I.OVO n°023 - Aprile 2013

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i.ovo a r t e

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APRILE 2013 c u l t u r a

023

c o n t e m p o r a n e a


17 marzo - 25 maggio 2013


1968

Per informazioni:

1969

Tino Stefanoni

1984

è in preparazione il catalogo generale di

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Viale della Repubblica n° 64/66/68 - Prato Tel. + 39 338 5924449 +39 335 303142 Fax + 39 0574 604901 studiomarchi@tin.it

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Direttore: Massimo Tonietti m.tonietti@iovo.it cell. +39 327 5303110; Direttore responsabile: Marco Zucchini; Caporedattore: Gabriella Di Tanno (gabrielladitanno@yahoo.it); Progetto grafico: Alexandra Barbieri; Responsabile progetto web: Andrea Angeloni ; Guida al Contemporaneo: Serena Vanzaghi; Dentro al Contemporaneo: Gabriella Di Tanno; Oltre lo specchio: Alessandra De Bianchi; Coolinaria: Camilla Innocenti & Serena Trinchero; 16mm: Francesca Versienti Bis!!!: Gabriella Di Tanno Recensori di “Dentro al Contemporaneo” e altre rubriche: Déborah Allegranti, Stefania Basso, Serena Bedini, Giovanni Bondi, Yan Blusseau, Mattia Branca, Matteo Brighenti, Giulia Bucci Tommaso Capecchi, Francesco Ceni, Eleonora Ciambellotti, Ilaria D’Adamio, Diana Di Nuzzo, Costanza Focardi, Giulia Fonnesu, Elisa Frego, Linda Giusti, Eleonora Lombardini, Martina Marolda, Isabella Martinelli, Elena Molini, Stefania Rinaldi, Gala Rotelli, Elena Santoni,

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Ottavia Sartini, Danilo Solimeno, Caterina Tiberi, Sarah Venturini. Editing: Costanza Paoletti Perini Ufficio stampa: Alessandra Petrelli alessandra.petrelli@hotmail.it cell. + 39 338 2946943 www.iovo.it info@iovo.it Tel. +39 055 019 7897 Fax +39 055 019 7896

i.ovo Arte e Cultura Contemporanea n°023 - aPRILE 2013 aut. trib. n. 5825 del 15/03/2011 distribuzione gratuita Editore incaricato: NARDINI PRESS S.R.L. Via Cavour n°15, 50129 Firenze Stampa: Nuova Grafica Fiorentina, Via Ambrogio Traversari n°64/r, 50126 Firenze iovoarteeculturacontemporanea IovoArteFirenze

UN’IDEA DI BELLEZZA / AN IDEA OF BEAUTY Vanessa Beecroft, Chiara Camoni, Andreas Gefeller, Alicja Kwade, Jean-Luc Mylayne, Isabel Rocamora, Anri Sala e Wilhelm Sasnal

29.03 – 28.07 2013

Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Palazzo Strozzi, Firenze In copertina: Jean-Luc Mylayne, No 520, February-Marc-April 2007, C-Print 185 x 230 cm. Courtesy the artist, Sprüth Magers Berlin London © Jean-Luc Mylayne


è in preparazione il catalogo generale di

Salvatore Magazzini

Per informazioni: Viale della Repubblica n° 64/66/68, Prato Tel. + 39 338 5924449 / +39 335 303142 Fax + 39 0574 604901 - studiomarchi@tin.it w w w. a r m a n d a g o r i a r t e . c o m


indice

n.023 - aprile 2013 un'idea di bellezza

dentro al contemporaneo

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di Sarah Venturini PAOLO SCHEGGI

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di Alessandra De Bianchi Wim Delvoye LUCCA

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di Isabella Martinelli NEDKO SOLAKOV - ZHANNA KADYROVA

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di Martina Marolda DEFICIT (the lack)!

44

di Tommaso Capecchi Susana Serpas Soriano - OBLIO

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di Deborah Allegranti Gianni DessĂŹ, Rolando Deval, Nunzio.

50

di Emanuele Greco FUORI POSTO

54

di Elena Santoni

oltre lo specchio

Intervista a Tiziana Leopizzi

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di Serena Bedini Intervista a Felice Limosani

60

di Gabriella Di Tanno

16 mm

La perdita poetica dello sguardo. Poetry di Lee Chang Dong. di Silvia Migliaccio

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EDITORIALE

JUST ... ME AND YOU “ […] La bellezza può passare per le più strane vie, anche quelle non codificate dal senso comune. E dunque la bellezza si vede perché è viva e quindi reale. Diciamo meglio che può capitare di vederla. Dipende da dove si svela [...]. Ma sul deserto delle nostre strade Lei passa, rompendo il finito limite e riempiendo i nostri occhi di infinito desiderio”. (Pier Paolo Pasolini) Come un’eco, è una forma inafferrabile, un’elevata menzogna, l’unica verità che consola, ci distoglie dal dubbio e riempie il vuoto nel mondo: la Bellezza. Il bello è il senso del nostro vagare, è la ricerca verso un nativo valore: non è un atteggiamento edonistico, ma è verità leggera perché spontanea, perché non deve dimostrare nulla. Immersa in una realtà dove tutti corrono verso qualcosa e qualcuno, Lei rimane immobile, immutata nel tempo; si mostra come perenne riflessione sulla verità, racconta una storia, e quindi rimanda incessantemente ad un ricordo: un’idea di bellezza primordiale, quindi, la sola in grado di dare vita ad unità armonica. La vera Arte è Bellezza inutile, vana, ma posseduta dal potere, perché incarna tutta la storia del pensiero e della società, che è mutevole e camaleontica. Lei ci indica la strada da percorrere, fatta di idee, essenze tangibili che nutrono l’anima, e questa fame costante che abbiamo non può essere soddisfatta da azioni utili ed oggetti concreti. Abbiamo bisogno di gesti, segni dolci e gentili che si disegnano davanti a noi, immagini, non artifici, ma ricchezze supreme: l’interiorità è ideale, è astratta, è straziante perché impossibile da raggiungere; impossibile, per tutti, da comprendere. E’ innato il bisogno del bello nell’uomo perché c’è Bellezza dove c’è Bene, e c’è una nostalgia che per un’ora, per un giorno, per sempre, ci dona pace e non ci ferisce: la sua vera natura dà anima al tempo, non fugge via, rimane dentro di noi e non ci abbandona. La Bellezza è sincerità che non può essere velata; non esistono maschere perché non le possiede, è lì, davanti a noi, c’è una psiche che si rivela, dà prova autentica del suo fascino, ma i nostri occhi, ahimè, non sono educati a questa quotidianità. Ho paura che il tempo ci anneghi nel suo mare, e la nostra capacità di osservare venga sempre meno; ho paura della mancanza, ho paura di guardare attraverso gli occhi, che sono l’unica via naturale per giungere all’anima: “Del mondo antico e del mondo futuro rimane solo la Bellezza”. (Marylin di Pier Paolo Pasolini) Gabriella Di Tanno


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aprile 2013

IL SEGNO COME RACCONTO Dal 19 Aprile al 20 Luglio 2013 Galleria Il Ponte - Via di Mezzo n°42/b, Firenze VOGUE ARABE Dal 6 Aprile al 5 Maggio 2013 Aria Art Gallery - Borgo Santi Apostoli n° 40/r, Firenze FLORENCE & TUSCANY. Spica-nalisi in tecnicolor Dal 13 Aprile al 11 Maggio 2013 Babele – Boutique d’Arte e Libri Via delle Belle Donne n° 41/b, Firenze mauro moriconi - le cirque Dal 20 Aprile 2013 DIE MAUER arte contemporanea Via Pomeria n°71, Prato Aldo Mondino - Tappeti stesi e appesi Dal 13 aprile al 20 giugno 2013 Santo Ficara Arte Moderna e Contemporanea Via Ghibellina 164R, Firenze MAURIZIO SAPIA Dal 10 Aprile 2013 Sciató Di Serravalle Via Garibaldi, 49 Serravalle Pistoiese - PISTO IA SMALL WONDERS Dal 20 Apile al 4 Maggio 2013 LINEA Spazio Arte Contemporanea Via delle Porte Nuove n° 10, Firenze

presenta




ARIA ART GALLERY - FIRENZE

guida al contemporaneo L'attuale Geografia Artistica di Firenze e Oltre. A cura di Serena Vanzaghi


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GUIDA AL CONTEMPORANEO

Associazione Nazionale Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea L’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea è costituita tra le Gallerie e le Associazioni culturali che operano nel settore dell’arte moderna e contemporanea e che esercitano l’attività di esposizione, promozione e/o vendita al pubblico di opere d’arte. L’ANGAMC ha lo scopo di rappresentare e tutelare, in ogni sede, gli interessi morali, economici e culturali della categoria rappresentata. L’obiettivo principale è quello di qualificare sempre più il mercato dell’arte e le sue potenzialità con la migliore preparazione professionale e culturale degli operatori, anche con interventi nell’ambito giuridico e amministrativo; inoltre promuove dibattiti e conferenze su temi d’interesse per gli associati. Il Delegato territoriale della Toscana è Mauro Stefanini: cell. 335 7054800 GALLERIE ASSOCIATE DELEGAZIONE TERRITORIALE TOSCANA ANGAMC GALLERIA CONTINUA

NEDKO SOLAKOV. Paintings with No Texts and I Want Back Home (said the big frog); fino al 04/05/13. ▪ ZHANNA KADYROVA. Data Extraction; fino al 04/05/13. Sede: Via del Castello n° 11, 53037 San Gimignano (Si), Tel. +39 0577 943134. Orario: dal martedì al sabato 14:00 19:00, o su appuntamento. Biglietti: ingresso libero. Ufficio stampa: Silvia Pichini, press@galleriacontinua.com. Web: info@galleriacontinua.it www.galleriacontinua.com ELEONORA D’ANDREA ARTE CONTEMPORANEA

Sede: Via Vincenzo Gioberti n° 14, 59100 Prato, Tel. / Fax +39 0574 574670 / Cell. +39 345 2816111. Orario: dal lunedì al venerdì 16:00 - 19:00, sabato 10:30 13:00 / 16.00 - 20.00 (per tutti gli orari e i giorni non specificati su appuntamento al numero +39 345 2816111). Biglietti: ingresso libero. Web: gallery@elexpo.it www.elexpo.it SANTO FICARA ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

ALDO MONDINO. Tappeti stesi e appesi; dal 13/04/13. Autore: Aldo


GUIDA AL CONTEMPORANEO

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Mondino. Vernissage: sabato 13 aprile alle ore 11.00. Curatore: Marco Meneguzzo. Sede: Via Ghibellina n° 164r, 50122 Firenze, Tel. +39 055 2340239 / Fax +39 055 2269190. Orario: dal lunedì al sabato 09:30 12:30 / 15:30 - 19:30. Biglietti: ingresso libero. Web: info@santoficara.it www.santoficara.it FRITTELLI ARTE CONTEMPORANEA

OBLIO; fino al 04/05/13. Autrice: Susanna Serpas Soriano. Curatore: Nicola Davide Angerame. Catalogo: OBLIO | Lontano lontano lontano | Susana Serpas Soriano, con testi di Nicola Davide Angerame e Carlo Frittelli. Sede: Via Val di Marina n° 15, 50127 Firenze, Tel +39 055 410153 / Fax +39 055 4377359. Orario: dal lunedì al sabato 10:00 - 13:00 / 15:30 - 19:30, domenica e festivi su appuntamento. Web: info@frittelliarte.it www.frittelliarte.it GESTALT ART GALLERY

Sede: Via Stagio Stagi n° 28, 55045 Pietrasanta (LU), Tel. +39 0584 790900. Orario: 10:30 12:30 – 18:30 00:30. Biglietti: ingresso libero. Web: info@gestaltgallery.it www.gestaltgallery.it GALLERIA GIRALDI

GIOVANNI CAMPUS. Tempo in processo; 13/04/13 – 25/05/13. Autore: Giovanni Campus. Vernissage: sabato 13 aprile alle ore 18.00. Sede: Piazza della Repubblica n° 59, 57123 Livorno, Tel. +39 0586 883022 / Cell. +39 329 8626020 / Fax +39 0586 887778. Orario: dal lunedì al sabato 10:00 - 13:00 / 17:00 - 20:00, domenica su appuntamento. Web: info@galleriagiraldi.it www.galleriagiraldi.it ARMANDA GORI ARTE

