Codice Etico

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VALORI E PRINCIPI ETICI F O N D A Z I O N E

O N L U S

G I O V A N N I

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P.zza Romita c/o Parr. San Paolo Apostolo - 70123 Bari - tel e fax: +39 080 5382898 - fgp2@libero.it - www.fondazionegiovannipaolo2.it

I D E N T I T À

V A L O R I

C O M P O R T A M E N T I

C O M U N I C A Z I O N E

CODEX VALORI E PRINCIPI ETICI

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VA L O R I E P R I N CI P I E T I CI INDICE

Premessa.......................................................................................................................................................................4 Introduzione ed ambito di applicazione..........................................................................................................................5 Destinatari......................................................................................................................................................................5 Utenti..............................................................................................................................................................................6 Terzi................................................................................................................................................................................6

i de n t i t Ă 1.Principi generali della politica della Fondazione.........................................................................................................8 1.1 La visione ed i valori................................................................................................................................................13 1.2 Principi...................................................................................................................................................................14 1.2.1 Creazione di valore...............................................................................................................................................14 1.2.2 Politica.................................................................................................................................................................14 1.2.3 Comunicazione....................................................................................................................................................15 1.2.4 Committenti.........................................................................................................................................................15 1.2.5 Utenti...................................................................................................................................................................15 1.2.6 Dipendenti............................................................................................................................................................16 1.2.7 Comportamento...................................................................................................................................................18 1.2.8 Ambiente.............................................................................................................................................................20 1.2.9 Salute e sicurezza.................................................................................................................................................20 1.2.10 Collaboratori e fornitori.......................................................................................................................................20

v a l o r i 2. Altri principi.............................................................................................................................................................24 2.1 Rapporti con la Pubblica Amministrazione...............................................................................................................24 2.2 Rapporti istituzionali................................................................................................................................................24 2.3 Controllo e trasparenza contabile.............................................................................................................................25 2.4 Gestione delle incombenze societarie; operazioni sul fondo di dotazione ed operazioni su partecipazioni...................25 2.5 Controlli interni........................................................................................................................................................26 2.6 Antiriciclaggio.........................................................................................................................................................26 2.7 Rapporti con Collegio dei Revisori...........................................................................................................................26 2.8 Informazioni riservate e tutela della privacy..............................................................................................................26 2.9 Segnalazione di violazioni........................................................................................................................................27

co m p o r t a m e n t i 3. Sistema sanzionatorio.............................................................................................................................................30

co m u n i c a z i o n e 4. Attuazione e comunicazione.....................................................................................................................................32

Fotografie: Archivio Fondazione Giovanni Paolo II Onlus. Tutte le foto sono state pubblicate con il consenso di chi vi è ritratto. Copyright: Fondazione Giovanni Paolo II Onlus.


VA L O R I E P R I N CI P I E T I CI

VA L O R I E P R I N CI P I E T I CI

Premessa

Introduzione ed ambito di applicazione

L’etica d’impresa riveste un’importanza sempre più ampia nella realtà attuale e tale importanza è comprovata dalla crescente adozione di Codici Etici Comportamentali aziendali.

La positiva reputazione ed immagine della Fondazione Giovanni Paolo II Onlus sono frutto dell’impatto sul territorio delle attività svolte nel quartiere fin dalla sua costituzione, delle strategie attuate e della trasparenza adottata nei confronti di tutti i soggetti interessati, a vario titolo, all’esistenza e all’operatività della Fondazione; si tratta in particolare dei dipendenti, dei collaboratori, dei committenti, degli utenti, dei fornitori, dei finanziatori, dello Stato e delle istituzioni, della collettività, dell’ambiente e dei media. L’insieme di tali soggetti è indicato nel seguito con il termine “stakeholder”.

Il Codice Etico aziendale rappresenta uno strumento fondamentale per l’esternalizzazione dei principi che ispirano l’attività d’impresa, costituendo un documento nel quale sono ufficialmente definiti i valori che caratterizzano l’azienda o l’ente, al rispetto dei quali deve uniformarsi il comportamento dei soggetti che in esso interagiscono. Più in generale, il Codice Etico rappresenta l’orientamento ai valori di un’impresa, della quale esso individua i caratteri e definisce la missione, giungendo a poter essere considerato alla stregua di una vera e propria “carta costituzionale” dell’impresa stessa. È in questo ambito, infatti, che il Codice Etico svolge la propria funzione di prevenzione dei comportamenti irresponsabili o illeciti da parte di chi opera in nome e per conto dell’azienda, definendo le responsabilità etiche e sociali dei propri dirigenti, quadri, dipendenti e, spesso, anche fornitori, verso i diversi gruppi di stackeholder. Con riferimento a questi ultimi, il Codice Etico è divenuto uno strumento indispensabile, al fine di garantire un’equa ed efficace gestione delle transazioni e delle relazioni umane, di sostenere la reputazione dell’impresa e, conseguentemente, creare fiducia verso l’esterno.

Il presente codice etico (indicato nel seguito come “Codice”), adottato dalla Fondazione mediante formale approvazione con delibera del Consiglio di Amministrazione del 05/06/2009, è stato predisposto al fine di definire con chiarezza l’insieme dei principi e dei valori che informano le attività della Fondazione, alla cui osservanza sono tenuti tutti coloro che intrattengono, a qualsiasi titolo, rapporti e relazioni con essa. Attraverso l’espressa definizione e la comunicazione dei valori e delle regole di comportamento fondamentali della Fondazione, il Codice rappresenta, altresì, un elemento essenziale del Modello di organizzazione, gestione e controllo adottato dalla Fondazione ai sensi e per gli effetti del D. Lgs. 231/2001 con delibera del Consiglio di Amministrazione in data 05/06/2009 (indicato nel seguito come “Modello”). In particolare, con il presente Codice la Fondazione intende:

Secondo questa prospettiva, il “fondamento etico” dell’azienda risiede nella sua capacità di promuovere il benessere della società attraverso la soddisfazione degli interessi del consumatore e del lavoratore.

riconoscere rilevanza giuridica ed efficacia obbligatoria ai principi etici ed agli standard comportamentali descritti, anche in un’ottica di prevenzione dei reati d’impresa;

L’etica aziendale richiede qualcosa in più che il semplice evitare pratiche illegali e, pertanto, la gestione dell’etica in azienda esige l’adozione di un approccio fondato sull’idea di integrità che combini l’attenzione per la legge con un’enfasi sulla responsabilità etica manageriale.

definire ed esplicitare i valori ed i principi che informano la propria attività ed i rapporti con dipendenti, collaboratori, committenti, utenti, fornitori, istituzioni ed in generale con ogni altro portatore d’interesse, stakeholder;

Una strategia basata sul principio di integrità permette, infatti, di stabilire uno standard di condotta molto solido: infatti, il principio di conformità alle leggi si basa sulla necessità di evitare sanzioni, mentre il principio di integrità si fonda sull’idea di autogoverno e di responsabilità dei collaboratori in conformità ad una serie di principi e valori etici guida. La condivisione di questi principi da parte non solo della direzione, ma di tutti i lavoratori fornisce quel valore aggiunto per fare di ciascuna realtà aziendale un motore di sviluppo del bene e del progresso sociale. Il presente Codice Etico raccoglie i principi etici e i valori che informano la cultura e l’attività della Fondazione Giovanni Paolo II Onlus e che devono ispirare condotte e comportamenti di coloro che operano nell’interesse della Fondazione sia all’interno sia all’esterno dell’organizzazione della stessa. Esso è elemento essenziale del modello di organizzazione, gestione e controllo adottato dalla Fondazione ai sensi e per gli effetti del D. Lgs. 231/2001. Il presente Codice Etico è costituito di cinque parti, il cui contenuto è di seguito riassunto: 1. Introduzione e ambito di applicazione: descrive i principi generali del Codice Etico e i destinatari dello stesso;

indicare i principi di comportamento alla cui osservanza sono tenuti i destinatari del presente Codice, come di seguito meglio definiti; responsabilizzare coloro che a vario titolo hanno rapporti con la Fondazione in ordine all’osservanza di detti principi, predisponendo, ove possibile, un apposito sistema sanzionatorio che assicuri l’effettività e l’efficacia del presente Codice; comunicare e promuovere, anche all’esterno, i valori della Fondazione. Il compito di vigilare sull’osservanza del Codice (parte integrante del Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D. Lgs. 231/2001), diffondere i principi etici e i valori della Fondazione spetta a tutti i dipendenti ed in particolar modo ai dirigenti ed ai quadri. Per contro, il compito di chiarire eventuali dubbi interpretativi nonché il compito di ricevere le segnalazioni di eventuali violazioni del Codice e proporre eventuali interventi migliorativi delle previsioni del Codice stesso è demandato all’Organismo di Vigilanza istituito dalla Fondazione ai sensi del D. Lgs. 231/2001, al quale è altresì affidato il generale compito di vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del suddetto modello organizzativo nonché di seguirne l’aggiornamento.

2. Principi generali della politica della Fondazione: descrive la visione, i valori e i principi ai quali si ispirano le scelte e l’operare della Fondazione;

Destinatari

3. Altri principi: descrive le linee guida, ovvero i principi comportamentali della Fondazione e dei suoi dipendenti verso alcuni interlocutori tra i quali la Pubblica Amministrazione, i minori e le persone alle quali rivolge le proprie attività. Descrive inoltre i principi di tutela della privacy, di controllo e trasparenza contabile adottati, ed infine le modalità di segnalazione di eventuali violazioni del Codice Etico;

Le norme del presente Codice si rivolgono, senza alcuna eccezione, ai dirigenti, ai quadri, ai dipendenti, ai consulenti, agli amministratori, ai sindaci ed ai revisori contabili della Fondazione, nonché a tutti coloro che, direttamente o indirettamente, stabilmente o temporaneamente, instaurano con la Fondazione, a qualsiasi titolo, rapporti e relazioni di collaborazione, comunque denominati, o fornitura od operano nell’interesse della stessa.

4. Sistema sanzionatorio: descrive il sistema sanzionatorio in presenza di un’eventuale violazione del Codice Etico; 5. Attuazione e comunicazione: descrive le modalità di attuazione dei principi del Codice Etico e la sua comunicazione ai destinatari.

Tali soggetti saranno di seguito definiti come i “Destinatari”. In particolare, a titolo esemplificativo: i componenti del Consiglio di Amministrazione si ispirano ai principi del Codice nel definire le linee strategiche di sviluppo della Fondazione; i membri del Collegio Sindacale assicurano il rispetto e l’osservanza dei contenuti del Codice nell’esercizio delle proprie funzioni;

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i dirigenti ed i quadri danno concretezza ai valori ed ai principi contenuti nel Codice, facendosi carico delle responsabilità verso l’interno e verso l’esterno e rafforzando la fiducia, la coesione e lo spirito di gruppo; i dipendenti, nel rispetto della legge e delle normative vigenti, adeguano le proprie azioni ed i propri comportamenti ai principi, agli obiettivi ed agli impegni previsti dal Codice; i collaboratori (consulenti, professionisti, etc.) stabili della Fondazione, che uniformano la propria condotta e le proprie pratiche professionali ai principi contenuti nel Codice.

