Il Sommelier 2 2014

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il Sommelier Rivista di enologia, gastronomia e turismo Anno XXXII - Numero 2 - 2014 - Dir. Resp. Roberto Rabachino - Reg. Trib. Pisa n. 21 del 15.11.1983 - Lg. 47/1948

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sommario ®

sarinrosa

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Resveratrolo: falso mito? - Dir. Resp. Roberto Rabachino

Sosteniamo il nostro futuro - L’opinione del Presidente Nazionale Mario Del Debbio

pag. 2 3

Aggiungi un posto a tavola

Il brunch: la colazione-pranzo della domenica contemporanea Tiziana Stefanelli ® FEDERAZIONE ®

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ITALIANA SOMMELIER

Turismo nel Mondo ALBERGATORI

S T O R A T O R Iil paradiso: Saint Kitts nei Caraibi - Jimmy Pessina In voloR Iverso

10

Le donne e il vino - Resp. Naz. Fisar in Rosa Luisella Rubin POST VINITALY - Gladys Torres Urday, Ufficio Stampa Nazionale Fisar

14 20

Parola ad Attilio Scienza

La sostenibilità nel mondo viticolo ed enologico - Attilio Scienza

Degustando Speciale Magis - a cura della Redazione Centrale Parola al Biologo

Il vino nella nostra dieta mediterranea - Camilla Rabachino

28 32 34

Il piatto

Fish & Chips, un goloso cartoccio londinese Enza Bettelli - con abb. vini a cura del Pres. Emerito Nicola Masiello

Vini nel Mondo

36

Andalusia: storia, vino e cultura - Gladys Torres Urday

40

A San Paolo in Brasile importante panoramica sugli spumanti prodotti nell’emisfero australe - Roberto Rabachino

43

La Biblioteca

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- Gladys Torres Urday

Emozioni nel bicchiere

Grands Jours de Bourgogne 2014 - Davide Amadei

Facce da Chef

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Ciau del Tornavento a Treiso - Lido Vannucchi

58

Collezionismo: bottiglie e mignon di liquori e distillati - Mauro Manni

63

- Le notizie di enogastronomia e turismo a cura della redazione di Quality ADV Storia di una verticale completa del Caberlot dal 1988 al 2010 IL CARNASCIALE, azienda che produce un vino unico al mondo Segretario Nazionale Claudia Marinelli

66

70

Notizie dall’Italia

Nino Pascale è il nuovo presidente di Slow Food Italia Ufficio Stampa Slow Food Italia

78

Fisar Servizi - Vice Presidente Graziella Cescon

80

Professione Sommelier

IL SOMMELIER FISAR - a cura dell’Ufficio Stampa Nazionale Fisar

82

LA SEGRETERIA COMUNICA - Segretario Nazionale Claudia Marinelli

85

Eventi e Manifestazioni

Donne alla ribalta a Noventa di Piave - di Silvia Parcianello

fis@rnews - Le notizie dalle Delegazioni

87 89


di Roberto Rabachino direttore@ilsommelier.com

falso mito?

Resveratrolo: Lo studio è stato fatto su un campione di 783 individui, uomini e donne di 65 anni residenti in Toscana, nella regione del Chianti, dove è piuttosto diffuso il consumo di vino rosso. Il team di ricercatori, guidati da Richard Sembra ha studiato la popolazione dal 1998 al 2009.

I

pubblicato su Jama Internal Medicine

«toccasana» per la salute non avrebbe

che ha preso in considerazione proprio

tutti questi benefici.

una fetta di popolazione italiana.

Studi precedenti avevano indicato

Lo studio è stato fatto su un campione

benefici del resveratrolo nel rallentare

di 783 individui, uomini e donne di 65

l’invecchiamento e mantenere le

anni residenti in Toscana, nella regione

cellule sane ma, per carenza di prove

del Chianti, dove è piuttosto diffuso

inequivocabili non sono mai state redatte

il consumo di vino rosso. Il team di

vere e proprie raccomandazioni ufficiali

ricercatori, guidati da Richard Sembra

sull’uso di questo antiossidante per

ha studiato la popolazione dal 1998 al

prevenire le malattie cardiovascolari.

2009. Ai partecipanti è stato chiesto di

Molto si è discusso sul suo ruolo nel

compilare un questionario sulle abitudini

cosiddetto “paradosso francese”,

alimentari e sono stati eseguiti esami

il fenomeno per il quale in Francia,

sulle loro urine per misurare i livelli di

nonostante l’alto consumo di alimenti

resveratrolo. Poco più di un terzo del

ricchi di acidi grassi saturi, l’incidenza di

campione è morto nel giro di nove

mortalità per malattie cardiovascolari è

mportante notizia pubblicata

anni. Al 5% dei partecipanti è stato

inferiore rispetto ad altri Paesi con una

sul Corriere della Sera a firma

diagnosticato un cancro e il 27% ha

dieta simile. Da qui l’associazione tra

Cristina Marrone: il resveratrolo,

sviluppato una malattia cardiaca nel

il consumo di vino rosso e l’apparente

antiossidante contenuto soprattutto nel

corso dello studio. Dopo aver tenuto in

bassa incidenza di malattie cardiache,

vino rosso non avrebbe tutti gli effetti

considerazione fattori come età e sesso,

correlazione che è però sempre

benefici che in tutti questi anni la scienza

chi presentava concentrazioni più elevate

stata molto criticata per mancanza di

gli ha attribuito.

di resveratrolo non è risultato avere

sufficienti evidenze scientifiche.

Non sarebbe dunque collegato a un

meno probabilità nel tempo di morire,

Al fine di dare risalto alle due ipotesi

miglioramento della salute e non è

per qualsiasi causa, rispetto a chi non

pubblichiamo in questo numero anche

grado di ridurre il rischio di morte,

aveva traccia della sostanza nell’urina.

un altro parere che vede premiare il

di malattie cardiache o di cancro. Di

La concentrazione di resveratrolo inoltre

resveratrolo.

più, questa sostanza non sarebbe

non è risultata in alcun modo associata

Concludendo, di una cosa sono certo: il

poi così importante per determinare

con marcatori dell’infiammazione, di

consumo moderato del vino in persone

una maggiore longevità degli italiani.

malattie cardiovascolari o dei tassi di

sane offre elementi biochimici che,

Almeno così sostiene un nuovo studio

cancro. In conclusione, il resveratrolo

questo è assolutamente verificato, non

appena della Johns Hopkins University

celebrato per anni con un vero

fanno certamente male alla nostra salute!

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Il Sommelier n. 2 / 2014


di Mario Del Debbio presidente.nazionale@fisar.com

Sosteniamo il nostro futuro “Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto vi accorgerete che non si può mangiare il danaro.”

O

gni volta che vedo un albero che qualcuno ha lasciato crescere e prosperare in un posto dove solitamente qualcun altro lo avrebbe abbattuto credendolo ingombrante o peggio ancora superfluo, amo pensare che sia stato proprio il ricordo delle parole di quella antica poesia indiana a determinarne la decisione. Certo è che se un tempo potevamo, e volevamo, pensare a quelle parole soltanto come una nefasta e lontana profezia, oggi non possiamo più permetterci di sottovalutarne la portata. Continuare in questa forsennata corsa allo sfruttamento senza alcuna remora delle risorse terrestri e per di più con la supponenza di credere di poterle manipolare a nostro piacimento, è oramai una convinzione che anche i più spregiudicati stanno abbandonando. La

parola “Sostenibilità”, dapprima portata avanti da alcuni ecologisti visionari, o almeno così erano stati etichettati, e poi anche sfruttata furbescamente dal marketing di aziende che ne avevano colto il potenziale appeal commerciale, è finalmente diventata un concetto ed un modo di operare con il quale tutti oramai dobbiamo confrontarci. Ma cosa vuol dire in realtà essere sostenibili? Operare con un processo sostenibile significa utilizzare le risorse naturali ad un ritmo tale che possano rigenerarsi naturalmente. Sostenibilità quindi vuol dire durare nel tempo, guardare avanti, al nostro futuro e a quello dei nostri figli. Un processo talmente importante che necessita dell’impegno di tutti. Pensare che sia un problema solo dei governi o delle aziende produttrici al quale noi non possiamo dare alcun contributo è anche questo un errore da non commettere. Tutti siamo chiamati in causa fin dalle piccole cose. Quello che dobbiamo perseguire è molto più di un modello produttivo: è un modello di vita. E come tutti i modelli di vita non può prescindere dall’educazione e dall’esempio. Per citare le parole di Roberto Burdese nella sua relazione finale al recente congresso Slow Food: “il nostro mosto non può diventare vino senza il lievito dell’educazione”. Punto di partenza di questo viaggio educativo sono i nostri territori con le loro storie e la loro biodiversità. Ripartendo dal lavoro dei contadini e dalla tutela di questi valori non solo agiremo socialmente in una maniera giusta in linea con il

In copertina: Ciliegio nel vigneto Cannubi di Ceretto, Langhe - Piemonte.

rispetto dell’ambiente e quindi di noi stessi, ma sicuramente, parlando anche da un punto di vista commerciale, riusciremo a dare un grande slancio alla nostra economia che solo puntando sulla qualità e su un’identità fortemente riconosciuta (e vi assicuro che parlare di unica identità di tante biodiversità non è affatto un ossimoro) potrà finalmente vedere una inversione di tendenza e tornare finalmente a crescere. Per tutto questo Fisar c’è e vuole esserci sempre di più. Da tempo vado dicendo che relegare il Sommelier al solo ruolo del servizio del vino è fortemente limitante. Sogno un Sommelier “al” servizio del vino e dell’enogastronomia in genere che racconti, educhi e trasmetta i valori e la ricchezza della nostra terra. Per fare questo dovremo saper coniugare la nobiltà di una gestualità che da sempre ci contraddistingue e che fa della forma pura sostanza con la nostra capacità narrativa espressa con competenza e semplicità. Diciamocelo, chissà quanti si sono sentiti in soggezione di fronte a questo uomo in smoking, scarpe lucide ed accessorio in argento al collo che fa gesti teatrali e usa parole roboanti e io stesso, a volte, mi sono chiesto se non ci fossimo allontanati troppo da coloro che, come li chiamava Gino Veronelli: “camminano le vigne”. Eppure sono questi ultimi che possono indicarci la strada perché solo chi è a contatto con la terra quotidianamente ne conosce il vero e straordinario valore. A noi il compito di divulgarlo, per un futuro migliore per tutti.

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il Sommelier

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Rivista di enologia, gastronomia e turismo Registr. Tribunale di Pisa n° 21 del 15.11.1983 ®

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il Sommelier

Rivista Ufficiale della FISAR Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori


di Tiziana Stefanelli, vincitrice MasterChef Italia 2a edizione

Il brunch: la colazione-pranzo della domenica contemporanea C’è chi lo ha definito una mutazione alimentare del cittadino globale. Il brunch è sbarcato in Italia da New York, diventando un must della domenica per le sue caratteristiche di libertà, informalità, familiarità e convivialità. Un clima rilassante, dove è più semplice andare d’accordo, condividere, fare progetti e creare bei ricordi.

O

rario di inizio non dopo mezzogiorno, ideale per chi nei giorni di festa ama dormire fino a tardi, saltando la colazione (breakfast) e anticipando il pranzo (lunch). La tavola deve essere curata, ma non

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Il Sommelier n. 2 / 2014

formale, tovaglie o tovagliette colorate, decorazioni sobrie di fiori di campo o frutta fresca, meglio se allestita all’aperto nella bella stagione. Per apparecchiare oltre al piatto piano, forchetta, coltello e bicchieri, non dimenticate il mug, cucchiaino e cucchiaio. Il cibo sia dolce che salato, può essere disposto sopra un buffet o messo direttamente sulla tavola in piatti da portata, in modo che ognuno possa iniziare da dove vuole, con un approccio orizzontale, libero dalla successione tradizionalmente verticale della cucina italiana, che vede il rigoroso succedersi di antipasto,

primo, secondo e dessert. Le ricette devono essere semplici e veloci, da preparare in famiglia la domenica mattina con l’aiuto di amici e bambini. Tra le bevande non deve mancare il caffè lungo, il latte, il tea, i succhi o centrifugati, ma anche vino o champagne. Per le pietanze spazio alla fantasia con pancake, muffin, brownis, plumcake, crostate, cornetti, pane fragrante, marmellate, sciroppi, mieli, yogurt, cereali, frutta fresca. Ma anche bagels, uova, bacon, torte rustiche, focacce, polpettine, formaggi, salmone affumicato e salumi.



Ecco alcune mie ricette per rendere speciale il vostro brunch! Spiedini di petto di pollo marinati alla senape in crosta si sesamo con salsa di carote e cipolla caramellata.

Insalata di riso venere con sedano, carota, e basilico pomodori

Tagliare le carote mondate a pezzetti e cuocerle al vapore. Quando sono morbide, condire con un pizzico di sale e burro. Frullare con un blender ad immersione finché non diventa una crema liscia. Affettare le cipolle di Tropea e metterle a marinare con aceto per sushi, alloro, sale e un po’ di fruttosio. Dopo un’ora metterle a cuocere in una casseruola a fuoco lento, con un filo di olio, finché non saranno morbide e caramellate. Tagliare il petto di pollo a cubetti e marinarlo con un po’ di senape e miele. Dopo alcune ore infilare i pezzettini di pollo in uno spiedino e ricoprire con semi di sesamo. Cuocere in forno a 180 gradi per circa 15 minuti. Comporre il piatto di portata con gli spiedini, la salsa di carota e la cipolla caramellata.

Lessare il riso venere e freddarlo sotto l’acqua. Condire con una dadolata di sedano, carota, pomodoro. Profumare con basilico fresco. Condire con una vinaigrette di olio evo, sale, pepe e succo di limone.

Insalata di spinaci e lamponi Una semplice insalata di spinaci crudi, con lamponi e scaglie di parmigiano, conditi con una vinaigrette di succo di arancia, olio evo e sale.

Spaghetti Soba con verdure saltate, zenzero e sesamo.

Sformatini di miglio decorticato con cavolo romanesco e nocciole

Saltare in padella del porro tagliato a rondelle con olio evo. Quando è morbido, unire il peperone rosso, la carota a listarelle e i pezzettini di broccolo. Saltare velocemente, facendo in modo che le verdure rimangano croccanti. Insaporire con peperoncino piccante e succo di zenzero fresco (centrifugato o strizzando tra 2 cucchiaini lo zenzero grattato). Lessare per 3 minuti circa gli spaghetti Soba, scolare e saltare velocemente con le verdure. Cospargere con un cucchiaino di sesamo tostato.

Lessare il cavolo romanesco e quando è molto morbido, frullare con un blender ad immersione usando un po’ dell’acqua di cottura e un po’ di burro. Lessare il miglio decorticato, scolarlo e condirlo con la purea di cavolo romanesco, parmigiano, sale, pepe, olio evo e un cucchiaio di nocciole tostate e tritate grossolanamente. Posizionare un foglio di carta antiaderente sulla placca da forno e con l’aiuto di un ring formare un piccolo tortino con il composto. Lasciar cuocere in forno a 180 gradi per 20 minuti. Decorare con alberelli di cavolo romanesco lesso.

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Polpette di agnello senape e sesamo. Soffriggere un po’ di scalogno con olio evo e quando è morbido unire i datterini e lasciar cuocere 10 minuti a fuoco lento. Passare al macinacarne la polpa magra di coscio di agnello. Condire la polpa con senape, un filo di miele, poca mollica di pane bagnata e strizzata, erba cipollina, sale e pepe. Formare delle polpette e impanare con il sesamo. Cuocere in forno a 160 gradi per 10 minuti circa. Servire le polpette con i datterini e profumare con basilico fresco.

Pancakes con sciroppo d’acero. 1 tazza e ½ di farina 1 cucchiaio zucchero 3 cucchiaini e ½ di lievito in polvere 1 pizzico di sale 1 tazza e ¼ di latte 1 uovo 3 cucchiai burro sciolto Mischiare in una ciotola gli ingredienti in polvere e poi aggiungere quelli liquidi mischiando con una frusta. Fare le frittelle in una padella antiaderente appena unta di burro. Servire calde cosparse di zucchero a velo vanigliato accompagnate da sciroppo d’acero.

Macedonia fragole e rabarbaro Fare uno sciroppo di fruttosio e acqua e cuocervi il rabarbaro a pezzetti. Lasciare raffreddare e unire alle fragole fresche. Decorare con foglie di menta.

New cheesecake ananas e menta Per la base fare un crumble con farina, farina di mandorle, burro e zucchero, in parti uguali. Unire una parte di formaggio fresco a una parte di panna montata, zucchero a velo q.b. e i semi di un baccello di vaniglia. Con un ring formare il cheesecake, da accompagnare con ananas fresco, menta e ciliegine da cocktail.

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di Jimmy Pessina pessina@ilsommelier.com

In volo verso il paradiso: Saint Kitts nei Caraibi Anche Gabriel Garcia Marquez è d’accordo: i Caraibi sono un mondo diverso la cui prima opera di letteratura magica è il “diario di Cristoforo Colombo”, libro che narra di piante favolose e mondi mitologici.

Q

uando il vostro aeroplano

caraibica, ricca di memorie coloniali.

delle isole Leward, in altre parole

atterrerà sulla pista

La tranquillità regna sovrana, cullata

delle Sottovento, e si accompagna

chiamata Golden rock,

dal dolce soffio degli alisei. Nei vivaci

amministrativamente a Nevis, dalle

circondata da uno spesso tappeto

localini sul mare si possono gustare

quali la separa un canale d’oceano

verde, intuirete di che pasta è fatta

i piatti della cucina creola e le allegre

largo appena due miglia. La pace

Saint Kitts e, se due palme da cocco

note del merengue. E chi ha fortuna,

che regna tra le campagne riporta

che ombreggiano una lingua di

al tramonto, riesce a vedere per

Saint Kitts ai tempi del rhum. Fino a

sabbia non vi bastano più o non vi

pochi secondi il mitico raggio verde.

60- ottanta anni fa il silenzio dell’isola

sono mai bastate, tirerete un sospiro

Splendide le catene di vulcani ormai

era rotto dall’eco dei mulini a vento

di sollievo. Non fraintendetemi.

spenti, tempestati di picchi rocciosi

che allora lavoravano a pieno regime

Anche Saint Kitts può riempire a

e spruzzati di verde smagliante,

e che producevano energia per le

meraviglia le giornate di chi vola fino

sono le scogliere di lava che si

distillerie. Il cigolio delle pale suona

ai Caraibi per sdraiarsi pigramente

tuffano nell’acqua celeste o i campi

ancora nella memoria di qualche

sulla sabbia di una spiaggia candida.

ondulati di canna da zucchero,

anziano abitante, pronto se volete,

La costa del sud ne ha da vendere e

dolcemente scompigliati dal soffio

a raccontarvi una storia di quel

quelle di South Friars’ Bay, Fregate

degli alisei. Alla canna da zucchero

passato recente. Se soggiornerete

Bay o Great Salt Pond sono spesso

è legata gran parte dell’economia

in una delle tante Great House,

deserte. A Saint Kitts ci sono

di Saint Kitts, ma anche la sua

le vecchie e aristocratiche tenute

sicuramente questo e altro. Campi

storia, il suo patrimonio culturale, i

coloniali che furono dimora dei

di canna da zucchero, villaggi di

paesaggi che fiancheggiano la sua

proprietari delle piantagioni e che

pescatori, picchi rocciosi: dove il

unica strada costiera e soprattutto

sono state trasformate in hotel di

tempo si è fermato in questa isola

le sue atmosfere. Saint Kitts fa parte

lusso, rivivrete con maggior forza le

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Il Sommelier n. 2 / 2014


Saint Kiss spiaggia di Nives

suggestioni del caribe scomparso.

canna. Eppure Saint Kitts non fu

abitanti, ho voluto dedicare un

Quella di Rawlins Plantation,

solo un’isola di contadini, anzi: per

giorno per la visita. Tra gli edifici

costruita a fine ‘800 sul versante

le sue bellezze naturali divenne

d’epoca prevale lo stile georgiano-

nordovest, che oggi è stata ampliata

con Nevis la residenza esotica

vittoriano, le decorazioni di legno a

con diversi cottage in stile, gestita

dell’aristocrazia coloniale inglese e

gingerbread, sia nelle case sia nelle

da due inglesi, che hanno raccolto

un suo villaggio, Old Road Town, fu

sedi governative, e i colori pastello

vecchie foto e disegni di quando si

designato a capitale delle colonie

usati senza parsimonia sulle facciate.

produceva dell’ottimo rhum agricolo,

britanniche dei Caraibi. Proprio a

L’unica concessione alla civetteria è

ricavato dal succo fresco di canna.

Nevis, Horatio Nelson conobbe

di recente costruzione e occupa la

Oggi i procedimenti di distillazione

Fanny Nisbet, bella e ricca vedova di

piazza centrale, detta - Circus -, è

si sono ovviamente modernizzati,

nobili origini che divenne sua moglie

l’azzurra torre dell’orologio Berkeley

ma nel periodo di raccolta della

nel 1787. Anche i francesi, prima

Memorial, che svetta tra i ciuffi delle

canna da zucchero, i mesi di luglio

che il trattato di Versailles attribuisse

palme e ricorda il 6 settembre del

e agosto, ho visto l’isola tornare ai

la colonia alla Corona Britannica,

1983, giorno dell’indipendenza.

suoi antichi riti rurali e ho sentito

fecero capolino a Saint Kitts e

All’ombra dell’orologio troverete

l’aria di mare mescolarsi con un

occuparono per qualche tempo

l’atelier Caribelle Batik, che vende

aromatico profumo di melassa.

parte della zona costiera, per questo

tessuti e indumenti stampati a

Il suo profumo vi accompagnerà

motivo incontrerete villaggi che

mano con la tecnica del batik,

ancora lungo la strada costiera,

conservano il nome francese, come

assai diffuso a Saint Kitts, come in

costeggiata a sua volta da una

l’attuale capitale Basseterre in stile

molte isole dei Caraibi. Le strade di

vecchia ferrovia a scartamento

inequivocabilmente Old England. A

Basseterre, che nel pomeriggio sono

ridotto, che servì al trasporta della

Basseterre, che oggi conta ventimila

arroventate e solitarie, si riempiono

Il Sommelier n. 2 / 2014

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Saint Kiss

di vita la mattina all’ora del mercato.

di Saint Kitts; non ci sono altre vie

di mare e di difendere l’isola dalle

Tra il profumo di zenzero e di noce

che collegano la costa sottovento

incursioni di pirateria. L’imponenza

moscata gli indigeni fanno piccoli

con quella sopravento, perché il

delle sue mura, costruite con

acquisti di spezie e di frutta, ma

centro dell’isola è occupato da

blocchi di pietra lavica, diede a

soprattutto s’incontrano. Sentirete

impenetrabili foreste pluviali e da una

Saint Kitts l’appellativo di “Gibilterra

in ogni angolo del mercato le

catena di montagne, di cui la più

dei Caraibi”. Brimstone Hill offre

chiacchere in dialetto creolo, un

alta, il cono vulcanico di Liamuiga,

la veduta più bella di Saint Kitts:

inglese reinterpretato che produce

arriva a 1156 metri. Una delle pietre

da una parte le nuvole vaporose

sonorità languide e musicali. Per

miliari di questa vecchia strada è

che avvolgono la cima cupa delle

lasciare la confusione alle spalle,

la fortezza di Brimstone Hill, eretta

montagne, dall’altra i frequenti

bisogna imboccare la strada che

dagli inglesi nel 1689 con lo scopo

arcobaleni, i cieli tersi e i pendii

sale verso nord e compie il periplo

di dominare un ampio specchio

coltivati. Il cammino prosegue verso

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Il Sommelier n. 2 / 2014


Saint Kiss suonatori di Steel

un lungo tratto di costa, con spiagge di sabbia nera e impervie scogliere di lava, nel tratto nordorientale, che è perennemente esposta al soffio degli alisei e alle onde dell’oceano, si gode uno spettacolo turbinoso, sicuramente agli antipodi rispetto alle panoramiche classiche dei Caraibi. La calma torna nelle anse che fronteggiano alcuni villaggi, per lo più di pescatori, come Sandy Point Town, dove la vita scorre nella solare indolenza consona a un’isola dei Tropici. Il volo frenetico e instancabile dei pellicani è uno degli spettacoli naturali più avvincenti e si può godere restando seduti in uno dei piccoli ristoranti in riva al mare: tetto in lamiera, tovaglia di plastica e pavimento di ciottoli e sabbia, una cornice perfetta. A tanta austerità corrisponde una cucina ricca e saporita, come quella di tutti i Caraibi, intensa come la natura e fantasiosa come la gente del luogo. La radio spande sempre a tutto volume nell’aria le note del merengue o del bequine, eseguite dalle steel band del luogo. Sono musiche nate con la canna da zucchero e suonate in passato nelle splendide piantagioni di Saint Kitts dagli schiavi, che cercavano un mezzo d’evasione e un sano antidoto alla fatica.

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®

di Lara Loreti con degustazione a cura di Karen Casagrande fotografie di Jimmy Pessina

®

FEDERAZIONE ITALIANA SOMMELIER ALBERGATORI RISTORATORI

La FISAR si llumina di rosa al Vinitaly 2014 Com’è affascinante guardare una donna che fa roteare il vino nel calice e lo degusta con passione. E che soddisfazione scoprire che è lei l’artefice di quel risultato. Che è lei la produttrice.

S

uccede sempre più spesso

Massimago di Mezzane di Sotto,

la ditta Planeta SS, che trae le

che dietro una grande

nel Veronese. Ma ecco la saggezza

sue radici da una storia secolare.

bottiglia ci sia una donna.

spumeggiante di Violante Gardini,

Senza dimenticare l'esperienza

Pane quotidiano per Fisarinrosa,

figlia d'arte di Donatella Cinelli

di Sara Vezza Saffirio, che ha

che alla passata edizione di Vinitaly

Colombini. Poi c'è il coraggio di

iniziato il suo lavoro a 17 anni,

ha voluto dare una lezione di

rompere schemi ancestrali, che

nell'azienda agricola Josetta Saffirio

femminilità vinicola al pubblico

vorrebbero solo uomini nel mondo

a Monteforte d'Alba (Cuneo). E

accorso a Verona. Ed ecco che

del vino, di Valentina Argiolas, prima

dulcis in fundo, l'eleganza di Daniela

una tavola rotonda sui “Grandi rossi

donna nell'omonima azienda di

Mastroberardino, con il suo Taurasi,

italiani...giovani produttrici” diventa

famiglia a Serdiana, in provincia di

vino dell'antichità, che produce a

l'occasione per esplorare più da

Cagliari. E che dire della forza di

Montefusco (Avellino) nell'azienda

vicino il mondo femminile che ruota

Francesca Planeta, rappresentata

vinicola Terredora. Sei manager del

intorno agli “archetti”.

dal suo braccio destro Lilli

vino, ospiti di un seminario moderato

Non c'è che da scegliere... C'è

Locascio: due donne in un territorio

da Gladys Torres Urday, giornalista

l'energia di Camilla Rossi Chauvenet,

segnato da forti tradizioni, quello

e rappresentante di Fisar in Rosa

dama indomita dell'azienda agricola

di Menfi (Agrigento) dove sorge

per il Nord Ovest, e coordinato da

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Il Sommelier n. 1 / 2014


Luisella Rubin, consigliere nazionale

vini in degustazione, ma la passione

sul serio: il territorio, le cantine, il

e responsabile di Fisar in Rosa.

con cui le produttrici raccontano il

campo... e così via.

All'analisi sensoriale dei sei vini,

loro lavoro e la loro voglia di fare,

E ho viaggiato in giro per il mondo

c'è un'altra giovane donna, Karen

di stupire, di lavorare fuori da binari

per farmi una cultura compiuta. E

Casagrande, sommelier Fisar

prestabiliti.

più viaggiavo più lievitava la mia

dell'anno.

Sfata il mito della figlia di papà,

passione per il Brunello”.

L'incontro viene introdotto dal

anzi di mamma' in questo caso, la

Da un entusiasmo del genere non

presidente nazionale Fisar, Mario

trentenne Violante Gardini: “Essere

che può che venir fuori un grande

Del Debbio: “È bello vedere il vino

la figlia di... non è facile. E io non

risultato.

che unisce l'Italia, anziché dividere.

ho mai voluto esserlo. Per questo

Ne è l'esempio Camilla Rossi

La Fisar vuole declinare il vino al

ho voluto studiare economia e

Chauvenet con il suo Amarone

femminile non per rappresentare

seguire la mia strada. I miei mi

anticonformista: “Io sono la prova

una minoranza, ma per esaltare

hanno sempre spronato in questo.

che si può creare un'azienda da

un'eccellenza in assoluto e non

Ma quando nel mio percorso ho

zero e che il vino non è solo un

rispetto a un genere”. E come dargli

incontrato il vino, è nato l'amore.

family business. Sono 10 anni che

torto. Ad eccellere non sono solo i

E allora mi sono messa a studiare

ho la mia azienda, nata intorno a un

15

Il Sommelier n. 1 / 2014


campo ereditato, che però nessuno

mio nonno, che aveva ereditato tre

manager. Le difficoltà delle donne

coltivava da anni. Il mio Amarone?

ettari di vigneto dal padre. Grande

ad affermarsi nel mondo ancora

È giovane e innovativo, non seduto,

viaggiatore e uomo d'avanguardia,

prevalentemente maschile del vino

opulento e inabbinabile. Possono

mio nonno tra gli anni 70 e 80 lascia

emergono anche nelle parole di Lilli

berlo anche i ventenni che, non lo

spazio a mio padre e mio zio che

Locascio: “Quando ti trovi a cena

dimentichiamo, sono i nostri clienti

sviluppano le sue idee: creare un

con 40 uomini che si aspettano di

del futuro”.

vino che, soprattutto all'estero,

sapere le cose da te, non è facile.

E a proposito di novità, ha vinto la

sappia raccontare il nostro territorio.

È vero però che le donne non solo

sua sfida con le tradizioni “azzurre”

L'azienda cresce e poi arrivo io, la

hanno una maggiore inclinazione

di famiglia Valentina Argiolas,

prima donna. Vi posso dire che mio

alla degustazione, ma hanno anche

che a Vinitaly ha proposto il suo

nonno, pur avendo fiducia in me,

una marcia in più in come vivono

Turriga: “La mia azienda è alla terza

non ha avuto pace finché io non ho

l'azienda quotidianamente.

generazione. È nata nel 1938 con

avuto un figlio maschio”, ironizza la

In un contesto come quello della

16

Il Sommelier n. 2 / 2014


Sicilia essere donne può fare la

ed è anche per questo che credo

differenza”. Provare per credere:

nella sostenibilità”. Sara aspetta un

basta assaggiare il Nero D'avola

bambino: come concilia la sua vita

100% Santa Cecilia 2009 firmato

di mamma con il lavoro? “Non c'è

Planeta, azienda che produce 22 vini

sacrificio nel far crescere i figli”. E

da 6 zone diverse dell'isola. Impegno e sacrifici per affermarsi nel business di famiglia anche per Sara Vezza Saffirio: “Vengo da una tradizione contadina di 4 generazioni, e sento forte il legame con la terra. Mia mamma è stata una pioniera perché alla sua epoca

perché non brindare al nascituro con il suo Barolo 2008, elegante e robusto grazie alle viti che hanno oltre 50 anni? Ma a proposito di vini dell'antichità, l'esempio più rappresentativo è il Taurasi di Daniela Mastroberardino: “Abbiamo

era duro lavorare nel vino per una

200 ettari di vigne consacrate alle

donna. Lo è in parte anche ora, ma

varietà dell'antica Roma. Del resto

voglio esprimere gratitudine verso

le ville romane erano tenute agricole

chi ha creduto in me. Ora voglio

e la Campania è terra del vino da

dare ai miei figli la stesa possibilità,

sempre”. E allora, prosit!

