WSA 2012 - Inserto Trento

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INSERTO al n. 10 11 marzo 2012

IX

WSA gli obbiettivi

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La strage degli innocenti

Prima le donne e i bambini Nel famoso “The Wit and Wisdom” di Winston Churchill v’è una massima che fa al caso nostro: “in caso di emergenza l’italiano medio avrebbe dimenticato ogni forma di bon ton, galanteria o senso cavalleresco e avrebbe pensato solamente a mettersi in salvo, dimenticando le sue responsabilità e fregandosene delle altre persone in pericolo”. Insomma, ci si dimentica presto del “prima le donne ed i bambini”. No. Non stiamo parlando della concordia affondata al largo dell’Isola del Giglio e del suo capitano che se l’è data a gambe ma degli obiettivi del millennio che il nostro governo centrale non sta perseguendo. A differenza del nostro governo provinciale.

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vita trentina

IV

di Fabio Pipinato

DOSSIER a cura della

Morire di parto

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II >>>

Per un mondo migliore

II

Settimanale diocesano di informazione del Trentino

LE ASSOCIAZIONI TRENTINE TUTELANO MAMME E BAMBINI >>> ALL’INTERNO Ancora troppe mamme, nel mondo, muoiono per cause legate alla gravidanza, prima, dopo o durante il parto. E troppi bambini non arrivano ai 5 anni di età a causa di malattie facilmente curabili. In questo 8 marzo, festa della donna, proviamo a riflettere sui diritti alla salute delle mamme e dei bambini, che gli Obiettivi del Millennio quest’anno mettono al centro della loro Campagna per un mondo migliore. Ne parliamo guardando all’ Asia, Africa e America Latina, ma anche raccontando “storie trentine”, storie di mamme come Mercy, Tiziana, Antonella e Lorena. Senza perdere di vista quel “cordone ombelicale” che lega il globale al locale, i Sud ai Nord del mondo, la Nigeria al Trentino: unica via per costruire un pianeta più giusto.

Mamma a Mitunguu (Kenya) foto Vita Trentina

>>> II - XII


II

11 marzo 2012

vita trentina

GLI 8 OBIETTIVI 1.

Sradicare la povertà estrema e la fame

2.

Rendere universale l’educazione primaria

3.

Promuovere l’eguaglianza di genere e l’empowerment delle donne

4.

Ridurre la mortalità infantile

5.

Migliorare la salute materna

6.

Combattere l’AIDS, la malaria e le altre malattie

7.

Assicurare la sostenibilità ambientale

8.

Sviluppare una partnership globale per lo sviluppo

UN IMPEGNO PLANETARIO CON OTTO OBIETTIVI CRUCIALI DA RAGGIUNGERE ENTRO IL 2015

Quel patto per un mondo migliore da rinnovare ogni anno U

n mondo nuovo. Senza povertà estrema, con meno inquinamento, capace di sconfiggere malattie come Aids, tubercolosi, malaria. Un mondo diverso. Meno sbilanciato tra i diversi Nord e Sud, più equo e solidale. Un mondo migliore, dove ogni essere umano che lo abita possa vivere degnamente. Non è un sogno, tutt’altro. Sono Obiettivi concreti, reali, messi nero su bianco da 191 Capi di Stato e di Governo nel settembre del 2000 con la consapevolezza che la civiltà globalizzata del terzo millennio possieda la ricchezza, la conoscenza e i mezzi per farlo. Così, è stato sottoscritto un patto globale tra tutti i Paesi (del Nord come del Sud) per un mondo nuovo, diverso, migliore. Un patto che deve essere rinnovato anno dopo anno. Dalla Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite del 2000, quindi, sono nati 8 obiettivi “quantificabili” che costituiscono un “impegno planetario” fondato sul reciproco impegno. 8 obiettivi cruciali da raggiungere entro il 2015. Il nostro viaggio è un viaggio a ritroso.

Dall’ottavo obiettivo (alleanze globali per lo sviluppo) sino al primo obiettivo (dimezzamento del numero di persone che vivono in condizioni di povertà estrema e che soffrono la fame). L’ottavo obiettivo, infatti, parte dall’assunto che per raggiungere tutti gli altri obiettivi sia necessario che i Paesi che hanno sottoscritto il patto uniscano le loro forze e collaborino assieme. E’ l’ambiente, invece, il protagonista del settimo obiettivo con i

suoi collegamenti alla vita e alla salute dell’uomo. La meta da perseguire è far sì che nelle politiche attuate dai Paesi vi siano “nuove vie di progresso” che frenino la distruzione e la perdita dei beni ambientali, quali foreste, specie animali e vegetali, prestando attenzione alla biodiversità, ai rischi dei cambiamenti climatici, all’inquinamento dell’aria. Tutt’altro da un panorama che vede sparire foreste ed apparire centri commerciali, discariche, banche e parcheggi. Bloccare malattie infettive che seminano morte e sofferenza, invertendo la tendenza alla diffusione: questo è l’impegno del sesto obiettivo. Che, si lega, ai successivi due obiettivi sanitari. Il quinto ha al centro “la salute delle mamme” con la riduzione di tre quarti della mortalità materna fra il 1990 e il 2015. Secondo il Rapporto del 2007, infatti, mezzo milione di donne muore ogni anno per complicazioni che si potrebbero prevenire, collegate alla gravidanza o al parto. Ogni anno, invece, circa 11 milioni di bambini muoiono prima del quinto compleanno, per la maggior parte per cause prevenibili come infezioni respiratorie acute,

diarrea, morbillo, malaria. Questo ha portato al quarto obiettivo che propone la riduzione di due terzi della mortalità infantile sotto i 5 anni di età entro il 2015. Il tema del terzo obiettivo, invece, è quello di fare in modo che vi siano uguali trattamenti e possibilità per le donne rispetto agli uomini, in particolare per quanto riguarda l’istruzione femminile. Collegato a questo è anche il secondo obiettivo si prefigge di dare a tutti i bambini, maschi e femmine, ovunque nel mondo, la possibilità di completare la scuola primaria. Questo significa avere le strutture nelle quali i bambini possano studiare, la disponibilità di insegnanti, la possibilità di accesso per tutti indipendentemente dalle possibilità economiche e dalla distanza dalle scuole. Infine il primo obiettivo che si occupa - come annunciato - della povertà e della fame.Il risultato da raggiungere entro il 2015, rispetto ai dati del 1990, è dimezzare la percentuale di persone che vivono in condizioni di povertà grave (con meno di un dollaro al giorno) e che soffrono la fame. l

di Fabio Pipinato

Prima le donne e i bambini L’Italia promette in sede internazionale più e più volte di fare il proprio dovere; sottoscrive accordi a destra ed a manca; promuove incontri con tanto di corsie rosse e fiori a centro tavolo ma fugge le responsabilità. Et voilà. In verità, ad oggi, non si sa nemmeno chi sia il comandante della nave. Andrea Riccardi, Ministro della cooperazione internazionale, manda i suoi saluti a tutti i convegni che trattino della “cosa” che dovrebbe, in teoria, competergli, ma se andiamo nel sito internet degli Esteri scopriamo che Giulio Terzi, ministro degli Esteri, interviene in tema di cooperazione internazionale quasi quotidianamente. Insomma, molta confusione sotto il cielo della Farnesina. In assenza del Capitano tocca ai sottufficiali (regioni), ai marinai (enti locali) nonché ai mozzi (ong) non abbandonare, nel naufragio della nave degli obiettivi del millennio, né donne e né bambini. Per intenderci, né il quinto e né il quarto obiettivo del millennio che le/li riguarda. Quali sono le scialuppe di salvataggio? Vediamole assieme:

1) Miglior nutrizione. Ciò riguarda tutti: ricchi e poveri. I poveri stessi che abitano le megalopoli sono grassi e l’obesità, nel tempo del cibo globalizzato, sta diventando una piaga di pari proporzioni della carenza di cibo. Un miliardo di persone soffre la fame ed un miliardo è in sovrappeso. Nei Bric (Brasile, Russia, India, Cina) e nelle tigri economiche permane denutrizione e malnutrizione come prima dell’espansione economica. Vanno quindi promossi i progetti che favoriscono un altro stile di vita nei nord del mondo e l’accesso ad un cibo più sano e all’allattamento materno (checché ne dicano le multinazionali del latte in polvere) nelle loro periferie e/o nei sud. 2) Big five. Per i turisti impegnati nei safari africani i big five sono i mammiferi più grandi: leone, elefante, bufalo, rinoceronte e leopardo mentre per le ong che si occupano di salute sono Aids, malaria, diarrea, polmonite e soprattutto morbillo. Quest’ultimo è la principale causa di morte: contro il morbillo da più di cinquant’anni è disponibile un vaccino sicuro, efficace e re-

lativamente economico. Ancora oggi questa malattia molto contagiosa colpisce ogni anno 30 milioni di bimbi uccidendone mezzo milione e lasciandone molti altri ciechi o sordi. Nell’Africa subsahariana più di un terzo dei bambini non è ancora protetto. 3) Sanità di base. La globalizzazione, ormai, ha una propria architettura che uniforma tutte le più grandi città del mondo alternando centri commerciali e discariche, centri finanziari e baraccopoli. In questo delirio dicotomico vi sono cliniche private con cupole a mo’ di San Raffaele nei paesi ove non è ancora possibile avere un’ostetrica ed una pentola di acqua pulita. La risposta, per la cooperazione internazionale, è meno concentrazione urbana e più disseminazione in ambito rurale di centri di salute di base. Mai in competizione con il pubblico (se non nei casi estremi ove il pubblico è contro la sua gente). 4) Indipendenza economica. Studi e casi empirici dimostrano che lo sviluppo del microcredito ha un ruolo fondamentale nella

riduzione della povertà nelle zone rurali. Altroché “luci della città”. E’ il sapiente ritorno alla terra e l’accesso alla stessa, sempre più acquistata da stati esteri (grabbing land), che ci libera dalla fame e dalla malattia. Ce lo spiegano bene i nostri giovani del Salento che amano definirsi “terroni”- legati alla terra - e non “mammoni” come li apostrofò il ministro Cancellieri. Ma per raggiungere sia il quinto che il quarto obiettivo dobbiamo sfondare sul terzo: parità di genere. Il livello di emancipazione e affrancamento della donna è legato al tema dell’uguaglianza tra i sessi. Secondo l’Unicef, l’abbattimento delle barriere discriminatorie riducono il problema della denutrizione in quanto sono le donne che sono protagoniste (in primo piano) in ciò. Insomma, la nave si sta inclinando. Il sogno di raggiungere gli obiettivi del millennio si sta arenando causa scogli improvvisi non previsti dalle mappe. Possiamo almeno far scendere prima le donne ed i bambini? O, per ciò che ci riguarda, ci tocca dar ragione a Winston Churchill?

EDITORIALE

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Il nostro è un viaggio a ritroso: dall’ottavo obiettivo (alleanze globali per lo sviluppo) sino al primo (dimezzamento del numero di persone che soffrono la fame)


SPECIALE OBIETTIVI DEL MILLENNIO

11 marzo 2012

vita trentina

III

LA CAMPAGNA LA NECESSITÀ DI INFORMARE

Un appello alla società civile

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i diritti

sostegno degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, le Nazioni Unite hanno lanciato la Campagna del Millennio. L’intento è di attivare la società civile dei paesi di tutto il mondo affinché chieda conto ai propri governanti degli impegni presi verso gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. La volontà è che ciascuno si impegni a lottare per ottenere il rispetto dei diritti umani per ogni individuo. A tre anni dal termine molti degli Obiettivi non verranno raggiunti, ma alcuni paesi hanno dimostrato buoni progressi. La Campagna del Millennio ha ancora senso. Soprattutto perché crede che gli Obiettivi del Millennio possano essere raggiunti nel 2015 “se e solo se” ogni cittadino è informato sulle promesse e gli impegni sottoscritti dal proprio governo e, al tempo stesso, attivo nel chiedere che essi vengano mantenuti. In Italia l’interesse dell’opinione pubblica su questi temi è forte ma la volontà dei cittadini non si è tradotta, ad oggi, in adozione di misure concrete. Noi che abitiamo questo territorio viviamo in una dicotomia: abbiamo come Stato Italiano il minor investimento in Euro-

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Mrs. Eleanor Roosvelt presenta la Dichiarazione Universale dei diritti umani (1948). foto Wikipedia

ARTICOLO 25 1. Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari (…) 2. La maternità e l’infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della sua stessa protezione sociale. (Dalla Dichiarazione universale dei diritti umani - 1948)

A tre anni dal termine molti degli Obiettivi non verranno raggiunti, ma alcuni Paesi hanno dimostrato buoni progressi

IPSE DIXIT

Amartya Kumar Sen

Gavino Maciocco

Dino Pedrotti

Economista indiano Premio Nobel per l’economia nel 1998, Lamont University Professor presso la Harvard University.

Fa parte del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università di Firenze. E’ autore del libro “Politica, salute e sistemi sanitari”.

Ha dedicato la sua vita all’organizzazione delle cure neonatali. Ha fondato l’associazione Amici della Neonatologia Trentina.

L’equità della salute Partendo da un esame critico dell’economia del benessere, Sen ha sviluppato un approccio radicalmente nuovo alla teoria dell’eguaglianza e delle libertà. È membro del Gruppo Spinelli per il rilancio dell’integrazione europea. «L’equità della salute va distinta dalla semplice equità delle cure, perché la prima non è la semplice disponibilità di servizi sanitari, ma è la reale possibilità di utilizzo degli stessi per raggiungere un effettivo stato di salute da parte dell’utente, in base ai suoi bisogni. «L’esercizio concreto di questo diritto comporta l’elaborazione di paradigmi etici ispirati ad una visione della giustizia personale e sociale nello stesso tempo, cioè deve rispettare le esigenze dei singoli e della collettività».

Un’ecatombe, nel silenzio «Negli ultimi trent’anni, in tutto il mondo, le principali vittime delle crisi economico-finanziarie e delle politiche neoliberiste sono stati i bambini e le bambine. Un’ecatombe, passata nell’indifferenza generale. «Con una media di 10 milioni di morti l’anno, la stima di questa ecatombe è di 300 milioni di decessi, la maggior parte dei quali facilmente prevenibili e evitabili (…). «La morale è questa: la capacità di destinare risorse per la salute dell’infanzia non dipende dalla ricchezza di un Paese, ma è primariamente e semplicemente una questione di volontà politica».

Incoraggiare l’allattamento materno «Vi sono molte ragioni per incoraggiare e sostenere l’allattamento materno. C’è una relazione positiva tra allattamento materno e salute del bambino, con minor comparsa di allergie, infezioni, diabete, obesità, ipertensione. «Ma soprattutto allattare al seno favorisce dei legami molto intensi tra madre e figlio. Il neonato umano è totalmente dipendente dalla sua mamma per la sopravvivenza. Il precoce contatto e il precoce attaccamento al seno aumentano l’entità e la durata dell’allattamento materno. Il contatto pelle-pelle e occhi-occhi tra mamma e figlio daranno ad entrambi un senso di sicurezza. I vantaggi sono quindi reciproci, sia per il neonato, sia per la sua mamma».

pa e come territorio Trentino il migliore investimento in Italia. Raggiungere gli Obiettivi è possibile. Questo dossier, che avete tra le mani, è parte della “Campagna del millennio” lavora a fianco dei cittadini, delle istituzioni locali, della società civile, dei media e dei cittadini dei paesi dei sud del mondo per porre fine allo scandalo della povertà estrema. Inoltre la Campagna del Millennio lavora a stretto contatto con tutte le altre realtà delle Nazioni Unite. Proprio per questo dal suo lancio nel 2010, la Campagna ha deciso di supportare il progetto 1billionhungry (un miliardo di affamati). Alcuni siti internet per approfondire: www.1billionhungry.org, www.endpoverty2015.org, www.fao.org. l