Utenti Utenti della Fondazione sono tutte le persone fisiche che usufruiscono delle prestazioni e dei servizi dalla stessa erogati. In particolare, sono utenti della Fondazione: i minori e le loro famiglie inseriti nei percorsi educativi elaborati e gestiti dalla Fondazione; i giovani e gli adulti che partecipano alle attività della Fondazione; le famiglie coinvolte nelle attività della Fondazione.

Terzi Sono terzi della Fondazione soggetti fisici o giuridici, tenuti ad una o più prestazioni in favore della stessa o che comunque intrattengono rapporti con essa senza essere qualificabili come destinatari. In particolare, sono terzi della Fondazione: i collaboratori occasionali (consulenti e professionisti) coinvolti su specifiche attività ed interventi progettuali; i soggetti esterni (aziende, cooperative, consorzi, associazioni, enti, etc.) con i quali la Fondazione sviluppa interventi in associazione temporanea ovvero in regime di partenariato; i fornitori esterni che offrono prodotti e servizi in modo stabile e/o occasionale.

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NTITÀ


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1. Principi generali della politica della Fondazione La nascita della Fondazione Giovanni Paolo II Onlus e la sua presenza al quartiere S. Paolo è opera del Papa Giovanni Paolo II di venerata memoria, che il 24 febbraio del 1984 venne in visita nella città di Bari. Nel primo discorso, proprio dal Quartiere S. Paolo, il Santo Padre affermò “io so che questo quartiere ha particolari problemi di ordine strutturale e sociale; ma so anche che unanime è la volontà di superare presto le accennate difficoltà”. Le parole del Papa non caddero nel vuoto e nel 1986 Mons. Mariano Magrassi, Arcivescovo di Bari-Bitonto, inviò un Vicario Episcopale Territoriale per l’area S. Paolo - Stanic, fece seguire nel gennaio 1990 la costituzione della Fondazione Giovanni Paolo II Onlus, alla quale conferì un capitale inalienabile di duecentocinquanta milioni di lire, frutto delle offerte dei fedeli della città di Bari al Papa. La ragion d’essere della Fondazione è essere al servizio del quartiere San Paolo e delle altre periferie della città per contribuire insieme con le altre istituzioni pubbliche e private presenti sui rispettivi territori al miglioramento qualitativo della loro vita, prendendosi cura dei soggetti più deboli e bisognosi di aiuto: fanciulli, adolescenti e giovani a rischio di devianza e di dispersione scolastica e famiglie ed adulti con disagio sociale, psicologico ed economico. La Fondazione è retta da un Consiglio di Amministrazione (CdA) composto di 5 o 7 membri, uno dei quali è Presidente e Legale Rappresentante, con un Organo di Controllo, Collegio dei Revisori dei Conti (CdR), composto di tre membri effettivi e 2 membri supplenti; il Presidente, i componenti del CdA e del CdR sono nominati dall’Arcivescovo di Bari-Bitonto, durano in carica tre anni, possono essere riconfermati e per Statuto prestano la loro opera a titolo oblativo e completamente gratuito. Il CdA nomina un Segretario Generale non tra i componenti del CdA, che dura in carica tre anni, può essere riconfermato ed è responsabile della gestione della Fondazione. Il CdA ogni tre anni, al suo insediamento, elabora le linee strategiche che devono caratterizzare nel triennio l’operatività della Fondazione alla luce delle disposizioni statutarie e dei principi generali in esso definiti. L’art. 1 dello Statuto della Fondazione recita:

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il fatto che essa, per scelta del Fondatore, non risponde ai dettati del diritto canonico, ma esprime la sua progettualità nel quadro normativo del diritto civile. Ne è prova che la Fondazione è intesa come una “risposta della comunità civile ed ecclesiale”. La Chiesa dunque promuove, ma non si arroga esclusive; al contrario, scommette sulla contaminazione virtuosa tra comunità civile ed ecclesiale, afferma il principio della laicità, invita a fare di questo nuovo strumento una opportunità che metta insieme valori civili e religiosi, senza primazie. La Fondazione è dunque un legittimo strumento che la Chiesa ha generato a servizio della crescita civile. Ne è ulteriore prova il fatto che essa, per scelta del Fondatore, non risponde ai dettati del diritto canonico, ma esprime la sua progettualità nel quadro normativo del diritto civile. La Fondazione dichiara di operare “per una più viva solidarietà umana e sociale”. La solidarietà umana richiama i compiti educativi a favorire la costruzione di autonomi progetti di vita, tanto più urgenti per quelle persone cui sono negate condizioni esistenziali dignitose. La solidarietà sociale spinge a costruire itinerari di cittadinanza attiva, a fare dell’animazione socioculturale lo sfondo integratore di tutti gli interventi educativi. Ne consegue che la Fondazione mira a “concorrere alla promozione morale, umana e sociale”. La parola-chiave è concorrere, cioè “correre insieme”, operare con altri, non sentendosi migliori, ma uguali a tutti coloro che lavorano per i medesimi obiettivi della pro-mozione (il “muovere in avanti”), mossi solo dalla gratificazione del risultato e non dalla ostentazione dei propri meriti per raggiungerlo. Il campo d’azione, recita lo Statuto, sarà “il quartiere S. Paolo ed altre zone periferiche”. Dunque “la” periferia elettiva (il San Paolo appunto, quartiere simbolo della marginalità urbana, da cui il Santo Padre nel febbraio 1984 rivolse il saluto alla città di Bari), ma anche “le” periferie (ogni altra zona marginale dove un intervento sia richiesto o necessario); e, in definitiva, la “Periferia”, intesa come dimensione sociale e culturale di ogni vicenda di marginalità umana. Infine, i mezzi attraverso cui raggiungere le finalità. Essi sono “la formazione, gli interventi, gli studi e le ricerche”.

“È costituita, per volontà dell’Arcivescovo della Diocesi di Bari-Bitonto, Padre Mariano Magrassi, quale risposta della comunità civile ed ecclesiale all’appello per una più viva solidarietà umana e sociale fatto dal Santo Padre Papa Giovanni Paolo II nella sua visita a Bari il 26.02.1984, una Fondazione denominata “FONDAZIONE GIOVANNI PAOLO II ONLUS”; e l’art. 3 specifica: “La Fondazione mira a concorrere alla promozione morale, umana e sociale del quartiere S. Paolo - STANIC e delle altre zone periferiche della città di Bari, …persegue finalità di solidarietà sociale mediante lo svolgimento di attività nel campo dell’assistenza sociale, della tutela dei diritti civili e della ricerca scientifica di particolare interesse sociale. La sua attività si esplica nel: a. realizzare iniziative di informazione, ricerca e formazione, aventi per obiettivo l’elevazione delle soglie di vivibilità urbana nel quartiere S. Paolo - STANIC e nelle altre zone periferiche della città di Bari; b. progettare e realizzare piani, progetti e programmi di intervento, da realizzare autonomamente e/o con il contributo di privati e di enti, anche pubblici, finalizzati al miglioramento qualitativo e quantitativo dell’offerta di servizi urbani della città di Bari e sue periferie; c. realizzare studi, ricerche e programmi permanenti di rilevazione dei bisogni di urbanizzazione e di qualità della vita della città di Bari, in relazione alle altre città del Mezzogiorno d’Italia, attraverso l’attivazione di servizi specializzati organizzati in collaborazione con altri enti, pubblici e/o privati, anche se dislocati in altre città italiane e straniere”. La Fondazione nasce “per volontà dell’Arcivescovo”. Dunque, essa dichiara una chiara ispirazione ecclesiale e l’intenzione della Chiesa di stare dentro i processi della promozione umana, senza tuttavia intenti autoreferenziali. Ne è prova che la Fondazione è intesa come una “risposta della comunità civile ed ecclesiale”. La Chiesa dunque promuove, ma non si arroga esclusive; al contrario, scommette sulla contaminazione virtuosa tra comunità civile ed ecclesiale, afferma il principio della laicità, invita a fare di questo nuovo strumento una opportunità che metta insieme valori civili e religiosi, senza primazie. La Fondazione è dunque un legittimo strumento che la Chiesa ha generato a servizio della crescita civile. Ne è ulteriore prova

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Dentro questa triade vi è un ulteriore elemento di peculiarità della Fondazione. Le tre dimensioni non sembrano scindibili. La sola formazione sarebbe esercizio retorico di principi; i soli interventi sarebbero attivismo senza consapevolezza di valori e di pensiero; la sola ricerca risulterebbe accademia. Viceversa, il pensiero deve precedere e accompagnare l’azione, dall’azione deve discendere la riflessione e dunque l’elaborazione originale (ex labore) di nuovi indirizzi e sperimentazioni. In un circuito virtuoso, le tre dimensioni consentono alla Fondazione quella funzione generativa che è nella natura del suo essere. Dalla missione discende il mandato. La dimensione del mandato richiama il concetto di ruolo, ma lo oltrepassa, liberandolo da una concezione meccanicistica. Il ruolo può assumere una configurazione statica, costretta dentro la logica del compito e della funzione. Il mandato apre alla prospettiva di scelte da compiere nel qui ed ora dei contesti, chiede costante discernimento e riflessione, impone la valutazione di efficacia nel corso ed alla fine dell’evento progettato. Il mandato non si dà una volta per tutte, ma si decide e si rinnova continuamente; esso si caratterizza per l’azione da svolgere, il perché, il come, il dove debba essere attuata. È necessario discernere, giudicare, decidere in modo selettivo, affinché la necessità di reperire i mezzi (il bisogno di coperture finanziarie, la necessità di mantenimento della struttura) non sopravanzi il fine degli interventi. La Fondazione dunque esprime alcune scelte di fondo, capaci di guidare la propria azione progettuale ed operativa. Innanzitutto una scelta di contesto: il quartiere San Paolo rappresenta il luogo preferenziale di intervento della Fondazione; le attività sperimentate però debbono avere un riverbero ed una disseminazione nello stesso territorio ma anche in contesti diversi.

