i.OVO n°026 - Luglio, Agosto, Settembre 2013 - Speciale Versilia

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i.ovo a r t e

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luglio/agosto/settembre 2013 c u l t u r a

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c o n t e m p o r a n e a


Piazzetta del Centauro 2 www.barbarapaciartgallery.com | info@barbarapaciartgallery.com | +39 0584 792666


1968

Per informazioni:

1969

Tino Stefanoni

1984

è in preparazione il catalogo generale di

www.armandagoriarte.com

Viale della Repubblica n° 64/66/68 - Prato Tel. + 39 338 5924449 +39 335 303142 Fax + 39 0574 604901 studiomarchi@tin.it

2000


i.ovo Direttore: Massimo Tonietti m.tonietti@iovo.it cell. +39 327 5303110; Direttore responsabile: Marco Zucchini; Caporedattore: Gabriella Di Tanno (gabrielladitanno@yahoo.it); Progetto grafico: Alexandra Barbieri; Responsabile progetto web: Andrea Angeloni ; Guida al Contemporaneo: Serena Vanzaghi; Dentro al Contemporaneo: Gabriella Di Tanno; Oltre lo specchio: Alessandra De Bianchi; 16mm: Francesca Versienti Bis!!!: Gabriella Di Tanno Recensori di “Dentro al Contemporaneo” e altre rubriche: Déborah Allegranti, Cecilia Barbieri, Serena Bedini, Yan Blusseau, Giulia Bucci Tommaso Capecchi, Francesco Ceni, Gabriella Cerbai, Eleonora Ciambellotti, Ilaria D’Adamio, Sara Ferrari, Costanza Focardi, Elisa Frego, Linda Giusti, Caterina Liverani, Eleonora Lombardini, Isabella Mancini, Martina Marolda, Isabella Martinelli, Silvia Migliaccio, Stefania Rinaldi, Elena Santoni,

In copertina: Bertozzi e Casoni

GALLERIA CARDI PIETRASANTA

fino al 15 agosto 2013 Bertozzi e Casoni, Regeneration, 2012, ceramica policroma, cm. cm. h. 160 x 213 x 190

Ottavia Sartini, Caterina Tiberi, Lorenzo Tore, Sarah Venturini. Editing: Costanza Paoletti Perini Ufficio stampa: Alessandra Petrelli alessandra.petrelli@hotmail.it cell. + 39 338 2946943 www.iovo.it info@iovo.it Tel. +39 055 019 7897 Fax +39 055 019 7896

i.ovo Arte e Cultura Contemporanea n°025 - luglio/agosto/settembre 2013 aut. trib. n. 5825 del 15/03/2011 distribuzione gratuita Editore incaricato: NARDINI PRESS S.R.L. Via Cavour n°15, 50129 Firenze Stampa: Nuova Grafica Fiorentina, Via Ambrogio Traversari n°64/r, 50126 Firenze iovoarteeculturacontemporanea IovoArteFirenze

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è in preparazione il catalogo generale di

Salvatore Magazzini Per informazioni: Viale della Repubblica n° 64/66/68, Prato Tel. + 39 338 5924449 / +39 335 303142 Fax + 39 0574 604901 - studiomarchi@tin.it w w w. a r m a n d a g o r i a r t e . c o m


indice oltre lo specchio

n.026 - luglio/agosto/settembre 2013 Dialogo con l’artista Robert Gligorov di Alessandra De Bianchi Bertozzi & Casoni. regeneration

dentro al contemporaneo

di Greta Bonini KEIMZEIT | Germinale ARON DEMETZ

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di Déborah Allegranti Philippe Delenseigne

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di Gabriella Di Tanno ROBERTO CODA ZABETTA - SCUDO

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di Sarah Venturini Aldo Mondino

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di Lorenzo Tore Max Papeschi, Erique LaCorbeille, Ciro Vittorio Formisano

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di Gabriella Di Tanno ALBUM RACCONTARE CON LA LUCE

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di Déborah Allegranti Prima e dopo la Secessione Romana di Isabella Martinelli LA SPERANZA DEL NON ANCORA VISSUTO di Silvia Migliaccio

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ROBERTO CODA ZABETTA A CURA DI TONY GODFREY

COMPLESSO POST INDUSTRIALE EX-MARMI PIETRASANTA

INAUGURAZIONE SABATO 6 LUGLIO 2013 ORE 19.00 F I N O A L L’ 8 A G O S T O 2 0 1 3 W W W. P O G G I A L I E F O R C O N I . I T


EDITORIALE “Non basta guardare, occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono”
 (Galileo Galilei) Riparto da qui, dove tutto ha avuto inizio: una pagina bianca, nessun colore estremo. Ancora di più, scrivo a chi ha avuto, fino ad ora, la pazienza di ascoltare e di leggere quella particolare sfumatura di colore che, a volte, riusciva a creare quadri fatti ad ARTE. Paura e bisogno hanno segnato mondi crocevia di scultori, artisti, teatranti, galleristi provenienti da tutto il mondo e, in onore di un’arte protagonista di questo tempo, ci hanno fatto respirare momenti e chiudere respiri, mentre fermi turbamenti hanno preso la forma di piccole dimore dove, pagina dopo pagina, potersi affacciare con sguardi diversi. Riparto da qui, da Firenze, per raccontare una nuova fiaba che profuma di magia, che senza rumore ruba con gli occhi il mondo che ci circonda per poi raccontarcelo di nuovo: crescere è stato il nostro obbiettivo, e solo ora, siamo vicini “alla pelle del mondo che volevamo sfiorare”. Dalla Toscana, a partire da settembre, I.OVO adotta tutta l’Italia: vi portiamo via con noi, senza fermate, un ultimo editoriale tutto toscano, la “terra d’elezione”, “Pietrasanta, bellissima cittadina, con piazza unica”*, rappresenta per noi il momento d’inizio, e non di fine, di un’arte rinata per far riflettere e comunicare. Gallerie, piazze, laboratori, riconquistano il loro ruolo di madri, e accompagnano la nostra fame di sapere verso qualcosa che ancora non è stato detto, o forse, di cui ancora si ha paura: recitare l’arte è cosa ben diversa che dichiararla ad alta voce, perché “il Futuro appartiene a coloro che credono alla bellezza dei propri sogni” (Eleanor Roosevelt). Ripartiamo da qui, dalla parola, una goccia di nero per sospendere questo momento, ma che diventa colorata per voi, perché sia colma di speranze, come un primo amore, unico, perché raro è il suo primo bacio. “Noi aspiriamo a qualcosa di ben superiore che a una banale riproduzione fotografica della natura. Non intendiamo dipingere graziose immagini che abbelliscano le pareti di un soggiorno. Desideriamo tentare, a volte fallendo, di dar forma alle fondamenta dell’arte, un vero dono per l’intera umanità. Arte in grado di emozionare e commuovere. Un’arte che nasca dal sangue del cuore” (E.M.). Gabriella Di Tanno *Giosuè Carducci



BERTOZZI & CASONI 6 LUGLIO – 15 AGOSTO 2013

GALLERIA CARDI Pietrasanta

Via Padre Eugenio Barsanti, 45

fax +39 0584284836

55045 Pietrasanta (LU)

pietrasanta@galleriacardi.com

tel +39 0584793578

www.galleriacardi.com


GALLERIA LA SUBBIA, pietrasanta (LU)

guida al contemporaneo L'attuale Geografia Artistica di Firenze e Oltre. A cura di Serena Vanzaghi


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GUIDA AL CONTEMPORANEO

Associazione Nazionale Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea L’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea è costituita tra le Gallerie e le Associazioni culturali che operano nel settore dell’arte moderna e contemporanea e che esercitano l’attività di esposizione, promozione e/o vendita al pubblico di opere d’arte. L’ANGAMC ha lo scopo di rappresentare e tutelare, in ogni sede, gli interessi morali, economici e culturali della categoria rappresentata. L’obiettivo principale è quello di qualificare sempre più il mercato dell’arte e le sue potenzialità con la migliore preparazione professionale e culturale degli operatori, anche con interventi nell’ambito giuridico e amministrativo; inoltre promuove dibattiti e conferenze su temi d’interesse per gli associati. Il Delegato territoriale della Toscana è Mauro Stefanini: cell. 335 7054800 GALLERIE ASSOCIATE DELEGAZIONE TERRITORIALE TOSCANA ANGAMC GALLERIA CONTINUA

MONA HATOUM. A body of work | NARI WARD. Iris Hope Keeper; fino al 31/08/13. • 2-495701; fino al 31/08/13 c/o Via Arco dei Becci n° 1. Autrice: Margherita Morgantin. Sede: Via del Castello n° 11, 53037 San Gimignano (Si), Tel. +39 0577 943134. Orario: dal martedì al sabato 14:00 19:00, o su appuntamento. Biglietti: ingresso libero. Ufficio stampa: Silvia Pichini, press@galleriacontinua.com. Web: info@galleriacontinua.it www.galleriacontinua.com ELEONORA D’ANDREA ARTE CONTEMPORANEA

Sede: Via Vincenzo Gioberti n° 14, 59100 Prato, Tel. / Fax +39 0574 574670 / Cell. +39 345 2816111. Orario: dal lunedì al venerdì 16:00 - 19:00, sabato 10:30 - 13:00 / 16.00 - 20.00 (per tutti gli orari e i giorni non specificati su appuntamento al numero +39 345 2816111). Biglietti: ingresso libero. Web: gallery@elexpo.it www.elexpo.it SANTO FICARA ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

ALDO MONDINO. Tappeti stesi e appesi; fino al 31/07/2013. Autore: Aldo Mondino. Curatore: Marco Meneguzzo. Sede: Via Ghibellina n° 164r, 50122 Firenze, Tel.