Il Sommelier n. 2 / 2014

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Le degustazioni dei vini

di Karen Casagrande

Un viaggio sensoriale denso di emozioni. Una degustazione di vini dai nomi altisonanti, da cui ci aspettavamo una grande espressività del territorio d’origine. Sei calici che non ci hanno deluso, anzi, hanno saputo

rappresentare degnamente la loro fama, ma ciascuno con una nota distintiva, l’impronta esclusiva della sua autrice. Donne di grande personalità e cultura, segnate da un forte legame con la terra, appassionate nella loro voglia di trasmettere la conoscenza delle tradizioni locali, ma soprattutto il loro modo di riproporle in modo originale attraverso i loro vini. E in un certo senso sono questi stessi vini che ci trasmettono gioventù, potenzialità espressiva, essenzialità e carattere. Sono ancora come dei bambini che aspettano di sbocciare. E come i bambini hanno sempre qualcosa di nuovo da raccontare.

SANTA CECILIA, NERO D’AVOLA DOC NOTO, 2009 AZIENDE AGRICOLE PLANETA: fervore e giovinezza Iniziamo il nostro viaggio all’estremo Sud, tutto il calore e l’abbraccio della Sicilia. Un giovane virgulto nasce dalle bacche di Nero d’Avola: il suo rubino carico ci anticipa gli intensi profumi di frutta matura, confetture di amarena speziate di tabacco e liquerizia, mentre le note di cuoio si accennano sullo sfondo, con una zaffata di mineralità isolana. Un quadro estivo, di sentori che corrono agili come le note gustative al palato; ampio e fresco, stupisce la sua gioventù, che non toglie ma supporta la grande rotondità di questo vino. Un tannino leggiadro si stempera senza essere invadente, e lascia sul finale la sua impronta inconfondibile: la forza sicula, l’energia del sole, e quei profumi che incantano e innamorano.

TURRIGA, IGT ISOLA DEI NURAGHI, 2009 AZIENDA VITIVINICOLA ARGIOLAS: irruenza e mistero

Karen Casagrande

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Il Sommelier n. 2 / 2014

La nostra nave salpa alla volta di un’altra isola: la Sardegna. Un calice d’un rubino intenso sembra nascondere un segreto del suo luogo d’origine. Riflessi purpurei, profumi primordiali, la macchia mediterranea, di piccoli arbusti ed erbe aromatiche, ci trasportano d’incanto in un’altra dimensione. Mirto e ginepro s’impongono prepotenti, ma presto lasciano spazio ai piccoli frutti, timide bacche estratte dal sangue del Cannonau. Un’atmosfera mistica, dove si respirano il tabacco fresco e il profumo del suolo sardo. Terra


che dà vita, terra che si mastica al palato, mentre il vino si amplia caldo e morbido, un tannino gentile, e le spezie che ritornano ad inebriare i sensi, con una piacevole persistenza dopo il primo sorso. Sapore di terra e di mare, un matrimonio che si nasconde in un vino e si rigenera nella sua longevità.

BRUNELLO DI MONTALCINO DO CG, 2008 AzIENDA AgrICOLA CASATO PRIME DONNE: rustico ed essenziale Approdiamo in Toscana, dal Principe in persona, la sua nobiltà fin dai primi passi. Un colore che come vuole la tradizione non è impenetrabile, quasi volesse farsi scoprire giovane e immaturo, lasciando che sia il tempo ad affinare la sua educazione. Sentori di bosco, di viola e di spezie dolci, chiodi di garofano e cannella. All’improvviso un respiro profondo, empireumatico, riempie i polmoni di liquerizia e di sentori balsamici. In bocca è intenso e pieno, un’acidità incisiva gli dona freschezza, mentre il tannino, con maestria, si fa strada progressivo e continuo, lasciando sul palato la chiara impronta del suo passaggio. Una giovane produttrice per un giovane pupillo… un vino da accudire e da scoprire nel lungo percorso di crescita che il suo carattere promette.

BAROLO 1948 DOCG RISERVA, 2008 AZIENDA AGRICOLA JOSETTA SAFFIRIO: materno ed avvolgente Le colline piemontesi ci accolgono, in un prezioso connubio di presente

e passato. Rubino scarico, quasi granato, una goccia preziosa di Nebbiolo che nasce da viti antiche, la speranza nuova del secondo dopoguerra. Un’esplosione di amarena e fragola avvolge i sensi, un aroma che trasuda dolcezza, ma anche semplicità. Al frutto si aggiungono timide le note della nocciola e del cacao, di un tabacco fresco e della cannella, una cornice regale di sentori tostati. In bocca entra in punta di piedi, elegante e sontuoso, di grande morbidezza ed equilibrio. Alcolicità e acidità giocano tra loro, mentre il tannino persiste con sapienza, come un manto di velluto. Una magnifica espressione di passione giovanile e tradizione. Un sapore antico e un’esperienza sempre nuova, eterno e meraviglioso, questo ricordo di maternità.

freschezza, dove l’alcolicità e il tannino si mescolano senza spigoli. Un insieme liquido di tradizione, colore e passionalità, che vuole manifestarsi ad ogni sorso.

AMARONE DELLA VALPOLICELLA DOCG, 2010 MASSIMAGO: respiro e profondità Quando gli ultimi saranno i primi, questi chiuderanno le danze. La Valpolicella ci attende con una seducente rarità, il più giovane tra i vini, ma così denso di emozioni da non lasciar dubbio: l’ultimo respiro si chiamerà Amarone! Un rubino profondo evoca la dolcezza della ciliegia e dell’amarena, ma subito il pensiero si fa trasportare in un giardino dai profumi suadenti, il

FATICA CONTADINA, TAURASI DOCG, 2007 AZIENDA VINICOLA TERREDORA: espressivo ed elegante In un luogo raccolto tra la collina e il mare, nasce questo Signore campano, un liquido d’un rubino intenso, denso di storia e di cultura. L’Aglianico raccoglie vorace la mineralità del terreno, un’effusione di pietra focaia che circonda un ventaglio di emozioni. Speziato e balsamico, pepe verde e tabacco, s’intrecciano al frutto maturo, una prugna polposa che anche in bocca si lascia gustare. Intrigante fusione dei profumi dell’uva e dei sentori evoluti dal vino, quell’accenno di cuoio tipicamente suo. Corposo e ricco di sensazioni al palato, un’espressione di grande

mistero di un bouquè indefinito ed intrigante: rosa e viola, viola ciocca e giacinto, intensi e penetranti, arricchiti con gentilezza dalle note di cacao e di thè nero. Un boisè dolce, a cui non mancano spunti soffusi di spezie e di mentuccia. Caldo ed esplosivo al palato, la nota alcolica si impregna dei profumi che al naso si perdevano, pepe e noce moscata, mentre il liquido si scioglie in bocca come il cioccolato amaro che nasconde un frutto prezioso. Un carattere unico, che con un solo assaggio sa far parlare di sé; l’energia di una donna che sa quello che vuole, che trae forza dalla tradizione per riproporla con novità e freschezza. Un vino da bere, gustare e meditare. Il Sommelier n. 2 / 2014

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post Vinitaly

Vinitaly 2014 di Gladys Torres Urday Fonte: Ufficio Stampa Veronafiere

proficuo per espositori e buyer esteri Soddisfatti della qualità della manifestazione e degli incontri business.

A

Vinitaly Buyer’s Lounge, la

International, con i suoi delegati in

l’altra novità di questa edizione di

nuova area dedicata ai

oltre 60 Paesi e con l’Ice e con il

Vinitaly. «Un successo straordinario

contatti di affari di Vinitaly, è

Ministero dello sviluppo economico;

– ha affermato Paolo Carnemolla,

stato organizzato un fitto calendario

quest’ultimo ha permesso la

presidente di FederBio – che

di matching commerciale tra

partecipazione di buyer da Australia

testimonia anzitutto la validità di una

selezionati operatori esteri e cantine

ed Hong Kong.

scelta che ha puntato sulla

all’interno dell’area Taste&Buy e

Complessivamente l’attività di

certificazione come elemento

continuo è stato l’afflusso

incoming ha potenziato la presenza

distintivo e di trasparenza. Presenti

all’Enoteca realizzata con i vini

di operatori del trade da Svizzera,

durante tutta la durata della

appositamente pensati per i mercati

Germania, Gran Bretagna, Francia,

manifestazione numerosi operatori e

internazionali e messi in

Spagna, Paesi Balcanici, Romania,

buyer, sia italiani che esteri. Le

degustazione dalle cantine che

Bulgaria, Polonia, Belgio, Olanda,

numerose richieste di adesione per

hanno aderito agli appuntamenti

Lussemburgo, Ucraina, Russia,

la prossima edizione danno anche la

b2b. Organizzati da Vinitaly anche gli

Paesi Baltici, Kurdistan, Paesi

misura del valore della

appuntamenti business per conto di

Scandinavi, Ungheria, Portogallo,

collaborazione fra FederBio e

alcune collettive, tra cui Regione

Repubblica Ceca, India, USA,

Veronafiere nello sviluppo di un

Veneto e Sicilia.

Canada, Paesi ASEAN, Corea,

progetto che certamente ha grandi

Vinitaly Buerys’ Lounge è

Giappone, Cina, Sud Africa, Israele,

potenzialità».

un’iniziativa nata dal potenziamento

Camerun, Paesi area Mediterranea,

Grande affluenza nel nuovo

dell’incoming realizzato da

Centro e Sud America e Australia.

padiglione Vininternational, dedicato

Veronafiere in collaborazione Vinitaly

Successo anche per Vinitalybio,

agli espositori esteri. L’interesse per i

20

Il Sommelier n. 2 / 2014


vini degli altri Paesi produttori si è

Positiva la presenza del ministro per

italiano e speriamo che sia l’inizio

evidenziato anche con il “tutto

tutto il periodo della manifestazione

della ripresa del mercato interno».

esaurito” delle degustazioni

così come la partecipazione del

«Tanta Italia di ottima qualità e molto

organizzate dalle aziende presenti.

premier, che è stata un’iniezione di

estero, anche tedeschi» per Chiara

La soddisfazione per i risultati della

entusiasmo, perché significa che il

Lungarotti, ma anche per Luisa

48a edizione di Vinitaly si può

Governo ha posto la propria

Marinoni, responsabile ufficio

leggere nelle dichiarazioni rilasciate

attenzione sul settore».

marketing Italia di Cavit, questa

da alcune importanti cantine

Jacopo Biondi Santi, vincitore del

edizione di Vinitaly si è caratterizzata

espositrici e buyer esteri.

Premio Internazionale Vinitaly 2014

con «un numero di buyer esteri

per la sezione Italia e titolare

maggiore rispetto agli altri anni».

Dichiarazioni espositori

dell’omonima azienda: «Per noi è

Per Marta Gaspari, responsabile

Per Francesco Zonin, vice

andata benissimo. Abbiamo visto

marketing di Donnafugata, «le

presidente di Casa Vinicola Zonin è

tutti gli importatori, con una buona

presenze estere sono buone e la

stato un Vinitaly decisamente

presenza dalla Cina al Brasile, dal

manifestazione è andata bene.

positivo: «Molto buona l’affluenza

Canada agli Stati Uniti. Anche sul

Vinitaly si conferma una rassegna

italiana, di livello, costante su tutti i

piano dell’affluenza è stato un

molto importante, anche rispetto ad

giorni. Bene pure OperaWine, più

Vinitaly da record. Abbiamo avuto

altre».

interessante degli anni passati. È

afflusso continuo allo stand,

Per Enrico Viglierchio, direttore

stato coinvolgente anche il clima,

nonostante avessimo quadruplicato

generale di Castello Banfi: «È stata

che ci ha fatto uscire da quattro

gli spazi. Si è trattato di visitatori

un’ottima fiera, sia per il mercato

giorni intensi con grande ottimismo.

qualificatissimi, anche sul piano

nazionale, con una presenza di Il Sommelier n. 2 / 2014

21


operatori sempre più qualificati, sia

state recepite in maniera

«Rispetto allo scorso anno c’è stata

per l’estero, con buyer dagli Stati

entusiastica. Un bilancio più che

una affluenza molto superiore e

Uniti e da tutti quei mercati che

positivo, anche per effetto di un

anche la qualità dei contatti è stata

guardano con interesse al vino

mercato che ho visto vivace».

interessante, con operatori inglesi,

italiano. Estremamente positivo

Per Michele Bernetti, titolare di

olandesi, americani, giapponesi –

l’entusiasmo che si è respirato a

Umani Ronchi, «Vinitaly si conferma

dice Doriano Marchetti, presidente

questo Vinitaly».

una manifestazione di livello, con un

Terre dei Cortesi Moncaro – e si

«Crediamo molto in Vinitaly, per noi

numero interessante di contatti

notano una maggiore positività e un

momento topico dell’anno,

stranieri, dall’Australia alla Svizzera:

interesse crescente da parte dei

esattamente come la vendemmia e

fondamentale per noi, che

consumatori».

l’assemblea dei soci – ha detto

esportiamo il 75% della produzione».

Per Anselmo Guerrieri Gonzaga,

Fabio Maccari, direttore generale

Ivo Basile, direttore della

Tenuta San Leonardo: «La

Gruppo Mezzacorona –. Quest’anno

comunicazione di Tasca d’Almerita,

manifestazione è andata molto bene

abbiamo deciso di rinnovare

esprime un «ringraziamento a

e grazie a Vinitaly in quattro giorni si

totalmente lo stand ed è stato un

Veronafiere per il supporto sul piano

riesce a fare il giro del mondo, un

successo di visitatori italiani ed

logistico, che conferma la grande

valore aggiunto per chi esporta il

esteri. Abbiamo presentato due

attenzione verso gli operatori per il

50% della produzione come noi.

nuovo prodotti e le proposte sono

buon esito della manifestazione».

Sono aumentati gli operatori

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Il Sommelier n. 2 / 2014


nuovo International Buyers’ Lounge,

regioni più famose che già amo. I

ha chiuso accordi con due nuovi

tasting che ho seguito hanno

contatti: «A New York ma anche in

davvero aperto la mia mente al

altre città i consumatori stanno

concetto di qualità. Venire a Vinitaly

scoprendo e iniziano a guardare

è stata per me una grande

oltre al Pinot Grigio e al Chianti. Io

opportunità».

cerco cantine familiari, biologiche,

La grande varietà di territori e vini

sostenibili e di tutti i prezzi, fino al

italiani è stata una scoperta anche

top». Per la canadese Barbara Philip,

per Esther Lee, executive director di

unica Master of Wine donna del

Amber Wines, aziende distributrice

Paese e portfolio manager per la

con base ad Hong Kong: «Ho

distribuzione e responsabile per le

trovato molta più diversità di quanto

selezioni di vino europei del British Columbia Liquor Branch - Bcldb (con un volume di affari di un milione di dollari), già a Vinitaly nel 2012, il Salone veronese «è un momento importante per conoscere piccoli produttori e per partecipare ai seminari organizzati da Vinitaly, perché è importante imparare e capire i prodotti». Tornerà nei prossimi anni. Yvonne Cheung, sommelier di Upper House di Hong Kong ha messo l’accento sulla varietà dei vini italiani: «C’è così tanto vino qui a Vinitaly che mi piacerebbe

mi immaginavo. Una volta eravamo orientati sulle regioni vinicole più importanti d’Italia, ma ora sappiamo molto di più delle regioni meridionali della penisola». Tra i nuovi mercati di consumo potrebbe essere anche annoverata la Spagna, dove la cultura del vino è radicata ma dove i vini italiani non sono ancora molto conosciuti nella loro grande varietà. Due importatori presenti durante i giorni di manifestazione, Pyrénées (holding da un miliardo di euro con circa 15-20 milioni di vino, attivo nella grande distribuzione di alta

professionali». Soddisfazione anche

poter rimanere un mese intero. Ho

a Vivit, con Federico Pignati,

trovato molti vini di tutti i tipi e di

presidente del consorzio Terroir

tante regioni; esplorare è stato

Marche e fra i soci di Aurora: «È

fantastico». Di Hong Kong anche

stata la nostra prima volta a Vinitaly

James Elliot Faber, sommelier al

ed è stata una grande sorpresa per

Yardbin/Ronin, che «cercherà di

noi. È stato un vero boom per

essere a Vinitaly ad ogni opportunità,

interesse, affluenza, contatti,

perché ci sono ancora molti vini da

visitatori italiani ed esteri, con una

conoscere e a cui dare visibilità».

grande affluenza di buyer da

Il grande interesse del mercato di

Nordamerica, Germania, Danimarca,

Hong Kong per i vini italiani è

quantità dei contatti. La preferenza

Olanda e Nord Europa».

testimoniata anche da Christian

va verso i piccoli produttori che

Pillsbury, managing director di

fanno qualità e per il rapporto più

Dichiarazioni buyer esteri

Applied Wines: «Conosco

amicale che si può instaurare».

Brad Jensen, fondatore

abbastanza bene i vini più noti a

Piccoli produttori, ma anche grandi,

dell’americana Bon Vivant con un

livello internazionale, non vedevo

invece, per Albert Sabì di Pyréenés,

giro di affari di 2 milioni di dollari e

invece l’ora di scoprire nuove regioni

che auspica attività di promozione

vendite in molti Stati degli Usa,

come Sardegna, Umbria , Calabria,

del vino italiano in Spagna, rivolte al

intervistato durante una delle

Emilia-Romagna e di conoscere

consumatore finale, per migliorarne

degustazioni di Taste & Buy,

meglio questi vini. Non mi aspettavo

la conoscenza e creare una

l’iniziativa di Vinitaly all’interno del

però di scoprire cose nuove delle

domanda.

gamma) e Good&Quality (specializzata in consumi gourmet con circa 1 milione di euro di fatturato in prodotti vinicoli), hanno definito Vinitaly «impressionante» per tutto quello che offre. Per Rafael Buerba Moreno di Food&Quality, a Vinitaly anche nel 2013, «quest’anno c’è ancora maggiore qualità e

Il Sommelier n. 2 / 2014

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da Ufficio Stampa Nazionale FISAR

21째 Concorso Enologico Internazionale

Vinitaly 2014 con la FISAR protagonista Quasi 3.000 i vini valutati da 21 commissioni. La FISAR presente con i propri sommelier a uno dei pi첫 importanti concorsi del mondo!

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Il Sommelier n. 2 / 2014

post Vinitaly


C

on 73 medaglie assegnate il il 21° Concorso Enologico Internazionale di Vinitaly svoltosi alla Fiera di Verona dal 27 al 31 marzo, si conferma così tra le competizioni più selettive e autorevoli al mondo. A conquistare il massimo riconoscimento del 21° Concorso Enologico Internazionale con il Premio Gran Vinitaly 2014, la Cavit S.C. di Trento che ha ottenuto il maggior punteggio con due medaglie conseguite in gruppi diversi. Vini tranquilli, vini frizzanti e vini spumanti sono le tre categorie di classificazione dei campioni arrivati da 30 Paesi, anonimizzati prima della competizione, e sottoposti al vaglio delle 21 commissioni di valutazione, presiedute da Giuseppe Martelli, Direttore generale di Assoenologi e presidente del Comitato nazionale Vini del Ministero dell’agricoltura. 15 le sessioni di lavoro per oltre 40 ore complessive di esaminazione che ha debuttato in formato digitale; una novità assoluta ed un importante investimento tecnologico voluti da Veronafiere e da Assoenologi che non trovano riscontro in altre grandi analoghe competizioni internazionali. Per Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere «la competizione rappresenta per le aziende che vi partecipano una importante leva per il marketing, non solo per le vincitrici di medaglie, meno del 3% sul totale dei campioni in assaggio, ma anche per quelle che hanno ottenuto la Gran Menzione. La prossimità di data del Concorso al Vinitaly favorisce, inoltre, la conoscenSono stati assegnati complessivamente: 715 diplomi di “Gran Menzione”, 17 Gran Medaglie d’Oro, za dei vini premiati da parte degli operatori profes16 Medaglie d’Oro, 18 Medaglie d’Argento, 22 Medaglie di Bronzo. sionali provenienti da oltre 120 Paesi che saranno presenti alla manifestazione». I vini premiati dal 21° Il Premio speciale “Gran Vinitaly 2014”: Concorso Enologico potranno fregiarsi di una speCavit S.C. - Trento, che ha ottenuto il maggior punteggio in ciale etichetta identificativa. Il Concorso Enologico base a due medaglie conseguite in gruppi diversi. Internazionale è organizzato da Veronafiere con il patrocinio della Commissione dell’Agricoltura Il premio speciale “Vinitaly Nazione 2014”, e dello Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, attribuito al produttore di ogni Paese che ha ottenuto il maggior dell’Union Internationale des Oenologues, nonpunteggio calcolato dalla somma delle valutazioni riferite ai migliori tre vini insigniti del diploma di “Gran Menzione”, è stato attribuito ché dei Ministeri delle Politiche agricole alimentaalle seguenti aziende: ri e forestali e dello Sviluppo Economico. Il serDivino Nordheim Thüngersheim EG vizio dei vini è stato affidato ai sommelier della Nordheim-Bayern (Germania) FISAR capitanati da Delegato di Treviso Roberto Cantine Due Palme Soc. Coop. Agricola Donadini. Sono stato impiegati in questa imCellino San Marco (BR) (Italia) portantissima kermesse i seguenti sommelier: Murfatlar Romania S.A. Emanuela Ala, Luigi Amente, Matteo Baldissin, Murfatlar (Romania) Alessandro Barbieri, Enrico Benetti, Mauro Biondi, Mirco Bonomi, Karen Casagrande, Il Premio speciale “Denominazione di Origine 2014”, assegnato al vino di ogni denominazione di origine italiana che in Patrizia Cavion, Massimo Da Rotta, Luciana assoluto ha conseguito il miglior punteggio (a condizione che per Dal Cin, Nerella Damo, Mirco De Luca, ogni denominazione di origine abbiano partecipato almeno 40 Ruggero De Rizzo, Alberto Dotta, Umberto campioni), è stato attribuito a: Galli, Luigi Giabardo, Anna Gobbi, Franco Amarone della Valpolicella Doc Jurassich, Antonio Mantello, Paolo Mariani, “Campo dei Gigli” 2008, Società Agricola Tenuta Sant’Antonio - Colognola ai Colli (VR) Lorella Menegolli, Flavio Moretto, Cristina Gutturnio Doc Riserva “Duca di Ferro Nordio, Cristina Palatron, Mauro Pedron, Mont’Arquato” 2010, Casabella - Ziano Piacentino (PC) Lyubov Pernerowska, Massimo Piacentin, Gianluca Pin, Alberta Polo, Marco Re, Montepulciano d’Abruzzo Dop “Murelle” 2012 , Cantina Miglianico Soc. Coop. Agr. - Miglianico (CH) Chiata Ronchiato, Claudio Rossi, Giorgio Prosecco Doc Treviso Frizzante 2013, Sbardella, Giacomo Scarsi, Matteo Scianni, Antonio Facchin & Figli S.S. Soc. Agr. - San Polo di Piave (TV) Michela Taffarel, Gianfranco Tartaglia, Trentino Doc Vino Santo “Arèle” 2000, Gianfranco tartaglia, Silvano Tosi, Katia Cavit S.C. - Trento Vergani e Monia Zanette. Valdobbiadene Prosecco Docg Superiore Come sempre i nostri sommelier si sono Spumante Dry “Paradiso” 2013, distinti per eleganza, professionalità e Cà Salina di Bortolin Gregorio - Valdobbiadene (TV) disponibilità portando i nostri colori associativi nel gotha dei concorsi internaLa classifica completa 2014 è disponibile sul sito del Vinitaly. zionali. Il Sommelier n.

RISULTATI DEL 21° CONCORSO ENOLOGICO INTERNAZIONALE


La FISAR al Vinitaly 2014

foto a cura di jimmy pessina

Convegno Quote Rosa in Magis condotto da Lara Loreti

Convegno sulla sotenibilita con Attilio Scienza e Domenico Zonin

Francesa e Lavinia pronte ad accogliere i visitatori

I Sommelier dello stand FISAR Riccardo Guerrazzi, Giorgio Iannunzio e Maurizio Naldi con il Presidente Del Debbio

Karin Meriot ambasciatrice del Concours Mondial de Bruxelles

il Sommelier dell’anno Francesco Villa

l’on. Luca Sani Presidente Commissione Agricoltura


foto a cura di jimmy pessina

Il Sindaco di Verona Flavio Tosi

La FISAR al Vinitaly 2014

Davide Cecio presenta il Consorzio Terre di Leonardo e Boccaccio

Foto di Gruppo con i partner FISAR Pulltex, Ingenia, BEA

Il direttore del Tg2 Marcello Masi in visita al nostro stand

Karen Casagrande Fisar Ambassador

Masterchef all’opera!

Al centro il Prof. Attilio Scienza

Tiziana Stefanelli Sommelier onoraria FISAR pronta per preparare i finger food


di Attilio Scienza

La sostenibilità nel mondo viticolo ed enologico Laureato in Scienze Agrarie presso la Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza è Professore associato di Fitormoni e fitoregolatori in arboricoltura e Professore ordinario di Viticoltura presso l’Università degli Studi di Milano.

L

a sostenibilità è un argomento centrale nel mondo viticolo ed enologico, ma dare una definizione univoca di tale concetto può a volte essere difficile, dal momento che i sistemi agricoli sono complessi e caratterizzati da differenti gradi di dinamismo, e coinvolgono spesso visioni e approcci fondamentalmente differenti in funzione di obiettivi e valori in campo. In ogni caso, l’agricoltura, nel caso specifico, la viticoltura attuali portano con loro una serie

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di problemi legati ad insicurezze economiche date dal momento storico in cui ci troviamo, necessità ecologiche, di ovvia natura, e fabbisogni sociali che richiedono interventi mirati e tempestivi. Partendo da ciò, la definizione di viticoltura sostenibile non può prescindere da una accezione pratica che trovi riscontri applicativi nelle realtà

produttive. Lo stesso OIV ha cercato di fornire una definizione pragmatica, nella quale si parla di un “approccio globale su scala dei sistemi di produzione e trasformazione delle uve, associando contemporaneamente: la perennità economica delle strutture e dei territori, l’ottenimento di prodotti di qualità, la presa in considerazione delle esigenze di una viticoltura di precisione, dei rischi legati all’ambiente, alla sicurezza dei prodotti e alla salute dei consumatori e la valorizzazione degli aspetti patrimoniali, storici, culturali, ecologici e paesaggistici”.


Accanto alla definizione dell’OIV si possono trovare concetti analoghi anche in quelle di viticolture d’oltreoceano, quali quella californiana e neozelandese, nelle quali i tre punti cardine su cui fondare una viticoltura sostenibile sono la salvaguardia ambientale, la responsabilità sociale e la fattibilità economica; questi requisiti, che divengono anche il fine ultimo di una viticoltura responsabile e sostenibile, conducono ad un modello di gestione da cui derivano benefici diretti ed indiretti, non solo per il viticultore in se ma anche per la società in cui esso si inserisce: un esempio molto pratico è la definizione di sostenibilità sociale, cioè tutto ciò che permette di costruire un ambiente sano e sicuro per le persone che lavorano e vivono all’interno o nelle vicinanze di tale ambiente.

Attilio Scienza

Il Sommelier n. 2 / 2014

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Salvaguardare le risorse ambientali, in

contemporaneamente consumatori,

condivide con l’enologo gli obiettivi e

modo da donare alle generazioni future

operatori ed ambiente: per far ciò

i tempi di vendemmia; si preoccupa

una realtà che non sia depauperata ma

bisogna «interpretare» l’annata e le

di mantenere le uve sane e di portarle

sia il risultato di continui miglioramenti,

condizioni ambientali e non procedere

alla giusta maturazione in una logica di

è un altro concetto chiave presente

applicando sempre e comunque una

riduzione degli input esterni: l’approccio

in quasi tutte le visioni di sostenibilità

«ricetta» predefinita.

maggiormente calzante per tale modo

nel mondo agricolo. In ultima,

Non è possibile, ad esempio, pensare a

di operare è basato sulle tecniche di

ma non meno importante, vi è la

pratiche agronomiche che non prendano

viticoltura di precisione, sulla definizione

connotazione economica: non bisogna

in considerazioni le differenti realtà

di buone pratiche agronomiche e linee

mai dimenticare che la viticoltura è e

produttive, gli ambienti ed i climi e che,

guida per la gestione degli agrofarmaci e

sarà una produzione finalizzata ad un

quindi, non pongano al centro dell’intero

delle avversità della vite.

opportunità di guadagno, per cui un

processo il vigneto stesso, inteso come

Adottare pratiche di viticoltura di

approccio sostenibile alla coltivazione

ecosistema complesso dato dall’unione

precisione significa intervenire solamente

non deve affatto compromettere quantità

di fattori naturali e di apporti antropici. In

dove e quando serve, in misura

e qualità delle produzioni e quindi il loro

tale logica, è necessario comprendere

appropriata, senza sprechi e senza

valore economico.

la centralità della figura dell’agronomo

eccessi. Basare una gestione sostenibile

Da tali presupposti, emerge chiaramente

nella gestione sostenibile del vigneto. È

su un tale presupposto implica una

una necessità, cioè quella di operare in

l’unico interprete di queste condizioni,

serie di risvolti lungo l’intero processo

vigneto per ottenere una buona e sana

è colui che, in azienda, prende le

di gestione agronomica del vigneto.

produzione alla vendemmia, rispettando

decisioni relative alle scelte colturali,

Ove possibile gli interventi vengono

30

Il Sommelier n. 2 / 2014


calibrati sulle porzioni di vigneto che

sostenibilità Magis, un insieme di linee

riscaldamento, oltre a favorire

ne hanno effettivo bisogno: non si

guida, in continuo aggiornamento, che

l’infiltrazione dell’acqua riducendone il

effettua, ad esempio, un trattamento per

riguardano l’intero processo produttivo,

ristagno superficiale. Tra gli altri benefici:

migliorare la fertilità sull’intero terreno

partendo dalla gestione agronomica fino

la protezione dall’erosione, un’attività

ma solo dove necessario, con una

ad arrivare alla qualità e la sicurezza delle

biologica più intensa tutelando la

conseguente riduzione dei quantitativi

uve e del vino.

di principi attivi utilizzati. La vendemmia,

Anche la regolamentazione delle pratiche

biodiversità, con conseguente beneficio

d’altro canto può avvenire con tempi

agronomiche deve seguire un’ottica

di raccolta diversi, in base al grado di

di tutela dell’ecosistema vigneto e

maturazione delle uve e agli andamenti

della biodiversità che lo caratterizza,

meteorologici per prevenire situazioni di

valutando caso per caso la scelta

marciume, o può essere concepita come

migliore. Per la gestione del suolo, ad

vendemmia differenziata, ossia raccolta

esempio, il protocollo stabilisce una serie

separata delle uve a differente potenziale

di linee guida relative all’inerbimento,

enologico. Analoghe logiche si possono

ossia alla crescita di manto erboso tra i

applicare alla potatura, alla distribuzione

filari. Tale pratica consente di preservare

degli agrofarmaci e a tutte le altre fasi di

il suolo perché determina una maggiore

gestione agronomica del vigneto.

resistenza al calpestamento causato

suggerire tecniche di lavorazione del

Questi principi sono quelli che

dalle macchine, un minor rischio di

terreno capaci di conservare la risorsa

contraddistinguono il protocollo di

esposizione a gelate e all’eccessivo

idrica e sistemi irrigui per un’efficiente

per la fertilità e lo sviluppo di radici assorbenti in superficie, che evitano l’interramento di concimi e favoriscono la mobilità degli elementi senza necessità di una lavorazione del terreno in profondità. Magis indica anche linee guida per una corretta modalità di gestione dell’irrigazione, al fine di evitare eccessivi stress idrici e di consentire una adeguata idratazione del suolo, oltre a

distribuzione e una conseguente economia nell’uso dell’acqua. Il protocollo annovera al suo interno modalità di gestione integrata delle malattie della vite che si traducono in azioni concrete di tutela ambientale e regolamenta l’utilizzo responsabile degli agrofarmaci con indicazioni relative a tutte le fasi di trasporto, stoccaggio, preparazione delle miscele, esecuzione dei trattamenti e operazioni finali di lavaggio e smaltimento. Prevede, inoltre, un elenco predefinito e limitato di principi attivi, selezionati tra quelli a minor impatto ambientale, che è consigliabile utilizzare. Magis vuole mettere al centro il vigneto e valorizzare il lavoro dell’agronomo, mantenendolo aggiornato sulle innovazioni disponibili in una rete tra le aziende e le istituzioni scientifiche, supportandolo nello sviluppo delle normative in materia italiane ed Europee che entreranno in vigore già da quest’anno. In questo modo la bottiglia di vino diventa il testimone certificato di un percorso dal campo al bicchiere con un’attenzione particolare nei confronti del consumatore, quell’attenzione che ogni uomo metterebbe per lasciare ai propri figli un mondo migliore.