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In secondo luogo, una scelta di settore: la Fondazione interviene solo negli ambiti di tradizionale esperienza: i fanciulli, gli adolescenti, i giovani, le famiglie. Ancora, una scelta di carattere strutturale: gestire direttamente gli interventi, oppure svolgere una funzione promuovente (con maggiore cura della formazione e della disseminazione, fornendo gli strumenti per la gestione ad altri soggetti)? Il gestire e il promuovere sono facce della stessa progettualità. La gestione tuttavia deve essere accompagnata da un impianto teorico, di riflessione e valutazione, in modo che si offra come modello e strategia esportabili in altre realtà. Una scelta ulteriore riguarda lo sviluppo del lavoro di rete: progettare e condurre interventi anche da soli, o “solo” con gli altri? E in aggiunta: “gli altri” chi? Tutti coloro con cui è possibile, anche il “privato”, oppure solo i soggetti del volontariato, dell’associazionismo, delle istituzioni educative? La Fondazione sviluppa i propri interventi sociali sia individualmente che in rete con tutte le altre realtà qualificate presenti nel territorio, a patto che l’effetto dell’azione si proietti visibilmente “ad extra”, generando contaminazioni e condivisioni diffuse. Infine, la scelta delle risorse; la questione è: realizzare un intervento particolarmente significativo a prescindere dalla disponibilità finanziaria? Il reperimento di risorse materiali è necessario, per poter assicurare il legittimo riconoscimento economico a chi mette a disposizione le proprie competenze; tuttavia la Fondazione non rinuncia alla offerta gratuita di servizi, laddove i destinatari non abbiano i mezzi per “pagare” gli interventi. Sulla base di tali principi generali ispirati dalle norme statutarie, l’attività della Fondazione si è svolta fin dal suo avvio su tre linee di lavoro e, specificamente: 1. Informazione e formazione in campo sociale, rivolte ad operatori ed educatori di enti e realtà del terzo settore, ad assistenti sociali, a funzionari dei servizi sociali, ad operatori parrocchiali, etc.; 2. Progetti e programmi di intervento, finalizzati al miglioramento qualitativo e quantitativo dell’offerta di servizi sociali nelle periferie della Città a favore dei fanciulli, degli adolescenti e dei giovani, ma anche delle famiglie e degli adulti; in particolare, la Fondazione si occupa di minori a rischio di devianza ed a rischio di dispersione scolastica e di adulti e famiglie con disagio sociale, psicologico ed economico; 3. Studi, ricerche e programmi permanenti di rilevazione dei bisogni di miglioramento della qualità della vita nella Città. Per quanto concerne i servizi socio-educativi di cui al precedente punto 2, la Fondazione gestisce: un Centro Socio Educativo Diurno per i minori al quartiere San Paolo di Bari; un Centro di Ascolto per le Famiglie al quartiere San Paolo con una sede staccata al quartiere Stanic ed uno al quartiere Japigia di Bari con una sede staccata di quest’ultimo a Torre a Mare.

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laboratorio di avviamento allo sport e di pratica sportiva laboratorio musicale attività per l’inclusione scolastica supervisione psicologica degli utenti supervisione sanitaria degli utenti campi Scuola attività di Supporto alla Famiglia: Segretariato Sociale attività di Supporto alla Famiglia: Supporto alla genitorialità attività Integrative: Servizio di Trasporto Il Centro dispone di una propria Carta dei Servizi che rappresenta una dichiarazione di impegno in rapporto all’assunzione di responsabilità della Fondazione di fronte alla comunità sociale, ai cittadini ed alle famiglie, con lo scopo di migliorare nel tempo la qualità del servizio e del rapporto con le persone che ne usufruiscono e con gli enti con i quali si sviluppano forme di collaborazione. Il che comporta, innanzi tutto, una professione di attenzione al cittadino in condizione di difficoltà (be care), inoltre, sotto l’aspetto del rapporto con clientela (utenza) e committenza (enti pubblici e privati), la costante valutazione del soddisfacimento di bisogni e richieste (customer care) in termini di efficacia ed efficienza nell’erogazione del servizio. Il Centro di Ascolto per le Famiglie si rivolge ad adulti e famiglie con disagi socio economici e non, ponendo particolare attenzione alle famiglie difficilmente raggiungibili, quali: nuclei familiari di stranieri, nuclei monoparentali, nuclei con un neonato prematuro o disabile, nuclei con uno o entrambi i genitori minorenni, nuclei con problemi di separazione e/o con patologie psicologiche. Il Centro opera in stretto collegamento con i Servizi Sociali Comunali e Circoscrizionali del territorio, con i Servizi Socio Sanitari territoriali, con il Consultorio familiare, con il Tribunale Ordinario e per i Minori, con la scuola, con le parrocchie e le vicarie, con le associazioni di volontariato e con molte altre istituzioni presenti sul territorio. Il Servizio offerto dal Centro si articola in una pluralità di interventi sulle aree che seguono: accoglienza e ascolto sostegno alla genitorialità

Il Centro Socio Educativo Diurno è una struttura di prevenzione e recupero aperta ai minori che, attraverso lo sviluppo di programmi di attività e servizi socio-educativi, culturali, ricreativi e sportivi, mira in particolare al recupero dei minori con problemi di socializzazione o esposti a rischio di emarginazione e/o di devianza.

consulenze

Il Centro offre sostegno, accompagnamento e supporto alle famiglie ed opera in stretto collegamento con i servizi sociali dei Comuni e con le istituzioni scolastiche, nonché con i servizi delle comunità educative e delle comunità di pronta accoglienza per minori (art. 52 del Regolamento di attuazione n° 4 del 18-01-2007 della Legge Regionale della Puglia n. 19/2006 “Disciplina del sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini in Puglia”).

lavoro

Il Centro Socio Educativo Diurno della Fondazione è rivolto a 50 minori di ambo i sessi, in situazione di svantaggio socioculturale, di età compresa tra i 6 e i 18 anni, segnalati dall’Ufficio Socio-Educativo della Circoscrizione territoriale del Comune di Bari. Di questi 30 frequentano le attività nella fascia pomeridiana e 20 nella fascia antimeridiana. In particolare, i minori che partecipano alle attività mattutine sono indicati dai referenti scolastici delle scuole medie inferiori del quartiere San Paolo fra gli studenti iscritti che frequentano saltuariamente e che evidenziano di subire il disagio di una proposta formativa “tradizionale”. Il Servizio fornito dal Centro Socio Educativo Diurno per i minori della Fondazione si articola in una pluralità di servizi specializzati di seguito indicati: supporto alle attività didattiche

disabilità

protezione e prevenzione del rischio tutoring cittadinanza attiva Il Centro dispone di una propria Carta dei Servizi, che nasce da esigenze di trasparenza, di informazione e di ricerca del miglioramento dell’efficienza e delle efficacia dei servizi offerti dalla Fondazione nei confronti dell’utenza, delle istituzioni, dei committenti e del territorio. L’attività della Fondazione e, in particolare, i servizi erogati dal Centro Socio Educativo Diurno per i minori e dal Centro di Ascolto per le Famiglie sono ispirati a principi di eguaglianza, imparzialità, continuità, ascolto e partecipazione, trasparenza, riservatezza, efficacia ed efficienza. Nessuna discriminazione nell’erogazione dei servizi è compiuta per motivi di razza, sesso, etnia, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni psico–fisiche e socio economiche.

attività ludico-espressiva

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I servizi sono erogati garantendo la pari dignità fra gli utenti/clienti, accogliendo ed eventualmente differenziando l’intervento in base ai bisogni ed alle condizioni individuali di partenza. La continuità nell’erogazione dei servizi è garantita dallo spirito di servizio che anima l’organizzazione dei Centri e del lavoro e dalla forte motivazione del personale. Il tema dell’ascolto e della partecipazione è elemento fondamentale nella progettazione e nella realizzazione dei servizi e prevede momenti periodici di monitoraggio e riprogettazione in base ai bisogni espressi dall’utenza.

1.1 La visione ed i valori La Fondazione incardina la propria attività su un sistema di valori che ispirano continuamente ed alimentano il proprio punto di vista sulla realtà; la propria “visione” come punto di vista, percezione dell’esistente intorno a sé, prefigurazione del “non ancora”. Il non ancora assume sullo sfondo il progetto di società a cui tendere, il simbolico I have a dream tradotto nel lavoro sociale ed educativo agito nei contesti marginali.

L’impegno costante è di garantire al cliente/utente un’informazione completa e trasparente attraverso procedure e materiale semplice e facilmente comprensibile.

La visione ed il quadro valoriale sono essenziali alla scelta delle prospettive e, tuttavia, vengono di frequente messi tra parentesi, dati per scontato una volta per tutte, oppure affidati a “decisioni del momento” che denunciano spesso un deficit anche di pensiero.

La riservatezza è intesa non solo come obbligo a non rivelare notizie apprese, ma anche come capacità di discernimento tra ciò che va mantenuto riservato e ciò che è utile e necessario comunicare in un lavoro integrato con altri soggetti istituzionali ed altri professionisti.

Questa tendenza a trascurare il “punto di vista” è spesso evidente nel lavoro sociale, dove il rincorrersi di progetti ed attività rischia di non lasciare tempo all’osservare e al riflettere. Si è costretti, presi dall’urgenza dell’azione, ad inseguire il “fare”, passando da evento ad evento, come in una sorta di zapping che può ridurre la densità valoriale e teorica.

L’utente (sia esso bambino, adolescente o adulto) ha diritto alla massima riservatezza in merito alle notizie anamnestiche proprie e del nucleo proprio familiare ed agli altri dati sensibili rientranti nella sfera della sua “privacy”.

Occorre rifarsi con costanza al sistema di valori che l’organizzazione si dà, esercitare attraverso di esso una percezione acuta della realtà vissuta, osservare nel “qui ed ora” mentre si è attori del processo.

È un diritto dell’utente la salvaguardia della propria intimità e privacy nello svolgimento delle attività interne ed esterne ai Centri. Per la realizzazione in concreto di tale salvaguardia sono stati attivati dalla Fondazione tutti gli adempimenti previsti dal D. Lgs. 196/2003 “Codice in materia di protezione dei dati personali”.

La visione della Fondazione ha un terreno privilegiato: la promozione umana e sociale; essa sceglie un orizzonte etico, su cui orienta il suo cammino: è l’etica dell’accoglienza e dell’inclusione, la costruzione di un percorso di animazione che traduce i bisogni in desideri e i desideri in progetti di vita.

I servizi sono erogati perseguendo obiettivi di efficienza (armonico rapporto tra risultati e costi impiegati per il raggiungimento degli stessi) e di efficacia (raggiungimento di risultati oggettivamente apprezzabili).

Guardarsi intorno significa anche interpretare gli scenari in cui si collocano gli interventi sociali.

Funzionali a tali risultati è il costante aggiornamento dei professionisti (dipendenti e collaboratori stabili della Fondazione) impiegati nei servizi, al fine di renderli sempre più rispondenti alle esigenze specifiche degli utenti/clienti e dei committenti, sia in termini quantitativi che qualitativi. La struttura organizzativa della Fondazione è riportata nell’organigramma che segue.

La lettura delle attuali politiche di “welfare” rende riconoscibili due orientamenti di fondo: da una parte, gli interventi classificabili come welfare assistenziale, per i quali l’azione a sostegno della marginalità si “consuma” nell’atto benefico e non sembra alimentare prospettive di riscatto capaci di modificare strutturalmente lo stato di dipendenza e di bisogno. Dall’altra parte, il welfare promozionale e partecipativo, grazie al quale l’intervento “lascia il segno”, gettando le basi per un processo di enpowerment personale e comunitario, che può modificare la condizione di marginalità. La Fondazione adotta questo secondo indirizzo, impegnandosi a validarlo costantemente, al di là delle dichiarazioni di principio.

