Energia dal deserto

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Energia dal deserto • prima sezione prospettive mediterranee

Elaborare una cultura intermediterranea alternativa, mettere in atto un progetto del genere non pare imminente. Condividere una visione differenziata, è meno ambizioso, anche se non sempre facile da realizzare. Le vecchie funi sommerse, che la poesia si propone di ritrovare e di riannodare, sono spesso state rotte o strappate dall’intolleranza o dall’ignoranza. Questo vasto anfiteatro per molto tempo ha visto sulla scena lo stesso repertorio, al punto che i gesti o la recitazione dei suoi attori sono spesso noti e prevedibili. In compenso, il suo genio ha saputo riaffermare in ogni epoca la sua creatività e rinnovare la sua fabulazione. Occorre ripensare le nozioni consunte di periferia e di centro, gli antichi rapporti di distanza e di prossimità, i significati dei tagli e degli inglobamenti, le relazioni delle simmetrie a fronte delle asimmetrie. Non basta più osservare queste cose unicamente sulla scala delle dimensioni relative: possono essere considerate anche in termini di valori. Certe concezioni euclidee della geometria hanno bisogno di essere superate. “Invenzioni dello spirito mediterraneo”, i canoni della retorica e della narrazione, della politica e della dialettica, sono stati adoperati per troppo tempo e talvolta appaiono logori. Non so se invocazioni di questo tipo possono essere d’aiuto per non lasciarsi sopraffare da quel pessimismo storico che ho evocato all’inizio di questo periplo, e che ricorda, in certi momenti, l’angoscia segreta dei navigatori del passato che si dirigevano verso rive sconosciute. Potremo fermare o impedire nuove “divisioni”, “in ogni punto”, “da Oriente a Occidente”? Sono domande che restano senza risposta.

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