecnologia?” Le nuove tecnologie, lo ripetiamo sempre, hanno messo in contatto le persone in luoghi diversi e ci permettono di aggiornarci in ogni momento della nostra giornata. Ma che succede se stacchiamo per un momento la presa? Forse forse che ci sentiamo in colpa di riposarci? Di rimanere indietro alle notizie? Di non stare sui social come dovremmo? Qual è il prezzo del “rapporto virtuale” con la tecnologia? I social network, che io e tanti altri professionisti utilizziamo in prima persona, causano ansia e disturbi vari ed è per questo che la loro fruizione va monitorata e non presa sotto gamba. Il bisogno di essere sempre “collegato in rete” determina una sensazione particolare, che è quella di non avere sufficientemente tempo per fare tutto e bene. Il nostro cervello è una macchina che non è abituata a viaggiare alla stessa velocità del contesto tecnologico in cui siamo immersi, per cui necessita di un tempo per ragionare, elaborare metabolizzare gli eventi. Questo tempo ci permette di sintetizzare gli eventi, incasellarli, se necessario neutralizzarli, proteggendoci dallo stress. La tecnologia va più veloce della nostra capacità temporale di neutralizzare gli eventi in surplus e spesso, proprio per questo, lo stress ci travolge perché non siamo in grado di riconoscerlo. Lo stress è una risposta che il corpo umano opera di fronte a situazioni nuove e inaspettate, per ricostruire un nuovo equilibrio. Quando lo stress è temporaneo, come succede nelle vicis-

situdini quotidiane comuni a tutti, è “sano”, ma quando diventa permanente, può essere dannoso per la salute ed essere causa di una moltitudine di problemi. Come impegnarci per prevenire tali bruciori di stomaco causati dallo stress? Mettendo in atto, per quello che è possibile, un corretto stile di vita, anche perché il più delle volte non ci accorgiamo che siamo in stress acuto, fino a quando non abbiamo un problema che ce lo ricorda. Il ritmo di

vista è certamente cambiato rispetto al passato, per cui molte volte rimaniamo di fronte al pc durante le ore notturne per ultimare i nostri articoli, i nostri calcoli, le nostre ricerche. Dovremmo sforzarci di organizzare meglio i nostri tempi, qualche volta fare l’esercizio di scollegarci dalla rete per goderci il mondo reale. Provateci, vi accorgerete di quanto sia difficile e di quanto siamo immersi in processi di anestetizzazione tecnologica. Siamo quasi in piena estate, cerchiamo di mangiare sano, dormire meglio e prendere un po’ di sano sole (rispettando gli orari più consoni) che tanto fa bene al nostro umore e ristabilisce il contatto con la natura.



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IBOO BEAUTY

CITYPROOF COLLECTION BY DEMI LOVATO Demi Lovato, grazie alla sua semplicità e alla sua inesauribile voglia di sperimentare le ultime tendenze moda e beauty, interpreta al meglio la mission del brand New York Color, di proporre prodotti di bellezza accessibili e glamour, ispirati allo stile, al colore e ai trends newyorkesi. Una fresca emulsione rimodellante che previene ed attenua il rilassamento dei contorni del viso ed il doppio mento.

ECRAN MULTI-PROTECTION SPF 50 UV Plus Anti-Pollution spf 50. Una potente difesa per il viso con una formula multiprotezione a base di piante, specificamente concepita per preservare la bellezza di tutti i tipi di epidermide, dalla texture incredibilmente fine e trasparente. Per una pelle protetta, che mostra sempre un aspetto luminoso, fresco e giovane.

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CREMA DI SORBETTO IDRATANTE Crema di Sorbetto Idratante con estratto di Fragola della Basilicata. Rinfrescante e tonificante, è quella più indicata per le pelli che necessitano un surplus d’idratazione. Al tatto la pelle è tonica ed elastica, il viso luminoso e fresco.

foto: omar algenii


ISSEY MIYAKE Dal 1995 i profumi Issey Miyake si reinventano ogni estate con una mise diversa. L’Eau d’Issey e L’Eau d’issey pour Homme si adornano di un gioco di colori scintillante e raccontano una fresca emozione olfattiva. Una fragranza floreale fruttata composta da Alberto Morillas (Firmenich).

PHYTOKÉRATINE

EXTREME MASCHERA D’ECCEZIONE Ultra ricca e voluttuosa, con la sua forza riparatrice e nutritiva, avvolge il capello e la fibra capillare istantaneamente senza appesantirla. Una texture unica, un perfetto equilibrio tra generosità e leggerezza.

