Oltre gli stereotipi. Questioni di genere e dintorni

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WSA 2019 - 2020 - PEOPLE. INCLUSIONE E SOCIETA'

OLTRE GLI STEREOTIPI QUESTIONI DI GENERE E DINTORNI

2^I - LICEO DUCA D'AOSTA - PADOVA


tutti gli articoli, le foto e gli approfondimenti presenti in Questa rivista sono il frutto del lavoro degli studenti della 2^I del liceo duca d'aosta di padova, che nell'anno scolastico 20192020 ha compiuto un percorso di ricerca e riflessione sulle questioni di genere. buona lettura!

In copertina e a p. 04 e 05, Millo "Article 3", murale, ForlĂŹ, www.millo.biz


“Ammesso che ve ne siano, non è in potere di nessuno modificare le eventuali cause biologiche innate [dei comportamenti differenziati secondo il sesso], ma può essere in nostro potere modificare le evidenti cause sociali e culturali delle differenze tra i sessi; prima di tentare di cambiarle, è però necessario conoscerle. Scopriremo la loro genesi in piccoli gesti quotidiani che ci sono tanto abituali da passare inosservati; in reazioni automatiche di cui ci sfuggono le origini e gli scopi e che ripetiamo senza aver coscienza del loro significato perché li abbiamo interiorizzati nel processo educativo; in pregiudizi che non reggono alla ragione né ai tempi mutati ma che pure continuiamo a considerare verità intoccabili; nel costume che ha codici e regole severissime. Spezzare la catena di condizionamenti che si trasmette pressoché immutata da una generazione all’altra non è semplice, ma ci sono momenti storici in cui simili operazioni possono risultare più facili che in altri”. Elena Gianini Belotti, Dalla parte delle bambine, 1973


P. 04

IL PROGETTO

IL PROGETTO di Marianna de Rènoche

Cosa significa “genere”? Quali sono le questioni che lo riguardano? Perchè affrontare oggi un tema simile? Queste le domande che ci siamo posti insieme all’inizio di questo viaggio, alla ricerca di risposte dentro e fuori di noi. Nel nostro passato, guardando alle radici culturali di cui siamo nutriti, alle generazioni che ci hanno preceduto; nel nostro presente, fatto di profonde contraddizioni ma anche di rinnovate consapevolezze; e nel nostro futuro, in cui riponiamo le speranze di un mondo migliore, fatto di persone migliori, in una società finalmente inclusiva.

Il tema è stato sfidante, perchè il genere è qualcosa che ci riguarda sempre e comunque, che ci tocca direttamente anche se non lo vogliamo, anche se non ce ne accorgiamo. Viaggiando attraverso cinque ambiti di vita quotidiani, la famiglia, la scuola, il lavoro, il tempo libero e il tempo impegnato, le studentesse e gli studenti hanno raccolto in questi mesi molteplici informazioni, ascoltato testimonianze, storie, voci. E hanno provato a scoprire e sfatare luoghi comuni, a trovare i pregiudizi per decostruire gli stereotipi, ad individuare le disparità di diritti e di potere, e a riflettere al contempo sul nostro senso critico e sui nostri atteggiamenti.

Questa rivista è il risultato delle loro ricerche. E’ un’opera di inclusione, uno spazio, un posto nel mondo in cui le persone che ci stanno dentro, nella loro unicità, sono state riconosciute. Non un traguardo, ma solo una tappa del percorso.


EDITORIALE

P. 05

EDITORIALE di Paulo Lima

Dicono gli esperti in Psicologia che gli stereotipi assomigliano a degli schemi mentali. Non si basano su una conoscenza di tipo scientifico, ma piuttosto rispecchiano una valutazione che spesso si rivela falsa, ovvero infondata. Questi lavori altro non sono che proposte di riflessione, su come gli stereotipi di genere, una volta assunti per "buoni", "reali", "ovvi", finiscano non solo per discriminare una persona ma persino per annientarla. E questo avviene quasi ovunque: a casa o a scuola, nel mondo del lavoro o dello sport o della comunicazione. E vengono rafforzati dalle favole lette prima di dormire, dalla televisione, dalla stampa e dalla pubblicità. In queste pagine ci sono articoli, interviste, dati e curiosità, iniziative e progetti, ma sopratutto storie, persone, vissuti, racconti magari già sentiti, ma su cui ci si è fermati, a riflettere. E' stata un po' una riscoperta. Che la distinzione tra maschi e femmine è stereotipata anche a scuola, che fin da piccoli siamo stati educati a "fidarci" di un solo tipo di famiglia, che la tutela lavorativa alle donne è una strada tutta in salita, che il calcio non è solo "roba per uomini veri" e che nelle pubblicità non è necessario che il corpo femminile la faccia sempre da padrone. E che possiamo anche uscire da certi condizionamenti, da certe influenze. Oltre gli stereotipi, in parte, è stata “generata” nel mezzo dell’emergenza sanitaria. Purtroppo abbiamo sentito, a partire dalle nostre ricerche, dalle interviste realizzate e dalle testimonianze a noi arrivate, che l’isolamento, la convivenza forzata di questa strana contingenza, la crisi economica e sociale, hanno esacerbato ancora di più le disparità di trattamento.

Perciò, ci vien da dire che una “nuova normalità” richiede davvero di andare oltre gli stereotipi, oltre le discriminazioni e ogni forma di violenza di genere. Perché solo così riusciremo a costruire un Mondo nuovo e possibile nel pieno riconoscimento di ogni tipo di diversità tra le persone.


P. 06

INDICE

INDICE GENERE E SCUOLA

P. 08

Editoriale. Piccole differenze a scuola. a cura di Elisa Peruzzo

Intervista. Educazione e parità di genere. a cura di Camilla Guerra e Baratto Francesca;

foto e didascalie a cura di Silvia Vanzetto Pillole. Qualche dato - Inziative e progetti a cura di Andrea Gjolaj e Sara Barboni

GENERE E FAMIGLIA

P. 14

Editoriale. Famiglia e famiglie. a cura di Jacopo Giol

Questionario. Famiglia arcobaleno. Oltre gli stereotipi. a cura di Ginevra Chirico e Adele Favero;

foto e didascalie a cura di Alice Pengo Pillole. Dati - Curiosità a cura di Francesca Selmin

GENERE E LAVORO Editoriale. Io lavoro, tu lavori, lui lavora. ...e lei? a cura di Enrico Casillo

Articolo. Lavoro e gender pay gap. a cura di Greta Agostini e Rosa Leonardi;

foto e didascalie a cura di Laura Valesio Pillole. Iniziative e progetti - Curiosità a cura di Anna d'Abruzzo e Ginevra Moro

P. 20


P. 07

INDICE

P. 30

GENERE E TEMPO IMPEGNATO Editoriale. Donne e sport a cura di Daniela Motelica

Intervista. Lo sport è di tutti? a cura di Simona Gennarelli;

foto e didascalie a cura di Wendy Moussunda Pillole. Qualche dato - Campagne e iniziative a cura di Anna Carraro e Valeria Susarenco

P. 36

GENERE E TEMPO LIBERO Editoriale. Che genere di comunicazione? a cura di Margarita Coppo

Intervista. Pubblicità e genere. La pubblicità è femmina ma il pubblicitario è maschio. a cura di Daria Barbierato e Sofia Doni Esparzae;

foto e didascalie a cura di Alessia Rampazzo, disegni di Margherita Aghito Pillole. Stereotipi - Campagne e iniziative a cura di Alessandro Giudice

P. 44

GENERE E 2 I

Le nostre riflessioni. Inclusione e società. dal questionario di fine percorso

Cara 2^I. a cura di Giulia Fiamengo, tutor di classe

Crediti e ringraziamenti


EDITORIALE

GENERE E SCUOLA P. 08

PICCOLE DIFFERENZE A SCUOLA La differenza di genere a scuola è un argomento molto più profondo di quanto percepiamo. Fin da bambini proviamo sulla nostra pelle i diversi modi stereotipati attraverso i quali le maestre si relazionano con noi. Un classico che ricorre nella nostra esperienza: la bambina viene etichettata, e quindi trattata, come persona intelligente e delicata mentre il bambino viene etichettato come persona pigra, che non vuole studiare e impegnarsi. Le aspettative degli altri sono importanti nella vita, perché condizionano il nostro modo di essere e di agire, soprattutto in un ambito così importante come la scuola, dove passiamo molto tempo della nostra vita, proprio nelle fasi fondamentali dell'infanzia e dello sviluppo. Già da tempo cerchiamo di combattere la differenza di genere che ci accompagna sin dalle scuole materne, ma spesso sentiamo di non sapere nemmeno da dove iniziare, essendo molto vasto l’argomento e complesso. In Italia dal 2015 si sta cercando di contenere questo stereotipo con una legge che promuove la parità di genere e la prevenzione nella violenza e discriminazioni che i bambini subiscono.

legge 107/2015 di Riforma su “La Buona Scuola” l'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti i genitori sulle tematiche indicate.


GENERE E SCUOLA P. 09

INTERVISTA

EDUCAZIONE E PARITA' DI GENERE

Trattiamo l’argomento delle differenze di genere già dalla prima fascia d’età. Abbiamo iniziato la nostra ricerca a partire dalla scuola primaria (elementari). Abbiamo contattato due insegnanti, un maestro, Paolo Grasson della scuola primaria di Abano Terme e una maestra, Monica Tasso, sempre insegnante alla primaria, alla ricerca di due punti di vista differenti, con le prospettive dei due generi.

la parola a due maestri C’è un determinato approccio nei confronti degli alunni da adottare in quanto insegnante? Maestra Monica: Quando

ci

Io

vedo

incontriamo

la

i

miei

alunni

mattina,

come

loro

delle

portano

persone,

quello

che

non

solo

hanno

come vissuto

studenti. a

casa,

raccontano la loro giornata, se c’è qualche problema me lo raccontano e poi in un secondo momento vengono quelli che sono i compiti, la lezione. C’è questo rapporto che possiamo definire quasi intimo.