LA FESTA DELL’8 MARZO

Più mimose, meno discriminazioni 8 marzo è per tutti la “Festa L’ della Donna”. Ogni anno, in questa giornata, si ricordano sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. In Italia questa celebrazione si è tenuta per la prima volta nel 1911. Un simbolo di questa festa è la mimosa, che comparve per la prima volta l’8 marzo 1946 in occasione della prima Giornata della donna che si svolse in tutta l’Italia liberata dalla guerra. L’idea fu di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei, che scelsero la mimosa proprio perché fiorisce nei primi giorni di marzo. Tra gli obiettivi del millennio è da annoverare il terzo che “promuove la parità tra uomo e donna” mentre il quinto “migliora la salute delle gestanti”. Infatti, eliminare le discriminazioni di genere e assicurare il diritto e l’accesso alla salute anche riproduttiva e la chiave per combattere la povertà. Una società che lavora per tutelare la partecipazione sociale e politica alle donne e garantisce il sostegno necessario per affrontare la maternità è una società che investe risorse per la crescita. Come ha detto il Nobel Amartya Sen: “quando le donne stanno bene, tutto il mondo sta meglio”.


IV

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er molte mamme il giorno della nascita del loro figlio è il più bello della loro vita. Per tante mamme che vivono nei paesi dei Sud del mondo, il giorno della nascita del loro figlio, potrebbe coincidere con quello della loro morte. Anche se una valutazione definitiva allo stato non è possibile, recenti stime continuano a indicare alti tassi di mortalità materna nell’Africa subsahariana e nel sud dell’Asia. Delle 590.000 morti stimate in tutto il mondo nel 2000, 445.000 si sono verificate in quelle due regioni. La proporzione più alta è stata registrata nell’Africa subsahariana con 920 decessi su 100.000 nascite, seguita dall’Asia meridionale con 540 morti sullo stesso numero di nascite. Una recente analisi sui dati di tendenza disponibili fa notare significative diminuzioni di mortalità nei paesi con livelli già moderati o bassi. Purtroppo non si può dire lo stesso per realtà a mortalità alta. Nell’Africa subsahariana, in particolare, dove i rischi collegati alla gravidanza e al parto sono di gran lunga i più alti, non ci sono segnali che le quote di

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Mortalità al parto nel mondo (illustrazione: www.worldmapper.org.) È importante investire nei sistemi sanitari e nella qualità delle cure foto USAID

mortalità si stiano abbassando. Le donne muoiono durante la gravidanza e il parto perché i sistemi sanitari sono inadeguati, soprattutto nelle zone rurali. Sono insufficienti le attrezzature mediche, i medici e i professionisti in grado di assistere le partorienti. Ma ridurre le morti per parto non è solo questione di salute. E’ una questione di giustizia sociale e diritti umani perché la maggioranza di queste morti è del tutto evitabile. Le quattro cause principali

sono: gravi emorragie dopo il parto, infezioni, crisi ipertensive, aborti effettuati in condizioni non sicure. Le nuove stime dimostrano che è possibile prevenire la morte di molte più donne, ma gli Stati devono investire nei sistemi sanitari e nella qualità delle cure, puntando con decisione sull’assistenza al parto, formando assistenti preparati. Prevenire le morti materne richiede la giusta combinazione tra investimenti e politiche di salute pubblica per

Ridurre le morti per parto non è solo questione di salute. È una questione di giustizia sociale e diritti umani, perché la maggioranza di queste morti è del tutto evitabile

er gli standard del Kenya, Mary era una persona molto fortunata. Aveva sposato un marito amorevole, dal quale aveva avuto sei figli sani. Questa gioia, tuttavia, non era destinata a durare per sempre perché ad un certo punto la sua vita cambiò radicalmente. Mary e suo marito, infatti, scoprirono di essere positivi al virus dell’Hiv e condivisero questa notizia con parenti e vicini.... L’errore più grande che potessero fare. Familiari e vicini di casa li respinsero e, di conseguenza, Mary e suo marito lasciarono il villaggio per cercar rifugio a Nyahururu, una cittadina a nord di Nairobi, ove nessuno li conosceva. Lo fecero con la speranza d’ iniziare, nell’anonimato, una nuova vita e per questo passarono da una casa all’altra, da un villaggio all’altro, cercando alloggi a prezzi accessibili. Una vita difficile che si complicò ancor più quando le condizioni del marito di Mary si aggravano e le loro strade si divisero. Dopo periodi di grande scoramento, Mary iniziò una relazione con un uomo che aveva promesso di prendersi cura di lei e dei suoi figli. Passati alcuni mesi si sposarono e Mary restò incinta. Lei era felice ed en-

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tusiasta di dirlo al nuovo marito, pensando che la gravidanza potesse cementare il loro rapporto. Ma si sbagliò nuovamente: il marito la respinse e scappò via lasciandola ferita più di quanto non fosse prima. Questa situazione la provò fortemente, facendole perdere la voglia di continuare a vivere. Si rifiutò di frequentare cliniche prenatali, nonostante il servizio venga offerto gratuitamente negli ospedali pubblici. Con il tempo la sua salute si deteriorò. Questo attirò su Mary l’attenzione dei volontari dell’organizzazione Saint Martin con il programma comunitario per Hiv/Aids, alcool e abuso di droga. Un volontario del Saint Martin si attivò per mobilitare la comunità in aiuto a Mary. Altre volontarie, le levatrici tradizionali, il cui lavoro principale è quello di assistere e supportare le donne in gravidanza nelle cure prenatali, convinsero Mary a recarsi in ospedale. Purtroppo, appena arrivata in clinica, Mary mise al mondo un bambino prematuro che morì immediatamente. La comunità, però, non l’abbandonò in questo momento difficile. Grazie al coordinamento dei volontari, i vicini l’aiutarono a pagare il conto dell’ospedale e le offrirono cibo a sufficienza per por-

tare avanti la sua famiglia per un mese. Mary, però, non riuscì a superare questo terzo trauma (il figlio scomparso) vergognandosi a tal punto da scappare dai propri figli che avevano ancora bisogno di lei. Sempre grazie all’intervento di un volontario della comunità si riuscì a rintracciarla e la si aiutò a vincere “il senso di colpa”. In questo modo, oggi, Mary ha ritrovato il coraggio di affrontare “sempre più a testa alta” la vita, la sua famiglia, la comunità e se stessa. Continua a ricevere i servizi di consulenza dal Saint Martin e si sta lentamente riprendendo. Le donne della comunità le sono da supporto.Il St. Martin CSA (Apostolato Sociale Cattolico) è un’organizzazione religiosa di base che opera nella zona rurale intorno a Nyahururu in un’area pari quasi al Trentino.L’organizzazione lavora con un approccio comunitario, le attività quindi sono rivolte alla promozione di solidarietà all’interno della comunità, attraverso il coinvolgimento e la formazione di volontari che possano prendersi cura dei più bisognosi. Il programma comunitario per Hiv/Aids è attualmente sostenuto dalla Provincia Autonoma di Trento.