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IBOO VIAGGI

di Valentina Fiorà

PUGLIA Da Amare

foto: Viaggiareinpuglia.it

Alla scoperta di Brindisi, Gallipoli, Lecce e Salento La città di Brindisi, conosciuta come “Porta d’Oriente”, sorge tra due insenature. Sullo stretto canale che le unisce al mare si affaccia il Castello Rosso. Il suo nome deriva dalla tipica colorazione delle pietre in carparo, in particolare al tramonto. Sul canale di Ponente dell’area portuale si trova il Castello Svevo, sede di importanti manifestazioni culturali. È il castello più antico ed importante della città. Fu voluto nel 1227 da Federico II come residenza fortificata. L’offerta turistica della costa brindisina offre splendide spiagge sabbiose bagnate dalle acque trasparenti del Mar Adriatico, nel quale si intravede la vegetazione dei fondali. Il clima mite permette di prolungare le vacanze estive. Di grande valore artistico è il tempio di San Giovanni al Sepolcro, con il portale marmoreo finemente decorato e la Cattedrale, dedicata alla Visitazione e a San Giovanni Battista e consacrata da papa Urbano II nel 1089. Le Colonne romane o del porto sono da sempre il simbolo della città. Celebravano probabilmente un monumento alla vittoria in occasione della partenza o del ritorno via mare di una spedizione militare. Solo una delle due colonne gemelle originarie è ancora integra. Il centro storico di Carovigno, situato a nord di Brindisi, ospita il quattrocentesco castello Dentice di Frasso. Il castello sovrasta tutte le abitazioni circostanti dominando il territorio, ma è poco visibile dalla costa. Della prima edificazione, risalente alla dominazione normanna, rimane solo una torre quadrata a sud verso il borgo antico. Tra il 1300 e il 1400 sono stati effettuati interventi di modifica alla struttura originaria. Il castello si presenta come un complesso di edifici, con mulino, stalle, una corte, una sala di rappresentanza ed una torre. La particolarità del castello è la pianta triangolare: ai tre vertici corrispondono tre torri angolari, collegate tra loro da forti cortine murarie alte quanto le torri stesse. I sotterranei del castello sono rimasti originali, mentre i piani superiori furono modificati più volte fino al 1906 per opera

della famiglia Dentice, discendenti dei feudatari di Carovigno. Gallipoli, la perla dello Ionio, era originariamente chiamata dai greci “Kale Polis”, “Bella Città”. È stata, infatti, una colonia della Magna Grecia. Tra i monumenti da visitare c’è il Castello, teatro di battaglie per oltre quindici secoli nel quale si sono scontrati Normanni, Aragonesi, Veneziani e altre civiltà del Mediterraneo. Svetta la torre normanna con le tracce del suo ponte levatoio, all’interno vi affascinerà la cappella con gli affreschi. La Cattedrale di Sant’Agata, di epoca barocca, è una delle chiese più importanti e si trova nel cuore della città. Custodisce le reliquie di alcuni santi, tra le quali quelle di San Fausto. Il porto di Gallipoli oggi ha perso la sua centralità e la funzione commerciale che aveva un tempo, ma è un importante scalo turistico difeso dalle mareggiate dal Molo Tramontana e dal Molo Foraneo. L’area portuale accoglie celebri eventi, concerti e il Premio Barocco. Il patrimonio artistico e monumentale di Lecce è ricco e di grande prestigio. Al periodo romano, II sec. d. C., risalgono numerosi monumenti e opere d’arte, tra i quali l’Anfiteatro romano in piazza Sant’Oronzo e il Teatro romano, la Colonna di Sant’Oronzo, una delle due colonne terminali della Via Appia, portata da Brindisi nel 1666. Le opere monumentali più note sono del periodo barocco e sono state costruite con la pietra leccese, facilmente lavorabile e dai colori caldi. L’intera città è quasi completamente decorata con questo stile, che ha acquisito la denominazione di Barocco Leccese: i balconi e le terrazze delle abitazioni private sono decorate con splendidi ornamenti. I simboli dell’arte barocca leccese sono il complesso monumentale di piazza del Duomo, con la Cattedrale e il campanile alto 70 metri, la Basilica di Santa Croce, la chiesa di Sant’Irene e la chiesa di San Matteo. Tra i palazzi degni di nota ricordiamo Palazzo Carafa, sede del comune di Lecce, i palazzi di Piazza Falconieri e il Museo Provinciale, ricco di notevoli reperti archeologici. Oltre al centro storico di Lecce, anche la moderna parte della città offre bellezze artistiche e negozi eleganti. Il Salento offre spiagge bellissime lambite da due mari. Le marine di Lecce, quelle di Melendugno e il comprensorio di Otranto sono bagnate dal Mar Adriatico. Il Mar Ionio tocca le sponde delle Maldive del Salento, le marine di Salve e la Costa di Ugento. Oltre la Baia Verde di Gallipoli si trovano le marine di Nardò, la spiaggia bianca di Sant’Isidoro e il Porto Cesareo, fino ai confini della provincia di Taranto. Le gite in barca sono perfette per visitare le numerose grotte del Salento: le grotte di Santa Cesarea Terme con le sorgenti sulfuree, le grotte di Castro marina, di Santa Maria di Leuca, le grotte di Marina di Novaglie e le grotte a Porto Badisco. Di particolare interesse è il fenomeno del tarantismo e della tradizionale musica della pizzica. Nel passato serviva come rito di guarigione per le tarantate, le donne che credevano di essere state morse dalla tarantola, quando nella stagione primaverile ed estiva si recavano nei campi per il raccolto. Per guarirle dallo stato di choc generato dal morso, le donne danzavano al ritmo di


