Iboo Magazine - Novembre 2014

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n° 37 Novembre 2014 periodico free press

DESIGN

Olanda tra design e architettura

MUSIC

David Guetta e il suo nuovo album “Listen”

PEOPLE

ph by Julia Fullerton Batten

Esther Elisha al cinema nei panni di Norah

EVA GREEN


L’UNIONE FA IMPRESA Ecco il nuovo piano di rilancio del Val Vibrata Village

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l difficile momento dell’economia e della finanza ha portato molte attività commerciali in una situazione di forte sofferenza. Infatti il flusso dei potenziali clienti si è concentrato sempre più in aree commerciali aggregate dedicate allo shopping e al tempo libero. In questa situazione, comune a molte zone d’Italia, è stato necessario creare una nuova opportunità che si affiancasse ai tradizionali centri commerciali e che potesse fornire un valore aggiunto al cliente, ormai assuefatto dalle offerte di sconti e sempre più in difficoltà nella selezione e nella valutazione della qualità del prodotto. Design, Turismo, Cultura, Artigianato, Enogastronomia, Intrattenimento, Arte e naturalmente Shopping sono le parole chiave intorno alle quali è stato sviluppato il progetto di rilancio del nuovo Val Vibrata Village. DOVE SI TROVA IL VAL VIBRATA VILLAGE ? Il Val Vibrata Village si trova in posizione strategica, al centro di un’area commerciale molto importante, a soli 500 m dall’uscita A14 Val Vibrata e ad un crocevia di strade che portano verso gli importanti comuni del territorio sia montano che costiero. E’

circondato da attraenti destinazioni commerciali come il Centro Commerciale Val Vibrata (IPER), Brico, Pittarello e da innumerevoli outlet e spacci di piccole imprese locali. I dati indicano oltre 1,5 Milioni di abitanti nell’arco di 60 minuti di auto con circa 700.000 famiglie. Questi numeri non tengono conto del turismo stagionale che raddoppia le presenze sul territorio ed infatti la rotonda di accesso al Val Vibrata Village viene percorsa da circa 4 milioni di auto l’anno. LA STRUTTURA Il Val Vibrata Village ha una superficie di vendita di 10.000 mq e 6.250,00 mq di para-commerciale e magazzini. La struttura si presenta con un’area totale parcheggi di 28.458 mq che consentono di proporre al cliente circa 1000 parcheggi al coperto. Strutturato in circa 50 esercizi commerciali offre tutte le facilities necessarie a farne un luogo ideale per questo tipo di attività. LA PECULIARITÀ La peculiarità di un Centro Commerciale nasce dalla proposta di prodotti e servizi. Nel caso di Val Vibrata Village le priorità sono legate al rapporto qualità/prez-

zo con una forte focalizzazione sul design, sull’artigianalità e sull’innovazione. Nel momento di massimo sviluppo dell’economia globale, il Centro rappresenta un modo per coniugare le tradizioni all’innovazione nel settore retail. Val Vibrata Village apre le sua attività in relazione a 5 diverse tematiche di interesse: • DESIGN: arredi e complementi d’arredo delle migliori marche per la casa • MODA/FASHION: Capi di abbigliamento ed accessori delle migliori marche del made in Italy ma non solo • ENOGASTRONOMIA: l’eccellenza del territorio • RISTORAZIONE: ristoranti multietnici e intrattenimenti vari • TURISMO: accoglienza dedicata al cliente/turista a supporto della destagionalizzazione I NEGOZI PRESENTI Oggi sono già presenti alcune attività commerciali che hanno creduto nel progetto e si sono proposte per far tornare a vivere un luogo straordinario, capace di essere trasformato in una “destination” per tutta l’area adriatica per la qualità del prodotto e l’ unicità dei negozi. Val Vibrata Village propone una formula innovativa che raduna importanti eccellenze italiane.


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CREARE LE CONDIZIONI PER IL RILANCIO DI INIZIATIVE LOCALI E REGIONALI È ARGOMENTO DI DISCUSSIONE DEL QUOTIDIANO. Con più di 70 marchi si può trovare tutto il meglio del design italiano con prezzi ridotti, con ulteriori riduzioni durante i saldi estivi e invernali. Val Vibrata Village si inserisce all’interno di format distributivi evoluti, che arricchisce il tempo dedicato all’acquisto con esperienze coinvolgenti e servizi accurati. Una struttura articolata con negozi multisettoriali per offrire ai clienti un percorso emozionale di grande impatto.

LO SPAZIO AI PRODUTTORI LOCALI La sfida è anche quella di promuovere il territorio con l’offerta di prodotti innovativi, di tradizione e di qualità nel segmento dell’arredamento, della moda e dell’ enogastronomia. Saranno create iniziative commerciali importanti che, inserite in percorsi turistici, potranno dare il giusto elemento di attrazione di un flusso potenziale assolutamente rilevante. Un particolare attenzione viene data al Km ZERO su più fronti, alla

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disintermediazione (dal produttore al consumatore), alla comunicazione basata su strumenti innovativi e alla valorizzazione del rapporto speciale e personale con il cliente. Collaborazione con le istituzioni per la promozione del turismo Infine Val Vibrata Village offrirà un Info point che si porrà come ufficio turistico del territorio in piena collaborazione con le istituzioni, con le DMC e con le associazioni locali.

NUOVE APERTURE KING SUSHI RESTAURANT

THE PLACE LATIN CLUB


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EVA GREEN POSA PER CAMPARI IL BELLO DI PECHINO EXPRESS INTERVISTA DOPPIA A CAGNOTTO E PICCININI

ESTHER ELISHA ATTRICE DI SUCCESSO COME FARE PRODOTTI FAI DA TE IL NUOVO ALBUM DI DAVID GUETTA THE FASHION COFFEE LINA’S HAIR CARTOLINE DA BERLINO MODA E ARTE SI INCONTRANO IL MONDO IN PILLOLE VACANZE A CORTINA L’INNOVATIVA ROTTERDAM L’OLANDA DEL FUTURO LA MANIA DEL PRE-DICIOTTESIMO


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IBOOmagazine

EDITORIALE La pazienza è la virtù dei forti

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gni tanto mi viene in mente questa frase quando qualcosa non funziona o diventa difficile da gestire. Avere pazienza in questo momento in Italia con tutti questi problemi economici e disastri climatici non è cosa facile. Sono pochissime oggi le persone che riescono ad avere una giusta dose di pazienza che è il perfetto compromesso fra stimolo e risposta. La pazienza è la capacità di insistere laddove tutti rinunciano, superando critiche e intolleranze. La vera maturità si raggiunge solo con la pazienza perché al contrario, l’impazienza ci priva di tutto.

VIRGINIA CIMINA’ DIRETTORE RESPONSABILE Virginia Ciminà HANNO COLLABORATO Lorena Cacace Martina Di Donato Chiara Gallo Francesca Lori Virginia Maloni Riccardo Sada EDITORE Diamond Media Group s.r.l. Via C. Levi, 1 Sant’Omero (TE) Tel. 0861 887405 redazione@diamondgroup.it IBOO MAGAZINE È una testata registrata presso il Tribunale di Teramo al n.546 del 08/11/2005 GRAFICA Diamond Media Group s.r.l. STAMPA Arti Grafiche Picene s.r.l. PUBBLICITA’ info@diamondgroup.it SITO WEB www.iboomagazine.com FACEBOOK Iboo Magazine Italia RESPONSABILE TRATTAMENTO DATI Dlgs 196/03 Virginia Ciminà Riservato ogni diritto e uso. Vietata la riproduzione anche parziale


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EVA GREEN LA MUSA DEL 2015

La natura iconica, classica ed elegante di Campari si fonde alla mise mozzafiato dell’attrice, testimonial in passato di stilisti come Vivienne Westwood, Versace, Alaia e Christian Louboutin. Sarà un anno rosso fiammante. E coinvolgente RICCARDO SADA


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fan del calendario Campari sono accontentati: il viaggio senza tempo all’insegna del motto “Mythology Mixology” annoverano ora nella sedicesima edizione del prestigioso sfogliabile da muro qualcosa che va oltre la collezione. La protagonista assoluta del 2015 è l’attrice francese Eva Green a cui è stata dedicata una celebrazione unica e intrigante. Gli scatti di quest’anno infondono un’aria e un’atmosfera oniriche, raffigurano infatti in modo fantasioso aneddoti, racconti e curiosità celati dietro alle singole ricette. Dallo storico Negroni, creato dall’omonimo Conte Camillo in persona nel lontano 1919, sino al moderno Campari Orange Passion, rivisitazione in chiave contemporanea del classico in versione Orange, il Calendario esplora e celebra le ricette che hanno saputo resistere al tempo e sono tuttora tra i cocktail aperitivo più amati. Tra gli altri racconti spiccano l’invenzione dell’Americano nel 1933, che si dice sia stato chiamato così in onore di Primo Carnera, primo pugile italiano ad aver vinto

il titolo mondiale dei pesi massimi a New York, e del Campari & Soda, il cocktail più gettonato al Bar Camparino, aperto da Davide Campari in persona. Il locale si appresta a celebrare il suo centenario nel 2015 e questo cocktail al contempo semplice e sontuoso è ancora molto apprezzato, proprio come lo era quando il bar aprì i battenti un secolo fa. Eva Green incarna la natura di Campari in una serie di mise mozzafiato create da stilisti di punta quali Vivienne Westwood, Versace, Alaia e Christian Louboutin per citarne solo alcuni. Eva Green ha commentato il suo ruolo da eroina del Calendario Campari 2015: “Per me questo progetto non è solo la realizzazione del Calendario, ma coincide con il raccontare una serie di storie in modo onirico, creativo e bellissimo. Siamo fieri di aver centrato in pieno l’obiettivo. Le sto-


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rie di quest’anno sono più vicine al cuore di Campari come mai prima d’ora e personalmente sono molto onorata di averne fatto parte. Il Calendario 2015 è un vero e proprio vademecum del brand Campari e vedere tutte le storie raccolte in un’unica collezione è la riprova che l’età delle ricette non conta e che ci sarà sempre un posto d’onore riservato a Campari nel futuro”. Gli scatti del Calendario sono firmati Julia Fullerton-Batten, celebre fotografa d’arte acclamata in tutto il mondo e prima donna a capo del progetto Calendario Campari. La sua cifra distintiva, che si caratterizza per l’utilizzo della luce cinematografica e di ambientazioni altamente creative, aiuta a raccontare queste storie e a cogliere visivamente un accenno di atemporalità, “fil rouge” del tema Mythology Mixology di quest’anno. Grazie a un perfetto connubio tra una visione perspicace e un approccio peculiare, Julia dà vita a ogni storia speciale che si cela dietro i cocktail classici Campari in modo artistico e contemporaneo. In merito al suo coinvolgimento nel progetto Calendario Campari 2015, Julia Fullerton-Batten ha commentato: “Sono stata onorata di aver avuto la possibilità di realizzare gli scatti del Calendario Campari 2015 con Eva Green come protagonista. Quello che più ho apprezzato del tema di quest’anno è stata la flessibilità, che mi ha permesso di esprimermi al meglio come fotografa. Il mio lavoro consiste nel raccontare storie, quindi ho avuto molto a cuore questo progetto. Giocando con la storia, abbiamo valorizzato il suo animo contemporaneo, mostrando l’atemporalità del marchio Campari. Spero che agli altri piaccia tanto quanto a me”. Bob Kunze-Concewitz, amministratore delegato del

Eva Green fotografo presentazione Lisa Snowdon fotografo calendario backstage Francesco Pizzo fotografo calendario Julia Fullerton Batten