LA TESTIMONIANZA

La storia di Mary, dall’inferno alla speranza

mantenere le donne sane durante la gravidanza e per trasmettere informazioni di salute essenziali. Questo significa investire non solo in attrezzature mediche, ma anche in progetti per la distribuzione dell’acqua e delle apparecchiature igieniche e nella preparazione delle donne come fanno molti progetti di solidarietà internazionale. La presenza di assistenti sanitari preparati è essenziale per aiutare le donne durante il travaglio anticipando eventuali problemi. L’accesso a una cura ginecologica sufficientemente equipaggiata per l’emergenza è essenziale per poter affrontare le complicanze appena si presentano. Un altro aspetto fondamentale è l’istruzione delle donne e delle bambine, che può contribuire alla riduzione della mortalità materna. Se in possesso delle conoscenze sulla salute riproduttiva, la sessualità e Hiv/Aids, le donne possono prendere decisioni consapevoli in merito. Recenti statistiche indicano che per ogni anno in più di istruzione completato da 1.000 donne, si potrebbero evitare due decessi materni. Bisogna quindi puntare con decisione in questa direzione, soprattutto in Africa ed Asia, dove avviene quasi l’80% di tutti i decessi delle madri in gravidanza o durante il parto. Secondo l’UNICEF il Paese dove è più pericoloso partorire è il Niger, in cui il rischio di mortalità materna è di 1 su 7, con un divario abissale rispetto al Paese dove è più basso, l’Irlanda (1 su 47.600). Tra i Paesi industrializzati, il più alto tasso di rischio di mortalità materna si registra in Estonia (1 su 2.900), il secondo negli Stati Uniti (1 su 4.800) - ben al di sopra della media dei Paesi industrializzati (1 su 8.000).E l’Italia? Secondo l’Istituto superiore di sanità il rapporto di mortalità materna è sottostimato del 63%: anziché 3,9 morti materne per 100 mila nati, il rapporto salirebbe in questo modo a 6,4 per 100 mila. L’Italia detiene il record del taglio cesareo, che è triplicato nell’ultimo ventennio. Forse è il caso di chiedersi perché. l


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il quinto Obiettivo del Millennio tutela la salute della donna

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ntonella, Mercy e Tiziana. Tre donne. Tre mamme che hanno vissuto la maternità in modo diverso. Antonella ha dovuto far fronte a molte sofferenze, per Mercy è stato un atto d’amore lontano dal suo Paese, Tiziana l’ha vissuta con un mix di serenità e preoccupazione. Per tutte e tre, comunque, dare alla luce un figlio è stata la gioia più grande, un’esperienza che ha cambiato le loro vite. La storia di Antonella Balì, 48 anni, originaria di Potenza, è una storia di dolore e forza di volontà. “Dopo tre aborti spontanei racconta - nel 1995 sono rimasta nuovamente incinta e mi sono rivolta al Policlinico Gemelli di Roma, struttura specializzata in questo ambito. Non era facile una quarta gravidanza dopo un vissuto così triste, ma volevo un figlio a tutti i costi. Con mio marito, Alessandro, che mi è stato sempre vicino col suo amore, avevamo anche già preparato le carte per un’adozione internazionale... I medici mi hanno tenuta costantemente sotto controllo e sono stata praticamente 9 mesi ricoverata a Roma. Sono stati 9 mesi di ansie, sofferenze, preoccupazioni: ad ogni controllo avevo paura che mi dicessero che si potesse interrompere tutto. Poi, però, è andato tutto liscio e quando è nata Maria Paola è stata una festa immensa. Al mio paese era come se fosse il giorno di Natale...”. Ma il vero lieto fine di questa storia è un altro: quattro anni dopo, infatti, Antonella ha avuto un’altra figlia, Marcella. Questa volta la gravidanza è stata più serena, tranquilla. “Facevo ogni tanto qualche controllo a Roma - racconta - ma la maggior parte del tempo sono stata a Potenza, dove mi hanno assistito al meglio. Sentire i medici vicini è stato molto importante, anche al momento del parto. Volevo a tutti i costi dei figli e vederli nascere è stata l’emozione più bella della mia vita”. Anche per Mercy il 24 novembre 2011 è stato il giorno più felice della sua vita. Quel giorno, al-

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Mamma Antonella con Maria Paola; Tiziana con i figli; Mercy, dalla Nigeria a Trento, dove è nata la piccola Progress

UN ACCOMPAGNAMENTO NEI PRIMI MESI

Sos Neomamme associazione Sos NeoIl servizio è gratuito L’ mamme nasce dall’idea di voler accompagnare le mamme e aperto a tutte le neomamme che risiedono nel Comune di Trento

del territorio durante una fase genitoriale molto importante e delicata: quella riferita all’alimentazione del loro piccolo. Undici mamme della Circoscrizione Argentario hanno partecipato ad un percorso formativo, al termine del quale sono diventate “consulenti tra pari”: questa figura è riconosciuta dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) - UNICEF, ed è indicata come persona preparata a rafforzare la fiducia della madre nell’allattare, nel gestire il neonato e nel prevenire o risolvere eventuali semplici problemi, legati soprattutto all’alimentazione. Le partecipanti all’iniziativa sono tutte mamme che hanno allattato e che si mettono a disposizione per dare supporto ad altre mamme. Come durante il percorso formativo, anche lungo tutto il progetto è prevista la costante supervisione di personale professionale con una specifica preparazione sul tema. Sos Neomamme trova la condivisione anche dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, in quanto il progetto mira alla tutela della relazione madre-bambino e al supporto dell’allattamento al seno. Il servizio è gratuito e aperto a tutte le neomamme che risiedono nel Comune di Trento. Le 11 mamme, infatti, sono a disposizione al telefono per dare consigli e supporto a chiunque ne avesse bisogno.

L’ASSOCIAZIONE

l’ospedale Santa Chiara di Trento, è nata la piccola Progress. La storia di Mercy, 28 anni, e del marito Osamede, 30, è una storia moderna, attuale, a tratti crudele. Nel 2009 hanno abbandonato la Nigeria, il loro Paese, e sono arrivati in Libia dove hanno trovato lavoro. Nel maggio dello scorso anno, con il Nord Africa in subbuglio, si sono imbarcati per Lampedusa. Mercy era incinta. Una volta arrivati in Italia, lei e suo marito sono stati separati, ma anche grazie all’impegno della Provincia di Trento sono stati riuniti a Rovereto. Ora vivono in un piccolo appartamento a Nave San Felice e dalla fine di novembre fa parte della famiglia anche Progress. “Le abbiamo dato questo nome perché crediamo nel futuro”, dice Mercy, che spera di trovare presto un lavoro a Trento. “Diventare mamma qui è stato bello, ma credo che sarebbe stato lo stesso anche nel mio Paese. Le strutture e l’assistenza non mancano. Quando l’ho detto a mia madre, per telefono, si è emozionata, era felice come tutti i miei parenti che sono in Africa”. Tiziana Nicolini, 41 anni, ha tre figli: Andrea di 11, Silvia di 8 e Matteo di 3. “Sono state gravidanze diverse racconta - ma fortunatamente tutte tranquille, senza problemi di salute né per me né per i bambini. Tutte e tre sono state belle, anche se la prima rimane un’emozione unica. Certo,

non si sa mai quello che può capitare, anche quando si vanno a fare le visite e ci si interroga se andrà tutto bene, e quindi c’è un po’ d’ansia, ma penso sia normale. “É importante trovare ginecologhe e ostetriche nelle quali si ha fiducia per affrontare assieme tutti i momenti e confrontarsi su quello che c’è da fare, anche perché i test ed i controlli da fare sono sempre molti”. Nelle prime due gravidanze un problema per Tiziana è stato l’allattamento, ma anche grazie all’assistenza “sempre umana”, sottolinea, del personale del Santa Chiara e al suo impegno è riuscita ad affrontare anche questa situazione. E a godersi l’essere mamma. Come Antonella e Mercy: la gioia più grande della loro vita. l


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FONTE: DAL NUOVO RAPPORTO UNICEF “PROGRESSI PER L’INFANZIA 2010: RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO CON EQUITÀ”

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A AFRICA Tanzania, Zimbabwe Associazione Amici del Senatore Giovanni Spagnolli Onlus Sostegno a opere sanitarie missionarie in Zimbabwe e in Tanzania per l’acquisto di farmaci e reagenti di laboratorio

Uganda

Togo

Associazione Casa di accoglienza alla vita di Padre Angelo Programma di assistenza pediatrica St. Raphael Hospital

Uganda

Associazione Solidarmondo - Trentino Acquisto di un ambulanza per un Centro Day Hospital per l’assistenza ai malati e la prevenzione della tramissione HIV madre-figlio

Associazione Centro Aiuti Volontari Cooperazione Sviluppo Terzo Mondo – A.C.A.V. Costruzione di servizi igienico-sanitari nel Distretto di Koboko

Associazione Un sorriso per la vita Costruzione di un Centro di salute con un reparto di medicina, di maternità e una piccola farmacia.

