Gestire i rifiuti tra legge e tecnica – 2022

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In collaborazione con i principali Consorzi nazionali del Riciclo

a cura di

Paola Ficco

Gestire

i rifiuti tra legge e tecnica IX edizione aggiornata a ottobre 2022 Con i contributi di: Paola Ficco Leonardo Filippucci Pasquale Fimiani †Eugenio Onori aggiornato da Daniele Bagon Claudio Rispoli

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GESTIRE I RIFIUTI

tra legge e tecnica

dedicato a Eugenio Onori



In collaborazione con i principali Consorzi nazionali del Riciclo

a cura di

Paola Ficco

Gestire

i rifiuti tra legge e tecnica IX edizione

aggiornata a ottobre 2022 Con i contributi di: Paola Ficco Leonardo Filippucci Pasquale Fimiani †Eugenio Onori aggiornato da Daniele Bagon Claudio Rispoli

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gestire i rifiuti tra legge e tecnica

a cura di paola ficco

autore dei capitoli 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28. Con i contributi di: Paola Ficco, Leonardo Filippucci, autore dei capitoli 12, 13, 14; Pasquale Fimiani, autore dei capitoli 10, 11, 15, 16; Eugenio Onori aggiornato da Daniele Bagon autore del capitolo 17; Claudio Rispoli, autore dei capitoli 8 e 9. redazione: Simona Faccioli, Costanza Kenda

con l’Osservatorio di normativa ambientale di ReteAmbiente.it

progetto grafico: GrafCo3 Milano impaginazione: Alessio Scordamaglia ufficio stampa: ufficio.stampa@edizioniambiente.it

realizzazione editoriale:

Edizioni Ambiente – www.edizioniambiente.it Tutti i diritti riservati. È consentito l’utilizzo dei testi per uso esclusivamente personale ed a fini non commerciali. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, comprese fotocopie, registrazioni o qualsiasi supporto senza il permesso scritto dell’Editore. ISBN: 978 88 6627 353 0 © 2022, ReteAmbiente Srl via privata Giovanni Bensi 12/5, 20152 Milano tel. 02.45487277 I siti di Edizioni Ambiente www.edizioniambiente.it www.reteambiente.it www.rivistarifiuti.it www.renewablematter.eu www.nextville.it www.puntosostenibile.it www.freebookambiente.it Seguici anche su: Facebook.com/EdizioniAmbiente Twitter.com/EdAmbiente Twitter.com/ReteAmbiente Linkedin: Reteambiente Linkedin: Rivistarifiuti Aggiornato a ottobre 2022. Le principali novità intercorse da marzo 2022 sono evidenziate in giallo.


sommario gli autori

29

1. finalità della disciplina

31

1.1 Il principio di precauzione

34 40 42 46

di Paola Ficco

1.2 La gerarchia comunitaria e la prevenzione

1.3 La responsabilità estesa del produttore del prodotto 1.4 Attività di gestione dei rifiuti

2. definizione di rifiuto e attribuzione codice eer di Paola Ficco

2.1 La definizione di rifiuto

2.2 L’attribuzione del codice EER

2.2.1 A proposito di Allegato D, parte quarta, Dlgs 152/2006

2.3 L’economia circolare, i rifiuti e la invalicabile barriera delle definizioni legislative 2.3.1 Premessa

2.3.2 Da rifiuto a risorsa

Il concetto di economia circolare

2.3.3 La disciplina di riferimento e il non rinunciabile paradigma delle definizioni 2.3.4 La natura delle norme in materia di rifiuti 2.3.5 Le deroghe

3. produttore e detentore dei rifiuti: individuazione di Paola Ficco

3.1 Il produttore iniziale

3.2 Lavaggio di autocisterne e rifiuti dell’impianto di lavaggio 3.3 Logistica e distribuzione per conto terzi

3.4 Smantellamento di impianti industriali di terzi 3.5 Autospurgo 3.6 Il detentore

3.7 Il gestore del servizio pubblico: produttore o solo detentore? 3.8 Il deposito temporaneo

3.8.1 Il deposito temporaneo di soggetti diversi dal produttore di rifiuti

4. campo di applicazione di Paola Ficco

4.1 Rifiuti e “non rifiuti”

4.2 Articolo 185 ed esclusioni 4.2.1 Il caso pet‑coke

49 49 57 61 64 64 66 66 69 71 72 77 79 82 83 83 84 84 86 88 93 95 95 97 100


4.3 Sottoprodotti

4.3.1 Il sottoprodotto e l’esperienza giurisprudenziale

4.4 Mps ed End of Waste: il punto sul sistema vigente 4.4.1 La differenza tra Mps ed End of Waste

4.4.2 La soluzione nazionale al problema delle decisioni

“caso per caso” e la nuova versione dell’articolo 184-ter “Codice ambientale” La nuova versione dell’articolo 184-ter, comma 3, “Codice ambientale” Le fasi del procedimento di controllo Il regime transitorio Aspetti non chiari Il REcer

4.4.3 Le Mps e il “disaccordo” internazionale

4.5 Regime di favore e onere della prova

4.5.1 Come operare per applicare il regime differenziato a) Sottoprodotti

b) Materie prime secondarie (Mps) c) End of waste

5. tracciabilità tra vecchie e nuove scritture di Paola Ficco

5.1 Le scritture ambientali su carta in attesa di un orizzonte informatico 5.1.1 Registro cronologico di carico e scarico

5.1.2 Registro cronologico di carico e scarico e casi particolari Veicoli a motore

Unico raccoglitore/unico automezzo

Aree private con più impianti produttivi Strutture sanitarie

Imprenditori agricoli

5.1.3 Formulario di identificazione del trasporto (fir) Caratteristiche

Formulario e dati falsi

5.1.4 Disposizioni specifiche sul trasporto 5.1.5. Trasporto intermodale

5.1.6 Formulario: casi particolari

Trasporto con veicoli diversi (trasbordo totale) Trasporto misto (intermodale)

Trasbordo per motivi eccezionali (trasbordo parziale)

Accettazione del carico presso l’impianto di destinazione 5.2 Il sistema sanzionatorio per la tracciabilità cartacea dei rifiuti e le problematiche emergenti

5.2.1 Registro di carico e scarico: sistema sanzionatorio 5.2.2 Formulario: sistema sanzionatorio

101 103 108 108 109 112 114 114 115 115 117 118 120 120 127 130 133 133 135 139 139 140 140 140 141 141 142 144 149 152 153 153 154 154 154 156 156 157


5.2.3 Mud: sistema sanzionatorio

158 158 La sanzione accessoria della sospensione dell’amministratore per rifiuti pericolosi 158 Dati incompleti o inesatti 160 Certificati di analisi 161 Pluralità di violazioni e pluralità di sanzioni 161 Sanzioni per l’omessa tenuta del formulario in caso di rifiuti non pericolosi 163 Concorso di persone nelle violazioni amministrative 163

5.2.4. Precisazioni sostanziali e procedurali

5.2.5 Trasmissione via pec della quarta copia del formulario e la conformità sostanziale del formulario

5.2.6 Gestione rifiuti: cenni sul sistema sanzionatorio amministrativo in generale

6. responsabilità di Paola Ficco

6.1 I principi posti a fondamento della responsabilità 6.2 La responsabilità negli appalti

6.3 La delega di funzioni e di responsabilità

6.4 La responsabilità per la tenuta di registri e formulari 6.5 Il comma 17 dell’articolo 193

6.6 La responsabilità della eliminazione dei rifiuti in caso di trasferimento di azienda

164 165 169 171 175 176 178 179 181

7. classificazione dei rifiuti di Paola Ficco

7.1 Rifiuti urbani e assimilati “ope legis” 7.1.2 L’assimilazione “ope legis”

7.2 Rifiuti speciali

7.3 Rifiuti speciali assimilabili agli urbani (rinvio) 7.4 Rifiuti urbani avviati al recupero: di chi sono?

183 183 184 189 191 191

7.5 Prossimità ed autosufficienza: la circolazione dei rifiuti su territorio nazionale con particolare riferimento agli urbani non pericolosi e non differenziati destinati a recupero (anche energetico)

7.5.1 Considerazioni preliminari sul “principio di prossimità”

7.5.2 La circolazione normativamente prevista dei vari flussi di rifiuti 7.5.4 Analisi dell’articolo 182‑bis, comma 1, Dlgs 152/2006

