Ermete Ferraro - Manuale ecopacifismo V.A.S.

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Ermete Ferraro

L’ Ulivo & il Girasole Manuale per un progetto di coordinamento delle iniziative ecopacifiste dell’A.P.S. “VERDI AMBIENTE E SOCIETÁ” (V.A.S. Onlus)

A.P.S. VERDI AMBIENTE E SOCIETA’ Onlus – www.vasonlus.it Coord. V.A.S. della CAMPANIA - www.vascampania.net


Ermete Ferraro, L’Ulivo e il Girasole

1.

Premessa

L’A.P.S. Verdi Ambiente e Società (V.A.S.) Onlus - nata nel 1991 e dal 1994 riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente come associazione di protezione ambientale - ha avuto fin dall’inizio tra i propri valori fondanti, oltre alla solidarietà sociale, alla tutela e valorizzazione della natura e dei beni storico-culturali, l’ecopacifismo, la biodiversità ed i beni comuni. Ciò trova riscontro anche nello Statuto nazionale di V.A.S. che, al punto 3 dell’art. 3 (Finalità e scopi), ribadisce che essa: “promuove e favorisce la cultura ambientalista, ecosolidale ed eco-pacifista” Nello stesso Statuto, all’art. 4, troviamo peraltro scritto che V.A.S.: [...] “8. collabora con Autorità Governative locali, Enti, Organizzazioni, Associazioni internazionali, nazionali e locali, per il conseguimento delle finalità e degli scopi dell’Associazione medesima; 9. promuove e favorisce le iniziative volte a garantire un assetto del territorio coordinato e compatibile con i valori ambientali, paesistici, architettonici e monumentali, storici, artistici e culturali e con la tutela della salute...”. Ciò premesso, da alcuni anni alcuni esponenti del Coordinamento per la Campania del Circoli V.A.S. hanno cercato di sviluppare questo specifico aspetto della sua identità associativa, chiarendo in particolare il senso stesso del termine “ecopacifismo” e promovendo concrete iniziative a livello territoriale. Per quanto riguarda il primo punto – ossia il chiarimento a livello teorico dell’impostazione ecopacifista rispetto a quella genericamente ambientalista – sono stati già prodotti alcuni documenti che possono sicuramente contribuire in tal senso. Alcuni di questi contributi sono stati pubblicati sulla rivista “Verde

pag. - 2 Ambiente” o sul sito nazionale di V.A.S. i Altri sono stati diffusi invece attraverso alcuni siti web o periodici online ii , oltre che attraverso il blog di E. Ferraro. iii Sul secondo aspetto, relativo alle iniziative concrete che V.A.S. ha promosso per affermare la propria natura ecopacifista, bisogna invece ammettere che esse hanno finora riguardato solo la Campania – e specificamente il Circolo V.A.S. di Napoli. Esso infatti dal 2011 ha aderito al Comitato Pace Disarmo e Smilitarizzazione del Territorio – Campania iv e collabora regolarmente alle sue attività, sia formative sia di mobilitazione, in materia di smilitarizzazione del territorio, denuncia delle spese militari, difesa dal rischio nucleare, difesa civile e nonviolenta. Ciò che invece è mancato finora, e che ci si propone di sviluppare è: l’effettiva diffusione di una cultura ecopacifista verso l’esterno e fra gli stessi aderenti e simpatizzanti a V.A.S.; l’organizzazione di concrete iniziative ecopacifiste da parte dei circoli territoriali dell’associazione presenti nelle regioni italiane; un effettivo coordinamento teoricooperativo a livello nazionale di tale ambito d’azione. Ecco perché si ritiene opportuno che all’interno dell’Associazione si apra finalmente una riflessione generale su tale aspetto della “ecologia sociale” che contraddistingue V.A.S., giungendo a definire un’azione progettuale comune, ovviamente nel rispetto dell’autonomia dei singoli circoli e dei relativi coordinamenti regionali. Questo breve manuale vuol essere appunto un contributo in tal senso. Ermete Ferraro (*)