Consiglio di amministrazione

Collegio dei revisori

Presidente

Referente qualità Responsabile sicurezza

Segretario generale

Responsabile bilancio sociale

Amministrazione e segreteria Servizi alla persona Centro socio-educativo diurno Equipe operatori

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Logistica

Formazione

CAF S. Paolo Equipe operatori

Logistica

Centro ascolto per famiglie

Sviluppo

CAF Japigia Equipe operatori

Logistica

Dunque, la Fondazione decide di mettere a fuoco, sempre di più, i suoi “punti di vista”, innanzitutto condividendoli al suo interno, poi fissandoli nella riflessione teorica ed esplicitandoli sia al proprio interno che all’esterno, in modo da disseminarli nel vasto arcipelago del lavoro sociale. Decidere di esprimere punti di vista comporta di accettare la sfida del giudizio critico (da krinein, discernere), dunque di aderire al confronto con visioni differenti. Quattro sono gli ambiti specifici su cui la Fondazione decide di definire la sua visione: la periferia, come contesto urbano e come condizione della marginalità su cui orientare la propria attività; il welfare promozionale e partecipativo, come valutazione degli interventi pubblici a sostegno dell’inclusione e come scelta che deve caratterizzare i propri interventi; la cittadinanza, come strategia e scenario per recuperare il senso di comunità; l’animazione, come dimensione qualificata dell’agire sociale ed educativo. Un’area privilegiata ed irrinunciabile di valori, dell’intero sistema di valori della Fondazione, riguarda le competenze professionali di chi opera, il dominio specifico dei settori di intervento. Tra le competenze professionali, la Fondazione dà fondamentale importanza a quella particolare predisposizione alle relazioni ed alla comunicazione ecologica, quella intelligenza definita in campo pedagogico “intelligenza interpersonale ed emotiva”, che rappresenta l’elemento fondante dello statuto professionale di un operatore sociale. Si tratta di un pre-requisito quasi ovvio, che tuttavia da solo non basta. Esso va intrecciato con la passione per il servizio, la dimensione del gratuito che, pur nel rispetto delle legittime istanze di retribuzione e di riconoscimento dei diritti derivanti dalla prestazione, oltrepassa le rigide regole contrattualistiche. È l’affermazione della cultura del dono, di quel supplemento d’anima che fa la differenza. Altra componente valoriale del lavoro in Fondazione è l’animazione alla progettualità; nella cultura del progetto si coniugano la componente personale e quella comunitaria.

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Sul piano personale, l’operatore è stimolatore dei personali progetti di vita dei soggetti che gli vengono affidati: ragazzi in difficoltà, giovani, genitori che sono accompagnati nella ricerca di una autonoma costruzione di futuro. Sul piano comunitario, l’essere animatori comporta l’orientare i progetti di vita individuali verso le forme del protagonismo sociale e della cittadinanza attiva. In sintesi, le competenze professionali ed esistenziali, la cultura del dono, l’animazione alla progettualità sono i valori fondanti dell’essere operatori in casa Fondazione, che ne caratterizzano la riconoscibilità esterna. Tali valori vanno ad innestarsi su altri fondamentali valori umani che ciascun operatore della Fondazione deve possedere come prerequisito di base e, specificamente: l’onestà, l’affidabilità per il lavoro ed il servizio da svolgere; la centralità dell’individuo ed il suo sviluppo come persona; la capacità di fare squadra e di mettere gli interessi della squadra dinnanzi a quelli propri; la responsabilità nei confronti degli altri, dentro e fuori la Fondazione.

VA L O R I E P R I N CI P I E T I CI I D E N T I Tà

1.2.3 Comunicazione La Fondazione comunica in modo aperto e trasparente con tutti i diversi interlocutori esterni. I rapporti tra la Fondazione ed i media, nonché più in generale, le comunicazioni con i diversi interlocutori esterni, sono di competenza esclusiva della Segreteria Generale e/o delle funzioni aziendali a ciò espressamente delegate e devono essere intrattenuti nel rispetto delle linee di comunicazione definite dalla Fondazione stessa. I Destinatari non possono, pertanto, fornire informazioni ai rappresentanti dei mass media e ai diversi interlocutori esterni senza l’autorizzazione delle funzioni competenti della Fondazione. In ogni caso, le informazioni e le comunicazioni relative alla Fondazione e destinate all’esterno devono essere accurate, veritiere, complete e trasparenti.

1.2 Principi

1.2.4 Committenti

La reputazione acquisita dalla Fondazione nel territorio dipende dal suo impegno nello sviluppare in modo serio e responsabile la propria politica e dal modo di interagire con i propri interlocutori: dipendenti, collaboratori, utenti, famiglie, consulenti e fornitori, ma anche autorità, istituzioni, comunità, società e ambiente.

La Fondazione si impegna a offrire ai propri committenti, soggetti pubblici e privati, servizi rispondenti alle specifiche richieste dai bandi di gara cui partecipa e che si aggiudica, con il miglior rapporto possibile qualità-prezzo.

La Fondazione ha come principio imprescindibile e svolge la propria attività nel pieno rispetto delle leggi e dei regolamenti dello Stato italiano, applicando, inoltre, in modo appropriato e rigoroso norme e regolamenti internazionali accolti a livello nazionale, a partire dal rispetto dei diritti umani. I principi sui quali si fonda la sua politica rappresentano un ulteriore impegno della Fondazione nei confronti di tutti coloro che interagiscono con essa. Quando la Fondazione sviluppa interventi e progetti insieme a terzi o in accordi di partenariato con soggetti terzi richiede ai propri partner l’applicazione e il rispetto dei propri principi. La Fondazione chiede a tutti i dipendenti di conoscere, condividere e rispettare con la massima diligenza i principi aziendali di seguito elencati, nonché di promuovere l’applicazione di tali principi da parte dei collaboratori, consulenti e fornitori.

1.2.1 Creazione di valore La Fondazione pur essendo un soggetto senza finalità di lucro (non deve remunerare nessun capitale e non deve distribuire utili a chicchessia) ritiene tuttavia di dover ispirare il suo operare sul mercato avendo sempre di mira una corretta ed efficiente gestione economico-finanziaria delle proprie attività, in modo da non dilapidare il patrimonio ad essa affidato dal suo fondatore e garantire gli interessi di tutti gli stakeholder. Il che significa l’impegno a garantire la salvaguardia e, se possibile, l’ampliamento del fondo di dotazione, mirando in ogni caso al pareggio della gestione economico-finanziaria e tenendo in primaria considerazione la cura degli utenti e dei loro problemi, le esigenze dei dipendenti, collaboratori e fornitori. Tutto ciò si traduce, in altre parole, nello sforzo continuo di creare valore a vantaggio di tutti gli stakeholder.

1.2.2 Politica La Fondazione non intrattiene rapporti con nessun partito politico, non effettua donazioni e non concede contributi a partiti politici né interviene in questioni politiche di partito. In particolare, la Fondazione non eroga contributi di alcun genere, direttamente o indirettamente, a partiti politici, movimenti, comitati ed organizzazioni politiche e sindacali, loro rappresentanti o candidati. Si astiene inoltre da qualsiasi illecita pressione diretta o indiretta su esponenti politici. Gli amministratori, da un lato, e i dipendenti della Fondazione, dall’altro lato, durante l’orario di lavoro, non possono svolgere attività politica o utilizzare beni o attrezzature della Fondazione a tale scopo; sono tenuti inoltre a chiarire che le eventuali opinioni politiche da essi espresse a terzi sono strettamente personali e non rappresentano, pertanto, l’opinione e l’orientamento della Fondazione.

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In tale prospettiva, la Fondazione ha conseguito il 4 novembre 2008 la certificazione di qualità UNI EN ISO 9001:2000, nel campo della “progettazione e gestione di servizi socio educativi alla persona”, al fine di avere una forte focalizzazione sul miglioramento continuo delle proprie prestazioni verso i committenti. Il Sistema per la Gestione della Qualità della Fondazione è stato adeguato, a partire dal 01.06.2009, alla nuova norma UNI EN ISO 9001:2008. La Fondazione tiene in grande considerazione la fiducia che le viene accordata dai committenti e protegge le informazioni che le sono fornite in conformità con le leggi vigenti. I Destinatari coinvolti nelle attività di sviluppo opportunità e che intrattengono rapporti con i committenti della Fondazione, pertanto, devono: osservare scrupolosamente le disposizioni del presente Codice e le procedure interne relative alla gestione dei rapporti con i committenti; uniformare la propria condotta nei rapporti con tutti i committenti a principi di trasparenza, affidabilità, responsabilità e qualità; offrire o in alcun modo fornire, accettare o incoraggiare omaggi, regali o qualsivoglia utilità ai committenti, o a loro familiari, salvo il caso in cui si tratti di atti di cortesia di modico valore, conforme agli usi e tali da non compromettere l’integrità e la reputazione delle parti; assicurarsi della qualità ed affidabilità dei servizi offerti, monitorando che i servizi e i prodotti prestati e forniti da terzi fornitori in generale siano pienamente conformi agli standard di qualità definiti dalla Fondazione; curare con particolare attenzione le attività di soddisfazione del committente, nell’ottica di un miglioramento continuo della qualità dei servizi e seguendo le procedure interne previste dal Sistema di Gestione per la Qualità.

1.2.5 Utenti La Fondazione si impegna a offrire ai propri utenti servizi rispondenti alle loro specifiche esigenze al più alto livello di qualità possibile. In tale prospettiva, la Fondazione ha conseguito il 4 novembre 2008 la certificazione di qualità UNI EN ISO 9001:2000 nel campo della “progettazione e gestione di servizi socio educativi alla persona”, al fine di avere una forte focalizzazione sul miglioramento continuo delle proprie prestazioni verso gli utenti. Il Sistema per la Gestione della Qualità della Fondazione è stato adeguato, a partire dal 01.06.2009, alla nuova norma UNI EN ISO 9001:2008. La Fondazione tiene in grande considerazione la fiducia dei propri utenti (bambini, adolescenti, giovani, adulti e famiglie) e si fa carico di progettare, organizzare e gestire i propri servizi tenendo conto in modo specifico dei bisogni da essi espressi.

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I Destinatari coinvolti nelle attività di progettazione ed erogazione dei servizi agli utenti (responsabile del Centro Socio Educativo Diurno per i minori e responsabile del Centro di Ascolto per le Famiglie e loro rispettive equipe di operatori ed educatori) devono: trattare ciascun utente (bambino, adolescente, giovane) con il massimo rispetto dovuto a ciascuna persona umana, farsi carico con spirito di grande compassione dei problemi e dei bisogni di cui è portatore, sui quali devono personalizzare l’intervento socio educativo più opportuno, d’intesa con la famiglia, con i Servizi Sociali territoriali e con le Istituzioni Scolastiche se di competenza; trattare ciascun utente (adulto e genitore) con il massimo rispetto dovuto a ciascuna persona umana, farsi carico con spirito di grande compassione dei problemi e dei bisogni di cui è portatore, sui quali devono personalizzare l’intervento socio educativo più opportuno, d’intesa con i Servizi Sociali territoriali e con le altre Istituzioni di competenza; evitare in modo assoluto pratiche di favore ad utilità degli utenti, atte a costituire disparità di trattamento o posizioni di privilegio nell’erogazione dei servizi socio educativi da parte della Fondazione; offrire o in alcun modo fornire, accettare o incoraggiare omaggi, regali o qualsivoglia utilità agli utenti, o a loro familiari, salvo il caso in cui si tratti di atti di cortesia di modico valore, conforme agli usi e tali da non compromettere l’integrità e la reputazione della Fondazione; proteggere le informazioni di ciascun utente, di cui vengono a conoscenza, ed in modo particolare di quelle sensibili, in conformità con le leggi vigenti (D. Lgs. 196/2003) e con le procedure interne definite in tale ambito dalla Fondazione; osservare scrupolosamente le disposizioni del presente Codice e le procedure interne relative alla gestione dei rapporti con gli utenti; uniformare la propria condotta nei rapporti con tutti gli utenti a principi di compassione, correttezza, rispetto, responsabilità e qualità; assicurarsi che siano sempre rispettati i requisiti di qualità e sicurezza dei luoghi nei quali gli utenti fruiscono dei servizi della Fondazione in conformità con le leggi vigenti (D. Lgs. 81/2008) e con le procedure interne definite in tale ambito dalla Fondazione; assicurarsi della qualità ed affidabilità dei servizi offerti, monitorando che i servizi e i prodotti prestati e forniti da terzi fornitori in generale siano pienamente conformi agli standard di qualità definiti dalla Fondazione; curare con particolare attenzione le attività di soddisfazione dell’utente, nell’ottica di un miglioramento continuo della qualità dei servizi e seguendo le procedure interne previste dal Sistema di Gestione per la Qualità.