192 192 193 196

7.5.6 La sentenza della Corte di Giustizia 11 novembre 2021, C-315/20 e l’opposizione

alla spedizione

7.6 Rifiuti spiaggiati 7.7 Rifiuti pericolosi

7.8 La miscelazione e gli effetti della sentenza C. cost. 75/2017

8. rifiuti pericolosi, miscelazione e adr di Claudio Rispoli

200 201 203 204 207


8.1 Classificazione dei rifiuti e lo stato dell’arte Premessa

8.1.1 La teoria

8.1.2 La pratica

8.2 Caratterizzazione 8.3 Miscelazione

8.4 Trasporto rifiuti e norme Adr

207 207 207 211 215 216 216

9. deposito temporaneo

221

9.1 Caratteristiche tecniche

221

di Claudio Rispoli

tavola sinottica dei principali adempimenti gestionali

225

10. deposito incontrollato e abbandono di rifiuti

227

10.1 Abbandono, deposito incontrollato e discarica: i concetti

227

di Paola Ficco

di Pasquale Fimiani

10.2 L’ordinanza di rimozione, avvio a recupero

o smaltimento dei rifiuti abbandonati. il ripristino dello stato dei luoghi

10.3 Abbandono, discarica abusiva e responsabilità del proprietario del sito 10.4 Le ordinanze extra ordinem

11. l’affidamento del servizio pubblico di Pasquale Fimiani

11.1 La gestione integrata dei rifiuti: quadro generale 11.2 Funzione degli enti ed organizzazione territoriale del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani

11.3 L’affidamento del servizio: quadro generale

11.4 L’affidamento del servizio di gestione dei rifiuti ed il codice degli appalti 11.5 La regolazione del servizio

12. attività di gestione dei rifiuti e regime autorizzatorio di Leonardo Filippucci 12.1 Premessa

12.2 L’autorizzazione unica alla realizzazione e alla gestione di impianti di trattamento

12.3 L’autorizzazione di impianti di ricerca e di sperimentazione 12.4 La procedura semplificata 12.4.1 Disciplina generale

12.4.2 La preparazione per il riutilizzo in forma semplificata

12.5 Gli impianti mobili

231 237 242 247 247 249 254 260 271 273 273 275 281 281 281 292 293


12.6 Le discariche

12.7 Gli impianti di incenerimento e coincenerimento

13. autorizzazione integrata ambientale (aia) e valutazione di impatto ambientale (via) di Leonardo Filippucci

13.1 Il Dlgs 46/2014 e la direttiva 2010/75/Ue 13.2 Il campo di applicazione dell’Aia

13.2.1 Le definizioni di “installazione” e di “gestore” 13.2.2 L’allegato VIII alla parte II 13.2.3 Esclusioni

13.2.4 La disciplina transitoria e il concetto di “installazione esistente”

13.3 Funzione e contenuto dell’Aia 13.3.1 La definizione di Aia 13.3.2 La funzione dell’Aia 13.3.3 I principi generali

13.3.4 I requisiti di cui al titolo III‑bis. Le Bat

13.3.5 Segue: i requisiti di qualità ambientale 13.3.6 I contenuti dell’Aia

13.3.7 La relazione di riferimento 13.3.8 I requisiti generali

13.4 Controlli e ispezioni

13.4.1 Oneri di comunicazione e di informazione a carico del gestore

13.4.2 Ispezioni ambientali, informative e provvedimenti conseguenti 13.4.3 Informazione al pubblico

13.4.4 Non conformità emergenti dagli autocontrolli

13.5 Incidenti o imprevisti 13.6 La procedura

13.6.1 L’autorità competente

13.6.2 La presentazione della domanda e la verifica di ammissibilità

13.6.3 L’avvio del procedimento e la partecipazione del pubblico interessato 13.6.4 L’istruttoria e la conferenza dei servizi

13.6.5 L’adozione e la pubblicazione del provvedimento conclusivo 13.6.6 Spese per l’istruttoria e per i controlli

13.7 Effetti dell’Aia

13.8 Rinnovo, riesame, aggiornamenti, modifiche, volturazioni 13.8.1 Il riesame: fattispecie e procedura 13.8.2 La modifica dell’installazione 13.8.3 La variazione del gestore

13.8.4 Le novità introdotte dal Dl 91/2014

13.9 Dichiarazioni e comunicazioni

298 301 307 307 309 309 311 318 318 325 325 325 326 327 332 333 341 350 351 351 351 354 354 355 356 356 357 359 359 360 361 362 364 364 368 369 369 370


13.9.1 La dichiarazione Prtr

370 371 13.9.3 Lo scambio di informazioni 371 13.10 Valutazione di impatto ambientale (Via): premessa 372 13.11 Segue: Finalità della Via e Via “postuma” 374 13.12 Segue: Campo di applicazione 377 13.13 Segue: L’autorità competente 395 13.14 Segue: Il procedimento di Via 397 13.14.1 Premessa 397 13.14.2 La verifica di assoggettabilità (o screening) 397 13.14.3 La definizione dei contenuti dello studio di impatto ambientale (o scoping) 400 13.14.4 Il procedimento di via in senso stretto 401 13.15 La differenza tra Aia e Via 409 13.9.2 La comunicazione annuale al ministero della transizione ecologica

13.16 Il coordinamento tra la procedura di via e le altre procedure autorizzatorie: il procedimento autorizzatorio unico regionale

13.17 La procedura speciale via per i progetti Pnrr-Pniec 13.18 Il monitoraggio e il sistema sanzionatorio

14. autorizzazione unica ambientale (aua) di Leonardo Filippucci

14.1 Premessa: il potere regolamentare conferito dal Dl 5/2012 14.2 La nozione di Aua e gli atti sostituiti

14.3 L’ambito di applicazione del Dpr 59/2013 14.3.1 Le Pmi

14.3.2 Impianti non soggetti ad aia

14.3.3 Alternatività dei criteri e problemi esegetici 14.3.4 Esclusioni: impianti soggetti a Via

14.3.5 Segue: attività/impianto soggetto solamente a comunicazioni ovvero ad autorizzazione di carattere generale

14.4 Il gestore, l’autorità competente, il Suap e i soggetti competenti in materia ambientale 14.5 La procedura di rilascio dell’aua

14.5.1 I presupposti della domanda

14.5.2 La presentazione della domanda

14.5.3 Le verifiche sulla correttezza formale

14.5.4 Istruttoria e durata del procedimento 14.5.5 Conclusione del procedimento 14.5.6 Il silenzio sulla domanda

14.5.7 Obbligo di assistenza nei confronti del gestore

14.6 Contenuto dell’Aua 14.7 Durata

14.8 Rinnovo, revisione e aggiornamento 14.9 Le modifiche

410 418 421 425 425 426 432 432 433 433 435 436 436 438 438 439 442 443 444 444 445 446 446 446 447


14.10 Oneri istruttori e tariffe 14.11 Regime sanzionatorio

14.12 La disciplina transitoria

449 450 451

15. l’apparato sanzionatorio. la legge 68/2015 sui delitti ambientali ed i rifiuti 455 di Pasquale Fimiani

15.1 L’abbandono e il deposito incontrollato di rifiuti 15.2 L’illecita miscelazione dei rifiuti

15.3 La violazione delle regole sul deposito temporaneo

15.4 Le violazioni in tema di deposito di rifiuti sanitari pericolosi

15.5 La mancanza di autorizzazione, iscrizione o comunicazione: i principi 15.6 La violazione delle regole di iscrizione all’albo

15.7. Segue: Le violazioni delle regole di iscrizione all’albo per il trasporto dei rifiuti 15.8 La violazione delle regole dell’autosmaltimento e recupero tramite comunicazione

15.9 La mancanza di autorizzazione

15.10 La violazione delle prescrizioni dell’autorizzazione 15.11 Gli illeciti in materia di discarica

15.12 La violazione delle regole in tema di circolazione e tracciabilità dei rifiuti: quadro generale

15.13 La tutela penale in materia di formulario 15.14 Il falso nella certificazione dei rifiuti 15.15 Confisca dei mezzi di trasporto

15.16 L’organizzazione di traffico illecito di rifiuti 15.17 I reati previsti dall’emergenza rifiuti 15.18 La combustione illecita di rifiuti

15.19 Le sanzioni in materia di incenerimento e coincenerimento di rifiuti (articolo 261‑bis codice ambientale)

15.20 I reati in tema di gestione dei veicoli fuori uso e dei relativi componenti 15.21 L’omessa bonifica

15.22 La legge sui delitti ambientali ed i rifiuti

15.23 La non punibilità per particolare tenuità del fatto ed i rifiuti

16. il sistema 231 applicato alla gestione dei rifiuti di Pasquale Fimiani

16.1 L’inserimento dei reati ambientali nel sistema “231”

16.2 I reati presupposto della responsabilità degli enti nella materia dei rifiuti 16.3 La nozione di interesse o vantaggio dell’ente nelle fattispecie colpose in materia di ambiente

16.4 Il modello organizzativo in generale

16.5 Il modello organizzativo in materia ambientale

455 461 463 466 467 472 474 477 479 481 483 487 489 493 495 498 508 512 515 517 519 524 529 533 533 535 538 542 544


