35 La storia del Premio Fighille

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2016

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2016 – Associazione Turistica Pro Loco Fighille Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente volume puo’ essere riprodotta o trasmessa, salvo in caso di recensioni, senza il preventivo consenso dell’Associazione Turistica Pro Loco Fighille. TestI: Franco Ruinetti / Mario Massolo / Gino Tavernelli

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35 LA STORIA DEL PREMIO FIGHILLE

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MILLENOVECENTOSETTANTANOVE

Il premio di pittura a Fighille nasce sul finire degli anni ’70. La prima edizione va in scena il 7 ottobre del 1979 e lo fa come concorso extempore. Si svolge nell’arco della sola giornata di domenica con la timbratura delle tele a partire dalle 7 del mattino ed ha per tema: “Fighille tradizione e folklore”. La sede è la sala parrocchiale in piazza San Michele Arcangelo e i partecipanti, per lo piu’ della zona, sono qualche decina.

Un giorno di festa in Piazza San Michele Arcangelo a Fighille (1979)

Sembra ieri, ma sono passati oltre 35 anni e il mondo è profondamente cambiato da allora. Per questo puo’ essere interessante ricostruire l’atmosfera di quegli anni, mentre a Fighille la locale società sportiva organizza per la prima volta un concorso di pittura. Il 1979 è ancora un anno difficile per l’Italia immersa nel clima buio e cupo degli “anni di piombo” caratterizzato dagli eventi terroristici e luttuosi culminati nel sequestro di Aldo Moro dell’anno precedente. La politica naviga in acque agitate e in un clima surriscaldato si alterneranno crisi e nuovi governi, ipotesi di improbabili alleanze ad elezioni anticipate.

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L’anno inizia con il IV governo Andreotti e si conclude con Cossiga Presidente del Consiglio e Prodi Ministro dell’Industria. L’economia è caratterizzata dall’aumento spaventoso dell’inflazione che giunge fino al 22% con pesanti ricadute sul potere di acquisto delle famiglie.

del desiderio per milioni di giovani, grazie anche al costo contenuto. Nel mondo della musica italiana è l’anno di Lucio Battisti che incide "Una donna per amico" e di Lucio Dalla e Francesco De Gregori che girano l'Italia con "Banana Republic", concerto-spettacolo da cui verrà tratto un album di grande successo. In testa alla hit-parade ci sono anche Alan Sorrenti, Miguel Bosè e Umberto Tozzi. Al cinema escono due grandi film: “Apocalipse now" di Francis Ford Coppola che rievoca gli orrori e le assurdità della guerra in Vietnam e “Sindrome Cinese” di James Bridges sul rischio legato alle centrali nucleari. Un film attualissimo anche oggi visto quanto accaduto negli scorsi anni in Giappone.

Un giorno di festa a Fighille (1979)

Una rara e sfocata immagine del concorso del 1980 in Piazza San Michele

Un giorno di festa a Fighille (1979)

Per i giovani il prodotto dell’anno è il walkman che permette di sentire le cassette camminando tramite l’ausilio di cuffie. E’ la Sony a produrre i primi esemplari ed il successo è subito mondiale. Diventa rapidamente l’oggetto

La tv, per molte famiglie ancora rigorosamente in bianco e nero, si arricchisce di un nuovo canale: Raitre. Fino ad allora ne aveva soltanto due perché le tv private devono ancora arrivare su grande scala. “Portobello” di Enzo Tortora inchioda davanti al televisore, il venerdi’ sera, venticinque milioni di italiani, mentre nella fascia pre-serale spopola il telefim americano “Happy Days”. Le automobili che vanno per la maggiore sono la Fiat Ritmo e l’Alfa Romeo Alfasud mentre la Lancia mette in produzione la Delta. Non esistono computer, telefoni cellulari, fax, social network, facebook, twitter, blog, ............la vita è piu' semplice e il mondo è infinitamente "piu' grande". In questo contesto storico, a Fighille nasce il concorso di pittura. 7


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UNA BELLA IDEA

Americo Casi inventò il concorso. Conoscevo questo personaggio riservato, ma che aveva nella mente una fucina di idee, perché me lo aveva presentato Italiano Panicucci, suo vicino di casa e mio amico di lunga data. Nel corso del secolo nuovo l’ho incontrato solo una volta all’anno, in occasione della festa. Ci salutavamo come se ci fossimo visti la sera prima e continuavamo il discorso dell’ultima volta.

Americo Casi con Fernando Fusco a Fighille per il Premio di pittura

Nessuna enfasi, non sprecava le parole. Parlava con misura e talvolta sterzava nell’ironia. Usava espressioni fatte in casa, imparate da sua madre e dalla sua gente. La semplicità era quella di un uomo solare.

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Ha inventato un’industria, che illustra il nome del villaggio, ha inventato il lavoro per uomini e donne, ha anche inventato il concorso di pittura, che oggi è tra i più longevi in Italia. Rivedo la sera di un giorno bollente, col cielo coperto da nuvole spesse, basse, corrugate da qualche lampo lontano. Eravamo in macchina.

“Qui, spiegò Americo, siamo nel frigorifero. Avevo imparato la tecnica del frigorista dal Dindelli, che non era decorato da titoli, ma valeva quanto un diplomato moltiplicato per un ingegnere”.

“Oggi ho sudato per non far niente, speriamo che venga a piovere” “Questi sono i giorni più caldi, del termidoro!” “Non fare il professore e speriamo che non grandini. Se cade un rovescio d'acqua l'estate si rompe. Andiamo al salumificio, tu non l'hai ancora visto”

Fighille interpretata dall’artista Giuseppe De Placidi (1991)

C'era un odore acre, stimolante. Da una parte, nella semioscurità, si intravvedevano pendere file sovrapposte di prosciutti, dall'altra salami ed altri insaccati. Entrava il vento dalla porta aperta. Gli impiccati restavano fermi, inchiodati nel vuoto. Quando tornammo alla macchina aveva già smesso di piovere. Gli chiesi come aveva trovato i nomi e gli indirizzi dei pittori invitati ai concorsi. “Mi hai aiutato te” Veduta di Fighille dell’artista Sergio Ugolini (1987)

Le prime gocce grosse e rade si schiacciavano sull'asfalto. Quando scendemmo dalla macchina sia Italiano che Americo si lamentarono sollevandosi diritti in piedi a fatica. Erano colleghi di mal di schiena. Entrammo in un grande locale.

“Io!?” “Li ho trovati nella rivista Praxis alla quale collabori. Ora il concorso l'ho consegnato alla Pro Loco. E' cresciuto e io non ce la faccio più. Se puoi dà una mano a quei ragazzi” Franco Ruinetti

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I RICORDI DI MARIO ARGENTI

Nella piazza centrale di Sansepolcro guardavo quegli spigoli di ottone fissati sul selciato. Mi parevano le cornici di una lapide che ricorda la torre di Berta, abbattuta dall'ultima vigliaccata della guerra. “Ciao Franco”. Il saluto mi sveglia dall'abbandono nei pensieri. Riconosco chi me lo ha rivolto prima di vederlo. Ha una voce sempre misurata, si direbbe garbata. “Hai una voce che è una firma, una carta d'identità, ti rappresenta al volo”.

Franco Ruinetti e Mario Argenti al Premio Fighille (2003)

Mario Argenti è un amico, uno di quelli che non si perdono nelle lontananze, però non lo incontravo da tempo, da qualche anno. Mi salta in mente di fargli una domanda sicuramente fuori tempo. “Perché non partecipi mai al concorso di Fighille?”

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Mario Argenti, Domenico Pampaloni e Americo Casi 14


Mi guarda sorpreso.

“Non c'ero solo io.”

“Né io, né altri organizzatori, per unanime decisione, potevamo presentare i nostri dipinti e gareggiare.”

“Certo, il concorso fu pensato da Americo Casi...”

Ma comincia a piovere sul serio, pertanto decidiamo in fretta di fare il secondo tempo della chiacchierata all'asciutto, in casa di Mario che è dove termina la culla della valle, sulle prime falde della collina. Così, il giorno dopo, continuiamo a parlare in una sala dalle pareti coperte di quadri.

Lo interrompo. Comincia a piovere.

“Tu conoscevi Americo Casi?”

“Ma tu sei uno di quelli che hanno tenuto a battesimo il concorso?”

“Me lo presentò Franco Amendola. Fino ad allora, correva l'anno 1979, non lo avevo mai incontrato, lo avevo solo sentito nominare per l'azienda dei prosciutti e perché era il presidente dell'Associazione Calcio Pistrino.”

Premiazione di una delle prime edizioni del concorso

Opera di Giuseppe De Placidi (1981)

“Cercavo una persona e non sapevo che eri te. Mi dirai la gestazione del concorso e i suoi primi anni. Le tue memorie finiranno nel libro che la Pro Loco pubblicherà per sottolineare il traguardo della 35a edizione della rassegna, con la data del 2016.”

“Perché il Casi volle il concorso proprio a Fighille, che è una frazione, se vogliamo, fuori mano, quasi nascosta nel silenzio?” “Se mi lasci parlare cerco di risponderti. Ecco: voleva far più ricca, con nuove motivazioni, la festa del paese. Pensava che ciacce fritte e quadri sarebbero andati d'accordo. Però sono convinto che l'esigenza di bandire un concorso di pittura nascesse in Americo dal sentimento profondo che lo legava alla sua terra.

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Voleva che i pittori, assolutamente 'in estemporanea', cantassero, con i colori, gli scorci, le vedute, il cielo, gli orizzonti, il sole di Fighille, che erano la sua giovinezza, la sua vita, la sua storia. Quindi ogni argomento era importante: qualsivoglia casa, così come il panorama profondo fino al Catria, un semplice capanno come una strada campestre, la facciata della chiesa come l'antico pozzo, il lavatoio abbandonato, una quercia secolare.

Dico questo e sono certo di non andare lontano dal vero. Perché eravamo amici, lo conoscevo bene e fui io a scrivere i primi bandi. Ai concorrenti era richiesto di realizzare in loco i loro quadri. Gli artisti si fermavano sul ciglio della strada, su un greppo, davanti al rudere di una casa colonica. Erano seduti al cavalletto per rappresentare e interpretare quello che vedevano. La gente si fermava a parlare con loro.” “Quale era la sede della prima manifestazione e come facesti a trovare i concorrenti?” “Comincio dal comitato organizzatore, che per i primi tempi fu anche giuria. Ricordo, oltre a me, Amendola, Gambassi, Boncompagni, Piovaticci, Lanfredini. Forse qualcuno mi sfugge, ma è passato molto tempo e, con l'età, vengono ombre nella memoria.

Americo Casi con Piovaticci e Argenti

Momenti dalla premiazione del concorso del 1994

Paolo Piovaticci era il presentatore durante la premiazione, che avveniva in uno stabile non ancora intonacato, davanti alla chiesa. I concorrenti furono alcuni iscritti della Compagnia della Padella di Sansepolcro, sodalizio culturale e, come suggerisce il nome, anche ricreativo perché le riunioni spesso finivano con le cene, più altri di Città di Castello, San Giustino, ecc. Alla prima rassegna furono una ventina, poi trenta, quaranta. Anche tu contribuisti ad incrementare la partecipazione.”

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“Io!?” “Sì, perché collaboravi alla rivista Praxis, nella quale trovammo nomi e indirizzi di artisti residenti in ogni luogo. Già nel '79 c'erano pittori di tutto rispetto, è sufficiente nominare Olivastri, Angini, Polvani, Tamburro e tanti altri che ora dimentico. Prima che tu lo chieda dico che i premi acquisto erano cinque. Oltre ad essi c'erano quelli in natura messi in palio dal Casi, consistenti in prosciutti e salumi, che sono diventati la bandiera del concorso.

Pittori al lavoro in extempore a Fighille (1980)

L’opera di Antonio Tamburro che vinse l’edizione del 1979

A quei tempi la partecipazione era gratuita, non era richiesta alcuna tassa. Neanche a noi della commissione giudicatrice erano riservati premi o rimborsi. Eravamo contenti di un pranzo a casa di Americo oppure in un ristorante. Lentamente, ma non tanto, la rassegna crebbe, i pittori continuarono a dipingere en plein air, ma poi fu loro consentito di presentare un quadro realizzato a casa o altrove. Le genti di Fighille, Citerna, di altre località accorsero sempre più numerose alla festa della ciaccia fritta e dell'arte. In seguito, alla spicciolata, noi che eravamo stati i padrini della manifestazione, passammo il testimone ad altri. E questo è quanto. Vuoi sapere altro?” “No. Grazie.”

Pittori al lavoro in extempore a Fighille (1980)

Nel corso del terzo millennio il Premio, portato avanti dalla Pro Loco, è diventato veramente nazionale. Oggi è tra i più longevi e importanti. Americo Casi, che dal 2010 abita sopra la valle, può essere contento. Franco Ruinetti

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I RICORDI DI MICHELE BONCOMPAGNI

Incontro Michele al bar dell'autostazione di Sansepolcro. E' su uno sgabello, di quelli alti come un trampolo per il sedere. Sembra fuori dal mondo perché rapito da qualche avvenimento sportivo di una pagina rosa. “Ti saluto Michele, è da un po' di tempo che ti cerco.” Mi guarda, riemerge subito al presente, risponde al saluto con sorpresa e con il calore dell'amico di lunga data. “Come stai? A questa domanda rituale segue la gara a chi prende ogni giorno più confetti, mangime ovverosia pillole della farmacia: 2 a 1, no: 3 a 2, anzi: 3 pari.

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“Perché mi cercavi?” “Vorrei che tu mi parlassi del concorso di Fighille. So che lo hai frequentato fino dalla prima edizione del '79” “Nel corso di tutti questi anni, una valanga, sono mancato solo ad un paio di rassegne. Non ho partecipato in qualità di concorrente, ma ho sempre fatto parte dell'organizzazione e della commissione giudicatrice.

La premiazione del concorso del 1988

Opera di Michele Boncompagni del 1980

“Conoscevi da prima Americo Casi?” “No, ma fu subito amico. Era di poche parole, parlava anche con gli occhi. Di volta in volta reclutò nell'organizzazione personaggi noti della cultura e dell'arte. Io mi sentii onorato per essere tra “cotanto senno”. Americo delegò a noi la conduzione del concorso e non interferì sulle decisioni. Comunque seguiva le operazioni perché ci teneva a questa sua creatura, penso desiderasse che il nome di Fighille, poco conosciuto dalle carte geografiche, risuonasse all'attenzione nel campo dell'arte militante. Il concorso crebbe, divenne sempre più impegnativo. Allora Americo pensò bene di affidarlo ai giovani motivati della Pro Loco.

La premiazione del concorso del 1988

La rassegna era e resta il fiore all'occhiello dell'industriale partito dal niente. Io c'ero, come ho già detto, al battesimo di questa manifestazione e sono ancora presente per celebrare la 35^ edizione con le centinaia di artisti amici, che non mancano mai all'appuntamento di Fighille all'inizio di ottobre.” Franco Ruinetti

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Mario Massolo al lavoro in extempore a Fighille 24


I RICORDI DI MARIO MASSOLO

Non ricordo come venni a conoscenza di un concorso in una piccola frazione di un comune umbro quasi assediato dalla Toscana. Non so se ricevetti l'invito o fu un collega pittore a parlarmene; sta di fatto che il sabato precedente alla prima domenica di Ottobre del 1983 varcai per la prima volta le campagne di un paesino delizioso dal nome inconsueto: Fighille in comune di Citerna. Erano passati sette anni dall'ultima volta che avevo preso parte ad un concorso di pittura. Prima ne avevo fatti ben 180, ma poiché il gravoso lavoro di chimico non mi lasciava il tempo per affrontare adeguatamente tanto i concorsi, quanto le mostre personali, alla fine avevo optato per quest'ultime poiché ritenevo che in una rassegna personale, il pittore avrebbe avuto l'opportunità di farsi conoscere in modo più approfondito.

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Però, nel cuore, mi era rimasto il desiderio, dettato anche da tanta nostalgia, di ritornare qualche volta almeno, a competere con altri artisti. Quanti anni di militanza avevo fatto gareggiando con cari amici ed ottimi artisti quali, per citarne solo alcuni, Giorgio Rinaldini e Guerrino Bardeggia! Ma ne potrei nominare qualche decina di altrettanto validi e non soltanto romagnoli.

Era riservato, ma molto disponibile, profondamente umano ed onesto. Così come la sua sposa, la cara Angela che mi diede ospitalità in seno a tutta la sua famiglia ove i figli Valerio e Silvia erano ancora ragazzini. Allora, non si era in molti a gareggiare; dai 50 ai 60 in tutto, ma Bardeggia già c'era. Ed era un osso duro, difficile da battere. Le prime edizioni del concorso, prevedevano solo l'esecuzione in estemporanea e poiché io, da sempre, avevo dipinto quasi esclusivamente “en plein air”, mi impegnai al massimo delle mie capacità nel ritrarre, possibilmente interpretandolo, il paesaggio del paese che mi ospitava.

Mario Massolo al lavoro in extempore a Fighille (1999)

Così quella mattina di ottobre mi presentai con le mie tele per la timbratura. Ricordo la trasparenza dell'aria che, essendo di prima mattina era frizzante e di una luminosità tra il giallo tenue ed il verde smeraldino. Intorno, la campagna era come incantata in un silenzio ed una fissità senza tempo. Fu il mio primo incontro con Americo Casi. Un uomo eccezionale che ben presto divenne un sincero amico. Era di poche parole, ma di tanta concretezza.

Devo dire che mi andò bene, poiché vinsi diverse volte. Ma non è di me che voglio parlare bensì del giovani che alla scomparsa prematura di Americo, presero le redini del concorso.

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Con tanto lavoro lo hanno portato, in tempi più recenti ad una importanza nazionale ed istituendo il cosiddetto “Piccolo Museo” che in realtà è grande non per superficie, ma per contenuto.

I vecchi capanni della Sagra della Ciaccia Fritta dipinti da Mario Massolo

L’opera donata al Piccolomuseo di Fighille

Parlo soprattutto di Alessandro Capacci e di Gino Tavernelli che con grandissima passione e con tante iniziative collaterali al concorso, condotte con intelligenza ed originalità, coadiuvati da tanti altri volontari e con la perizia del critico d'arte Franco Ruinetti, hanno realizzato in Centro Italia un importante polo artistico e culturale che nel giorno della festa più importante del paese, quella del loro patrono, San Michele Arcangelo, organizzano e danno vita ad una delle rassegne artistiche più belle del nostro paese. Mario Massolo premiato a Fighille dall’assessore Cesari nel 1994

Ci sarebbe ancora tanto da dire; episodi, aneddoti, rassegne di mostre complementari, persone... E qui permettetemi di ricordare il bravo ed elegante don Giuseppe. Si potrebbe scrivere un libro, ma lo spazio non lo consente. Però un'ultima cosa mi preme dire: ed è che a Fighille ho lasciato il cuore. Mario Massolo 29


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LA STORIA DELLE PRIME EDIZIONI ATTRAVERSO IL RICORDO DI ALCUNI PROTAGONISTI / 1 Nei trentacinque anni del premio abbiamo calcolato che sono state presentate a Fighille circa 7200 opere di cui 500 solo lo scorso anno. Oltre 1500 gli artisti italiani e stranieri che hanno preso parte negli anni alle varie edizioni del premio: alcuni soltanto ad un’edizione, altri invece sempre presenti. Circa 800 le opere che in tre decenni sono rimaste nel territorio della Valtiberina entrando a far parte di collezioni pubbliche e private con larga prevalenza di famiglie locali. Questi numeri aiutano a cogliere le dimensioni di un concorso che è andato assumendo negli anni un’importanza crescente fino ad affermarsi ormai come una delle manifestazioni leader del settore in Italia.

Pochi concorsi possono oggi vantare una partecipazione cosi’ numericamente importante, ancora meno quelli che possono mettere in scena un livello qualitativo così' alto. Le storie legate ad una cosi’ grande partecipazione di artisti potrebbero essere centinaia e richiederebbero una pubblicazione su piu’ volumi che esula dallo scopo di questo libro. 31


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Per questo proponiamo di seguito soltanto alcuni ricordi colti qua e là e riproposti usando come unico filo conduttore il ricordo…

Pietroburgo. Per conto della "La Gazzetta dello Sport" ha realizzato il logo 2006 della Maglia Rosa, simbolo del novantesimo Giro d’Italia. Nel 2009 sono inoltre sue le illustrazioni del calendario della Guardia di Finanza. Recentemente è tornato ad esporre a Berlino e in numerose altri parti d'Italia e d’Europa.

Antonio Tamburro

Il primo nome nell’albo d’oro del concorso é quello di Antonio Tamburro. E’ l'artista che ha vinto la prima edizione del concorso di pittura di Fighille, nel 1979. Partecipo’ anche alla edizione dell’anno successivo venendo nuovamente premiato. Originario di Isernia, fu fra i maggiori interpreti delle prime edizioni del concorso poi la sua carriera artistica prese altre strade che lo hanno portato a diventare un protagonista importante ed indiscusso dell'arte contemporanea. Il suo nome dà lustro ed importanza all'albo d'oro della nostra manifestazione. Da allora il suo percorso artistico è stato costellato di tante tappe importanti che lo hanno reso protagonista in tutta Europa, basti citare le grandi mostre a lui dedicate a Berlino, Barcellona, Monaco e, in Italia, al Castel dell'Ovo a Napoli e a Palazzo Venezia a Roma. E’ stato inoltre fra gli artisti selezionati per una importante collettiva d’arte a San

Opera di Antonio Tamburro

Tra gli artisti che hanno animato le prime storiche edizione del Premio di Pittura di Fighille, agli inizi degli anni '80, ricordiamo Enzo Barbacci. L'artista perugino, scomparso nel dicembre del 2009, costitui' una delle figure piu' interessanti fra gli artisti in concorso e risulto' piu' volte fra i premiati con belle opere raffiguranti angoli nascosti della campagna fighillese. A differenza di alcuni suoi colleghi, anteponeva la rappresentazione di visioni intimistiche e povere alla riproduzione di ampie vedute del paesaggio, prevalenti in molte opere in concorso. In questi piccoli nascondigli cercava la semplicità e l’essenza della vita contadina.

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Questo piacque molto al pubblico e cio’ gli permise di ottenere grandi consensi.

Nuova Delhi (Fondazione Gandhi) e alla Galleria dei ritratti dei Custodi di Terrasanta a Gerusalemme.

Sergio Ugolini e Enzo Barbacci a Fighille a metà degli anni ‘80

Opera di Enzo Barbacci realizzata a Fighille nel 1984

Opera di Enzo Barbacci realizzata a Fighille nel 1989

Nella sviluppo della sua carriera sono stati molti i successi in importanti manifestazioni artistiche italiane tanto che sue opere sono oggi conservate nel Museo della Non Violenza di

Non si puo’ tratteggiare la storia del Premio Fighille senza ricordare un altro artista, sempre presente nelle prime edizioni del concorso, diventato oggi una figura di spicco dell'arte contemporanea, ben noto agli amanti dell’arte. Parliamo di Fausto Minestrini, artista perugino che lavora oggi fra l'Umbria e la Spagna. A quei primi storici concorsi ottenne numerosi riconoscimenti e tante sue opere sono oggi custodite nelle collezioni private delle famiglie del luogo. Da allora la sua carriera ha conosciuto tante ed importanti tappe che lo hanno reso un artista consacrato di prima grandezza. Basti citare, fra le sue ultime esperienze, la grande mostra di Cannes del 2006, la personale di Venezia del 2008 e, sempre nello stesso anno, l'esposizione di Pechino in rappresentanza della Provincia di Perugia.

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freschezza e la modernitĂ del tratto. Il suo tema preferito era il paesaggio declinato nelle sue mille sfaccettature. A Fighille lo colpiva la valle che amava ritrarre dalle colline sopra il paese. Durante i giorni della festa era facile trovarlo a dipingere, con tutto il suo armamentario, lungo la strada che conduceva a Petriolo.

