Cesena IN Magazine 04 2016

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 19/09/2002 n. 29 - EURO 3,00

CESENA

ONOFRI

Marco

SCATTI DI PASSIONE

ROD GRIFFIN / Rod Rod Superstar! GIOVANI IMPRENDITORI / Ragazzi favolosi SEBASTIÃO SALGADO / Alle origini della terra

N° 4 OTTOBRE/NOVEMBRE 2016


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EDITORIALE

Q

Questo numero autunnale si apre all’insegna dell’eccellenza con due personaggi che rappresentano rispettivamente la storia e il presente della nostra terra. Parliamo di Rod Griffin, cestista americano la cui carriera negli anni ’70 venne segnata dall’incontro con il basket forlivese e con l’amore per sua moglie Valeria, e di Marco Onofri, uno dei fotografi più richiesti d’Italia, che da Cesena ci racconta com’è nata la sua passione per la fotografia e del suo progetto Followers. Abbiamo incontrato inoltre: Kevin Bravi, Matteo Cecchini, Enrico Illotta, Lisa Brigliadori, Mariavittoria Andrini, Ivano Marescotti, Andrea Vasumi, Piergiuseppe Bertaccini e Stefano Andreoli. Chudiamo con Nicola e Lorenzina Benilli dell’agriturismo Poderone, Rubens Gardelli, Jessica Jane Nocella e Fabio Camozzi, Eleonora Mazzoni e Pierluigi Moressa Andrea Masotti

SOMMARIO

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ANNOTARE

Brevi IN

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ESSERE

Rod Griffin

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ESSERE

Marco Onofri

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INTRAPRENDERE

Ragazzi favolosi

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FOTOGRAFARE

Sebastião Salgado

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RISCOPRIRE

Mariavittoria Andrini

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EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L. Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044 www.inmagazine.it inmagazine@menabo.com

Jessica Nocella e Fabio Camozzi

LEGGERE

Eleonora Mazzoni

DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Gianluca Gatta ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini UFFICIO COMMERCIALE: Gianluca Braga, Elvis Venturini STAMPA: Seven Seas Srl - RSM

Collaboratori: Erika Baldini, Barbara Baronio, Laura Bertozzi, Dolores Carnemolla, Serena Focaccia, Lucia Lombardi, Francesca Miccoli, Pierluigi Moressa, Francesca Renzi Fotografi: Giorgio Sabatini, Marco Onofri

CAMMINARE

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Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Anno XIX - N. 4 Chiuso per la stampa il 22/09/2016

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VISITARE

Santuario di Fornò

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RIDERE

Satira italiana

46

COLTIVARE Seguici su FB: www.facebook.com/edizioni.inmagazine

Poderone

50

Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e in ogni caso citando la fonte

GUSTARE

Rubens Gardelli

46 IN MAGAZINE

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ANNOTARE

Mostri di CARTA CESENA La Biblioteca

Menabò per SICILIO FORLÌ Dalla Sicilia nasce

un’eccellenza della produzione ortofrutticola italiana: Sicilio, il brand che racconta il gusto unico del fico d’India dell’Etna DOP. Ideato da Menabò per Op La Deliziosa, Sicilio è stato presentato, in occasione della fiera Macfrut 2016, attraverso un progetto di comunicazione dai forti contenuti sensoriali tipici di questo frutto. La campagna di comunicazione evoca i colori e le atmosfere rarefatte della terra siciliana, volta a far conoscere la straordinarietà del fico d’india, un frutto ancora tutto da scoprire. Menabò ha inoltre seguito Op La Deliziosa in tutte le attività di PR e comunicazione, realizzando il magazine pensato per la fiera e il concept della campagna di comunicazione.

Nuova stagione al TEATRO BONCI CESENA La nuova intensa stagione del Bonci avrà, spalmati da

ottobre 2016 ad aprile 2017, ben trentacinque titoli per un totale di settanta serate. Un ricco cartellone dal respiro internazionale con proposte che veleggiano dal repertorio classico a quello attuale, con nomi di spicco – Gabriele Lavia, Franco Branciaroli, Elio De Capitani, Luca Zingaretti (nella foto), Fabrizio Bentivoglio – e nuovi interpreti come Michele Riondino, Filippo Dini, Enzo Vetrano e Stefano Randisi, Elena Bucci e Marco Sgrosso, Leonardo Capuano. Fra i registi, Àlex Rigola, Alessandro Gassmann, Michele Placido, Pietro Babina, Valerio Binasco, Levan Tsuladze, Anna Peschke. Oltre ai big della drammaturgia, Shakespeare, Pirandello, Čechov, Goethe, ci saranno gli autori del presente: da Thomas Bernhard e Arthur Miller, a Pier Paolo Pasolini e Franco Scaldati, fino alle nuove voci di Stefano Massini, Alexi Kaye Campbell, Emanuele Aldrovandi. Tra i progetti speciali delle compagnie cesenati, attive nella ricerca scenica, ci saranno la Societas di Chiara Guidi e il Teatro Valdoca di Mariangela Gualtieri e Cesare Ronconi. Per la musica si vola sulla note di Noa, Nicola Piovani e Sarah McKenzie, astro nascente del jazz. Per la danza, Parsons Dance presenterà qui il nuovo tour italiano. (L.L.)

Malatestiana indaga sui fondamenti scientifici e le fantasie irrazionali delle creature letterarie del mistero con la serie di conferenze La scienza dei mostri di carta, promosse dalla biblioteca e dal CICAP in collaborazione con l’Associazione Orango – curiosi per natura. Il ciclo mette in calendario fino al prossimo dicembre, una serie di appuntamenti con studiosi ed esperti che hanno approfondito i legami tra scienza, filosofia e figure letterarie e storiche. Il 18 ottobre si parla di Leggende, gatti alati e fantasmi, l’8 novembre di mostri con Dal Kraken a Moby Dick, il 29 novembre di Misteri macabri: da Frankenstein agli zombi e, infine, il 6 dicembre di streghe. Tutti gli incontri avranno luogo nell’Aula Magna della Biblioteca Malatestiana, alle ore 17.00. (E.B.)

Torna a Forlì SEDICICORTO FORLÌ Tutti a guardare corti dal 7 al 16 Ottobre 2016. Tante storie, tanti

stili diversi, dalla narrazione all’animazione, dalla sperimentazione al documentario, per la nuova 13a edizione di Sedicicorto International Film Festival, che ospita autori debuttanti e nomi illustri. Come Ridley Scott, produttore del fantascientifico spagnolo Zero, o Vincent Cassel, interprete del film d’azione Violence en Reunion. Per l’Italia: Francesco Pannofino (nella foto), Roberto Citran, Ambra Angiolini. Il Festival propone 244 film ed eventi formativi condotti da professionisti. Diverse le location degli eventi: Cinema Apollo, Auditorium Cariromagna, Biblioteca Saffi, Camera di Commercio, Cosmonauta. Il pubblico potrà assistere alla manifestazione – 41 programmi di proiezione e diversi eventi collaterali – tramite abbonamento oppure tramite biglietto giornaliero. www.sedicicorto.it (E.B.) 4

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Arte contemporanea BIOMORFISMI CESENA Da sabato 8 ottobre,

30 anni di SLOW FOOD FORLÌ Buono, giusto, pulito:

ecco le tre parole che racchiudono la filosofia di Slow Food che quest’anno festeggia i suoi primi trent’anni. Qual è lo stato dell’arte nel forlivese? “La nostra associazione – spiega Giuseppe Tolo, fiduciario Slow Food Forlì e Appennino forlivese – raccoglie centosettanta iscritti con in comune il piacere del mangiar bene e sano. È fondamentale per noi educare al riconoscimento del cibo buono, così è nato il progetto Orti in condotta rivolto alle scuole. Stiamo inoltre definendo il progetto Oltre Terra che mira a fare il punto sullo stato generale degli Appennini e studiare come valorizzare i boschi per la tutela degli animali selvatici.” (B.B.)

Usare lo smartphone per TRACCIARE GLI ALIMENTI CESENA Si chiama Siroapp ed è l’ultima innovazione in casa

Siropack Italia, azienda cesenate leader nella progettazione, costruzione e assistenza nel settore del packaging agroalimentare e farmaceutico, che ha debuttato come espositore al Macfrut 2016 presentando, in anteprima mondiale, un progetto per rendere unica, identificabile e tracciabile ogni cestella portafrutta grazie a un codice univoco. È un sistema molto semplice, che ambisce però a rivoluzionare il concetto di tracciabilità nell’ambito del packaging agroalimentare, chiamato “codice dormiente”. Si tratta di un QR Code che, applicato ad ogni cestella dalle macchine etichettatrici, viene attivato dalla filiera al momento del confezionamento e contiene innumerevoli informazioni leggibili tramite l’applicazione dedicata: dati del confezionatore, luogo e data di raccolta, apporto calorico, ricette consigliate e molto ancora. Insomma, ogni produttore potrà liberare la sua fantasia per promuovere i propri prodotti. Siroapp, è già disponibileper iOS e Android. “Il nostro brevetto nasce in un’ottica di open innovation – affermano i titolari Rocco De Lucia e Barbara Burioli – e vuole offrire a tutti coloro che ne richiedono l’utilizzo la possibilità di usufruire di questa innovazione”. (B.B.)

presso la Galleria Comunale d’Arte del Palazzo del Ridotto, è aperta la mostra Biomorfismi dedicata agli artisti Piero Gilardi (nella foto, una sua installazione), Mattia Moreni e Francesco Bocchini. L’esposizione, un percorso tra installazioni interattive, composizioni floreali e arte plastica, pone l’accento sull’eticità e sul rapporto Uomo/Natura. L’evento è promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Cesena per valorizzare l’arte contemporanea. Il catalogo presenta testi di Piero Gilardi e Mattia Moreni e i contributi critici di Cesare Zanasi (docente del Dipartimento di Scienze e Tecnologie AgroAlimentari dell’Università di Bologna) e Adele Cacciagrano (dottore di ricerca in Studi Teatrali e Cinematografici dell’Università di Bologna).

Dario Fo racconta CHARLES DARWIN CESENATICO Il Palazzo del Turismo Primo Grassi accoglie fino

a domenica 6 novembre 2016 Dario Fo Darwin, un percorso artistico multiforme per raccontare la storia, spesso sconosciuta, dello scienziato padre della teoria dell’evoluzione. Nella sua casa di Sala di Cesenatico, il Premio Nobel ha creato un laboratorio artistico all’interno del quale realizza dipinti e sculture assieme a giovani allievi, qui nasce questo progetto che da settembre è diventato il libro Darwin. Ma siamo scimmie da parte di madre o di padre?, edito da Chiarelettere. La mostra, a ingresso libero, è aperta tutti i giorni, dalle 14 alle 19. È possibile partecipare agli speciali incontri guidati con Dario Fo (nella foto) ogni sabato alle ore 21, previa prenotazione telefonica allo 0547 79425, e con acquisto obbligatorio di una foto-litografia firmata dall’artista, al costo di € 12,20. Info: IAT 0547 673287. (E.B.) 6

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ANNOTARE

Piccola Industria ELETTO CANGINI FORLÌ Il 19 settembre

Premio CAPPELLI 2016 ROCCA SAN CASCIANO

Il prestigioso Premio Internazionale Carlo Alberto Cappelli è stato consegnato lo scorso luglio. L’evento, patrocinato dal Comune, ha premiato il famoso coreografo e regista Fredy Franzutti, fondatore della compagnia Balletto del Sud. Impegnato nell’allestimento di spettacoli, dal Bolscioi di Mosca all’Opera di Roma, l’artista ha portato a Rocca San Casciano la sua Carmen (nella foto), uno spettacolo che ha riscosso successi in importanti festival e teatri internazionali. Premio Cappelli 2016 anche ad un’altra luminosa personalità del mondo musicale operistico: la milanese Anna Crespi Morbio, presidente dal 1978 dell’Associazione Amici della Scala.

Nuovo Quaderno Piancastelli sul PAESAGGIO ROMAGNOLO FORLÌ Pubblicato da Il Mulino l’undicesimo volume della collana

Quaderni Piancastelli, promossa dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e dall’Amministrazione comunale. Il nuovo volume – curato dalla responsabile dei Fondi Antichi e delle Raccolte Piancastelli, Antonella Imolesi Pozzi – è dedicato al paesaggio romagnolo, al suo aspetto reale e alla sua rappresentazione. “La collezione che Carlo Piancastelli realizzò fra fine Ottocento e inizio Novecento – chiarisce la curatrice – ha come fulcro tematico la Romagna, intesa come un insieme policentrico di luoghi omogenei dal punto di vista etnografico, linguistico, sociale e culturale. Un territorio che il collezionista ha documentato attraverso la raccolta di fonti diverse, espressioni di un processo formativo, costitutivo e organizzativo della realtà culturale e ambientale. I saggi, frutto di ricerche originali sui materiali e sulle fonti conservate nelle Raccolte Piancastelli, descrivono questo spazio nei suoi tratti geograficoeconomici, antropici e nella evoluzione storica.” Oltre al saggio introduttivo della curatrice, Paesaggi di carta: l’immagine della Romagna nelle Raccolte Piancastelli, sono presenti contributi di Omar Mazzotti, Stefano Piastra, Tito Menzani, Sandra Galegati, Daniela Arrigoni, Annamaria Bernucci e Alberto Malfitano.

Giorgio Cangini è stato eletto presidente del Comitato della Piccola Industria di Confindustria Forlì-Cesena. Cangini è Presidente di Cangini Benne s.r.l., azienda di Sarsina specializzata nella produzione di macchine per la demolizione, la manutenzione del verde e stradale. In qualità di Presidente del Comitato della Piccola Industria, Cangini entra di diritto nel Comitato di Presidenza presieduto da Italo Carfagnini. “La Piccola Industria è il cuore della manifattura italiana – ha dichiarato il nuovo presidente Giorgio Cangini –. Come Confindustria dobbiamo dare una voce e una rappresentanza anche a queste imprese. La mia priorità sarà garantire che questa rappresentanza sia sempre più forte, per costruire un contesto che ne favorisca la crescita.”