Il Sommelier n. 2 / 2014

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Degustando a cura della Redazione Centrale

CONTIENE SOLFITI - CONTAINS SULPHITES - ENTHÄLT SULFITE - CONTIENT SULFI

TES

13,5% Vol

10500

Speciale Magis

www.arcipelagomuratori.it

CONTIENE SOLFITI - CONTAINS SULPHITES - ENTHÄLT SULFITE - CONTIENT SULFI TES

Barrocchio 2011 Sangiovese Toscana IGT

13,5% Vol

Tenuta Rubbia al Colle l’Arcipelago Muratori

L’Arcipelago Muratori è vitivinicoltura della diversità, della simbiosi e del sapere avere cura; è desiderio di essere territorio, rispettando l’ambiente. 170 ettari di vigna in 4 territori vitivinicoli italiani, dalla Lombardia alla Toscana, alla Campania, in cui lavorare per fare non solo vini DI territorio ma anche PER il territorio: vini come paesaggio liquido. In ogni territorio, quindi, una sola tipologia di vino al fine di esaltare la qualità dei diversi ambienti, minimizzando l’impronta 16000ecologica. Barricoccio è un Toscana Sangiovese IGT, 95% Sangiovese e 5% Canaiolo. Affinato 18 mesi in argilla, fa rivivere lo stile etrusco, la Civiltà che ha fatto di questo territorio uno dei suoi principali insediamenti. Mantiene nel tempo il colore rubino vivace e fresco della giovinezza; ben strutturato e morbido, è davvero convincente, per la fragranza, i sentori e gli aromi balsamici, di cuoio e di frutti rossi. Bottiglie prodotte: 11.000 Prezzo medio in enoteca: 15,00 euro

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Il Sommelier n. 1 / 2014

Az. Agr. Conti Zecca Negroamaro 2010 Salento Rosso IGT www.contizecca.it Da cinque secoli i Conti Zecca abitano le terre di Leverano, nel cuore del Salento. Da sempre la terra è stata da loro ascoltata, capita e messa a frutto, fino a completare, nei primi del ‘900, il ciclo produttivo dalla coltivazione alla vinificazione delle uve dei propri possedimenti, senza mai alterare i sottili equilibri del luogo. 100% Negroamaro matura 12 mesi in botti di rovere da 30 hl. per poi affinare in vasche di cemento interrate rivestite di resine epossidiche alimentari. Rosso rubino con riflessi granata si presenta al naso con piccoli frutti rossi. Morbido ed armonico con tannini maturi in un corpo ricco e ben strutturato. Bottiglie prodotte: 20.000 Prezzo medio in enoteca: 11,50 euro


Cantine Giacomo Montresor Campo Valentino 2013 - Lugana dop

Feudo Antico

Pecorino biologico 2013 - Tullum DOP

www.vinimontresor.it

www.feudoantico.it

La lunga storia dei Montresor vanta degli illustri antenati, come il Conte Claude de Montresor, consigliere del Duca d’Orleans nella Francia del 1600 (di grande interesse sono le Mémoires, 1663). Nei primi anni del 1800 un ramo della casata si trasferì in Veneto nei pressi del Lago di Garda, zona nota per le qualità dei suoi terreni morenici, e lì trovò l’ambiente adatto per continuare a maturare una delle principali attività di famiglia: la viticultura. È un 100% Turbiana provenienti dal Vigneto “Campovalentino”, tra i comuni di Lugana e Peschiera del Garda di proprietà della famiglia. Vinificato in inox è di colore giallo con riflessi dorati, ha un profumo suadente e intenso, un sapore asciutto, delicato ed elegante. Bottiglie prodotte: 250.000 Prezzo medio in enoteca: 10,50 euro

L’Azienda si trova a Tollo, in provincia di Chieti, in Abruzzo, cittadina conosciuta sin da epoca romana per la qualità dei propri vini e che ospita dal 2009 una delle più piccole dop d’Italia,Tullum, la prima dop territoriale dell’Abruzzo nata per valorizzare le specificità di un territorio da sempre vocato, i cui rigidi parametri produttivi sono l’elemento caratterizzante. Pecorino 100% proveniente da vigneti biologici con affinamento sui lieviti in vasche di cemento per sei mesi. Il vino viene imbottigliato senza essere filtrato né stabilizzato. Di colore giallo con eleganti riflessi dorati è un vino di grande carattere, che si distingue per la struttura gustativa, per le delicate note speziate. Bottiglie prodotte 5.000 Prezzo medio in enoteca: 14 euro

Azienda Guado al Melo

Antillo 2012 - Bolgheri rosso doc www.guadoalmelo.it Guado al Melo è un’azienda vinicola sulle colline della costa Toscana, nel cuore della DOC Bolgheri. È curata dal lavoro di un vignaiolo, Michele Scienza e dalla sua famiglia, ricchi dell’esperienza di diverse generazioni. È un Sangiovese (70%), Cabernet Sauvignon e Petit Verdot vinificato senza correzioni o aggiunte che alterino le caratteristiche originarie delle uve. È affinato per circa 12 mesi in barriques di rovere (10% legno nuovo) sulla feccia fine e almeno 3 mesi in bottiglia. Non filtrato. Dal colore rosso violaceo profondo, ha un profumo ampio ed intenso, con predominanza di frutti di bosco, soprattutto mora e lampone, e una leggera e piacevole nota speziata. Di buona struttura e persistenza, fresco e vivace, presenta un tannino ricco ed equilibrato. Bottiglie prodotte: 40.000 Prezzo medio in enoteca: 11,00 euro

Il Sommelier n. 1 / 2014

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di Camilla Rabachino, corso di Biologia Università degli Studi del Piemonte Orientale

Il vino nella nostra

dieta mediterranea Nonostante tutto, numerosi studi hanno effettivamente confermato che un uso moderato di vino, oltre ad uno stile di vita sano, può apportare dei benefici al nostro organismo.

I

l vino è sicuramente un alimento molto importante per la nostra cultura e tradizione. La dieta mediterranea, infatti, prevede il consumo di moderate quantità di vino durante i pasti, anche perché, oltre a fornire nutrienti, gli sono state attribuite molte proprietà positive per il nostro benessere. Ognuno di noi si è certamente sentito dire almeno una volta: “ il vino fa bene alla salute e al cuore”.

34

Il Sommelier n. 2 / 2014

Numerosi studi hanno effettivamente confermato che un uso moderato di vino può apportare dei benefici al nostro organismo. Il vino contiene numerose componenti ad azione benefica. Uno tra questi è l’alcol stesso che, se assunto in quantità limitate, come ad esempio un bicchiere ai due pasti principali, ha un effetto modulatore sul colesterolo: favorisce un incremento del cosiddetto “colesterolo buono”, HDL, la cui attività è quella di andare a recuperare il colesterolo in eccesso nel torrente circolatorio e di riportarlo al fegato. Questo va a scapito del


cosiddetto “colesterolo cattivo”, LDL, che invece trasporta il colesterolo in circolo e che, se presente in eccesso, si può accumulare nei vasi creando un importante pericolo per la nostra salute. Oltre all’alcol ci sono anche altre componenti minori , presenti soprattutto nel vino rosso, in grado di apportare dei benefici al nostro corpo. Si tratta di composti polifenolici tra cui alcuni acidi fenolici, le antocianine, i flavonoli, le catechine, le procianidine, i tannini e il resveratrolo. La presenza di questi

composti nel vino dipende ovviamente dalla varietà d’uva, dalla posizione e tipo di terreno della vigna e dai processi di vinificazione. Bevendo due bicchieri di vino rosso, pari ai raccomandati 30 gr / giorno di alcol, si assumono circa 120 mg di composti polifenolici di interesse. I polifenoli sono dei potenti antiossidanti. Il nostro organismo deve difendersi quotidianamente dallo stress ossidativo, quindi dai radicali liberi che possono provocare numerosi danni alle nostre cellule. Questi composti, infatti, sono molto reattivi e possono attaccare le strutture cellulari del nostro organismo.

I polifenoli si sacrificano catturando i radicali liberi che, altrimenti, andrebbero a colpire e, quindi, a danneggiare, cellule e molecole molto importanti. I polifenoli, inoltre, limitano la formazione di composti che causano l’aggregazione delle piastrine esercitando, quindi, una funzione antitrombotica. Tra i polifenoli, il resveratrolo è quello che suscita maggiore interesse. Esso esercita numerosi effetti biologici utili al nostro organismo e si trova in buone concentrazioni nell’uva. Infatti il resveratrolo va ad aumentare la produzione di sirtuine, molecole che mimano l’effetto di una dieta ipocalorica, che riduce le patologie legate all’invecchiamento. Si pensa, infatti, che il resveratrolo migliori l’insulino resistenza e il benessere dell’apparato cardiovascolare, che abbia un effetto neuro-protettivo e riduca l’infiammazione, oltre ad esercitare un effetto antiossidante. Per questi motivi un consumo regolare e moderato di vino può favorire una riduzione del rischio dell’insorgenza di malattie cardio-vascolari e contribuire al benessere generale del nostro organismo.

Il Sommelier n. 2 / 2014

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di Enza Bettelli con l’abbinamento vini a cura di Nicola Masiello

Fish & Chips,

un goloso cartoccio londinese È uno dei più famosi cibi di strada ed è nato nel diciottesimo secolo nei quartieri popolari di Londra, venduto in centinaia di botteghe e per strada.

I

l profumo del pesce fritto iniziò a spandersi per le strade della capitale inglese verso la metà del Settecento, complice l’abbondanza di merluzzi di ogni tipo e di platesse che arrivavano dal Mare del Nord. I pesci confluivano, infatti, in grandi quantità al mercato londinese di Billingsgate soprattutto dal porto di Barking, situato sul Tamigi a pochi chilometri da Londra, e la scarsa freschezza di quelli rimasti invenduti era mascherata avvolgendoli nella pastella e friggendoli poi in larghe padelle. Così preparato il pesce prendeva un gusto molto appetitoso, tanto apprezzato da procurare in breve tempo clienti a centinaia di botteghe e di venditori ambulanti, tutti concentrati nei quartieri più popolari della città. Tuttavia, anche se l’odore del pesce fritto era tanto

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Il Sommelier n. 2 / 2014

stuzzicante da invogliare la gente a mangiarlo, lo stesso odore che rimaneva attaccato ai venditori faceva sì che non fossero molto graditi come vicini di casa, costringendoli a vivere riuniti in comunità. Inizialmente i pesci piatti della famiglia delle sogliole (platessa e limanda) venivano cotti interi e non a filetti come oggi, e il pesce era venduto da solo oppure occasionalmente con patate al forno, sostituite in seguito da quelle a a bastoncino (chips). Tutto il pesce fritto era poi offerto avvolto solo in cartocci di carta di giornale. Da Londra questo saporito piatto povero si è poi rapidamente diffuso in tutte le isole britanniche, fino ad attraversare l’Oceano e approdare negli Stati Uniti. A Londra è rimasta qualche storica bottega (chippy) dove gustarlo, ma il pesce

fritto e le patatine sono quasi ovunque preparati nelle moderne friggitrici e venduti in locali stile fast food. Storia di una patata Le patate sono un altro dei punti forti della cucina anglosassone e quelle che inizialmente accompagnavano il pesce fritto erano cotte sbrigativamente con la buccia, affettate o a bastoncino. Ma presero subito piede le patate al forno, vendute anche per strada su una specie di braciere, e se non accompagnavano il pesce fritto si mangiavano condite solo con burro e sale. La materia prima per questa nuova ghiottoneria di strada londinese proveniva in gran parte dal Lancashire, tra le prime regioni a produrre le patate su larga scala.


Roner Hugo Spritz Aperitivo ai fiori di sambuco


Fish & Chips

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Il Sommelier n. 2 / 2014


L’abbinamento di Nicola Masiello, Presidente Emerito FISAR

La storia e l’evoluzione del piatto mi

bianchi o spumanti.

le due zone. Personalmente ritengo

portano a fare delle considerazioni

Per il primo sono da preferire bianchi

accettabile la produzione della Gran

di tipo storico ed attuale, relative

secchi con una freschezza acida

Bretagna, in evoluzione, ma ancora

all’abbinamento. Dal punto di

ed una componente aromatica

lontana dai parametri qualitativi

vista storico, essendo un piatto

importanti, da ritrovare sicuramente

riconosciuti agli spumanti prodotti

decisamente povero e di recupero,

al di fuori dei confini Inglesi;

con il metodo della rifermentazione

non poteva avere abbinamenti

danno un contributo i vini Italiani

in bottiglia in Italia, in Francia o in

importanti se non quelli a base di

dell’arco alpino ottenuti da vitigni

Spagna.

bevande fermentate da cereali quali

semiaromatici,i vini bianchi tedeschi

Detto questo, lo spumante secco

la birra e là dove si parlava di vino

secchi(trocken) sicuramente ad hoc

prodotto nel sud dell’Inghilterra

era sempre bianco ed originario dal

quelli della Mosella con il Riesling in

(sparkling wine),risulta un buon

sud dell’Inghilterra che poco aveva

primis, meglio non giovane per non

abbinamento in quanto le sue

da esprimere in termini di qualità e

arrivare a quella complessità olfattiva

caratteristiche sono riconducibili

finezza.

e gustativa che lo caratterizza

ad un vino spumante con sentori

Oggi il piatto oltre alla storicità,

nell’invecchiamento.

di frutta a polpa bianca non ancora

porta alta la bandiera della

Per i vini spumanti un capitolo a

matura, un leggero pungente

gastronomia inglese in patria e nel

parte lo merita lo spumante inglese.

da leggera ossidazione, caldi,

mondo, soprattutto in quei paesi

Sicuramente poco conosciuto

grande freschezza acida, buona

che sono stati colonie inglesi.

fino a pochi anni fa e oggi con

mineralità e sapidità, leggermente

Cosi l’abbinamento cambia

l’innalzamento globale delle

corti e leggermente duri per

decisamente in valore, si sposta da

temperature siamo di fatto davanti

carenza di morbidezza. Uscendo

una naturale esigenza primaria il

ad una produzione di vini e spumanti

dai confini nazionali possiamo

bere” ad una secondaria “il piacere

di qualità oltre il 50°parallelo, cosa

abbinare vini spumanti capaci

dell’abbinamento”.

difficile da ipotizzare fino a poco

di soddisfare l’abbinamento

Prendiamo in esame la seconda

tempo fa. In questo gioco di Francia

attraverso le caratteristiche che

facendo una breve valutazione

del Nord e Inghilterra del Sud, si

abbiamo elencato, con una finezza

dei parametri che dettano

genera un meccanismo che non può

ed una polpa più marcate; quindi

l’abbinamento. Le caratteristiche

essere un equazione sostenibile,

un Franciacorta docg “Satèn”,un

principali del piatto le riscontriamo

riferita al fatto che il terreno gessoso

Prosecco di Valdobbiadene dogc,

sull’ingrediente principale il pesce ed

della Champagne sia lo stesso

un Prosecco doc prodotto su terreni

il sistema di cottura la frittura.

della Bretagna, in continuità,

calcare o sedimentari limacciosi, uno

Questi due elementi fanno si che la

dove il Canale della Manica divide

Champagne blanc des blancs o un

tipologia dei vini da abbinare siano

politicamente e non qualitativamente

Cava Spagnolo. Il Sommelier n. 2 / 2014

39


di Gladys Torres Urday

Andalusia:

storia, vino e cultura

La regione dell’Andalusia possiede una tradizione millenaria nella coltivazione della vite e nella produzione di vini di grande prestigio e di fama mondiale.

I

secoli XVI e XVII, grazie alla

Moriles (1985).

crescita del commercio

A queste denominazioni si

marittimo, furono un periodo

devono aggiungere 13 indicazioni

di grande fioritura. La topografia, la

geografiche protette (Vini della Terra)

geologia e il clima dei suoli andalusi

ed altri vini storici non protetti, ma

sono eccellenti per la coltivazione

che godono comunque di grande

della vite. Il clima mediterraneo e i

popolarità, come la Tintilla de Rota,

differenti microclimi, le temperature

il Pajarete e il Moscatel di Chipiona,

medie miti (16°C), la scarsità

Mosto del Alcor. Intorno a tutti

di gelo e grandine, le molte ore

questi vini si è delineata una cultura

di sole durante l’anno, un forte

del vino nella quale possiamo trovare

contrasto altitudinale e del sistema

cantine, musei specializzati, feste

di invecchiamento, creano vini di

tradizionali...

grande qualità, allo stesso tempo molto vari e caratteristici. Questa tendenza a una produzione di prestigio continua fino ai giorni

Architettura del vino Nel corso dei secoli, i viticoltori

nostri. Oltre il 70% dei vigneti

hanno adattato i loro edifici e

andalusi sono certificati da alcune

hanno migliorato le loro cantine,

delle sei Denominazioni di Origine

cercando un equilibrio tra

Controllata e sponsorizzati dai

funzionalità e bellezza. Così, i

rispettivi Consigli Regolatori:

soffitti alti, i muri spessi e il terreno

Condado de Huelva (1933) Jerez-

sabbioso che permette di essere

Xeres-Sherry (1933), Manzanilla

irrigato, mantengono la corretta

de Sanlúcar (1964) Malaga (1933),

temperatura e l’umidità adeguata

Sierras de Málaga (2001) e Montilla-

per l’invecchiamento di un buon Fino

40

Il Sommelier n. 2 / 2014

Vinos de Jerez

(vino della zona di Jerez). E nella zona di Jerez, le cantine si trovano vicine al mare o in terreni alti in modo che i vini possano ricevere le brezze marine della mattina ed i venti umidi provenienti dall’oceano.


Grupo Estevez S.A. - Bodegas Real Tesoro e Valdespino

Rael Escuela de Arte Ecuestre Jerez

Bodega - Real Tesoro

pubbliredazionale a cura di Quality ADV

Grandi Formati alla Cantina Sociale di Vinchio-Vaglio Serra Soffia il vento del rinnovamento d’immagine e di contenuti alla Viticoltori Associati di Vinchio e Vaglio Serra. Oltre al restyling di molte etichette - inalterate solo quelle di maggior identità con le storiche produzioni di Barbera d’Asti superiore docg “Tre Vescovi”, metodo Martinotti “Castel del Mago” o la selezione di Barbera d’Asti docg “Vigne Vecchie” - sono diventati disponibili dalla Festa del Vino di fine Maggio i cosiddetti “Grandi Formati” di Barbera. Nell’ottica di una costante ricerca della qualità, grafica ed enologica, sono ora sul mercato le bordolesi “Doppio Magnum” e “Jeroboam”, da 3 e 5 litri, confezionate in Casse di legno personalizzate per i Barbera d’Asti superiore “Tre Vescovi” delle annate 2011 e 2012 e la Barbera d’Asti “Vigne Vecchie del cinquantenario” del millesimo 2012.

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Andalusia: Percorsi del vino I percorsi del Vino che attraversano

l’Andalusia uniscono alla perfezione le attrazioni enologiche, culturali, monumentali e tradizionali delle popolazioni e delle zone in cui essi vivono. Così, il Percorso del “vino condado

la Frontera. Il Percorso del “Vino

singolare Museo delle Etichette del

Montilla-Moriles” passa attraverso

vino delle Empresa Pública para la

le città di Aguilar de la Frontera,

Gestión del Turismo y del Deporte

Cordoba, Fernán Núñez, La Rambla, Lucena, Montemayor, Montilla Moriles e Puente Genil; ed ha inoltre, tra le sue attrazioni, aziende vinicole nella Sierra di Montilla circondata da

de Andalucía botteghe Garvey di Jerez, la Pinacoteca di Jerez Bodegas Tradición (con la collezione di Joaquín Rivero sulla pittura

vigneti, dove è possibile degustare

spagnola) e i musei delle cantine

i loro vini in loco. Infine, il Patronato

Sandeman, Harveys, Real Tesoro e

del Turismo della Costa del Sol

Valdespino, a Jerez de la Frontera

ha progettato i percorsi del vino

(Cadice).

colombiani", della visita alla città di

di Malaga che passano attraverso

Il Museo del Vino di Malaga ci offre

Moguer - città natale del Nobel Juan

Axarquia, le montagne di Malaga,

Ramón Jiménez-; per non parlare

la zona settentrionale, la Serrania

del paradiso naturale di Doñana e

de Ronda e la Costa Occidentale.

della sua ricca gastronomia, con i

Questi percorsi permettono di

suoi prodotti tipici come il jamón, i

conoscere dal sito romano di Torrox

gamberetti e la fragola di Huelva.

o la Laguna di Fuente de Piedra,

provincia di Malaga si distinguono

I percorsi del Vino e del Brandy di

fino alla cantina Malaga Virgen, una

inoltre anche il Museo del Vino de

Jerez sono stati certificati nel 2007

delle poche in cui viene praticata la

Ronda, il Museo del Vino di Ojen,

con il Marchio di Qualità "Percorsi

vendemmia notturna.

l’Ecomuseo Lagar de Torrijos,

del Vino di Spagna". Questi percorsi

e i musei delle cantine Dimobe

tracciano un itinerario tra le cantine,

Musei del vino

le enoteche, gli alberghi e i ristoranti,

Nella zona di Jerez si trova il Museo

musei e aziende di intrattenimento

del Vino "Misterio de Jerez", con

di nove città: la monumentale

interessanti raccolte documentali e

Sanlúcar di Barrameda e Jerez

fotografiche integrate con incredibili

de la Frontera, Lebrija, Trebujena,

effetti audiovisivi. A quest’ultimo

Museo del Mosto de Moriles e nel

Chipiona, Rota, El Puerto de Santa

si affiancano il Museo “Barbadillo

Museo delle cantine Toro Albala a

María, Puerto real e Chiclana de

de la Manzanilla” a Sanlúcar, il

Aguilar de la Frontera.

de Huelva” permette di godere, oltre che delle cantine appartenenti al percorso, anche della città murata e del castello di Niebla, dei "Siti

42

Il Sommelier n. 2 / 2014

più di 400 pezzi di antiquariato distribuiti in un ordine tematico: etichette di bottiglia, manifesti, cabeceros de barrilería ... Nella

(Moclinejo) e Antigua Casa de Guardia (Olias). I vini di Cordoba sono ben rappresentati nel laboratorio e nel


di Roberto Rabachino

A San Paolo in Brasile

importante panoramica sugli spumanti prodotti nell’emisfero australe Inedita degustazione/seminario internazionale a San Paolo - capitale economica del Brasile e del Sud America organizzata dall’Instituto Brasileiro do Vinho (IBRAVIN) nella splendida cornice della Fecomércio con la collaborazione di Expo Center Norte e della rivista inglese Decanter Magazine.

P

er la prima volta, insieme, una

una valutazione sul panorama attuale

Júnior, Master Of Wine di origine

valutazione organolettica “alla

degli sparkling wines prodotti da questa

brasiliana che vive a Londra,

cieca” di 21 spumanti prodotti

parte del mondo.

di Patrìcio Tapia, critico cileno editore dell’importante guida sudamericana

nell’Emisfero Sud del mondo: Argentina, Australia, Brasile, Cile, Nuova Zelanda e

Il panel di degustazione era composto

Descorchados, di Marcelo Copello,

Sud Africa.

da 11 professionisti internazionali (ndr: io

editore della guida Vinhos do Brasil,

Gli spumanti - 11 metodo charmat

sono stato uno degli undici invitati dalla

di Christian Burgos, editore della rivista

e 10 metodo champenoise di cui

rivista inglese Decanter Magazine,

brasiliana Adega, di Suzana Barelli,

veniva anticipatamente indicata

un grande onore) magistralmente

giornalista della rivista Menù, di Mauro

solo la nazionalità e il medoto di

diretti da Steven Spurrier, editore

Celso Zanus, direttore generale dell’ente

spumantizzazione - erano stati scelti

dell’importante magazine anglosassone,

ministeriale Embrapa, di Horst kissmann,

seguendo il criterio indicato dalla

il famoso organizzatore del Judgment of

editore della rivista Prazeres da Mesa, il

rivista inglese Decanter Magazine. La

Paris.

sommelier campione brasiliano Diego Arrebola, Eduardo Viotti, editore rivista

valutazione non prevedeva una classifica meritocratica numerica (ranking) ma una

Significativa la presenza nel panel

Vinho Magazine e, come sopra già

valutazione generale al fine di favorire

di personaggi come Dirceu Vianna

scritto, Roberto Rabachino, direttore

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della rivista italiana Il Sommelier.

qualità e lo spumante è da sempre una

In platea era presente un competente pubblico di circa 60 persone composto da giornalisti del settore, importanti produttori brasiliani, sommelier e opinion

sua indiscutibile eccellenza!

leader che degustavano in simultanea gli spumanti senza possibilità di interagire o esprimere opinioni.

Deludenti gli spumanti prodotti in

Il “giudizio” unanime del panel - anche se non previsto o richiesto - ha premiato

Argentina e in Cile: una vera delusione.

nel totale gli spumanti prodotti in Brasile. Ottima impressione hanno fatto gli spumanti della Nuova Zelanda.

Organizzazione dell’evento ottima,

Importante, a supporto del fatto che il Brasile produce ottimi spumanti, è stata la pubblica dichiarazione del

temperatura di servizio degli spumanti

critico Steven Spurrier “ in Brasile non avete necessità di bere spumante internazionale, avete già un ottimo spumante prodotto da voi”.

perfetta, servizio impeccabile.

Per quando riguarda il mio personale giudizio complessivo, gli spumanti brasiliani sono stati solo un’ulteriore conferma di quello che da anni prèdico e dico: il Brasile produce vini di assoluta Steven Sporrier, Editore Decanter Magazine

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Charmat - Credit foto Pautas De Guarda

Spumanti metodo charmat in degustazione Argentina, Norton Extra Brut Bodegas Norton, Chardonnay e Chenin Blan Argentina, Trivento Brut Trivento, Chenin e Chardonnay Argentina, Altas Cumbres Brut Bodega Lagarde, Chardonnay, Pinot Noir e Semillon Brasile, Chandon Reserve brut Chandon, Riesling Itálico, Chardonnay e Pinot Noir Brasile, Giacomin brut Giacomin, Riesling Itálico Brasile, Cordelier brut Fante Chardonnay, Pinot Noir e Riesling Itálico Cile, Santa Carolina Brut Viña Santa Carolina, Chardonnay Cile, Concha Y Toro Brut Charmat Concha Y Toro, Chardonnay e Chenin Blan Cile, Santa Helena Premium Brut Viña Santa Helena, Chardonnay, Pinot Noir e Sauv. Blanc Nuova Zelanda, Sparkling Brut Sileni Sileni Estate, Chardonnay Sud Africa, Nederburg Cuvée Brut Nederburg Cap, Riesling, Chardonnay, Chenin Blanc e Colombar

Champenoise - Credit foto Pautas De Guarda

Spumanti metodo champenoise in degustazione

Argentina, Luigi Bosca brut Nature Luigi Bosca, Chardonnay e Pinot Argentina, Kaiken Sparkling Brut Kaiken, Pinot Noir e Chardonnay Argentina, Trapiche Brut Bodegas Trapiche, Chardonnay, Semillon e Malbec Australia, Angas Brut, Chardonnay e Pinot Brasile, Miolo Millesime Miolo, Chardonnay e Pinot Noir Brasile, Casa Valduga 130 Casa Valduga, Pinot Noir e Chardonnay Brasile, Cave Geisse Blanc de Blanc Geisse, Chardonnay Cile, Tarapacá Tradicional Brut Vinã Tarapacá, Chardonnay Nuova Zelanda, Miru Miru Hunter’s Wines, Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier Sud Africa, Twee Jonge Gezellen Kron Borealis Cuvée Brut 2007 Krone, Chardonnay e Pinot Noir

La classifica degli 11 degustatori ufficiali Metodo Charmat 1. Nuova Zelanda : Brut Sileni 2. Brasile: Giacomin Brut 3. Brasile: Cordelier Brut

Metodo Champenoise 1. Brasile: Miolo Millesime 2. Nuova Zelanda: Hunter’s Wines MiruMiru 3. Brasile: Casa Valduga 130

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La Biblioteca di Gladys Torres Urday – gladys@torresurday.com

A spasso con il vino di Gelasio Gaetani d’Aragona - Feltrinelli Editore

Storico produttore di Brunello, creatore di cantine per celebrità del jet set, consulente dei più esigenti cultori del bere e di alcuni tra i più grandi nomi del settore vitivinicolo, Gaetani d Aragona ha deciso di osare, costruendo la sua esclusiva selezione Ex vinis , fatta di 22 piccole aziende vinicole italiane di grande eccellenza, di cui il conte cura la crescita, la promozione e il rilancio sul mercato internazionale come fiori all occhiello del made in Italy. Sono queste terre le protagoniste del libro. Dietro ogni azienda ci sono antiche tradizioni familiari, lavoro e competenze condivise da tutti coloro che partecipano alla nascita di un vino. Il libro permette di conoscere queste realtà tanto piccole quanto straordinarie, e provare un esperienza sensoriale di fronte ai brani musicali del maestro Enrico Melozzi e ai disegni di Pizzicannella, accostati a ogni bottiglia della selezione. Non poteva mancare l intervento dello chef stellato: tra le pagine vi sarà una ricetta ideata appositamente e in esclusiva per ciascun vino, firmata da Riccardo Di Giacinto.