Cameroun Associazione Volontariato Internazionale Giullari Equipaggiamento per la maternità del Centro sanitario della diocesi di Yaoundé

Costa d’Avorio

Etiopia C.U.A.M.M. Medici con l’Africa – Trentino Supporto alle attività dell’Ospedale e della Scuola Infermieri St Luke di Wolisso

Costa d’Avorio Tanzania Associazione Gondwana – Cooperazione e diplomazia popolare Diffusione della strategia della Riabilitazione su Base Comunitaria per bambini e adulti con disabilità.

Associazione Un sorriso per la Vita Onlus Acquisto di gruppi elettrogeni per l’ospedale generale e per il serbatoio d’acqua potabile

Kenya

Etiopia

Associazione Kusaidia Onlus Ampliamento dell’ospedale per malati di HIV-AIDS ‘Huruma health Centre’

Associazione Una goccia per il futuro Perforazione di un pozzo di acqua pota-

Gambia Associazione La Savana Fornitura di equipaggiamento per il Centro salute di Sami Karnataba

Benin Associazione Linea Diretta Benin Fornitura dell’accesso ad acqua potabile a beneficio della salute di mamme e bambini

Kenya Associazione Lucicate Onlus Gestione di uno spazio di visita sanitaria e accoglienza, assistenza sanitaria e monitoraggio sanitario e sociale per bambini

Brasile La costruzione di una scuola sostenuta dall’associazione Kusaidia di Mori

bile e costruzione di lavatoi e docce.

Associazione Mani Amiche Integrazioni alimentari multimistura a Salvador di Bahia ad uso delle madri in gravidanza

L’assessore provinciale alla solidarietà internazionale e alla convivenza, Lia Giovanazzi, a Thodo Puzha, in India, dove Mercy Tharian manda avanti un orfanotrofio che ospita una ventina di bambine

Costa d’Avorio L’ospedale “St. Luke” di Wohsso Sotto, bambini in un Centro per l’infanzia di Asa a Quito (Ecuador)

Associazione Casa di Accoglienza alla Vita Padre Angelo Acquisto dell’attrezzatura per l’elettroforesi dell’emoglobina e di farmaci in formulazione pediatrica


SPECIALE OBIETTIVI DEL MILLENNIO

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vita trentina

VII

Togo

Mozambico

Guatemala

Vietnam

CASVI Associazione per la cooperazione allo sviluppo alla valorizzazione ed integrazione degli immigrati onlus Realizzazione di un Centro per la sensibilizzazione e prevenzione della salute pubblica

Progetto Mozambico Onlus costruzione di un edificio da adibire a farmacia e suo avviamento

Assocazione Ora Veglia Intervento a favore dei bambini terminali di cancro

Costa d’Avorio

Associazione El Puerto Supporto per l’acquisto e l’invio di materiale sanitario all’Ospedale di Càrdenas

Associazione Amici della Neonatologia Trentina Progetto pilota di promozione del controllo infettivo presso le unità neonatali vietnamite

Mozambico Consorzio associazioni con il Mozambico onlus Assistenza sanitaria domiciliare, sensibilizzazione per l’alimentazione di mamme e bambini e miglioramento dei sistemi igienico-sanitari della comunità

Kenya

Cuba Solidarmondo per la cooperazione internazionale onlus Miglioramento delle strutture di accoglienza e di accompagnamento delle persone affette da HIV/AIDS

AMERICA LATINA

Colombia Bolivia Associazione di Cooperazione Cristiana Internazionale - A.C.CR.I. Costruzione di un sistema integrato d’approvvigionamento idrico per ridurre l’alta mortalità infantile

Gruppo Missionario Folgaretano Completamento di un centro di prevenzione sanitaria ed educazione alimentare.

Fondazione Fontana Onlus Progetto comunitario triennale per la prevenzione e la cura dell’HIV/AIDS

EUROPA

Tanzania

Turchia

Associazione Verso la Mesopotamia onlus Depurazione e distribuzione dell’acqua potabile nella municipalità di Uludere

Fondazione Ivo de Carneri Miglioramento della situazione sanitaria della comunità locale attraverso l’accesso ad acqua sicura nell’Isola di pemba.

Madagascar

ASIA

Ingegneria Senza Frontiere Onlus Miglioramento della situazione igienico-sanitaria a Mahajanga

Vietnam Associazione Amici della Neonatologia Trentina Progetto pilota di estensione dei servizi neonatali a livello di ospedale distrettuale in Vietnam

Mercato popolare in Kenya (foto fondazione Fontana) A sinistra, Lucia De Franceschi impegnata in un’azione di Progetto Mozambico Onlus

Laos

Un corso di formazione promosso da GTV

Associazione Amici della Neonatologia Trentina Creazione di una rete neonatale periferica attraverso l’equipaggiamento e il capacity building

Iniziative riferite agli anni 2010 e 2011 Fonte: www.trentinosolidarieta.it


VIII vita trentina 11 marzo 2012

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gni anno, nel mondo, muoiono quasi otto milioni di bambini sotto i 5 anni. Praticamente uno ogni 4 secondi. Il 70% di queste morti assurde avviene nel primo anno di vita ed addirittura il 40% nel primo mese. Le cause sono nella maggior parte dei casi banali, dovute a malattie prevenibili. Il 21% dei decessi è frutto di complicazioni pre e post parto, il 18% per polmoniti, il 16% per malaria ed il 15% da diarrea. A queste malattie va poi aggiunto l’impatto della malnutrizione, un killer nascosto e concausa di un terzo dei decessi infantili. I numeri parlano chiaro. Sono ancora troppi bambini che muoiono prima di compiere i 5 anni di vita. Nel 2011 sono stati 7,6 milioni. Il dato, comunque, è in calo se si pensa che nel 1990 i morti erano addirittura 12 milioni. Questo significa che rispetto a 22 anni fa sopravvivono circa 12.000 bambini in più ogni giorno. Qualcosa, quindi, è stato fatto, ma molto è bisogna ancora fare. Se si vogliono raggiungere davvero, entro il 2015, il 4° ed il 5° Obiettivo del Millennio (cioè la riduzione di due terzi della mortalità infantile e dei tre quarti di quella materna) è indispensabile che bambini e mamme possano contare sull’assistenza e la cura di

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I più alti tassi di mortalità infantile nell’Africa Sub- Sahariana, dove 1 bambino su 8 muore prima dei cinque anni operatori sanitari quando ne hanno bisogno. Secondo una recente indagine di Save the Children, al mondo ci sarebbero 350 milioni di bambini che non verranno mai visitati da un operatore sanitario, sia esso un dottore, un infermiere o un semplice operatore di comunità, nel corso di tutta la loro vita. Eppure la presenza e l’intervento di un operatore sanitario può fare la differenza fra la vita e la morte. Per assicurare un’assistenza sanitaria di base occorrono 23 operatori sanitari ogni 10.000 persone. Tuttavia 61 Paesi - di cui 41 in Africa - sono ben al di sotto di questa soglia. In particolare in 20 di essi la densità di “health worker” e il loro impatto è il più basso in assoluto. Ciad e Somalia sono in fondo alla lista e la drammatica conseguenza è che un bambino bisognoso di cure ed assistenza, dal momento della nascita in poi, corre in tali nazioni un rischio 5 volte maggiore di morire rispetto a Paesi come Svizzera, Finlandia e Norvegia. Per questi motivi i più alti tassi di mortalità infantile rimangono nell’Africa Sub-Sahariana, dove 1 bambino su 8 muore prima dei cinque anni. L’Asia meridionale ha il secondo tasso più alto, con 1 bambino su 15 che muore prima dei 5 anni. Nel 2010 circa la metà dei decessi dei bambini sotto i cinque anni in tutto il mondo si è verificato in soli cinque Paesi: India, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Pakistan e Cina. Questa fotografia già drammatica, inoltre, non tiene conto delle recenti emergenze che hanno avuto un impatto devastante in alcune aree. Basti pensare a quella nel Corno d’Africa che ha già provocato la morte di decine di migliaia di bambini in Paesi come Somalia ed Etiopia che già avevano tassi di mortalità infantile molto alti, o quella in Pakistan, dove nelle aree colpite dall’alluvione è stato rilevato un tasso di malnutrizione dei bambini del 23%. Per mettere la parola fine a questa tragedia assurda ed ingiusta,