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2 . Alcuni principi teorici relativi all’ecopacifismo Già nel mio saggio del 2002 avevo definito l’ecopacifismo come: “...l’anello di congiunzione tra le lotte per l’ambiente e quelle per la pace, a partire dalla consapevolezza che [...] entrambi si alimentano di una scelta etica, fondata sul rifiuto della violenza e del dominio come forze necessarie per il cambiamento e lo sviluppo. La “triade” ambiente/sviluppo/attività militari - di cui aveva parlato Johan Galtung già negli anni ’80 - avrebbe richiesto una strategia unitaria ed una saldatura organizzativa, in modo da contrapporre al modello violento di economia e di società uno sviluppo equo, ecocompatibile e nonviolento.” v Documentarsi su tale impostazione non è facile, dal momento che in Italia esiste una limitata tradizione di pensiero ecopacifista, sebbene non manchino le fonti documentarie su impostazioni molto vicine, come la nonviolenza attiva, che vede nel filosofo Aldo Capitini uno dei suoi massimi esponenti italiani. vi Una delle poche definizioni disponibili di “ecopacifismo” la troviamo sull’edizione spagnola di Wikipedia. In essa si sottolinea, tra l’altro che: “...lo stretto legame tra ecologismo e pacifismo è la base stessa del movimento verde. Infatti, i suoi postulati ultimi coincidono ed ambedue operano per la difesa della vita e della sua diversità, denominata propriamente ‘biodiversità’. [...] portando alle sue estreme conseguenze il postulato pacifista di perseguire la pace tra gli esseri umani, porta a ricercare la stessa armonia col resto degli esseri viventi e con l’universo che consente la vita, intesa come qualcosa di

pag. - 3 eccezionale, dotata di un valore unico e insostituibile”. vii In un articolo dell’associazione “Cielo Abierto”, attiva in Spagna e nell’America latina, si precisano ulteriormente i confini dell’ Ecopacifismo, specificando che esso: “... è un movimento che persegue il benessere e la protezione continua dell’Ambiente e degli esseri che lo abitano [...] In questi termini, gli ‘ecopacifisti’ intendono coscientizzare governi, imprese e la popolazione, per proporre riforme legali ed un positivo cambio di atteggiamento [...] La componente del Pacifismo nella teoria ecopacifista si occupa maggiormente di dare enfasi al mantenimento della pace fra tutti i componenti della popolazione mondiale, opponendosi alla guerra ed alle altre forme di violenza, basandosi sulla nonviolenza attiva, la diplomazia, le campagne di divulgazione e l’educazione alla pace...” viii

Un altro interessante articolo è quello di Xosé Maria Garcia Villaverde : “Ecopacifismo: unha proposta”, pubblicato dalla rivista galiziana “Cos pes na terra”. Esso affronta il binomio pacifismo-ambientalismo, chiarendone l’origine e lo sviluppo intravedendo nel movimento antinucleare un effettivo elemento catalizzatore fra i due movimenti: “ Ecologismo (sociale) e pacifismo hanno (o dovrebbero avere) molti elementi in comune: la difesa della coerenza fra mezzi e fini (la pace come

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(I)

(II)

via per la pace e la sostenibilità come via per la sostenibilità); l’antibellicismo e l’antimilitarismo; il ricorso all’azione diretta nonviolente ed alla disobbedienza civile; il perseguimento della giustizia sociale, la difesa della democrazia partecipativa...” ix I principi teorici dell’ecopacifismo, dunque, posso essere così sintetizzati: L’ecopacifismo non è la pura e semplice sommatoria di obiettivi programmatici e di azioni pratiche relative alle lotte per la difesa degli equilibri ecologici e per l’opposizione al militarismo ed alla guerra. Con questo termine andrebbe invece caratterizzata un’impostazione etico-politica ed un programma costruttivo globale nei quali la nonviolenza attiva si manifesti sia nella salvaguardia dell’ambiente naturale e di tutte le forme di vita, sia nella ricerca di soluzioni costruttive e non armate ai conflitti.