GUIDA AL CONTEMPORANEO

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+39 055 2340239 / Fax +39 055 2269190. Orario: dal lunedì al venerdì 09:30 12:30 / 16:00 - 19:00. Chiuso nel mese di agosto. Biglietti: ingresso libero. Web: info@santoficara.it www.santoficara.it FRITTELLI ARTE CONTEMPORANEA

LA RESPONSABILITA’ DELL’OCCHIO; fino al 20/09/13. Autore: Paolo Masi. Curatore: Flaminio Gualdoni. Catalogo: a cura di Flaminio Gualdoni, edizioni Gli Ori. Sede: Via Val di Marina n° 15, 50127 Firenze, Tel +39 055 410153 / Fax +39 055 4377359. Orario: dal lunedì al sabato 10:00 - 13:00 / 15:30 - 19:30, domenica e festivi su appuntamento. Web: info@frittelliarte.it www.frittelliarte.it GESTALT ART GALLERY

ARMANDO MARROCCO; fino al 18/06/13. Autore: Armando Marrocco. Sede: Via Stagio Stagi n° 28, 55045 Pietrasanta (LU), Tel. +39 0584 790900. Orario: 10:30 12:30 – 18:30 00:30. Biglietti: ingresso libero. Web: info@gestaltgallery.it www.gestaltgallery.it GALLERIA GIRALDI

PRIMI ANNI SETTANTA: Esperienze a confronto; fino al 27/07/13. Autori: Agostino Bonalumi, Antonio Corpora, Roberta Crippa, Elio Marchigiani, Emilio Scanalino, Mario Schifano. Sede: Piazza della Repubblica n° 59, 57123 Livorno, Tel. +39 0586 883022 / Cell. +39 329 8626020 / Fax +39 0586 887778. Orario: dal lunedì al sabato 10:00 - 13:00 / 17:00 - 20:00, domenica su appuntamento. Web: info@ galleriagiraldi.it www.galleriagiraldi.it ARMANDA GORI ARTE

Cloning in Prato; fino al 24/09/13. Autore: Paolo Vegas. Sede: Viale della Repubblica n° 64/66/68, 59100 Prato, Cell. +39 335 303142 - +39 338 5924449 / Fax +39 0574 604901. Orari galleria: dal lunedì al venerdì 15:30 - 19:00 o su appuntamento. Biglietti: ingresso libero. Web: studiomarchi@tin.it www.armandagoriarte.com GUASTALLA CENTRO ARTE

LIMITED EDITIONS – international prints; fino al 31/07/13. Autori: Bacon, Balthus, Braque, Burri, Campigli, Carrà, Castellani, Chagall, Dalì, De Chirico, Fontana, Hartung,


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GUIDA AL CONTEMPORANEO

Magnelli, Magritte, Marino Marini, Mirò, Moore, Music, Picasso, Pomodoro, Rauschemberg, Severini. Sede: Via Roma n° 45, 57126 Livorno, Tel. +39 0586 808518 / Fax +39 0586 813514. Orario: dal lunedì al venerdì 10:00 - 13:00 / 16:30 - 20:00, sabato 10:00 – 13:00. Biglietti: ingresso libero. Web: info@guastallacentroarte.com www.guastallacentroarte.com GALLERIA N° 38

Copy; fino al 14/07/13. Autrice: Stefania Ferini. Sede: Via del Battistero n° 38, 55100 Lucca, Tel. +39 0583 491104 / Fax +39 0583 491104. Orario: dal martedì al sabato 10:00 13:00 – 16:00 19:30. Biglietti: ingresso libero. Web: info@gallerianumero38.com www.gallerianumero38.com GALLERIA OPEN ART

Group Show; 01/07/13 – 31/07/13. Autori: R. Boero, S. Bozzolini, G. Capogrossi, F. De Szyszlo, J. Ferren, W. Fusi, R. Floreani, P. Jenkins, J. Kolàr, A. Magnelli, C. MarcaRelli, A. Monnini, B. Nicholson, B. Pepper, S. Piccoli, G. Pinzani, B. Querci, T.Scialoja, M.Staccioli. • Alvaro Monnini; settembre/ottobre 2013. Sede: Viale della Repubblica n° 24, 59100 Prato, Tel. +39 0574 538003 / Fax +39 0574 537808. Orario: dal lunedì al venerdì 15:00 - 19:30, sabato 10:30 12:30 / 15:00 19:30, chiuso domenica e festivi. Biglietti: ingresso libero. Web: galleria@openart.it www.openart.it GALLERIA SUSANNA ORLANDO

Calembours Toujours – carte scelte dal 1986 al 2005; 06/07/13 – 15/08/13. Autore: Aldo Mondino. Vernissage: sabato 6 luglio alle ore 19.00. Sede mostra: inaugurazione nuovo spazio espositivo in Via S. Stagi 12, 55045 Pietrasanta (Lu). Sede centrale: Via Carducci n° 10, 55042 Forte dei Marmi (LU), Tel. / Fax +39 0584 83163. VETRINA: Via Sauro n° 3, 55045 Pietrasanta (LU). Orario: tutti i giorni 10:00 13:00 / 17:00 - 24:00. Biglietti: ingresso libero. Web: info@galleriasusannaorlando.it www.galleriasusannaorlando.it BARBARA PACI

ARON DEMETZ. KEIMZEIT; 06/07/13 – 18/08/13. Autore: Aron Demetz. Curatore: Alessandro Riva. Catalogo: disponibile in galleria, con testo critico di Alessandro Riva. Sede: Piazzetta del Centauro n° 2, Piazza Duomo n° 25, 55045 Pietrasanta (LU), Tel. / Fax +39 0584 792666. Orario: dal martedì alla domenica 10:00 13:00 - !7:30 24:00. Biglietti: ingresso libero. Ufficio stampa: Alessia Luppoli info@alessialupoli.it. Web: info@barbarapaciartgallery.com www.barbarapaciartgallery.com


GUIDA AL CONTEMPORANEO

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GALLERIA POGGIALI & FORCONI

Scudo; c/o complesso post industriale Ex Marmi Pietrasanta - dal martedì alla domenica 18.00 / 24.00; 07/07/13 – 08/08/13. Autore: Roberto Coda Zabetta. Sede galleria: Via della Scala n° 35/A, 50123 Firenze, Tel +39 055 287748 / Fax +39 055 2729406. Orario: dal martedì al venerdì 10:00 - 13:00 / 15:30 - 19:00, sabato 10:00 - 13:00. Biglietti: ingresso libero. Web: info@poggialieforconi.it www.poggialieforconi.it GALLERIA IL PONTE

Aleksandra Zurczak, Francesco Chiacchio. Il segno come racconto; fino al 20/07/13. Autori: Aleksandra Zurczak, Francesco Chiacchio. Curatore: Andrea Alibrandi. Sede: Via di Mezzo n° 42/b, 50121 Firenze, Tel +39 055 240617 / Fax +39 055 5609892. Orario: dal lunedì al venerdì 15:30 - 19:00, chiuso sabato e festivi. Ufficio Stampa: Susy Fabiani susy@galleriailponte.com. Biglietti: ingresso libero. Web: info@galleriailponte.com www.galleriailponte.com SANGALLO ART STATION

Sede: Via Fra’ Giovanni Angelico n° 5r (fra il n°47 e il n°49), 50121 Firenze, Tel. +39 055 0517157 / Fax +39 055 0517518. Orario: dal martedì al sabato 10:00 - 13:30 / 15:00 - 19:00. Biglietti: ingresso libero. Patrocinio: Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Web: e.sarti@sangalloartstation.it www.sangalloartstation.it GALLERIA LA SUBBIA DI PAOLA RAFFO

Sede: Via Barsanti n° 11, 55045 Pietrasanta (LU), Tel. +39 0584 283338 / Fax +39 0584 71647. Orario: tutti i giorni 10:00 - 12:00 / 17:00 - 19:00. Biglietti: ingresso libero. Web: gallerialasubbia@gmail.com TORNABUONI ARTE CONTEMPORANEA INTERNAZIONALE

Maestri moderni e contemporanei - Antologia scelta 2013. Sede: Lungarno Cellini n° 13/a, 50125 Firenze, Tel. +39 055 6812697 / Fax +39 055 6812020. Orario: dal lunedì al venerdì 09:00 – 13:00 / 15:30 – 19:30, sabato su appuntamento. Biglietti: ingresso libero. Web: info@tornabuoniarte.it www.tornabuoniarte.it


OVERGROUND

AFTER ART GALLERY di Frederik Ivanaj

Sede: Via Ghibellina n° 38r, 50122 Firenze, Tel. +39 328 7156628. Biglietti: ingresso libero. Web: frederik.ivanaj@tin.it www.ivanaj.com ANTONELLA VILLANOVA – Contemporary art jewellery

Sede: Piazza Goldoni n°2 50123 Firenze, Tel. +39 055 6802066 Fax +39 055 213372. Orario: dal martedì al sabato 10:00 – 13 15:00 – 19:00, lunedì su appuntamento. Biglietti: ingresso libero. Web: antonellavillanova@gmail.com www.antonellavillanova.it ARIA ART GALLERY

Aria Art Gallery partecipa a Icastica 2013, prima biennale di arte contemporanea in Arezzo; fino al 01/09/13. Sede galleria: Borgo Santi Apostoli n° 40/r, 50123 Firenze, Tel. +39 055 216150 / Fax +39 055 4641406. Orario: dal lunedì al sabato 10:30 - 13:30 15:30 - 19:30, domenica su appuntamento. In collaborazione con: Ambasciata del Marocco in Italia. Biglietti: ingresso libero. Web: info@ariaartgallery.com www.ariaartgallery.com BABELE - Boutique d’Arte e Libri

