FLM Gorgonzola

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ZONA GORGONZOLA BOLLTTINO nume E ro unico

Una raccomandata a mano

.edì 18 alla FLM di Milano è sta,a recapitata dall'Assolombarda una letcon il seguente contenuto: - Cassa inione guadagni a zero ore per tutti i Denti della Trafili per un intero an-

Il significato politico di una tale richiesta è chiaro. far si che i lavoratori lascino ia fabbrica perchè il Padrone Gepi chiuda definitivamente lo stabilimento senza colpo ferire. A queste scelte padronali che mettono in discussione oltre il 10 per nto degli occupati della nostra categoria in zona (senza contarne altre), il comitato 'ttivo della nostra zona risponde pronando per il 30 ottobre uno sciopero generale. Il significato della nostra iniziativa decisa anche in seguito a quella della FLM nazionale intende coinvolgere,

- -.Ha estrema gravità della situazione, i oratori della nostra zona riprendendo così le iniziative di lotta anche durante la consultazione per la piattaforma contrattuale.

rciò la FLM non risponde con raccodate a mano; non se lo può permeta, perchè le risposte al padronato le costruisce con le assemblee dei delegati e dei lavoratori; forse potranno anche essere in ritardo qualche volta, ma il padronato deve sapere che il sindacato quando ha deciso un obiettivo da raggiungere non ha strade per tornare indietro! Ciò che rivendichiamo è che certezze di lavoro devono essere garantite alla Tudor, alla Bezzi, alla Trafili ed ai licenziatì della DBR.

NON SCIOPERIAMO PER CHIEDERE ASSISTENZA SALARIALE ma perchè riteniamo che se anche in un contesto più generale, è possibile risolvere i problemi dell'occupazione della nostra zona, la quale da diversi mesi è la più tartassata delia provincia.

L'Assolombarda manda raccomandate di ichiesta di C.I.G., mentre al tavolo delle attative sulla mobilità continua a . ciurnel manico » dichiarandosi impotente 'Ivere il problema. Nello stesso temro ,. ,inde che i padroni abbiano mano libera nel mercato della mano d'opera dei irca ventimila metalmeccanici che fanno la mobilità spontanea (passaggi diretti) nella nostra provincia.

La Regione negli incontri che la zona ha avuto non è riuscita a dare un contributo, una minima proposta di riflessione ai problemi occupazionali che abbiamo posto: d'altronde è di questi giorni l'insoddisfazione della federazione regionale CGIL. CISL, UIL sulle scelte di programmazione regionale, dove poco si tiene conto dei

problemi del Mezzogiorno, dal momento che una politica di sviluppo non può essere fatta al nord con tutto svantaggio del Sud.

In questa situazione si cala la consultazione per la preparazione della piattaforma nazionale del contratto.

Negli ultimi tre rinnovi (69-73-76) la parola contratto era una parola che d'incanto sembrava far rinascere tutta la combattività della categoria. Evidentemente erano momenti diversi nella situazione economica, nel quadro politico ed in particolare c'era maggior impegno ed entusiasmo dei lavoratori attorno al sindacato.

Oggi l'incanto non serve più e le proposte che si presenteranno al dibattito necessitano dell'impegno massimo di riflessione ma nello stesso tempo, data la grande importanza politica della piattaforma, sono necessarie le più serie e convinte iniziative di lotta che strappino al padronato risultati concreti sui livelli d'informazione, sull'orario e sulla professionalità.

Ed è perciò che non ci sono strade di ritorno!

Uno dei primi appuntamenti nel sostenere la lotta dei lavoratori che rischiano in prima persona per il tentativo dei padroni di chiudere le fabbriche, è nelta partecipazione compatta alle iniziative che la FLM propone ed è anche il modo migliore per prepararci alla lotta contrattuale!

Oggi alle difficoltà si aggiunge anche una crisi di valori morali che sembravano quasi superati con la grande manifestazione dei metalmeccanici a Roma !o scorso anno. Aeffe

Più delle parole o dei documenti parlano senz'altro i fatti concreti e i dati che corrispondono a questi fatti. In sintesi il tesseramento nella nostra zona a tutto il mese di settembre non dà certo delle buone nuove. Se nel 1977 realizzammo il 100 per cento nei confronti dell'anno precedente, oggi (a settembre '78) siamo appena al 94 per cento con una perdita di 535 tesserati FLM rispetto al 1977.