Maestro Paolo:

L’approccio nei loro confronti varia a seconda del bambino trattato, la

sensibilità

da

varia

persona

atteggiamento adeguato.

a

persona,

con

i

bambini

più

fragili

bisogna

adottare

un


GENERE E SCUOLA P. 10

INTERVISTA

Quali sono le differenze che nota tra mentalità e comportamento di una bambina rispetto ad un bambino? Maestra Monica:

Sicuramente hanno interessi diversi, quando arriva il momento di pausa i

giochi che praticano sono differenti. Nel corso della mia esperienza ho capito che la maturità varia a seconda del carattere indipendentemente dal fatto che siano maschi o femmine. Nel rendimento uguale, se uno è portato per studiare o per fare i compiti, lo è indipendentemente dal genere. Poi devo dire che dipende anche dalle annate e del gruppo classe, quella in cui mi trovo ora è un'annata abbastanza omogenea.

Maestro Paolo: eccezioni,

Secondo

secondo

la

me

mia

questa

è

una

esperienza

le

tendenza

bambine

generale

tendono

poiché

ad

ci

essere

sono

più

molte

timide

e

responsabili ma ripeto, questa è una tendenza generale. Nonostante l’approccio dipenda dal carattere, durante la mia carriera ho notato che le bambine sono più interessate a materie come l’italiano e mi sono sempre chiesto il perché. La risposta che mi sono dato è

c’è un approccio diverso a seconda del genere da parte dei genitori nei confronti dei figli, spesso le madri tendono ad essere più esigenti nei confronti delle femmine e meno “severe“ con i figli maschi. che

Vede un'interazione tra i due generi? Capita che una bambina stia in gruppo con bambini del sesso opposto? E viceversa? In questi casi come si comporta? Maestra Monica: si

parla

sanno ovvio

che che

amiche, vicino

di

disposizione c’è

richiamato

una

alcune

però

ad

Si, per esempio anche

un

dei

alternazione

vogliono

accettano maschio,

nessun

banchi

di

e

stare

i da

se

alunni

rispettare, alle

grado

viceversa.

bambino

miei

vicino

buon

quando

Non

preferiva

di

loro stare

ho

mai

giocare

con il gruppo delle femmine, sicuramente non è un problema per me, anzi.

Maestro Paolo:

Quello

che

vedo

io

è

che

tendono a dividersi, anche la scelta dei giochi dei due gruppi è differente. Ovviamente ci sono delle

Penso che questa divisone sia causata molto dalla cultura di appartenenza e dalle aspettative della società, si viene indirizzati a certe attività sin piccoli. Quando eccezioni.

vedo una bambina che gioca con il gruppo di sesso opposto mi fa molto sorridere e mi rende felice.

L'incontro primaria,

con Paolo

marzo 2020.

l'insegnante Grasson,

di

Abano

scuola

Terme,

5


GENERE E SCUOLA P. 11

INTERVISTA

Come reagisce davanti ad un episodio di esclusione o di discriminazione? I corsi di formazione la aiutano a sapere cosa fare in questi casi? Maestra Monica:

Mi arrabbio molto, anche perché io ci tengo molto a questo aspetto.

Spero sempre che facciamo gruppo e che si rispettino tra loro. Per cui sono molto vigile su questa cosa e cerco di lavorarci il più possibile. Non la considero una perdita di tempo. Sì certo, i corsi di formazione sono molto utili poiché all’interno della classe si possono trovare davvero tanti problemi, proprio perché le problematiche che ci sono nella società o nella famiglia, i bambini poi se le portano in classe.

Maestro Paolo:

Fortunatamente non è mai successo di trovarmi di fronte a episodi di

esclusione causati dal sesso di appartenenza.

...e noi come la pensiamo? "... abbiamo affrontato molte tematiche e cose che all’inizio di questo progetto non sapevo o che comunque non pensavo". "Abbiamo potuto ascoltare le esperienze di persone diverse da noi che hanno cercato di farci comprendere quanto le differenze di genere, in qualsiasi ambito della vita, esistano e ci influenzino". "Mi ha sorpreso scoprire il rapporto tra insegnanti e alunni. Mi è piaciuto sapere che tra loro c’è un rapporto molto sincero e senza pregiudizi". "Ho imparato che è molto importante dare un buon insegnamento ai più piccoli in modo che crescano senza alcun impedimento e pregiudizi". "Mi ha colpito il fatto che molte delle cose che davo per scontate, erano in realtà una forma di diversificazione basata solo sul genere". "...ci siamo affascinate dal fatto che in questi ultimi anni i due generi, soprattutto a ricreazione ma anche all’interno delle classi, passano più tempo insieme senza discriminazioni di alcun tipo". "Ciò che maggiormente mi ha colpita, è il fatto che fin dalla scuola primaria siamo influenzati dagli stereotipi di genere e questo è un argomento da non sottovalutare. Mi sono sentita scoraggiata per via delle discrimini di genere già dalla prima età". "Certamente ho imparato a non sottovalutare l’influenza che un ambiente ha in noi, come modifichi il nostro modo di pensare..." "Leggere i dati riguardo le differenze di genere e scoprire che effettivamente ci sono notevoli differenze...". (pensieri del gruppo di lavoro dai questionari di fine percorso)


GENERE E SCUOLA P. 12

PILLOLE

qualche dato... Nel 2016: la quota di giovani che sono usciti precocemente dal sistema di istruzione e di formazione è a favore delle donne: 11,3% contro il 16,1% degli uomini. Le donne hanno inoltre un livello di scolarizzazione più alto: 63,80% rispetto al 59,70% degli uomini. Nonostante ciò, i dati sul mercato del lavoro mostrano che le maggiori competenze acquisite spesso non si traducono in maggiori tassi di occupazione o redditi più alti. Però gli uomini presentano una percentuale minore per quanto riguarda le competenze insufficienti: 38,50% rispetto al 41,70% della parte femminile. La quota di donne che hanno raggiunto un livello di istruzione terziario è molto più elevata rispetto agli uomini: 32,5% contro il 19,9%. Fonte: Istat


GENERE E SCUOLA P. 13

PILLOLE

...iniziative e progetti ASSOCIAZIONI E REALTA' CHE SI OCCUPANO DI DISUGUAGLIANZE DI GENERE A SCUOLA Le disuguaglianze sono molto presenti nel mondo, la scuola è il luogo dove ci si fa “l'idea" su tutto, come per esempio sulle donne, i bambini vengono educati a pensare in un certo modo sin dall'infanzia. Purtroppo, nel mondo scolastico, le donne sono, statisticamente, le più bullizzate. Per

questo

sono

state

fondate

delle

associazione

della

società

civile

e

comitati

pervengano queste situazioni.

ASSOCIAZIONE PARI E UGUALI E' una associazione attiva in questo ambito, che svolge per lo più attività educative nelle scuole, cercando di

Comitato unico di Garanzia dell’Università di Padova

formare i ragazzi, di diverse classi ed età, contro la violenza, l'intolleranza ed il bullismo/cyberbullismo.

Cerca, inoltre, di toccare vari argomenti come i “ruoli sociali",

E' un comitato interno alla struttura universitaria che cerca di aiutare gli

dissipando l'idea di un futuro programmato solo in base al sesso.

alunni dando consigli utili per il futuro ma, soprattutto assicurando una parità di opportunità per tutti.

Questa è una associazione che si concentra di più sulle classi preuniversitarie.

www.unipd.it

che


GENERE E FAMIGLIA P. 14

EDITORIALE

FAMIGLIA E FAMIGLIE famiglie arcobaleno sono famiglie in cui almeno un adulto omosessuale è genitore di uno o più bambini. Le famiglie omogenitoriali sono una realtà da diversi anni in Italia. Il Le

fatto che siano attualmente sprovviste di riconoscimenti e tutele giuridiche non ne ha impedito il formarsi e l’inserimento nella società di oggi.

Con la

Legge Cirinnà si sono verificati grandi dibattiti proprio

sull’estensione I conservatori

di

diritti

italiani,

di

rappresentanza

in

diritti

famiglie

alle

alle cui

parlamento,

famiglie

purtroppo

omogenitoriali.

vi

sostengono

arcobaleno

e

è

una

che

nutrita

estendere riconoscere

l’omogenitorialità attaccherebbe la famiglia naturale; convinti che i bambini delle famiglie con due papà o due mamme siano in pericolo. Siamo proprio sicuri?

La legislatura “eteronormativa” vacilla e la famiglia eterosessuale si sente minacciata. È con uno sguardo al passato che vorrei partire sottolineando il fatto che la famiglia è una

rappresentazione della società e la famiglia, come la società, cambia. Se non accadesse questo subiremmo ancora matrimoni combinati dai nostri genitori, per esempio. Ad ogni modo non si tratta di essere favorevoli o contrari poiché:

di fatto esistono bambini con genitori dello stesso sesso e di fatto uno Stato democratico deve tutelare tutti.


GENERE E FAMIGLIA P. 15

EDITORIALE

Le famiglie omogenitoriali sono una realtà che riguarda migliaia di bambini in Italia e nel mondo e ciò su cui si dibatte da tempo e se i bambini cresciuti da genitori omosessuali siano o meno influenzati negativamente. Negli ultimi anni sono state presentate numerose ricerche scientifiche che evidenziano come l’orientamento sessuale dei genitori non incide sullo sviluppo sano ed equilibrato dei loro figli.

Il parere professionale prevalente è che l’orientamento sessuale di un genitore non ha nulla a che fare con la sua capacità di essere un buon genitore.

Accreditate associazioni americane e inglesi di psicologia e psichiatria, come l’American Psychological Association (APA), l’American Psychiatric Association e la British Psychological Society, dopo più di vent’anni di studi, si sono

pubblicamente schierate

diritto al matrimonio e all’adozione per le persone omosessuali.

