FiloDiretto Monreale Gennaio 2012

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Sommario

L’editoriale Intervista a Padre Noto Presidente Caritas diocesana di Luigi Gullo Intervista all’On. Tonino Russo di Luigi Gullo Ato Rifiuti: Lea Giangrande condannata Aquino, frazione in itinere? di Piera Autovino La favola della scuola media di Pioppo di Nino Carlotta La Fontana del Drago a cura di Officine Ricerca

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L’editoriale di Luigi Gullo

Più di un mese è trascorso dalle dimissioni di Caputo e Dina dalle cariche assessoriali per giungere alle nomine di Lia Giangreco e Giuseppe La Fiora. Per più di un mese il paese è rimasto privo di due cariche istituzionali fondamentali. Sarebbe interessante sapere quanti cittadini monrealesi se ne sono accorti. La condizione del paese, in loro assenza, non sembra essere peggiorata oltre, e come potrebbe? Gli addetti ai lavori si sono a lungo interrogati e hanno fatto pronostici su chi avrebbe conquistato le nuove deleghe. Probabilmente tanti sono rimasti spiazzati dai nomi venuti fuori. La lunga impasse è stata dovuta principalmente alla confusione, perlomeno di ruoli, che ha regnato in casa UDC, dove la coesistenza di anime difficilmente compatibili ha reso ardua la proposta di un nome condiviso. Intanto l’amministrazione Di Matteo è al giro di boa, avendo superato i due anni e mezzo di mandato, e ci si chiede se Di Matteo sia un uomo al comando più libero da vincolanti compagni di viaggio, piuttosto che un sindaco più solo e isolato nel gestire il governo del paese e trovare un’adeguata copertura in consiglio comunale. Il consiglio è la cartina di tornasole della forte spaccatura segnata all’interno della coalizione di centro-destra e del solco tra il primo cittadino ed i vecchi alleati che non perdono tempo per lanciargli contro strali e accuse di malgoverno. Ma forse non tutti i mali vengono per nuocere, e l’uscita dalla maggioranza paradossalmente potrebbe tornare favorevole a chi, da tanti anni e fino a pochi giorni fa, ha guidato il paese e ne ha segnato le sorti. In un clima di campagna elettorale, per alcuni personaggi già cominciata, continuare a sostenere o ad essere protagonisti di un’Amministrazione che verrà ricordata come

quella delle tasse non è elettoralmente pagante. E allora quale occasione migliore per smarcarsi in tempo e marcare da subito le distanze da questa amministrazione, alla stessa stregua del comportamento a dir poco irresponsabile tenuto in Parlamento dalla Lega? Magari contando sul fatto che il monrealese, come l’italiano, è dotato di memoria corta, per cui sarà più facile, tra alcuni mesi, scaricare le responsabilità delle varie crisi vissute dalla cittadina sull’ultimo governo al timone? E, secondo la stessa logica, risulta anche comprensibile che sia difficile scovare responsabili che vogliano farsi carico di importanti deleghe, senza la disponibilità di un quattrino, per sanare le innumerevoli falle di una barca che sta affondando. Volete vedere che dovremo ricorrere anche noi ai professori e mettere da parte i politici? Sembra proprio di sì, a giudicare dalla nomina ad assessore di Giuseppe La Fiora, brillante dottore commercialista, classe 1972, che riceverà sicuramente la delega al bilancio. A parte la nomina della Giangreco, rientrata in giunta dopo esserne uscita poco più di un anno fa dalla porta di servizio, è questa la delega che realmente conta. La più importante, quella che, mi si lasci passare il parallelismo, il Presidente Mario Monti nel governo nazionale ha voluto trattenere per sè. La più importante perché sarà La Fiora a regolare il rubinetto delle casse comunali e quindi da lui dipenderanno in gran parte i margini di manovra degli altri assessori. La nomina di un tecnico testimonia quanto scritto su queste pagine il mese scorso. Monreale è un paese vicino alla bancarotta e per scongiurare il disastro finanziario serve un tecnico che, libero dai condizionamenti dei partiti, possa assumersi l’onere di fare scelte tanto pesanti per le tasche dei cittadini quanto impopolari per un politico di professione. La mattina del 28 dicembre i sindacati confederali avevano manifestato all’amministrazione Di Matteo il proprio dissenso nei confronti delle tasse, delle imposte e delle accise piovute sulle teste dei monrealesi negli ultimi anni. Il sindaco non ha ceduto a trovate demagogiche nè ha tentato di edulcorare la situazione finanziaria del comune, anzi, per tutta risposta, ha reso nota la nomina dei nuovi assessori, tra cui un tecnico, come a dire che le ristrettezze non sono finite e che ci attende un prossimo futuro di lacrime e sangue. C’è proprio da augurarci un buon 2012.

Filo Diretto: Direttore Editoriale: Luigi Gullo | Direttore Responsabile: Alex Corlazzoli | Redattori: Piera Autovino | Impaginazione e Grafica: Mauro Gulì, Nino Carlotta, Luciano Busicchia | Fotografie: Piera Autovino | Hanno collaborato: Tommaso Gullo, Valentina Lucchesi, Officine Ricerca e Comitato Pioppo Comune. Contatti: filodirettomonreale@hotmail.it | filodirettoblog.wordpress.com


Oggi la Chiesa monrealese è meno intellettuale e più pratica.

INTERVISTA A PADRE NOTO DIRETTORE DELLA CARITAS DIOCESANA E’ nella quotidianità che si diventa testimoni di fede per gli altri. di Luigi Gullo Incontro Padre Noto nella sede della Caritas diocesana monrealese di cui è direttore, nei locali della chiesa del Carmine, dove quotidianamente testimonia la sua fede. E’ accerchiato da diversi collaboratori, e tra loro mi presenta una “nonnina” ultraottantenne impegnata nella distribuzione di viveri. Approfitto dell’alta levatura culturale del mio interlocutore per riflettere su vari argomenti. Padre Noto, l’Italia è in piena crisi, quale lettura ci offre sulla situazione del territorio monrealese? Monreale rispecchia in pieno la situazione nazionale. Oggi tra i poveri troviamo anche soggetti appartenenti ad un ceto sociale che prima non manifestava urgenti bisogni. Aumentano le famiglie bisognose. Siamo passati dai 14 pasti giornalieri di 5 anni fa a 60. Questo dato è di per sé sintomatico della situazione sociale. Ma come ci sono i poveri che bussano alla nostra porta, così ci sono persone che contribuiscono a risolverne i problemi. Anche se, a dir il vero, i grossi contributi provengono da Palermo, da persone a me vicine che confidano nella mia opera. Come è cambiata negli anni la città di Monreale. Il paese riesce ancora ad essere e a fare comunità, o il cittadino monrealese risulta insensibile alle esigenze ed ai problemi del vicino? La mia lettura si limita al quartiere del Carmine. Qui si respira ancora quello spirito di solidarietà, che era tipico del piccolo paese, nei confronti del vicino o dell’anziano bisognoso. In un Suo articolo sul suo sito, Lei auspica che chi ha deve cominciare a pensare di condividere con chi non ha. Pensa veramente che sia auspicabile e non si tratti di mera utopia? Penso che il bisogno crei anche una cultura. Chi ha mostrato solidarietà nel passato continua a fornire il suo aiuto. Due anni fa Lei dichiarò che nella Sua esperienza non ha quasi mai ricevuto contributi o collaborazione da parte del comune, mentre ha spesso ricevuto richieste di assistenza e di collaborazione. E’ cambiato il rapporto con questa nuova amministrazione? Assolutamente no. Qual è la Sua posizione sulla questione dell’esenzione del pagamento dell’ICI per gli immobili della Chiesa? E’ stata diffusa una notizia sbagliata che ha portato ad una errata convinzione. Gli immobili della Chiesa non utilizzati a fini caritatevoli non sono esenti dal pagamento dell’ICI. La polemica nasce dall’inserimento nella legge della clausola relativa all’uso non esclusivo a fini commerciali che consentirebbe una ingiustificata esenzione anche per gli immobili adibiti a scopi solo in parte caritatevoli. E’ impossibile che lo stesso immobile utilizzato per attività di carità o di catechesi venga contemporaneamente adibito a scopi totalmente differenti. Non ritiene più corretto che debba essere lo Stato ad occuparsi dei problemi sociali invece che delegare altre istituzioni? La Chiesa non fa’ la carità per conto dello Stato ma per Sua stessa natura. E’ la Sua missione. Gli accordi con lo Stato italiano derivano da sviluppi storici. Lo Stato può, se vuole, delegare alcuni servizi, come succede con le scuole private e con gli ospedali.