Abbiamo si 703 nuovi iscritti, ma questo dato non è sufficiente a recuperare le 180 disdette nei primi mesi, il trasferimento di unità produttive in altre zone e la chiusura di piccole fabbriche. Inoltre la situazione occupazionale non ci fa sperare bene per l'anno prossimo. Alcune considerazioni però sono necessarie.

Si fa spesso del tesseramento un qualcosa di fisiologico per i primi mesi e poi non si continua per il resto con lo stesso impegno iniziale di convinzione tra i lavoratori che sono solo loro con il proprio contributo, in grado di sostenere finanziariamente gli sforzi organizzativi.

Certo ci sono problemi di grande importanza politica; c'è il continuo attacco del padrone; c'è anche chi pensa che, non iscrivendosi al sindacato, possa egoistica-

mente risolvere questioni di carriera e di stipendio. Nulla di più errato! E' proprio con l'adesione, con la firma della delega alle trattenute sindacali che l'organizzazione ha fatto e consolidato risultati. Più forte in fabbrica è il sindacato attraverso gli iscritti, maggiormente obbliga alla riflessione il padrone nell'intraprendere iniziative a danno dei lavoratori, ed altrettanto è più credibile nelle istanze quel consiglio di fabbrica che può contare sulla partecipazione degli organizzati.

Quanto sopra non intende essere un richiamo moralistico, bensi un campanello d'allarme ai delegati sulla realtà del tesseramento in zona, dal momento che ci avviamo al rinnovo del contratto e le iniziative organizzative non possono correre il rischio di essere penalizzate con un taglio al bilancio di zona. Nei prossimi giorni sono convocate delle riunioni provinciali per un esame approfondito ed in quelle occasioni non mancherà certo la possibilità di fare delle proposte concrete per riprendere a risalire una china che può annunciarsi pericolosa per tutto il movimento.

La Commissione Tesseramento

OTTOBRE 1978
TESSERAMENTO: La verifica delle nostre scelte e la credibilità dei delegati nella organizzazione sindacale

LA RADIO DBR NON SI SINTONIZZA PIU'

La storia della D.B.R. nasce vent'anni fa in una cantina a Milano dove 3 dipendenti di un'industria che faceva strumenti di misura decisero che era tempo di tentare la famosa • scalata • al profitto. Vent'anni, dicevamo, sono passati e la cantina di allora è diventata una fabbrica che ha avuto l'anno scorso un'occupazione di 160 lavoratori.

Cosa dire di questa ascesa, adesso, con 61 licenziamenti in atto e con una volontà più o meno palese di liquidazione della fabbrica?

Il caso D.B.R., non certo l'unico a livello nazionale, dimostra semmai come si sia mossa l'economia italiana, non quella dei grandi piani, delle grandi parole, ma quella spicciola delle scelte complete di tutti i giorni, la stessa economia che nel periodo cosiddetto delle • vacche grasse • ha permesso a padroni e padroncini enormi profitti ed ora, in momenti di crisi, permette agli stessi da una parte di mettere sulla strada centinaia di lavoratori, dall'altra di continuare a guadagnare con il lavoro nero e precario.

La D.B.R. si inquada perfettamente in questo contesto.

Qual è la situazione negli ultimi tre anni? 20 mesi di cassa integrazione guadagni, 40 giorni di lavoro nei primi 9 mesi del '78, calo da 150 a 120 dipendenti tra il luglio '77 e il luglio '78, 61 licenziamenti dal 1' agosto 1978, un prodotto superato non più competitivo (i nastri radioricevitori), incapacità imprenditoriale e miopia commerciale, vocazione al lavoro nero e precario, progettazione e ufficio tecnico inesistenti, operazioni varie di piccolo cabotaggio.

Negli ultimi tre anni almeno tre volte la FLM e il C.d.F. avevano avanzato proposte per consentire all'azienda di superare le proprie • chiusure • e per avviare soluzioni di tipo strutturale.

In un comparto come l'elettronica di consumo non c'è più spazio per la piccola e media industria italiana (cosi come è oggi), in particolare se vincolata al monoprodotto e senza solidi agganci con istituti di ricerca tecnologica.

Lo stesso piano governativo per il settore registra un'analisi gravemente pessimista sulla realtà del • comparto •.