Fausto Minestrini nel suo studio, oggi

Opera di Sergio Ugolini realizzata a Fighille nel 1988

Opera di Fausto Minestrini realizzata a Fighille nel 1988

Sergio Ugolini, originario di San Marino, è stato una delle figure piu' interessanti fra gli artisti partecipanti ai concorsi di pittura di Fighille, fra la fine degli anni '80 e i primi anni '90. Quasi sempre premiato e vincitore del primo premio in ben due edizioni (nel 1988 e nel 1992) le sue opere riscossero grande successo presso il pubblico per la

Opera di Sergio Ugolini realizzata a Fighille nel 1989

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Opera di Enzo Olivastri realizzata a Fighille nel 1980 38


Celebre anche una sua serie di opere che ritraevano la stessa veduta ("la casa di Piero") nel corso degli anni. A metà degli anni '90, sembra abbandonare la via dei concorsi per dedicarsi ad un'attività espositiva che lo porta ad esporre in varie località italiane e a partecipare a numerose rassegne nazionali e internazionali conseguendo lusinghieri consensi di critica.

"Cappuccetto Rosso nel bosco" di cui purtroppo non conserviamo l'immagine.

Opera di Enzo Olivastri realizzata a Fighille nel 1981

Enzo Olivastri premiato ad un concorso di pittura

Un altro artista che si è segnalato fra i protagonisti delle prime edizioni del concorso di pittura di Fighille, nei primi anni '80, fu il pittore cortonese Enzo Olivastri, scomparso nel 2009. Personaggio di primo piano di quei primi storici concorsi in cui ottenne vittorie e riconoscimenti. Di lui restano oggi, nelle collezioni private delle famiglie del luogo, alcune viste poetiche e raffinate del paese che fu. Fra queste il celebre disegno a matita raffigurante il pozzo di Fighille, che dono' agli organizzatori del concorso e che è poi diventato il simbolo della nostra associazione. Di questo disegno cosi' scrisse Franco Ruinetti in occasione della mostra retrospettiva del 2001 svoltasi a Fighille e denominata "L'altro paesaggio": "Il pozzo al centro della vita corale. Il disegno, essenziale, svelto, acuto, racconta il legame alla realtà e fra la gente". La sua ultima partecipazione al concorso di Fighille risale al 2001, dopo molti anni di assenza, con un'opera raffigurante

Lo schizzo a matita di Enzo Olivastri diventato il simbolo della Pro Loco

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Opera di Dario Polvani realizzata a Fighille nel 1984 40


Nella presentazione alla mostra postuma "Il tratto di Enzo Olivastri" che si è tenuta a Foiano nel 2010, si legge nella presentazione a cura del critico d'arte Franco Sassatelli: “Cortonese di nascita, apprende le tecniche da una grande maestra della scuola napoletana la Cappiello. Poi è un affinare della propria tecnica ed uno stimolare della sensibilità. Quello che ne risulta è una spiccata personalità artistica supportata da una raffinata base culturale che fanno delle sue opere qualcosa inimitabile. Lo macchie di colore si giustappongono nella loro freschezza quasi aggressive componenti dell'assieme e la luce che sprigiona dalla forma materica da colore anche alle ombre. Ogni pennellata è staccata dall'altra, il trapasso tonale non occorre più poiché se la costruzione a macchia è giusta, l'occhio ricompone quello che il pensiero ha dissociato. E l’atmosfera del plen-air accende la solarità del suo colore.”

Dario Polvani al lavoro in extempore a Fighille nel 2007

Dario Polvani ha vinto una edizione del Premio Nazionale di pittura nella sezione extempore e molte sue opere fanno parte delle collezioni private delle famiglie del posto. Nel 2003, è fra i protagonisti della collettiva a scopo benefico “Pennelli per il Kenya” mentre l’anno successivo presenta le sue opere al Piccolomuseo in una importante mostra personale.

Opera di Enzo Olivastri realizzata a Fighille nel 1989

Scorrere l’elenco dei partecipanti ai concorsi delle prime storiche edizioni ci porta a soffermarci sui nomi di due importanti artisti aretini a cui siamo ancora oggi molto legati: Dario Polvani e Vittorio Angini. Molto amici, oltre che colleghi, quasi sempre arrivavano a Fighille assieme e si mettevano a dipingere in qualche angolo nascosto del paese regalandoci, ogni volta, visioni poetiche e di grande impatto artistico.

Opera di Dario Polvani realizzata a Fighille nel 1990

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Polvani, nel 2011 è fra gli artisti selezionati per la Via Crucis Fighille-Santuario di Petriolo. Realizza la X stazione inerente “Cristo è spogliato dalle vesti” oggi conservata presso la Chiesa di San Michele Arcangelo in Fighille.

Il piccolomuseo di Fighille nell’interpretazione di Dario Polvani (2015)

Opera di Dario Polvani realizzata a Fighille nel 2007

“Ho cominciato guardando mio zio Giovanni che decorava i carri dei buoi: faceva il contadino ma sotto sotto era un artista e non ho mai dimenticato quelle atmosfere e quei colori…E’ come se nei miei occhi ci fosse un filtro che attenua tutti i colori e li rende evanescenti.” Il risultato è uno stile originale e sorprendente che ha riscosso più volte unanimi consensi. Franco Ruinetti cosi’ parla di lui nell’introduzione alla mostra presso il Piccolomuseo di Fighille nel 2004: "I colori di Dario Polvani esprimono equilibrio e controllo delle proprie emozioni. Orientano alle soste nella quiete della meditazione, non cedono all’incertezza, non si affidano all’ambiguità, anzi sono profondi e si dispiegano come luce del sentimento. Basta, al proposito, osservare certe emanazioni solari, cioè soffusioni o luminescenze attutite. Sono tenui, si, ma trasmettono una sicura e del tutto nuova energia della dolcezza".

"È come se la realtà divenisse immateriale, essa si veste di poesia immersa nella solitudine della contemplazione, nella quale ci si dimentica di noi, perché viviamo altrove, dove verte l’attenzione. Questo è quanto, in prima lettura, possono suggerire i quadri di Dario Polvani, che vengono incontro per ariosa evanescenza. Ma sarebbe insufficiente dare retta alla prima occhiata. I dipinti, parlando sommessamente, con riserbo e discrezione, affermano i significati intensi delle emozioni e dei sentimenti.

Taschini Damoris e Dario Polvani al piccolomuseo di Fighille (2004)

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Opera di Vittorio Angini realizzata a Fighille nel 2007 44


"Quadriennale d'Arte Contemporanea", tenutasi a Roma presso il "Vittoriano".

Vittorio Angini al lavoro in extempore a Fighille nel 2007

L’altro artista aretino che ha scritto pagine importanti del premio Fighille è, come detto, Vittorio Angini. Molto noto negli ambienti culturali della città di Arezzo per essere fra i protagonisti delle attività artistiche di molti gruppi come il "Centro Culturale Artistico Aretino", "Studio 8", "Bottega d'Arte del Valdarno". Per tanti anni è stato presente ai concorsi extempore di Fighille ed era facile incontrarlo con il suo cavalletto in giro per il paese a rappresentarne suggestivi scorci con il suo stile pittorico unico. Tante di queste opere sono oggi nelle collezioni private delle famiglie del luogo. Cosi’ Franco Ruinetti ha scritto sulla sua pittura. “Le luci trascorrono in momenti successivi, come sfaccettature cromatiche sulla ribalta della storia umana. Salgono verso l’epilogo della tragedia, verso la morte intesa al rinnovamento della coscienza e della vita. L’opera pittorica di Vittorio Angini si qualifica per lo scatto dell’originalità. Gli argomenti rappresentati appaiono soggetti al movimento e da esso animati, ma è chiaro che non derivano dalle file postume del futurismo. Potrebbero essere considerati quali esiti di proiezioni effettuate da più punti di vista, ora interni, ora esterni e cioè quello svolgersi di vedute, accavallarsi di luci informi evocherebbero altre esperienze, non ultima quella del cubismo. Negli scorsi anni, su segnalazione di Josè Van Roy Dalì, ha partecipato alla

Opera di Vittorio Angini realizzata a Fighille nel 2010

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Fra gli artisti presenti ormai da 30 anni al Premio di Pittura di Fighille ricordiamo il pittore umbro Ilario Fratini di Corciano. Presente fin dalle primissime edizioni e piu' volte premiato per le sue opere in cui il paesaggio è il protagonista assoluto. Persona garbata e gentile ha dato lustro a tante edizioni del concorso con le sue opere ricche di colori e suggestioni.

Opera di Ilario Fratini realizzata a Fighille nel 1991

Ilario Fratini

La frequentazione con i maggiori artisti umbri e toscani ha raffinato la sua tecnica, fatta di acrilico distribuito con spatola e spatolina con cui dipinge paesaggi che si aprono in sconfinati panorami. La sua veloce spatola essenzializza paesaggi che però mai dissolvono completamente la figurazione panoramica. Cosi’ ne parla Giovanni Zavarella: “La sua grammatica pittorica che è alla base delle sue tavolozze non pecca di accademismo, di facili manierismi, e di intellettualismi. È pittura del cuore, di getto, senza orpelli e cascami culturali. È pittore spontaneo, quasi istintuale. Stabilisce una relazione tra lo strumento espressivo … e il paesaggio, senza una dicotomia esasperata tra l’idea e il realizzato”.

Altra figura importante dei primi storici concorsi degli anni ’80 fu il pittore Marino Facondini di Gabicce Mare. Amico di Americo Casi, era solito partecipare assieme a Guerrino Bardeggia che abitava a pochi chilometri da lui. La sua pittura era fatta di "scorci di campagne assolate, dove natura e uomo si compenetrano nell'esaltazione del caldo colore che riporta alla mente ricordi di atmosfere perdute con la genuinità delle cose....(G.Bertaccini). Di lui restano oggi a Fighille, nelle collezioni private delle famiglie del posto, alcune belle opere.

Opera di Marino Facondini

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Opera di Umberto Bianchi realizzata a Fighille nel 1982 48


Non si puo’ raccontare la storia del concorso di Fighille senza rendere omaggio a quattro fra i suoi piu’ assidui frequentatori: Rino Bartoletti, Piero Pacini, Aldo Aprile ed Egidio Ghirlandi. Vengono a Fighille ogni anno fin dalle prime edizioni, sempre insieme. Quando arrivano loro si sente il vento della Romagna che giunge dal mare con una enorme carica di simpatia. Molte volte premiati perché la loro arte, efficace e tradizionale, ha sempre riscosso successo nel pubblico. Ci si saluta con una pacca sulla spalla e un sorriso dandosi appuntamento all'anno successivo.

Aldo Aprile a Fighille

Bartoletti, Pacini, Aprile e Ghirlandi a Fighille

Egidio Ghirlandi a Fighille

Piero Pacini a Fighille

Altra figura da segnalare fra i protagonisti dei concorsi storici è l'acquarellista cortonese Umberto Bianchi che ha realizzato delle viste molte poetiche del nostro paese in occasione di vari concorsi extempore. Artista affermato e noto ben oltre i confini regionali è stato protagonista di importanti manifestazioni d'arte ove ha sempre riscosso importanti riconoscimenti. Le sue opere raccontano la nostra terra umbra e toscana cogliendone le infinite sfumature. 49


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Un artista sempre presente al concorso di Fighille fin dalle prime edizioni è senz’altro Giuliano Censini di Torrita di Siena. Per oltre trenta anni docente di Progettazione e Design dell'Oreficeria presso l'Istituto d’arte di Arezzo e nel contempo protagonista con le sue opere alla vita artistica italiana ed europea. Da una iniziale matrice figurativa che lo ha visto indirizzato verso una pittura prevalentemente figurativa, negli ultimi venti anni si pone invece nel dibattito artistico italiano con un informale materico.

opere in svariate mostre personali, collettive e rassegne sia a livello nazionale che internazionale. Ha conseguito consensi e riconoscimenti in tutte le manifestazioni più importanti: dal Premio Agazzi alla Biennale di Soliera, dal Premio Limana al Premio Nazionale di Pittura di Fighille in cui si afferma due volte: nel 2000 nella sezione opere da studio e nel 2004 nella sezione extempore.

Opera di Giuliano Censini del 1994

Le sue opere hanno sempre riscosso grande successo a Fighille dove è stato piu’ volte premiato. Decine le opere conservate nelle collezioni private locali e due invece quelli presenti nel piccolomuseo a cui è stato fra i primi a donare una sua opera. Artista di prima grandezza, ha esposto le sue

L’artista Giuliano Censini al lavoro in extempore a Fighille (2006)

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Pasquale Marzelli e Giuliano Censini a Fighille (2010)

La figura di Pasquale Marzelli si evidenzia nella massa dei partecipanti al concorso di Fighille fin dalle prime edizioni. Amico di Giuliano Censini, giungono spesso assieme al concorso ed è sempre piacevole parlare con loro di pittura e del mondo dell’arte piu’ in generale. Organizzatore di eventi e concorsi, impegnato in prima fila nell’ambiente culturale aretino di cui è una delle figure di spicco, Marzelli ha sempre incontrato il favore del pubblico e della critica ottenendo a Fighille riconoscimenti e premi. E’ presente con una sua opera nella collezione del piccolomuseo. Nel 2001 ha realizzato il bozzetto per la lancia d’oro della 'Giostra del Saracino' di Arezzo. Cosi’ parla della sua pittura Daniela Meli: “Nelle opere paesaggistiche la rappresentazione spaziale appare frantumata e la fedeltà descrittiva parzialmente compromessa, a favore di una ricomposizione personale della realtà. Negli scorci di natura, infatti, l’artista articola lo scenario visivo in piani sezionati e frapposti, i quali indirettamente rimandano all’assetto geologico della superficie terrestre, oltre che agli stilemi cubisti della scomposizione analitica delle forme. E’ chiaramente rintracciabile l’innata propensione di Marzelli ad introdurre nel dipinto una struttura geometrica intrinseca, lasciata in evidenza, alla quale, proprio negli ultimi tempi, ha conferito ulteriore risalto e significato…”

Opera di Pasquale Marzelli presentata in concorso a Fighille nel 2008

Opera di Pasquale Marzelli presente nel Piccolomuseo di Fighille (2002)

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La figura di Lima Amissao è importante per il Premio Fighille a cui ha partecipato a tante edizioni fin dalla seconda metà degli anni ’80. Originario di Calequisse in Guinea-Bissau, vive e lavora da anni a Faenza. Per tante edizioni è stato facile incontrarlo lungo le strade del paese con il suo armamentario per dipingere, impegnato nel concorso extempore.

La sua presenza in concorso non è mai passata inosservata. Il suo sorriso e la sua simpatia hanno sempre conquistato tutti e, grazie alla straordinaria qualità delle sue opere, è riuscito a convincere pubblico e critica. Vince il primo premio assoluto a Fighille nel 1995. Da allora tante sue opere sono rimaste in loco. Fra queste, molto amate dal pubblico, ricordiamo quelle raffiguranti figure materne e altre che hanno raccontato colori e sensazioni della sua terra d’origine, l’Africa. E’ inoltre fra i protagonisti del Piccolomuseo di Fighille fin dalla sua fondazione.

Amissao al lavoro in extempore a Fighille nel 2001

Opera di Lima Amissao in concorso a Fighille (2003)

Opera di Lima Amissao presente nel Piccolomuseo di Fighille (2002)

Cosi’ racconta la sua visione dell’arte: "Chi con i colori della pittura, con la parola della poesia, con le note della musica, con i movimenti della danza, crea forme di espressione estetica riuscendo a trasmettere emozioni, sensazioni, sentimenti agli uomini, è colui che rompe con le tradizionali barriere razziali, religiose e culturali tra i popoli e riesce a donare attraverso l'arte un linguaggio di universale condivisione." 55


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In oltre 50 anni di carriera innumerevoli sono state le sue mostre personali e collettive cosi’ come le iniziative artistiche di cui è da sempre instancabile promotore.

Tarpani a Fighille con Banfi Rossi e Natalicchi

Resta infine da ricordare un’altra importante figura protagonista dei concorsi degli anni ’80-90. Si tratta di Raffaele Tarpani, personaggio di spicco del mondo artistico perugino degli ultimi 50 anni e piu’ volte presente a Fighille. La sua pittura ha ricevuto premi e riconoscimenti e molte sue opere sono oggi conservate presso le collezioni private delle famiglie del luogo. Un’opera è presente anche nel Piccolomuseo di Fighille. È docente in vari corsi di pittura in Umbria. Sue opere sono presenti inoltre in collezioni d’arte private e pubbliche in Italia, Spagna, Austria, Belgio, Svizzera, Olanda, Ungheria, Germania, Gran Bretagna, Francia, Danimarca e India (Museo “Gandhi”).

L’opera di Tarpani realizzata a Fighille nel 2007, oggi nel Piccolomuseo

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LA STORIA DELLE PRIME EDIZIONI ATTRAVERSO IL RICORDO DI ALCUNI PROTAGONISTI / 2 MARIO MASSOLO Sono molti i ricordi che legano la figura di Mario Massolo al Premio Fighille. Lui, forse piu’ di ogni altro, ne ha segnato la storia contribuendo a scriverne pagine indelebili. Affidiamo a questi fogli solo alcuni episodi tra i tanti tratti in salvo dalla memoria. All’alba del nuovo millennio, nell’ottobre del 2000, Mario raggiunse Fighille per partecipare, ancora una volta, al concorso che proprio in quell’anno comincio’ ad intraprendere una strada nuova e di rilancio dopo un anno di pausa.

Mario Massolo al lavoro durante il concorso dell’anno 2000

La domenica della festa patronale fu caratterizzata da una pioggia torrenziale che non dette tregua per l'intera giornata. Con quel cielo plumbeo e quel clima cupo, dipingere in plain air era impossibile e allora Massolo si rifugio' sotto il tendone che, per fortuna, era stato montato in Piazza San Michele.

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Mario Massolo al lavoro in extempore a Fighille 60


Mentre fuori l'acqua cadeva a catinelle e con forza tentava di entrare anche all’interno, apri’ il suo cavalletto e si mise a dipingere in mezzo alla gente, come piaceva a lui, discutendo e parlando amabilmente con tutti coloro che avevano domande e curiosità da soddisfare. La scelta del soggetto fu piu’ complicata. Dopo tante idee decidemmo di accompagnarlo in un polveroso fondo li' vicino. Nascosta in una angolo e dimenticata dal tempo passava i suoi giorni, ormai inutilizzata da decenni, la vecchia vespa di Antonio Tani, personaggio molto noto a Fighille e scomparso da alcuni anni. Gli occhi di Massolo si illuminarono come se quell’incontro fosse un appuntamento col destino. Portammo la vespa sotto al tendone e li’ rimase per l’intera giornata consentendo all’artista di completare la sua opera giusto in tempo per il calare del buio, poi la riportammo al suo posto. Da allora, fissata per sempre su tela dalla mano dell’artista, è ancora li’ a passare i suoi giorni di vecchia pensionata e non si è piu’ mossa.

Fighille per aver partecipato al concorso di pittura fin dalle prime edizioni, vincendo più volte.

Mario Massolo al piccolomuseo di Fighille (2003)

Un legame particolare lo univa al nostro paese tanto che si è perso il conto delle famiglie del luogo che possiedono almeno una sua opera. Pur conoscendolo bene da tanto tempo, l’occasione fu buona per andare a trovarlo a casa, dove lavorava. Dovevamo definire i vari dettagli dell’organizzazione della mostra e volevamo parlare del museo che stava nascendo.

“La vespa di Antonio Tani” di Mario Massolo (2000)

Qualche anno dopo, nel 2003, dopo il successo della mostra di Guerrino Bardeggia al Santuario di Petriolo, decidemmo di ripetere l’iniziativa presso la Dogana Pontificia in modo da cominciare ad utilizzarne gli spazi ad uso espositivo. Sull’artista da invitare non ci furono dubbi. La scelta cadde ancora una volta su Mario Massolo, artista notissimo a

Visita a casa di Mario Massolo (2003)

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Mario ci accoglie nella sua bella villetta in collina, a due passi da San Marino. E’ il primo pomeriggio di una domenica di fine inverno quando arriviamo. Franco Ruinetti era già li’ ad aspettarci. Con lui ci immergiamo nel mondo dei colori, unici, di Massolo. Nella grande sala decine e decine di opere appoggiate una sull’altra alle pareti. Tutte schedate e catalogate secondo quel rigido sistema a cui Massolo si attiene da sempre. Dipingendo solo ed esclusivamente “en plain air”, raramente in studio, ogni sua opera reca la data e il luogo ove è stata realizzata.

Di tutte le sue opere reca la riproduzione fotografica, anche di quelle vendute. In questo caso ha annotato anche il nominativo dell’acquirente in modo che le opere possano sempre essere rintracciate.

Con Mario Massolo al piccolomuseo per la personale del 2003

Visita a casa di Mario Massolo (2003)

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Passammo piu’ di un’ora seduti sul divano a guardare le tavole che, una dopo l’altra, Mario monta in cornice e poi sul cavalletto, dandocene una descrizione di massima. Taluni pezzi erano autentici capolavori a cominciare dai paesaggi sotto la neve o dalle fioriture dei ciliegi. Fra le tante ne selezionammo oltre 50 da portare in primavera a Fighille in modo da poter dare al pubblico una visione più ampia possibile dell’arte di Massolo. In attesa del caffè il discorso cadde sul museo che stava nascendo a Fighille. Conosceva bene la cosa perché avevamo avuto modo di parlarne insieme qualche mese prima al concorso. Ci eravamo lasciati con l’impegno di riparlarne in occasione della nostra visita e così fu. Franco prese la parola: “Sta nascendo un museo a Fighille ma, senza un Massolo, mi sembra che manchi qualcosa…….”. Mario non lo fece neanche finire: “Voi sapete dell’amicizia che mi lega da anni ad Americo e quanto sono legato al vostro paese. Vi ho anche detto più volte che ormai da anni non partecipo più ad alcun concorso di pittura, faccio solo mostre. Fighille è l’unica eccezione, una felice eccezione a cui mi onoro di partecipare.


Per tutti questi motivi per me è un grande piacere aderire al vostro progetto del museo e, ne sono più che convinto, avrete in pochi anni una collezione di enorme valore. Facciamo così, in occasione della mostra di primavera sceglierete l’opera che preferite.” La cosa ci fece immenso piacere e il resto del pomeriggio se ne volò via rapidamente in vari discorsi sull’organizzazione del museo e sulle caratteristiche degli spazi. Ci salutammo che era ormai buio e nel salire in auto ci dammo appuntamento al mese successivo a Fighille. Tornammo a casa soddisfatti.

aveva fatto la storia del concorso, era notissimo fra la gente ed averlo nella collezione era per noi veramente fondamentale.

Visitatori alla mostra di Mario Massolo (2003)

La mostra di aprile fu un clamoroso successo, quasi da tutto esaurito. Per fortuna avevamo individuato fin dal primo giorno l’opera che ci piaceva per il museo e la mettemmo fuori listino. Fu così che il 27 aprile 2003 Massolo donò al museo l’opera "Grandi ciliegi in fiore a Casale di Cesena".

Un altro tassello importante e a cui tenevamo molto era stato messo. Massolo non era un nome qualsiasi. A Fighille

Mario Massolo premiato a Fighille nel 2004

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Il legame di Massolo con Fighille non si attenua ma, nonostante le ormai rare apparizioni al concorso di ottobre, si rafforza sempre di piu’. Nel 2004 dona una seconda opera al piccolomuseo di Fighille, particolarmente significativa in quanto relativa all’area dei vecchi capanni agricoli di fronte alla Chiesa, oggi ristrutturati dalla Parrocchia in collaborazione con la Pro Loco. La donazione non sarà l’ultima. Nell’aprile del 2012 giunge una telefonata. Mario sarà presente a Sansepolcro, presso il Palazzo Pretorio, per una importante mostra assieme all’amico Enzo Della Rina. Vuole vederci perché desidera donare una terza opera al piccolomuseo: "Nonostante io sia già presente con due opere voglio donarvene una terza perchè credo che il vostro museo è destinato a diventare ancora piu' importante in futuro. Credo molto in quello che state realizzando in un momento difficile come l'attuale. Lo faccio anche per ricordare il mio grande amico Americo." Lo andiamo a trovare un sabato pomeriggio insieme ad Angela Ludovici, la moglie di Americo Casi .