UMBERTO MARIANI. Grigio pesante c/o Sala S. Ignazio, Via G. Carducci 7, Arezzo; fino al 5 maggio 2013. Autore: Umberto Mariani. Curatore: Fabio Migliorati. Orari mostra: venerdì 17:00 20:00, sabato e domenica 11:00 13:00 17:00 20:00. Info: Ufficio cultura Comune di Arezzo, Tel. +39 0575 377852, ufficiocultura@comune.arezzo.it. In collaborazione con: Armanda Gori Arte. Sede galleria: Viale della Repubblica n° 64/66/68, 59100 Prato, Cell. +39 335 303142 +39 338 5924449 / Fax +39 0574 604901. Orari galleria: dal lunedì al venerdì 15:30 - 19:00 o su appuntamento. Biglietti: ingresso libero. Web: studiomarchi@tin.it www.armandagoriarte.com


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GUIDA AL CONTEMPORANEO

GUASTALLA CENTRO ARTE

Sede: Via Roma n° 45, 57126 Livorno, Tel. +39 0586 808518 / Fax +39 0586 813514. Orario: dal lunedì al venerdì 10:00 - 13:00 / 16:30 - 20:00, sabato 10:00 – 13:00. Biglietti: ingresso libero. Web: info@guastallacentroarte.com www.guastallacentroarte.com GALLERIA N° 38

Joe Ditale è ritornato!!!; fino al 22/04/13. Autore: Paolo Barbatella. Curatore: Paolo Emilio Antognoli. Sede: Via del Battistero n° 38, 55100 Lucca, Tel. +39 0583 491104 / Fax +39 0583 491104. Orario: dal martedì al sabato 10:00 13:00 – 16:00 19:30. Biglietti: ingresso libero. Web: info@gallerianumero38.com www.gallerianumero38.com GALLERIA OPEN ART

Presenti alla fiera d’arte internazionale MiArt 2013, Fieramilanocity, Pad. 3 Stand G 17, con una selezione di opere dei seguenti artisti: R. Boero, S. Bozzolini, W. Fusi, P. Jenkins, J. Kolàr, C. Marca-Relli, L. Parzini, T. Scialoja; 05/04/13 – 07/04/13. Sede: Viale della Repubblica n° 24, 59100 Prato, Tel. +39 0574 538003 / Fax +39 0574 537808. Orario: dal lunedì al venerdì 16:00 - 20:00, sabato 10:30 12:30 / 16:00 20:00, chiuso domenica e festivi. Biglietti: ingresso libero. Web: galleria@openart.it www.openart.it GALLERIA SUSANNA ORLANDO

Sede: Via Carducci n° 10, 55042 Forte dei Marmi (LU), Tel. / Fax +39 0584 83163. VETRINA: Via Sauro n° 3, 55045 Pietrasanta (LU). Orario: tutti i giorni 10:00 13:00 / 16:00 - 20:00, escluso lunedì e martedì mattina. Biglietti: ingresso libero. Web: info@galleriasusannaorlando.it www.galleriasusannaorlando.it BARBARA PACI

Balene; 27/04/13 – 02/06/13. Autore: Andrea Collegano. Sede: Piazzetta del Centauro n° 2, Piazza Duomo n° 25, 55045 Pietrasanta (LU), Tel. / Fax +39 0584 792666. Orario: dal martedì alla domenica 10:00 13:00 - !7:00 20:00. Biglietti: ingresso libero. Ufficio stampa: Alessia Luppoli info@alessialupoli.it. Web: info@barbarapaciartgallery.com www.barbarapaciartgallery.com


GUIDA AL CONTEMPORANEO

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GALLERIA POGGIALI & FORCONI

DEFICIT (the lack)!; fino al 25/o5/13. Autori: Harun Farocki, Krzysztof Klusik, David Michalek. Curatrice: Gaia Serena Simionati. Catalogo: disponibile in galleria. Sede: Via della Scala n° 35/A, 50123 Firenze, Tel +39 055 287748 / Fax +39 055 2729406. Orario: dal martedì al venerdì 10:00 - 13:00 / 15:30 - 19:00, sabato 10:00 13:00. Biglietti: ingresso libero. Web: info@poggialieforconi.it www.poggialieforconi.it GALLERIA IL PONTE

Aleksandra Zurczak, Francesco Chiaccio. Il segno come racconto; 19/04713 20/07/13. Autori: Aleksandra Zurczak, Francesco Chiaccio. Curatore: Andrea Alibrandi. Vernissage: venerdì 19 aprile alle ore 18:30. Sede: Via di Mezzo n° 42/b, 50121 Firenze, Tel +39 055 240617 / Fax +39 055 5609892. Orario: dal lunedì al venerdì 15:30 - 19:00, chiuso sabato e festivi. Ufficio Stampa: Susy Fagiani susy@galleriailponte.com. Biglietti: ingresso libero. Web: info@galleriailponte.com www.galleriailponte.com SANGALLO ART STATION

Sede: Via Fra’ Giovanni Angelico n° 5r (fra il n°47 e il n°49), 50121 Firenze, Tel. +39 055 0517157 / Fax +39 055 0517518. Orario: dal martedì al sabato 10:00 - 13:30 / 15:00 - 19:00. Biglietti: ingresso libero. Patrocinio: Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Web: e.sarti@sangalloartstation.it www.sangalloartstation.it GALLERIA LA SUBBIA DI PAOLA RAFFO

Sede: Via Barsanti n° 11, 55045 Pietrasanta (LU), Tel. +39 0584 283338 / Fax +39 0584 71647. Orario: tutti i giorni 10:00 - 12:00 / 17:00 - 19:00. Biglietti: ingresso libero. Web: gallerialasubbia@gmail.com TORNABUONI ARTE CONTEMPORANEA INTERNAZIONALE

Maestri moderni e contemporanei - Antologia scelta 2013. Sede: Lungarno Cellini n° 13/a, 50125 Firenze, Tel. +39 055 6812697 / Fax +39 055 6812020. Orario: dal lunedì al venerdì 09:00 – 13:00 / 15:30 – 19:30, sabato su appuntamento. Biglietti: ingresso libero. Web: info@tornabuoniarte.it www.tornabuoniarte.it


PROVINCIA DI FIRENZE C 0% M 100% Y 80% B 4%

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Aesthetic synthesis of art, international desig n & lifest yle.

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OVERGROUND AFTER ART GALLERY di Frederik Ivanaj

Sede: Via Ghibellina n° 38r, 50122 Firenze, Tel. +39 328 7156628. Biglietti: ingresso libero. Web: frederik.ivanaj@tin.it www.ivanaj.com ANTONELLA VILLANOVA – Contemporary art jewellery

Sede: Piazza Goldoni n°2 50123 Firenze, Tel. +39 055 6802066 Fax +39 055 213372. Orario: dal martedì al sabato 10:00 – 13 15:00 – 19:00, lunedì su appuntamento. Biglietti: ingresso libero. Web: antonellavillanova@gmail.com www.antonellavillanova.it ARIA ART GALLERY

VOGUE ARABE; 06/04/13 – 05/05/13. Autore: Hassan Hajjaj. Vernissage: venerdì 5 aprile alle ore 18:00. Sede: Borgo Santi Apostoli n° 40/r, 50123 Firenze, Tel. +39 055 216150 / Fax +39 055 4641406. Orario: dal lunedì al sabato 10:30 - 13:30 15:30 - 19:30, domenica su appuntamento. In collaborazione con: Ambasciata del Marocco in Italia. Biglietti: ingresso libero. Web: info@ariaartgallery.com www.ariaartgallery.com BABELE - Boutique d’Arte e Libri

FLORENCE & TUSCANY. Spica – nalisi in tecnicolor; 13/04/13 11/05/13. Autore: Pietro Spica. Curatrice: Laura Accordi. Catalogo: “Florence & Tuscany” della serie “Viaggio in Italia” – Babele Edizioni. Vernissage: sabato 13 aprile alle ore 17:30. Sede: Via delle Belle Donne n° 41/r 50122 Firenze, Tel./Fax +39 055 283312. Orario: dal martedì al sabato 10:30 - 19:30. Ufficio stampa: Carlo Gattai 337/677116 press@babelefirenze.com. Biglietti: ingresso libero. Web: babele@babelefirenze.com. www.babelefirenze.com GALLERIA ALESSANDRO BAGNAI

GIANNI DESSI’ Tre per te / ROLANDO DEVAL In concreto / NUNZIO Eco; fino al 20/04/13. Autori: Gianni Dessì, Rolando Deval, Nunzio. Sede: Piazza Goldoni n° 2, 50123 Firenze, Tel. +39 055 6802066 / 055 213372. Orario: dal martedì al sabato 10:00 – 13:00 15:00 – 19:00, lunedì su appuntamento. Biglietti: ingresso libero. Web: info@ galleriabagnai.it www.galleriabagnai.it


GUIDA AL CONTEMPORANEO

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BASE / PROGETTI PER L’ARTE

Sede: Via San Niccolò n° 18r, 50123 Firenze, Tel +39 055 602102 / Fax +39 055 2207281. Orario: dal martedì al sabato 18:00 – 20:00 (dalle 20:00 alle 24:00 come vetrina). Biglietti: ingresso libero. Patrocini: Attività promossa dagli artisti del collettivo BASE X BASE e con il contributo della Regione Toscana/Toscanaincontemporanea 2011. Web: info@baseitaly.org www.BaseItaly.org DOLORES ART LABORATORY

Donne del Mediterraneo; aprile-maggio 2013. Autore: Pino Bertelli. Curatore: Maria Dolores Cattaneo. Catalogo: Donne del Mediterraneo, scelta di foto di Pino Bertelli, testi dei Prof. Antonio Natali, Giovanna Giusti, Melchi Masali, Dott. Maria Dolores Cattaneo. Sede: Palazzo Viti, Sala Musica e Sala Mostre, Via dei Sarti n° 41, 56048 Volterra (Pi), Tel. +39 0588 84047 Cell. 333 4508779. Orario: tutti i giorni 10:00 13:00 – 14:30 18:30 . Biglietti: entrata libera al DoloresArt Laboratory. Visita a pagamento a Palazzo Viti. Web: doloresart57@gmail.com www.doloresart.it/galleria F_AIR - FLORENCE ARTIST IN RESIDENCE

Uncanny Fairy Tales; fino al 05/04/13. Autore: Andrea Salvatori. Curatrice: Elena Magini. ▪ Omnia; 15/04/13 – 19/04/13. Autori: Adelina Antal, Sebastian Hobbs, Anna Saint Ange. Curatori: Lucia Giardino, Enrica Quaranta. Catalogo: disponibile in galleria. Vernissage: giovedì 4 aprile alle ore 18:00. ▪ Plan B; 30/04/13 – 24/05/13. Autore: Eric Mistretta. Curatrice: Lucia Giardino. Catalogo: disponibile in galleria. Vernissage: martedì 30 aprile alle ore 18:30. Patrocinio: Florence University of The Arts. Sede: Via San Gallo n° 45/r, 50129 Firenze. Orario: dal lunedì al giovedì 15:00 – 20:00, venerdì 12:00 – 17:00. Ufficio Stampa: Ufficio Stampa Palazzi communications@palazziflorence.com. Web: fair@fua.it www.fair.palazziflorence.it GALLERIA I.A.C. -Impruneta Arte Contemporanea-

Tra FIGURE e MATERIE: verso nuove astrazioni – Mostra antologica di pittura e scultura; 06/04/13 – 14/04/13. Autrice: Fiorella Noci. Vernissage: sabato 6 aprile alle ore 18:00. ▪ La forma della liquidità – Mostra personale di fotografia; 20/04/13 – 05/05/13. Autore: Nino Monastra. Vernissage: sabato 20 aprile alle ore 18:00. Curatore: Consiglio Direttivo Associazione Art-Art. Sede: Via della Croce n° 41, 50023 Impruneta (Fi), Cell. +39 333 7405522. Orario: dal martedì alla domenica 16:30 – 19:30. Patrocinio: Comune di Impruneta. Biglietti: ingresso libero. Ufficio Stampa: inpiaz@alice.it +39 339 7854375. Web: artart@artartimpruneta.it www.artartimpruneta.it