Il riconoscimento delle famiglie omogenitoriali nelle nostre società non toglie valori alla società, semmai ne aggiunge. Andiamo incontro ad una società sempre più variegata, un futuro sempre più cosmopolita; accettare le differenze, qualunque esse siano, non potrà che renderci più ricchi e migliori.

a favore del


GENERE E FAMIGLIA P. 16

QUESTIONARIO

FAMIGLIA ARCOBALENO oltre gli stereotipi Abbiamo creato un questionario da proporre a delle famiglie arcobaleno per capire come vivono all’interno della società che dispone loro un ambiente ancora oggi pieno di stereotipi. Il questionario è stato inviato a due coppie che hanno riposto mantenendo l’anonimato. La prima coppia è composta da due ragazze di 33 anni, unite civilmente, che convivono. La seconda invece è composta da due ragazze di 30 anni che convivono da quasi 4 anni. Abbiamo posto loro cinque domande.

Cosa vi ha portato a costruire una famiglia? Le due giovani coppie hanno risposto che la motivazione del costruire una famiglia è l’amore che provano l’una verso l’altra e il "bisogno di farsi

riconoscere come

nucleo

familiare dallo Stato".

Avevate paura dei pregiudizi? Entrambe

sostengono

pregiudizi

oggi

di

perché

non sono

temere

i

diventate

adulte e indipendenti, "sappiamo reagire se

ci

troviamo

l’adolescenza

in

situazioni

perché

scomode".

erano

giovani

identità: questo porta ad avere più Il fatto è che nelle scuole

e

www.vicenzareport.it

Hanno non

detto

di

avevano

aver

piena

sofferto di più durante consapevolezza

delle

loro

paura a esporsi e temere ciò che pensa la gente.

e nelle famiglie si parla poco di omosessualità e se si fa lo si fa

parlando di stereotipi: "i giovani dovrebbero essere più sensibilizzati e dovrebbero essere liberi di esprimere la propria identità senza avere paura".


GENERE E FAMIGLIA P. 17

QUESTIONARIO

Come hanno accettato questa scelta i vostri cari? La risposta delle coppie è stata molto simile,

all'inizio

difficoltà

"poiché

metabolizzare oggi

hanno

la

entrambe

incontrato

alcuni

cosa",

ma

delle

dovevano alla

vivono

fine, molto

i nostri cari ci supportano e sono felici per noi!". serenamente

e

naturalmente,

"

www.ilprimatonazionale.it

Trovate difficoltà nella vita quotidiana? Nessuna difficoltà",

"

così

hanno

dichiarato,

"andiamo in giro assieme e non abbiamo subito nessun episodio di discriminazione".

È cambiata la visione degli altri verso di voi? Qui

nessuno

ha

esitato,

rispondendo

con

un

perentorio "No assolutamente no!". Salvo ricordarsi di

qualche

shock

famigliare,

che

però

avuto impatti sul rapporto. www.spyit.it

...e noi come la pensiamo? Rispetto al tema che hai approfondito, c'è qualcosa che ti ha sorpreso/a o colpito/a particolarmente? Come ti sei sentito/a? "Mi hanno colpito i pregiudizi delle persone sulle famiglie arcobaleno". "Mi ha stupito il fatto che ci siano ancora tante persone che non pensano che la famiglia possa essere diversa da quella tradizionale. Mi sono sentita dispiaciuta perché credo che la famiglia sia composta da persone che non si giudicano a vicenda e che si vogliano bene/amino".

(pensieri del gruppo di lavoro dai questionari di fine percorso)

non

ha


GENERE E FAMIGLIA P. 18

PILLOLE

dati e iniziative Secondo i dati dell’indagine MODI.DI condotta da arcigay, nel 2005 su circa 7000 omosessuali, il 18% dei gay e il 21% delle lesbiche over 40 dichiara di avere figli. In Italia nel 2005, sono stati stimati circa 100.000 minori che vivevano con almeno un genitore omosessuale. Dagli anni 80’ l’American Psycological Association si occupa della genitorialità omosessuale e di proteggere i loro diritti.

Famiglie arcobaleno Associazione genitori omosessuali Associazione indipendente nata nel marzo 2005, composta da coppie o single omosessuali che hanno realizzato il proprio progetto di genitorialità, o che aspirano a farlo. Famiglie Arcobaleno

lotta contro ogni forma di discriminazione

affinché la genitorialità

omosessuale sia riconosciuta nell'ordinamento giuridico e nella società italiana e i figli siano tutelati nei loro affetti e nei loro beni.

Attualmente in caso di morte del genitore biologico, i figli nati all'interno di una relazione omosessuale

rischiano

per

legge

di

essere

privati

della

continuità

affettiva

con

il

co-

genitore. Negli eventuali ricoveri in ospedale dei figli il co-genitore non può decidere da solo in merito alla salute del bambino. Di contro, il co-genitore non è tenuto ad assolvere a nessun dovere circa il mantenimento dei figli.

L'associazione si propone in particolare di intorno

ad

esso

un

cambiamento

ripensare il tema della famiglia

culturale,

sociale

e

politico;

favorire

il

e promuovere confronto

tra

genitori o aspiranti genitori omosessuali e diffondere gli strumenti culturali necessari alla crescita dei loro figliessere luogo di accoglienza e di sostegno per i genitori omosessuali che si trovino in difficoltà legate a separazione, coming-out con i figli o altro.

www.famigliearcobaleno.org


GENERE E FAMIGLIA P. 19

PILLOLE

curiosita' Peccato che non avremo mai figli

di giuseppina La delfa Storia d’amore tra due ragazze che scoprono di provare dei sentimenti l’una per l’altra. Tratto da una storia vera. Due grandi donne, di nome Giuseppina e Raphaelle, che credono nel cambiamento e sognano un futuro di libertà. www.autautedizioni.it

Il grande grosso libro delle famiglie Famiglie numerose o piccole, multicolori, allargate, famiglie arcobaleno o monogenitoriali. Famiglie dalla composizione più

varia,

con

culture

diverse

abbigliamento,

alimentazione

illustrato

mondo

nel

e e

variopinto

differenti

abitudini

tradizioni. delle

Un

per

viaggio

famiglie,

per

accompagnare i bambini. Scritto

da

Mary

Hoffmann,

illustrato

da

R.

Asquith.

Lo

Stampatello editore. www.lifegate.it

prima di tutto regista Marco Simon Puccioni produttore Giampietro Preziosa Documentario che racconta la storia di una coppia di uomini gay italiani che con l’aiuto di

due

surrogata

donne e

americane,

una

donatrice,

diventare padri di due gemelle. www.rbcasting.com

una

donna

riescono

a


GENERE E LAVORO P. 20

EDITORIALE

IO LAVORO, TU LAVORI, LUI LAVORA. ... E LEI ? discriminazione di genere all’interno dell’ambiente lavorativo è ormai un La

argomento

molto

comune

che

va

e

si

buttarono

in

un

nuovo

mondo

in

progresso sociale e mentale. La storia, da questo

punto

in

avanti,

ci

presenta

qualsiasi differenza, da quella salariale a

numerose donne che hanno cambiato il mondo e il modo di vedere le cose.

quella occupazionale, totalmente.

Inoltre nell’età della Rivoluzione Industriale,

contrastato

Ci sono

velocemente,

molte realtà

eliminando

che si occupano di

si forma anche un nuovo movimento che

questo problema, che aiutano le donne in

appoggia

difficoltà perché maltrattate o discriminate

femminismo.

all’interno

donne

episodi

di

un

però

ipotetico

non

si

ufficio.

sviluppano

Questi solo

totalmente

le

donne,

il

Arrivando ai nostri giorni le

ricoprono

ruoli

importanti

nella

in

società, migliorandola ogni giorno. Grazie

ufficio ma si presentano in molti ambienti

a donne capo d’azienda, a donne capo

negli ambienti in cui si crede che le donne non riescano a svolgere gli stessi compiti degli uomini, lavorativi, specialmente

come

per

cantiere. questo

esempio Negli

all’interno

anni,

stereotipo

è

la

Purtroppo

mentalità

però

Questa

fortunatamente

odierno

che

lavorano

in

scomparso,

grazie alle molte donne che hanno saputo andare contro i pregiudizi sociali e proseguire per la propria strada. C’è da ammettere però che

non

sta

cambiando.

mancano

i

casi

di

violenze psicologiche nei luoghi lavorativi.

un

quasi

di

cantiere,

è

un’altra

piaga

colpisce

un

ufficio

del

le

di

mondo

donne

soli

uomini

che per

questo è stato fatto solo negli ultimi anni,

vengono discriminate e che non vengono prese in considerazione nelle decisioni importanti. Infine ci concentriamo sulla maternità, pare quasi scontato che una

ma prima di ciò le donne erano viste solo

donna

come

dovevo

diritto a restare a casa e prendersi cura di

esclusivamente preoccupare per i figli, per

sé e del suo bambino, ma a volte questo

la casa e per il marito. Solo nell’età della

non accade ed esistono storie in cui la

Rivoluzione

donna

viene

oppure

neanche

soprattutto

casalinghe

finalmente

che

Industriale le

prime

donne

si

troveremo operaie,

che

decisero di mettere da parte le tradizioni

esempio,

in

che

stato

di

gravidanza

definitivamente

conoscere questo

assunta.

E'

abbia

il

licenziata importante

lato oscuro del lavoro

e cercare di contrastarlo con forza.