Gara di golf PER LADIES FORLÌ Al Golf Club I Fiordalisi si è svolta l’8 settembre, la gara di golf

organizzata dall’Associazione delle Ladies e sponsorizzata da Edizioni IN Magazine. Prima della premiazione si è svolto un incontro con la socia golfista Mariavittoria Andrini, giornalista e scrittrice, che in una piacevole chiacchierata con la presidente Matilde Portolani ha ripercorso gli ultimi anni del suo lavoro e ha raccontato come nascono i suoi libri. L’Associazione I Fiordalisi Ladies Golf Club nasce in contemporanea con il golf forlivese e ha lo scopo di “far conoscere e sviluppare lo spirito golfistico e agevolare la pratica del golf fra tutte le signore” con l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare ad attività benefiche. Il giorno dedicato alle signore è il giovedì. (nella foto: Mariavittoria Andrini, la prima classificata Oriella Milandri e la presidente Matilde Portolani) 8

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ANNOTARE

Successo per SCATTI IN MOTO

Apre la nuova FIERA DI CESENA

MILANO MARITTIMA Grande

CESENA Il nuovo quartiere

successo per la mostra fotografica di Loris Camprini Scatti in moto presso l’Hotel Mare Pineta di Milano Marittima. Nata come spinoff della pubblicazione del libro Un milione di chilometri in moto (Edizioni IN Magazine Autori) la mostra raccoglie una selezione delle foto che Camprini ha scattato durante i suoi viaggi intorno al mondo, dagli Stati Uniti alla Nuova Zelanda, dall’Europa al Canada, all’Australia. L’obiettivo della mostra è essenzialmente benefico, molti scatti sono infatti stati venduti e il ricavato devoluto interamente alla Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica. Ne parliamo al presente perché la fortuna della mostra non finisce con l’esposizione estiva. Gli scatti di Loris Camprini cominceranno infatti a viaggiare per l’Italia: il prossimo appuntamento è a Firenze.

fieristico di Cesena viene inaugurato sabato 15 ottobre alle 17.00 con un aperitivo in musica e la possibilità di scoprire la nuova città del gusto del Gambero Rosso che presenterà i suoi cooking show. Una scuola di cucina di 500 mq, uno spazio che può accogliere eventi da cento a duemila persone e una sala conferenze da cinquecento posti: ecco alcune delle novità presenti nel nuovo quartiere fieristico. Il restyling della struttura, per cui sono stati investiti circa due milioni di euro, rientra all’interno del progetto di rilancio della Fiera che ha visto in primis il trasferimento di Macfrut a Rimini. Tra le novità più curiose la creazione di un’area ristorante e una scuola di cucina da sfruttare sia per la gestione di attività didattiche di tipo professionale sia per corsi amatoriali. (B.B.)

Trionfa al Festival di Castrocaro ETHAN LARA CASTROCARO TERME Il Festival Voci e Volti Nuovi di Castrocaro Terme, la storica kermesse che ha lanciato artisti come Eros Ramazzotti e Zucchero, ha il suo nuovo trionfatore: l’edizione 2016 è stata vinta dal diciottenne fiorentino Ethan Lara (al centro nella foto). La serata conclusiva della manifestazione è andata in onda sulla rete nazionale, con la conduzione di Flavio Montrucchio e Samanta Togni. Dodici i finalisti – giudicati da Claudio Lippi, Mara Maionchi e Valerio Scanu – che hanno interpretato dal vivo cover di pezzi famosi e brani inediti. Ethan ha proposto Se io se lei di Biagio Antonacci e l’inedito Anche solo per un’ora. Il vincitore ora parteciperà di diritto alle selezioni per l’area Nuove Proposte del prossimo Festival di Sanremo. www.festivalcastrocaro.it (E.B.)

ADVERTORIAL

PADDLE TENNIS A RAKETOWN Una disciplina divertente, ideale per tenersi in forma senza sottoporsi a sforzi eccessivi, allenare i riflessi e conoscere nuovi amici. È il paddle tennis, il gioco del momento, finalmente praticabile anche a Forlì, nei due campi allestiti all’interno di Raketown, la struttura polivalente di via Lunga. Nato agli albori degli anni Settanta in Messico come combinazione di vari sport di racchetta, dal tennis allo squash, il paddle si basa su poche e semplici regole ed è adatto a tutti, uomini e donne, bambini e anziani. Più spettacolare del tennis per via della pallina sempre in movimento e per il gioco di sponda, si pratica con

una racchetta traforata. Si può giocare in singolo e in doppio su una superficie ridotta (delle dimensioni di 10 metri di larghezza e 20 di lunghezza), divisa in due da una rete e delimitata da pareti trasparenti. Accessibile nei costi, alla portata di qualsiasi tasca, nel volgere di pochi anni il paddle si è trasformato da sport di nicchia a disciplina cult e conta un numero di praticanti in crescita costante. A Paddletown sono in programma corsi per adulti e per bambini, tenuti dagli istruttori Alberto Albertini e Yuri Succi, e dal 16 settembre prenderanno il via tornei Fit. Paddletown è aperta tutti i giorni dalle 9 alla mezzanotte.


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ESSERE

Rod Rod

SUPERSTAR! LA CARRIERA E LA VITA DI ROD GRIFFIN SONO SEGNATE DALL’INCONTRO CON IL BASKET ITALIANO E CON L’AMORE. A FORLÌ LA PANTERA RIPOSA E ALLENA I GIOVANI DELLA ONE TEAM BASKET.

S

di Francesca Miccoli / ph Giorgio Sabatini

Sono tanti i luoghi comuni che potrebbero essere utilizzati per descrivere Rod Griffin. La prestanza fisica, sposata a un carattere amabile, ne fa un gigante buono. Le lunghe leve e i muscoli scolpiti portano a scomodare i miti dell’iconografia classica. Poi ci sono i numeri, i record inscritti negli annali, destinati a elevare l’ex cestista a eroe dello sport moderno. Oggi Rod è uno splendido sessantenne: un giovane nell’animo e nel sorriso bonario e illuminante, un uomo nei valori saldi e radicati. Un modo di essere che affonda le radici negli anni dell’infanzia, vissuta nella tranquilla North Carolina sotto l’ala protettrice degli amatissimi nonni materni. Bravi a preservare il cucciolo dai primi dolori della vita, a partire dalla separazione dei genitori. E proprio dal nonno il piccolo Rod eredita la passione per lo sport, in particolare per il baseball, praticato al liceo per ben quattro anni. Ma il giovane atleta eccelle anche nel football americano e soprattutto con la palla a spicchi tra le mani. Il talento lo deve a mamma Nancy, stellina del basket negli anni accademici. L’abilità di Roderick non passa

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IN MAGAZINE

inosservata: una borsa di studio gli schiude la porta della Wake Forest, un’università di piccole dimensioni in cui la quotidianità è scandita dal rigore ferreo dei canoni della religione battista. Conteso da varie squadre, nel 1978 Rod è la prima scelta dei blasonati Denver Nuggets. L’anno precedente era stato eletto miglior giocatore nell’Atlantic Coast Conference. “Una gioia durata poco,” racconta oggi con realismo e disincanto la pantera, vittima di un doppio taglio in Colorado. Per un portone dell’Nba che si chiude, si spalancano le porte del campionato italiano. Il Belpaese più che una meta appare allora come una via di fuga. Lo sbarco non è tuttavia dei più promettenti. “Erano gli anni di piombo e io, abituato a vivere in un microcosmo protetto, atterrai in un aeroporto pieno di poliziotti con mitra al collo e cani antidroga al guinzaglio.” Inevitabile il disorientamento iniziale. “Non capivo la lingua e interpretavo come aggressiva l’eccessiva gestualità degli italiani.” Problemi relativi, perché l’Nba torna presto a bussare alla porta. Ma è un altro flop. “Al contrario della prima

volta, avevo curato ogni dettaglio della preparazione e prima del taglio ottenni una media di oltre dodici punti e dodici rimbalzi disputando solo metà minutaggio.” Probabilmente qualcuno in quello spogliatoio tramava per non perdere il posto. Ma Rod, sereno perché privo di rimorsi, ancora una volta dà una grande prova di umiltà. “Fa parte dello sport. E se non fosse successo, forse non avrei avuto l’opportunità di conoscere mia moglie.” Per un anno Griffin insegna basket negli Usa. “Avevo bisogno di staccare, reduce dalla scomparsa di mia nonna Betsey, la persona piú importante della mia vita”. Ma l’Italia è nuovamente dietro l’angolo. E ancora una volta il rientro non è all’insegna dei migliori auspici. “Arrivai a Milano assieme a Mark Crow, nuovo giocatore di Rimini. Non riuscivamo a salire sul treno, solo poco dopo apprendemmo la motivazione: l’attentato alla stazione di Bologna.” Sotto i tabelloni forlivesi si alternano vittorie gratificanti e qualche delusione. Ma sono il clima e il calore che accompagnano ogni match a rendere speciale l’avventura. Ai tifosi biancorossi


IN MAGAZINE

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A FIANCO, ROD GRIFFIN IN UNA FOTO DI SQUADRA CON LA JOLLY COLOMBANI. SOTTO, IN UNO SCATTO PRESSO LA PALESTRA NAUTILUS DI FORLÌ.

SOTTO I TABELLONI FORLIVESI SI ALTERNANO VITTORIE GRATIFICANTI E QUALCHE DELUSIONE. MA SONO IL CLIMA E IL CALORE CHE ACCOMPAGNANO OGNI MATCH A RENDERE SPECIALE L’AVVENTURA. AI TIFOSI BIANCOROSSI BRILLANO ANCORA GLI OCCHI.

brillano ancora gli occhi a pensare all’anno della promozione in A1 e a certe schiacciatone memorabili di Rod Rod Superstar, che tra il 1978 e il 1986 disputa sette stagioni a Forlì indossando le canotte di Jollycolombani, Recoaro, Acquabrillante, Latini. E anche sette partite con la Filanto agli albori dei Novanta. Rod ricorda con amore tutte le esperienze vissute sul parquet. A partire da quella di Livorno come portacolori dell’Enichem. “Un anno meraviglioso: coi compagni c’era un’intesa straordinaria e i rapporti non erano minati da alcuna invidia. Il coach era Alberto Bucci, che sapeva fare il proprio mestiere, e dunque rompere le scatole, ma riusciva anche a farci divertire. Arrivammo ottavi, perdemmo ai playoff da quella Juve Caserta che avrebbe poi fatto man bassa di trofei.” Felici anche 14

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le esperienze a Montecatini, con la neopromossa Sharp dei gemelli Boni e Niccolai, e a Cremona, teatro della grande amicizia con il fratello Dave Lawrence. Forte di un carattere splendido e di un equilibrio invidiabile, Rod rivisita serenamente anche i campionati da dimenticare e persino il lento decadimento di giocatore. “È difficile smettere ma arriva il momento in cui sei costretto a trascorrere più tempo a fare riabilitazione che allenamento. Ma poiché l’alternativa alla vecchiaia è la morte, sempre meglio invecchiare.” Fu l’indimenticato presidente Rovati a inserire Griffin nello staff di coach Phil Melillo a metà degli anni Novanta. “Contemporaneamente mi allenavo con i lunghi ma la presenza di due americani in squadra mi precludeva la possibilità di scendere in campo.” Divenuto cittadino italiano, Roderick si ributta in pista e cambia più volte squadra prima di far ritorno in città come portacolori della Fulgor. È la fine che segna un nuovo inizio. Conseguito il patentino di allenatore professionista, Griffin inanella varie esperienze come coach e come vice a Roseto, a Imola, a Bologna. Il resto è storia recente. Oggi le iniziali RG sono scritte sulla divisa della One Team Basket (squadra nata dalla fusione tra Ca’ Ossi e Aics). “Alleno i ra-


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ROD GRIFFIN AL PARCO URBANO DI FORLÌ CON LA MOGLIE VALERIA.

gazzi nati nel 2000, 2001, 2003: ben tre squadre, è molto impegnativo. Lavorare con i giovani è difficile ma altresì gratificante: devi cercare di essere un po’ psicologo, di insegnare a trovare un posto in campo ma anche nel mondo.” I primi a vedere in Rod il carisma e la competenza, la capacità di comunicare e di ascoltare, sono alcuni fedelissimi. Veri e propri fratelli. “Il mio direttore tecnico Mario Santarelli, il presidente Marco Montanari, quindi Mirko Petrini, assistente della squadra per i nati nel 2000, e l’accompagnatore Marco Ruffilli, che in passato ha privilegiato le mie partite rispetto a quelle in cui giocava il figlio!” Per sposare il progetto One Team, la pantera ha declinato altre offerte. Del resto, Forlì è casa sua. “Non ho mai pensato di poter vivere in un’altra città.” A cementare definitivamente il rapporto con la Romagna è stato l’incontro con Valeria, insieme a nonna Betsey e a mamma Nancy, la donna della sua vita. Il colpo di fulmine scattò subito ma l’intelligenza e la sensibilità di Rod lo indussero ad aspettare. “Vidi Valeria all’Hotel della Città, la conobbi grazie alla

complicità di un cameriere. Mi colpì immediatamente. Ci siamo sposati nel 1984, i miei suoceri mi considerano un figlio. Abbiamo due splendidi gatti: si chiamano Lucy e Naomi.” Lo scorso giugno, Rod ha compiuto sessant’anni. Ne è nata persino una pagina su Facebook. In barba all’anagrafe Griffin si è presentato all’appuntamento in grandissima forma. “E pensare che non faccio nulla. Un tempo camminavo. Correre no, non mi piaceva nemmeno quando giocavo!” Apprezzato per la simpatia e la dolcezza, è ancora oggi il beniamino di tanti. Essere gratificati