Allora Massolo, prima di consegnarcela, appone una dedica sul retro dell'opera con il suo inconfondibile stile. L’opera entra cosi’ nella pinacoteca di Fighille.

"Antico castagno sulla vetta del monte Vicchi (presso Sansepolcro)"

Mario Massolo mentre appone la sua dedica sul retro dell’opera (2012)

Mario Massolo con Alessandro Capacci e Angela Ludovici (2012)

Ci fa scegliere l’opera fra quelle in mostra. La scelta cade su "Antico castagno sulla vetta del monte Vicchi (presso Sansepolcro)".

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LA STORIA DELLE PRIME EDIZIONI ATTRAVERSO IL RICORDO DI ALCUNI PROTAGONISTI / 3 GUERRINO BARDEGGIA Fra i personaggi che piu’ di altri hanno scritto pagine importanti del concorso di Fighille si staglia senz’altro la figura di Guerrino Bardeggia. Presente fin dalle prime edizioni del Premio è risultato piu’ volte vincitore assoluto con opere importanti ora gelosamente custodite in collezioni private di alcune famiglie del posto. Sono tanti i ricordi di un rapporto ultradecennale. Ne riportiamo di seguito alcuni, fra quelli a noi piu’ cari. Sono le sette di una domenica mattina di inizio ottobre del 2001, la nebbia è ancora bassa e l’umidità si sente sulla pelle, quando Bardeggia entra con il suo camper bianco nel piazzale della scuola elementare dove, proprio quell’anno, abbiamo spostato il concorso. Siamo ancora in pochi e il paese sembra immobile, nessun rumore, solo silenzio. Dopo alcuni anni di assenza dalla manifestazione Guerrino ha deciso di tornare e di farlo in grande stile. Scende dal camper quattro grandi opere e le appoggia ai tronchi degli alberi del piazzale. Sono una piu’ bella dell’altra.

La vecchia fontana di Fighille vista da Guerrino Bardeggia (1981)

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Dopo qualche titubanza ne sceglie una, la consegna per la gara e se ne va a prendere un caffè al bar. Quando torna, dopo un’oretta, le opere rimaste nel piazzale sono state già tutte vendute. Si era sparsa la voce del suo arrivo e alcune famiglie del posto, sue estimatrici, approfittarono dell’occasione per prenotare una sua opera da tempo inseguita. Nel pomeriggio vincerà anche il concorso con la giuria unanime nell’assegnargli il primo premio. Quest’episodio è eloquente della stima che il paese ha sempre tributato a questo artista. Da qui anche l’idea di dedicargli una grande mostra personale.

tema sacro. Il nome di Bardeggia mise subito tutti d’accordo. Franco Ruinetti gli anticipò l’idea e trovò l’artista entusiasta, tanto che la nostra telefonata servì soltanto a stabilire la data del viaggio verso il mare. Nel febbraio del 2002, partimmo, subito dopo pranzo, con un’ampia delegazione da Fighille. Franco ci aspettava a Riccione e da lì proseguimmo per Gabicce. Arrivammo a pomeriggio inoltrato.

In visita allo studio di Bardeggia a Case Badioli di Gabicce Mare

Facondini e Bardeggia a Fighille nei primi anni Ottanta

Fissammo l’appuntamento per telefono, durante le feste natalizie del 2001. Da qualche settimana stavamo valutando la possibilità di organizzare, per la Pasqua successiva, presso il Santuario di Petriolo, una mostra di pittura dedicata al

Bardeggia e il suo camper bianco

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Bardeggia abitava lungo la statale in una bella villetta su due piani con un giardino sul retro. Il piano terra era interamente dedicato al suo studio che traboccava di opere. Alle pareti i capolavori di qualche anno prima. Roba da lasciare a bocca aperta ancor oggi. Ogni quadro una scoperta e la sensazione che fosse più bello del precedente.

Noi c’è ne stavamo lì ad ascoltare, incantati dal personaggio, mentre Damoris approfittava per scattare alcune foto ricordo.

In visita allo studio di Bardeggia a Case Badioli di Gabicce Mare

Definimmo tutti i dettagli della mostra: dal titolo alle date, dal catalogo per i visitatori alle opere da esporre. Le scegliemmo una ad una pensando anche a come collocarle nell’ampio spazio del Santuario.

Bardeggia ci aspettava con ansia e lo trovammo come c’è lo aveva descritto Americo, suo amico di vecchia data: un fiume in piena che sarebbe stato ore a parlarti del suo lavoro, a spiegarti le sue idee, a raccontarti le sue emozioni. Una persona da ascoltare. La sua voce era già roca, fiaccata dalla malattia con cui aveva a lungo combattuto. Il suo animo invece era forte e fiero come sempre. Ci fece accomodare in un salottino che dava sul giardino, in mezzo alle sue opere. Ci offrì delle caramelle mentre continuava a parlare. Ogni tanto Franco interveniva e rilanciava il discorso su alcuni aspetti della sua arte di cui anche lui era innamorato.

Inaugurazione della mostra di Bardeggia al Santuario di Petriolo (2002)

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Poi, sul finire della serata, con il suo solito garbato modo di fare, Franco butto là una proposta:

“Fondare un museo dal niente è un po’ arduo. Anche convincere gli artisti non sarà facile. Certo che se il primo a donare un’opera fosse Bardeggia………”

“Di’ Guerrino ma lo sai che questi ragazzi vogliono fondare un museo a Fighille?” “Un museo? E dove lo fanno? C’è lo spazio adatto?” “Pensano di usare la vecchia Dogana Pontifica. Non è messa benissimo ma con un po’ di pazienza e qualche lavoro potrebbe diventare una bella galleria d’arte” “L’idea mi sembra bella. Però se ci aveste pensato prima……. dopo tutti questi anni che fate il concorso, oggi avreste avuto una galleria con pezzi di gran valore. Io ho già delle mie opere nel museo di….”

Bardeggia al Premio Fighille (2002)

Guerrino, guardandolo con quel suo occhio svelto e con un sorriso sotto i labbri, ribatté subito: “ Franco, tu sai bene quanto io sia legato a Fighille. Per questo e anche perché penso che ai giovani che amano l’arte bisogna dare una mano, io non mi tirerò indietro. La prima opera del vostro museo sarà di Bardeggia e la sceglierete voi fra quelle che porteremo per Pasqua a Petriolo. Così vi ricorderete per sempre di me che sono stato il primo! E vedrete che dopo di me ne verranno molti altri…..”

E iniziò a raccontare della infinita schiera di collezioni pubbliche e private che già all’epoca accoglievano le sue opere, aprendo continuamente nuovi filoni del discorso, come amava fare. Dopo un po’ allora Franco lo punzecchiò di nuovo:

Ci alzammo da quel salottino convinti di aver messo una prima pietra importante e felici di aver conosciuto questo gran personaggio. Ci fu ancora il tempo di vederlo qualche attimo al lavoro mentre incideva delle mattonelle in ceramica. Era ormai il tramonto quando salutammo Bardeggia. Dopo una cena al ristorante “Il Gufo” di Rimini facemmo rotta verso casa. Nei mesi seguenti seguirono altri contatti ed altri incontri per organizzare la mostra al Santuario e, una settimana prima, tornammo a trovarlo per ritirare le opere da esporre. 73


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Nell’occasione ci volle accompagnare a visitare la Chiesa di San Benedetto a Cattolica che lui ha reso famosa con alcune sue straordinarie opere fra cui una resurrezione di Cristo, dietro l’altare maggiore, assolutamente unica. Fu un bel pomeriggio passato ad ascoltare i suoi ricordi e le spiegazioni delle sue opere.

viaggio di ritorno, Bardeggia si avvicinò e ci invitò a sceglierne una. Non fu facile e un po’ dovemmo insistere perché a qualcuna era particolarmente legato e non se ne voleva separare. Ma alla fine cedette e ci consegnò proprio una delle sue preferite. Il quel momento nasceva ufficialmente il piccolomuseo di Fighille. Era il 7 aprile 2002.

Con Bardeggia in visita alla Chiesa di San Benedetto a Cattolica (2002)

Con Bardeggia mentre sceglie l’opera per il museo di Fighille (2002)

L’ultimo ricordo che vogliamo affidare a queste pagine risale a qualche anno dopo la sua morte. Ci ha appena lasciato anche Americo Casi e d’accordo con la sua famiglia, pensiamo di dar corpo ad una sua vecchia idea: una Via Crucis d’arte, permanente, fra Fighille e Petriolo. Mentre selezioniamo gli artisti il pensiero cade su Bardeggia che, in vita, ne ha create alcune meravigliose e ci rammarichiamo di averlo perso per sempre. Tuttavia a Franco Ruinetti viene l’idea di chiamare il sig.Badioli di Gabicce che ha contatti con la famiglia. Forse potrà aiutarci. Cosi’ è. “Se gli altri artisti hanno aderito sappiate che ci sarà anche Bardeggia, questo è sicuro!”

Con Bardeggia in visita alla Chiesa di San Benedetto a Cattolica (2002)

La mostra si svolse in due settimane a partire dal 24 marzo 2002 con una grande partecipazione di pubblico. L’ultimo giorno, mantenendo fede alla sua promessa, mentre stavamo cominciando ad impacchettare le opere per il

La famiglia ha infatti deciso di accogliere l'invito della nostra associazione e partecipa all’evento donando la riproduzione su ceramica (tratta dal calco originale dell'artista) della dodicesima stazione che Bardeggia realizzo' per una sua celebre Via Crucis. Lo speciale legame di Bardeggia con Fighille è quindi continuato anche dopo la sua prematura morte. 75


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LA STORIA DELLE PRIME EDIZIONI ATTRAVERSO IL RICORDO DI ALCUNI PROTAGONISTI / 4 GIORGIO RINALDINI

La figura di Giorgio Rinaldini si staglia con chiarezza fra i tanti partecipanti al concorso per la traccia profonda che ha lasciato a Fighille in oltre un decennio di frequentazione assidua.

Rinaldini a Fighille (2001)

Nei primi anni 2000 avevamo conosciuto due bravissimi artisti di Rimini: Giorgio Rinaldini e Luciano Filippi. Erano giunti a Fighille per partecipare nuovamente, dopo tanti anni, al concorso di ottobre. Arrivarono in coppia.

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Portavano con sé la simpatia e la cordialità tipica delle genti di Romagna e fu facile raggiungere subito grande confidenza. Rinaldini aveva in testa il suo tipico berretto e in bocca un mezzo sigaro spento. Parlava poco e a voce bassa. Filippi invece era più aperto e attaccò facilmente discorso.

La presenza di Rinaldini al Premio Fighille non è mai passata inosservata anche perché amava dialogare con il pubblico soprattutto mentre disegnava le sue “bamboline”. E tanto affetto era ricambiato. Vinse il primo premio al concorso del 2003 e negli altri anni ottenne sempre premi e riconoscimenti tanto che le opere presentate in gara raramente tornavano a Rimini. Oggi fanno parte di collezioni pubbliche e private e se ne contano a decine.

Rinaldini premiato a Fighille nel 2001

Rinaldini al lavoro nel suo studio di Rimini ritratto da Maneglia

Parlammo del concorso, che nella nuova organizzazione non conoscevano, e del paese che gli sembrava così piccolo da non poter essere in grado di organizzare un premio di pittura del livello di cui gli avevano parlato. Nel tempo riconosceranno di essersi sbagliati.

Opera di Rinaldini in concorso a Fighille nel 2008

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Giungeva a Fighille sempre in compagnia della moglie e del figlio, in arte Rimas, anche lui ottimo pittore. Rinaldini fin da subito divenne sostenitore del progetto piccolomuseo che, proprio in quegli anni, stava muovendo i primi passi e contava le prime opere in collezione. Dopo la prima donazione di Bardeggia e il lancio ufficiale dell’iniziativa fu infatti modificato il regolamento del concorso di pittura per far in modo che nel museo confluissero le opere degli artisti classificati ai primi tre posti della graduatoria generale.

Quattro giorni dopo eravamo in viaggio verso il mare. Era una calda domenica mattina di inizio inverno, tanto che sembrava quasi primavera.

In visita allo studio di Giorgio Rinaldini a Rimini

In visita allo studio di Giorgio Rinaldini a Rimini

Ciò permise al museo di crescere e prendere forma. Si rendeva tuttavia necessario accelerare ancora il processo di crescita della collezione in modo da aumentare la credibilità dell’iniziativa. Per questo i passi successivi furono mossi ancora in terra romagnola, grazie soprattutto all’aiuto dell’amico Franco Ruinetti che all’epoca curava la redazione della rivista PRAXIS e conosceva gran parte degli artisti di Rimini e dintorni. Pensò che bisognava dare subito una bella accelerata alla collezione: “Parlerò con qualche artista riminese esponendogli la vostra idea e vediamo se ne esce qualcosa….” Verso novembre squillò il telefono. Era Franco: “Quand’è che potete venire a Rimini? Rinaldini e Filippi vogliono donare un’opera per il museo.”

Una delle celebri “fanciulle” di Rinaldini

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Giungemmo verso le nove da Giorgio Rinaldini. Il suo studio era al secondo piano di un bel palazzo storico proprio in centro a Rimini. Composto da pochi locali, aveva una sola finestra aperta verso il cortile interno. Faceva filtrare una luce fioca che creava nell’ambiente una atmosfera rarefatta, quasi d’altri tempi. Rinaldini lavorava proprio vicino alla finestra con una luce radente sulla tela e una infinità di pennelli di ogni dimensione.

“Ecco qua. Ve lo dono con piacere perché ci tengo ad essere fra i fondatori della collezione. In più sono convinto che ne farete buon uso.” Lo ringraziammo di cuore e, scendendo la maestosa scalinata in pietra del palazzo, ci dammo appuntamento all’ottobre successivo per il concorso.

Rinaldini consegna l’opera per il piccolomuseo di Fighille

Rinaldini a Fighille con Sara del Comitato Organizzatore (2005)

Ci accolse con grande cordialità e dopo un oretta passata a parlare e a guardare le sue opere sparse un po’ ovunque, si allontanò un attimo. Tornò quasi subito con in mano una grande tela ricoperta da un foglio di carta. Era il suo quadro per il museo. Bellissimo come sempre. 82

La prima opera di Rinaldini donata al piccolomuseo di Fighille


Se la contesero alcuni sponsor e, come al solito, venne premiata in modo lusinghiero. La sua arte era partita da un elegante figurativismo per approdare in seguito ad una forma espressiva nuova e personale. Ha svolto per decenni una intensa attività artistica che lo ha portato a rivestire un ruolo importante nella pittura contemporanea anche grazie alla partecipazione ai piu’ importanti concorsi di pittura italiani.

La seconda opera di Rinaldini donata al piccolomuseo di Fighille La locandina della mostra di Rinaldini al piccolomuseo di Fighille (2004)

Negli anni che seguirono il suo legame con Fighille si intensifico’ ulteriormente tanto che nel 2004 il piccolomuseo ospito’ una sua mostra personale che ottenne un grande successo di pubblico. Al termine della mostra, visibilmente soddisfatto per i risultati raggiunti, volle donare una seconda opera al museo. La scelse personalmente e ce la consegno’ dicendo: “..e ora non dimenticatevi di Rinaldini ! “. Da allora ha continuato fino alla morte, avvenuta nel 2013, a partecipare al concorso di Fighille. Anche l’ultimo anno, nel 2012, pur non potendo presenziare personalmente a causa della malattia, non volle rinunciare ad inviare una sua opera per il concorso. Forse una delle sue opere piu’ belle di sempre.

Rinaldini a Fighille con Taschini Damoris della Pro Loco

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LA STORIA DELLE PRIME EDIZIONI ATTRAVERSO IL RICORDO DI ALCUNI PROTAGONISTI / 5 LUCIANO FILIPPI

Luciano Filippi giunse a Fighille, da Rimini dove vive e lavora, assieme a Giorgio Rinaldini agli albori del nuovo secolo e da allora, forte anche della stima e del successo riscosso, è diventato un abituale frequentatore del concorso. E’ stato anche fra i primi artisti a sostenere lo sviluppo del piccolomuseo che, proprio in quegli anni, stava cercando la sua strada per crescere. Fu Franco Ruinetti ad annunciarci per telefono che Luciano Filippi avrebbe avuto piacere di donare un’opera per il costituendo museo. Andammo a trovarlo a Rimini nella sua casa-studio. Era una bella villa immersa nel verde dei viali di Rimini, non molto distante né dal centro né dal mare. Una casa moderna, ampia e luminosa grazie alle grandi vetrate che facevano entrare luce in gran quantità.

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Filippi, da buon padrone di casa, ci fece visitare l’edificio e la sua collezione d’arte. Ci illustrò il suo lavoro e i pezzi su cui stava lavorando in quel momento. Ci raccontò anche un po’ della sua vita e di come per anni avesse affiancato la gestione di un’agenzia viaggi alla pittura, la sua passione più grande. Sulle pareti quadri con vele e cattedrali, i suoi temi preferiti anche se qua e là faceva capolino qualche paesaggio.

farne parte. Avrei pensato di donarvi un’opera che rappresenti al meglio il mio lavoro e uno dei miei temi preferiti, le vele. E’ quella lì sulla parete, che dite?” C’era poco da dire. La tela era magnifica e rappresentava due vele gialle, proprio come avevamo sperato durante il viaggio. Ovviamente fummo entusiasti. Filippi allora staccò il quadro dalla parete e con un pennarello fece una dedica sul retro: “Al piccolomuseo di Fighille con l’augurio che possa diventare grande!”. Negli anni successivi volle donare una seconda opera al museo, una delle sue splendide cattedrali. Nel 2011 è stato inoltre fra i quindici artisti selezionati per la creazione della Via Crucis d’arte Fighille-Santuario di Petriolo.

Filippi durante la premiazione del concorso 2004

L’opera donata da Filippi al piccolomuseo di Fighille

Poi ci disse: “Franco mi ha parlato della vostra idea di creare una raccolta di opere a Fighille. La cosa mi è piaciuta molto seppur alquanto complicata da realizzare. Ma proprio per questo gli ho detto subito di si’ quando mi ha proposto di

E’ pittore paesaggista, interprete fine della terra di Romagna, ricca di umori e di luci. Viaggiando e soggiornando all’estero, ha elaborato un più vasto orizzonte di temi figurativi, dedicato ai paesi visitati, la Francia in particolare e i paesi dell’ Europa dell’ Est. Ha quindi maturato nuove espressioni,una nuova tavolozza, assumendo, accanto ai valori tradizionali dell’iconografia paesistica, dati culturali che rendono in profondità l’essenzialità storica dei soggetti riportati.

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LA CRESCITA DEL CONCORSO DAL 2000 AD OGGI

2000-2001 Dall’edizione del 2001 il concorso di Fighille imbocca una strada nuova, di profondo rinnovamento e rilancio dopo alcuni anni di stanchezza e di difficoltà che ne avevano messo a rischio la sopravvivenza. L’organizzazione già dall’anno precedente era passata alla nuova ProLoco che proprio all’alba del nuovo millennio si era costituita in paese ereditando le manifestazioni sociali e culturali fino a quel momento gestite dalla Società Sportiva Artiglio.

Il concorso del 2000 si svolge in una tensostruttura in Piazza S.Michele

L’edizione del 2000 è un’edizione complicata sia per l’inesperienza dell’organizzazione, che muove i primi passi in un mondo relativamente nuovo, sia per il tempo inclemente che funesta i tre giorni di festa mettendo a rischio l’intera manifestazione. L’anno precedente il concorso non si era svolto e dover ripartire quasi da zero non era certo facile.

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Americo Casi dette una mano e un altro grande aiuto venne da Franco Ruinetti, amico di vecchia data di Italiano Panicucci, che spesso aveva affiancato Americo in giuria.

Non c’è il concorso extempore. Ormai da qualche anno il regolamento prevede solo opere da studio. La giuria, già a quel tempo presediuta da Franco Ruinetti, decide di attribuire il primo premio a Giuliano Censini di Torrita di Siena. Al secondo posto, ancora una volta, un dipinto di Mario Massolo che resta in predicato di vittoria sino all’ultimo. Al terzo posto il romano Massimo Papa. Fra i premiati ricordiamo, fra gli altri, Giuseppe De Placidi, Francesco Costanzo, Gianni Mastrantoni, Pasquale Marzelli, Serenella Del Vita. Al termine della manifestazione la macchina si mette già in moto per l’edizione successiva, quella del ventennale. I cambiamenti non saranno pochi e di poco conto. Innanzitutto la manifestazione si sposta dalla parte alta del paese all’edificio della Scuola Elementare, il piu’ grande “contenitore” disponibile.

Esposizione opere in Piazza San Michele Arcangelo (2000)

I partecipanti non sono molti, circa 40, e le opere vengono esposte in una grande tensostruttura montata in Piazza San Michele Arcangelo. Le difficoltà non mancano anche a causa delle infiltrazioni di acqua che richiedono un continuo spostamento delle opere in modo da metterle al sicuro. In gara quasi tutti volti noti, piu’ o meno gli artisti che ormai da anni conoscono e frequentano il Premio Fighille.

Mostra retrospettiva presso edificio scolastico (2001)

Inaugurazione della mostra (2000)

Si decide inoltre di accompagnare il concorso con una grande retrospettiva dedicata alle piu’ importanti opere dei precedenti concorsi presenti nelle collezioni della famiglie del posto. Nasce la mostra “L’altro paesaggio – Fighille e la pittura. Scorci ed immagini fissate su tela” che sarà accompagnata da un pregevole volume a colori con testi critici di Franco Ruinetti.

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Sarà la prima di una lunga serie di pubblicazioni che, prodotte dalla Pro Loco, contribuiranno a divulgare e a far conoscere il concorso oltre i ristretti ambiti locali.

Si legge nell’introduzione del catalogo: “Un filo particolare lega, ormai da tanti anni, Fighille con la pittura e l’arte piu’ in generale. Paesaggi, figure, angoli e sensazioni del nostro paese sono finite per sempre su centinaia di tele. Queste opere racchiudono idealmente “l’altro paesaggio”, quello che, filtrato attraverso l’occhio e la mano di grandi artisti, si pone in parallelo al paesaggio reale. Un paesaggio magico, onirico, a volte triste e a volte fantastico, entusiasmante nelle piccole cose e nei grandi orizzonti, mai banale. Un viaggio nel sogno, in una dimensione parallela creata dalla mano sapiente di artisti unici. Una ricchezza e una risorsa che vogliamo diffondere facendone partecipe tutti coloro che amano l’arte e i piccoli paesi che, come il nostro, sono incastonati nel paesaggio ampio e unico della Valle Museo.”

La copertina del volume che accompagna la mostra “L’altro paesaggio” (2001)

Mostra retrospettiva presso edificio scolastico (2001)

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Opera di Nadia Cascini del 1991 esposta nella mostra retrospettiva del 2001


Sempre nel catalogo della mostra Franco Ruinetti annota: “Si é perso il conto dei dipinti realizzati all’aria aperta che sono rimasti in loco, acquistati dalle famiglie e dagli istituti. Essi vanno ascritti, in gran parte, al filone figurativo, che richiede notevoli capacità tecniche, che viene dalla tradizione e non preclude, all’operatore di talento, la creatività. I campi che si alternano nella pianura, le case sparse, le macchie della vegetazione suonano come tastiera di pianoforte. C’é anche qualche quadro che va oltre la dimensione iconografica. Sembra che tali autori vedano nel cielo l’anima di Fighille, con lembi di rosso, laghi azzurri, col giallo del grano e col bianco che vuol dire libertà. In anni di fermento e chiasso culturali mai un autore ha presentato un lavoro provocatorio, esaltazione della negatività. Gli artisti sentono lo spirito del luogo. L’arte, a Fighille, é quella di sempre, può parlare di serenità o sofferenza, ha i filtri della poesia.”

come il numero dei partecipanti che diventano 58. Il regolamento prevede ancora la sola sezione per opere da studio ma, visti i nuovi e capienti spazi a disposizione, viene consentito ad ogni artista di presentare fino a due opere. Le opere esposte pertanto sono 89 e vengono distribuite su due intere aule. L’aumento delle opere e il nuovo allestimento incontra subito il favore del pubblico e suscita grande entusiasmo. Il primo premio è assegnato a Guerrino Bardeggia che trova la giuria unanime nel conferirgli il riconoscimento. La premiazione si svolge, come da tradizione, presso il palco della sagra paesana anche se questo comincia a creare problemi logistici non indifferenti vista la distanza dalla sede della mostra. Fra i premiati ricordiamo, fra gli altri, Giorgio Rinaldini, Luciano Filippi, Mario Massolo, Gianni Mastrantoni, Giuliano Sangalli.