Il vino “naturale” I numeri, gli intenti e altri racconti di Servabo, Laico di Parte - Versanti Editore

Servabo è un’opera complessa che, prima in Italia, riesce a fornire coordinate e appigli nella difficile ricerca di una definizione per il vino naturale. Lo fa attraverso la faticosa conquista e la lucida interpretazione di dati, in grado orientare il lettore verso una comprensione della rivoluzione naturale che sta interessando l attuale mondo della viticoltura. Diciamo subito che non è un libro facile, non lo deve essere. È un libro bello però, costruito lentamente e poggiante su più registri. La prima parte del volume rappresenta un censimento di tutte quelle aziende che operano nel naturale. Tra parte essenziale del libro c’ è l’indagine della normativa. La terza parte del volume è dedicata ai racconti.

La meravigliosa storia della vite e del vino Maria Porello e Rosetta Avalle – Carretta Tenute

Il vino fa parte della cultura, del lavoro e della quotidianità di un popolo. In questo libro la storia della coltivazione della vite e della produzione del vino diventa una straordinaria avventura che inizia agli albori della civiltà e ci accompagna fino ai nostri giorni. Rivolto ai bambini e illustrato con disegni realizzati interamente al computer col programma Microsoft Word, “La meravigliosa storia della vite e del vino” è un libro prezioso per le informazioni che offre e per i disegni istruttivi e divertenti che colorano le sue pagine, realizzati con un sistema grafico assolutamente innovativo.

“Salumi & Co” della Toscana Claudio Mollo - da Gourmadia srl – Cesena

Giornalista ed esperto agroalimentare, racconta nella sua tredicesima pubblicazione, una delle più antiche tradizioni alimentari della Toscana, quella dell arte salumiera. Un libro unico nel suo genere. Gli artigiani del salume, i loro prodotti, le loro storie. Nomi noti e meno noti ma tutti autori di produzioni di eccellenza, incontrati in un lungo itinerario che parte dal Casentino e arriva nella Maremma più profonda, passando per le Crete Senesi, tra colline, casolari e borghi. Storie centenarie che parlano dei tanti modi e mode di lavorare un salume, di realizzare una salsiccia di fare una finocchiona o di speziare un pezzo di lardo. L allevamento allo stato brado, le stagionature e i diversi microclimi marcano positivamente il gusto e le differenze delle tante produzioni realizzate in Toscana. Una ricca raccolta di foto degli artigiani del gustoi e dei loro prodotti, proposti in un elegante volume cartonato con sovracopertina, di formato quadrato di 22,5 cm per lato. Il libro ha un costo di copertina di 25 euro. Si può acquistare via internet, facendo richiesta direttamente all editore. www.gourmadia.com 46

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foto di Roberto Borocci

ad ogni vedemmia

la natura si fa arte

www.vinieleva.it


Emozioni nel

Grands Jours de Bourgogne 2014

Bicchiere

di Davide Amadei

amadei@ilsommelier.com

Celebrata la dodicesima edizione mentre i «climats» della Côte d’Or sono vicini a diventare Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

O

gni due anni la Borgogna si mette in mostra e si fa conoscere con cinque “grandi giornate” di degustazioni e di incontri con i produttori: sono i Grands Jours de Bourgogne, organizzati dal BIVB, Bureau Interprofessional des Vins de Bourgogne, di cui quest’anno 2014, dal 17 al 21 marzo, si è celebrata la dodicesima edizione. La Borgogna è un’indicazione geografica molto ampia: da Nord a Sud comprende Chablis, in Yonne, dove si producono bianchi da

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chardonnay molto minerali, sapidi e freschi, grazie al clima freddo e, soprattutto, al terreno kimmeridgiano ricco di fossili e sostanze di origine marina; la Côte d’Or, suddivisa in Côte de Nuits, con i grandi rossi da Pinot Noir, tra Digione e poco sotto Nuits-St-Georges, e Côte de Beaune, dalla collina di Corton a Chassagne-Montrachet, con i pinot noir di Corton, Pommard e Volnay ed i grandi bianchi da chardonnay di Corton-Charlemagne, Meursault, Puligny-Montrachet e ChassagneMontrachet; e poi la Côte Chalonnais

ed il Mâconnais. I Grands Jours rispecchiano questo percorso, con degustazioni collettive in ambienti inseriti nei territori di produzione; e si tratta di un’occasione imperdibile per conoscere il carattere più vero della Borgogna, in particolare dello Chablis e della Côte d’Or. Alle degustazioni collettive si incontrano gli uomini, i vignerons che con la propria arte e passione valorizzano vitigno e territorio. Ognuno di loro, alla postazione attribuita, che normalmente è


costituita da una botte nuova o in disuso, presenta in degustazione il suo village, i premier cru, i grand cru. Soprattutto è possibile assaggiare e sentire le differenze tra due o tre premier cru di una stessa denominazione, spesso molto vicini tra loro, separati solo da una stradina ma capaci di esprimere elementi organolettici e gustativi diversi. A Chablis, il lunedì, domina la estrema freschezza minerale e sapida; in Côte de Nuits, il martedì si “viaggia” tra la morbidezza, freschezza ed eleganza degli Chambolle-Musigny e la grande

tannicità dei Nuits-St-Georges; la morbida suadenza e mineralità dei grandi Vosne-Romanée e la potenza dei Gevrey-Chambertin, passando per la struttura ed eleganza dei Clos de Vougeot; in Côte de Beaune, il venerdì, si può percepire la grassezza minerale dei Meursault e la elegante sapidità dei PulignyMontrachet, oltre alla profondità dei Corton-Charlemagne bianchi ed alla ricchezza dei Corton rossi. Nel mezzo, mercoledì e giovedì, stanno la Côte Chalonnais ed il Mâconnais, in particolare con la varietà geologica di Pouilly-Fuissé, ma anche i

Cremant più o meno commerciali e le denominazioni minori ma abbordabili. Nei vini presentati, giovanissimi e spesso neppure imbottigliati, i “nasi” sono sempre un po’ contratti, chiusi, ma in bocca si percepiscono tutte le caratteristiche e differenze; tra i premier cru e i grand cru di uno stesso produttore si riscontrano tante differenze di persistenza, di struttura, di eleganza, di complessità olfattiva. Stessa annata, stesso produttore, stessa vinificazione, vini diversi: è il territorio che parla e fa la differenza, ed esalta quanto la natura, tramite la vite, sa generare.

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La Borgogna è la fonte di questo concetto di qualità e cultura del vino e per questo è stato richiesto il riconoscimento dei suoi vigneti come Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, con un Comitato di cui è presidente Aubert de Villaine, del Domaine de La Romanée-Conti. La “parola magica” è, appunto, climat: un singolo vigneto ben distinto e delimitato, individuato con un nome antico e tradizionale, che per natura del suolo, esposizione, posizione, microclima, riesce a produrre un vino unico ed irripetibile, distinguibile da quelli delle altre parcelle, ed indicato in etichetta. La Borgogna è un vero e proprio mosaico di più di 1200 singoli appezzamenti, che costituiscono il suo fascino e la sua ricchezza: i Grands Jours de Bourgogne sono la vetrina privilegiata di questo variopinto mosaico, che da sempre rapisce l’appassionato di vino e non lo lascia più. Nella edizione 2014,

come sempre riservata agli operatori professionali ed ai giornalisti di settore, si è registrato un incremento del 9% di visitatori rispetto al 2012 (2400 contro 2200), provenienti da 51 paesi (40% dalla Francia, 7,9% dall’Italia, 7,3% dal Belgio, 5,3% dagli USA, 4,4% dalla Germania, 3,5% dal Giappone, 3,4% dalla Gran Bretagna, 3,1% dalla Repubblica Ceca, 2,8% dalla Cina). Per categorie professionali, il 26% sono stati importatori, il 24% enotecari o negozi specializzati, ed il 22% ristoratori e sommeliers. I produttori per lo più hanno presentato l’annata 2012: caratterizzata da molte variazioni meteorologiche, anche durante l’estate, ha dato scarsissima quantità di uva, soprattutto nella Côte de Beaune segnata da alcune devastanti grandinate all’inizio della stagione calda; il calore della fine dell’estate ha portato ad uve ben mature e sane,

con vini equilibrati, molto giocati sul frutto pieno e maturo (un frutto jolie, per citare Anne Gros), nonché sulla densità gustativa. Si sono potuti assaggiare anche molti 2011, millesimo non facile, con fioritura e vendemmia precoci; in alcuni casi, nei rossi, ciò non ha consentito ai tannini di maturare perfettamente, per cui a volte si percepiscono in bocca sensazioni verdi; ma i migliori produttori hanno saputo aspettare e gestire al meglio il vigneto, per produrre vini molto classici e capaci di rispettare e leggere i diversi terroir, certamente non dotati di grandi strutture e potenzialità di invecchiamento, ma con ottima complessità olfattiva, sincerità e piacevolezza. Nel corso della settimana, giovedì sera 20 marzo, si è tenuto l’evento, riservato alla stampa, “Grands Maisons et Grands Crus”, organizzato dall’associazione delle Maisons de Negoce allo Chateau du Clos de Vougeot, con degustazione di 35 vini tutti Grands Crus di Chablis e Côte d’Or, bianchi 2008 e rossi 2011; durante la cena, servita nelle splendide sale dello Chateau, i piatti sono stati accompagnati da un grasso e ricco Bâtard-Montrachet 2005 di Drouhin, un elegante CortonGrancey 1995 di Latour ed un Closde-Vougeot 1976 di Jadot ancora fresco e piacevole.

La croce del Romanée-Conti

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Vosne-Romanée 1er Cru Aux Reignots 2012 - Domaine du COMTE LIGER-BELAIR - Al naso ha già un’intensa complessità, tra le note minerali ed un mazzo di vari fiori; in bocca è vellutato e penetrante, vibrante, salino, con lunghissima tensione ed un allungo finale in perfetto mix di freschezza rocciosa, finezza e persistenza floreale.

Chambolle-Musigny 1er Cru Les Amoureuses 2012 - AMIOT-SERVELLE

- Colore rosso rubino vivo, quasi brillante; al naso ha note marine, è complesso e tipico; in bocca rapisce per la inarrivabile eleganza, è rotondo e teso, continuo e arioso, su sensazioni di fiori e lamponi che non finiscono mai. Il nome di questo 1er Cru, contiguo al mitico Musigny, non poteva essere più significativo.

Bonnes-Mares Grand Cru 2012 - ARLAUD

- Il naso è aperto, sfaccettato ed elegante, con fiori rossi ed erbette aromatiche, cenni minerali freschi ed affumicati; la bocca è suadente e ficcante, il tannino è molto fine, vellutato, colpisce la netta sapidità, il finale è lunghissimo nella freschezza.

Latriciéres-Chambertin Grand Cru 2012 - ROSSIGNOL-TRAPET

- Al naso è decisamente caratterizzato rispetto al fratello maggiore che gli sta accanto: ha meno sottobosco e radici balsamiche, ma ha tanti fiori ed è tutto giocato sulla freschezza minerale, è affumicato, cristallino, quasi vulcanico; in bocca colpisce per equilibrio ed eleganza, con finale roccioso e floreale, molto persistente ed invitante. Un vino di grande classicità e tipicità, con tutta la forza effettiva ed evocativa del medio pendio di Gevrey.

Chambertin Grand Cru 2012 - TRAPET

- Il naso è timido, giocato su radici aromatiche e frutti rossi (lampone); in bocca è un’esplosione: entra in punta di piedi e cresce, insistentemente e senza cedimenti, il tannino ha passo felpato e grana finissima, sapidità e acidità sono una lama, il finale, aperto e complesso, è continuamente rinfrescante, e pare non finire. Un assaggio da ricordare, una bottiglia da dimenticare in cantina ed aspettare per lungo tempo.

Volnay 1er Cru Cailleret Ancienne Cuvée Carnot 2012 – BOUCHARD Pére et Fils Naso sfaccettato e fine, lampone e fiori, minerale e fresco; colpisce in bocca per la grande succosità, ha tannino molto fine, ha passo felpato, il finale è slanciato e rinfrescante. C’è tutta l’eleganza di Volnay nel bicchiere.

Bienvenue-Bâtard-Montrachet Grand Cru 2012 – FLAVELEY - Da una parcella di proprietà di 0,54 ha nel vigneto Grand Cru del Comune di Puligny-Montrachet, quasi una enclave all’interno del più ampio Bâtard-Montrachet Grand Cru. Freschissimo e molto ricco al naso, con erbette aromatiche fresche, timo, netta mineralità in evidenza, ma anche frutta a polpa bianca matura; in bocca ha grande progressione, si espande, è teso e molto sapido, senza concessioni al legno e con finale lunghissimo. Corton-Charlemagne Grand Cru 2012 – BONNEAU DE MARTRAY - Grande intensità e apertura al naso, fiori bianchi e tante sensazioni marine fresche, iodate; in bocca ha grande struttura, ma è agile e scattante, quasi salino; articolato, continuo e affilato, ha finale arioso, molto persistente e pietroso.

Meursault-Perriéres 1er Cru 2012 – MICHEL BOUZEREAU - Eccezionale intensità olfattiva, ha menta fresca, maggiorana, mineralità marina, nocciolina, cera d’api e fiori; la bocca è grassa ma vibrante, è una lama tagliente in un contesto di grande forza e volume; finale balsamico, iodato e floreale, infinito.

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Ritratti

La settimana dei Grands Jours costituisce l’occasione per visitare alcuni Domaine ed incontrare, in cantina, i produttori. Quelli che seguono sono quattro ritratti di grandi vignaioli che con passione, competenza ed umiltà realizzano vini in grado di tradurre il terroir e generare emozione.

Anne Gros

(Domaine Anne Gros a Vosne-Romanée) Incontrare Anne Gros dopo che i vini, negli anni precedenti, avevano colpito e rapito per intensità ed eleganza, è stata un’emozione non comune. Anne si occupa dell’azienda fin da quando era giovanissima, nel 1988, inizialmente insieme al padre (Domaine Anne et Francois Gros) e poi dal 1995 da sola. Appartiene alla “dinastia” dei Gros, che da almeno due secoli producono grandi vini a Vosne-Romanée, con vigne nelle migliori parcelle; oggi, con le sue figlie, Anne Gros è alla sesta generazione, e negli anni, con progressione inarrestabile, è divenuta una delle produttrici più talentuose e famose della zona. Del resto, dall’incontro con la persona traspaiono umiltà e competenza, cortesia e sicurezza: Anne descrive i suoi vini con tranquillità e precisione, risponde alle domande con completezza, si accorge che chi le sta davanti è colpito dalla grandezza del terroir di Borgogna e dalla finezza dei suoi prodotti, e col suo sorriso crea sintonia.

Anne Gros

L’azienda ha in Côte d’Or 6,5 ettari, di cui 5,5 piantati a Pinot Noir ed 1 ettaro a Chardonnay (che rappresenta la maggior produzione aziendale), per un totale di circa 30.000 bottiglie annue. La parcella più piccola è nel climat Les Barreaux di Vosne-Romanée, per 0,39 ettari e tre piéces borgognone. La cantina di affinamento, di recente ristrutturazione, è pulitissima e curata, quasi un salotto per far elevare i vini ed assaggiarli in divenire. Dei vini di Anne Gros colpisce sempre la grande naturalezza espressiva, la estrema finezza e la sincerità territoriale. Alcuni vini sono stati degustati in cantina; altri durante l’evento dei Grands Jours de Bourgogne “Vosne Millesime” di Martedì 18 marzo 2014 allo Chateau du Clos de Vougeot, con un Richebourg davvero emozionante. In cantina si è assaggiata anche l’annata 2013, che Anne descrive come tardiva, a causa di un inverno lungo, di una primavera fredda che ha causato una fioritura molto tardiva; l’estate è stata buona e si è vendemmiato tardi, il 7 ottobre, con poca uva, tannini maturi e non duri, sul frutto.

Bourgone Hautes-Côte-des-Nuits Cuvée Marine 2013 - Uno chardonnay roccioso, marino, non strutturato, ma freschissimo ed invitante. Dedicato alla prima figlia di Anne e Jean-Paul Tollot, Marine, come le sensazioni marine che derivano dal terreno molto ricco di fossili e di calcare; da una vigna di 16 anni, coetanea di Marine, a 400 metri di altitudine con esposizione Sud-Est, molto fresca e ventilata. Il vino è affinato per circa 12 mesi in demimuids di legno da 600 litri. Ha note balsamiche fresche, fiori bianchi, bella mineralità iodata, anche in bocca è davvero molto sapido; pulitissimo, sia pure non lungo, il finale.

Bourgogne Rouge 2013

- Da vigne giovani, di 10 anni, nell’area di Nuits-Saint-Georges. Ha netti fiori al naso, ancora non espresso (malolattica in corso); in bocca è fresco, ha buon tannino, nel finale ha una piacevole sensazione di fragolina di bosco. Dalla bottiglia il 2012 ha fiori e frutto rosso, bocca freschissima, non complesso.

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Ritratti


Nuits-Saint-Georges Le Damodes 2013 - Da vigne di 61 anni, in uno dei climat più prestigiosi della parte Nord di Nuits, vicino a Vosne, ha naso complesso, con rabarbaro e lampone fresco in evidenza; in bocca ha buon corpo, tannini fini, elegante e fresco, non lunghissimo ma decisamente invitante; dalla bottiglia si assaggia il 2012, giocato su canfora e fiori, che in bocca ha grande succosità, maggiore acidità, equilibrio e persistenza.

Savigny-Les-Beaune 1er Cru Les Laviéres 2012

- È il solo vino che Anne produce in Côte de Beaune; vigneto di 60 anni, è terroir precoce, in pieno Sud. Coerentemente ha frutta rossa matura, leggera speziatura dolce; la bocca è un po’ semplice, ma molto fresca, nonostante il lato fruttato netto, e di piacevole bevibilità.

Vosne-Romanée Les Barreaux 2012

- Da un vigneto, piantato agli inizi del secolo XX, contiguo al mitico Cros Parantoux esaltato da Henri Jayer, nella parte alta del territorio di Vosne, all’ingresso della Combe, viene questo vino tutto giocato sulla finezza e i profumi floreali (cenni di lavanda), non senza sensazioni balsamiche fresche; in bocca ha salivazione abbondante, precisione e finezza dei tannini, persistenza floreale.

Echezeaux Grand Cru 2012 - Da una parcella con viti relativamente giovani, del 1990, ha intriganti note di erbette aromatiche al naso; in bocca è sapido e freschissimo, tutto è ben contrastato, elegante e preciso.

Clos-Vougeot Le Grand Maupertui Grand Cru 2012 - Dalla parte alta e più pregiata del grande Clos, dove Anne Gros ha una parcella di quasi un ettaro con viti che risalgono al 1905. Al naso è floreale, finissimo anche se poco espresso; la bocca è ricca e strutturata, piena di energia, appena calda nel finale complesso, penetrante e lunghissimo.

Richebourg Grand Cru 2012

- Anne Gros è uno dei 12 proprietari di parcelle nel mitico Grand Cru di Vosne, con 0,60 ha piantati nel 1903, 1940 e 1946. Al naso si espande pian piano, e vien fuori di tutto, con eccezionale eleganza: ribes rosso evidente, fragolina di bosco, radici aromatiche, spezie orientali, note di grafite e tanto altro; in bocca è ricco, denso e fine, colpisce la infinita persistenza sapida, con continui ritorni olfattivi a coda di pavone. Carattere ed eleganza inarrivabili. Un vino immenso, che rimane dentro e segna l’esperienza dell’assaggiatore.

Yves Confuron

(Domaine Jack Confuron-Cotetidot a Vosne-Romanée) Yves è uno dei due fratelli, entrambi enologi, che gestiscono il Domaine familiare di 13 ha, che porta il nome del padre Jack, tuttora in attività, e della madre, Bernadette Cotetidot. Entrambi i fratelli si occupano con successo anche di altre due importanti aziende: Jean-Pierre è enologo della maison Chanson (di proprietà della Bollinger di Champagne); Yves dirige il Domaine De Courcel, che produce alcuni dei più grandi Pommard dal 1er Cru Clos-des-Epenots. All’ora dell’appuntamento Yves arriva, insieme al padre, dalla vigna con il furgoncino bianco che molti vignerons hanno in Borgogna per recarsi al lavoro. Subito si presenta con il suo carattere particolare, osservatore, di poche parole, acuto e reattivo: alla domanda in quale vigna fosse a lavorare, lui sorride, sornione – avendo capito che lo scopo della domanda era immaginarlo in un famoso Grand Cru – e risponde con una battuta: “Bourgogne Passetoutgrains; del resto, non c’è tutti i giorni l’aragosta!”. La vinificazione avviene in grandi tini aperti di rovere, con macerazione di circa un mese, per il 100% con i raspi: i Confuron sono fautori della vendange entiére, a grappoli intero, comple-

Ritratti

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to di acini e raspo; ciò è consentito dall’età media delle viti, superiore ai 65 anni, che dona equilibrio e maturità delle parti vegetali. L’affinamento dura circa 22 mesi in legno, ogni anno nuovo per il 15-20%. A tal proposito, quando ad Yves si chiede se usi il legno nuovo sui Grands Crus, dice con una battuta che non ha senso, se la carne è di maggior qualità, metterci sopra ancor più ketchup; quanto più il terroir è forte e pregiato, tanto più occorre farlo esprimere senza interferenze. Dei vini assaggiati hanno colpito la notevole complessità olfattiva e l’austerità: il tannino, con le modulazioni dovute ai diversi terroir, è sempre netto, giovane, quasi aggressivo, ma la mancanza di sensazioni amare o verdi ne evidenzia la qualità; si presagisce una grande longevità in vini già molto espressivi al naso, ma che necessitano di attesa per sviluppare tutto il loro elevato potenziale. Qui sta la maestria della gestione della vendange entiére di uve da vigne vecchie: elevata struttura tannica ma grana fitta, potenzialità evolutiva, estrazioni per far emergere i diversi terroir. Vini da aspettare, con nasi ricchi ed intriganti fin da subito. I vini, tutti 2012, sono stati assaggiati in cantina, ancora in legno; gli ultimi due (Suchots ed Echezeaux) durante l’evento dei Grands Jours “Vosne Millesime” di martedì 18 marzo 2014.

Ritr Si parte con l’assaggio di quattro village 2012 in sequenza: Vosne-Romanée (floreale, di grande equilibrio), GevreyChambertin (con bel frutto maturo, espresso, bocca succosa), Nuits-Saint-Georges (con naso scuro, frutto nero e cassis, ha gran tannino netto e giovane, finale terroso) e Chambolle-Musigny (netto lampone al naso, lungo ed elegante in bocca). Poi si passa ai premier cru e grand cru.

Gevrey-Chambertin 1er Cru Craipillots 2012 – Inizialmente reticente, ridotto, si apre nel bicchiere

intrigante su note di erbe aromatiche, netto cassis; in bocca ha tannino teso, netto, giovane, ma c’è grande succo, tanta mineralità scura, lunghissimo, con grande apertura e complessità.

Nuits-Saint-Georges 1er Cru Aux Vigneronde 2012 – Già aperto, con note floreali, terrose,

leggero balsamico; bocca affusolata e molto tannica, finale su frutto nero e grafite, con nette sensazioni di china.

Charmes-Chambertin Grand Cru 2012 – Naso chiuso, giocato su radici aromatiche e frutto rosso;

la bocca è eccellente, ricca, esplosiva ma fine, di grandissimo equilibrio, con finale pulito davvero molto persistente, penetrante.

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Ritratti


Vosne-Romanée 1er Cru Les Suchots 2012 – Di questo climat, incastonato tra i Grand Crus Romanée-Saint-Vivant ed Echezeaux, i Confuron possiedono quasi due ettari e mezzo. Il vino ha intriganti note floreali e balsamiche all’olfatto, in bocca il tannino è setoso, molto vosne, ma tanto; finale lungo.

Echezeaux Grand Cru 2012 – Nettissime erbe aromatiche (timo) e sentori balsamici freschi (menta) al naso; in bocca è ricchissimo, di carattere, energia e presa sul palato, il tannino è giovane e fine, il finale è continuamente rilanciante, sapido e profondo.

Thibault Liger-Belair

ratti (Domaine Thibault Liger-Belair a Nuits-Saint-Georges)

Competenza, grande voglia di far capire la Borgogna, capacità di trasmettere la propria passione nel fare vino, con umiltà e consapevolezza: Thibault Liger-Belair è persona che non si risparmia e colpisce per disponiblità e simpatia. Il nonno era proprietario di una maison de negoce, ma il padre aveva abbandonato il mondo del vino per occuparsi di finanza a Parigi; la famiglia si recava in Côte d’Or per i fine-settimana, per mantenere stretto il legame con le origini. Thibault ha studiato viticoltura ed enologia, e poi comunicazione del vino, occupandosi anche del sito “wine and co”, ma il 2002 è l’anno della svolta: decide di tornare in Borgogna, per recuperare le vigne familiari e riprenderne la produzione in proprio. Inizia con 4 ettari e successivamente ne acquista altri 2, fino agli 8 attuali. Oggi, oltre ai vigneti in Côte d’Or, l’azienda possiede 11 ettari nel Beaujolais, nella A.O.C. Moulins-â-Vent; ha anche una piccola attività di negoce, ma, a differenza di molti altri, compra le uve prima della vendemmia, all’inizio del ciclo vegetativo della vite, che così segue da maggio fino alla maturità del frutto. Fin da subito Thibault adotta metodi di coltura biologica, eliminando tutti i diserbanti; poi nel 2004 scopre la biodinamica, che dal 2005 applica a tutti i vigneti. In vendemmia fa due passaggi, con due squadre: la prima è composta dai collaboratori più “vecchi” e professionali, che raccolgono le uve migliori; poi avviene una duplice selezione sul tavolo di trie, prima dei raspi e poi degli acini. La vinificazione è molto classica, in contenitori di acciaio inox; secondo Thibault bisogna realizzare un gran lavoro in vigna, per fare meno possibile in cantina: a battuta dice di aver studiato per essere enologo ma poi, per fare il vino, ha dovuto dimenticarselo. Per alcuni vini utilizza una parte di uve non diraspate: quando nel suolo c’è argilla che dà maturità e “larghezza”, occorre compensare con il lato vegetale per creare freschezza; e spiega Thibault che nel raspo sta la linfa, che conduce agli acini gli elementi minerali (potassio ed altro) che sono precursori aromatici e contrastano il lato zuccherino e fruttato. I vini si distinguono per la qualità dei tannini, perfettamente estratti e cesellati, e per la precisa e fedele lettura dei diversi pregiati terroir. Gli assaggi dalle botti iniziano con due vini della tenuta di Thibault Liger-Belair in Beaujolais (naturalmente 100% Gamay), di cui il Moulins-â-Vent La Roche 2012 proviene dalla vigna in alto sulla collina, dove il suolo è caratterizzato da granito rosso, con ossido di ferro, derivato da una compressione di strati con quarzo ed altri elementi minerali (la sabbia è solo in superficie): il terreno perfetto per il Gamay, che qui si esprime su note di susina rossa e mineralità rocciosa, grafite, ed in bocca è verticale, succoso e lungo. Aux Reas e Richebourg si sono assaggiati durante l’evento “Vosne Millesime” allo Chateau du Clos de Vougeot.

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Nuits-Saint-Georges La Charmotte 2012 – È un climat dell’area a Nord del paese di Nuits, verso Vosne, subito sotto i 1er cru; la vigna ha argilla rossa per circa 40 cm e poi calcare; le viti hanno 63/64 anni. In vinificazione usa il 20% di vendange entiére, con i raspi, per freschezza aromatica e vegetale. Molto elegante, al naso ha frutto rosso e radici, leggera speziatura; fine anche in bocca, dove ha grande freschezza e pulizia, con finale appena amaro.

Gevrey-Chambertin La Croix des Champs 2012 – Da vigne di 60 anni, con suolo di limo argilla, anche ricco di ferro; in vinificazione usa il 50% di vendange entiére, per compensare le conseguenze dell’argilla. All’olfatto è umorale, ha frutto rosso maturo, cassis, radici aromatiche; in bocca il frutto è netto ed evidente, c’è morbidezza ma il finale è fresco. e

Chambolle-Musigny 1er Cru Les Gruencheres 2012 – È un climat dell’area Nord di Chambolle, sotto il Bonne-Mares Grand Cru, dove il terreno ha elevata proporzione di calcare che viene dalla vallata di trasporto glaciale (la Combe), in un contesto di argilla: c’è la suadenza verticale di Chambolle (soyeux), ma anche il lato orizzontale di Morey (corsé), che esce con l’ossigenazione. La vigna è stata piantata all’inizio degli anni 1970. Al naso è molto floreale, ma ci sono lampone e lieve affumicatura minerale; in bocca è fresco ma poi si allarga sul frutto, con finale arioso ed anche floreale.

Clos de Vougeot Grand Cru 2012 – La parcella di cui Thibault dispone nel grande Clos è a metà pendio, a Sud, vicino al muro, dove dall’altra parte c’è l’Echezeaux; il suolo è caratterizzato da argilla profonda e limo. Al naso è elegante, terroso, sul frutto, con leggera speziatura e radici aromatiche; la bocca, inizialmente calda, è tesa e succosa, ha tannino vellutato e freschezza sapida ad equilibrare, con finale molto lungo.

Ritr Nuits-Saint-Georges 1er Cru Les Saint Georges 2012 – Del più importante premier cru di

Nuits, degno di passare a grand cru, Thibault Liger-Belair ha una grande porzione (2 ha su 7). All’olfatto è complesso, si apre sempre di più nel bicchiere, ha tante spezie, radici, fiori, mineralità, grafite e pietra; in bocca esplode, è potente, denso ma elegante, ha tanto tannino terroso e finissimo, il netto calore è perfettamente contrastato dall’elevata sapidità. Il suolo ricco d’argilla ma anche di piccoli ciottoli calcarei venuti dalla Combe crea un evidente mix di forza e finezza. Secondo Thibault è un vino da ascoltare, che ha sempre qualcosa da dire. Un vino emozionante per profondità e complessità. Si è assaggiato anche il 2011, dalla bottiglia, molto ricco, fine e lunghissimo, meno strutturato ma più acido e fresco del 2012.