Un'altra proposta era che la D.B.R. e altre aziende simili avviassero un processo di costituzione di un consorzio al fine di superare l'attuale crisi.

Tutto quello che l'azienda ha fatto in materia di diversificazione produttiva e dl allargamento del mercato ha avuto più lo scopo di un alibi che di una assunzione impegno o di scelta definitiva. Nello stesso tempo i soci dirigenti, diventati 4 (un classico esempio dl famiglia patriarcale), operavano scelte che hanno contribuito in buona parte a mascherare, se non favorire, il progressivo aggravarsi della situazione; hanno Molte giocato tutte le capacità dell'azienda sul boom degli apparecchi a • modulazione dl frequenza • ed hanno fatto scelte opposte all'investimento • dl qualità • per ll futuro, facendo

proliferare strutture produttive e commerciali collaterali e creando spazi per il lavoro nero e precario.

In larga misura è conseguenza dl tutto questo se è esplosa questa acuta crisi senza precedenti che si è sommata alla crisi ormai cronica del comparto.

Ai problemi dei trenta dimissionari e dei 61 licenziati si aggiunge anche l'incertezza e precarietà del posto di lavoro di chi ancora rimane. Cosa dire a due mesi dalla decisione di presidiare giorno notte la fabbrica per controllare sistematicamente i materiali in entrata ed uscita, per salvaguardare le attrezzature aziendali? Quali rapporti fra i lavoratori licenziati e non?

Crediamo di dir la verità se affermiamo che la lotta va bene che tra i lavoratori meglio fra le lavoratrici c'è la massima unità.

Come C.d.F. siamo abbastanza soddisfatti del lavoro svolto, lavoro che ha permesso di ribaltare le convinzioni diffuse all'interno dell'azienda prima delle ferie che ci avevano costretto a rimandare a settembre le iniziative di lotta.

Con l'iniziativa del presidio abbiamo costretto l'azienda ad incontri in Regione

ottenendo alcuni seppur minimi risultati positivi, quali l'avvio della procedura per la • 675 • (cassa integrazione straordinaria), chiesta per crisi aziendale.

Abbiamo rimosso con la mediazione della Regione, anche se non completamente, la posizione di principio dell'azienda dí non revocare il licenziamento per i lavo• ratori che presidiano la fabbrica.

Quanto detto prima, se ottenuto, ci permetterebbe di avere tutti i lavoratori dipendenti dell'azienda e quindi sullo stesso piano. La situazione comunque rimane grave in quanto l'azienda ha richiesto in questo periodo come momento transitorio, prima dell'entrata in vigore della 675, la cassa integrazione ordinaria. E' chiaro che la lotta è tutt'altro che finita. La tenda fuori dalla fabbrica non è più possibile tenerla, soprattutto per le condizioni meteorologiche. Ci stiamo comunque preparando per aumentare l'incisività della lotta. I problemi sono tanti soprattutto perchè i lavoratori sono stragrande maggioranza donne. La volontà di continuare però non manca: vogliamo risultati concreti per salvaguardare il nostro posto di lavoro.

Il tandem GEPI - Orlando gioca grosso sulla Trafili

La Vabco-Trafili S.p.A., azienda operante nella trasformazione di metalli non ferrosi (rame - ottone), con stabilimenti a Torbole (Brescia), 280 dipendenti, e Vimodrone, 310 dipendenti, vive il più tragico dei suoi burrascosi momenti. Di proprietà GEPI dal febbraio '78, data in cui sono iniziate le più ignobili iniziative antioperaie: C.I.G. per il 30 per cento dei lavoratori, slittamento dei salari, incentivazioni ad auto-licenziamenti, ecc. La GEPI (istituita per salvare le aziende?) inizia una trattativa di svendita della società (abbandonata da tempo a se stessa) quindi in stato precario; il solo privato interessato a questa azienda, e sembra l'unico, è il famigerato gruppo LMI (famiglia Orlando) il quale ha delle preoludiziali nei confronti dei lavoratori: chiusura totale dello stabilimento di Vimodrone senza un minimo di prospettive, ed ipotetica • ristrutturazione (• 675 •) dello stabilimento di Torbole, previo però cassa integrazione speciale e successivo eventuale rientro degli operai.