DIVENUTO CITTADINO ITALIANO, ROD SI RIBUTTA IN PISTA E CAMBIA PIÙ VOLTE SQUADRA PRIMA DI FAR RITORNO IN CITTÀ COME PORTACOLORI DELLA FULGOR. È LA FINE CHE SEGNA UN NUOVO INIZIO. INANELLA COME COACH ESPERIENZE A ROSETO, IMOLA, BOLOGNA.

non significa però perdere di vista i propri obiettivi. Il grande sogno è dimostrare di essere all’altezza dei palcoscenici più importanti. E nel cuore di Rod c’è un solo nome: Palagalassi. Ma lui non si candiderà mai. E mai vorrebbe forzare una scelta. Nel Paese dei sessanta milioni di commissari tecnici, sulla Pallacanestro Forlì 2.015 Rod preferisce non esprimere valutazioni. “La realtà cestistica locale è in crescita e ha buone prospettive, anche a livello giovanile. Non mi sento tuttavia di dare un giudizio sull’Unieuro, squadra che non conosco. Per farlo dovrei viverla dall’interno, conoscerne la quotidianità.” Il sogno è proprio quello. E sarebbe condiviso da migliaia di forlivesi che ancora hanno gli occhi pieni di meraviglia. E nelle orecchie un riecheggiare lontano: “Rod Rod Superstar”. 16

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Unieuro BASKET I millecinquecento di Montecatini sono ancora tutti lì, con gli occhi sognanti e il cuore gonfio di gioia. Pronti a sospingere i ragazzi di Gigi Garelli fino a fil di sirena e anche oltre. La Pallacanestro Forlì 2.015 si appresta a vivere una nuova stagione con il marchio Unieuro sulle maglie, finalmente e nuovamente nel basket che conta. Archiviato il precampionato con la piazza d’onore conseguita al quadrangolare di Cervia e il terzo posto ottenuto da una squadra decimata al Torneo Terme di Castrocaro, la regular season riparte il 2 ottobre al Palafiera, teatro del debutto con Ferrara. Una settimana più tardi la palla a due si sposta al Pala De André di Ravenna. Bisognerà attendere ancora qualche settimana invece per gli attesissimi derby con le due bolognesi. Un torneo che si preannuncia tiratissimo. L’obiettivo è mantenere la categoria. E in futuro, chissà. Se sognare è sempre lecito, in questo caso diventa doveroso.


TEATRO NAZIONALE

PROSA

23 - 26 febbraio 2017

24 - 25 gennaio 2017

GIULIO CESARE

MACBETH

di William Shakespeare adattamento e regia Àlex Rigola con Michele Riondino TEATRO STABILE DEL VENETO

THE PRIDE

10 - 13 novembre 2016 di William Shakespeare regia Franco Branciaroli con Franco Branciaroli e Valentina Violo CTB Centro Teatrale Bresciano TEATRO DE GLI INCAMMINATI

24 - 27 novembre 2016

FAUST

una ricerca sul linguaggio dell’Opera di Pechino

di Li Meini basato sul dramma “Faust: prima parte”di Johann Wolfgang Goethe progetto e regia Anna Peschke musiche originali composte da Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani, Chen Xiaoman EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE CHINA NATIONAL PEKING OPERA COMPANY spettacolo in lingua cinese con sovratitoli in italiano

12 - 15 gennaio 2017

IVANOV

di Anton Cechov regia Filippo Dini FONDAZIONE TEATRO DUE TEATRO STABILE DI GENOVA

9 - 12 febbraio 2017

L’ORA DI RICEVIMENTO (banlieue) di Stefano Massini regia Michele Placido con Fabrizio Bentivoglio TEATRO STABILE DELL’UMBRIA

9 - 12 marzo 2017

MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE di Arthur Miller regia Elio De Capitani TEATRO DELL'ELFO

15 - 18 marzo 2017

di Alexi Kaye Campbell regia Luca Zingaretti ZOCOTOCO

1 - 2 marzo 2017

TEATRO CONTEMPORANEO 1 - 3 dicembre 2016

di Dale Wasserman dall’omonimo romanzo di Ken Kesey con Daniele Russo, Elisabetta Valgoi uno spettacolo di Alessandro Gassmann FONDAZIONE TEATRO DI NAPOLI

ESSAI

18 - 19 novembre 2016

L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA di Luigi Pirandello regia Gabriele Lavia FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA

una commedia dell’anima tedesca

di Thomas Bernhard progetto, scene e regia di Pier Paolo Pasolini Elena Bucci e Marco Sgrosso regia Valerio Binasco EMILIA ROMAGNA TEATRO TEATRO METASTASIO DI PRATO FONDAZIONE TEATRO DELLA TEATRO STABILE DEL FRIULI VENEZIA TOSCANA GIULIA in collaborazione con LE BELLE con la collaborazione di BANDIERE SPOLETO58 FESTIVAL DEI 2MONDI

adattamento Emanuele Aldrovandi / Pietro Babina scene, luci e regia Pietro Babina EMILIA ROMAGNA TEATRO Palcoscenico del Teatro Bonci FONDAZIONE

QUALCUNO VOLÒ SUL NIDO DEL CUCULO

PRIMA DELLA PENSIONE ovvero COSPIRATORI

PORCILE

IL LIBRO DI GIOBBE

6 - 9 aprile 2017

Palcoscenico del Teatro Bonci 30 marzo - 1 aprile 2017

LA TARTARUGA

di Luigi Pirandello regia Levan Tsuladze EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE

Palcoscenico del Teatro Bonci 4 - 6 marzo 2017

ASSASSINA

di Franco Scaldati riduzione e regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi musiche e canti originali composti ed eseguiti in scena dai Fratelli Mancuso EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE

PROGETTI SPECIALI (FUORI ABBONAMENTO)

nell’ambito di Osservatorio Màntica 4 - 5 dicembre 2016

ESERCIZI PER VOCE E VIOLONCELLO SULLA DIVINA COMMEDIA DI DANTE voce Chiara Guidi violoncello Francesco Guerri produzione SOCIETAS

12 - 14 aprile 2017

GIURAMENTI

regia, scene e luci di Cesare Ronconi testi originali di Mariangela Gualtieri TEATRO VALDOCA con la collaborazione di L’ARBORETO-TEATRO DIMORA TEATRO PETRELLA con il contributo di REGIONE EMILIAROMAGNA, COMUNE DI CESENA con il sostegno di EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE

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si ringraziano gli autori dei murales al Liceo "V. Monti" di Cesena, Dunia Maccagni e Matteo Nottoli


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IN MAGAZINE


ESSERE

Scatti di

PASSIONE DOPO UN INIZIO COME PROGETTISTA MECCANICO, MARCO ONOFRI HA LASCIATO TUTTO PER LA FOTOGRAFIA. E OGGI È UNO DEI FOTOGRAFI PIÙ QUOTATI D’ITALIA. di Barbara Baronio / ph Marco Onofri

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Quando si attraversano gli ampi spazi del suo studio denominato Senape è difficile non farsi rapire ad ogni passo da una delle sue opere. È un fotografo dalle mille identità, ognuna delle quali non va d’accordo con l’altra: wedding photographer da oltre quindici anni, ritrattista e anche professionista a servizio della moda, della pubblicità e grande amante dei reportage. Ogni settore, matrimonio, moda, mondo dell’arte, va in conflitto con l’altro, non è facile mantenere questi diversi profili. Questo è Marco Onofri, classe 1973, nato a Cesena, romagnolo nel carisma, ma dall’indole timida. Artista dell’immagine, sperimentatore e ottimista, il suo approccio alla fotografia è elegante ed ispirato alle opere di Sarah Moon e Paolo Roversi. Diplomatosi in meccanica all’Istituto tecnico industriale di Forlì, per anni è stato un progettista meccanico sviluppando e approfondendo la sua passione per la fotografia solo nel tempo libero. “Un giorno poi ho scelto,” spiega con un pizzico di soddi-

sfazione. “Di slancio ho deciso di licenziarmi lasciando l’impiego sicuro che avevo conquistato per dedicarmi completamente al mio progetto ambizioso e, ai tempi, forse un po’ incosciente: diventare un fotografo professionista e fare di questo hobby la mia attività principale. I miei maestri sono i grandi fotografi che ho studiato sui libri, sulle cui immagini ho fatto tentativi, approcci e simulazioni di luci per capire come lavorare in studio. Per imparare, all’inizio strappavo le immagini dalle riviste e cercavo di capire tutti gli elementi fondamentali. Non ho voluto escludere niente della fotografia, soprattutto i primi anni, quindi mi sono messo in gioco su molti campi: dai matrimoni, alle immagini di food, moda, per passare ai reportage aziendali e lifestyle, che amo. Ho fatto di questa mia passione la chiave per sciogliere anche la mia timidezza, l’ho vista come l’occasione per raccontare un po’ di me e allo stesso tempo avvicinare le persone, scoprire storie e volti nuovi. La fotografia mi ha letteralmente cambiato la vita”. IN MAGAZINE

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“HO SELEZIONATO I FOLLOWERS SU FACEBOOK. NE SONO ARRIVATI OLTRE CENTOQUARANTA DA NAPOLI A MILANO. A LORO HO CHIESTO SOLO DI PRESENTARSI DA ME COSÌ, COME ERANO, QUANDO MI SCRIVEVANO DA CASA AL COMPUTER.”

Nelle sue settimane sempre stracolme di viaggi e impegni ama dedicarsi alla fotografia per se stesso e da qui nascono i suoi progetti più grandi e che ne rivelano ancora di più la creatività e la capacità di guardare oltre. “Ogni tanto mi fermo. Fotografo per me sperimentando nuove tecniche,

mettendomi alla prova e dando corpo a flussi di idee e progetti nuovi.” Onofri, che ha iniziato come autodidatta, oggi è un fotografo italiano affermato. Grande successo ha avuto il suo ultimo progetto, la mostra Followers, che per la prima volta ha rappresentato il mondo dei social in una serie di immagini, riducendo lo spazio tra chi è guardato e chi scruta attraverso lo schermo. “Si tratta di un’idea in continuo sviluppo – spiega Onofri – che racconta cosa accade quando tra modelle e seguaci viene eliminato il social network che sta in mezzo, che è lo scudo per i critici, lo spioncino per i più timidi, il mezzo dei fanatici e la finestra sul mondo per i più giovani. È stato un lavoro faticoso. Per un anno intero ho selezionato i followers proprio attraverso la rete, su Fa-

cebook. Ne sono arrivati oltre centoquaranta, da Napoli a Milano, per partecipare ai miei set fotografici. A loro ho chiesto solo di presentarsi da me così, come erano, quando mi scrivevano da casa al computer.” Il risultato è stato uno strabiliante quadro dove i veri protagonisti sono proprio i Followers che, intorno ai corpi nudi delle modelle, mostrano le loro espressività senza veli: c’è chi ride beffardo, chi si copre gli occhi, chi giudica, bambini incuriositi, madri che allattano. “Sono scene di vita quotidiana che noi stessi viviamo e che si rivelano attraverso l’obiettivo fotografico e le luci soffuse di camere d’albergo, di appartamenti.” Molto ricercato anche dalle grandi aziende Onofri è riconosciuto dai suoi clienti come un artista della fotografia, versatile, in grado di cam-

IN QUESTA PAGINA, DUE SCATTI TRATTI DAL PROGETTO FOTOGRAFICO “FOLLOWERS”.

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biare il suo linguaggio a seconda delle esigenze. Onofri negli anni ha scattato in condizioni non sempre favorevoli. “Sono stato anche sveglio per quarantacinque ore per seguire due lavori consecutivi. Un altro ricordo difficile ma bello è un servizio moda, questa estate. C’eravamo alzati all’alba, ma un diluvio universale sembrava compromettere tutto il servizio. Non volevamo rinunciare, perché i costi di un rinvio sarebbero stati gravosi, ecco che allora ho ribaltato l’idea per il servizio fotografico. Ho usato dei flash portatili, che si sono irrimediabilmente compromessi con la pioggia, e ho scattato sotto l’acqua, ma ne sono usciti scatti meravigliosi. Avere la stima del cliente per me è fondamentale perché mi sento libero di sperimentare anche a costo di rovinare le mie apparecchiature, come è avvenuto in questo caso. Mi dispiace mettere a rischio l’attrezzatura, ma l’obiettivo è portare a casa il lavoro bene. Io non sono geloso delle mie macchine, per me una macchina fotografica deve scattare e lo deve fare bene e, se la si usa, è normale che si usuri, non sono uno di quei foto-

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grafi che ha la macchina perfetta e quasi non la usa.” Per Onofri il bravo fotografo è colui che la foto la prevede, quando la vede è già tardi. Non usa Photoshop, per lui le foto sono finite nel momento in cui le ha in macchina. “Il novantanove per cento dei miei scatti è così come li ho scattati, o quasi. Non critico assolutamente chi lavora nella post produzione, anzi, alcuni fotografi li stimo per il lavoro che fanno, ma per ora la postproduzione spinta non mi appassiona, non mi appartiene. Amo stare dietro all’obiettivo, non davanti al PC. Sono affascinato dalla figura femminile, dall’eleganza e la raffinatezza, dedico tempo al ritratto di amiche, modelle e non, persone che incontro e trovo interessanti. Il momento del ritratto per me è molto importante perché parla di un incontro tra due persone, che si mettono in gioco. Il feeling, la fiducia e la capacità di rompere le barriere, fanno la differenza nella fotografia. Quando mi trovo a fotografare i momenti speciali delle persone cerco di essere sempre discreto. Ad esempio ogni matrimonio ha la sua storia: la racconto con tutti gli scatti che servono, per me è

“QUASI OGNI DUE GIORNI C’È UN GIOVANE CHE VIENE DA ME PER CHIEDERE DI IMPARARE O DI POTER INIZIARE A COLLABORARE. SONO TANTI QUELLI CHE AMANO LA FOTOGRAFIA E ANCHE IL DILAGARE DEGLI SMARTPHONE HA FAVORITO IL CRESCERE DI TANTI APPASSIONATI.”

importante che sia la giornata degli sposi, non del fotografo come protagonista. Io sono chiamato a raccontare una storia vera, non trovo giusto che gli sposi debbano impegnarsi per realizzare foto precotte dal fotografo. La spontaneità è fondamentale.” Onofri di recente è stato il fotografo ufficiale del matrimonio dell’ex velina Melissa Satta con il calciatore Kevin Prince Boateng che si è tenuto a giugno a Porto Cervo. “Sono arrivati a me attraverso una wedding planner di Milano che ha seguito l’organizzazione del loro matrimonio. È stata un’esperienza interessante, non mi sono fermato un attimo. Non è il primo matrimonio Vip che mi sono trovato a seguire. Già avevo lavorato per quello di Andrea Barzagli, la cui signora Maddalena ha insistito molto perché andassi a Lerici.” Onofri per anni ha avuto anche tanti collaboratori e dipendenti in studio. “Oggi lavorano con me Cristina, mia sorella, e Andrea, prezioso collaboratore. Quasi ogni due giorni c’è un giovane che viene da me per chiedere di imparare o di poter iniziare a collaborare. Sono tanti quelli che amano la fotografia e anche lo sviluppo dei social, il dilagare degli smartphone hanno favorito il crescere di tanti appassionati. Per fare questo mestiere però occorre tanto studio e sono diversi i fotografi amatoriali che si buttano sul mercato. Tutto sta a quello che si cerca. Occorre pensare che in fondo tutti mangiano, tutto dipende da come ci si vuole trattare”.