Il Presidente del Consiglio Monti ha scelto tra i suoi ministri, almeno in buona parte, figure appartenenti all’area cattolica, come Andrea Riccardi, da anni a capo della comunità di S. Egidio. Il governo ha però elaborato una manovra finanziaria criticata perché colpisce le fasce più deboli della società. Credo si tratti di una finanziaria che guarda al futuro. Deve prima intervenire sulla situazione economica per potere guardare domani al sociale. Ma per dare un giudizio sulla bontà della manovra dovremmo avere gli strumenti per analizzare bene la situazione di partenza, che ritengo disastrosa. E’ rimasto deluso chi si attendeva una manovra diversa, quasi rivoluzionaria per il sistema Italia? I professori vengono chiamati per rimettere ordine. Le rivoluzioni devono essere fatte dai politici. I professori devono consegnare quanto prima il paese con i conti in ordine al potere politico. Nel discorso di fine anno alla curia romana il Papa ha sottolineato come la profonda crisi della Chiesa in Europa sia riconducibile alla crisi della Fede, e pone a Voi una domanda: In che modo oggi la fede può divenire realtà? Cosa risponde? La fede diventa realtà se quelli che credono la vivono. Se chi dice di credere non la vive, la perde e la fa perdere agli altri. Il richiamo del papa è rivolto a tutti i credenti ai quali viene chiesta dimostrazione della propria fede nella quotidianità. E’ nella quotidianità che si diventa testimoni di fede per gli altri. Perché sembra straordinario vivere la fede nella quotidianità? Perché si sono creati storicamente dei meccanismi di sviluppo sociale che rischiano di fare perdere la dimensione verticale a favore di quella orizzontale. Cioè, guardiamo, in termini di prospettiva storica, al presente e non all’eternità. E’ una battaglia da combattere, da inserire nei meccanismi della storicità, ma nella giusta dimensione, per non correre il rischio, più volte vissuto nel passato, di guardare solo al cielo e non alla terra. Come è cambiata nel tempo la Chiesa monrealese? La Chiesa monrealese è meno intellettuale e più pratica. Quando ero giovane a Monreale c’erano sacerdoti e laici di spiccata levatura culturale. Oggi non ne vedo più, li vedo più concreti, ma mancano buoni maestri che li formino. Ritiene che la Chiesa Monrealese sia preparata ad affrontare le sfide dei nostri tempi? La Chiesa è sempre peccatrice e sempre insufficiente. Guai se pensasse che Lei può affrontare i problemi. La Chiesa è strumento e deve vivere la logica del servizio. Strumento di Dio che la fa essere presente come testimone di determinati valori. E poi è importante, quando si parla di Chiesa, non guardare all’istituzione, ma ad una dimensione di fede. La Chiesa è presente e cresce laddove, anche nell’anonimato, vi sono persone di buona volontà. E la gente vive la fede con senso di pudore e senza sbandierarla. Non è pessimista? No. assolutamente, perché attorno a noi c’è tanta fede che nessuno vede.

Lei è un grande sostenitore dell’impegno dei cattolici in politica. Vede emergere nel panorama monrealese figure cattoliche di alto profilo che potrebbero impegnarsi nella crescita del paese? Non riesco a vedere tra la nuova generazione giovani animati dalla voglia di fare politica. Non solo a Monreale, c’è una grande sfiducia nei confronti della politica. Una politica che occupa i vari settori della società secondo criteri che i giovani non accettano. Contatti: filodirettomonreale@hotmail.it | filodirettoblog.wordpress.com

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Mettere a reddito il patrimonio comunale ed eliminare il vincolo del 30% sui terreni

INTERVISTA ALL’ONOREVOLE TONINO RUSSO

Caputo è molto spregiudicato, Dina moderato e concreto di Luigi Gullo Le dimissioni degli onorevoli Caputo e Dina dalla carica di vicesindaco ed assessore, come già riportato su questo giornale, sono conseguenza del ricorso intentato presso la Corte Costituzionale sull’incompatibilità delle cariche di deputato regionale e di sindaco o assessore nei comuni con più di 20.000 abitanti. L’On. Tonino Russo del PD ha fortemente voluto e sostenuto l’azione giudiziaria. All’indomani della sentenza della Corte Costituzionale che dichiarava l’incompatibilità del doppio incarico del sindaco di Catania, i deputati del PD, come Fassino, hanno rinunciato ad uno dei due incarichi, quelli del PDL e della Lega, con l’eccezione di Alemanno, hanno invece continuato a mantenere entrambe le cariche. Abbiamo deciso quindi di avviare un’azione popolare contro i singoli casi di incompatibilità. Avverso i due deputati monrealesi è stata mossa da un nostro concittadino, Roberto Gambino. Il ricorso verrà discusso a febbraio, ma la battaglia è stata già vinta. Lei ha dichiarato che agli avversari va reso l’onore delle armi. Che avversari sono Caputo e Dina? Caputo è molto spregiudicato. Approfitta di ogni occasione per infliggere il colpo. Nel suo lungo ruolo di sindaco o vicesindaco ha mostrato limiti oggettivi che hanno avuto pesanti ricadute sulla qualità amministrativa di Monreale. Dina lo conosco meno, mi sembra molto più moderato, proviene dalla scuola della Democrazia Cristiana, e di conseguenza è più concreto e operativo. Ritiene che l’uscita di scena degli on. Caputo e Dina possa inaugurare un nuovo corso per la politica monrealese? E’ chiaro che la presenza di Caputo e Dina sul territorio non verrà meno. Ma è necessario inaugurare una nuova stagione. Monreale ha un presente precario e manca di un progetto politico che faccia sperare in un futuro migliore. Non vi sono occasioni di lavoro perché non c’è stato un progetto di sviluppo per le attività produttive, i servizi sono pessimi, la vita associativa è pressocchè morta, il paese è insicuro se ci si può permettere di fare rapine negli asili o di attentare alla vita di una persona in pieno centro. In Parlamento il Pd vota a fianco del PDL per senso di responsabilità nei confronti del paese. A Monreale, alla luce della nuova situazione politica, se vi fosse richiesto, come vedreste un Vostro ingresso in una nuova giunta? Sarebbe un’azione responsabile nei confronti della città? A livello nazionale abbiamo fatto fuori Berlusconi, a Monreale l’interprete del berlusconismo in salsa monrealese. Il sindaco di Monreale non è Mario Monti, ma un uomo di buona volontà privo però di un progetto politico. Non mi sembra che vi sia questa proposta all’ordine del giorno, e comunque penso necessario voltare pagina perché c’è una scadente qualità anche del consiglio comunale. Noi non abbiamo nulla in comune con