Opera di Claudio Burini del 1985 esposta nella mostra retrospettiva del 2001

La mostra retrospettiva accompagna quindi il concorso dell’ottobre 2001 ed è lo stimolo che richiama anche artisti ormai assenti da anni. Fra questi ricordiamo Enzo Olivastri che parteciperà per l’ultima volta. Cominciano inoltre ad arrivare volti nuovi e anche artisti di fama che mai in passato avevano partecipato al Premio Fighille. Il livello qualitativo del concorso aumenta cosi’

La premiazione di Giorgio Rinaldini (2001)

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2002 Per la ventunesima edizione, nel 2002, si decidono di apportare varie modifiche al regolamento. La piu’ importante è la reintroduzione di una sezione extempore parallela al concorso principale per opere da studio. Cio’ è deciso per accogliere le richieste di gran parte del pubblico, che è sempre rimasto molto legato alla realizzazione in loco delle opere, e del presidente della ProLoco, Fausto Ganovelli, che da tempo spingeva per questa soluzione.

Ma questa non sarà l’unica modifica. In quei mesi stava nascendo il progetto “piccolomuseo” ed allora per dar corpo alla collezione in modo rapido viene inserita nel regolamento la regola che gli artisti classificati ai primi tre posti dovranno donare una seconda opera al costituendo museo. Di pari passo vengono aumentati i premi ed aumenta la pubblicizzazione dell’evento sia per coinvolgere un pubblico sempre maggiore sia per aumentare la partecipazione di artisti.

Per la prima volta opere extra concorso sono esposte all’esterno della mostra. L’idea è di Giuliano Sangalli nella foto con il pittore Fabbri.

Gli artisti Lima Amissao e Francesco Costanzo al lavoro durante l’extempore

L’obiettivo sarà raggiunto in pieno. I partecipanti salgono a 82 e le opere esposte superano per la prima volta le cento unità. Saranno infatti 128. La vittoria del primo premio per opere da studio va a Paolo Fedeli di Gambassi Terme che proprio in quell’anno partecipa per la prima volta al concorso. L’opera è acquisita alla collezione della Banca di Credito Coooperativo di Anghiari, da sempre sponsor della manifestazione. Al secondo posto Gianni Mastrantoni di Latina e al terzo Amissao Lima di Faenza. Come da regolamento una seconda opera di questi tre artisti è acquisita alla collezione del museo che comincia cosi’ a svilupparsi anche se la strada sarà ancora lunga. Fra i premiati nella sezione opere da studio ricordiamo, fra gli altri, Ugo Felici, Sigfrido Nannucci, Carlo Panzavolta, Rimas, Luciano Filippi, Antonio Civitarese, Giuliano Sangalli, Giualino Censini, Pasquale Marzelli, Raffaele Tarpani. 95


Opera di Giuliano Sangalli in concorso per opere da studio

L’opera di Mario Massolo che vince il concorso extempore 2002

Esposizione delle opere (2002)

Esposizione delle opere (2002)

Contemporaneamente alla sezione opere da studio, va in scena la prima edizione del rinato concorso extempore. Gli viene dedicata un’aula indipendente e ottiene una discreta partecipazione. Fra i 19 artisti in gara la vittoria è assegnata ad un volto noto e molto amato a Fighille: Mario Massolo. La sua opera emerge sulle altre. Ha dipinto un vecchio forno per il pane, un angolo del paese amato da tutti i fighillesi e ormai andato perso. Con questo conquista la giuria, presieduta, per l’extempore, da Americo Casi.

Per l’ultimo anno la premiazione si svolge nell’area della Sagra. Dall’anno successivo, per evidenti problemi logistici e per una migliore organizzazione, si svolgerà direttamente presso la sede della mostra, nel piazzale antistante la scuola. L’edizione del 2002 va ricordata anche per il “ciclone Sangalli”. L’artista romagnolo, simpaticissimo, giunge per la prima volta a Fighille e conquista il pubblico occupando il piazzale esterno con le sue opere che, extra concorso, andranno a ruba.

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2003 L’edizione del 2003 si conferma sui numeri dell’edizione precedente: 77 gli artisti in gara nella sezione opere da studio con 131 opere esposte. Saranno invece 26 gli artisti in gara nella sezione extempore. Complessivamente sono quindi proposte in esposizione 157 opere. Il regolamento è confermato senza variazioni significative cosi’ come la logistica del premio, ormai in modo definitivo dislocato presso l’edificio scolastico. La principale modifica è l’avvento dell’euro con adeguamento, verso l’alto dei premi. Al vincitore andranno quest’anno mille euro.

L’evento riscuote un grande successo di pubblico e ottiene l’effetto pubblicitario sperato. Si comincia a parlare dell’iniziativa e si comincia a prendere atto della serietà degli intenti che si intendono perseguire.

Il Sindaco Claudio Serini alla presentazione del progetto “piccolomuseo”

La sede della mostra è definitivamente spostata all’edificio scolastico

Il grande evento del 2003 è tuttavia la presentazione ufficiale al pubblico e agli artisti del progetto “piccolomuseo”. La presentazione si svolgerà il sabato del concorso e chiamerà a raccolta amministratori pubblici e rappresentanti delle aziende ed istituzioni locali. Per l’occasione uno splendido video promozionale, della durata di oltre quaranta minuti, è realizzato da Ivano Boncompagni e consente di promuovere l’iniziativa, piu’ volte, anche nelle televisioni locali. In contemporanea viene stampato il primo catalogo ufficiale del museo che riporta le opere in collezione e la biografia degli artisti.

Il Prof.Franco Ruinetti illustra il progetto “piccolomuseo”

La collezione occupa la sola saletta del piano terra della Dogana Pontificia. Quella che un tempo era la sede della locale sezione del PCI e che da qualche anno è inutilizzata.

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Nel mese di settembre, prima del concorso, vengono compiuti i primi lavori di adeguamento degli spazi espositivi, in collaborazione economica con il Comune di Citerna. In particolare viene montata una nuova porta vetrata d’ingresso e le inferriate alle aperture del piano terra. Viene inoltre installata una ringhiera esterna di protezione sopra il muro di cinta. Si completa inoltre un primo allestimento museale. I vari piani dell’edificio sono ancora scollegati e necessitano ancora di ulteriori migliorie e adeguamenti.

Anche questa opera è acquisita alla collezione della Banca di Credito Coooperativo di Anghiari. Al secondo posto Carlo Panzavolta di Cesena con l’opera “Il giornale della sera”. Si legge nel verbale della giuria: “Un normale gruppo di persone o un momento di vita offre all’artista motivo per fermarsi sui significati cromatici e sulle espressioni dei volti, che sono intesi con acuta sensibilità evoluta dall’esercizio.”

L’opera di Carlo Panzavolta (2003)

L’opera di Giorgio Rinaldini che vince il concorso opere da studio del 2003

La vittoria del primo premio del concorso 2003 per opere da studio va a Giorgio Rinaldini di Rimini. La motivazione della giuria è la seguente: “Il dipinto, dal titolo “Fanciulla” raccoglie consensi unanimi. La fanciulla, idealizzata dalla memoria, viene dalle lontananze del passato, è ferma nella mente, per illuminare con i colori della nostalgia, la corsa del tempo presente.”

Al terzo, ex aequo, Jan Manet di Rovigo e Dario Polvani di Arezzo. Altri premiati con premi acquisto, in ordine decrescente: Luciano Filippi, Paolo Fedeli, Sigfrido Nannucci, Giuliano Censini, Giovanni Sangalli, Lima Amissao e Ido Erani. Il museo si arricchisce quindi di ulteriori opere. Oltre a quelle degli artisti classificatisi ai primi tre posti della sezione opere da studio, arrivano anche le donazioni autonome fatte da altri artisti come Giuliano Sangalli e Rimas. La dotazione della collezione è, a questa data, di tredici opere. 99


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Inaugurazione della mostra (2003)

Fernando Fusco, disegnatore di Tex, a Fighille nel 2003 con Luigi Amadei

Il concorso extempore continua a riscuotere grande successo nel pubblico locale e una bella partecipazione di artisti e vede la vittoria di Paolo Fedeli. L’artista toscano, alla sua seconda partecipazione a Fighille, ha presentato un’opera che piace unanimente al pubblico della mostra e bissa in tal modo la vittoria dell’anno precedente. Dipinge, con il suo inconfodibile stile, una suggestiva veduta di Fighille dalla collina della Ripa.

Baldicchi, Forlani, il gallerista Amadei e F. Fusco in visita alla mostra (2003)

Opera di Giorgio Rinaldini in concorso a Fighille nel 2003

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2004 L’edizione del 2004 vede confermata l’organizzazione complessiva del premio, sia nell’articolazione in due sezioni che nella logistica e nel montepremi. Vengono introdotti, oltre ai normali premi acquisto, molti premi speciali ed onoreficenze. Al pubblico che visita la mostra viene chiesto di esprimere una preferenza a cui verrà attribuito il premio “Gradimento del pubblico”. L’iniziativa piace molto e verrà ripetuta anche negli anni a seguire. Si registra una leggera flessione nel numero dei partecipanti che da 82 scendono a 77 cosi’ come le opere esposte diventano 111. Nella sezione extempore i partecipanti sono 18.

Queste le parole del Sindaco di Citerna, Claudio Serini, nella conferenza stampa di presentazione del concorso: “La storia del Premio Nazionale di Pittura di Fighille è una di quelle che riempiono d'orgoglio, di cui vorremmo sentire più spesso in questo Paese in cui sono molto più frequenti le cattive notizie che quelle di esempi virtuosi.

Gli artisti Nannucci, Censini e Fedeli a Fighille (2004)

Esposizione delle opere (2004)

L’artista Paolo Fedeli al lavoro per il concorso extempore (2004)

Il concorso di Fighille appartiene a quest'ultima categoria e questo è un motivo di vanto e di onore per tutto il Comune di Citerna, di cui Fighille fa parte. Questo suo essere un'eccellenza e una realtà che dà lustro al territorio lo rende una manifestazione da supportare ed aiutare a crescere”.

Vannini, Capacci, Ruinetti e Filippi a Fighille (2004)

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Vittorio Angini al lavoro in extempore a Fighille nel 2004 104


Complessivamente sono proposte in esposizione 129 opere. La vittoria del primo premio per opere da studio va a Sigfrido Nannucci di Certaldo. Alla sua seconda partecipazione, ha colpito la giuria ed il pubblico con le sue originali composizioni e i suoi colori che raccontano la Toscana. L’opera come da tradizione entra a far parte della collezione della Banca di Credito Coooperativo di Anghiari. Al secondo posto Paolo Fedeli e al terzo Pasquale Marzelli. Altri premiati con premi acquisto, in ordine decrescente: Luciano Filippi, Secondo Vannini, Mario Massolo, Giuliano Censini, Jan Manet, Roberto Banfi Rossi, Dario Polvani, Carmine Patraccone, Egidio Ghirlandi, Angelica Fratini e Lima Amissao.

rispetto all’edizione precedente con 35 dipinti che entrano a far parte delle collezioni private delle famiglie del luogo.

Un momento della premiazione dell’artista Censini (2004)

Il museo si arricchisce inoltre di ulteriori opere. Oltre alle donazioni, previste da regolamento, per gli artisti classificatisi ai primi tre posti, si aggiungono le donazioni autonome fatte da Giuliano Censini, Mario Massolo e Secondo Vannini. La dotazione della collezione sale quindi, al termine del concorso, a ventitre opere.

Opera in concorso dell’artista Pasquale Marzelli (2004)

La sezione extempore vede la vittoria di Giuliano Censini di Torrita di Siena con una inedita veduta di Fighille reinterpretata con il suo stile e la sua visione artistica. Al secondo posto l’opera di Secondo Vannini e al terzo quella di Gianni Mastrantoni. Altri premi acquisto sono attribuiti a Vittorio Angini, Piero Pacini e Paolo Fedeli. Al termine del concorso, grazie al crescente interesse del pubblico, il montepremi risulterà aumentato del 15%

Mario Massolo dona una nuova opera per il museo (2004)

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2005 L’edizione 2005 del Premio Fighille, la ventiquattresima, segna un trend positivo con tutti gli indicatori in crescita: numero dei partecipanti, qualità delle opere in gara, montepremi assegnato. I partecipanti della sezione opere da studio salgono a 74 e le opere esposte sono 127. Nella sezione extempore i partecipanti sono 21. Complessivamente sono proposte in esposizione 148 opere. La vittoria per opere da studio va a Gianfranco Pogni di Livorno con l’opera “Luci nel paesaggio marino”.

Come da molti anni a questa parte, l’opera è acquisita alla collezione della Banca di Credito Coooperativo di Anghiari. Al secondo posto Ugo Felici di Pesaro con l’opera “Donne”. Si legge nel verbale della giuria: “L’artista ha realizzato l’impressione di un interno che ha quali protagoniste tre figure femminili. Non si distrae nei particolari e i colori, in genere a larga tesa, culminano anche con aerei rimbalzi di squilli. Lo stile è nell’alveo della tradizione. Gli incarnati hanno il sapore della sensualità, che diviene musica nello spartito cromatico.”

La premiazione di Ugo Felici secondo classificato (2005) Il Sindaco Claudio Serini premia Gianfranco Pogni (2005)

Pogni si afferma alla prima partecipazione. La curiosità è che Pogni avrebbe voluto essere presente anche l’anno precedente ma l’opera, spedita tramite un corriere, in realtà non era mai arrivata alla mostra, perduta nei meandri di qualche magazzino del centro Italia. La vittoria lo ripaga quindi di questa amarezza e gli permette di iniziare un lungo percorso a Fighille baciato dal successo e da un grande feeling con il gusto del pubblico. La motivazione con cui la giuria premia l’opera del livornese è la seguente: “E’ un quadro composito, legato nell’unità delle corrispondenze cromatiche. Nel primo piano insiste la stesura abbastanza dettagliata di una natura morta, mentre l’orizzonte culmina con l’azzurro del mare. I colori freddi e le ombre diffuse danno il senso della solitudine nella quale si accendono le dolcezze del rosa e le crepe del rosso.”

Gli artisti Ghirlandi, Neri, Mazza, Filippi e Pacini a Fighille (2005)

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Opera di Franco Cartia in concorso a Fighille nel 2004 nella sezione extempore 108


Al terzo posto Luciano Filippi di Rimini con l’opera “Nel mistero del mare”. La giuria cosi’ si esprime in merito: “Il rosso acceso delle vele, intenso nella zona bassa, che sale verso tessiture rade e sfrangiate, assume significati intimistici nei contrasti armonici con strappate di nero e con le evoluzioni aeree che dal blu volgono, passando attraverso il sentore di altre cromie, verso una luce permeata di rosa.”

La sezione extempore vede la vittoria di Sigfrido Nannucci che bissa in tal modo la vittoria dell’anno precedente nella sezione opere da studio, a testimonianza che la sua pittura è particolarmente apprezzata dal pubblico locale. La sua opera ha per titolo “Colori di fine estate a Fighille” e si legge nel verbale di giuria: “Le luci e le ombre trascorrono nel cielo e nell’anima. Si affermano varie immagini compiutamente definite in risonanze cromatiche bene accordate. L’autunno informa la natura e permea di sé la vita interiore.” Al secondo posto del concorso extempore Jan Manet, al terzo Ruggero Mazza. A seguire premi anche per Vittorio Angini, Giovanni Cagili e Luciano Filippi.

La premiazione di Luciano Filippi terzo classificato (2005)

Altri premiati con premi acquisto, in ordine decrescente: Giorgio Rinaldini, Franco Cartia, Giuliano Censini, Elio Carnevali, Mario Massolo, Paolo Fedeli, Pasquale Marzelli, Secondo Vannini, Giovanni Cagili, Ruggero Mazza e Angelica Fratini.

Un’opera in concorso di Angelica Fratini (2005)

Esposizione delle opere (2005)

Al termine del concorso, a testimonianza di un successo ormai consolidato, il montepremi risulterà aumentato del 10% rispetto all’edizione precedente con 36 dipinti che entrano a far parte delle collezioni private dei sempre piu’ numerosi sostenitori del premio. Il museo continua la sua crescita e, grazie alle nuove donazioni, sala ad una consistenza di ventisette opere.

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In concomitanza con il concorso ospita la mostra personale del fotografo Beppe Cecchetti. Viene inoltre stampato un nuovo catalogo aggiornato che tiene nota della consistenza della collezione e dei suoi autori.

bellezza esige presenza, frequentazione, disponibilità, accoglienza. L’idea del piccolo museo di Fighille è nato probabilmente da un sentimento di stabilità, da una seduzione dell’anima che esige di essere coltivata con qualcosa di permanente e di non effimero.

Il cartellone della manifestazione 2005

La copertina del catalogo generale del piccolomuseo (2005)

Si legge nell’introduzione al catalogo fatta dall’assessore alla Cultura Cristina Tappini: “Passare da un premio di pittura, estemporaneo e a tema, concepito per valorizzare le particolarità di un luogo alla creazione di un museo permanente richiede una bella dose di temerarietà e di creatività. E’ indubbio che l’arte affascina e mette radici nei luoghi e nei modi più impensati. Fighille, attraverso la sua ProLoco e la sua gente, si è lasciata sedurre da questa fascinazione in modo impensabile fino a pochi anni fa. L’idea di quadri dipinti sul luogo e ritraenti il paesaggio, gli angoli caratteristici, la gente, le scene di vita quotidiana era e rimane una bella intuizione, ma troppo fugace e passeggera. A chi viene educato piano piano al gusto del bello e dell’estetica cresce dentro la voglia di poter godere di questi aspetti in modo non occasionale e limitato, perché la 110

L’artista Giovanni Cagili con l’opera in concorso (2005)

Lasciandosi guidare da questa ispirazione è stato facile concepire il progetto di un piccolo museo a Fighille. La creazione artistica non ha vincoli e chi si innamora di essa viene preso da quella specie di rapimento estatico che induce a seguire il proprio oggetto del desiderio.


Le difficoltà, se così si può parlare, riguardano altri aspetti: le strutture, adeguamenti di servizio, investimenti. Ma essi sono secondari. Sostenere questa intrigante impresa è doveroso e piacevole allo stesso tempo per la pubblica amministrazione, perché qui il risultato è già garantito. La gente ha già capito, è già cresciuta, ha già perseguito l’obiettivo che si era posto. Ora si tratta solo di allargare gli orizzonti, di conquistare altri alle lusinghe e alle seduzioni dell’arte, di potenziare le possibilità del museo. Un impegno di tale natura non può che coinvolgere l’intera comunità, perché esso l’arricchisce e con essa tutto il comprensorio, e ciò ci rende solidali nella cura e nel sostegno del progetto.”

L’artista Secondo Vannini con l’opera in concorso (2005)

La Proloco è riconoscente agli artisti che hanno consentito la realizzazione dell’iniziativa. Ogni anno pubblica un catalogo aggiornato che è spedito ai vari autori, alle gallerie, alle biblioteche. La raccolta dei quadri è sempre visionabile, giorno e notte, grazie alle ampie aperture protette dai vetri e alle luci mirate che danno vita ai colori. Non esiste il biglietto. L’arte e la cultura non vengono strette tra gli orari di bottega e sono un bene di tutti. “

Opera di Jan Manet in concorso a Fighille (2005)

Sempre nel catalogo Franco Ruinetti, coordinatore del progetto, scrive: “Sede suggestiva quella del PiccoloMusco a Fighille. Vi sono esposti i dipinti di artisti contemporanei che ai concorsi organizzati dalla Proloco hanno ottenuto i massimi riconoscimenti. La dotazione comincia ad essere importante ed è in continua crescita. Così si rende necessario ampliare lo spazio espositivo e l’Ente locale si impegna a soddisfare tale esigenza. Il museo si muove e promuove. Ad esempio, nell'agosto di questa estate, tutte le opere d’arte sono state esposte a Chiusi della Verna in un ambiente di alto interesse storico. Il periodo era quello di maggiore affluenza turistica.

Opera di Serenella Del Vita in concorso a Fighille (2005)

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2006 L’edizione del 2006 è l’edizione del venticinquennale, una traguardo importante e, per certi versi insperato. La particolare collocazione temporale del concorso, ai primi di ottobre, lo rende da sempre molto legato alle condizioni atmosferiche che incidono inevitabilmente sul numero dei partecipanti. Anche per questo si registrano 58 artisti in concorso con un totale di 102 opere esposte. Nella sezione extempore i partecipanti saranno invece 32, in netto aumento rispetto all’edizione precedente. Complessivamente sono proposte in esposizione 134 opere. Il regolamento è invariato. La vittoria del primo premio per opere da studio va al laziale Franco Cartia di Guidonia alla sua seconda partecipazione al concorso. La sua opera dal titolo “Ultima quercia a Marco Simone” mette tutti d’accordo riscontrando favori da pubblico e critica. L’opera entra a far parte della collezione della Banca di Credito Coooperativo di Anghiari.

Al secondo posto Paolo Fedeli di Gambassi Terme con l’opera “Lungo il fiume Arno”. Si legge nel verbale della giuria: “Il Paesaggio reale ha il significato di un paesaggio interiore. L’acqua, che sembra immobile, l’atmosfera sospesa e le case immerse nel silenzio, hanno il colore dell’attesa, della quiete nella solitudine.”

L’assessore regionale Silvano Rometti premia il vincirore Franco Cartia (2006)

La motivazione con cui la giuria premia Cartia è la seguente: “I colori rotolano in una frana incontenibile. Il quadro, di grandi dimensioni, è inquietante per quelle forme della realtà e della fantasia che vanno verso la frammentazione e la dissolvenza. In certe luci si declinano la dolcezza e la speranza.”

L’opera premiata di Paolo Fedeli (2006)

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Jan Manet al lavoro in extempore a Fighille per il concorso 2006 114


Al terzo posto Giuliano Censini di Torrita di Siena con l’opera “Notturno in rosso”. La giuria cosi’ si esprime in merito: “Sembra che la notte porti con sè il preludio di un tramonto svoltosi nel concerto del rosso. Sulla trama armonica di sensazioni acute sovrasta il nero, nel quale il giorno si perde.” Altri premiati con premi acquisto, in ordine decrescente: Jan Manet, Elio Carnevali, Giorgio Rinaldini, Sigfrido Nannucci, Luciano Filippi, Gianfranco Pogni, Secondo Vannini, Gianluca Bosello, Cristina Guidi, Lima Amissao, Rimas, Ruggero Mazza, Laura Serafini, Egidio Ghirlandi, Giancarlo Neri.

Americo Casi. La motivazione della giuria è: “L’artista ha realizzato una veduta che volge verso la sommità dei monti ed ha la leggerezza di una visione. La profondità dello spazio si sviluppa in un sapiente alternarsi di colori.”

L’assessore regionale Silvano Rometti premia il vincirore Piero Pacini (2006)

Al secondo posto l’opera di Elio Carnevali e al terzo quella di Jan Manet. Altri premi acquisto sono attribuiti a Paolo Fedeli, Giovanni Cagili, Temistocle Scola, Sandro Cellanetti e Ruggero Mazza.

