INVALSI Prove nazionali italiano

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Prove Prove nazionali Italiano classe 3

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Per esercitarsi con le prove INVALSI in maniera interattiva e allo stesso tempo rinforzare le proprie competenze digitali, lo studente, attraverso il codice personale allegato al presente volume, potrà accedere a: • prove complete degli anni precedenti autocorrettive • esercizi tratti dalle prove INVALSI su argomenti a scelta. Le correzioni sono automatiche e il sistema fornisce le soluzioni e le schede di approfondimento (pillole di teoria) per le risposte errate. Al termine di ogni prova lo studente può stampare un attestato con il punteggio ottenuto calcolato secondo i criteri ufficiali INVALSI.

Italiano classe 3a

Prove digitali

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www.elilaspigaedizioni.it

2015-2016

Marco Colombo • Giovanni Lucchetti

Italiano classe 3

• Prove guidate • Ripasso programma del triennio • Audio mp3 per tutte le prove

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E 6,60

EDIZIONE

Prove nazionali

• Prima prova guidata con commenti e strategie per risolvere i quesiti • Sezione speciale basata sulle prove ufficiali degli anni passati per un ripasso dell’intero programma a partire dalla classe prima • Seconda prova guidata per la verifica del ripasso • Cinque prove propedeutiche simili a quelle ministeriali per esercitarsi e consolidare la preparazione al test • Prova finale con la stessa struttura dell’ultima prova ufficiale • Prova INVALSI 2015 Sul sito della casa editrice www.elilaspigaedizioni.it è disponibile il file audio mp3 dei brani proposti in ogni prova.

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A UFFICIALE 2015

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CON PROVE DIGITALI


Indice La nostra proposta 3 Le competenze richieste dalla prova INVALSI 3 Istruzioni 4

Ai blocchi di partenza

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Testo A • Il segreto del successo

74

Testo B • L’avanzata della tecnologia

79

Quesiti grammaticali

82

Prova 6

84

Testo A • Atlantide

84

Testo B • La stagione dei monsoni

89

Quesiti grammaticali

94

Prova 7

97

Testo A • Una tempesta perfetta

97

5

Per iniziare • Prova 1 guidata

5

Testo A • La delusione di Pin

5

Testo B • ISS: la stazione spaziale internazionale 11 Quesiti grammaticali

19

Quali argomenti ripassare?

22

I testi delle prove INVALSI

22

La grammatica dell’INVALSI

24

Tutto chiaro? • Prova 2 guidata

35

Testo A • Romolo e Remo

35

Testo B • Un viaggio in treno

41

Quesiti grammaticali

45

In gara

48

Prova 5

Testo B • Tiramisù classico

103

Quesiti grammaticali

108

Sprint finale

Prova 8

110

Testo A • Un amore vero

110

Testo B • L’aria condizionata fa bene o male?

È possibile farne a meno?

Quesiti grammaticali

Prova 3

48

Testo A • Una bambina tutta particolare

48

Testo B • Il drago di Komodo

54

Quesiti grammaticali

60

Prova 4

62

Testo A • In vista del campionato regionale

62

Testo B • La pratica sportiva in Italia

67

Quesiti grammaticali

72

Marco Colombo, Giovanni Lucchetti PROVE NAZIONALI - ITALIANO Terza classe Scuola secondaria primo grado Quaderno operativo Responsabile editoriale: Beatrice Loreti Art director: Marco Mercatali Responsabile di produzione: Francesco Capitano Progetto grafico e impaginazione: Airone Comunicazione Copertina: Airone Comunicazione

110

Prova Nazionale 2015

116 122

125

© 2015 Eli – La Spiga Edizioni Via Brecce – Loreto tel. 071 750 701 info@elilaspigaedizioni.it www.elilaspigaedizioni.it Stampato in Italia presso Tecnostampa - Pigini Group Printing Division - Loreto - Trevi 15.83.250.0 ISBN 978-88-468-3430-0 Le fotocopie non autorizzate sono illegali. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale così come la sua trasmissione sotto qualsiasi forma o con qualunque mezzo senza previa autorizzazione scritta da parte dell’editore.


La nostra proposta Il volume è composto da: AI BLOCCHI DI PARTENZA 1) Una prima prova con soluzione guidata che fornisce commenti e strategie per risolvere i quesiti ti permetterà di comprendere ciò che ti viene richiesto e di trovare le risposte adeguate. 2) Una sezione speciale intitolata “Quali argomenti ripassare?” con un taglio fortemente operativo, ti guiderà a conoscere e a ripassare le varie tipologie testuali e la grammatica presente nelle prove INVALSI. 3) Una seconda prova con soluzione guidata ti aiuterà a verificare se il ripasso è stato efficace. IN GARA 4) Cinque prove propedeutiche strutturate a partire dal modello delle prove INVALSI nazionali degli ultimi anni ti avvicineranno alle diverse tipologie testuali previste, facendoti prendere confidenza con i linguaggi e le caratteristiche di ognuna. SPRINT FINALE 5) Una prova finale pensata rivolgendo l’attenzione alle richieste della prova 2015 ti porterà a stretto contatto col linguaggio della prova. 6) A conclusione del percorso troverai il testo della Prova INVALSI ufficiale 2015. Tutte le prove sono state pensate a partire da un’attenta analisi delle prove ufficiali degli anni passati nel tentativo di aiutarti a conoscere il più possibile il lessico e le tipologie utilizzate. Sul sito della casa editrice www.elilaspigaedizioni.it è disponibile il file audio mp3 dei brani proposti in ogni prova.

Le competenze richieste dalla prova INVALSI Le prove INVALSI verificano competenze che dovresti aver acquisito nel corso del triennio.