INTERVISTA

GENERE E LAVORO P. 21

LAVORO E GENDER GAP Al fine di ottenere maggiori informazioni rispetto al tema delle discriminazioni di genere nei luoghi di lavoro, maternità e paternità e tutele accordate dalla legge, abbiamo intervistato la sindacalista Marianna Cestaro e l’assessora al sociale del comune di Padova Marta Nalin. Nell’intervista alla sindacalista, nella sede C.G.I.L. di Padova, abbiamo approfondito la questione della maternità e paternità. Essendo il sindacato l’associazione a tutela dei lavoratori, la sindacalista da noi intervistata ha spesso a che fare con persone che hanno subito ingiustizie legate alle differenze di genere.

la testimonianza di una sindacalista maternita', paternita' e congedo parentale Sono molto frequenti i casi in cui si fa ricorso al sindacato per differenze di genere sul lavoro? Si, proprio perché il

sindacato è l’organizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici,

chiunque abbia un qualsiasi tipo di problema a livello lavorativo si rivolge a noi. Poi la questione delle differenze di genere sul lavoro entrano perfettamente nelle tematiche che gestiamo. Noi partiamo con una legge giovane: ‘Legislazione alla normativa nazionale in materia di parità e pari opportunità tra uomini e donne relativamente alle politiche di conciliazione vita lavoro’. Da questa è nata una serie di direttive di legge, la più importante

le disposizioni a tutela e sostegno della maternità, le tante, l’altro caposaldo è il ‘codice delle pari opportunità tra uomo e donna’. è quella dell’8 marzo, che sono

e tra

Lei ha mai lavorato in qualche caso legato alle ingiustizie riguardanti la maternità? Vorrei dire quotidianamente, ora che mi occupo delle politiche del lavoro meno di prima. Quando facevo la rappresentante sindacale, quindi ero una lavoratrice all’interno della mia azienda,

ero

stata

eletta

dai

miei

colleghi

e

dalle

mie

colleghe

per

essere

la

loro

rappresentante. Il primo caso che mi è capitato, considerando che lavoravo in un’azienda


INTERVISTA

GENERE E LAVORO P. 22

di Telecomunicazioni ed ero in un call center, dove le donne sono l’85%, riguardava le donne che

erano

in

maternità,

poiché

non

potevano

avere

un

aumento

di

livello,

dovevano

aspettare di tornare dalla maternità, poi però quando tornavano erano finiti i budget per gli aumenti di livello e quindi rimanevano lì. Un’altra discriminazione che mi è capitato di seguire, sempre legata alla maternità, riguardava le ore di allattamento.

La legislazione sulla maternità, legge 53/2000, prevede che alle donne che tornano in servizio lavorativo dopo aver fatto il loro congedo siano concessi dei permessi, si chiamano ‘permessi-orario’ ma vengono chiamati ‘permessi-allattamento’ impropriamente, dato che ne possono usufruire anche gli uomini. e questo riduce l’orario: se una donna è full time e solitamente lavora otto ore al giorno, così ne fa sei. C’è stata la possibilità di aumenti di livello ma a tutte le donne in permesso-orario è stato chiesto

di

scegliere,

perciò

per

fare

l’avanzamento

di

carriera

dovevano

rinunciare

al

permesso, o viceversa. E questa è una discriminazione! Non è assolutamente consentito.

Il problema è: come la fai valere? Bisogna che una donna dica: io denuncio, io mi muovo, ma le donne sono molto ricattabili. Tutti i lavoratori sono ricattabili perché il rapporto di lavoro dipendente ha dei rapporti di forza, il datore di lavoro sta sopra e il dipendente sta sotto, per cui, con la paura di non aver più quell’opportunità, molte donne sono state zitte, hanno rinunciato all’allattamento e non hanno denunciato.

Le donne non denunciano

praticamente mai. È mai venuta a conoscenza di episodi in cui la gravidanza ha compromesso il lavoro o comunque la carriera lavorativa di una donna? Assolutamente sì. La gravidanza non è mai imparziale, bisognerebbe fare un discorso più ampio riguardante la gestione dei

carichi di cura, che sono quasi tutti in carico alla donna,

anche nelle famiglie più ‘moderne’: quando una coppia ha figli il carico di cura è quasi sempre legato solo alla donna. Questo i datori di lavoro lo sanno bene e proprio per questo motivo, ritenendo le donne magari meno produttive perché possono assentarsi di più per la gestione dei figli, tendono o a limitarle o ad espellerle dal mondo del lavoro. Nelle grandi aziende sono attrezzati quindi è più raro che capiti, magari succede che

demansionano,

con l’avvallo della donna stessa che chiede il part time per avere tempo da dedicare alla casa e ai figli e il datore che decide di concederlo ma non nello stesso ruolo di prima. Questa è un’altra discriminazione, ma spesso le donne, pur di avere il part time sono disponibili anche ad essere demansionate e questo è un problema enorme.


INTERVISTA

GENERE E LAVORO P. 23

L’altra questione riguarda il tessuto produttivo del Veneto, che è fatto da piccole imprese e aziende con un indice di tre lavoratori per azienda, veramente pochi. Qui i problemi sono diversi, il datore di lavoro, potendo

sostituire temporaneamente

la donna in maternità,

mediamente sa che anche al ritorno la donna sarà altalenante nella presenza lavorativa, per cui tende a preferire il/la sostituto/a e quindi

impone il licenziamento.

Cosa sono le dimissioni in bianco e sono ancora praticate?

più tolte

praticate, prima

reintrodotte

erano del

già

ue.elbbab-orue

Le dimissioni in bianco non sono state

2010,

poi

purtroppo

dal

governo del 2010, ma nel 2015 sono state

definitivamente depennate

perché adesso una persona che si vuole dimettere

deve farlo online con una procedura che ha validità di dieci giorni, quindi le dimissioni in bianco non sono più praticate. Succede però che fino a 15 dipendenti non

ci sia un regime

di tutela reale, poiché il datore può decidere chi licenziare. Ci sarebbe un divieto di licenziamento della madre entro il primo anno di vita del bambino, ma si può sempre indurlo

per un le donne

perché può essere inserita nel percorso di disoccupazione e purtroppo spesso, sia

fatto culturale sia per la carenza di strutture come asili nido e il loro tendono a licenziarsi spesso entro il primo anno di vita del bambino.

costo,

Quindi possiamo quasi dire che la gravidanza sia un motivo di ricatto per le donne? Di fatto lo è, perché purtroppo

la maternità non viene vissuta come un bene sociale. La

maternità è necessaria, abbiamo dati allarmanti sulla crisi demografica dell’Italia, non si fanno più figli nel nostro paese, addirittura anche gli immigrati fanno meno figli, perché si sono abituati alla nostra cultura. L’impresa non deve andare in contrasto con i fini sociali del nostro Stato, ma la maternità viene considerata ancora un

fatto privato

della donna,

totalmente a carico suo. Questo è un problema, le donne se ne sono accorte e di figli ne fanno sempre meno.

Le gravidanze vanno a compromettere anche i colloqui lavorativi? Questa domanda viene ancora fatta, ma è in contrasto agli articoli 25 e 26 del codice delle pari opportunità: solo alla donna viene chiesto se ha intenzione di fare figli, aldilà del fatto che possa essere in gravidanza nel momento del colloquio, perché se lo fosse non verrebbe nemmeno presa in considerazione, e infatti non lo dice. Se una donna registrasse il proprio colloquio,

anche

solo

tribunale il datore.

se

le

venisse

chiesto

se

è

fidanzata,

basterebbe

per

portare

in


INTERVISTA

GENERE E LAVORO P. 24

Ha mai riscontrato casi simili? Si assolutamente, il problema è che poi le donne non denunciano perché c’è un timore dello

stigma sociale: se poi si sa in giro non ti assume più nessuno. Purtroppo abbiamo smesso di arrabbiarci anche se in realtà questa è una cosa che fa inorridire. Quando una si affaccia al mondo del lavoro lo sa. Anche voi mi avete fatto questa domanda perché lo sapevate già e avrete questa consapevolezza quando vi affaccerete al lavoro,

ve lo aspettate.

Ci siamo

abituati che è normale che sia così e pensiamo di non avere la forza di reagire a questa cosa perché in quel momento, in quel colloquio preciso, non siamo 150 donne contro una persona che sta facendo una domanda, non solo stupida, ma illegale e discriminatoria;

una donna, magari giovane, che ha bisogno di quel lavoro e che spesso non ha la consapevolezza che esiste la tutela gratuita del sindacato e alla fine sceglie la siamo

strada più semplice: stare zitta e magari mentire, o non mentire affatto perché ci sono donne che di figli non ne vogliono. Ma il problema non è se sia vero o no, il problema è che non va chiesto perché non lo chiedi ad un uomo e non dovresti chiederlo neanche a me.

È frequente la richiesta di paternità da parte degli uomini? Paternità, bisogna distinguere:

PATERNITà OBBLIGATORIA Dal 2015 abbiamo la paternità obbligatoria di un giorno, poi è andata crescendo fino a

7 giorni. Il corrispettivo femminile: 5 mesi, 2 mesi prima

del parto e 3 dopo... Capite che per un imprenditore che ha due persone la differenza è importante. Quindi, la paternità obbligatoria viene presa in quanto tale e poi è facoltà del padre scegliere il periodo entro i 5 mesi dalla nascita del bambino, mentre

il congedo parentale è

quello

che

una

volta

veniva

chiamata

‘maternità

facoltativa’,

può

essere preso o dal padre, che ha al massimo 7 mesi, o dalla madre, che ha al massimo 6 mesi. In totale però devono essere al massimo 11. I primi 6 mesi sono retribuiti al 30% gli altri a 0. Quindi secondo voi rinuncia al suo stipendio per accudire il bambino? No, mentre le donne si. Poi ci sono donne che rientrano subito dopo l’obbligatoria, ma sono rare, almeno in parte il congedo lo prendono mentre gli uomini sono davvero pochi, anche se in crescita. C’e anche qui il

ricatto,

da un lato il datore di lavoro e dall’altro lo stigma sociale dei colleghi

che ti potrebbero anche prendere in giro perché stai a casa ad accudire i figli. Per fortuna nelle nuove generazioni questo si è un po’ stemperato, la richiesta del congedo da parte degli uomini è in crescita leggera, seppur lenta, rispetto al passato.