perfetta per una vacanza a contatto con la natura perché offre una splendida costa lambita da acque cristalline e scorci naturali irripetibili. Alcune delle meravigliose spiagge sono la Plancia, che si affaccia sul Canale di Otranto, la Staffa, la suggestiva insenatura a pochi chilometri dalla città, la Grotta Monaca e la Baia dei Turchi. La spiaggia degli Alimini offre laghi da scoprire ed emozionanti escursioni, Frassanito è teatro di regate surfisti. Nel parco naturale regionale “Costa Otranto S. M. di Leuca e Bosco di Tricase” è custodito un patrimonio naturalistico di inestimabile valore. Il dominio dei Bizantini hanno lasciato tracce significative nella città. Nelle Cripte Bizantine si svolgevano celebrazioni e riti greci; le più importanti sono

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questa particolare musica intonata dai suonatori di tamburello, flauto e fisarmonica. Oggi la Pizzica è suonata da musicisti del Salento e non solo. Il Festival della Notte della Taranta porta gli appassionati a ballare nelle piazze dei paesi della Grecia salentina. A fine agosto oltre 100.000 persone giungono ogni anno per il Concertone finale nel piccolo comune griko di Melpignano, nella provincia di Lecce. Otranto è la città più orientale d’Italia e si erge sulla sponda del Canale d’Otranto. È

quelle di San Nicola, Sant’Angelo e San Giovanni, nella parte vecchia di Otranto. La Cattedrale, che racchiude elementi bizantini, romanici e gotici, contiene uno dei mosaici pavimentali più grandi d’Europa. Oltre 600.000 pezzi di composizione calcarea raffigurano “l’Albero della Vita”, ricoprendo tutta la navata principale. Dell’Abbazia di San Nicola di Casole, centro della cultura greca nel Salento, oggi si possono visitare le rovine, poiché venne distrutta durante l’assedio dei Turchi. Porto cesareo si trova nella parte orientale del Golfo di Taranto. Anticamente era chiamata “Sasinae Portus”. La costa è composta da promotori, isolotti e scogli e si articola in baie e lagune con immense distese di sabbia dorata, alternate a tratti di scogliere basse. Il Mar Ionio è collegato all’entroterra attraverso piccoli canali. Si possono effettuare escursioni subacquee ed ammirare le formazioni coralline e gli esemplari arborei della macchia mediterranea, definiti tra i più belli d’Italia ed inseriti negli habitat prioritari dell’U.E. Alcune delle torri costiere di avvistamento, patrimonio storico e culturale del territorio, sono visitabili e permettono di ammirare stupendi scenari. Porto Cesareo è sede dell’Area Marina Protetta e della “Riserva Naturale Orientata Palude del Conte e Duna Costiera”. Si colloca al terzo posto tra le aree marine più grandi d’Italia con i suoi 16.500 ettari circa di su-

foto: Credit Samuel

perficie. Nel fondale marino esistono tre habitat differenti, popolati da vaste praterie di “Posidonia Oceanica”, da uno strato “Coralligeno” e dall’ambiente di grotta. La penisola salentina, infatti, ha origine carsica, pertanto si sono formate molte grotte sommerse in questa zona, soprattutto nella parte a nord, vicino alla fascia costiera di Torre Lapillo. In queste caverne marine possono convivere elementi di natura differente, come pesci e crostacei che di solito vivono a temperature e pressioni specifiche di ambienti più superficiali.





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