16.6 l’organismo di vigilanza e l’ambiente

16.7 Classificazione dei rifiuti e sistema 231

547 550

17. albo nazionale gestori ambientali

555

di † Eugenio Onori aggiornato da Daniele Bagon 17.1 Introduzione

17.2 Le categorie e le classi di iscrizione

17.3 I requisiti e le condizioni per l’iscrizione 17.3.1 I requisiti soggettivi

17.3.2 I requisiti di idoneità tecnica e di capacità finanziaria 17.3.3 Il responsabile tecnico I requisiti del RT

La natura dell’esperienza richiesta al RT Le verifiche

Le disposizioni transitorie

Le procedure relative ai casi di cessazione dall’incarico di RT 17.3.4 I requisiti delle imprese di trasporto dei rifiuti su strada (categorie

dalla 1 alla 6) e i rifiuti identificati dall’elenco europeo dei rifiuti ammissibili Dotazioni minime per l’iscrizione nella categoria 1 (raccolta e trasporto di rifiuti urbani)

555 559 562 562 563 563 565 566 567 568 571 572 573

Dotazioni minime per l’iscrizione nella categoria 1 per la gestione dei centri di raccolta

574

Dotazioni minime per l’iscrizione nelle categorie 4 (raccolta trasporto dei rifiuti speciali non pericolosi) e 5 (raccolta trasporto dei rifiuti speciali pericolosi) Capacità finanziaria per l’iscrizione all’Albo gestori ambientali nelle categorie 1, 4 e 5

Dotazioni minime per l’iscrizione nella categoria 6 (imprese che effettuano il solo esercizio dei trasporti transfrontalieri di rifiuti)

576 576 576

Attribuzione dei codici dell‘Elenco europeo dei rifiuti ai fini dell’iscrizione

577 578 Codici EER attribuibili per l’iscrizione nella categoria 2-bis 578 Codici EER attribuibili per l’iscrizione nella categoria 3-bis e sottocategorie 2-ter e 4-bis 580 Codici EER attribuibili per l’iscrizione nelle categorie 4 e 5 580 Codici EER attribuibili per l’iscrizione nella categoria 6 582 Utilizzo dei Codici EER che termina con le cifre 99 582 all’Albo per il trasporto dei rifiuti

Codici EER attribuibili per l’iscrizione nella categoria 1

17.3.5 I requisiti per l’iscrizione all’albo delle imprese

che trasportano i rifiuti per ferrovia (categorie dalla 1 alla 5)

583 583 17.3.7 Requisiti delle imprese che effettuano l’attività di bonifica di siti (categoria 9) 583 17.3.6 I requisiti dei commercianti e intermediari di rifiuti (categoria 8)


17.3.8 Requisiti delle imprese che effettuano l’attività di bonifica dei beni contenenti amianto (categoria 10)

17.4 Il procedimento d’iscrizione

17.4.1 La procedura ordinaria d’iscrizione

17.4.2 Le procedure semplificate per l’iscrizione

584 585 585 588

L’iscrizione delle aziende speciali, consorzi di Comuni e società di gestione dei servizi pubblici di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267,

per i servizi di gestione dei rifiuti urbani prodotti nei medesimi Comuni

588

L’iscrizione dei produttori iniziali di rifiuti che trasportano i propri rifiuti non pericolosi e delle imprese che trasportano i propri rifiuti pericolosi in quantità che non eccedano i trenta Kg o trenta litri al giorno di cui all’articolo 212, comma 8, Dlgs 152/2006 (cat. 2-bis)

L’iscrizione per la raccolta e trasporto dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche ai sensi del Dm 8 marzo 2010, n. 65 (cat. 3-bis)

L’iscrizione semplificata per la raccolta e trasporto dei rifiuti costituiti da rottami ferrosi e non ferrosi (cat. 4-bis)

589 590 591

L’iscrizione semplificata delle associazioni di volontariato ed enti religiosi che intendono svolgere attività di raccolta e trasporto occasionali di rifiuti non pericolosi costituiti da metalli ferrosi e non ferrosi di provenienza urbana (cat. 2-ter) L’iscrizione semplificata al registro di cui all’articolo 40-ter della legge 11 settembre 2020, n. 120

17.5 Le variazioni dell’iscrizione 17.6 Il rinnovo dell’iscrizione 17.7 I diritti d’iscrizione

17.8 Il sistema sanzionatorio Le sanzioni disciplinari

La sospensione dall’Albo

La cancellazione dall’Albo

Il procedimento disciplinare

18. terre, rocce e materiali di scavo di Paola Ficco

18.1 Disposizioni comuni a tutte le tipologie di cantieri 18.1.1 Oggetto del nuovo decreto ed esclusioni 18.1.2 Definizioni

18.1.3 Quando e come terre e rocce diventano sottoprodotti, anche con riferimento alla presenza di amianto 18.1.4 Deposito intermedio 18.1.5 Trasporto

18.1.6 Dichiarazione di avvenuto utilizzo

18.2 Disposizioni specifiche per cantieri di grandi dimensioni

593

596 598 599 600 600 601 601 602 602 605 607 607 608 609 611 612 612 613


18.2.1 Piano di utilizzo

18.2.1.1 Terre e rocce conformi alle Csc

18.2.1.2 Terre e rocce non conformi alle Csc a causa di fenomeni origine naturale 18.2.1.3 Terre e rocce prodotte in un sito soggetto a bonifica

613 614 614 615

18.2.1.4 Efficacia del piano di utilizzo e passaggio dei sottoprodotti allo status di rifiuti

615 616 18.2.1.6 Realizzazione del piano di utilizzo 617 18.3 Disposizioni specifiche per cantieri di piccole dimensioni 617 18.3.1 Terre e rocce non conformi alle csc a causa di fenomeni origine naturale 618 18.3.2 Terre e rocce prodotte in un sito soggetto a bonifica 618 18.3.3 Dichiarazione di utilizzo 619 18.3.4 Modifica sostanziale 619 18.4 Disposizioni specifiche per cantieri di grandi dimensioni non sottoposti a Via e ad Aia 620 18.5 Terre e rocce qualificate rifiuti 620 18.6 Terre e rocce escluse dall’ambito di applicazione della disciplina sui rifiuti 621 18.7 Terre e rocce nei siti oggetto di bonifica 623 18.8 Disposizioni transitorie. allegati 624 18.9 Terre e rocce da scavo e riporti: la circolare minambiente del 10 novembre 2017 625 18.2.1.5 Aggiornamento del piano di utilizzo

19. sottoprodotti di origine animale di Paola Ficco

19.1 Premessa

19.2 La legislazione di riferimento

19.3 Le sentenze di legittimità di riferimento

627 627 627 629

20. rifiuti da manutenzione, manutenzione alle infrastrutture, 635 assistenza sanitaria e pulizia di Paola Ficco

20.1 Il problema delle definizioni

20.2 Il “codice ambientale” e la manutenzione

20.3. I rifiuti da assistenza sanitaria domiciliare 20.4 Manutenzione ed edilizia

21. fresato d’asfalto ed end of waste di Paola Ficco

21.1 L’esclusione

21.2 Le caratteristiche del nuovo regolamento 21.3 Le definizioni

21.4 Le tre condizioni da rispettare per trasformare il rifiuto in End of waste 21.5 La procedura

21.6 Le analisi e il test di cessione

635 636 641 642 643 643 644 644 645 645 646


21.7 Il regime transitorio

21.8 Le problematiche emerse 21.9 Un errato convincimento

21.10 Ancora sul (non semplice) rapporto tra Dm 5 febbraio 1998 e Dm 69/2018

22. acque di scarico e rifiuti allo stato liquido di Paola Ficco

22.1 Utilizzazione agronomica

23. fanghi di depurazione e utilizzo in agricoltura di Paola Ficco

23.1 L’articolo 41 del “decreto Genova” e il problema (incompreso) degli idrocarburi

24. imballaggi di Paola Ficco

24.1 Definizioni e compiti 24.2 I sistemi autonomi

24.3 La collocazione del Conai 24.4 I consorzi di filiera 24.5 Le filiere

24.6 Un caso classico

24.7 Gli obblighi della P.a. per la raccolta differenziata

25. olio usato di Paola Ficco

25.1 Le definizioni e la disciplina applicabile

25.2 Le principali norme di riferimento per la gestione dell’olio usato 25.3 Il Dlgs 95/1992 e il Dlgs 152/2006 25.4 Gli obblighi e i divieti

25.5 I detentori: chi sono e cosa fanno 25.6 Il divieto di miscelazione

25.7 I principi in materia di spedizioni transfrontaliere 25.7.1 La sentenza 2748/2015 del consiglio di stato I principi

647 649 651 653 657 662 665 668 671 671 674 675 676 677 678 679 681 681 681 684 685 686 687 689 691 691

25.8 I compiti specifici delle autorità di spedizione italiane individuati dalla circolare 26 marzo 2013

693 25.9 La continuità normativa fra il reato di “traffico illecito” e quello di “spedizione illegale” 694

26. raee di Paola Ficco

26.1 I produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Aee) e l’“open scope” 26.1.1 Definizione e tipologie di Raee