Corton Les Renardes Grand Cru 2011 (da bottiglia) – Dalla parte alta del vigneto di Corton, con

esposizione Est, ha note minerali, di sottobosco, terrose ma anche balsamiche fresche; la bocca è splendida per l’intensità aromatica e la complessità, con sentori agrumati e di rabarbaro intriganti, tannino netto e bella freschez-

za.

Vosne-Romanée Aux Reas 2012 – Frutto rosso fragrante, netta nota floreale, molto fine; in bocca è

morbido ma fresco, preciso ed invitante.

Richebourg Grand Cru 2012 – Olfatto finissimo, distinto e fresco, con canfora, spezie, ed un’evidente rosa rossa; bocca carnosa ma tesa ed articolata, in continua progressione, con qualità tannica eccezionale; finale tutto in crescendo, senza cedimenti, con tanti fiori e mineralità rinfrescante. Un altro assaggio memorabile, una precisa interpretazione dei caratteri del mitico grand cru di Vosne-Romanée, modello di potenza ed eleganza.

Claude Dugat

(Domaine Claude Dugat a Gevrey-Chambertin)

Per molti è il più grande vinificatore del pinot nero ed uno degli interpreti più classici e capaci dei terroir di GevreyChambertin. Claude Dugat è un signore di quasi 60 anni, che aspetta gli ospiti, all’ora dell’appuntamento, sulla porta del suo giardino nel muro antico che lo separa dalla piazza della chiesa del paese. Le botti sono in un affascinante ampio locale non interrato, com’è raro in Borgogna, pochi scalini sotto il livello del terreno: è un’antica chiesa sconsacrata, parte dell’Abbazia trecentesca della parte alta del paese, nell’edificio dove nel Basso Medioevo venivano riscosse le tasse (il Cellier des Dîmes), e dunque un luogo ricco di fascino. Fuori, in giardino, c’è la cavalla con la quale Claude Dugat compie tutte le opera-

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zioni in vigna, dove evita diserbanti e insetticidi, ed usa la lotta ragionata, intervenendo e trattando solo se è strettamente necessario. In vigna il lavoro è quasi maniacale, per giungere a rese per ettaro molto basse, perfetta maturità delle uve pur mantenendo elevata acidità. La vinificazione avviene nel modo più semplice possibile, evitando eccessiva concentrazione: le uve sono diraspate al 100%; la fermentazione, con macerazione, dura circa 15 giorni, con due rimontaggi quotidiani. Per l’affinamento usa botti nuove e di secondo passaggio, assemblando prima dell’imbottigliamento i vini che hanno sostato nelle une e nelle altre. Spiega Claude che il rovere nuovo è irrilevante poiché la forza del terroir è destinata comunque a prevalere. L’incontro con Claude Dugat è di quelli destinati a rimanere impressi a lungo: nel suo sorriso, nella sua gentilezza, nella sua modestia, c’è tutta la passione per il proprio lavoro, con la consapevolezza di quel che la natura può esprimere tramite uva e vino. Serenità e serietà si trasmettono ai vini, che colpiscono per precisione, equilibrio e pulizia. I 2013 sono stati assaggiati dalla botte, i 2012 dalla bottiglia (tra i quali il Bourgogne “base”, in bottiglia da dicembre 2013, che ha frutto ben espresso, rosso e nero; in bocca è appena largo e caldo nel finale, ma ha un bel frutto maturo e tannino molto fine; fuori categoria per una denominazione regionale). Tutti vini già molto espressi ed equilibrati, nonostante che struttura ed acidità lascino intravedere un radioso avvenire.

ratti

Gevrey-Chambertin 2013 – Il village di Claude Dugat proviene da 15 parcelle, a creare sempre grande equilibrio nonostante le caratteristiche precipue di ciascuna annata; il colore è netto, rosso rubino brillante, intenso; al naso ha ciliegia e spezie fresche; in bocca è una spremuta di lamponi freschi e fragoline di bosco, elegantissimo, di eccezionale freschezza ed irresistibile bevibilità. Anche il 2012 è un vino di rara eleganza, ha bocca molto ricca, ampia, ariosa; il frutto è maturo e preciso, c’è grande equilibrio, il finale è succosissimo ed invitante. Gevrey-Chambertin 1er Cru 2013 – Assemblaggio dei 1er Cru Craipillot e Perriére. Un po’ chiuso al naso, in bocca ha tannino netto, giovane, con elevata acidità, e sensazione petillant da malolattica ancora in corso.

Gevrey-Chambertin 1er Cru Lavaux-Saint-Jacques 2013 – Vigna caratterizzata da suolo con poca terra, che subito lascia spazio al calcare. Al naso è fine, speziato, con radici aromatiche, note balsamiche fresche, rosa; in bocca il tannino è vellutato e la freschezza sapida è lunghissima. Il 2012 al naso ha un’iniziale lieve tostatura che poi fa spazio a ciliegia, cenni balsamici e minerali, grafite, spezie, in armonia; in bocca la sapidità è eccezionale, ha tannino netto, da affinare; leggero legno da integrare, ha potenza ed eleganza del frutto. Charmes-Chambertin Grand Cru 2013 – Vigneto di 0,30 ha, piantato nel 1976, all’interno del più

grande dei Grands Crus di Gevrey. Veste vivace, rosso luminoso; al naso ha frutto maturo, netta mineralità, cassis evidente, anche fiori; avvolgente all’attacco in bocca, al centro ha netto frutto rosso, il finale è freschissimo, molto sapido, con una lunga scia minerale.

Griotte-Chambertin Grand Cru 2013 – Da una parcella di 0,16 ha, piantata nel 1957, da cui a seconda dell’annata vengono 500 / 600 bottiglie (una piéce e mezzo). Finissimo all’olfatto, con una netta ciliegia che rapisce, lampone e tanti fiori, distinta mineralità; in bocca è dritto, teso, affilato, con tannini davvero setosi e una succosità eccezionale, molto persistente, con una precisione e una pulizia da fuoriclasse. Un assaggio che rapisce, indimenticabile.

Chapelle-Chambertin Grand Cru 2013 – Le vigne risalgono addirittura al 1902, in una parcella di soli 0,10 ha. Naso già espresso e complesso, con radici aromatiche, rosa, lampone, spezie; in bocca ha tannino netto, giovane ma fittissimo, più aggressivo dei suoi “fratelli”, ha grandissima freschezza, polpa fruttata e pulizia nel finale, energico e penetrante. Rispetto agli altri due, questo è il più mascolino dei tre Grands Crus, dove lo Charmes è il più femminile. Così anche Claude Dugat ama descriverli.

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di Lido Vannucchi

Ciau del Tornavento a Treiso Il Ciau del Tornavento, stella michelin, è una grande maison di cucina, uno stile Italiano che strizza l’occhio oltrefrontiera.

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I

l ristorante, ricavato nell’ex asilo, tipica costruzione di stile Littorio del 1931, sorge in paese a

Treiso, nel cuore delle Langhe, terra di grandi vini e di piatti importanti . Un piccolo ingresso conduce nella sala, caratterizzata da alti soffitti e pavimenti in legno, dove ci si può accomodare godendo di una vista mozzafiato sui vigneti, che si perde nelle alpi. Maurilio Garola e Nadia Benech, si trasferiscono a Treiso per approdare in Langa, spinti dalla passione per i grandi vini del territorio e dalla splendida posizione. Nello stesso anno la guida Michelin riconferma la stella già assegnata l’anno precedente. È in questo luogo ameno che Maurilio realizza oltre ad una solida e classica cucina, una delle più grandi cantine d’Italia, scendere nei sotterranei è un’emozione unica, una cantina in verticale di migliaia di etichette “3000”, un numero sconsiderato di bottiglie circa 60,000, conservate in diversi spazi debitamente climatizzati e umidificati, non esiste un centimetro quadrato di spazio libero, l’occhio vaga fra grandi Baroli, Barbareschi, Nebbioli, Pinot Neri, Champagne, Chardonnay, Sauvignon, Sangiovesi, ecc, sia in versione bottiglia da 0,750 che in grandi formati. Bottiglie rare forse uniche, molti vignaioli riacquistano dallo Chef Maurilio Garola le proprie vecchie annate, è il paradiso degli enoturisti, seduti ai tavoli sempre molto affollati possiamo trovare enofili di ogni parte del mondo.

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Nella bellissima sala molto ben arredata, alcune vecchie e rare affettatrici d’inizio secolo, perfettamente restaurate, cercano di distoglierci lo sguardo dal paesaggio che ci si pone davanti come una cartolina, producendo una sicura sindrome di Stendhal. In sala troviamo il bravo sommelier Luca Ronchail, da circa sette anni gestisce la sala e la grande carta dei vini, innamorato pazzo dei grandi Riesling, e dei grandissimi nebbioli, non esiste una bottiglia che Luca non sappia dove sia riposta, affidarsi a lui è un sicuro viaggio nel magico

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mondo del vino. Dalla cucina escono superbi piatti del territorio, le lumache di Cherasco, la finanziera, risotti allo zafferano, al tartufo, tartare di Fassona, agnolotti del plin, ravioli, l’Agnello in due cotture, senza dimenticare il mare, grandi pesci, i gamberi di San Remo, una miriade di verdure approvvigionate dai contadini circostanti e circa una cinquantina di erbe aromatiche appena raccolte nel bellissimo erbario a pochi metri dalla cucina.

Il Ciau del Tornavento è una grande maison di cucina, uno stile Italiano che strizza l’occhio oltrefrontiera, grandi brigate, preparatissimo personale di sala, una cantina veramente unica, un paesaggio rurale indimenticabile fanno di questo posto un luogo di elezione, dove una cena si trasforma in momento speciale.


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Agnolotti del Plin di Seirass al Timo Serpillo su nido di fieno Maggengo Preparate la pasta: setacciate le due farine sulla spianatoia, fate la fontana e al centro mettete le uova e i tuorli, il sale e l’olio. Lavorate il tutto fino a ottenere un composto sodo e omogeneo. Preparate il ripieno: passate al setaccio la ricotta, unite gli altri ingredienti e lavorate il tutto fino a ottenere un impasto omogeneo. Stendete la pasta in fogli

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sottili; riempite una tasca da pasticciere con il ripieno e collocate degli spumoncini sui fogli di pasta; disponete sopra un secondo foglio, ritagliate la pasta intorno al ripieno con una rotella dentata e chiudete bene gli agnolotti dando il classico pizzicotto, che andrà così a formare il tradizionale “plin”. Preparate un canovaccio con all’interno il fieno che avvolgeva il seirass e immergetelo nell’acqua dove cuocerete gli agnolotti. Portate a ebollizione, salate leggermente e cuocete gli agnolotti; scolateli molto

delicatamente e passateli per qualche istante in una capace padella con una noce di burro e del timo serpillo. Utilizzando il fieno del canovaccio, create dei nidi da posizionare nei piatti individuali e servite all’interno gli agnolotti. Ingredienti x 12 persone 600 g di farina 00 400 g di semola di grano duro 4 uova olio extravergine di oliva 30 g di sale 22 tuorli


di Mauro Manni

Collezionismo: bottiglie e mignon di liquori e distillati Un hobby che aumenta la cultura professionale e fa “merchandising

C

ollezione simpatica e

Ogni bottiglia “racconta” qualcosa:

i whisky scozzesi, per esempio,

interessante è senza dubbio

dal formato alla gradazione, dalla

migliorerà le nostre conoscenze

quella dei liquori e distillati

grafica dell’etichetta al tipo di vetro,

merceologiche. Sì, perché la ricerca

(bottiglie grandi o piccole). Un hobby

alla chiusura; tutti elementi che ci

coinvolgerà i blended, i malt e i

che, esposto nel locale, farà vetrina,

permettono di datarne la produzione

grain. Parlando poi di malt whisky,

creando spunti di dialogo con clienti

e che tratteremo nei più avanti.

varie le zone di origine (low land,

e amici.

Sviluppare una tematica come

high land, islay, ecc..).

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Campionatura di una collezione di mignon Cognac Martell che supera i 300 pezzi; queste bottigliette testimoniano almeno 50 anni di produzione.

Riprenderemo l’argomento trattando

sofisticata.

carta e secondo, quando il tappino

la tematica specifica.

Le mignonnettes compaiono sul

diventerà di plastica.

Tenendo conto delle referenze di

mercato a fine ottocento quando

Dal liquore, formato tascabile,

un’azienda e di ciascuna tutte le

le distillerie (prime tra tutte le

al brandy corroborante da bere

possibili differenze, si può arrivare a

Maisons du Cognac) realizzeranno

durante la pesca o allo stadio, la

raccogliere anche 1000 esemplari di

le miniature delle grandi per dare

mignon si inserisce in vari segmenti

una sola ditta (tra grandi e piccole);

ai loro venditori un campionario più

di mercato, non ultimo quello dei

le varianti di un solo tipo di liquore

maneggevole.

souvenir con l’etichetta che raffigura

o distillato possono superare i 100

Le mignon piacciono, il mercato

un monumento o una piazza di una

pezzi.

le richiede soprattutto per la loro

città.

estetica (copie fedelissime della

Tra gli anni “70 e “80 nascono

Le bottiglie grandi appaiono

sorella “maggiore” in tutti i particolari:

aziende che produrranno solo

sul mercato verso il 1830,

forma della bottiglia, etichetta,

mignon, un vero e proprio boom.

sostituiscono le botti nel trasporto

contro etichetta, collarino, ecc..); le

via nave, risolvendo così il problema

aziende iniziano una produzione più

Quali gli esemplari da collezionare

dell’evaporazione di parte del

massiccia e le bottigliette diventano

Per le bottiglie grandi il collezionista

contenuto. Negli anni la bottiglia,

oggetti da collezione.

potrà scegliere tra gli esemplari da

da semplice contenitore, diventerà

Verso gli anni “60 la produzione di

cl. 75 o

confezione lusso e regalo, verrà

mignon aumenta e questo avviene

cl. 100, alcuni raccolgono anche

impreziosita con etichette elaborate,

in coincidenza di due fattori: primo,

esemplari più piccoli (cl.35 o 50) e

cristallo massiccio, vetro soffiato,

quando l’Utif (tassa sugli alcolici)

più grandi

ceramica semplice e poi sempre più

verrà assolta con una fascettina di

(cl. 150 – 200) per avere la “scala”

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dello stesso tipo di bottiglia; per “

whisky, cognac, brandy oppure

mignon” si intende una bottiglietta

concentrarsi su una o più marche

con un formato variabile tra i

italiane o straniere. Seguendo una

25 e i 100 cc. massimo. Alcuni

“tematica” arriverà un momento che

collezionano anche formati superiori,

trovare nuovi esemplari sarà sempre

per lo stesso motivo che abbiamo

più difficile e quindi stimolante e

appena citato. ( foto 3 –J&B - i

divertente. Due tipi di collezione

formati da un minimo di 40 cc. fino ad un gallone (lt.4,5 circa). Raccolta o collezione Iniziando qualsiasi collezione, occorre circoscrivere l’interesse ad una tematica altrimenti si rischiano crisi “di rigetto” inevitabili. Mentre con le bottiglie grandi è quasi scontato dedicarsi ad un settore specifico, nel caso delle mignonnettes ci si può lasciar prendere dall’entusiasmo e iniziare a raccogliere un po’ di tutto, però è consigliabile anche

Esistono due grandi aree del collezionismo, valide entrambe, una consiste nel raccogliere vecchi reperti, scovati magari in qualche cantina e che costituiscono la vecchia produzione “normale” del settore, l’altra quella di seguire le edizioni speciali, quasi sempre a tiratura limitata, realizzate dalle distillerie per collezionisti in occasioni di eventi particolari (foto 4 – a sinistra Cognac promozionale – realizzato per una serie di incontri con i giornalisti negli anni “80, a destra

per questa collezione seguire una

vecchia bottiglia di Cognac Boulestin

tematica come tipologia di distillato:

anni “50/”60).

Scriveteci e segnalateci i vostri esemplari Nei prossimi numeri passeremo in rassegna un po’ tutto il mondo del collezionismo, vedremo bottiglie vecchissime e speciali. Inviateci le foto delle vostre bottiglie e chiedeteci informazioni. Siamo in contatto con numerosi collezionisti che intendono cedere, acquistare o scambiare (alcune tra le bottiglie fotografate sono di loro proprietà). Questa rubrica vuole diventare uno “sportello virtuale” per fornire informazioni e suggerimenti a chi è appassionato o si vuole avvicinare a questo hobby (mauromanni@libero.it)

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le notizie di enogastronomia e turismo

IL VERMENTINO DI SARDEGNA PROTAGONISTA AL VINITALY 2014

Il Vermentino di Sardegna è stato grande protagonista al Vinitaly con una serie di eventi organizzati dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Sardegna in collaborazione con l’Agenzia Laore, partendo dalla tavola rotonda “Sardegna terra di Vermentino: cultura e innovazione”, che ha visto il coinvolgimento di esperti di fama internazionale. In apertura dei lavori l’Assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna Elisabetta Falchi, propone “…un grande rilancio di questo vitigno. Il Vinitaly è un solo un primo passo. Siamo convinti delle grande potenzialità di questo vitigno che merita di essere valorizzato in maniera più incisiva. Per numeri, successo di critica e di mercato si può definire, insieme al Cannonau, il biglietto da visita della Sardegna enologica nel mondo”. Il prof. Gianni Nieddu dell’Università di Sassari ha evidenziato come le relazioni tra Vermentino e Sardegna rappresentino un esempio positivo di interazione, con il risultato che il vitigno, cinquanta anni fa compreso in quelli a minore diffusione (incidenza dell’1 %), oggi è il più diffuso tra quelli a bacca bianca (14,7%) e viene vinificato sia nella Gallura, dove può essere rivendicata una DOCG, sia nel resto dell’Isola dove la maggior parte delle aziende vitivinicole produce Vermentino DOC. La Sardegna, con circa 3900 ha. rappresenta attualmente l’area mediterranea e mondiale con la maggior diffusione del Vermentino, (circa il 65% dell’intera superficie nazionale coltivata con questo vitigno). I territori coltivati con successo sono accumunati dalle caratteristiche mediterranee del clima e della vegetazione e dalla vicinanza al mare: spaziano dalle colline galluresi su suoli dal substrato granitico, alle aree litoranee calcaree o alluvionali della costa nord occidentale o del centro sud dell’Isola, sino alle zone collinari interne o ai comprensori sabbiosi costieri dove la vite si coltiva ancora franca di piede. Il Prof. Scienza si è invece soffermato sulle origini e caratteristiche varietali di un vitigno che pur essendo coltivato in altri aree d’Italia con diversi sinonimi, più di altri sente il mare e in Sardegna ha trovato la sua più alta espressione. E, come sostiene Mariano Murru di Assoenologi Sardegna, è un vitigno di grande duttilità e potenzialità che consente di ottenere tipologie diverse, dallo spumante al passito

a cura della redazione di

passando da vini frizzanti a vini fermi di grande struttura ed eleganza, tutti di grande qualità e fortemente rappresentativi del territorio. Il giorno successivo il sommelier Andrea Balleri ha letteralmente catturato i numerosi partecipanti alla degustazione guidata di alcuni Vermentini espressione dei territori della Sardegna, da quelli della Gallura per finire al Sulcis e al Campidano passando attraverso i Vermentini di Alghero e dell’Oristanese, tutti di grande sapidità, struttura e profili aromatici che ci riportano ai profumi dell’isola e del mare che la circonda. AGENZIA LAORE SARDEGNA - www.sardegnaagricoltura.it

SANDRO BOSCAINI NUOVO PRESIDENTE DI FEDERVINI

È Sandro Boscaini, Presidente e Amministratore Delegato della Masi Agricola, l’imprenditore vitivinicolo proposto dal Consiglio di Federvini alla guida della Federazione per il triennio 2014/2016. Riunito presso le nuove Cantine Antinori a Bargino, il Consiglio ha trovato unanime convergenza su una delle figure più rappresentative del settore vinicolo in Italia. “L’ampio consenso che la Federazione ha riscontrato sul nome di Sandro Boscaini è un bel segnale di intesa interna e di allineamento su obiettivi comuni – ha dichiarato Lamberto Vallarino Gancia, Presidente uscente. “Sono certo che Sandro saprà armonizzare con intelligenza e capacità strategica le diverse sfide che la nostra Federazione si troverà a fronteggiare nei prossimi mesi. La difesa e la valorizzazione del nostro patrimonio vinicolo sono infatti per lui due obiettivi che passano prima di tutto attraverso la difesa e la valorizzazione dell’intero settore delle bevande alcoliche in Italia”. Attento conoscitore dei mercati internazionali, Sandro Boscaini è considerato l’ambasciatore nel mondo dall’Amarone, di cui Agricola Masi è oggi leader mondiale nella produzione. Sandro Boscaini dichiara: “Questa designazione rappresenta il riconoscimento dei risultati raggiunti da Masi nel mercato internazionale. Prima presidenza di un imprenditore vitivinicolo veneto nella centenaria storia della Federazione accredita il primario ruolo che la regione ha assunto nel mercato mondiale del vino e delle bevande alcoliche, grazie alla professionalità dei propri operatori e a un dinamico operare in filiera”. L’Assemblea della Federazione, indetta a Roma il prossimo 19 giugno, sarà chiamata a votare la scelta operata dal Consiglio che ha ringraziato calorosamente Lamberto Vallarino Gancia per la energica e continua attività prestata nei due mandati alla Presidenza di Federvini. MASI AGRICOLA S.p.A. www.masi.it


le notizie di enogastronomia e turismo

IL LAMBRUSCO DI GUALTIERI È… ROCK!

Cucina e musica rock, un binomio vincente per la Cantina Sociale di Gualtieri. Tra i quattro vincitori del contest nazionale “Ascolta e crea” lanciato dal blog “Rock ando Food” spicca la ricetta “Sogni e lambrusco”, ideata dalla cesenate Patrizia Pasini partendo dalla pasta al lambrusco Bucciamara della cantina reggiana. La sfida era lasciarsi ispirare da un brano rock e creare una ricetta originale: sulle note di “Lambrusco e popcorn” di Ligabue è nato un piatto che unisce i migliori sapori della bassa emiliana (parmigiano reggiano, salsiccia e zucca) e ha conquistato la giuria composta da quattro chef under 40, tra cui Riccardo Facchini, volto televisivo della nota trasmissione “La prova del cuoco”. “Vieni qua che ti faccio vedere dov’è il nostro pezzo di mondo” canta Ligabue nella canzone-manifesto di una terra di confine tra Reggio Emilia, Modena e Mantova: i maccheroni ‘sogni e lambrusco’ interpretano il grande carattere di questi luoghi, capaci di risollevarsi dopo il terremoto con effervescente voglia di vivere – il lambrusco – e semplice concretezza – i maccheroni – che si mescolano in un abbraccio di gusto. CANTINA SOCIALE DI GUALTIERI - www.gualtierilacantina.it

IL SORBETTO AL LAMBRUSCO DI CORTE MANZINI

Luciano Pavarotti, grande amico della famiglia Manzini, lo definiva “uno spumante selvaggio e ineducato” e volle il loro Lambrusco al suo matrimonio. L’azienda di Castelvetro, fondata nel 1978, è riuscita in questi ultimi anni ad ottenere riconoscimenti prestigiosi, ultimo dei quali la Corona d’Oro della Guida Vini Buoni d’Italia 2014 con il loro Lambrusco più conosciuto, “L’Acino”. Ora un nuovo progetto si è aggiunto al loro nutrito carnet di successi: il “Sorbi Wine”, il sorbetto al Lambrusco. Presentato al Prowine a Dusseldorf, al Vinitaly e al Cibus a Parma, ha riscosso un immediato successo. La bevanda dissetante per eccellenza ai tempi della civiltà contadina era acqua e vino o in alternativa ghiaccio e vino e questo prodotto si è ispirato alla stessa tradizione. Anche se in questo ultimo periodo i gelati al gusto di vino sono diventati una vera e propria moda, le ricette sono vecchie di secoli. Il sorbetto al Lambrusco,

fresco e originale, ha il colore rosso violaceo tipico del vino rosso più venduto al mondo. È un dissetante e digestivo dessert, non eccessivamente dolce, che sarà molto apprezzato nelle calde giornate estive, ma che può essere ben utilizzato tra le portate di carne o pesce per creare un delicato intervallo nel bel mezzo di un lauto banchetto. AZ. AGR. CORTE MANZINI - www.cortemanzini.it

F.LLI RINALDI DISTRIBUISCE LA MONTINA E CONCILIO

Grande competenza produttiva di vini di altissima qualità e gestione moderna e attenta all’evoluzione del mercato unite nei recenti accordi siglati dalla F.lli Rinaldi Importatori spa per la distribuzione in Italia dei prodotti della azienda franciacortina e della storica Casa trentina. La Montina SrL si occuperà delle sole vendite su Brescia e provincia, nonché delle vendite dirette ai privati e lo shop online. “È per noi una scelta importante ed epocale: l’unica possibile per affrontare con il giusto piglio la sfida lanciata dalle mutate condizioni del mercato italiano” - spiega Michele Bozza, Responsabile Commerciale e Marketing de La Montina – “Crediamo in un impulso di crescita e di ulteriore diffusione del nostro prodotto”. Le tenute La Montina sorgono nella meravigliosa Franciacorta, tra laghi, verdeggianti vigneti e microclima ideale per la nascita e la crescita di uve di eccellenza e del benessere fisico. In occasione del loro recente accordo distributivo, Concilio e F.lli Rinaldi Importatori hanno operato un innovativo restyling del marchio, delle bottiglie e delle etichette, con l’obiettivo di conferire a Concilio un’identità allineata al concetto più attuale e contemporaneo del vino di alta qualità e del suo consumo. Grande soddisfazione di Alfredo Albertini, AD di Concilio S.p.A., “…per l’accordo raggiunto dopo analisi e valutazioni in cui è emersa da subito una medesima visione delle cose, con una piena sintonia e condivisione degli obiettivi a lungo termine. Siamo convinti che la tradizione e la specializzazione di Rinaldi Importatori nel canale Ho.re. ca con i vini e gli spumanti del Trentino andrà a beneficio della Concilio, che produce vini trentini dal 1860, ovvero dalla sua nascita, e del grande patrimonio viticolo trentino che sta oggi alla sua base e da cui origina la propria determinazione e competenza vitivinicola”. Commenta Giuseppe Tamburi, Presidente di F.lli Rinaldi Importatori: “Con La Montina la proposta Rinaldi si arricchisce di una partnership di assoluta eccellenza produttiva, di grande reputazione commerciale e di forte, dinamica presenza sul mercato nazionale mentre la splendida nuova veste della marca è l’auspicio migliore per l’imminente, forte rilancio distributivo e d’immagine di Concilio, una delle Cantine più autentiche e storiche nella produzione dei vini trentini di altissima qualità”. F.LLI RINALDI IMPORTATORI - www.rinaldi.biz

a cura della redazione di


le notizie di enogastronomia e turismo

MAGIS, IL GUSTO DELLA SOSTENIBILITÀ CERTIFICATA

Due giornate dedicate al presente ed al futuro della sostenibilità ambientale, sociale ed economica con i vini sostenibili certificati Magis in degustazione al Vinitaly. Magis è una parola latina che vuol dire “di più”, cioè “sempre meglio”. Il nome evoca la natura e lo scopo: continuare a identificare, creare e diffondere tutta l’innovazione necessaria per migliorare la sostenibilità della vitivinicoltura e la salubrità del vino. Se ne è parlato durante l’incontro “Il Valore del Vino sostenibile è l’Uomo”. Perché è l’uomo al centro? “Non possiamo più produrre abusando delle risorse che la terra ci dà” ha sottolineato Attilio Scienza, Università degli studi di Milano, presidente del comitato tecnico-scientifico di Magis. “L’uomo è l’unico elemento determinante nella gestione della produzione dell’uva e nella fabbricazione del vino. Con Magis, attraverso un protocollo condiviso in continua evoluzione, l’agronomo ha la possibilità di valutare al meglio ogni intervento”. Lo stesso protocollo Magis evidenzia infatti la centralità dell’agronomo nella gestione sostenibile del vigneto. “Non abbiamo ereditato la terra dai nostri padri, l’abbiamo in prestito dai nostri figli. Sviluppo sostenibile è soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza infierire su quelle future” ha affermato Mario Del Debbio, presidente nazionale Fisar. “Come sommelier dobbiamo portare il messaggio di quello che Magis sta facendo con tanto impegno. Crescere vuol dire diventare più grandi, svilupparsi vuol dire diventare ogni giorno migliori. Noi vogliamo sviluppare ogni giorno di più questo concetto: Magis”. “Per fare un vino sostenibile Magis, ogni produttore dispone delle migliori conoscenze, aggiornate anno dopo anno” ha concluso Roberto Rabachino, presidente nazionale Associazione Stampa Agroalimentare Italiana, moderatore del talk show, richiamando i concetti del protocollo di sostenibilità. “Magis è agricoltura di precisione, che vuol dire fare solo quello che serve, solo quando e dove serve, con equilibrato e rispettoso “senso della misura”. Così lo faranno anche i figli dei nostri figli. Perché la sostenibilità dev’essere un fatto dimostrabile, e non solo una parola”. Tutti gli eventi Magis (“Il Valore del Vino sostenibile è l’Uomo”, il 7 aprile; “Le quote in rosa di Magis” l’8 aprile; i Magis Time) sono stati organizzati in collaborazione con Fisar - Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori. MAGIS - info@magis.me

SUCCESSO PER IL “RIVE DI SANTO STEFANO” BY MIONETTO AL VINITALY 2014

Mionetto si è presentata quest’anno alla 49esima edizione del Vinitaly con un’anteprima assoluta: il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Millesimato “Rive di Santo

a cura della redazione di

Stefano”, l’ultima preziosa novità della “Luxury Collection”, la linea d’eccellenza dedicata all’Ho. Re.Ca. Dal colore giallo paglierino, accompagnato da riflessi verdognoli e solcato da un perlage fine e persistente, il “Rive di Santo Stefano” è uno spumante sontuoso, complesso nei suoi sentori di mela verde e pera, con note agrumate e di fiori bianchi. Acidità e sapidità risultano equilibrate con la giusta e moderata ricchezza zuccherina residua. Si esprime al meglio con crudità di mare e con il pesce più ricercato. “I Rive sono prodotti che vogliono esaltare le sottozone dell’area Valdobbiadene DOCG”, – spiega Alessio Del Savio, Direttore Tecnico ed Enologo di Mionetto -. “Noi abbiamo scelto le Rive di Santo Stefano perché cuore di un’area, quella del DOCG, dove suolo, esposizione e microclima ne sanciscono la particolare vocazione alla coltivazione di quel generoso vitigno che è il Glera”. Questa preziosa proposta arriva in un momento particolarmente favorevole per Mionetto che ha registrato nel 2013 un fatturato in crescita del +5,1% in Italia e un boom delle vendite in USA (+28%). “La crescita del marchio Mionetto in Italia, – spiega Paolo Bogoni, Chief Marketing Officer – si unisce alla sua sempre più ampia affermazione internazionale nei principali mercati del Prosecco, nostro core business”. MIONETTO S.p.A. - www.mionetto.com