Allestimento dell’extempore all’esterno (2006)

La sezione extempore vede la vittoria di Piero Pacini di Forli’ con l’opera dal titolo “Fighille”. Il premio è assegnato da

L’opera premiata in extempore dell’artista Jan Manet (2006)

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Il bilancio finale del concorso, nonostante un minor numero di opere esposte, segna un netto incremento nel montepremi finale che risulterà aumentato del 25% rispetto all’edizione precedente. Saranno 41 i dipinti che entrano a far parte delle collezioni private dei sostenitori del concorso. Il museo inoltre continua la sua crescita ed accoglie le donazioni, previste da regolamento, degli artisti classificatisi ai primi tre posti, si aggiungono le donazioni autonome fatte da Sandro Cellanetti, Giovanni Cagili e Elio Carnevali. La dotazione della collezione sale quindi al termine del concorso a trentadue opere.

L’opera di Ruggero Mazza premiata in extempore (2006)

L’opera di Sandro Cellanetti donata al piccolomuseo (2006)

Contemporaneamente vengono realizzate opere di sistemazione degli spazi: rifacimento degli intonaci nella saletta delle volte a piano terra e nuova tinteggiatura dei locali al piano primo. Viene inoltre stampato un catalogo aggiornato che tiene nota della consistenza della collezione e dei suoi autori. Il catalogo è distribuito ad enti e artisti in ogni parte d’Italia.

L’opera di Temistocle Scola premiata in extempore (2006)

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2007

L’edizione del 2007 rappresenta una prima svolta per il concorso che inizia una nuova fase di crescita ed espansione. L’avvento e la diffusione su larga scala del web consente di raggiungere un numero crescente di artisti, cosa impensabile fino a qualche anno prima con la sola spedizione degli inviti cartacei per posta ordinaria. Una lunga ed attenta fase di raccolta dati e selezione tramite internet, condotta durante i mesi precedenti, consente di creare un database di oltre mille indirizzi elettronici. Grazie anche a questo la pubblicizzazione dell’evento cresce in modo esponenziale e cio’ si ripercuote in un significativo aumento degli artisti partecipanti. Dai 58 dell’edizione precedente si sale a 98 e soprattutto a 180 opere in esposizione.

Anche il concorso extempore vive una esplosione di partecipanti che, per la prima volta, raggiunge quota 50. Insomma una edizione record frutto dell’uso attento delle nuove possibilità offerte dalla rete.

Il Sindaco Claudio Serini premia Sandro Cellanetti (2007)

Scolaresca in visita alla mostra (2007)

Si rende subito necessario aumentare le aule espositive: ormai viene occupato tutto il piano terra dell’edificio scolastico. Per l’extempore si allestisce la mostra all’esterno nel giardino della scuola. Con il numero dei partecipanti sale di molto anche il livello qualitativo delle opere tanto che si renderanno necessarie scelte difficili e dolorose per la giuria.

Il primo premio per opere da studio va al laziale Sandro Cellanetti di Tivoli. La sua opera dal titolo “Dare per avere” colpisce l’intera giuria che, senza esitazioni, la ritiene meritevole della vittoria. L’opera entra a far parte della collezione della Banca di Credito Coooperativo di Anghiari. La motivazione con cui la giuria premia Cellanetti è la seguente: “Si affermano sulla tela campi di marrone labili, spenti, compatti, strappate di bianco, elementi vari ora ben riconoscibili, ora dai significati segreti. Dominano il tutto bagliori e luminescenze del giallo, luce che si articola suggestiva, tenace talvolta come la speranza.” Al secondo posto Elio Carnevali di Pecognaga con l’opera “Paesaggio marino”. Si legge nel verbale della giuria: “La luce spazia nell’equilibrio della realtà e della solitudine, nella festa muta della natura. Il quadro rivela valide capacità nell’uso della tavolozza. La veduta ha la leggerezza della poesia.” Al terzo posto, Paolo Fedeli con l’opera “Paesaggio”. La giuria cosi’ si esprime in merito: “L’intonazione cromatica si 119


sviluppa coerente fino alle lontananze dell’orizzonte. La veduta, riferita con la godibilità del figurativo, ha risonanze intimistiche profonde. Il tempo della mente è fermo, i colori declinano verso le luci pacate della fine del giorno, nella tregua della contemplazione.”

L’opera di Romano Bertelli premiata nella sezione opere da studio (2007)

Michele Boncompagni e Franco Ruinetti al lavoro in giuria (2007)

L’opera di Franco Cartia premiata nella sezione opere da studio (2007)

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Altri premiati con premi acquisto, in ordine decrescente: Franco Cartia, Luciano Filippi, Carmine Patraccone, Temistocle Scola, Gianfranco Pogni, Antonio Civitarese, Fernanda Morganti, Gianluca Bosello, Romano Bertelli, Rimas, Lima Amissao, Fernanda Freddo, Giovanni Cagili, Jan Manet, Catia Giacchi, Raffaele Tarpani e Carlo Panzavolta.

L’opera di Gianni Mastrantoni in concorso nella sezione opere da studio (2007)


La sezione extempore vede la vittoria di Dario Polvani di Arezzo con l’opera dal titolo “Mattinata a Fighille”. Il premio è assegnato da Americo Casi. La motivazione della giuria è: “Una dolcezza crepuscolare pervade lo scorcio fighillese, rivissuto come visione levitante, che culmina in velature dorate.”

attribuiti a Secondo Vannini, Paolo Fedeli, Gianfranco Pogni, Raffaele Tarpani, Pasquale Marzelli, Sandro Cellanetti, Giuliano Censini, Ruggero Mazza e Lima Amissao.

Enzo Della Rina al lavoro in extempore (2007)

Dario Polvani al lavoro in extempore (2007)

Paolo Monaco al lavoro in extempore (2007)

Paolo Fedeli al lavoro in extempore (2007)

Al secondo posto l’opera di Sigfrido Nannucci e al terzo quella di Temistocle Scola. Altri premi acquisto sono

Il bilancio finale del concorso è lusinghiero in quanto trattasi di una edizione record per partecipazione e premi che registrano un ulteriore aumento del 20% rispetto all’edizione precedente con 56 dipinti assegnati. 121


Anche per il museo è un’anno importante in quanto al termine del concorso gli artisti Sandro Cellanetti, Paolo Fedeli, Elio Carnevali e Franco Cartia donano un’opera al museo. Inoltre la ditta “CESA di Falcini Enzo srl”, sponsor della manifestazione, dona al museo un’opera dell’artista Raffaele Tarpani. Le opere in dotazione salgono a 37.

Si legge nell’introduzione del prof. Franco Ruinetti: “Fighille è la terra dell’arte. La vocazione è naturale, deriva dalla pasta dell’argilla, che qui si estrae per viaggiare in ogni latitudine e per tradurre in immagini le emozioni degli scultori. Il concorso di pittura, quindi, fu inventato nel posto giusto, perché coerente con la località.

Opera dell’artista Jan Manet in concorso per opere da studio (2007)

Opera dell’artista Paolo Monaco in extempore (2007)

In collaborazione con l’Amministrazione Comunale viene inoltre stampato un nuovo catalogo aggiornato del piccolomuseo che gode di ampia diffusione.

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E’ giunto alla 26° edizione mentre la maggior parte degli altri finisce dopo una manciata di repliche. La longevità si regge sulla giovinezza che si rinnova. L’entusiasmo degli organizzatori cresce di volta in volta, come il favore della gente che visita le esposizioni nelle sale oppure all’esterno, sotto l’ombra dei pini e si intrattiene con gli artisti. Ecco: gli artisti. Tra loro ci sono quelli che in oltre un quarto di secolo non sono mai assenti. Tornano a trovare coloro che, anche solo per un giorno all’anno, sono amici, gli estimatori, chi possiede uno o piu’ dei loro lavori. Il premio di Fighille, unico nel panorama dei concorsi, mantiene il doppio, il triplo e ancor di piu’ di quanto promette. Se il bando dichiara 15 premi, questi lievitano, aumentano fino al giorno della festa.


Strettamente legato al concorso, anzi espressione dello stesso, da anni ormai, è stato istituito il museo dei primi. Vi sono esposti e sono sempre visibili i dipinti di quanti sono stati scelti come testimoni dell’arte contemporanea. L’avvento dell’arte e la festa paesana coincidono in Fighille. Un consuntivo sintetico dice che le cose vanno bene. Perché sono fatte a regola d’arte.” L’edizione 2007 è importante anche perché segna l’avvento a Fighille di nuovi sostenitori del concorso che tanto lo aiuteranno a crescere anche negli anni seguenti. Fra questi è doveroso ricordare Paola Pillitu, scomparsa nel 2013 ed in memoria della quale un’opera è stata collocata nel museo. Figura molto nota anche per il suo impegno in politica. La professoressa Pillitu, docente universitaria e donna di grande cultura, era la figlia dell'avvocato Luigi Pillitu per anni presidente della Cassa di Risparmio di Città di Castello e Sindaco della città nel dopoguerra.

L’opera di Pasquale Marzelli premiata nella sezione extempore (2007)

Paola Pillitu in visita alla mostra di Fighille

L’opera di Sandro Cellanetti realizzata per la sezione extempore (2007)

Grazie alla comune amicizia con la prof.ssa Rosella Biscarini, altra sostenitrice del Premio Fighille, scopri' il concorso quasi per caso, e ne rimase talmente entusiasta da diventarne subito una delle principali frequentatrici. Amante dell'arte, non era difficile scorgerla in giro per la mostra, fin dalle prime ore di apertura, a soffermarsi davanti alle varie opere. Anche negli ultimi anni, nonostante la malattia la tenesse lontana, seguirà la mostra via internet per poter scegliere le sue opere preferite. 123


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ϮϬϬϴ L’edizione del 2008 rappresenta un ulteriore punto di svolta. Per la prima volta vengono inseriti dei centri di raccolta in varie zone d’Italia in modo da ampliare ancora di piu’ il bacino degli artisti. Contattati qualche mese prima, danno la loro disponibilità a svolgere il ruolo di raccolta opere, fra gli altri, Roberto Boccato di Padova, Mario Tosi di Peschiera del Garda e Nicola De Benedictis di Cislago in provincia di Varese.

Cio’ consente di ampliare la partecipazione soprattutto alle regioni del nord Italia e non a caso saranno molti i volti nuovi in concorso. Altra importante novità è l’introduzione del catalogo cartaceo che a fine manifestazione conterrà il resoconto della manifestazione con le foto di tutte le opere premiate. E’ una novità fondamentale per far fare il definitivo salto di qualità al concorso anche se aumenta di molto il lavoro per l’organizzazione. Si renderà infatti necessario fotografare tutte le opere in concorso e, visti i tempi ristretti, non è cosa da poco. Tuttavia la novità piace ed ottiene unanimi apprezzamenti. Il primo catalogo è curato dallo studio grafico L’Arsenale mentre dall’anno successivo verrà curato direttamente dalla Pro Loco.

Marcello Bigi a Padova presso lo studio di Roberto Boccato

Il primo catalogo del Premio Fighille (2008)

A Peschiera del Garda dal centro di raccolta di Mario Tosi

Anche la pubblicizzazione dell’evento aumenta in modo considerevole tramite il web e vengono spedite oltre 2000 mail per promuovere l’iniziativa. Viene aumentato il montepremi complessivo garantito di base (in realtà già da alcuni anni veniva regolarmente aumentato durante la manifestazione) e l’obbligo di donazione della seconda opera al museo è limitato ai primi due classificati. 125


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Una settimana prima del concorso inizia la tradizione, che dura tutt’ora, di fare il giro dei centri di raccolta al nord, col furgone, per trasportare le opere raccolte. Partenza ben prima dell’alba da Fighille con prima tappa Padova e sosta per il pranzo a Peschiera del Garda, sul lago. Questo grande lavoro dà immediatamente i suoi frutti. Si registrano infatti 178 artisti in concorso con un totale di 288 opere esposte. Un aumento di oltre l’80% rispetto al 2007. Un record. Anche nella sezione extempore si registra un numero mai raggiunto prima: 70 partecipanti. Complessivamente verranno proposte al pubblico 358 opere. Il posto non basta piu’. Vengono usate tutte le aule del piano terra e il corridoio e si aggiungono tanti cavalletti in legno fatti realizzare per l’occasione. L’extempore è esposta all’esterno in una tensostruttura fatta montare per l’occasione nel piazzale antistante la scuola.

ferma un’immagine nella corsa del tempo, coglie chiarori e penombre, luci stemeprate e un guizzo caldo di rosso. Prevale un solo colore nelle sue varie tonalità. L’ambiente esterno e la dimensione interiore sono realisticamente interpretati”. Al secondo posto Ruggero Mazza di Ferrara con l’opera “Cromatismo urbano”. Si legge nel verbale della giuria: “Lembi di colori agitati dal vento si compongono nella veduta di uno scorcio urbano che ha la leggerezza di una visione. Dalle vocalizzazioni sciolte si sale ai significati definiti e, oltre l’inquietudine, si afferma una luminosità dolce, che ha i confini del cielo.”

L’ingegnere Giuseppe Tosti premia Ruggero Mazza (2008)

Esposizione delle opere (2008)

Il primo premio per opere da studio va al trentino Franco Chiarani di Arco alla sua prima partecipazione assoluta al concorso. La sua opera, dal titolo “Handicap”, emerge nella massa per la forza della sua quasi monocromia e vede, ancora una volta, la giuria unanime nell’attribuire il premio. L’opera entra a far parte della collezione della Banca di Credito Coooperativo di Anghiari. La motivazione con cui la giuria premia Chiarani è la seguente: “Il colpo d’occhio

Il Maresciallo Casini premia Carlo Panzavolta (2008)

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Al terzo posto, Carlo Panzavolta di Cesena con l’opera “Marika bar” e Antonella Raoni di Pistoia con l’opera “Meloni”.

Carnevali, Enzo Viviani, Luciano Grapeggia, Giorgio Rinaldini, Piero Paoli, Giuliano Censini, Luciano Filippi, Serenella Del Vita, Temistocle Scola, Gianfranco Pogni, Nicola De Benedictis, Raffaele Tarpani, Enzo Raponi, Sandro Cellanetti, Pasquale Marzelli, Fabrizio Filippi, Gianluca Bosello, Romano Bertelli, Daniele Ricci, Secondo Vannini, Bruno Nardi, Beppe Verani, Sergio Turle, Cirillo Murer, Attilio Cusimano, Fernanda Freddo, Giampietro Cavedon, Lorena Fabbri, Daniele Trevisan, Diego D’ambrosi, Federico Finotto e Roberto Boccato.

L’opera di Cirillo Murer premiata nella sezione opere da studio (2008)

L’opera di Gianluca Bosello in concorso nelle opere da studio (2008)

La lista degli altri premiati con premi acquisto è lunghissima perché tanti sono i premi assegnati, forti di un clamoroso successo di pubblico: Mario Tosi, Paolo Fedeli, Elio

L’opera di Emilio Gualandris in concorso nelle opere da studio (2008)

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La sezione extempore vede la vittoria di Jan Manet di Rovigo con l’opera dal titolo “Alta Valtiberina”. La motivazione della giuria è: “Il dipinto è la rappresentazione di un giorno sereno nella natura. La veduta si svolge da un primo piano molto articolato, in ordine alle cromie e alla vegetazione, verso una lontananza dove i particolari si perdono nella poesia dell’azzurro. Nel quadro ci sono i colori delle emozioni, piu’ che del paesaggio.”

massiccia di volontariato. Non esiste un’esperienza simile in tutto il comprensorio valtiberino.”

L’artista Nicola De Benedictis al lavoro in extempore (2008)

Il Sindaco Claudio Serini premia Gianfranco Pogni (2008)

Al secondo posto l’opera di Gianfranco Pogni e al terzo quella di Sigfrido Nannucci. Altri premi acquisto sono attribuiti a Vittorio Angini, Nicola De Benedictis, Fabrizio Filippi, Bruno Nardi, Dario Polvani, Sandro Cellanetti, Bruno Ceselin, Riccardo Antonelli. Alla fine della manifestazione il bilancio è molto positivo in quanto sono stati innalzati tanti record: maggior numero di partecipanti, maggior numero di opere, incremento del montepremi del 50% rispetto all’edizione precedente con 78 dipinti assegnati destinati alle collezioni privati di enti e famiglie del posto. L’assessore Cristina Tappini, scrive nell’introduzione al catalogo, al termine della manifestazione: “E’ davvero difficile restare indifferenti a questa manifestazione. C’è voluto coraggio, e non da poco, investire nell’arte e nella cultura, per valorizzare una frazione di un piccolo comune, con poche risorse e soprattutto con l’apporto di una dose

L’artista Bruno Ceselin al lavoro in extempore (2008)

Per il museo è un altro anno importante in quanto al termine del concorso gli artisti Franco Chiarani e Ruggero Mazza, come da regolamento, donano un’opera al museo. La ditta “CESA di Falcini Enzo srl” dona al museo le opere degli artisti Piero Paoli e Dario Polvani. La ditta “Alberti Ivo” dona al museo un’opera dell’artista Cirillo Murer. Le opere in dotazione sono diventate 42. 131


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2009

La squadra degli organizzatori si allarga a Luigi Gaddi, un fiorentino amante dell’arte che giunge a Fighille per visitare la mostra e che, anno dopo anno, instaurerà un rapporto di stima ed amicizia che dura tutt’ora.

Sull’onda dell’edizione record dell’anno precedente, il concorso del 2009 conferma ed anzi sviluppa le novità introdotte potenziando i premi ed i centri di raccolta. Anche in questa edizione verrà realizzato un catalogo a colori che tenga memoria dei risultati e delle opere in gara. La partecipazione è ancora una volta importante con 148 artisti in concorso e un totale di 257 opere esposte per la sola sezione delle opere da studio. Anche nella sezione extempore si registra un numero importante pari a 62 partecipanti. Complessivamente verranno proposte al pubblico 319 opere le cui dimensioni sembrano aumentare sempre di piu’. Il posto come al solito è sfruttato al massimo ma avremmo bisogno di ben altri spazi per garantire un migliore allestimento. Viene ormai utilizzata l’intera scuola, incluse alcune aule del piano primo. L’extempore ormai è stabilmente localizzata all’esterno in una tensostruttura provvisoria.

Esposizione delle opere (2009)

Esposizione delle opere (2009)

Il primo premio per opere da studio va al fiorentino Piero Paoli. La sua opera, dal titolo “L’edera”, entra cosi’ a far parte della pinacoteca della Banca di Credito Coooperativo di Anghiari. La motivazione con cui la giuria premia Paoli è la seguente: “I toni decisi del colore e le figure scolpite dal pennello sanno condurre altrove, nei campi della solitudine e della meditazione. La presenza femminile, ora ferma, ora che, volando, rapisce il pensiero segna la coniugazione tra il reale ed il surreale. Il vero e la luce sono trascorsi dalla vita delle emozioni.”. Al secondo posto Beppe Verani di Soncino (Cremona) con l’opera “Il biglietto rosso”. Si legge nel verbale della giuria: “Il quadro rappresenta una superficie antica, forse un muro tormentato dal tempo, nel quale affiorano vari colori consunti, di successive tinteggiature. Si notano alcuni elementi che quasi si staccano dalla base, come il biglietto, il quarto di luna, un sasso. Si leggono brevi inserti alfabetici. Il dipinto viene dalle regioni dello spirito. 133


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elementi protagonisti del quadro è accentua le luci dei colori, tra le quali spiccano quelle delle melagrane, il bianco ghiaccio dell’argento, il giallo dell’uva e della foglia. L’artista si distingue anche per la padronanza della tecnica..”

L’opera di A.Raoni seconda classificata come opera da studio (2009

L’opera di Beppe Verani seconda classificata come opera da studio (2009)

Sempre al secondo posto, a pari merito, l’opera “Natura morta su carta stropicciata” di Antonella Raoni da Pistoia con la seguente motivazione: “l’aspetto realistico è esaltato fino ad una definizione dagli effetti che suscitano meraviglia. Il nero uniforme del fondo contrasta con gli

Al terzo posto, Enzo Viviani di Verona con l’opera “Racconti segreti” cosi’ commentata dalla giuria: “I colori sono intensi, profondi, ma volgono alla dolcezza nella sosta del raccoglimento. La realtà esterna si conforma con i ritmi della vita interiore. Gli esiti rispondono allo stile originale di un talento a lungo esercitato.” La lista degli altri premiati con premi acquisto è ancora una volta lunghissima perché i premi assegnati aumentano sempre di piu’ e vengono spesso aggiunti durante la manifestazione, tanto da duplicare il montepremi iniziale: Gianni Mastrantoni, Gianfranco Pogni, Fabrizio Filippi, Elio Carnevali, Nicola De Benedictis, Temistocle Scola, Giorgio Rinaldini, Luciano Filippi, Franco Chiarani, Paolo Fedeli, Jan Manet, Ugo Rassatti, Gianluca Bosello, Mario Tosi, Sandro Cellanetti, Diego Palasgo, Serenella Del Vita, Bruno Ceselin, Carmine Patraccone, Egidio Ghirlandi, Daniele Ricci, Romano Bertelli, Sergio Turle, Catia Giacchi, Alessio Correale, Lima Amissao, Secondo Vannini, Silvia Forlani, Cirillo Murer, Ivano Fabbri, Lorena Fabbri, Giampietro Cavedon, Daniele Trevisan, Roberto Boccato. 135


Opera di Fabrizio Filippi in concorso a Fighille nel 2009 136


La sezione extempore vede la vittoria di Piero Tonfoni di Livorno con l’opera dal titolo “Paesaggio a Fighille”. La motivazione della giuria è: “Il paesaggio vive con le note di una tavolozza ricca. Propone una veduta realistica aperta fino alle lontananze dell’ultimo orizzonte. I colori perfettamente accordati intonano la canzone della solitudine.”

bacia il quadro che gli ha dato la vittoria dell’extempore e noi siamo felici con lui, perché dimostra che vincere il nostro concorso è qualcosa che non lascia indifferenti. Non comunichiamo mai in anticipo i nomi dei primi classificati perché vogliamo lasciare la sorpresa fino all’ultimo. E’ stato cosi’ anche quest’anno ed è stato piacevole vedere la soddisfazione sincera dei vincitori. Cio’ ripaga, almeno in parte delle fatiche e fa dimenticare le proteste del deluso di turno, che nonostante i nostri sforzi, non manca mai. Non potrebbe essere altrimenti visto il numero di partecipanti ed il livello degli artisti. Basta non ascoltarlo.

L’opera di Piero Tonfoni vincitrice extempore (2009) Allestimento della mostra sezione extempore

Al secondo posto l’opera di Fabrizio Filippi e al terzo quella di Ruggero Mazza. Altri premi acquisto sono attribuiti a Bruno Nardi, Temistocle Scola, Raffaele Tarpani e Lima Amissao. Alla fine della manifestazione il bilancio è positivo in quanto è stata quasi eguagliata l’edizione record dell’anno precedente. Il montepremi iniziale è stato quasi triplicato e sono stati assegnati 73 dipinti alle collezioni private di enti e famiglie del posto. Nel catalogo che viene dato alle stampe dopo il concorso si legge nella cronaca della pro loco: “E’ quasi il tramonto quando inizia la premiazione. Il piazzale è pieno di gente, alcuni anche fuori nella strada. La cerimonia è semplice ma piacevole, con qualche parentesi anche simpatica. Piero Tonfoni, visibilmente emozionato,

Appena finita la premiazione, sono circa le 20, è il caos. Tutti vogliono ritirare le opere per ripartire di fretta verso casa. In mezz’ora la scuola si svuota completamente, restano i cavalletti vuoti, le pareti spoglie e un vago sentimento di malinconia. Però, per la prima volta dopo tre giorni, ci si può sedere un attimo, stanchissimi ma soddisfatti, ancora una volta. Il lavoro invece non è ancora finito perché, dopo cena, grazie all’aiuto di alcune donne del paese, in un batter d’occhio la scuola viene riportata a lucido con tutti i banchi al loro posto. Sembra la favola di Cenerentola. Quando ci chiudiamo alle spalle il cancello della scuola è ormai mezzanotte e in cielo partono i primi fuochi di artificio che suggellano la sagra paesana. Finisce cosi’, sfiniti con il naso all’insu’.” 137


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Questo invece un breve stralcio dell’articolo di Franco Ruinetti dedicato al concorso extempore: “Tutti gli anni, ai primi di ottobre, quasi sempre, il tempo è bello e l’estate dà l’impressione di invadere il domino dell’autunno. In pieno giorno suona ancora la grancassa d’agosto, ma di sera si sentono gli anticipi di novembre.

là, s’incontrano i concorrenti con i loro cavalletti da campo, che lavorano. Sono quelli dell’estemporanea, la sezione del concorso piu’ viva e vera, che non nasconde trucchi. E’ interessante fare un giro per soffermarsi con loro. Le conversazioni talvolta prendono strade curiose. Ecco: un pittore, alto come un palo della luce, borbotta contro la nuvolaglia che copre il Catria. Un altro, piu’ in là, sul ciglio della strada, ha la bocca impegnata. Tiene un pennello stretto tra i denti, fuma, parla con una signora.