Acquerellando; 24/07/13 – 10/09/13. Autrice: Romola Bellandi. Curatrice: Laura Accordi. Vernissage: giovedì 24 luglio alle ore 17.30. Sede: Via delle Belle Donne n° 41/r 50122 Firenze, Tel./Fax +39 055 283312. Orario: dal lunedì al venerdì 10:30 - 19:30, sabato 10:30 – 14:30. Ufficio stampa: Carlo Gattai 337/677116 press@babelefirenze.com. Biglietti: ingresso libero. Web: babele@babelefirenze.com. www.babelefirenze.com GALLERIA ALESSANDRO BAGNAI

INTERNO; fino al 14/09/13. Autori: Lucia Massei, Pizzi Cannella. Sede: Palazzo Ricasoli, Piazza Goldoni n° 2, 50123 Firenze, Tel. +39 055 6802066 / 055


GUIDA AL CONTEMPORANEO

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213372. Orario: dal lunedì al sabato 10:00 – 13:00 15:00 – 19:00. Ufficio stampa: Spaini & Partners. Biglietti: ingresso libero. Web: info@galleriabagnai.it www.galleriabagnai.it BASE / PROGETTI PER L’ARTE

PIERO GOLIA; fino al 10/07/13. Autore: Piero Golia. Sede: Via San Niccolò n° 18r, 50123 Firenze, Tel +39 055 602102 / Fax +39 055 2207281. Orario: dal martedì al sabato 18:00 – 20:00 (dalle 20:00 alle 24:00 come vetrina). Biglietti: ingresso libero. Patrocini: Attività promossa dagli artisti del collettivo BASE X BASE e con il contributo della Regione Toscana/Toscanaincontemporanea 2011. Web: info@ baseitaly.org www.BaseItaly.org DOLORESART LABORATORY

Sede: Palazzo Viti, Sala Musica e Sala Mostre, Via dei Sarti n° 41, 56048 Volterra (Pi), Tel. +39 0588 84047 Cell. 333 4508779. Orario: tutti i giorni 10:00 13:00 – 14:30 18:30 . Web: doloresart57@gmail.com www.doloresart.it/galleria F, AIR - FLORENCE ARTIST IN RESIDENCE

Of Limes and Camouflage; fino al 19/07/13. Autrice: Victoria DeBlassie. Curatrice: Lucia Giardino. Catalogo: disponibile in galleria. • Silent Dialogues; 24/07/13 – 20/09/13. Autrice: Viktoria Sorochinski. Curatrice: Enrica Quaranta. Vernissage: mercoledì 24 luglio alle ore 18.30. Orario: dal lunedì al giovedì 15.00 – 18.00. Patrocinio: Florence University of The Arts. Sede: Via San Gallo n° 45/r, 50129 Firenze. Ufficio Stampa: Ufficio Stampa Palazzi communications@palazziflorence. com. Web: fair@fua.it www.fair.palazziflorence.it FRASCIONE ARTE

Sede: via Maggio n° 60r, 50123 Firenze, Tel. +39 055 2399205. Orario: dal martedì al sabato 10:00 – 13:00 15:00 – 19:00, lunedì 15:00 – 19:00. Biglietti: ingresso libero. Web: info@frascionearte.com www.frascionearte.com


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GUIDA AL CONTEMPORANEO

LINEA Spazio Arte Contemporanea

Sede: Via delle Porte Nuove n° 10, 50144 Firenze, Tel. +39 055 3249173 / Fax +39 055 333540. Orario: dal lunedì al sabato 10:00 – 18:00. In collaborazione con: Florence Design Week. Biglietti: ingresso libero. Ufficio Stampa: Giulia Coli +39 339 5069593 giuliacoli@gmail.com - Francesca Puliti +39 392 9475467 francesca. puliti@gmail.com. Web: info@spaziolinea.org www.spaziolinea.org CASA MASACCIO -Centro per l’Arte Contemporanea-

Sede: Corso Italia n° 83, 52027 San Giovanni Valdarno (Ar), Tel. +39 055 9126283 / Fax +39 055 942489. Orario: giorni feriali 15:00 – 19:00, festivi 10:00 12:00 – 15:00 19:00, lunedì chiuso. Biglietti: ingresso libero. Web: casamasaccio@comunesgv.it www.casamasaccio.it SCIATO’ DI SERRAVALLE

Profili; Autore: Dario Longo; Sede: Via Garibaldi n° 49, 51030 Serravalle Pistoiese (Pt), Web: info@sciato.it SIMBOLI ART GALLERY

Firenze

Via delle Vecchie Carceri

(le murate)

Tel. 055 0540234 info@nardinibookstore.it www.nardinibookstore.it

DAVIDE FOSCHI, IN FLORENCE; fino al 14/07/13. Autore: Davide Foschi. Catalogo: disponibile in galleria. Sede: Via di San Giuseppe n° 6/r, 50122 Firenze, Tel. +39 055 0502418, Cell. +39 349 1438941. Orario: lunedì 16:30 – 20:00, dal martedì alla domenica 10:00 – 13:00 15:00 – 20:00. Web: info@simboliartgallery.com www.simboliartgallery.com


SPECIALE VERSILIA


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OLTRE LO SPECCHIO

ESISTE ANCORA LO SHOCK NELL’ARTE? Dialogo con l’artista Robert Gligorov “Il bisogno di esporsi ad effetti di shock è un tentativo di adeguazione dell’uomo ai pericoli che lo minacciano. Il cinema risponde a certe profonde modificazioni del complesso appercettivo – modificazioni che nell’ambito della esistenza privata sono subite da ogni passante immerso nel traffico cittadino, e nell’ambito storico da ogni cittadino”. (Walter Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica)

Alessandra De Bianchi: Oramai è un concetto usurato, ma sappiamo bene che l’opera ha perso da tempo la sua «aura», che assistiamo ad un’arte al di là dell’arte, fuoriuscita per quanto possibile dalla tradizione. Per chi come te ancora si crogiola, per così dire, in tutto questo, puntando a destabilizzare il fruitore e a creare sconcerto, cosa riesce tutt’oggi a produrre shock a livello artistico? Robert Gligorov: Il fine ultimo non credo sia lo shock perché lo shock è uno stato d’animo della durata di un Nella pagina a fianco: Robert Gligorov

attimo. Un esercizio artistico è tentare di definire la parola arte e aggiungere una frase in più al lunghissimo discorso del “già detto”. L’essere umano è per natura abitudinario e le novità o le nuove proposte hanno sempre creato lo shock. La storia ce lo insegna; quando esposero Matisse e compagni al Salon di Parigi del 1905 furono definiti “Belve” per avere usato pennellate così brutali e violente. All’epoca era uno shock, ora fa sorridere. Esporre oggetti prodotti dall’industria in galleria – i cosiddetti ready made – suscitava ilarità e shock. Fintanto che non ci sarà


OLTRE LO SPECCHIO

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OLTRE LO SPECCHIO

Robert Gligorov, Kamen, 2003, ed. 3. Courtesy Gestalt Gallery Contemporary Art.

un’alfabetizzazione del turista dell’arte ci sarà sempre shock, perché la novità crea instabilità e non una certezza del proprio punto di vista. Credo che gli artisti del passato abbiano prodotto shock modesti, il meglio e il piatto forte deve ancora venire. A.D.B.: Lo shock, prodotto o ricercato, è dunque davvero un tentativo dell’uomo di “adeguazione ai pericoli che lo minacciano”? R.G.: Sì, a volte si ha voglia di esorcizzare la paura della morte, affrontare pericoli che ti portano vicino all’incidente fatale. Ma sopravvivervi è un modo di sentirsi superiori alla paura della morte. Come diceva un filosofo: “la buona notizia per l’essere umano è che realmente non saprà mai di essere morto, al massimo potrà sapere che morirà”. A.D.B.: Pur rimanendo su un terreno antropocentrico e in un certo senso egocentrico, la tua arte è approdata da un più evidente narcisismo iniziale

ad un maggiore impegno sociale e di denuncia, soprattutto animalista. Alla luce di questo percorso, come sono e da che ispirazioni nascono le tue opere attuali? R.G.: Sicuramente i media di ogni tipo, riviste, giornali, film di vario genere. Ogni immagine può essere un suggerimento per un’eventuale opera. Uso due metodi: uno è quello di cercare dentro di me un’immagine e l’altro è di guardare al sociale. Ma il sociale è soltanto cronaca del nostro tempo, mentre la nostra mente racchiude i segreti dell’universo e quindi la ricerca spirituale dentro di sé sicuramente ha un valore assoluto, più vicino alla verità. Le invenzioni e le malefatte dell’essere umano sono soltanto un momento del progresso della civiltà. A.D.B.: Qual è il senso della mostra che sarà inaugurata nel mese di agosto alla Gestalt Gallery di Pietrasanta e in cui proporrai soprattutto dipinti e sculture? R.G.: Questa mostra sarà un po’ diversa dalle altre che ho realizzato fino ad oggi. Sarà leggera, semplice, scanzonata. Ci sarà pittura, fotografia e scultura. Il titolo della mostra è Sei pezzi facili. Robert Gligorov (Kriva Palanka, 1960) è un artista macedone che vive e lavora a Milano; in passato è stato anche attore, fotografo e illustratore. Alessandra De Bianchi è laureata in Filosofia Teoretica-Estetica, vive e lavora a Firenze.