il PDL o con la coalizione che si è venuta a creare. Abbiamo capito che vi sono spaccature profonde e insanabili. Detto questo, è anche vero che la politica è l’arte del possibile. Rispetto ai problemi del paese ci siamo misurati non in maniera ideologica ma con senso di responsabilità, come sulla questione del Pietro Novelli, sui finanziamenti europei, sull’area dello sviluppo artigianale. L’on. Caputo è presidente della Commissione Attività Produttive all’ARS. Si occupa di tutto, tranne delle funzioni che dovrebbe svolgere. Perché non si fa carico dello sviluppo dell’area artigianale che potrebbe creare un centinaio di opportunità occupazionali? Quanto è comodo rimanere all’opposizione e criticare l’amministrazione per le tantissime questioni irrisolte in un paese al collasso finanziario, senza doversi assumere la responsabilità di fare scelte? Stare all’opposizione significa avere un potere di controllo e di proposta. Abbiamo fatto una battaglia su un bilancio che viene approvato solo a Novembre. Abbiamo voluto dare un contributo per la soluzione del problema della scuola Novelli, affinché si intervenisse nell’arco di 15 giorni tramite l’erogazione di € 400.000 della Protezione Civile. Si è invece voluta percorrere un’altra strada, più lunga e più costosa. Abbiamo presentato proposte sul cinema Imperia, sull’area artigianale, sulla gestione del territorio. Ci scontriamo purtroppo contro una politica priva di capacità progettuale. Come pensate si possa ridurre il deficit di bilancio senza aumentare le tasse e tagliare i servizi? E’ necessario un serio recupero dell’evasione fiscale che colpisce chi è costretto a pagare sempre senza potersi sottrarre mai. Poi vi sono enormi sprechi da tagliare. Non è possibile che in bilancio la voce delle spese legali cresce sempre. Costerebbe meno assumere dei legali più che affidarci a consulenti. Ma soprattutto bisogna mettere a reddito l’enorme patrimonio del comune di Monreale, tra i più ricchi d’Italia. E’ necessario anche superare la politica dei fitti degli immobili, politica utile solo a ripagare qualcuno molto disponibile in campagna elettorale. Dobbiamo dare incentivi allo sviluppo dell’economia locale e stimolare la ripresa delle attività sul territorio. Non esiste un ufficio che si occupi di accedere alle tantissime risorse europee previste per le attività produttive. Abbiamo appreso che non si è stati in grado di recuperare le risorse della Regione a disposizione dei CCN. Altra proposta per reperire fondi è quella di cambiare la voce del regolamento comunale che riguarda quella porzione vincolata del 30% dei terreni per effettuare le opere di urbanizzazione, opere spesso difficilmente realizzabili, al fine di monetizzare dalla loro vendita. Gli addetti ai lavori giudicano il PD Monrealese uno pseudo partito in quanto privo di spirito di coesione e di sinergia tra i suoi principali esponenti, fagocitati da egoismi e ambizioni individuali. Come pensate di potervi presentare come forza di governo del paese? Il PD è l’unico partito vero che esiste a Monreale. C’è anche chi pecca di personalismo, come è anche vero che vi sono stati dei forti contrasti interni, ma è anche un partito dotato e retto da una grande ricchezza culturale. Un partito che si incontra, discute, si confronta al suo interno e garantisce la pluralità delle posizioni, che non va confusa con il frazionamento. Diverse nostre azioni in consiglio comunale sono state il frutto di un’azione collegiale. Abbiamo una segreteria aperta e utilizzata da tutti i consiglieri. Io ho avviato un progetto politico che parte dalle forze che sono saldamente collocate all’opposizione a

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Monreale, e che si apre alla città, coinvolgendo anche le migliori energie, le più fresche e le più innovative che, riscontro, spesso non vivono più a Monreale, ma stanno all’estero o in altre parti del paese, che hanno vissuto alte esperienze e sviluppato alte competenze. E’ lungo l’elenco di eccellenze che sono andate via da Monreale, ma che mi hanno confermato il loro interesse a dare un contributo attivo alla nostra città. Qual è il suo candidato sindaco per il comune di Palermo? Il candidato che sosterrò è Rita Borsellino, impegnata da sempre nel sociale, politicamente la più giovane tra i vari candidati. Il suo è un atto di responsabilità che potrebbe incarnare la rinascita di Palermo dopo il periodo Cammarata e del centro-destra. E’ una candidatura che si colloca saldamente nell’ambito del centro-sinistra e, in modo partecipativo, ne rappresenta ed incarna il progetto. La Borsellino potrebbe andare a braccetto con Orlando? Orlando ha fatto di tutto per fare saltare le primarie, è stato sindaco dall’85, con la grande responsabilità di non avere fatto maturare una classe dirigente. Per ultimo ha usato e bruciato Fabrizio Ferrandelli, persona molto valida, che lavora nel sociale tra i bambini e le famiglie di immigrati che non potranno votarlo, messo fuori dal partito perché ha messo in discussione le scelte del sovrano. La città va messa al di sopra di tutto. Come giudica la scelta della Borsellino di non stipulare alleanze né con il Terzo Polo né con l’MPA? La Borsellino ha dichiarato che al ballottaggio si vedrà. Le elezioni si vincono con il 51% più uno. A quel punto si vedrà chi sono i competitori in corso. Non possiamo rischiare, per la presunta purezza di qualcuno di lasciare per altri cinque anni il governo della città agli uomini del centro-destra. Finanziaria nazionale. Il Partito Democratico ha dato fiducia alla manovra Monti come atto di responsabilità nei confronti del paese. E’ una manovra che vessa maggiormente, in proporzione al reddito, una fascia della popo-

Il Bene Pubblico di Tommaso Gullo Due sono le definizioni di un italiano “tipo” sul bene pubblico. La prima, che non é di nessuno, quindi, si può deturpare, bruciare, demolire, riempire di spazzatura, ecc.; la seconda è che, essendo di nessuno, è mio, ma attenzione, esclusivamente mio, quindi, metto un lucchetto, un cane (feroce però), una bella recinzione e una tettoia... sì, perché la tettoia è l’inizio di tutto, con il tempo può diventare un box auto, una residenza estiva o perché no? La casa per il figlio. L’impresa di LINK, in queste domeniche, é stata quella di far vedere ai nostri concittadini una visione di bene pubblico del tutto diversa. Le prime domeniche guardavano questi strani contadini e dicevano: “quanto vi sta pagando il comune?”, “potevate pulire dalla spazzatura invece di piantare alberi” (in

lazione riconducibile, almeno in gran parte, all’elettorato di sinistra. Non pensate di pagare pegno alle prossime elezioni? Avremmo potuto scegliere di andare al voto, e tutti i sondaggi ci davano per vincenti, ma in un momento di difficoltà in cui i mercati finanziari internazionali avrebbero massacrato l’Italia. Noi sappiamo che questa è una manovra impopolare, non è la nostra manovra, l’avremmo fatta diversamente e siamo riusciti a correggerla parzialmente. Però ci siamo dovuti assumere questa responsabilità, un partito serio ha il dovere di porre al di sopra di tutto gli interessi generali e correre anche il rischio di essere impopolare.