Gli artisti Ruggero Mazza e Amissao Lima (2009)

L’opera di Ruggero Mazza seconda classificata extempore (2009)

Franco Ruinetti con gli artisti Amissao Lima e Secondo Vannini (2009)

Sulle prode delle stoppie, a mezza costa della collina, davanti ad un pollaio o sotto il cielo di Petriolo, sparsi qua e

Non manca il contestatore. E’ mancino. Come Leonardo, ma salta all’occhio che, con lui, non ha nessun tipo di parentela. Afferma che a Fighille l’arte alta (certamente allude alla sua) non la sanno vedere e la giuria del concorso dovrebbe cambiare mestiere. Per non fare danni. Chissà perché partecipa, meglio non indagare. Un pittore è salito sulla terrazza di una casa ancora in costruzione. 139


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Sul parapetto c‘è l’apparecchiatura di boccette, vasetti, pennelli e stracci sporchi. E’ lassu’ per vedere fuggire i campi nella pianura. A perdita d’occhio. Il lavoro, non ancora finito, è sorprendente. L’autore è riuscito a trafugare i colori e la luce al giorno per concentrarli nello spazio breve della tela. Il mattino è avvolto dal cielo azzurro con sentore di trasparenze dorate. Forse di fuori non si vede, ma tutti si è giovani.”

A ottobre quindi, in concomitanza con il concorso, viene inaugurata la nuova area museale e viene realizzata un’edizione aggiornata del catalogo generale.

Inaugurazione dei rinnovati locali del museo (2009)

Opera di Sergio Turle in concorso per opere da studio (2009)

Per il museo il 2009 è un altro anno importante. Già dalla primavera erano iniziati dei lavori di ristrutturazione e riorganizzazione interna. Il Comune di Citerna aveva messo a disposizione un nuovo locale al piano terra e quindi è stato possibile eseguire vari lavori in compartecipazione economica con la Pro Loco e con il contributo gratuito delle ditte “Cardelli Carlo” ed “Edilpavimenti”. In particolare vengono creati una porta di collegamento, una nuova pavimentazione, un nuovo impianto di illuminazione e diffusione sonora, la completa riorganizzazione degli spazi. A settembre viene apposta sopra l’ingresso del museo un’opera in ceramica realizzata dagli alunni della Scuola Primaria di Fighille con il contributo della ditta “Formetal”.

Inaugurazione dei rinnovati locali del museo (2009)

Cosi’ l’assessore Manuela Mari parla di questi ultimi lavori nell’articolo contenuto nel catalogo del concorso: “L’amministrazione comunale, consapevole dell’importanza del progetto, si è impegnata e, collaborando con la Proloco, ha contribuito all’allargamento dello spazio espositivo: oggi Fighille può vantare una nuova e moderna galleria d’arte, patrimonio di tutti.

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Con lo stesso impegno ed entusiasmo al progetto mostrati sin ora da tutta la comunità, credo sia possibile e doveroso far crescere ancora questa bella realtà.

nostra comunità, ma anche per i visitatori che vorranno conoscere più profondamente la Valtiberina e avvicinarsi alle atmosfere, ai colori, alle tradizioni e alla cultura dei nostri incantevoli luoghi.” Al termine del concorso 2009 la ditta “CESA di Falcini Enzo srl” dona al museo un’opera dell’artista Piero Tonfoni e la ditta “Alberti Ivo” dona un’opera dell’artista Giampietro Cavedon. Le opere in dotazione salgono quindi a 44.

Boncompagni, Capacci e Gaddi Il catalogo del Premio Fighille (2009)

Inaugurazione dei rinnovati locali del museo (2009)

Il mio auspicio è che Fighille per l’arte e il Piccolo Museo siano sempre di più un punto di riferimento, non solo per la 143


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Complessivamente verranno proposte al pubblico 455 opere. Le difficoltà di gestione aumentano ancora mentre gli spazi scarseggiano.

2010

L’edizione del 2010 registra numeri mai raggiunti prima, a testimonianza di una raggiunta credibilità e notorietà ormai di scala nazionale. Da questo anno il concorso è intitolato ad Americo Casi, recentemente scomparso. In accordo con la famiglia l’opera vincitrice verrà destinata al museo in sua memoria. Il montepremi aumenta ancora e vengono aumentati i centri di raccolta che coprono ormai gran parte del territorio nazionale, da nord a sud.

Jan Manet al lavoro in extempore

Opere in esposizione (2010)

Ma l’evento che contribuisce a dare assoluta visibilità al Premio Fighille è, dal settembre 2010, la nascita del blog (www.fighillearte.blogspot.it) un nuovo sito web dedicato alle iniziative culturali della Pro Loco con una sezione virtuale dedicata al museo. In pochi mesi il sito raggiunge il traguardo dei 50000 contatti e si affermerà negli anni a venire come un punto di riferimento per gli artisti e per molti altri concorsi italiani. I frutti di questo grande lavoro si toccano con mano con 223 artisti in concorso per un totale di 389 opere esposte. Un incremento di oltre il 50% rispetto al 2009. Un ennesimo record. Anche nella sezione extempore si registra un numero molto interessante: 66 partecipanti.

Patrizio Oca al lavoro in extempore

Il primo premio per opere da studio va al bresciano Gianni Gueggia di Castrezzato, alla sua prima partecipazione assoluta al concorso. La sua opera, dal titolo “Giocolieri”, mette tutti d’accordo e ricuote anche un grande successo nel gradimento del pubblico. 145


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La motivazione con cui la giuria premia Gueggia è la seguente: “le figure improbabili, anzi impossibili, eppure nello stesso tempo profondamente vere, sono scandagliate da una acuta indagine psicologica. I colori, ora formicolanti ora pacati, rappresentano l’alfabeto di un linguaggio godibile ed efficace che sa parlare della realtà ma anche del mondo interiore.”. Al secondo posto vengono assegnati addirittura tre exaecquo agli artisti Enzo Viviani di Verona, Antonella Raoni di Pistoia ed Edi Brancolini di Carpi. Viviani ha presentato l’opera “Il flauto e la fanciulla”. Si legge nel verbale della giuria: “Vividi filamenti e note cromatiche, danno luogo ad un interno dove la musica è bellezza e questa è l’essenza dell’eleganza. Le luci diventano leggere come la fantasia, il dipinto comunica serenità e piacevoli sensazioni.”

Antonella Raoni ha presentato l’opera “Light and passion”. Si legge nel verbale della giuria: “I colori, dai contrasti decisi quanto realistici, corrispondono perfettamente all’energia delle linee. Le luci sono scandite in irradiazioni alte che però intonano i silenzi della meditazione.”

L’opera di Edi Brancolini seconda classificata opere da studio

L’opera di Antonella Raoni seconda classificata opere da studio

Edi Brancolini, infine, viene premiato per l’opera “Il riposo di Bacco” con la seguente motivazione: “Le figure sono sillabate in termini felicemente veristici. Il lavoro, di facile e immediata leggibilità, racconta una scena precisata fino nelle pieghe dei dettagli. La concretezza, tramite i modi dell’arte, si sublima nella fantasia.” Al terzo posto, Antonio Mazziale di Campobasso con l’opera “La solitudine” cosi’ commentata: Larghe campiture compatte, distese nel silenzio, sono lo sfondo di un’apparizione luminosa che è come un’isola immersa nella solitudine. C’è una luna smarrita nel cielo, gioca rimbalzi di colore con quello scorcio di paese che si erge nella dimensione oscura della fantasia. Il cane e il cipresso vivono la magia della notte.”. La lista degli altri premiati con premi acquisto è, come al solito, lunghissima perché sempre di piu’ sono i premi assegnati, forti di un crescente successo di pubblico.

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Questi gli artisti assegnatari di premi acquisto: Elio Carnevali, Nicola De Benedictis, Attilio Gulberti, Diego Palasgo, Ido Erani, Serenella Del Vita, Temistocle Scola, Giampietro Cavedon, Giorgio Rinaldini, Beppe Verani, Sigfrido Nannucci, Giuliano Censini, Ugo Rassatti, Aline Spada, Sandro Cellanetti, Franco Chiarani, Pierangelo Arbosti, Stefano Venturini, Fernanda Freddo, Antonio Maceri, Fernanda Morganti, Piero Paoli, Diego D’ambrosi, Fabrizio Filippi, Bruno Zieger, Roberto Boccato, Mario Tosi, Secondo Vannini.

Nel catalogo che viene dato alle stampe dopo il concorso si legge nell’introduzione della pro loco: “Questa edizione del concorso di pittura si chiude con una partecipazione record di artisti provenienti da tutta Italia, con un incremento significativo del montepremi e con un lusinghiero successo di pubblico. Pur avendo ancora molti margini di miglioramento, il Premio di Fighille, ormai avviato verso l’importante soglia dei trent’anni, è stato ancora una volta un successo andando ben al di là delle attese.

La premiazione di Antonella Raoni

L’opera di Beppe Verani premiata nella sezione opere da studio

La sezione extempore vede la vittoria di Gianfranco Pogni di Livorno con l’opera dal titolo “Un giorno a Fighille”. Al secondo posto l’opera di Paolo Fedeli e al terzo quella di Bruno Nardi. Altri premi acquisto sono attribuiti a Dario Polvani, Jan Manet e Alessandro Marrone. Alla fine della manifestazione il bilancio è ancora una volta molto positivo in quanto, grazie alla crescente fama della manifestazione, il montepremi è stato quasi triplicato con 61 dipinti assegnati e destinati alle collezioni privati di enti e famiglie del posto.

Tutto ciò in un panorama nazionale tutt’altro che incoraggiante dove, anche a causa della pesante crisi economica, molti concorsi si sono ridimensionati e, in taluni casi, non si sono svolti. Il nostro concorso è invece andato in controtendenza con numeri record. I motivi possono essere molteplici: la partecipazione e la qualità degli artisti, la presenza e l’interesse del pubblico, l’impegno e l’entusiasmo dell’organizzazione, la credibilità e la tradizione di un concorso che non ha mai deluso le attese. Negli ultimi dieci anni è cresciuto in termini esponenziali grazie anche ad un’attività di promozione capillare estesa durante tutto l’anno con l’ausilio del web. Il sito che la pro loco ha dedicato in esclusiva alle sue attività artistiche e culturali è infatti frequentatissimo ed è una vetrina fondamentale, aperta 24 ore su 24, per promuovere il territorio. 149


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Se pensiamo che dieci anni fa le opere esposte erano appena 60, c’è di che essere soddisfatti nel vedere che quest’anno sono diventate 455 con una partecipazione ai massimi livelli da ogni Regione d’Italia.

nazionale. Tutto ciò proprio nell’anno in cui il suo fondatore, Americo Casi, ci ha lasciato. A lui che lo ha fatto nascere e crescere è stato doverosamente intitolato il concorso.

L’artista Fernanda Freddo al lavoro in extempore

L’opera di Gianfranco Pogni vincitrice della sezione extempore

Vedere artisti di fama nazionale ed internazionale partire da centinaia di chilometri di distanza per essere presenti a Fighille non è cosa da poco. Se dieci anni fa un tendone in piazza San Michele era più che capiente per contenere i partecipanti, oggi l’intero edificio scolastico, su più piani, è largamente insufficiente a garantire accoglienza a tutti e c’è già un’emergenza spazi. Ciò è quasi incredibile se riflettiamo sul fatto che questo concorso è espressione di una realtà così piccola ma è quel luogo che tutti i pittori conoscono e in cui, almeno una volta all’anno, vogliono essere presenti con le proprie opere. Ad ottobre Fighille raggiunge la più alta densità procapite di opere d’arte al mondo: una ogni due abitanti. Il tanto lavoro svolto, nella promozione e nello sviluppo, sta quindi dando i risultati sperati e ha portato questo concorso ad essere fra i più importanti a livello

L’opera di Paolo Fedeli seconda classificata della sezione extempore

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Questo invece il testo che il prof. Franco Ruinetti dedica al concorso 2010: “Nei primi giorni di ottobre a Fighille sventola la bandiera dell’arte. Il concorso, specialmente in questi ultimi anni, è cresciuto in termini esponenziali. L’esiguo paese rappresenta per i concorrenti un appuntamento tra i più importanti in campo nazionale. Questa rassegna è diversa dalle altre. Sembra che la cultura faccia festa perché c’è aria di vacanza nell’ultimo sole della bella stagione e poi ci si trova nel mezzo del grande quadro della natura, motivo di ispirazione per i partecipanti all’estemporanea.

sempre poco. Io, rapportandomi soprattutto a quelle che sento come le più valide proposte vivo una mattinata intensa, tra uno stimolo, una provocazione, una sorpresa. Vedo quadri nei quali la forza del vero si coniuga con l’arbitrio della fantasia, altri dove le luci scandiscono con decisione gli argomenti, altri ancora che propongono le vedute e le armonie dell’interiorità. Scrivo le mie preferenze e vado a confrontarmi con gli altri presidenti nel segreto appartato di una stanza. In genere gli accordi sono facili e le decisioni risultano all’unanimità. Ma può capitare che uno della commissione non sia in sintonia con gli altri, che si impunti. La decisione, così, è presa a maggioranza. E quello ci resta male, fino al concorso del prossimo anno.

L’opera di Marco Ramazzotti in concorso nella sezione extempore

Nelle sale dell’esposizione e nel corridoio si modulano o squillano le note di tutti i colori. Per allestire una mostra collettiva così gli organizzatori hanno lavorato fino alle ultime ore del giorno prima. Ma non è finita, c’è da valutare i lavori presentati e l’operazione è delicata. La commissione giudicatrice è costituita dai responsabili della Pro loco: un architetto, un ingegnere, un funzionario che se ne intende, un noto e notevole artista fuori gara e da me che scrivo queste note. Non ci sono commissari, siamo tutti presidenti. Forse la democrazia trabocca, ma la formula funziona. Ognuno fa il giro dell’articolata galleria per conto suo, si ferma a ragionare con i quadri, scrive le proprie emozioni per non dimenticarle, ha tutto il tempo che vuole, che è

L’artista Bruno Nardi al lavoro in extempore

Il museo è in costante evoluzione. Durante il 2010 vengono anche eseguiti ulteriori lavori di miglioramento. I locali vengono dotati di un nuovo impianto di illuminazione e di nuove bacheche espositive. Con il concorso nuove opere entrano nella collezione. La famiglia Casi-Ludovici dona al museo l’opera dell’artista Gianni Gueggia in memoria di Americo Casi. La ditta “CESA srl” dona al museo l’opera dell’artista Bruno Zieger. La ditta “Alberti Ivo” dona al museo un’opera dell’artista Ugo Rassatti. Gianni Mastrantoni dona un’opera al museo. La dotazione della pinacoteca sale quindi a 48 opere.

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Il primo premio per opere da studio va al livornese Temistocle Scola. La sua opera, dal titolo “La rinascita del bosco”, entra cosi’ a far parte del piccolomuseo di Fighille in memoria di Americo Casi.

Pensando che i numeri raggiunti dall’edizione record dell’anno precedente fossero irripetibili organizziamo l’edizione del 2011 mantenendo immutata l’impalcatura del concorso ed aggiungendo soltanto un nuovo riconoscimento: il Premio San Michele d’Oro, una sorta di premio alla carriera che verrà assegnato dalla giuria ad un artista in gara. L’opera entrerà nella collezione del museo. Nonostante le previsioni il concorso cresce ancora e stabilisce nuovi record, creandoci non poche preoccupazioni nel dover gestire una mole sempre piu’ grande di opere, per lo piu’ in un lasso di tempo tanto ristretto. La partecipazione sale a 250 artisti in concorso per un totale di 429 opere esposte per la sola sezione delle opere da studio. Anche nella sezione extempore si registra una nuova vetta: 81 partecipanti.

Valerio Casi premia Temistocle Scola

La motivazione con cui la giuria premia Scola è la seguente: “C’è il rigoglio della vita e l’impressione della morte in un breve scorcio silvano. Il calore nuovo e la forza della primavera vincono sulle macerie che cercano ancora la luce. E forme e i colori del quadro, decisamente allegorici, pur chiarezza del realismo, offrono varie chiavi di lettura e di interpretazione.”

Allestimento mostra 2011

Complessivamente verranno proposte al pubblico 510 opere. Ancora una volta è necessario utilizzare l’intera scuola, incluse alcune aule del piano primo. L’extempore ormai è localizzata all’esterno nella tensostruttura.

Il maresciallo Casini premia Giampietro Cavedon

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Al secondo posto Antonella Raoni da Pistoia con l’opera “Natura morta”. Si legge nel verbale della giuria: “I colori sono alfabeto delle emozioni, traggono dal nulla del nero l’esultanza di immagini scandite con il vigore della dolcezza. Il quadro riempie la solitudine. Vibrano nell’immobilità gli squilli del vetro, gli accenti dell’arancione e del giallo.” Al terzo posto, Edi Brancolini, Attilio Gulberti e Giampietro Cavedon.

Vannini, Gabriella Muccini, Ferruccio Ragno, Gianluca Bosello.

L’opera di Antonio Maceri premiata nella sezione opere da studio

L’opera di Giampietro Cavedon terza classificata nella sezione opere da studio

La lista degli altri premiati con premi acquisto è lunghissima segno tangibile del successo della manifestazione che triplica il montepremi iniziale: Enzo Viviani, Elio Carnevali, Fabrizio Filippi, Gianni Gueggia, Giuliano Censini, Beppe Verani, Gianna Pieroni, Morena Marini, Ido Erani, Jan Manet, Sandro Cellanetti, Nicola De Benedictis, Antonio Maceri, Gianfranco Pogni, Luciano Filippi, Salvatore Testa, Michelino Iorizzo, Piero Paoli, Franco Chiarani, Mario Tosi, Roberto Boccato, Romano Bertelli, Sergio Turle, Fabio Giocondo, Tiziano Calcari, Daniele Dell’Uomo, Egidio Ghirlandi, Diego Palasgo, Antonio Mazziale, Secondo

L’opera di Salvatore Testa premiata nella sezione opere da studio

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Il premio San Michele d’Oro alla carriera è attribuito alla straordinaria figura del friulano Ugo Rassatti da decenni protagonista dei piu’ importanti concorsi italiani.

l’assegnazione di 74 dipinti alle collezioni private di enti e famiglie del posto.

L’opera di Riccardo Antonelli premiata nel concorso extempore

Opera di Ugo Rassatti

La sezione extempore vede la vittoria di Ruggero Mazza di Livorno con l’opera dal titolo “Rincorrersi di luci e ombre a Fighille”. La motivazione della giuria è: “L’interno e l’esterno convivono nell’intonazione musicale delle cromie. La tavolozza è ricca, esuberante, ha note intense che vaniscono in trasparenze vaporose. L’emozione assume gli aspetti morfologici della realtà.” Al secondo posto l’opera di Paolo Fedeli e al terzo quella di Riccardo Antonelli e Alvaro Tomassi. Altri premi acquisto sono attribuiti a Pietro Crocchioni, Romano Bertelli, Carlo D’agostino, Raffaele Tarpani, Nicola De Benedictis, Bruno Nardi. La manifestazione si chiude quindi con un bilancio straordinario, con un montepremi iniziale quasi triplicato e 158

Nel catalogo che viene dato alle stampe si legge nell’introduzione della pro loco: “Niente meglio dei numeri possono aiutare a tracciare un bilancio del concorso di pittura che ha tagliato quest’anno la soglia della trentesima edizione. Lo ha fatto in grande stile con una nuova edizione record e nonostante la pesante crisi economica che affligge il nostro paese e toglie energia ed entusiasmo a molti. Per fortuna il nostro concorso anche quest’anno ha continuato a crescere: nel numero dei partecipanti e delle opere, nel montepremi, nell’interesse del pubblico. Non è cosa da poco. Il nostro concorso che è andato assumendo negli anni un’importanza crescente fino ad affermarsi ormai come una delle manifestazioni leader del settore in Italia. Pochi concorsi possono oggi vantare una partecipazione cosi’ numericamente importante, quasi nessuno un livello qualitativo pari a quello che, anche in questa edizione, si è trovato a Fighille. Tutto cio’ è assolutamente sorprendente soprattutto se si pensa che il concorso è espressione di un piccolo paese.


promozione artistica e culturale, di contribuire a far crescere, conoscere ed apprezzare il nostro territorio e le sue ricchezze. Nel farlo ci ricorda l’importanza della cultura che a volte, pressati dalle emergenze del quotidiano tendiamo a dimenticare, soprattutto in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo.”

Il catalogo del concorso 2011

I motivi del successo della manifestazione vanno quindi cercati altrove: nella passione per l’arte che, dopo trent’anni è ancora intatta nel pubblico e nell’organizzazione, e nell’intensa attività di promozione svolta con continuità durante l’anno grazie al sito che viaggia ormai spedito verso i centomila contatti. Questo invece il commento del sindaco di Citerna Giuliana Falaschi, nella sua presentazione in catalogo: “Il Premio Fighille oggi costituisce non solo uno degli eventi culturali più importanti del nostro Comune ma è riuscito a guadagnare una posizione di notevole rilievo ben oltre i confini della Regione, fino a diventare una delle piu’ importanti manifestazioni nazionali del settore. Ogni anno attira nel nostro territorio centinaia di artisti e numerosissimi appassionati permettendogli di godere rilassanti giornate tra arte, cultura e gastronomia, abbinando la pittura alla degustazione dei tipici sapori che la Valtiberina può offrire all’inizio dell’autunno. Al premio di pittura di Fighille va quindi riconosciuto il grande merito, oltre a quello già importantissimo della

Opera di Diego D’Ambrosi in concorso nella sezione per opere da studio

L’artista Vincenzo Frisco in extempore

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Franco Ruinetti scrive cosi’ sul concorso del 2011: “Anche stavolta il concorso è andato alla grande, ogni anno, dopo mesi col fiato sospeso, alla fine arriva una valanga di partecipanti. Se continuerà così, per esporre le opere non basteranno più tutta la scuola e il grande spazio coperto nell'antistante parco. Bisogna riconoscere i meriti della Pro loco, in particolare di Gino, Sandro, Marcello, diavoli del computer.

un busto in polistirolo raffigurante Enzo Bearzot, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. In aprile lo scrittore Amos Cartabia pubblica, per la casa editrice Acar Edizioni, “La notte passò lenta” un romanzo ambientato a Fighille che ha come protagonista il museo.

L’artista Patrizia Tosti in extempore

L’artista Nadia Comegna in extempore

A volte mi torna in mente la discussione su un dipinto classificato in una posizione di rilievo, non posso dire quale. Io sostenevo che non valeva tanta attenzione perché disarmonico, zoppo e spento. Esageravo per contrastare con forza gli apprezzamenti degli altri. Alla fine fui messo in minoranza e mi dispiacque. Quando seppe il risultato, l'autore di quel dipinto fece una piazzata e dette torto a tutti. Era convinto (modestamente!) di meritare di più, molto di più. La verità è che i concorrenti partecipano per vincere e, benché a Fighille ci sia sempre un montepremi ricchissimo, è chiaro che molti restano scontenti e non di rado sollevano lamentele. Ma questo fa parte del gioco.” Il 2011 per il museo di Fighille è un altro anno fondamentale, costellato di eventi fin dai primi mesi dell’anno. In marzo l’artista Enzo Maneglia dona al museo

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L’artista Susy Rastelli in extempore

Nello stesso mese viene inaugurata la Via Crucis FighillePetriolo composta da 15 stazioni realizzate da altrettanti artisti. L’opera è realizzata dalla famiglia in memoria di Americo Casi. Le 15 opere, i cui originali sono conservati


nella Chiesa di San Michele Arcangelo, sono donate dagli artisti: Gianni Gueggia, Mario Massolo, Secondo Vannini, Fernando Fusco, Nicola De Benedictis, Antonella Raoni, Luciano Filippi, Gianfranco Pogni, Vittorio Angini, Dario Polvani, Maurizio Rapiti, Guerrino Bardeggia, Tonino Puletti, Franco Chiarani e Piero Paoli.