Gruppo Campari, ha spiegato: “Il Calendario Campari di quest’anno si caratterizza per un forte legame con il marchio, poiché è concepito appositamente per celebrarlo. Il tema, Mythology Mixology, persegue l’obiettivo di esplorare la personalità del marchio Campari a trecentosessanta gradi, dal passato al presente verso il futuro. Gli amanti del brand sono portati a intraprendere un viaggio eccitante ed intrigante dove non guardiamo soltanto alla nostra storia, ma proiettiamo anche il marchio verso il futuro, immaginando al contempo dove ci condurrà la nostra fantastica avventura. Negli scatti di quest’anno Eva Green incarna tutta la passione di Campari, raggiungendo un equilibrio perfetto tra bellezza classica e allure moderna e contemporanea che riflette la versatilità del brand stesso”. DISTRIBUITO AGLI AMICI (DI CAMPARI) Il Calendario Campari, stampato in sole 9.999 copie, non sarà in vendita, ma verrà distribuito agli amici di Campari in tutto il mondo. Gli amanti del brand Campari sono coinvolti nel making-of del Calendario, poiché le immagini del back stage saranno sfogliabili sulle piattaforme di social media del marchio: qui Eva guiderà i fan attraverso un mondo virtuale all’insegna della mixology. L’attivazione sociale per il lancio del Calendario di quest’anno è curata dall’ufficio di Milano della conversation agency We Are Social. Il tema del Calendario, “Mythology Mixology”, è stato sviluppato dall’agenzia pubblicitaria Leo Burnett di Milano. Alessandro Antonini, Executive Creative Director, Andrea Marzagalli e Bruno Vohwinkel, entrambi Associate Creative Director, hanno lavorato fianco a fianco con la fotografa Julia Fullerton-Batten per la realizzazione del progetto. La produzione è stata affidata a L&A Artist di Milano, con il supporto di Film Positive Budapest sul set. CAMPARI FESTEGGIA I 16 ANNI DELL’ICONICO CALENDARIO Il viaggio del celebre Calendario Campari comincia nel 2000. L’inizio del nuovo millennio segna la nascita del Calendario, che sarebbe diventato un mezzo di comunicazione illustre per il marchio. Raffinatezza passionale è il fil rouge, il filo conduttore che percorre ogni edizione del Calendario Campari, ognuna delle quali è unica nel suo genere. Ogni anno, infatti, il tema creativo, la scelta della star e il trattamento artistico delle immagini da parte del fotografo danno congiuntamente vita all’essenza del marchio. Eva Green fotografo presentazione Lisa Snowdon fotografo calendario backstage Francesco Pizzo fotografo calendario Julia Fullerton Batten



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PEOPLE

UN MODELLO TUTTOFARE

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ato a Tel Aviv da madre italo-argentina e padre olandese, Michael Lewis parla fluentemente diverse lingue tra cui l’italiano. Qui lo conosciamo grazie alla sua partecipazione come concorrente, insieme all’amico Luca Betti, del reality Pechino Express. Con Iboo Magazine abbiamo cercato di scoprire qualcosa in più sul suo passato e sul suo futuro.

Michael Lewis, classe 1987, non ha mai imparato a starsene con le mani in mano. Nuotatore, modello, attore, istruttore di Krav Maga, ballerino e molto altro ancora. Ovviamente, bello da morire, ha sempre saputo farsi notare ed emergere CHIARA GALLO

Parlaci un po’ di te. Quali sono stati i tuoi studi e come hai deciso di intraprendere la carriera di modello? Non sono mai stato uno studente modello, non riuscivo a stare fermo e a concentrarmi, dovevo essere sempre in movimento. L’ unica soluzione era praticare sport, così trascorrevo più tempo ad allenarmi che a studiare. Sono arrivato anche a un buon livello, sia nel nuoto che nel basket. Pensavo che lo sport sarebbe stato la mia vita e la mia carriera, ma a causa di alcuni problemi di salute ho dovuto abbandonarlo a livello professionale. In ogni caso non ho mai mollato, continuo a praticare diverse attività fisiche, anche ogni giorno se è possibile. Nel mondo della moda e della televisione sono entrato davvero per caso. Mi hanno fermato per strada chiedendomi se volevo fare un casting per uno spot pubblicitario e incuriosito ho deciso di provare. Dopo quel provino ne sono arrivati tanti altri e successivamente ho avuto l’opportunità di intraprendere la carriera di attore. Mi sono appassionato e ho così cominciato a studiare anche recitazione.

In Italia ti conosciamo principalmente per la tua partecipazione al reality Pechino Express. A livello di televisione quali sono state altre tue esperienze? E a livello teatrale? In effetti Pechino è stata la mia prima apparizione in Italia. Sono un “novellino” qui. Fino ora ho recitato in televisione e per l’appunto anche in teatro, principalmente in Israele. Ho cominciato a girare il mondo come modello e, al tal proposito, negli ultimi tre anni ho vissuto a New York, dove sono stato scelto per la campagna di Armani dedicata alle prossimi olimpiadi. Dallo shooting ne sono uscite foto davvero di ottima qualità. Adesso sono in Germania, la settimana prossima in Israele e quella dopo tornerò in Italia. Mi piacerebbe potermi fermare un po’ qui per aver l’opportunità di costruire la mia carriera. Mi trovo benissimo nel vostro paese, costantemente circondato da paesaggi, architettura, belle persone e buon cibo, tutto perfetto! Nella recitazione più in generale quali sono i ruoli in cui reputi di esserti calato meglio? In Israele normalmente spopolano le commedie e i drammi. Il Cinema non è allo stesso livello di quello italiano, siete molto più all’avanguardia su questo fronte. Diciamo che quello che ho fatto fin’ora andava bene come inizio, devo imparare ancora molto e sono pronto a fare parecchi sacrifici. Mi piacerebbe un giorno poter realizzare un film d’azione. Come dicevo sono uno sportivo, faccio parkour e sono anche istruttore civile di Krav Maga, quindi un ruolo di quel genere per me sarebbe perfetto!


So che qualche anno fa hai cominciato a scrivere online raccontando della tua vita e del tuo lavoro. Tra le tante attività che pratichi ci sarà anche la scrittura in futuro? È vero, io scrivo e leggo sempre. Infatti o sono in pantaloncini ad allenarmi oppure sono con un libro aperto in mano e se mi capita anche con carta e penna. Appena ho iniziato a fare il modello l’editor di una rivista mi ha chiesto se volevo scrivere su un blog parlando della mia vita quotidiana, del mio lavoro da modello, degli allenamenti, non pensavo ma condividendo cose semplici che mi accadevano tutti i giorni ho riscosso molto successo, arrivando in pochissimo tempo a 300 followers. Era tanto tempo fa, adesso non lo faccio più, è un lavoro che preferisco lasciare ai blogger professionisti, veri maestri nel digital marketing e nella comunicazione. Vorrei avere la pazienza e la cura che hanno loro per ogni post. Ora, se mi vedete usare un filtro nelle foto probabilmente è stato un mio amico che ci ha messo le mani! Pechino Express, qual è la cosa che ti è rimasta più impressa? L’esperienza di Pechino Express è davvero difficile da descrivere a parole, è indimenticabile, unica. L’energia che ho accumulato durante questo viaggio è qualcosa che non ho mai sentito prima. Se potessi tornare indietro lo rifarei anche ora. È pazzesco vedere e capire quanto poco ser-

va a noi uomini per essere felici, il fatto è che troppo spesso non ce ne rendiamo conto. Vorrei poter spiegare i volti e gli sguardi della gente che ho incontrato, indescrivibili. Detto da chi ci è cresciuto, com’è vivere a Tel Aviv? Qual è la cosa che più ti manca del tuo paese? Quando sono lontano mi manca molto il mare e il clima! Per fortuna ultimamente trascorro molto tempo lì. Certo, abbiamo sempre mille problemi come la guerra, ma l’Israele è una terra stupenda ricca di posti meravigliosi da visitare.

Per un certo periodo hai vissuto a New York, come mai questa scelta? Ho vissuto lì per 3 anni. Lì avevo una fidanzata. Non ci credeva nessuno, ma ho mollato tutto compresa la mia carriera in Israele e mi sono trasferito. Adesso viaggio in continuazione, ma credo che potrei considerare l’idea di vivere tra Israele e Italia, anche se non escludo di ritornare in America. Essendo madrelingua inglese è leggermente più semplice lì. New York mi piace molto, è tutto diverso, particolare, unico, nonostante il freddo! Progetti per il prossimo futuro che vuoi rivelarci? Ho sempre mille idee e tanti progetti. Al momento vorrei aprire una palestra a Tel Aviv dove le persone che amano parkour, crossfit, e arti marziali possano allenarsi. Diciamo che questo, in realtà, non riguarda il mondo dello spettacolo, ma è più una questione personale. Oltre a ciò, devo ancora migliorare l’italiano e studiare recitazione. Sono molti gli aspetti su cui voglio lavorare. Nulla viene dato o regalato, devi impegnarti sempre per migliorare te stesso e apprendere le conoscenze che ti mancano. Nel frattempo continuerò a fare il modello. Amo questo lavoro perché mi permette di vedere il mondo e, ovviamente, di pagare conti e progetti! http://liorsusana.com/ photo by Lior Susana


CAGNOTTO E PICCININI DUE DONNE SUL PODIO 16

SPORT

Francesca Piccinini, la pallavolista e alzatrice della Nazionale italiana di pallavolo, e Tania Cagnotto, la più grande tuffatrice italiana di tutti i tempi, ci raccontano la loro giornata e come si arriva a volare in alto MARTINA DI DONATO

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rancesca Piccinini e Tania Cagnotto sono due stelle dello sport e un vero vanto per la Nazionale Italiana di pallavolo e di tuffi. Giovani e brave, hanno già fatto incetta di medaglie, entrando nella rosa di atlete che tutto il mondo ci invidia. Non solo talentuose, ma anche di straordinaria bellezza ed eleganza. Le due sportive si dilettano a stare davanti agli obiettivi con grande nonchalance, sono infatti testimonial di vari marchi, tra cui una nuova linea di prodotti biologici Vegetal Progress. Francesca nel 2004 ha posato

per il calendario di Men’s Health, il magazine maschile più apprezzato al mondo, e nel 2010 ha pubblicato la sua autobiografia dal titolo “La melagrana”. Tania, invece, oltre ad essere la prima donna italiana ad aver conquistato una medaglia ai mondiali di tuffo di Montreal, è stata testimonial di uno degli spot della campagna sulla sicurezza stradale “Sulla buona strada”, promossa dal Ministero dei Trasporti e nel 2013 ha posato per la copertina del magazine Playboy Italia. Le abbiamo incontrate per conoscerle più da vicino, facendoci svelare alcuni piccoli segreti. Siete state scelte come testimonial per la campagna pubblicitaria di prodotti biologici, qual è la vostra dieta? Seguite un regime alimentare rigido o

concedete qualche strappo alla regola? F: Bilanciata e organizzata secondo la preparazione atletica, ma ogni tanto uno strappo alla regola va fatto! T: Rigido non direi, cerco di stare attenta e non esagero mai con condimenti e porzioni ma il lato goloso non può mancare. A proposito di cibo, qual è il vostro piatto preferito? F: Tordelli alla massese che fa la mi mamma T: Pizza e canederli tipici del Sudtirol Siete due campionesse plurimedagliate, quali sono le caratteristiche necessarie per poter arrivare così in alto? F: Tanto allenamento, tanto sacrifico ma soprattutto tanta tanta passione. T: Lo spirito di sacrificio è fondamentale, la voglia di raggiunge-


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in anticipo e questo mi permette di riuscire ad organizzarmi, certo il tempo libero non basta mai ma non posso lamentarmi. T: Ho la fortuna di potermi allenare a due passi da casa e questo non è poco, dopodiché basta riuscire a pianificare bene e si riesce ad incastrare i vari impegni. Ci si deve solo abituare.

re i propri obiettivi ed avere la fortuna di avere un gran team intorno altrettanto. Oltre ad essere delle campionesse avete anche bellezza ed eleganza. Questo è mai stato per voi motivo di disagio? F: In passato ho sofferto un po’ per i pregiudizi nei confronti del mio aspetto fisico, diciamo che ho faticato per dimostrare che valevo molto anche sul campo… però sicuramente uno dei lati positivi è stata appunto la doppia soddisfazione ogni volta che arrivavano i risultati. T: Personalmente mai e comunque sono convinta che bellezza ed eleganza non dovrebbero mai essere fonte di disagio o di imbarazzo nel mondo del Sport, ma soprattutto in generale! Anzi… potrebbero essere sicuramente un valore aggiunto. Come riuscite a gestire gli impegni lavorativi con gli impegni personali? F: Fortunatamente gli allenamenti e gli impegni agonistici della squadra sono ben programmati

Ci raccontate la giornata tipo di due campionesse? T: Mi alzo intorno alle 8 per la colazione, alle 9.30 sono in palestra per un’oretta, poi tuffi fino alle 12.15, ora in cui pranzo. Pomeriggio faccio palestra o atletica oppure di nuovo come al mattino. Dipende dai giorni. Nei giorni in cui devo fare sia palestra che atletica, sinceramente mi supporto con gli integratori naturali, comincio ad essere vecchietta per tutti questi allenamenti. F: La sveglia suona più o meno intorno alle 8:00 una buona colazione con l’infuso Karoo poi palestra, dove faccio pesi e riparazione fisica, pranzo e nel pomeriggio di nuovo allenamento: 3 ore di tecnica e gioco. Francesca, sei tornata ad indossare la maglia azzurra con tanto di fascia da capitano. Cosa significa per te essere un team- leader? Quando me l’hanno comunicato sono stata molto contenta ed orgogliosa, significa che quello che ho fatto nella mia carriera è stato riconosciuto ancora una volta e sono felice di poter condividere la mia esperienza sul campo con le più giovani. Tania, come ti prepari ad affrontare la nuova stagione di tuffi? Ricominciando pian piano gli allenamenti dopo un periodo di riposo e scarico muscolare. E’ importante ricominciare ad allenarsi in maniera omogenea e controllata, tenendo sempre conto di quali dovranno essere gli obiettivi da raggiugere. Se non avreste fatto la pallavolista e la tuffatrice, cosa avreste fatto? F: potrà sembrare scontato, ma

penso proprio la pallavolista… era il mio sogno fin da piccola, quando guardavo Mimì e la Nazionale di pallavolo non sognavo altro! Dicevo sempre a mia madre: “io un giorno sfiderò il Giappone!”. T: per me è difficile sinceramente pensare a una vita senza sport, però mi è sempre interessata anche la fisioterapia... quindi magari avrei studiato qualcosa in quell’ambito. Da donne molto in forma cosa consigliate a chi vuole perdere peso ma è un po’ pigro? F: All’inizio è solo questione di abitudine, una volta riusciti vedrete da subito i buoni risultati e troverete facilmente gli stimoli per continuare. T: La pigrizia è dura da sconfiggere, ma credo che spesso si tratti solo di una questione di testa. Riuscire ad uscire dalla solita routine è fondamentale e poi state tranquilli che all’inizio i risultati ed i benefici si vedranno subito.