Mortalità infantile nel mondo - illustrazione: www.worldmapper.org

tre donne speciali Questa è la storia di tre donne speciali: Maria Luz, Guadalupe e Susana. Tre donne che ce l’hanno fatta. Le ultime due sono figlie di Maria Luz, purtroppo frutto non di amore ma di violenze. Nascono nella comunità di Pambamarca, a 3.500 metri di altitudine, sulle Ande dell’Ecuador nel Canton Cayambe. Nascono nella disperazione, nella povertà, ma grazie all’impegno e alla solidarietà della comunità riescono ad andare avanti. Poi, grazie all’intervento dell’associazione trentina Pachamama, Guadalupe e Susana riescono a frequentare la scuola che viene costruita nel villaggio. Oggi Guadalupe si è diplomata e fa la sarta. Susana sta portando a termine gli studi. Mamma Maria Luz fa dei lavoretti e può vivere felice la sua vita, assieme alle amate figlie, in una comunità che le è stata vicina. Questa è una bella storia di solidarietà e valori positivi. La realtà dell’Ecuador, però, purtroppo vede spesso situazioni drammatiche soprattutto a causa delle violenze in famiglia. Violenze che hanno conseguenze pesanti: le donne che subiscono traumi fisici e psicologici nel periodo della gravidanza sono a più alto rischio aborti e parti prematuri, e quindi i bimbi nasceranno sottopeso e a rischio malattie. Una situazione delicata nella quale opera l’associazione Asa (Associacion Solidaridad Y Acciòn) che è attiva nei quartieri più poveri e marginali di Quito, seguendo più di 1.500 bambini dai 6 mesi ai 12 anni attraverso asili, scuole materne e doposcuola. Nei prossimi giorni partirà un progetto di solidarietà internazionale che unirà i bambini dei quartieri marginali di Quito e la comunità di Pambamarca, con i bambini dell’istituto comprensivo di Aldeno e Mattarello grazie alla collaborazione dell’Associazione Docenti senza Frontiere, della Fondazione Fontana Onlus e dell’Associazione Pachamama. Un progetto per migliorare il benessere dei bambini che vivono in aree fortemente degradate in Ecuador e far dialogare i piccoli alunni trentini con i loro coetanei sudamericani.

Pambamarca (Ecuador): la lunga strada verso la scuola basterebbero azioni che nel nostro immaginario possono apparire scontate, ma nei sud del mondo. Dunque il compito della cooperazione internazionale, assieme ai governi di questi paesi, dovrebbe essere quello di sostenere e rafforzare i sistemi sanitari di base. Le politiche locali dovrebbero incentivare la

formazione di medici, infermiere e di altre figure sanitarie in grado di raggiungere i bambini più vulnerabili. E soprattutto assicurare a queste persone uno stipendio adeguato perché non abbandonino le aree già povere di risorse per assicurarsi maggiori salari nelle megalopoli. l


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IX

LA “MAGIA” DEL PARTO IN CASA

Caldo e ovattato n Olanda i parti in casa sono oltre il 60%. Le politiche sanitarie, per demedicalizzare e risparmiare, favoriscono il parto tra le mura domestiche assistito dalle ostetriche. In Trentino, al giorno d’oggi, meno dell’1% delle donne sceglie di partorire in casa. Il parto in ospedale dà maggiori garanzie, viene percepito come “più sicuro” e così, all’inizio, è stato anche per Lorena Gaddo, 43 anni, di Martignano. Nel 1993 è rimasta incinta di Sara e non ha mai pensato di partorire in casa. Anzi. “Quando al corso di preparazione al parto sentivo parlare chi aveva scelto di partorire in casa - racconta - li vedevo come degli “alieni”. Mi dicevo: ma come fanno? Mi sembrava una cosa azzardata, non mi dava sicurezza”. Così, Lorena partorisce Sara al Santa Chiara di Trento. Fila tutto liscio, ma l’atmosfera dell’ospedale non le sembra la cornice migliore per uno dei momenti più belli nella vita di una donna. “In sala travaglio ho avuto a che fare con una ginecologa piuttosto “ruvida”, poco incline all’ascolto, dopodiché in stanza non avevo la privacy che avrei voluto e la bimba me la facevano vedere solo in determinate fasce orarie...”. Così, quando nel 1996 Lorena aspetta Elisa dopo qualche mese di gravidanza si dice: perché non partorire a casa? “La prima volta non sapevo come si sarebbe svolto il parto e per questo, probabilmente, sentivo l’esigenza di partorire in ospedale. Quando sono rimasta incinta di Elisa, invece, mi sentivo più tranquilla e ho pensato di poterlo fare in casa. Mi sentivo anche più sicura. Ne ho parlato con mio marito e abbiamo deciso di farlo, in assoluta serenità”. Il giorno del parto, a casa, ci sono Lorena, il marito Flavio e l’ostetrica Cristina. “Avevamo preparato la casa bella calda, con più di 30 gradi. Mi sentivo a mio agio, avevo anche scelto la colonna sonora con una canzone di Grazie Di Michele, anche se nel momento “clou” non ci abbiamo fatto più di tanto caso”, sorride. “Il par-

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“Madreterra” di Filippo Gui e Modigliani, cl. 3ª E, Padova

nel dialogo e nella pace. OPERIAMO attraverso il coinvolgimento della comunità sin dall’ideazione dei progetti con l’obiettivo di valorizzare le risorse del territorio e la promozione di reti e collaborazioni tra diversi attori locali. Dal 1998, siamo in Trentino e nel Veneto e realizziamo progetti di pace, cooperazione, solidarietà internazionale e educazione alla mondialità. I NOSTRI PROGETTI Il percorso culturale di educazione, sensibilizzazione e informazioni sui temi legati agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite per la lotta alla povertà. www.worldsocialagenda.org Il portale di informazione qualificata e pluralista su diritti umani, pace, democrazie e ambiente con News, Guide, Almanacco e Atlante. www.unimondo.org La rete di solidarietà con il profit per promuovere una cultura di impresa orientata a un maggiore coinvolgimento sociale. www.impresasolidale.it SOSTENIAMO progetti di solidarietà internazionale basati sulla comunità in Kenya, Ecuador e Bosnia. INVESTIAMO per statuto, un terzo del patrimonio in programmi di microcredito presso associazioni terze . www.fondazionefontana.org - info@fondazionefontana.org Trento – Via Herrsching, 24 Ravina tel. 0461/390092 Padova – Via Orologio 3 tel 049/8079391