OLTRE LO SPECCHIO

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Robert Gligorov, Home sweet home, 2005, ed. 3. Courtesy Gestalt Gallery Contemporary Art.


DI MARMO DI MARE GIOIELLI INDI MARMO DI MARMO MARE Valeria Eva Rossi per pietraquadra stone jewels GIOIELLI IN MARMO Valeria Eva Rossi per pietraquadra stone jewels

FOTOGRAFIA FOTOGRAFIA

Monica Cordiviola Monica Cordiviola Inaugurazione venerdì 19.07.2013 dalle 19.00 Enoteca Wine Bar Inaugurazione Brilliant, Viavenerdì Duca19.07.2013 d’Aostadalle 13 19.00 – Forte dei Marmi (LU) Enoteca Wine Bar Brilliant, Via Duca d’Aosta 13 – Forte dei Marmi (LU)

E’ nell’ideale cornice di Forte dei Marmi, che sarà presentata la collezione Marinière di pietraquadra è nell’ideale cornice di Forte dei Marmi, che sarà presentata la collezione Marinière di pietraquadra stone stone jewels, che trae ispirazione dal litorale versiliese. jewels, che trae ispirazione dal litorale versiliese. Nell’apparente contrasto tra la solidità del materiale la fluidità dell’acqua, si si rispecchiano rispecchiano leleforme Nell’apparente contrasto tra la solidità del materiale e laefluidità dell’acqua, forme geomegeometriche dei gioielli in marmo di pietraquadra sinuosamente avvolti dalle corde in passamaneria di triche dei gioielli in marmo di pietraquadra sinuosamente avvolti dalle corde in passamaneria di seta e fermaseta e fermati dai nodi marinari o impreziositi con alamari che ricordano, nella forma, i vecchi timoni o le ti dai nodi rose marinari o impreziositi con alamarielegante che ricordano, forma, i vecchi timoni oa le rose dei venti. dei venti. Una collezione evocativa, e preziosanella perché ogni gioiello è realizzato mano, secondo le tecniche della tradizione artigiana italiana, congioiello materialièdirealizzato qualità e un accuratosecondo studio delle tecniche Una collezione evocativa, elegante e preziosa perché ogni a mano, design. della tradizione artigiana italiana, con materiali di qualità e un accurato studio del design. Suggellano il connubio di marmo e mare, le suggestive fotografie di Monica Cordiviola. Suggellano il connubio di marmo e mare, le suggestive fotografie di Monica Cordiviola. Per l'occasione verrà offerto un particolare aperitivoaabuffet, buffet, inintema concon l'esposizione. Per l’occasione verrà offerto un particolare aperitivo tema l’esposizione.

www.pietraquadra.com - pietraquadra@gmail.com


philippe delenseigne GLI STATI DELLE COSE che ne so

G I U S E P P E R E S TAfino Nal O13.08.2013

Comune di Pietrasanta

Città d’Arte - Città Nobile dal 1841

Assessorato alla Cultura

a cura di Gianluca Marziani a Palazzo Panichi - Pietrasanta via Marzocco 1 ang. Piazza Duomo, Pietrasanta (LU) 18.30 - 20.30 / 21.30 - 00.30

GESTALTGALL E R Y

CENTRO ARTI VISIVE PIETRASANTA

CENTRO ARTI VISIVE PIETRASANTA

Gestalt Gallery | Via Stagi 28 Pietrasanta (LU) | tel. 0584 790 900 | info@gestaltgallery.it | www.gestaltgallery.it


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DENTRO AL CONTEMPORANEO

Bertozzi & Casoni Regeneration Galleria Cardi Pietrasanta (Lucca)

fino al 15 agosto 2013 Gorilla, varani e fenicotteri si aggirano tra gli spazi espositivi. Tra i rifiuti la natura si rigenera e ci osserva con spiccata ironia: una riflessione aperta sulla superficialità dell’uomo.

Curiosità e stupore inducono chiunque si avvicini alle vetrine della Galleria Cardi a Pietrasanta ad entrare ed osservare le creazioni visionarie di Giampaolo Bertozzi (Borgo Tossignano, Bologna, 1957) e Stefano Dal Monte Casoni (Lugo di Romagna, Ravenna, 1961), artisti di fama internazionale che mescolano con sapienza, nelle loro opere, fragilità e forza espressiva. Una dicotomia peculiare ed intensa che esalta con acuta ironia il rapporto tra natura ed essere umano collocando quest’ultimo, con spiccato senso critico, più in basso nella scala gerarchico evolutiva. Altrettanto particolare è il mezzo utilizzato per la realizzazione delle loro opere, la ceramica, che unendo ricerca e tradizione, riproduce in modo estremamente realistico e dissacrante ogni singolo elemento compositivo delle opere, esaltandone il valore metaforico e mettendo in risalto elementi simbolici che alludono al tema del-

la caducità della vita. Distruzione e frammenti danno infatti luogo ad una laboriosa ricostruzione, un’architettura nuova dell’esistenza che prefigura, con metafore ironiche e radicali, come il gorilla di Regeneration o il fenicottero di Flamingo, simbolismi religiosi e metamorfosi evolutive, reinventano, in modo creativo e al contempo ludico, dati di realtà oggettiva spesso volutamente ignorati o semplicemente scartati. Provocatoriamente, in opere come DisGrazia con orchidea blu e Bucranio con varano i rifiuti dell’uomo, ossa, mozziconi di sigarette, lattine e quant’altro, vengono composti da Bertozzi e Casoni con stratificazioni dai cangianti significati che rivelano simultaneamente i limiti dell’essere umano, le catastrofi da lui generate, l’effimera condizione dell’esistenza e la forza e potenza con cui la natura pone rimedio e rigenera: oggetti e scarti di vita attiva subiscono una metamorfosi e


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1 - Bertozzi e Casoni, Grottesca, 2013, ceramica policroma, cm. h. 40 x diam. 75. 2 - Bertozzi e Casoni, Disgrazia con orchidee blu, 2013, ceramica policroma, cm. h. 98 x 81 x 78. 3 - Bertozzi e Casoni, Bucranio con varano, 2012, ceramica policroma, cm. h. 41 x 80 x 74. Courtesy Galleria Cardi Pietrasanta (LU).

diventano fertile humus generatore di grazia e bellezza. E il loro gioco ironico e irriverente continua con altrettanta leggerezza anche nei confronti dell’arte, con rimandi e citazioni più o meno esplicite ad artisti del calibro di Andy Warhol o Mark Rothko. Attraverso una ricerca raffinata dei materiali, gli autori giocano quindi a dominare la scena con elementi narrativi appartenenti al mondo animale e vegetale, carichi di simbolismi quali forza, grazia, bellezza, rigenerazione, vita, morte e rinascita con una semplicità apparente, come nelle cassette del pronto soccorso che in Waiting riproducono una costellazione, una mappa

celeste brulicante di chiocciole e spirali che richiamano l’infinito, un suolo, una terra, un universo di possibilità aperte. “Hai distrutto il mondo bello...” dice Goethe nel Faust “ricostruiscilo più splendido, ricostruiscilo nel tuo cuore”. Forse è questo il messaggio, forse ciò che ci ripugna può essere affascinante, forse anche ciò che riteniamo “rifiuti”, fonte di vita inesauribile ed esausta, può essere misteriosamente e incomprensibilmente irrinunciabile. Forse... Greta Bonini


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fino al 29 settembre 2013

DIE MAUER arte contemporanea - Via Pomeria n째71 Prato


GLI STATI DELLE COSE G I U S E P P E R E S TA N O a cura di Gianluca Marziani a Palazzo Panichi - Pietrasanta via Marzocco 1 ang. Piazza Duomo, Pietrasanta (LU) 18.30 - 20.30 / 21.30 - 00.30

lacorbeille papeschi formisano

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Comune di Pietrasanta

Città d’Arte - Città Nobile dal 1841

Assessorato alla Cultura

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CENTRO ARTI VISIVE PIETRASANTA

13 Luglio – 6 Settembre Inaugurazione: Sabato 13 Luglio ore 18.30 Palazzo Leonardi, piazza della Repubblica Pietrasanta (LU)

Gestalt Gallery | Via Stagi 28 Pietrasanta (LU) tel. 0584 790 900 | info@gestaltgallery.it | www.gestaltgallery.it


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KEIMZEIT | Germinale ARON DEMETZ a cura di Alessandro Riva Barbara Paci Galleria d’Arte, Pietrasanta (LU)

Fino al 18 agosto "L’uomo è vittima di un ambiente che non tiene conto della sua anima". Charles Bukowski

Umanità post atomica, deserto virtuale, anime vaganti in corpi sgretolati. Uno scenario di sconfitta, mista all’insopprimibile vitalità della speranza “ultima a morire”, nutrita solo dalla rabbia, dalla forza di quell’ultimo lembo di dignità che tiene legato il cuore al corpo eroso dal tempo, dall’odio, dal male autoinflitto. La ribellione implosa grida silenziosa, crepando le superfici e consumando i corpi. I volti perdono i propri contorni, i lineamenti si confondono con le striature del legno rugoso e i pensieri, i dubbi, i timori si fanno escrescenze di silicone bianco, gonfie ed evidenti, come piaghe infette o funghi velenosi sui tronchi di alberi secolari. Aron Demetz (1972) denuncia lo stato decadente della società e dell’individuo, in un costante allontanamento da Madre Natura e dalla propria natura.