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La bella attrice italiana torna al cinema nei panni di Norah, protagonista del film Neve di Stefano Incerti: una donna complessa e complicata che rivela, ancora una volta, il suo talento cristallino LORENA CACACE

Esther Elisha

il fascino discreto del talento

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na, due, tre, mille donne: ecco chi è Esther Elisha, attrice italiana tra le più promettenti del nostro cinema. L’ultima fatica è Neve, film di Stefano Incerti in uscita nelle sale l’11 dicembre, dove interpreta Norah, una donna in fuga, forse anche da se stessa. Nata a Brescia da mamma italiana e papà del Benin, Esther vive tra Milano, Parigi e Roma, inseguendo la sua passione per settima arte, senza dimenticare la tv (citiamo le serie “Boris”, il “Commissario De Luca” e la fiction Rai “La Musica Nel Cuore”) e il teatro. Scoperta e lanciata da Guido Lombardi in La-bas, presentato al festival del cinema di Venezia e ispirato alla strage di Castel Volturno, Esther torna sul grande schermo con una storia difficile e dal sapore dolce-a-

maro. L’abbiamo raggiunta per farci raccontare la sua Norah e capire cosa le riserva il futuro. Neve, di Stefano Incerti, racconta la storia dell’incontro tra due solitudini ammantata dal candore della neve. Nel film interpreti Norah, una donna in fuga, gettata da una macchina in corsa e salvata da Donato, co-protagonista del film. Chi è Norah? “Norah è una donna che cerca di essere artefice del suo destino e che quando vede all’orizzonte un’occasione per ricominciare altrove la coglie senza preoccuparsi delle conseguenze e senza pensare a chi potrebbe soffrirne. Credo sia anche una donna in grado di cambiare, suo malgrado, e di imparare dalla generosità di Donato”. Ci sono più affinità o differenze tra te e Norah? Cosa ti ha inse-

gnato portare sullo schermo una donna così complessa? “Credo sia molto lontana da me, forse l’unica cosa che può unirmi al personaggio è la voglia di indipendenza e di essere libera di percorrere la strada che ho scelto”. La solitudine dei protagonisti è amplificata dalla neve, silenziosa eppure carica di significato, una sorta di schermo bianco che porta in primo piano i sentimenti. Anche nel caos della vita di oggi, iperconnessa e metropolitana, uomini e donne sono spesso soli: secondo te da cosa nasce questa solitudine contemporanea? “La sensazione di poter sapere tutto ciò che accade nel mondo in tempo reale e di essere connessi con tutti, con i nostri cari, ma anche con persone che non abbiamo mai visto, non è reale: ci porta a non approfondire e a


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non essere quasi mai nell’istante presente. Camminiamo per strada guardando uno schermo, siamo in compagnia di amici che non vedevamo da tempo parlando al cellulare con altri amici lontani: siamo insieme ma sempre altrove, mai davvero presenti, una follia. Penso che internet possa portare molte cose utili nella nostra vita e già l’ha fatto, ma siamo ancora troppo inesperti e superficiali per gestirlo e non subirlo.”

Eppure i problemi legati all’immigrazione e all’integrazione riempiono le pagine dei giornali. Hai mai avuto problemi o limitazioni nella tua carriera legati alla doppia origine? “Posso dire di avere avuto delle limitazioni nei ruoli, ma è anche vero il contrario: proprio grazie alle mie origini, sono la persona che sono. Saper vedere le molteplici sfaccettature della realtà mi ha portato a incontrare registi

Il film è stato girato in diciotto giorni, in Abruzzo, a basso budget, tra la neve e il freddo. Cosa ti ha lasciato questa esperienza? “Molte cose preziose. L’aver girato il mio primo film da protagonista in condizioni molto difficili mi ha messa davanti ai miei limiti e oggi credo di essere molto maturata anche grazie a quelle difficoltà. Collaborare con Roberto De Francesco è stato molto bello, abbiamo un approccio simile al lavoro e da Incerti credo di voler rubare la tenacia di cui è capace.” Tra le donne che hai portato sul grande schermo quale ti è rimasta più impressa e perché? “Sono due: Suad di Là-bas, anche perché sono molto affezionata al film e all’esperienza che ha rappresentato per tutti noi che abbiamo partecipato al progetto, e sicuramente Norah di Neve. Sono grata sia a Lombardi che a Incerti: per un attore lavorare con registi che hanno fiducia in te è fondamentale. Ho capito anche che è fondamentale per noi attori fidarci di loro.” Come nasce la tua passione per la recitazione? “Da bambina, non sapendo cantare ho optato per la recitazione! L’essere umano è la mia più grande curiosità e ho scelto di indagarlo in questo modo.” Madre bresciana e padre del Benin: una storia d’amore che supera i confini geografici e che rappresenta una nuova Italia, multiculturale e aperta al mondo.

“Adorerei partecipare a un film d’azione. Dover imparare cose che non so fare è sempre un grande stimolo, perciò confrontarmi con un lavoro di preparazione fisico mi piacerebbe molto. Più di tutto però vorrei interpretare un altro ruolo femminile che non sia subordinato al ruolo maschile. Troppo spesso nel nostro cinema i personaggi davvero interessanti sono scritti per gli uomini: siamo le fidanzate, mogli, amanti, prostitute, donne che non sono artefici del proprio destino ma sempre di contorno all’eroe che combatte la sua battaglia.” In Take-Five sei tornata a lavorare con Guido Lombardi, il regista che ti ha lanciata in Là-Bas. Come è stato ritrovarsi? “Bello. Non dover costruire un rapporto di fiducia ma potersi appoggiare su quello già esistente ha reso il processo molto più semplice.” C’è un’attrice a cui sei particolarmente legata, che vedi come ispirazione? Se sì, chi è e perché? “Meryl Streep, perché ha un approccio carnale, sensuale e sorprendente ai suoi personaggi.”

curiosi e a partecipare a progetti interessanti.” Teatro, televisione e cinema: nel corso della tua carriera hai solcato diversi palcoscenici. Quale preferisci e perché? “A fare la differenza, sempre, è la qualità del progetto, ma devo dire che sia come spettatrice che come interprete il mio amore è per il cinema, perché è il codice che sento più vicino, con cui sono cresciuta e che rappresenta per me la più grande sfida.” C’è un ruolo che ti piacerebbe interpretare in futuro?

C’è invece in regista con cui vorresti lavorare? “Xavier Dolan, (autore tra gli altri di Tom à la ferme e Mommy n.d.r) scrive ruoli incredibili per le donne di tutte le età.” L’Italia vive un momento difficile, in cui i giovani e soprattutto le donne faticano a trovare il loro posto nella società. La tua esperienza però insegna che il talento viene sempre premiato, anche in un settore difficile come è il mondo del cinema. Cosa ti senti di consigliare a chi vuole intraprendere questa strada? “Grazie, anche se mi sento tutt’altro che arrivata! Credo che il coraggio sia la chiave di tutto, a cui bisogna aggiungere dedizione, curiosità e passione. Bisogna studiare, confrontarsi con gli altri e mettersi in discussione, sempre”.


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WONDER’FULL MASCARA La super gamma dei prodotti cosmetici Rimmel traduce costantemente il look di Londra in nuove sfumature, nuovi prodotti, nuovi packaging e pubblicità. Sono anche facili da utilizzare, versatili e accessibili, ideati per incoraggiare la sperimentazione e l’espressione personale.

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SMALTI METALLICS OPI La gamma di smalti OPI offre 85 tonalità di colore, ognuna dal nome davvero creativo e speciale: un vero accessorio da indossare.


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VITA DA BLOGGER

La giovane blogger dà consigli su come preparare cosmetici naturali, oli essenziali, rimedi naturali e ci svela quali sono gli ingredienti nocivi per la nostra pelle FRANCESCA LORI

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artina Rodini ha 25 anni ed è una naturopata. In fissa con tutto ciò che è naturale, dai cosmetici alla cucina, è riuscita a trasformare questa sua passione in un vero e proprio lavoro. La vediamo in tv a “detto Fatto”, programma in onda su Rai2 dove prepara prodotti naturali cosmetici low cost. Chi è il naturopata e come si diventa naturopata? Il naturopata è un professionista che si occupa di migliorare naturalmente la qualità della vita e del benessere psicofisico delle persone attraverso l’impiego di tecniche dolci, naturali. Considerando le abitudini di vita della persona, le sue esigenze, i suoi bisogni, il suo stile di vita e la sua alimentazione si attiva per stimolare nelle persone la loro capacità di auto guarigione.

Il naturopata non è un medico, quindi non prescrive farmaci e non fa diagnosi, bensì fornisce una consulenza basata sull’educazione all’alimentazione naturale e ad uno stile di vita sano, all’utilizzo di integratori fito-nutrizionali e quindi gioca un ruolo molto importante nel campo della prevenzione. Quali sono gli strumenti di lavoro di un naturopata? Ogni naturopata ha i propri strumenti di lavoro, chiamiamoli così. Io per esempio a seguito di un colloquio conoscitivo realizzerò assieme alla persona un programma personalizzato che la faccia sentire bene e migliori la sua salute. Durante il colloquio si affrontano insieme argomenti importanti come i rimedi naturali, l’alimentazione, le sue abitudini di vita e creiamo poi un programma personalizzato finalizzato a migliorare la qualità della sua salute e della sua vita. Non prescrivo farmaci o cure ri-

volti ad agire su una patologia, bensì cerco di stimolare la capacità di autoguarigione delle persone affinché raggiungano una condizione di benessere e salute, con l’impiego di alcuni tra questi rimedi: - AROMATERAPIA (oli essenziali) - INDICAZIONI ALIMENTARI - FITOPREPARATI E OLIGOELEMENTI. - TEST delle INTOLLERANZE ALIMENTARE su 600 ALIMENTI (mediante prelievo di un centimetro di capelli) Nel tuo blog “il mio angolo alchemico” dai consigli su come preparare cosmetici naturali, oli essenziali, rimedi, impacchi per capelli, cosa ti ha spinto ad appassionarti a questo settore? Sono appassionata di cosmetici naturali ed oli essenziali, cucina naturale e rimedi naturali da sempre. Il mio blog è nato per condividere queste mie passioni e le mie esperienze con chiun-


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que voglia farlo con me. Ho iniziato ad interessarmi agli ingredienti che compongono creme e cosmetici quando, da piccola, ho scoperto di avere la pelle molto sensibile: utilizzavo creme in vendita in alcune profumerie, ricche di sostanze chimiche come petrolati, siliconi e paraffine, ma mi seccavano molto la pelle e provocavano fastidiosi rossori. Allora mi sono messa a studiare in internet, su libri medici e consultando esperti in campo cosmetico per capire che cosa spalmavo sulla mia pelle ogni giorno e quali fossero gli ingredienti più dannosi e da evitare. La passione di realizzarli in casa, con le mie mani è nata così e i benefici sono moltissimi: è più conveniente, semplice e davvero divertente. In più so esattamente cosa metto sulla mia pelle e in base alle mie esigenze utilizzo diversi tipi di oli o altri principi attivi. Tutti le ricette che propongo sono state provate da me con risultati positivi. Ti sono ancora d’aiuto i famosi rimedi della nonna? Certamente! Ogni volta che ne ho bisogno ricorro ai famosi ed utilissimi rimedi della nonna. Rimangono sempre i più semplici ed efficaci! In questo periodo in cui l’arrivo del freddo porta con sé anche i primi malanni di stagione, per esempio, preparo in casa una tisana contro il mal di gola che mia nonna mi preparava spesso. Praticamente in una tazza di acqua calda si aggiungono 2 cucchiaini di cannella in polvere, 1 o 2 cucchiaini di miele (dipende da quanto piacciono i dolci!) e un pizzico di pepe. Si mescola il tutto e si beve. E’ un vero toccasana! Capita spesso quando si compra un prodotto di non leggere gli ingredienti. Qual è l’ingrediente più nocivo per la nostra pelle?