Competenze testuali Comprensione locale e globale: individuare e comprendere informazioni esplicite o implicite e cogliere il significato locale o globale di un testo. Interpretazione e valutazione: interpretare e valutare l’intenzione comunicativa del suo autore sulla base dell’analisi approfondita di un testo (forma e/o contenuto) e delle conoscenze personali. Organizzazione logica entro e oltre la frase: cogliere gli elementi che caratterizzano l’organizzazione logica del testo.

Competenze grammaticali Ortografia Punteggiatura Morfologia e formazione delle parole (analisi grammaticale) Sintassi della frase semplice (analisi logica) Sintassi della frase complessa (analisi del periodo) Lessico e uso del dizionario Testualità (individuare la funzione comunicativa di un testo o di una parte di esso) 3


Istruzioni

(dalla prova ufficiale 2015)

La prova è divisa in due parti. Nella prima parte dovrai leggere alcuni testi e poi rispondere alle domande che seguono. Nella maggior parte dei casi le domande hanno già le risposte, quattro, e tra queste tu dovrai scegliere quella che ritieni giusta (una sola), facendo una crocetta sul quadratino vicino ad essa, come nell’esempio seguente: Esempio 1 A1. Qual è la capitale dell’Italia? A. Venezia B. Napoli C. X Roma D. Firenze In qualche caso, però, per rispondere dovrai mettere una crocetta per ogni riga di una tabella, oppure dovrai scrivere tu la risposta alla domanda, come nei due esempi che seguono: Esempio 2 A2. In base al testo che hai letto, quali sono le caratteristiche del protagonista del racconto? Metti una crocetta per ogni riga.

a) È coraggioso b) È timido c) Ama lo studio d) Gli piace giocare e) Non sa mentire

SÌ X

NO X X

X X

Esempio 3 A3. Chi è il protagonista del racconto che hai letto? Risposta: ........ Enrico ......

4

Se ti accorgi di aver sbagliato, puoi correggere; devi scrivere NO vicino alla risposta sbagliata e mettere una crocetta nel quadratino accanto alla risposta che ritieni giusta, come nell’esempio che segue: Esempio 4 A4. In quale continente si trova l’Italia? A. In America NO B. X In Asia C. In Africa D. X In Europa

Nella seconda parte della prova dovrai rispondere ad alcune domande di grammatica. Anche qui in qualche caso dovrai scegliere la risposta giusta fra quelle date, in altri scriverla tu stesso. Per fare una prova, ora rispondi a questa domanda. A5. Fra i seguenti mesi, qual è solitamente il più caldo in Italia? A. Agosto B. Ottobre C. Gennaio D. Aprile Leggi sempre con molta attenzione le domande e le istruzioni su come rispondere. Per svolgere l’intera prova avrai in tutto un’ora e quindici minuti (75 minuti) di tempo.

BUON LAVORO!


Ai blocchi di partenza Per iniziare mp3

Prova n. 1 guidata

TESTO A (testo narrativo)

LA DELUSIONE DI PIN

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Pin non sente più niente: ormai è sicuro che non darà loro la pistola; ha i lucciconi agli occhi e una rabbia gli stringe le gengive. I grandi sono una razza ambigua e traditrice, non hanno quella serietà terribile nei giochi propria dei ragazzi, pure hanno anch’essi i loro giochi, sempre più seri, un gioco dentro l’altro che non si riesce mai a capire qual è il gioco vero. Ben, cantacene un po’ una, Pin, - dicono adesso, come se nulla fosse successo, come se non ci fosse stato un patto severissimo tra lui e loro, un patto consacrato da una parola misteriosa: gap. - Alè, - fa Pin, con le labbra che gli tremano, pallido. Sa che non può cantare. Vorrebbe piangere, invece scoppia in uno strillo in i che schioda i timpani e finisce in uno scatenio d’improperi. […] Gli altri stanno a guardare cosa gli è preso, ma Pin è già scappato dall’osteria. Fuori, il primo impulso sarebbe di cercare quell’uomo, quello che chiamano «Comitato» e dargli la pistola: ora è l’unica persona che Pin sente di rispettare, anche se prima, così zitto e serio, gli ispirava diffidenza. Ma adesso è l’unico che potrebbe comprenderlo, ammirarlo per il suo gesto, e forse lo prenderebbe con sé a far la guerra contro i tedeschi, loro due soli, armati di pistola, appostati agli angoli delle vie. Ma Comitato chissà dov’è adesso: non si può chiedere in giro, nessuno l’aveva mai visto prima. La pistola rimane a Pin e Pin non la darà a nessuno e non dirà a nessuno che l’ha. Solo farà capire che è dotato d’una forza terribile e tutti lo obbediranno. Chi ha una pistola vera dovrebbe fare dei giochi meravigliosi, dei giochi che nessun ragazzo ha fatto mai, ma Pin è un ragazzo che non sa giocare, che non sa prender parte ai giochi né dei grandi né dei ragazzi. Pure adesso Pin andrà lontano da tutti e giocherà tutto solo con la sua pistola, farà giochi che nessun altro conosce e nessun altro potrà mai sapere. È notte: Pin ha scantonato fuori dal mucchio delle vecchie case, per le stradine che vanno tra orti e scoscendimenti ingombri di immondizie. Nel buio le reti metalliche che cintano i semenzai gettano una maglia d’ombre sulla terra grigio-lunare; le galline ora dormono in fila sui pali dei pollai e le rane sono tutte fuor d’acqua e fanno cori per tutto il torrente, dalla sorgente alla foce. Chissà cosa succederebbe a sparare a una rana: forse resterebbe solo una bava verde schizzata su qualche pietra. Pin va per i sentieri che girano intorno al torrente, posti scoscesi dove nessuno coltiva. Ci sono strade che lui solo conosce e che gli altri ragazzi si struggerebbero di sapere: un posto, c’è, dove fanno il nido i ragni, e solo Pin lo sa ed è l’unico in tutta la vallata, forse in tutta la regione: mai nessun ragazzo ha saputo di ragni che facciano il nido, tranne Pin. Forse un giorno Pin troverà un amico, un vero amico, che capisca e che si possa capire, e allora a quello, solo a quello, mostrerà il posto delle tane dei ragni. È una scorciatoia sassosa che scende al torrente tra due pareti di terra ed erba. Lì, tra l’erba, i ragni fanno delle tane, dei tunnel 5