1.2.6 Dipendenti I rapporti con e tra i dipendenti nella Fondazione si fondano sul rispetto della persona e dei suoi diritti umani. La Fondazione adotta una politica basata sulle pari opportunità, in considerazione della diversità delle persone. La Fondazione aiuta i propri dipendenti a sviluppare al meglio le loro potenzialità attraverso attività di formazione e crescita professionale. Il pieno rispetto del dipendente e la non discriminazione nel lavoro per motivi di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, appartenenza sindacale, condizione sociale e personale rientrano tra i valori fondanti adottati dalla Fondazione. Lo sviluppo e la crescita professionale sono due obiettivi importanti della politica adottata dalla Fondazione per gestire le proprie risorse umane; infatti, essa si propone di attrarre, formare e far crescere persone di qualità, dotate di quei requisiti di base richiamati in precedenza, alle quali offrire responsabilità stimolanti e opportunità di sviluppo nel lavoro in campo sociale a servizio dei più deboli e bisognosi. Nelle varie fasi di gestione dei rapporti con i propri dipendenti, la Fondazione si ispira, pertanto, ai principi che seguono. a. Selezione del personale La Fondazione offre le medesime opportunità di lavoro e/o di crescita professionale senza discriminazione alcuna, a partire dal momento della selezione del personale.

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La scelta del personale si sviluppa abitualmente lungo un percorso che spesso parte dagli stage che laureandi e laureati svolgono presso la Fondazione, per continuare poi con il loro coinvolgimento su progetti specifici attraverso incarichi di collaborazione, con la partecipazione alla vita della Fondazione anche attraverso esperienze di volontariato e con l’approdo finale al rapporto di lavoro. Questo processo offre ai partecipanti l’opportunità di conoscere la Fondazione, i suoi valori, i suoi principi, di affinare le qualità di base richieste dall’operare in Fondazione ed alla Fondazione di conoscere i talenti delle persone, le loro qualità, la loro motivazione a lavorare in campo sociale per i più deboli e bisognosi e poter scegliere in modo consapevole i propri potenziali dipendenti sulla base delle caratteristiche e delle motivazioni richieste. In ogni caso, il tutto avviene nel rispetto della dignità delle persone, della loro personalità, della loro sfera privata e delle opinioni di cui sono portatrici. Non sono consentiti favoritismi o forme di clientelismo e si fa in modo che nel processo decisionale per l’assunzione non siano mai coinvolte persone della Fondazione in situazione di conflitto di interessi con il candidato. b. Costituzione del rapporto di lavoro Le assunzioni avvengono con regolare contratto di lavoro nel pieno rispetto della legge e del CCNL applicato, favorendo l’inserimento del lavoratore nell’ambiente di lavoro. I dipendenti sono a conoscenza dei termini e delle condizioni del proprio lavoro e la Fondazione fornisce retribuzioni secondo il CCNL. c. Gestione del personale La Fondazione offre le medesime opportunità di carriera a coloro che risultino in possesso delle caratteristiche richieste per l’accesso a funzioni, incarichi e/o profili superiori, senza discriminazione alcuna e sulla base di criteri meritocratici, di competenza professionale acquisita e, comunque, sulla base di parametri strettamente professionali. La Fondazione considera la formazione del personale e l’aggiornamento costante una esigenza primaria; cura anzitutto che tutto il personale conosca e condivida la missione ed i valori della Fondazione, come voluti dal suo fondatore e codificati nello Statuto; inoltre, si fa carico che ogni dipendente possieda le competenze tecniche specifiche esigite dal ruolo che ricopre e dalle funzioni che svolge; infine, pone una particolare attenzione alla formazione su problematiche specifiche, quali: il Sistema di Gestione per la Qualità, la sicurezza sui luoghi di lavoro, la tutela dei dati personali e della privacy degli utenti e propria, etc. Come codificato nelle procedure del Sistema di Gestione per la Qualità della Fondazione, ogni anno è definito un piano annuale di formazione per tutti i dipendenti ed i collaboratori stabili della Fondazione; tale piano è costruito raccogliendo le esigenze ed i bisogni espressi dai dipendenti, in incontri ufficiali cui essi sono invitati a partecipare e ad esprimersi, e tenendo conto dei progetti da sviluppare nel corso dell’anno e dei servizi da erogare. La Fondazione promuove lo spirito di squadra e di reciproca collaborazione e si attende che i dipendenti, ad ogni livello, collaborino a mantenere un clima di reciproco rispetto della dignità e della reputazione di ciascuno. d. Molestie e discriminazioni nel luogo di lavoro La Fondazione esige che nelle relazioni di lavoro interne ed esterne non si verifichino molestie di alcun genere nei confronti di dipendenti, fornitori, clienti o visitatori. Per molestia si intende qualsiasi forma di intimidazione o minaccia che sia di ostacolo al sereno svolgimento delle proprie funzioni ovvero l’abuso da parte del superiore gerarchico della posizione di autorità. La Fondazione esige, altresì, che nelle relazioni di lavoro interne ed esterne non avvengano discriminazioni di alcun genere nei confronti di dipendenti, fornitori, clienti o visitatori legate a differenza di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di appartenenza sindacale, di condizioni personali o sociali. Chiunque, nel prestare la propria attività in favore della Fondazione, ritenga di essere stato oggetto di molestie o di essere stato discriminato per qualsivoglia motivo può segnalare l’accaduto all’Organismo di Vigilanza. È proibito qualsiasi atto di ritorsione nei confronti del dipendente che rifiuta, lamenta o segnala tali fatti incresciosi. e. Abuso di sostanze alcoliche o stupefacenti La Fondazione vieta a ciascun dipendente o collaboratore di prestare attività lavorativa in stato di ubriachezza ovvero in stato di coscienza alterato dall’assunzione di sostanze stupefacenti, allucinogene o che comunque influenzino il regolare

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svolgimento dell’attività lavorativa. In ogni caso la Fondazione scoraggia l’abuso di sostanze alcoliche e l’uso di sostanze stupefacenti da parte di ciascun dipendente o collaboratore anche al di fuori dall’orario di lavoro e a prescindere dall’influenza di tali condotte sul regolare svolgimento dell’attività lavorativa.

c. Conflitto d’interessi

f. Fumo

A titolo esemplificativo, potrebbero costituire fattispecie di conflitto di interessi:

La Fondazione si impegna a garantire la sicurezza e la salute dei propri dipendenti, fermi restando i divieti di fumare previsti per legge nei luoghi nei quali ciò possa generare pericolo per la sicurezza delle persone e la salubrità degli ambienti. g. Tutela della privacy La Fondazione si uniforma alle prescrizioni di legge applicabili in materia di trattamento dei dati personali. Con particolare riguardo al trattamento dei dati personali dei lavoratori, la Fondazione predispone specifiche cautele volte ad informare ciascun dipendente sulla natura dei dati personali oggetto di trattamento da parte della Fondazione, sulle modalità di trattamento, sugli ambiti di comunicazione ed, in generale, su ogni dato relativo alla sua persona.

1.2.7 Comportamento La Fondazione si aspetta che tutti i dipendenti agiscano con onestà, integrità ed imparzialità. Non è tollerata alcuna forma di corruzione, compresi offerte e pagamenti impropri effettuati a favore o da parte di dipendenti. I dipendenti devono evitare ogni contatto che possa portare, o far pensare, a un conflitto di interessi tra la loro attività e quella della Fondazione. I dipendenti devono evitare di accettare doni od ospitalità che potrebbero farli sentire in obbligo verso terzi. a. Divieto di pratiche corruttive La Fondazione non tollera alcuna forma di corruzione, inclusi pagamenti impropri o offerte illecite di pagamenti per o da parte dei dipendenti. Nei rapporti con le terze parti, ivi inclusa la Pubblica Amministrazione, non è consentito ai dipendenti, dirigenti, quadri, collaboratori e/o amministratori, a qualsiasi titolo, della Fondazione di corrispondere, né offrire, direttamente o tramite terzi, somme di denaro o doni di qualsiasi genere ed entità a soggetti esterni alla Fondazione, siano essi pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio, rappresentanti di governo, pubblici dipendenti o privati cittadini, con i quali la Fondazione intrattenga relazioni commerciali, per compensarli o ripagarli di un atto del loro ufficio né per conseguire l’esecuzione di un atto contrario ai doveri del loro ufficio. Atti di cortesia commerciale, quali omaggi o forme di ospitalità, o qualsiasi altra forma di beneficio (anche sotto forma di liberalità), sono consentiti soltanto se di modico valore, conformi agli usi e tali da non compromettere l’integrità e la reputazione delle parti; tali atti non dovranno comunque poter essere interpretati, da un osservatore terzo ed imparziale, come atti destinati ad ottenere vantaggi e favori in modo improprio. In ogni caso, tali atti devono sempre essere autorizzati e documentati. b. Diligenza e buona fede I dipendenti ed i collaboratori, a qualsiasi titolo, della Fondazione devono agire lealmente e secondo buona fede, rispettando gli obblighi sottoscritti nel contratto di lavoro o di collaborazione ed assicurando le prestazioni richieste, nonché conoscere ed osservare le norme deontologiche contenute nel presente Codice, improntando la propria condotta al rispetto reciproco ed alla cooperazione ed alla reciproca collaborazione. Tutte le azioni, le operazioni e le negoziazioni e, in genere, i comportamenti posti in essere nello svolgimento dell’attività lavorativa devono essere improntati ai principi di onestà, correttezza, integrità, trasparenza, legittimità, chiarezza e reciproco rispetto nonché essere aperti alle verifiche ed ai controlli secondo le norme vigenti e le procedure interne. Tutte le attività devono essere svolte con impegno e rigore professionale. Ciascuno deve fornire un apporto professionale adeguato alle responsabilità assegnate e deve agire in modo da tutelare il prestigio della Fondazione. Il personale della Fondazione, a prescindere dalla funzione esercitata e/o dal livello di responsabilità assunto, deve conoscere ed attuare quanto previsto dalla Fondazione in tema di tutela dell’ambiente, di sicurezza ed igiene del luogo di lavoro e di tutela della privacy.

