Edgar Allan Poe - Eureka

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EUREKA

Edgar Allan Poe

una espressione matematica, concludendo che esso è inversamente proporzionale al quadrato delle distanze di tutti gli enti generati dal principio alla fine della loro creazione. Non solo questa disposizione divina è comunque matematicamente esatta, ma anzi c'è qualcosa in essa che le dà un'impronta DIVINA, per distinguerla da una disposizione che è semplicemente il prodotto della costruzione umana. Alludo alla sua completa RECIPROCITA' di rapporti. Per esempio: nelle opere umane una determinata causa ha un determinato effetto; una determinata intenzione particolare porta a un oggetto determinato; ma questo è tutto quello che vediamo; non vediamo alcuna reciprocità. L'effetto non reagisce sulla causa, l'intenzione non cambia i rapporti con l'oggetto. Nelle opere divine l'oggetto è disegno od oggetto, come preferiamo considerarlo, e noi possiamo prendere, in qualunque momento, una causa per un effetto o viceversa, così che non possiamo mai assolutamente stabilire quale sia l'una e quale l'altra. Per fare un esempio: nei climi polari il corpo umano, per mantenere il calore animale, necessita per la combustione nel sistema capillare di un'abbondante quantità di cibo fortemente azotato proprio come l'olio di balena. Inoltre, nei climi polari il solo cibo che sia concesso all'uomo è l'olio di foca e balena. Ora quell'olio è stato messo alla portata dell'uomo perché richiesto categoricamente, o è l'unica cosa richiesta perché è la sola che egli potesse avere? E' impossibile decidere. La DISPOSIZIONE è assolutamente RECIPROCA. Il piacere che ricaviamo da ogni manifestazione del genio umano è in ragione dell'APPROSSIMAZIONE a questa specie di reciprocità. Per esempio nella costruzione di un INTRECCIO, nella finzione letteraria, dobbiamo mirare a combinare gli avvenimenti in modo tale che noi stessi non saremmo capaci di decidere, per ciascuno di essi, se questo dipende da un altro o se ne è la causa. Naturalmente, in questo senso una PERFEZIONE d'intreccio è di fatto praticamente irraggiungibile, ma solo perché è modellato da un'intelligenza finita. Gli intrecci di Dio sono perfetti, e l'Universo è un intreccio di Dio. Siamo arrivati ora a un punto in cui l'intelletto è nuovamente costretto a lottare contro la sua propensione per la deduzione analogica, contro la sua mania di afferrare l'infinito. Abbiamo già visto dei satelliti GIRARE attorno a pianeti; e dei pianeti girare attorno a stelle; il poetico istinto dell'umanità, il suo istinto per la simmetria, quand'anche questa non fosse che superficiale, questo ISTINTO, che l'Anima non solo dell'Uomo ma di tutti gli esseri creati ha tratto dai principi del fondamento GEOMETRICO dell'irradiazione universale, ci spinge a immaginare un'infinita estensione di questo sistema di CICLI. Chiudendo i nostri occhi tanto alla deduzione quanto all'induzione, ci ostiniamo a immaginare una RIVOLUZIONE di tutti i corpi che compongono la Galassia attorno a un gigantesco globo che consideriamo il perno centrale di tutto. Si immagini che ogni ammasso nel grande gruppo di ammassi sia naturalmente provvisto e

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