Prova n. 1 • guidata

35

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Ai blocchi di partenza • Per iniziare

tappezzati d’un cemento d’erba secca; ma la cosa meravigliosa è che le tane hanno una porticina, pure di quella poltiglia secca d’erba, una porticina tonda che si può aprire e chiudere. Quando ha fatto qualche grosso dispetto e a furia di ridere il petto gli si è riempito d’una tristezza opaca, Pin vaga tutto solo per i sentieri del fossato e cerca il posto dove fanno la tana i ragni. Con uno stecco lungo si può arrivare fino in fondo ad una tana, e infilzare il ragno, un piccolo ragno nero, con dei disegnini grigi come sui vestiti d’estate delle vecchie bigotte. Pin si diverte a disfare le porte delle tane e a infilzare i ragni sugli stecchi, anche a prendere i grilli e a guardarli da vicino sulla loro assurda faccia di cavallo verde, e poi tagliarli a pezzi e fare strani mosaici con le zampe su una pietra liscia. Pin è cattivo con le bestie: sono esseri mostruosi e incomprensibili come gli uomini; dev’essere brutto essere una piccola bestia, cioè essere verde e fare la cacca a gocce, e aver sempre paura che venga un essere umano come lui, con una enorme faccia piena d’efelidi rosse e nere e con dita capaci di fare a pezzi i grilli. Ora Pin è solo tra le tane dei ragni e la notte è infinita intorno a lui come il coro delle rane. È solo ma ha la pistola con sé […] I ragni sotterranei in quel momento rodono vermi o si accoppiano i maschi con le femmine emettendo fili di bava: sono esseri schifosi come gli uomini, e Pin infila la canna della pistola nell’imboccatura della tana con una voglia di ucciderli. Chissà cosa succederebbe se partisse un colpo, le case sono distanti e nessuno capirebbe da dove viene. Poi spesso i tedeschi e quelli della milizia sparano la notte addosso a chi gira nel coprifuoco. Pin ha il dito sul grilletto, con la pistola puntata nella tana di un ragno: resistere alla voglia di schiacciare il grilletto è difficile, ma certo la pistola è in sicurezza e Pin non sa come si toglie. A un tratto lo sparo parte così d’improvviso che Pin non se n’è nemmeno accorto d’aver schiacciato: la pistola fa un balzo indietro nella sua mano, fumante e tutta sporca di terra. Il tunnel della tana è crollato, sopra ci scende una piccola frana di terriccio e l’erba intorno è strinata. (tratto da I. Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno)

A1. Nella parte iniziale del brano che hai letto viene detto che: A. Pin ha rubato una pistola a Comitato B. Pin non è riuscito a rubare una pistola C. Pin ha rubato una pistola a un marinaio tedesco D. Pin ha rubato una pistola, ma non era quella giusta 6

1. AIUTO: la risposta al quesito non è contenuta esplicitamente nel testo, ma può essere ricavata: Pin è convinto di essere riuscito nell’impresa, ma dal testo si capisce che non è stato preso sul serio dai partigiani. Quindi… a chi può aver sottratto la pistola, che è inizialmente in dubbio se affidare o meno a Comitato?


Ai blocchi di partenza • Per iniziare

A2. Indica quali dei seguenti aggettivi sono riferiti a Pin e quali no. Metti una crocetta per ogni riga.

Prova n. 1 • guidata

2. AIUTO: per rispondere occorre ricercare le informazioni nel testo: alcuni aggettivi sono attribuiti direttamente a Pin, altri possono essergli riconosciuti a partire dalle descrizioni contenute nel brano. Sì

a.

Arrabbiato

b.

Indifferente agli adulti

c.

Pallido

d.

Cattivo con le bestie

e.

Malizioso

A3. Che cosa si diverte a fare Pin coi ragni? Indica l’azione e la riga in cui è espressa. ........................................................................... ........................................................................... A4. Alla riga 1 si dice: “Pin […] ha i lucciconi agli occhi e una rabbia che gli stringe le gengive”. Che cosa significa la parola “lucciconi”? A. Il colare del naso B. Un’infiammazione degli occhi C. Le lacrime che precedono l’inizio del pianto D. Un tipo particolare di occhiali A5. Pin ci tiene ad avere con sé la pistola perché: A. l’ha rubata lui B. lo fa sentire forte C. gli permette di entrare nel gruppo dei partigiani D. potrà mostrarla a tutti A6. Pin si dimostra crudele coi ragni perché: A. sono esseri mostruosi ed incomprensibili B. è arrabbiato con gli uomini C. gli danno molto fastidio D. hanno invaso il suo nascondiglio segreto

No

3. AIUTO: l’informazione è contenuta esplicitamente nel testo, circa a metà. Vai a vedere.

4. AIUTO: anche se non conosci il significato della parola, lo puoi ricavare da una lettura attenta della frase e del contesto in cui è inserita.