I lavori sono eseguiti in compartecipazione economica fra il Comune di Citerna e la Pro Loco con il contributo della ditta “Sirme Group” di Sansepolcro. La ditta F.lli Maestri di Fighille esegue gratuitamente le opere edili.

Inaugurazione Via Crucis Fighille-Petriolo

Inaugurazione Via Crucis Fighille-Petriolo

Nel mese di settembre vengono eseguiti nuovi lavori di ristrutturazione interna per creare un collegamento diretto fra il piano terra e il piano primo e viene riorganizzato lo spazio espositivo.

Il museo ospita la mostra personale del fotografo Dante Renzacci. Ad ottobre viene realizzata un’edizione speciale del catalogo del museo con la storia dei suoi primi dieci anni. Al termine del concorso la famiglia Casi-Ludovici dona al museo l’opera dell’artista Temistocle Scola in memoria di Americo Casi. La ditta “SIRME Group” dona al museo l’opera dell’artista Antonio Mazziale. La ditta “Alberti Ivo” dona al museo un’opera dell’artista Morena Marini. La dotazione del museo sale a 57 opere.

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ϮϬϭϮ L’edizione 2012 del concorso, basato su una formula ormai consolidata e di successo, vede la partecipazione di 218 artisti per un totale di 381 opere esposte per la sola sezione delle opere da studio. Nella sezione extempore si registrano 55 partecipanti. Complessivamente verranno proposte al pubblico 436 opere. Il primo premio per opere da studio va al campano Salvatore Testa. La sua opera, dal titolo “Le donne della rivelazione”, entra cosi’ a far parte del piccolomuseo di Fighille in memoria di Americo Casi.

talento è imprevedibile, evade dalla realtà, ma per fermarsi alla sua impronta, all’ombra. Il pittore ne coglie le linee fluenti, conferisce una linea nuovi alle proiezioni del melograno, che rinascono con colori certi e tenaci. La fantasia e l’arte sono libere, non subiscono alcun condizionamento.”

L’opera seconda classificata di Giorgio Centovalli

La premiazione di Salvatore Testa

La motivazione con cui la giuria premia Testa è la seguente: ““Il quadro presenta due figure muliebri attraenti e cariche di enigmi, attuali ma che sembra vengano dalla perfezione della classicità. Sono ferme, in posa, ma poi l’attenzione corre nei panneggi liberi e mobili. La bellezza fiorisce in forme varie, colori persuasivi e l’artista la fa uscire dal sogno..” Al secondo posto Giorgio Centovalli di Città di Castello con l’opera “Melograno”. Si legge nel verbale della giuria: “Il

Al terzo posto, Edi Brancolini con l’opera “Istruzioni di volo”. La giuria si esprime cosi’: “Questo pittore va altrove, vola nella dimensione del surreale, nel mondo di un particolare sogno, pieno di luci e di colori. L’autore esprime notevoli capacità grafiche e nell’uso della tavolozza. Le immagini perentorie si scolpiscono nella memoria.” La lista degli altri premiati con premi acquisto è: Enzo Viviani, Elio Carnevali, Nicola De Benedictis, Massimo Cantini, Gianni Gueggia, Roberto Boccato, Rosario Catino, Alberto Ferrari, Attilio Gulberti, Romano Bertelli, Ugo Felici, Jan Manet, Mario Tosi, Paolo Fedeli, Franco Chiarani, Lello Negozio, Fabrizio Filippi, Sergio Giromel, Sergio Turle, Doriano Tosarelli, Giovanni Cagili, Ercole Fortebraccio, Tiziano Calcari, Gianluca Bosello, Fernanda Freddo, Serenella Del Vita, Ugo Rassatti, Enrico Ascorti, Roberto

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Ghezzi, Maurizio Rapiti, Roberto Banfi Rossi, Bruno Nardi, Daniele Trevisan, Paolo Monaco, Secondo vannini, Fernanda Morganti, Domenico Mauro. Il premio San Michele d’Oro alla carriera è attribuito a Piero Paoli, artista di Firenze.

importante come una capitale, almeno nell’ambito della pittura. Non è esagerato infatti dire che il Premio di Pittura di Fighille si trova da qualche anno stabilmente ai massimi livelli nazionali. I numeri da record lo testimoniano e tutto questo in un periodo di crisi pesantissima. Per non farne solo una questione di cifre va altresi’ aggiunto che la qualità delle opere era molto elevata, come tutti i visitatori della mostra hanno riscontrato. La nostra associazione e il paese intero sono fieri di questo nuovo successo che a molti sembrerebbe inconcepibile.

Opera premiata di Nicola De Benedictis nella sezione opere da studio

La sezione extempore vede la vittoria di Antonio Mazziale di Campobasso. Al secondo posto l’opera di Nicola Badia e al terzo quella di Riccardo Antonelli. Altri premi acquisto sono attribuiti a Paolo Fedeli, Tiziano Calcari, Temistocle Scola, Sigfrido Nannucci, Raffaele Tarpani. La manifestazione si chiude con un bilancio ottimo e l’assegnazione di un montepremi importante che consente l’assegnazione di 67 dipinti alle collezioni private di enti e famiglie del posto. Nel catalogo che viene dato alle stampe si legge nell’introduzione della pro loco: “La bandiera dell’arte continua a sventolare alta su Fighille. Ormai da più di trent’anni, questo paese così piccolo diventa per due giorni

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Opera premiata di Ugo Felici nella sezione opere da studio

Eppure la formula fighillese continua a dimostrarsi vincente nel corso degli anni: merito del piacevole clima e del sole d’inizio autunno che rendono così bello il paesaggio; merito dell’aria “di una volta”, semplice e di festa, che si respira nel


paese, in cui negli stessi giorni si svolge la festa popolare; merito dell’impegno e dell’entusiasmo di chi porta avanti questa iniziativa.

Merito di queste, come di tante altre cose e persone, che, combinate assieme, fanno sì che il vento che fa sventolare quella bandiera, a Fighille soffi ogni anno più forte.” Questo invece il commento del sindaco di Citerna Giuliana Falaschi, nella sua presentazione in catalogo: “Anche quest'anno ci troviamo a commentare un altro brillante successo del Premio Fighille. Non è una novità: sono ormai molti anni che questa manifestazione cresce in maniera esponenziale senza conoscere battute d'arresto. In particolare gli ultimi anni hanno portato il concorso di Fighille ai massimi vertici a livelli nazionale, nel circuito degli eventi più attesi e partecipati del settore. Il nome di questo piccolo, piccolissimo paese di confine, a cavallo tra Umbria e Toscan, è un richiamo irresistibile per i pittori, che partono da ogni angolo d'Italia per venire ad esporre e dipingere proprio a Fighille. Sembra strano, ma è così.

L’artista Tonino Puletti con l’opera in concorso per opere da studio

Ruinetti e Boncompagni mentre la giuria è al lavoro

Opera premiata di Roberto Boccato nella sezione opere da studio

Ed è ancora più strano che la cavalcata di questo concorso si sia fatta più veloce proprio negli anni in cui la crisi mordeva non solo il paese ma il mondo intero, con il settore della cultura esposto a tagli pesantissimi. Il legame di Fighille con l'arte non conosce crisi, anche perché è un legame duraturo, ma forse, a ben vedere, anche prima, essendo Fighille situato al centro di una terra – l'Alta Valle del Tevere – di grande fascino e che ha dato i natali, in epoche più e meno recenti, ad artisti importantissimi nella storia dell'arte (i più noti: Piero della Francesca, Michelangelo Buonarroti, Alberto Burri). 165


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Forse è anche questo che attira così tanti artisti in questa piccola realtà. La storia del Premio Nazionale di Pittura di Fighille è una di quelle che riempiono d'orgoglio, di cui vorremmo sentire più spesso in questo Paese in cui sono molto più frequenti le cattive notizie che quelle di esempi virtuosi. Questo suo essere un'eccellenza e una realtà che dà lustro al territorio lo rende una manifestazione da supportare ed aiutare, se possibile, a crescere ancora più; il Comune lo ha sempre fatto ed assicurerà certamente il suo sostegno anche in futuro.

Tiziano Calcari al lavoro in extempore

Il noto critico d’arte olandese Jos Van de Kerkhof in visita al concorso

Il 2012 per il museo di Fighille è stato un altro anno intenso ricco di appuntamenti ed eventi. In marzo gli artisti Mario Massolo ed Enzo Della Rina donano al museo un'opera. In maggio il museo ospita la mostra fotografica degli artisti Vinicio Drappo, Vincenzo Migliorati, Maurizio Leoni e Marco Polticchia nell'ambito di "CiternaOFF" sezione collaterale di Citerna Fotografia2012. In settembre è di scena la mostra retrospettiva dell'artista Enzo Maneglia "Giravolte del pensiero" che al termine dell'evento dona al museo 3 opere. In ottobre ospita la mostra fotografica "L'anima di una terra attraverso i volti della sua gente". Al termine del concorso la famiglia Casi-Ludovici dona al museo l'opera dell'artista Salvatore Testa in memoria di Americo Casi. La famiglia dell’amico fiorentino Luigi Gaddi, collaboratore della nostra associazione, dona al museo, in memoria del padre, l'opera dell'artista Romano Bertelli.

La ditta "SIRME Group" dona al museo le opere degli artisti Massimo Cantini e Roberto Banfi Rossi. La ditta "Alberti Ivo" dona al museo l'opera dell'artista Roberto Boccato. Entrano inoltre a far parte della collezione le opere degli artisti Fernanda Morganti, Attilio Gulberti, Maurizio Rapiti. L'artista Attilio Gulberti dona una seconda opera al museo. In dicembre gli artisti Paolo Monaco, Riccardo Antonelli e Tonino Puletti donano un'opera al museo. La dotazione del museo sale a 76 opere.

Gli organizzatori con Ugo Rassatti

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ϮϬϭϯ L’edizione 2013 del concorso vede la partecipazione di 188 artisti per un totale di 321 opere esposte per la sola sezione delle opere da studio. Nella sezione extempore si registrano 53 partecipanti. Complessivamente verranno proposte al pubblico 374 opere. Il primo premio per opere da studio va al mantovano Elio Carnevali. La sua opera, dal titolo “Il paesaggio” è premiata con la seguente motivazione: “Il paesaggio sembra sospeso nella luce e nel tempo. Con un linguaggio figurativo che denota talento esercitato nel disegno e nell’equilibrio cromatico, l’artista partecipa una serenità diffusa, una voglia di vivere la bellezza benché i tronchi delle piante presentino o ricordino contorsioni e sofferenze.”

Al terzo posto, Roberto Banfi Rossi di Perugia con l’opera “Sosta alla fontana”. La giuria si esprime cosi’: “L’esattezza del disegno sviluppa architetture e motivi di piacevole e assoluto realismo. Gli accordi cromatici distendono su tutto lo spazio del quadro l’armonia della luce e il piacere dell’artista che si perde nella contemplazione. Da certe matasse di nubi e di colori sembra nascere una musica del tempo.”

L’opera di Roberto Banfi Rossi terza classificata sezione opere da studio

La premiazione di Elio Carnevali

Al secondo posto Edi Brancolini di Carpi con l’opera “La torre di Babele”. Si legge nel verbale della giuria: “La pittura scandisce le figure con chiarezza e proprietà così che paiono realizzate a tutto tondo. Con stile classico l’artista coniuga nell’armonia la realtà con una intonazione surreale. Il racconto figurale allegorico è sorprendente. L’opera contagia avvenenza e inquietudine.”

La lista degli altri premiati con premi acquisto è: Piero Paoli, Riccardo Antonelli, Beppe Verani, Salvatore Testa, Enzo Viviani, Massimo Cantini, Nicola De Benedictis, Gianni Gueggia, Temistocle Scola, Sigfrido Nannucci, Gianfranco Pogni, Ido Erani, Giuliano Censini, Ruggero Mazza, Gilberto Sartori, Bruno Nardi, Mario Tosi, Pasquale Marzelli, Roberto Ghezzi, Ugo Felici, Giampietro Cavedon, Roberto Boccato, Serenella Del Vita, Giuseppe Fochesato, Attilio Gulberti, Alvaro Tomassi, Patrizio Oca, Giualino Motteran, Diego D’Ambrosi, Antonio Civitarese, Giovanni Cagili, Antonio Maceri, Ercole Fortebraccio, Sergio Giromel, Antonio Mazziale, Luciano Zoppi, Giovanni Bontorin, Pasquale Della Corte, Loredana Cacucciolo. Il premio San Michele d’Oro alla carriera è attribuito ad Aline Spada, artista di Sassari.

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La sezione extempore vede la vittoria di Paolo Fedeli di Gambassi Terme alla sua seconda affermazione nel concorso extempore, terza assoluta. L’opera ha per titolo “Truppa di finanza pontificia a Fighille” e la motivazione della giuria è la seguente: “L’opera sviluppa con coerenza il tema del concorso. La scena e lo scorcio paesistico rappresentano una realtà del passato arrivata fino al presente quasi sfibrata dall’erosione del tempo. Il vero, la storia e l’immaginazione si fondono nella seduzione e nella certezza dell’arte.”

Il catalogo del concorso 2013

L’opera di Pietro Crocchioni premiata nella sezione per Opere da Studio

Al secondo posto l’opera di Tiziano Calcari e al terzo quella di Fabrizio Filippi. Altri premi acquisto sono attribuiti a Antonio Mazziale, Giliana Mason, Jan Manet, Nicola Badia, Ugo Rassatti, Egidio Ghirlandi, Giustino Novelli, Irina Smolianinova e Rosa Esposito. La manifestazione si chiude con un bilancio ottimo e un montepremi finale importante che consente l’assegnazione di 70 dipinti alle collezioni private di enti e famiglie del posto.

L’opera di Patrizio Oca in concorso nella sezione extempore

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Nel catalogo che viene dato alle stampe si legge nell’introduzione della pro loco: “Neppure i venti di crisi che spazzano il paese, e quelli che – letteralmente – hanno portato nubi cariche di pioggia su Fighille in quei giorni, hanno pregiudicato la buona riuscita della manifestazione. Gli artisti, anno dopo anno, continuano a venire a Fighille con piacere, trovandovi un'atmosfera festosa e dal sapore antico e un ambiente circostante di indubbia bellezza, che costituiscono un humus ideale per l'arte.

quiete. La vita scorre tranquilla nella culla della valle. Ma in quei due giorni si volta pagina.

Opera di Mario Tosi premiata nella sezione opere da studio

Ercole Fortebraccio al lavoro in extempore

Altrettanto piacere lo proviamo noi, la Pro Loco e i fighillesi in generale, ad accogliere ed ospitare gli artisti, con la speranza che questo legame così bello e così duraturo possa mantenersi intatto per lunghi anni.” Questo invece il testo del prof. Franco Ruinetti nella sua presentazione in catalogo: “Era il '79 quando Americo Casi bandì il primo Premio di pittura. Sembra ieri, invece ne è passata di acqua sotto i ponti perché siamo arrivati alla XXXII^ edizione e pure questa è già scivolata nel passato. Il concorso è cresciuto tanto che a Fighille, tutti gli anni, nel primo week-end di ottobre, convergono centinaia di pittori da ogni regione d'Italia. Fighille, pur godendo dei vantaggi del progresso, è rimasta una località legata alla natura, che vive le vicende delle stagioni nell'alternarsi delle colture agricole. Le grandi vie di comunicazione non scuotono la sua 172

Opera di Antonio Mazziale premiata nella sezione opere da studio


C'è la sagra con la gara ciclistica, stand gastronomici, musiche e molto altro. E' la festa locale ed è la festa dell'arte ricca di molteplici premi, tra i quali i prosciutti, profani ma profumati e saporiti, mai visti in altre manifestazioni come questa, più apprezzati dei diplomi e delle coppe.

cui muri, per l'occasione, vengono interamente tappezzati dai quadri. I dipinti sono esposti anche su cavalletti sistemati in modo da formare dei percorsi nelle stanze. Il corridoio ha le pareti coperte da terra al soffitto.

Opera di Alvaro Tomassi premiata nella sezione opere da studio Opera di Diego D’Ambrosi premiata nella sezione opere da studio

“Il concorso porta bene, come il numero 17.” Così m'ha detto una signora, che, divorziata, ha conosciuto il suo quarto attuale compagno al 17° concorso di pittura. Simpatica la signora esperta di cabala, mariti e supplenti. Frequento sempre con piacere il concorso, che è il luogo della cultura, dell'amicizia, dello scherzo, perfino della vanità. C'è chi, benché navigato negli anni e nel successo, mostra la propria opera “da studio” o “ex tempore” con apprensione, con lo stesso timore di un ragazzo prima dell'esame. Qualche altro, con l'autocritica fuori fase, è spavaldo e spaccone. Dal 2000 il concorso è organizzato dalla Pro Loco, che ha il merito d'aver fatto conoscere Fighille a livello nazionale nel campo dell'arte. Sede del concorso è la scuola elementare, i

All'esterno, sotto i pini, protetti dal tendone, appesi ai pannelli, vengono esposti i lavori ex tempore. Ci sono dipinti molto belli, mi hanno chiamato da lontano. Avrei voluto disporre di più tempo per non ingolfarmi nei colori, nei meandri delle forme. Di fronte a tante luci, a tante figure finite, accennate, nubiformi mi sono venute delle domande, ho farfugliato delle risposte mentali, ho pensato che ci sono bravi autori destinati purtroppo a rimanere nell'ombra. E ho provato piacere perché almeno a Fighille i migliori avranno una goccia di gloria fatta di premi e consensi, di pubblicazioni cartacee e telematiche. Bravi quei giovani della Pro Loco, sono attivi e competenti. Lo ha detto anche il sindaco, pubblicamente in un suo intervento, la dott.ssa Giuliana Falaschi. Quest'anno il loro impegno è andato oltre i confini del concorso. 173


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Nella sala espositiva della Dogana pontificia hanno riproposto il riminese Enzo Maneglia, che gioca con le fisionomie e alleggerisce la realtà con l'eleganza del segno, con la leggerezza del sorriso. Inoltre hanno presentato le “animazioni” del figlio dell'umorista, Riccardo, che dai genitori ha ereditato la proprietà del disegno e riesce a tradurre in immagine, in movimento, la musica jazz. Il risultato è quello di una melodia estemporanea, suggestiva.

piazza. Bello come un monumento che ricorda una storia importante. Il 2013 sarà un anno da ricordare per il museo di Fighille. Molti gli appuntamenti. In aprile il prof.Enrico Fuselli presenta il libro "Fighille - Piccola storia di una Dogana Pontificia" dedicato alla storia dell'edificio che ospita il museo. Il museo è protagonista della diretta televisiva Rai per il TG3 Umbria nella rubrica "Un paese allo specchio" in onda sabato 20 aprile 2013.

La Rai in diretta dal Piccolomuseo di Fighille per il programma “Un paese allo specchio”

Opera di Sergio Giromel premiata nella sezione opere da studio

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quel '79. E fiumane di artisti sono passati da Fighille. Molti di loro si sono fermati per una giornata sulle prode dei campi, sulle rive dei fossi a dipingere il paesaggio, il panorama. Qualcuno si è ispirato ad un muro sbrecciato, ad un pollaio, sennò al pozzo antico, solitario in mezzo alla

In ottobre il museo ospita la mostra "I due Maneglia" con opere di Enzo e Riccardo Maneglia. Grazie al premio di Pittura il museo conosce una nuova espansione. In memoria della prof.ssa Paola Pillitu, grande sostenitrice del Premio Fighille, viene aggiunta alla dotazione del museo l'opera dell'artista Edi Brancolini. La ditta "SIRME Group" dona al museo l'opera dell'artista Aline Spada. La ditta "Alberti Ivo" dona l'opera dell'artista Diego D'Ambrosi. La ditta "Cartoedit" dona le opere degli artisti Ugo Felici e Roberto Boccato. Il "Gruppo Alimentare Valtiberino" dona l'opera di Loredana Cacucciolo. Grazie al contributo della Banca di Anghiari e Stia vengono inserite nella collezione le opere degli artisti Paolo Fedeli e Ugo Rassatti. La dotazione del museo sale a 84 opere. 175


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ϮϬϭϰ Il 2014 viene ad oggi ricordata come l’edizione dei record assoluti, quella in cui vengono raggiunti numeri mai toccati prima con la partecipazione di 260 artisti per un totale di 462 opere esposte per la sola sezione delle opere da studio. Nella sezione extempore si registrano 62 partecipanti. Complessivamente quindi verranno proposte al pubblico 524 opere. Un numero enorme, mai prima d’ora era stato superato il tetto simbolico delle 500 opere. La soddisfazione è tanta anche e soprattutto perché questi numeri record sono accompagnati da un sempre maggiore livello qualitativo e da un montepremi sempre maggiore sintomo della partecipazione attiva del pubblico.

manifestazione, fiore all’occhiello degli eventi culturali del nostro territorio. Un risultato per certi versi anche inaspettato in un periodo di cosi’ profonda crisi economica in cui le politiche culturali sono spesso messe ai margini. Questo a dimostrazione che con la volontà e la tenacia possono essere realizzate delle iniziative pregevoli anche con costi contenuti e sostenibili. Agli artisti e agli organizzatori va quindi il ringraziamento sincero dell’Amministrazione Comunale che continuerà in futuro, come fatto sino ad ora, a sostenere ed incoraggiare iniziative di valore assoluto come il Premio Fighille.”

La Banca di Anghiari e Stia in visita alla mostra

Questo è il commento del Sindaco di Citerna, Giuliana Falaschi, riportato dal catalogo edito dalla ProLoco: “Oltre cinquecento opere in esposizione sono un numero enorme che ben testimoniano la bontà del lavoro svolto frutto di una passione veramente encomiabile da parte di coloro che da anni si prodigano per la crescita e la valorizzazione di questa

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Questo invece il commento del Presidente della ProLoco Giacomo Domini: “La crescita della nostra manifestazione pittorica sembra non conoscere battute d’arresto. Mentre fuori dai nostri ristretti confini i venti della crisi economica e sociale rendono sempre più arido il terreno per l’arte, da noi a Fighille – pur non senza difficoltà – la pittura italiana continua a trovare un’isola felice, grazie a una formula speciale, fatta di esperienza e radicamento, di sinergie fruttuose ed inestimabili con i finanziatori pubblici e privati. È grazie a questa formula che quest’anno tutti i precedenti record sono stati superati, con più di 500 tele esposte tra opere da studio ed extempore, dipinte da artisti provenienti da tutta Italia… e non solo! Questa edizione rimarrà infatti negli annali come quella in cui per la prima volta un artista estero ha non solo partecipato, ma anche ottenuto un ottimo piazzamento. Un successo di tali proporzioni ci gratifica, ma ci carica anche di una grossa responsabilità: quella di non deludere le vostre aspettative, mantenendo un livello così elevato, e cercando persino di superarlo.”

sempre di piu’ attirando, anno dopo anno, i migliori artisti operanti nel settore concorsi. Cosi’ ne parla Alessandro Capacci del comitato organizzatore:“La cosa assolutamente importante di questo premio e che lo contraddistingue dalle decine di altri concorsi simili sparsi per la nostra penisola è, oltre al numero enorme di opere in esposizione, il fatto che si possano vedere assieme i migliori sia del Nord che del Sud Italia.

