Green Power

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Il futuro verde dell’Europa

di Antonio Galdo

La recente Road Map della European Climate Foundation indica con chiarezza gli obiettivi energetici dell’Europa del futuro: 5000 chilometri quadrati di pannelli solari, 100.000 turbine eoliche, 200 milioni di auto elettriche, 100 milioni di pompe di calore, 100 nuovi impianti nucleari. Ma sulla strada che porta al 2050 ci sono tre incognite da affrontare: gli incentivi governativi, la rete elettrica e il peso dell’opinione pubblica.

Il sogno dell’Europa verde è scolpito nella Road Map 2050 preparata dalla European Climate Foundation: 5000 chilometri quadrati di pannelli solari, 100.000 turbine eoliche, 200 milioni di auto elettriche, 100 milioni di pompe di calore, 100 nuovi impianti nucleari. Quarant’anni per cambiare il volto dell’Europa energetica, uscire dalla trappola delle fonti fossili e innanzitutto dall’insostenibile dipendenza dal petrolio, creare nuove opportunità di sviluppo economico e milioni di posti di lavoro. Utopia a parte, la strada a favore delle energie sostenibili è ormai tracciata, con un percorso obbligato che tiene conto di diversi fattori in campo. Soltanto attraverso una forte spinta alle energie rinnovabili, infatti, è possibile raggiungere allo stesso tempo gli obiettivi strategici di riduzione dell’inquinamento, miglioramento del quadro climatico, autosufficienza energetica. Tutto ciò in un quadro mondiale nel quale è destinata a crescere, ovunque, la fame di elettricità. La produzione totale – secondo l’Annual Energy Outlook 2010 dell’Energy Information Administration statunitense – dovrebbe salire dai 3950 miliardi di kilowattora previsti per quest’anno a oltre 5000 miliardi all’orizzonte del 2035.

La Commissione Europea stima che, se verrà mantenuto il trend di sviluppo economico e sociale attuale, l’aumento della domanda di energia elettrica sarà non inferiore all’1% annuo per i prossimi 20 anni. In pratica, il futuro del mondo sostenibile si gioca attorno a questa equazione: più energia, ma attraverso lo sviluppo di diverse fonti. L’Unione Europea non parte da zero nella sua Road Map. Nel 2009, per esempio, gli impianti per produrre energia rinnovabile hanno rappresentato il 61% di tutte le opere di nuova creazione, e così per il secondo anno consecutivo le fonti di energia rinnovabile hanno costituito la maggior parte dei nuovi impianti energetici installati. Con il risultato, non disprezzabile, in base al quale le energie rinnovabili ormai rappresentano oltre il 10% del totale dei consumi dell’Unione Europea, con paesi come la Svezia, la Finlandia, la Lettonia e l’Austria che hanno già scavalcato l’asticella del 30%. A questo punto, siamo di fronte a un traguardo intermedio rispetto all’approdo del 2050: i paesi dell’Unione hanno sottoscritto un impegno a raggiungere il 20% dei consumi di energia rinnovabile entro il 2020, cioè tra 10 anni, e l’Italia in particolare ha promesso di arrivare a quota

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