L’ecopacifismo non è una dottrina politica ma neanche una semplice strategia d’azione. Sullo sfondo della proposta ecopacifista, infatti, si delinea un ben preciso modello di convivenza e di sviluppo economico-sociale. La sua caratterizzazione eco-socialista autogestionaria ed antimilitarista è riconducibile sia alla tradizione eticoreligiosa dell’Ahimsa di Gandhi, sia alla nonviolenza laica di pensatori come

pag. - 4 Capitini ed alle proposte di pacifisti di matrice anticapitalista e terzomondista. Il patrimonio ideale dell’ecopacifismo racchiude e coniuga varie idee-chiave che bisogna approfondire e trasformare in azione: pace positiva, giustizia sociale, democrazia dal basso, difesa della diversità culturale e linguistica, salvaguardia della biodiversità (IV) Vi sono infine alcune battaglie in cui la saldatura fra le due componenti del binomio ecopacifista risultano più evidenti. Sono quella contro la corsa agli armamenti e la moltiplicazione di scenari bellici, apportatori di morte ma anche di enormi disastri ambientali; quella contro il nucleare civile e militare; quella contro la globalizzazione che annienta le diversità biologiche ed umane, sottoponendo l’economia alla tirannia del profitto e militarizzando sempre più le società. All’interrogativo “Quale ecopacifismo?”, già nei miei precedenti contributi avevo risposto proponendo pertanto: (a) alcune priorità programmatiche: disarmo e difesa alternativa, tutela della diversità ecologica e culturale, ecologia sociale applicata alla vita quotidiana (ad esempio all’alimentazione, contrastando le manipolazioni genetiche e gli OGM in agricoltura); (b) alcune strategie operative: rapporto col movimento antiglobalizzazione, con quello no-war e nonviolento e con le organizzazioni ecologiste e verdi a livello nazionale e internazionale; (c) un’ipotesi strategica: apertura, da parte anche dei movimenti più radicalmente laici, alla collaborazione con le organizzazioni e le comunità cristiane più sensibili, in quanto inclini a coniugare la scelta per la pace con quella per la giustizia e la tutela dell’ambiente. (III)

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3.

Ipotesi di azioni ecopacifiste coordinate coordinate Assistiamo

sempre più impotenti ad una crescente militarizzazione del territorio italiano; al preoccupante diffondersi dei focolai di guerra a livello internazionale; alle minacce all’ambiente ed alla salute dei cittadini provenienti da impianti nucleari civili e militari; all’emergere di sempre nuovi problemi, connessi al complesso smaltimento delle scorie tossiche e nocive derivanti sia da varie tipologie di armamenti, sia da antiecologiche produzioni industriali. Per essere una repubblica democratica che costituzionalmente “ripudia la guerra” (art. 11), non ci siamo fatti mancare nessuno dei guasti ambientali e sociali derivanti dalla militarizzazione del territorio, soprattutto in alcune regioni italiane dove sono state improvvidamente concentrate basi USA e NATO, aeroporti e porti militari soggetti al rischio nucleare, poligoni di tiro e depositi di armi sottratti ad ogni controllo civile. Per essere poi una repubblica che “tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività...” (art. 32) abbiamo invece tristi primati, soprattutto nelle regioni meridionali, per malattie e morti dipendenti dall’inquinamento dei suoli, dell’aria e dell’acqua, di origine sia industriale oppure legati allo smaltimento illegale di rifiuti pericolosi tossici e nocivi, nonché a modalità scorrette di smaltimento degli stessi rifiuti solidi urbani. Per essere, infine, uno stato che “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” (art. 9), non si può dire che ci si sia mostrati capaci di contrastare i diffusi –e spesso impuniti fenomeni di abusivismo edilizio, di

pag. - 5 saccheggio del territorio agricolo, di speculazioni in aree di rilevante interesse ambientale e/o storico, di danni al paesaggio e di minacce alla biodiversità naturale.

Uno degli aspetti più gravi e paradossali è che, ogni volta che disastri ambientali o rischi per la sicurezza e la salute dei cittadini vengono a conoscenza dell’opinione pubblica italiana, uno dei pochi provvedimenti che governi, regioni ed amministrazioni locali sembrano capaci di contrapporre a questi fenomeni è – assurdamente – un’ulteriore militarizzazione della società civile! In regioni come la Campania, ad esempio, si è giunti a far presidiare da soldati in assetto di guerra non soltanto piazze e tribunali, ma anche discariche ed impianti d’incenerimento dei rifiuti, ovviamente senza che ciò garantisse più sicurezza o certezza del rispetto della legge. E’ per questo motivo che un progetto nazionale di azioni eco pacifiste promosse dall’associazione Verdi Ambiente e Società (VAS) appare sempre più necessario ed urgente. Si tratterà in alcuni casi solo di collegare e coordinare azioni già svolte o programmate dai circoli territoriali, a livello di denuncia di rischi ed abusi e di minacce all’ambiente. In altri casi, invece, si tratterà di diffondere la cultura ecopacifista e d’intraprendere iniziative