L’artista Silvio Papale premiato nel concorso per opere da studio

Il Premio Fighille raggiunge quindi il suo massimo splendore al termine di un cammino, lungo oltre quindici anni, iniziato sul finire degli anni ’90 quando sembrava destinato ad esaurirsi per mancanza di risorse economiche ed umane. In quel momento di crisi l’organizzazione passo’ alla ProLoco e da li’ comincio’ una lunga operazione di rilancio e valorizzazione che ha visto la manifestazione crescere

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Cosa che raramente accade altrove dove spesso c’è un carattere piu’ contenuto e localistico. Raramente è possibile godere di una qualità cosi’ alta riunita assieme in un solo luogo. Questo è quasi magico se pensiamo che avviene in


un piccolo, piccolissimo paese di confine, a cavallo tra Umbria e Toscana, ignoto persino a molte carte geografiche. Sembra strano, ma è così.” Il primo premio per opere da studio va al campano, fiorentino di adozione, Antonio De Chiara. Alla sua prima partecipazione coglie nel segno e conquista giuria e pubblico. Non ci sono dubbi nell’attribuire alla sua opera il premio piu’ ambito. L’opera, dal titolo “Madonna in trono, Gesu’ e San Giovanni” è premiata con la seguente motivazione: “L'opera, fortemente allusiva, è sospesa nello strazio del silenzio, dove la bellezza classica si declina nel colore. Questo quadro è vivo e la scena immobile è vicina, ma a tutti conviene che affoghi nella nebbia. Il talento si esprime con le luci alte dell'arte per dipingere una preghiera unitamente ad una denuncia”

del linguaggio figurativo, rappresenta una strada di Napoli e, nello stesso tempo, coglie, come un'istantanea, le luci del sentimento. La ricca tastiera dei colori racconta la vivace giovinezza della città.”

La premiazione del vincitore 2014

Al secondo posto, ex-aequo, le opere di Salvatore Testa di Afragola, Raffele Concilio di Napoli ed Edi Brancolini di Carpi. Testa è premiato con l’opera “Strega del mare” e la seguente motivazione: “La luce si diffonde con respiro lento in un'atmosfera incantata, sospesa tra realtà e sogno, tra desiderio ed illusione. Le immagini veritiere, che si allineano alla tradizione pittorica, aprono una scena pervasa di sensualità, magia e bellezza.” Concilio è premiato con l’opera “Vicoli di Napoli” e la seguente motivazione: “L'opera, realizzata con l'espressività

L’opera di Raffaele Concilio seconda classificata opere da studio

Brancolini, che coglie l’ennessima importante affermazione a Fighille a testimonianza di quanto sia apprezzata dal pubblico la sua pittura, viene premiato con l’opera “Metamoreismo” e la seguente motivazione: “L'ambientazione, la luminosità alta e diffusa portano verso l'aurora del mondo. Sono interessanti i passaggi dalla cruda roccia alla vita umana e vegetale. La realtà si coniuga con la fantasia in una esecuzione dalla forte impronta artistica.”

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Al terzo posto l’artista Piero Paoli di Firenze con l’opera “Dopo Anghiari”. La giuria si esprime cosi’: “Il dipinto propone una efficace stilizzazione delle forme che in tal modo assumono caratteri di particolare eleganza. L'intonazione atmosferica è tra il reale ed il sogno. Aspetti geometrici convivono e armonizzano con la figura umana, col cavallo e con elementi che provengono dal mondo della fantasia. I vari timbri cromatici hanno variazioni e suggestioni musicali.”

Il premio San Michele d’Oro alla carriera è attribuito all’artista livornese Gianfranco Pogni. Un momento toccante della cerimonia finale, che ci piace ricordare, è la premiazione dell’artista veneto Sergio Giromel. Partecipava al nostro concorso solo da qualche anno ma diceva di essersi subito trovato a proprio agio, capito ed apprezzato. Aveva scoperto il Premio Fighille tramite il sito web e, incuriosito, aveva deciso di partecipare. Da allora sarebbe stato un ospite fisso. Fu cosi’ anche nel 2014 quando, nonostante molto affaticato e visibilmente provato dalla malattia che dopo qualche mese lo avrebbe portato alla morte, aveva voluto essere assolutamente presente. Accompagnato dalla moglie, aveva portato un’opera speciale per il nostro museo nel quale voleva fortemente essere presente. Al momento della premiazione a fatica sali’ gli scalini ma caparbiamente raggiunse il palco e potè fare la foto di rito. Capimmo in quel momento che non lo avremmo piu’ rivisto. E cosi’ fu. Purtroppo la malattia ci ha privato, cosi’ come tutto il mondo dell’arte, di questo gradito ospite. Anche a lui, come a tutti coloro che negli anni ci hanno lasciato, è dedicato questo volume.

L’opera di Piero Paoli terza classificata opere da studio

La lista degli altri premiati con premi acquisto è, come al solito, molto lunga a conferma del grande successo della manifestazione: Nicola De Benedictis, Enzo Viviani, Elio Carnevali, Paolo Fedeli, Massimo Onnis, Gianni Gueggia, Mario Tosi, Antonello Riommi, Gianni Mastrantoni, Sandro Cellanetti, Massimo Cantini, Gianfranco Zenerato, Ugo Rassatti, Morena Marini, Giuseppe Macella, Ido Erani, Cirilllo Murer, Sergio Giromel, Michelangelo Arbosti, Laura Serafini, Attilio Gulberti, Ione Zaccarelli, Gianluca Bosello, Fabrizio Filippi, Bruno Nardi, Maurizio Rapiti, Carlo Panzavolta, Antonio Maceri, Carmine Franco, Patrizio Oca, Silvio Papale, Diego D’ambrosi, Enzo Della Rina, Michele Inno, Tonino Puletti, Giacomo Minutello, Romano Bertelli, Giliana Mason, Doriano Tosarelli, Fernanda Freddo, Enrico Ascorti.

La premiazione di Sergio Giromel

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La sezione extempore vede la vittoria di Riccardo Antonelli di Sansepolcro. Per la prima volta in asosluto un artista della Valtiberina, vince una sezione del concorso di Fighille. E lo fa meritatamente con la giuria che all’unanimità attribuisce alla sua opera, che ritrae un angolo molto noto del paesaggio fighillese, il premio piu’ importante. La motivazione del premio è la seguente: “La vista spazia nella culla della vallata, la abbraccia a volo radente senza alcun attimo di sosta nei particolari. Il colore, qua e là, vibra come se trascorresse. Il dipinto presenta il panorama colto in un giorno qualsiasi, che è sempre un miracolo.”

Altri premi acquisto sono attribuiti a Marco Ramazzotti, Secondo Vannini, Pietro Crocchioni, Ercole Fortebraccio, Giovanni Cagili, Jan Manet, Tristano Casarotto, Renzo Gorini e Fabrizio Filippi.

L’opera di Fernanda Freddo L’opera di Gamal Melka

Al secondo posto l’opera dell’egiziano Gamal Meleka, alla sua prima partecipazione al concorso e al terzo, a parimerito, il marchigiano Gionata Copparo ed il livornese Temistocle Scola.

La manifestazione si chiude quindi con un bilancio record e la distribuzione di un montepremi importante che consente l’assegnazione di 75 dipinti alle collezioni private di enti e famiglie del posto. Un nuovo elegante catalogo viene dato alle stampe al termine del concorso e poi distribuito agli enti e agli artisti in giro per l’Italia. 183


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L’opera di Romano Bertelli

Il 2014 segna un nuovo importante sviluppo per il museo di Fighille. In settembre il prof. Giuseppe Fontana, ex preside dell’Istituto d’Arte di Anghiari, dona al museo le opere degli artisti Vittorangelo ed Ermes Simili. In ottobre, grazie al concorso arrivano nuove importanti acquisizioni. La famiglia Casi-Ludovici dona al museo l'opera dell'artista Antonio De Chiara, in memoria di Americo Casi. La ditta "SIRME Group" dona al museo le opere degli artisti Antonello Riommi e Antonio Maceri. Il "Gruppo Alimentare Valtiberino" dona al museo le opere di Ido Erani e Gamal Meleka. Grazie al contributo della Banca di Anghiari e Stia vengono acquisite alla collezione le opere degli artisti Laura Serafini, Gianfranco Zenerato, Silvio Papale e Gianni Mastrantoni. Luigi Gaddi dona al museo in memoria della madre Anna, recentemente scomparsa, l'opera dell'artista Fabrizio Filippi, da lei molto amato. La famiglia Cardelli dona al museo l'opera di Sandro Cellanetti. La ditta "CS Promotion" dona al museo l'opera di Michele Inno. Si aggiungono inoltre le donazioni da parte degli artisti: Marco Ramazzotti, Sergio Giromel, Ione Zaccarelli, Elio Carnevali, Attilio Gulberti, Gianfranco Pogni, Riccardo Antonelli, Elio Roberti e Dario Polvani. Le opere in dotazione sono 107 in rappresentanza di 72 artisti.

L’opera di Maurizio Rapiti

L’opera di Mario Tosi

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Non era facile confermare numeri record come quelli dell’edizione precedente, soprattutto con previsioni metereologiche pessime che promettevano pioggia per l’intero week-end. Invece, al di là anche delle piu’ rosee aspettative, il concorso 2015 raggiunge nuovamente livelli impressionanti di partecipazione e qualità.

opere. Il fatidico muro delle 500 opere è nuovamente superato. Cosi’ ne parla il neo-presidente della ProLoco Alessandra Ganganelli: “La crescita della nostra manifestazione pittorica sembra non conoscere battute d’arresto. Mentre fuori dai nostri ristretti confini i venti della crisi economica e sociale rendono sempre più arido il terreno per l’arte, da noi a Fighille – pur non senza difficoltà – la pittura italiana continua a trovare un’isola felice, grazie a una formula speciale, fatta di esperienza e radicamento oltre che di sinergie fruttuose ed inestimabili con enti pubblici e privati. È grazie a questa formula che ogni anno il concorso cresce in partecipazioni e qualità. Un successo di tali proporzioni ci gratifica, ma ci carica anche di una grossa responsabilità: quella di non deludere le aspettative, mantenendo un livello così elevato, e cercando persino di superarlo.

L’artista Teresa Chiaraluce al lavoro in extempore

L’artista Alberto Finco al lavoro in extempore

L’artista Vitantonio Malvaso al lavoro in extempore

Sono 250 gli artisti in gara per un totale di 428 opere esposte per la sola sezione delle opere da studio. Nella sezione extempore si registrano ben 84 partecipanti. Complessivamente verranno proposte al pubblico 512

L’artista Antonio Mazziale al lavoro in extempore

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Da parte nostra ci metteremo, come al solito, tutto l’impegno possibile; e con il contributo e la partecipazione di tutti coloro che ci hanno sempre apprezzato e sostenuto finora, questo sarà di nuovo possibile.”

realtà in modo diverso, spesso in modo piu’ sereno e tranquillizzante. Questo è, oggi piu’ che mai, un valore aggiunto non trascurabile ed uno dei tanti meriti del premio Fighille, fiore all’occhiello degli eventi culturali del nostro territorio.”

L’artista Fiorella Ferioli al lavoro in extempore L’artista Gionata Copparo al lavoro in extempore

Questo concetto è rimarcato anche da Marcello Bigi, del comitato organizzatore, in una intervista rilasciata ai media locali: “Il Premio Fighille, ormai unanimamente riconosciuto come fra i piu’ importanti in Italia, chiamando a raccolta il meglio dell’arte contemporanea del settore concorsi, assume anche un ruolo significativo per la promozione e la valorizzazione del territorio valtiberino. Nel primo week-end di ottobre, a Fighille, si danno appuntamento artisti provenienti da ogni parte d’Italia per un happening d’arte ormai irrinunciabile.” L’artista Diego D’Ambrosi al lavoro in extempore

Questo invece il commento che il Sindaco di Citerna Giuliana Falaschi rilascia alla rivista Valley Life che si occupa del concorso: “L’importanza che ha ormai raggiunto il Premio Fighille mi permette di sottolineare il ruolo che l’arte ha avuto e continua ad avere per la valorizzazione del nostro territorio. L’arte è un elemento importante che ci aiuta ad evadere dalla quotidianità e porta la nostra mente e il nostro cuore “altrove”. Lo sguardo dell’artista sul mondo non è mai uno sguardo convenzionale o scontato ma sempre originale e propositivo. Cio’ ci porta a guardare la

L’artista Licia Bertin al lavoro in extempore

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Gli artisti Catoni e Mastrantoni al lavoro in extempore a Fighille nel 2015 190


Il prof. Franco Ruinetti richiama invece l’attenzione sulla particolare magia che in ottobre, ogni anno, si ripete: “Fighille, piccolo borgo sparso nella valle e nella campagna, incastonato nel paesaggio ampio e unico della Valle Museo, terra di confine fra l’Umbria e la Toscana, è, quasi per magia, “il paese dell’arte”, il luogo dove, da ormai oltre trent’anni, si incontrano artisti fra i più diversi provenienti da tutta Italia.

E’ una magia che puntuale si ripete ogni anno con l’arrivo dell’autunno, dei primi freddi, delle prime piogge, quando, quasi all’improvviso le strade e gli “occhi” del paese si aprono e si colorano, forse perchè questo territorio e questa valle sono “poesia”, che l’artista sente e partecipa a chi non ha il linguaggio per dirla.” Con queste premesse importanti, va in scena la 34° edizione del concorso accompagnata puntuale da pioggie alternate ad un timido sole. L’autunno sembra voler arrivare prima del solito. Tuttavia le opere sono tantissime e l’edificio scolastico è stracolmo come al solito. La tensostruttura, montata a tempo di record dai volontari della ProLoco, accoglie il concorso extempore. Il primo premio per opere da studio va a Edi Brancolini di Carpi che conclude in tal modo e nel migliore dei modi un percorso di sei anni costellato di importanti affermazioni e di una costante presenza sul podio, emblematica dell’apprezzamento che pubblico e giuria hanno sempre tributato alla sua pittura.

L’artista Roberto Vettoretti al lavoro in extempore

Valerio Casi premia Edi Brancolini

L’artista Gamal Meleka al lavoro in extempore

La sua opera, dal titolo “Strani incontri” è premiata con la seguente motivazione: “I percorsi sotterranei insondabili dell’acqua sono simili alle strade dell’amore. L’acqua sgorga alla sorgente, l’amore sboccia. Il quadro evoca una storia classica che è e sarà sempre attuale. La scena si sofferma in equilibrio tra il reale e il surreale. L’artista dimostra talento e mestiere esercitato.”

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Al secondo posto Massimo Cantini di Pontassieve con l’opera “La finestra”. Si legge nel verbale della giuria: “Una adolescente s’affaccia all’alba della consapevolezza. Una luce di rosa e fuoco folgora la sua ingenuità e apre un nuovo mondo. Passano i balocchi e la ragazza si leva a volo. Verso la vita.” Al terzo posto, Enzo Viviani di Verona con l’opera “La musica nei sogni”. La giuria si esprime cosi’: “Le opere pittoriche di questo artista, indistintamente tutte, sono celebrazione di raffinata eleganza. Squillano a profusione note cromatiche. L’artista colpisce il segno, suscita curiosità e interesse. Gli argomenti spaziano tra sogno e realtà, la pittura diventa musica di colori. Ogni quadro è come un incantesimo: è il paese delle favole vere.”

L’opera di Elio Carnevali premiato nella sezione opere da studio

Il Sindaco di Citerna premia Massimo Cantini

Il premio San Michele d’Oro alla carriera è attribuito all’artista perugina Serenella Del Vita, che da oltre venticinque anni è protagonista del Premio Fighille dove si è sempre distinta, oltre che per la sua grande tecnica pittorica, per la sua originalità e imprevedibilità tematica.

La lista degli altri premiati con premi acquisto è, ancora una volta, lunga piu’ del doppio di quanto previsto dal bando: Elio Carnevali, Gianfranco Pogni, Antonello Riommi, Beppe Verani, Piero Paoli, Gianni Gueggia, Giuseppe Fochesato, Luciano Filippi, Temistocle Scola, Gamal Meleka, Mario Tosi, Gianpietro Cavedon, Jan Manet, Fernanda Morganti, Morena Marini, Roberto Vettoretti, Maurizio Rapiti, Gilberto Sartori, Fabrizio Filippi, Giuliano Censini, Paolo Fedeli, Sigfrido Nannucci, Gianfranco Zenerato, Marina Basaglia, Carlo Panzavolta, Michelangelo Arbosti, Doriano Tosarelli, Enrico Ascorti, Antonio Mazziale, Paolo Di Tonto, Secondo Vannini, Giovanni Cagili, Lorena Fabbri, Santina Pelizzari, Angelo Augelli, Ercole Fortebraccio, Tristano Casarotto, Marco Favilli, Antonio Oliva, Aline Spada, Diego Palasgo, Roberto Cheula, Annamaria Veccia.

L’opera di Serenella Del Vita insignita del San Michele d’Oro 2015

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Fra i tanti ospiti della manifestazione ci piace ricordare il prof. Luciano Lepri di Perugia, noto ed apprezzato critico d'arte che ha commentato cosi’ la mostra: "La qualità delle opere in esposizione è incredibile, ci sono dei lavori meravigliosi. Visitare questa mostra è pericoloso, si rischia la Sindrome di Stendhal !".

La sezione extempore vede la vittoria di Nicola De Benedictis di Cislago (Varese) che corona con la vittoria la sua ormai quasi decennale parteciazione al Premio Fighille. La sua opera incontra il favore del pubblico e, all’unanimità, convince la giuria. Con la sua tipica tecnica pittorica ha dipinto uno scorcio molto noto e amato dai fighillesi e ha colto nel segno. La motivazione della giuria è la seguente: “Una casa che ha nella memoria la stazione ferroviaria, la campagna, quella di Fighille e poi case sparse, colline in lontananza. Nel primo piano domina il verde delle piante recentemente abbattute dal vento. La veduta è immersa in una atmosfera crepuscolare, sospesa fra il giorno e la notte.”

L’opera di Paolo Fedeli premiato nella sezione opere da studio

Il direttore della Banca di Anghiari e Stia premia Nicola De Benedictis

L’opera di Michelangelo Arbosti premiato nella sezione opere da studio

Al secondo posto l’opera di Gionata Copparo e al terzo quella di Riccardo Antonelli. Altri premi acquisto sono attribuiti a Nicola Badia, Giovanni Cagili, Diego D’Ambrosi, Romano Bertelli, Patrizio Oca, Jan Manet, Gianfranco Pogni, Silvio Papale, Bruno Ceselin, Alberto Zappa, Maurizio Biagioni, Egidio Ghirlandi, Piero Pacini, Lello Negozio, Maurizio Lomi. Questo un pensiero del prof. Franco Ruinetti, direttore onorario del Piccolomuseo di Fighille e presidente di giuria, sul concorso extempore: “Fighille per l’artista è ancora un luogo della verità, dove i colori delle stagioni danno luce ai suoi quadri mentre la vista gioca a disegnare le onde dei

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monti. I pittori stazionano con i cavalletti nei campi e nelle piazze, sui greppi e nelle strade e si mettono a dipingere lontani dai rumori e dalla fretta. Numerosi da sempre perché trovano accoglienza e interesse. Protagonista assoluto il paesaggio.

L’amico Enzo Maneglia in visita alla mostra

L’opera di Lello Negozio premiato nella sezione extempore

Che non di rado va inteso quale forma visibile dello stato d’animo. Essi vanno ascritti, in gran parte, al filone figurativo, che richiede notevoli capacità tecniche, che viene dalla tradizione e non preclude la creatività. I campi che si alternano nella pianura, le case sparse, le macchie della vegetazione suonano come tastiera di pianoforte. Quiete, dolcezza: in certe vedute gli artisti avvertono il ritmo dell’equilibrio, che ciascuno interpreta col proprio stile. Ogni anno è cosi’ compiuto un ideale percorso creativo che permette agli artisti di esprimere una realtà naturale carica di tensioni sconosciute, caratterizzata dagli aspetti cromatici propri dell’ambiente circostante, le cui forme sintetizzano imprevedibili scorci, ritmi di vita, volti di persone.” La manifestazione si chiude quindi con l’ennesimo bilancio positivo e la distribuzione di un montepremi importante che consente l’assegnazione di 65 dipinti alle collezioni private di enti e famiglie del posto. 196

Nel catalogo che viene dato alle stampe viene riportato il commento di due autorevoli artisti in gara. Cosi’ Riccardo Antonelli parla del Premio: “Vivere le giornate di Fighille significa avere la possibiltà di respirare il colore dell'olio e dell'acrilico, o del legno dei telai, fermarsi con i colleghi a confrontarsi sulle opere e su come hanno trascorso l'anno che ha separato la passata edizione dall'ultima.


Le passeggiate per le sale espositive racchiudono dei piccoli tesori. Ci vuole però l'umiltà e l'intelligenza di una persona che ama l'arte, indipendentemente che la faccia o meno, per gratificare il proprio gusto del bello, perchè di opere di valore se ne vedono sempre. Avere la possibilità di sentirle, vederle e toccarle è un potenziale che va assimilato in pieno ed a polmoni aperti, una risorsa specialmente per chi condivide quotidianamente una stanza con un cavalletto.

che io, molto immodestamente, oso definire colleghi.....a Dio piacendo ci rivedremo il prossimo anno.”

Il catalogo del concorso 2015

L’opera di Gionata Copparo premiato nella sezione extempore

La gratificazione, dal mio punto di vista, è soprattutto nella possibilità di poter usufruire di una quantità enorme di intimi e diversi linguaggi artistici, fonti di una sana e costruttiva contaminazione che accresce i nostri percorsi non solo artistici ma soprattutto umani ..... linfa vitale per chi ama e per chi vive l'arte. Se continuo a respirare l'aria di Fighille tutte le volte che viene ottobre è perche vado via ogni volta con una gran voglia di tornare in studio.” L’artista laziale Carlo D’Agostino scrive: “….non ho vinto neanche un pacchetto di noccioline.....pero' sono ugualmente felice, per aver trascorso due giorni all'insegna dell'allegria, cogliendo l'occasione di arricchire il mio bagaglio culturale ed artistico ammirando le opere di quelli

L’artista Alberto Zappa al lavoro in extempore

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Il 2015 è un anno di ulteriore crescita e sviluppo per il museo di Fighille. Nel mese di aprile gli artisti Filippo Volpi, Tristano Casarotto e Lydia Brolli Maneglia donano, ciascuno, una propria opera al museo.

dell'artista Edi Brancolini in memoria di Americo Casi. La ditta "SIRME Group" dona al museo l'opera dell'artista Roberto Cheula. Grazie al contributo della Banca di Anghiari e Stia viene acquisita alla collezione l'opera dell'artista Mario Tosi. La ditta "CS Promotion" dona al museo l'opera di Roberto Vettoretti. La ditta "Cartoedit" dona al museo l'opera di Pierangelo Arbosti. La ditta "HDS - Case in Legno" dona al museo l'opera di Gilberto Sartori. Vengono inoltre inserite nella collezione le opere degli artisti Nicola De Benedictis, Serenella Del Vita e Fabiola Carmelini.

Un momento dalla mostra 2015

L’artista Roberto Vettoretti al lavoro in extempore

Le opere in dotazione sono 119 in rappresentanza di 83 artisti. Nel mese di dicembre il museo ospita una mostra antologica dedicata all’umorista Paolo Del Vaglio. La mostra presenta 25 cartoline che raccontano il rapporto dell’artista napoletano con l'amico Enzo Maneglia in occasione delle festività natalizie. Le cartoline sono donate al museo da Enzo Maneglia. Corti, Ceselin, De Benedictis, Gamal e Ascorti

Con il concorso di ottobre nuove opere entrano in collezione. La famiglia Casi-Ludovici dona al museo l'opera

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Questo volume è dedicato alle tante persone che hanno contribuito a far nascere e crescere il Premio Fighille e che nel tempo ci hanno lasciato. A tutti loro va il nostro grazie. In particolare vogliamo ricordare Americo Casi, Italiano Panicucci, Paola Pillitu, Guerrino Bardeggia, Giorgio Rinaldini, Enzo Olivastri, Enzo Barbacci, Sergio Giromel, Patrizia Tosti, Piero Tonfoni, Bruno Zieger.

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