Oltre alle tradizionali forme di lotta (scioperi, presidi, ecc.) e data l'origine della proprietà (Ente pubblico), il C.d.F.

ha percorso la strada della pubblicizzazione e sensibilizzazione dell'opinione pubblica: manifestazione all'Assolombarda, assemblea aperta al comune di Vimodrone, incontro con i Parlamentari, incontro in Regione, blocco della strada Padana con la solidarietà dei compagni della D.B.R. e KALODERMA (realtà simili alla nostra). E' in cantiere un incontro a livello ministeriale. Dato per scontato che la GEPI sia una istituzione per recuperare le aziende in crisi, chiediamo, senza mezzi termini, la garanzia dei livelli occupazionali, poichè le motivazioni addotte per la decisione di chiusura non hanno fondatezza. Ciò che invece è fondata è la spudorata evidenza di un gioco politico, di pressione di Orlando, .vice-presidente della Confindustria, secondo in Europa nel settore, una delle più ricche famiglie d'Italia, con copertura politica (Governo) ed economica che gli permette di avere dominio assoluto... Al fine di evitare che il binomio GEPI-ORLANDO faccia man bassa sulla pelle dei lavoratori, alla Vabco-Trafili siamo intenzionati a continuare il programma di lotta per raggiungere almeno alcuni primi risultati positivi sull'occupazione.

n z è o ti c ri n il a
C.d.F. D.B.R.

"TENDA ROSSA " ALLA BEZZI

Chi sia passato sulla statale 11, provenendo da Milano, oltrepassando Gorgonzola, avrà notato senz'altro che davanti all'entrata della E. Bezzi, da alcuni mesi, è cresciuta un'appendice rossa. Chi ha osservato meglio avrà verificato che si tratta di una tenda, rossa, appunto. 11 colore non è una concessione alla retorica, ma è stato determinato dalla necessità. Quando 3 mesi fa la impiantammo non badammo al colore.

Era il segnale diretto all'esterno che la situazione per i 460 dipendenti della E. Bezzi stava diventando drammatica.

Non è che prima di allora ci facevamo illusioni, ma era ora che anche i cittadini di Gorgonzola e l'opinione pubblica in generale capissero chiaramente che le cose alla Bezzi non andavano assolutamente bene.

La • piccola FIAT • di Gorgonzola rischia di chiudere, di mettere In strada i lavoratori diventati, adesso, 430.

Quest'azienda che costruisce motori ha sempre avuto oscillazioni notevoli di organico e di produzione. Si è passati spesso dagli straordinari alla Cassa integrazione.

Anche in questa occasione gli straordinari sono stati effettuati fino al luglio '77 e si è arrivati 4 mesi dopo alla • amministrazione controllata

Oggi la situazione è drammatica: l'azienda è in concordato preventivo e la situazione del mercato non consente facili entusiasmi.

Due sono i fatti negativi più importanti: la situazione finanziaria della società (non è ancora chiaro da dove siano venuti i 6

miliardi di debito) e il ritardo della ripresa produttiva nazionale.

La soluzione del nostro problema si presenta quindi di non facile soluzione e di questo siamo coscienti. Purtroppo però ci è sembrato che manchi anche ogni volontà politica degli enti locali (Comune e regione), di intervenire per sollecitare una soluzione, al di là delle proposte di ulteriore cassa integrazione speciale o meno.

In uno Stato dove tutti si lamentano della piaga dell'assistenzialismo (vedi pensioni INPS a 110.000 ai mese), l'unico modo per risolvere i problemi occupazionali sembra quello di creare dei pensionati di lusso a tempo però determinato, magari a soli 20 anni!

DOCUMENTO ATTIVO DELLE DELEGATE DI GORGONZOLA

Giovedì 19 si è costituito il coordinamento delle delegate della zona di Gorgonzola. Il coordinamento assume la relazione introduttiva e gli interventi come temi da porre in discussione e nel dibattito fra le lavoratrici. Dal dibattito è emersa la necessità di una struttura quale il coordinamento per far conoscere la tematica femminile ed individua nel coordinamento stesso uno strumento di partecipazione all'attività sindacale. Nello stesso tempo si è deciso di eleggere un esecutivo formato da 15 delegate così suddivise: lega Cernusco (4), lega di Gorgonzola (2), lega di Melzo (2), lega di Limito (1), lega di Cassano e Vaprio (1). Per le fabbriche GTE (2), Stigler (1), Elco (1), Bezzi (1).