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I dipendenti ed i collaboratori, a qualsiasi titolo, della Fondazione devono astenersi dallo svolgere attività che siano anche potenzialmente in conflitto con gli interessi della stessa Fondazione. l’esistenza palese od occulta, diretta o indiretta di interessi economici o finanziari del dipendente o collaboratore o dei suoi familiari in attività di fornitori, clienti, concorrenti; la strumentalizzazione della propria posizione funzionale per la realizzazione di interessi anche solo potenzialmente in contrasto con quelli della Fondazione; l’utilizzazione di informazioni acquisite nello svolgimento di attività lavorative a vantaggio proprio o di terzo in contrasto con gli interessi della Fondazione; lo svolgimento di attività lavorative di qualunque genere (prestazioni d’opera e prestazioni intellettuali) presso clienti, fornitori, concorrenti e/o presso terzi in contrasto con gli interessi della Fondazione; la conclusione, il perfezionamento o l’avvio di trattative e/o contratti, in nome e/o per conto della Fondazione, che abbiano come controparte familiari o soci del dipendente o collaboratore, ovvero persone giuridiche di cui egli sia titolare o a cui egli sia comunque interessato; l’accettazione di denaro o altro beneficio o favore da persone fisiche o giuridiche che siano o intendano entrare in rapporti di affari con la Fondazione. È fatto divieto di avvantaggiarsi personalmente di opportunità di affari di cui si è venuti a conoscenza nel corso dello svolgimento delle proprie funzioni all’interno della Fondazione. Prima di accettare un incarico di consulenza, di direzione, amministrazione o altro incarico in favore di altro soggetto potenzialmente idoneo ad ingenerare un conflitto di interessi, oppure nel caso in cui si verifichi una situazione di conflitto di interessi, ciascun dipendente è tenuto a darne comunicazione al proprio superiore gerarchico e al Segretario Generale. Qualora la segnalazione non dia esito o il dipendente si senta a disagio nel rivolgersi al suo diretto superiore e al Segretario Generale, è tenuto a riferire all’Organismo di Vigilanza. Parimenti, ciascun dipendente è tenuto a dare comunicazione, con le stesse modalità di cui sopra, delle situazioni di conflitto di interessi in cui versino altri dipendenti e di cui sia venuto a conoscenza. d. Omaggi o altra forma di beneficio/utilità Il dipendente che riceva omaggi o altra forma di beneficio/utilità non direttamente ascrivibili a normali relazioni di cortesia, dovrà assumere ogni opportuna iniziativa, al fine di rifiutare detto omaggio o altra forma di beneficio/utilità comunque nel rispetto delle politiche della Fondazione. e. Tutela del patrimonio della Fondazione e dell’ambiente di lavoro Ogni dipendente è tenuto a salvaguardare il patrimonio della Fondazione, custodendo i beni mobili ed immobili, le risorse tecnologiche ed i supporti informatici, le attrezzature, i prodotti aziendali, le informazioni e/o il know-how della Fondazione. In particolare, ogni dipendente deve: 1. usare i beni della Fondazione secondo le politiche della stessa, osservando scrupolosamente tutti i programmi di sicurezza per prevenirne l’uso non autorizzato od il furto; 2. evitare utilizzi impropri dei beni della Fondazione che possano essere causa di danno o di riduzione di efficienza o, comunque, in contrasto con l’interesse della stessa Fondazione; 3. mantenere il segreto sulle informazioni riservate riguardanti la Fondazione, evitando di rivelarle a terzi; 4. rispettare scrupolosamente quanto previsto dalle politiche di sicurezza della Fondazione, al fine di non compromettere la funzionalità e la protezione dei sistemi informatici; 5. non inviare messaggi di posta elettronica minatori ed ingiuriosi, non ricorrere a linguaggio non educato o non profes-

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sionale, non esprimere commenti inappropriati che possano recare offesa alla persona e/o danno all’immagine della Fondazione;

lenti”, “docenti”, partner di progetto; di seguito, per brevità, i “Collaboratori”), sono tenuti al rispetto dei principi contenuti nel Codice Etico della Fondazione.

6. custodire e non rivelare a terzi non autorizzati la propria password personale ed il proprio codice di accesso alle banche dati della Fondazione;

I dipendenti coinvolti a vario titolo nella individuazione e scelta dei Collaboratori, in relazione alle proprie funzioni, devono aver cura di:

7. non riprodurre per uso personale i software aziendali né utilizzare per fini privati gli strumenti in dotazione; 8. non utilizzare i sistemi di comunicazione aziendali (e-mail, internet, etc.) e il web per fini diversi da quelli professionali e di servizio. Ogni dipendente è responsabile della protezione delle risorse a lui affidate ed ha il dovere di informare tempestivamente i propri diretti responsabili di eventi potenzialmente dannosi per la Fondazione. I principi sopra previsti sono applicabili anche ai collaboratori stabili della Fondazione, nella misura in cui gli stessi possano essere concretamente coinvolti nella salvaguardia del patrimonio della Fondazione, in quanto sia loro consentito di utilizzare attrezzature, risorse o beni (come sopra meglio descritti) della Fondazione. f. Tutela dell’immagine La buona reputazione e/o l’immagine della Fondazione rappresenta una risorsa immateriale essenziale. I dipendenti della Fondazione si impegnano ad agire in conformità ai principi dettati dal presente Codice nei rapporti tra colleghi, con clienti, fornitori e terzi in generale, mantenendo un contegno decoroso conforme agli standard della Fondazione.

1.2.8 Ambiente La Fondazione si impegna a promuovere azioni che possano garantire uno sviluppo sostenibile e la protezione dell’ambiente. mette in atto processi per migliorare attivamente l’efficienza con la quale sono utilizzate le risorse limitate (come, ad esempio, energia, acqua, etc.); mette in atto procedure formalizzate per il corretto smaltimento dei residui della propria attività (toner per stampanti e fotocopiatrici, contenitori di materiali per le pulizie, etc.); usa ogni volta che può materiali riciclati e segue la raccolta differenziata dei rifiuti prodotti; la tutela dell’ambiente e la salvaguardia delle risorse naturali sono obiettivi prioritari della Fondazione. Ciascun Destinatario, nello svolgimento della propria attività, deve collaborare al conseguimento di risultati esemplari in tale settore.

1.2.9 Salute e sicurezza La Fondazione si impegna a salvaguardare la salute e la sicurezza dei propri dipendenti. Nel rispetto della normativa vigente in tema di salute e sicurezza, la Fondazione si impegna a diffondere e consolidare una cultura della salute e sicurezza sul lavoro, sviluppando la consapevolezza dei rischi e promuovendo comportamenti responsabili da parte di tutti i propri dipendenti; inoltre opera per preservare, anche attraverso piani di formazione, azioni preventive e verifiche periodiche, la salute e la sicurezza dei lavoratori.

1.2.10 Collaboratori e fornitori La Fondazione instaura rapporti di reciproco vantaggio con i propri collaboratori, partner di progetto e fornitori. La Fondazione promuove l’applicazione dei propri principi di condotta nelle attività anche da parte dei propri collaboratori, partner di progetto e fornitori. a. Rapporti con i collaboratori I collaboratori esterni della Fondazione, comunque denominati (”collaboratori stabili”, ”collaboratori occasionali”, “consu-

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osservare scrupolosamente le prassi operative e le procedure interne relative alla selezione ed alla gestione dei rapporti con i Collaboratori; selezionare, quali Collaboratori della Fondazione, soltanto persone che siano riconosciute come qualificate, con ottima reputazione e o per le quali non si sia venuti a conoscenza di comportamenti contrastanti con i principi del Codice; contattare tempestivamente il proprio diretto superiore in caso di eventuali violazioni del Codice da parte di Collaboratori della Fondazione; qualora la segnalazione non dia esito, o il dipendente si senta a disagio nel rivolgersi al proprio diretto superiore per effettuare la segnalazione, il dipendente ne riferisce all’Organismo di Vigilanza; menzionare espressamente, in tutti i contratti conclusi con i Collaboratori, l’obbligo di rispettare i principi del Codice e del Modello, di tenere comportamenti idonei a prevenire la commissione, anche tentata, dei reati in relazione ai quali si applicano le sanzioni previste nel D. Lgs. 231/2001, sanzionando l’eventuale inadempimento di tali obblighi con la previsione della facoltà per la Fondazione di risolvere il contratto, fatto ovviamente salvo il diritto al risarcimento degli eventuali danni subiti. b. Rapporti con i fornitori La Fondazione impronta la propria condotta nei rapporti con i fornitori ai principi di trasparenza, eguaglianza, lealtà e concorrenza. In particolare, i dipendenti coinvolti a vario titolo nella individuazione e scelta dei fornitori, in relazione alle proprie funzioni, devono aver cura di: 1. osservare scrupolosamente le prassi operative e le procedure interne relative alla selezione dei fornitori ed alla gestione dei rapporti con gli stessi; 2. ottenere la collaborazione dei fornitori nell’assicurare il soddisfacimento delle esigenze degli utenti in termini di qualità, costo e tempi di consegna dei beni o di prestazione dei servizi; 3. osservare e rispettare, nei rapporti di fornitura, le disposizioni di legge applicabili e le condizioni contrattualmente previste; 4. osservare i principi di trasparenza e completezza di informazione nella corrispondenza con i fornitori; 5. evitare di ricevere denaro o altra utilità o beneficio da parte di chiunque diverso dalla Fondazione per l’esecuzione di un atto del proprio ufficio o contrario ai doveri d’ufficio; 6. evitare di dare o ricevere, direttamente o indirettamente, regali, omaggi, ospitalità, o altri vantaggi. c. Scelta del fornitore I processi di acquisto sono improntati alla ricerca del massimo vantaggio per la Fondazione e alla tutela dell’immagine della stessa. A tal fine, le funzioni che partecipano a detti processi devono: 1. riconoscere ai fornitori in possesso dei requisiti necessari pari opportunità di partecipazione alla selezione; 2. verificare, anche attraverso la richiesta di consegna di idonea documentazione, la sussistenza di requisiti soggettivi relativi alla professionalità e onorabilità dei fornitori; 3. verificare, anche attraverso la richiesta di consegna di idonea documentazione, che i fornitori partecipanti alla selezione dispongano di mezzi, anche finanziari, strutture organizzative, capacità, know-how, sistemi di qualità e risorse adeguate alle esigenze e all’immagine della Fondazione. In particolare, nei contratti con i fornitori, sono introdotte clausole contrattuali che prevedono dichiarazioni del fornitore

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circa il possesso dei suddetti requisiti soggettivi e organizzativi, del know-how e di risorse adeguate alle esigenze e all’immagine della Fondazione, nonché relativi all’esistenza ed effettiva attuazione di adeguati sistemi di qualità aziendale. d. Integrità e indipendenza nei rapporti con i fornitori Per garantire la massima trasparenza ed efficienza del processo di acquisto, la Fondazione ha predisposto e adotta: 1. la separazione dei ruoli tra l’unità che richiede la fornitura e l’unità che stipula il relativo contratto (vedi procedura PROGFA: Procedura per la gestione delle forniture e degli acquisti del Sistema di Gestione per la Qualità della Fondazione); 2. procedure/istruzioni operative che regolamentano il dovere di documentare adeguatamente le scelte adottate (c.d. “tracciabilità” come da procedura PRO-GFA: Procedura per la gestione delle forniture e degli acquisti del Sistema di Gestione per la Qualità della Fondazione); 3. la conservazione delle informazioni e dei documenti ufficiali relativi alla selezione dei fornitori nonché dei documenti contrattuali per i periodi stabiliti dalle normative vigenti e richiamati nella procedura interna (vedi procedura PRO-GFA: Procedura per la gestione delle forniture e degli acquisti del Sistema di Gestione per la Qualità della Fondazione); 4. il principio secondo cui nessun pagamento in favore del fornitore può essere effettuato in contanti; a soggetto diverso dal fornitore, fatta eccezione per i casi in cui il pagamento debba essere effettuato a favore di terzi, diversi dal fornitore, purché ciò avvenga in modo legittimo, trasparente e documentato (ad esempio, in caso di cessione del credito da parte del fornitore); su conti correnti accesi presso istituti di credito esteri, allorché il fornitore non abbia sede all’estero. Nei singoli contratti di fornitura sono espressamente previste specifiche clausole in ordine alla conoscenza ed all’obbligo di osservanza, da parte del fornitore, dei principi contenuti nel Codice e nel Modello, all’obbligo di tenere comportamenti idonei a prevenire la commissione, anche tentata, dei reati in relazione ai quali si applicano le sanzioni previste nel D. Lgs. 231/2001, nonché clausole risolutive espresse azionabili dalla Fondazione in caso di inadempimento di tali obblighi, fatto ovviamente salvo il diritto al risarcimento degli eventuali danni subiti. La Fondazione porta a conoscenza dei fornitori il contenuto del presente Codice e incoraggia tutti i fornitori ad adottare un modello di organizzazione, gestione e controllo ex D. Lgs. 231/2001, nonché un codice etico, in tutte le loro aziende e all’interno delle loro catene di approvvigionamento.