INTERVISTA

GENERE E LAVORO P. 25

Le è mai capitato nei suoi colloqui di lavoro o nella sua carriera lavorativa un caso legato alle differenze di genere? Come

lavoratrice

no;

non

nei

miei

colloqui

di

lavoro,

agenzie di lavoro con una politica abbastanza rigida e un

perché

ho

sempre

codice etico.

lavorato

con

Ho però verificato,

quando lavoravo al call center, che c’erano pochissimi uomini e la maggioranza stava tra i capi. A livello basso c’era omogeneità nel trattamento, ma quando si trattava di scegliere chi poteva salire, la differenza si evinceva perché se siamo 100, 95 donne e 5 uomini, è strano che i 5 uomini siano tutti capi.

Quindi in questo periodo si parla molto di pari opportunità ma sono ancora molto presenti le disuguaglianze che si dicono appartenute al passato? Si,

ma

non

solo

in

Italia.

Nella

storia

dell’essere

umano

le

donne

sono

state

anche

considerate una proprietà dell’uomo, non hanno potuto avere o ereditare un patrimonio, non hanno potuto votare, insomma,

non erano padrone nemmeno di se stesse. In Italia la

legge sul delitto d’onore è stata tolta solo nel 1981.

cominciato adesso ad esistere in occidente, ci sono le leggi però il problema è culturale, non c’è una ribellione. È un problema che bisogna scardinare. La domanda ‘i Abbiamo

vostri padri aiutano le vostre madri in casa?’ è una domanda trabocchetto, perché dà per scontato che siano le donne a lavorare in casa e casomai se l’uomo è abbastanza moderno può aiutarla... Ma io non sono nata con il lavoro domestico nel DNA, magari sono una pessima casalinga, per cui perché dev’essere a carico mio? La donna dopo si abitua e se ne fa una ragione, anche perché magari si sente sola nella sua riflessione.

Passi avanti in

pratica,

equiparata,

comunque ne sono stati fatti, abbiamo una legislazione buona che va messa

l’unico

punto

che

vorrei

cambiasse

è

la

paternità,

perché

per

me

va

se è un problema per la donna lo è anche per l’uomo. Lo aiuterebbe a

crescere come genitore e questo potrebbe avere un effetto positivo anche sulla violenza di genere, può aiutare anche il bambino e la sua visione dei compiti da spartire tra uomo e donna.”

L’ultima domanda: quali buone pratiche può adottare un’azienda in questo senso per ottenere una parità di genere effettiva? Innanzitutto le aziende dovrebbero opportunità

è

previsto

un

sottoscrivere un codice etico.

consigliere

per

le

pari

opportunità

Nel codice per le pari

regionale

per

aiutare

le

aziende a scrivere il codice etico. Che poi va fatto vivere, sennò diventa carta morta. Le

relazioni sindacali

sono

utili

perché

laddove

ci

sono

c’è

un

controbilanciamento

del

potere: dipendenti si uniscono per avere più ‘potere’ e si rilevano meno discriminazioni. Anche se comunque la base resta il codice etico che l’azienda deve volere e far rispettare a partire dai capi.


INTERVISTA

GENERE E LAVORO P. 26

ti.tenavodap

La seconda intervista, che si è svolta in videoconferenza, ha visto come interlocutrice l’Assessora del Comune di Padova Marta Nalin. L'Assessora si occupa delle varie opportunità e della partecipazione nel comune di Padova, il suo lavoro è quello di guardare le azioni che il comune mette in campo con un’ottica di genere, quindi di pari opportunità. Per riuscire a costruire dei progetti innovativi per queste problematiche di genere, si accolgono delle proposte da parte di associazioni che trattano di queste tematiche in modo tale da raccogliere più fondi. Con l'Assessora abbiamo cercato di inquadrare il fenomeno.

L'Assessora Marta Nalin

intervista all'assessora alle pari opportunita' del comune di padova Quali sono in generale i compiti che lei svolge? Sono l’Assessora sociale alle

pari opportunità e alla partecipazione

del

comune

di

Padova, il mio ruolo è di guardare le azioni che mette in campo il comune con un ottica di genere, ovvero devo garantire le pari opportunità.

Quali strumenti ha il suo assessorato per ridurre le disparità di genere non solo nell’ambito lavorativo ma in generale? Alleanze per la famiglia”

Nell’ambito del sociale ho creato un progetto che si chiama “

dove ci sono diversi enti del territorio come le organizzazioni sindacali, che garantiscono la tutela dei diritti del lavoratore e della lavoratrice, le associazioni che rappresentano gli imprenditori, e gli ordini professionali. Con loro sto lavorando per costruire delle linee guida per un

welfare territoriale,

in cui il mondo del lavoro può contribuire a costruire sul

territorio di Padova un sistema che garantisca la parità di genere. Ad esempio si possono costruire degli asili nidi per i figli dei propri dipendenti in modo di evitare il più possibile che uno dei due genitori stia a casa per accudire il figlio. Un altro progetto riguarda

l'abbattimento degli stereotipi di genere nelle scuole.

Ritiene che si debba fare di più a livello governativo-centrale per poter raggiungere un livello di parità? Si, credo che l’esempio di queste linee guida debba essere più forte a livello nazionale, il governo dovrebbe valorizzare nella legislazione le scelte delle imprese che tutelano le pari opportunità

d’ingresso

e

permanenza

nel

campo

del

lavoro,

dovrebbe

lavorare

sull’aspetto educativo, e dovrebbe fare una normativa sulla parità di retribuzione.

di

più


INTERVISTA

GENERE E LAVORO P.27

Per quanto riguarda la maternità, quali politiche sono state adottate per tutelare le donne dipendenti in maternità e quali per le donne lavoratrici indipendenti? Secondo lei anche da questo punto di vista si dovrebbe fare di più a livello governativo centrale? Ci sono stati sicuramente dei passi avanti come per i congedi di paternità, però credo che sia

necessario

lavorare

di

cominciare a ragionare di

più

rispetto

genitorialità

alla

garanzia

della

maternità

e

paternità

e

piuttosto che di maternità. Noi come Comune non

abbiamo competenze in ambito lavorativo ma possiamo provare ad orientare le scelte degli imprenditori

attraverso

le

linee

guida,

per

garantire

la

parità

tra

dipendenti

donne

e

dipendenti uomini.

A suo parere chi subisce ingiustizie legate alle differenze di genere ha strumenti necessari per combatterle? Questo

dipende

molto

da

che

tipo

di

ingiustizie

ci

son

state,

ci

sono

degli

strumenti

normativi che consentono di rispondere ad alcune ingiustizie, ma a volte il problema è capire cosa le motiva. Credo che si debba lavorare molto di più su un

cultura

cambiamento di

per combattere gli stereotipi, altrimenti all'ingiustizia si potrà rispondere solo se si

tratta di un reato.

Qual è la procedura per destinare un fondo ad un’iniziativa qualsiasi e quella delle politiche di genere? All’interno del bilancio comunale ci sono delle risorse destinate ai

progetti sulle pari

opportunità,

di

un

modo

è

quello

di

accogliere

proposte

da

parte

associazioni

che

lavorano su queste tematiche per poi insieme costruire dei progetti, dove non c’è un finanziamento a livello comunale, per vincere questi bandi.

ti.segamiytteg


PILLOLE

GENERE E LAVORO P. 28

Iniziative e progetti PATERNITA' PRIMA E DOPO LA RIFORMA

Secondo questa nuova riforma la paternità obbligatoria dovrebbe passare da 7 giorni ad un mese (i 7 giorni sono stati introdotti solo nel 2020, prima infatti erano solo 5). La riforma della paternità obbligatoria prevede una modifica sostanziale del congedo di maternità che dovrebbe diventare così 6 mesi di 80% sono destinati alla madre (ossia 5 mesi) e il 20% al padre (ossia 1 mese). Questa riforma dovrebbe entrare in vigore nel 2021. È previsto che il mese di maternità in più debba essere pagato dall’INPS e non dal datore di lavoro. La misura per il mese in più di paternità obbligatoria dovrebbe costare 350 milioni l’anno secondo le prime stime ed una parte della copertura dei costi dovrebbe arrivare dai fondi europei, in particolare quelli per le politiche di conciliazione.

CENTRO STUDI E DIVERSITY MGMT

Questa associazione nasce con l’obbiettivo di promuovere lo sviluppo e la crescita delle donne nel mondo del lavoro attraverso corsi di formazione, ricerche e convegni. Essa organizza interventi diretti al management, interventi di coaching, interventi diretti alle donne, seminari di confronto tra donne e uomini e crea un piano per la conciliazione vita/lavoro. Ognuna di queste attività ha come obbiettivo quello di conoscere le dinamiche di genere per trarne il massimo beneficio in termini di business, sviluppare il massimo delle capacità, raggiungere una migliore performance sia in ambito lavorativo che personale, imparare a lavorare insieme agli uomini riducendo i conflitti interpersonali e risolvendo le incomprensioni.


PILLOLE

GENERE E LAVORO P. 29

curiosita' LILLI GRUBER Il potere delle donne contro la politica del testosterone. BASTA!! Lilli Gruber in questo libro fa parlare i fatti: dati, storie e personaggi. fronte

della

racconti

e

Scrive

battaglia analisi

professionale. precisa:

un

per

e il

sulle

per

proprio

potere

attraverso

Delinea

puntare

vero

le

la

reportage

femminile.

propria

donne

competenze,

Filtra

esperienza

una farsi

dal

strategia valere

e

studiare, sempre. E chiama a raccolta anche gli uomini: perché solo cambiando insieme le regole ci potremo salvare. “Gli uomini imparino ad essere più femminili."