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INTRAPRENDERE

Ragazzi

FAVOLOSI CHE COSA SIGNIFICA ESSERE GIOVANI IMPRENDITORI OGGI? COME SI PUÒ DARE SLANCIO ALL’ECONOMIA ROMAGNOLA? NE PARLIAMO CON KEVIN BRAVI, LISA BRIGLIADORI, MATTEO CECCHINI ED ENRICO ILLOTTA.

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IN MAGAZINE

di Dolores Carnemolla / ph Giorgio Sabatini

Industria 4.0, innovazione tecnologica, aeroporto, manifattura, turismo e orgoglio romagnolo: volendo tracciare attraverso delle parole chiave le idee e le aspirazioni dei giovani imprenditori romagnoli emergerebbero queste voci in cui progettualità e visione assumono contorni decisi. Abbiamo intervistato Kevin Bravi, Matteo Cecchini, Enrico Illotta e Lisa Brigliadori che sono rispettivamente i rappresentati dei gruppi giovanili di Unindustria, CNA e Confcommercio di Forlì e Cesena: si sono delineate tre sfere diverse del tessuto imprenditoriale del territorio con delle esigenze comuni, urgenze caratterizzate da un bisogno di dialogo tra le parti volto allo sviluppo di un contesto economico e sociale condiviso. “Dobbiamo fare rete innanzitutto tra noi, aprendoci di più al confronto e accettando di correre qualche rischio – sostiene Kevin Bravi, Presidente dei Giovani Imprenditori di Unindustria – interpretando il presente in maniera condivisa e sviluppando una comune visione di futuro. Se sapremo vincere questa sfida, potremo qualificare il nostro territorio come un nodo


IN APERTURA, KEVIN BRAVI, PRESIDENTE DEI GIOVANI IMPRENDITORI DI UNINDUSTRIA. A DESTRA, MATTEO CECCHINI, PRESIDENTE DI CNA GIOVANI IMPRENDITORI.

produttivo internazionale.” Stando agli ultimi dati diffusi da Unioncamere-Infocamere (sulla base del Registro delle imprese iscritte alle Camere di Commercio) nella provincia di Forlì-Cesena si registra il minor numero di imprese guidate da giovani (solo il 6,5%) mentre il dato nazionale evidenzia come cresce in Italia l’imprenditoria giovanile nel secondo trimestre 2016: + 20.000 imprese under 35 di cui il 40% al Sud. Per Kevin Bravi “i dati di Unioncamere non tengono in considerazione del passaggio generazionale e del fatto che molte imprese strutturate vedono la seconda generazione già concretamente impegnata in azienda seppur, in alcuni casi, gli stessi giovani non siano i legali rappresentanti,” e la stessa idea è condivisa da Matteo Cecchini, Presidente di CNA Giovani Imprenditori e da Enrico Illotta Presidente dei Giovani Imprenditori Confcommercio Forlì. Su quali elementi bisogna puntare per dare slancio all’imprenditoria romagnola? La nostra manifattura è tra le migliori non solo per la qualità del prodotto, ma anche per ricerca e l’innovazione. Secondo Kevin Bravi “occorre continuare a investire su questi elementi e sfruttare il valore del Made in Italy sottolineando l’eccellenza che le nostre industrie esprimono e facendone un valore aggiunto che rende i nostri prodotti desiderabili sui mercati internazionali. Possiamo contare su un knowhow specialistico che tutto il mondo ci invidia, dobbiamo farlo fruttare al meglio e capire quanto prima che le innovazioni tecnologiche e l’industria 4.0 stanno abbassando i costi di produzione anche delle piccole serie. Una delle più apprezzate qualità delle nostre imprese è saper accontentare le esigenze dei clienti adattando la produzione a logiche sartoriali quindi dobbiamo valorizzare questa qualità rendendola una leva di competitività

INDUSTRIA 4.0, INNOVAZIONE TECNOLOGICA, AEROPORTO, MANIFATTURA, TURISMO E ORGOGLIO ROMAGNOLO: QUESTE SONO LE PAROLE CHIAVE, LE IDEE E LE ASPIRAZIONI DEI GIOVANI IMPRENDITORI ROMAGNOLI, IN CUI PROGETTUALITÀ E VISIONE ASSUMONO CONTORNI DECISI.

sempre più importante, proprio oggi che le tecnologie consentono produzioni di piccole serie a prezzi competitivi”. Per Matteo Cecchini la strategia migliore sarebbe quella di riuscire ad unire le forze tra i vari soggetti imprenditoriali, soprattutto quando questi sono di dimensioni medio piccole perché “in questo attuale scenario di mercato è strategico unire competenze ed eccellenze per creare soluzioni appetibili anche a mercati in cui singolarmente non sarebbe possibile entrare”. Enrico Illotta fa invece riferimento alla tradizione imprenditoriale della sua famiglia: “Da anni gestisco attività alberghiere e da anni sono in prima persona impegnato nella promozione del territorio e alla continua ricerca di iniziative utili a far conoscere le tante eccellenze che ci circondano. Il lavoro che stiamo da IN MAGAZINE

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LA RIAPERTURA DELL’AEROPORTO, TROPPE VOLTE ANNUNCIATA E SEMPRE DISATTESA, POTREBBE VERAMENTE CONSENTIRE AL TERRITORIO UN’ULTERIORE CRESCITA ECONOMICA, SIA DAL PUNTO DI VISTA TURISTICO CHE DEGLI SCAMBI COMMERCIALI.

IN ALTO, ENRICO ILLOTTA, PRESIDENTE DEI GIOVANI IMPRENDITORI CONFCOMMERCIO FORLÌ.

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IN MAGAZINE

anni facendo con il nostro Club di Prodotto Romagna Full Time consiste proprio nel fare conoscere al grande pubblico queste bellezze. Per fare ciò serve certamente esperienza nel mondo della ricettività ma soprattutto amore per i propri luoghi e la consapevolezza di vivere in un territorio che piace fortemente ai visitatori che lo animano”. Per Lisa Brigliadori, responsabile Giovani Imprenditori di Confcommercio Cesena oggi

l’idea imprenditoriale che gira attorno al mondo del turismo, dell’accoglienza e della ristorazione deve saper dialogare con gli aspetti più innovativi e tecnologici: “Non mi riferisco solo ad un sapiente utilizzo dei social network – ci spiega – ma anche ad una gestione amministrativa più precisa e lungimirante della propria attività e soprattutto delle idee che vanno ad intercettare il bisogno dell’utente del terzo millennio: risparmio di tempo; un approccio al bello di tipo emozionale, che tenga conto cioè di un nuovo modo di relazionarsi; e disponibilità economica ridotta”. Cercando di capire quale potrebbe essere il progetto più ambizioso che si possa immaginare per il tessuto imprenditoriale del territorio non ha dubbi Kevin Bravi: “In termini pragmatici un’economia come la nostra non può prescindere anche da un’adeguata rete infrastrutturale che ci colleghi alle città cardine dell’economia

non soltanto europea ma anche globale. Mi riferisco ovviamente al nodo riguardante l’aeroporto”. Della stessa idea è Enrico Illotta convinto del fatto che la riapertura dell’aeroporto, troppe volte annunciata e sempre disattesa, potrebbe veramente consentire al territorio un’ulteriore crescita economica, sia dal punto di vista turistico sia dal punto di vista degli scambi commerciali. Mentre Matteo Cecchini ritiene che la costante crescita di quella che oggi viene comunemente definita Industria 4.0 possa essere un’opportunità epocale per le aziende di molteplici settori e soprattutto di qualsiasi dimensione proprio perché il fenomeno di questa nuova rivoluzione industriale sta coinvolgendo in modo orizzontale aziende e professionisti e avrà una concreta ripercussione sulla vita e le abitudini dei singoli consumatori. “Va da sé – continua Cecchini – che questo porterà all’apertura di mercati che ad oggi non esistono o sono in



IN ALTO, LISA BRIGLIADORI, RESPONSABILE GIOVANI IMPRENDITORI CONFCOMMERCIO CESENA.

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stato embrionale e questo, chiaramente, rappresenta un’enorme opportunità per tutte le nostre imprese. Il rischio principale è di arrivare tardi nel cogliere queste nuove opportunità. Occorre un cambio di mentalità e di passo da parte degli imprenditori che devono riuscire ad alzare la testa dall’attività quotidiana per cercare di creare una nuova visione per i loro prodotti e servizi che si possa innestare in questo nuovo mercato”. Il progetto più ambizioso indicato da Lisa Brigliadori evidenzia il tema del Brand Romagna che il Presidente Cesenate di Confcommercio, Augusto Patrignani, sta portando avanti da circa un anno. “Si tratta di un progetto – ci spiega – che va oltre al territorio della Provincia e si rivolge a tutta l’area metropolitana della Romagna perché identificarsi come un territorio più vasto è un’idea che soprattutto per le politiche turistiche e infrastruttu-

“IDENTIFICARSI COME UN TERRITORIO PIÙ VASTO È UN’IDEA CHE SOPRATTUTTO PER LE POLITICHE TURISTICHE E INFRASTRUTTURALI È FONDAMENTALE: BISOGNEREBBE PENSARE A UN RILANCIO CHE TENGA CONTO DELLE POLITICHE COMUNITARIE.”

rali è fondamentale: bisognerebbe pensare a un piano di rilancio del nostro territorio che tenga conto delle politiche comunitarie, che sfrutti attraverso la Regione i bandi dell’Unione Europea per il settore del turismo. Ma il limite più grande è il nostro approccio culturale – continua Lisa Brigliadori – perché non si possono realizzare progetti di questo genere se non si è flessibili mentalmente, senza temere i cambiamenti”.


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FOTOGRAFARE

Alle origini

DELLA TERRA “GENESI” È IL TITOLO DELLA MOSTRA FOTOGRAFICA DI SEBASTIÃO SALGADO ALLESTITA DA FINE OTTOBRE NELLA CHIESA DI SAN GIACOMO: UNO SGUARDO SULLE ULTIME SCHEGGE DI TERRA INCONTAMINATA.

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di Erika Baldini

“La mia macchina fotografica, in Genesi, ha permesso alla natura di parlarmi. Ed è stato un privilegio ascoltare”. Questa è una, tra le molte, dichiarazioni significative di Sebastião Salgado che descrivono il suo ultimo lavoro. Noi abbiamo il privilegio di poter guardare. Allestita nella chiesa di San Giacomo e inserita nell’offerta culturale del Complesso di San Domenico – ideata da Amazonas Images, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì, organizzata da Civita Mostre in collaborazione con Contrasto – il 28 ottobre 2016 apre al pubblico Genesi di Sebastião Salgado, straordinaria mostra itinerante, già protagonista di un tour internazionale di grandissimo successo, firmata da uno dei più importanti fotografi documentaristi del nostro tempo. Iniziato nel 2003 e durato dieci anni – con oltre trenta viaggi in giro per il mondo, a piedi, su piccoli aerei e mongolfiere, per nave o in canoa, attraverso il caldo più torrido e il freddo più estremo, talvolta in condizioni pericolose – il progetto Genesi è una collezione unica, che

mostra la natura, gli animali e gli uomini con uno sguardo appassionato e rispettoso. Genesi, è “una lettera d’amore alla Terra” ma anche un potente grido di allarme, un monito affinché si cerchi di salvaguardare il nostro delicato biosistema. Dalle foreste tropicali dell’Amazzonia, del Congo, dell’Indonesia e della Nuova Guinea ai ghiacciai dell’Antartide, dalla taiga dell’Alaska ai deserti dell’America e dell’Africa fino ad arrivare alle montagne del Cile e della Siberia, le 245 foto di Salgado raccontano la commovente bellezza del nostro patrimonio terrestre e parlano dell’urgente necessità di vivere un rapporto più equilibrato con l’ambiente che ci circonda. “Genesi è una ricerca del mondo com’era, come è stato formato e come si è evoluto. Come è esistito per millenni prima che la vita moderna accelerasse e cominciasse ad allontanarci dall’essenza stessa del nostro essere. È una testimonianza del fatto che il nostro pianeta ospita ancora regioni vaste e remote dove la natura regna nella sua silenziosa e primordiale maestosità,” ha dichiarato Leila Wanick Salgado, moglie del fotografo, nonché curatrice della mostra. IN MAGAZINE

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GENESI È UNA RICERCA DEL MONDO COM’ERA, COME È STATO FORMATO E COME SI È EVOLUTO. COME È ESISTITO PER MILLENNI PRIMA CHE LA VITA MODERNA ACCELERASSE E COMINCIASSE AD ALLONTANARCI DALL’ESSENZA STESSA DEL NOSTRO ESSERE.