Un fallimento di ideali e di attitudini che non ammette assoluzione. La corruzione, l’impurità, il marcio, non possono essere celati più a lungo: tutto emerge, e tutto ciò che prima era bello e florido, così appassisce, si deteriora, si incenerisce. Le sembianze eteree di gioventù e freschezza soccombono all’aridità, alla carbonizzazione dell’animo, all’autocombustione nel malessere inaccettato e irrisolto, fino alle tristi soglie dell’ultima ora, che rende tutto “vecchio”, stanco, secco. Le figure filiformi della serie Advanced Minorities, 2012 – ombre amare dei padri che ricadono sui figli – ci attendono sul cammino verso la rovina: ultimo avvertimento della Natura che non può più sopravvivere a un ambiente che l’uomo stesso ha reso inospitale alla propria progenie, quasi infernale, fino a devastare i propri connotati,

Nella pagina a fianco: Aron Demetz, Senza titolo, legno carbonizzato e silicone, cm225x70x60. Courtesy Barbara Paci Galleria d’Arte.


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Aron Demetz, Advanced Minorities, 2012, legno di tiglio, cm 223x70x60. Courtesy Barbara Paci Galleria d’Arte.

punizione suprema che rispecchia l’egoismo dello spirito nella putrefazione delle membra. Tormento e inquietudine paiono, però, poter essere ancora spunto di redenzione, al culmine massimo della resistenza della vita contro tutto ciò che la minaccia, la offende, la umilia. La mostra indaga il tema del dialogo tra l’uomo contemporaneo ed i suoi milieux – naturali, sociali, introspettivi – stimolando una presa di consapevolezza, da parte dell’individuo, del peso delle proprie azioni, non solo nei confronti del proprio personale futuro, ma anche nel rispetto della società tutta, e del proprio rapporto con l’ambiente.

Una riflessione di stampo profondamente umano quindi, ma anche ‘naturale’, quella che l’artista affida alle sue opere incancrenite e usurate dall’incapacità di adattamento al contesto presente – autoprodotto – e alla non corrispondenza con la propria profonda essenza. Il fondo dell’uomo si rivela insospettatamente “buono”, ma eroso dalla propria debolezza, invecchiato da una rassegnata disillusione. Non siamo solo maschere erranti, scheletri in movimento verso una fine designata, marionette in balia di un destino avverso e perverso. L’indole segreta dell’umanità si palesa nella sua fragilità per provocare


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Aron Demetz, Keimzeit, 2012, legno di tiglio, cm 215x70x60. Courtesy Barbara Paci Galleria d’Arte.

Aron Demetz, Advanced Minorities, 2012, legno di tiglio, cm 223x70x60. Courtesy Barbara Paci Galleria d’Arte.

– questo l’auspicio – con rinnovata consapevolezza, la generazione di nuova energia, nuovi percorsi, nuovi mondi, dove da sempre niente si crea e niente si distrugge. Proprio all’idea della germinazione si ispira, infatti, il titolo della mostra “Keimzeit (Germinale)”, che letteralmente significa ‘tempo della germinazione’, ovvero del proliferare quasi naturale della materia al di fuori dei limiti e anche della stessa volontà dell’artista, quasi che la materia stessa possedesse un’energia, una naturale capacità di evolversi, di mutare e di rinnovarsi del tutto autonoma e indipendente. Una continua metamorfosi

– pare volerci ricordare l’autore – che solo nella Natura, e attraverso essa, può essere cercata e vissuta. Un messaggio paradossale di speranza, verde come le foglie che mancano all’esercito di spiriti lignei che popolano le sale di Demetz, lungimirante come i racconti di memorie che non possono tornare. Talismani, feticci apotropaici, per non dimenticare, kafkianamente, che “chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza, non diventerà mai vecchio”. Déborah Allegranti


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- che ne so Philippe Delenseigne Gestalt Gallery di Pietrasanta

fino al 13 agosto “Avvezzo a schizzar verso il cielo il suo inchiostro, a suggere il sangue di ciò che ama e a trovarlo delizioso, questo mostro inumano, sono io”. (Apollinaire) Un emblema. Un’intelligenza fluida che sorregge da sola l’urgenza del momento. La crescita economica, sociale e culturale presente in questo tempo, dimostra la sua doppia faccia e lei, come una pillola, rappresenta la nostra cura, un “ossimoro vivente dai mille volti, che incarna in sé il bello e il brutto, la luce e le tenebre, rappresenta il maschile tentacolare e la bocca oscura femminile che inquieta e seduce per il suo aspetto informe, metà liquido e metà solido” (Jean Arnaud). La linea tesse la sua curva, i tratti diventano definizione di forza e dolcezza, le mani non mascherano più gli occhi, i chiaroscuri prendono la forma di una figura: l’animale, conserva un cuore puro fatto per combattere e per indossare l’abito umano, respira a pieni polmoni i limiti di un’umanità che ha in sé il potere di decidere se il mondo può crescere o no, perché in esso l’artista ha ancora fiducia. Philippe Delenseigne ci vuole preparare a questo, e lo fa con la sua arte: scorge una scultura che

richiede il cambiamento, mentre immobile, ferma davanti a lei, una soave figura emerge dalla zuppa di gente e parla a tutti noi di genesi, di passione, conscia che, al suo rivelarsi, la sofferenza macchierà il suo candore, perché la sua melanconia riflette una realtà che, ogni giorno di più, perde la sua coscienza. Il “Pensatore” di Rodin, ora, assume le sembianze di una donna senza volto, gravida, che affonda e afferra con la sua ombra la coscienza di ognuno di noi, senza lasciarsi dominare. Ripartire da zero: Philippe, come un bambino, cancella con il gesso e scrive con la polvere, rifugge davanti all’ignoranza in onore di un’EDUCAZIONE che possa cambiare precocemente gli animi, senza alte prospettive, visiva nella sua essenza, perché l’unica capace di scomporre, per tutti noi, la nostra quotidiana realtà, che ahimè, è fabbricata da “squallidi squali”. Educare vuol dire trarre fuori, tirar fuori ciò che sta dentro, dal marmo fuori dal marmo, così che il pensiero, ora irrazio-

Nella pagina a fianco: Philippe Delenseigne, Il potere in maschera, 2013, gesso colorato su tela, 150x100 cm. Courtesy Gestalt Gallery Contemporary Art


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1 - Philippe Delenseigne, Banditi, 2013, gesso colorato su tela, 100X100 cm. 2 - Philippe Delenseigne, Ricetta, 2013, gesso colorato su tela, 80x80cm. Courtesy Gestalt Gallery Contemporary Art

nale e statico, possa squarciare quella tela finta e disonesta e sviscerarla dal basso da ogni metamorfosi: il bene ed il male assumono la forma di cadaveri, di sagome gettate al vento, in nome di un perbenismo viziato, che decide ed incide sulla vita delle persone, e che quindi, ispira la sua arte. C’era una volta? No, c’è ancora il “fascino” delle lobby, che sradicano dal terreno pubbliche piazze che diventano private: Shakespeare, nel suo Enrico VI, conferiva al termine accezioni di “corridoi”, “passaggi”, ma esse, in realtà, sono solo crepe, lacerazioni fatte di carne e di sangue, recinti, “dove vengono raggruppati gli animali destinati al macello”. Ma chi sono quegli animali? Siamo noi...: non più sorgenti dalle quali sgorga energia inesauribile, ma ostacoli per la nascita di innovazioni e di idee. La Bellezza viene piombata in torri d’avorio, e noi, che generiamo l’offesa della Bellezza, di Essa non ne abbiamo cura, e l’osceno, che è il brutto, inevitabilmente, si insinua dal fuori - scena direttamente su di un palco come tentacolo alterato. Restiamo

fermi per un solo momento, respiriamo, e con dolorosi singhiozzi e contenuti passi, camminiamo lungo la strada che Philippe Delenseigne vuole svelarci: non si erge a maestro, non combina parole vane ed eleganti per convincerci, non ha bisogno di comunicare altro… La sua opera si manifesta davanti ai nostri occhi come una vasca d’acqua trasparente, perché contiene l’essenza di tutta l’umanità. “Ora lo conoscete, e soprattutto ora sapete che razza di macchina micidiale, immensa e possente esso è [....]. Ci si organizzi per svelarlo al grande pubblico e per finalmente bloccarlo [...]. I lettori dovrebbero finalmente poter connettere i punti del puzzle, e aver capito da dove vengono in realtà i problemi capitali della nostra vita” (Paolo Barnard). Diventiamo RESPONSABILI, perché da quel “CHE NE SO” dipende tutta la nostra STORIA presente e, speriamo, futura. Gabriella Di Tanno (Si ringrazia Danilo Maurizio Troiani per la documentazione economico – sociale)


DENTRO AL CONTEMPORANEO

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CINZIO MIX sabato 27 luglio 2013

Via Barsanti 41, Pietrasanta (LU)

