L'innovazione digitale in sanità

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L’innovazione digitale in sanità Rispondere alle esigenze di ammodernamento tecnologico in sanità

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La Unit Innovazione Digitale

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on l’obiettivo di affiancare i territori e le realtà sanitarie nel processo di trasformazione digitale, nasce l’area dedicata all’innovazione digitale. Negli anni sono stati svolti numerosi progetti in collaborazione con Regione Lombardia e numerosi enti locali. Uno dei primi successi è stata l’emanazione delle linee guida regionali per i sistemi informativi e poi quelle sulla cartella clinica elettronica grazie alla collaborazione tra Fondazione Politecnico e quella che allora era Lombardia Informatica e che oggi è diventata Aria. Insieme a Regione Lombardia un progetto dal forte impatto è stato PIMO che ha condotto a un miglioramento organizzativo in tutte le aziende sanitarie pubbliche e private accreditate della Regione.

Con l’Istituto Tumori è stato invece portato avanti un progetto, oggi ancora in uso, volto a migliorare il sistema della tracciabilità del trasfusionale. L’esperienza maturata negli anni ha portato la unit di Innovazione Digitale ad avere un forte posizionamento per contribuire alle sfide della Missione 6 Salute del PNRR.


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Contenuti

La spinta verso la digitalizzazione nel settore sanitario

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La spinta verso la digitalizzazione nel settore sanitario Paolo Locatelli racconta la Unit di Innovazione Digitale

Paolo Locatelli dal 2005 segue progetti di innovazione in sanità in Fondazione Politecnico di Milano e attualmente guida la unit di Innovazione Digitale.

Di che cosa si occupa Innovazione Digitale?

S

iamo una realtà focalizzata sull’innovazione digitale, con un’esperienza consolidata in sanità e nelle Pubbliche Amministrazioni. Affianchiamo i territori, le regioni e le aziende sanitarie nel definire le loro progettualità di trasformazione digitale e nel mettere a terra la gestione del cambiamento (cambiamenti organizzativi e di processo, formazione e project management delle iniziative). I sistemi sanitari nelle varie regioni sono differenti, ed anche nelle singole aziende sanitarie esistono specificità a valore aggiunto, quindi la sfida è gestire la trasformazione digitale in accordo con le esigenze dei vari territori e dei diversi contesti.

Avete lavorato in passato con Regione Lombardia su innovazioni organizzative e digitali in sanità. Ora la sfida riguarda gli obiettivi del PNRR nell’ambito della missione 6 “Salute” .

L’esperienza che abbiamo maturato negli ultimi dieci anni in Regione Lombardia, sia con il progetto di gestione del miglioramento organizzativo in tutte le aziende sanitarie pubbliche e private accreditate della regione (progetto PIMO - Servizio di supporto al programma di miglioramento della qualità delle strutture di ricovero e cura a contratto del sistema sanitario regionale), sia con la pluriennale collaborazione con l’Azienda Regione per l’Innovazione e gli Acquisti (ARIA Spa) per l’evoluzione dei sistemi informativi nelle aziende sanitarie lombarde, ci ha permesso di avere un posizionamento molto forte per contribuire alle sfida della Missione 6 Salute del PNRR.

Attualmente come Fondazione Politecnico di Milano, con la collaborazione del Politecnico, siamo parte attiva del Raggruppamento Tecnico di Impresa che ha la responsabilità di attuare nelle pubbliche amministrazioni del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) l’Accordo Quadro Consip “Sanità digitale - sistemi informativi clinico-assistenziali” per i servizi


“Sanità digitale - Sistemi informativi sanitari e servizi al cittadino” per i servizi di supporto al centro-sud (Lotto 6) e l’Accordo Quadro Consip “Sanità digitale – Sistemi informativi gestionali” per una parte dei servizi di supporto (Lotti 5 e 6) in tutta Italia. Questo ruolo ci permette di partecipare attivamente alla trasformazione digitale del sistema sanitario italiano, definendo le progettualità di sanità digitale che regioni e aziende sanitarie andranno ad attuare.

Qualche esempio di iniziative che avete seguito con le regioni?

In questo momento stiamo supportando alcune regioni nella definizione degli elementi tecnici che poi andranno in gara e porteranno all’attuazione della trasformazione digitale prevista nella Missione 6 Salute del PNRR.

L

a prima iniziativa che abbiamo seguito è stata con Regione Lombardia per progettare e definire dal punto di vista del percorso di attuazione la Cartella Clinica Elettronica regionale, iniziativa a cui hanno aderito 19 aziende sanitarie pubbliche lombarde (in particolare la quasi totalità delle strutture sanitarie pubbliche di Milano). Dal punto di vista operativo abbiamo supportato la Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia ed ARIA Spa nella definizione del capitolato tecnico dell’iniziativa, che poi è stato utilizzato ed ha portato all’identificazione dei soggetti di mercato che attueranno il progetto. Oggi stiamo lavorando sulla gestione del cambiamento legata alla fase attuativa di questo progetto, che è partita ad inizio 2023. Anche con Regione Veneto abbiamo lavorato molto in questi ultimi mesi, in particolare per supportare un’azione molto ampia di evoluzione di specifici ambiti di sanità digitale a livello regionale (gestione di laboratorio, diagnostica per immagini, anatomia patologica, procreazione medicalmente assistita, trasfusionale, rete di emergenza e urgenza, logistica del farmaco): anche in questo caso affianchiamo la Regione ed Azienda Zero per supportarle nell’acquisizione dei sistemi digitali e poi nella gestione del cambiamento organizzativo.