ALCUNI SCATTI ESPOSTI ALLA MOSTRA PRESSO LA CHIESA DI SAN GIACOMO A FORLÌ.

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IN MAGAZINE

Salgado ha voluto immortalare un mondo in cui esseri viventi e natura convivono in armonia. Una parte del suo lavoro è rivolto agli animali, ripresi attraverso un lungo lavoro di immedesimazione con il loro habitat. Un’attenzione particolare è riservata alle popolazioni indigene ancora vergini e in totale simbiosi con il creato. Cresciuto in una fattoria in Brasile, Salgado possiede un profondo amore e rispetto per la natura ed è particolarmente sensibile ai modi in cui gli esseri umani sono influenzati dalle condizioni socioeconomiche moderne. Nella sua acclamata carriera, prima di Genesi, che può essere visto come un seguito ideale alle serie precedenti, si è occupato di due importanti progetti a lungo termine: Workers (1993) e Migrations (2000), racconti per immagini sulle popolazioni sfollate e le durissime con-

dizioni di lavoro sopportate da uomini e donne in tutto il mondo. “Finora avevo fotografato un solo animale, l’uomo – ha spiegato l’artista presentando la mostra a Milano nel 2014 – poi ho preso la decisione di intraprendere questo progetto e di andare a vedere il Pianeta. All’inizio non eravamo sicuri di fare un libro o un’esposizione, avevamo semplicemente un’enorme curiosità di vedere il mondo, conoscerlo.” Genesi non è solo una ricerca estetica ma un percorso etico, quasi spirituale, un modo per dire, specie alle nuove generazioni, come ha sottolineato lo stesso Salgado, che la Terra è ancora viva e va preservata: “Abbiamo fatto una ricerca e abbiamo fatto una scoperta molto interessante: circa il 46% del mondo è ancora come il giorno della genesi”.

Come in cielo, COSI IN TERRA All’interno degli eventi della Settimana del Buon Vivere a Forlì, come anticipazione della mostra fotografica Genesi, nella Chiesa di San Giacomo è stato presentato Il sale della terra, film del pluripremiato cineasta tedesco Wim Wenders (Il cielo sopra Berlino, Lisbon story, Al di là delle nuvole, con Michelangelo Antonioni) e Premio Speciale della Giuria Un Certain Regard a Cannes 2014. Documentario monumentale sull’itinerario artistico e umano del fotografo brasiliano, codiretto da Wenders e Juliano Ribeiro Salgado, figlio dell’artista, Il sale della terra racconta – alternando la storia personale di Salgado con le sue riflessioni sul mestiere di fotografo e le sue memorie – dello splendore del mondo e dell’irragionevolezza umana che rischia di spegnerlo. Intimo e cosmico insieme, è un film fuori formato, una preghiera che dialoga con la carne, la natura e Dio.


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RISCOPRIRE

Ho incontrato

OLINDO

LA VITA PRIVATA DI OLINDO GUERRINI, ALIAS LORENZO STECCHETTI, È RACCONTATA IN UN LIBRO, CURATO DA MARIAVITTORIA ANDRINI, CHE RACCOGLIE LE TESTIMONIANZE DI AMICI E COLLEGHI DEL POETA.

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di Erika Baldini / ph Giorgio Sabatini

Non si può che iniziare citando una frase della prefazione del libro Olindo Guerrini. Ricordi autobiografici, uscito per commemorare i cent’anni dalla morte, avvenuta il 21 ottobre 1916, del grande letterato romagnolo. Mariavittoria Andrini, la curatrice di questa nuova riedizione, patrocinata dal Comune di Forlì e basata sulla copia originale del 1916, conservata presso il Fondo Piancastelli della Biblioteca Saffi, scrive: “molto di Guerrini è stato detto, ma moltissimo è ancora lì, in attesa di essere scoperto”. Perché sarà passato un secolo dalla dipartita di questo illustre scrittore – erudito bibliotecario, saggista, poeta irriverente, umorista, fine gastronomo e appassionato ciclista – ma la sua opera continua ad essere ancora straordinariamente moderna. Ne parliamo con Mariavittoria Andrini. Nella prefazione del libro, hai definito Guerrini pirandellianamente “uno, nessuno, centomila”. Quale suo aspetto si adatta meglio a questi tempi odierni? Perché i suoi scritti sono ancora così attuali? “Guerrini è da considerare un uomo assolutamente moderno.

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IN MAGAZINE

Ai suoi tempi era addirittura all’avanguardia. Le sue passioni erano la bicicletta, che poteva definirsi un mezzo nuovo per i tempi, e lui addirittura era iscritto al Touring Club e frequentava raduni di ciclisti, arrivando ad andare alla bella età di sessant’anni da Bologna fino al Monte Rosa e ritorno. L’altra sua passione era la fotografia che praticava tanto da divenire il primo presidente dell’Associazione fotografi di Bologna. Non dimentichiamo la gastronomia, anche quella una passione da non sottovalutare ai tempi. Era lui la parte colta di Artusi: quando questi voleva informazioni storiche su un piatto era proprio al bibliotecario che le chiedeva. Fra i due c’è sempre stata una calda amicizia tanto da scambiarsi numerose lettere. Aveva una tale apertura mentale che gli consentiva di spaziare veramente in argomenti fra i più disparati. Amava la tecnologia ma amava anche la riflessione. Amava la libertà e, quando non poteva averla per sé, creava personaggi finti che dicevano e scrivevano ciò che lui, Guerrini, voleva dire o scrivere. In fondo era sempre lui, ma con nomi diversi. Alla base c’è sempre una grande


NELLA FOTO, MARIAVITTORIA ANDRINI, CURATRICE DEL LIBRO “OLINDO GUERRINI. RICORDI AUTOBIOGRAFICI”.

ERA LUI LA PARTE COLTA DI ARTUSI: QUANDO QUESTI VOLEVA INFORMAZIONI STORICHE SU UN PIATTO ERA PROPRIO AL BIBLIOTECARIO CHE LE CHIEDEVA. FRA I DUE C’È SEMPRE STATA UNA CALDA AMICIZIA TANTO DA SCAMBIARSI NUMEROSE LETTERE.

ed eclettica intelligenza e, soprattutto, una grande curiositas, cioè un atteggiamento mentale positivo che guarda all’innovazione, al cambiamento degli orizzonti culturali.” Quando è nata l’idea di proporre una nuova edizione dei Ricordi autobiografici? Come hai coinvolto gli autori dei vari contributi introduttivi? “Ho cominciato ad interessarmi di Guerrini quattro anni fa e, cercando un libro di cucina antico da ripubblicare, mi sono trovata fra le mani L’arte di utilizzare gli avanzi della mensa. Un libro intelligente e attuale anche

oggi. Mentre stavo studiando per preparare la presentazione, ho approfondito un po’ il personaggio e mi sono imbattuta nella sua biografia. Ci sono voluti tre anni per poter realizzare il desiderio di ripubblicarlo. Abbiamo preso spunto dai festeggiamenti del centenario. È stato interessante ripetere la stessa impalcatura antica anche per la parte moderna, cioè più voci ad approfondire vari temi. Ho cercato allora persone già studiose di Guerrini o, come nel caso della signora Vernocchi, l’ho letteralmente coinvolta perché avevo intuito che una parte inedita e da esplorare era proprio quella relativa alla musica. IN MAGAZINE

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QUI SOPRA, I DUE VOLUMI DI OLINDO GUERRINI CURATI DA MARIAVITTORIA ANDRINI, EDIZIONI IN MAGAZINE.

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Intuizione giusta: lo studio della signora Vernocchi è l’unico fatto e pubblicato su Guerrini/Stecchetti musicato.” Hai visitato Casa Roccari, dove Gabriella Poletti Roccari ha conservato e curato il fondo di ricordi e cimeli di famiglia dello scrittore. Hai toccato con mano documenti, fotografie, cartoline. Che cosa ti ha colpito di più? “Ho avuto il piacere di conoscere Raffaella Roccari, la nuora della signora Gabriella, che mi ha raccontato tutto ciò che la suocera le raccontava e mi ha permesso di curiosare fra i ricordi di famiglia. Guerrini amava molto la sua famiglia con la quale aveva un rapporto strettissimo e profondo. E a sua volta era anche molto amato e rispettato. E, mentre tenevo fra le mani cartoline, scritti, fotografie, sentivo una energia meravigliosa che, dai polpastrelli, mi saliva al cuore.” Stai lavorando ad uno spettacolo teatrale dedicato a Olindo, vero? “L’idea mi è nata una sera, dopo una piacevolissima cena a casa mia insieme agli amici Wilma Vernocchi, Vittorio Mezzomonaco, Davide Fonte, che sono tutti coinvolti nel progetto insieme a Ruggero Sintoni, Serge Man-

guette e Noemi Briganti. Dopo aver parlato per tutta la serata di Olindo ed esserci divertiti a raccontarlo, mi è venuto il desiderio di far conoscere questo meraviglioso personaggio ad un pubblico più ampio e, soprattutto, nel modo che lui avrebbe scelto

“HO AVUTO IL PIACERE DI CONOSCERE RAFFAELLA ROCCARI, LA NUORA DELLA SIGNORA GABRIELLA, CHE MI HA RACCONTATO TUTTO CIÒ CHE LA SUOCERA LE RACCONTAVA E MI HA PERMESSO DI CURIOSARE FRA I RICORDI DI FAMIGLIA.”

e cioè con la leggerezza e l’ironia che l’hanno accompagnato per tutta la vita. Perché riuscire a raccontare anche le cose più difficili e complicate con leggerezza e ironia vuol dire essere molto grandi. Sto cominciando a scrivere i testi. Una grande sfida per me, ma spero che lo spirito di Guerrini mi aiuti! A marzo 2017 il debutto.”


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W.F.R. DISTRIBUZIONE ITALIA IN UN KIKKO, TUTTI I SAPORI

LA STORIA DI W.F.R. DISTRIBUZIONE È SEGNATA DA TRE ELEMENTI FONDAMENTALI: PASSIONE, SERIETÀ E RICERCA.

Passione: motore indispensabile; serietà: unica logica aziendale; ricerca: stimolo continuo. Questi sono gli ingredienti che contraddistinguono W.F.R. Distribuzione Italia srl, azienda che da anni offre al mercato del beverage per ho.re.ca. e domestico straordinarie opportunità (primi in assoluto ad aver intuito e presentato la bevanda al ginseng “JEN SEN COFFEE” dando vita a un movimento di straordinarie dimensioni). Storia particolare quella di William Zoli, titolare assieme alla moglie Ivana, della W.F.R. distribuzione Italia srl, il quale proviene da tutt’altre esperienze imprenditoriali. Da socio titolare in una officina meccanica, a commerciante di auto con un trascorso interessante

come rallista negli anni ’80. A metà degli anni ’90 apre una società in Croazia che si occupa di importare e distribuire prodotti alimentari e caffè di conosciute aziende locali. Ed è proprio il caffè e tutto quello che gli gira intorno ad incuriosirlo ed appassionarlo, al punto che nel ’98, pur non essendo torrefattore, dà origine al marchio KIKKO (a cup of pleasure) e inizia a distribuirlo presso aziende e famiglie. Ben presto intuisce che il sistema distributivo andava modificato ed assecondato. Una cosa era la distribuzione del prodotto legato a macchine in comodato d’uso, altra cosa era la libera scelta, sia della macchina che del prodotto, quindi anticipando i tempi nel 2003 apre il primo

KIKKO lo trovi da: Forlì Caffè 7 Grammi coffee & tea Cesena Caffè

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punto vendita al dettaglio di cialde e capsule KIKKO e altri marchi più o meno conosciuti. Il 2012 segna una svolta importante per W.F.R. Distribuzione Italia srl, l’apertura del punto vendita FORLÌ CAFFÈ in Via L. Galvani 23/6 adiacente ai laboratori di produzione. Oggi il marchio KIKKO è tra i più apprezzati e consumati in città e sta diventando una realtà a livello nazionale non solo per il caffè, ma soprattutto per la grande varietà delle proposte in cialde e capsule. Grazie alla continua ricerca di immagine e packaging (gestita internamente) caffè, tè, tisane, ginseng e tante altre deliziose bevande, vengono richiesti da molti negozi specializzati. Tutti in un unico marchio “KIKKO”. Quasi tutti i prodotti sono confezionati in capsule compatibili con le macchine più diffuse – Nespresso, Lavazza Espresso Point,A Modo Mio, Blue, Doce Gusto, Termozeta, UNO Sistem –, molte delle quali prodotte e vendute in azienda, praticamente a Km 0. Ultimamente W.F.R. Distribuzione Italia srl e un’altra nota società locale hanno dato vita ad un progetto. A maggio infatti hanno aperto un negozio “pilota”: 7 grammi coffee & tea (Viale Bolognesi 188 a Forlì) per testare la possibilità di riprodurre affiliati in altre città. Coloro i quali fossero interessati possono contattare W.F.R. Distribuzione Italia srl.

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RIDERE

La risata

CHE GRAFFIA A CENTO ANNI DALLA MORTE DI OLINDO GUERRINI, INTELLETTUALE ROMAGNOLO CONSIDERATO UNO DEI PADRI DELLA SATIRA ITALIANA, È ANCORA POSSIBILE RIDERE DEL POTERE?