5. AIUTO: solo una delle risposte è contenuta nel testo. Vai a rintracciarla (nella prima metà del brano).

6. AIUTO: anche in questo caso, devi rintracciare l’informazione che è riportata nella seconda parte del brano. 7


Quali argomenti ripassare? I TESTI DELLE PROVE INVALSI: CARTA DI IDENTITÀ I testi si possono classificare in continui, non continui e misti. I testi continui sono testi interamente verbali. I testi non continui sono nella maggior parte dei casi costituiti da elenchi semplici o complessi e in essi hanno molta importanza anche gli elementi iconici. I testi misti sono formati da elementi continui e non continui, tra loro coerenti. (Dal Quadro di riferimento della prova di italiano a cura dell’INVALSI)

Per quanto riguarda invece le tipologie testuali si possono distinguere:­­

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Nome

TESTO NARRATIVO

Definizione

Narra fatti, vicende e storie che si svolgono nel tempo.

Caratteristiche

Presenta più o meno dettagliatamente personaggi (uomini, animali o creature immaginarie), le loro abitudini e le loro azioni. È ambientato in un tempo che ha una durata e un luogo reale o immaginario.

Esempi

Romanzi, racconti, novelle, fiabe e favole, biografie, pagine di diario…

Per fare pratica

Testo A Prova 1 guidata pag. 5 Testo A Prova 2 guidata pag. 35 Testo A Prova 3 pag. 48 Testo A Prova 4 pag. 62 Testo A Prova 5 pag. 74 Testo A Prova 6 pag. 84 Testo A Prova 7 pag. 97 Testo A Prova 8 pag. 110 Testo A Prova Invalsi 2014-2015 pag. 126

Nome

TESTO REGOLATIVO

Definizione

Ha lo scopo di dare istruzioni o regolare il comportamento, fornendo indicazioni e regole da seguire.

Caratteristiche

Linguaggio chiaro, rigoroso e sintetico.

Esempi

Testi legislativi, istruzioni, ricette, documenti di viaggio…

Per fare pratica

Testo B Prova 2 guidata pag. 41 Testo B Prova 7 pag. 103


Quali argomenti ripassare?

I testi delle prove INVALSI

Nome

TESTO DESCRITTIVO

Definizione

Presenta dettagliatamente un fatto, un paesaggio, un oggetto o un essere animato (uomo, animale…).

Caratteristiche

Si basa spesso sulle percezioni sensoriali (5 sensi); può essere oggettivo (con linguaggio tecnico-scientifico) o soggettivo (con aspetti legati a sentimenti ed emozioni proprie dell’autore) a seconda dei casi.

Esempi

Saggi scientifici, voci enciclopediche, manuali e articoli di riviste specialistiche.

Per fare pratica

Testo B Prova 1 guidata pag. 11 Testo B Prova 3 pag. 54

Nome

TESTO ARGOMENTATIVO

Definizione

Ha il compito di sostenere un’argomentazione, una tesi o uno specifico punto di vista.

Caratteristiche

Presenta, con un linguaggio specifico, una tesi che è sostenuta mediante esemplificazioni. Ad essa si contrappone un’antitesi più o meno esplicita con relative confutazioni.

Esempi

Saggi e tesi universitarie, articoli di giornali e riviste.

Per fare pratica

Testo B Prova 5 pag. 79 Testo B Prova 8 pag. 116

Nome

TESTO ESPOSITIVO

Definizione

Fornisce informazioni e spiegazioni su personaggi, esperienze, fatti e problemi.

Caratteristiche

Si basa su un linguaggio chiaro e preciso e presenta uno stile oggettivo e impersonale. Può essere accompagnato da tabelle, grafici, illustrazioni e didascalie.

Esempi

Voci enciclopediche, manuali scolastici, relazioni e articoli di giornale.

Per fare pratica

Testo B Prova 4 pag. 67 Testo B Prova 6 pag. 89

23


LA GRAMMATICA DELL’INVALSI Ogni prova INVALSI comprende una serie di quesiti di grammatica che riguardano gli ambiti dell’ortografia, della morfologia, della sintassi della frase semplice e complessa, del lessico e della testualità. Ti proponiamo ora l’analisi di alcuni dei quesiti delle prove degli anni passati affinché tu possa farti un’idea delle richieste e possa quindi sapere quali contenuti è bene ripassare per prepararsi al meglio ai test. ORTOGRAFIA E PUNTEGGIATURA Per quanto riguarda la punteggiatura, ti viene chiesto di saper collocare in modo corretto i segni di interpunzione; ecco alcuni esempi: A1. Quale segno di punteggiatura è sbagliato nel seguente periodo? Dario rispose alla zia: “Per ora non ho ancora preso una decisione definitiva, sulla scuola che frequenterò l’anno prossimo”. A. I due punti B. Le virgolette C. La virgola D. Il punto (INVALSI 2008-2009) A2. Quale genere hanno i nomi che compaiono nelle seguenti espressioni? a) Metti una crocetta per ogni riga. Espressioni Un analfabeta Un’ospite Un’ipocrita Un esule

Maschile

Femminile

b) Da che cosa hai potuto capire il genere dei nomi? .................................................................................................................................................... (INVALSI 2012-2013) Come puoi vedere in questo caso il quesito chiede non solo di individuare le risposte corrette, ma anche di darne spiegazione. Per quanto riguarda l’ortografia, i quesiti presentano delle parole in cui bisogna inserire correttamente (o scegliere le soluzioni corrette) dei gruppi sillabici.

24


Quali argomenti ripassare?