realtà di spazzatura ne abbiamo tolta e come) o più semplicemente, “dove la metto ora la macchina?”. Non sono mancati nemmeno i consigli operativi; quel famoso detto che durante le partite dei mondiali diventiamo tutti esperti di calcio, è vero, ve lo assicuriamo noi. Quindi: “potevate piantare ulivi”, “ci volevano alberi più grandi”, ecc. Però noi non ci siamo arresi e abbiamo restituito a quell’area, in via Candido, una dignità, una parvenza di normalità. Non vogliamo montarci la testa, sappiamo che non è semplice, ma in tutto questo marasma è giusto registrare dei piccoli miracoli che hanno dato un senso a tutto: i volontari al di fuori dell’associazione, alcuni degli abitanti della zona che ci hanno dato una mano, una signora ci ha donato ben due piante già grandi, un’altro ci ha regalato dieci pini, un altro ancora un arancio selvatico, infine, i signori che abitano di fronte l’aiuola ci hanno messo a disposizione l’acqua. Solamente con questo, noi pensiamo di aver vinto.

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Miceli (IDV):”la condanna sia da monito per le amministrazioni di oggi e per quelle che verranno”

rifiuti: condannata LEA GIANGRANDE

Birchler (Crescere):”attendiamo le motivazioni della sentenza” Mortillaro:”a Monreale si adottano politiche spregiudicate senza senso” di Luigi Gullo Sono quattro i mesi di condanna inflitti dal Tribunale di Palermo a Lea Giangrande, ex Presidente dell’ATO Alto Belice Ambiente. L’azione giudiziaria era stata avviata diversi anni prima da alcuni cittadini di Aquino, residenti nell’area limitrofa alla sede dell’isola ecologica, che di eco, a dir loro, non aveva proprio nulla, anzi. La sentenza del giudice Alfano sembra avergli dato ragione. Entro 90 giorni dalla sentenza apprenderemo le motivazioni della condanna. Filo Diretto ha raccolto le motivazioni che li hanno spinti a ritenere necessario intentare un’azione penale nei confronti dell’allora Presidente dell’ATO Giangrande. Le giustificazioni apportate al suo operato, ed espresse sul quotidiano on line Monrealenews, hanno suscitato inoltre un dibattito tra alcune forze politiche del territorio sulla gestione dell’isola ecologica. Giuseppe Rosselli ha creduto nella necessità di avviare una causa penale, dato che i continui rilievi mossi e le manifestazioni di protesta organizzate dai cittadini non avevano avuto alcun riscontro: “In qualità di parte offesa nonché Parte Civile, vorrei sottolineare che se la signora Giangrande avesse operato in buona fede, come dalla stessa affermato, avrebbe posto rimedio, in tempi utili, alle fondate segnalazioni/lamentele avanzate nel corso degli anni, quindi non giorni, da parte dei cittadini. Demandare a tecnici non vuol dire sollevarsi da ogni responsabilità, o ancora peggio, non verificare che la gestione dell’isola ecologica di cui era legale rappresentante avvenisse senza le giuste e dovute autorizzazioni. La signora Giangrande era perfettamente ed ufficialmente a conoscenza dei numerosi esposti scritti, basti ricordare il consiglio comunale del giugno 2007, nella cui occasione il sindaco, Gullo, era proprio il marito della stessa. Tali atti hanno voluto segnalare le legittime rimostranze da parte dei cittadini costretti a subire le conseguenze di un’attività da non potersi definire assolutamente di raccolta differenziata, tant’è che all’interno dell’area, come efficacemente dimostrato e provato, stazionavano R.S.U., carcasse d’auto, rifiuti speciali, copertoni, evidenziando che la vera destinazione d’uso del sito, realizzato grazie a contributi regionali, è sempre stata quella di autoparco per gli autocompattatori, che sporchi e sudici sostavano, a volte tutta la notte, carichi di rifiuti solidi urbani (SPAZZATURA). Il parcamento degli autocompattatori avveniva, ma avviene tutt’ora, a pochi metri di distanza, se non addirittura al fianco, degli scuola-bus utilizzati dal comune per il trasferimento dei Vs. figli dalle Vs. case alla scuola comunale. In merito al danno derivante dall’eventuale chiusura non mi allarmerei più di tanto, in quanto ribadisco che l’attività, primaria, svolta all’interno dell’isola ecologica, non è mai stata riconducibile a quanto indicato sul vero funzionamento dei centri di raccolta. Piuttosto mi preoccuperei dell’eventuale danno ambientale, provocato dallo scarico delle acque reflue industriali nel suolo/sottosuolo, tant’è che il giudice Maurilio Alfano ne ha disposto la bonifica. Concludendo, in relazione all’argomento mangimificio, vorrei rendere noto che con delibera comunale, l’area in cui insiste l’isola ecologica e quelle limitrofe, dal 1 gennaio 1994, per decadenza dei vincoli del PRG, è stata destinata all’edificazione a scopo residenziale, con successivo rilascio da parte del comune di autorizzazioni e licenze edilizie”. Maria Daniela Miceli, Presidente del circolo Italia Dei Valori di Monreale, dichiara: “La vicenda dell’isola ecologica di Aquino pone degli interrogativi seri per il modo in cui si continua ad amministrare il territorio e la “cosa pubblica”. La gestione dell’area dell’ex mangimificio denuncia un’evidente caso di mala amministrazione per i seguenti fatti: la zona non è coperta da rete fognaria, ciò significa che l’allocazione dell’isola ecologica espone l’ambiente circostante a rischio permanente di inquinamento, conseguentemente l’allocazione è inadeguata; l’isola ecologica si è sempre più configurata come una discarica a cielo aperto, divenendo deposito di carcasse d’auto, rifiuti speciali, copertoni, frigoriferi. Spesso gli autocompattatori colmi di rifiuti sono rimasti posteggiati nell’area per giornate intere. Desta perplessità il sapere che a Monreale si sperimentino incerti tentativi di raccolta differenziata, mentre altrove, sia al Nord che nel Sud Italia, si registra il consolidamento di buone prassi, avviate da amministrazioni lungimiranti e condivise da citta-