Via del Battistero n째38 55100 | Lucca Tel. +39 0583 491104

orari | lun. 16-19:30 mart.- sab | 10-13 | 16-19:30 www.gallerianumero38.com


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ROBERTO CODA ZABETTA - SCUDO a cura di Tony Godfrey Complesso Post-Industriale EX-MARMI, Pietrasanta, (LU)

fino all’ 8 Agosto 2013 Nell’era della perenne operazione-nostalgia, quando ieri ed oggi sembrano ormai coincidere, la pittura di Roberto Coda Zabetta porta le nostre tormentate esistenze a riappacificarsi con le croci di un passato invadente ed invalidante, dimostrando quanto possano servire da simbolo e stimolo, nell’arte come nella vita. è cosa saputa: essere “il figlio di”, doversi misurare con un’eredità scomoda ed ingombrante, non è mai stato facile per nessuno. Amaro destino di un paese come il nostro, che si trova sempre più spesso a lottare contro sé stesso ed i propri epici fantasmi, di storiche glorie e di dolori, tanto strenuamente lamentandosi della decadenza odierna, quanto facendo di quest’etica del lamento perpetuo il palliativo modus vivendi per non arrogarsi l’onere di procedere in avanti. E se è vero che l’arte della dietrologia fa parte del nostro DNA, va anche detto che, sebbene siamo soliti per natura lasciarci prendere la mano da certe irresistibili smanie retroattive, guardare al passato si rende un espediente indispensabile e doveroso di questi tempi, in cui tutto sembra sia già stato ampiamente saggiato e sperimentato, e la carenza di

fantasia divampa quasi quanto le improduttive lamentele di chi si limita a gridarne con prepotenza il vuoto, senza mai attivarsi in concreto per colmarlo. Nel mondo dell’arte il parallelismo è d’obbligo. Achille Bonito Oliva lo rileva con perspicacia: “Picasso rappresenta, con tutto il suo lavoro, un esempio indiscutibile dell’artista di grande attualità, è il grande cannibale del XX secolo, è quell’artista che ha sintetizzato, utilizzando tutti gli stimoli, non solo lavorando col futuro, ma anche riprogettando il passato iconografico dell’arte. Riguardo l’individuazione degli itinerari delle ultime generazioni, a me pare che nella fase attuale dell’arte contemporanea ci sia una citazione raffreddata, con una disinvoltura quasi pubblicitaria”. E così, l’artista di oggi, finisce per essere un copywriter che utilizza ogni segno possibile, in

Nella pagina a fianco: Roberto Coda Zabetta, Alzo le spalle, tecnica mista su carta, 76x56cm, 2013. Courtesy Galleria Poggiali e Forconi, Firenze.


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1 - Roberto Coda Zabetta, Tavola XIX, smalto e resine su tessuto, 200x150cm, 2013. 2 - Roberto Coda Zabetta, Tavola Ebraica Seconda, smalto e resine su tessuto, 200x150cm, 2013. Courtesy Galleria Poggiali e Forconi, Firenze.

modo schematico e circostanziale, pur di rafforzare la propria immagine di credibilità. Ma si può vivere di soli simboli, o avere il coraggio di trovare altri stimoli. E non è necessariamente detto che una cosa escluda l’altra. Perché proprio quei simboli, quei tanto bistrattati modelli storico-tradizionali, quegli archetipi iconografici del nostro ciclopico passato di maestri, possono essere, ancora, il punto di partenza per un’evoluzione/innovazione creativa originale e non standardizzata, che siano considerati come icastici esempi da emulare, meglio se rielaborare, o ieratiche colonne portanti da smantellare. L’arte, per sua propria essenza, non può che portare ad altra arte, e continuare ad atteggiare noi stessi a carnefici di quello che eravamo, nel bene e nel male, può soltanto condannarci a soccombere definitivamente, vittime di un futile cannibalismo auto-indotto, ipocondriaco e controproducente.

Lezione che Roberto Coda Zabetta (Biella, 1975) sembra aver appreso ed assimilato alla perfezione, stando alla metaguerra fredda contro sé stesso affrontata, e superata, nei suoi 24 nuovi lavori, “Scudo”, esposti presso lo spazio espositivo della Galleria Poggiali e Forconi di Pietrasanta. Concepite ad hoc per l’occasione, le opere traggono spunto dalla tematica precedentemente affrontata al MAC di Rio de Janeiro, la vicenda dei desaparecidos brasiliani, per raggiungere un’autentica introspezione che attinge dall’eterno rapporto conflittuale col passato ed i suoi scheletri nell’armadio, personali ed universali, per confrontarsi con gli altrettanto temuti e prossimi scheletri - alieni del futuro. Grandi volti di moderni combattenti, dipinti su vecchi tessuti dalle fantasie più disparate, dal naso piccolo e canuto e dalle labbra carnose, fanno da “Scudo”, ed al contempo da guida, tra l’osservatore e l’artista, stupefatti,


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1 - Roberto Coda Zabetta, Tavola Nossa, smalto e resine su tessuto, 200x150cm, 2013. 2 - Roberto Coda Zabetta, Tavola Santa Brigida, smalto e resine su tessuto, 200x150cm, 2013. Courtesy Galleria Poggiali e Forconi, Firenze.

smarriti, attoniti, urlanti. Soldati del domani generati da un colloquio con l’anima stessa, tramite un flusso di coscienza irrefrenabile che arriva dal profondo, attraverso i ricordi e le esperienze di una Storia che ci ha reso, nostro malgrado, bersagli e armi dello stesso malaugurato destino. Con una tavolozza che parte dal rosso, cui concorrono via via gialli, azzurri e grigi, l’artista scava in una densa dimensione corporea, accentuata da mistiche scritte dal sapore di epitaffi, e colanti lacrime di colore, cause di cecità e mutismo, arrivano a nascondere occhi e bocca, in un impasto di pennellate vorticoso ed avvolgente, che procede per sottrazione, ricordando i giochi livellari di un preistorico affresco contemporaneo. A proposito di sottrazione, Michelangelo distingueva così due tipi di sculture: quelle che si ottengono per forza di levare, e quelle che si ottengono per forza di aggiungere. Ecco, Coda Zabetta

sintetizza nelle sue opere le due diverse tipologie creative, aggiungendo strato a strato, fino a creare superfici grumose e materiche, impastate di carne e di sangue, liberandole dalle texture - fantasia di sottofondo, per far emergere da esse la fisionomia di intensi tratti somatici che sembrano talvolta ammonire, ma che in fondo sono soprattutto divinatori sguardi di speranza. La sua pittura è insieme astratta, informale e figurativa, racchiudendo nel breve lampo di un gesto, solenne ed eroico, mai disperato o nichilista, anni e anni di titanici conflitti neoplatonici tra forma e materia. Ma lo fa senza rendersene conto, non ambendo a risultare né pessimista, né rassicurante: semplicemente ponendo domande, senza dare risposte, come del resto solo la vera arte può, e deve, fare. Sarah Venturini


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Mostra personale di Aldo Mondino Calembours Toujours – carte scelte dal 1986 al 2005 Pietrasanta, via Stagio Stagi 12

Dal 6 Luglio al 15 Agosto 2013 “Nulla si conosce interamente finché non vi si è girato tutt’attorno per arrivare al medesimo punto provenendo dalla parte opposta” Arthur Schopenhauer

La Cina è Vicina: così s’intitolava una delle prime opere del maestro Marco Bellocchio, ma al di là delle tematiche approfondite nell’opera cinematografica, non solo la Cina, ma l’intero panorama orientale, questa volta, risulta essere molto più vicino a noi, sia geograficamente che mentalmente. L’idea nasce grazie alla collaborazione tra l’archivio Aldo Mondino e la Galleria Susanna Orlando, collaborazione oramai ultra ventennale con il Maestro Torinese: lo spazio, nativo già dal 1976 nel cuore di Forte dei Marmi, non apre solamente le porte nel centro storico di Pietrasanta, ma istruisce tutti noi all’interno di un nuovo iter dal titolo “Calembours Toujours”. Una serie scelta di carte dal 1986 fino

al 2005 per raccontare atmosfere e suggestioni durante il viaggio dell’artista in Estremo Oriente: Aldo Mondino proietta nella sua arte tracce e profumi che esprimono la sua ricercatezza nelle forme e nella materia, riesce a plasmare la sua arte in decorazioni preziose e cariche di sensualità, in cui la mistica formalità del soggetto ritratto nella rappresentazione gode di armonie differenti a seconda dello scenario stesso nel quale viene rappresentato. Culture e tribalismo, tipiche dello scenario sociale ed antropologico, immergono lo spettatore all’interno dell’opera in pitture tra esoterismo e nomadismo, aprendo scenari che, al giorno d’oggi, risultano quasi introvabili perché lontani dalla banalità, perché dotati di una pun-


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Aldo Mondino, Knawa, tecnica mista su carta con conchiglie cm 60x40. Courtesy Galleria Susanna Orlando.

gente ironia ed un’ acuta analisi ai limiti di uno straniamento quasi “brechtiano”. Non è un caso se, alcune delle creazioni dell’artista, sono Grandi Rappresentazioni pittoriche: sono rivelatrici della sua preparazione artistica ed universitaria poliedrica, affinché il fascino dell’Oriente acquisti la forma di un tappeto, dove il sogno, il mistero, l’incognito, riescano con estrema naturalezza a mantenere intatte le proprie radici ed i propri costumi. Aldo Mondino rappresenta emozioni che ci accompagnano per mano, e tutto questo forse, vive più di un ideale utopico che di un luogo reale, che solo in

pochi, avranno la fortuna di conoscere. Lasciamoci affascinare da una serenità che è figlia di altri tempi, per un benessere che non sia più dettato da consumi concreti ed abitudinari: solo chi è davvero disposto a credere in altre immagini può promuovere una nuova visione, un’esperienza di vita che stimola la vera e reale conoscenza umana interiore, “poiché l’europeo non conosce il proprio inconscio, non capisce l’Oriente e vi proietta tutto ciò che teme e disprezza in se stesso” ( C.G. Jung). Lorenzo Tore


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PALAZZO IN MOSTRA II

Max Papeschi, Erique LaCorbeille, Ciro Vittorio Formisano a cura della Gestalt Gallery di Pietrasanta Collettiva d’Arte a Palazzo Leonardi

fino al 6 Settembre “ [...]Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce [...]”. (Martha Medeiros, giornalista e scrittrice brasiliana)