La grammatica dell’INVALSI

Ecco qualche esempio: A3. Completa le frasi seguenti con la forma corretta, scegliendola tra le alternative date tra parentesi. a) “Hai sentito che Maria si trasferisce in America?” (te l’ha / te là / tel’ha) “Davvero? Chi …… detto?” b) “Non ti preoccupare, ….. detto io a Francesco che domani non (glielo / gliel’ho /glielò) vieni”. (INVALSI 2011-2012) A4. Completa nel modo corretto le parole incomplete. 1. Maria è una nuotatrice ecce.............nale. 2. Aveva la co.............enza sporca perché sapeva di aver mentito. 3. Lavarsi le mani prima di mangiare è una buona regola i.............enica. 4. Questo cane è del tutto inno.............o: abbaia ma non morde. 5. Il preside non ha concesso l’assemblea: dice che è ille.............ittima. (INVALSI 2013-2014) Di norma il numero di quesiti che riguardano l’ortografia e la punteggiatura è limitato (1-2 domande). MORFOLOGIA Per quanto riguarda la morfologia, la prima abilità richiesta è quella di riconoscere le varie categorie morfologiche (articolo, nome, aggettivo, verbo…). Ecco alcuni esempi: B1. In ognuna delle seguenti frasi, a quale categoria appartiene la parola sottolineata? Metti una crocetta per ogni riga. Frasi a) Domani ci sarà la distribuzione dei premi ai vincitori delle Olimpiadi di grammatica. b) I giovani sono sempre pronti a nuove avventure.

Aggettivo

Nome

c) Questa è la mia stanza, quella la tua.

Pronome

Aggettivo

Verbo

Nome

d) Il generale prese il potere con un colpo di Stato.

Nome

Categoria

Verbo

(INVALSI 2011-2012) 25


Ai blocchi di partenza Tutto chiaro? mp3

Prova n. 2 guidata

TESTO A (testo narrativo)

ROMOLO E REMO

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L’urgenza della fame non si può paragonare a quella degli altri bisogni. Provatevi a dire ad alta voce: «Mi serve un paio di scarpe… mi serve un pettine… mi serve un fazzoletto», tacete un momento per rifiatare e poi dite: «Mi serve un pranzo», e sentirete subito la differenza. Per qualsiasi cosa potete pensarci su, cercare, scegliere, magari rinunziarci, ma il momento che confessate a voi stessi che vi serve un pranzo, non avete più tempo da perdere. Dovete trovare il pranzo, se no morite di fame. Il cinque ottobre di quest’anno, a mezzogiorno a piazza Colonna sedetti sulla ringhiera della fontana e dissi a me stesso: «Mi serve un pranzo». Da terra dove, durante questa riflessione, volgevo gli occhi, levai gli sguardi al traffico del Corso e lo vidi tutto annebbiato e tremolante: non mangiavo da più di un giorno e, si sa, la prima cosa che succede quando si ha fame è di vedere le cose affamate, cioè vacillanti e deboli come se fossero esse stesse, appunto, ad avere fame. Poi pensai che dovevo trovare questo pranzo, e pensai che se aspettavo ancora non avrei più avuto la forza neppure di pensarci, e cominciai a riflettere sulla maniera di trovarlo al più presto. Purtroppo, quando si ha fretta non si pensa nulla di buono. Le idee che mi venivano in mente non erano idee ma sogni: «Salgo in un tram… borseggio un tale… scappo»; oppure: «Entro in un negozio, vado alla cassa, afferro il morto1… scappo». Mi venne quasi il panico e pensai: «Perduto per perduto, tanto vale che mi faccia arrestare per oltraggio alla forza pubblica… in questura una minestra me la dànno sempre». In quel momento un ragazzo, accanto a me, ne chiamò un altro: «Romolo». Allora, a quel grido, mi ricordai di un altro Romolo che era stato con me sotto le armi. Avevo avuto, allora, la debolezza di raccontargli qualche bugia: che al paese ero benestante mentre non sono nato in alcun paese bensì presso Roma, a Prima Porta2. Ma, adesso, quella debolezza mi faceva comodo. Romolo aveva aperto una trattoria dalle parti del Pantheon3. Ci sarei andato e avrei mangiato il pranzo di cui avevo bisogno. Poi, al momento del conto, avrei tirato fuori l’amicizia, il servizio militare fatto insieme, i ricordi…Insomma, Romolo non mi avrebbe fatto arrestare. […] Mi venne incontro con un «comandi» premuroso, pieno di speranza, che mi strinse il cuore. Ma ormai ero nel ballo e bisognava ballare. Dissi: «Vorrei mangiare». Lui incominciò a spolverare il tavolo con uno straccio, poi si fermò e disse guardandomi: «Ma tu sei Remo…». «Ah, mi riconosci», feci, con un sorriso. «E come se ti conosco… non eravamo insieme sotto le armi? Non ci chiamavamo Romolo, Remo e la Lupa per via di quella ragazza che corteggiavamo insieme?» Insomma: i ricordi. Si vedeva che lui tirava fuori i ricordi non perché mi fosse affezionato ma perché ero un cliente. Anzi, visto che nella trattoria non c’era nessuno, il cliente. Di clienti doveva averne pochi e anche i ricordi potevano servire a farmi buona accoglienza. […] «Romolo, sono di passaggio a Roma… faccio il viaggiatore di commercio… siccome dovevo mangiare in qualche luogo, ho pensato: “Perché non andrei a mangiare dall’amico Romolo?”». «Bravo», disse lui; 35


Prova n. 2 • guidata

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Ai blocchi di partenza • Tutto chiaro?

