Oxygen n°4

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Oxygen versus CO2

04 – 07.2008

Oxygen versus CO2 di Claudia Gandolfi

Il mondo si muove sempre più dolcemente

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A Parigi, ogni 300 metri, residenti e turisti possono inserire la propria carta di credito in una colonnina e inforcare una delle 20.600 biciclette messe a disposizione dal servizio Vélib – contrazione delle parole “vélo” (bicicletta) e “libre” (libera) – attivo dal luglio 2007. Dopo averla usata per il tempo necessario, la possono restituire in una qualsiasi delle 1.451 stazioni della città. Il successo dell’iniziativa è dovuto soprattutto alla presenza di infrastrutture presenti da tempo nella capitale francese: 371 chilometri di piste ciclabili e una rete metropolitana capillare, che nei pressi delle stazioni offre un numero maggiore di biciclette per offrire un servizio di trasporto integrato ed efficiente. Per abbonarsi a Vélib si paga, via internet o presso i parcheggi delle biciclette, una cifra contenuta: da 1 euro per il giornaliero a 29 per l’annuale; il costo di utilizzo, poi, è suddiviso in fasce di mezz’ora: gratis la prima, 1 euro la seconda, 2 euro la terza, 4 euro dalla quarta in poi. Il progetto parigino è il più imponente in Europa, ma ha avuto precedenti significativi. A Vienna e Cordova è stato lanciato il sistema Cyclocity nel giugno 2003. A Lione sono state messe a disposizione 1.000 bici il 19 maggio 2005 (ora sono 4.000), a Bruxelles ce ne sono 250, ad Aix-en-Provence 200, a Marsiglia 1.000 e a Siviglia 2.500.

Tucson, Arizona. Bicas non è solo un negozio di biciclette, ma un laboratorio dove chiunque può imparare a riparare o costruire – riciclando vecchi pezzi – la propria due ruote, o può guadagnarsene letteralmente una con circa 10 ore di lavoro come volontario (www.bicas.org). © Stefano Milano, 2008

Il bike sharing si sta diffondendo in molte città dei paesi occidentali come strumento di mobilità dolce, a disposizione delle pubbliche amministrazioni che intendono ridurre la congestione del traffico e l’inquinamento che ne deriva. A New York le due ruote sono in costante aumento, e per mezz’ora si possono prendere in prestito gratuitamente. A Barcellona è stato istituito un sistema di noleggio in abbonamento: una tessera dà diritto a ritirare una bicicletta in qualsiasi stazione Bicing. A Londra l’ex sindaco Ken Livingstone aveva avviato un progetto decennale per trasformare la più grande area metropolitana del Regno Unito in una cycling-friendly city con 6.000 biciclette pubbliche a noleggio, 12 super-corridoi radiali per i ciclisti e 200 nuove premium walking areas intorno a scuole, negozi e stazioni, con l’obiettivo di ridurre la CO2 prodotta in città del 60% in poco più di 15 anni. Durante la recente campagna elettorale laburisti e conservatori si sono sfidati sul terreno dell’ambientalismo. Il neoeletto sindaco conservatore Boris Johnson ha avviato i negoziati con i London boroughs per realizzare un progetto ancora più ambizioso. L’esempio che seguono i sindaci europei, insomma, è quello di Amsterdam, dove il 40% del traffico è composto di ciclisti ed è in costruzione un parcheggio/garage per biciclette da 10.000

posti accanto alla principale stazione ferroviaria. In Italia, Torino è la prima grande città ad aver annunciato di voler mettere a disposizione dei cittadini il trasporto pubblico sostenibile per eccellenza, con un progetto per il quale è previsto un finanziamento di 2 milioni di euro, con l’obiettivo di fornire 3.900 biciclette. In attesa dell’attivazione del servizio, fino al 30 ottobre sarà possibile noleggiare una due ruote presso i sette parchi cittadini. I precursori della mobilità alternativa, però, sono state Reggio Emilia, Cuneo e Parma, dove le pensiline delle rastrelliere sono state integrate con moduli fotovoltaici per la produzione di energia. A Roma il rettore dell’Università Roma Tre ha inaugurato un servizio di prelievo automatico di biciclette, per promuovere lo spostamento ecologico di studenti e dipendenti tra le sedi dell’ateneo. A Milano sarà l’azienda dei trasporti cittadina Atm a gestire il bike sharing, offrendo al pubblico ben 6.000 biciclette grazie a un finanziamento di 5 milioni di euro da parte del comune; l’abbonamento annuale costerà 25 euro, in linea con i costi praticati in altre grandi città europee. Nel nostro paese sono ormai quasi una trentina le città che fanno parte del Club delle città bike sharing.

D’altra parte, il traffico e le emissioni inquinanti causati dalle auto che oggi circolano nelle città non sono più sostenibili. L’UE ne ha chiesto la riduzione a stati, regioni ed enti locali, e ha disposto forti sanzioni in caso di inerzia. Gli strumenti normativi e i provvedimenti in materia di qualità dell’aria e inquinamento atmosferico sono complessi e articolati, strutturandosi su diversi livelli: dalle norme comunitarie (direttiva 96/62/CE e successive) a quelle nazionali (d.lgs. 351/99 e d.lgs. 83/04, che recepiscono due importanti direttive UE), fino agli strumenti di governo locale. In Italia, la gestione delle misure volte al contenimento delle emissioni inquinanti fa capo alle regioni e, in seconda istanza, ai comuni per quanto riguarda l’attuazione delle misure previste dal d.m. 27/98 sulla mobilità sostenibile nelle aree urbane: finanziare l’aumento di percorsi protetti e piste ciclabili, favorire l’intermodalità (ovvero la sinergia tra mezzi pubblici e biciclette), e consentire il trasporto delle bici per brevi tratti sui mezzi pubblici.

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