La fusione a cera persa dei cavalli di san Marco

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Introduzione

Prima di addentrarci nella parte esclusivamente tecnica si illustra la scultura con qualche notizia storica

Gennaio 2016


Foto 1

Quadriglia con carro e auriga a CHIO


Foto 2 Ippodromo di Costantinopoli


Foto 3

Torre centrale dei CARCERES


Foto 4

Cavalli sul loggiato della Basilica di Venezia - 1265


Foto 5

Cavalli trasferiti a Parigi 1797 – 1815 per volere di Napoleone


Foto 6

Cavalli trasferiti definitivamente a Venezia (1815) sul loggiato della Basilica


Foto 7

Considerazioni finali 

Tecniche di fusione del mondo antico

Analisi del modellato

Concezione plastica del linguaggio di Lisippo


La Fusione a cera persa dei cavalli di san Marco

A cura di Rinaldo Degradi

Gennaio 2016


Premessa Vedremo attraverso una serie di fotografie come sono nati a MILANO i sosia dei cavalli di San MARCO che ammireremo nei prossimi decenni sulla omonima basilica a VENEZIA Faremo un viaggio nei segreti della tecnica artistica e ammireremo come un gruppo di bravissimi fonditori della Fonderia BATTAGLIA di MILANO ha rinnovato gli antichi procedimenti della fusione a cera persa Diciamo subito che i cavalli per ragioni di peso e di ingombro non sono stati fusi in un solo pezzo ma divisi in più parti e poi uniti tramite saldatura E ancora la formatura a cera non è stata fatta direttamente dall’originale ma è stata ricavata una copia in gesso identica all’originale tramite un pantografo per punti al fine di non mettere ulteriormente in pericolo l’originale stesso.


Foto n.1 Testa di un cavallo realizzata in gesso con il procedimento sopra detto Per ottenere una fusione in bronzo non si deve necessariamente partire da un originale in gesso ma si può adoperare qualsiasi materiale usato dall’artista per il suo modellato


Foto n.2 Attorno al modello viene messo uno strato di ca. 2 cm di creta in modo tale che internamente essa aderisca perfettamente al modello ed esternamente presenti una superficie priva di sottosquadri ed il piÚ possibile uniforme L’operaio artista prevederà anche un piano ipotetico che tagli il modello in 2 parti di cui vedremo lo scopo piÚ avanti


Foto n.3 A questo punto si ricoprirĂ la nuova forma ottenuta con uno strato di gesso di un certo spessore, divisibile in due parti secondo il piano citato precedentemente


Foto n.4 Asciugato il gesso, le 2 mezze forme verranno aperte secondo il piano previsto ed il modello originale verrà liberato dalla creta di cui era ricoperto Si prenderà poi il modello e lo si chiuderà nelle due mezze forme di gesso ottenendo così un’intercapedine tra il modello e le forme dello spessore uguale a quello di creta di cui era ricoperto il modello stesso Nell’intercapedine suddetta verrà colata la cosiddetta gelatina, una specie di colla di origine animale che ha la proprietà di ripetere fedelmente il modello e di assumere, quando è fredda, le caratteristiche della gomma


Foto n. 5 Raffreddata la gelatina si riaprono le due forme in gesso, si taglia la gelatina secondo il piano prestabilito, la si stacca dal modello a cui aderisce e la si appoggia sulla forma di gesso Che cosa si è ottenuto? La gelatina ripete fedelmente il modello nella sua parte interna, è stato possibile staccarla evitando i sottosquadri grazie alle sue caratteristiche elastiche e le due forme in gesso risultano il suo perfetto supporto


Foto n.6 Con un pennello morbido si cosparge l’interno della gelatina con della cera di colore rosso per uno spessore di ca. 1 mm


Foto n.7 Si proteggono gli eventuali spigoli con una pasta speciale e si riuniscono nuovamente le due forme Si cola nella cavità della pece, la si fa arrivare in tutti i punti della forma per sbattimento e quando si giudica che lo spessore raggiunto (che sarà poi quello del bronzo) è di dimensioni sufficienti, si riversa la pece eccedente nel solito pentolone


Foto n.8 La cavitĂ rimasta viene riempita con un miscuglio refrattario che prende il nome di anima