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aperitivo GUIDA AL CONTEMPORANEO

immaginaria arti visive gallery

Luca Brandi, L’ascesi della materia/The ascetism of matter; dal immaginaria arti visive galle 6/04/13 al 6/05/13 ; Vernissage: sabato 6 aprile ore 18. Catalogo avia cura di Domeguelfa, 22/ar - firenze - t nico De Martino; Orario: lun/sab 9.30 - 13 / 15.30 - 19.30 dom 16 - galleriaimmaginaria@alice. 19.30 Sede: via h. lun/sab 9.30 - 13 / 15.30 Guelfa, 22/ar - Firenze - tel. +39 0552654093. Web: galleriaimmaginaria@alice.it www.galleriaimmaginaria.com LINEA Spazio Arte Contemporanea

SMALL WONDERS, Piccole Meraviglie; 20/04/13 – 04/05/13. Catalogo: SMALL WONDERS, Piccole Meraviglie. Vernissage: sabato 20 aprile alle ore 17:30. Sede: Via delle Porte Nuove n° 10, 50023 Firenze, Tel. +39 055 3249173 / Fax +39 055 333540. Orario: dal lunedì al sabato 10:00 – 18:00. In collaborazione con: Fondazione Telethon. Biglietti: ingresso libero. Ufficio Stampa: Giulia Coli +39 339 5069593 giuliacoli@gmail.com - Francesca Puliti +39 392 9475467 francesca.puliti@gmail.com. Web: info@spaziolinea.org www.spaziolinea.org CASA MASACCIO -Centro per l’Arte Contemporanea-

FUORI POSTO; fino al 20/04/13. Autori: Olga Pavlenko, Firenze UKR, Lek Gjeloshi, Firenze ALB, Michelangelo Consani, Castellanselmo IT, Luca Bertolo, Giustiniana di Seravezza IT, Emanuele Becheri, Vaiano IT, Arin Rungjang, Bangkok THAI, Kornkrit Jianpinidnan, Bangkok THAI, Eiki Mori, Tokyo JAP, Tsang Kin-wah, HongKong CH, Jirayu Rengjaras, Kalasin THAI. Curatore: Pier Luigi Tazzi. Sede: Corso Italia n° 83, 52027 San Giovanni Valdarno (Ar), Tel. +39 055 9126283 / Fax +39 055 942489. Orario: giorni feriali 15:00 – 19:00, festivi 10:00 12:00 – 15:00 19:00, lunedì chiuso. Biglietti: ingresso libero. Web: casamasaccio@comunesgv.it www.casamasaccio.it SCIATO’ DI SERRAVALLE

Maurizio Sapia; dal 10 aprile 2013; Vernissage: 10 aprile ore 18.00. Sede: Via Garibaldi n° 49, 51030 Serravalle Pistoiese (Pt), Web: info@sciato.it SIMBOLI ART GALLERY

RICCARDO LICATA. Percorsi del segno (Opere scelte 1953 – 2010); fino al 30/04/13. Autore: Riccardo Licata. Curatori: Emanuele Greco e Gabriele Greco. Catalogo: disponibile in galleria. Sede: Via di San Giuseppe n° 6/r, 50122 Firenze, Tel. +39 055 0502418, Cell. +39 349 1438941. Orario: lunedì 16:30 – 20:00, dal martedì alla domenica 10:00 – 13:00 15:00 – 20:00. Biglietti: ingresso libero. Web: info@simboliartgallery.com www.simboliartgallery.com


Pino Bertelli Donne del Mediterraneo

DoloresArt Laboratory VOLTERRA Palazzo Viti - Via dei Sarti 41 Sala Musica e Sala Mostre

aprile/maggio 2013

Aperto tutti i giorni 10/13 e 14,30/18,30 Tel. +39 0588 84047 - Cell. 333 4508779 www.doloresart.it/galleria doloresart@libero.it

di Maria Dolores Cattaneo Violinista nell’Orchestra Sinfonica Rai

(Ingresso libero al DoloresArt Laboratory Visita a pagamento per Palazzo Viti)


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MAPPA DEL CONTEMPORANEO - FIRENZE 1 / After art gallery Via Ghibelina n°38/r 2 / ARIA ART GALLERY Borgo Santi Apostoli n°40 3 / GALLERIA ALESSANDRO BAGNAI Via del Sole n° 15/R, Firenze Piazza Goldoni n° 2, Firenze 4 / BASE / PROGETTI PER L'ARTE Via San Niccolò n°18/r 5 / GALLERIA BIAGIOTTI ARTE CONTEMPORANEA

Via delle Belle Donne n°39/r 6 / GALLERIA CIVICO 69, Via Ghibellina n°69/r 7 / Galleria La Corte Arte Contemporanea Via Dei Coverelli 27r 8 / linea - spazio arte contemporanea Via delle Porte Nuove n°10 9 / F_AIR FLORENCE ARTIST IN RESIDENCE

Via San Gallo n°45/r 10 / SANTO FICARA ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA Via Ghibellina n°164/r 11 / FRASCIONE ARTE Via Maggio n°60/r 12 / FRITTELLI ARTE CONTEMPORANEA Via Val di Marina n°15 13 / GALLERIA d’ARTE MENTANA Piazza Mentana n°2/3/4r


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14 / MNAF. MUSEO NAZIONALE ALINARI PER LA STORIA DELLA FOTOGRAFIA Piazza Santa Maria Novella n°14/ar 15 / PALAZZO PITTI Piazza Pitti n°1 16 / GALLERIA POGGIALI & FORCONI Via Della Scala n°35/a 17 / GALLERIA IL PONTE Via Di Mezzo n°42/b

18 / SAN GALLO ART STATION Via Fra' Giovanni Angelico n°5/r 19 / Simboli art gallery Via di San Giuseppe n°6/r 20 / C.C.C.S. Centro di Cultura Contemporanea Strozzina Palazzo Strozzi Piazza Degli Strozzi n°1 21 / STUDIO N.B. & ENTR’ARTe POSSIBILIT IES OF ART Via De’ Serragli N°79/r,

22 / immaginaria arti visive gallery Via Guelfa 22/ar 23 / TORNABUONI ARTE CONTEMPORANEA INTERNAZIONALE Lungarno Cellini n°13/a 24 / ANTONELLA VILLANOVA Contemporary art jewellery Piazza Goldoni n°2 Via della Spada n° 36/R


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un'idea di bellezza VANESSA BEECROFT - CHIARA CAMONI - ANDREAS GEFELLER ALICJIA KWADE - JEAN-LUC MYLAYNE - ISABEL ROCAMORA ANRI SALA - WILHEM SASNAL - UN’IDEA DI BELLEZZA a cura di Franziska Nori Centro di Cultura Contemporanea Strozzina di Palazzo Strozzi, Firenze

fino al 28 Luglio 2013 Come il diamante, in grado di esaltare in modo del tutto peculiare il passaggio della luce, analogamente la bellezza riesce a trasformare la materia solleticando il sovrannaturale che si incarna in essa. Insegnarci a farlo è l’obiettivo finale di questo percorso collettivo, che non ci educa alla nozione per antonomasia, bensì all’atteggiamento giusto per esercitarla, mantenendo intatta la nostra individualità.

“Un’idea di bellezza”, intesa in senso letterale e non nella chimerica veste del bello in sé, l’abbiamo tutti, esattamente come siamo per natura provvisti degli strumenti, razionali ed empirici, attraverso cui poterla esperire. Peccato che spesso, presi dall’euforia estetico/ estatica del momento, si tenda perlopiù a subirla passivamente, beneficiando in apparenza degli edonistici ed ammiccanti effetti che ne derivano, senza però giungere ad assaporare il gusto corposo delle intrinseche dinamiche che permettono di percepirla, scevri

di quella coscienza indispensabile a dominare gli ingranaggi di un meccanismo relazionale tanto ineffabile quanto suggestivo. Questione di mancanza di allenamento, o dell’atavico ottimismo egocentrico che contraddistingue da secoli l’essere umano pensante. D’altronde, impossibile non adagiarsi, quando a supplire a questa inerzia conformista viene prontamente in soccorso quel tempio secolare di canoni di perfezione armonica, topoi formali che ci siamo costruiti ad hoc nel corso della storia per incastonare a dovere i nostri


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1 - Vanessa Beecroft, VB66, 2010-2011
Video still
Blu-ray, Producer: Max Brun, Cinematographer: Kyle Kibble, Editing: Bella Erikson
Music: The Naming by Philip Glass ©1986 Dunvagen Music Publishers Inc. Used by Permission.
Courtesy Galleria Lia Rumma Milano/Napoli. 2 - Alicja Kwade, Teleportation (54° 55’ 24.524” N / 12° 10’ 33.132” E),
2011
Vetro, lampade Kaiser-Idell / Glass, Kaiser-Idell lamps
Variable dimensions
Exhibition view Die Gesamtheit aller Orte, Kunsthal 44 Moen, Denmark, 2012
Courtesy the artist and Johann Konig, Berlin.


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Isabel Rocamora, Body of War,
2010
Film S16 mm to HD
© The artist, 2010. Courtesy of Galeria SENDA.

metri di valutazione, giusto in tempo per poterli all’occorrenza demolire e sentirci così autorizzati a navigare nel caos di un’anarchica giungla di valori, protesa sempre più verso un esasperata forma di darwinismo dogmatico al contrario. Il bello oggettivo diventa soggettivo: inizia così un relativismo talmente confuso da ferire la stessa positività insita al significato origina-

rio, macchiandola di superficialità e inettitudine. Come si può allora perseguire un concetto talmente astratto da necessitare di un codice normativo (tendente al paradossale) per essere definito? Il segreto risiede proprio nel potere mediatico dell’opera d’arte: conciliando la tradizionale contraddizione tra pensiero e sensibilità che ne esemplifi-


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ca l’ossimoro, essa si rivela unica e sola custode di un’idea di bellezza tangibile attraverso i sensi, capace di arrivare fino a perpetrare lo spirito stesso. Dimostra come lo scopo ultimo dell’arte non sia né l’imitazione dell’otticamente corretto, né il tentativo romantico di suscitare sentimenti o purificare passioni, né tantomeno l’ammaestramento morale, ma si risolva nel rivelare l’apparire sensibile della naturale fase di un processo, lungo il quale lo spirito si libera dall’esteriorità della natura per ritornare alla piena comprensione di sé, unificando l’universalità metafisica con la determinatezza della particolarità del reale. L’opera d’arte altro non è che “essenzialmente una domanda, un’apostrofe rivolta ad un cuore che vi risponde, un appello indirizzato all’animo e allo spirito” (Hegel). Attraverso le differenti visioni di otto artisti contemporanei, la mostra disegna dunque un percorso di passaggio, un divenire in cui ognuno degli aspetti caratterizzanti della bellezza viene affrontato, estrapolato, ed inevitabilmente trasceso, alla ricerca di quella disposizione d’animo necessaria a priori per trasfigurarne il rapporto col reale e raggiungere la purezza di uno status quo estetico finalmente libero e baluardo di verità: in tutti i casi esposti, dalla contemplazione, per dirla alla Kant, misterica del sublime matematico nei quadri di Wilhem Sasnal, così come nelle installazioni di Alicjia Kwade e Chiara Camoni, fino a quella catartica del sublime dinamico nel video di Isabel Rocamora, si parte dal sensibile per arrivare a percepire

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una dimensione di metafisica armonia degli opposti, in bilico tra spirito e materia, universale e particolare, finito ed infinito, ottenuta spesso con poco o nulla, semplicemente concentrando l’attenzione laddove non siamo abitualmente allenati a rivolgerla, per pigrizia o per vigliaccheria: nella semplicità di un gesto quotidiano, che sia naturale o frutto del progresso (JeanLuc Mylayne e Andreas Gefeller), così come nella violenza silenziosa di una degenerazione performante di carattere morale (Vanessa Beecroft). Non trascurando altresì il ruolo strettamente etico di cui la ricerca estetica è sempre più investita nel panorama contemporaneo, l’urgente valenza sociale che il video di Anri Sala testimonia, con un rinnovato realismo ottimista in cui i colori della bellezza intervengono ad illuminare, risanandole, le crepe di una società post-socialista dai chiaroscuri netti come le ombre del suo recente passato. Eppure si sa, la bellezza, tanto fascinosa quanto terribile, non è mai del tutto immune dalle ombre, da quei residui di negatività che ne delimitano i contorni, anzi è proprio grazie all’equilibrio di un’alternanza dialettica tra opposti che essa giunge a toccare le vette dello spirito assoluto: “un calmo paese delle ombre, in cui l’ideale se ne sta unito con sé stesso nell’esteriore, liberamente poggiando su di sé, come sensibilmente in sé beato, di sé stesso gioendo e godendo”. ( L’Ideale e la Vita, Schiller) Sarah Venturini