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dini responsabili, per ridurre la produzione di rifiuti indifferenziati. Il personale dell’Ato non ha negli anni adottato comportamenti idonei a tutela della tranquillità e della quiete necessaria, durante le ore notturne, ma questo non denota esclusivamente responsabilità personali, segnala soprattutto un deficit organizzativo ed una mancanza di coordinamento, da parte di chi è tenuto a farlo. La sentenza che dichiara la sig.ra Giangrande penalmente responsabile di disastro ambientale è una condanna storica ed è un monito per le amministrazioni di oggi e per quelle che verranno. Chi ricopre incarichi pubblici deve farlo con serietà e la gestione dell’ambiente richiede un surplus di professionalità, di cui credo che la sig.ra Giangrande non sia in possesso. Rivestiva la carica di Presidente dell’Ato perché moglie dell’allora Sindaco di Monreale , Dott. S. Gullo, ed in considerazione di ciò appare, secondo me, doppiamente colpevole: • perché rappresentante a pieno titolo di una politica familistica, interessata, poco incline a rappresentare gli interessi dei cittadini, quindi ingenerosa, oltreché pericolosa, per il fatto che la concentrazione di più incarichi in capo alla medesima persona, in questo caso in capo ad una stessa famiglia, pone dei dubbi in termini di trasparenza e gestione democratica del potere. La democrazia per sopravvivere richiede un decentramento ed una dislocazione ampia dei poteri, ce lo ha insegnato Montesquieu, teorizzando la nascita dello stato moderno; • perché, in virtù del suo legame con il primo cittadino, appare responsabile del fatto che il Comune di Monreale non si sia costituito parte civile, cosa che sarebbe stata importante per una battaglia di civiltà, ma anche, perché no, per ambire ad un risarcimento economico, da investire per il benessere dell’ambiente e dei cittadini. Sarebbe interessante chiedere alla sig.ra Giangrande quanto percepiva come compenso per l’incarico di Presidente dell’Ato e chiederle se pensava di dovere fare qualcosa, in termine di servizio alla collettività, per il compenso percepito. I soldi pubblici sono della collettività, sono le tasse che i cittadini onesti pagano, è doveroso quindi spenderli se ritornano alla collettività in termini di benefici. Il continuare a ripetere che fosse all’oscuro dei fatti è una falsità, essere informata era un suo preciso dovere, ed in sede dibattimentale sono state portate prove del fatto che era perfettamente al corrente delle lamentele e delle denunce di alcuni cittadini. Ha semplicemente scelto di dare continuità a quanto avviato inizialmente dall’On. Caputo, precedente Presidente dell’Ato, forse per incompetenza, forse per incapacità. Resta il fatto che la linea gestionale Caputo – Giangrande ha fatto il suo corso, senza soluzione di continuità, senza interruzioni o stravolgimenti. E questo è il peggiore servizio che questa classe politica ha reso al nostro paese, reiterare un identico modello di gestione della cosa pubblica, aldilà dei proclami sterili ed infruttuosi, annunciati in sede di campagna elettorale.” Giuseppe Mortillaro, consigliere provinciale dell’UDC, ha dichiarato: “Sull’argomento legato alla condanna dell’ex Presidente dell’ATO rifiuti, ritengo di dover esprimere, in qualità di consigliere provinciale, ma anche di ex amministratore del comune di Monreale un mio personale parere. Da anni a Monreale si adottano politiche spregiudicate senza un ragionevole senso nè tantomeno un ragionamento politico. Dalla casa protetta degli anziani, realizzata solo per il semplice scopo di attingere a finanziamenti pubblici in una zona dove si sapeva che mancava il collegamento al collettore fognario, agli acquisti dell’ex cinema Imperia, del mobilificio Mulè e dell’ex mangimificio Sciortino. Tali acquisti hanno gravato pesantemente sulle casse comunali, per alleviare, probabilmente, le sofferenze finanziarie, i debiti, dei privati proprietari. Per realizzare che cosa? Quale progettualità? Bisognava inventarsi qualcosa, magari sentendo le sirene di possibili finanziamenti che potevano creare roboanza mediatica. E così è stato. Si è programmato un utopistico palazzo di Giustizia (nell’ex mobilificio Mulè), un’isola ecologica (nell’ex Mangimificio Sciortino) in una zona ad alta densità residenziale che di fatto hanno incrementato lo sper-

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pero di denaro pubblico. Certamente se si fosse operato con oculatezza e razionalità si sarebbero potuto evitare tantissimi conclamati errori evitando di dovere demandare ai tecnici responsabilità che sono solo di politiche sbagliate attuate nel territorio a cominciare dal piano regolatore proposto in variante e bocciato dal CRU. Infatti malgrado lo scioglimento del consiglio comunale, avvenuto nel 1992 per mancanza di adozione del PRG e su proposta dell’allora assessore agli Enti Locali on.le Burtone, dal 1 gennaio 1994 ad oggi per decadenza dei vincoli del PRG sono state rilasciate concessioni e/o autorizzazioni all’edificazione a scopo residenziale, senza un oculato ed ordinato assetto urbanistico rendendo impossibili la creazione di un omogeneo piano dei servizi”.

Born to talk Creiamo un fumetto per spiegare la mafia La H.R.Y.O. - Human Rights Youth Organization, associazione impegnata sul fronte dei diritti umani, con sede a Monreale (Salita Croci n° 5) realizzerà un progetto a livello locale dal titolo “Born To Talk”. Il progetto è finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Gioventù In Azione ed è indirizzato a tutti i ragazzi e le ragazze dai 18 ai 30 anni. Il progetto si svilupperà nell’arco di 8 mesi, con data di inizio nella terza settimana di Gennaio, e porterà alla creazione di un fumetto, creato dagli stessi partecipanti, sul tema della mafia. La comunicazione ai nostri giorni riveste un ruolo centrale ed importante nella vita di tutte le persone. Il linguaggio è una caratteristica preminente dell’essere umano e ciò che ci ha permesso di svilupparci e differenziarci da altri esseri viventi. Spesso, però, il linguaggio sia verbale che non verbale veicola messaggi non corretti e talvolta deleteri. Ma ciò può essere chiarito e risolto ricorrendo sempre all’uso del linguaggio con il dialogo. Oggi la comunicazione e i mezzi di comunicazione rivestono un ruolo primario nella diffusione delle informazioni. La multimedialità e l’abbattimento delle barriere spaziali ha permesso e agevolato una maggiore conoscenza dell’alterità, in campo culturale, linguistico, storico-geografico, economico, politico... Questi sviluppi, se da un lato hanno accresciuto le opportunità di conoscenze e di confronto, dall’altro

padre garau di Alex Corlazzoli “Ma tu vivi con quei bambini?. E cosa fai per loro?”. L’incontro alla scuola “Pietro Novelli” con suor Adma Cassab Fadel non ha avuto l’aria di una lezione ma di un vero e proprio colloquio tra i bambini e la suora brasiliana, a Palermo per la consegna del premio “Padre Pino Puglisi”. Un riconoscimento che quest’anno ha visto un’appendice monrealese importante dal momento che il video presentato al Teatro Biondo in occasione della cerimonia organizzata da don Antonio Garau, presidente dell’associazione Jus Vitae, in collaborazione con la Cisl di Palermo e la Fondazione Brass Group, è stato realizzato da Alessandro Spinnato in memoria di Rosaria Gullo, giovane monrealese, impegnata nel volontariato, recentemente scomparsa. Spinnato, è partito alla volta di Rio con padre Garau, il magistrato Franca Imbergamo, il giornalista Roberto Gueli della Rai e Gemma Ocello, segretaria del Premio, per fotografare la realtà delle favelas, per filmare la vita di suor Adma che ha una porta aperta per i bambini brasiliani da vent’anni.