Gli ingredienti nocivi per la nostra pelle purtroppo sono molti, ma gli ingredienti principali da evitare sono: • i tensioattivi chimici, riportati sull’etichetta dei cosmetici con i nomi SLS, SLES, che riportano il suffisso “-eth” detergono in maniera aggressiva la nostra pelle perché hanno un forte potere sgrassante e possono provocare sfoghi come ad esempio dermatiti. • i petrolati, le paraffine e gli oli minerali (Mineral Oil), i quali creano una pellicola sulla pelle e le impediscono di “respirare”, che vengono riportati sull’etichetta con i seguenti nomi: Vaseline, Paraffinum liquidum, Mineral oil e Petrolatum, PEG e PPG, Polyethylene glycol e Propylene glygol. • i parabeni, ossia conservanti chimici utilizzati molto perché economici e solitamente si trovano sull’etichetta questi, i più utilizzati: methylparaben, ethylparaben, propylparaben, isobutylparaben, butylparaben e benzylparaben. • l’alcool e i profumi (Parfum) sono sostanze che possono provocare irritazioni, bruciori e sfoghi sulla pelle. • i siliconi che solitamente riportano alla fine della parola i termini “-one” o “-xane”. • altri ingredienti con prefisso “acryl” e “polymer” per esempio polyacryllamide o carbomer. • le sigle MEA, DEA e TEA all’interno di un termine, regolatori di ph riconosciuti come altamente irritanti, così come tutti gli altri ingredienti. Qual è stato il primo prodotto naturale che hai realizzato? Il primo prodotto naturale che ho realizzato è stato un balsamo per le labbra. E’ un prodotto molto semplice da preparare e servono pochissimi ingredienti. Rimane uno dei miei prodotti naturali preferiti! Sul mio blog infatti se ne trovano di ogni tipo: colorati, idratanti, nutrienti, delle profumazioni

più svariate, gloss, e molti altri! Ti vediamo in tv a “detto Fatto” , programma in onda su Rai2, dove crei prodotti cosmetici low cost. Parlaci di questa esperienza. La mia esperienza a “Detto Fatto” è una delle più belle che abbia mai vissuto, è una grande famiglia in cui mi trovo benissimo. Questo è il terzo anno che faccio parte di questo splendido gruppo e ogni volta che entro in quello studio televisivo sento le farfalle nello stomaco come la prima volta. Dispensi anche consigli di ricette alimentari naturali. Una ricetta per questo inverno? Vi propongo una zuppa con verdure e orzo. Un piatto molto semplice da preparare e molto salutare che ci permette di fare il pieno di vitamine e sali minerali. Si prepara il brodo vegetale, si mette l’orzo in un colino, si sciacqua sotto l’acqua fresca e si versa nel brodo. Solitamente l’orzo ha un tempo di cottura di circa 30 minuti ma è sempre meglio controllare i tempi di cottura sulle confezioni. Si aggiungono un po’ di pepe ed un filo d’olio e si serve. Progetti futuri? Innanzitutto continuerò ad aggiornare e migliorare sempre di più il mio blog www.ilmioangoloalchemico.com e farlo crescere il più possibile e far conoscere a sempre più persone il fantastico mondo della cosmesi naturale. Poi il mio sogno nel cassetto, anche se fino ad oggi di sogni ne ho già realizzati molti, è un altro: scrivere un libro nel quale racchiudo in modo semplice le mie ricette, è una richiesta che ricevo dalle molte persone che mi seguono ed è un desiderio che ho sin da quando ero una bambina. Spero di realizzarlo presto anche perché amo molto scrivere.


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DAVID GUETTA e la rivoluzione francese

“Listen” non è solo un album straordinario, ma dimostra come il dj francese sia il migliore nel suo genere. Uno con una volontà incredibile e pronto ad assumersi alti rischi nello sperimentare e nel produrre RICCARDO SADA


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l sesto album da studio di David Guetta, “Listen”, è uscito in tutto il mondo il 24 novembre prossimo e da una manciata di ore ne è stata comunicata la tracklist. Dopo tre anni di lavoro, Guetta cambia lo stile di produzione coinvolgendo tantissimi guest ma partendo sempre da canzoni vere. Ogni traccia è nata imbracciando una chitarra o da una voce o ancora da un accordo di pianoforte. “Avrei potuto scegliere di ripetere lo stile che ha caratterizzato il mio successo in passato ma volevo crescere come produttore e spingermi al limite. Volevo provare nuove idee. Volevo uscire dalla mia zona di protezione”, dice il dj francese. “Volevo creare canzoni che potessero resistere: suo-

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nate da un dj, da una rock band o da un’orchestra. Ho lavorato con pianoforti, violini, chitarre e sfumato il tutto con elementi elettronici. È anche il mio album più personale per i contenuti: ecco il motivo per cui l’ho chiamato ‘Listen’”. L’intenzione di Guetta con “Listen” sembra quella di consolidare i successi del passato, con la nomination ai Grammy di “One Love” nel 2009 e col triplo platino di “Nothing But The Beat” nel 2011. Quarantasette anni, e non sentirli, Guetta pensa solo al lavoro, soprattutto dopo aver divorziato dalla moglie e socia in affari Cathy. “Il motivo per cui mi ci è voluto così tanto tempo, per fare l’album nuovo, è che ho voluto re-


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MUSIC

alizzare qualcosa che non avevo davvero mai fatto: insomma, ho voluto reinventare me stesso. Ho voluto rimettermi in gioco. Volevo fare qualcosa di diverso. Mi sono chiesto: che tipo di vita voglio? Non volevo andare troppo sul sicuro ed è come se avessi cominciato da zero. Un reset di qualsiasi aspetto. Sono sempre partito dal ritmo, per lavorare sui miei brani. Ho cambiato tutto e sono ripartito dalle canzoni, da accordi di pianoforte, dalle voci, dalle melodie, da un giro di chitarra. È tutto ripartito da lì”. Probabilmente è il tuo album più personale. “Fino a oggi ho fatto pezzi che parlavano di felicità, di amore e di sensualità, soprattutto di feste, quindi vera spensieratezza. Ultimamente invece la mia vita personale è stata punteggiata da alti e bassi e ho voluto che questo si riflettesse nell’album.

Ho sempre pensato a far ballare la gente. Ma oggi la cosa è limitante”. House music, funky, Disco e new wave. Cosa è rimasto del Guetta di una dozzina di anni fa? “Sono sempre stato un dj indie, che suonava Italo dance, electro e house ma assolutamente sconosciuto. Il concetto del dj sino a una decina di anni fa era confinato in un angolo: dj e famoso erano due realtà distanti. Ma la musica è cambiata, il rispetto nei nostri confronti è aumentato. Credo di aver fatto parte di quelli che hanno partecipato al cambiamento”. I francesi erano scomparsi, dopo la diffusione della baguette beat di Bob Sinclar, Modjo e Benjamin Diamond. “E i Daft Punk. Tutto è nato anni fa ma la scena non è mai scomparsa. Se io oggi sono qui è per

merito di Thomas Bangalter, che conobbi al Queen di Parigi. Nel 2001 gli chiesi se era possibile fargli sentire un disco da me prodotto. Lui chiamò il presidente della Virgin France. Da lì iniziò tutto, per me. Poi anni dopo conobbi Kelly Rowland che così, su due piedi, mi chiese di provare a fare qualcosa su ‘When Love Takes Over’. La stessa settimana ricevetti un sms da will.i.am e nacque ‘I Gotta Feeling’. Mentre ero sul palco con Kelly a Londra, Akon si offrì per ‘Sexy Bitch’. Tre dischi in un solo mese. Incredibile”. Gli Usa hanno fatto il resto. “Quello è stato il punto di svolta, e non solo per me: il grande passo è stato compiuto quando la musica dance è stata accettata dalle radio nazionali. Non era mai accaduto prima. Ciò ha aperto un sacco di porte per molti dj”.

Nell’album... ...sono presenti ospiti d’eccezione, tra cui Emeli Sande, che presta la sua voce alla potente “What I Did For Love”; poi il gruppo irlandese The Script; il cantautore John Legend; l’americana Nicki Minaj (in “Hey Mama”); e Sia con “Whisperer” e “Bang My Head”. Senza contare l’astro nascente Sam Martin (“Lovers In The Sun” e “Dangerous”).

foto di Ellen Von Unwerth



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MUSIC

LA BUONA USCITA SEGNALAZIONI DISCOGRAFICHE E LIBRARIE RICCARDO SADA

I DISCHI

“Shatter Me” Lindsey Stirling (Decca)

“The Hunger Games: “Sound Of A Woman” Mockingjay – Part 1” Kiesza A.A. V.V. (Republic Records)

(Universal Music)

Lindsey Stirling è una giovane violinista, compositrice e coreografa californiana che si esibisce suonando e danzando. Lanciata quattro anni fa da “America’s Got Talent”, si ispira alla musica classica, pop, elettronica e dance. Questo nuovo album è un’esperienza unica, anche visiva. “La violinista danzante che suona più veloce di Eddie Van Halen conservando la compostezza di una ballerina russa di altissimo livello”, dice Perez Hilton.

Nella colonna sonora di “Hunger Games: Il canto della rivolta” (questo il titolo in italiano della pellicola) troviamo Stromae, Pusha T, Q-Tip, Haim, Chvrches, Tove Lo, Charli XCX, Raury, Tinashé, Bat for Lashes, Grace Jones, XOV, The Chemical Brothers. A questi grandi nomi si aggiunge quello di Kanye West che ha curato una rilettura del singolo di Lorde “Yellow Flicker Beat”. Una pioggia di suoni che supporta immagini epiche.

Ibrido tra una compilation e un album vero e proprio, il lavoro contiene, infatti, i remix esclusivi delle hit di Clean Bandit, Lykke Li, Coldplay e Faul & Wad vs Pnau, oltre ai suoi nuovi singoli inediti, inclusi “Willst Du” e “Sun Goes Down”. Un suono che risponde all’invasione globale dell’EDM con un battito house: anzi, deep house. E che parte dalla Germania alla conquista del mondo.


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IL LIBRO “Motion” Calvin Harris (Columbia)

Molti degli artisti presenti nel nuovo album del popolare dj hanno raggiunto i vertici delle chart. Ellie Goulding, Gwen Stefani, Haim, Tinashe, Big Sean, Hurts, John Newman, Firebeatz e R3hab. Così Calvin Harris è oggi il primo artista britannico ad aver conquistato più velocemente il vertice delle chart con singoli come “Summer”. Nell’album anche “Under Control” con Alesso e gli Hurts e “Blame” di John Newman.

“In diretta. Il gioca jouer della mia vita” Claudio Cecchetto (Baldini & Castoldi) Claudio Cecchetto dice: Ho conosciuto molti ragazzi che volevano diventare delle star. Il successo degli artisti che ho prodotto mi ha regalato la nomea di Re Mida, sembrava che quel risultato dipendesse esclusivamente da me. Sicuramente qualcuno avrà pensato: ‘Se invece di conoscere Gerry Scotti, Lorenzo, Fiorello, Max Pezzali o Fabio Volo avesse incontrato me, ora sarei al loro posto’. Non è così. Loro le radici, io l’acqua. Cecchetto finalmente dà vita a un libro che svela la sua storia.