Le compagne dell'esecutivo sono elette dalle leghe e dai consigli di fabbrica, il criterio di scelta adottato è in relazione

sia alle delegate presenti nelle leghe, sia alle fabbriche con manodopera prevalentemente femminile.

Il coordinamento ha deciso di riunirsi stabilmente e di norma ogni 3 mesi durante l'orario di lavoro e ogni primo mercoledì del mese dopo l'orario di lavoro presso la sede F.L.M. di via Restelli 28, Gorgonzola, ed è aperto alla partecipazione delle lavoratrici.

Si è inoltre iniziata la discussione su alcuni temi legati alla condizione femminile collegati anche alla prossima piattaforma contrattuale.

Il coordinamento ravvisa la necessità di sviluppare alcune tematiche poste, come l'organizzazione del lavoro, occupazione femminile, orario di lavoro e di servizi, lavoro a tempo parziale, applicazione della

legge di parità anche nella consultazione contrattuale per l'ipotesi di piattaforma, intende approfondire inoltre alcuni argomenti al livello di territorio come i servizi sociali, consultorio, per cui diventa fondamentale la partecipazione del coordinamento FLM nel coordinamento delle delegate CGIL, CISL e UIL della zona di Gorgonzola. Nella consultazione contrattuale occorre coinvolgere le lavoratrici in modo che questo contratto sia un momento di partecipazione e di scelta. Si propone un corso di formazione per le delegate, che abbia come riferimento la questione femminile e sulla tematica più generale del sindacato.

Prossima riunione del coordinamento si terrà mercoledì 8 novembre alle ore 18 in via Restelli 28, Gorgonzola. In preparazione del convegno provinciale del 10 novembre in Milano.

SOTTOSCRIZIONE PER LA RICOSTRUZIONE DEL FONDO DI SOLIDARIETA'

Prosegue la raccolta•per Il fondo di solidarietà, mancano ancora diverse fabbriche all'appello, ciò nonostante siamo stati In grado di versare a sostegno della lotta

alla D.B.R. L. 2.257.600 comprendenti anche le 657.000 raccolte attraverso contributi esterni cosi elencati: festa dell'Avanti, della D.B.R., del Ruggeri, della biblio-

teca, del CRAL Aziendale e raccolta della parrocchia. CI ripromettiamo In un secondo tempo di pubblicare l'elenco completo della sottoscrizione.

Verderio del C.d.F. Bezzi

Mostra di pittura e grafica

SU :

La Federazione Lavoratori Metalmeccanici di Gorgonzola ha indetto questa iniziativa nelle fabbriche e nel territorio per creare più ampio contributo di partecipazione e di solidarietà, a sostegno della lotta delle fabbriche in crisi della zona.

IL LAVORO

LOTTE OPERAIE OCCUPAZIONE

aperta a lavoratori e cittadini con lo scopo di dare un contributo creativo, artistico e finanziario all'iniziativa sindacale.

ll ricavato della vendita dei quadri sarà impegnato a sostegno della lotta dei lavoratori nelle suddette fabbriche in crisi.

La MOSTRA-MERCATO avrà luogo il 18 e 19 novembre a Gorgonzola presso il Centro Sociale, via Italia

MODALITA' PER LA PARTECIPAZIONE:

II ricavato della vendita del quadro, il cui prezzo sarà stabilito da una commissione costituita dalla FLM in collaborazione con il donatore, verrà devoluto al fondo di sostegno per i lavoratori in lotta.

A titolo di rimborso spese, per i quadri venduti, verranno date al partecipante L. 10.000.

I quadri non venduti verranno restituiti.

I quadri dovranno avere, al vivo, un formato non inferiore a cm. X e non superiore a cm. XXX e dovranno essere corredati di cornice, anche se modesta.

La tecnica da usarsi per l'opera sarà naturalmente libera.

La consegna delle opere dovrà essere effettuata entro e non oltre il 15 novembre presso la sede della FLM di Gorgonzola, via Restelli 28, dalle 14 alle 19 di tutti i giorni, escluso il sabato.

Per motivi organizzativi si richiede possibilmente le adesione anticipata (anche telefonicamente - telefo' no 9510605) entro il 10 novembre 1978.

A TUTTI I PITTORI PARTECIPANTI VERRA' DONATA UNA MEDAGLIA.

Se le condizioni organizzative Io permetteranno, la Mostra-Mercato verrà esposta in altri Comuni e nelle fabbriche.

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