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PAOLO SCHEGGI Intercamera plastica e altre storie paolo scheggi e l’atelier di moda di germana marucelli zone riflesse. la vita e le opere di paolo scheggi nella fotografia di ada ardessi Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci

fino al 30 giugno 2013 “ […] abbandonare l’illusione e entrare nella realtà, trasformare lo spazio virtuale in spazio reale, spostare lo spazio reale in tempo visibile e vivibile, rifiutare la contemplazione per l’azione, lo statico per il dinamico. E ancora, la necessità di trasformare la parola, il gesto, il suono, il movimento in tempo-città-totale.” Paolo Scheggi, La città come tempo di spettacolo, 1969

Dopo l’esperienza dell’arte informale, che caratterizzò il secondo dopoguerra, gli artisti sentirono la necessità di riportare l’opera in una dimensione spaziale ed esperienziale forte. Per questo negli anni ‘60 si affermò una forma artistica che sviluppava il senso dell’arte come azione e coinvolgimento dello spettatore. Interprete di questa tendenza, sulla scia del maestro spazialista Lucio Fontana, fu Paolo Scheggi (Settignano, Firenze 1940 – Roma 1971), artista profondamente plastico e architettonico, che seppe farsi portavoce delle esigen-

ze estetiche del momento e uscir fuori dall’idea di contemplazione a favore di un’arte dimensionale e inter-spaziale. Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci ha inaugurato lo scorso 23 marzo una panoramica sull’artista toscano, milanese di adozione, e sulla sua effimera ma significativa carriera. Tra le sue opere spicca Intercamera plastica (1967) – donata al Pecci da Franca e Cosima Scheggi e che entra così a far parte della collezione permanente del museo –, che fu esposta alla Galleria del Naviglio di Milano nel gennaio del

Nella pagina a fianco: Paolo Scheggi, Intercamera Plastica, 1967, foto Carlo Bachi. Courtesy Archivio Lapo Binazzi-UFO, Firenze


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Paolo Scheggi, Intercamera plastica-maquette, 1966, Modello. Collezione Privata, fotografia di Ada Ardessi, © Isisuf Milano.

1967. Oggi se ne può ammirare una ricostruzione del 2007 realizzata sulla base del progetto originale. Un “modello spaziale” che si esplica attraverso “modalità iter-spaziali”, diciture utilizzate da Scheggi stesso per esprimere il senso di una coniugazione temporale tra l’azione – che è anche interazione con il fruitore – e lo spazio. Una struttura fatta di linee curve e sinuose, in cui il visitatore può aggirarsi e osservarne le cavità, seguirne le rotondità; colpisce immediatamente per il colore giallo, abbagliante nei suoi toni acrilici, che la caratterizza e che rimanda a una sensazione energetica di dinamismo che va oltre l’apparente staticità architettonica. Le altre opere presenti sono le cosiddette Intersuperfici curve, ovvero sovrapposizioni di tele con fori ovali che ne svelano la struttura e la profondità. Accanto a queste creazioni, caratterizzate da una spazialità che va oltre la canonica bidimensionalità e il senso tradizionale di figurazione,

ci sono gli scatti della fotografa Ada Ardessi a documentare le varie fasi della produzione artistica di Scheggi, ritratto intimamente in pose solitarie e riflessive, in parentesi di vita mondana, in luoghi e spazi che hanno segnato il decennio finale e più importante della sua vita. All’ingresso della mostra troviamo invece gli abiti della “sarta-intellettuale” – appellativo dovuto anche ai ricorrenti incontri letterari e conferenze che ospitava nel proprio atelier milanese –, la stilista Germana Marucelli, protagonista della moda italiana che si oppose alle tendenze francesizzanti e seppe anticipare i modelli dell’alta moda italiana del ‘900. Eleganti abiti da cocktail dipinti da Scheggi stesso, che per Germana Marucelli progettò anche l’atelier di Corso Venezia 35, in un’ottica minimalista affinché fosse l’abito ad emergere. Pareti bianche, moquette grigia e arredi neri, uno spazio per le sfilate concepito non come una passerella ma come un cubo a cui lo spettatore stesso doveva avvicinarsi e che permetteva così di scorgere ogni minimo dettaglio e alle mannequin di assumere sembianze statuarie. Ma era soprattutto nel movimento che gli abiti esplicavano il loro senso cromatico e spaziale, divenendo una conferma e un ampliamento della ricerca di dinamismo geometrico su cui Scheggi aveva concentrato la propria arte. Una spazialità e una plasticità che ancora oggi mantengono un’indiscussa attualità. Alessandra De Bianchi



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Wim Delvoye LUCCA L’arte che sfida il tempo tra spregiudicatezza e tradizione Progetto ideato e coordinato da WIM DELVOYE e LALLA’S JOIN di STEFANIA TROLLI

fino al 1 Settembre 2013 Esiste l’arte ma soprattutto esistono gli artisti e quando siamo davanti ad un’opera d’arte dovremmo renderci conto che non siamo davanti ad un’attività misteriosa o criptica, bensì a qualcosa fatto dall’uomo per l’uomo. Gli artisti prima di arrivare all’opera definitiva, da sempre, hanno in primis pensato, disegnato, sperimentato confrontandosi anche con l’operato di artisti precedenti. L’artista in fondo è questo, un moto affascinante da seguire nello sforzo di arrivare ad un proprio equilibrio, l’artista non segue regole prestabilite, perché nel fare arte non si possono stabilire delle leggi. Non si finisce mai di imparare in arte, ci sono sempre cose nuove da capire e questo vale tanto per l’artista quanto per il pubblico. Ogni volta che ci poniamo davanti ad un’opera, per un certo lasso di tempo, scopriamo ad ogni battito di ciglia sfumature sempre diverse e nuove che sembrano

inesauribili, ci vuole empatia, freschezza mentale ed emotiva per coglierne quella celata armonia. Nel passato, in quel periodo che convenzionalmente viene chiamato Romanico, di cui la Chiesa di San Cristoforo di Lucca è uno straordinario esempio, e Gotico la chiesa era spesso l’unico edificio in pietra ed il suo campanile era un punto di riferimento per quanti venivano da lontano. Quei due stili furono una fucina di esperimenti architettonici ed ingegneristici. Alla luce di questa premessa si può riflettere sull’arte di Wim Delvoye, artista fiammingo dal fascino sorprendente, che a Lucca nella chiesa di San Cristoforo esplode con il suo genio: possiamo ammirare Untitled una torre monumentale alta 11 metri posta al centro della navata in stile tardo gotico, esposta al Luovre sino a gennaio 2013, Holy Family Series sette sculture in bronzo di evidente ispirazione ma-


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Untitled, 2010 laser-cut stainless steel, 110x129x130 cm, Wim Delvoye Lucca Copyright studio Wim Delvoye.

nierista e barocca e Double Coccyx una scultura appositamente realizzata per essere mostrata a Lucca, realizzata con il marmo delle Alpi Apuane. Della chiesa di San Cristoforo Delvoye ha detto: “Mi è piaciuto il fatto che San Cristoforo fosse una chiesa, è un bell’edificio, costruito con buoni materiali, di belle dimensioni, carico di storia e denso di significati simbolici. Mi piace il fatto di entrare in una relazione diretta con il territorio attraverso l’utilizzo dei suoi materiali all’interno del mio lavoro”. Le opere esposte a Lucca dialogano in modo suggestivo e simbolico con le navate, l’altare e l’abside per

rompere il ritmo del Romanico e dare vita a corrispondenze sorprendenti tra arte antica e moderna, un dialogo che non solo coinvolge l’edificio attuale ma tutta la sua storia, che l’artista rilegge in chiave surreale, in un contrasto di stili e manufatti che apre degli squarci inediti per far riflettere sul rapporto tra religione e arte contemporanea. Wim Delvoye guarda al passato per catapultarsi nel presente, ed in questo modo costruisce torri in puro stile gotico aggiungendovi però delle torsioni manieriste-barocche ed un tocco estraneo all’iconografia artistica come il grafismo scientifico dell’elica del Dna.


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Ring Dual Corpus Alternating Current, 2011 nickelled bronze, 113x113x130 cm Wim Delvoye Lucca copyright studio Wim Delvoye

Delvoye è uomo del nord, fiammingo, diventato famoso per la sua inventiva, è artista eclettico, intellettuale, bibliofilo, collezionista e perfezionista; il perfezionismo è quel marchio di fabbrica che eredita dai grandi maestri del passato, della sua terra tra i tanti Huber e Jan Van Eyck, Roger Van der Weyden e Petrus Christus. Delvoye si dimostra, anche con questa grande esibizione, interessato ad una vasta gamma di temi che spaziano dall’iconografia cristiana al corpo umano; formidabile in termini di creatività e novità è Untitled opera alla quale lui e la sua equipe hanno lavorato per diversi anni e che comunica, con la doppia torsione della guglia di

acciaio traforata come un merletto grazie alla tecnologia informatica, lo slancio dell’umano verso il divino, l’opera è il centro della mostra con cui l’artista interrompe il pacato ritmo del romanico della chiesa per crearne uno nuovo, capace di ridisegnare e dare nuova vita ad un pezzo di storia lucchese. L’importanza del suo operato come artista è stata anche quella di aver saputo sfruttare, per il proprio processo creativo, le nuove tecnologie ed il virtuale; è alla luce di queste affascinanti novità che ha saputo dare nuova vitalità ad una iconografia consolidata nel solco della storia e dei millenni, mi riferisco all’immagine del Cristo e alla serie Holy Family dove imprime al corpo di Gesù una forte torsione, pregnante ed intensa, anche qui come nella Torre, ha inferto il “movimento” dell’elica del Dna trasformando la tradizionale iconografia del Crocifisso in un simbolo di commistione tra classico e creazione genetico-geometrica: è Cristo, Cromosoma, Geometria, Forza Centipetra, Creazione e per questo Uomo; è una visione nuova che guarda al passato ed al tempo stesso al futuro, è la collisione di due mondi, di due tempi. Wim Delvoye dialoga con la storia, ci dona un attimo di silenzio, un nuovo spunto di riflessione, “fa breccia” nel nostro sguardo, evita il movimento chiuso e ci offre così nuovi orizzonti; cerca il senso delle cose e lo trova nei dettagli. Tutto questo nasce dallo stupore che solo l’artista sa come creare, perché è lo stupore che guida il suo sentire ed il nostro vedere. Isabella Martinelli



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NEDKO SOLAKOV ZHANNA KADYROVA Un doppio appuntamento per Galleria Continua Galleria Continua, San Gimignano (SI)

fino al 4 maggio 2013 Il vento di primavera arriva, in anticipo sui tempi, dall’est e pervade gli spazi dell’antico teatro-cinema nel cuore di San Gimignano così come la storica sede dell’Arco dei Becci, in una doppia personale che pone due nazioni e due generazioni a confronto: un dialogo visivo che scorre di fronte agli occhi e che riporta significativamente il quadro alla parete.

“... mi chiedo se il senso del viaggio non sia in fondo più nel tornare, dopo aver preso le distanze per vedere meglio, o semplicemente per poter vedere”. Quale è il senso profondo di un viaggio, cosa esso possa rappresentare intimamente, quali declinazioni al tempo stesso sia capace di assumere, è centrale nell’occhio di Wim Wenders e prendere a prestito queste parole è utile come chiave di lettura possibile della grande e complessa installazione I Want Back Home (said the big frog), ad opera dell’artista bulgaro Nedko Solakov (Tcherven Briag, 1957), in scena nella platea della galleria e parte cardine del nuovo progetto espositi-

vo. Il rifiuto di prendere un aereo per paura di volare spinge l’ideatore di questa narrazione per immagini ad intraprendere un lungo viaggio in treno da Sofia fino a Shanghai, per partecipare a una mostra presso il Rockbund Art Museum: 14 giorni, 7 stati, 2 continenti, fotografie dal finestrino, appunti, filmati che documentano in modo diretto e avvincente le tappe di un vero e proprio ritorno a casa, nella propria città natale, quello della rana giocattolo Joji, più precisamente un rospo, acquistata da Solakov anni prima in un bazar della Chinatown di New York e protagonista indiscussa di questa avventura on the road insieme

Nella pagina a fianco: Zhanna Kadyrova DATA EXTRACTION - Autostrada SA-RC, 2013, asfalto, metallo, resina epossidica, 126 x 212 cm. Courtesy l'artista and GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Le Moulin. Production Izolyatsia, Platform for Cultural Initiatives, Donetsk, Ukraine. Photo Ela Bialkowska, OKNO STUDIO.