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Ermete Ferraro, L’Ulivo e il Girasole più specifiche e mirate, sulla base di linee-guida comuni. Gli ambiti di tali interventi potrebbero essere tanti, ma è opportuno scegliere alcuni più significativi terreni di denuncia, controinformazione ed opposizione democratica e nonviolenta: (I) militarizzazione di ampie aree regionali, sottraendole alla sovranità di chi ci abita e delle istituzioni locali e ad ogni controllo ambientale, sanitario, amministrativo e civile; (II) presenza di vari porti assoggettati al transito ed allo stazionamento di natanti a propulsione nucleare, senza alcuna seria garanzia per i cittadini contro i rischi connessi a tali attività, altrove incompatibili con aree portuali civili; (III) progettazione e/o realizzazione di nuovi e macroscopici impianti radar e per telecomunicazioni (come il M.U.O.S. di Niscemi) e persistenza di vincoli ai controlli su impianti (aeroporti, stazioni di radio-trasmissioni, antenne...) che potrebbero causare inquinamento elettromagnetico e conseguenti danni alla salute ed all’ambiente;

(IV) crescente

sviluppo di monopoli in ambito alimentare, con conseguente controllo dei mercati internazionali (anche mediante l’utilizzo di tecnologie OGM) ed ulteriore depauperamento e marginalizzazione di aree territoriali già penalizzate da un modello di sviluppo iniquo ed antiecologico;

pag. - 6 preoccupante diffusione di strumenti di controllo sociale e politico, invasione della sfera dell’autonomia personale e repressione poliziesca e militare del dissenso, restringendo gli spazi di democrazia e ricorrendo a tecniche di manipolazione psicologica dell’opinione pubblica. Se questi sono i problemi sui quali un’associazione dichiaratamente ecopafista come V.A.S. può (e dovrebbe) intervenire sul piano dell’opposizione (pars destruens), sarebbe altrettanto opportuno che, parallelamente, essa si facesse carico anche di approfondire e propagare una cultura nonviolenta e di rispetto per i valori ambientali e la biodiversità (pars construens). Questo gandhiano “constructive programme”, secondo il “Metta Center for Nonviolence” “ E’ un’azione intrapresa all’interno della comunità per costruire strutture, sistemi, processi o risorse che sia un’alternativa positiva all’oppressione. Spesso si lavora sul lato del Programma Ostruttivo, che abitualmente comprende il confronto diretto o la noncooperazione con l’oppressione. Il Programma Costruttivo è fare quello che si può, per creare giustizia all’interno della propria comunità, con l’immaginazione e positivamente.” x In tale prospettiva “costruttiva”, gli ambiti d’intervento potrebbero essere i seguenti: (I) incontri formativi a livello di circolo o di coordinamento – laddove esista – per approfondire principi e metodi dell’ecopacifismo e per elaborare piani locali di educazione ‘ecopacifista’; (II) elaborazione di proposte programmatiche delle realtà territoriali di V.A.S. che tengano conto dell’esigenza di coniugare una trasformazione ecologica della società con un (V)

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Ermete Ferraro, L’Ulivo e il Girasole cambiamento degli stili di vita e delle modalità di risoluzione dei conflitti; (III) apertura di un fattivo confronto con le organizzazioni ambientaliste, pacifiste e terzomondiste presenti sul proprio territorio, al fine di creare reti associative che possano affrontare congiuntamente le problematiche di comune interesse; (IV) approfondimento della teoria e della pratica della difesa civile nonviolenta e delle tecniche nonviolente di opposizione, di non-cooperazione e di mediazione nei conflitti.

4.