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VITA DA BLOGGER

Un “caffè fashion” con

MARTINA CORRADETTI

Brava, simpatica e ambita da molte aziende, Martina Corradetti dispensa consigli di moda molto seguiti. Il suo stile semplice ma ricercato è seguito da 1.450.770 followers MARTINA DI DONATO

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artina Mercedes Corradetti è una fashion blogger romana che nel 2009 ha dato vita al suo seguitissimo blog dal titolo “The Fashion Coffee”. Martina è sempre stata appassionata della moda e a soli 24 anni è una delle blogger più seguite. La sua carriera è ricca di collaborazioni e nel marzo del 2012 è stata scelta da Glamour.it per diventare Fashion Angel di Roma e nel dicembre dello stesso anno viene eletta ambasciatrice di stile del marchio SISI. Quanto sei cambiata da quel settembre 2009, cioè quando hai deciso di aprire il tuo blog personale? Credo di essere sempre la stessa persona, con le stesse abitudini e le stesse manie. Sono una persona normalissima. Mi alzo la mattina, mi faccio il caffè americano da quasi mezzo litro e mi preparo in tutta furia per la giornata lavorativa. Chi mi conosce bene lo sa. Sono la Martina di sempre che ama giocare con la moda e allo stesso tempo è riuscita a rendere


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L’unica differenza con oggi è che qualcosa ho ottenuto, ma sono sempre la solita bimba che ancora non si è accontentata. Cosa avresti fatto se non fossi diventata una fashion blogger? Oltre ad essere blogger lavoro anche nel campo della moda come Commerciale e rappresentante per un brand americano, vi dice forse qualcosa la città di Los Angeles? Lo lascio intuire a voi Non so cos’ altro avrei fatto, ma sicuramente il mio futuro sarebbe stato comunque relativo a questo mondo.

questa passione un lavoro. Nella tua biografia si legge che hai vissuto per un po’ negli USA e a Londra, questa esperienza ti è servita per fare emergere il tuo stile? Sicuramente l’esperienza a Londra è servita a tirare fuori il mio lato Bohemien ancor più di prima. Grazie a Londra ho ritirato fuori la mia passione per i cappelli ed imparato a non indossare tutti i giorni il tacco 12. Tua nonna era una sarta, tua madre pellicciaia, non potevi che essere appassionata di moda. Hai sempre voluto farne la tua professione o quando eri bambina sognavi altro? Mia nonna è tutt’ora una sarta, ed anche molto brava! A 80 anni suonati riesce a creare vestiti che neanche Giorgio Armani ( zio Giorgio non ascoltarmi! Tappati le orecchie). Vivere all’ interno di un ambiente incentrato sul lato stilistico sicuramente è una culla ottimale per accrescere il sogno di lavorare nel mondo della moda. Ad ogni modo sono sempre stata una bambina ambiziosa che sapeva quello che voleva.

A dicembre sei stata eletta ambasciatrice di stile del brand SISI per Calzedonia. Ambasciatrice di stile vuol dire avere più gusto delle altre, secondo te per cosa ti distingui? Forse mi distinguo per il semplice fatto di non sapere il motivo per cui mi distinguo. “Sono una persona semplice” non è la frase più adatta a me, sono complicata, determinata, ossessiva e a volte anche isterica. Forse il punto è che sono una persona con 1000 difetti più 1. Come si svolge esattamente la collaborazione con un’azienda? Quali sono i vari passaggi? Non sono solita contattare le aziende, solitamente sono le aziende che si propongono a me. Nel caso in cui l’ azienda sia in linea con il mio stile decido di collaborare, altrimenti denigro l’offerta con eleganza.

C’è qualcosa che vorresti cambiare della tua vita in questo momento? Credo che in questo momento la mia vita sia perfetta così com’è, forse un po’ frenetica, ma non mi lamento.



Courtesy of TOP STUDIO I Parrucchieri Nereto


LINA’S STYLE

Caschetto rosso e look da pin-up anni ’50, Lina Montanari è il nuovo personaggio di La5 MARTINA DI DONATO

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ina Montari è una delle più interessanti rivelazioni di quest’anno, con il suo programma “Lina’s Hair” in onda su La5, aiuta le donne a creare la giusta acconciatura. Da sempre appassionata di trucco e parrucco, Lina è una vera artista. L’abbiamo incontrata per conoscerla meglio. Parlaci un po’ di te. Come hai iniziato la carriera di Make-Up artist? La mia carriera è iniziata a 19 anni. Avevo da poco terminato un corso di Make Up Artistico alla BCM Beauty Center Of Milan, precedentemente mi ero diplomata al Liceo Artistico. Sapevo che volevo intraprendere un percorso artistico, quando ero molto piccola disegnare era spesso e volentieri il mio unico modo di comunicare, come penso per molti bambini! Una cara amica frequentò il corso di Make-Up alla BCM l’anno prima di me e dai suoi racconti mi trasmise cosi tanto entusiasmo che non esitai ad iscrivermi anche io! In quel periodo durante la mia adolescenza non ero una grande amante del trucco e dell’estetica in generale, sono sempre stata una ragazza stravagante


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ed eccentrica ma non volevo valorizzare la mia femminilità, al contrario ! Poi un bel giorno arriva lui, il “BELLO” della scuola..beh ragazze che dire, volevo fare colpo su di lui ma guardandomi allo specchio ho pensato che forse con una truccatina e un’aggiustatina nel vestire mi avrebbe notata. Morale della favola: sperimentando su di me l’arte del make -over mi sono appassionata talmente tanto che alla fine è diventata la mia professione! Per le curiose, il “Bello” della scuola mi ha notata quando ormai ero fidanzata con un altro! Ricordo questa simpatica esperienza come la conquista di una nuova consapevolezza di me stessa. Durante i primi anni ho lavorato come Visagista per diverse case cosmetiche in tutta Italia, ma sentivo comunque che mi mancava esprimere il mio lato artistico, cosi mi sono avvicinata alla Moda, settore nel quale lavoro tutt’ora. E’ molto gratificante perché permette di creare look sempre all’avanguardia. In più avevo la possibilità di sperimentare anche coi capelli altra mia grandissima passione, ho avuto la fortuna di affiancare Hair Stylist di alto livello che mi hanno trasmesso segreti e consigli pratici. Ora sei la conduttrice del programma “Lina’s Hair”, come sei approdata su La 5? Lina’s Hair è stato un regalo, l’esperienza più difficile ma gratificante allo stesso tempo. Uscivo da un periodo personale complicato ed è stato per me come una rinasci-

ta. Elena Comoglio, autrice tv, un giorno mi contatta e mi dice: HO SCRITTO UNA COSA…E L’HO SCRITTA PER TE. Che dire…ero lusingata ma non ero cosi convinta di accettare la proposta, avevo già fatto delle cose in tv come Make –Up Artist per delle piccole reti ma l’idea di avere un programma tutto mio e per di più col mio nome onestamente mi ha spaventata un po’. L’esigenza di cambiamento interiore e la fame di esperienze nuove sono stati lo stimolo per dire SI’…ed eccomi qui! Come si fa ad abbinare trucco e parrucco ad un volto? Ci sono dei criteri da seguire? Credo che il buon gusto sia necessario, ma ci sono aspetti tecnici che solo con uno studio accurato si possono apprendere. Questo permette a noi professionisti di essere in grado di capire in modo corretto che tipo di chioma o trucco è appropriato per valorizzare una donna. Forma e colori del viso, degli occhi, labbra ecc. determinano la nostra scelta. Si devono conoscere per esempio: le leggi del chiaro-scuro, dei colori complementari, dei volumi e adattare la nostra idea alla donna alla quale vogliamo stravolgere e migliorare il proprio stile. Senza queste basi è complicato riuscire a fare un lavoro decente e in poco tempo. Tu ami lo stile pin up, come riesci ad essere innovativa seppure in uno stile che purtroppo si è un po’ inflazionato? Amo lo stile Pin-Up, amo gli anni ’50

e sono sempre alla ricerca di abiti o accessori da interpretare secondo il mio stile. Questo Look che adotto da ormai parecchi anni è una cosa personale, non interferisce con la mia creatività lavorativa. La mia fortuna rispetto a chi fa un lavoro piu’ istituzionale è che posso indossare gli abiti che più mi rispecchiano e quindi mostrare me stessa sempre. Però evito i tacchi, che sono scomodi stando in piedi tutto il tempo con pennelli, spazzole e phon!! Parlando di te, sei una di quelle persone che non scenderebbero neanche a fare la spesa senza trucco o preferisci essere acqua e sapone? …Questa è davvero una simpatica domanda! A fare la spesa, se devo proprio essere sincera, ci sono andata anche con i bigodini in testa ! Quando li applichi, i tempi di posa per avere i capelli coi boccoli sono lunghi, quindi ottimizzo facendo commissioni o altro. Non mi faccio molti problemi se catturo sguardi allibiti o divertiti delle persone vedendomi in vesti strane, però lo confesso, al fard non sò proprio rinunciare! Amo le gote rosa! Secondo te una donna senza trucco è meno femminile di una donna truccata? Per me è no. La femminilità non dipende dal trucco o dai capelli o dal vestito, è una consapevolezza! Forse costruita con l’esperienza, con la profonda conoscenza di sé, forse con l’età ho conosciuto donne mature apparentemente poco cu-


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rate ma che sprigionavano una femminilità e sensualità con cui, con tutto il rispetto, una ventenne non poteva competere. Le donne giovani sono più belle oggettivamente, ma sono sicura che il loro apice di femminilità lo raggiungeranno quando guardandosi allo specchio e vedranno qualche ruga in più, per esempio. E’ questa la consapevolezza di cui parlo, se una donna non ha paura di approcciarsi con gli anni che passano e non si preoccupa più di tanto della stanchezza fisica e psicologica che spesso si ripercuote anche sull’ aspetto, è sicuramente una donna che crede in sé stessa, nel suo potenziale e questo aumenta la femminilità. Il trucco che utilizzi più spesso? Non cambio tantissimo. Amando gli anni ’50 preferisco su di me il classico trucco da Pin-Up. Il mio occhio non si presta più tanto per l’eye liner ma il rossetto rosso è come un tatuaggio per me! Ami i tatuaggi e per otto anni sei stata una tatuatrice, ma tu hai qualche tatuaggio nascosto? In realtà lo sono ancora. Non mi dedico più al tatuaggio del corpo per questioni di tempo, però ho ripreso a tatuare concentrandomi sulla Dermopigmentazione, nello specifico delle sopracciglia. In questo sono davvero una fanatica! Si ho tatuaggi nascosti, la mia schiena è diventata una tela completamente tatuata e sto procedendo con la realizzazione di un progetto bellissimo e coloratissimo! Spero di finirlo presto…è molto lungo! Consiglieresti un trucco fast per le nostre lettrici ritardatarie che hanno poco tempo per prepararsi ma non vogliono rinunciare alla bellezza? Non dimenticate nella vostra trousse un po’ di correttore per le occhiaie ed eventuali brufoletti, un mascara per esaltare il vostro sguardo, un fard per regalare un “effetto salute” e un veloce e colorato gloss per invogliarvi al sorriso!

QUALI SONO LE TENDENZE PER LA PROSSIMA ESTATE? PUOI ANTICIPARCI QUALCOSA? Per il trucco Primavera-Estate 2015 il focus è sullo sguardo! Sopracciglia ed occhi diventano i protagonisti con linee ben definite, quindi via libera ad eye liner col nero meglio se azzurro-celeste! La pelle sarà luminosa e possibilmente, là dove non è necessario, evitare il fondotinta o eventuali mascheroni! Pelle completamente al naturale è il punto di forza! Tornano le labbra effetto nature, ammorbidite solo con un lip balm , quindi lasciamo nel cassetto rossetti troppo colorati! Per le più audaci i piercing al sopracciglio saranno un elemento a favore per il look! Per i capelli tanti piccoli chignon insieme, chignon bassi o raccolti classici un po’ bon ton, code basse che raccolgono una massa medio-lunga né liscia né riccia; ancora di moda il look di onde selvagge, consiglio fatevi una treccia con capelli umidi e lasciate in posa per un paio di orette. Si a trecce a spina di pesce o classiche ma rigorosamente due, quindi basta con la treccia unica laterale.