Foto n.9 E’ arrivato il momento di aprire le forme in gesso, di togliere la gelatina e di ritrovarci con un modello perfettamente uguale all’originale, realizzato in cera e con un’anima di terra da fonderia


Foto n.10 E’ questa l’ultima possibilità per l’artista di ritoccare il suo modellato In questa fase si procederà quindi a liberare la cera così ottenuta da eventuali bave o ritoccare eventuali particolari che fossero, per cause diverse, non perfettamente riusciti; o, perché no, apportare qualche modifica dovuta all’ultimo ripensamento


Foto n.11 Affinché si sia certi che nelle successive fasi l’anima ed il manto di cui parleremo più avanti non si spostino relativamente fra loro, vengono messi dei chiodi che penetrano nell’anima e rimangono sporgenti per essere poi penetrati dal manto In questa fase vengono applicati i canali di colata, cioè quei canali che dovranno condurre il metallo liquido in tutte le parti dell’intercapedine. Occorre fare molta attenzione alla disposizione ed al dimensionamento di detti canali i quali dovranno far sì che il metallo liquido raggiunga per primo il fondo e poi salga respingendo quindi l’aria e i gas di combustione verso l’esterno. Se ciò non si realizzasse ne uscirebbe una fusione sicuramente di scarto, ossia con parti mancanti o enormemente rovinate. Nelle parti più alte verranno messi degli sfiatatoi e dei pozzetti dove verrà colato il materiale liquido. I canali di colata, gli sfiatatoi e le materozze sono evidentemente anch’essi di cera.


Foto n.12 Quanto vediamo è la preparazione della fusione del monumento equestre di LUIGI XIV (1699) e possiamo constatare quanto poco sia cambiato in due secoli


Foto n.13 La nostra testa è ora pronta per essere rivestita del manto che sarà dello stesso materiale dell’anima e che avrà uno spessore piuttosto considerevole in quanto dovrà resistere alle spinte metallostatiche del materiale liquido che verrà poi colato all’interno della forma. La forma così ottenuta è prima posta ad asciugare e poi introdotta in un forno; all’inizio il fuoco è molto blando per permettere la completa essiccazione e la liquefazione della cera, poi il fuoco diventa sostenuto per assicurare la cottura della forma stessa La forma diventerà rossa e quando la boccatura di colata, essendo fusa e fuoriuscita la cera, si accende, avrà inizio il raffreddamento sempre in forno Da una giusta cottura della forma dipende spesso il buon esito della fusione Quando la forma si leva dal forno si sotterra la stessa in una buca con della terra leggermente umida. Le forme devono essere trattate con cautela in quanto è necessario che l’anima all’interno tenuta in posizione dai famosi chiodi, non si muova rispetto al manto


Foto n.14 Il metallo alla giusta temperatura viene versato dal forno fusorio nel crogiuolo e viene schiumato ossia vengono tolte tutte le impuritĂ esistenti sulla superficie


Foto n.15 E’ il momento della colata. Il metallo liquido viene versato nella bocca di colata della forma fino a farlo fuoriuscire E’ molto importante che il metallo sia alla temperatura giusta: non troppo caldo perchÊ altrimenti otterremmo una fusione bruciata e non troppo freddo altrimenti non riuscirebbe a scorrere in tutti i punti solidificandosi prima


Foto n.16 Quando il metallo si è raffreddato si estrae la forma dalla fossa e la si libera mediante battitura del manto e dell’anima. La nostra testa dovrebbe apparire ora in tutta la sua completezza e bellezza. A questo punto inizia il lavoro di cesellatura. Si legano le colate e gli sfiatatoi e tramite mole di varie dimensioni si libera il getto da tutte le impurità Evidentemente se alcune imperfezioni sono venute alla luce c’è sempre la saldatura che ormai fa parte del bagaglio del cesellatore.Le operazioni che abbiamo visto per la testa saranno ripetute per le altre parti del cavallo e le stesse così ottenute verranno poi assiepate tramite opportuni riferimenti mediante saldatura


Foto n.17 L’ultima fase della lavorazione è rappresentata dalla patinatura che si può ottenere con vari sistemi sia a caldo che a freddo


Foto n.18 Ecco quindi un sosia dei cavalli di San Marco in bronzo


Grazie per l'attenzione


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