«allora che facciamo di buono: spaghetti?» «Si capisce.» «Spaghetti al burro e parmigiano… ci vuole meno a farli e sono più leggeri… e poi che facciamo? Una buona bistecca? Due fettine di vitella? Una bella lombatina? Una scaloppina al burro?» Erano tutte cose semplici, avrei potuto cucinarle da me su un fornello a spirito. Dissi, per crudeltà: «Abbacchio4… ne hai abbacchio?» «Quanto mi rincresce… lo facciamo per la sera.» «E va bene… allora un filetto con l’uovo sopra… alla Bismarck.» «Alla Bismarck, sicuro… con patate?» «Con insalata.» «Sì, con insalata… e un litro, asciutto, no?» «Asciutto.» Ripetendo: «Asciutto», se ne andò in cucina e mi lasciò solo al tavolino. La testa continuava a girarmi dalla debolezza, sentivo che facevo una gran cattiva azione; però, quasi quasi, mi faceva piacere di compierla. La fame rende crudeli: Romolo era forse più affamato di me e io, in fondo, ci avevo gusto. […] Mangiai solo, e, mangiando, mi accorsi che ero quasi ubriaco dal mangiare. Eh, quanto è bello mangiare quando si ha fame. Mi cacciavo in bocca un pezzo di pane, ci versavo sopra un sorso di vino, masticavo, inghiottivo. Erano anni che non mangiavo tanto di gusto. […] Guardai i bambini: erano pallidi, denutriti, gli occhi più grandi della testa. Mi venne ad un tratto compassione e insieme rimorso. Tanto più che la moglie disse: «Eh, di clienti come lei, ce ne vorrebbero almeno quattro o cinque a pasto… allora sì che potremmo respirare». «Perché?», domandai facendo l’ingenuo, «non viene gente?» «Qualcuno viene», disse lei, «soprattutto la sera… ma povera gente: portano il cartoccio, ordinano il vino, poca roba, un quarto, una foglietta5… la mattina, poi, manco accendo il fuoco, tanto non viene nessuno.» Non so perché queste parole diedero sui nervi a Romolo. Disse: «Ahò, piantala con questo piagnisteo… mi porti iettatura6». La moglie rispose subito: «La iettatura la porti tu a noi… sei tu lo iettatore; tra me che sgobbo e mi affanno e tu che non fai niente e passi il tempo a ricordarti di quando eri soldato, lo iettatore chi è?» Tutto questo se lo dicevano mentre io, mezzo intontito dal benessere, pensavo alla migliore maniera per cavarmela nella faccenda del conto. Poi, provvidenzialmente, ci fu uno scatto da parte di Romolo: alzò la mano e diede uno schiaffo alla moglie. Lei non esitò: corse alla cucina, ne riuscì con un coltello lungo e affilato, di quelli che servono ad affettare il prosciutto. Gridava: «Ti ammazzo», e gli corse incontro, il coltello alzato. Lui, atterrito, scappò per la trattoria, rovesciando i tavoli e le seggiole. La bambina intanto era scoppiata in pianto; il maschietto era andato anche lui in cucina e adesso brandiva un mattarello, non so se per difendere la madre o il padre. Capii che il momento era questo o mai più. Mi alzai, dicendo: «Calma, che diamine… calma, calma»; e ripetendo: «Calma, calma», mi ritrovai fuori della trattoria, nel vicolo. Affrettai il passo, scantonai; a piazza del Pantheon ripresi il passo normale e mi avviai verso il Corso. (tratto e adattato da Racconti romani, Alberto Moravia) 1

Il morto: l’incasso. Prima Porta: quartiere periferico di Roma. 3 Pantheon: nella zona centrale di Roma dove si trova il Pantheon, celebre monumento di epoca romana. 4 Abbacchio: agnello al forno, piatto tipico romano. 5 Foglietta: misura corrispondente a circa mezzo litro. 6 Iettatura: sfortuna, influsso malefico. 2

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Ai blocchi di partenza • Tutto chiaro?

A1. Quale “urgenza”, secondo l’autore, non è paragonabile a tutte le altre? A. La mancanza di un paio di buone scarpe B. La sete C. La mancanza di denaro D. La fame

Prova n. 2 • guidata

1. AIUTO: l’informazione si trova nella parte iniziale del testo in cui l’autore si rivolge direttamente al lettore.

A2. L’espressione “se no” (riga 5), che potrebbe essere correttamente sostituita da “altrimenti”, è tipica di un linguaggio: A. formale 2. AIUTO: quando ti capita di utilizzare questa B. colloquiale espressione? Con chi? Ti sembra più adatta alla C. dialettale lingua scritta oppure a quella orale? D. popolare

A3. L’autore ricorda un recente episodio 3. AIUTO: l’informazione è rintracciabile nella prima della sua vita. Tutto inizia in un momento parte del testo. Fai attenzione, la richiesta è precisa: e in un luogo ben preciso. devi trovare un “quando” ma anche un “dove”. Rintraccia le informazioni nel testo e riportale nello spazio sottostante. ................................................................................................................................................... A4. Per quale motivo la vista del protagonista è “annebbiata e tremolante”? A. Poiché aveva lavorato a lungo senza mangiare 4. AIUTO: prova a ripensare alla situazione iniziale B. Poiché non mangiava da oltre un giorno in cui si trova il protagonista. Si è mai parlato del C. A causa della stanchezza fatto che avesse lavorato duramente, tanto da essere molto stanco? D. Perché digiunava dal giorno prima e aveva dormito poco A5. Quando si erano conosciuti Romolo e Remo? A. Durante la prima infanzia B. Durante il servizio militare C. Negli anni della scuola elementare D. Prima del servizio militare

5. AIUTO: l’informazione richiesta è molto precisa e non equivocabile. Quali ricordi evoca Remo per catturare l’attenzione e l’affetto di Romolo? Il testo dice che Romolo e Remo in quei tempi corteggiavano la stessa ragazza (Romolo, Remo e la Lupa).