“Quando è nato Lorenzo, mio marito Flavio è andato di sopra a svegliare le bimbe e le ha portate da noi: erano così felici che sembrava avessero visto Babbo Natale!” to è stato un po’ lungo, ma tranquillo ed è andato tutto bene. La bambina è stata accolta in un panno caldo ed appoggiata sul mio grembo, poi Flavio ha tagliato il cordone ombelicale. Mi sentivo più serena, ero a casa mia, con le mie cose, la mia bimba, il mio bagno”. Nel 2004, poi, è arrivato Lorenzo e dopo aver vissuto le due esperienze - in ospedale e in casa Lorena non ha avuto dubbi: decide di

partorire tra le mura domestiche. “E’ stato il parto più bello in assoluto”, racconta oggi a distanza di 8 anni. “Eravamo nella casa nuova, il clima era ovattato, le luci soffuse, la stufa accesa e un bel calduccio tanto che dopo qualche giorno è fiorito anche l’ibiscus. Mentre io partorivo, con Flavio e l’ostetrica, le due bimbe, Sara ed Elisa, dormivano di sopra. Quando è nato Lorenzo, Flavio è andato a svegliarle e le ha portate da noi: erano così felici che sembrava avessero visto Babbo Natale. E’ stato bello, emozionante: ho condiviso quel momento così intimo con le persone che amo di più”. L’esperienza di Lorena è quindi positiva, ma da mamma non se la sente di consigliare il parto in casa ad altre future mamme. “E’ una scelta che deve scaturire da dentro. Io l’ho fatto perché mi sentivo più tranquilla e sicura a casa, supportata in ogni caso da Cristina di cui avevo assoluta fiducia, ma - ripeto - è una scelta che ognuno deve prendere autonomamente, in modo convinto e sereno”. l

LA STORIA DELLA BIMBA NATA A 24 SETTIMANE

Il “miracolo” di Anjes “La nascita di un figlio è destinata a cambiarti la vita e per sempre: un amore nuovo e pieno d’ora in avanti sarà il motore di ogni tua singola azione” di Anjes è diventata un libro (pubblicadalla casa editrice trentina “Il Margine”, 12 Leuro).atostoria Un libro scritto dalla sua mamma, Concetta Marotta, che ha deciso di raccontare la sua esperienza particolare. Anjes, infatti, è nata prematura, a 24 settimane di gravidanza, ancora un feto per la scienza,

pesava 660 grammi. “Sono trascorsi tre anni eppure sembra un giorno”, scrive la mamma. “Era il 20 dicembre 2008 quando Anjes lasciava il reparto di Neonatologia dopo mesi di degenza. Era piccola, 1.925 grammi, ma incredibilmente grande per aver superato un grave stato di prematurità. Prematurità che dal primo istante aveva escluso ogni possibile via d’uscita. La nascita di un figlio è destinata a cambiarti la vita e per sempre: un amore nuovo e pieno d’ora in avanti sarà il motore di ogni tua singola azione, comunque sia, indipendentemente dal peso della tua piccola creatura o dalla sua età anagrafica o ancora dalle aspettative di vita”. “Ricordo come fosse ora - scrive ancora Concetta Marotta - la forza ed il coraggio che in quei mesi mi hanno permesso di lottare, di guardare avanti, di esserci. E la disperazione e la solitudine che sempre il personale medico e infermieristico, in qualche modo, riuscivano a consolare e a mettere sotto una nuova luce. La mia forza è stata mia figlia, la mia famiglia, gli amici e la mia nuova famiglia che di ora in ora, di giorno in giorno, di settimana in settimana, di mese in mese sentivo crescere attorno a me: persone speciali che con la loro umanità e professionalità hanno fatto sì che non sperimentassi mai il dolore del sentirmi abbandonata a me stessa”.

IL LIBRO

CREDIAMO in un mondo più giusto e solidale, dove ogni persona possa contribuire ad un futuro di dignità e libertà per tutti nell’uguaglianza,

CHI SIAMO

Fondazione Fontana Onlus

Lorena Gaddo con i figli nella casa di Martignano


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MARTEDÌ 13 MARZO - ORE 17.30 c/o Sala Affreschi, Biblioteca comunale, Via Roma 55, Trento Quale diritto alla salute per le seconde generazioni? Con • Adriano Passerini, Ufficio Relazioni con il Pubblico, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari • Antonio Rapanà, Centro Astalli e Comitato Trentino per la Campagna “L’Italia sono anch’io”. Durante la settimana dal 12 al 16 marzo presso la Biblioteca comunale di Trento sarà allestita una mostra di libri e pubblicazioni sul tema.

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nire globale e locale. E’ questo uno degli obiettivi della World Social Agenda, progetto della Fondazione Fontana Onlus di Ravina. Così anche quest’anno è stata organizzata una serie di appuntamenti nelle circoscrizioni della città di Trento per affrontare due degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio: il quinto, che intende migliorare la salute materna, ed il quarto, che vuole ridurre la mortalità infantile nel mondo. Sono ancora troppe, infatti, le donne che muoiono per cause legate alla gravidanza, soprattutto nei Sud del mondo. Così come sono troppi i bambini che, per malattie o malnutrizione, non compiono i 5 anni di età. Una strage di innocenti alla quale è assolutamente necessario porre fine. Per questo la Fondazione Fontana è convinta che se ne debba discutere anche nei Nord del mondo per non lasciar cadere nel vuoto quel “patto” tra Nord e Sud che è l’unica via possibile per vivere in futuro in un pianeta più equo. Nel mese di marzo, quindi, saranno

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GIOVEDÌ 22 MARZO > ORE 20.30 c/o Sala Polivalente, Circoscrizione Argentario, Piazza dell’Argentario 2, Cognola – Trento Cineforum: proiezione del film LO SPAZIO BIANCO, di Francesca Comencini. Ne parliamo con: • Fondazione Fontana Onlus • Annelise Filz, Presidente Commissione Politiche Sociali • Gruppo “SOS Neomamme” • Ass. Amici della Neonatologia Trentina.

Una serie di appuntamenti nelle circoscrizioni della città di Trento promossi dalla World Social Agenda organizzati alcuni incontri a Trento per riflettere sul diritto alla salute di madri e bambini, ma anche sul loro benessere, stimolando un confronto tra i contesti dei Sud del mondo e quello trentino e nazionale. Il titolo dell’iniziativa è chiaro: “4 circoscrizioni per 2 obiettivi. La salute di mamme e bambini”. Si parte martedì 6 marzo (ore 10) all’Epicentro di Ravina (in via Filari Longhi) con l’appuntamento “Mamma ho fame!”. Sarà un focus sull’alimentazione dei bambini e saranno presenti Sandra Delaiti (pediatra), Aurora Paoli (ostetrica e volontaria ANT in Asia e Africa), Benedetta Zecchini (ostetrica) e Gruppo SOS Neomamme dell’Argentario ospitati dallo spazio “Nonsolomamme”. Il calendario completo degli appuntamenti è nel riquadro in pagina. l

La cooperazione per la salute di mamme e bambini n che modo la cooperazione internazionale può contribuire al benessere delle mamme e dei bambini (5° e 4° Obiettivo di Isviluppo del Millennio)? Anzitutto migliorando l’accesso ai servizi sanitari di base periferici. Allo stesso tempo deve formare operatori sanitari preparati (ostetriche, infermiere, medici,ecc), oltre che garantire loro stipendi sufficienti affinché non emigrino all’estero o verso le grandi città. La cooperazione internazionale deve inoltre assicurare l’equità nell’accesso alla salute, promuovendo un servizio di assistenza al parto anche a chi non può permetterselo. Queste ed altre riflessioni saranno oggetto del seminario che si terrà a Trento venerdì 30 marzo 2012 (Sala Rosa del Palazzo della Regione, in piazza Dante a Trento, ore 8.30-17). Il seminario, gratuito, è rivolto agli operatori socio/sanitari, e al personale delle organizzazioni di cooperazione internazionale e agli studenti. Il programma prevede interventi di: • Giorgio Tamburlini, esperto di tematiche relative alla salute dell’infanzia e dell’adolescenza; • Martino Ardigò, del Centro studi sulla salute internazionale e transculturale; • Patrizia Morganti, membro del Servizio per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo della CEI; • Giovanni Putoto, responsabile area pianificazione di Medici con l’Africa Cuamm. Al seminario interverranno inoltre: Associazione Neonatologia Trentina ANT – Osservatorio sui Balcani e Caucaso, Unicef comitato Trentino e Comitato Collaborazione Medica CCM di Torino. Per informazioni e adesioni: tel. 0461.390092, e-mail federica.detassis@fondazionefontana.org.