699 699 701


26.1.2 Obiettivi minimi

26.1.3 Chi è il produttore di Aee

26.1.4 Obblighi del produttore di Aee

26.2 I sistemi collettivi e il centro di coordinamento Raee 26.3 L’ecocontributo Raee (Ecr)

26.4 Obblighi dei distributori e problemi del “one to one”, le procedure e le sanzioni 26.4.1 Chi è e cosa fa il distributore

26.4.2 Le semplificazioni: “uno contro uno”

26.4.3 Le semplificazioni: “uno contro zero” A chi e quando si applica il Dm 121/2016 Dove e come si applica il Dm 121/2016 Il luogo di ritiro

Il deposito preliminare alla raccolta Il trasporto

26.5 Il ruolo dei comuni e dei cittadini consumatori. il trattamento dei Raee e gli obblighi degli impianti di ricevimento

26.5.1 Cos’è e a cosa serve il centro di raccolta comunale

26.6 Cosa sono i raggruppamenti 26.7 Raee da fotovoltaico

27. rifiuti contenenti amianto e dm 248/2004

702 703 705 708 709 710 710 711 714 715 715 716 717 718 719 720 722 722 725

di Paola Ficco

28. sistemi per la gestione di alcune particolari tipologie di rifiuti 727 (rinvio all’epr) di Paola Ficco

28.1 I territori dove deve essere assicurata la raccolta

730


Il Consorzio nazionale per il recupero degli imballaggi Conai, Consorzio Nazionale Imballaggi, è il Consorzio privato, senza fini di lucro, costituito dai produttori e utilizzatori di imballaggi per perseguire gli obiettivi di recupero e riciclo dei materiali di imballaggio previsti dalla legislazione europea e nazionale. Conai è l’organismo che la legge ha delegato a garantire il passaggio da un sistema di gestione dei rifiuti basato sulla discarica ad un sistema integrato che realizza il recupero e il riciclo dei rifiuti di imballaggio. Con circa 750.000 aziende consorziate, rappresenta una tra le maggiori realtà consortili eu‑ ropee, a testimonianza della massiccia adesione del mondo imprenditoriale agli obiettivi di recupero dei materiali riciclabili e al modello scelto per raggiungere questi obiettivi. Un modello di gestione da parte dei privati di un interesse di natura pubblica, la tutela ambien‑ tale, in un’ottica di responsabilità condivisa tra imprese, Pubblica amministrazione e cittadini, che va dalla produzione dell’imballaggio alla gestione del fine vita dello stesso. Conai, che agisce con i Comuni in base a specifiche convenzioni, rappresenta per i cittadini la garanzia che i materiali provenienti dalla raccolta differenziata trovino pieno utilizzo attraverso corretti processi di recupero e riciclo. Conai indirizza l’attività e garantisce i risultati di recupero dei sette Consorzi dei materiali: acciaio (Ricrea), alluminio (Cial), bioplastica (Biorepack), carta e cartone (Comieco), legno (Ri‑ legno), plastica (Corepla), vetro (Coreve). Nel 2020 il 73% dei rifiuti di imballaggio sul territorio nazionale è stato avviato a riciclo, anche grazie all’operato di Conai e dei Consorzi di Filiera, per un totale di 9,5 milioni di tonnellate. Considerando anche la quota di recupero energetico, l’83,7% delle 13,1 milioni di tonnellate di imballaggi immesse al consumo sul territorio nazionale è stato avviato a recupero comples‑ sivo. www.conai.org


BIOREPACK - Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile - è stato costituito nel 2018 e ha ottenuto formale approvazione del proprio Statuto il 16 ottobre 2020 con decreto del Ministro della Transizione Ecologica di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico, pubblicato in Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n. 284 - il 14 novembre 2020. Biorepack è un consorzio di diritto privato che opera senza scopo di lucro all’interno del sistema CONAI per la gestione a fine vita degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile certificati UNI EN 13432, che possono essere riciclati con la raccolta della frazione organica dei rifiuti (art. 182 ter del Codice ambientale – Dlgs 152/2006) e trasformati, con specifico trattamento industriale, in compost. Alla base dello sviluppo dell’industria del riciclo e degli attuali schemi di compliance risiede il concetto di “responsabilità estesa del produttore” (EPR, Extended Producer Responsibility), adottata dall’UE all’interno della propria politica ambientale tramite una apposita direttiva che individua nel produttore di un bene il responsabile della sua gestione dalla fase di progettazione alla fase postconsumo, ovvero una volta diventato rifiuto. Biorepack nasce con lo scopo di ottimizzare la gestione del fine vita degli imballaggi in bioplastica compostabile: dalla promozione della loro etichettatura alla loro riconoscibilità, dal corretto con‑ ferimento da parte dei cittadini nella raccolta differenziata dell’umido domestico alla garanzia del raggiungimento degli obiettivi di riciclo attraverso il compostaggio, anche mediante campagne di comunicazione specifiche. Gli imballaggi di riferimento per BIOREPACK sono: • i sacchetti per il trasporto merci; • i sacchi per frutta e verdura o altri alimenti venduti sfusi (reparti del fresco); • i piatti, bicchieri e stoviglie; • altri imballaggi alimentari: pellicole, vassoi, vaschette, retine; • le capsule per il caffè; • altri imballaggi (bottiglie/flaconi, vaschette in espanso per gelati, ecc.) purché realizzati in plastica biodegradabile e compostabile certificati UNI EN 13432 e che riportino i marchi di compostabilità certificata. BIOREPACK ha siglato con ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani – uno specifico accordo da cui discendono specifiche convenzioni sottoscritte con le amministrazioni locali o con gli ope‑ ratori da queste delegati, che si impegnano a far raccogliere, trasportare e avviare a riciclo i rifiuti d’imballaggio in bioplastica compostabile conferiti dai cittadini assieme alla frazione umida urbana. A fronte della quantità dei rifiuti di imballaggio in bioplastica compostabile che i singoli conven‑ zionati avviano a effettivo trattamento (riciclo organico) nonché della qualità della frazione umida urbana, Biorepack riconosce distinti corrispettivi economici a copertura dei costi di: → raccolta differenziata → trasporto → trattamento (riciclo organico) In linea generale BIOREPACK contribuisce all’incremento dei risultati di riciclo nel settore degli imballaggi e dei rifiuti urbani e alla valorizzazione del compost, risorsa biologica strategica per mantenere la salute del nostro suolo, consentendo al nostro Paese di rafforzare la sua leadership nel settore della bioeconomia circolare. La mission consortile si ispira ai valori della protezione del capitale naturale, a favore dei cittadini, delle imprese della filiera, del Paese, ponendo sempre al centro il conseguimento del bene comune. www.biorepack.org


CIAL è un consorzio nazionale senza fini di lucro nato nel 1997 grazie all’impegno assunto dalle aziende che operano nel settore degli imballaggi in alluminio, nella ricerca di soluzioni per ridurre e recuperare gli imballaggi, conciliando le esigenze di mercato con quelle di tutela dell’ambiente. Il Consorzio, che raggruppa produttori di alluminio, trasformatori, fabbricanti e utilizzatori di imballaggi in alluminio, nonché recuperatori e riciclatori di rifiuti di imballaggio, ha tra i propri compiti quello di garantire il recupero e l’avvio al riciclo degli imballaggi in allu‑ minio post-consumo provenienti dalla raccolta differenziata organizzata dai Comuni italiani: lattine per bevande, scatolette e vaschette per gli alimenti, bombolette aerosol, tubetti, foglio sottile, tappi e chiusure. Quest’attività ha permesso, in questi ultimi anni, grazie a un incre‑ mento delle quantità raccolte di raggiungere e superare gli obiettivi previsti dalla normativa europea. Ad oggi, infatti, i risultati ottenuti in termini di raccolta differenziata, riciclo e recupe‑ ro, sono particolarmente positivi e hanno reso l’Italia un esempio per tutta l’Europa. Nel 2020 circa il 70% degli imballaggi in alluminio immessi nel marcato italiano è stato avviato al riciclo. CIAL opera all’interno del sistema del recupero degli imballaggi fondato su due importanti principi: • “responsabilità condivisa” • “chi inquina paga” e svolge la propria attività sul territorio nazionale in stretta collaborazione e coordinamento con altre istituzioni e organismi: • il Conai – Consorzio Nazionale Imballaggi, e gli altri Consorzi nazionali di filiera per il riciclo degli imballaggi • i Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico • tutte le associazioni si settore, a livello nazionale ed europeo Le attività svolte dal Consorzio vengono finanziate tramite: • i contributi pagati dalle imprese per ogni kg di imballaggi in alluminio immesso al consumo e finalizzati alla loro raccolta e recupero • i proventi derivanti dalle attività di riciclo • la contribuzione volontaria dei propri consorziati Gli obiettivi generali di CiAl sono: • lo sviluppo della raccolta differenziata degli imballaggi di alluminio postconsumo • l’avvio a recupero dei rifiuti da imballaggio di alluminio prioritariamente attraverso il loro riciclo • il monitoraggio delle attività di prevenzione orientate al contenimento della produzione dei rifiuti Per realizzare gli obiettivi di riciclo, il Consorzio CIAL stipula apposite convenzioni con i Co‑ muni, o con imprese da essi delegate, per l’organizzazione della raccolta differenziata degli imballaggi in alluminio. I costi della raccolta sono coperti interamente da CIAL attraverso il riconoscimento di un corri‑ spettivo prestabilito, in linea con quanto disposto dall’Accordo Quadro fra Il Consorzio Nazio‑ nale Imballaggi (CONAI) e l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI). www.cial.it