A6. Dove si svolge la vicenda? A. A Roma B. A piazza Colonna C. A Prima Porta D. In una trattoria

4. AIUTO: la consegna intende la globalità della vicenda, non una sola parte di essa.

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Prova n. 2 • guidata

Ai blocchi di partenza • Tutto chiaro?

A7. Quali “cattive” idee sono venute al protagonista prima di recarsi alla trattoria? Indica con una crocetta se le informazioni si rintracciano nel testo oppure no.

7. AIUTO: l’informazione si trova nella parte del testo che precede “l’idea” di recarsi da Romolo. In alternativa, potresti chiederti quali informazioni risultano completamente estranee alla narrazione.

Informazioni a. b. c. d. e. f.

Si rintraccia

Non si rintraccia

Borseggiare qualcuno sul tram Farsi ricoverare in ospedale dopo un falso malore Rubare l’incasso di un negozio Farsi arrestare per oltraggio alla forza pubblica Con gli ultimi soldi, compare un biglietto della lotteria Rubare cibo in un negozio di alimentari

A8. Quali bugie aveva raccontato Remo a Romolo 8. AIUTO: come suggerisce il testo della consegna, anni prima dello svolgimento della vicenda? le bugie di Romolo sono almeno due: una riguarda Rintraccia l’informazione nel testo e scrivila la sua provenienza, l’altra la sua condizione sociale. nello spazio sottostante. ......................................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................

A9. L’espressione “mi strinse il cuore” (riga 25) potrebbe essere sostituita da: A. mi rese triste B. mi sorprese C. mi tolse il respiro per l’emozione D. suscitò in me un sentimento di pietà

9. AIUTO: rileggi con attenzione la parte di testo che contiene questa espressione. Cosa prova Remo nei confronti di Romolo e delle sue speranze di guadagno?

A10. La forma verbale del passato remoto “feci” (riga 28) è utilizzata al posto di: A. dissi 10. AIUTO: quale segno di punteggiatura trovi prima B. guardai di questo verbo? Cosa introduce di solito? C. indicai D. sospirai

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In gara Prove propedeutiche Prova n. 3 mp3

TESTO A (testo narrativo)

UNA BAMBINA TUTTA PARTICOLARE

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In realtà, soltanto la gente dei dintorni conosceva quella singolare costruzione, che chiamavano «la rotonda». Ci pascolavano le loro poche capre, i bambini usavano lo spiazzo tondo al centro per giocarci a palla e lì, qualche volta, alla sera si incontravano gli innamorati. Ma un giorno fra la gente corse voce che da poco tempo qualcuno era venuto ad abitare nelle rovine. Molto giovane, una bambina, si supponeva. Non si poteva dirlo con esattezza perché vestiva in modo abbastanza bizzarro. Si chiamava Momo o qualcosa di simile. L’aspetto di Momo era davvero insolito e forse anche poteva allarmare quelle persone che dànno molta importanza all’ordine e alla pulizia. Era piccola e magrolina, di modo che, anche con la migliore buona volontà, non si poteva decidere se avesse otto oppure dieci anni. Aveva una testa selvaggia ricciuta nera come la pece, palesemente mai sfiorata da pettini o forbici. Aveva grandi vividi meravigliosi occhi del pari neri come la pece, e i piedi dello stesso colore perché andava quasi sempre scalza. Soltanto in inverno, e non sempre, portava scarpe, spaiate di colore e di forma e per di più troppo larghe. Perché Momo non possedeva niente all’infuori di quel che trovava qua e là o che le regalavano. La sottana, che le arrivava alle caviglie, era un complesso di toppe variopinte di tessuti d’ogni genere. E sopra la gonna portava una vecchia giacca maschile lunga e larga, con le maniche di molto rimboccate ai polsi: Momo non voleva accorciarle perché era previdente e sapeva che sarebbe cresciuta ancora. E chissà se mai avrebbe potuto trovare un’altra giacca così bella e con tante tasche così pratiche. Un pomeriggio giunsero alla rotonda alcuni abitanti dei dintorni, per tentare un approccio facendole qualche domanda. Momo restò in piedi davanti a loro guardandoli intimorita, perché temeva di essere scacciata. Ma subito si rese conto che quella era gente amica e cordiale. Anche loro erano poveri e conoscevano la vita. « Allora, ti trovi bene qui? », chiese uno degli uomini. « Sì », rispose Momo. « E pensi di fermarti qui? » « Sì, magari! » « Ma non ti aspettano da qualche parte? » « No. » « Voglio dire, non devi tornare a casa? » « Io qui sono a casa » assicurò prontamente Momo. « Da dove vieni bambina? » Momo fece con la mano un gesto vago indicando un punto qualsiasi, comunque distante. « Chi sono i tuoi genitori? » continuò a domandare l’uomo.