“Un pessimista vede la difficoltà in ogni opportunità; un ottimista vede l'opportunità in ogni difficoltà.” Winston Churchill

Diamond Media Group s.r.l. comunicazione - concessione pubblicitaria - editoria Via C.Levi, 1 64027 Sant’ Omero (TE) Tel 0861.887405 mail: info@diamondgroup.it


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1 . Brandenburg Gate © visitBerlin, Foto: Wolfgang Scholvien 2. Haus der Kulturen der Welt House of World Culture © visitBerlin, Foto: Wolfgang Scholvien 3. Siegessäule -Victory Column © visitBerlin, Foto: Wolfgang Scholvien 4. Berlin-Mitte © visitBerlin, Foto: Wolfgang Scholvien

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5. Mauerpark © visitBerlin, Foto: Günter Steffen 6.Rotes Rathaus | Berlin city hall © visitBerlin, Foto: Wolfgang Scholvien


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Un nuovo progetto illumina la Galleria storica di Torino ’esperienza culturale a Torino non smette più di stupire. A neanche due settimane dalla chiusura della kermesse Artissima, riprendono le iniziative tra arte, moda e sperimentazione. A partire dal 20 novembre la Galleria San Federico si illumina grazie a 10 bolle di plexiglass sospese dalla volta e contenenti ciascuna al suo interno un abito realizzato da uno stilista emergente del territorio. Un omaggio alla sartorialità della città di Torino che rimarrà acceso fino a fine gennaio. Ad accompagnare le ormai celebri Luci d’Artista, accese a inizio novembre, ci saranno anche loro, abiti che sono il risultato di un’approfondita ricerca, a partire dal materiale utilizzato, il quale riflette la luce interna e trasforma così i vestiti in veri e propri caleidoscopi. Un piacere per la mente e per lo sguardo. Ad accentuare maggiormente il carattere sartoriale dell’evento ci hanno pensato le creazioni di Adriana Delfino, in sfilata durante l’inaugurazione sotto le luci dell’artista Andrea Massaioli. Si tratta di un’occasione che da una parte aggiunge valore all’esperienza culturale di Torino e dall’altra dona nuova vita alla Galleria San Federico, troppo a lungo spogliata dei suoi negozi storici e infelicemente dimenticata. Durante il periodo natalizio tanti i temporary store che

SAR_TO TRA MODA, ARTE E MANUFATTURA si alterneranno per movimentare il passaggio di cittadini e turisti tra cui: Franco Curletto, hairstylist l’oréal professionnel, con il suo Temporaryhair; Elena Imberti, designer della speciale collezione di bijoux Torino Reale; Alberto Lusona e Patrizia Cattana con le loro creazioni; il Salotto Sar.to, uno spazio dedicato al connubio tra i 9 stilisti protagonisti delle “luci sartoriali” e il progetto le Dejeuner sur l’art curato da Marzia Capannolo, e così via. Insomma, un microcosmo che si pone come obiettivo quello di rilanciare uno dei luoghi storici per definizione della città. Fino a gennaio chi passeggerà sotto le volte della Galleria potrà ammirare questa eterea installazione costituita da nove sfere in plexiglass di quasi due metri e con un peso di circa 80 kg, la cui leggerezza ed eleganza tuttavia attraggono e affascinano. Gli abiti presentati si fanno portavoce del genio e della sapienza sartoriale degli sti-

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listi chiamati a rendere omaggio al loro territorio. Filomena Saltarelli, Antonino Salemi Garigliano, Silvia Beccaria, Antonio Rizza, Fabrizio Picardi, Alberto Lusona, Rossana Dassetto per Atelier Daidone, Born in Berlin e serenapolettoghella sono i giovani fashion designer selezionati per portare a termine questo innovativo quanto geniale progetto. In passato sono stati numerosi gli stilisti che si sono ispirati al mondo dell’arte per i loro vestiti, pensiamo anche solo a Yves Saint Laurent, e viceversa sono stati parecchi gli artisti che hanno subito il fascino della moda e dello spettacolo, come ad esempio Andy Warhol. Oggi, questi nove giovani, sono la prova tangibile che queste due realtà spesso sono strade che si incrociano, si influenzano e danno vita a splendide creazioni, come quelle presentate a Torino. Un’iniziativa originale e di qualità che speriamo di vedere anche in altre occasioni e in altre città.


ARTISSIMA, ANCORA RECORD DI INGRESSI Artissima – Lingotto Fiere (To)

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rtissima punta sull’arte di qualità e sui giovani, riuscendo a battere anche quest’anno il suo record di ingressi. La kermesse torinese suddivisa tra la sezione principale a Lingotto Fiere e la sede distaccata, One Torino, collocata per questa ventunesima edizione presso Palazzo Cavour e curata da niente di meno che Maurizio Cattelan, supera i 50.000 ingressi. Niente male per la sorellina di mostri del mercato dell’arte come Miart e Art Verona. Tante le manifestazioni off che si sono svolte parallelamente alla fiera, tra cui ricordiamo Paratissima, Photissima, The Others e molte altre ancora, le quali hanno suscitato l’interesse di migliaia tra specialisti di settore e semplici curiosi. Che sia per questo ca-

rattere giovane o per le decisioni azzardate che la caratterizzano, resta il fatto che Artissima ancora una volta ha saputo rinnovarsi attraverso nuove proposte e iniziative, mantenendosi fedele alla formula che la contraddistingue. Consegnati in tutto cinque premi a gallerie e artisti: il Premio Sardi per l’Arte Back to the Future, consegnato alla galleria Fraçois Ghebaly, la quale ha presentato i lavori dell’artista americana Channa Horwitz; il Premio Illy Present Future, vinto dalla giovanissima Rachel Rose, presentata dalla Galleria High Art; il Premio Fondazione Ettore Fico assegnato a Lili Reynaud-Dewar, presentata dalla Galleria Emanuel Layr; il Premio Guido Carbone – New Entries consegnato all’ambiziosa galleria romena Baril. Infine un’altra novità 2014 dedicata al mondo della performance, l’assegnazione del premio Prix

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CHIARA GALLO

K-Way Per4m a Louise Hervé e Chloé Maillet della Galleria Marcelle Alix. Le quattro giornate di quella che ormai tutti chiamano “settimana dell’arte torinese” si sono conclude con un ottimo risultato. Alcune iniziative continueranno nelle prossime settimane sulla scia della manifestazione artistica. E per chi ancora non ne avesse approfittato, non resta che godersi il celebratissimo capolavoro di Mr. Cattelan “Shit and Die” allestito nei saloni di Palazzo Cavour. Ultima estensione della kermesse e ennesima provocazione, in un alternarsi tra morte e sesso, dell’“artista in pensione”.


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ARTE

“GOYA A MADRID” Dal 28 novembre fino al 3 maggio 2015, presso il Palazzo Pardo di Madrid si terrà una mostra interamente dedicata al genio spagnolo Francisco Goya, in particolare la mostra prende forma la volontà di confrontare e far emergere similarità tra i cartoni per gli arazzi di Goya e le opere degli altri artisti. Ricordiamo che il cartone per arazzi più famoso eseguito da Goya, Il chitarrista cieco, è anche l’opera che meglio rappresenta la sua introspettiva. La mostra è stata intitolata “Goya in Madrid”.

“Canto d’amore” Giorgio De Chirico 1914. Olio su tela, 73 cm x 59,1 cm. Museum of Modern Art. New York

“Il parasole” Goya 1977. Olio su tela, 152 cm X 104 cm. Museo del Pardo, Madrid

“LA STORIA DEL ‘900 A PALAZZO PITTI” Fino all’8 marzo 2015, presso il Palazzo Pitti di Firenze si terrà la mostra “Luci sul centenario” dedicata al ‘900, secolo di grande fervore artistico. Saranno esposti tutti i dipinti che fanno parte del ricco patrimonio della galleria, come Felice Carena, Giorgio De Chirico, gli esponenti del gruppo “Novecento toscano”, come Giovanni Colacicchi, Baccio Maria Bacci e altri grandi pittori italiani che hanno contribuito a rendere importante il ‘900. La mostra è stata organizzata in occasione del centenario della fondazione della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti.

“CIBO E FUTURO” Dal 18 novembre fino al 1 marzo 2015, presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, si terrà la mostra dal titolo “National Geographic Italia. Food, il futuro del cibo” a cura di Marco Cattaneo, organizzata insieme a National Geographic Italia. Novanta fotografie scattate in tutto il mondo dai migliori fotografi del magazine, in cui vengono portati alla luce i problemi legati al cibo ed in particolare al suo futuro. Tra gli autori delle foto troviamo nomi come Robert Clark, Alessandro Gandolfi, Kitra Kahana, Alex Massi e molti altri. All’interno della mostra è stata allestita anche una sezione dal titolo “Come eravamo”. B. Anthony Stewart, 1945 Genova, Italia “Un uomo all’ingresso della sua osteria”. A man stands at the entrance to his tavern. Genoa, Italy


ARTE 45

“MISE EN BOITE” Dal 7 dicembre fino al 27 marzo 2015, presso lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno, si svolgerà la mostra dedicata a Christine Anne Tarantino dal titolo “MISE EN BOITE/ Quasi un’opera collettiva”. L’esposizione, curata da Giovanni Bonanno, arriva dopo due anni dalla scomparsa dell’artista e si compone di 87 artisti internazionali riunitisi con lo scopo di ricordare la pittrice americana, che da sempre ha amato il contatto con la natura e il mutamento delle parole. Tra gli artisti presenti ricordiamo: Marcello Diotallevi, Emilio Morandi, Carl Baker e molti altri.

“POLKE AL TATE MODERN DI LONDRA” Dal 9 ottobre fino all’8 febbraio 2015, presso il Tate Modern Museum di Londra si terrà la mostra dedicata all’artista polacco Sigmar Polke, esponente della Pop Arte, fu reso celebre negli anni Sessanta per l’utilizzo di vari materiali con i quali realizzava le sue opere. Negli anni Ottanta si avvicina a temi riguardanti la politica e l’impegno sociale. L’artista è venuto a mancare nel 2010, a soli 69 anni.

“A VENEZIA IL FASCINO DI LUCIA CASATI” Dall’8 ottobre fino all’8 marzo 2015 presso il Palazzo Fortuny di Venezia, si terrà la mostra “La divina Marchesa”, dedicata ad una delle donne più affascinanti e trasgressive del Novecento, Lucia Casati Stampa. La mostra si compone di opere e ritratti che alcuni grandi del secolo passato le hanno dedicato, come Augusto Martini, Augustus Edwin John, Cecil Beaton, Umberto Boccioni e altri ancora. Come non ricordare, poi, che la bellezza e la stravaganza della Marchesa fecero innamorare anche D’Annunzio. Ritratto di Lucia Casati di Giovanni Boldini 1908. Olio su tela

A R T E MARTINA DI DONATO


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IL MONDO IN PILLOLE

IL GRATTACIELO PIÙ BELLO È UN “BOSCO” Il premio International Highrise Award, promosso dal Museo di Architettura di Francoforte ha premiato il Bosco Verticale come miglior grattacielo del mondo. L’opera, realizzata dall’architetto milanese Stefano Boeri, si trova a Milano nel quartiere Porta Nuova. Il complesso ha delle dimensioni sbalorditive, si compone di due torri residenziali alte 80 e 112 m, circa 27 e 19 piani. Sono presenti più di 1000 esemplari di piante, facile quindi capire perché è stato chiamato bosco.

LE SITUAZIONI DI STATO Il 17 novembre la NBC ha trasmesso la prima puntata della serie che segue “situazioni” e gli intrighi di Stato degli USA, come sottolinea il titolo “State of affairs”. La storia è incentrata sull’ agente della CIA Charleston Tucker, un’analista che si prende cura dei rapporti internazionali del presidente degli Stati Uniti d’America. Il personaggio è interpretato da una bravissima Katherine Heigl, nota nel panni di Izzie Stevens. Per ora la serie rimane una “chicca” americana, chissà che un giorno arrivi nei nostri schermi.

ANCORA UNA CASA IN VENDITA Ancora una casa in vendita, si tratta della casa dove è stato girato il film “Il Padrino”. Si tratta esattamente della villa dove è stata girata la scena del matrimonio di Connie. Il prezzo della vendita è stato fissato per 3 milioni di dollari, quindi circa 2,5 milioni di euro. La villa si compone di camere da letto, sette bagni, una palestra e quattro garage, due uffici e una piscina. Fino al 2010 l’immobile era di proprietà della famiglia Norton.


IL MONDO IN PILLOLE 47

IL NUOVO COMBUSTIBILE L’Inghilterra non smette di stupire. Dopo le Solarbox, ecco un’altra idea decisamente bio: gli autobus che utilizzano escrementi e rifiuti come combustibili. Il Bio-Bus, come è stato chiamato, è formato da 40 posti per i passeggeri e con il pieno riesce a viaggiare per circa 186 miglia. La prima tratta percorsa dal BioBus è stata quella che va dall’aeroporto di Bristol a Bath. Considerando che per fare il pieno sono sufficienti gli scarti umani annui di sole 5 persone, potrebbe essere la svolta del futuro!

