L'era atomica

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29-04-2010

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Italiani e nucleare: «Apertura crescente»

di Monica Fabris e Albino Claudio Bosio

Una recente ricerca descrive il rapporto tra gli italiani e il nucleare, andando ben oltre la consueta dicotomia “favorevoli/contrari”: un orientamento più pragmatico che in passato e un dibattito che si attiva dal basso possono «costituire un terreno fertile per promuovere una cultura della condivisione e della partecipazione costruttiva, e non solo della mobilitazione oppositiva».

La discussione sul ritorno all’energia nucleare in Italia ha recentemente riavviato la costruzione di un’opinione pubblica sul tema, dopo che – a partire dal referendum dell’87 – di energia nucleare in Italia, semplicemente, non si è più parlato. Per anni, infatti, si è assistito a un vero e proprio “black out” e a una rimozione del nucleare come oggetto del discorso sociale: una sorta di cancellazione mentale che ha favorito l’oblio collettivo. Oggi, che di nucleare si torna a parlare, ci troviamo a dover fare i conti con questo vuoto nel processo di ricostruzione di un’opinione pubblica sul tema. Anche per questi motivi risulta di rilevanza fondamentale l’iniziativa di ricerca promossa da Enel, che ha coinvolto un team di autorevoli istituti di ricerca in un laboratorio di studio sullo stato dell’arte del nucleare in Italia: GPF, GfK-Eurisko, Euromedia e Istituto Piepoli. Questo lavoro ha evidenziato un’apertura cre-

scente nei confronti del nucleare da parte dell’opinione pubblica italiana: l’atteggiamento prevalente è ancora critico, ma meno rigido che in passato. Questa maggior disponibilità è legata all’affermazione di un orientamento culturale pragmatico, che porta a guardare alla questione energetica in modo meno emotivo e ideologizzato e più responsabile che in passato: la volontà di mantenere il benessere acquisito, che pure convive con nuovi stili di vita più consapevoli, soprattutto sul fronte dell'impatto ambientale, porta a prendere in considerazione tutte le fonti energetiche, senza esclusioni pregiudiziali, e a valutarle oggettivamente, in base al rapporto costi/benefici. È convinzione sempre più condivisa che la soluzione del problema energetico possa giungere dall’incremento della diversificazione delle fonti, oltre che naturalmente dal risparmio energetico. Il concetto di “mix energetico” spiana la


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