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L’anno che celebra il centenario della morte di Olindo Guerrini, può essere tempo di bilanci per la satira romagnola e non solo. Innanzitutto vale la pena domandarsi quanto l’eredità del grande autore romagnolo sia rimasta viva nel nostro bagaglio culturale e nell’attuale modo di fare satira. “Guerrini era caustico e provocatorio – dice l’attore Ivano Marescotti, impegnato, a teatro, nella lettura delle opere dello scrittore

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di Laura Bertozzi

romagnolo – e le sue composizioni in italiano, scritte sotto l’alias di Lorenzo Stecchetti, sono ancora troppo poco conosciute. Credo, invece, che poesie come Il canto dell’odio, così spinta per l’epoca nella quale fu scritta, vadano indagate come si dovrebbe. Mi occupo di Stecchetti a teatro perché ritengo che a questa figura così eclettica e curiosa, col suo modo di fare satira tanto diverso dal nostro, vada dato maggior spazio.”

Cosa resta dunque dello spirito del celebre letterato nella comicità o nell’impulso odierno a fare della critica graffiante? “La satira diretta contro i poteri forti in Italia non può esistere – afferma il comico Andrea Vasumi –. Assistiamo al massimo a forme più elevate di Bagaglino dove, a mo’ di giullari di corte, ci si arruffiana il potere scherzandoci sopra in modo bonario. A mio modo di vedere, nemmeno


quella di Crozza, che è senz’altro un grande professionista, è una forma di critica davvero tagliente. È come se fosse inaccettabile non essere allineati. La mia comicità ha come principale fine l’evasione, sfiora al massimo la satira sociale, ma credo comunque che mettere un bavaglio all’opinione di chicchessia conduca verso una china pericolosa”. Resta il fatto che la pena per chi oggi ha il coraggio di alzare la voce fuori dal coro e prendere posizione è quella dell’esclusione. “Esponendosi e facendosi portavoce di un pensiero forte si cade vittime della strumentalizzazione e si è accusati di appartenenza a

un partito – spiega Marescotti –, finendo con l’essere fuori dal mercato. Io ne sono testimone diretto: ho fatto causa alla Rai in quanto ritengo di essere stato vittima di censure ingiuste, dovute al fatto di essermi schierato a favore di Tsipras nelle elezioni europee del 2014. All’epoca lavoravo a una fiction per l’emittente televisiva, ma a fronte del mio impegno politico mi venne chiesto di dimettermi e dalla terza puntata in avanti le scene riguardanti il mio personaggio vennero tagliate e il mio nome eliminato dai titoli di testa. Il processo è in atto da due anni, ho chiesto i danni per questo sopruso inaccettabile. Ad


esilio di Beppe Grillo dalla televisione, è tutt’altro che disposto, nel nostro Paese, ad essere condiscendente verso le critiche, ma può essere più ampia e occuparsi di tutto ciò che riguarda, in senso lato, la vita organizzata. Faccio il comico da 51 anni, ho il privilegio di avere il filo diretto con un pubblico romagnolo disposto ad accettare la mia satira di costume che comunque non rinuncia a toccare politica, religione e sessualità. Nel centenario delle celebrazioni della morte di

L’ANNO CHE CELEBRA IL CENTENARIO DELLA MORTE DI OLINDO GUERRINI, PUÒ ESSERE TEMPO DI BILANCI PER LA SATIRA ROMAGNOLA E NON SOLO. INNANZITUTTO VALE LA PENA DOMANDARSI QUANTO L’EREDITÀ DEL GRANDE AUTORE ROMAGNOLO SIA RIMASTA VIVA.

IN APERTURA, IVANO MARESCOTTI. E ANDREA VASUMI. QUI SOPRA, PIERGIUSEPPE BERTACCINI. E STEFANO ANDREOLI.

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ogni modo, il mio approccio non cambierà: non calpesto la mia dignità per ragioni economiche, ma mi impegno a dire quello che penso come ogni cittadino socialmente impegnato, anche se la situazione italiana odierna non lascia ben sperare”. “Le scelte contro il potere si pagano – conferma il comico Piergiuseppe Bertaccini –: sono bastate le mie personali scelte di vita per alienarmi certi ambienti e la mia appartenenza politica e religiosa mi ha penalizzato. È però anche vero che la satira non è solo quella indirizzata contro il potere costituito, che, come ha dimostrato il lungo

Guerrini posso dire che ancora resta vivo l’interesse per la boutade anticlericale”. Non è che forse la satira più incisiva scaturisca ora dal basso e prenda le vie del Web e dei social, come pare confermare l’esperienza del blog satirico collettivo Spinoza? “Siamo stati i primi a creare una community di questo tipo, – dice il cesenate Stefano Andreoli, ideatore del blog insieme ad Alessandro Bonino – ma ora si assiste a una tale mole di battute, spesso irrilevanti, in rete, che mi pare di riscontrare un certo appiattimento. La satira vera, come la politica, non deve solo nascere dal basso, ma essere informata, disturbare e prendere posizione. Mi è rimasto dentro l’umorismo scorretto e impietoso di alcuni programmi che, negli anni ’90, ancora davano fastidio. Quanto alla satira in Romagna, spero nel ritorno di Daniele Luttazzi in televisione”.


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CAPIRSI E AVERE CURA DI SÈ CON L’ ANTIGINNASTICA®

DALLA FRANCIA UN METODO CHE RISVEGLIA MENTE E CORPO GRAZIE A MOVIMENTI SOTTILI, PRECISI E RISPETTOSI DELLA NOSTRA NATURALE FISIOLOGIA. È praticata da quarant’anni ma c’è ancora qualcuno che non sa che cos’è. Si tratta dell’Antiginnastica®, o Antigym, un metodo di benessere che consente di conoscere e toccare con mano i propri limiti, riappropriarsi del corpo per re-imparare ad abitarlo. A Forlì è proposto dall’Associazione Pedagogia del Corpo grazie ad esperti abilitati e certificati a livello internazionale. L’Antiginnastica® è infatti praticata in tutto il mondo, soprattutto in Europa e nelle Americhe. I vantaggi del metodo – che propone movimenti sottili, precisi e rigorosi – si riscontrano sul tono muscolare e sulla mobili-

Antonella Calandrini Faenza - Forlì - Castel Bolognese 347.6824758 calandriniantonella@gmail.com

tà, nella diminuzione delle tensioni muscolari, in particolare di schiena, collo e spalle, e nello sviluppo della motricità e della coordinazione. L’originalità dell’Antiginnastica® risiede nel coinvolgimento dell’essere nella sua totalità. In maniera preventiva e pedagogica il metodo permette, attraverso il proprio corpo, di dialogare con il cervello, rieducando i comportamenti con esperienze neuromotorie in grado di modificare gli impulsi che arrivano ai muscoli. Ideato negli anni ’70 dalla fisioterapista e chinesiterapeuta francese Thérèse Bertherat (1931-2014), autrice del bestseller Guarire con l’antiginna-

Angela Duranti Bagnacavallo - Ravenna 335.5475217 montrob@alice.it

stica, il metodo si pratica in un piccolo gruppo dove si viene accolti senza spirito di competizione e senza livelli di apprendimento prestabiliti. La guida del gruppo, il praticien, non mostra i movimenti ma li descrive guidando i partecipanti con la propria voce, capire il movimento dall’interno permette infatti di creare un collegamento tra corpo e mente e innescare legami con parti del nostro corpo che ignoriamo e che non siamo abituati a comandare. I muscoli del corpo hanno reagito a tutti gli avvenimenti piacevoli e dolorosi della nostra vita, dobbiamo creare le condizioni perchè le

Liana Maranini Forlì - Cesena 349.5872722 maraniniliana@gmail.com

nuove informazioni diventino esperienza vissuta, una nuova storia che acquista ancora più valore attraverso la tacita condivisione di questa esperienza in gruppo. I movimenti proposti sono rispettosi del corpo di ognuno e corrispondono alla precisa fisiologia dei muscoli, non viene mai richiesto di forzare l’ampiezza dei movimenti, e sono per questo molto potenti ed efficaci. Praticando l’Antiginnastica® il corpo si libera dei suoi limiti e possiamo riconquistare poco alla volta zone che non mettiamo in movimento da anni. Senza forzature, nel pieno rispetto di ognuno.

Elisa Massi Forlì - Cesena 349.2869635 elymassi@gmail.com

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CENTRO INGROSSO ABBIGLIAMENTO MERCERIA DAL 1976 AD OGGI, UNA STORIA, UNA FAMIGLIA

IL CIAM HA UNA STORIA CHE SI INTRECCIA SALDAMENTE CON QUELLA DI PIETRO E MICHELE MISTICONI, I DUE CUGINI CHE L’HANNO FONDATA 40 ANNI FA.

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Tre volte all’anno – a primavera, autunno e poco prima di Natale – il CIAM di Cesena organizza una grande festa per i propri clienti. Commercianti provenienti da ogni parte d’Italia si ritrovano qui per scoprire le ultime novità nel settore dell’abbigliamento e dell’intimo, per confrontarsi sulle vendite e sui prodotti. È un momento fondamentale in un mercato in forte evoluzione come quello del tessile. Tutto è cambiato, infatti, dal quel lontano 7 gennaio 1976 in cui Pietro e Michele Misticoni, rispettivamente di 27 e 31 anni, avviarono l’attività di vendita di abbigliamento all’ingrosso. Erano tempi di notti in bianco, di furgoni lanciati sulle statali per arrivare in orario ai mercati, di furbizie e stratagemmi per ottenere quello che oggi è considerato un diritto ma che allora sopravviveva tra le pieghe di autorizzazioni e procedure non sempre trasparenti. “Per poter vendere all’ingrosso – racconta Pietro – avevamo bisogno della licenza

da ambulante. Ma il Comune di Ravenna, dove vivevamo, si rifiutavano di darmela. Allora ho fatto una cosa. Noi siamo originari di Campli, in provincia di Teramo. Ho trasferito la mia residenza da Ravenna a Campli, là mi sono fatto dare la licenza da ambulante e poi ho ritrasferito la residenza e l’attività a Ravenna. E la licenza, ovviamente, mi ha seguito. È così che abbiamo potuto cominciare a lavorare nei mercati all’ingrosso.”

IN ALTO, PARTE DELLO STAFF DEL CIAM AD OGGI. SOTTO, LE COMMESSE E LA DIREZIONE (PIETRO MISTICONI E FIORENZA AMADORI) NELL’ANNO 1992.


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LA STORIA DEL CIAM È INDUBBIAMENTE UNA STORIA FAMILIARE, DALLE RADICI FINO AD OGGI, TANTO CHE LA SECONDA GENERAZIONE SI È ORMAI AFFACCIATA SULLA RIBALTA CON LA VOGLIA DI CONTINUARE A CAMMINARE SULLA STRADA TRACCIATA DAI GENITORI.

IN ALTO A DESTRA, LO STABILE DI CESENA. SOTTO, QUELLO DI MACERATA. IN BASSO, UN PARTICOLARE DELL’INTERNO.

È del 1981, invece, l’apertura del primo grande magazzino a Cesena, vicino all’attuale sede. “A Ravenna e Cesena avevamo due piccoli magazzini – continuano Pietro e Michele –, poco più che due punti d’appoggio. Passando per via Ravennate, vidi un cartello con la scritta centro commerciale. Allora andai in Comune a chiedere che cosa si stava costruendo, dicendo che ero interessato. Mi dissero che era riservato ai cesenati.” Passano due anni e dal Comune di Cesena chiamano Pietro per chiedergli se vuole prendere il posto di un commerciante che si era ritirato. È così che nasce la Misticoni Michele e Pietro. Una società che si è evoluta fino agli anni ’90, con tre magazzini, lasciandosi alle spalle poco a poco l’attività nei mercati. Non era più vita, quella. Pietro diretto a Ferrara e Michele a Macerata, a scaricare camion interi in piena notte, da soli. Intanto a Macerata c’era stata negli anni ’80 l’occasione di acquistare uno spazio in un altro centro commerciale. Investire nel cambiamento e nella espansione è sempre stato un pensiero fisso dei due fratelli. Solo così l’azienda sarebbe potuta diventare più grande, più diffusa, più competitiva. E le persone? Oggi il CIAM è uno dei più grandi commer-

cianti all’ingrosso del CentroNord: ha clienti dalla Lombardia fino al Molise; si rifornisce costantemente dai produttori per garantire un veloce ricambio e aggiornamento dei prodotti di moda; ha una superficie di vendita di 10.000 mq e 5.000 mq di depositi. Le strutture di esposizione di Cesena e Macerata, dedicate all’abbigliamento ed intimo per bambini, uomo e donna, ospitano più di 20.000 articoli, per soddisfare le più varie richieste della clientela e proporre le migliori offerte di acquisto abbigliamento e intimo all’ingrosso. Le persone sono al centro di questa macchina distributiva: quaranta dipendenti tra Cesena e Macerata, con tredici agenti che visitano gli esercizi dei clienti. E dire che quando Fiorenza Amadori, attuale moglie di Pietro e creatrice del marchio di moda che porta il suo nome, venne a lavorare per i due fratelli c’era una sola commessa. “Lavoravo a Cesena presso un altro venditore all’ingrosso,

Vincenzo Rossi, molto conosciuto allora. Non avendo eredi nel settore, avrebbe voluto che io rilevassi la sua attività. Ma poi mi sono fidanzata con Pietro e sono venuta a lavorare con lui.” La storia del CIAM è indubbiamente una storia familiare, dalle radici fino ad oggi, tanto che la seconda generazione – nelle persone di Giovanni, figlio di Pietro, e Sabatino, figlio di Michele – si è ormai affacciata sulla ribalta con la voglia di continuare a camminare sulla strada tracciata dai genitori e portare la società di famiglia nel futuro. Un futuro in cui i mercati all’ingrosso sono una rarità in via di sparizione, in cui produttori sono costretti a innovare incessantemente, tanto che ogni settimana ci sono nuovi capi d’abbigliamento da offrire alla clientela, in cui è importante mantenere un livello alto di qualità del prodotto per non finire nella spirale di abbassamento costante dei prezzi, dove è impossibile vincere di fronte ININMAGAZINE MAGAZINE43 2


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QUI ACCANTO, A SINISTRA, LO STAFF DI MACERATA INSIEME A MICHELE MISTICONI NEL 1995; A DESTRA LA PRIMA SEDE DI CESENA CON I DIPENDENTI DELL’EPOCA. IN BASSO, A SINISTRA UN PARTICOLARE DELLA LINEA “FIORENZA AMADORI”; A DESTRA, IL BRINDISI PER L’ANNIVERSARIO DEI 30 ANNI A CESENA (2006).