IL MONDO IN PILLOLE MARTINA DI DONATO

COME SI RAGGIUNGE LA FELICITÀ? CON UN FORMULA

Sembra che da una recente ricerca svolta presso la University College di Londra, si sia arrivati alla scoperta della formula matematica della felicità. Seguendo la formula pare che la felicità dipenda dalla soddisfazione delle aspettative: si è più felici quando le cose vanno meglio di come avevamo previsto. Quindi per essere felici bisogna avere aspettative né troppo alte, né troppo basse. In pratica… bisogna non averne.


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VIAGGI

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ortina d’Ampezzo, una delle più famose località turistiche italiane, è situata nella parte nord orientale del Veneto, a soli 44 chilometri dal confine austriaco. La valle è sospesa a 1.224 metri di altitudine, immersa in uno scenario di incomparabile bellezza, tra alcune delle montagne più affascinanti al mondo, entrate nel

CORTINA D’AMPEZZO

2009 a far parte del Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO. Molte delle cime d’Ampezzo, infatti, superano i 3.000 metri e si caratterizzano per i loro profili architettonici e il loro colore chiaro, sensibile al mutare della luce. Meta sportiva conosciuta in tutto il mondo, fu sede delle Olimpiadi del 1956 e tutt’oggi ospita le gare di Coppa del Mondo di Sci Alpino femminile, distinguendosi per un’offerta esclusiva a ogni livello. Salotto culturale di rilievo

e luogo privilegiato della Dolce Vita, custodisce preziose tradizioni e memorie, che le permettono di guardare al futuro, forte del proprio passato. Teatro di terribili scontri tra gli eserciti austriaco e italiano, conserva oltre ai monumenti eretti in ricordo dei caduti - come il Sacrario di Pocol - anche i camminamenti, le trincee, i fortini e le postazioni del Primo conflitto mondiale, che costituiscono oggi il più esteso Museo all’aperto della Grande Guerra.


REGINA DELLE DOLOMITI La Regina degli sport invernali propone accanto alle discipline dello sci alpino, di fondo e allo snowboard, anche attività freeride, snowkite, ski safari, sci alpinismo ed escursioni con le racchette da neve. In particolare, Cortina offre agli appassionati di sci nordico 75 km di piste immerse nel Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo area protetta di 11.200 ettari - ed è parte del Dolomiti NordicSki: il più grande carosello di sci di fondo d’Europa che permette l’accesso a tutto il comprensorio con un’unica tessera. Cortina d’Ampezzo è un vero paradiso anche per gli amanti dello sci alpino e dello snowboard con 120 km di piste: dalle discese mozzafiato per esperti - come le famose Vertigine Bianca, Labirinti e Staunies -, a quelle per principianti o per gli amanti di uno sci classico, panoramico o “slow”, con la possibilità di pro-

vare le emozioni degli sciatori di Coppa del Mondo che, da oltre vent’anni, percorrono il meraviglioso tracciato dell’Olimpia delle Tofane. Immancabile, inoltre, una pausa nei rifugi: rinomati per la squisita cucina tipica e il comfort, reso ancor più speciale dai servizi benessere d’alta quota, quali le saune dei rifugi Croda da Lago e Lagazuoi e la vasca a botte all’aperto del Rifugio Scoiattoli. In più, con lo skipass Dolomiti Super Ski, si accede al maggior carosello sciistico del mondo che conta 1.220 chilometri di piste in12 differenti zone alpine. Cortina è anche territorio incastonato tra affascinanti vette dolomitiche, Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO, i cui maestosi profili rocciosi divengono rosati al tramonto e all’alba. Un incanto che convive con le tracce drammatiche della Grande Guerra, a cui è dedicato un percorso di ben ottanta chilometri tra storia e natura, lungo piste perfettamente innevate da

percorrere sugli sci o con le ciaspe. Il Giro della Grande Guerra è un percorso spettacolare, alla portata di tutti, che si snoda ai piedi delle cime più famose. Nessun luogo, però, condensa tante memorie come l’area Lagazuoi 5 Torri, dove si trovano le postazioni del più grande Museo all’aperto della Prima Guerra Mondiale, composto dai musei del Lagazuoi, delle 5-Torri, del Sasso di Stria e dal museo del Forte Tre Sassi. Su prenotazione, inoltre, la Ciaspolata della Grande Guerra, grazie a cui è possibile rivivere, al tramonto, le condizioni dei soldati durante il conflitto, in compagnia di “figuranti” in divisa d’epoca. La visita alle postazioni restaurate del caposaldo di Cima Gallina con le ciaspe avviene con una guida alpina ed è adatto anche ai bambini. foto by www.bandion.it foto by www.giuseppeghedina.com foto by Archivio Cortina Turismo


A ROTTERDAM INAUGURATO UNO DEGLI EDIFICI PIÙ GRANDI IN EUROPA Il celebre architetto olandese Rem Koolhaas ha firmato questo edificio di 160.000 m², conosciuto come la “città verticale”

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e Rotterdam è il nome dell’ultimo progetto di Rem Koolhaas e il suo studio OMA, uno dei più grandi nomi sulla scena architettonica internazionale. L’edificio, che ha trasformato l’aspetto del caratteristico skyline di Rotterdam, è concepito come una “città nella città” e si compone di tre torri collegate tra loro che offrono uno spazio totale di 160.000 m², all’interno dei quali sono distribuiti uffici, appartamenti, un hotel, sale per conferenze, ristoranti, negozi e una palestra. Le torri fanno parte di un ambizioso progetto di ristrutturazione in corso nel vecchio porto di Rotterdam, il Wilhelminapier, accanto al ponte Erasmus e lungo la Mosa. L’obiettivo è quello di trasformare il quartiere in una vivace zona dove confluiscono le attività cittadine con negozi, uffici, alloggi e spazi per il tempo libero. L’edificio sorge su un’area equivalente a quella di un cam-

po da calcio e, con i suoi 60.000 m² di uffici e 240 appartamenti, si appresta a diventare la zona più densamente popolata del paese. Nel mese di gennaio 2014 inoltre, è prevista al suo interno l’apertura del nuovo Hotel Nhow Rotterdam, il terzo hotel della linea Nhow della catena spagnola, composto da 285 stanze e dedicato al design e all’arte olandese. Anche la sostenibilità gioca un ruolo importante nel progetto, poiché il De Rotterdam mira ad essere una delle costruzioni più green d’Olanda. Tutti gli uffici sono di classe energetica A, e l’energia di cui necessitano è prodotta da pannelli solari collocati sul tetto e da nove turbine eoliche. La climatizzazione per il riscaldamento e il rinfrescamento dell’edificio invece, utilizza l’acqua della Mosa. Il De Rotterdam prende il nome da una delle due navi della Holland America Line, conosciute per aver portato dal Wilhelminapier migliaia di emigrati europei verso gli Stati Uniti. Molti altri

grattacieli che sorgono in questa zona, nel quartiere di Kop van Zuid, sono stati progettati da architetti di fama mondiale quali Norman Foster, Alvaro Siza, Renzo Piano e Mecanoo . Oltre 40.000 disegni, 800 operai e 4 anni sono stati necessari per realizzare questa costruzione che diventerà presto una delle icone architettoniche della città. Al momento l’85 % dell’edificio è stato acquistato o affittato, e si prevede che circa 5.000 persone lo occuperanno ogni giorno. Rem Koolhaas e il suo studio OMA sono leader mondiali nel campo dell’architettura e si sono aggiudicati numerosi premi internazionali tra cui il Pritzker Architecture Prize nel 2000, il Praemium Imperiale (Giappone) nel 2003 , la RIBA Gold Medal (Regno Unito) nel 2004, il Mies van der Rohe Prize for Contemporary Architecture assegnato dall’Unione Europea (2005) e il Leone d’Oro alla Biennale di Architettura di Venezia nel 2010.


VIAGGI 51

Abitare e fare shopping nel Markthal, il nuovo e innovativo mercato di Rotterdam Seguendo le orme di Stoccolma, Barcellona e Valencia, il Markthal è il primo grande mercato coperto in Olanda. Qui fare shopping è una vera e propria esperienza: sotto la sua arcata spettacolare, il mercato offre anche appartamenti, ristoranti, terrazze e possibilità di parcheggio. IL MERCATO Ben 96 produttori vendono la propria merce al Markthal, dove ognuno dispone del proprio sistema di refrigerazione, di un magazzino e di un’area per la preparazione dei prodotti direttamente sotto la superficie del mercato, che conta anche 15 negozi di alimentari, 8 ristoranti e 1200 posti auto. Con centinaia di visitatori al giorno provenienti dalle aree limitrofe, il Markthal è aperto sette giorni su sette fino alle 20:00, offrendo prodotti freschissimi che sono all’ordine del giorno. Si stima che questo grande mercato accoglierà dai 4,5 ai 7 milioni di visitatori all’anno, grazie alla vasta scelta di prodotti. Pane, latticini, carne e pesce, frutta e verdura, prodotti di stagione, prelibatezze, fiori e piante: ognuno potrà trovare ciò che desidera a un’ottima qualità. Il Markthal è anche il luogo ideale per pranzi, cene o aperitivi: su ogni lato della struttura, sia al pianterreno che al primo piano, si possono trovare ristoranti, negozi di ogni genere specializzati e non, come ad esempio coffee and tee shops. Ancora in divenire è la creazione di “The World of Taste”, una scuola di cucina con lezioni e workshop che insegnano a combinare sapori e aromi utilizzando soltanto prodotti freschi sotto l’occhio attento di professionisti del gusto.

APPARTAMENTI SPETTACOLARI Ciò che non è possibile in altre parti del mondo, diventa realtà a Rotterdam: abitare sopra il Markthal. Nell’arcata di 11000 m2 progettata da Arno Coenen che sovrasta e copre la superficie del mercato sono in affitto 102 appartamenti, altri 129 sono in vendita, compresi 24 attici, con una superficie che varia dagli 80 ai 300 m2, con due o cinque stanze. Ogni abitazione gode di una vista unica: da un lato si può ammirare la Mosa o la Laurenskerk, dall’altro la frizzante vita del mercato sottostante, senza alcun tipo di inquinamento acustico. Col vivace quartiere Laurenskwartier e il Meent da un lato, e il Koopgoot dall’altro, non si sarà mai sopraffatti dalla noia. Inoltre, la vicinanza di due scuole, della biblioteca, del mercato all’aperto e di altri comodi servizi, aumenta il piacere della vita quotidiana. ACCESSIBILITÀ E PARCHEGGIO Il Markthal è facile da raggiungere: treno, metropolitana, tram e autobus si fermano tutti alla stazione di Blaak, a soli 100 metri dal mercato. Inoltre la linea ferroviaria ha collegamenti diretti con la Stazione Centrale di Amsterdam, L’Aja e Leiden. Proprio sotto al Markthal si trova un grande parcheggio sotterraneo accessibile da Blaak, con 1200 posti auto. Da qui è possibile accedere al mercato grazie a spaziosi ascensori. MARKTHAL EXPERIENCE Per scoprire tutto sul Markthal di oggi e di domani, è possibile partecipare alla Markthal Experience. Basta rivolgersi all’Information Centre aperto il martedì e il sabato dalle 11:00 alle 16:00.