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a Nedko e alla moglie. “Poter vedere” è l’imperativo sottile che scorre lungo i binari della Transiberiana e che porta Joji a fissare costantemente dal finestrino della cuccetta, dando le spalle, insolente quanto basta, all’osservatore. Solakov stesso descrive lo stupefacente dialogo con la piccola amica: “Lei ora è qui – di nuovo in Cina, dopo un estenuante viaggio in treno verso Oriente, che fa di lei una delle poche grandi rane cinesi che ha veramente girato il mondo. ‘Voglio tornare a casa!’ mi ha detto tempo fa la grande rana quando eravamo a Sofia. Piuttosto stranamente, quando siamo arrivati qui a Shanghai (entrambi eravamo d’accordo sul fatto che fosse stata fabbricata da qualche parte in quest’area molti anni fa) con gentilezza mi ha bisbigliato all’orecchio destro ‘Voglio tornare a casa, a Sofia!’. Questo mi ha reso felice. La narrazione in forma di immagine fatta da un linguaggio esplicito e pungente, onirico e sovvertitore, fantastico e orrorifico al tempo stesso, visionario, sta alla base dell’altro intervento espositivo nei locali di Galleria Continua: Paintings with No Texts, sono 20 grandi olio su tela inediti che inscenano un sogno dai toni fiabeschi dove ai desideri eroici del protagonista si affiancano altre storie di cavalieri senza tempo, in un rapporto incessante di scambio tra esperienza personale e collettiva che è alieno dall’utilizzo della parola, se non sottoforma di titolo riportato sul lato destro di ciascun telaio, in una significativa reazione a tutti i testi impiegati precedentemente dall’artista nei suoi lavori.

L’icona continua a rappresentare una parte centrale della sua opera e l’ironico autoritratto preziosamente incastonato in una cornice eclettica e multiforme mette pace al polimorfismo, alle diverse e contrastanti personalità artistiche tutte corrispondenti a Nedko Solakov, facendole convivere. A Rather Split (visually) Personality crea una corrispondenza tra i vari punti del corpo umano e i differenti stili della cornice, numerandoli: “Oggi – dichiara Solakov – è molto più semplice giocare con la diversità del mio lavoro. Agli inizi degli anni Novanta la mia produzione veniva reputata troppo eterogenea per essere ricondotta a un solo artista. Ora questa diversità è stata completamente accettata e rappresenta un valore aggiunto che rende le mostre personali visivamente accattivanti”. Il progetto che la giovanissima artista ucraina Zhanna Kadyrova (Brovary, 1981) porta all’Arco dei Becci e in Torre è a sua volta un modo avvincente di intendere il quadro, così come la pittura. Le implicazioni sociali di tutto il suo lavoro, che spazia dal video alla performance per consolidarsi nella scultura, emergono nell’attenta ricerca e nell’utilizzo di materiali, essenzialmente poveri, e sono espressione puntuale e viva del suo impegno politico e sociale in prima persona come membro del collettivo R.E.P., nato in seno alla Rivoluzione Arancione del 2004. DATA EXTRACTION rappresenta il progetto principale portato dall’artista nello spazio espositivo dell’Arco dei Becci, a cui si affiancano Diamonds


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Nedko Solakov, A Rather Split (visually) Personality, 2013, olio su tela, 46 x 55 cm, in una speciale cornice dorata in legno di tiglio intagliato incorniciato 92 x 98 x 10 cm. Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Le Moulin. Photo Dimitar Solakov e Irena Ashikova.

e Filling In, tutti in stretto dialogo tra loro. Alessandra Ammirati di Galleria Continua, curatrice dell’allestimento a fianco dell’artista, spiega il making of, il progredire di una tale innovativa operazione. Come nasce la collaborazione tra Galleria Continua e Zhanna Kadyrova,

giovane artista extra circuito prettamente galleristico, come si consolida ed incrementa un rapporto di questo tipo? Zhanna fa parte di un collettivo molto attivo in Ucraina, il Revolutionary Experimental Space ed opera da sempre in seno a fondazioni invece che in gallerie; era rappresentata da una


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Nedko Solakov, A Bit of a Nervous or Perhaps Calm but with No Videos Aside, 2013, pennarello, testo scritto a mano sul muro, dimensioni variabili | Dimensions variable. Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Le Moulin. Photo Ela Bialkowska, OKNO STUDIO.

galleria moscovita, ma poi ha scelto con decisione di abbandonare questo legame. Proprio attraverso la fondazione Izolyatsia di Donetsk, è partita la collaborazione con l’artista, in occasione di Sphères 2012, presso Le Moulin, fino ad arrivare al progetto portato a San Gimignano. Poi ricordiamo che Zhanna si sta affermando a grandi passi nello scenario artistico internazionale, esporrà nel padiglione ucraino durante la 55° Biennale di Venezia e alla futura Biennale di Mosca con la personale Crowd. Il suo intervento in Galleria Continua è fondamentalmente incentrato nella storica sede dell’Arco dei Becci, per

poi proseguire nei locali della Torre. Quale idea sta alla base di tale operazione e quale significato aggiunto viene ad assumere in questa occasione? DATA EXTRACTION rappresenta un progetto a metà tra Ucraina e Italia e si concretizza principalmente in un nucleo di opere provenienti dal suo paese di origine così come da quello ospitante, in un significativo rimando all’affannarsi dell’Ucraina nel cancellare la propria memoria per arrivare velocemente all’Europa che continua però a tenerla fuori. Lo stesso titolo dell’operazione rimanda immediatamente al campionamento estratto dal manto stradale e alla volontà di scan-


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dagliare e conservare qualcosa che altrimenti andrebbe perso. L’ambiente ricreato è proprio quello di uno white cube, una scatola total white, capace di contenere ma allo stesso tempo amplificare lo stacco immediato e forte tra le opere e le pareti. Si tratta di quadri veri e propri, non di sculture, dove è fondamentale la bidimensionalità, la consistenza materica e il peso, non la profondità, così come l’emergenza epidermica delle crettature dell’asfalto che rimandano allo scorrere del tempo, alla memoria, al vissuto. Due piccoli brani di asfalto sono dunque quelli provenienti, uno, dalla strada principale di Kiev, cantiere a cielo aperto per una incessante e affannosa opera di ammodernamento, soprattutto in conseguenza ai campionati europei di calcio che l’Ucraina ha ospitato, evento di rilevanza politica ed economica non indifferente. L’altro, piccolissimo e al quale Zhanna tiene particolarmente, è quello estratto dalla strada di fronte all’Arsenale, luogo simbolico poiché l’unico votato all’arte contemporanea per quanto riguarda dibattiti e ricerche. A ribadire un parallelo con il territorio italiano, è mostrato anche un pezzo della strada-cantiere per eccellenza, rovina moderna così come il severo asfalto della lontana Ucraina, ovvero un brano della SA-RC, strada incompiuta da sempre, affannosamente in cerca di una sua conclusione. Al di là del risvolto sociale, c’è comunque una forte logica duchampiana in questa operazione, che porta l’oggetto di uso comune, la strada in questo caso, in un contesto museale, elevandolo a simbolo artistico.

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Questo vale anche per gli altri due interventi, Filling In e Diamonds che utilizzano elementi e materiali comuni e a basso costo in Ucraina, come cemento e piastrelle, appartenenti alla sua realtà quotidiana, conferendo loro preziosità, sia laddove vanno a riempire di colore smaltato e brillante le stoviglie, come nel primo, presentato a Le Moulin; sia quando si trasformano in veri e propri diamanti, pietre preziose, ed è il secondo caso, opere nate nel 2006 e 2007 poi riproposte in versioni uniche. Sicuramente provvedere ad un tale allestimento è stata un’impresa dura, unica, che fa più pensare ad un lavoro da cantiere che ad un progetto espositivo nei locali di una galleria… Il viaggio con Zhanna è stato memorabile, ma soprattutto il calore umano che abbiamo incontrato nel cantiere di Morano Calabro, preziosissimo per la riuscita del progetto. Certo, lo scoglio della burocrazia italiana, rispetto a quella ucraina, paese in cui Zhanna prelevava asfalto in cambio di un bicchiere di vodka, per quanto riguarda l’estrazione di un pezzo di strada non è stato indifferente. Fantastici gli operai del cantiere che hanno collaborato gentilmente con noi, sentendosi parte indispensabile di tutta l’operazione, aiutando a tagliare la strada, a scavarla con un martello pneumatico e a tirarla su con una ruspa. Insieme e grazie a loro è sicuramente avvenuta la nascita di questi imponenti “quadri”. Martina Marolda


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Maurizio Sapia

dal 10 aprile 2013 Presso Il Ristorante Sciat贸 Di Serravalle Via Garibaldi, 49 Serravalle Pistoiese - PISTOIA TEL. 0573 51301 INFO@SCIATO.IT WWW.SCIATO.IT


die mauer

arte contemporanea

20/04/2013

ore 18,00

Mauro Moriconi LE cirQUE

DIE MAUER arte contemporanea Via Pomeria n째71 - Prato


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DEFICIT (the lack)! Galleria Poggiali e Forconi Firenze A cura di Gaia Serena Simionati

fino al 25 maggio 2013 “Quello strano modo di essere, che qualcuno lodò una volta in un discorso di lucida follia, gli permise di vedere sull’istante quello che nessuno vedeva (…).” Gabriel Garcìa Marquez L’ amore ai tempi del colera

Niente di più aderente alla realtà, sostenere che il deficit non è dato dalla ricchezza ma dalle ricchezze. Sebbene possiamo mancare di credito, liquidità e lavoro, il dramma quotidiano e generalizzato è che abbiamo abbandonato i primi valori del vivere, quali affetto, amore e intelligenza. L’impalpabilità sembrerebbe non pagare o forse, sta solo nascondendosi. Risulta assai difficile allora cercare una luna nel pozzo che è diversa da quella che abbiamo cercato fino ad ora. E potrebbe apparire folle, pensare che stiamo cercando la luna nel pozzo che non è quella di una volta. Così è stato; non obbligatoriamente la storia si ripete. L’esposizione della storica Galleria Poggiali e Forconi insiste in questa traiettoria, trovando attualità di senso e proponendo dei lavori che allo stadio percettivo di qualsiasi persona, aprono a prospettive lontane dai soliti malesseri e malumori europei, offrendo visioni sensibili grate ai corpi e lodevoli alle menti. Questo ce

lo possiamo pure dire; non capita spesso. Così, l’ormai esperto video artista Harun Farocki realizza Deep Play, video installazione che ci propone dodici punti di vista per la gloria degli ex campioni del mondo di calcio, quell’Italia-Francia dei Mondiali del 2006; dalle telecamere delle televisioni nazionali a quelle della Fifa, fino a schemi di gioco o di sequenze d’animazione 2D e 3D, dove ad essere analizzato è il gap fra la visione reale e quella resa dalla tecnologia che ci distanzia sempre più dalla dimensione spaziale che stiamo osservando, scoordinandoci fra i suoi dodici schermi, osservati calpestando il velluto verde del campo di calcio. Nel secondo video Nothing Ventured, siamo proiettati nella brutalità concreta con cui l’idea bella non viene accettata da un sistema di potere e denaro, troppo ossidato e immobile per poterla comprendere. Così è successo, come ricorda Gaia Serena Simionati, anche a Guglielmo Marconi. O in altri termini, a Galileo Galilei. Il giovane


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1 - Krystof Klusik, Installation View. 2 - Figures Studies, HD Video su schermo multiplo, audio 3 BluRay disk. 3 - Deep Play, Installation View.