Non è solo il nome della moglie di Pietro Misticoni, una delle prime collaboratrici di quella che un tempo si chiamava Misticoni Michele e Pietro e che ora è il CIAM. Dal 2010 è anche un marchio di abbigliamento studiato e realizzato internamente con distribuzione esclusiva. Le linee comprendono abbigliamento donna e bambina, pigiameria donna e costumi mare donna e bambina. “Mi è sempre piaciuto modificare i campionari – racconta Fiorenza –, ho cominciato con i pantaloni da donna, poi sono passata alle t-shirt, alla felperia.” E oggi copre l’intera gamma di articoli richiesta dalla clientela, al passo con la velocità di mutamento della moda e del gusto.

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a una concorrenza che può permettersi prezzi bassissimi grazie alla distribuzione di capi d’abbigliamento realizzati in estrema economia e bassissima qualità di materie prime. Oggi la velocità e le esigenze dei clienti richiedono di correre e non semplicemente di stare al passo con i tempi. Anche il commercio online è una realtà per l’ingrosso: si va sul sito e si compra la merce con la facilità di un clic. E proprio in

ciam@centroingrosso.it - www.centroingrosso.it

occasione della grande festa di autunno, il CIAM inaugura il proprio sito internet di vendita www.centroingrossoshop.com, che si affianca al sito di presentazione della società www. centroingrosso.it. È un modo per stare ancora più vicini alla clientela con energia, ricchezza di idee e orientamento al risultato. Questo è stato il credo di CIAM sin dall’inizio e ciò che guiderà gli obiettivi futuri dell’azienda.

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BIODINAMICA TRADIZIONE E INNOVAZIONE, RECUPERO DEI SAPERI E SPERIMENTAZIONE: SU QUESTI CONCETTI SI FONDA LA FILOSOFIA DI NICOLA E LORENZINA BENILLI E DELL’AGRITURISMO “PODERONE”. di Francesca Renzi / ph Giorgio Sabatini

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Da 20 anni la Lorenzina come la chiamano tutti, fa rivivere in cucina i sapori e le tradizioni dell’Appennino Tosco Romagnolo, ma è grazie alla passione e all’impegno di Nicola che il Poderone di Santa Sofia si sta dedicando sempre più a coltivazioni biologiche e biodinamiche e al recupero di antiche cultivar. “Il biologico lo fai solo se ci credi – dice convinto Nicola. Io ho scelto di approfondire questi metodi di coltivazione perché sono subentrato in un’azienda già biologica, ma ora voglio provare a percorrere la strada del biodinamico. Vorrei creare un’azienda autosostenibile, con l’orto e il frutteto, una piccola stalla e un laboratorio.” Certamente, la posizione del

Poderone è già un buon punto di partenza. Pochi chilometri a valle di Campigna, a novecento metri, circondato dalle foreste del Parco Nazionale: il Poderone non ha altri agricoltori vicini che possano contaminare le coltivazioni. A questo si aggiunge il fatto che Nicola produce autonomamente di anno in anno i semi delle sue piante. Da ultimo, l’attenzione al biodinamico, che sfrutta le qualità intrinseche di ogni singola specie e l’interazione tra le varie componenti della natura. “Nell’orto le piante di pomodoro sono intercalate dal basilico, perché si crea una particolare sinergia. Nel frutteto, invece, lascio libere le nostre galline, anatre e oche: mangiano le larve degli insetti dannosi per la

NUS ET OFFICTIUS ALIQUAM, ODIT ALIAT VID UTEM VOLUPIT ASSINCI PISTOTAT IPSA IMIN EST ESTE CUSAM DOLORECUS CUSANIMOS NONSENIMI, UTE DEBITAT IUNDELENDAE. NE DOLUPTATUR

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IL NOSTRO OBIETTIVO NON È DI PRODURRE VERDURA BIO DA VENDERE DIRETTAMENTE, NON SAREBBE SOSTENIBILE, PUNTIAMO INVECE ALLA VENDITA DEL PRODOTTO TRASFORMATO. CI PIACEREBBE AVERE UN’AZIENDA AUTOSUFFICIENTE AL 100%.

NELLE FOTO, LORENZINA BENILLI NELLA CUCINA DELL’AGRITURISMO E NICOLA NELL’ORTO BIOLOGICO.

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frutta e contribuiscono a concimare il terreno.” Per avere questi risultati, però, sono necessari tempi lunghi, tentativi e, soprattutto, è fondamentale sapere non solo quando seminare, ma anche conoscere il momento in cui le piante possono venire attaccate dagli insetti e patogeni, per prevenire i danni. “Il mio è un orto di ricerca, ogni anno capisco come migliorare la disposizione delle piante. Insieme all’enologo Claudio Giulivo, docente all’Università di Padova, ho impiantato mille metri di vigna, con otto varietà di vite. Selezioneremo quelle più adatte, pensando anche al cambiamento climatico. Parallelamente, insieme al professor Graziano Rossi, sto coltivando un’antica cultivar di mais locale. Ho iniziato con tre pannocchie, cinque anni fa, ed ora coltivo quasi mille metri. È una qualità di mais tipica di questa zona, ne abbiamo depositato un campione anche nella Banca Nazionale dei semi di Pavia e, insieme al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, stiamo seguendo l’iter per ottenere la catalogazione a livello nazionale, per poi

avere una certificazione bio.” I prodotti dell’orto finiscono, ovviamente, nelle cucine del Poderone, tra le mani sapienti della Lorenzina: i fagioli borlotti sono ingrediente fondamentale per le zuppe e per la polenta con i manfrigoli, le antiche varietà di frutta – mele, susine, ciliegie, pere volpine, pere ruggine – diventano marmellate o dolci “di una volta”, le verdure si trasformano in acquacotta, contorni o ripieni per la sfoglia. Solo chi è nato e ha vissuto in una famiglia contadina può conoscere queste tradizioni, d’altra parte bastano pochi ingredienti di ottima qualità per mangiare bene. “Cucina e orto vanno di pari passo – conclude Nicola. Il nostro obiettivo non è di produrre verdura bio da vendere direttamente a terzi, non sarebbe sostenibile a livello economico, puntiamo invece alla vendita del prodotto trasformato. Ci piacerebbe avere un’azienda autosufficiente al 100%.”


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• Primo piano: composto da 3 camere di cui due matrimoniali, due bagni e grandi balconi accessibili mediante ampie vetrate.

• Primo piano: composto da 2 camere di cui una matrimoniale e una doppia, cabina armadio, un bagno e grandi balconi accessibili mediante ampie vetrate.

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GUSTARE

La tazzina

PERFETTA TUTTO QUELLO CHE AVREMMO VOLUTO SAPERE SUL CAFFÈ: RUBENS GARDELLI, CAMPIONE MONDIALE DI COFFEE ROASTING, CI SVELA I SEGRETI DI UNA BUONA TOSTATURA.

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di Erika Baldini

Lui nell’aroma di caffè è cresciuto. E pensare che all’inizio nemmeno gli piaceva. Rubens Gardelli, classe 1977, idee chiare e grande determinazione, è un giovane imprenditore e un esperto Coffee Roaster. Lui della fine arte del tostare il caffè – arte già lodata da quel genio di Pellegrino Artusi, che scriveva “La tostatura merita un’attenzione speciale poiché, prescindendo dalla qualità del caffè, dipende dalla medesima la più o meno buona riuscita della bibita” – ne ha fatto un mestiere svolto con profonda passione. E un vanto: dal 2014 al 2016, per tre anni consecutivi, Rubens ha gareggiato al Campionato Italiano Coffee Roasting WCE, vincendo ogni volta. Nel 2014 e nel 2015 ha anche partecipato e vinto al Campionato Italiano Brewers Cup (caffè in filtro) e di quest’ultima disciplina, ha vinto nel 2014 il Secondo Premio ai campionati mondiali. Come sei entrato in questo mercato? Hai respirato odore di caffè fin da piccolo vero? “Sì, diciamo che l’imprinting c’è stato. Quando avevo cinque anni i miei genitori aprirono un locale e lo gestirono per diversi anni. IN MAGAZINE

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Questi sono stati i miei primi approcci alla macchina del caffè. L’idea mi è venuta lavorando nel locale aperto da mia madre e mio cugino nel 1997. Poi ho vissuto in America, in California. Sotto casa c’era un locale, il Santa Barbara Coffee Roasting, dove tostavano a vista dei clienti.” Hai seguito corsi di specializzazione? “Ho iniziato da autodidatta sul fornello di casa. Ho trovato un sito internet americano per gli Home Roaster dove era possibile acquistare piccole quantità di caffè crudo. Da lì ho cominciato a sperimentare e ad appassionarmi.” L’indipendenza, la gestione diretta coi fornitori e coi produttori è una delle caratteristiche più salienti del tuo lavoro. “Di tutti i miei caffè si sa nome del produttore e luogo, il nome della fazenda americana o della piantagione africana, altitudine, varietà botanica. Anche la data del raccolto. Questo ad esempio nessuno lo dice ma è molto importante. Il caffè è un prodotto agricolo e come tale ha una scadenza, va incontro a ossidazione e perdita degli aromi. Il caffè deve essere terminato entro sei mesi dalla raccolta, per dare ai clienti il massimo degli aromi. Io tosto solo ed esclusivamente su misura. C’è un motivo: dal momento in cui il caffè viene tostato va consumato entro trenta giorni circa. Dipende anche da come viene confezionato. Io accumulo gli ordini e tosto il sabato, una volta alla settimana, tutto su misura. Al cliente arriva così il prodotto freschissimo.” Qual è l’aspetto del tuo lavoro che preferisci? “Per ogni partita di caffè acquistato io devo fare dei test di tostatura. Ogni lotto è a sé, viene coltivato in una certa zona, a una certa altura. Una volta individuata la tostatura ottimale per quel lotto io devo replicarla. E replicare è noioso. La parte che mi piace di più è scegliere il lotto. Dai campioni che mi vengono inviati dagli importatori o – è questa è la 52

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cosa più bella – viaggiare e andare direttamente in piantagione. Lavorare con il produttore, col coltivatore.” Lavori molto con commissioni dall’estero. Come vedi invece la situazione del mercato italiano? “Io lavoro con una nicchia che si chiama Specialty, in parole povere con un caffè verde che ha una valutazione sensoriale – su scala internazionale – dagli ottanta punti in su. Ho deciso di legare il mio cognome – che dà italianità

IL CAFFÈ È UN PRODOTTO AGRICOLO E COME TALE HA UNA SCADENZA, VA INCONTRO A OSSIDAZIONE E PERDITA DEGLI AROMI. IL CAFFÈ DEVE ESSERE TERMINATO ENTRO SEI MESI DALLA RACCOLTA, PER DARE AI CLIENTI IL MASSIMO DEGLI AROMI.

alla mia azienda, un valore sicuramente riconosciuto all’estero – a questa nicchia di mercato. In Italia c’è richiesta soprattutto per le miscele tradizionali da bar, di un caffè somministrato con metodo tradizionale per espresso. Per altri caffè tostati più chiari, adatti anche per il filter coffee, sono certamente di più le richieste all’estero. C’è da dire che il mercato italiano è fortemente influenzato dai vincoli contrattuali che le torrefazioni fanno con ogni cliente. Spesso il barista vede il caffè come un semplice servizio... Se tutto il mercato si spostasse sulla tazzina da caffè a 1,50 euro, si sposterebbe la qualità del prodotto, il barista alzerebbe le sue esigenze. Anch’io faccio l’espresso a un euro ma tutte le altre qualità vanno a due euro a tazzina. Io ad esempio uso solo ed esclusivamente la qualità Arabica, non uso la Rubusta.”


ADVERTORIAL

L’EDUCAZIONE FINANZIARIA “DI QUALITÀ” CONOSCERE L’ECONOMIA E LA FINANZA

GIUSEPPE GENTILI CI PARLA DI UNA PARTE IMPORTANTE DELLA SUA ATTIVITÀ DI CONSULENZA, EROGATA A TITOLO COMPLETAMENTE GRATUITO, A SEGUITO DELLA CERTIFICAZIONE DI EDUCATORE FINANZIARIO OTTENUTA NEL 2014.