PECORINO CASTELLO DI SEMIVICOLI - INTERPRETE DEL TERRITORIO ABRUZZESE

In Casa Masciarelli è da poco arrivato un Pecorino – al primo anno di commercializzazione – il cui vigneto fu piantato da Gianni Masciarelli nel 2005, perfetta sintesi della lettura creativa che egli ha saputo dare di questo vitigno, scegliendo il terreno ideale per esprimerlo. Uomo dall’innata curiosità e coraggioso sperimentatore, Gianni aveva deciso di provare un vitigno che non apparteneva alla “storia” dell’azienda, fino ad allora incentrata soprattutto su Montepulciano e Trebbiano. Si era allora messo alla paziente ricerca del territorio più adatto a esaltare la qualità aromatica del Pecorino, con le giuste caratteristiche di altitudine, pendenza, esposizione e tipo di suolo. “Il vigneto da cui è nato il nuovo Pecorino ci ha convinto fin dal principio per la bellezza del luogo in cui è ubicato”, sottolinea Marina Cvetic Masciarelli. “Ubicata nel comune di Casacanditella, vicino allo splendido panorama del Castello di Semivicoli, la vigna è incastonata come una gemma all’interno di un bosco, a testimonianza


le notizie di enogastronomia e turismo della ricca biodiversità del paesaggio. La quiete e l’armonia che emanano da questo luogo ci hanno ispirato, convincendoci che da un simile terreno sarebbe nato un prodotto eccezionale, in grado di offrire una perfetta interpretazione del Pecorino in chiave Masciarelli”. Nata nel 1981 dall’intuito imprenditoriale di Gianni Masciarelli, figura simbolo del panorama enologico italiano e protagonista dell’affermazione della vitivinicultura abruzzese moderna, l’Azienda si è affermata, nello spazio di appena un trentennio, tra le realtà di maggiore spicco e prestigio nel panorama vitivinicolo italiano, e non solo. Condotta dal 2008 da Marina Cvetic Masciarelli, moglie di Gianni, ha sede a San Martino sulla Marrucina (CH) e conta circa 350 ettari di terreni coltivati a vigneto articolati su 14 comuni nelle 4 province abruzzesi. Produce oltre 2 milioni di bottiglie l’anno. Alla produzione vinicola si affianca anche quella di olio extravergine di oliva. Un costante e rinnovato lavoro, quello dell’Azienda Masciarelli, all’insegna della modernità, del rispetto per l’ambiente e senza mai dimenticare l’importanza della tradizione. Emblematica in questo senso anche l’apertura dopo un lungo restauro del seicentesco Castello di Semivicoli, relais de charme tra i vigneti. MASCIARELLI TENUTE AGRICOLE S.R.L. - www.masciarelli.it

BUON COMPLEANNO GIOE’

Diciassette annate in mezzo secolo per un Amarone veramente speciale. Questo è il Gioè di Santa Sofia, azienda che ha superato i cento anni di vita, di proprietà della famiglia Begnoni, storici produttori della Valpolicella che hanno scelto di festeggiare il cinquantesimo compleanno del loro Amarone selezionato, nato nel ’64, con una degustazione dedicata alla stampa di settore nel corso del recente Vinitaly. Le annate scelte sono alcune di quelle di cui c’è ancora una piccola scorta, essendo il Gioè una chicca prodotta in numero limitato di bottiglie. L’onore dell’apertura è toccato al Gioè 2007, il millesimo dei 50 anni, per il quale è stata ideata un’etichetta speciale, seguito dal 2000, dal 1998, dal 1995, ed infine dal 1977. Introdotta da Giancarlo Begnoni, la degustazione ha avuto un prologo con l’illustrazione della tecnica di vinificazione che avveniva inizialmente attraverso la maturazione per 5 lunghi anni in botti di rovere di Slavonia, modificata successivamente con l’introduzione di barriques di rovere francese e tempi di affinamento diversi a seconda dell’anno di produzione. Di ispirazione “classica”, con uvaggio Corvina, Rondinella, Molinara e in qualche caso Corvinone, le cinque annate degustate presentano ovviamente una ricca speziatura e la tipica ciliegia come “comun denominatore” ma note diverse dovute all’invecchiamento e alle cessioni dei legni: il “giovane” 2007 ha buona rotondità, sentori balsamici ma tannini ancora da ammorbidire. Stessa astringenza anche per il fratellino maggiore, il 2000 che, pur avendo già quattordici anni, è ancora un giovinetto, spigoloso ma con grandi potenzialità ancora da esprimere e di sicura serbevolezza. Di assoluto interesse il ’98, di un bel granato intenso, naso ricco, speziato con amarasca su tutto, tabacco e una nota balsamica intrigante, morbido e vellutato in bocca, caldo e di buona eleganza e lunga persistenza. Un

grande Amarone! Altrettanto interessante il 1995 con buone note di caffè e frutta cotta, in bocca colpisce per l’ottima acidità, ancora importante per un vino di ben 19 anni, ma anche per un buon corpo ancora equilibrato. Infine il ’77, che in etichetta presenta la denominazione “Recioto della Valpolicella”! Già dal colore, granato scuro ma ancora abbastanza brillante seppur con unghia aranciata, e soprattutto dal naso importante si capisce che siamo di fronte ad un’evoluzione di un vino che vira addirittura verso i grandi Sherry, acidità ancora evidente, armonioso e con un finale molto lungo. Si prova grande emozione nel degustare un vino di 37 anni ancora in queste ottime condizioni. La degustazione si è chiusa con l’appuntamento della famiglia Begnoni alla prossima annata del Gioè…il 2011. SANTA SOFIA S.R.L. - www.santasofia.com

FRALIBRI - L’ELEGANZA CLASSICA DEL VALPOLICELLA

Felice conferma, per il quinto anno consecutivo, per il Valpolicella Classico della Società Agricola Eleva, già molto apprezzata per il suo Piovesole, Amarone della Valpolicella Classico di grande struttura e corpo e per il Tenzone, Valpolicella Ripasso Classico Superiore, da pochi anni entrato a completare la gamma dei vini dell’azienda. Il Fralibri, è ottenuto con uve Corvina, Corvinone, Rondinella e Teroldego provenienti dai vigneti aziendali, terrazzati situati nella zona classica. Di carattere deciso e asciutto la vendemmia 2013 si fa apprezzare per la sua freschezza, i suoi profumi e perfino per la sua semplicità che lo rendono adatto a ogni tipo di abbinamento. Alla vista appare limpido e di un colore rosso rubino con riflessi nettamente violacei. Abbastanza persistente all’olfatto, ai sentori di frutta fresca, dove spicca la ciliegia, si sovrappongono quelli speziati come pepe bianco e minerali. In bocca si manifesta con una buona persistenza al gusto, con una corretta acidità tipica del vino fresco ed equilibrato. L’imbottigliamento si esegue l’anno successivo alla vendemmia e si affina in bottiglia per almeno 3 mesi. Oltre ai piatti classici è stato pensato per accompagnare il pesce di lago e di mare. Presentato al Vinitaly 2013 come il biglietto da visita dell’azienda ha subito riscosso grandi consensi. La Società Agricola Eleva punta infatti molto su questo vino che conserva il genius loci: territorio, annata climatica e fattore umano. SOC. AGRI. ELEVA SRL- www.vinieleva.it

a cura della redazione di


di Claudia Marinelli

Storia di una verticale completa del Caberlot dal 1988 al 2010

Bettina Rogosky

IL CARNASCIALE, azienda che produce un vino unico al mondo.

Il 17 febbraio scorso, si è svolta a Firenze presso il Teatro del Sale di Fabio Picchi, una degustazione integrale di 25 annate del Caberlot, per me è stato un vero onore essere stata invitata, e spero di riuscire a trasmettervi l’emozione avuta durante questa degustazione.

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Il Sommelier n. 2 / 2014


Dopo la degustazione (la veriticale) c’è stato un successivo approfondimento in azienda, dove sono stata accolta dalla proprietaria la Sig.ra Bettina Rogosky e l’enologo Peter Schilling e Marco Maffei assistente enologo di Peter. L’incontro è stato quanto mai entusiasmante, siamo partiti da un bel giro dei vigneti per completare la degustazione in cantina dell’annata 2012 ancora in affinamento in barriques. L’azienda il Carnasciale è situata in una zona collinare che si trova fra l’Appennino Toscano e le Colline del Chianti Classico, a Mercatale Valdarno, in provincia di Arezzo. L’azienda fu comprata nel 1972 da Wolf Rogosky e sua moglie Bettina, la visione di Wolf all’epoca era quella di fare un vino che uscisse fuori dagli schemi e che non rispecchiasse la produzione del Sangiovese dell’epoca (anni ’80). Nel 1983 parteciparono ad una degustazione, presso il Cibreo, nasce infatti qui l’amicizia con Fabio Picchi, Chef tradizionalista ed eclettico di Firenze, l’azienda che era in degustazione era Vecchie Terre di Montefili, questi vini piacquero molto a Wolf e per questo decise di conoscere l’enologo che faceva loro la consulenza, Vittorio Fiore. Questo incontro fu determinante per Wolf, per le future scelte che andò a fare riguardo alla conduzione della sua azienda. Nel 1985 ci fu in Toscana una grandissima gelata che decimò quasi interamente tutta la produzione olivicola della regione, molti di noi si ricordano ancora quello che successe in quel periodo di grandi freddi e nevicate. Questo disastro fu decisivo per l’azienda il Carnasciale, poiché l’anno successivo decisero Pianta di Caberlot allevata ad alberello

Il Sommelier n. 2 / 2014

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di impiantare a vigneto il bellissimo

una valutazione di un vigneto

subito una bellissima intesa, per

appezzamento che fino a poco

abbandonato e disastrato dalla

la costruzione di un progetto che

tempo prima era dedicato alla

grandine nella zona della provincia di

sarebbe diventato unico nel suo

produzione di olio, quindi nel ’86

Padova, e qui vi trovò questa pianta

genere, infatti Wolf comprese

furono impiantati i primi 3200 metri

che subito attirò la sua attenzione,

immediatamente le potenzialità di

di Caberlot.

poiché aveva le foglie del Merlot ed il

questo vitigno che rappresentava

frutto del Cabernet Franc. Incuriosito

le caratteristiche peculiari di due

portò la pianta nei suoi vivai per

vitigni molto interessanti per lui, quali

studiarla al meglio e verificare le sue

appunto il Merlot ed il Cabernet

intuizioni iniziali su questo ibrido,

Franc, racchiusi in un’unica pianta.

che a quanto pare si era sviluppato

Fu così che registrò il marchio

Questo vitigno fu trovato all’inizio

naturalmente.

CABERLOT e dette vita alla sua

degli anni 60 da Remigio Bordini,

Quando Wolf espose la sua volontà

prima produzione nel 1988.

illustre Agronomo di Lugo in

a Vittorio Fiore di impiantare un

Oggi l’azienda è condotta da Bettina

provincia di Ravenna.

vigneto, questi lo mise in contatto

e il figlio Moritz Rogosky, che sanno

Bordini fu chiamato per fare

con Remigio e da li nacque

trasmettere ai loro ospiti tutta la

Ma che vitigno è questo Caberlot e da dove proviene?

loro gentilezza, competenza ed amore per il lavoro che svolgono al Carnasciale, la parte della produzione in azienda invece è affidata all’enologo Peter Schilling di chiare origini Tedesche ma di formazione enologica Bordolese, con il cuore che palpita come un Vigneron della Borgogna, che vive e lavora in Italia. Come mi ha spiegato Peter in vigna si fa il grosso del lavoro, ogni giorno si pone attenzione a quello che accade e tutta la ricerca si basa sui dati rilevati in azienda, poiché non ci sono possibilità di confronti con altre aziende. Quindi ci vuole molta attenzione e tanta interpretazione da sx: Marco Maffei, Moritz Rogosky, Renigio Borghini, Bettina Rogosky, Vittorio Fiore, Peter Schilling

riguardo allo svolgimento e conduzione annuale del vigneto, anche le selezioni massali vengono fatte da loro. La proprietà attualmente ha in produzione circa 4,5 ha e una vigna di 1,5 ha piantata nel 2013, suddivisi in 5 vigneti che hanno diverse caratteristiche sia come composizione dei terreni, esposizioni e altitudine, il primo vigneto del Caberlot è condotto ad alberello, mentre in altri vigneti si alternano con


Questa filosofia di produzione a mio parere si scopre al momento della degustazione, ed è una delle sue principali caratteristiche, e che si percepisce particolarmente nelle annate definite storicamente calde. Sono sicura che quando si lavora con l’intenzione di un constate miglioramento teso principalmente alla conoscenza profonda di tutti gli aspetti delle fasi di lavorazione e produzione di un vino, i risultati sono sempre gratificanti e riconosciuti l’allevamento a Guyot e Cordone

prodotto nel formato cl. 0,750.

Speronato.

I tini usati per la fermentazione sono da 10 q.li, che accolgono

diffusamente, il Caberlot è senza dubbio intrigante per la sua storia, il suo vitigno e la passione che ci viene messa per produrlo, forse il suo

Durante la vendemmia vengono

l’uva diraspata, vengono effettuate

selezionati i grappoli direttamente

mediamente 2 follature manuali

sulla pianta, facendo anche più

al giorno, e viene svinato dopo

passaggi nello stesso vigneto, si

circa 10/12 gg dall’inizio della

calcola circa 1000 kg al giorno, una

fermentazione. Il vino prosegue

quantità veramente esigua, ma così

l’affinamento per 22 mesi in

facendo questo permette di fare

barriques nuove di rovere francese

una selezione mirata. L’uva raccolta

per circa il 70%.

viene depositata in un camion

Anche sull’utilizzo dei legni c’è

frigo che attende vicino al vigneto,

una ricerca costante e meticolosa

metodologia introdotta a partire dalla

per capire quale legno potrebbe

vendemmia 2009, anno in cui Peter

apportare sempre quel qualcosa in

è stato affiancato da Marco Maffei,

più che andrebbe a caratterizzare

giovane enologo di Firenze, che

maggiormente il vitigno.

da allora è diventato il suo braccio

Il vino non è filtrato ed imbottigliato a

destro per quanto riguarda tutta la

mano, dopo di che rimane in cantina

Inoltre vorrei fare una nota riguardo

produzione al Carnasciale.

per altri 18 mesi per un ulteriore

al colore che mi ha colpito molto

Peter dice: “al momento della

affinamento in bottiglia.

poiché a parte l’88 che aveva

vendemmia, ciò che non metteresti

Quello che si nota visitando

un colore decisamente granato,

in bocca, non deve andare in

l’azienda e parlando con Bettina,

tutti gli altri anche quelli di annate

cantina”, una delle sue tante perle

Peter e Marco, è quanto si ricerchi

più vecchie avevano sempre

di saggezza e modi di interpretare il

la valorizzazione del vitigno

una base rubino molto marcata,

suo lavoro!

nell’espressione dell’annata, che

logicamente i riflessi tendevano

In cantina le pratiche che vengono

come sappiamo ogni anno è

dal granato fino al porpora molto

usate sono molto semplici,

diverso dall’altro, ma la ricerca

profondo per le annate più giovani.

ogni parcella viene vinificata

precisa e meticolosa che viene

Un’altra caratteristica interessante

singolarmente per decidere

fatta tende principalmente ad

è stata la brillantezza veramente

successivamente la destinazione,

esaltare la freschezza e l’eleganza

impressionante, solo in alcune

i vini prodotti sono due: il Caberlot

del vino, questi sono due

annate, che possono essere riferite

che viene prodotto solo nel formato

parametri fondamentali riscontrati

alle annate più problematiche il vino

Magnum lt.1,5 e il Carnasciale

costantemente nella loro produzione.

presentava una leggera opacità.

più grande limite potrebbe essere la quantità prodotta, ma anche no, potrebbe essere la sua grande Forza! La mia degustazione non prevede punteggi, ma solo un indice di gradimento che potrebbe essere così espresso:

** Buono *** Molto interessante **** Ottimo ***** Migliore annata assaggiata

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Ho aggiunto alle note di

bicchiere e aver ossigenato ancora

bocca bella entrata ma nel finale un

degustazione alcune informazioni

un po’ arrivano note fruttate di

po’ corto e gli manca quella spinta

rispetto all’andamento climatico (AC)

marasca miste a note leggere di

maggiore di acidità necessaria a

in riferimento all’annata che mi sono

viola e spezie, finale liquirizia.

dargli maggiore personalità.

state fornite da Peter Schilling.

In bocca molto elegante con

Nel riassaggio confermo che questo

Per la degustazione i vini erano stati

notevole piacevolezza.

vino risente dell’annata è per me

tutti preparati precedentemente

Nel riassaggio vengono fuori delle

molto chiuso e non immediato.

nei bicchieri, quindi avevano avuto

note agrumate, sembra più evoluto

AC – regolare ma ha piovuto molto

modo di ossigenarsi ed aprirsi nel

dell’88 ed ha un finale leggermente

nel periodo di vendemmia ci sono

modo adeguato, è stato fatto un

asciutto.

state in alternanza alcune giornate

secondo riassaggio dove alcune

AC – la fioritura è avvenuta un po’ in

molto belle.

volte c’è stata la conferma delle

ritardo rispetto al calendario, l’annata

prime impressioni, ma in alcuni casi il

fu caratterizzata da molte piogge sia

*** 1995

vino ha dato indicazioni diverse.

in agosto che durante il periodo di

Data della vendemmia:

vendemmia.

25 settembre 1995 Magnum prodotte: 650

**** 1993

Profondità di colore, profumi terziari

Data della vendemmia:

molto complessi che ricordano la

1ottobre 1993

liquirizia e il tabacco, facendo aprire

Magnum prodotte: 633

un po’ il vino si ritrova la bellissima

Colore molto intenso (ma meno

sensazione della mora matura e note

brillante dei precedenti), con riflessi

fresche di eucalipto. In bocca ottima

*** 1988

ancora tendenti al violaceo (leggero),

entrata avvolgente, finale molto

Data della vendemmia:

sentori di mora, a bicchiere fermo

elegante.

26 settembre 1988

maggiore espressione del frutto ed

Nel riassaggio conferma di profumi

Magnum prodotte: 350

è presente un richiamo continuo

molto ampi e complessi, il vino è

Colore rosso granato molto vivo

al Cabernet Franc, espressione di

molto presente con un leggero finale

e brillante, profumi dolci e un bel

ottima maturità del frutto, anche la

dolce

vegetale molto intenso, note di noce

bocca lo conferma.

AC – Annata un po’ sopravvalutata,

moscata, spezie leggere e cannella,

Nel riassaggio in bocca esplode e da

inverno secco con poca pioggia,

entrata lunga e ampia, ottima

la conferma di grande vino

ci sono state precipitazioni inizio

sapidità e acidità ancora presente,

AC – annata eccellente, regolare

settembre che hanno portato ad

tannini lisci e setosi.

a metà luglio alcune piogge che

avere dei tannini con sensazioni

Nel riassaggio confermo la grande

potevano far preoccupare ma poi

metalliche che rendono il vino vivo.

longevità del vino che va degustato

agosto è stato molto asciutto.

con grande delicatezza.

In vigna è stato fatto un grande

** 1996

AC – andamento climatico nella

controllo delle rese.

Data della vendemmia:

Caberlot appunti di degustazione:

8 ottobre 1996

norma con piogge primaverili regolari, ottimo settembre e ottobre.

** 1994

Magnum prodotte: 1120

Data della vendemmia:

Colore vivo e brillante, profumi un

** 1991

4 ottobre 1994

po’ chiusi che ricordano il ’94, vino

Data della vendemmia:

Magnum prodotte: 738

che tende ad essere più magro. Nei

30 settembre 1991

Colore più brillante rispetto al 93

profumi si apre timidamente e viene

Magnum prodotte: 420

forse un po’ più chiuso come

fuori la frutta con lentezza, l’alcool

Colore più carico rispetto all’88

espressione aromatica, mi sembra

però si scopre un po’ troppo. In

profumi più complessi con note

non molto evoluto e meno intrigante,

bocca si esprime notevolmente,

minerali e pietra focaia, molto

anche dopo la prima rotazione i

ottima acidità, ma un leggero finale

penetranti dopo aver roteato il

profumi rimangono un po’ chiusi, in

amaro, l’alcool che ritorna e rende il

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Il Sommelier n. 2 / 2014


vino non troppo equilibrato.

naturale successivamente si ha un

5 ottobre 1999

Nel riassaggio si aperto per quanto

andamento climatico regolare.

Magnum prodotte: 1510

riguarda i profumi, ma predomina la

Colore leggermente scarico e velato,

frutta, rispetto alle altre componenti

****1998

profumi di amarena, note dolci che

aromatiche, in bocca c’è una

Data della vendemmia:

arrivano a poco a poco, complesso

sensazione finale di un tannino

8 ottobre 1998

ed esprime una certa mineralità,

asciutto.

Magnum prodotte: 870

ottima componente aromatica, in

AC – Annata molto produttiva,

Colore rosso rubino vivo,

bocca si sbilancia un po’ sull’acidità

maggio, giugno e settembre molte

grandissima freschezza di profumi,

ed ha un finale non troppo lungo.

pioggie che hanno reso necessario

sensazione di frutta fresca dalla

Nel riassaggio conferma in bocca

fare un controllo delle rese molto

susina ai frutti di bosco a bacca

ed i profumi risultano essere un po’

determinato per ottenere un

nera, al naso si presenta vivace con

scontati.

prodotto accettabile.

note terziarie che vanno dal pepe

AC – inverno molto secco perciò i

nero al tabacco e al cacao, in bocca

terreni non hanno assorbito molta

*** 1997

ha un’entrata ampia , elegante e

acqua in profondità. La primavera è

Data della vendemmia

lunga. La personalità di questo vino

stata caratterizzata da molte piogge,

20 settembre 1997

non arriva subito ma si scopre piano

anche in questa annata si è preferito

Magnum prodotte: 630

piano e ti lascia con la sensazione

fare una vendemmia più tardiva.

Colore molto profondo e presenta

che la sua migliore espressione deve

una leggera opacità, frutti misti a

ancora arrivare. Nel riassaggio note

*** 2000

bacca nera dalla mora al mirtillo, non

di nocciola e frutta che tende alla

Data della vendemmia:

molto maturi, profumi comunque

prugna, in bocca è incredibilmente

21 settembre 2000

equilibrati ed eleganti con sensazioni

elegante.

Magnum prodotte: 1460

di freschezza date dalle note

AC – annata discreta, fioritura

Colore molto profondo e vivo note

balsamiche presenti, questi profumi

perfetta con conseguente alta

di frutta matura che riempiono

ricordano molto il CF nelle sue

produzione di uva, quindi sono stati

totalmente il naso e da la sensazione

migliori espressioni. In bocca ottima

effettuati dei diradamenti molto

di mangiare la frutta riconosciuta,

entrata, molto ampio, nel finale il

severi, chi non ha vendemmiato

ottima complessità aromatica, la

tannino da una leggera sensazione

troppo presto si è ritrovato in cantina

mora ritorna e ci sono sentori di

polverosa. Nel riassaggio conferma

mosti molto succulenti.

grafite, pepe nero, cacao che si

le stesse sensazioni.

alternano. In bocca si ritrova l’annata

AC - il 4 di aprile avviene una gelata,

** 1999

piena e con ottima maturità, ma

che agisce come diradamento

Data della vendemmia:

non eccessiva, forse gli manca una Il Sommelier n. 2 / 2014

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leggera freschezza in più, direi che

vendemmia, le bucce risultavano

ha entusiasmato ed ha lasciato una

è pronto da bere e ipoteticamente

essere molto fini, questo potrebbe

voglia di riassaggiarlo ancora.

non avrà la stessa longevità del 98

spiegare anche la leggera velatura

AC – andamento equilibrato, ottimo

che invece mi ha impressionato

nel colore.

tempo fra settembre e ottobre,

notevolmente. Nel riassaggio

buona produzione.

dimostra maggiore equilibrio.

** 2003

AC – annata ideale per l’agricoltore,

Data della vendemmia:

** 2005

vini di pronta beva e piaciuti molto

13 settembre 2003

Data della vendemmia:

subito, dice Peter.

Magnum prodotte: 2170

1 ottobre 2005

Colore rosso rubino profondo e

Magnum prodotte: 2100

**** 2001

brillante, inizialmente note di frutta

Colore molto vivo, note minerali con

Data della vendemmia:

candita e matura, ma poi si apre

una spiccata tendenza al floreale,

10 ottobre 2001

e rilascia note balsamiche molto

note di violetta e rosa, che tendono a

Magnum prodotte: 1585

fresche, note minerali, miste a

sensazioni dolci. In bocca si riscontra

Il colore risulta essere profondo e

tabacco e leggermente fumose.

un’acidità ben presente anche se nel

vivo con intensità incredibili, note

In bocca pieno ed avvolgente con

finale risulta un tannino leggermente

fresche, balsamiche e vegetali,

acidità ben bilanciata, è un vino

asciutto. Nel riassaggio conferma

descrittori di frutta molto complessa,

corretto ma non con una spiccata

del tannino che tende ad asciugare,

dalla prugna ai frutti di bosco a

personalità. Nel riassaggio i profumi

peccato perché sia i profumi che la

bacca nera e alla marasca, di una

diventano molto interessanti, in

componente acida erano un binomio

maturità molto equilibrata.

bocca mi piace meno, non è molto

di caratteristiche importanti.

L’entrata in bocca e ampia ed

lungo. C’è da dire che assaggiato

AC – annata catastrofica per chi ha

affascinante con una giusta maturità

alla cieca non avremmo mai detto

aspettato troppo a vendemmiare,

espressa, ma con un grande

che era un 2003, perché dimostra

poiché il periodo di vendemmia è

potenziale ancora da esprimere,

comunque molta finezza, rispetto

stato caratterizzato da molte piogge.

grande sapidità e finale lunghissimo.

ad alcuni vini assaggiati nel tempo

Nel riassaggio conferma di una

provenienti da questa vendemmia.

*** 2006

grande espressione di vino!

AC – Annata caldissima, che ha

Data della vendemmia:

AC – annata con una resa molto

portato a tre settimane di anticipo

3 ottobre 2006

bassa, la fioritura non è stata

rispetto al tempo naturale di

Magnum prodotte: 2205

eccessiva, piogge a fine agosto.

vendemmia, non ha mai piovuto,

Colore di un rosso rubino intenso

poco prodotto per evitare ulteriore

con una tendenza marcata al

stress idrico alla pianta.

violaceo, ritorno al naso di una frutta

** 2002 Data della vendemmia:

complessa e matura, perfettamente

5 ottobre 2002

****2004

integrata con la grafite, tabacco

Magnum prodotte: 1450

Data della vendemmia:

e altre presenze speziate. Quello

Il colore che ci riporta un po’

4 ottobre 2004

che colpisce particolarmente è

all’annata ‘99 leggermente opaco,

Magnum prodotte: 1790

la sensazione di pienezza totale

non brillante, come il 2001 spinge

Colore profondo molto scuro che

in bocca con un finale elegante

un po’ sull’alcool, una leggerissima

tende al violaceo, vivo, profumi

e persistente. Nel riassaggio la

nota di volatile appena percepita,

molto penetranti e persistenti, note

sensazione della frutta è ottima e

frutta sempre molto presente insieme

vegetali e mora matura, in bocca

tende ad una susina matura che

a sentori di grafite. In bocca spinge

è potente ed equilibrato, vino

spicca in modo incredibile, lasciando

sull’acidità, finale corto e tannini

complesso con un potenziale unico.

la sensazione di vino molto presente

asciutti. Nel riassaggio conferma tutto.

Nel riassaggio note di goudron

e lungo.

AC – annata molto complicata, ha

nettissime, la persistenza aromatica

AC – annata regolare da confrontare

piovuto moltissimo con alluvioni

è notevole ed in bocca ha un

al 2012 è un annata che piace

anche durante il periodo di

complesso equilibrio. Questo vino mi

subito.

76

Il Sommelier n. 2 / 2014


*** 2007

*****2009

problematiche con l’acqua durante

Data della vendemmia:

Data della vendemmia:

la vendemmia, per poter arrivare alla

25 settembre 2007

24 settembre 2009

maturità dei polifenoli richiesti.

Magnum prodotte: 3080

Magnum prodotte: 3050

Colore che diventa sempre

Colore molto profondo, da l’idea di

più impenetrabile, i profumi

un vino appena svinato. I profumi

si manifestano piano piano,

sono molto complessi, vanno dalla

inizialmente sembrano non molto

frutta matura ma con sensazioni di

eleganti mentre aprendosi risultano

freschezza, note di inchiostro, caffè

complessi, in bocca è leggermente

e spezie dolci. Quello che colpisce è

sapido, dando una sensazione di

la lunghezza in bocca, risulta essere

poca profondità.

molto equilibrato in tutte le sua parti

L’annata 2012 come dice Peter,

Nel riassaggio questo vino risulta

e si notano le potenzialità ancora da

è una vendemmia immediata che

essere piacevole, aveva necessità

esprimere.

piace subito, annata classica per

di aprirsi un po’ per renderlo più

Nel riassaggio confermo la potenza

quanto riguarda l’andamento

equilibrato.

del vino unita alla sua grande

climatico un po’ calda senza troppi

AC – annata un po’ sottovalutata

piacevolezza.

sbalzi riguardo alla temperatura. Si

dalla critica in generale, ma

AC – andamento climatico regolare,

evidenziano profumi molto freschi

l’andamento è stato standard, la

in questo anno è stata cambiato

con una bella espressione nel

resa non molto alta, nel riassaggio

qualcosa sulla tecnica di raccolta

frutto ed i tannini hanno un’entrata

finale prima dell’imbottigliamento è

e vinificazione. I grappoli sono stati

morbida e un finale lungo.

stato deciso di destinare più vino al

selezionati sulla pianta rispetto al

In cantina si evidenzia ancora

Caberlot, perché risultava essere di

grado di maturazione, facendo

una volta il lavoro di ricerca

grande espressione e longevità.

anche più passaggi. I grappoli

meticoloso che viene fatto, riguardo

sono stati stoccati in un camion

all’affinamento, rigorosamente

****2008

frigo adiacente ai vigneti, quindi

in rovere francese, ma si vanno

Data della vendemmia:

successivamente vinificati facendo

a ricercare le differenze che un

23 settembre 2008

molta attenzione al numero di

affinamento può dare utilizzando

Magnum prodotte: 3392

follature giornaliere.

legni che hanno un invecchiamento

Note di degustazione

del 2012 avvenuta in cantina…

Barrel Tasting…

che va da 36 fino a 60 mesi. E’ stato

Colore vivo e intenso leggermente meno profondo del 2007, al naso

*** 2010

molto interessante vedere come lo

risulta essere fresco con note che

Data della vendemmia:

stesso vino proveniente dalla stessa

vanno dalla frutta ai fiori, la nota di

2 ottobre 2010

vigna, stessa vinificazione, dentro

rosa che si integra ad un bel pepe

Magnum prodotte: 2425

due contenitori di legno diversi

bianco. In bocca entrata molto

Colore molto profondo, profumi

hanno un percorso totalmente

presente e da una sensazione di

ancora un po’ chiusi, anche in bocca

individuale e diverso, sarà molto

piacevole immediatezza, anche se

risulta non aver trovato ancora il

intrigante assaggiare questo vino

subito dopo si percepisce il grande

giusto equilibrio.

in bottiglia fra qualche mese, dove

potenziale di questo vino che deve

L’assaggio dopo il 2009 sicuramente

proverò a ricercare quelle note che in

ancora esprimere. Nel riassaggio

lo penalizza un po’, ma è un vino

cantina mi avevano particolarmente

confermo l’ottima espressione di

che dimostra struttura.

colpito. Ringrazio Bettina e

questo vino.