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DESIGN

ARCHISTAR E FUTURO L’OLANDA CHE COMANDA La cultura architettonica moderna dei Paesi Bassi offre da sempre spunti a livello internazionale. Gli spazi pubblici cittadini valorizzano e rilanciano il territorio. Come poche nazioni al mondo

RICCARDO SADA

P

er comprendere l’origine dell’architettura moderna, l’Olanda è una meta storica, una tappa obbligata, una fermata fondamentale. Dall’Amsterdam di Berlage ai progetti di quartieri come Ljburg, Duiker e Oud, passando per l’avanguardia artistica di Rietveld, Van Eesteren, Mart Stam, Van Eyck e Hertzberger, arrivando ai lavori recenti che hanno consolidato Koolhaas, Mecanoo, MVRDV, l’Olanda è tutto un fiorire di idee innovative nel mondo dell’archi-

tettura. Prendiamo la riqualificazione delle aree portuali come gli Eastern Docklands, che ha coinvolto nuove isole residenziali come Java Eiland (Masterplan Soeters), KNSM Eiland (Masterplan Coenen) e Piet Heijnkade. Senza contare quello che è positivamente accaduto nelle aree industriali di Westergasfabriek Culture Park e Silodam, e la valorizzazione di Osdorp WoZoCo’s, Museumplein e Drive-in flats, L’Olanda è ben organizzata in relazione alla didattica, allo studio, alla ricerca e allo sviluppo grazie ad architetti pronti a condividere

esperienze, giornalisti lesti a riportare in riviste specializzate e non, e cultori della materia. Perché dalla Cina agli Usa, dalla Francia alla Russia, il dinamico tratto stilistico che cresce all’ombra dei tulipani trova asilo culturale e nuove culle in tutto il pianeta. E questo perché l’architettura olandese è di una bellezza “funzionale”. Gli “orange” sono pratici, lo si nota dall’aeroporto di Schiphol, per il quale Paul Mijksenaar ha progettato la segnaletica pensando ai viaggiatori che hanno poco tempo da perdere. L’architettura olandese spazia dalle case sui canali del diciassettesimo e diciottesimo secolo, a edifici estremamente moderni. Spesso luoghi come Rotterdam e L’Aja sono lontani dalle antiche visioni di posti come Amsterdam e Delft. I giovani architetti trovano nell’Olanda importanti spazi per sperimentare nuovi corsi dedicate alle aree in espansione e così gli edifici della Amsterdam School pullulano su tutto il territorio e l’espressionismo dilaga e immagini di Amsterdam con la Scheepvaarthuis di Prinsengracht, il Museum Het Schip, lo Stadio Olimpico e a Utrecht l’ufficio centrale delle poste sulla piazza Neude diventano cartoline che viaggiano per il mondo. L’evoluzione proviene dal passato. De Stijl è stato un movimento artistico nazionale che prese il nome dal giornale fondato a Leida da Theo van Doesburg e che ebbe un forte impatto sull’architettura anche dopo il 1931. Ludwig Mies van der Rohe fu uno dei principali fautori del De Stijl. Tra il 1923 e il 1924, Rietveld costruì la Rietveld Schröderhuis, l’unico edificio che aderì pienamente ai principi del movimen-


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posto per edifici residenziali e uffici progettati da architetti nazionali e internazionali, tra cui Renzo Piano (Toren op Zuid), Norman Forster e Mecanoo. Con la costruzione del ‘De Rotterdam’, anche Rem Koolhaas viene annoverato nella lista. Tra pochi anni il Wilhelminapier si trasformerà in un quartiere urbano esplosivo e animato situato sulle rive di un fiume. Uno speciale spazio espositivo senza collezione permanente è quello del museo Kunsthal, dove vengono allestite circa 25 mostre all’anno. Qui trova spazio la cultura nel senso più vasto del termine: arte antica e moderna, design, fotografia, dalla più elitaria alla più popolare. Nel lavoro di Neutelings & Riedijk per lo Shipping & Transport College l’intuizione definisce il carattere dell’edificio e rappresenta anche la deduzione diretta del programma e il suo svolgimento in termini creativi. La prima realizzazione nella città natale di MVRDV è un’estensione di una casa sul tetto, il Didden Village. Sulla cima di una palazzina esistente e di un atelier, le camere sono posizionate come case separate, ottimizzando la privacy di ciascun membro della famiglia. Le case sono distribuite in modo tale che una serie di piazze, strade e vicoli appaiono come un mini-villaggio in cima al palazzo. Geniale: una corona azzurra si erge a mo’ di corona to architettonico. Questa casa, inclusa nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità Unesco, è valsa a Rietveld riconoscimento mondiale. Due esempi ricercati di un altro sostenitore del De Stijl, a cura dell’architetto olandese J.J.P. Oud, si trovano a Rotterdam: il caffé De Unie sulla Mauritsweg e i directiekeet (uffici) nel White Village. Rotterdam, epicentro architettonico. Con la Seconda Guerra Mondiale e la conseguente ricostruzione post-bellica, la peculiarità architettonica di Rotterdam non ha eguali. Lo stile moderno contemporaneo trova qui la sua massima espressione, con una moltitudine di edifici elevati (il più alto è la Torre Maas, quasi 165

metri), le case cubiche famose in tutto il mondo, sedi di importanti società (la sede centrale di Unilever Nederland a De Brug) e l’inconfondibile simbolo di Rotterdam: il ponte Erasmus. E Rotterdam è anche Kop van Zuid, area portuale risanata situata sulle rive meridionali del fiume Maas, vicino al centro città, che ha visto la nascita di edifici, abitazioni, hotel, negozi, ristoranti, scuole di orientamento professionale e del teatro New Luxor Theatre. A due passi c’è Wilhelminapier, penisola in cui edifici storici come l’Hotel New York, il Cruise Terminal e Las Palmas sono perfettamente in sintonia con gli esempi più affascinanti di architettura moderna. Qui c’è


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DESIGN

come un monumento. Sull’isola di Rieteiland-Oost ad Amsterdam, invece, lo studio Marc Prosman Architecten ha progettato una casa unifamiliare accuratamente integrata nel suggestivo paesaggio che caratterizza il quartiere di Ijburg. Gli ambienti interni della casa godono di bellissime viste sul mare, assecondando il senso di libertà ricercato dal cliente. La facciata posteriore proietta gli spazi interni verso il contesto attraverso un’ampia vetrata a piano terra e una terrazza al piano superiore. Conosciuto anche come Oklahoma, WoZoCo si trova a Osdorp, nell’area sud-ovest di Amsterdam. Queste unità abitative ideate per persone anziane sono particolarmente interessanti. Alcuni blocchi che sporgono al di fuori della facciata sembrano sfidare le leggi di gravità. Gli appartamenti WoZoCo si trovano all’angolo tra le vie Ookmeerweg e Reimerswaalstraat. Gli architetti dello studio MVRDV hanno risolto in modo brillante la sfida di progettare un edificio rispondente alle esigenze di una comunità in crescita e con alta densità abitativa, salvaguardando il più possibile la quantità di spazi verdi. L’associazione Het Oosten desiderava sfruttare il sito a fini abitativi, ma la normativa consentiva l’edificazione di sole 87 unità abitative. Gli architetti sono stati in grado di ideare una soluzione creativa per aumentare il numero di appartamenti: dalla facciata nord fuoriescono degli appartamenti sospesi, in apparenza in modo precario. L’ARCHIVIO NAI, NEDERLANDS ARCHITECTUURINSTITUUT Il Nederlands Architectuurinstituut, ovvero il NAi, è un archivio, museo, libreria e piattaforma culturale, tutto in uno. Il NAi conserva

importanti archivi e collezioni architettoniche di tutti gli architetti olandesi a partire dal 1800, che il pubblico ha così modo di scoprire. L’istituto offre inoltre la possibilità di effettuare ricerche e una piattaforma per dibattiti. Attraverso mostre e pubblicazioni il NAi cerca di informare, ispirare e stimolare sia i professionisti che il grande pubblico. Dal 1933 il NAi ha sede in un edificio sorprendente progettato da Jo Coene, situato ai margini del Museumpark nel centro di Rotterdam. A TUTELA DEL CITTADINO Il governo olandese garantisce il supporto per la conservazione degli edifici storici a cura del Rijksdienst voor het Cultureel Erfgoed, l’organizzazione che si occupa dei beni culturali olandesi e che lavora per la protezione e la salvaguardia dei monumenti locali, nazionali e internazionali. Attualmente ben 50.000 edifici sono candidati a ricevere il sostegno governativo. L’EVENTO: LA BIENNALE INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA La Biennale Internazionale di Architettura di Rotterdam (IABR) è

un evento di due anni dedicato all’architettura internazionale, che fa conoscere al grande pubblico le discipline del design (architettura, sviluppo urbanistico e architettura paesaggistica) e che si è tenuta lo scorso mese di ottobre. Tornerà nel 2016.


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L A MODA DEL PRE-DICIOTTESIMO Il prediciottesimo è la novità che sta spopolando nell’ultimo periodo per festeggiare l’arrivo della maggiore età. Ma in che cosa consiste?

I

n occasione della festa dei loro 18 anni i giovani diventano i personaggi principali di un video clip, fotografati e ripresi in vari contesti e sceneggiature bellissime, e quindi in montagna, sulla spiaggia, nei luoghi del proprio paese che sono più cari, accompagnati dalle canzoni più vicine ai giovani, insomma un vero e proprio servizio che ti fa sentire “regina” o “principe” per un intero giorno e che viene mostrato in occasione della Festa e rivisto con amici e amiche per ricordare quel momento. Il montaggio dei video, che quindi ha un costo importante in quanto prevede non solo il servizio fotografico ma anche in alcuni casi l’organizzazione della festa stessa, viene realizzato da professionisti che hanno saputo captare e cavalcare l’onda di questo nuovo fenomeno. Il linguaggio del corpo e aggiungere il linguaggio del corpo attraverso il web, rappresenta sempre più una cornice interpretativa e contestuale importante della interazione sociale e del simbolismo che essa porta con sé: l’esibizionismo, il sentirsi star per un giorno, il poterne poi parlare in tv spicca sempre più nella nostra epoca post-moderna cosi liquida che immortalare le proprie sensazioni ed emozioni del momento sembra darci sicurezza ed identità. I riti di passaggio dall’età adolescenziale a quella adulta, sembra intensificarsi non solo sulla chat ma attraverso opere d’autore che ritraggono la persona in un videoclip mettendo in evidenza, non solo le proprie qualità, ma a volte osteggiando una femminilità o un essere “tronista-boy” che vediamo solo in tv e che non sentiamo ancora maturi dentro di noi. Emerge sempre più l’essere in primo piano per

VIRGINIA MALONI *

non essere dimenticati, ma non si rischia cosi di bruciare delle tappe che forse per noi, di altre generazioni, sono state cosi importanti e ci hanno permesso di imparare l’attesa della crescita personale per poter apprezzare le nostre vere qualità? Immortalare dei momenti attraverso riprese, è sicuramente un ricordo e non c’è nulla di male se questi servono a sottolineare la naturalezza e l’autenticità degli adolescenti. Il fatto è che visionando alcuni video, non si vede nient’altro che adolescenti che sfoggiano minigonne da urlo o posano in piscina in pose sexy, imitando modelli televisivi che vogliono inseguire per forza senza sottolineare la loro bellezza naturale che a volte nei video rischia di diventare grottesca. Certo se il pre-diciottesimo ha la funzione di rinforzare l’ autostima, non è neanche giusto demonizzarlo, soprattutto se, ripeto, tali video rispettano la naturalezza della persona e hanno il potere di far sentire bellissime ragazze con forme generose. L’importante è che possano sentirsi bellissime comunque e sempre. Ormai i video del pre-diciottesimo sono cliccatissimi e contengono commenti di rinforzo positivo per i ragazzi e le ragazze, ma hanno anche tanti commenti negativi che bisogna essere pronti a prendere con delicatezza se non vogliamo che fenomeni di bullismo possano gettare un’ombra sulla crescita dei giovanissimi. Allora attenti alla rete e a come proteggere le richieste dei vostri figli, che non vanno assolutamente rifiutate, ma informarsi e seguirli in queste dinamiche che sfuggono al controllo, anche perché, ragazze e ragazzi cercano di mostrarsi rispettivamente sexy, eccitanti, pseudo virili e sono ancora minorenni. Anche per i ragazzi la lo-

gica è la stessa: sguardi sensuali, scene a petto nudo ed espressioni pseudo virili. L’importante è sempre il divertimento e il non fissarsi su idee che questi video saranno il loro futuro perché diventeranno davvero star. Questo, chissà, potrebbe anche capitare ma una sorpresa è sempre meglio di una fantasia delusa. A diciotto anni, va bene che i “mi piace” sui social siano importanti, ma la stessa importanza da alimentare su di loro, per evitare che cadano nel vuoto, è ancora lo studio, la cultura, le loro capacità e i loro talenti. Anche per fare gli attori, c’è bisogno di studiare e conoscere bene le proprie emozioni. I veri talenti non muoiono mai. Le bolle di sapone prima o poi scoppiano. La bellezza apre delle vie preferenziali, come la cultura ne apre delle altre. Un equilibrato connubio di questi aspetti dovrebbe essere sollecitato all’interno delle famigli e delle scuole, anche se dal web proviene tutt’altro. Ma perché essere passivi e soggetti al sovraccarico emotivo e cognitivo? Dietro ogni lavoro costruito a modo c’è tanta devozione, conoscenza e consapevolezza e, per arrivare ai massimi livelli, occorre non smettere mai di istruirsi. Ognuno di noi ha delle virtù e dei talenti su cui lavorare e mettere impegno, anche se in Italia e soprattutto in questo periodo tutto ciò richiede uno sforzo maggiore nel credere in noi stessi. La tendenza del momento non può essere presa solo come esposizione di sé stessi, quindi va bene il pre-diciottesimo ma non come regola assoluta, piuttosto un accessorio che non mi definisce totalmente ma apre solo una finestra su tutto un mondo ancora da esplorare e con cui mettersi a confronto. (*psicoterapueta)



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