pittore polacco Krzysztof Klusik esprime con forte intensità e armonia compositiva la frammentazione e lo svuotamento delle nostre vite. Insistendo su questi fondamentali particolari di vite spezzate dalla nascita, riesce a mostrare appigli di possibili sviluppi più umani e meno umanoidi. Rarefazioni rese possibilità. David Michalek presenta due lavori. Figure Studies, video proiettati sulle pareti con dimensioni umane, che ci riportano ad una certa e nota statuaria del Cinquecento fiorentino. In slow motion, vengono presentati uomini e donne di tutte le età, religioni, provenienza e la meccanica dei movimenti lenti e precisi, la corporeità esatta e scolpita, rimanda ad un gap tra la dimensione spaziale e quella temporale. Nel secondo lavoro Becky, ricrea

una stanza della casa di una signora, forse strana o forse buona, con le pareti interamente ricoperte dai suoi scritti caratterizzati da una scrittura a mano con piccole incisioni, così meticolosamente ripetute che quasi sembrano carta stampata. Nel mezzo della piccola stanza una sedia di fronte alla fotografia di Becky; qua possiamo sederci ed ascoltare la voce ciclica con tono orizzontale, quella della “strana signora”, e abbandonarci allo stato catalettico di tutti questi segni di natura semi divina. Qua dentro, dal tappeto alle statue, dalla stanza alle fughe dal reale, sembrerebbe esserci l’impalpabile redento a concretezza. Tommaso Capecchi


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Susana Serpas Soriano OBLIO a cura di Nicola Davide Angerame Frittelli Arte Contemporanea

fino al 4 maggio 2013 “OBLIARE. Quante volte/ te lo sei chiesto./ Lo hai gridato,/ dentro al tuo cuore:/ voglio dimenticare!/ Lo sai che non è possibile/ tutto rimane/ fisso, incollato, fuso/ nella memoria./ Ma tu ostinata,/ gridi a te stessa/ ce la voglio fare!/ Susana, dolce creatura,/ i ricordi si amano,/ si odiano, ma alla fine/ non si dimenticano.” Carlo OBLIO, la mostra personale di Susana Serpas Soriano – artista nativa di El Salvador (1976) che oggi vive e lavora a Roma – presenta circa quaranta grandi opere fotografiche risalenti agli ultimi cinque anni di lavoro. Cicli dedicati a soggetti diversi: corpo, architettura, natura, cere, collage. Temi trattati tutti con grande umanità: “humanitas”, in tutta la sua imperfezione e parzialità, follemente fragile e crudelmente disarmante. Immagini e cornici che cercano di immortalare un momento, una visione, un ricordo, una percezione, un’illusione di contatto e condivisione già persi nelle ombre dell’inquietudine emotiva della società contemporanea. Un Oblio devastante e frenetico che opera con freddezza lacerante sulla debolezza dell’uomo, che ad ogni passo rischia di perdere di vista l’autentico valore dell’incontro, dell’Altro, dell’intimità. Linee rette che separano la

possibile unione fisica o di pensiero dei soggetti – o parti di essi – immortalati nella più totale aspazialità e atemporalità. Un senso di smarrimento che dilaga sino al balenare di una corrispondenza – emotiva o no – che potrebbe, lei sola, giustificare la nostra esistenza, la presenza hic et nunc di ciò che siamo, di ciò che sentiamo. Una fotografia performativa, modulare e post-oggettivista che focalizza, inquadra e squadra l’immagine, crea giochi di superficie e indaga l’alienazione, supposta del soggetto e indotta nello spettatore: “La fotografia di Serpas Soriano è a tutto campo – spiega Angerame – sonda il paesaggio, la natura e l’uomo, cercando di restituire all’immagine contemporanea lo statuto di elemento riflessivo, emozionato ed emozionante, che l’attuale civiltà delle immagini tende inevitabilmente ad inflazionare”.


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Susana Serpas Soriano, Il trionfo dell’amore, 2010, carta cotone e stampa digitale, cm 150x150. Courtesy Susana Serpas Soriano.


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01 - Susana Serpas Soriano, Vedute multiple, 2012, collage e stampa digitale su plexiglass, cm 70x70. 02 - Susana Serpas Soriano, Vedute multiple, 2012, collage e stampa digitale su plexiglass, cm 70x70. Courtesy l'artista.

Susana Serpas Soriano studia e reinterpreta la prospettiva, inventando semplici strumenti ottici e applicando maschere fatte di ombre degradanti al fine di creare inedite profondità nelle sue immagini. Questo aspetto stilistico accomuna i diversi cicli di opere: esso appare ad esempio, in chiave modulare e costruttiva, nella serie Orizzonti, dedicata al paesaggio urbano e all’architettura, con vedute aeree di Atene o il ritratto frontale di Villa Borghese a Roma. Il corpo è usato dall’artista come un linguaggio fatto di espressioni e di impressioni, come una tavola di cera sulla quale restano incise emozioni e sentimenti. I ritratti delle cere conservate presso il Museo della Specola di Firenze sono esempi della perfezione dello spettacolo naturalistico quale è il corpo umano in tutta la sua complessità. Il tema della Natura che si fa arte è ripreso anche nel ciclo di ritratti di animali tassidermizzati provenienti dal Museo Zoologico La Specola di Firenze, e nei Collage, in cui l’autrice italo-salvadoregna sviluppa associazioni

tra organi vitali e paesaggi naturali grazie a sorprendenti corrispondenze visive e di senso. E se nella serie di grandi stampe dedicate ai “giganti” prigionieri, chiamati Ikamatisslag – che significa “coloro che mentono” (nella lingua Opata di derivazione Uto-Azteca meridionale) – è introdotta la critica sociale, che parte da una denuncia dell’individuo come “colui che mente a se stesso”, nella serie de Il trionfo dell’amore è ammessa la possibilità di un riscatto che è, al tempo stesso, individuale e sociale, personale e collettivo. “Gli argomenti, le tecniche, le forme, le geometrie, i volumi, i collage, vanno, come in una grande corrente in un’unica direzione, devono coesistere l’uno con l’altro, come accade nella vita – ci dice l’autrice –. Chiedo allo spettatore di essere libero di pensare per oltrepassare la parte mortifera dell’anima, chiedo una viva attenzione alla vita che necessita sempre di essere compresa”. Deborah Allegranti


immaginaria arti visive gallery via guelfa, 22/ar - firenze - tel. +39 0552654093 galleriaimmaginaria@alice.it - www.galleriaimmaginaria.com immaginaria artiarti gallery h.immaginaria lun/sab 9.30 -visive 13visive / 15.30 - 19.30 dom 16 - 19.30 gallery immaginaria visive gallery via via guelfa, 22/ar - arti firenze - tel. +39+39 0552654093 guelfa, 22/ar - firenze - tel. 0552654093 via guelfa, 22/ar - firenze- www.galleriaimmaginaria.com - tel. +39 0552654093 galleriaimmaginaria@alice.it galleriaimmaginaria@alice.it - www.galleriaimmaginaria.com galleriaimmaginaria@alice.it - www.galleriaimmaginaria.com h. lun/sab 9.30 - 13 / 15.30 - 19.30 dom 16 - 19.30

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catalogo cura Domenico De Martino catalogo a cura di Domenico DeDe Martino catalogo aacura didi Domenico Martino

vernice sabato 6aprile aprile 2013 - ore catalogo asabato cura di Domenico De Martino vernice 66 aprile 2013 - ore 1818 18 vernice sabato 2013 - ore

6vernice aprile - 6-sabato maggio 2013 6 aprile 6 maggio 6 2013 aprile 2013 - ore 18

6 aprile - 6 maggio 2013

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Luca Brandi Lucadella Brandi L’ascesi materia Luca LucaBrandi Brandi


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Gianni Dessì, Rolando Deval, Nunzio. Galleria Alessandro Bagnai, Firenze

fino al 20 aprile 2013 Una mostra che racchiude tre piccole personali di altrettanti artisti, tutti nati nella prima metà degli anni Cinquanta, a confronto: Gianni Dessì, Rolando Deval, Nunzio.

Presenze tra loro assai diverse si dispiegano in una mostra, concepita come un insieme di tre distinte personali, negli spazi della Galleria Alessandro Bagnai di Firenze. Si tratta di Gianni Dessì, Rolando Deval e Nunzio, artisti che hanno partecipato con intensità e originalità al dibattito artistico contemporaneo degli ultimi trent’anni, e che con la loro opera hanno caratterizzato l’attività della galleria fiorentina. L’esposizione, in cui sono presentate poche ma significative opere, vuole mettere in relazione il diverso approccio di ricerca che i tre artisti, tutti nati tra il 1951 e il 1955, ma ognuno con una propria distinguibile personalità, hanno avuto con il problema della forma, ovvero con il rapporto tra forma, spazio e contenuto. Nella prima sala ci accolgono tre presenze forti ed imponenti: si tratta delle grandi opere in vetroresina, silicone e tempera su muro, di Gianni Dessì, dal titolo Tre per te del 2008. Le opere mostrano tutta la complessità dell’intervento gestuale

e materico dell’eclettico artista, uno dei principali protagonisti della Nuova Scuola Romana. Su una base in vetroresina, che esibisce ancora in rilievo, come fossero labili memorie, le tracce delle forme che erano state disposte al di sotto, l’artista interviene pittoricamente con segni essenziali o, in alcuni casi, più complessi che possono evocare la figura umana. Al centro dell’opera solitamente Dessì inserisce un elemento a cui attribuisce una rilevanza maggiore: una sorta di punto di fuga prospettico ideale, che segna il contatto tra lo sguardo dell’artista e quello dell’osservatore. Ogni opera, la cui superficie presenta lacerazioni, incisioni, sovrapposizioni di piani e inserzioni materiche, è connotata da una tonalità cromatica accesa e innaturale – che solitamente è il giallo, materializzazione della luce, ma in questo caso è il blu, il rosso e il nero – che invade con vigore vitalistico anche le pareti della stanza. Sette opere in cera e tecnica mista su tavola, appartenenti al ciclo In concreto,


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Dessì - Deval - Nunzio, Veduta parziale della mostra. Courtesy Galleria Alessandro Bagnai, Firenze. Credits Bruno Bruchi.

realizzate nel 1990 da Rolando Deval, sono esposte, invece, nella seconda sala della galleria. Si tratta di opere delicate, sia dal punto di vista materiale che da quello artistico, che l’autore, nella continua ricerca di un dialogo con la natura, crea con l’uso della cera liquida unita a del colore. Nascono in questo modo superfici leggere ed effimere, su cui egli interviene realizzando misteriose forme archetipiche, ispirate ai processi della natura. Le linee frastagliate delle forme realizzate in cera dall’artista rimandano all’irregolarità di quelle dei confini dei continenti, formatesi attraverso l’energia pulsante, ma anche distruttiva, di millenarie azioni naturali. In queste opere l’artista sprofonda nella natura, dove riscopre l’origine profonda della creazione organica. Lo stesso titolo In concreto

dato al ciclo di opere allude, nella sua etimologia latina (concretum è infatti il participio perfetto del verbo concresco), alla solidificazione dei liquidi. Queste di Deval, quindi, sono opere che probabilmente trovano nel processo di solidificazione della lava vulcanica il loro più intimo raffronto poetico. Nella terza ed ultima sala della galleria è presentata un’imponente scultura in piombo e legno, intitolata Eco, realizzata da Nunzio nel 1987. Considerato come uno degli scultori più importanti della sua generazione, Nunzio, come Dessì, è stato uno dei protagonisti della Nuova Scuola Romana. L’opera in esposizione, composta da lastre di piombo modulate su cui si sovrappongono, in un raffinato gioco bidimensionale, le forme sporgenti di tre triangoli rovesciati, si presenta


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Dessì - Deval - Nunzio, Veduta parziale della mostra. Courtesy Galleria Alessandro Bagnai, Firenze. Credits Bruno Bruchi.

all’osservatore in tutta la sua vigorosa e rude materialità di espressione aniconica, in cui si individuano soltanto geometrie spettrali ed evocative. L’opera, a cui non è estranea un’idea di archetipo, si impone nello spazio con un senso di equilibrio e di armonia, ma anche di alterità data dalla compattezza del colore del piombo che si modula, in alcuni punti, in piccole sfumature dovute alle ombre proiettate dei piani sporgenti o alle graffiature presenti sulla superficie. Se in un primo momento la sensazione trasmessa da questa opera di Nunzio è simile a quella di una barriera impenetrabile, ad una visione più attenta ci si accorge che essa presenta piccole fessure nascoste, aperture da cercare tra le pieghe delle lastre di piombo, che rappresentano l’ideale possibilità di uno

spostamento verso uno spazio altro da quello dove è collocata la scultura e l’osservatore. La mostra alla Galleria Alessandro Bagnai mette in evidenza le peculiarità delle diverse personalità creative di Dessì, Deval e Nunzio, artisti accomunati da un simile approccio di ricerca verso possibilità espressive sempre nuove. Una ricerca, la loro, che nella società tecnologizzata di oggi potrebbe apparire anacronistica, se non addirittura inutile. Ma in fondo l’arte nasce da un’esigenza spirituale di espressione innata nell’uomo e per questo egli coltiverà sempre il sogno apparentemente folle ed effimero di volere, come diceva Hesse, “chiudere il caos in un guscio d’uovo”. Emanuele Greco