FORMAZIONE

SEMINARIO IL 30 MARZO A TRENTO

grazie a: La World Social Agenda 2012 è sostenuta e patrocinata da: Provincia Autonoma di Trento – Assessorato alla solidarietà internazionale e alla convivenza Comune di Trento Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto

MARTEDÌ 27 MARZO - ORE 20.30 c/o Circoscrizione Oltrefersina, Via Clarina 2/1, Trento Cineforum: proiezione del film TERRAFERMA di Emanuele Crialese. Ne parliamo con: • Fondazione Fontana Onlus • Polo Sociale Oltrefersina-Mattarello • Realtà del territorio. GIOVEDÌ 29 MARZO - ORE 20.30 c/o Sala Polivalente, Circoscrizione Argentario, Piazza dell’Argentario 2, Cognola – Trento Latte di mamma, una rete per il sostegno. Con • Michela Berlanda, ostetrica, coordinatrice Consultorio di Trento • Anna Pedrotti, pediatra, Ospedale Amico del Bambino • Erina Reversi, infermiera, e Dino Pedrotti, pediatra, Ass. Amici della Neonatologia Trentina • Gruppo “SOS Neomamme” Circoscrizione Argentario.

IL CALENDARIO

VENERDÌ 9 MARZO - ORE 20.30 c/o Epicentro - Via Filari Longhi 4, Ravina In collaborazione con l’Associazione culturale L’Allergia e la Consulta dei Ragazzi. Mamme e bambini o mamme bambine? Proiezione del film JUNO, di Jason Reitman. Durante la settimana dal 5 al 15 marzo presso la Biblioteca comunale di Ravina sarà allestita una mostra di libri e pubblicazioni sul tema


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La World Social Agenda aWorld Social Agenda (WSA)è un’iniziativa, a cadenza annuale, su temi di carattere sociale ed internazionale. E’ un progetto della Fondazione Fontana onlus e presente in Trentino Alto Adige e nel Veneto dal 1999 realizzando numerosi appuntamenti e percorsi culturali ed informativi sui temi dello sviluppo umano, la pace, l’intercultura e la giustizia globale. A partire dal 2008, la World Social Agenda segue la cornice tematica degli Obiettivi del Millennio, in un conto a rovescia verso il 2015 anno entro il quale 189 paesi si sono impegnati a realizzare un mondo più socialmente ed economicamente equo. WSA & scuole: un percorso di formazione e infor-

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mazione per insegnanti e studenti degli istituti di ogni ordine e grado sui temi degli Obiettivi del Millennio. L’intervento nelle scuole si traduce nell’accompagnamento degli educatori e nella partecipazioni dei ragazzi in percorsi di elaborazione e confronto sulla diversità, l’interdipendenza, lo sviluppo sostenibile e la mondialità. Per costruire i cittadini di domani. WSA & cooperazione internazionale: il tentativo di rilettura della “cooperazione allo sviluppo” del tempo presente. La “Carta di Trento per una migliore cooperazione internazionale” è un documento scritto a più mani da organizzazioni che a diverso titolo si occupano di cooperazione interna-

zionale. Lanciata nel 2008 e successivamente arricchita, la Carta di Trento vuole contribuire ad un continuo dibattito sulle pratiche della solidarietà internazionale. WSA & territorio: la World Social Agenda come laboratorio di reti e collaborazioni locali dove orga-

LE SCUOLE TRENTINE E GLI OBIETTIVI DEL MILLENNIO

Nascere qui e altrove

nizzazioni cittadine e di quartiere progettano e realizzano iniziative che legano le buone pratiche e i saperi locali con i grandi temi sociali internazionali. Un ciclo di incontri e eventi pubblici per dire che un mondo nuovo è possibile...a partire da noi. WSA & web: la piazza reale della World Social Agenda si interseca con la piazza virtuale di Unimondo.org (altro progetto di Fondazione Fontana). I temi dello sviluppo umano globale vengono discussi negli incontri e nei percorsi della WSA e giornalmente approfonditi e aggiornati nelle notizie, nelle guide e negli appelli che il portale di Unimondo offre agli internauti consapevoli. www.worldsocialagenda.org

La storia di Unimondo

Il portale www.unimondo.org

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La World Social Agenda dialoga anche con le scuole trentine

razie alla collaborazione con IPRASE “Scuola d’autore” nel corso di questo anno scolastico sta accompagnando alcune classi delle scuole secondarie di II grado di Trento e Rovereto in un interessante e per certi versi sperimentale percorso. L’idea di avvicinare I ragazzi ai temi degli obiettivi del millennio, in questo caso il tema della salute materna, infantile attraverso un approccio multidisciplinare e multicontenutistico. Ed ecco quindi che per far conoscere e riflettere i ragazzi sulla condizione di mamme e bambini nei contesti difficili dei Sud del Mondo, è stato proposto loro un percorso così articolato: Il TEATRO – il 29 novembre scorso ha invitato a Trento l’attrice Giuliana Musso con lo spettacolo teatrale “Nati in casa” di e con Giuliana Musso andato in scena al teatro Cuminetti con la partecipazione di più di 200 ragazzi. Lo spettacolo, da più di 10 anni rappresentato in scena nei teatri italiani è un piccolo grande successo teatrale che attraverso un monologo originale e accattivante accompagna gli spettatori in un viaggio nel passato e nel presente del nostro Paese dove si lavora per migliorare le condizioni di nascita, perché - come dice

nimondo è una testata U giornalistica onli-

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L’attrice Giuliana Musso incontra gli studenti al Teatro Cuminetti di Trento l’autrice Giuliana Musso - certi protocolli medici ci fanno scordare che la nascita non è una malattia, ma una spontanea e straordinaria funzione del nostro corpo. La FORMAZIONE - ha proposto un percorso di approfondimento per gli insegnanti che ha affrontato in una dimensione globale argomenti quali il legame tra salute delle donne e diritti dell’infanzia; la necessità di garantire pari diritti e opportunità alle donne al fine di tutelare la loro salute; la relazione tra l’accesso alla salute per le donne e il livello di sviluppo e benessere della società; la necessità di un approccio di genere; lo stretto legame tra gli Obiettivi 5 e 4 della Campagna

del Millennio e gli altri Obiettivi. il VIDEOMAKING – in questi mesi sta sperimentando un laboratorio sulla produzione video attivo in questi mesi con una ottantina di ragazzi delle classi di Trento e Rovereto che guiderà gli studenti a produrre alcuni spot video, che facciano emozionare e riflettere, ma che siano soprattutto funzionali a veicolare il messaggio principale: migliorare il benessere di mamme e bambini qui e altrove. Per le attività della World Social Agenda nelle scuole si ringraziano in particolar modo: Regione Trentino Alto Adige, Cassa Rurale di Rovereto, Iprase Scuola d’autore. l

ne che offre un’informazione sui temi della pace, lo sviluppo umano sostenibile e la tutela dell’ambiente. Diffonde un’informazione plurale e quotidiana dando voce alle molteplici realtà della società civile italiana e internazionale (organizzazioni e associazioni, movimenti, ong, campagne). Il portale è nato il 10 dicembre 1998 per iniziativa della Fondazione Fontana Onlus ed ha più di 450 partner in Italia. Offre un archivio di una dozzina d’anni di libero accesso. Unimondo è il nodo italiano del network internazionale OneWorld, nato a Londra nel 1995, che conta oggi 11 centri nel mondo e 1.600 associazioni partner. Al pari degli altri centri OneWorld anche Unimondo è impegnato nell’elaborazione di due piattaforme culturali: Antologia e Atlante e diverse Campagne di advocacy. La prima piattaforma è un elenco di oltre 150 temi mentre Atlante è un prodotto commissionato dal Ministero all’Istruzione e ricerca scientifica con duecento schede paese. Le Campagne riguardano la drastica riduzione dei bombardieri F35, una seconda azione è titolata “sulla fame non si specula” mentre l’ultima che, poi, le racchiude tutte tratta gli obiettivi del millennio. E ci accompagnerà fino al 2015.


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