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2. Altri principi

2.3 Controllo e trasparenza contabile

Oltre a recepire e ad esplicitare ulteriormente i valori ed i principi sopra richiamati, la Fondazione adotta e specifica i principi e le regole di comportamento qui di seguito illustrati.

I Destinatari si impegnano, in conformità alle rispettive funzioni e mansioni, a far si che i fatti relativi alla gestione della Fondazione siano rappresentati in maniera corretta e veritiera nella contabilità della stessa.

2.1 Rapporti con la Pubblica Amministrazione Le relazioni della Fondazione con la Pubblica Amministrazione locale, nazionale e comunitaria, o in ogni caso relative a rapporti di carattere pubblicistico (a titolo esemplificativo: gestione dei rapporti con le amministrazioni locali e circoscrizionali per l’ottenimento e la gestione di contratti relativi a servizi socio educativi alla persona e cura dei relativi adempimenti; gestione delle verifiche/ispezioni inerenti i contratti di servizi socio educativi alla persona e cura dei relativi adempimenti; gestione delle verifiche/ispezioni in materia di sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro svolte dalle autorità competenti e cura dei relativi adempimenti), devono ispirarsi alla più rigorosa osservanza delle disposizioni di legge nonché dei principi generali di correttezza e di lealtà come sopra declinati e delle procedure della Fondazione. L’assunzione di impegni e la gestione di rapporti, di qualsiasi genere, con la Pubblica Amministrazione e/o di rapporti aventi carattere pubblicistico sono riservati esclusivamente alle funzioni aziendali a ciò preposte e regolarmente autorizzate. Fermi restando tutti gli obblighi imposti dalla vigente normativa in materia, la Fondazione ed i suoi dipendenti e/o Collaboratori si asterranno, nel corso di trattative d’affari, di richieste o di rapporti commerciali con la Pubblica Amministrazione, nonché in caso di controlli/ispezioni/verifiche da parte delle Autorità di volta in volta competenti, dall’intraprendere (direttamente o indirettamente) le seguenti azioni: privilegiare in alcun modo o proporre opportunità di impiego e/o commerciali al personale della Pubblica Amministrazione coinvolto nella trattativa, nel rapporto o nei controlli/ispezioni/verifiche, o a loro familiari; offrire o in alcun modo fornire, accettare o incoraggiare omaggi, regali o qualsivoglia utilità a personale della Pubblica Amministrazione, o a loro familiari, salvo il caso in cui si tratti di atti di cortesia commerciale di modico valore, conforme agli usi e tali da non compromettere l’integrità e la reputazione delle parti; sollecitare o ottenere informazioni riservate che possano compromettere l’integrità o la reputazione di entrambe le parti o che comunque violino la parità di trattamento e le procedure di evidenza pubblica attivate dalla Pubblica Amministrazione; aderire a qualsiasi richiesta di contributi e sponsorizzazioni, che possono influenzare la trattativa d’affari o favorire la Fondazione in caso di controlli/ispezioni/verifiche da parte delle Autorità. In particolare, le richieste di contributi e sponsorizzazioni verranno valutate solo se proposte da enti e associazioni senza scopo di lucro, oppure che siano di elevato valore culturale o benefico (a titolo esemplificativo contributi e sponsorizzazione possono riguardare iniziative in ambito sociale, dell’ambiente, dello sport, dello spettacolo, della cultura, dell’arte). In ogni caso, nella scelta delle proposte cui aderire, la Fondazione presta particolare attenzione verso ogni possibile conflitto di interessi di ordine personale o aziendale. I dipendenti che ricevano offerta di omaggi o benefici sono tenuti, secondo le procedure stabilite, a rifiutarli e a darne immediata comunicazione all’Organismo di Vigilanza che valuta la conformità dell’offerta ai principi del Codice.

2.2 Rapporti istituzionali Nei rapporti istituzionali la Fondazione si impegna a: instaurare, senza alcun tipo di discriminazione, canali stabili di comunicazione con tutti gli interlocutori istituzionali a livello territoriale, locale, nazionale e comunitario; rappresentare gli interessi e le posizioni della Fondazione in maniera trasparente, rigorosa e coerente, evitando atteggiamenti di natura collusiva. Al fine di garantire la massima chiarezza nei rapporti, i contatti con gli interlocutori istituzionali avvengono esclusivamente tramite referenti che abbiano ricevuto esplicito mandato dal vertice della Fondazione.

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I documenti attestanti l’attività di registrazione contabile devono poter consentire la celere ricostruzione dell’operazione contabile, l’individuazione dell’eventuale errore, nonché del grado di responsabilità all’interno del singolo processo operativo. È obbligo dei Destinatari, sempre nell’ambito delle rispettive funzioni e mansioni, controllare la correttezza e veridicità delle registrazioni contabili e rendere noti, a chi di competenza, eventuali errori, omissioni e/o falsificazioni delle stesse. La Fondazione istruisce i propri dirigenti, dipendenti e Collaboratori affinché siano costantemente garantite verità, completezza, chiarezza e tempestività di informazioni, sia all’interno che all’esterno della Fondazione, nonché la massima accuratezza nell’elaborazione di dati e informazioni. A tal fine, ogni operazione o transazione deve essere correttamente e tempestivamente registrata nel sistema di contabilità aziendale secondo i criteri indicati dalla legge e sulla base dei principi contabili applicabili; ogni operazione o transazione deve essere autorizzata, verificabile, legittima, coerente e congrua. Affinché la contabilità risponda ai requisiti di verità, completezza e trasparenza del dato registrato, deve essere conservata agli atti della Fondazione un’adeguata e completa documentazione di supporto dell’attività svolta, in modo da consentire: l’accurata registrazione contabile di ciascuna operazione; l’immediata determinazione delle caratteristiche e delle motivazioni alla base della stessa; l’agevole ricostruzione formale dell’operazione, anche da un punto di vista cronologico; la verifica del processo di decisione, di autorizzazione e di realizzazione, nonché l’individuazione dei vari livelli di responsabilità e controllo. Ciascuna registrazione contabile deve riflettere esattamente ciò che risulta dalla documentazione di supporto. Pertanto, è compito di ciascun dipendente o collaboratore a ciò deputato fare in modo che la documentazione di supporto sia facilmente reperibile ed ordinata secondo criteri logici ed in conformità alle disposizioni e alle procedure della Fondazione. Nessuno può effettuare qualunque tipo di pagamento nell’interesse della Fondazione in mancanza di adeguata documentazione di supporto. È fatto espresso divieto a chiunque di utilizzare, in mancanza di autorizzazione, i fondi della Fondazione e in ogni caso di costituire e detenere fondi non risultanti dalla contabilità ufficiale. I dipendenti della Fondazione che venissero a conoscenza di omissioni, falsificazioni o trascuratezze nelle registrazioni contabili o nelle documentazioni di supporto, sono tenuti a riferirne tempestivamente al proprio superiore. Qualora la segnalazione non dia esito, ovvero nel caso in cui il dipendente si senta a disagio nel rivolgersi al suo diretto superiore per effettuare la segnalazione, il dipendente ne riferisce all’Organismo di Vigilanza.

2.4 Gestione delle incombenze societarie; operazioni sul fondo di dotazione ed operazioni su partecipazioni Gli amministratori ed i sindaci della Fondazione nonché i responsabili delle funzioni coinvolte a vario titolo nell’esecuzione degli adempimenti relativi: ad operazioni sul fondo di dotazione (aumenti dello stesso) nonché adempimenti connessi ad operazioni, come conferimenti in natura e valutazione degli stessi; ad eventuali fusioni, scissioni e trasformazioni, sono tenuti ad agire con onestà, correttezza e trasparenza e nel pieno rispetto della disciplina civilistica posta a tutela, fra l’altro, degli interessi dei creditori della Fondazione e del mantenimento delle loro garanzie patrimoniali. In caso di predisposizione di documenti/relazioni relativi alle sopra richiamate operazioni, gli amministratori, i sindaci, i dipendenti, i Collaboratori della Fondazione sono tenuti a garantire costantemente verità, completezza, chiarezza di informazioni, nonché la massima accuratezza nell’elaborazione di dati e informazioni.

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2.5 Controlli interni Per “controlli interni” si intendono tutti gli strumenti necessari o utili a indirizzare, verificare e perseguire le attività della Fondazione con il fine di assicurare il rispetto delle leggi e delle procedure aziendali, proteggere i beni aziendali, gestire efficacemente ed in modo etico le attività sociali e fornire con chiarezza informazioni veritiere e corrette sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria della Fondazione, nonché individuare e prevenire i rischi in cui la Fondazione possa incorrere.

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4. valutare e determinare la natura confidenziale e riservata delle informazioni ai sensi di quanto prescritto dalle procedure prefissate da parte della Fondazione; 5. osservare gli obblighi di riservatezza anche dopo la cessazione del rapporto con la Società, in conformità alla normativa vigente e/o agli impegni contrattuali precedentemente assunti.

Nell’ambito delle loro funzioni e competenze, i dirigenti ed i quadri della Fondazione sono tenuti a partecipare alla realizzazione e all’attuazione di un sistema di controllo aziendale efficace e a renderne partecipi i loro sottoposti.

L’attività della Fondazione richiede il trattamento di dati (per tale intendendosi qualunque operazione o complesso di operazioni, effettuati anche senza l’ausilio di strumenti elettronici, concernenti la raccolta, la registrazione, l’organizzazione, la conservazione, la consultazione, l’elaborazione, la modificazione, la selezione, l’estrazione, il raffronto, l’utilizzo, l’interconnessione, il blocco, la comunicazione, la diffusione, la cancellazione e la distruzione di dati, anche se non registrati in una banca di dati) oggetto di tutela da parte della normativa vigente in tema di privacy.