OBLIO Ikamatisslag n.10, 2009, stampa su carta cotone, cm 200x200

Susana Serpas Soriano

www.mauropispoli. com

22 marzo - 4 maggio 2013

Frittelli

ARTE CONTEMPORANEA

www.frittelliarte.it


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FUORI POSTO Olga Pavlenko,Lek M. Gjeloshi, Michelangelo Consani, Luca Bertolo, Emanuele Becheri, Arin Rungjang, Kornkrit Jianpinidnan, Eiki Mori, Tsang kin-wah, Jirayu Rengjaras a cura di Pier Luigi Tazzi Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno

fino al 20 Aprile 2013 Fra emozioni celestiali e concretezza terrena… un’esotica fascinazione risplende nello spirituale azzurro La maggior parte di questi artisti sono dislocati rispetto alla loro realtà originaria, estranei rispetto al bacino culturale del Valdarno, distanti fra loro, ma allo stesso tempo ravvicinati dall’installazione celestiale di Olga Pavlenko (Kherson, 1982). Il diverso, colui che viene da lontano, porta sempre con sé un pezzo di immancabile azzurro, ovvero la sua essenza spirituale, una bellezza fonte di esotica alterità, come un vento dolce leggero che spira da un certo non so dove. In un giardino toscano, dove i vasi dei fiori, le aiuole profumate e il verde trovano posto in un sistema di spazi armonizzati e chiusi, brucia del tè. L’effluvio dell’aroma prezioso, profumato, allo stesso tempo tradizionale, evoca l’India, la Thailandia, tutto l’Oriente: un mondo sconosciuto, altro, emana dalla dolce fragranza di un odore. Linee

essenziali e leggere, al limite della tenuta strutturale, sono efficaci a colpire la suggestione, a eccitare la memoria. Il tè arde in quello che è ravvisabile in un tempietto buddista, di cui è rimasta solo la semplicità archetipica, la sacralità. Olga Pavlenko artista di origini ucraine, sembra recepire che al di là dell’Oriente, dell’Occidente, della nostalgia di un paese lontano, dei drammi personali, splenda un cielo azzurro, un azzurro portatore di unione e tranquillità. Il colore del cielo è simbolo paradisiaco nella Commedia di Dante come nelle cupole delle moschee, nei minareti, nelle madāris delle scuole musulmane, in vari monumenti commemorativi orientali. La Pavlenko ha disposto i cataloghi di “Fuori posto” in una serie di sfumature dalle varianti cineree, azzurre, celesti. I resoconti cartacei della mostra sono ordinati con una sobria linearità.


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Olga Pavlenko, particolare, L’azzurro è il colore naturale del cielo o il semplice riflesso di una distanza infinita? tavolo con cataloghi azzurri, dimensioni ambientali, 2013. Courtesy Olga Pavlenko. Credits Olga Pavlenko.

Niente arabeschi, niente complessi intrecci geometrizzanti. Essenzialità e purezza. Allettante invito ad immergersi nell’azzurro. L’ingresso alla mostra curata da Pier Luigi Tazzi è un gioco di spirali curvilinee di sensuale bellezza, un circuito di piacere e stordimento che porta verso l’alto. Al livello superiore prima che la mente abbia la capacità di captare attraverso l’occhio qualsiasi sorta di immagine, una musica complessa, certamente anche di piano ma non solo… assale lo spirito: forse suoni di bicchieri, lievemente e sapientemente picchiettati, che evocano rumori, suoni di gocce d’acqua. Note di silenti trasparenze intercalate improvvisamente da tonanti sonorità. Il coinvolgimento emotivo proviene sempre dal cielo, sia nella quieta serenità, come

nell’indefinibile inquietudine, che nella forza ruggente. Poi tramonti e trasparenze accecanti, oscurità appena visibili di una natura romantica; ombre e luci: scatti fotografici di scenari campestri che evocano la pittura impressionista, gli alberi gracili e pastosi di Pisarro, la solitudine umana di Van Gogh con la proiezione del proprio io inquieto nello splendore bucolico di una natura immensa. Olga Pavlenko si domanda se l’azzurro sia il colore naturale del cielo o il semplice riflesso di una distanza infinita. Ecco, allora, un colore simbolico carico di ambiguità, di sensi e di controsensi, sospeso fra entità soprannaturale irraggiungibile e concretezza terrena. Elena Santoni


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Intervista a Tiziana Leopizzi Un resoconto su ARTOUR-O il MUST IX anno – XVII edizione - Firenze 2013 Villa La Vedetta, Firenze

Anche quest’anno è ritornato in città nella prima metà di marzo portando con sé colori, immagini, emozioni e tante nuove idee, ma soprattutto anche quest’anno ARTOUR-O il MUST ha offerto l’occasione al pubblico di venire in contatto con molti artisti, critici d’arte, curatori, galleristi, giornalisti, tutti intervenuti per confrontarsi su un unico e grande tema: l’Arte, con la A maiuscola. Tuttavia quella che ARTOUR-O il MUST vuole porre in evidenza non è solo l’arte del passato, ma soprattutto l’arte di oggi, quella che ci rappresenta, che ci fa discutere, appassionare, quella che ci ricorda che siamo noi gli artefici del nostro tempo, i rappresentanti della nostra epoca e che solo attraverso l’espressione più alta delle emozioni umane potremo lasciare un segno nella storia. Abbiamo chiesto a Tiziana Leopizzi, organizzatrice e ideatrice di ARTOUR-O il MUST tramite la sua Ellequadro Documenti, di parlarci di questa variopinta ed entusiasmante iniziativa che si rinnova da ben nove anni con incessante successo. Serena Bedini: Come nasce ARTOUR-O il MUST?

Tiziana Leopizzi: ARTOUR-O il MUST, che va letto all’inglese, ma significa MUSEO Temporaneo, nasce dalla consapevolezza che l’Italia, tutta l’Italia è un museo diffuso sul Territorio. Mi piace l’idea di sottolineare, attraverso questo appuntamento, i luoghi di diffusione dell’arte, del nostro momento storico, Istituzionali o Privati che siano. S.B.: Tutti gli anni ARTOUR-O il MUST riscuote un grande successo di pubblico e di critica, anche in tempi assai difficili per l’arte, travolta dalla crisi economica e dalle speculazioni. Qual è il segreto di questa manifestazione? T.L.: Che bella considerazione... musica per le mie orecchie. Forse il segreto consiste nel fatto che è una piattaforma di comunicazione che usa un lessico lineare, e che i Protagonisti presentano un progetto, che è rivolto contemporaneamente agli altri Partecipanti, operatori del settore, ma anche al Pubblico più eterogeneamente composto. S.B.: Gli artisti coinvolti nella manifestazione di quest’anno sono stati davvero numerosi e tutti hanno proposto una


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1 - Antonio Massarutto, Ero un prete di campagna, 2012, ecotassidermia paramento liturgico XIX secolo cm150x150. 2 - Franco Repetto, Conquista spazio, 2013, ferro smaltato cm100x100x50. 3 - Rudy Pulcinelli, Tolleranza Bianca, 2012, installazione polistirolo dimensioni variabili. Courtesy ARTOUR-O il MUST.

grande quantità di soggetti sempre nuovi e diversi: come vengono selezionati? Come si fa a partecipare? T.L.: La selezione degli artisti spetta ai Project Leader di ogni Ente Istituzionale o Privato che sono i soggetti partecipanti. Gli Enti interessati a partecipare, Aziende, ma anche Comuni, Fondazioni, Musei inviano la richiesta a Ellequadro Documenti che è un Archivio di Arte Contemporanea ricco di informazioni su 160.000 artisti dal 1 gennaio del Novecento ad oggi. Il Comitato di ARTOUR-O e il Comitato della Città ospite selezionano poi i progetti che sembrano più rispondere allo spirito di ARTOUR-O che guarda alla Committenza, allo scouting e alla versatilità, alla bellezza. Non è un caso che il manifesto che abbiamo adottato sia il CV con cui Leonardo da

Vinci si presentò a Ludovico il Moro, da cui scaturisce un messaggio semplice e meraviglioso. S.B.: Molti sono stati i grandi personaggi coinvolti, sia come premi speciali (Luigi Bonotto, Philippe Daverio, Massimo Cotto) sia in quanto relatori dei vari focus (solo per dirne alcuni Luigi Zangheri, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, gli architetti Alessandro Jaff, Karim Amirfeiz e Bruna Moresco, Maurizio di Maggio, storico dj di RMC Radio Montecarlo e molti altri ancora) e, accanto a nomi di questo calibro, c’erano anche giovani che hanno avuto la loro occasione all’interno della manifestazione. ARTOUR-O il MUST offre spazio a tutti perché l’arte è di tutti? T.L.: Il discorso è lungo. Gli “ARTOUR-O


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OLTRE LO SPECCHIO

Alfonso Bonavita Fioretto, 2011, poliuretano espanso rafforzato e resina vetrificata su tavola resinata cm170x70x50. Courtesy ARTOUR-O il MUST.

d’Argento” sono i grandi Committenti che condividono la loro passione con la Comunità, e quest’anno i riconoscimenti sono stati assegnati a Luigi Bonotto con Massimo Cotto mentre a Philippe Daverio è stata consegnata una targa speciale come grande divulgatore. Abbiamo già assegnato tante targhe nel corso delle varie edizioni, tra gli altri ricordiamo Giuseppe Panza di Biumo, Antonio Presti, Giorgio Marconi, la prima a Giuliano Gori. Il premio GAT è invece dedicato ogni anno ai Talenti di una Regione diversa, quest’anno l’Emilia Romagna è stata a cura di Olivia Spatola e Manuela Valentini. Per rispondere alla sua domanda se l’arte è di tutti auspico che non solo l’arte, ma anche la cultura sia di tutti, così come quei famosi saperi che hanno reso il nostro Paese unico al mondo. Ci bat-

tiamo da sempre perché l’arte venga inserita nei programmi di tutte le scuole, di ogni ordine e grado perché l’arte è la nostra identità e tutti dovrebbero sapere da dove veniamo per poter così decidere dove andare. Anche per questo si presta molta attenzione ai bambini. S.B.: Le location sono state come sempre di alto livello, anche grazie alla sezione di ARTOUR-O il MUST in Città: Villa La Vedetta, l’Accademia delle Arti del Disegno, il Museo Nazionale Fratelli Alinari, il Chiostro di Santa Maria Novella collegato all’Officina Farmaceutica Profumo, Fani Gioielli, e molte altre ancora tra botteghe orafe, artigiane e centri di eccellenza d’arte e d’artigianato come quello di Paolo Penko. Insomma si può dire che Firenze ha davvero aperto le sue porte


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1 - Drigo Negrita, Senza titolo, cm40x29,5. 2 - Nicola Evangelisti, Strings Flux, 2012, cristallo-LED-acciaio inox, cm300x140x140. 3 - Alessandro Ciffo, Iperbolica Stracciona, 2012 in silicone acetico puro realizzata con fusione per strati cm80x90x80. Courtesy ARTOUR-O il MUST.

per accogliere ARTOUR-O il MUST? T.L.: Firenze ci ha accolto fin dal 2005 grazie alla Presidenza della V Commissione Cultura che ha sempre seguito il MUST prima con Dario Nardella e ora con Leonardo Bieber. Da parte nostra abbiamo solo pensato che una Città emblematica come Firenze ha l’arte nel proprio DNA, e dato che ogni epoca è stata via via contemporanea ed ha lasciato il proprio segno, abbiamo voluto proseguire questo discorso con l’Arte del nostro momento storico. S.B.: E adesso quali sono le prossime tappe e i prossimi passi di Ellequadro Documenti? T.L.: Prossimo passo di cui sono orgogliosissima è il Salone DNA Italia al Lingotto a Torino, dove siamo stati invitati

a presentare la nostra realtà, Ellequadro Documenti, fatta appunto di informazioni ma anche di progettualità, e poi ci auguriamo di aprire presto altri MISA, i Musei in progress per le Aziende in vista del secondo appuntamento annuale con ARTOUR-O il MUST a Parigi a fine ottobre. S.B.: L’arte è bellezza e inutilità, è virtuosismo e fatica oppure l’arte è “solo” la forma più alta di espressione dell’uomo? T.L.: L’arte è linfa vitale, senza non si vive... sarebbe il deserto delle emozioni. Tiziana Leopizzi è architetto, ideatrice e organizzatrice di ARTOUR-O il MUST. Vive e lavora a Genova. Serena Bedini è scrittrice e docente di Scrittura creativa. Vive e lavora a Firenze.