Massimiliano Birchler, portavoce della lista civica Crescere: “Purtroppo, non conoscendo le carte processuali né le motivazioni della sentenza, è difficile commentare la condanna della Prof.ssa Giangrande per la vicenda Ato. Il magistrato che ha esaminato le carte avrà avuto degli elementi per arrivare a questa sentenza, attendiamo la sentenza per avere le idee più chiare sulla vicenda. Comunque abbiamo massima fiducia sia nella magistratura che nell’operato della stessa”.

hanno anche, talvolta, accentuato una visione distorta di quella che può essere nella realtà l’alterità. Spesso, infatti, un’errata comunicazione ha accentuato i pregiudizi e gli stereotipi già preesistenti, conducendo, in alcuni casi, alla nascita di visioni erronee della realtà. Uno dei più comuni pregiudizi e stereotipi sul popolo italiano riguarda l’erronea concezione del fenomeno mafioso. Tale fenomeno è principalmente veicolato da mezzi di comunicazione quali il cinema che per ovvi motivi narrativi tende ad accentuare talune caratteristiche. È innegabile che il fenomeno mafioso esiste ed è presente nel nostro territorio. Ma è altresì vero che la conoscenza di tale fenomeno al di fuori dell’Italia, ma non solo, è alterato dai mezzi che hanno sino ad ora veicolato tale conoscenze. Attraverso la creazione del fumetto i giovani potranno, quindi, raccontare la loro visione della Sicilia e del fenomeno mafioso e condividere questa loro visione anche in campo Europeo. Al termine del progetto, infatti, il lavoro realizzato verrà presentato a livello locale e le copie del fumetto verranno altresì tradotte in lingua inglese e inviate ai partner dell’associazione H.R.Y.O. a livello europeo. La partecipazione al progetto prevede anche il rilascio ai partecipanti dello Youthpass, un certificato nel quale viene descritto ciò che i partecipanti hanno imparato durante le attività progettuali. E’ possibile partecipare al progetto inviando una mail a: info@hryo.eu oppure telefonando al 3385421643.

Da Monreale a Rio per riportare ai monrealesi uno sguardo diverso sul mondo, per rendersi conto che il problema non è la povertà ma la mancanza di diritti. Il video di Spinnato, presentato in anteprima con una mostra fotografica, alla scuola “Pietro Novelli” alla presenza del dirigente scolastico, del sindaco, di suor Adma e padre Garau, non è un puzzle d’immagini strazianti ma un collage di sorrisi, di spaccati di vita quotidiana, di storie di vita raccontate attraverso scatti “rubati” da un occhio che ha voluto essere discreto e profondamente umano. Il docu-film è così un inno alla vita, necessario dal momento che è dedicato a Rosaria Gullo che in Brasile aveva svolto una delle tante attività di volontariato negli anni passati. Per Monreale e per gli studenti della primaria “Novelli” è stata senz’altro un’opportunità per conoscere più da vicino il Brasile, visto solo sulle cartine geografiche e attraverso i calciatori. Suor Adma, nei panni di maestra per un giorno, ha sconvolto tutti perché è stata capace di dare spazio ai ragazzi che hanno fatto domande su domande, rivelando una intelligente e vispa curiosità per il Brasile. Ma non solo. La mattinata con suor Adma ha voluto essere anche uno “scambio” culturale avvenuto grazie al piccolo Alessandro che nel presentare un lavoro su don Puglisi ha catturato l’attenzione di padre Garau con il suo spray antimafia, ideato per combattere la criminalità organizzata. Una “trovata” che è così piaciuta a padre Garau tanto da invitare alla cerimonia al teatro Biondo anche il piccolo Alessandro e la sua classe.

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UNICUIQUE SUUM (A CIASCUNO IL SUO) U 28 ri novembri e 10 e binti, nna siruta ri “cunsigghiu apertu”, tri cunsigghiera su assenti: Capizzi, Caputu, Segretu; avutri trasinu e nescinu, continuamenti. E i murrialisi? Forsi travagghianu; forsi, a spirugghiari mbrogghi, su’ ntenti; forsi su’ a casa a puliziari, prima ca l’acqua si ponnu “tirari”. Forsi su a posta a turnu ra sira prima, Ma e cunsigghiera, tuttu chistu, un ci fa rima! Nenti seppimu pi putiri participari! E si lamentanu puru ca i picca un ci pottiru iri! Ci fici impressioni, e capugruppi ri cunsigghiera, a notizia ri l’urtima ura, chidda ru vinti novembri… e pubblicaru all’albu puru na picchidda ri fatti, ca i lassaru tutti esterrefatti! Ma unni hannu statu finu a ora? Hannu passiatu pi lu paisi, spincennu la polviri sutta li tappiti? Lite per droga, coltivava marijuana, inseguimento automobilistico, furto di energia elettrica, raid vandalici nelle scuole, botte e droga, assaltano asilo nido, topi d’appartamento, hashish negli slip, detenzione e spaccio… Chistu succeri no’ nostru paisi… E si scurdaru puru tutti i machini abbruciati e tutti i fatti ca ancora i corpevoli un l’hannu truvati. E tutti semu pronti a chiacchiariari ancora: C’è cu ncurpa sempri la scola, c’è cu ci l’avi cu l’associazioni, c’è cu ncurpa l’amministrazioni, c’è cu ci l’avi chi vigili urbani e chi carabbinera, c’è cu rici, ri na picchidda ri misi, ca ci vonnu i telecammiri nni stu paisi, c’è cu sa pigghia cà chiesa ca’ arricogghi picciuli a iosa, c’è cu l’avi cà famigghia, e ccu rici ca lu sport un’arruspigghia. Tutti si inchinu a vucca ri “LEGALITA’, ma picca sannu unni sta! Quannu senti parrari la genti, tutti vonnu sordi e di corcunu sunnu “clienti”! Quannu senti parrari la scola, la trovi a pezzi, chiusa, alla malora! Quannu leggi l’intervisti ri granni prelati, trovi riscursa ri picciuli ca vannu rati, e ti ricinu ri parrari sulu ri pregi. E tu, chi vivi ne’ privilegi, si ci pensi, caru prelatu, l’ICI, l’è pagatu? Sempri u stipendiu t’amu garantutu, pi travagghiari pu’ to statu a tempu ndeterminatu. E chistu è u mumentu ca u me paisi ti po’ accattari, cu li sordi ca ti ficimu risparmiari! Pi’ scoli ti pagamu l’affittu e p’assistiri picciriddi e vicchiareddi ti nni ramu a minneddi. e i vigili e i carabbinera arraspanu picciuli pi’ divisi e un arrivanu a finu ru misi! E tanti, un “velu pietusu vulissiru stenniri”. E ricuminciari d’accapu…? Nuddu ri nuatri u voli ntenniri? Tutti s’addifenninu u propriu curtigghiu! E cu si l’è fattu l’esami ri cuscienza? Cu l’è avutu u curaggiu ri chiamari l’appellu? Rintra li scoli, rintra l’associazioni, rintra li parrocchi, rintra tutti l’istituzioni? E u singulu cittadinu: Chiddu chi vivi nni stu paisi sulu pi realizzari i propri loschi imprisi?