Campagne in atto ed ipotesi ipotesi di lavoro

Allo

stato, ci sono solo finora solo pochi esempi di azioni compiutamente e dichiaratamente eco pacifiste di cui siano stati protagonisti circoli locali di V.A.S. . Ciò è dovuto probabilmente alla condivisione molto relativa di queste tematiche da parte di molti aderenti all’associazione, ma anche ad una diffusa mancanza di conoscenze in merito ai principi ed agli obiettivi dell’ecopacifismo. Di qui è scaturita

pag. - 7 l’esigenza di condividere con gli amici e compagni di V.A.S. questo breve manuale, nella speranza di poter far maturare nel merito una più diffusa coscienza ed una più precisa prospettiva d’azione. Le campagne finora attivate dal Circolo di Napoli e dal Coordinamento della Campania sono le seguenti: ricerca ed approfondimento dei dati relativi alla sicurezza nucleare nei porti italiani, ed in particolare in quello di Napoli; conseguente azione di diffida – e poi di denuncia alla magistratura – di comportamenti omissivi da parte dell’Amministrazione Comunale di Napoli che ancora non ha provveduto ad informare la popolazione del rischio derivante dalla presenza e dallo stazionamento di natanti a propulsione nucleare nell’area portuale, né ad attivare e pubblicizzare il necessario piano di sicurezza e protezione civile relativo, che resta di fatto secretato. Opposizione all’apertura in località Lago Patria (Giugliano in CampaniaNA) del nuovo Comando NATO per il Sud Europa e l’Africa. Di tale realizzazione sono stati denunciati gli aspetti di militarizzazione ulteriore di un territorio già molto caratterizzato in tal senso, generando peraltro nuovi rischi di natura ambientale e sanitaria (inquinamento elettromagnetico, pericoli per la sicurezza dei residenti, aggravamento della produzione di rifiuti e di scarichi, apertura a nuove speculazioni edilizie in zona etc.). Mappatura degli altri impianti militari presenti nella Regione Campania (aeroporti, basi radar, poligoni di tiro, antenne per telecomunicazioni, porti...) per la cui presenza si possano ipotizzare rischi di natura ambientale e/o sanitaria per la popolazione civile e per lo stesso territorio.

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Ermete Ferraro, L’Ulivo e il Girasole Confronto e collaborazione con altre organizzazioni che si occupano di pace e disarmo ma anche di tutela della biodiversità e di alternative energetiche (Comitato Pace Disarmo e Smilitarizzazione del TerritorioCampania; Pax Christi Napoli; Lega per l’Ambiente Campania; W.W.F. Campania, Federconsumatori Campania). Con alcune di esse, fra l’altro, V.A.S. regionale ha dato vita alla “Rete Campana per la Civiltà del Sole e della Biodiversità”, fra i cui obiettivi c’è l’opposizione al nucleare, sia civile sia militare, e la proposta di un modello di società alternativa, che faccia ricorso alle energie rinnovabili e persegua un modello di democrazia decentrata e partecipativa. Per quanto concerne l’individuazione di terreni di azione ecopacifista nelle varie regioni in cui V.A.S. è presente con i propri circoli, si potrebbero fare alcune ipotesi di lavoro: Censimento delle aree territoriali fortemente militarizzate (basti pensare a regioni come Veneto, Sardegna, Campania, Puglia e Sicilia) e delle problematiche socio-ambientali che ne derivano per gli abitanti. Un interessante articolo di fonte americana, che ci’informa su questi progetti di militarizzazione dell’Italia e ne analizza le cause, è stato pubblicato nello scorso ottobre. xi Campagna nazionale per la sicurezza ambientale dei porti italiani interessati dalla presenza di natanti militari a propulsione nucleare, con diffusione dei relativi piani di emergenza, controinformazione alle popolazioni locali sul rischio nucleare xii ed eventuali diffide e/o denunce alla magistratura competente. Richiesta d’ informazioni, controinformazione ed eventuale denuncia di situazioni – come quella,