In gara • Prove propedeutiche

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Prova n. 3

La bimbetta guardò perplessa lui e gli altri e fece un’alzatina di spalle. Quelli del gruppetto si scambiarono un’occhiata e sospirarono. « Non aver paura, non vogliamo scacciarti. » Continuò l’uomo, « Vogliamo aiutarti. » Momo annuì, zitta e non del tutto convinta. « Hai detto che ti chiami Momo, vero? » « Sì. » « È un bel nome, ma è la prima volta che lo sento. Chi te lo ha dato? » « Io » disse Momo. « Da te ti sei chiamata così? » « Sì. » « Quando sei nata? ». Momo ci pensò un po’ su e infine disse: « Se mi ricordo bene, ci sono sempre stata.» « E, di’ un po’, non hai una zia, uno zio, una nonna o una qualche famiglia da viverci assieme? » Momo si limitò a guardare l’uomo e stette zitta un bel po’. Infine mormorò: « Io qui sono a casa. » « Va bene, va bene », la rassicurò l’uomo. « Però sei ancora una bambina … quanti anni hai? » « Cento », rispose Momo, titubante. La gente rise, considerandolo uno scherzo. « Su, dunque, quanti anni hai per davvero? » « Centodue » rispose Momo, ancor più esitante. Il gruppetto tardò un poco a rendersi conto che la bambina conosceva qualche numero afferrato per caso ma che per lei non aveva alcun senso perché mai nessuno le aveva insegnato a contare. « Sai Momo », riprese a parlare l’uomo che per primo le aveva rivolto la parola, « noi pensiamo che forse potresti trovare un tetto presso uno di noi. Vero è che tutti abbiamo poco spazio e che quasi tutti abbiamo un bel mucchio di figli da sfamare, ma pensiamo che se ne arriva uno in più non fa una gran differenza. Che te ne pare? ». « Grazie », disse Momo e sorrise per la prima volta. « Molte grazie! Ma non potete lasciarmi stare qui? » La gente stette a discutere a lungo e finalmente si misero d’accordo. Erano del parere che lì la bambina avrebbe potuto trovarsi altrettanto bene come in una delle loro case e tutti insieme si sarebbero presi cura di lei, il che sarebbe stato più facile che per uno solo di loro. Cominciarono subito, ripulendo e aggiustando, nel miglior modo possibile, il locale mezzo diroccato dove viveva Momo. Uno di loro, che era muratore, costruì finanche un piccolo focolare con le pietre e adoperò, per il tiraggio, un tubo rugginoso. Un vecchio falegname utilizzò chiodi e legno di alcune cassette per ricavarne un tavolinetto e due sgabellini. E per ultime vennero le donne recando un vecchissimo lettino di ferro battuto a svolazzi, un materasso quasi sano e due coperte di tipo militare. Ed ecco che l’antro pietroso di sotto le rovine era diventato una comoda stanzetta. Il muratore, dotato di senso artistico, dipinse un bel mazzo di fiori sulla parete, con l’aggiunta di cornice e chiodo per completare l’opera. E poi vennero i figli di quella gente e portarono i cibi che avevano messo in serbo: uno porse un 49


Prova n. 3

In gara • Prove propedeutiche

pezzetto di formaggio, l’altro un filoncino di pane, un terzo qualche frutto e via dicendo. E siccome i bambini erano tanti, quella sera si riunì nell’anfiteatro una gran quantità di gente che diede una vera e propria festicciola per celebrare l’insediamento di Momo alla rotonda. Fu una festa molto gioiosa come soltanto i poveri sanno improvvisare e poi goderne. 80

Così cominciò l’amicizia fra la piccola Momo e la gente dei dintorni. (da M. Ende, Momo, Longanesi, 1984)

A1. Che cos’è la singolare costruzione che gli abitanti chiamano “la rotonda” (riga 2)? A. L’antica piazza del mercato B. Un rifugio militare C. Le rovine di un teatro all’aperto D. Un ricovero invernale per animali

A2. Quando gli abitanti si recano alla rotonda per incontrare Momo? A. Al calar del sole B. Di notte C. Di pomeriggio D. Una mattina appena dopo l’alba

A3. Quanti anni potrebbe avere Momo? A. Un’età indefinita B. Dodici anni C. Meno di otto anni D. All’incirca otto o dieci anni A4. Nel testo si afferma che Momo vestiva in modo “bizarro”. Con quale parola si potrebbe sostituire questo aggettivo? A. Ricercato B. Stravagante C. Simpatico D. Ordinario 50


In gara • Prove propedeutiche

Prova n. 3

A5. Che cosa significa l’espressione “l’aspetto di Momo poteva allarmare quelle persone che danno molta importanza all’ordine e alla pulizia?” (righe 7-8) A. Che la bambina dava importanza all’ordine e alla pulizia B. Che molti ritenevano fosse pigra e disordinata C. Che molti scappavano vedendola D. Che la bambina appariva trasandata e non proprio pulita

A6. Dicendo che i capelli e gli occhi di Momo erano “neri come la pece” l’autore intende: A. accostare due parole di senso opposto B. proporre un paragone C. accostare due parole che appartengono a ambiti sensoriali diversi D. sottolineare la lucentezza dei capelli

A7. Con quali caratteristiche fisiche ed abbigliamento è presentata Momo? Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false. Vero Falso a. Magrolina b. Alta c. Capelli lunghi lisci d. Scarpe spaiate e larghe e. Gonna corta f. Giacca maschile lunga e larga A8. Che cosa teme Momo all’arrivo degli abitanti? A. Di essere cacciata via B. Di essere picchiata C. Domande imbarazzanti D. Di non sapere cosa dire

A9. Inizialmente Momo si mostra impaurita di fronte agli abitanti ma poi capisce che si tratta di gente “amica e cordiale”. Che cosa accomuna quella gente e Momo? Rintraccia l’informazione nel testo e scrivila nello spazio sottostante. .........................................................................................................................................................

A10. L’espressione “fece un’alzatina di spalle” (riga 35) sta a indicare che Momo: A. riteneva la domanda offensiva B. ignorava la risposta C. non capiva il senso della domanda D. stava cercando una risposta credibile 51


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