1985-2011: 26 anni di lavori in corso! Data di ultimazione? di Piera Autovino Fondo Pasqualino, Aquino, frazione di Monreale… Zona di espansione, di edilizia economica e popolare… Zona abbandonata al degrado e alla cementificazione. Negli anni ’90 qualche consigliere, dell’allora ancora esistente Consiglio di Frazione, così si esprimeva, in riferimento ai nuovi abitanti del grande complesso edilizio appena costruito: “Sacchi di spazzatura che gli amministratori comunali non avevano voluto sotto i loro balconi e che hanno deciso di scaricare ad Aquino”. E di spazzatura ne hanno vista tanta i cittadini monrealesi, sotto e sopra i loro balconi, da allora, sparsa per tutto il territorio, e per tutte le frazioni! Da allora ad oggi, in Fondo Pasqualino: appartamenti per 96 famiglie; zone che dovevano essere verdi o destinate alla costruzione di un grande complesso sportivo, completamente abbandonate e in balia di chi - nei casi migliori - ha ritenuto opportuno coltivare il proprio orticello e costruirvi il proprio capannino degli attrezzi, con eventuale pollaio, stalla, canile, forno a legna… Perché ci sono pure i casi peggiori, di chi ha utilizzato, per anni, una vasta zona - adiacente alle nuove case popolari che ricadono in via Santa Liberata - per scaricare spazzatura di non ben identificata provenienza e di strana consistenza. All’interno di questo complesso edilizio, sono stati costruiti, negli anni, diversi grandi edifici: • il Centro Sociale John D’Ambrosio, condiviso dalla Parrocchia di Aquino (che se l’è visto assegnare nel 2004) con l’Istituto Comprensivo A. Veneziano e sede provvisoria della Scuola dell’Infanzia. All’interno della costruzione ci sono una villetta e un campetto sportivo recintati ai quali, ai bambini, era stato vietato l’accesso dall’esterno, costringendoli a giocare le loro partite di calcetto per strada, tra le automobili. Adesso la villetta è abbandonata e piena di erbacce che, impedendo l’accesso, fanno da guardia ad un campetto mai utilizzato e che non c’è più! • Un grande complesso edilizio, più volte vandalizzato, condiviso dalla cooperativa Nido D’Argento - che offre servizi per i disabili - e dalla Protezione Civile. • E, da oggi, finalmente, la Scuola dell’Infanzia. Sì, la scuola dell’Infanzia, ma non si sa se sia stata “consegnata”, sappiamo però che è già stata vandalizzata e che sono stati “asportati” numerosi oggetti. Forse si aspetta che finisca come la “Casa Protetta per Anziani” di Contrada Fiumelato? Una enorme costruzione che è costata tanto ai cittadini monrealesi e solo ora, che è completamente distrutta, viene indetto dall’Amministrazione un Bando di gara per l’affidamento dell’immobile in concessione. E’ indecente tenere esposte 96 famiglie ad un degrado simile per così tanti anni! “26 anni”. E soprattutto, a cosa sono stati esposti i nostri bambini da 26 anni a questa parte? Spazzatura, cemento, polvere, fango… Come diceva Domenico Rea: Se la gente vive dove vivono i topi, diventa topo! Tanto per continuare nel degrado, a giugno del 2009, con finanziamenti regionali, sono state avviate opere di edilizia che dovevano concludersi a giugno del 2010, e che avevano lo scopo di riqualificare il verde e la viabilità. E’ stata infatti recintata una vasta zona ma sono stati costruiti soltanto dei larghi marciapiedi, i lavori sono fermi, le instabili recinzioni sono crollate diverse volte e, diverse volte, sono state rialzate, costituendo un intralcio e un grave pericolo per i passanti! Mi chiedo se, coloro che si ritengono capaci di amministrare la “cosa pubblica” - tanto da fare così tanta fatica per farsi eleggere - non debbano prioritariamente prendersene cura, pagando in prima persona per la mancata e pessima amministrazione dei “nostri beni” per la cura dei quali li deleghiamo con fiducia!

E mentri ancora pensanu e su fora tema, é ura ri chiuiri a riunioni. Sunnu i rurici e deci e, pari fattu apposta, a fini, appruvaru… mancu na proposta!

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LA FAVOLA DELLA SCUOLA MEDIA DI PIOPPO di Nino Carlotta del Comitato Pioppo Comune

Riepilogo. 4 Agosto 2011: “forse apriamo ad inizio anno scolastico”; 10 Settembre 2011: “entro questa settimana giorno più giorno meno”; 19 Settembre 2011: “la prossima settimana o lunedì o martedì”; 29 Settembre 2011: manifestiamo lungo il paese ma il Sindaco non sale; 03 Ottobre 2011: Il Sindaco ci fissa un appuntamento prima alle 16.00 e poi alle 21.00 ma non si presenta e noi ri-manifestiamo lungo le vie del nostro paese; 04 Ottobre 2011: Occupiamo il palazzo di Città e poi l’aula consiliare e il Sindaco ci comunica “ho bisogno di 10 giorni di tempo per avere date certe”; 14 Ottobre 2011: il Sindaco invece dice: “Non posso avere date certe ma vi assicuro che all’indomani della consegna dei lavori organizzerò un’assemblea”. 2° Atto (…e forse ultimo!) Speranzosi aspettiamo, ma solo perché abbiamo capito che manifestare contro questa classe politica è come combattere i mulini a vento del Don Chisciotte. Però chiediamoci, come nella canzone di Guccini: “Dovrei tirarmi indietro perché il “male” ed il “potere” hanno un aspetto così tetro? Dovrei anche rinunciare ad un po’ di dignità, farmi umile e accettare che sia questa la realtà?” Ma ricominciamo con le date. L’8 Novembre 2011 su monrealenews.it leggiamo che l’11/11/11 (evento annunciato anche nel calendario Maya) verrà effettuato il collaudo tecnico amministrativo e leggiamo anche che “Subito dopo”- afferma una nota del Comune – “partirà il trasferimento di tutto il materiale di arredamento per la sistemazione delle aule e dei laboratori didattici”. Il 10 Novembre 2011 le stesse informazioni (o se preferite corbellerie) compaiono nel Giornale di Sicilia con un titolo “surreale”: PIOPPO, LA SCUOLA MEDIA RIAPRE DOPO TRENT’ANNI… mancava solo un sottofondo musicale alla Ennio Morricone per sottolineare che il film era giunto quasi alla fine (forse). L’11/11/11 arriva e con le telecamere di SUMMACCOTV ci rechiamo per riprendere l’avvenimento. Al nostro arrivo incontriamo l’Assessore Giuseppe La Corte e Il Presidente di Consulta Alessandro Failla. L’assessore dichiara ai nostri microfoni: “Il collaudo è andato benissimo, come già immaginavamo, e sicuramente lunedì avremo l’ufficialità del collaudo e poi il Comune si attiverà per le pulizie e il montaggio delle attrezzature sportive acquistate con un contributo di 30.000,00€ arrivato dalla Presidenza del Senato”. Il presidente invece ci informa che “La Forestale, con i propri operai e mezzi, sta collaborando con il Comune per ripulire dalle erbacce e piantumare alcuni alberi nella nuova struttura”. Il 28 Novembre 2011 una telefonata arriva a Rosario Favitta, portavoce del Comitato Pioppo Comune, da parte dell’Assessore La Corte per comunicargli che “la scuola media è stata pulita, in questo momento stanno montando tutte le attrezzature della palestra e che a breve, forse la prossima settimana, verrà fatto il trasloco” e ci chiede di pubblicare la notizia su Facebook.