Il CIC è un Consorzio che rappresenta più di 140 Aziende che operano nel settore del riciclo or‑ ganico. I consorziati al CIC sono produttori e gestori di impianti di compostaggio e/o digestione anaerobica, associazioni di categoria, aziende e studi tecnici che si occupano di rifiuti organici, produttori di macchinari ed attrezzature, laboratori, enti di studio e di ricerca. Il Consorzio Ita‑ liano Compostatori, nato nel 1992, da diversi anni monitora l’intera filiera del settore del rifiuto organico in Italia durante tutte le sue fasi produttive, dalla verifica della qualità delle biomasse compostabili fino alla definizione della qualità dei prodotti finali. Tra le matrici più diffuse nella filiera si colloca il rifiuto organico (per semplicità: “umido” e “verde”) proveniente dalle raccolte differenziate dei comuni italiani. Il settore del recupero e riciclo dei rifiuti organici sta vivendo un’interrotta fase di espansione e negli ultimi 15 anni ha registrato una crescita di circa 7-10% su base annua, interrotta solo da un piccolo incremento nel 2020 a causa della pandemia. Ad oggi in Italia si stima che sono più di 50 mln gli abitanti che operano la raccolta differenziata del rifiuto organico; gli ultimi dati ufficiali (dati Ispra relativi al 2020) confermano che più di 7 mln di t/anno di rifiuto organico sono state raccolte nei comuni, di cui più di 5 mln t/a di rifiuto umido. Il CIC è da sempre impegnato in numerose iniziative volte alla prevenzione della produzione di rifiuti organici e alla diffusione di una raccolta differenziata di qualità che permette l’effettivo riciclo degli scarti organici negli impianti di trattamento biologico dedicati. A tal fine, oltre a monitorare costantemente tramite analisi merceologiche la qualità della frazione organica in ingresso agli impianti di compostaggio, o impianti integrati di digestione anaerobica e compo‑ staggio, ha ideato due programmi di qualità. Nel 2004 è nato il “Marchio Compost di Qualità CIC” che, attraverso verifiche continue sul prodotto attesta le caratteristiche agronomiche dei fertilizzanti organici prodotti negli impianti delle Aziende associate. Nel 2007 è nato il “Mar‑ chio Compostabile CIC”, che garantisce l’oggettiva compostabilità dei manufatti biodegradabili durante il riciclo del rifiuto organico negli impianti di compostaggio su scala industriale. Nel 2016 il CIC ha promosso e aderito alla Piattaforma Biometano per promuovere la produzione e l’impiego di biocarburanti avanzati quali il biometano oltre alla promozione e valorizzazione dei fertilizzanti organici. Inoltre, il Consorzio ha sviluppato numerose ricerche e studi di settore e ha creato nuove part‑ nership con numerose associazioni nazionali ed internazionali. Il CIC è membro fondatore dell’European Compost Network (ECN), l’organizzazione leader in Europa che promuove le pra‑ tiche di promozione del recupero del rifiuto organico. Proprio a Bruxelles il CIC ha, da diversi anni, un’attività di presidio costante in coerenza con le politiche europee orientate allo sviluppo di un’Economia circolare e alla promozione della raccolta differenziata negli stati membri. Il CIC è anche ambasciatore nel mondo di Ecomondo, la Fiera dell’industria italiana della Green Economy, è membro fondatore di Word Biogas Association, è membro di ISWA International e partner dell’US Composting Council americano. Nel 2019 il CIC ed ECN hanno lanciato SOS Soil, Save Organics in Soil, la Piattaforma per la valorizzazione della sostanza organica nel suolo cic@compost.it www.compost.it www.compostabile.com www.saveorganicsinsoil.org Istagram, Facebook, Twitter @consorzioCIC


Cobat è la grande piattaforma italiana dell’economia circolare, che lavora a stretto contatto con le principali imprese tecnologiche del Paese e continua a puntare su innovazione e ricerca, consapevo‑ le che i prodotti di oggi sono i rifiuti di domani. Forte di una leadership e di un’esperienza di oltre 30 anni nella raccolta di pile e di accumulatori esausti, Cobat è una SPA Società Benefit, oggi parte del gruppo Innovatec, che garantisce non solo un servizio efficiente di gestione dei prodotti a fine vita, ma anche soluzioni, consulenza e formazione per le imprese che vedono nello sviluppo sostenibile una fonte di opportunità. Cobat offre alle imprese servizi integrati e personalizzati di raccolta, trattamento e avvio al riciclo di pile e accumulatori esausti, rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), inclusi i moduli fotovoltaici, e pneumatici fuori uso (PFU), ed è in grado di gestire qualsiasi altra tipologia di rifiuto pericoloso e non. Presente capillarmente su tutto il territorio nazionale grazie a un network logistico e di impianti accuratamente selezionati in base ai più rigidi standard, garantisce il princi‑ pio di prossimità, ottimizza i costi e minimizza l’impatto ambientale. La piattaforma Cobat, inoltre, assicura la massima sostenibilità economica e ambientale ai produt‑ tori e agli importatori di beni tecnologici che, per legge, si devono occupare della gestione di questi prodotti quando giungono a fine utilizzo, attraverso i consorzi di filiera Cobat RIPA, Cobat RAEE e Cobat TYRE. CONSULENZA E FORMAZIONE Cobat Academy è la piattaforma Cobat dedicata a formazione, consulenza e condivisione di knowhow per le aziende che puntano su innovazione, nuove opportunità e modelli di business legati alla sostenibilità. I percorsi formativi di Cobat Academy prevedono corsi a calendario in presenza e online, specifici progetti formativi aziendali e e-learning con fruizione on-demand. Quattro le macro-aree del catalogo: Ambiente, Sostenibilità, Health and Safety ed Economia circolare. Per venire incontro alle esigenze delle imprese, Cobat Academy ha anche creato un’area specifica destinata alla consulenza ed al supporto delle organizzazioni. Un network di professionisti, impe‑ gnati ad affiancare le aziende nella gestione di ogni aspetto relativo ad ambiente e sostenibilità e nello sviluppo di nuove opportunità di business. CERTIFICAZIONI Cobat è certificato UNI EN ISO 9001 per il Sistema di Gestione della Qualità, 14001 per il Sistema di Gestione Ambientale e 27001, il più importante standard internazionale sulla sicurezza dei dati. Le nostre performance ambientali nella gestione dei prodotti a fine vita sono inoltre garantite dal mo‑ dello comunitario di eco-gestione e audit EMAS (Eco-Management and Audit Scheme), a cui imprese e organizzazioni aderiscono su base volontaria. Sempre su base volontaria, Cobat si è dotato, in ottemperanza al Decreto Legislativo 231/01, di un Codice Etico e Comportamentale che rappresenta la sintesi dei propri principi guida. www.cobat.it


Comieco – Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica Comieco nasce nel 1985 come libera associazione delle imprese del settore cartario unite dalla volontà di fare dell’ambiente e del packaging cellulosico sostenibile la molla di uno sviluppo economico fondato sulla valorizzazione delle risorse naturali, in un’epoca, quella degli anni 80, fortemente improntata all’usa e getta. L’emanazione del Dlgs 22/1997 ha segnato una svolta nel sistema di gestione dei rifiuti, fino ad allora incentrate sullo smaltimento, mettendo al centro delle politiche ambientali il riuso, il recupero e il riciclo e prevedendo un sistema organizzato per il recupero e il riciclo degli imbal‑ laggi. È allora che Comieco si costituisce in Consorzio nazionale nell’ambito del sistema CONAI per la gestione degli imballaggi. A Comieco aderiscono oltre 3.200 aziende della filiera nazionale (cartiere, cartotecniche e im‑ pianti di selezione della carta). Il Consorzio opera nell’ambito dell’Accordo Quadro Anci/Conai e stipula convenzioni con comuni italiani per garantire il ritiro e avvio al recupero e riciclo della raccolta differenziata urbana di carta e cartone (imballaggi cellulosici e, su base volontaria, le frazioni similari). Dall’avvio del sistema consortile Conai/Comieco (1998) ad oggi la raccolta comunale di carta e cartone è triplicata e ha superato nel 2019 3,5 milioni di tonnellate; di queste Comieco, che opera in maniera sussidiaria al mercato, ne gestisce, garantendone il ritiro attraverso le convenzioni attuative dell’Accordo Quadro Anci/Conai, circa il 58% e ha erogato ai comuni convenzionati oltre 129 milioni di euro quale corrispettivo economico per il servizio di raccolta differenziata. Dall’avvio del sistema (1998) ad oggi i corrispettivi complessivamente erogati al territorio ammontano 1,77 miliardi di euro. Oltre ai corrispettivi economici riconosciuti dall’Accordo Anci/Conai per il servizio di raccol‑ ta, Comieco supporta i comuni con una serie di materiali e strumenti per la realizzazione di campagne locali di sensibilizzazione dei cittadini che si affiancano a campagne nazionali per promuovere da un lato la raccolta differenziata e il riciclo, dall’altro la valorizzazione dell’uso di carta, cartone e cartoncino, materiale biodegradabile, compostabile e riciclabile più volte. Grazie allo sviluppo delle raccolte differenziate urbane di carta e cartone il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici nel 2019 è stato del 80,8%, con circa 10 tonnellate di carta riciclate ogni minuto. Sono risultati importanti che pongono la filiera cartaria già oltre gli obiettivi di riciclo pre‑ visti al 2025 (75%) dalle direttive Ue recentemente emanate, nonché in linea con i più am‑ biziosi target fissati al 2030 (85%). Lo sviluppo delle raccolte differenziate comunali di carta e cartone ha consentito al settore industriale cartario di approvvigionarsi da questi preziosi “giacimenti urbani” e di utilizzare per la produzione quasi il 60% di fibre di riciclo. Un vero e proprio modello di economia circolare.