La pandemia ci ha insegnato quanto importante sia il territorio, ovvero tutto ciò che si trova tra il cittadino e l’ospedale.

La trasformazione digitale della sanità quali cambiamenti concreti porterà in Italia?

C

on le risorse del PNRR le aziende sanitarie avranno una spinta significativa nella gestione digitale dei processi interni (clinici, diagnostici, di relazione con il paziente) e nell’ammodernamento delle infrastrutture informatiche e di telecomunicazioni. Questa parte è fondamentale per fare da apripista alla trasformazione digitale che riguarda non solo il cittadino ricoverato, ma arriva alla gestione domiciliare, anche con soluzioni di telemedicina. Il PNRR ha infatti messo notevoli risorse finanziarie per il rafforzamento di strutture sanitarie territoriali, luoghi dove i cittadini possano accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria. Stanno nascendo in tutte le regioni italiane infatti ospedali e case di comunità.

Ci sarà quindi un più forte presidio del territorio per superare i limiti della fase pandemica. Nelle case di comunità, i cittadini troveranno i medici di base e i servizi territoriali. Queste strutture, tramite sistemi di teleconsulto, saranno connesse anche con le strutture ospedaliere specialistiche.

La telemedicina contribuirà anche alla diffusione delle televisite?

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a telemedicina è già presente all’interno del mondo sanitario, le linee guida ministeriali su questo tema sono del 2014, ed ha avuto un notevole sviluppo durante la pandemia, sia in termini normativi (con le norme del 2020 e del 2021 della Ministero della Salute e della Conferenza Stato-Regioni) sia in termini di utilizzo.

A Milano, l’Istituto Neurologico Besta, ad esempio, è stato tra le realtà che ha utilizzato soluzioni di televisita nel periodo pandemico per mantenere la presa in carico di pazienti fuori regione, anche in ambito pediatrico. L’ospedale Niguarda è un’altra realtà con la quale abbiamo collaborato, che ha usato la televisita per seguire pazienti già in carico e quelli cronici, ad esempio in diabetologia, ma anche in ambito riabilitativo.

Ci sono alcune situazioni in cui la televisita porta numerosi vantaggi. Ad esempio al Niguarda c’è una delle più grandi Unità Spinali del Nord Italia. Parliamo di pazienti tetraplegici, per i quali l’accesso fisico ad un servizio sanitario ha maggiori complessità. Sono pazienti giovani abituati ad usare il canale digitale. Qui la televisita ha evidenti benefici, chiaramente mantenendo tutte le caratteristiche di appropriatezza di utilizzo.


Quali sono altri progetti che avranno un forte impatto sui cittadini?

Diverso è il discorso per un anziano solo che non ha dimestichezza con le soluzioni digitali, in questo caso potrebbe accedere alla casa di comunità e da lì, con il supporto del personale del sistema sanitario, avere l’accesso ai diversi servizi sanitari, sia in modalità fisica sia da remoto. In questo modo ognuno ha il suo setting personalizzato. Inoltre si evita una discriminazione

L’

altra importante innovazione che ha un impatto sui cittadini è il ripensamento del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) 2.0. Oggi ogni regione ha il proprio FSE e il dialogo con quello delle altre regioni è limitato e complesso. Con il FSE 2.0 tutti i dati verranno messi in rete a livello locale e centrale e il cittadino potrà passare da una regione all’altra avendo tutti i suoi dati a disposizione. Questi dati, inoltre, potranno essere utilizzati per fare ricerca clinica e per poter fare attività di governo del sistema (ad esempio stime di domanda e offerta). Tutto questo chiaramente nel completo rispetto della normativa sulla gestione dei dati e sulla privacy, particolarmente rilevante in ambito sanitario.


Rispetto al Fascicolo Sanitario Elettronico, siamo stati ingaggiati dal Dipartimento della Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio, sempre negli Accordi Quadro Consip Sanità Digitale, per supportare il monitoraggio di tutte le azioni che le regioni devono fare per adeguarsi al FSE 2.0.

Il nostro compito sarà assistere alcune regioni in questo passaggio. Il PNRR ha fissato degli obiettivi quantitativi da raggiungere in questo ambito (ad esempio l’85% dei medici di medicina generale dovranno usare il FSE) per cui il monitoraggio delle attività in corso è particolarmente importante.

Nei prossimi anni ci attenderanno diverse sfide da portare a termine – tra le quali Cartella Clinica Elettronica, Telemedicina e Fascicolo Sanitario Elettronico – e sarà fondamentale mettere a sistema le migliori conoscenze e competenze a livello nazionale per vincere questa sfida.


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