Passa la prima settimana, passa anche la seconda e sempre nella pagina Facebook del Comitato, il 14 Dicembre una cittadina pioppese chiede: “…BENE di settimane ne sono passate due e mi chiedevo, adesso che si aspetta??? Forse le vacanze di Natale??? Certo in un periodo di estrema crisi continuare a pagare l’affitto per dei locali avendo un plesso di “proprietà”, per il quale si paga anche il mutuo, non è assurdo, è solo normale amministrazione, “semplice” spreco di soldi dei cittadini. A questo punto sarei molto felice se l’Assessore e/o il Presidente ci rendessero partecipi degli ultimi sviluppi, se non è chiedere troppo, GRAZIE!”. A questo commento giunge la risposta, sempre sul social network, dell’Assessore La Corte che scrive: “ la palestra è stata arredata, la scuola è tutta pulita, grazie agli operai della forestale è stato pulito il giardino e piantato qualche alberello.. Per l’inaugurazione si aspetta solo l’ok della Regione che mi è stato detto che arriverà entro Natale... il trasloco si è pensato per il periodo delle vacanze natalizie.” Il 16 Dicembre 2011 su monrealenews.it apprendiamo un’altra notizia: “Dopo le vacanze natalizie gli studenti di Pioppo potranno iniziare le lezioni nella nuova scuola media realizzata dopo 30 anni dal Comune di Monreale. La notizia è stata resa nota dal Sindaco Filippo Di Matteo. L’inaugurazione della nuova scuola è prevista nei primi dell’anno nuovo. II primo cittadino ha già incontrato tutti i tecnici con i quali ha concordato tutte le modalità che saranno comunicate in tempo alla dirigenza scolastica…” In questi giorni dovrebbe finalmente accadere il trasloco e l’inaugurazione…ma anche qui ci sta un forse. Infatti, giusto nelle ultime ore a disposizione per completare questo articolo, è arrivata la notizia secondo cui ci potrebbero essere dei ritardi di trasloco in quanto manca la linea telefonica a scuola e senza di essa non sarà possibile usufruire della struttura. Ma il Sindaco ci assicura che stanno lavorando per noi. Quindi prima la luce, ora il telefono, cos’altro mancherà? Ah, forse l’acqua! Ma come si può andare avanti così? Per favore, ci date il piacere di vedere quei ragazzini correre con i propri zaini in quella strada che non solo li porterà nella nuova scuola Media, ma anche in un futuro forse migliore? O devo ancora scrivere un 3° Atto di questa favola? Dal 04 Agosto sono passati un bel po’ di mesi e di “date”, di “forse” e di “certezze” ne abbiamo le “BIP” piene… e non solo quelle sono piene! Perché, credetemi, io non ve lo chiedo solo per il bene del nostro paese o per quei ragazzi, ma anche per liberarmi un po’ di spazio nel mio hard disk. Infatti, annotando tutte quelle date, i commenti, i link e i video nel mio portatile, questo mi si è praticamente intasato! Se non volete fare questo atto (dovuto) per i Pioppesi, almeno fate questa cortesia a me, che vi sto più simpatico (e qui non ci sta un semplice forse ma un grosso FORSE)! TO BE CONTINUED! (forse!)

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LA fontana del drago a cura di Officine Ricerca La conosciamo tutti, ci passiamo davanti centinaia di volte eppure indifferenti non ci accorgiamo del degrado che giorno dopo giorno sta avvolgendo uno dei monumenti più belli della nostra cittadina: la Fontana Del Drago Nel 1580 il viceré Marco Antonio Colonna, tra le tante opere pubbliche volle abbellire Palermo e i suoi dintorni dando disposizione per la costruzione di una lunga e retta strada, perfettamente coincidente con Porta Felice, la via del Cassaro e Porta Nuova. Da questa, proseguendo in una lunghissima linea retta,

fino a collegarsi con le pendici del Monte Caputo che ospitava la splendida cittadina normanna con i suoi impareggiabili monumenti. Nel XVIII secolo L’Arcivescovo Francesco Testa decise di migliorare e rendere più attraente quel lungo rettilineo con una serie lavori e di fontane monumentali di notevole pregio artistico, trasformando così l’ impervio percorso di un tempo in un meraviglioso monumento. Risale infatti a questo periodo la commissione della Fontana Del Drago allo scultore palermitano Ignazio Marabitti. Realizzata insieme ad altre per abbellire la famosa strada panoramica che da Palermo conduceva alla la cittadina Normanna, venne collocata in uno dei punti più panoramici del percorso al fine di rendere quel luogo un piacevole punto di sosta per il ristoro dei viaggiatori. Scenograficamente inserita nelle naturali irregolarità del terreno, venne Inserita all’interno di un contesto altamente scenografico, in magistrale equilibrio tra ultimi influssi tardo barocchi e le nuove ascendenti naturalistiche, mostra una composizione di putti raffigurati in fuga e con lo sguardo rivolto verso l’alto per la vista dell’orribile drago che esce dalla montagna. Il complesso scultoreo insiste su una bassa e larga scalinata di elegante disegno, delimitata da un lungo sedile con spalliera di stile classico con balaustre a colonnine interrotte da due fonti a conchiglia; al centro si trova la vasca dalla quale emerge il complesso roccioso da cui spunta una testa di drago a fauci spalancate, mentre più in alto una conchiglia si adagia sulla roccia raccogliendo l’acqua che defluisce dalla sua origine. Nonostante gli ultimi restauri questa straordinaria opera è nuovamente abbandonata all’oblio del tempo, spesso privata dell’essenziale elemento dell’acqua, lasciata in balia di atti di vandalici, delle mutilazioni ed ai furti che continuano a perpetrarsi nonostante le svariate segnalazioni.

Ricetta: alberelli di natale di Valentina Lucchesi

Ingredienti: 390 g di farina; 1/2 cucchiaino di sale fino; 1 bustina di lievito in polvere per dolci; 230 g. di burro a temperatura ambiente; 200 g. di zucchero semolato; 2 uova grandi; 1 bustina di vanillina; colorante verde per alimenti; Per la glassa reale; 60 g. di albume; 2 cucchiai di succo di limone; circa 330 g. di zucchero a velo Preparazione Mescolate in una ciotola la farina, il sale, la vanillina e il lievito in

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polvere. In un’altra ciotola sbattete (preferibilmente con uno sbattitore elettrico) il burro con lo zucchero fino ad ottenere un composto soffice e spumoso. Unite le uova e sbattete fino a quando saranno ben amalgamate. Unite il miscuglio secco e sbattete ancora fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Dividete l’impasto a metà, fasciatelo con la pellicola alimentare e mettetelo in frigorifero per almeno mezzora, o comunque fino a quando non sarete pronti a stenderlo. Preriscaldate il forno a 175 gradi, e piazzate la griglia al centro. Ricoprite con carta forno due placche. Prendete una metà dell’impasto dal frigorifero e stendetelo sulla spianatoia leggermente infarinata ad uno spessore di 1 cm. Ritagliate gli alberi di Natale con il coltello, in questo modo avranno tante dimensioni diverse e messi uno accanto all’altro creeranno un bell’effetto di bosco. Mettete le placche con i biscotti in forno per 15 minuti. Cuocete i biscotti nel forno caldo per circa 8-10 minuti o fino a quando i bordi inizieranno ad abbronzarsi. Toglieteli dal forno, fateli riposare qualche minuto e poi fateli raffreddare su una gratella. Preparate la glassa reale sbattendo assieme gli ingredienti, alla fine unite altro zucchero se la consistenza non sembra adatta a fare i disegni. Coloratela con il colore verde. Usando una siringa da pasticcere a bocca piccola liscia decorate i biscotti albero come vedete nelle foto. Fate asciugare completamente la glassa prima di riporre i biscotti in scatole ermetiche mettendo un foglio di carta oleata o di carta forno tra uno strato e l’altro.

Contatti: filodirettomonreale@hotmail.it | filodirettoblog.wordpress.com


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