Il CONOE è stato costituito ai sensi del Dlgs 22/1997 art. 47 il 1° ottobre 1998, modificato dal Dlgs 152/2006 art. 233 e s.m. ed ha iniziato la sua attività nel 2001. La sua funzione primaria è di organizzare, controllare e di monitorare la filiera degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti a fini ambientali, a tutela della salute pubblica e allo scopo di ridurre la dispersione del rifiuto trasformando un costo ambientale ed economico in una risorsa rinnovabile. Partecipano al Consorzio le imprese che detengono o producono oli e grassi vegetali ed animali esausti; le imprese che effettuano operazioni di raccolta di trasposto e di stoccaggio di oli e grassi vegetali ed animali esausti, e le imprese che rigenerano e recuperano oli e grassi vegetali ed animali esausti. Nel corso degli anni, l’adesione al CONOE è cresciuta costantemente e, a oggi, partecipano al sistema consortile 12 Associazioni di categoria in rappresentanza di oltre 300 mila produttori di olio esausto (principalmente attività commerciali ed artigianali per la ristorazione), 1 Asso‑ ciazione di categoria in rappresentanza di oltre 500 aziende di raccolta e stoccaggio, 1 Asso‑ ciazione e oltre 60 aziende di rigenerazione per il riciclo del rifiuto in materie prime seconde, 4 Associazioni di categoria in rappresentanza dei produttori di oli alimentari. Dopo aver proceduto a organizzare un sistema di governo e di gestione appropriato nel rispetto dei vincoli normativi previsti dal decreto, il Consorzio inizia le proprie attività nell’ottobre del 2001. Alla fine del 2002, il quantitativo di oli usati gestiti nella filiera consortile ammonta a 15 mila tonnellate e dieci anni dopo, nel 2011, risulta di tre volte superiore e pari a 46 mila tonnellate. Nel 2018, il totale degli oli raccolti dal Consorzio ha raggiunto quota circa 76 mila tonnellate, e nel 2020 abbiamo superato le 80 mila tonnellate, provenienti dalle attività professionali. Nel 2021 il CONOE ha lanciato il Progetto nazionale per la raccolta e il recupero degli oli esausti prodotti dalle famiglie per un potenziale di rifiuto prodotto di circa 180 mila tonn/anno. Ad oggi gran parte dell’olio raccolto e recuperato in un perfetto modello di economia circolare e di sostenibilità ambientale è destinato alla produzione di biocarburanti e biolubrificanti, i risultati eclatanti sono: • 188 mila tonnellate di CO2eq evitate e 79 mila m 3 di acqua risparmiati I bilanci di Carbon footprint e Water footprint, per i quantitativi di oli vegetali esausti com‑ plessivamente gestiti dal CONOE nel 2020 e avviati a produzione di biodiesel. • 21 milioni di euro di risparmio sulla bolletta energetica del Paese Le importazioni di prodotti petroliferi evitate grazie alla produzione di biodiesel CONOE nel 2020. • 200 milioni di euro di risparmio sulle importazioni di petrolio, in Italia, nell’ultimo decennio. www.conoe.it


Circolarità, sostenibilità, innovazione e comunicazione. Su queste parole chiave si fonda l’atti‑ vità del CONOU, il Consorzio Nazionale degli Oli Minerali Usati, prima realtà italiana operativa, dal 1984, nella raccolta differenziata di un rifiuto pericoloso. Il Consorzio, che ha raggiunto al 100% l’obiettivo di raccolta e avvio a rigenerazione degli oli lubrificanti usati prodotti in Italia, rappresenta oggi uno dei best case a livello nazionale ed europeo nel campo dell’economia circolare. Forte di una filiera matura e tecnologicamente avanzata costituita da 63 aziende di raccolta distribuite su tutto il territorio nazionale e da due imprese di rigenerazione, il CONOU punta a mantenere la sua performance di eccellenza continuando ad investire nell’avanzamento tecnologico e nell’innovazione digitale di tutti i processi della sua attività, per contribuire in modo crescente al raggiungimento degli obiettivi di efficienza del riciclo dei materiali nell’ottica di contrasto al cambiamento climatico e alle emergenze che da esso derivano. Nel 2020 la filiera del Consorzio ha garantito, nonostante la contrazione dei consumi imposta dalla crisi sanitaria, la raccolta di 171mila tonnellate di olio minerale usato, un risultato vicino al 100% del potenziale raccoglibile, destinandole tutte alle raffinerie dedicate e riportando a nuova vita ben 109mila tonnellate di basi lubrificanti. Un risultato che nel corso del 2020 ha prodotto benefici tangibili sotto molteplici aspetti, dalla salvaguardia dell’ambiente (78,4 mila tonnellate di CO2eq di emissioni evitate e 34 milioni di m³ di acqua risparmiati rispetto al si‑ stema di produzione tradizionale degli oli lubrificanti) e della salute umana (3.441 gli anni di vita sana preservati) fino al risparmio sulle importazioni petrolifere (oltre 46 milioni di euro). In 37 anni di attività (dal 1984 al 2020), il CONOU ha raccolto 6,3 milioni di tonnellate di olio lubrificante usato, 5,7 milioni delle quali avviate alla rigenerazione, producendo 3,3 milioni di tonnellate di olio base. Il riutilizzo dell’olio lubrificante usato ha consentito un risparmio com‑ plessivo sulla bilancia energetica del Paese di oltre 3 miliardi di euro. La mission ambientale del Consorzio trova ulteriore espressione nel suo ruolo di paradigma e portavoce dell’economia circolare grazie ad iniziative di comunicazione, sensibilizzazione e in‑ formazione di cittadini e stakeholder pubblici e privati; a tal fine CONOU ricorre agli strumenti più attuali e innovativi, a cominciare dai canali social che rappresentano oggi uno dei principali strumenti per raggiungere e confrontarsi con le nuove generazioni. www.conou.it


Corepla è il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica. Con più di 2.500 imprese consorziate della filiera del packaging in plastica (produttori di mate‑ ria prima, produttori di imballaggi, utilizzatori che autoproducono i propri imballaggi, ricicla‑ tori) Corepla garantisce che gli imballaggi raccolti in modo differenziato siano avviati a riciclo e recupero con efficienza, efficacia ed economicità. Corepla infatti… Riceve la raccolta differenziata dei rifiuti d’imballaggio in plastica effettuata dai Comuni, rico‑ noscendo corrispettivi per i maggiori costi sostenuti Supporta i Comuni con strumenti di informazione ed educazione ai cittadini per migliorare la qualità della raccolta differenziata, massimizzandone le possibilità di riciclo Assicura il corretto avvio a riciclo e recupero del materiale raccolto, facendosi carico della sua valorizzazione e collocazione presso le imprese di riciclo, nel rispetto delle regole del mercato e della parità di accesso per tutti gli operatori Coinvolge cittadini e imprese nell’obiettivo di prevenire la formazione dei rifiuti di imballaggio in plastica e ridurne l’impatto a fine vita. www.corepla.it