pag. - 8 recente, riguardante la distruzione ‘in mare’ d’ingenti carichi di sostanze tossiche usate per le armi chimiche, senza la necessaria trasparenza sulle operazioni né adeguate garanzie rispetto a prevedibili rischi di contaminazione degli ecosistemi marini e di danni alla biodiversità del Mediterraneo. xiii Per quanto riguarda, infine, l’organizzazione necessaria all’informazione preliminare, al lancio e gestione d’iniziative ecopacifiste locali ed al coordinamento delle stesse a livello nazionale, è ipotizzabile un semplice organigramma interno all’associazione V.A.S. che comporti: individuazione di almeno un referente per l’ecopacifismo a livello dei circoli metropolitani o dei coordinamenti regionali e pubblicizzazione di tali nominativi; costituzione di una rete informativa e documentaria (mailinglist, contatti telefonici etc.) che colleghi i referenti territoriali così individuati con un referente nazionale, riconosciuto dalla Presidenza di V.A.S.; realizzazione di una piattaforma comune (un sito web dedicato ) o quanto meno di uno spazio specifico all’interno del sito www.vasonlus.it ; organizzazione di un seminario nazionale (a Roma o presso un altro Circolo disponibile) per aggiornarsi sulle problematiche, discutere le possibilità ed i livelli d’intervento dell’Associazione e coordinarne le azioni relative.

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5. Metodologia dell’azione ecopacifista Come

ho già accennato prima, pianificare ed intraprendere iniziative ecopacifiste – all’interno di un’associazione prevalentemente ambientalista – richiede una preventiva consapevolezza dei fini e dei mezzi dell’ecopacifismo. Da quanto ho detto, inoltre, si evince con chiarezza che l’orientamento etico cui si fa costantemente riferimento è quello della nonviolenza politica, e quindi ad una strategia d’azione diretta nonviolenta. Su come condurre campagne del genere sono stati scritti molti libri e manuali, alcuni in italiano xiv ed altri in inglese xv.

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E’ comunque evidente che occorre informarsi opportunamente ed addestrarsi adeguatamente all’utilizzo di una metodologia di azione che va oltre l’ordinario attivismo delle associazioni ambientaliste e/o dei movimenti ecologisti. Si tratta infatti di applicare strategie che sono patrimonio consolidato di decenni di azione nonviolenta. In generale, possiamo distinguere tra di esse quelle che fanno appello ad una resistenza attiva e diretta (sciopero, non-collaborazione, boicottaggio....) da quelle che uniscono alla testimonianza diretta e personale metodi più tradizionale di lotta (denuncia, controinformazione, manifestazioni pubbliche di dissenso, proposte alternative...). In ogni caso, l’impiego della nonviolenza richiede la costante ricerca del dialogo con i soggetti che vivono direttamente il problema denunciato (ad esempio le popolazioni vittime di episodi d’inquinamento o di rischi derivanti dalla militarizzazione e/o nuclearizzazione del territorio). La stessa apertura al dialogo deve essere riservata anche ai soggetti contro le cui azioni ci si batte, mantenendo aperto il confronto e cercando soluzioni costruttive e non distruttive ai conflitti emersi.

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6 . Note e riferimenti documentari i

Ermete Ferraro (2002)"Quale ecopacifismo?", in: Biodiversità a Napoli, suppl. a Verde Ambiente, XX-2 (pp. 21-27), Roma, E.V.A. Idem (2007), Il signornò degli ecopacifisti, pubbl. su: www.vasonline.it Idem (2007) Una scomoda verità , pubbl. su: www.vasonline.it Idem (2013), Campania Bellatrix pubbl. su Vasonlus.it Idem (2013), 21 settembre: Giornata della Pace, pubb. su VasOnlus.it ii