IL DIRITTO DI CONTARE Il

film

racconta

la

storia

vera

della

matematica,

scienziata e fisica afroamericana Katherine Jonshon, che

collaborò

con

la

NASA,

sfidando

razzismo

e

sessismo, tracciando le traiettorie per il Programma Mercury e la missione Apollo 11. Nel film si possono vedere tre donne, che affrontano le discriminazioni tra uomo e donna tutti i giorni, ma poi con la loro volontà riescono ad arrivare a svolgere i ruoli più importanti all’interno della NASA.


GENERE E TEMPO IMPEGNATO P. 30

EDITORIALE

DONNE E SPORT Sin dai tempi dell’Antica Grecia, lo sport

Lo

è

rivolta

dagli uomini e i progressi compiuti nella

ma

parità di genere, specialmente in questo

sempre

stato

esclusivamente

un’attività

agli

personalmente

tutto

uomini, questo

non

ci

sport

ambito,

è

tradizionalmente

sono

stupisce, data la scarsa considerazione

concezioni

della

mascolinità.

donna

nell’antichità.

Dopo

così

spesso

distorte

stati

di

dominato

frenati

da

femminilità e

Le donne che si impegnano

tanto tempo, attualmente, nella società

nello

moderna,

dove

“mascoline” mentre gli uomini ai quali non

genere

che

-

si è

fondamentale

afferma

la

diventata

dell’Unione

un

parità

di

principio

Europea

-

è

realmente cambiata la situazione?

che

le

donne

hanno

interessa

possono

lo

sport

essere

vengono

avuto

piano

il

ruolo

della

donna,

federazioni

internazionali,

continentali

in

Europa

e

le

cause più evidenti riscontrate sono state di tipo fisico, in quanto ritenute più fragili e deboli: anche così si sono alimentati gli stereotipi di genere nello sport.

In

Italia,

fu addirittura durante il regime fascista le

donne

maggiormente

atlete

riconosciute,

vennero apprezzate

e viste come simbolo di ascesa e potenza nei confronti degli uomini.

di

numero

quote

di

posti

nell’organico pubbliche

misure

avevano la possibilità di praticare sport,

che

parla

educative,

anche se già nel 1878 le donne

e

diventate

degli sport, introducendo quote rosa per

Si

uomini,

diverse

responsabili della promozione e sviluppo

favorire la parità di genere.

agli

dalla

nazionali

sono

tempo

rispetto

visti

società come “poco virili”. Per sovrastare

accesso ai giochi olimpici davvero molto dopo

considerate

questi stereotipi che pongono in secondo

Oggi, tutti noi siamo convinti del fatto che lo sport non conosca limiti o barriere, tanto meno quelle di genere. Ma è veramente così? Pensate

sport

e

la

per

riservati

indicare alle

determinate

private:

organismi

che

garantire

di

rosa

imprese,

donne

strutture istituzioni

decisionali…

vengono

introdotte

rappresentatività

il

Sono per

femminile

in ogni settore della società. A

tal

proposito

abbiamo

intervistato

l’associazione “Ragazze nel Pallone” che mira a favorire e sostenere lo sport fra le donne fin da giovani.


GENERE E TEMPO IMPEGNATO P. 31

ARTICOLO

LO SPORT E' DI TUTTI? 'Lo sport è di tutti',

Ragazze nel pallone'

questo il tema centrale dell'associazione '

nata

nel 2009 a Padova. E' un'organizzazione che comprende più di 1500 partecipanti e 70 squadre iscritte, non solo di calcio, ma di molti altri sport come basket o rugby, dedicate interamente alle squadre femminili.

Elisabetta,

Intervistando

Presidentessa dell'Associazione, e

Desirè,

una delle calciatrici,

abbiamo scoperto i diversi obbiettivi che si sono poste, tra cui la parificazione dei diritti tra uomo e donna, il rispetto reciproco tra gli sport maschili e femminili, lo sradicamento del pregiudizio, e poi, l'obbiettivo più importante per le ragazze, il

divertimento.

La Presidentessa ha raccontato il percorso fatto, che l'Associazione è stata pensata e fatta per le donne, riconoscendo le diverse esigenze delle ragazze (per esempio negli spogliatoi e nei bagni). In

riferimento

alle

critiche

dell'associazione, ha risposto:

e

agli

oppositori

riguardo

la

creazione

e

l'esistenza

'sicuramente è stato ed è ancora oggi molto difficile in

quanto donne'.

Sono

stati

molti

organizzati

dibattiti

incentivare

e

la

negli

anni

incontri

per

presenza

delle

bambine e delle ragazze, cercando di

combattere

il

pregiudizio,

pur

riconoscendo che in Italia il calcio è ancora

uno

sport

prevalentemente

maschile. In molti Paesi si sta osservando un cambiamento

molto

lento

ma

significativo, per esempio qui in Italia alcune

squadre

maschili

importanti

(come la Juventus) hanno contribuito e

aiutato

le

squadre

femminili,

soprattutto le squadre calcistiche

Con Elisabetta, Presidentessa di Ragazze nel pallone

che partecipano ai tornei di serie A e serie B; inoltre agli ultimi mondiali la RAI ha aggiunto valore al torneo femminile trasmettendolo in diretta.


ARTICOLO

GENERE E TEMPO IMPEGNATO P. 32

Da qualche anno l'associazione pianifica un evento che oggi è considerato

il più grande

Festival di sport femminile d'Italia. 'Noi accogliamo tutte, tutte le ragazze e tutte le sportive': questa affermazione, colta dall'intervista

con

la

calciatrice,

evidenzia

lo

spirito

che

anima

l'associazione,

cioè

inclusione verso chiunque voglia iniziare e partecipare.

l'

'Abbiamo

svolto dei tornei con delle squadre che vengono da tutta Italia - ci racconta

ancora Desirè - per esempio l'anno scorso avevamo una squadra della Puglia, ragazze

'

della Sardegna, Milano e Reggio Emilia... è bello il contatto con altre realtà!

Infine, alla domanda sull'incentivazione del calcio e in generale degli sport considerati maschili, la Presidentessa ha affermato: 'Le femmine e i maschi devono

collaborare

ed

essere presenti, ma deve essere presente anche lo Stato, che deve legiferare in questo senso, e sono gli organi come Coni o FIGC che devono poi stimolare e

promuovere

lo

sport femminile.

...e noi come la pensiamo? "Mi sono sentita meglio sapendo che dentro di me ho dato un posto a un problema relativamente importante quale la differenza di genere nello sport, specialmente per i giovani, ma non solo." "Il calcio femminile è il tema che ho approfondito ed è un mondo nuovo da scoprire, ho trovato donne tenaci e forti che si sono battute per la loro passione fregandosene degli stereotipi e dei pregiudizi, anzi combattendo contro questi." "Sì, penso di sì... nel mio modo di pensare è cambiato qualcosa dopo questa esperienza... Ritengo sia molto importante valorizzare le qualità di ognuno, indipendentemente dal sesso." (pensieri del gruppo di lavoro dai questionari di fine percorso)

Elisabetta, Presidentessa di Ragazze nel pallone e Desiré, un'atleta e socia della stessa associazione, Padova


ARTICOLO

GENERE E TEMPO IMPEGNATO P. 33

Alcune immagini e testi dal sito

www.ragazzenelpallone.it

Cos’è Ragazze nel Pallone “Ragazze nel Pallone” è il festival di sport femminile più grande d’Italia che quest’anno è arrivato alla sua dodicesima edizione. La manifestazione è nata nel 2009 con l’obiettivo principale di promuovere lo sport femminile non solo nel suo ruolo di sana attività fisica ma anche e soprattutto come strumento di aggregazione e socializzazione. All’interno dei nostri eventi trova ampio spazio anche l’impegno sociale attraverso la sensibilizzazione su tematiche importanti come per esempio la disparità di trattamento e la condizione svantaggiata delle donne. Vengono inoltre sostenute con contributi economici realtà ed iniziative di particolare interesse.

Tutti gli sport e non solo Il nostro massimo impegno non è solo nella realizzazione del torneo ma nella diffusione della filosofia RNP, ovvero la promozione, la valorizzazione della donna nello sport, qualsiasi esso sia e a qualsiasi livello venga praticato. Nel 2009 alla prima edizione di RNP parteciparono al torneo solo 16 squadre ma di anno in anno i team sono sempre aumentati arrivando alla quota record di 64 squadre solo per il calcio e in forte crescita in tutti gli altri sport.


GENERE E TEMPO IMPEGNATO P. 34

PILLOLE

qualche dato...

Mappatura Uguaglianza di genere negli sport europei. Dipartimento Scienza dello Sport e dell'Esercizio, Università di Copenhagen Olympia - Pari opportunità attraverso e dentro lo sport. www.uisp.it.

Divario di partecipazione e retribuzione (valutata in sterline), tra atleti professionisti di sesso maschile e femminile. Gli sportivi e le sportive più pagati del mondo nel 2018 (ai primi posti, in euro: il pugile Floyd Mayweather 251 milioni; la tennista Serena Williams 16 milioni circa) www.gqitalia.it


GENERE E TEMPO IMPEGNATO P. 35

PILLOLE

...campagne e iniziative Campagna promossa da Assist, Associazione nazionale Atlete, per richiedere a Governo e CONI la garanzia dei diritti di maternità alle atlete. Non è una campagna "contro", ma una campagna "per", si legge nel sito

ti.ylatitsissa.www

She breaks

Adidas promuove l'uguaglianza di genere nello sport con la campagna "

barrier" maggiore

e

rappresenta accesso

allo

l’impegno sport,

del

brand

eliminare

gli

nel

garantire

stereotipi

di

a

donne

genere

discriminazioni subite dalle atlete a qualsiasi età e livello.

e

e

ragazze

un

denunciare

le

moc.sadida.www


GENERE E TEMPO LIBERO P. 36

EDITORIALE

CHE GENERE DI COMUNICAZIONE? La parità nei rapporti civili, economici, giuridici, politici e sociali fra uomo e donna, nel 2020 non è ancora stata raggiunta.