CoReVe è il Consorzio nazionale senza fini di lucro che, all’interno del sistema CONAI, si oc‑ cupa di garantire il riciclo degli imballaggi in vetro dopo il consumo. Una volta usati, bottiglie e vasetti in vetro vengono separati in casa dai cittadini e poi affidati al servizio di raccolta differenziata organizzata e/o gestita dai Comuni, dopodiché subiscono un trattamento in im‑ pianti specializzati per il recupero del vetro che rendono il rottame una nuova “materia prima seconda” idonea al riciclo per la produzione di nuovi imballaggi. Considerando che il vetro è riciclabile al 100%, all’infinito, senza alcuna perdita o integrazione di materia, i rifiuti d’imballaggio in vetro sono quindi un esempio perfetto di Economia circo‑ lare. Il Consorzio ritira e avvia a riciclo direttamente, riconoscendo un corrispettivo economico a co‑ pertura dei maggiori oneri della raccolta differenziata, il vetro proveniente dall 93,7 dei Comuni o dei Gestori delegati del servizio, per una popolazione coinvolta pari a circa il 97% del totale. Nel nostro Paese, ogni anno, si ricicla così oltre il 78,6% dei rifiuti d’imballaggio in vetro gene‑ rati dopo il consumo. Un grande risultato, che può e deve migliorare, visto che circa il 21,4% del totale è ancora oggi smaltito in discarica perché non è raccolto separatamente, oppure perché viene “perso” perché qualitativamente non idoneo al recupero e riciclo. Purtroppo la quantità di materiale perso nella separazione degli inquinanti negli impianti di trattamento, a valle della raccolta differenziata, è purtroppo ancora enorme (10,6% nel 2020) a causa del costante peggioramento della qualità dei rifiuti di imballaggio in vetro raccolti. La raccolta nazionale ha quindi ampi margini di crescita, quantitativa ma soprattutto qualitativa. Per aumentare gli attuali tassi di riciclo in futuro si dovrà puntare: sull’ottimizzazione dei si‑ stemi di raccolta, sul miglioramento delle tecnologie di trattamento negli impianti di selezione, sul recupero, alternativo alla discarica, di quelle frazioni di scarto (come quelle provenienti dall’allontanamento, negli impianti di trattamento, delle frazioni “fini” e dei materiali impropri come cristallo, ceramica, pyrex, ecc.) non riciclabili in vetreria. In Italia, grazie al riciclo del vetro si ottengono enormi vantaggi ambientali, ma anche econo‑ mici, che permettono di alimentare in modo più sostenibile i nostri consumi. Un’ “economia circolare” che, da un lato, garantisce all’Italia di risparmiare circa 3,7 milioni di tonnellate di materie prime all’anno, di recuperare energia per circa 2,5 milioni di barili di petrolio e di ridur‑ re emissioni per circa 2,2 milioni di tonnellate di CO2. Dall’altro, attraverso i giacimenti metropolitani rappresentati dalla raccolta differenziata del vetro in ogni Comune, consente alle Amministrazioni di ricavare anche circa 86 milioni di euro di corrispettivi, riconosciuti per la raccolta dal sistema CoReVe, a cui va sommato il risparmio di quasi 320 milioni di euro, per i mancati oneri di smaltimento in discarica di tali rifiuti. www.coreve.it


Ecopneus Ecopneus è la società senza scopo di lucro costituita dai principali produttori e impor‑ tatori di pneumatici attivi in Italia per assicurare il rispetto dei propri obblighi nella gestione dei Pneumatici Fuori Uso, in attuazione del principio della responsabilità estesa del produttore. Fondata in base all’articolo 228 del Dlgs 152/2006 e sotto il controllo del Ministero della Transizione Eco‑ logica, cui rendiconta annualmente le proprie attività, Ecopneus garantisce il corretto recupero di circa 200.000 tonnellate di PFU all’anno, che vengono trasformate in gomma riciclata per campi da calcio e superfici sportive, isolanti acustici e antivibranti per l’edilizia, asfalti “modificati”, elementi dell’arredo urbano, come energia e molto altro ancora. Il recupero dei PFU di Ecopneus consente importanti benefici ambientali, economici e sociali: in 10 anni di attività è stata evitata l’immissione in atmosfera di 3,36 milioni di tonnellate di CO2eq, pari alle emissioni di 1,9 milioni di autovetture che percorrono 10.000 km in un anno; risparmiato il pre‑ lievo di materie prime di 3,3 milioni di tonnellate, pari al peso di 325 Tour Eiffel; evitato il consumo di 15,5 milioni di m3 di acqua, come il consumo medio giornaliero di tutta la popolazione italiana; sono invece 1,15 i miliardi di Euro risparmiati dall’Italia sull’importazione di materie prime. Benefici possibili anche grazie al lavoro di una filiera qualificata, formata da circa 100 imprese su tutto il territorio nazionale che danno lavoro a circa 900 persone. L’impiego di gomma riciclata da PFU, in sostituzione di polimeri di gomma vergine, risponde pienamente ai principi dell’economia circolare; una realtà che, grazie anche all’approvazione nel 2020 del Decreto End of Waste, ha ricevuto un notevole slancio, confermando il ruolo centrale della gestione dei PFU nell’economia del nostro Paese. La gomma da riciclo rappresenta una commodity strategica ampiamente disponibile in Italia, che oggi può vantare anche un’ulteriore conferma delle sue eccellenti caratteristiche e prestazioni. Con l’aggiunta di gomma da riciclo, per esempio, si ottengono asfalti “gommati” che durano fino a 3 volte di più di una strada convenzionale, riducono il rumore del passaggio dei veicoli e che, resisten‑ do al formarsi di crepe e buche, richiedono minori interventi di manutenzione. Altro settore in cui la gomma riciclata costituisce un valore aggiunto rispetto altri materiali è quello edile, dove isolanti acustici e antivibranti realizzati in gomma riciclata stanno trovando sempre maggior spazio, insieme a nuove soluzioni eco‑innovative per il design, l’arredo e l’architettura. Il principale settore applicativo della gomma riciclata resta però quello sportivo, che assorbe oltre il 30% della gomma riciclata della filiera Ecopneus. Campi da calcio in erba sintetica di ultima generazione, superfici sportive indoor e outdoor per basket, volley, padel o pallamano, playground e campi di gara per l’equitazione beneficiano delle proprietà elastiche, ammortizzanti, antitrauma e di resistenza della gomma riciclata. Un settore in forte espansione, grazie anche alla partnership avviata nel 2012 con UISP, Unione Italiana Sport Per tutti, che ha portato a numerose realizzazioni in tutta Italia. Ecopneus ha profuso in questi anni un forte impegno anche per la creazione di una cultura del riciclo, con attività di formazione come quelle della “PFU Academy”, poi confluita nel 2021 nell’Academy Ecopneus, che negli anni ha visto il coinvolgimento di oltre 1.600 esponenti pro‑ venienti dalla Pubblica Amministrazione e Forze dell’Ordine, NOE Carabinieri, Gruppo Carabinieri Forestale, Agenzia delle Dogane, Reparti ambientali Marini, Polizie locali e municipali, con inter‑ venti anche di figure di spicco della Magistratura legate al tema dell’illegalità in materia ambientale. Rientrano in questa ottica anche i progetti Educational che dal 2013 hanno coinvolto oltre 10.000 studenti e le attività condotte nella Terra dei Fuochi in virtù di un Protocollo straordinario firmato con Ministero Ambiente ed Enti locali per contrastare gli abbandoni di PFU sul territorio. Un prov‑ vedimento che ha già consentito di rimuovere dalle strade e recuperare oltre 22.500 tonnellate di PFU e permesso di realizzare campi sportivi polivalenti nei Quartieri Spagnoli di Napoli e nel Parco Verde di Caivano (NA), il nuovo campo da calcio Tyrefield dello stadio Landieri di Scampia a Napoli e due campi Tyrefield in gomma riciclata nel Rione Vanvitelli di Caserta. www.ecopneus.it