Ermete Ferraro (2011), Ecopacifismo: visione e missione, pubblicato su GandhiTopia Idem (2011), A propulsione...antinucleare, pubbl. su pacedisarmo.org/pacedisarmo/articles/art_7655.html Idem (2012), Nàtoli chiude. Napoli è libera! pubbl. su AgoràVox Italia Idem (2012), Oggi e sempre obiezione! pubbl. su AgoràVox Italia Idem (2013), Le Quattro Giornate di Napoli come difesa civile e popolare, pubbl. su Agoravox.it Idem (2013) 4 novembre: non festa ma lutto, pubbl. su Agorà Vox Italia iii Visita: Ermete’s Peacebook > http://ermeteferraro.worpress.com iv Visita il sito web del C.P.D.S.T.C. > http://www.pacedisarmo.org v E. Ferraro, Quale ecopacifismo? , cit, p. 24 vi E’ abbastanza completa, come introduzione, la scheda bio-bibliografica su A. Capitini pubblicata su Wikipedia > http://it.wikipedia.org/wiki/Aldo_Capitini vii http://es.wikipedia.org/wiki/Ecopacifismo (traduz. mia) viii http://nuestro-cielo-abierto.blogspot.it/p/manual-eco-pacifista.html (traduz. mia) ix http://www.cospesnaterra.info/index.php?option=com_content&task=view&id=168 (trad. mia) x http://mettacenter.org/definitions/constructive-program/ (traduz. mia) xi Vedi: http://www.lastampa.it/2013/10/22/blogs/underblog/basi-usa-in-italia-perch-sempre-pistrategiche-inchiesta-americana-eQfsKK3rpXgVHh5QsaMo0K/pagina.html - vedi anche l’art. originale > http://www.tomdispatch.com/blog/175755/ - Per una mappa abbastanza completa delle basi militari in Italia vedi su: http://www.ansuitalia.it/Sito/index.php?mod=read&id=1266847177 xii Vedi in proposito il materiale e la mappa dei porti nucleari pubblicato dal Progetto Humus > http://www.progettohumus.it/nucleare.php?name=porti e da PeaceLink > http://www.peacelink.it/disarmo/i/2.html e il testo citato di E. F. > A propulsione...antinucleare, pacedisarmo.org/pacedisarmo/articles/art_7655.html xiii A tal riguardo , V.A.S. ha diramato un comunicato stampa in data 21.01.2014 , pubblicato sul sito nazionale vas > http://vasonlus.it/?p=3394 xiv http://www.ibs.it/code/9788863570267/capitini-aldo/tecniche-della-nonviolenza.html http://www.ildialogo.org/pace/Formazione_1314289547.htm http://www.gianobifronte.it/1_AUTORI/1l_gandhi/teoria_e_pratica_della_non_violenza.pdf J. Marie Muller, Momenti e metodi dell’azione nonviolenta www.barcelonaradical.net/historico/archivos//upload/sesdln.doc CO.RE.RI., Corso base sulla nonviolenza attiva http://www.rifiuticampania.org/rifiuticampania/docs/115.pdf xv http://www.wri-irg.org/pubs/NonviolenceHandbook http://www.wri-irg.org/system/files/Handbook_for_Nonviolent_Campaigns.pdf http://www.soaw.org/index.php?option=com_content&view=article&id=644 http://www.networkforclimateaction.org.uk/toolkit/action_resources/direct_action_a_handbook.pdf https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=4&cad=rja&ved=0CEkQFjAD&url= http%3A%2F%2Fguessoumiss.files.wordpress.com%2F2011%2F08%2Fhandbook-of-peace-andconefac82ictstudies.pdf&ei=7sfgUsqWAYj8ywOho4LgBA&usg=AFQjCNHR6XT8wMrr17QWH4MXg5Q xTqkCvA&sig2=uHxoa-Wke-X7EV_vj4ueYA

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Indice degli argomenti 1. Premessa………………………………………….............pag. 2 2. Alcuni principi teorici relativi all’ecopacifismo.........pag. 3 3. Ipotesi di azioni ecopacifiste coordinate..................pag. 5 4. Campagne in atto ed ipotesi di lavoro......................pag. 7 5. Metodologia d’azione ecopacifista...........................pag. 8 6. Note e riferimenti documentari................................pag. 9

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(*) Ermete Ferraro (Napoli 1952) è consigliere nazionale di V.A.S. , membro del Coordinamento V.A.S. della Campania e portavoce del Circolo metropolitano di Napoli. Da alcuni anni è anche referente nazionale per l’Ecopacifismo dell’Associazione. E’ stato impegnato - fin dagli anni ’70 come obiettore di coscienza nonviolento, ricercatore sulla pace ed educatore alla pace, attivista antimilitarista e pacifista. Dalla metà degli anni ’80 è stato esponente del movimento dei verdi – che ha rappresentato anche a livello municipale e provinciale - e dell’associazionismo ambientalista. Laureato in Lettere e diplomato come assistente sociale, Ermete insegna materie letterarie nelle scuole medie e da tempo si occupa di servizi sociali di base, animazione socio-culturale ed attività pastorali. E’ autore di alcuni testi, articoli e saggi; cura un sito web personale (www.ermeteferraro.it ) e pubblica regolarmente articoli sul suo blog “Ermete’s Peacebook” (http://ermeteferraro.wordpress.com ) . Contatti > ermeteferraro@alice.it

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