Attualmente ondata,

ci

i

ritroviamo cui

intersezionalità,

nella

quarta

presupposti

sono

inclusività

volta

alla

abolizione di qualsiasi discriminazione, e autodeterminazione.

La

storia

dell'umanità

è

sempre

stata

caratterizzata da patriarcati e società in cui

culturalmente

materiali mani

erano

del

l’autorità

spesso

genere

e

i

concentrati

maschile,

la

beni nelle

donna

è

Temi come le differenze di opportunità e le discriminazioni basate sul genere, purtroppo, dopo due secoli, sono tematiche ancora attuali.

stata, nella maggior parte delle culture e

delle epoche, sottomessa, e subordinata.

Il

gender gap

(divario esistente tra uomini

e donne) in ambito lavorativo,

a parità di

Durante il 1800

impiego lavorativo con un collega uomo, è

nacquero i primi

di

movimenti per

favore degli uomini (in Italia è come se una

emancipazione femminile, per l'

donna

donne

universale

di

iniziarono

protestare

per (da

qui

euro

lordi

cominciasse

pari

a

al

10%

in

più

guadagnare

a

dalla

seconda metà di febbraio). Altro fenomeno

la prima volta le

2.700

ad

organizzarsi

ottenere il

nome

il

e

discriminazione

a

dimissioni

in

suffragio

dimissioni

all’atto

suffragiste

o

suffragette).

nel

bianco,

momento

permetteva

di

di

poi

genere

ovvero

la

sono

le

lettera

di

dell’assunzione, massima al

dunque

debolezza,

datore

di

che

lavoro

di

“liberarsi” di quel lavoratore o lavoratrice a Ci trovavamo agli albori del

femminismo,

e alla sua prima ondata.

sua

discrezione

alcuna dopo

e

indennità. il

1973

senza

800

sono

mila

state

corrispondere donne

nate

licenziate

o

Il femminismo non è scomparso, piuttosto

costrette a dimettersi dopo la maternità.

ha seguito un'evoluzione che negli anni lo

Ora è una pratica illegale, tuttavia continua

ha portato alla forma odierna.

ad esistere.


INTERVISTA

GENERE E TEMPO LIBERO P. 37

PUBBLICITA' E GENERE “LA PUBBLICITA' E' FEMMINA MA IL PUBBLICITARIO E' MASCHIO”

Strutture patriarcali, stereotipi e ruoli di genere persistono, e vengono alimentati giorno per giorno da alcune pubblicità. Scopriamo come.

intervista a Daniela, pubblicitaria Che ruolo ricopriva lei all’interno della sua professione? Mi sono sempre occupata dei testi prevalentemente, quindi la parte copy creativa. Poi a livello di studio ho insegnato dieci anni all’Università di Ca’ Foscari storia della

grafica

e

grafica

pubblicitaria,

e

ho

approfondito la ricerca sulla comunicazione e gli stereotipi di genere in comunicazione. Quindi poi ho curato progetti portati nelle scuole, prima

con

provincia

la di

campagna Venezia,

“Immagini un

Amiche”

laboratorio

in

mirato

all’immagine femminile in pubblicità; e poi con la Commissione Pari Opportunità di Venezia ho curato due edizioni del progetto “Che genere di cultura” sempre con laboratori nelle scuole. Avevamo iniziato a lavorare con le medie e le elementari perché c’eravamo accorti che gli stereotipi iniziano a consolidarsi fin dall’età più giovane, quindi bisognava fare un’operazione di sensibilizzazione anche con i più piccoli, per poi sperare che magari crescendo cominciassero a coltivare un po’ di cultura di parità e di pari opportunità.

Ci sono pubblicitari maschi e femmine? Cito un libro scritto dalla grande giornalista e studiosa della questione femminile nei mezzi di

comunicazione

Daniela Brancati

“La

Pubblicità

è

femmina

ma

il

pubblicitario

è

maschio”; è un po’ datato, ma lei è stata la prima donna direttrice di un TG nazionale (il TG3), una posizione privilegiata di osservazione di come viene veicolata l’immagine nei media.


INTERVISTA

Io

mi

GENERE E TEMPO LIBERO P. 38

sono

relazionata

prevalentemente

con

i

maschi quando c'era da prendere le decisioni: chi veniva a presentare in azienda le proposte delle agenzie era sempre maschio, il registra dei set cinematografici era un uomo, e poche femmine in ruoli di supporto non decisionali o strategici... Ma sono

passati

cambiato. come

Ci

14

anni

sono

Annamaria

e

spero

anche

Testa

e

che

qualcosa

pubblicitarie la

Bogliani,

sia

grandi che

ha

fondato un'agenzia di pubblicità.

I pubblicitari sono consapevoli delle discriminazioni sulla figura della donna? Nel 2008, grazie alla relazione dell'eurodeputata Eva Britt Svenson, il Parlamento Europeo ha discusso e lavorato sul problema della comunicazione e del marketing: si è visto che la

pubblicità alimenta e consolida gli stereotipi di genere

determinando

un

impatto

negativo sulla parità. Per questo motivo il Parlamento Europeo ha lavorato per trovare un accordo su come poteva essere adoperata l'immagine della donna dentro la pubblicità. Dopo questo intervento dell'UE, si è visto che c’è stato un passo in avanti, anche in Italia, dove la donna veniva ancora molto discriminata nei media.

Se vengono proposti contenuti sessisti/volgari o discriminatori ci sono conseguenze legali? No, ancora non ci sono conseguenze legali e questo secondo me è un problema perché gli stereotipi di genere

continuano

all'interno

del

nostro

a

crescere.

Paese

le

Per

esempio,

multinazionali

fanno

pubblicità "usando" il corpo delle donne, mentre in Europa le stesse pubblicità sono diverse.

cos'è una pubblicità sessista. E' quando in una pubblicità viene usata la figura femminile sessualizzata, con doppi sensi, vengono usate zone erogene di donne; si fanno corrispondere colori e forme della donna con il prodotto, vengono mostrate donne unicamente come mamme, casalinghe, e cuoche e viene usata la figura della donna come fonte di piacere e al servizio degli altri. Prima di tutto bisogna sapere

Pubblicità anni ‘90-2000, ninjamarketing.it


GENERE E TEMPO LIBERO P. 39

INTERVISTA

In

questi

ultimi

anni

si

utilizza

molto

anche

la

figura

dell'uomo

a

petto

nudo

per

sponsorizzare prodotti che non riguardano assolutamente niente al soggetto che si vuole pubblicizzare. pubblicità:

Noi

come

appena

cittadini

notiamo

potremmo

una

fare

pubblicità

qualcosa

offensiva,

per

fermare

violenta

o

questo

volgare

tipo

di

possiamo

denunciarla all'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP). Una volta arrivata la denuncia, e aver analizzato che violi questi principi, la pubblicità verrà ritirata dal mercato.

Perché è scelto principalmente il ruolo della donna e come viene discriminata? Avevo selezionato per un intervento una carrellata di immagini di rappresentazione della donna

in

pubblicità

dagli

anni

‘60

fino

ai

2000.

Ve

la

propongo,

va

bene

per

brevi

definizioni?

Anni ’57-'67 perché

(il

inizia

1957

la

è

un

anno

trasmissione

fondamentale,

del

Carosello,

il

contenitore della pubblicità televisiva italiana): la donna è casalinga, dolce, ideale di madre, con il tono

di

voce

sottile

e

rassicurante

e

l’abbigliamento sobrio; questa donna pronuncia frasi di gratitudine per i prodotti che la aiutano nel ruolo domestico. Esempio, lo spot Barilla del 1967, con testimonial Mina

(la

cantante

trasgressivo,

ha

extraconiugale

da

è

stata

avuto cui

è

nato

un una un

personaggio relazione figlio

per

la

quale è stata cacciata dalla Rai, ma all’epoca invece fu testimonial di questa pubblicità). Aspirapolvere CGE mediascuola.blogspot.com

1968-anni '70, femminista, propositivo: solare,

gli anni della rivoluzione di

la

ama

un

donna la

atteggiamento è

giovane,

compagnia

e

bella, viene

inquadrata fuori delle mura domestiche; ha un atteggiamento nuovo e movimenti decisi. Esempio, lo spot dei collant Omsa fine anni verso

’70, i

rappresentava diritti;

in

questa

generale

marcia

anche

il Lo spot di Mina per la Barilla

movimento femminista popone immagini di donna emancipata.

archiviostoricobarilla.com


INTERVISTA

GENERE E TEMPO LIBERO P. 40

Anni ’80-’90, corpo

sono

femminile:

consapevole;

è

gli

anni

la

una

del

riscatto

donna

è

femminilità

del

sportiva, ostentata,

finalizzata ad affermare l’identità femminile. Esempio lo spot del bagnoschiuma Badedas, la donna, pur avendo una canottiera bianca che bagnata

diventava

trasparente,

è

casta

e

ingenua.

Anni ’90-2000, si cambia, c’è una nuova tendenza nel mettere in evidenza il corpo femminile, una esaltazione meno innocente. Esempio,

la

campagna

Omnitel

1999,

Megan

Gale è la testimonial, con un corpo sempre in primo

piano,

prosperoso,

da

ostentare,

seducente, ammiccante; contemporaneamente Pubblicità Omsa dei primi anni '80 pinterest.it

emerge l’immagine della donna in carriera (il film con questo titolo, con Melanie Griffith, fa da apripista) dove la femmina si mascolinizza nella postura aggressiva. Il corpo è proprio aggressivo fino all’erotismo provocante, nudo con movenze e atteggiamenti espliciti, lo stereotipo dell’oggetto sessuale. Da qui nasce l’esigenza degli anni 2000-2010 di arginare questo fenomeno.

Pubblicità Badedas, 1989 (dagli archivi tecatà) youtube.com

Manifesto pubblicitario Omnitel con Megan Gale consumatrici.it

Locandina del film "Una donna in carriera", di Mike Nichols, 1988 movieplayer.it


GENERE E TEMPO LIBERO P. 41

INTERVISTA

Le pubblicità inclusive sono di successo o no?