Ricrea, il Consorzio Nazionale senza scopo di lucro per il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Acciaio, promuove e agevola la raccolta e il riciclo degli imballaggi usati di acciaio, prove‑ nienti tanto dalla raccolta differenziata fatta nelle nostre case (superficie pubblica) quanto dalla raccolta ad hoc fatta su aziende, negozi e attività produttive (superficie privata). In questo contesto, il Consorzio si avvale della preziosa collaborazione di numerosi soggetti: i gestori della raccolta differenziata – ovvero Comuni, Municipalizzate, aziende specializzate nella lavorazio‑ ne del rottame, acciaierie e delle associazioni che rappresentano una rete capillare di aziende, specializzate nella valorizzazione dei rifiuti di imballaggi d’acciaio. L’acciaio è il materiale più riciclato in Europa: facile da differenziare, è una materia prima per‑ manente che si ricicla al 100% all’infinito senza perdere le sue intrinseche qualità, e grazie al suo riciclo è possibile risparmiare fino al 75% dell’energia utilizzata per produrre la materia prima. Tra le diverse tipologie di imballaggi in acciaio si trovano i barattoli per pelati, conserve vege‑ tali e frutta sciroppata, le scatolette per carne, tonno o cibo per animali, i coperchi per i vasi di vetro della marmellata; ci sono poi i tappi corona per bibite e birra, le scatole regalo per liquori e dolci; le lattine per olio; le bombolette per vernici spray e i fustini e i secchielli per vernici, pitture e smalti. L’acciaio recuperato attraverso la raccolta differenziata di imballaggi si rifonde, si rinnova, si trasforma in nuovi semilavorati di ottima qualità, destinati agli utilizzi più diversi: dall’edilizia agli arredi urbani, o travi, chiavi inglesi, telai di biciclette. Al Consorzio spetta anche il compito di sensibilizzare, formare e informare i cittadini. Per riconoscere gli imballaggi in acciaio basta usare una calamita: gli imballaggi in acciaio infatti sono magnetici. Grazie all’impegno di Ricrea, dei Comuni, degli operatori e soprattutto dei cittadini impegnati nella raccolta differenziata, nel 2020 in Italia sono state avviate al riciclo 370.963 tonnellate di imballaggi acciaio, confermandosi un’eccellenza con un tasso di avvio al riciclo pari all’79,8% dell’immesso al consumo, raggiungendo quasi l’80% fissato per il 2030 dalla Direttiva Europea sull’Economia Circolare. Molto positivo anche il dato sulla raccolta differenziata nei Comuni, anche grazie all’impegno dei cittadini. Rispetto al 2019, nel 2020 si è registrato infatti un aumento del 6% della quota procapite di imballaggi in acciaio raccolti, in media 4,01 Kg per abitante. Un risultato favorito dal maggior tempo trascorso in casa e dal crescente utilizzo di imballaggi per uso domestico, ma anche una conferma che il sistema di raccolta e riciclo in Italia è ben collaudato, e che quello della sostenibilità è un tema sempre più presente nella coscienza comune. L’acciaio è un materiale permanente che viene riciclato all’infinito senza perdere le proprie intrinseche qualità e gli imballaggi in acciaio avviati al riciclo nel 2020 hanno consentito di risparmiare 1,3 TWh di energia primaria e 260.000 tonnellate di materia prima, evitando la dispersione di 384.000 tonnellate di CO2 equivalente. Il valore economico della materia recupe‑ rata in un anno è pari a 12 milioni di euro. www.consorzioricrea.org


gli autori

Paola Ficco Giurista ambientale, avvocato in Roma, giornalista pubblicista, docente universi‑ tario. Già componente del Comitato Ecola‑ bel Ecoaudit Sezione Emas Italia, nonché esperto legislativo Ministero attività pro‑ duttive, Ministero dell’ambiente ed esper‑ to Albo nazionale Gestori ambientali. Dal 1990 esperto de “Il Sole 24 Ore” per il di‑ ritto dell’Ambiente e dal 1994 Direttore responsabile di Rifiuti – Bollettino di informazione normativa. È Consulente della Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti. È altresì responsabile del coordinamento attività legislative della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile (Susdef) e autore di numerosissimi testi e pubblicazioni per Il Sole 24 Ore, Buffetti, Maggioli, Utet ed Edizioni Ambiente, per la quale è anche coordinatore dell’Area normativa e responsabile delle attività di formazione permanente sui rifiuti. Daniele Bagon Ha svolto il praticantato in studio Com‑ mercialista, poi dipendente della Camera di Commercio di Genova dal 1988, funzio‑ nario dal 1992, P.O. dal 2007, Segretario della Sezione regionale dell’Albo della Li‑ guria dal 1994, componente del Comitato nazionale dal 2000 al 2007. E’ componente di Commissioni provinciali Albo Autotra‑ sportatori (c/terzi e c/proprio) e svolge at‑ tività formativa in materia ambientale dal 2000.

Leonardo Filippucci Avvocato, esercita la libera professione fo‑ rense e dirige uno Studio legale associato con sede in Macerata. Si occupa prevalen‑ temente di diritto ambientale e svolge in tale settore attività di consulenza stragiu‑ diziale e assistenza giudiziale per imprese e Pubbliche amministrazioni. Collabora inoltre con diverse società di consulenza ambientale, fornendo un’assistenza mirata per quanto concerne il contenzioso ammi‑ nistrativo e penale. Autore di articoli per di‑ verse riviste, tra le quali Rifiuti – Bollettino di informazione normativa. Pasquale Fimiani Avvocato generale presso la Corte di Cas‑ sazione, fin dall’ingresso in Magistratura nel 1986, si è sempre occupato dei reati in tema di inquinamento ed ambiente in gene‑ re. È stato più volte relatore in convegni ed incontri di studio organizzati dal Consiglio Superiore della Magistratura; ha insegnato il diritto ambientale presso diverse Università. Autore di numerose pubblicazioni in materia, si è interessato dei vari profili della materia ambientale, quali, oltre a quello delle respon‑ sabilità penali, le aree protette, l’amministra‑ zione pubblica, i rapporti con le questioni economiche, la riparazione e risarcimento del danno ambientale. Dal 2018 è Full Member dell’ENPE (European Network of Prosecutors for the Environment); collabora con riviste specializzate, tra le quali Rifiuti – Bollettino di informazione normativa.


† Eugenio Onori È stato Presidente del Comitato nazionale dell’Albo nazionale gestori ambientali – Ministero della Transizione ecologica. È stato autore di pubblicazioni in materia di gestione dei rifiuti; ha collaborato con riviste specializzate, tra le quali Rifiuti – Bollettino di informazione normativa. Claudio Rispoli Chimico con specializzazione postlaure‑ am in Sicurezza e protezione industriale, abilitato alla manipolazione di gas tossi‑ ci, consulente per il trasporto su strada di

merci pericolose (ADR). Esperto dei flussi industriali di origine dei rifiuti, delle tec‑ niche di trattamento (anche applicate a rifiuti con caratteristiche e reattività par‑ ticolari) e degli aspetti tecnici e normativi relativi alla gestione dei rifiuti. Consulente di enti pubblici, di produttori e di gestori di rifiuti, docente in corsi di formazione in tema di rifiuti, autore di articoli per nume‑ rose riviste, tra le quali Rifiuti – Bollettino di informazione normativa e co‑autore dei manuali Produttori, come Gestire i rifiuti speciali e Gestire i rifiuti tra legge e tecni‑ ca, Edizioni Ambiente – Milano.


1. finalità della disciplina di Paola Ficco

L’articolo 177, Dlgs 152/2006 (cd. “Codice ambientale”), individua con grande chiarezza ed efficacia lo scopo della normativa dedicata alla gestione dei rifiuti. Il Dlgs 116/2020 (attuativo della direttiva Ue 2018/851 sui rifiuti e della direttiva Ue 2018/852 sugli im‑ ballaggi e relativi rifiuti) ha modificato il campo di applicazione di tale articolo 117, compiendo un passo in più: enfatizza l’indirizzo complessivo del sistema normativo verso l’economia circolare la quale è un modello di produzione e di consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti per estenderne il ciclo di vita contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo indispensabile. Al termine della loro funzione, i materiali e/o i prodotti sono reinseriti, ove possibile, nel ciclo economico affinché possano generare ulteriore valore. Tutto questo grande paradigma, però, è chiamato a confrontarsi con la definizione di “ri‑ fiuto” che, concepita nel 1975 (ad opera della direttiva 75/442/Cee), si poneva in un’epo‑ ca storica dove l’economia era solo ed unicamente lineare. L’aver voluto conservare tale definizione getta un’ombra sulla fiducia che la Ue ripone sul successo del nuovo modello economico. Infatti, è fuori di dubbio che in un’ epoca di circolarità il concetto di rifiuto, tutto improntato al “disfarsi” (infra cap. 2), rappresenta il principale punto di debolezza di tutta la costruzione teorica sull’ economia rigenerativa della circolarità della materia, perché il confine tra cosa è rifiuto e cosa, invece, non lo è, da sempre è troppo labile; per questo rappresenterà sempre il grande crinale sul quale si agirà più di una incertezza capace di viziare in radice investimenti e controlli. La relativa disciplina, infatti, è stata dettata per perseguire una sola finalità: “proteggere l’ambiente e la salute umana” e “per assicurare la competitività a lungo termine dell’Unione”. A tal fine, essa impone le seguenti azioni: • prevenzione o riduzione degli impatti negativi della produzione e della gestione dei rifiuti; • riduzione degli impatti complessivi dell’uso delle risorse e miglioramento della loro efficacia ed efficienza che costituiscono elementi fondamentali per il passaggio a un’e‑ conomia circolare.


Questa nona edizione del Volume “Gestire i rifiuti tra legge e tecnica” arriva nuovamente come un’operazione editoriale unica nel suo genere, in versione cartacea e digitale, realizzata anche grazie al contributo dei principali Consorzi nazionali per il riciclo. Il panorama della gestione dei rifiuti in Italia è ampio, variegato e ricco di continue novità legislative sulle quali è necessario essere informati con precisione e competenza anche per fare le giuste scelte aziendali ed evitare pesanti sanzioni. Gestire i rifiuti tra legge e tecnica offre un quadro completo degli adempimenti e degli obblighi in capo alle imprese e agli enti controllori.

40,00 euro

ISBN 978-88-6627-353-0

La versione elettronica di questo volume è gratuita


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