Nel riassaggio confermo che ha

Moritz Rogosky per la bellissima

AC – in questa zona c’è stata

necessità di maggiore tempo per

opportunità che mi hanno dato di

meno acqua rispetto alla zona del

aprirsi, ma con un’ ottima ossatura.

conoscere in modo più profondo il

Chianti Classico, c’è stata un ottima

Da riassaggiare fra qualche tempo

loro lavoro e spero di essere riuscita

fioritura, a metà agosto pioggia ma

sicuramente quest’annata darà

ad interpretarlo trasmettendo quelle

il periodo di vendemmia è stato

grandi soddisfazioni.

qualità a loro molto care, una su

perfetto.

AC – ci sono state delle

tutte, il rispetto totale del vigneto. Il Sommelier n. 2 / 2014

77


da Ufficio Stampa Slow Food Italia

Nino Pascale

è il nuovo presidente di Slow Food Italia Il Congresso nazionale di Slow Food Italia si è svolto dal 9 all’11 maggio presso Riva del Garda.

A

gronomo campano, Pascale

fare in modo che il patrimonio più

squadre, ma un’unica, grande

è attivo nell’associazione

importante dell’associazione, cioè le

associazione».

fin dal 1997, dove ha

persone, siano messe nelle migliori

«Il passaggio epocale, di cui credo

ricoperto la carica di presidente di

condizioni possibili per dedicare le

possa vantarsi la mia squadra,

Slow Food Campania e docente ai

proprie energie e la propria volontà

è di aver trovato una strada

Master of Food per i corsi di vino e

a tutte le buone cause che Slow

per l’individuazione, in modo

olio. Daniele Buttignol si riconferma

Food sostiene ogni giorno. Cinzia

partecipato, della dirigenza di questa

segretario nazionale, mentre entrano

porta il contributo della lista che ha

associazione», dichiara Cinzia

a far parte della squadra dirigente

rappresentato nel nostro comitato

Scaffidi, candidata presidente della

Lorenzo Berlendis, lombardo e

esecutivo, e questo ci rende più

lista 2 e ora parte integrante del

consigliere nazionale di Slow Food,

forti e più coesi», dichiara Pascale

comitato esecutivo, come deciso

Sonia Chellini, ex presidente di Slow

visibilmente commosso. «Vorrei

dallo stesso Congresso. «L’obiettivo

Food Umbria, e Francesca Rocchi,

ringraziare tutti i candidati e chi ha

è stato raggiunto e per noi questo

ex presidente di Slow Food Lazio e

partecipato, in sede e sui territori,

era importante. L’associazione

Cinzia Scaffidi direttore del Centro

alla riuscita di questo fantastico

ha scelto e noi oggi siamo cinque

Studi Slow Food.

Congresso, che segna una fase di

soci che fanno propria questa

svolta.

decisione e che lavoreranno per la

«Il Congresso esce unito da questa

E cominciamo domattina

realizzazione del programma che

votazione, e lo dimostra al di là dei

dimenticandoci per chi abbiamo

Slow Food ha scelto».

risultati numerici. Ora dobbiamo

votato: non esistono più due

78

Il Sommelier n. 2 / 2014


«Il Congresso chiude con un voto

un equipaggio che saranno capaci

unanime per il nuovo esecutivo,

di fare ancora più strada di quella

dopo tre giorni straordinari di

percorsa fino a oggi. Al nuovo

discussione e confronto. Il nostro

presidente e alla nuova squadra,

viaggio riparte oggi con una nave e

non solo i miei auguri e i sentimenti

sinceri di amicizia, ma anche la piena disponibilità per il futuro». Cosi conclude Roberto Burdese, presidente uscente.

pubbliredazionale a cura di Quality ADV

I Croppi Romagna Docg Albana 2013 Cantine Celli (Bertinoro, FC) “Non così umilmente ti si dovrebbe bere, bensì berti in oro, per rendere omaggio alla tua soavità” esclamò l’imperatrice romana Galla Placidia assaggiando una coppa di albana nel borgo romagnolo poi battezzato Bertinoro. A distanza di secoli, grande interprete di questo superbo vino bianco di collina è la Cantina Celli, che nei suoi 29 ettari di vigneti, situati nelle aree più vocate del comune forlivese, punta decisa sulla ricerca costante della massima qualità e tipicità dei vini prodotti. L’albana I Croppi è un vino dorato, consistente e di grande avvolgenza, che al naso gioca su note eleganti e vivide di fiori, pesca e miele di acacia. Il gusto, ricco e morbido, è ravvivato da una buona freschezza e da una raffinata nota minerale che lo rende un vino estremamente piacevole e perfetto per primi piatti e grigliate di pesce, ma anche per carni bianche. Celli Società Agricola Viale Carducci, 5 - 47032 Bertinoro (FC) - Tel. 0543.445183 - www.celli-vini.it - celli@celli-vini.it Il79Sommelier Il Sommelier n. 2 / 2014 n. 2 / 2014 79


S E RV I

Z

A

I s.

r. l .

FIS

R

La Fisar servizi srl è nata per volontà del Consiglio Nazionale della Fisar associazione, nell’anno 2005; ha per oggetto l’organizzazione, la realizzazione, la gestione di corsi, seminari e stage di ogni genere e grado sia in Italia che all’estero; la commercializzazione di materiale didattico ed editoriale. E proprio su quest’ultimo stiamo studiando delle strategie innovative di rilancio di tutto il materiale federativo che saremo lieti presentarvi dal prossimo numero.

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Gran Ripasso del Sommelier

©

Programma ufficiale per la preparazione all’esame di sommelier F.I.S.A.R. ideato da V. FRABETTI

er li e m m o S i t an ir sp a i gl er p Un valido strumento ; e er en st o s a d i m a es i gl a e n io nella preparaz i” at en ll a “ i s er en t a i at m lo p i per i Sommelier già d ! o in v l e d o d n o m l e n i at n r io gg a e Gran Ripasso del Sommelier è il programma ufficiale F.I.S.A.R. che aiuta gli aspiranti Sommelier negli esami da sostenere nei tre livelli di studio. Questo programma serve, effettuando i vari test, per apprendere quelle che possono essere le domande d'esame; ripassare le zone di produzione dei vari vini con quiz inerenti le D.O.C.G. e le D.O.C.; gli uvaggi; i tipi di allevamento; le pratiche di cantina; i vini "speciali"; i distillati; gli abbinamenti; la terminologia F.I.S.A.R. ecc. Per i Sommelier già diplomati, serve come ripasso su tutto quello che è il mondo del vino; e tenersi aggiornati sui nuovi disciplinari di produzione (Nuove D.O.C. e D.O.C.G.).

prezzi riservati ai soci FISAR per info segreteria.nazionale@fisar.com Il Sommelier n. 2 / 2014

81


a cura dell’Ufficio Stampa Nazionale

IL Sommelier FISAR

Karen Casagrande ci racconta la sua vita professionale, le sue emozioni…

L

aureata in Biotecnologie Agrarie

che tutti i trevigiani riconoscono come il

si nascondeva dietro ogni bottiglia, la

con successivo master a San

bianco “Col Fondo”. Il vino è sempre

denominazione, le varietà. Lasciata

Michele all’Adige, diventa

stato un ospite gradito, segno di

Bologna e approdata a Udine, dove il

Sommelier dell’Anno nel 2010 per

convivialità e di accoglienza. Mai ho visto

“Tai” fa da padrone, ho deciso che era

poi ricevere due anni dopo la più alta

mio nonno preparare la tavola, il suo

arrivato il momento. Nella splendida

onorificenza della FISAR durante i

unico compito era quello di prelevare il

Bottega del vino della Scuola Enologica

festeggiamenti del 40 anni della nostra

bottiglione di vino dalla cantina, senza il

di Conegliano è iniziata la mia avventura

associazione a Volterra. Attualmente è

quale non si poteva dare inizio a pranzo

come sommelier FISAR. Indimenticabili

chiamata a condurre degustazione in

o cena. Un rituale necessario, che

giovedì sera, seduta in primo banco con

tutta Italia e non solo.

pensavo fosse prerogativa degli uomini

i miei compagni d’arme, Federica e

Ogni volta che racconto la mia storia di

della famiglia, ma fin da piccola ho

Flavio, si commentavano con goliardia i

sommelier tutti mi chiedono com’è

meditato la mia rivalsa: vinsi proprio sul

vini e i relatori! E subito si è fatta

cominciata, dov’è nata questa passione

cuore di mio nonno quando a otto anni,

riconoscere la mia madrina, Michela

che mi ha portato a raccontare il vino

nascondendomi da mia madre sotto il

Taffarel, più che romana una

come fosse una fotografia, uno spunto

tavolo della cucina, che mai mi avrebbe

combinazione esplosiva di sagacia e

da cui fare poesia… non sono nata in

permesso di assaggiare del vino, gli

simpatia. È stato proprio a causa sua

un’azienda vitivinicola, ma ricordo

chiesi di darmene solo una goccia sulla

che sono incappata nel concorso

ancora le scampagnate in bicicletta, da

punta delle sue dita. Forse questo è il

Sommelier dell’Anno. A pochi mesi dal

bambina, lungo i filari di Prosecco e

mio segreto, gustare il vino come fosse

mio diploma, nel 2010, nemmeno ero a

Cabernet, quando si giocava a

sempre la prima volta, con l’ingenuità e

conoscenza del concorso, ma già avevo

nascondino tra le viti, o si rubava

l’ignoranza di una bambina. Sono nata e

iniziato il mio percorso di iniziazione

qualche acino d’uva matura, prima della

cresciuta in campagna, ma ancora non

come “sommelier attivo” della

vendemmia. Come non dimenticare la

mi era chiaro il mio destino; la maturità

Delegazione di Treviso. Una semplice

dolcezza e il profumo del Fragolino

classica mi ha dato tutti gli strumenti, la

mail di fine luglio che diceva: “Ci sarebbe

rosso, che si apriva solo in occasioni

cultura e la dialettica, ma avrei mai

questo concorso a novembre a

speciali, e la festa che si faceva quando

pensato di trovare la mia professione nel

Castelbrando, io ti proporrei come

si scaraffavano le prime bottiglie di

ramo agricolo. All’università ho iniziato a

candidata per Treviso!”. Accettai senza

Prosecco rifermentato in cantina, quello

covare l’idea di un corso di sommelier, la

nemmeno pensare, presa

che dovremmo chiamare “Sur Lie”, ma

voglia di saperne di più e di capire cosa

completamente dalla stesura della tesi e

82

Il Sommelier n. 2 / 2014


dalle ultime burocrazie universitarie. E così, dopo aver ottenuto la Laurea in Biotecnologie Agrarie, superato l’esame di ammissione per un Master a San Michele all’Adige (vini e territorio per altro!), mi ritrovai a festeggiare i miei 24 anni col pensiero di un concorso a cui non mi ero psicologicamente preparata. Tre settimane di allenamento, sotto l’occhio vigile di Massimo Barattin, Roberto Donandini e del delegato Flavio Casagrande, un ripasso degno di un Trivial Pursuit enografico, degustazioni ad etichetta coperta, e una benda sugli occhi per riconoscere tutte le spezie della cucina. Quanta emozione condivisa con la squadra di Divinando quell’anno! Abbiamo salito le scale di Castelbrando insieme, per poi dividerci alle nostre competizioni. Non pensavo minimamente di vincere, ma ero pronta a dare il meglio di me, a giocare tutte le mie armi. Forse è stata questa sfacciataggine a premiarmi, quando in sede del concorso la scelta del vino da presentare è ricaduta su una bottiglia di Taurasi (sotto lo sguardo incredulo di Massimo Barattin che gridava “scegli un veneto!!”). Seguii il mio cuore… ispirata da un assaggio fatto una settimana prima al Merano Wine Festival, un confronto meraviglioso fra Taurasi e Falerno del Massico, e feci la mia arringa finale sull’Aglianico campano! Un applauso e lacrime di commozione tra il pubblico trevigiano che assisteva dietro di me! Nel giro di qualche ora mi ritrovai come una Miss sul palco delle premiazioni e, altro che fascia, un tastevin d’argento a incoronarmi il petto! Treviso asso piglia tutto, ed io ero una dei protagonisti. Da allora il percorso è stato in crescita e ricco di opportunità che la mia età mi ha concesso di cogliere: la prima degustazione ufficiale con FISAR in rosa a Vinitaly 2011, un’esperienza professionale di qualche mese all’Hotel Cipriani di Venezia, viaggi in Toscana e nelle Marche alla scoperta delle realtà vitivinicole locali, e una settimana in trasferta, presso l’Italian Chamber of Commerce di Melbourne, con i vini e i prodotti tipici della provincia di Caserta. In ogni occasione ho imparato qualcosa di nuovo, una ricchezza professionale e culturale che mi ha aiutato ad accrescere

Il Sommelier n. 2 / 2014

83


le mie conoscenze del mondo del vino.

non è palese, che si nasconde, come un

un amico musicista e gli ho chiesto:

Ed è stato in questo percorso che ho

segreto della natura. Mi chiedono

“Che canzone abbineresti a questo

trovato a poco a poco la mia vocazione.

spesso se faccio la sommelier come

vino?”. “Fresco, elegante, fruttato, di

Di fronte ad un pubblico vasto, a degli

secondo lavoro, o se è la mia principale

gran classe, ma che si lascia bere con

amici, ad un cliente in sala, lo scopo era

professione… più che fare la sommelier,

facilità… degno del Duca Bianco. Una

sempre uno: fare del vino un’emozione,

direi che sono una sommelier, mi sento

China Girl di David Bowie!”. E allora cosa

regalare un’immagine del suo territorio e

tale anche solo conversando tra amici,

state aspettando? Aprite le orecchie e

del suo autore. Ho scelto un modo un

ancor più dando dei suggerimenti in

lasciatevi emozionare! Non esistono

po’ diverso di fare degustazione, che

campagna, e ovviamente lavorando

confini che il vino non possa varcare!

non fosse uno smembramento del vino

fianco a fianco con i miei colleghi in

Concluderei solo con un grazie collettivo,

in ognuna delle sue componenti, ma che

qualche servizio! Una passione che è

perché sarebbe difficile elencarvi tutti,

potesse invece creare un tutt’uno, un

esplosa in questa grande famiglia a cui

voi che mi avete dato il coraggio e la

unicum sensoriale da cui il degustatore

ho l’orgoglio di appartenere e che spero

stima per arrivare a questo punto. In

riesce a trarne un’esperienza personale.

sempre di poter unire all’altro mio grande

fondo mi sono sempre sentita parte di

amore, la musica. Un giorno, davanti ad

una squadra, fatta di persone motivate e

un bicchiere di un Sauvignon del Collio,

sempre pronte ad affrontare nuove sfide

una spremuta esotica di pompelmo e

per portare la FISAR sempre più in alto.

frutto della passione, ho approfittato di

Sono e sarò sempre una di voi!

Il compito della degustazione emozionale è quello di dare una traccia, di prendere spunto da alcune caratteristiche del vino per poi realizzare un quadro; il sommelier da’ vita alla cornice, anche nel servizio del vino, mentre chi assaggia è il pittore. Un vocabolario di semplici parole, per rompere quella lastra di vetro sottile che si è sempre immaginata di fronte al sommelier. Il concorso Sommelier dell’Anno mi ha dato la possibilità di mettermi in gioco e di realizzare questo pensiero, per fare della degustazione arte e poesia alla portata di tutti. Nel 2012 sono stata insignita del titolo di FISAR Ambassador, con mia grande sorpresa ed incredulità, onorata di aver affiancato due mostri sacri come Roberto Rabachino e Marcello Masi! Ambasciatrice della FISAR, ma soprattutto del vino e della nostra professionalità nel proporlo come prodotto d’eccellenza, con l’umiltà di non pretendere di sapere tutto, anzi, cercando sempre degli spunti nuovi da un settore che è in continua evoluzione. Un lavoro che per me continua, nelle piccole e nelle grandi realtà produttive, seguendo le viti dalla prima gemma rotta al grappolo maturo, con gioia e con apprensione, scoprendo quanto impegno costa anche un singolo bicchiere di vino. Quante volte, quando salgo con fatica le nostre colline coltivate a Glera, e vedo i filari abbarbicarsi fin sulle cime più scoscese, mi chiedo quanto rimanga in un calice di bollicine che accompagna un aperitivo! Un vino così semplice e così tanto lavoro! Dunque questa la sfida: mostrare ciò che

84

Il Sommelier n. 2 / 2014


di Claudia Marinelli

segretario.nazionale@fisar.com

La Segreteria

comunica

Tante strade da percorrere, entusiasmo e competenza, le nostre parole d’ordine.

A

nche se è passato già un po’ di tempo, vorrei ringraziare ancora una volta tutti i Soci che sono passati dal nostro stand al Vinitaly, evento importante che in questo 2014 ha veramente segnato un grosso cambiamento, dopo la stanchezza dei giorni successivi, è arrivata la consapevolezza di aver fatto un buon lavoro, migliorabile come sempre, ma il grande entusiasmo di tutte le persone che sono passate e che si sono trattenute con noi, sono da stimolo a continuare in questa direzione. Abbiamo parlato di questo anche all’Assemblea Annuale dei Soci a Firenze, delle soddisfazioni avute ma anche dei forti cambiamenti strutturali, che l’associazione dovrà attuare nel prossimo futuro, ringrazio

tutti i delegati che nell’occasione erano presenti perché abbiamo registrato una partecipazione imponente e quasi totalitaria. Credo che le cose debbano essere valutate con attenzione ma è importante adeguarsi ai tempi, e non rimanere ancorati a vecchie visioni associative, che oggi non sarebbero più attuabili e competitive rispetto a quello che oggi viene offerto nel nostro settore da tutti i nostri competitor. Come sempre l’estate ci porta ad essere impegnati attivamente con i servizi dei nostri Sommelier, e vi garantisco che a livello nazionale avremo molto “lavoro” da fare, seguiteci con la FisarNews e i nostri Social Network, in modo da sapere dove saranno i nostri

colleghi Sommelier a fare servizio così da poterli andare a trovare e partecipare alle manifestazioni in essere che saranno molto interessanti e piacevoli. Altra notizia interessante è che a settembre si concretizzerà la dichiarazione di intenti firmata nel congresso dell’ottobre scorso tra Fisar e Etoile Academy con la partenza del primo corso Full Immersion per Sommelier.

Il Sommelier n. 2 / 2014

85


Sul modello dei campus americani l’Etoile Academy di Tuscania ospiterà per un mese i futuri sommelier. Tutti i giorni lezioni teoriche e pratiche con degustazioni di vino e cibo condotte da esperti sommelier Fisar, produttori, enologi e chef. Per info visita il sito www.fisar.org e www.istitutoetoile.it Mi preme sottolineare un rilevante momento associativo, che si svolgerà dal 17 al 19 ottobre a Bologna, che è il nostro Congresso Annuale, dove la partecipazione di tutti è auspicata, ma dove avremo oltre che la possibilità di incontrarci, scambiare idee e proposte, vedere le finali del Concorso Miglior Sommelier dell’anno, conoscere anche una nuova realtà che è quella legata a questo territorio che ci ospiterà.

Il programma dettagliato sarà comunicato in seguito ma intanto è fondamentale:

Save the Date 17-19 ottobre Congresso Nazionale Fisar a Bologna.

w w w. s a v o i a r e g e n c y. h o t e l s b o l o g n a . i t

Congresso Fisar BOLOGNA dal 17 al 19 Ottobre 2014 programma completo su www.fisar.org

«E se diventi farfalla nessuno pensa più a ciò che è stato quando strisciavi per terra e non volevi le ali». Alda Merini


di Silvia Parcianello

Donne alla ribalta a Noventa di Piave www sarà uguale presto a wine, woman, web. Il nuovo significato del celeberrimo acronimo che sta per internet potrebbe diventare questo? Forse non si arriverà a tanto ma la tendenza è segnata. Le donne stanno facendo grandi passi nel mondo del vino, sia come produttrici che come comunicatrici, e li fanno utilizzando sempre più la rete web che di fatto apre mercati e liberalizza opinioni.

È

stato questo il tema del

le Sommelier Fisar del nord est,

Parviero e Valeria Moschet, esperte

workshop esperienziale

sommelier di altre organizzazioni le

nell’utilizzo dei Social Media

“Personal Branding e

produttrici Slow Food e Slow Wine.

nella promozione della propria

posizionamento nei social media”

Dopo i saluti iniziali di Giannantonio

professionalità e di prodotti.

che si è svolto domenica 9 marzo

Puppin Delegato Fisar di San

In un mondo in cui i wine bloggers

2014 nella splendida cornice di

Donà di Piave e del Consigliere

stanno avendo un seguito pari a

Villa Bortoluzzi a Noventa di Piave

Nazionale Giorgio Pennazzato,

quello delle testate specialistiche – lo

(VE). A organizzare l’iniziativa la

Luisella Rubin, Coordinatrice

dimostra il fatto che da quest’anno

referente della Fisar in Rosa Nordest

Nazionale Fisar in Rosa ha aperto il

sono stati accreditati anche a

Patrizia Loiola, in collaborazione

workshop, finalizzato a valorizzare

Vinitaly alla stregua di giornalisti

con Rebecca Battiston fiduciaria

la professionalità delle donne

iscritti all’albo – ogni informazione ed

della condotta Slow Food Veneto

sommelier, per dare poi la parola alle

esperienza presentata può rivelarsi

Orientale.

relatrici, Patrizia Loiola, Sommelier

preziosissima.

Ecco quindi una giornata di sole

ed esperta di mercato del lavoro

La rete sta travolgendo le vecchie

e di festa in cui si sono incontrate

e relazioni sociali, Francesca

abitudini e le donne, sempre

Il Sommelier n. 2 / 2014

87


sensibili ai cambiamenti, si fanno

in occasione degli ultimi Giochi

del blog Boccone del Prete, e la

trovare in prima linea. A chiudere

Olimpici Invernali di Sochi. La prova

degustazione dei vini delle produttrici

i lavori Monia Zanette, Sommelier

di come donna e vino sia di questi

del territorio presenti all’evento.

della Delegazione di Treviso, che

tempi un binomio vincente. La festa

Il brindisi finale con l’augurio di

ha raccontato la sua esperienza,

è poi proseguita con un buffet a

trovarci tutte in rete a diffondere la

assieme alle colleghe Michela

base di prodotti agroalimentari del

cultura del buon cibo e del buon

Taffarel e Anna Gobbi, come

Veneto Orientale, lo show cooking

vino. In sostanza la cultura del buon

sommelier alle dipendenze del Cio

di Cristina Giacomelli, tenutaria

vivere.

pubbliredazionale a cura di Quality ADV

Piemonte bianco “Fiocco di Vite” Toso Il Piemonte bianco frizzante ”Fiocco di vite” Toso nasce dal vitigno Cortese sulle colline dell’Alto Monferrato fino alle terre del Gavi. Dal punto di vista produttivo segue il classico percorso della vinificazione in bianco, senza macerazione sulle bucce. È un vino bianco dai gradevoli caratteri fruttati e dalla spiccata armonia, con un tenore alcolico moderato (11%Vol.). Nel calice racconta un’intensa briosità, un colore paglierino delicato, un profumo fruttato avvolgente e un sapore pieno ma non ridondante. Con questo prodotto, Toso propone un vino molto versatile, per parecchie occasioni di consumo: non solo la tavola classica, dove predilige antipasti e primi piatti di moderata sapidità. Impreziosisce con eleganza l’aperitivo e accompagna spuntini non convenzionali a qualsiasi ora del giorno. TOSO SpA Località San Bovo - Via Statale, 3 - 12054 Cossano Belbo CN - Tel. 0141-83789 - www.toso.it


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Il Sommelier n. 2 / 2014

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Notizia inviata da Donella Crescioli della Delegazione FISAR ANTICA TERRA DI SIENA E VALDELSA

Gli attestati di Primo Livello per gli aspiranti sommelier di Siena-Valdelsa

S

pinti dal desiderio di

gli studenti sono arrivati all’esame

Volterrani Martina.

conoscere il mondo del vino

finale, che è stato brillantemente

La serata è stata piacevole e la

e l’arte della degustazione,

superato.

cena molto particolare: il menù

un gruppo di 23 persone ha iniziato

Il 21 Febbraio, durante una cena

prevedeva un’alternanza di piatti

alla fine di ottobre il corso Fisar per

conviviale, il Delegato Giuseppe

di carne e pesce come filetto di

aspiranti Sommelier, sicuri che il loro

Troilo ha consegnato l’attestato

canguro, aragosta con avocado,

percorso formativo sarebbe stato

di primo livello agli “allievi” Barbieri

carré di cervo e crema di capesante.

non solo interessante, ma anche

Roberto, Bardotti Ginia, Berti

L’abbinamento con i vini senesi

ricco di nuove nozioni da imparare.

Niccolò, Bianchini Gemma,

ha messo alla prova i Sommelier

Il direttore di corso, Filippo Franchini,

Campanella Agnese, Conti

di Delegazione, impeccabili per

Miglior Sommelier Fisar 2012, è

Simonetta, Corti Gemma, Crescioli

tutta la serata. Non sono mancati

riuscito in breve tempo a trasmettere

Donella, Fantoni Simone, Fillini

consigli e suggerimenti per valutare,

ai partecipanti la propria passione

Sandra, Giolli Elena, Jonsson

degustare, godere e servire questo

per il vino. È’così iniziato un percorso

Joan, Lapi Lucia, Logi Leonardo,

“nettare divino”.

di approfondimento condotto da

Manganelli Antonella, Mazzucco

A fine cena non poteva mancare

docenti Fisar e arricchito da visite in

Jacopo, Montella Ciro, Nigi Angelo,

la foto di gruppo con diploma a

distilleria ed in cantina.

Pericci Federica, Santucci Irene,

coronamento del percorso fatto e

Tra analisi visive, olfattive e gustative

Spinuzza Marzia,Vanni Daniela e

del traguardo raggiunto.

90

Il Sommelier n. 2 / 2014


Notizia inviata da Francesca Corsi della Delegazione FISAR storica pontedera valdera

Consegna Attestati I° livello

S

i è concluso con successo il

Ottimo connubio tra il menù

Marco, Chiavacci Cristina, Contarini

corso per aspiranti sommelier

dello chef Luca e i vini scelti per

Eugenio, Donati Paolo, Fiaschi

di Primo livello presso la

accompagnare la serata dell’azienda

Federico, Ghelardo Ghelardoni,

delegazione FISAR di Pontedera

Agricola “Cima” di Massa. Sono stati

Valdera con la consegna degli

abbinati alle varie portate il Candia

Giannini Gianluca, Giuntini Tiziano,

attestati.

San Lorenzo spumantizzato, il

La serata si è svolta presso il

Vermentino “Chiave di Volta” e il raro

ristorante “Al Pachino” di San

Vermentino Nero.

Gervasio (PI) sotto la guida della

A tutti i nostri futuri sommelier:

sommelier Daniela Mattiacci, del

Cabella Eleonora, Baccelli Maris,

Marco, Tommasini Lisa, Tosi

direttore di corso Francesca Corsi e

Bacci Marco, Baroncini Lia, Basco

Annarita, Vallini Elisa, Venerati

curata nel servizio dalla sommelier

Anna, Boldrini Grazia, Buti Giacomo,

Federico, Volpi Fabio; a presto al

Cristina Braccini.

Capobianco Matteo, Cavallini

prossimo livello!

Iacopo Andreotti, Luperini Linda, Pettorali Giada, Pietrasanta Dario, Raneri Daniele, Roberta Palma, Rosamilia Dino Marco, Roventini

Notizia inviata da Paola Mantovani della Delegazione FISAR VERONA

NUOVI SOMMELIER DI APRILE

S

iamo lieti di presentare i nostri nuovi Meravigliosi sommelier con questa bella immagine della serata di consegna diplomi che si è tenuta in data 4 aprile 2014 presso “LA CANTINA DEI PIACERI E DEI SAPORI” (Illasi), Verona.

Il Sommelier n. 2 / 2014

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Notizia inviata da Cinzia Vanzan della Delegazione FISAR VENEZIA

A “I Fiumi del Vino” (3° edizione) la malvasia istriana

A

nche quest’anno la due giorni di degustazioni accompagnate da concerti di musica jazz ha ravvivato la primavera della Riviera del Brenta. I Fiumi del Vino, mostra-rassegna itinerante dei vini nati in prossimità dei fiumi italiani - e non solo - ha proposto un viaggio ideale lungo le sponde di Adige, Piave, Po ed altri fiumi ancora. Il viaggio quest’anno si

è spinto fino ai fiumi Rasa, Mirna e Pazincica, ospiti d’eccezione con le loro malvasie istriane. Vitigno antico la malvasia che, declinata nelle sue varie tipologie, da secoli viene coltivata nella ns penisola, secca o dolce che sia. Ben lo sanno proprio i veneziani che nel XIII° secolo importarono quest’uva aromatica dal Peloponneso, e furono gli abitanti della Serenissima - storicamente

considerati un popolo gaudente - ad apprezzare a tal punto queste uve da chiamare “malvase” le osterie consacrate al suo consumo. I due laboratori guidati delle aziende Franc Arman e Vina Cattunar hanno narrato ai numerosi partecipanti di territori vocati in terra istriana e dei vini che qui vi si producono. Malvasia istriana dunque, ma non solo, tra i territori vitivinicoli degnamente rappresentati quest’anno: Valpolicella, Oltrepò Pavese, Colli Euganei, oltre ovviamente a Friuli Venezia Giulia ed Istria. E se di giorno i vini dei fiumi sono stati oggetto di confronti, discussioni e accesi dibattiti di sera hanno allietato i commensali delle “cene dei produttori” dove ricette create ad hoc dai ristoratori della Riviera hanno trovato un connubio perfetto con i vini presenti alla rassegna. Un ringraziamento a tutti: aziende produttrici, visitatori, organizzatori e sommelier. Nell’immagine di Photo 2000 la degustazione in barca.