Dal 2005, periodo in cui l’OCSE ha diffuso le raccomandazioni in materia di educazione finanziaria, i Paesi europei hanno intrapreso un percorso comune su questo tema, considerato indispensabile alla crescita di una cittadinanza più consapevole. Tutti, fin da piccoli, siamo andati a scuola anche di “comportamenti” e abbiamo appreso delle nozioni di base che non sono servite solo a noi, ma anche a migliorare il benessere collettivo. Qualche esempio? Ci è stato insegnato da subito, da genitori ed insegnanti, che lavandoci le mani prima dei pasti o coprendoci quando fa molto freddo possiamo evitare parecchi malanni. Ecco, anche l’educazione finan-

ziaria serve a prevenire situazioni problematiche, e a creare le condizioni ottimali per la realizzazione dei propri progetti di vita, che passano, lo sappiamo bene, sempre attraverso quella parolina (anche quella la impariamo da piccoli…) di cinque lettere: i “soldi”. L’educatore Finanziario Certificato esplica questa attività con comportamenti conformi a protocolli di qualità, in base a regole comuni e codificate dalla normativa europea, e, appunto, può farlo solo dopo un lungo percorso di studi che può durare anche alcuni anni. Possiamo parlare di un vero e proprio “servizio” di consulenza oggettiva, che non prevede perciò alcuna promozione, vendita di prodotti finanziari o soluzione di mercato. Quindi che cosa riguarda questo supporto offerto? Il supporto dell’educatore finanziario riguarda tutte le esigenze che possono emergere nel corso della nostra vita: la protezione dai rischi di tutti i giorni, gli investimenti, il momento in cui ci ritireremo dalla attività lavorativa, gli eventuali impegni che dobbiamo sostenere per realizzare i nostri progetti (mutui, prestiti…). Conoscere, o almeno sapere che esistono, degli strumenti che possono aiutarci in tutte le situazioni, sviluppa non tanto maggiore ricchezza, ma maggiore consapevolezza e autostima e impatti positivi anche in famiglia, dove migliorano le relazioni e la coesione. Ma i benefici riguardano solo i singoli? I benefici, come quando si fa prevenzione, non sono solo individuali, ma riguardano ad esempio le Istituzioni e le

aziende. Negli USA, il 40% delle aziende offre ai propri lavoratori programmi di educazione finanziaria sul posto di lavoro: è stato verificato che una maggiore consapevolezza (leggi “serenità”) diminuisce lo stress da preoccupazioni finanziarie. Minori distrazioni, errori o infortuni si riflettono automaticamente in un miglioramento della produttività aziendale ed in una riduzione significativa dei costi. E per la collettività, cosa significa questa consapevolezza? Significa migliorare la vita delle persone, aiutandole ad esempio a non sperperare in cento rivoli le loro entrate: questo ha enormi risvolti positivi per tutti i Settori della Pubblica Amministrazione che si occupano di assistenza e di sociale, che potranno dedicare maggiori risorse ai casi più gravi, se tutti gli altri riescono a cavarsela con piccoli ma fondamentali accorgimenti. Utilizzo spesso questo esempio: tutti noi in casa abbiamo una cassetta con i medicinali di prima necessità e sappiamo utilizzarli nel modo corretto, ma abbiamo anche imparato che per alcuni casi è necessario l’intervento del medico. Anche in finanza, soprattutto in questi momenti, considerare naturale il tenere sotto controllo le proprie entrate ed uscite e migliorare la comprensione di alcuni concetti di base sono il primo passo, fondamentale, per sviluppare le nostre capacità e per aumentare il livello di fiducia: saper riconoscere chi offre vera consulenza, in un momento successivo, diventerà più facile!

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CAMMINARE

Viandanti

PER SCELTA COSA SPINGE DUE RAGAZZI A PERCORRERE QUASI DUEMILA CHILOMETRI A PIEDI? SCOMMESSA, NOIA, DESIDERIO DI SENTIRSI GRANDI? JESSICA E FABIO HANNO CONSUMATO LE LORO SUOLE SULLE STRADE D’ITALIA PER UN IDEALE. LEGGERE PER CREDERE.

C QUI SOTTO, I DUE VIANDANTI JESSICA JANE NOCELLA E FABIO CAMOZZI.

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di Serena Focaccia

“Crediamo nel futuro di questo Paese e nella bontà di fondo delle persone”: non è lo stralcio di un discorso della campagna elettorale di Hillary Clinton, né lo slogan di qualche neonato movimento, bensì sono le parole di Jessica e Fabio, due viandanti di sogni. Jessica Jane Nocella, forlivese di mamma inglese e padre italiano, e Fabio Camozzi, lombardo, sono due ragazzi poco più che ventenni entrambi con una laurea in lingue che, zaino in spalla e scarpe comode ai piedi, hanno deciso di mettere alla prova on

the road i loro ideali e di percorrere camminando l’Italia da Nord a Sud, confidando nell’ospitalità e nella generosità delle persone che avrebbero incontrato lungo il viaggio. Una sfida impegnativa, non solo con se stessi, con l’intento come spiegano di “scoprire l’Italia e gli italiani, cercando di contrastare l’atmosfera di paura e diffidenza che abbiamo gli uni verso gli altri. Abbiamo cercato di riscoprire i valori italiani dell’accoglienza e dell’ospitalità.” E così, con le idee chiare e tanto entusiasmo, il 10 aprile scorso Jessica e Fabio sono partiti da Milano per arrivare l’11 agosto fino alla punta più a Sud della Sicilia, Isola delle Correnti, dopo 1.902 chilometri di fatica, avventure e sogni da viandanti. Il percorso è stato per vie non convenzionali, e non poteva essere diversamente: “Abbiamo attraversato l’Appennino e la Liguria per poi seguire la Via Francigena fino a Roma. Da lì in poi è stata un’avventura: abbiamo utilizzato strade secondarie e sentieri mantenendoci sempre vicino alla costa tirrenica.” Se siete curiosi di rivivere il viaggio dei due ragazzi, è tutto rac-

contato (e fotografato) sul loro blog viandantidisogni.altervista. org. Ma ascoltiamo da loro quali sono state le scoperte più sorprendenti di un viaggio così inusuale: “Ci ha sorpreso l’accoglienza delle persone: spesso abbiamo trovato chi ci ha offerto cibo, posti dove dormire, acqua, senza nemmeno doverlo chiedere. Ci ha anche stupito la mancanza di cultura del camminare che abbiamo trovato lungo la strada: siamo così abituati a spostarci in auto per andare in qualunque posto che molte persone avevano difficoltà nel capire come fossimo potuti arrivare fin lì. Spesso ci veniva chiesto se a piedi significasse con l’autostop, oppure se camminavamo sulle autostrade (come se non esistessero altre vie). Abbiamo inoltre scoperto (e questo ce lo aspettavamo) che l’Italia è piena di bellezze, spesso poco conosciute e trascurate. Viviamo in un paese unico e stupendo!” Non sono naturalmente mancati momenti difficili: “Quando non c’era l’acqua, in particolare al Sud. Nel parco dell’Etna per esempio abbiamo percorso quaranta chilometri senza trovare una goccia d’acqua!


I nostri orari LUN 7.30/15.30 pom. chiuso MAR 7.30/15.30 18.00/22.00 MER 7.30/15.30 18.00/22.00 GIO 7.30/15.30 pom. chiuso VEN 7.30/15.30 18.00/23.00

Di momenti difficili ce ne sono stati parecchi, due in particolare che non dimenticheremo facilmente. Il primo sul monte Faito in Campania, quando a 500 metri sul livello del mare il sentiero è completamente scomparso tra rovi e rocce, lasciandoci senza possibilità di proseguire o tornare indietro (il sentiero ci era stato consigliato dal CAI!). Siamo alla fine riusciti a ritrovare il percorso e a ritornare al punto di partenza per poi scoprire che il sentiero era in disuso da anni. Ci è poi capitato nei pressi di Giulianello nel

Lazio di ritrovarci in una piccola valle tra due greggi circondati da cinque pastori maremmani. Ce la siamo davvero vista brutta perché non riuscivamo a ritrovare il sentiero e i cani, vedendo che andavamo avanti e indietro, ci avevano percepito come un pericolo. Alla fine ce la siamo cavata e abbiamo incontrato un pastore che, in maniera poco rassicurante, ci ha detto che quello era il loro territorio e non c’era niente da fare. Insomma siamo stati fortunati! Forse però la cosa più difficile del viaggio è stata quella di farlo in due: riuscire a capire i momenti di difficoltà dell’altro, trovare il passo giusto...” “Lo rifareste?” è la domanda finale, inevitabile, anche se un po’ scontata. Jessica e Fabio non hanno dubbi: “No, non lo rifaremmo! Siamo felicissimi di averlo fatto, ma una volta basta. Sicuramente il camminare sarà sempre parte delle nostre vite, ma in futuro cercheremo di fare cose meno estreme e più brevi.” L’augurio è che, anche se non ripercorreranno l’Italia a piedi, il coraggio, la voglia di avventura e la fiducia nelle persone non li abbandonino mai, qualunque viaggio decidano di intraprendere.

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LEGGERE

Il romanzo

DI UNA VITA ELEONORA MAZZONI HA PUBBLICATO PER LE EDIZIONI SAN PAOLO UN ROMANZO CHE AFFRONTA IL TEMA DELLA FEDE E DELLA MATERNITÀ, SULLE TRACCE DI SAN GIOVANNI.

E

di Dolores Carnemolla / ph Giorgio Sabatini

È uscito il 22 settembre il suo nuovo romanzo, La testa sul tuo petto. Sulle tracce di San Giovanni, San Paolo edizioni. E così la scrittrice Eleonora Mazzoni è tornata in libreria con un testo in cui affronta i temi a lei cari: quelli della della fede, della religione, della filiazione e della maternità. Il libro fa parte di una colla-

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na curata da Davide Rondoni dal titolo Vite esagerate (tredici volumi per altrettanti autori) ognuno dei quali racconta un personaggio dalla vita avventurosa. Da cosa ha origine la tua fascinazione per San Giovanni e per le tematiche religiose? “In realtà questa volta, a differenza de Le difettose e de Gli ipocriti, i miei precedenti romanzi, il tema del libro non parte da me. La testa sul tuo petto. Sulle tracce di San Giovanni è infatti un romanzo che la San Paolo Edizioni mi ha commissionato e che fa parte di una collana che racconta le storie di personaggi speciali. Quando mi è stato proposto quello di San Giovanni devo ammettere che sì, certo, dentro me ha risuonato ad alta frequenza. Credo che il tema della fede e della religione sia un grande tema, un tema universale, non a caso ampiamente trattato in letteratura, specie dai romanzieri anglo-americani (da Graham Greene a Philippe Roth, da Chesterton a Safran Foer), e nei nostri tempi risulta sempre più attuale. Credo infatti che nei prossimi decenni, finita l’epoca delle ideologie e dei grandi ideali

politici, con una crisi economica che continuerà e che diminuirà benessere e confort, la religione diventerà una questione più centrale nelle faccende umane.” Nel libro parli anche della Romagna, come la inserisci nel contesto? “Nei miei libri parto dalle mie ossessioni personali e di quello che più mi interessa, dunque un altro tema essenziale de La testa sul tuo petto è il rapporto di strana filiazione, non di carne ma di cuore, che Gesù indica quando sulla croce affida il più giovane dei suoi apostoli a sua madre, dicendo a lei “Questo è tuo figlio” e a lui: “Questa è tua madre”. Nel romanzo mi sono addirittura immaginata alcune lettere che San Giovanni scriveva a Maria, sua nuova madre. Mentre il penultimo capitolo è praticamente dedicato quasi per intero alla mia, di madre, e non spiego qui i motivi, per lasciare ai lettori la possibilità di scoprirli da soli. Ma, parlando di filiazione e di maternità, sbuca fuori, inevitabilmente direi, anche la Romagna, la patria dei miei genitori, dei miei avi da generazioni e generazioni: la mia adorata terra, insomma.”


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Il pirata

CONVERTITO IL SANTUARIO DI FORNÒ, ALLE PORTE DI FORLÌ, RECA I SEGNI LASCIATI DAL PIRATA ALBANESE PIETRO BIANCO, TRASFORMATOSI IN EREMITA DOPO UN NAUFRAGIO.

P ARTICOLO TRATTO DALLA GUIDA 52 MITI E MISTERI DI ROMAGNA, EDIZIONI IN MAGAZINE.

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di Pierluigi Moressa / ph Giorgio Sabatini

Pietro da Durazzo arriva a Forlì nel 1448, anno della morte del signore, Antonio Ordelaffi. Pirata albanese reduce da un naufragio sulle coste romagnole, riceve dai cittadini il soprannome di Bianco, per la veste candida che indossa, scelta per onorare la purezza di Maria. Una vita di espiazione per le ruberie commesse attende Pietro, navigante tra i più temuti dell’Adriatico. Di alta statura e fiero cipiglio, l’eremita è claudicante. Altro epiteto è dunque quello di zoppo, e come celletta dello zoppo viene indicato il suo romitorio: una casupola presso le mura cittadine. Ha portato con sé un’immagine sacra della Vergine; è un’icona orientale, forse sottratta in una rapinosa incursione. Davanti a essa innalza preghiere e moltiplica devozioni, in segno di ringraziamento per il pericolo scampato dalle acque; la sua nave è distrutta, morti sono i suoi compagni. Il cronista Novacula, che è barbiere, annota i singolari costumi del romito: porta una sola veste senza mantello, reca la berretta bianca sul capo, è sempre scalzo tanto d’inverno quanto d’estate, dorme all’addiaccio sopra una tavola d’abete, senza neppure ri-

pararsi dalle intemperie. Di natura collerica, non sa né leggere né scrivere, non tocca denaro; mangia solo quando ha fame. Con l’appoggio dei nuovi signori di Forlì, Cecco e Pino Ordelaffi, Pietro dà inizio alla costruzione di una chiesa; vuole intitolarla a Santa Maria della Misericordia. Il sito prescelto è nel contado, a poche miglia dalla città: nel luogo chiamato Fornoy, in direzione del mare. Proprio su quelle terre, Pietro, appena giunto dalle rive adriatiche, ha sostato compiendo prodigi: una fanciulla liberata dal demonio, la vista ridonata a un cieco di Imola, una bambina morta a Forlimpopoli riportata alla vita. L’anno del giubileo 1450, ha ini-

zio la fabbrica del santuario di Fornò. La pianta è circolare; un deambulatorio circonda l’interno della chiesa. I canoni sono ispirati con evidenza alle chiese orientali: ricordi visivi del pirata. Le offerte sono così ingenti che gli Ordelaffi concedono al monaco una scorta armata come protezione. Pietro non tocca carne; si nutre delle uova che le galline allevate presso il santuario depongono. Anch’esse sono bianche come la sua veste, candide in segno di purezza. Pietro muore il 6 aprile 1477, domenica di Pasqua. Il suo corpo è tumulato a Fornò entro un’arca che ne reca la figura scolpita. Narra la leggenda che chi accosti l’orecchio al sepolcro possa udire ancora il rumore del mare.


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