Come non morir lentamente? Come ricercare l’attimo che fugge e non disillude la speranza? La suggestiva cornice di Palazzo Leonardi risponde a questa domanda, trasformandosi in “pietra d’inciampo e trabocchetto”* fra passato, per la storicità dell’edificio, e presente, con la contemporaneità delle opere proposte che, con ironia e attacchi, ci presentano immagini reali di una realtà che ha perduto la sua musicalità. Questa relazione dà origine ad una vera e propria provocazione, e l’unità dell’essere umano viene frammentata in pochi istanti attraverso personaggi che sanno far parlare di sé, e che sono legati fra di loro da qualcosa di imprenscindibile: l’esigenza di sospendere il tempo per cambiare le cose. La loro arte è qualcosa di più: Max Pa-

peschi, Erique LaCorbeille, Ciro Vittorio Formisano creano dissidio, smuovono il senso morale delle persone per poi rinnovarne lo spirito; mutano e trasformano un percorso assuefatto da abitudini irreali, e alla fine di tutto, il popolo, vive di altre possibilità, invaso da un maggior senso natio che fa rinascere a nuova vita, perché qualcosa di diverso deve avvenire, per ricostruire la più grande Opera d’arte in cui tutti noi viviamo, ma che facciamo fatica a riconoscere….. il nostro mondo. La collettiva, che prosegue anche per tutto il mese di Agosto, si forma da un’apparente disprezzo della materia e dei sistemi capitalistici, per poi avvicinarsi ad un linguaggio che ha in sé origini popolari, perché l’attenzione si proietti sulla realtà che siamo noi: una contaminazione fra performance, pittura e fotomontaggio, che immagina un’arte


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1 - Erique LaCorbeille, Egg #1, 2013, Stampa su carta fotografica / 100 x 150 cm. 2 - Max Papeschi, Nazi Mouse, Digital print – dimensioni variabili. 3 - Ciro Vittorio Formisano, Diluviano, Tecnica mista su tela – 100 x 100 cm. Courtesy Gestalt Gallery

capace di avanzare tra le persone secondo percorsi quotidiani colmi di storia e di tempo. Al di là della pietra, viviamo all’interno di un mondo pervaso da altri interessi, e se non con l’arte e la provocazione, in quale altro modo possiamo svegliarci da un sogno che in sé non ha nulla di fiabesco? Arte o potere, volontà o ricordo: un bivio dove puoi scegliere se andare incontro alla realtà o non scegliere, un bisogno

di parlare che necessita cambiamenti. Bisogna capire che cosa s’intende con Libertà, perché tutta “L’umanità si trova oggi a un bivio. Una via conduce alla disperazione, l’altra all’estinzione totale. Speriamo di avere la saggezza di scegliere bene”. (Woody Allen, Effetti collaterali, 1980) Gabriella Di Tanno *(M.Duchamp)


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ALBUM RACCONTARE CON LA LUCE Opere di Valentina Angeloni, Fausto Meli, Luigi Montuoro, Corrado Moscardini, Jenny Papalexandris, Pietro Pisoni, Andrea Tesauri, Riccardo Varini GARAGE BONCI - PIETRASANTA “Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce”. (Platone)

Et fiat lux: il mondo appare per quello che è davanti ai nostri occhi, o per quello che ci sembra essere, dietro i veli che definiscono la nostra personalità, il nostro vissuto, la nostra parzialità divinamente umana. Un sorprendente e variegato Album, nomen omen, bianca tabula rasa come la luce che erge a sua protagonista, si apre ai racconti di scatti emergenti ospitati presso l’ex officina meccanica di Pietrasanta. Associazioni di pensiero e slanci creativi che si amalgamano l’un l’altro offrendo un continuum di storie e visioni antitetiche e dissonanti, come fulmini su campi di grano, o forse, lampi di genio. Approccio e intenti diversi uniti da una comune ispirazione, in cui natura e tecnica si fondono nel quid dell’autoreferenzialità. A volte per capire non servono parole, come per credere non basta vedere “Se non vedo e non metto la mia mano, non crederò” - sembrano alludere maliziose le finestre di Valentina Angeloni

(1978, vive e lavora a Milano) nella serie Stories, schiudendo lo sguardo curioso a mondi proibiti, immaginati, rubati all’Altro, all’oltre, e a tutto ciò che l’ignoto ci rende proibito, prelibato e inafferrabile. La luce ci svela il mondo e, immersi nella luce, il mondo ci riconosce come parte di sé. Con la luce tutto acquista senso e vita, nella luce si esplica la ragione, la logica, l’evidenza, come candida e pura si arrende l’immediatezza dell’inverno dei Silenzi di Riccardo Varini (1957, vive e lavora a Reggio Emilia), perso e dissolto in un mare abbagliante in cui tutto si annulla, tranne l’essenziale. La luce vince le tenebre, e veglia sulla Verità e il Bene. La fisica, la religione, la filosofia non hanno mai potuto prescindere dalla sua esistenza, dalla sua illuminata benedizione. Il contrasto vive insito in questa stessa ambizione, questo il messaggio che trasuda dalle languide sagome della serie BlacKey di Andrea Tesauri (1986, vive e lavora a


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Corrado Moscardini, Luminescenze, 2012. Courtesy Galleria Garage Bonci Officina d'Arte.

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1 - Valentina Angeloni, Metafisica (White), Miami 2008. 2 - Veduta parziale della mostra. Courtesy Galleria Garage Bonci Officina d'Arte.

Reggio Emilia), allievo di Varini, in cui i corpi emergono come sospiri, come apnee salvifiche e santificate dalla rarefazione inattaccabile della materia. Luce come fonte di significato, guida all’Assoluto, violento e feroce come le saette di Zeus che sfregiano le architetture di Corrado Moscardini (vive e lavora a Reggio Emilia) in Luminescenze. Un filo conduttore, elettrico e futuristico che si riallaccia agli scatti visionari e nervosi della notte di Halloween in Falling Away di Jenny Papalexandris (1964, vive e lavora a Sidney), in totale contrasto con l’atmosfera ovattata, opaca e infinitamente malinconica del diario di Luigi Montuoro (1966, vive e lavora a Milano) ne La perpetua. La medesima immobilità dimenticata e fissata dal sorgere di ogni giorno richiama i Luoghi vissuti da Pietro Pisoni (1964, vive e lavora a Milano), collage di objets trouvés – cercati e “provocati” – che riesumano la dignità perduta di vite abbandonate, trovate sul ciglio di una strada, sepolte dalla polvere

delle delusioni sotto cumuli di ricordi. Invitano alla meditazione, infine, le candele e gli abat-jour delle Alchimie dell’ingegnere Fausto Meli (1956, vive e lavora tra Piacenza e Milano), sospese in tempi e luoghi lontani, mistici, odorosi di pizzi e merletti, cassapanche in noce e soirées incorniciate da velluto rosso e fantasmi inamidati. Tutto un susseguirsi ritmato di emozioni ed incursioni, sotto la stessa stella cometa, nella semplicità unica di uno sguardo e di un sentire, a cui serve solo la magia di un attimo per essere immortalato, hic et nunc, fermo-immagine di esistenze parallele, percezioni, gioie ammutolite e brividi lungo la schiena. La luce è vita che assiste la morte, che attende la fine, del giorno nella notte, dell’ordine nel caos, dell’orizzonte nel mare, per poi tornare a credere, e ri-uscire a riveder le stelle. Déborah Allegranti


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Prima e dopo la Secessione Romana Pittura in Italia 1900 – 1935 Centro Matteucci per l’Arte Moderna – Viareggio Progetto di G. Matteucci, a cura di N. Colombo, A. Masoero e S. Ragionieri

20 luglio – 3 novembre 2013 Al Centro Matteucci per l’Arte Moderna di Viareggio, continua il percorso di ricerca intorno al collezionismo italiano del secolo passato. Il Centro questa volta non si è focalizzato su un’unica collezione, ma ha voluto ampliare lo sguardo per ricostruire un percorso più ampio: la cultura artistica italiana dalla Belle Époque attraversa la Grande Guerra per arrivare al Ritorno all’ordine, e mostrare i risultati del rinnovato classicismo degli anni Venti e dei primi anni Trenta. La mostra è suddivisa in tre sezioni: “Sotto l’impulso del nuovo secolo”, “Il clima delle Secessioni Romane” e “Ritorno all’ordine, Novecento Italiano e oltre”, affidate rispettivamente all’esperienza di Ada Masoero, Susanna Ragionieri e Nicoletta Colombo. La prima sezione è aperta da Giuseppe Pellizza da Volpedo con L’annegato, 1894, opera fondamentale di una

ricerca tecnica che lo ha guidato verso la famosa opera Il quarto Stato, facendolo diventare così il più sincero e convinto pittore sociale - italiano della fine dell’Ottocento; la stessa vitalità si ritrova ne Lo Scaccino, 1900, di Medardo Rosso (unica scultura presente in mostra), opera nella quale i temi ricorrenti furono appunti di vita quotidiana e spesso urbana, resi vibranti dagli effetti di luce e transitorietà che l’artista sperimentò attraverso i più svariati materiali. Molte delle opere di Rosso saranno fonte di ispirazione per i lavori divisionisti di Giacomo Balla, come Scena Notturna. Parigi, 1900. Dei “futuri futuristi” oltre a Balla, sono esposte le opere di Umberto Boccioni, un bellissimo e commovente ritratto della madre mentre cuce del 1907, di Carlo Carrà con un gioiello divisionista come La strada di casa, 1900, Gino Se-