Notizia inviata dalla Delegazione FISAR PRATO

SALOTTI DEL GUSTO

I

l 25 e 26 Aprile a Villa La

dei Sommelier campioni d’Italia degli

gli appassionati in un meraviglioso

Ferdinanda di Artimino. si

ultimi 3 anni: Francesco Villa, Filippo

percorso sensoriale.

sono tenuti i Salotti del Gusto,

Franchini e Luca Canapicchi.

I Laboratori sono stati condotti

manifestazione enogastronomica

La due giorni ha visto alternarsi

da giornalisti delle più importanti

organizzata da Raffaella Corsi Bernini

nei laboratori alcuni tra i migliori

testate nazionali, che alla fine della

che ha visto la Delegazione di Prato

Chef Italiani che coadiuvati dai

manifestazione hanno elogiato il

della Fisar in primo piano a supporto

nostri Sommelier hanno guidato

lavoro svolto dai nostri Sommelier.

92

Il Sommelier n. 2 / 2014


Tra i vari laboratori una menzione speciale a quello tenuto dalla nostra Valentina Bruno del Ristorante La Delfina in abbinamento con i vini di Carmignano. La manifestazione, grazie anche alle interessanti aziende

quota delle tremila presenze.

che con la loro partecipazione hanno

presenti, ha riscosso un notevole

Da parte della Delegazione un

contribuito alla perfetta riuscita

successo arrivando a toccare la

ringraziamento a tutti i Sommelier

dell’evento.

Notizia inviata da Daniele Romanin della Delegazione FISAR PORDENONE

IL CAMPIONE OLIMPICO PRESENTA IL SUO PROSECCO

A

nche quest’anno la Delegazione di Pordenone e stata presente con i suoi

Sommelier alla 66^ Sagra del Vino a Casarsa della Delizia (Pn) e venerdì 2 maggio si è svolta la presentazione, presso il “Salone dei Vini”, della prima produzione del Prosecco di Daniele Molmenti campione

e persistente, si presenta elegante nell’olfatto, dove spiccano perfetti i sentori fruttati, in particolare la pera e la mela e alcune note di delicate sensazioni citrine. Fresco vivo e giustamente sapido lascia piacevoli sensazioni al palato. Daniele Molmenti che per questa speciale occasione si è avvalso

della collaborazione della FISAR, ha apprezzato e pubblicamente ringraziato per la professionale analisi esposta dal Sommelier presente, ed ha auspicato future collaborazioni per la presentazione della nuova produzione di Cabernet Sauvignon che dovrebbe avvenire il prossimo anno.

Olimpico di canoa in carica, che nei periodi in cui non è impegnato negli allenamenti e nelle competizioni si dedica personalmente alle lavorazioni in vigna. Daniele Molmenti ha affermato che dopo i successi Mondiali e Olimpici ha coronato il sogno che cullava fin da bambino che consisteva nel possedere delle vigne nella sua terra di origine e produrre un proprio vino. Si tratta di un Prosecco Extra Dry prodotto nelle vigne di proprietà del campione Olimpico nella Doc Friuli Grave in comune di San Quirino (Pn). Di colore brillante con un perlage fine

Il Sommelier n. 2 / 2014

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Notizia inviata da Roberto Toschi della Delegazione FISAR LUCCA E GARFAGNANA

LA DELEGAZIONE DI LUCCA E GARFAGNANA AL DESCO 2013

L

a Delegazione di Lucca e Garfagnana ha partecipato al Desco 2013, Sapori e

Saperi Lucchesi, in mostra nei 4 week-end presso il Real Collegio di Lucca: 16 e 17 novembre, 23 e 24 novembre, 30 novembre e 1 dicembre, 7 e 8 dicembre. L’iniziativa promossa è stata organizzata dalla Camera di Commercio di Lucca con il contributo del Comune e Provincia di Lucca, Fondazione Cassa di Risparmio e Fondazione Banca del Monte e con la collaborazione di Confcommercio, Confesercenti, Slow Food Lucca, Compitese e Orti

importanti della Lucchesia, con oltre 49 espositori, ha richiamato oltre 42 mila visitatori provenienti da ogni parte che hanno molto apprezzato l’educazione al gusto

Lucchesi, Fisar Lucca e Garfagnana

proposta e condotta da Slow Food

e Ais Toscana. Nel primo week-

e le degustazioni e assaggi per la

end, la nostra Delegazione ha

cultura del vino proposte e condotte

organizzato a ingresso gratuito, un

dalla F.I.S.A.R Delegazione di

percorso di avvicinamento al vino

Lucca e Garfagnana attraverso

attraverso i 5 sensi con relatori

la Strada dell’Olio e del Vino di

F.I.S.A.R e con degustazione ad

Lucca, Montecarlo e Versilia che ha

ogni lezione di vini tipici del territorio.

presenziato con un banco collettivo

Questa manifestazione tra le più

di degustazione e vendita con più di

100 etichette delle oltre 30 aziende partecipanti. Uno spazio è stato dedicato ai bambini per giocare, per rilassarsi e per imparare il riciclaggio ed i sapori della cucina; è stato allestito all’interno un baby Pit-stop, per venire incontro alle esigenze di mamme e bambini. Il Desco 2013, insomma, si è svolto con un programma ricco di eventi, laboratori tematici, ricette, degustazioni, mostre, incontri e dibattiti per far conoscere ed apprezzare i prodotti agroalimentari lucchesi.

Notizia inviata dalla Delegazione FISAR livorno

Corso Riso e Risotti unisce Livorno a Livorno Ferraris

D

opo l’incontro esaltante con Loretta Fanella animatrice e Pastry Chef del Corso Base di Pasticceria che si è svolto in cinque edizioni nel 2013, la voglia di ritentare l’avventura è stata premiata. Si è conclusa infatti da pochi giorni 94

Il Sommelier n. 2 / 2014

l’esperienza di corso “Riso e Risotti”, progettato e realizzato da FISAR DELEGAZIONE DI LIVORNO Cinque Chef hanno preso parte al corso in cinque diverse lezioni. Domenico Russo Ristorante Miramare, Isabella Lazzerini Denchi Ristowine In Vernice e Lo Scoglietto,

Fabrizio Caponi detto I’ Ciocio Osteria di Suvereto, Deborah Corsi Ristorante La Perla del Mare, Loretta Fanella Pastry Chef. Sedici allievi ogni sera hanno messo in pratica quello che i maestri hanno proposto e insegnato. Leit motiv di tutto il corso, il


Riso Acquerello della Tenuta La Colombara di Livorno Ferraris. Maria Nava Rondolino, Spirito Commerciale dell’Azienda durante la prima serata ha presentato il prodotto: il riso in tutte le sue fasi di lavorazione. Un riso che ridiventa integrale, alla fine del processo di sbiancamento, grazie ad un brevetto studiato dal marito Piero. Questo consente al chicco, esteticamente perfetto, di mantenere tutte le caratteristiche organolettiche e nutritive. Ogni sera tre o quattro portate sono state realizzate dagli allievi, che disponevano di tutti gli ingredienti necessari ad ogni preparazione. Le ricette una volta pronte venivano impiattate con cromatismi ed architetture degne della presentazione in sala. Per questo gli

allievi sono stati organizzati come una vera brigata di cucina: metodi di preparazione e cottura sono stati mantenuti nel rispetto dei tempi e dello spazio a disposizione. La degustazione del piatto è stata

completata con abbinamenti a vini diversi da parte dei Sommelier FISAR DELEGAZIONE DI LIVORNO. Il corso è riuscito. Ha già messo le basi perché l’esperienza si ripeta nel prossimo Autunno.

Notizia inviata dal Coordinamento Delegazioni Italia Centro

Il Coordinamento FISAR Delegazioni Italia Centro al Tirreno CT

A

nche quest’anno il Coordinamento FISAR Delegazioni Italia Centro,

ha partecipato al Tirreno CT, che si è svolto a Marina di Carrara per la trentaquattresima edizione dal 23 al 27 Febbraio. In questa edizione si sono alternate allo Stand molte rappresentanze del Centro Italia proponendo vini e specialità gastronomiche delle varie zone, con il supporto logistico della Delegazione Versilia. Domenica 23 le Delegazioni di Livorno, Le Due Valli e Costa Etrusca, hanno proposto i vini Il Sommelier n. 2 / 2014

95


del Consorzio della Val di Cornia,

Sapori Italiani Food Wine con la

quanto sia importante la

oltre a specialità gastronomiche

presenza di 7 aziende vitivinicole

collaborazione tra Delegazioni,

locali.

e 6 aziende di prodotti tipici

e la varietà di proposte offerte,

Lunedì 24 e Martedì 25 La

Mentre Giovedì 27 la

ha attirato all’interno del nostro

Delegazione de L’Aquila, dopo

Delegazione del Tigullio e

stand centinaia di visitatori tutti i

un lungo viaggio, ha offerto vini

5 Terre, gradito ospite del

giorni. Inoltre i nostri sommelier

e prodotti abruzzesi

coordinamento Italia Centro, ha

hanno partecipato come

Martedì 26 è stato il turno della

messo in degustazione i vini del

ospiti d’onore, alla cerimonia

Delegazione Storica di Pontedera

territorio

d’apertura del Tirreno CT, alla

con il Consorzio Toscana

Anche quest’anno è emerso

presenza di numerose autorità.

Notizia inviata da Irene Abati della Delegazione FISAR SABAUDIA

SABAUDIA CONSEGNA I DIPLOMI DI PRIMO LIVELLO

V

enerdì 21 febbraio 2014 la Delegazione FISAR di Sabaudia ha festeggiato i suoi neo Sommelier, che hanno conseguito con merito l’atteso Diploma. La serata si è svolta nel caratteristico locale Lo Zeffiro, gestito dalla Fam. Mizzon, uno dei titolari Pietro, Socio e neo Sommelier, ci ha accolto con gradevoli entrè abbinate a Prosecco Superiore DOCG 1868 Dry Carpenè Malvolti. La serata, a cui hanno partecipato Soci e numerosi simpatizzanti, è proseguita con antipasti abbinati a “Le Silivi” Passerina del Frusinate IGT, di colore giallo paglierino con riflessi dorati, ricchi primi e una succulenta sacca genovese, abbinati a Cesanese del Piglio “Trasmondo”, un rosso ottenuto da raccolta manuale, macerazione con aggiunta in dicembre di mosto da uva passita e avvio alla secondo fermentazione. Tutti i vini degustati sono stati presentati dalla Azienda Agricola Rapillo di Serrone, i titolari della stessa hanno presenziato,

96

Il Sommelier n. 2 / 2014

dichiarandosi entusiasti di tali

Carlo Bonetti e del Direttore del

avvenimenti, esprimendo le

Corso Bigarelli Osvaldo, ricordando

loro congratulazioni per l’ottima

a tutti come, il conseguimento

organizzazione e la riuscita della

del Diploma non deve essere un

serata.

punto di arrivo bensì un punto di

Si è proseguito quindi con la

partenza per innalzare il nostro livello

consegna dei Diplomi conseguiti dai

professionale e culturale.

neo Somellier De Micheli Cristina, Bonetti Mattia, Ricciotti Anna,

Ringraziando i neo Sommelier

Mizzon Pietro, De Vincenzo Antonio,

che con il loro impegno hanno

Fantini Andrea, che hanno ricevuto le

contribuito alla crescita della

congratulazioni del Delegato Primo

Delegazione di Sabaudia.


Notizia inviata da Vanessa Gabelli della Delegazione FISAR ANTICA TERRA DI SIENA E VALDELSA

L

L’8 marzo. Le donne, il vino, i nuovi sommelier

a cena organizzata il giorno

graditissima della serata che ha visto

Draghi, Alberto Pepi, Elena Russo,

8 marzo dalla Delegazione

anche l’insperata presenza di molte

Sara Manetti, Silvia Giannassi,

Siena Valdelsa é stata

personalità di rilievo nel mondo

Jessica Greco, Edoardo Fontani,

occasione non solo per ricordare la

Fisar, oltre a quella insostituibile e

Vanessa Gabelli, Leonardo Butini:

giornata internazionale della donna

irrinunciabile del Delegato Giuseppe

questi nomi dei nuovi Sommelier

(tutte le ospiti hanno infatti ricevuto

Troilo; Luca Lumini Delegato Versilia,

della squadra di Siena-Valdelsa. Tutti

un omaggio floreale), ma anche

Emma Lami Delegato Valdichiana,

quanti estremamente soddisfatti di

e soprattutto per celebrare i neo

Fabio Bagni Delegato Montecarlo,

ricevere dal loro direttore di corso,

sommelier, primi nella Delegazione

Massimo Volpe membro della

Marco Bartalini, la qualifica di

a diplomarsi con il nuovo sistema di

Delegazione di Varazze e vincitore

Sommelier e finalmente sorridenti

valutazione.

del torneo Divinando 2012,

e rilassati con il tastevin al collo,

L’ambiente scelto quello delle grandi

Francesco Villa Miglior Sommelier

simbolo del primo traguardo

occasioni: il ristorante La Leggenda

Fisar 2013, Filippo Franchini Miglior

raggiunto nel percorso affascinante

dei Frati in località Casina dei Ponti

Sommelier Fisar 2012 e Giampaolo

ed impegnativo legato al mondo del

a Castellina in Chianti. Eleganza

Zuliani nella doppia veste di

vino, hanno posato nella rituale foto

senza ostentazione, professionalità

Responsabile di Zona e oratore della

di gruppo. Ad essi si sono aggiunti

nel servizio, menú ricercato e

serata, tutti nomi che di fatto hanno

Leonardo Di Bona e Maurizio

contemporaneo in abbinamento

dato spessore ad un evento già di

Candeloro della Delegazione di

ai vini dell’Azienda Italo Cescon,

per sé estremamente significativo

Montecarlo che hanno sostenuto e

di proprietà della Vice Presidente

per i neo-sommelier.

superato l’esame nella Delegazione

Nazionale Graziella Cescon, ospite

Massimiliana Quartesan, Andrea

Siena-Valdelsa. Il Sommelier n. 2 / 2014

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Notizia inviata da Luca Bersanti della Delegazione FISAR PISA e litorale

Vin Santo nel paese delle Terme

L

uca Barsanti ha guidato

mandorla con nota leggerissima

la degustazione

di volatile dovuta ai fenomeni

“Vinsanto” presso

ossidativi che si sviluppano nel

“Gelato e Cioccolato” di San

caratello.

Giuliano Terme. Nato dalle uve

Importante il ruolo della “madre”,

di Trebbiano toscano, Malvasia

costituita da lieviti, fecce e vari

bianca e Colombana, riposa

precipitati che rimangono sul

almeno 3 anni in caratelli di

legno: essa viene lasciata nel

castagno o barriques esauste,

contenitore che ospiterà il nuovo

dove sviluppa il tipico colore

mosto per garantire una buona

ambrato ed i caratteristici aromi

fermentazione e gli aromi e

di frutta secca, noce, fico,

profumi nel prodotto finito.

In degustazione: Vinsanto Occhio di Pernice, Il Fiorile, da Sangiovese, Malvasia nera, Canaiolo, vendemmia 2000 della Fattoria Sassolo, San Miniato, con 17°; Vinsanto Armida 2009, da uva Trebbiano toscano e Malvasia, 13°, dell’agricola Castelvecchio Terricciola; Vinsanto Baciamano dell’azienda Degli Azzoni Avogadro, La Rotta a Pontedera, anno 2007, 16,5°; Vinsanto del Chianti, Clemente VII, riserva 1998, 16,5°, Castelli del Grevepesa in Mercatale Val di Pesa. L’Occhio di Pernice, è una tipologia di Vinsanto che nasce da uve rosse, più pregiate delle bianche e con aromi e struttura decisamente più complessi. In abbinamento ai vini sono stati testati formaggi, la tipica schiaccia di Pasqua, biscotti al cioccolato e mousse realizzate con due diverse tipologie di cacao, una dell’Ecuador, l’altra del Madagascar.

Notizia inviata da Francesca Gallerini della Delegazione FISAR PONTEDERA-VALDERA

FRANCIACORTA ALLA CIECA

S

abato 10 maggio 2014

la collaborazione dello staff

nell’analisi dei vini.

si è svolta presso il

del Calandrino e la Fisar di

Le aziende coinvolte sono state

ristorante Calandrino di

Pontedera. La serata si è

di alto livello “opinione espressa

Bientina la degustazione alla

dimostrata interessante per

anche in degustazione”: Cà del

cieca di cinque cantine del

quanto riguarda la parte didattica

Bosco, La Ferghettina, Il Mosnel,

Franciacorta. L’approfondimento

e sorprendente nel risultato della

Vezzoli, Ricci Curbastro che

è stato curato dal Relatore

degustazione che ha offerto

sono state rappresentate dal

Fisar Gianpaolo Zuliani con

ampie discussioni e sorprese

Franciacorta Satèn. Inizialmente

98

Il Sommelier n. 2 / 2014


i Metodo Classico sono stati

riflessione su questo tema.

confronto per tutti i sommelier

degustati da soli, poi abbinati a

La serata è stata gradevole,

della nostra e di altre delegazioni.

vari tipi di assaggi di cibo e in

presente all’evento il Segretario

La Fisar Pontedera-Valdera

ultimo un insolito abbinamento

Nazionale Claudia Marinelli e il

ringrazia i partecipanti, le aziende

con il gelato che ci ha portato

Sommelier dell’anno in carica

che ci hanno fornito il vino e lo

ad una bella discussione e

Francesco Villa, un’occasione di

staff del ristorante Calandrino.

Notizia inviata da Letizia Re della Delegazione FISAR BAREGGIO

Neo diplomati per Bareggio

T

anti sorrisi e volti rilassati

erano presenti anche il direttore

erano presenti anche i corsisti a

per i neo-sommelier,

del corso di Bareggio Alessandro

cui è stato consegnato l’attestato

dopo la tensione e la

Guarise, il segretario di

per il superamento dell’esame

concentrazione per l’esame

delegazione Gianfranco Tartaglia

del 2 livello. L’attiva delegazione

finale, alla cena di consegna dei

ed il consigliere Enrico Folpini.

diplomi. Scenario della cerimonia

I neo sommelier che hanno

di Bareggio è stata orgogliosa

è stato l’elegante ristorante

ricevuto il diploma e il tastevin,

Pucià di Abbiategrasso, dove

a coronamento dell’impegno

alle pietanze servite sono

e della passione mostrata per

stati affiancati vini australiani

il mondo enologico, sono:

selezionati dalla delegazione

Bersanetti Daniele, Cantoni

di Bareggio nell’ambito di un

Flavio, Cucchetti Elena, Formenti

interessante progetto che

Moreno, Gaiani Massimiliano,

continuare a vivere, sperimentare

ha visto l’Australia come

Lorusso Luigi, Luvinetti Daniele,

e condividere la grande passione

protagonista. Il servizio è stato

Marussi Mattia, Mazzoccato

per lo sconfinato mondo del vino!

svolto in maniera impeccabile dal

Marco, Re Letizia, Re Margherita

Congratulazioni a tutti i nuovi

Marco Barbetti. Durante la serata

e Tavernise Salvatore. In sala

sommelier!

di aver creato un gruppo così ben assortito ed affiatato ed è certa che la cena non sia stata la conclusione di un percorso iniziato circa un anno fa, bensì un punto di partenza per

Il Sommelier n. 2 / 2014

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Notizia inviata da Paola Cappellini della Delegazione FISAR PRATO

CENA NEL BORGO DI ARTIMINO

N

ell’antico Borgo di Artimino

conclusosi ad Aprile. La cena si è

rossi più importanti dell’Azienda.

posto in cima ad un

volta nel gazebo del ristorante le cui

Così i cappelletti di ricotta su crema

colle del Montalbano

vetrate fanno spaziare lo sguardo

di melanzane affumicate, pistacchi

nel comune di Carmignano, si

su un panorama mozzafiato con

e pecorino stagionato sono stati

trova il complesso della Tenuta di

in lontananza le luci della città di

serviti con un Barco Reale 2012

Artimino comprendente la storica

Firenze.

DOC; il carrè di maialino rosolato

Villa “La Ferdinanda”, la Fattoria

Il menù dello chef Michela Bottasso

con patate e mele caramellate con

ed il Ristorante Biagio Pignatta. È

ha portato in tavola piatti classici

un Carmigano 2010 DOCG. Infine in

in questa cornice piena di storia

rivisitati con alla base ingredienti

degustazione il Carmignano Riserva

e nel cuore di una delle zone a

locali accompagnati dai vini della

“Vigna Grumarello”.

più antica vocazione viticola, che

Fattoria. Così l’antipasto a buffet

la Delegazione di Prato Venerdì

con piccoli rustici caldi, salumi,

Un goloso tiramisù con Vin Santo

9 Maggio 2014 ha consegnato

formaggi e fritturine assortite ha

ha concluso la cena. Gli attestati

gli attestati ai corsisti che hanno

visto in abbinamento un Bianco IGT

sono stati consegnati fra gli applausi

frequentato con profitto il Corso

2013 ed un Vin Ruspo. Le portate al

dei presenti dal Direttore del Corso

di Primo Livello per Sommelier

tavolo sono state accompagnate dai

Paola Cappellini.

100

Il Sommelier n. 2 / 2014


Notizia inviata da Cinzia Vanzan della Delegazione FISAR VENEZIA

A Venezia è gradito l’Abito Rosso

M

etti un’assolata domenica

ed altri ancora, vitigni noti alcuni,

chiacchierando piacevolmente

di metà febbraio, una

altri quasi scomparsi. La regia è

mentre davanti a loro sfilavano

Venezia immersa nella

di Fisar Venezia in collaborazione

le gondole del Corteo Acqueo...

magia del Carnevale... Metti un

con Paolo Ianna, il pubblico è

Una giornata da ricordare, questa,

Hotel affacciato sul Canal Grande,

quello delle grandi occasioni. Negli

che solo una città magica come

la Basilica della Salute che ti

eleganti saloni liberty dell’Hotel

Venezia può regalarti. Elencare tutti

guarda e 80 tra le migliori Cantine

The Westin Europa & Regina la

i produttori presenti è un’impresa

di Friuli, Venezia Giulia e Slovenia...

giornata è scorsa piacevolmente

impossibile, a tutti va il nostro

gli ingredienti ci sono tutti per

tra assaggi e scambi di opinioni....

ringraziamento per averci regalato

confezionare l’evento dell’anno...

Qualche ospite ha preso l’invito

una giornata memorabile. Gradito

Dopo tre edizioni ritorna “Gradito

alla lettera sfoggiando per

l’Abito Rosso e Venezia salutano

l’Abito Rosso” un’eccezionale

l’occasione abiti rubino e granato,

e danno appuntamento all’anno

sfilata in cui si sono alternati, sulla

i colori del vino, altri nascondono

prossimo a tutti coloro che sono

pedana, gli eleganti Tagli Bordolesi,

il volto con una maschera...

rimasti intrigati dal loro fascino e

i morbidi Merlot, i fascinosi Pinot

Complice la bella giornata alcuni

dalle emozioni che hanno saputo

Nero, gli scorbutici Terrano e

visitatori hanno prolungato le

dare. Fotografia di Federico Colautti.

Tazzelenghe, il Refosco, il Pignolo

degustazioni nell’elegante terrazza,

Fotografia di Federico Colautti.

Il Sommelier n. 2 / 2014

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Notizia inviata da Roberto Toschi della Delegazione FISAR LUCCA E GARFAGNANA

La Delegazione di Lucca e Garfagnana In visita alla Cantina Roccapesta

D

omenica 11 Maggio La

Amiata, mentre quelli di origine

premiato con 3 bicchieri Gambero

Delegazione di Lucca e

sedimentaria sono quelli vicini

Rosso (100% Sangiovese da vigne

Garfagnana ha organizzato

al Mar Tirreno. Le uve coltivate

vecchie); RIBEO (93% Sangiovese,

una visita all’Azienda Agricola

sono il Sangiovese, il Ciliegiolo,

7% Alicante); PUGNITELLO

“Roccapesta”loc. Macereto,

la Malvasia Nera, il Pugnitello

(Pugnitello 100%). Il clima è

Scansano. All’arrivo siamo stati

(vitigno autoctono), l’Alicante, il

generalmente soleggiato con grandi

accolti dal sig. Alberto Tanzini

Petit Verdot ed il Syrah. L’azienda

sbalzi termici tra giorno e notte. La

che con l’altro fratello Leonardo

produce ottimi vini rossi strutturati

potatura a cordone speronato è

è proprietario dell’Azienda. La

di grande eleganza: MASCA (80%

esclusivamente manuale così come

produzione si svolge su 15

Sangiovese, 10% Petit Verdot, 10%

le altre operazione in vigna ed in

ettari di terreno più alcune vigne

Syrah); ROCCAPESTA RISERVA

Cantina e varia da due a cinque

vecchie, dove i terreni di origine

(96% Sangiovese 4% Ciliegiolo);

occhi per sperone. Dopo aver

vulcanica sono quelli vicini al Monte

Morellino di Scansano CALESTAIA

visitato la vigna siamo passati in

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Il Sommelier n. 2 / 2014


Cantina dove, in grossi tini di acciaio a temperatura controllata, avviene la fermentazione e l’estrazione manuale degli antociani e dei polifenoli delle uve bagnando le bucce con il mosto tramite follature e rimontaggi. Successivamente siamo arrivati alla barricaia dove l’invecchiamento viene fatto in botti di rovere francesi

di diverse dimensioni per terminare con l’affinamento in bottiglia di minimo sei mesi. Dopo una interessante degustazione di alcune etichette abbiamo proseguito in pullman verso il paese di Magliano dove abbiamo pranzato in un ottimo Ristorante in cui c’è stata nuovamente l’opportunità di

degustare in abbinamento ai piatti i vini gentilmente offerti dal titolare dell’azienda Alberto Tanzini, prima di ripartire non ci siamo fatti mancare la visita al piccolo centro storico di origine etrusca circondato dalla caratteristica cinta Muraria.

Notizia inviata da FILIPPO TERENZI della Delegazione FISAR ROMA

I vini di montagna alla Fisar di Roma

E

rano oltre 80 i partecipanti al seminario sul Prié Blanc

Una conduzione duplice, da una parte Antonio Mazzitelli, segretario della Fisar di Roma,

peculiarità del territorio e curiosità nei processi in cantina. Un seminario/degustazione

e dall’altra l’enologo della cantina, Nicola Del Negro. Nella complementarità delle esposizioni, sono stati raccontati particolarità sul Priè Blanc,

partecipato unico nel suo genere, sia per la qualità del vino Blanc de Morgex et de La Salle sia per la didattica narrativa ed esplicativa

indetto dalla Fisar di Roma in collaborazione con la cantina Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle, che sorge ai piedi del Monte Bianco, il 9 maggio scorso presso l’Hotel Sheraton della Capitale. Questo pregiato vitigno autoctono valdostano, simbolo della viticoltura eroica e coltivato su piede franco, ha una maturazione precoce e una spiccata acidità. È stato presentato per la serata nelle sue versioni spumante, fermo e speciale. Proprio quest’ultimo è una vera preziosità, proveniente dai vitigni più alti d’Europa è ottenuto dalla vendemmia invernale quando gli acini toccano il punto di congelamento. Matura poi in botti di diverse dimensioni ed è affinato con l’antica tecnica mediterranea dell’ossidazione.

Il Sommelier n. 2 / 2014

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Notizia inviata da Patrizia Loiola della Delegazione FISAR SAN DONà di piave

Jazz&Wine un format di successo

A

desso che si avvicina

Grop di L’Angolo del Grop, un

sommelier che ha collaborato alla

l’estate il ricordo dell’esperienza di “NON

wine bar che da qualche anno organizza, una rassegna di jazz:

realizzazione di questo evento: in

SOLO JAZZ&WINE” ci ritorna alla memoria: Jazz&Wine è un format

la presenza della FISAR è stata richiesta come momento qualificante

ha affiancato nell’organizzazione

che conduce a conoscere e

nell’accompagnare la musica con

apprezzare il vino e nello stesso tempo degustarlo mentre si ascolta

la presentazione e degustazione di vini. Abbiamo gestito 9 serate

servizi con la squadra sommelier,

un concerto di musica jazz; quello tra vino e musica jazz è un connubio

definite “Open Wine Tasting”, una diversa dall’altra, a volte incentrate

che ha ormai una lunga storia alle spalle in diversi territori in Italia,

su una tipologia di vino, altre su

fortemente legati alla cultura del vino. Noi della delegazione di San

al Sud d’Italia, alle Isole, vitigni autoctoni ed internazionali: insomma

guidato in due serate indimenticabili

Donà di Piave abbiamo vissuto

un bel viaggio enogastronomico.

produttori, gli ospiti, i musicisti, gli

questa frizzante possibilità grazie alla proposta di un fantasioso

Il successo di questa esperienza è legato all’entusiasmo e alla

amici della nostra Delegazione.

esercente di San Donà, Mauro

partecipazione del gruppo di

per un altro Jazz&Wine!

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Il Sommelier n. 2 / 2014

un produttore, spaziando dal Nord

primis Chiara Ronchiato che mi delle serate e nella gestione dei dall’infaticabile nostro segretario Antonio De Vitiis (la serata su Velenosi Vini è tutta opera sua!), ai colleghi Andrea da Ros e Massimiliano Loca che ci hanno e a tutti i nostri sommelier , i

Che dire, arrivederci all’estate 2014


Melodia del vino & Fisar insieme per l’edizione 2014 Partner Istituzionali

Festival Internazionale di Musica Classica Quarta edizione 2014

Vino e Musica Classica nelle più belle Cantine della Toscana 26 Giugno Cantina Antinori nel Chianti Classico Bargino, Firenze Violino: Sergej KRYLOV - Russia Pianoforte: Marc LAFORET - Francia

28 Giugno Cantina Petra Suvereto, Livorno Alessandro QUARTA Orchestra da Camera I Musici di Parma - Italia Alessandro Quarta Jazz Trio - Italia

1 Luglio Castello Banfi Montalcino, Siena Pianoforte: François - Joël THIOLLIER - Fra / USA

3 Luglio Tenuta Rocca di Montemassi Roccastrada, Grosseto Pianoforte: Wenjiao WANG - Cina

5 Luglio Tenuta Rocca di Frassinello Gavorrano, Grosseto Violino: Nemanja RADULOVIC - Serbia Pianoforte: Susan MANOFF - Francia

6 Luglio Residenza Napoleonica Villa S. Martino Portoferraio, Livorno pianoforte: Marc LAFORET - Francia

s t u d i o

c r e a t i v e

facebook.com/melodiadelvino twitter.com/MelodiaDelVino

alma

www.melodiadelvino.it

design

Apertura ore 18.30 Ogni sera aperitivo con degustazione di vini

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www.boxol.it/melodiadelvino

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