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OLTRE LO SPECCHIO

TESTA PER ARIA PIEDI NEL CEMENTO “ [...] Più alto vola il gabbiano, e più vola lontano.” Richard Bach ( Il Gabbiano - J.Livingston)

Intervista a Felice Limosani notte bianca 30 aprile “C’era una volta”: così inizia la mia storia, in un’atmosfera affascinante, fatta di verità e di arte liberty; accanto a me una vetrina, che prende la forma di finestra sul mondo. Osservo la bellezza di Firenze, la sua piazza, sento la sua presenza. Poi, d’improvviso, arriva lui, il digital storyteller per eccellenza: Felice Limosani. Ascolto le sue parole, e queste rievocano in me qualcosa di magico, nuovo, ma pur sempre nostalgico: l’Atmosfera si presenta come sua fedele compagna, mi affascina, mentre la Parola diviene piano piano la sola protagonista fra di noi. Raccontare storie è la sua arte, mangiare con gli occhi è il suo talento; fantasista della bellezza, seduce l’anima, intuisce e comunica, valica i sensi, coinvolge le persone, ma cosa ben più alta, penetra in profondità nelle cause e nelle ragioni degli eventi. Questo mese, Felice Limosani, ci racconta del Volare: ebbene sì, Volare in alto, far vibrare l’anima per un vedere che sente, che ascolta e riflette; la sua “città del mondo”, per una notte, cattura la nostra attenzione, la sua

Felice Limosani

storia, per la Notte Bianca Fiorentina, diventa eterea, leggera. “Noi dobbiamo lasciar perdere, scavalcare tutto ciò che ci limita”: l’ispirazione prende vita dalle parole di Il Gabbiano di Jonathan Livingston, e questa figura così evanescente, gli permette di restituire senso alla Speranza. E’ arrivato il momento di dire e provare a fare altro: vuole comunicare e contestualizzare un


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1 - Felice Limosani, Flying bells, installazione per Starhotels. 2 - Felice Limosani, Renaissance, per Salvatore Ferragamo

futuro diverso, crede nel volo, perché riassume in sé una sua naturale bellezza, un ideale diverso, fatto di spazi e libertà, di soffio di vento. Felice Limosani nasce come Dj, e questa sua nativa abilità lo elegge padrone della creatività combinatoria: il senso di equilibrio, e l’Atmosfera, il suo sesto senso, diventano, per lui, madri presenti dalle quali tutte le cose acquistano valore ed energia. Tutto ha un inizio, un centro ed una fine: creare questo evento, vuol dire rendere concreta la nostra multisensorialità, capacità che l’uomo possiede ma alla quale non si affida più. Durante la serata, ogni momento parlerà attraverso la forza del simbolo e della sperimentazione: tutte le arti concorrono verso un unico sogno, comunicano le une con le altre senza mai schiacciarsi. Gli artisti che hanno risposto alla sua chiamata sono stati in grado di far vedere oltre ciò che sono: sapere ascoltare con gli occhi è un’arte, è una metafora che riflette la condizione umana troppo spesso costretta in schemi e ruoli ingessati, che non lascia spazio alla fantasia, alle aspirazioni e ai sogni. E così, mentre l’ispirazione prenderà vita fra le strade di Firenze, l’uomo

imparerà a volare, sia pur con l’immaginazione. Felice Limosani: “Sono un perfezionista, tutto deve essere fatto mettendoci il massimo; scelgo di guardarmi intorno, scelgo i miei collaboratori su un criterio fondamentale: la sincerità e il talento. Il mio modello sono gli artigiani: Arte, Spirito e Tecnica. Trovare un senso per me è fondamentale. Immaginare, essere un digital stroryteller, per me, vuol dire avere un 49% di immaginazione e un 50% di concretezza: tutto sta in quell’1% di differenza che fa del mio lavoro una realtà. Mi ricordo di una giornalista che, alla fine di un’intervista, mi lasciò con queste parole: “Sig. Limosani, non ho capito esattamente cosa fa, ma complimenti perché lo fa benissimo”. Sono convinto che quando tutto ciò che immagino potrà essere definito con una formula, allora sarà il momento di cambiare mestiere”. G.D.T.: Un’ultima domanda Sig. Limosani: cos’è per lei la Bellezza? F.L.: La Bellezza è un asino che raggiunge la cima di una montagna mentre a valle un cavallo viene bardato. Gabriella Di Tanno


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La perdita poetica dello sguardo. Poetry di Lee Chang Dong. La prima cosa che stupisce di questo film del regista sud coreano Lee Chang Dong (2011), è che non c’è tragedia. Questa è la caratterizzazione di uno sguardo, non tragico, tipicamente orientale, sulla vita. Questo film è l’intreccio di un doppio livello intorno a degli avvenimenti della vita, tutti avvenimenti a cui noi occidentali daremmo una connotazione di tragicità e, annodata ad essi, la poesia. La protagonista è Mya, una donna anziana che vive sola con il nipote, la figlia vive lontano. E’ una donna che guarda il vivere con uno sguardo contemplativo: continua a guardare la vita restituendo uno sguardo che riflette ed in cui si riflette l’esser così delle cose, rivelando tutta l’affettività dell’incantarsi: la poesia negli occhi che, nel guardare ciò che accade, rimane, restituita a noi in quanto amore per ciò che si guarda e da cui, contemporaneamente si è guardati, l’immagine affettiva in cui si incontrano incanto ed esperienza. Il film inizia con dei bambini che giocano in riva ad un fiume. Il fiume trasporta il cadavere di una ragazza rivolto a testa in giù, posizione tipica

di chi è annegato. Della giovane non vediamo il volto. Si scoprirà subito dopo che questa ragazza si è suicidata, perché un gruppo di coetanei, compagni di scuola, la violentava regolarmente da qualche mese. Uno dei ragazzi, è il nipote della protagonista del film, l’unico che il film mostra. La nonna viene informata di questo fatto, ma di fronte al tragico evento, non si precipita a chiedere spiegazioni al nipote, gli chiede se ha saputo della ragazza ed il ragazzo le risponde che la conosceva appena. Continua a mangiare e guarda la televisione: non prende atto di ciò che la nonna gli sta chiedendo, fino al punto in cui Mya va al funerale della ragazza. All’entrata della chiesa c’è una fotografia in una piccola cornice, lei entra, non resiste alla messa, esce, porta via la fotografia e, in una fase successiva del film, la mette davanti al nipote che continua, nella sua indifferenza, a mangiare. Al contempo, c’è lo sguardo sulla vita della nonna e uno che non guarda la vita: quello del nipote. Sembra precipitare tutto definitivamente, quando la donna scoprirà di


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La donna protagonista del dramma poetry di Lee Chang Dong.

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essere affetta da Alzheimer. In questa componente tragica c’è una certa leggerezza nell’incapacità, di tanto in tanto, di ricordarsi le parole più semplici: incapacità che la fa sorridere. Rimarrà con questa incapacità di trovare le parole. Questa, ha qualcosa di molto poetico, molto delicato: è una perdita di parole, verso una capacità di guardare, cercando parole per scrivere una poesia. Mya perde le parole, perde la memoria, ma desidera iscriversi ad un corso di poesia. Desidera scrivere una poesia. Questo è il profondo, affettivo contrasto che il film evidenzia. Come fosse tornata a scuola, seduta al banco, sente dal maestro poeta che le poesie si scrivono imparando a guardare, guardare tutto ciò che gli occhi incontrano, partecipandolo. Alla fine del corso devono riuscire a scrivere una poesia: per fare ciò si deve prendere appunti su ciò che si vede. Lei immersa in una situazione terribile, ogni tanto prende il suo quaderno e scrive qualcosa di quello su cui i suoi occhi s’incantano, facendo esperienza dell’incanto nel tempo del suo vissuto, anche perché sa che se non lo scrive non lo ricorderà. L’ultimo giorno di scuola il maestro entra, c’è un mazzo di fiori sulla cattedra, il foglio con la poesia che la donna ha composto ma lei non c’è, l’unica della classe ad avere portato a termine il compito assegnato. Il maestro legge la poesia: la telecamera si sposta ora su luoghi vuoti, in cui il nostro sguardo poeticamente si

fa dolce lasciando trasportare la visione dalle parole della poesia che alla visione stessa vengono, delicatamente in trasparenza, a sovrapporsi. Qui l’affettività poetica riluce. L’incontro mancato con questa ragazza ha trasformato completamente la sua vita e l’ultima cosa che la donna scrive è rivolta a lei. Ma, improvvisamente, al posto della voce della donna, subentra nella lettura fuori campo, la voce della ragazza, che legge ora lei i versi, direttamente in prima persona. La prima parte della poesia letta dalla donna, è il luogo dell’addio, la seconda letta dalla ragazza, pur mantenendo il riferimento all’addio, rivela che si perde qualcosa che si ha. Alla fine del film si vede la ragazza che si avvicina alla ringhiera del ponte, e, anziché precipitare nel fiume, si volta, per la prima volta. Sembra che questo poetico film sia predisposto a dare un volto a chi non può esserci. Scrivere poesie non serve a nulla, ma nell’ariosa leggerezza del verso poetico, proprio l’amabilità dell’essere delle cose che nel poetico scrivere trova voce, può restituire poeticità allo sguardo, uno sguardo che si perde affettivamente, riscoprendo qualcosa che ha, se si predispone a farsi cullare - come un bambino - da ciò che vede: un vedere dagli occhi limpidi, una poetica amorevolezza. Silvia Migliaccio


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TENUTA DELLO SCOMPIGLIO Via di Vorno N°67 (Vorno, Capannori) pietrasanta FLORA BIGAI ARTE CONTEMPORANEA Via Garibaldi n°37 Galleria Cardi Via Padre Eugenio Barsanti n°45 GESTALT GALLERY Via Stagio Stagi n°28 BARBARA PACI GALLERIA D’ARTE Piazzetta Del Centauro n°2 Piazza Duomo n°25 PALAZZO PANICHI Via Marzocco n°2 angolo Piazza Duomo MARCO ROSSI ARTE CONTEMPORANEA Via Garibaldi n°16 GALLERIA d’ARTE “LA SUBBIA” - Via Barsanti n°11 pisa BLU | Palazzo d'arte e cultura Via Pietro Toselli n°29 DoloresArt Laboratory Palazzo Viti, Via dei Sarti n°4 (Volterra) pistoia BIBLIOTECA SAN GIORGIO Via Sandro Pertini, snc CAFFETTERIA MARINI Corso Silvano Fedi n°32 Museo Marino Marini Corso Silvano Fedi n°30 SCIATò via Garibaldi n°49 (Serravalle Pistoiese) prato CASA D'ASTE FARSETTI ARTE, Viale della Repubblica (area museo Pecci) ELEONORA D’ANDREA CONTEMPORANEA Via Vincenzo Gioberti n°14 DIE MAUER ARTE CONTEMPORANEA Via Pomeria n°71 ARMANDA GORI ARTE Viale Della Repubblica n°64/66/68 LATO - Piazza San Marco n°13 opificio JM Piazza San Marco n°39 RISTORANTE PEPE NERO Via A. Zarini n°289 LAURABALLA STUDIO D'ARTE Via Mazzini n°34 GALLERIA OPEN ART Viale Della Repubblica n°24 CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI Viale Della Repubblica n°277 SIENA Galleria Continua via del Castello n°11 (San Gimignano) Galleria Gagliardi Via San Giovanni n°57 (San Gimignano)



Dal 13 Aprile al 20 Giugno 2013 Inaugurazione: 13 aprile ore 11.00 Orari mostra: dal Lunedì al Sabato 10 – 12,30 / 15,30 – 19,30

Aldo Mondino Tappeti stesi e appesi a cura di Marco Meneguzzo

Via Ghibellina 164R - 50122 Firenze Tel. 055.2340239 - Fax 055.2269190 info@santoficara.it - www.santoficara.it

SANTO FICARA ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA


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