Il sistema di controlli interni della Fondazione è sottoposto a verifica periodica e i risultati di tali verifiche sono portati all’attenzione dei massimi vertici aziendali.

La Fondazione è particolarmente attenta agli aspetti riguardanti la privacy dei propri dipendenti/committenti/utenti e di qualsiasi altro soggetto interessato al trattamento dei propri dati personali da parte della Fondazione.

I dipendenti della Fondazione devono, per quanto di loro competenza:

Specifiche misure di sicurezza sono osservate per prevenire la perdita, usi illeciti o non corretti dei dati oggetto di trattamento da parte della Fondazione e/o accessi non autorizzati al sito internet della Fondazione.

La Fondazione si propone di utilizzare i più elevati standard di controlli interni ed è suo compito diffondere, a tutti i livelli, una cultura interna caratterizzata dalla consapevolezza dell’esistenza dei controlli ed orientata all’esercizio del controllo stesso.

contribuire al corretto funzionamento del sistema di controllo; custodire responsabilmente i beni aziendali strumentali all’attività svolta, siano essi materiali o immateriali, e non farne un uso improprio.

2.6 Antiriciclaggio I dipendenti ed i Collaboratori della Fondazione non devono, in alcun modo e in alcuna circostanza, ricevere o accettare la promessa di pagamenti in contanti o correre il rischio di essere implicati in vicende relative al riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite o criminali. Prima di stabilire relazioni o stipulare contratti con fornitori non occasionali ed altri partner in relazioni d’affari di lungo periodo, devono assicurarsi circa l’integrità morale, la reputazione ed il buon nome della controparte.

Il trattamento di dati personali è consentito solo al personale autorizzato e nel rispetto delle norme e delle procedure stabilite in conformità alla normativa vigente. La Fondazione si impegna a proteggere le informazioni ed i dati relativi ai propri Destinatari e ai terzi e ad evitare ogni uso improprio degli stessi.

2.9 Segnalazione di violazioni In un rapporto di fiducia, trasparenza e continuo miglioramento del clima etico, i dipendenti possono segnalare ogni violazione o sospetto di violazione del Codice all’Organismo di Vigilanza della Fondazione. L’Organismo di Vigilanza non accetterà segnalazioni anonime.

La Fondazione si impegna a rispettare tutte le norme e disposizioni, sia nazionali che internazionali, in tema di antiriciclaggio.

L’Organismo di Vigilanza effettuerà un’analisi della segnalazione, chiedendo eventualmente chiarimenti all’autore della stessa, garantendo la riservatezza dell’identità del segnalante che sarà conosciuta unicamente dall’Organismo di Vigilanza, fatti salvi gli obblighi di legge.

2.7 Rapporti con Collegio dei Revisori

L’Organismo di Vigilanza della Fondazione agisce in modo da garantire i segnalanti contro qualsiasi tipo di ritorsione, intesa come atto che possa dar adito anche al solo sospetto di discriminazione o penalizzazione.

I dipendenti della Fondazione sono tenuti a garantite la massima collaborazione e trasparenza nei rapporti che possono essere chiamati ad intrattenere con il Collegio dei Revisori, relativamente alle attività di controllo da questi esercitate. In particolare, i dipendenti della Fondazione devono astenersi da qualsiasi comportamento, commissivo od omissivo, che possa risolversi in un diniego a sindaci, che attui un’opera diretta ad ostacolare la ricerca o a stornare l’attenzione dei revisori nell’esercizio delle attività di controllo.

2.8 Informazioni riservate e tutela della privacy Ciascun Destinatario è tenuto a tutelare la riservatezza e confidenzialità delle informazioni, relative alla Fondazione, apprese nello svolgimento o in occasione dell’attività prestata in favore della stessa. Nel rispetto della normativa di legge, D. Lgs. 196/2003 Codice in materia di protezione dei dati personali, tutte le informazioni, conoscenze e dati acquisiti o elaborati dai Destinatari attraverso la propria attività non possono essere utilizzati, comunicati o divulgati senza l’espressa autorizzazione della Fondazione. Ciascun Destinatario dovrà pertanto: 1. acquisire e trattare solamente le informazioni e i dati necessari e direttamente connessi alla propria attività; 2. conservare detti dati/informazioni in modo tale da impedire a terzi estranei di prenderne conoscenza; 3. comunicare e divulgare i dati/informazioni nell’ambito delle procedure prefissate da parte della Fondazione e previa autorizzazione della stessa tramite la persona a ciò delegata;

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3. Sistema sanzionatorio L’osservanza delle norme contenute nel Codice Etico costituisce adempimento da parte dei dipendenti della Fondazione degli obblighi previsti dall’art. 2104, comma 2, c.c. (Art. 2104, comma 2, c.c. “Diligenza del prestatore di lavoro - [Il prestatore di lavoro] deve inoltre osservare le disposizioni per l’esecuzione e per la disciplina del lavoro impartite dall’imprenditore e dai collaboratori di questo dai quali gerarchicamente dipende”), obblighi dei quali il contenuto del medesimo Codice rappresenta parte sostanziale ed integrante, nonché parte essenziale delle obbligazioni contrattuali previste con riferimento agli altri Destinatari. Per quanto riguarda i dipendenti della Fondazione, la violazione delle suddette norme costituirà inadempimento alle obbligazioni derivanti dal rapporto di lavoro e illecito disciplinare, con ogni conseguenza di legge, anche in ordine alla conservazione del rapporto di lavoro, e ciò indipendentemente dall’eventuale rilevanza penale dei comportamenti assunti e/o dall’instaurazione di un procedimento penale ove ricorra un reato. La Fondazione si impegna a prevedere ed irrogare, con coerenza, imparzialità ed uniformità, sanzioni proporzionate alle rispettive violazioni del Codice e conformi alle vigenti disposizioni in materia di regolamentazione dei rapporti di lavoro. In caso di violazioni del Codice poste in essere da dipendenti della Fondazione, la stessa provvede a comminare nei confronti degli autori della condotta censurata le misure disciplinari più idonee e, per quanto concerne i dipendenti di qualifica non dirigenziale, le misure disciplinari conformi a quanto previsto dalla contrattazione collettiva applicata, nel rispetto dell’art. 7 della legge 20 maggio 1970, n. 300 e della normativa vigente. In particolare, con riferimento ai lavoratori dipendenti di qualifica non dirigenziale, i provvedimenti disciplinari irrogabili sono quelli previsti dalle norme disciplinari di cui all’art. 29 del CCNL per il personale dipendente di Associazioni ed Iniziative Organizzate (privati, ex IPAB depubblicizzate, Fondazioni, Associazioni con o senza figura giuridica riconosciuta, Cooperative), operanti nel campo socio-sanitario-assistenziale-educativo, nonché a tutte le altre Istituzioni di assistenza e beneficenza, aderenti all’ANASTE, e precisamente, a seconda della gravità delle infrazioni: richiamo verbale; richiamo scritto; multa fino ad un massimo di tre ore; sospensione (dal servizio e dal trattamento retributivo) fino ad un massimo di quattro giorni, fatta salva l’ipotesi di sospensione cautelare non disciplinare; licenziamento. In caso di notizia di violazioni del Codice emerse in conseguenza delle segnalazioni dei dipendenti o dell’attività di controllo, l’Organismo di Vigilanza della Fondazione informa il Segretario Generale. Quest’ultimo, a seguito di un’opportuna analisi delle violazioni segnalate, decide in ordine all’eventuale sussistenza o meno di tali violazioni. Nella fase di accertamento verrà previamente contestato al dipendente l’addebito e gli sarà, altresì, garantito un congruo termine di replica in ordine alla sua difesa. Una volta accertata la violazione, sarà comminata all’autore una sanzione disciplinare, di concerto con lo stesso Organismo di Vigilanza, proporzionata alla gravità della violazione commessa. Resta inteso che saranno rispettate le procedure, le disposizioni e le garanzie previste dall’art. 7 dello Statuto dei Lavoratori e dall’art. 29 del CCNL per il personale dipendente di Associazioni ed Iniziative Organizzate (privati, ex IPAB depubblicizzate, Fondazioni, Associazioni con o senza figura giuridica riconosciuta, Cooperative), operanti nel campo socio-sanitario-assistenziale-educativo, nonché a tutte le altre Istituzioni di assistenza e beneficenza, in materia di provvedimenti disciplinari. Qualora la violazione delle norme del Codice sia posta in essere da un Destinatario che non sia dipendente della Fondazione (ad esempio, collaboratore, fornitore od altro soggetto legato da rapporti contrattuali con la Fondazione), si prevede, quale sanzione, la facoltà di risoluzione del relativo contratto o il recesso per giusta causa dallo stesso, fatto salvo il diritto al risarcimento degli eventuali danni subiti, e ciò indipendentemente dall’eventuale rilevanza penale dei comportamenti assunti e/o dall’instaurazione di un procedimento penale ove ricorra un reato. Qualora la violazione delle norme del Codice sia posta in essere da uno o più componenti del Consiglio di Amministrazione e/o del Collegio Sindacale, detta violazione sarà valutata in funzione della sua gravità e potrà comportare, nei casi più gravi, la revoca per giusta causa degli stessi, secondo quanto previsto dalle norme di legge.

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4. Attuazione e comunicazione Ogni aggiornamento, modifica e/o integrazione del Codice sarà approvato dal Consiglio di Amministrazione e diffuso tempestivamente a tutti i Destinatari con i mezzi che saranno ritenuti più idonei. Competono all’Organismo di Vigilanza i seguenti compiti in materia di attuazione e controllo del Codice: cooperare nelle decisioni in merito alle violazioni del Codice (accertate dallo stesso Organismo di Vigilanza a seguito di sua iniziativa spontanea od allo stesso segnalate da altre funzioni aziendali), di concerto, per quanto riguarda l’irrogazione di eventuali sanzioni, con il Segretario Generale e con il superiore gerarchico dell’autore della condotta censurata; esprimere pareri in merito alla revisione delle più rilevanti politiche e procedure della Fondazione, allo scopo di garantirne la coerenza con il Codice; proporre al Consiglio di Amministrazione l’eventuale revisione delle politiche e delle procedure aziendali con significativi impatti sull’etica aziendale, nonché eventuali aggiornamenti, modifiche e/o integrazioni del Codice. verificare l’applicazione e il rispetto del Codice attraverso l’attività di controllo interno, che consiste nell’accertare e promuovere il miglioramento continuo dell’etica attraverso un’analisi e una valutazione dei processi di controllo dei rischi etici; monitorare le iniziative per la diffusione della conoscenza e della comprensione del Codice, ed in particolare garantire lo sviluppo delle attività di comunicazione e formazione etica. Il Codice è portato a conoscenza degli stakeholder interni ed esterni mediante attività di comunicazione (es. affissione nella bacheca della Fondazione, consegna a tutti i dipendenti, sezioni dedicate nel sito web della Fondazione, etc.). Allo scopo di assicurare la corretta comprensione del Codice a tutti i dipendenti e Collaboratori della Fondazione, comunque denominati, l’Organismo di Vigilanza predispone e sottopone al Consiglio di Amministrazione il piano di formazione volto a favorire la conoscenza dei principi e delle norme etiche previsti dal Codice. Le iniziative di formazione sono differenziate secondo il ruolo e la responsabilità dei dipendenti o Collaboratori.

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