Per

quanto

riguarda

il

ritorno

economico, è

sempre difficile quantificare quanto sia stata determinante la

campagna

pubblicitaria

per

vendere il prodotto o quanto invece lo siano state

altre

azioni.

Ormai

per

una

campagna

pubblicitaria da parecchio si utilizza un'azione chiamata

marketing mix,

quindi si usano vari

modi di divulgazione del prodotto. Le pubblicità inclusive ormai da tempo cercano di non utilizzare gli stessi canoni per esempio Ikea

aveva

lanciato

una

pubblicità

di

una

coppia gay che andavano a comprare mobili nuovi

per

la

loro

futura

casa.

Per

quanto

riguarda i canoni di bellezza dieci anni fa la compagnia utilizzando successo,

Miroglio modelle perché

lanciò curvy una

una ed

bella

campagna

ebbe

molto

fetta

della artribune.com

popolazione si identificò. Al

giorno

d'oggi

queste

pubblicità

vengono

usate

ormai

con

normalità

successo.

moc.nedragdnayid Frame del video di Ikea lanciato nell'ambito della campagna #fateloacasavostra, per celebrare la giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia, la transfobia e l’intersessuofobia (IDAHOBIT)

riscontrando


PILLOLE

GENERE E TEMPO LIBERO P. 42

stereotipi di bellezza

moc.naidraugeht

La presentazione di un “corpo ideale” che ogni donna dovrebbe avere, al punto di diventare quasi degli oggetti o degli elementi, accessori, in contesti in cui la persona in questione è invece totalmente passiva e anonima. Le pubblicità che promuovono una figura di “donna perfetta", alimentano aspettative irreali sul “corpo ideale” e sugli “standard di bellezza”.

stereotipi di donna

ti.ocitairdaereirroc

La rappresentazione stereotipica di ruoli di genere: esempio, rappresentazione di donna casalinga, dolce e servile, anche se in presenza minore rispetto al passato (si fa riferimento agli anni 60’ in cui alcune pubblicità rappresentavano la donna subordinata dall’uomo).


PILLOLE

GENERE E TEMPO LIBERO P. 43

oltre gli streotipi: campagne e inziative La

Campagna

#ShareTheLoad

2017,

pensata

da BBDO per

il

marchio

indiano

di

detersivo Ariel (P&G). #ShareTheLoad (‘Condividi il carico’) mette la pulce nell’orecchio ai suoi clienti: sicuri che fidanzati e mariti non possano lavarsi le magliette da soli?

Ariel India tweet: When women have entered the world of business, isn’t it time to raise

the

question

#IsLaundryOnlyAWomansJob? key4biz.it

moc.oilgorim.www

La campagna di casting dell'agenzia specializzata in modelle curvy "Ciao magre" per il gruppo Miroglio.


LE NOSTRE RIFLESSIONI

GENERE E 2^I P. 44

INCLUSIONE E SOCIETA' le nostre riflessioni Cosa vorresti che ci fosse o cosa vorresti che venisse fatto perché la città o il paese in cui vivi sia inclusivo e sensibile rispetto alle questioni di genere?

Penso che la prima cosa da fare sia agire sui più piccoli. [...] attraverso una serie di attività possiamo insegnare ai bambini e alle bambine i loro diritti e il rispetto per tutti. Riguardo i lavoratori bisogna sensibilizzare le persone per denunciare episodi di discriminazione nei loro confronti, magari attraverso una serie di incontri si potrebbero creare dei progetti per la sensibilizzazione rivolti a tutte le fasce di età

Parlarne e aprire sportelli nei luoghi maggiormente coinvolti, in modo da stimolare le persone a non nascondersi ma a divertirsi come è giusto che sia

... che la gente conoscesse questo tema

Che si aumenti la sensibilità pubblica non utilizzando più pubblicità che vedono la donna esclusivamente come oggetto. Credo sia necessario appendere cartelloni che raccontino le cose come stanno

Cercare di vedere i due sessi il più possibile simili senza fare distinzione Sensibilizzare maggiormente per cercare di eliminare le differenze di genere


LE NOSTRE RIFLESSIONI

GENERE E 2^I P. 45

Mi piacerebbe che il comune offrisse dei corsi, o meglio dei posti in cui parlare e aprirsi, dove si potrebbe conoscere meglio la situazione attuale e quella di qualche anno fa, facendo quindi riflettere e aprendo la mente di molte persone

Vorrei che molte persone riuscissero ad aprire la loro mentalità e comprendere che indipendentemente dal genere o da chi ci sentiamo di essere, siamo tutti uguali e abbiamo gli stessi diritti e possibilità

Vorrei che più gente conoscesse queste problematiche Sensibilizzazione e civilizzazione nelle scuole prima di tutto, per abolire l'ignoranza che vige sovrana tra alcuni soggetti

...è necessario il progresso Vorrei che fosse affrontato più spesso questo argomento nelle scuole

Ci vogliono piccole cose sì all’interno della vita di tutti per far più che le differenze di genere non siano cose per cui bisogna lottare ma che invece sia normale. a Luoghi in cui parlare e dire la propri includendo tutti


CARA 2^I

GENERE E 2^I P. 46

CARA 2^I, Con questa rivista, che è una tensione, "al di là" appunto, che è il prodotto di un processo, di indagine e di scoperta prima e di rivendicazione poi, avete cercato di andare oltre il senso comune per costruirne uno vostro.

Ci avete proposto un percorso guidato da una prospettiva di genere attraverso i “luoghi” del nostro quotidiano. Partendo dalla scuola come luogo primario dell’incontro, con un buon intuito nella scelta del metodo di approccio all’indagine, avete considerato che anche l’interlocutore ha uno sguardo “viziato” dal suo stesso genere. Altre volte la scelta del tema e dell’approccio è stato sfidante, come per voi, del gruppo famiglia, che avete scelto di confrontarvi con esperienze di vita, di entrare nel vissuto degli interlocutori. L’isolamento forzato non vi ha aiutato ma siete stati capaci di mettervi in gioco, trovando le vostre risposte a distanza. Ci avete provocato anche, ricreando delle pubblicità stereotipo per poi decostruirle con pubblicità progresso. Avete studiato il vostro territorio alla ricerca di esempi virtuosi di inclusione, avete scelto uno sport per antonomasia maschile nell’immaginario collettivo per raccontare una storia di rivincita oltre il genere. Vi siete chiesti quali le politiche, quali le direzioni future. Avete cercato di inquadrare il fenomeno da un punto di vista normativo, di diritto, senza tralasciare però uno sguardo alle buone pratiche e sempre

L'immagine in trasparenza di questa e delle pagine precedenti è opera murale dello streetartist Seneca, Padova.

in un’ottica propositiva. Avete sentito il parere di esperti, politici, professori, studenti, vi siete interrogati, vi siete dovuti ricredere alle volte, vi siete confrontati. E la narrazione ha accompagnato questa presa di coscienza.

sentita meglio sapendo di aver dato dentro se

Qualcuna di voi ha scritto che si è “

stessa un posto a un problema” perché è quando diamo significato a una parola spesso inflazionata e ricorrente che questa si conquista un posto e assume valore e magari lascia

crescere il desiderio di cambiare le cose”, come ho sentito dire da qualcun altro di voi.

Io credo che questo sia il vero valore del percorso che avete fatto, che abbiamo fatto insieme, abbiamo cercato, abbiamo ascoltato, con “mente aperta” e come diceva Jawaharlal Nehru “ci abbiamo versato dentro qualcosa: sennò le idee scappano come rena tra le dita”. I vostri lavori sono quello che ci abbiamo versato dentro, sono i contenuti che hanno dato significato alle parole, alle questioni di genere appunto, sono il vostro manifesto

dobbiamo aprire la mentalità e comprendere che indipendentemente dal genere o da chi ci sentiamo di essere, siamo tutti uguali e abbiamo gli stessi diritti e possibilità". che dice, come avete scritto, che “

E' stato bello condividere con voi questa esperienza, grazie!

Giulia


CREDITI E RINGRAZIAMENTI

GENERE E 2I P. 47

People - Inclusione e Società fa parte del programma di educazione alla World Social Agenda (WSA) di Fondazione Fontana onlus. Da novembre 2017 alla WSA si è affiancato il progetto europeo Global Issues – Global Subjects (GIGS) di ACS – Associazione di Cooperazione e Solidarietà. Il percorso

cittadinanza globale

Il progetto GIGS è attivo in 9 Paesi attraverso un partenariato composto da 10 associazioni.

La presente pubblicazione è stata sviluppata a seguito di un percorso laboratoriale sul tema

“Genere e inclusione” che ha visto partecipare 127 studenti e 5 insegnanti. Hanno contribuito e si ringraziano vivamente:

LE INTERVISTATE E GLI INTERVISTATI Paolo Grasson, Monica Tasso, Marianna Cestaro, Marta Nalin, Elisabetta, Desirè, Daniela Rossi

LE STUDENTESSE E GLI STUDENTI DELLA 2^ I DEL LICEO DUCA D'AOSTA DI PADOVA A.S. 2019/2020 Autrici e autori

MONICA DARIO

GIULIA FIAMENGO

Professoressa referente di progetto

Tutoring e impaginazione grafica

PAULO LIMA

MARIANNA DE RENOCHE

Educomunicatore e giornalista

Responsabile educativa GIGS

I PARTNERS Opera in copertina

Questo documento è stato pubblicato da ACS - Associazione di Cooperazione e Solidarietà grazie al sostegno della Commissione Europea nell'ambito del progetto CSO-LA/2017/388-121 Global Issues - Global Subjects. Le autrici e gli autori sono i soli responsabili di questa pubblicazione e la Commissione declina ogni responsabilità sull’uso che potrà essere fatto dalle informazioni in essa contenute.


Millo, Article 3


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