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1 - Massimo Campigli, L’attesa o Donne al sole, 1931, olio su tela, cm 88x67. 2 - Plinio Nomellini Festa al villaggio, 1912-1913, olio su tela, cm 95 x 83,8. Courtesy Centro Matteucci per l'Arte Moderna

verini, con il Ritratto del pittore Utter, 1910-11, Aroldo Bonzagni, Macchina in corsa, 1911-12, ma in lui è solo il tema ad assumere ruoli futuristi, perché la tecnica è sinceramente divisionista. Sempre nella prima sezione troviamo Giovanni Costetti con Ritratto di Papini, 1903, e Ardengo Soffici con Giocatori di carte, 1909: con questi due artisti ci si addentra nel clima culturale fiorentino di inizio secolo. La seconda sezione analizza la vicenda delle Secessioni Romane: quattro grandi esposizioni si succedettero a Roma dal 1913 al 1916, e furono un punto di svolta fondamentale per la cultura artistica italiana di inizio ‘900. Si avviava così in quel periodo un confronto forte e diretto con i linguaggi artistici contemporanei come quelli francesi, nordici e mitteleuropei, che gettarono le fondamenta per costruire uno stile moderno. Le Secessioni, nate

dopo la diffusione del movimento Futurista ed in polemica con il movimento di Marinetti, ebbero anime e sfumature diverse che rispecchiavano il complesso e variegato mondo dell’arte italiana che stava cercando una propria strada ed identità. Ecco così esposte le opere di Felice Casorati, Armando Spadini, Felice Carena, Gino Rossi, Plinio Nomellini, Ferruccio Ferrazzi e Lorenzo Viani, che ben argomentano un linguaggio in costruzione che il primo conflitto mondiale avrebbe fatto convergere verso sorprendenti e controversi esiti. Con l’ultima sezione ci si focalizza sugli anni postbellici, partendo dal 1916, che portarono in ambito italiano, e non solo, ad un Ritorno all’ordine, un mix di recupero della tradizione e del classico: questo clima attraverserà tutti gli anni Venti ed il decennio successivo. Dalla temperie pre - metafisiche di Marina con conchi-


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Enrico Lionne, Figura femminile con copricapo, 1913 ca., olio su tela, cm 77,5x115. Courtesy Centro Matteucci per l'Arte Moderna.

glie, 1916 di Filippo de Pisis, ci avviamo verso un ritorno al classicismo, alla tradizione e al mestiere come le riviste: tra di esse va sottolineata l’importanza di Valori Plastici, pubblicata a Roma fra il 1918 e 1922, e diretta dal pittore e critico Mario Broglio. Tra i più assidui collaboratori si possono citare Soffici, Carrà e De Chirico; di quest’ultimo ecco la Testa di San Giovanni, 1921. Il Ritratto di Renato Gualino, 1923, di Felice Casorati segna il Realismo Magico. Opere di Achille Funi e Mario Sironi sono una commistione della classicità matura del Novecento Italiano, mentre il gruppo chiamato Les Italiens de Paris, composto da Giorgio de Chirico, Mario Tozzi, Massimo Campigli e Filippo de Pisis,

sono rappresentati con temi legati sia alla città di Parigi che alle nature morte. L’esposizione si conclude con quei segnali di superamento del Novecento Italiano grazie alle opere di Ottone Rosai e Fausto Pirandello. Dobbiamo ora, ancor più di prima, comprendere le motivazioni e i valori che sono stati alla base delle grandi novità dell’inizio del Novecento: questi linguaggi, a prima vista tradizionali, ma in realtà innovativi, ci permettono di rimettere un po’ di ordine tra le pieghe di un’avventura artistica tanto affascinante quanto poco, per ora, indagata. Isabella Martinelli


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LA SPERANZA DEL NON ANCORA VISSUTO In “Strada a senso unico” del 1928, Walter Benjamin scrive “Seduta, leva impotente le braccia verso un frutto che le rimane irraggiungibile. E tuttavia è alata. Nulla di più vero”: questa è l’immagine della Speranza, accennando al bassorilievo di Andrea Pisano nel Battistero di Firenze. Niente da aggiungere a questo breve ma efficace bagliore visivo, tranne il riconoscere in esso un angelo, la cui figura permea, assumendo molteplici forme e significati densi di arte e storia, intendendo con quest’ultima, il vissuto individuale e comune, quindi la storia del singolo, a sua volta intrecciata alla storia di tutti. Il nodo tra arte e vissuto lo si può ravvisare nell’incisione di Albrecht Dürer, Melencolia I, in cui troviamo dettagli che ci consentono di interpretare le immagini, quelle stesse regole iconologiche a cui Dürer non si sottrae in quanto “legato comunque ad una tradizione filosofica importante come quella medioevale e rinascimentale circa la Dottrina degli umori e dei temperamenti”, da cui egli trae lo spunto per una scienza dell’arte rigorosa. Il primo motivo nell’opera di Dürer, culturalmente rilevante, sono la borsa e le chiavi i quali, sono legati alla tradizione astrologica e umorale del Medioevo, riscontrabili in chi è affetto da me-

lanconia. La borsa e le chiavi vengono interpretati come segni di potere, ricchezza e avarizia. Il secondo motivo è la testa reclina, il quale testimonia l’inclinazione di Dürer in qualità di “fisiognomico dell’arte”: attento osservatore dell’atteggiamento del melanconico in un gesto di dolore, di fatica, ma anche di pensiero creativo. Infine il terzo motivo è costituito dal pugno chiuso e la faccia nera. Il pugno chiuso, che ha trovato in Dürer espressione artistica, era sempre stato considerato un segno dell’avarizia tipica del temperamento melanconico, come pure uno specifico sintomo medico di certe allucinazioni melanconiche. Per il contenuto emozionale dell’incisione però, ha importanza ancora maggiore la testa reclina, la quale – come si legge in “Saturno e la Melanconia” – “é il motivo del viso in ombra della Melencolia I, il cui sguardo è fisso davanti a sé e quasi spettrale”. Il risvolto “patetico ed emotivo dell’angelo”: nell’incisione düreriana, spuntano le ali della figura ripiegata in se stessa, un’ ombra di un vissuto, quella angelica e demoniaca insieme, che si ritrova anche in Benjamin, nato sotto Saturno (pianeta tradizionalmente legato alla malinconia), alla sua ombra connaturata all’esistenza in quanto


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Albrecht D端rer, Melancholia, incisione a bulino, 1514, 23,9x28,9 cm, Staatliche Kunsthalle di Karlsruhe.


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“Angelo Nuovo. La kabbalah racconta che Dio crea ad ogni istante un numero sterminato di nuovi angeli, tutti destinati soltanto a cantarne per un attimo le lodi davanti al suo trono prima di dissolversi nel nulla. Il mio era stato interrotto in tale compito: i suoi tratti non avevano alcuna sembianza umana. Egli peraltro mi ha fatto scontare di essere stato disturbato nella sua opera (…) sono venuto al mondo sotto Saturno – il pianeta della rivoluzione lenta, l’astro dell’esitazione e del ritardo (…). La mia pazienza infatti è assolutamente invincibile (…). Impara dall’angelo, che avvolge con lo sguardo il partner ma poi retrocede a scatti, inarrestabilmente. Se lo tira dietro in quella fuga verso un futuro da cui proviene. Dal futuro nulla di nuovo spera più, se non lo sguardo dell’essere umano cui resta rivolto”. Questo angelo somiglia, scrive Benjamin, “ (…) a tutto ciò da cui sono stato costretto a separarmi: alle persone, ma soprattutto alle cose. Alberga nelle cose che non ho più. Le rende trasparenti, e dietro ciascuna di esse mi appare la persona cui è dedicata (…) ”. L’angelo vuole la felicità, seppur nella perdita: il contrasto del non ancora vissuto e del vissuto, la sua speranza di novità è nel ritorno, quando conduce a sé un nuovo essere umano, proprio come accade nella malinconia, in cui ciò che non si è ancora vissuto fa parte del vissuto, che benjaminianamente parlando, è ciò che è stato. E’ questo non vissuto del passato che ritorna a chi è affetto da malinconia, e su cui il malinconico ripone ogni speranza, speranza che fa capolino in ciò che del non

vissuto deve ancora accadere: non vissuto dove risiede la forza dell’attesa, una forza impotente che tende le braccia all’irraggiungibile – come riluce dalla raffigurazione di Andrea Pisano – e in attesa, la cui forma del tempo, è una forma patetica, lenta, incompiuta, dal cuore greve, dalla dolcezza triste. La malinconia infine, oltre ad attanagliare il microcosmo singolare, si riflette anche in ciò che accomuna gli esseri umani, partendo da quella di ciascuno: la propria storia. Tutto ciò sembra estremamente tragico, ma, a ben guardare, non tanto di tragedia si tratta, quanto invece di dramma. Dramma che etimologicamente deriva dal verbo “dran”, fare. FARE nella sua deriva di una cieca fiducia nel progresso che alza venti di tempesta e riduce tutto in rovine; ma c’è anche il DOLCE FAR NIENTE, sì, proprio quel dolce far niente che avvolge il cuore pigro dell’accidioso, un non-potere che rende impotenti, un impossibile pieno di speranze, di promesse, cose preziose che restano conservate. Comunque. Dolcezza triste che, avvolgendo le cose di un’aura di cortesia, apre all’etica, alla cura, alla premura, alla speranza di un mondo migliore in questo mondo, di ciò che non si è ancora vissuto a partire dal vissuto di adesso, intrecciati insieme, in cui prendersi a cuore il dolore di chi ci è vicino: questo può essere l’incipit di una cortese comunità che viene. Silvia Migliaccio


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